Fra noi 6 giugno 2015 a4

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La Madonna si accorge di questa stanchezza “Siate sicuri che la Madonna si accorge di questa stanchezza e la fa notare subito al Signore. Lei, come Madre, sa capire del quando i suoi figli sono stanchi e non pensa a nient’altro. “Benvenuto! Riposati, figlio mio. Considerazioni IVConsigliere Dopo parleremo… Non ci sono qui io, che sono tua Madre?” – ci dirà sempre quando ci avviciniamo a Lei (cfr Evangelii gaudium, 286).

L’ a n g o l o d e l M e s s a g g i o

P

T e o l o g i adel buon umore...

are, in una tradizione talmudica, che l’uomo pensi e Dio sorrida. L’ermeneutica di questa affermazione c’induce e c’invita alla leggerezza, all’ironia, al senso dell’umorismo e al buon umore. Nel fascino della ricerca teologica giungiamo all’approdo spensierato della virtù teologale della speranza. L’iter di redazione di questo articolo presenterà un tentativo ‘maldestro’ di farci sorridere, per liberarci un po’ dalle nostre pesantezze e dai nostri... musi lunghi. Divertiamoci quindi per una evasione benefica, di liberazione, di guarigione. Anche questa è buona novella. Facciamo teologia, cioè parliamo di Dio, interpretando in modo divertente (viva l’autoironia!) le vicende delle nostre vite, rifuggendo il tedio e il divenire noiosi. Impariamo l’arte preziosa di dimenticarsi di noi stessi, obiettivo comune di santità. Scegliamo con saggezza allegra, reclamiamo il nostro posto legittimo con coraggio antropologico di ergersi a difesa dell’altro che ha bisogno di calore, di conforto. Non arrendiamoci mai. Con fierezza abbiamo piena consapevolezza del privilegio grande dell’esistenza e di essere nel posto giusto hic et nunc. Svegliamoci dal torpore, dalla freddezza, dalla rigidità che ci impediscono relazioni davvero gioiose. Nella parte più profonda della nostra mente, nelle fibre più intime e sacre del nostro cuore avvertiamo sovente di non essere adeguati e quindi irrilevanti nel nostro servizio per l’altro. Questa consapevolezza dei nostri limiti può, a volte, produrre accidia, tristezza del cuore e confusione nel discernimento. Abbiamo bisogno tutti quanti di preghiera profonda, di orazione affettiva. C’è un grande bisogno, oggi, di spiritualità. Il teologo deve saper parlare con entusiasmo al popolo di Dio con la bussola del Vangelo. Solo così è possibile trovare un sorriso ed un pensiero, qualcosa ontologicamente consistente. Abbiamo bisogno, grazie al buon umore, di una spinta verso il bene, verso la familiarità con il bene. La nostra vita pesante e, soprattutto, la teologia pesante,

MEMO

servono più alla scuola che alle relazioni autentiche, vere. Divertiamoci assieme come araldi del Vangelo. Ci può aiutare, anziché essere cavalieri solitari, un servizio condiviso, comunitario, nella koinonia con riflessi di carità nella fraternità. Impariamo, alla scuola dell’accoglienza misericordiosa che si piega verso ogni bisogno, a lasciarci perdonare e a lasciarci aiutare. Sembra che Albert Einstein abbia lasciato dieci consigli all’umanità per una vita gioiosa e, tra questi, utile per strappare un sorriso “impegnatevi cercando di creare non il successo, ma il valore di quello che fate”. Amabili nel fluire della vita con uno sguardo contemplativo e con stupore “cercando le cose di lassù” come festa grande. Coraggio, lo Spirito Santo non va mai in ferie, ascoltiamo docili ciò che lo Spirito Santo ci dice, lasciamoci guidare. La porta del Vangelo è stretta, la buona novella è il portale d’ingresso dell’umiltà che è sapienza e buon umore. Questo ci aiuta non poco a stare sotto carico, nel portare la carretta e nel riportare a fine giornata la pelle a casa. Coraggio assieme frati mattacchioni e sorridenti. “La gioia del cuore è la vita per l’uomo; l’allegria di un uomo è lunga vita” (Sir 30,22).

Fr.Alfredo M. Paladini

31 Maggio-2 Giugno Assisi convegno nazionale giovani in ricerca

7 GIUGNO: CONVEGNO CAM presso il Cenacolo Francescano di Prato Organizzato per una giornata insieme con gli amici e i simpatizzanti della Missio ad Gentes

12 GIUGNO: Solennità del Sacratissimo cuore di Gesù Giornata di preghiera per la santificazione dei Sacerdoti


V i t a d i Fr a t e r n i t à

18 GIUGN0:

Mancano 305 giorni al

17 2 ° C A P I T O L O P RO V I N C I A L E

La Vita come dono, progetto e vocazione...

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a cura di fr.Fabio Nuvoli

iete stati chiamati all’esistenza! E Dio ha un grande e meraviglioso progetto per voi, che siete stati scelti prima della creazione del mondo (Ef. 1,4) a partecipare alla sua stessa vita. Alla radice di ogni cammino vocazionale c’è Lui, il Signore Gesù. Egli ci dice che non siamo soli a costruire la nostra vita, perché cammina con noi e, se lo vogliamo, intesse con noi una storia d’amore bellissima, unica e irripetibile. Durante la mia vita ho avuto molte possibilità di trovare la felicità. Ho avuto vari posti di lavoro (come cuoco in Sardegna e come Operatore socio-sanitario a Padova), ho incontrato molte persone di diversa provenienza e ho condiviso la mia vita con persone speciali. Ho molti amici e una famiglia che mi ha sempre sostenuto e incoraggiato, accettando e accogliendo tutte quelle novità che ogni volta facevo entrare nella mia vita, dall’andare per un anno a Padova, come volontario, al servizio di disabili adulti... all’essere per tre anni vegetariano, dai capelli rasta...fino all’ingresso in convento... Ma a 24 anni non avevo un percorso ben definito, anche se avevo un lavoro che mi soddisfaceva e che mi faceva sentire utile e importante, una casetta dove invitare gli amici... Ma questo era poco e, giorno dopo giorno, il mio cuore mi invitava a una liberazione personale… Fu nel 2004 il mio incontro con i frati cappuccini toscani, quelli responsabili della Pastorale Giovanile Vocazionale, e la loro proposta di partecipare ai week-end vocazionali a le Celle di Cortona. Il mio rapporto con Dio stava cambiando, non che prima avessi un brutto rapporto con Lui, ma ora

Nella foto: Fr.Fabio Nuvoli (a sinistra) nel giorno della

sua professione perpetua, insieme a Massimo Fruzzetti di Massa (al centro), attualmente postulante nella Casa di Postulato dell’Italia Centrale presso Leonessa (RI), e insieme a Fr.Luca Bruno, attualmente novizio nel convento di Camerino, che fu culla degli inizi della nostra Riforma. Tutti i Frati Cappuccini della Toscana si stringono intorno a loro con fraterno affetto ed augurano nella preghiera un costante e fedele proseguimento del cammino intrapreso, grati a Dio per il dono dei fratelli e della loro vocazione.

“Alla radice di ogni vocazione cristiana – spiega Papa Francesco – c’è proprio l’uscita dalla comodità e rigidità del proprio io, per centrare la nostra vita in Gesù Cristo. Uscita che non rappresenta però un disprezzo della propria vita, del proprio sentire e della propria umanità, anzi la vocazione è una chiamata d’amore che attrae e rimanda oltre sé stessi, innescando un esodo permanente dall’io chiuso in se stesso verso la sua liberazione nel dono di sé”. (Dal Messaggio per la 52a G. M. di preghiera per le vocazioni)

ONOMASTICI DI GIUGNO

02 fr. eugenio caperoni, fr. eugenio mattioli 06 fr.artemio Boschi 13 fr. antonio landi, fr. antonio picchi, fr. antonio picciallo, fr. antonio simonetti 16 fr. aureliano t.liveri, fr. ferruccio perini

21 fr. luigi brocchi, fr. luigi lorusso, fr. luigi ruggiero, fr. luigi savi 21 fr. luigi senesi 22 fr. flavio evangelisti 24 fr. giovanni lazzaroni, fr. giovanni liverani, fr. giovanni roncari

25 fr. guglielmo fantuzi, fr. guglielmo papucci 29 fr. paolo balloni, fr. pier paolo nocentini, fr. piero vivoli, fr. gian paolo salotti 30 fr. teobaldo ricci

AUGURI A N N I V E R S A R I

13 fr. giovanni liverani, 70° di Professione 50° di Sacerdozio 29 fr. luigi brocchi, 29 fr. eugenio caperoni 29 fr. fedele brizzi fr. francesco Mons. gioia fr. fabrizio pallotti fr. maurizio granai 2

iniziavo a lasciarmi interrogare e provocare e a renderlo sempre più presente nella mia vita e a dare un senso alla frase evangelica “gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date”(Mt 10,8), poiché ogni giorno ricevevo l’affetto gratuito dai ‘ragazzi’ della comunità e ugualmente volevo ridonarlo gratuitamente. Così nel Giugno del 2005 mi licenziai e venni a vivere in Toscana, dove ho potuto sperimentare di nuovo questa gratuità in un periodo di volontariato presso il Villaggio S.Francesco a Borgo San Lorenzo. Da quell’estate del 2005 ad oggi sono passati quasi 10 anni, e di cose ne sono capitate, buone e meno buone, dal Postulato al Noviziato, dai vari compagni di cammino ai vari formatori, dai trasferimenti obbligatori nelle varie case formative al trasferimento forzato, causa terremoto (L’Aquila). E quando i momenti erano più incerti, una frase, detta da un mio fratello, mi ha sempre accompagnato: ‘Ricorda, Dio ti vuole cappuccino... io ti vedo cappuccino! Sempre avanti senza paura!’. E così il 2 Maggio (poche settimane fa) ho detto il mio Si totale e definitivo al Signore, e quello che ho provato in quel giorno è talmente forte e intenso che è difficile da esprimere per iscritto... Sentivo come un fuoco nel mio cuore che non potevo controllare... Intorno a me vedevo persone felici. Non era solo la mia festa, ma la festa di tutta una comunità, la festa di fratelli e sorelle che, con me, avevano condiviso o accompagnato con la preghiera e con l’affetto questo cammino. Ora sono un frate minore cappuccino: un uomo che ha seguito il suo cuore nel misterioso richiamo dell’amore di Dio! E questo mi fa sentire veramente felice!

situazione sanitaria

A Recife, in Brasile Fr.Giuseppe Maria Del Giudice, affetto da Leucemia mieloide acuta, è stato ricoverato per alcune settimane nell’Ospedale cittadino. Il 26 Maggio ha ricevuto la visita del nostro Ministro Provinciale e in pomeriggio è stato trasferito in convento, con una terapia che, a dir dei medici, dovrebbe produrre dei buoni risultati.


Notizie... Lux perpetua luceat ei! F r . LAMBERTO TOZZI

(1935-2015) E’ deceduto martedì, 19 Maggio, alle ore 13:00, nella cella dell’Infermeria, dove era stato accolto pochi giorni prima, dopo una difficile degenza nell’ospedale di Careggi. Il ritorno in convento era stato dettato dall’insuperabile situazione sanitaria, in cui il confratello era pervenuto. Si è spento lentamente, vittima di una malattia, che non gli ha offerto alcuna speranza e, pur lentamente, lo ha condotto alla conclusione del suo cammino terreno. Non era più giovane, anche se i suoi 80 anni non avevano inciso profondamente sulla sua persona sempre ben portante. Tuttavia, l’intervento chirurgico per cistectomia, con le complicazioni connesse, ha determinato un profondo cambiamento nella sua vita. Il tumore si è esteso, rendendo la sua vita profondamente dolorosa. Il nuovo ricovero in ospedale ha soltanto evidenziato la vasta metastasi con il suo irreversibile epilogo. Ha lasciato il ricordo fraterno della sua presenza tra i cappuccini toscani: è stato, in modi diversi, un frate operoso: Assistente del Terz’Ordine, Cappellano nell’Ospedale di Montevarchi, Guardiano e, per quasi 30 anni, responsabile della tipografia provinciale di Montughi. Come sacerdote, a Firenze, si è distinto come diligente e ricercato confessore in varie case di religiose; per un certo periodo di anni è stato fraterna guida di pellegrinaggi: Medjugorje, S. Giovanni Rotondo ecc. In quest’ultimo luogo ha passato periodi annuali per dedicarsi al ministero delle confessioni, suscitando la gratitudine dei confratelli locali, anche per il servizio della predicazione omiletica nelle celebrazioni a lui richieste. Nella vita di fraternità ha offerto sempre il suo apporto anche nei servizi comunitari, che assolveva con diligente impegno. Sotto questo aspetto ha lasciato un vero vuoto nel convento di Montughi. La fraternità non può non ricordarlo con fraterna e viva gratitudine. Il funerale è stato celebrato nel pomeriggio del 20 Maggio: la partecipazione di confratelli, di amici e parenti, di fedeli e di numerose religiose, è stata viva ed edificante. La salma è stata inumata, come suo vivo desiderio, nel cimitero di Trespiano.

PUBBLICAZIONE di Fr.Andrea Pighini

Pa s t o r a l e G i o va n i l e Vo c a z i o n a l e SIGNORE, COSA VUOI CHE IO FACCIA? Si è concluso il 23-24 Maggio il c a m m i n o d i d i s c e r n i m e n to per giovani, presso l’Eremo LE CELLE di Cortona (ar).

I giovani partecipanti, hanno espresso con gioia ed entusiasmo la validità del cammino PGV per le proprie scelte di vita. L’8 maggio scorso presso la fraternità Gifra di Lucignano e con la partecipazione della fraternità di Siena, fr.Marco Bernardi ha tenuto il terzo incontro in preparazione alla GMG di Cracovia 2016 sul tema de Le Beatitudini. Dal 31 Maggio al 2 Giugno la PGV sarà presente ad Assisi per il

co n v eg n o n a z i o n a l e

“Giovani in ricerca vocazionale: Trovati, raggiunti, trasformati” Vi parteciperanno 70 giovani da tutta Italia per l’ultima tappa prima della decisione definitiva di abbracciare il nostro Ordine. Per informazioni: 346.6242401 (fr.Marco) o suisuoipassi@gmail.com

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Scuola

di

Evangelizzazione

presso il Convento di Ponte a Poppi

ontinuano gli incontri nel 2015, iniziati nell’estate di tre anni fa, per iniziativa dei nostri confratelli fr.Luigi Ruggiero e fr.Luigi Lorusso, posti al servizio dell’annuncio della Parola. Il prossimo appuntamento: 26-28 Giugno: Emmaus: Innamorarsi della Parola di Dio. Informazioni: luigiruggiero2@gmail.com fragigi74@libero.it.

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Dalla tesi orazione mentale nel cammino spirituale secondo tommaso da bergamo a cura di Fr. Theo Jansen, OFMCap. docente all’ IFS - Antonianum, Roma (dalla presentazione)

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on capita spesso a un docente che qualche studio di uno dei suoi allievi venga richiesto per essere pubblicato. È il caso della tesi per la licenza di fr.Andrea Pighini (nella foto a sin.), dal titolo L’orazione mentale nel cammino spirituale secondo Tommaso da Bergamo, difesa nel 2004 all’Istituto Francescano di Spiritualità (IFS) della Pontificia Università Antonianum di Roma. Nel frattempo, il venerabile fratello cappuccino è stato beatificato il 21 Settembre 2013. Questo riconoscimento della esemplarità del “fratello del Tirolo” ha causato un nuovo interesse per Tommaso da Olera (vedi ritratto a disegno). In questo quadro si colloca la presente pubblicazione che si basa su Fuoco d’amore (Padova 1986), una raccolta degli scritti del Beato, curata da Fernando da Riese Pio X. (...) Un particolare motivo per raccomandare la lettura di questo studio è l’argomento della preghiera, tanto attuale quanto spesso problematico. Accanto a maestri della preghiera come santa Teresa di Gesù e san Giovanni della Croce, il beato Tommaso da Olera merita un posto tra i numerosi cappuccini che hanno arricchito la vita spirituale dei fedeli con trattazioni e guide per la preghiera. Certo, la spiritualità di questo scritto è legata a quella del CinqueSeicento, ma rimane ancora valida nella sua impostazione cristologica e esperienziale. Un ulteriore merito di questo studio è il fatto che viene ampiamente data la parola allo stesso beato Tommaso, il quale afferma: ‘La divina sapienza si impara alla scuola del Crocifìsso; ed ogni ignorante, semplice e idiota può diventare gran letterato come si è visto in tanti uomini e donne’. ANDREA PIGHINI B eato T ommaso da O lera e la sua spiritualità L’augurio è che questa pubblicazione porti nel lettore alcune scintille di fuoco d’amore Editrice Morcelliana - consta di 138 pagine - form. mm 154x225 di cui il beato Tommaso da Olera è testimone esemplare.

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Arte e memoria nei conventi a cura della Dott.ssa Antonella Grassi dei cappuccini toscani

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on sempre un libro può essere considerato alla stregua di una vera e propria opera d’arte, ma questo che presentiamo in un certo senso lo è: si tratta di una biografia di S. Filippo Neri, conservata nella Biblioteca Provinciale dei Cappuccini toscani. Il volume ha il seguente titolo: “Vita di S. Filippo Neri fondatore della Congregazione dell’Oratorio scritta dal p.Pietro Giacomo Bacci prete della stessa Congregazione. Edizione adorna di 40 rami. Livorno, presso Giovanni Viola, 1830”. La preziosità di questa edizione è data proprio dalla presenza di 40 raffinatissime incisioni, che illustrano la vita di Filippo Neri. Tra queste ne è stata scelta una, dove Filippo si mortifica in pubblico bevendo alla fiasca del cappuccino S.Felice. La scelta è stata dettata dal fatto che proprio nel 2015 viene celebrato il V centenario della nascita sia di S.Filippo Neri, sia quella del suo amico S. Felice da Cantalice, umile cercatore cappuccino.

Filippo e Felice:

i due amici

Santi

Entrambi i santi nacquero nel 1515, e nella loro vita ebbero pure modo di incontrarsi e frequentarsi per le vie di Roma. Filippo Neri (1515-1595, canonizzato nel 1622) si trasferì a Roma nel 1534, proprio mentre la città si stava lentamente riprendendo dal devastante sacco dei Lanzichenecchi, operato dalle truppe di Carlo V, e veniva eletto papa Paolo III (Alessandro Farnese), promotore della Riforma della Chiesa e precursore del Concilio di Trento. In questo scenario il Neri inizia il suo apostolato, dedito alla preghiera e all’assistenza ai malati nell’Ospedale di Incisione di Pietro Savorelli su disegno di Luigi Agricola: S.Giacomo degli Incurabili, ricovero per i malati di sifilide S.Filippo Neri si mortifica in pubblico bevendo alla fiasca di S.Felice cappuccino e che, per timore di contagio, fu risparmiato dalla distruzione dai Lanzichenecchi. E’ così che abbiamo voluto onorare la Felice da Cantalice (1515-1587, dichiarato Beato nel 1625 e canonizzato nel memoria di questi due santi, che, a di1712), giunse a Roma, nel convento di S.Niccolò de Portii, nel 1547 e quivi rimase, stanza di cinquecento anni, rappresenin qualità di cercatore, fino alla morte. Un cappuccino che fece, della semplicità tano ancora oggi due modelli di seme del servizio, la sua ragione di santità: preghiera, mortificazione, questua per plicità evangelica e di sano umorismo. i confratelli e per i poveri e amorevole assistenza ai malati, incarnando di fatto, nello spirito e nello stile, la giovane riforma cappuccina. Sappiamo che i due s’incontravano spesso nei pressi di S.Girolamo della Carità Preghiera del buonumore per pregare e parlare; benché Felice fosse analfabeta, Filippo faceva tesoro per sé di San Tommaso Moro e per gli altri dei suoi consigli. Le cronache del tempo riportano numerosi episodi ammi o Signore, una buona digestione pittoreschi della vita di entrambi. Essi improvvisavano delle vere e proprie raped anche qualcosa da digerire. presentazioni quasi farsesche, volte all’edificazione morale del popolo romano. Pietro Giacomo Bacci riferisce che Felice e Filippo si incontrarono un giorno in via ammi la salute del corpo, de’ Banchi a Roma, nel quartiere dei Fiorentini. Dopo essersi salutati, fra Felice mise col buonumore necessario per mantenerla. alla prova Filippo per vedere se fosse mortificato, facendolo bere alla fiasca che porammi o Signore, un’anima santa, tava al collo. Filippo subito prese la fiasca e cominciò a bere. Accorse così molta gente che faccia tesoro di quello che è buono e puro, che diceva: ‘Un santo dà da bere all’altro!’ Allora Filippo volle anche lui verificare la affinché non si spaventi del peccato, mortificazione di fra Felice, calzandogli il suo cappello, perché se ne andasse via ma trovi alla Tua presenza così: Felice si allontanò dicendo che non ne rispondeva se dai monelli gli fosse la via per rimettere di nuovo le cose a posto. stato danneggiato. Allora Filippo mandò qualcuno a rincorrerlo per riprendersi il ammi un’anima che non conosca la noia, cappello. Con simili trovate i due santi si sfidavano in una gioiosa gara di reciproi brontolamenti, i sospiri e i lamenti, ca mortificazione, da risultare, per la gente, occasione di piacevole edificazione. e non permettere che io mi crucci eccessivamente In un altro incontro i due si presero ad apostrofare in maniera pesante ma con per quella cosa troppo invadente che si chiama “io”. tono al massimo dell’ilarità. Iniziò Filippo: Ti possa vedere abbruciato! e Felice: Ti possa vedere squartato! e così via: Ti possa vedere appiccato! - Ti possa vedere fatto ammi, o Signore, il senso dell’umorismo, a pezzi! - Ti siano troncate le mani! - Ti sia mozzo il capo! - Possa tu essere frustato concedimi la grazia di comprendere uno scherzo, per tutta Roma! - E che ti possano affogare nel Tevere con un macigno al collo!’... affinché conosca nella vita un po’ di gioia Le imprecazioni aumentavano e, terminato il repertorio, davanti alla tanta e possa farne parte anche ad altri. gente accorsa curiosa e divertita, non mancava il finale rassicurante: Così sia. ‘Possa tu subire tutto questo per amore di Dio!’

D D D D D

Per contattare la Redazione Fra Noi Telefono: 0 5 5 - 4 6 . 2 4 7 7 4 E-mail: firenze.curia@fraticappuccini.it A t t e n d i a m o n ot i z i e da l l e f r at e r n i t à

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