S a l u t o d e l V i c a r i o (Fr.Stefano Baldini Orlandini)
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“Minoranze creative...”
iaggiando verso Praga il 26 Settembre 2009, da dove partiva il suo viaggio apostolico nel Paese ‘più ateo d’Europa’, Benedetto XVI, come d’abitudine, rispose ad alcune domande dei giornalisti. Gli fu chiesto quale sia il contributo che la Chiesa può dare in una situazione che la vede in minoranza. Questa la risposta del Papa: “Direi che normalmente sono le minoranze creative che determinano il futuro, e in questo senso la Chiesa cattolica deve comprendersi come minoranza creativa che ha un’eredità di valori che non sono cose del passato, ma sono una realtà molto viva ed attuale”. Il Papa è consapevole che oggi la Chiesa, specialmente in occidente, ‘conta’ molto meno di solo qualche decennio fa. Molti paesi dell’Europa e del nord America sono ormai scristianizzati, tanto da rendere urgente un ‘nuova evangelizzazione’. Che fare? Rimontare la china ad ogni costo per tornare ad essere ‘maggioranza’, cioè a ‘contare’ di più nei vari settori della società? Alla luce di molti suoi interventi, non mi pare che questa sia la ricetta che Benedetto XVI
MEMO
propone alla Chiesa, bensì quella di riscoprire il suo essere a servizio dell’umanità per offrirgli ciò di cui ha più bisogno: Dio. Paolo VI nel discorso di chiusura del Concilio Vaticano II (7.12.1965) rivendicava di fronte al mondo il vero scopo del Concilio, “e cioè che Dio è. Sì, è reale, è vivo, è personale, è provvido, è infinitamente buono”. In questo, massimamente, quel grande Pontefice individuava ciò che la Chiesa di sempre può e deve
dare agli uomini, guardando a loro “con simpatia immensa”, chinandosi su di essi come il Samaritano della parabola evangelica: “L’antica storia del Samaritano è stata il paradigma della spiritualità del Concilio”. Ci prepariamo, tra pochi giorni, a celebrare il Capitolo provinciale; specialmente dopo il tragico evento del 22 Novembre scorso, lo faremo molto più consapevoli di essere una ‘minoranza fragile e povera’; ma potrebbe essere questa la nostra vera risorsa di ‘frati minori’, la chiave di lettura dei problemi che viviamo e l’indicazione di una strada per affrontarli evangelicamente. Francesco, il nostro serafico Padre, bussa alla nostra porta come quel giorno di rigido inverno con frate Leone. Noi non saremo tentati di scacciarlo con le parole del portinaio di S.Maria degli Angeli: “Vattene, tu sei un semplice e un ignorante; ormai non puoi venire tra noi; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te”(FF 278); noi abbiamo bisogno che Francesco entri con la sua passione per il vangelo e la sua santa creatività.
171° Capitolo PROVINCIALE DEI FRATI CAPPUCCINI di TOSCANA
Si celebrerà nel Convento di Montughi (Firenze) a cominciare dal 12 Marzo 2012. 40 sono i Capitolari, che saranno presieduti dal Ministro Generale Fr.Mauro Jöhri.
S E R C I Z I S P I R I T U A L I A ll’ erem o di M O N T E P U L C I A N O : 15-20 Aprile ETEMA “Vita consacrata: l’amicizia” condotti da P.Gabriele Semino s.j. f
V i t a d i Fr a t e r n i t à P iccola rete di profezia A cura di Fr.Piero Vivoli Verso il Capitolo Provinciale
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n uno dei suoi scritti, Il venditore di almanacchi e il passeggere, Leopardi immagina un dialogo tra un venditore di calendari, appunto, ed un possibile acquirente. Il dialogo presto si sposta sulla manifestazione dei desideri di entrambi, che dopo un breve discorrere, trovano finalmente accordo: entrambi desidererebbero rivivere la propria vita, ma non così come l’hanno sperimentata, con il suo carico di sofferenza, per il quale, a dirla con l’Autore, essa “ha trattato tutti male”, bensì una vita migliore. Ed è interessante, proprio a questo punto, la conclusione del viandante, il quale afferma: “Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?”. Certo che è vero! E’ vero perché il di più è sempre dinanzi all’uomo, è il Padre buono che, allargate le braccia, attende i suoi figli. Perché questa premessa? Perché vorrei che questo fosse lo spirito con il quale ci apprestiamo a vivere il nostro Capitolo Provinciale, ormai alle porte. Un Capitolo se vogliamo sui generis, un Capitolo segnato dall’esperienza della fragilità e dell’impotenza umana dinanzi al dispiegarsi della storia, ma anche un Capitolo che non deve cedere allo scoraggiamento, a quella parte di storia che ci ha trattati male! Vorrei per questo che nessuno dicesse: “tanto sono sempre le solite storie!”; vorrei non sentire i soliti lamenti e le solite sconfortanti analisi del passato o, peggio ancora, i grigi vagheggiamenti del futuro. Mi piacerebbe semmai che provassimo a guardare, in un sano realismo, al domani, magari con un po’ di presunzione, per intessere insieme una piccola rete di profezia, nella quale ciascuno di noi possa essere sì un fragile filo, ma di una stoffa destinata a lasciar trasparire i colori della speranza e della gioia di guardare innanzi, da fratelli, come alba di un giorno nuovo.
partecipanti al Capitolo
Fr.Mauro Jöhri Fr.Stefano Baldini Fr.Mario Giovacchini Fr.Valerio Mauro Fr.Domenico Remaggi Fr.Charles Chigbata Fr.Antonio Landi Fr.Ermanno Ponzalli Fr.Natale Cocci Fr.Mariano Alberti Fr.Oneglio Bacci Fr.Nicola Cappella Fr.Damiano Banchieri Fr.Maurizio Granai Fr.Luigi Savi Fr.Giuliano Nardi Fr.Silvano Chiatti Fr.Fabrizio Civili Fr.Fabio Piccini Fr.Lino Brocchi
Note tecniche: Il 171° Capitolo Provinciale risulta composto da 40 Capito-
lari con la presenza, come Presidente, del Ministro Generale e la partecipazione (new entry) dell’attuale Custode della Nigeria. Fr.Samuele Duranti, per motivi di salute, ha rinunciato alla propria partecipazione, lasciando il posto al primo sostituto, nella persona di fr. Maurizio Granai. Il tempo utile per eventuali altre sostituzioni dei Delegati, scade con la dichiarazione di apertura del Capitolo, che avverrà la mattina del 12 Marzo. Per tale occasione tutti i Capitolari dovranno essere presenti a Montughi per le ore 9:30 (arrivi e sistemazioni) per potere iniziare puntualmente alle ore 10:00 la S.Messa concelebrata e presieduta dal Ministro Generale. Sarà opportuno che i fratelli sacerdoti portino il camice con la stola viola per la liturgia quotidiana del tempo quaresimale. Si ricorda ai Guardiani e ai Segretari che è scaduto il tempo utile per l’invio delle Relazioni delle Fraternità e dei Segretariati, pertanto si prega gli inadempienti, di ovviare quanto prima, possibilmente con i testi in formato elettronico.
Situazione sanitaria
ONOMASTICI di marzo
15 17 19 26 30
Fr .Cesare Brandi Fr .Patrizio Baldini Fr .Giuseppe M.Del Giudice Fr .Emanuele Garofalo, Fr .Emanuele Aceto Fr . Amedeo Ferretti, Fr . Amedeo Senesi
ricorrenze giubilari
65° di Sacerdozio 01 fr .Teobaldo Ricci fr .Emidio Pasquini 60° di Sacerdozio 18 Fr .Edoardo Saracini Fr .Giovanni Liverani
Fr.Adriano Minucci Fr.Ferruccio Perini Fr.Gian Paolo Salotti Fr.Lorenzo Pasquini Fr.Giovanni Roncari Fr.Guglielmo Papucci Fr.Luigi Senesi Fr.Luigi Ruggiero Fr.Daniele Bertaccini Fr.Marco Fantappié Fr.Piero Vivoli Fr.Francesco Bolo Fr.Rosario Verde Fr.Francesco M. Cecchetto Fr.Franco Di Sibio Fr.Mario Testa Fr.Alfredo M. Paladini Fr.Roberto Arcangeli Fr. Marco Bernardi Fr. Andrea Pighini
Fr.Pergentino Maggini, dopo l’intervento chirurgico, sostenuto presso l’Ospedale cittadino di Pontedera, è attualmente ospite nella nostra Infermeria Provinciale per un più aduguato servizio nella faticosa fase di convalescenza. Fr.Samuele Duranti, per un vecchio problema di deambulazione, si sottoporrà, a giorni, ad un intervento chirurgico all’anca, presso l’Ospedale di Massa Marittima. Essendo stato eletto tra i Delegati al Capitolo, ha preferito rinunciarvi, lasciando il posto al primo sostituto. Fr.Mario Folli, durante un approfondito esame per il suo cuore ballerino, scovati dei problemi ai reni, si sta preparando ad un intervento di aspirazione percutanea ecoguidata, per una repentina soluzione. Il periodo invernale con freddo intenso, ha creato non pochi disagi di salute un po’ ovunque nelle nostre Fraternità, ma ... presto sarà Primavera.
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Pastorale Giovanile Vocazionale Itinerario di ricerca vocazionale
La proposta è offerta a giovani dai 18 ai 35 anni che desiderano ascoltare la voce di Dio per vivere la propria vita sui passi di Francesco d’Assisi, nel matrimonio come nella vita religiosa e sacerdotale. Attraverso una serie di week-end e all’interno di una comunità francescana, faremo risuonare dentro di noi la domanda di Francesco: “Signore, cosa vuoi che io faccia?”. In questo cammino spirituale vivremo insieme le tre dimensioni fondamentali della vita cristiana: l’ascolto della Parola di a Pisa: Convento dei Cappuccini Gesù; la preghiera della Chiesa e la condivisione fraterna. 3 - 4 Marzo
a ‘Le Celle’ di Cortona: 17 - 18 Marzo
6 Settimane per adolescenti e giovani “Sul cammino dell’amore”; 6° appuntamento: 17 - 18 Marzo sul tema: ‘Amarsi in Dio’. è riservato a tutti, ragazzi e giovani (anche non fidanzati) tra i 16 e i 30 anni.
La casa di preghiera de le Celle compie 20 anni Note di Fr.Daniele Bertaccini
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utto ebbe inizio con il Capitolo Provinciale del1992, che votò la costituzione di una Casa di preghiera all’Eremo de Le Celle di Cortona, dove da poco erano terminati i grandi lavori di consolidamento della collina e della Chiesa. P.Luciano, neoeletto Vicario Provinciale, lasciò la Parrocchia di Montughi dove era vicario parrocchiale, e insieme a P.Stanislao Livi venne a Le Celle per animare la neonata Casa di preghiera. Per l’Eremo de Le Celle fu un ritorno alle origini: dopo 450 anni di Casa di Noviziato ritornava ad essere un semplice luogo di preghiera, un Eremo, un luogo dove Francesco di Assisi e la prima generazione francescana era solita ritirarsi in orazione. La Fraternità composta di 7 frati iniziò il suo cammino, dandosi una configurazione aperta all’accoglienza, secondo la tipologia e le qualità dei frati presenti. Nei 20 anni trascorsi la Fraternità ha visto cambiamenti di personale e di destinazione: è stata Centro della Pastorale Giovanile, Casa di prima Accoglienza e oggi anche Casa di Postulato, senza tuttavia venir meno a quella che fu l’intuizione originaria. Negli anni è maturato un certo stile di vita, non direi un vero e proprio progetto di vita, perché non è stato messo per scritto niente di preciso in tutto questo tempo, bensì un certo stile, che si è mantenuto anche nel variare dei Guardiani e dei membri della Fraternità. Uno stile fatto di preghiera comunitaria, come centro della vita quotidiana (liturgia delle ore, adorazione eucaristica quotidiana, celebrazione eucaristica comunitaria, un giorno a settimana dedicato alla ‘lectio divina’); 3
In cammino verso l a P a s q u a Fr.Luca Maria De Felice
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elle domeniche quaresimali (senza calcolare la Domenica delle Palme) che ci preparano alla domenica di Pasqua, la liturgia ci invita a riflettere il Mistero con la Parola di Dio tratta quasi sempre dalle Lettere di San Paolo. Ci riflettevo perché spesso nelle omelie, la seconda lettura è considerata marginale o non è proprio valutata. Nella Ia domenica, S.Pietro ci ricorda: “Cristo è morto per ricondurci a Dio con la sua azione salvifica e ha portato l’annuncio anche alle anime prigioniere...”(cfr 1Pt 3,18-22). E rispondendo S.Paolo dice: “..se Dio è per noi chi sarà contro di noi?” (Rom 8,31b-34, IIa domenica). E stando ad Efeso, scrive ai Corinti: “Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio” (1Cor 1,22-25, IIIa domenica). La Lettera agli Efesini nella IVa domenica aggiunge speranza e ragione di vita: “Siamo infatti, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo” (Ef 2,4-10). Infine la Lettera agli Ebrei (che, come si sa, non è di S.Paolo, non è neppure una lettera e non è rivolta agli Ebrei...ma è una splendida omelia!) ci dice che: “Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono” (Eb 5,7-9, Va domenica), aiutandoci a rivalutare il nostro voto di obbedienza poiché dice che con il Figlio si può essere causa di salvezza eterna! Queste ‘seconde letture’ ci aiutano ad approfondire il Mistero della nostra vita religiosa dentro di noi, che è speranza certa, fede vissuta, carità fraterna, proprio mentre nella nostra Fraternità Provinciale avvengono cambiamenti. Per me, che ho appena iniziato ad insegnare scritti paolini all’Istituto Teologico di Arezzo, queste parole mi agevoleranno meglio a vivere questa speciale Pasqua 2012: lo auguro anche a voi. Pace e bene.
Congratulazioni
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Le nostre congratulazioni a Fr.Luca Maria De Felice per il recente conseguimento della Licenza in Teologia con specializzazione il Teologia Biblica, con la qualifica di summa cum laude, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale. Attualmente è iscritto al Dottorato in Teologia Biblica con facoltà di insegnamento.
fedeltà al ritiro mensile, al capitolo locale, come luogo fraterno di orientamento della Comunità; di apostolato, sempre però subordinato agli impegni della vita fraterna. Uno stile segnato dalla scuola di preghiera, un cammino settimanale che va da novembre a maggio e che, da anni, coinvolge tutta la Fraternità insieme ai partecipanti esterni, in un percorso comune di catechesi e orazione. Anche la scuola di preghiera è nata da una caparbia volontà di P.Luciano, che per primo si mise alla scuola di altri maestri, come la Comunità di Don Andrea Gasparino a Cuneo, individuando in seguito un modello proprio. E’ stata la scelta vincente del nostro cammino, perché ci ha educato a procedere e lavorare insieme, maturando uno stile fraterno anche nell’apostolato. Infine, quello che è maturato in questi anni, è stato lo stile dell’accoglienza, rivolto in particolare a giovani, sacerdoti e religiosi, ai quali è stato permesso di condividere in semplicità la nostra vita di preghiera e di fraternità. Che dire infine? Di non cedere alla tentazione di abbassare la guardia, di non spendere le forze dovute per mantenere in vita un’esperienza che ci ha qualificati come frati e come Provincia; oltre ad un grazie, in primo luogo a P.Luciano e poi a tutti coloro che in questi 20 anni hanno creduto nel “progetto Le Celle”…
L’arte nei conventi dei cappuccini toscani
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A cura di Fr.Giacomo Carlini
ll’inizio della Quaresima, è sembrato opportuno e provocatoriamente edificante presentare il gruppo dei cosidetti “Dolenti” ed anche “Piangenti”, esposti nel coro di Montughi, a destra e a sinistra del grande Crocifisso. L’attuale collocazione, anche ad occhi inesperti, non può non apparire illogica e antistorica. I quattro “Dolenti”, fino al 1956, avevano il loro posto ai piedi del grande Crocifisso (“Crocifisso degli Umiliati”) dell’Altar Maggiore. Ce ne offre un forte richiamo la ricomposizione, che presentiamo. Chi la vide prima del restauro della chiesa nel 1956, non può non rivivere le antiche emozioni e riascoltare il messaggio, che arrivava dal “Crocifisso degli Umiliati” e che fece piangere i cinquecenteschi “Dolenti”. I Quattro ‘DOLENTI’ o ‘PIANGENTI
Olio su tavole sagomate - G.Mannozzi, 1562-1636
Nella veste e posizione esterna, essi (La Vergine, S.Giovanni Evangelista, Maria Maddalena, S.Francesco d’Assisi) sono dei “Dipinti a olio su tavole sagomate”. Sotto l’aspetto artistico, il gruppo dei “Dolenti”, per lungo tempo, è stato attribuito al Cigoli (Lodovico Cardi (1559-1613), forse per la chiara imitazione del “Dolente S. Francesco” con il “S. Francesco che riceve le Stigmate” del Cigoli (1596), oggi esposto agli Uffizi. Nel 1983 uno studio della Prof. Anna Matteoli, esperta studiosa del Cigoli, ha sostituita la paternità cigolana del gruppo dei “Dolenti” e l’ha attribuita al pittore Giovanni da S.Giovanni (Giovanni Mannozzi, 15621636), che è altrettanto famoso. La ricomposizione, che presentiamo, offre elementi sufficienti per cogliere la ricchezza di sentimenti, che i “Dolenti” dovevano destare nei fedeli, tenuto anche conto che il Crocifisso di Montughi non sempre, durante l’anno, era scoperto, ma solo in determinate circostanze liturgiche. Bisogna rilevare che i “Dolenti” si presentano in atteggiamenti diversi: ciascuno trasmette il proprio stato d’animo, anche se li accomuna la partecipazione viva alla sofferenza del Cristo.
Senza perdersi nei valori estetici, pur evidentissimi, non possiamo non sottolineare la forte e incisiva diversità dei personaggi, che resta difficile accogliere la tesi di un solo artista. Lasciando, tuttavia, queste questioni agli esperti, per noi è importante, anzi fondamentale, per un giudizio globale, sottolineare il riuscito coinvolgimento di ciascun personaggio nel dramma del Cristo. E’ un’atmosfera molto serena, un dolore composto, raccolto, che fa del gruppo una vera opera d’arte, pur con le note particolarità accennate. Il gruppo dei “Dolenti” ha un’anima sola, trasmette un unico messaggio, partecipa ad un unico evento e lo rende presente. Riportati i “Dolenti” alla loro collocazione originaria, l’antico messaggio è stato di nuovo avvertito, specialmente da coloro (ma ormai sono pochi!) che conobbero e fecero personale esperienza della visita ai nostri “Dolenti”. La loro scomparsa dalla chiesa di Montughi certamente l’ha resa più povera e fredda. Senza parlare del “Crocifisso degli Umiliati”, rimasto solo, e forse…umiliato! Le lacrime del Serafico Padre sembrano …implorare!
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