40 minute read
Tavola artigianale o di serie?
Sup Surfboard Shaping Design
Testo di Fabio Giacomini - Foto David Nisbet
Advertisement
Tavola artigianale o di serie? Pro e contro dell’uno o l’altro tipo di tavola
Nei due precedenti articoli di questa serie, il nostro saper di fiducia Fabio Giacomini ci ha accompagnato prima in una panoramica sull’evoluzione del SUP e dei suoi shape dal 2007 ai giorni nostri, e poi nelle diverse tipologie di materiali e di costruzione delle tavole generalmente disponibili sul mercato. Questa volta affronteremo nuove considerazioni che è bene porsi prima dell’acquisto del nostro prossimo oggetto dei desideri.
Coloro che hanno avuto modo di leggere il mio precedente articolo avranno sicuramente notato la notevole differenza di costruzione e dei materiali scelti per le tavole prodotte in serie rispetto a quelle artigianali. Di solito in produzioni di serie si predilige una costruzione robusta della tavola, che ovviamente può andare a discapito delle prestazioni, dovute alle minori proprietà meccaniche (flessibilità) dei materiali utilizzati, al contrario delle tavole artigianali, nelle quali si va alla ricerca dell’esaltazione della performance tecnica, facendo scivolare la robustezza in secondo piano. Per quanto mi riguarda, però, devo dire che ho comunque sempre puntato a produrre tavole artigianali leggere e flessibili, ma anche resistenti. Credo, dopo anni e anni di prototipi e test, di essere riuscito a raggiungere oggi il mio obiettivo grazie anche all’utilizzo di materiali innovativi e all’avanguardia. A fronte quindi di questa iniziale riflessione, vi esporrò nel seguente articolo le differenti motivazioni nello scegliere di comprare una tavola artigianale oppure una di serie, usando come mio riferimento le esigenze di un utente medio, cioè un praticante che ha una minima competenza dello sport e del prodotto in genere. L’Italia, come sappiamo tutti, si trova al centro di un bacino che è abbastanza avaro di onde rispetto agli oceani, soprattutto quelle di dimensioni rilevanti, che sono scarsamente presenti sulle nostre coste, se non in concomitanza di (rari) fenomeni meteomarini. Di questo aspetto marino ce ne siamo fatti ormai tutti una ragione! Oltre a questo, dobbiamo aggiungere che almeno per tre mesi l’anno il clima rigido non invita i simpatizzanti alla pratica di sport acquatici. Pertanto le attività marine nel nostro paese, sono state sempre viste da molti praticanti più come un passatempo o attività ludica da praticare durante le vacanze estive o comunque nei mesi più caldi, piuttosto che una vera e propria pratica sportiva. Il numero dei praticanti reali di questa disciplina lo si può dedurre con relativa facilità frequentando
Tavole pronte per la test session
gli spot italiani durante il periodo invernale. Basta semplicemente contare le persone. Diciamo circa il 70% - 80% in meno che nella stagione estiva, periodo dell’anno durante il quale il mare diventa per molti appassionati, fonte di attrazione e appunto di attività ricreativa. Quindi in sostanza sono presenti nel nostro paese due categorie di praticanti su tavola: - la prima rappresenta la maggior parte dei praticanti, che utilizza il SUP come passatempo soprattutto nei mesi estivi, durante i quali tende a frequentare l’ambiente marino; - la seconda rappresenta una piccola parte dei praticanti, che invece pratica costantemente e con regolarità la disciplina sportiva tutto l’anno. Anche all’interno di questo seconda categoria di praticanti assidui, troviamo comunque una buona parte di rider che non ha un vero e proprio approccio sportivo, basato su un allenamento costante che punti al miglioramento della propria tecnica. E questo dato secondo il mio punto di vista è fondamentale, perché spiega molte cose all’interno del nostro settore. 1 - In Italia la maggior parte dei praticanti sono degli “entry level”, posseggono quindi una scarsa informazione sulla pratica di questo sport e delle caratteristiche tecniche che una tavola dovrebbe possedere per svolgere al meglio questa attività sportiva. 2 - Una piccola parte dei praticanti totali ha invece un livello tecnico più elevato, e quindi maggior competenza della pratica e del mezzo. All’interno di questo già piccolo gruppo, solo un esiguo numero di loro, interpreta il surfing propriamente come attività sportiva, mentre la maggior parte di questi atleti si dedica di fatto, quando possibile, anche alle competizioni agonistiche. Sicuramente questi due gruppi così differenti tra loro, faranno scelte differenti anche per quello che riguarda un eventuale acquisto della tavola personale. Discorso a parte invece per gli atleti. Ovviamente gli utenti della fascia entry level saranno quelli più esposti a essere influenzati durante l’acquisto. Di solito consigli di amici praticanti, grafica della tavola, prezzo e immagine del prodotto (commercialmente parlando), fanno la differenza nella scelta. Credo quindi, questa mia riflessione personale possa servire anche a chi in futuro vorrebbe acquistare una tavola autonomamente prendendo in considerazione degli aspetti magari poco noti a molti che andrò qui di seguito a descrivere. Analizziamo quindi le specifiche che tavole di serie e artigianali possiedono in positivo o negativo: RICERCA, DESIGN/COSTRUZIONE, PRESTAZIONI, IMMAGINE, CUSTOMER CARE E PREZZO. RICERCA Personalmente credo che la ricerca giochi forse il ruolo più importante nella produzione di una surfboard. Stabilire quale sia il design giusto per il mercato rispetto alle richieste della clientela e alle prestazioni, scegliere i materiali secondo noi più adatti al prodotto che vogliamo proporre, non è un compito semplice da svolgere. Il risultato positivo si basa sulla capacità di avere a disposizione tre fattori fondamentali: esperienza, tempo e ovviamente risorse economiche. Proprio per questo motivo in un mercato così affollato di prodotti e di venditori, produttori, quindi con un’offerta praticamente illimitata, bisogna sin da subito cercare nella direzione giusta il miglior prodotto. Scarterei quindi a priori tutte quelle ditte produttrici che abbiano un’esperienza nel settore scarsamente documentata e/o che siano presenti da pochi anni, così come quelle artigianali o di serie con brand name neonati, le quali spesso celano artigiani con scarsa competenza o peggio ancora produzioni asiatiche, entrambi poco affidabili per il mio punto di vista. Tempo e denaro sono due cose che non vanno di pari passo, di solito o si ha una o l’altra. Il tempo però è fondamentale oltre che per soddisfare gli ordini anche per produrre prototipi che vanno poi testati in acqua. Il denaro andrà invece a sovvenzionare la produzione, ma una parte di questo anche per realizzare prototipi e test in acqua. Le grandi e medie ditte produttrici, impegnate a misurarsi
quotidianamente nel mercato globale, sempre più frenetico e affollato, cercano di battere la concorrenza proprio sul tempo, presentando periodicamente nuovi modelli alla clientela e cercando di farlo prima degli altri. Appunto per questo motivo, non di poco conto, credo il tempo sia per loro molto limitato e concentrato solamente sulla produzione per raggiungere determinati budget e target. Vi è mai capitato di vedere sui cataloghi di grossi distributori modelli presentati come la novità del mercato e magari dopo solo un anno non sono più in catalogo o vengono sostituti da qualcosa di totalmente differente dal precedente modello? Voi come la interpretereste questa situazione? L’artigiano che opera da decenni nel settore e ha accumulato negli anni un’enorme esperienza, dedica sicuramente risorse economiche e tempi idonei nella giusta misura per ottenere un prodotto di qualità e prestazione al top per la fascia di utente prescelta, perché’ la sua professione è più una missione piuttosto che, un modo per cercare di fare incassi elevati. I suoi modelli di tavole in catalogo sicuramente sono “pochi ma buoni”, vengono perfezionati e presentati solo dopo anni di test, partendo dai design, per poi passare ai materiali e infine alle prestazioni su onda. Non c’è assolutamente fretta di presentare un nuovo modello, perché quello attuale è già al top, e un progetto all’avanguardia non può essere stravolto nel giro di un paio di stagioni, e nemmeno per presentare una grafica differente dalla precedente perché magari più di tendenza, cosa che invece avviene quasi sistematicamente nelle produzioni di serie che ogni anno devono presentare un catalogo completamente rinnovato. In linea di massima, l’artigiano (anche per una pura questione di tempo fisico e quindi di capacità produttiva, ndr) non ambisce a produrre in quantità, ma a proporre invece un modello di nicchia di solito in produzione limitata, che sia però quello ideale per la fascia di utenti dedicata. Anche perché spesso il rapporto col cliente è diretto, e quindi la soddisfazione del cliente rappresenta la prima ricompensa e la prima pubblicità per il proprio lavoro. DESIGN/COSTRUZIONE Il design e tipo di costruzione della tavola, come già ampiamente accennato nel mio primo articolo di questo anno sono condizionati dalle caratteristiche che si vogliano esaltare in fase progettuale. Nel caso del sup surfing c’è chi sceglie di prediligere (di solito produttori di tavole di serie) la stabilità e la robustezza della tavola limitandosi quindi nella visione della performance e nella scelta dei materiali finalizzati solamente a ottenere robustezza in senso assoluto. L’artigiano invece, ha la possibilità di produrre, spaziando a 360 gradi e in tutte le direzioni di produzione che la sua professionalità gli permette. Volendo, potrebbe sia sviluppare e produrre una linea con modelli stabili e resistenti, ma anche (come solitamente accade), produrre tavole high performance, la massima espressione del prodotto in acqua. PRESTAZIONI Le reali prestazioni della tavola spesso non sono, come già detto, una priorità assoluta per le aziende, le quali puntano ad alte produzioni e a vendere a quella massa di praticanti entry level, come nel caso dell’Italia e di molti altri paesi. Orientano quindi il proprio prodotto a prestazioni piuttosto conservative, permettendo però a quei
Fabio in azione in una session Progressive SUP surfing con la sua tavola disegnata sulle sue caratteristiche fisiche e tecniche
principianti di sentirsi appagati dalla loro surfing session e soddisfatti quindi di quella tavola in rapporto ovviamente al loro livello tecnico. Livello tecnico che però non gli permetterà mai di progredire realmente, perché quella comodità e facilità di gestione del mezzo è un prezzo che viene pagato poi in fatto di prestazioni tecniche (scarse). Non è un caso che sia abbastanza facile notare come anche molti atleti professionisti sponsorizzati da grosse aziende utilizzino modelli con grafiche uguali a quelli di serie durante le competizioni internazionali, ma che in realtà sono tavole artigianali prodotte per le loro esigenze fisiche e tecniche. Ultimamente poi il livello tecnico del progressive sup surfing è talmente lievitato che i Pro riescono a essere competitivi solo con tavole veramente estreme prodotte dal proprio shaper di riferimento (magari lo stesso che poi disegna le tavole di serie, ndr). Lo si è visto agli ultimi mondiali ISA e lo si è visto recentemente durante l’APP World Tour. Il prodotto artigianale proprio perché’ lavorato a mano è sicuramente prodotto sulle caratteristiche del cliente/atleta. Questa e’ stata sempre l’arma vincente nel surfing tradizionale. Uno sport che può solo essere praticato con una tavola “ad personam” , one surfer, one board. Siccome è ormai palese che il sup progressive surfing sia identico allo shortboarding tradizionale nella pratica e nella sostanza, personalmente ritengo sia indispensabile dotare ogni praticante della propria tavola ideale, progettata per la sua fascia di utilizzo sia che si tratti di un principiante o un rider avanzato, ma anche considerando la sua struttura fisica e soprattutto il peso che nel sup surfing è un aspetto fondamentale che si contrappone al volume del tavola. Le aziende di serie per come sono strutturate non hanno possibilità di soddisfare custom orders (tranne per gli atleti professionisti) perché rallenterebbe la loro produzione di massa. Credo quindi che quello dei custom orders sia una nicchia di mercato che resterà poco appetibile per i big brand, che per dare scelta all’utente producono tanti modelli di tavole, adatte a differenti condizioni marine, ma in realtà per poter centrare l’obiettivo dovrebbero poter produrre il modello in diverse lunghezze, larghezze, ma soprattutto spessore, in modo da poter dare realmente un’ampia scelta all’utente senza penalizzare le sue caratteristiche fisiche. Ma tutto questo sta diventando sempre più costoso e sempre meno sostenubile dal punto di vista economico. E così alla fine un acquirente sopra o sotto le caratteristiche fisiche monocodificate dalla ditta, resterà praticamente privo di opzioni e non avrà la possibilità di trovare la tavola realmente disegnata per le proprie caratteristiche. In una società globale omologata sembra sempre più evidente si stia cercando di omologare anche le tavole per onda, ma resta un dato di fatto che ogni essere umano continua ad essere ancora unico, esclusivo e diverso dall’altro, con esigenze personali differenti. Fabio Giacomini pronto a iniziare un nuovo custom
IMMAGINE Il costruttore artigianale ovviamente ha un’immagine molto più limitata e di nicchia rispetto alla grande azienda. Sotto questo aspetto, sicuramente le risorse economiche fanno la differenza. La grande azienda può infatti investire su: atleti, campagne pubblicitarie e tanti altri mezzi che il marketing offre loro e sicuramente non alla portata dell’artigiano che vuole consegnare qualità invece che quantità. Se facesse anch’egli tale ingente investimento, probabilmente sarebbe poi destinato al fallimento. In sostanza le aziende hanno maggior appeal sul mercato e sulla clientela al contrario dell’artigiano, parlando di immagine del prodotto a livello pubblicitario e commerciale. Possiamo quindi affermare che quello che realmente viene venduto al cliente sia appunto l’immagine anziché’ il prodotto stesso. Bisogna comunque far presente che questa strategia di vendita è pur sempre per loro un grande punto a favore considerando anche i risultati in pezzi venduti. CUSTOMER CARE Non vorrei tralasciare un aspetto veramente importante e cioè l’assistenza sul prodotto acquistato. In questa società dove ormai si fa’ shopping online senza neanche sapere che aspetto abbia il venditore, figuriamoci se avessimo bisogno di qualcosa dopo l’acquisto cosa potremmo ottenere, soprattutto per degli articoli come questi che
Allenamento e tecnica, il segreto per il take off su una tavola Progressive SUP Surfing
non costano pochi euro. Le aziende di solito si avvalgono di operatori telefonici od online per dare assistenza, ma il personale è poco competente tecnicamente. La produzione artigianale da surf o sup che si voglia, ha invece nel customer care un punto di forza. Sin dal momento dell’idea di acquisto da parte del cliente, lo shaper che è anche progettista e produttore avvia questi attraverso un percorso creativo della tavola facendogli seguire i vari step di produzione. In realtà poi anche dopo la finalizzazione dell’acquisto avverrà uno scambio di informazioni con il cliente per avere la certezza da parte del produttore riguardo la soddisfazione dell’acquirente. Il rapporto tra shaper e cliente va oltre il semplice e freddo rapporto commerciale, è una fidelizzazione fiduciaria con il creatore più che con il prodotto. Personalmente ho sempre dato molta importanza al customer care e desidero sempre avere qualunque tipo di feedback dai miei clienti, anche a distanza di molti anni da quando hanno acquistato una mia tavola.
PREZZO Ovviamente anche il prezzo è un fattore determinante in fase di scelta e poi di acquisto. Nel settore degli sport acquatici si è data sempre molta importanza al termine “tecnologia”, che però a mio avviso nel caso di produzioni di tavole di serie, risulta essere una mera e semplice descrizione di un processo di lavorazione semi industriale, di una tavola, niente di particolarmente tecncologico secondo me.
Sembrerebbe quindi che una tavola prodotta con macchinari per produzioni industriali sia qualitativamente migliore di qualsiasi altra ed anche di un prodotto lavorato tutto a mano. Queste in sostanza le motivazioni al prezzo finale di un sup surfboard di serie che nella fascia top supera i 2000 euro. Sono ovviamente punti di vista. Per quanto io ne sappia in qualunque settore venga prodotto, l’oggetto artigianale è sinonimo di esperienza, qualità e affidabilità certificata dall’autore manuale del prodotto stesso, che possiede tra l’altro come garanzia un nome e un cognome, non solo un brand name logo. Il prezzo finale del prodotto artigianale, comparando sempre un top di gamma, è nettamente inferiore e non supera i 1500 Euro. Questa sembra davvero una strana anomalia di mercato. Secondo il mio punto di vista, penso di aver elencato le principali e sostanziali differenze esistenti tra un prodotto costruito a mano da un artigiano di esperienza, con quello di serie. Le considerazioni ovviamente sono mie e personali, si può essere d’accordo oppure no, trovare le mie argomentazioni giuste o sbagliate, per carità. A voi la decisione in merito. Mi auguro solo, che tutti questi ragionamenti possano essere delle ulteriori informazioni che l’utente soprattutto al primo approccio con un acquisto, avrà in memoria assieme a tutte quelle che gli verranno fornite: da amici praticanti, operatori di settore, promoter, influencer, google o quant’altro.
Insider trading Testo: The Insider
Fall & Winter action!
Anche quest’anno non sono mancati i suppisti che giocavano con le boe all’ombra della Statua della Libertà!
New York Sup Open La seconda tappa di APP World Tour ha fatto scalo nella Grande Mela con le competizioni Sup Wave e Sup Race. Grande Prova nel wave del brasiliano Luiz Diniz e della colombiana Izzi Gomez, che si sono portati a casa l’oro di giornata. Nel race le sprint sono state dominate dal danese Casper Steinfath, uno specialista nelle brevi distanze, e dall’americana Sey Chelle. La spettacolare long distance con il giro di boa sotto la statua della libertà ha visto trionfare il francese Arthur Arutkin e l’america April Zilg che hanno così portato a casa la vittoria nella classifica combinata. ICF World Sup Cup Incredibile quanto successo in Germania, più precisamente a Scharbeutz, per la ICF Sup World Cup, valida come gara finale del Grand Slam Euro Tour 2019. La competizione che prevedeva un percorso di 7km con 25 giri di boa è stata vinta da Michael Booth e Fiona Wylde che solo il giorno prima erano impegnati nella gara di New York Sup Open. I due atleti hanno preso un aereo il sabato pomeriggio dalla Grande Mela, si sono presentati sulla linea di partenza la domenica pomeriggio sulla spiaggia tedesca e hanno portato a casa il miglior risultato possibile. Dietro di loro secondo posto per il brasiliano Vinnicius Martins e la tedesca Sonni Honscheid, terza piazza per l’ungherese Bruno Hasulyo e la francese Olivia Piana. Top ten per i nostri Claudio Nika nono, Leonard Nika decimo e Caterina Stenta decima. Il giorno prima, nella sprint race, argento per Davide Ionico dietro al tedesco Ole Schwarz. Sup 11 City Tour Giunta ormai alla sua undicesima edizione, la Sup 11 City Tour che si tiene nel cuore della regione Frisia in Olanda, ha visto ancora una volta tantissimi partecipanti che hanno sfidato la fatica per questa classica ultra marathon di 220 km suddivisa in cinque giorni. Il campionissimo Bruno Hasulyo, ha centrato la sua terza vittoria in questa gara, mantenendo il titolo in casa per un altro anno. La brasiliana Lena Ribeiro ha fatto lo stesso al femminile. Tra gli uomini sfida accesissima per il secondo posto, che ha visto prevalere il local Joep Van Bakel davanti al duo italiano formato da Martino Rogai, che per la terza volta ha chiuso sul podio questa competizione, e Paolo Marconi, che alla sua prima presenza in questa gara ha fatto vedere che nei prossimi anni può insidiare il titolo di Bruno. Tra le ragazze medaglia d’argento per Petronella Van Malsen, beniamina di casa, e per la tedesca Tanja Ecker.
Oristano Open Water Challenge Il primo weekend di gare della X edizione dell’Open Water Challenge prevedeva le gare di Sup, di cui la long Distance valida per l’Euro Tour 2019. Si è chiuso con la vittoria di Bruno Hasulyo, fresco vincitore della Sup 11 City Tour, e della francese Olivia Piana. La prova, lunga 14 km, è partita da San Giovanni in Sinis ed ha costeggia l’antico insediamento (ora sito archeologico) di Tharros, un anfiteatro naturale affacciato sul mare e delimitato dall’istmo di Capo San Marco, per concludersi a Torregrande. Hasulyo, campione del mondo nel 2017, ha vinto la prova davanti al secondo classificato,
A sinistra: Bruno Hasulio protagonista anche all’OWC - a destra: Olivia Piana ha dominato fa le donne
Paolo Marconi e al terzo, Martino Rogai. Nella categoria femminile, vittoria della francese Olivia Piana, campionessa del Mondo nel 2018, che si è messa dietro le locali Simona Porta e Paola Chessa. Gli amatori hanno invece affrontato la Tharros Cruise, prova di 8 km, che ha visto vincere al maschile Alex Indragoli e al femminile Nathalie De Clercq. Le prove della domenica sono arrivate al termine di un weekend interamente dedicato allo Stand Up Paddle, con i SUP Clinics di Bruno Hasulyo e Oliva Piana e, nella giornata del sabato, la Sprint Race e la Crono Team Race aperta a Pro Rider ed amatori. Quest’ultimo format, totalmente innovativo, ha visto la vittoria del Team formato da Bruno Hasulyo, Martino Rogai e Paolo Marconi. Secondi classificati, Filippo Alberti, Francesco Mazzei e Riccardo Rossi. Terzi, Olivia Piana, Daniele Concas e Giuseppe Carboni. Nella prova Sprint, vittoria nella classifica assoluta maschile, di Paolo Marconi su Bruno Hasulyo e Riccardo Rossi. Oro di Olivia Piana tra le donne, seguita da Paola Chessa e Simona Atzori.
Assoluti Italian Sup League - Senigallia. Un weekend incredibile al club nautico di Senigallia per la due giorni degli Assoluti Italian SUP League. Il meteo sempre incerto non ha certo aiutato ma le parole d’ordine del weekend ISL sono state “divertimento”, “agonismo” e “#plasticisover” uno slogan adottato cercando di ridurre al minimo gli sprechi e l’abuso di plastica a cominciare dal pacco gara fatto con materiali di riciclo e dall’abolizione delle bottiglie di plastica in favore di una borraccia in acciaio (regalo ad ogni partecipante) che poteva essere riempita gratuitamente con acqua ionizzata ed alcalina. Il sabato sera dopo la riunione delle associazioni presenti, una cena tutti insieme e a seguire l’estrazione tanto attesa del sup Reptile 14 piedi, che è andato in Sicilia pronto per l’Ortigia SUP Race di Novembre. Alla domenica una leggera pioggerellina ed un venticello teso hanno accompagnato gli atleti in una beach race molto articolata con virate, passaggi in spiaggia e tratti di downwind. Un percorso molto tecnico che ha portato a molti sorpassi nella classifica combinata, ma non nelle primissime posizioni che sono rimaste invariate con Filippo Mercuriali e Sara Oddera che si sono laureati campioni 2019. Per dovere di cronaca è stata Valentina Brogi a vincere la beach race, ma nel conto dei punteggi valeva di più la cronosup. Il titolo a squadre va invece alla Romagna Paddle Surf seguita da Toscana surfing e Delta SUP.
FISW - EWS SUP RACE La seconda edizione della EWS Sup Race si è disputata IL 29 settembre sulla Spiaggia di Procchio all’Isola d’Elba e ha visto moltissimi partecipanti prendere parte a questa gara organizzata
Lo spettacolare scenario della Trasimeno SUP Marathon
da Toscana Surfing all’interno del campionato promozionale FISW. La competizione prevedeva un percorso di 4km per gli amatori e 12km per gli agonisti, con una spettacolare partenza dalla spiaggia e un giro di boa emozionante intorno all’Isola Paolina. Il piombinese Riccardo Rossi si è aggiudicato la classifica 14’ overall conquistandosi così il titolo di King of The Island. Dietro di lui il romano Gianluca Gafforio ed il cecinese Andrea Sozzi hanno completato il podio. Negli adaptive Simone Mazzanti ha tagliato per primo il traguardo dando ancora una volta dimostrazione di grande forza nell’affrontare a suon di pagaiate il mare dell’Elba. Tra gli amatori maschile si è aggiudicato la gara Matteo Toncelli, davanti a Nicola Falorni e Andrea Zilio, mentre al femminile il podio è stato completato da Sara Capaccioli, Anna Cavallo e Simona Bartalucci. Menzione speciale alla giovane promessa Pietro Cavicchioli che a soli 7 anni ha disputato la sua prima gara portando a casa la medaglia d’oro. Tra gli Junior hanno completato il podio Filippo Alberti e Alberto Casella dietro al vincitore assoluto Riccardo Rossi. ISL - Windfestival Diano Marina Pienamente soddisfatti gli organizzatori Valter Scotto e Andrea Ippolito per l’ottava edizione del Windfestival andato in scena il 5 e 6 ottobre a Diano Marina. “Quest’anno, oltre agli action sport acquatici come windsurf, surf, stand up paddle e kitesurf, abbiamo voluto sviluppare un’area più vasta all’interno del centro cittadino dedicata anche agli sport urbani come skate, bmx, parkour e mountain bike e inoltre, grazie alla collaborazione delle associazioni locali, abbiamo aggiunto discipline più classiche come vela, calcio, arti marziali e pallavolo. È stata una scelta indovinata che ha arricchito la manifestazione con nuovi contenuti particolarmente
41 apprezzati dal pubblico. Siamo felici per i risultati, ogni anno arriva a Diano Marina un numero sempre crescente di appassionati anche in virtù del sostegno di molti espositori e sponsor che sono parte integrante per la buona riuscita dell’evento.” Nella gara di Sup, il toscano Martino Rogai si è aggiudicato la classifica combinata pagaiando su una tavola 14’ gonfiabile, grazie ad un primo posto nelle sprint ed un secondo posto nella long distance. In seconda posizione si è classificato Reza Nasiri che ha vinto la gara long distance. Terza piazza parimerito per Diego Rogai e Oscar Violet. Al femminile Cecilia Pampinella ha messo in riga tutte le sue avversarie nonostante la sua giovanissima età. Secondo posto per la local Sara Oddera. ISL - Trasimeno SUP Marathon Si è svolta il 13 ottobre a Passignano sul Trasimeno la quinta edizione della Trasimeno Sup Marathon, con 40 atleti giunti da tutta Italia per quella che è considerata l’ultra distance del sup nostrano, nonché la gara più lunga del circuito Italian SUP League. Il format gara prevedeva la 40 km, 20 km, 20 km a staffetta e 5 Km amatori. La maggior parte degli atleti si sono concentrati sulla mezza maratona col suo percorso di “soli” 20 km. Solo 3 atleti si sono cimentati sulla durissima distanza di 40 Km, ma le loro gesta sono bastate a mantenere inalterato il fascino di questa super competizione. L’avvio di gara ventoso e un po’ choppato ha reso la prima parte della Marathon parecchio impegnativa, ma per fortuna le condizioni meteo sono migliorate fino ad una condizione ideale di flat water tipica del lago umbro. A vincere la 40 km è stato Reza Nasiri davanti ad un fortissimo Francesco Mazzei e all’inossidabile Paolo Marcheselli. Nella 20 km maschile si è imposto Andrea Zaves
In condizioni al limite dell’impossibile, il vichingo Casper Steinfath conquista la sua seconda vittoria al Red Bull Heavy Water di San Francisco
42 su Giorgio Magi, terzo Andrea Sozzi, mentre nella 20 km femminile ha vinto Romina Mariotto davanti a Valentina Lodo e alla local Vira Lemekha. Nella 20 km staffetta ha vinto la coppia MandoloniMereu per soli 13 sec sulla coppia Gafforio-Bottausci, terza la coppia Padovani-Desimone. APP - Red Bull Heavy Waters, San Francisco, California Nebbia fitta e onde gigantesche per la terza edizione del Red Bull Heavy Water a San Francisco, la gara di sup più hardcore dell’intero panorama e anche l’evento singolo con il montepremi più alto della storia, pari a 75.000 dollari! Naturalmente lo spettacolo non è mancato, così come le tante storie da raccontare. Epica la frase all’arrivo del vincitore, il “Vichingo” Casper Steinfath che dopo aver difeso il suo titolo vinto nel 2017 ha iniziato l’intervista con queste parole “I was so scared!” (Ero così spaventato!). Casper ha concluso ancora una volta in maniera eccezionale questa competizione, soprattutto nella parte più tecnica sulla spiaggia di Ocean Beach dove la visibilità era ridotta quasi a zero. Al femminile l’australiana Terrene Black ha chiuso in prima posizione questa storica edizione inaugurale del Red Bull Heavy Water per le ragazze. Tuttavia Terrene non è riuscita a tagliare il traguardo, ma è l’unica atleta che si trovava ancora in acqua quando il race director ha interrotto la competizione per la scarsa visibilità. Pochi minuti prima la troupe televisiva che seguiva l’evento aveva perfino perso un costosissimo drone tra la nebbia fitta. Per capire la difficoltà di questa gara basta vedere l’ordine di arrivo sia maschile che femminile, con solo otto atleti uomini che hanno effettivamente concluso tutta la competizione. Il francese Arthur Arutkin si è posizionato al secondo posto, mentre in terza posizione si è piazzato l’hawaiano Mo Freitas. ISL - Firenze SUP GP - Firenze l 20 ottobre si é tenuta presso la Canottieri Comunali Firenze la Firenze Sup Race, gara valida per il circuito Italian Sup League. Erano presenti circa una trentina di iscritti che sono stati baciati da una tiepida giornata autunnale tipica del capoluogo toscano e da una calorosa organizzazione altrettanto usuale da queste parti. Verso le 11 il race director Tommaso Pucci, storico organizzatore e fondatore della gara internazionale Florence Paddle Games, ha dato il via agli atleti che hanno sfilato sulle argentee acque dell’Arno. Il percorso prevedeva 10 km per i professionisti e 5 km per gli amatori. La gara ha parlato romano al maschile con Tommaso Pampinella e Reza Nasiri ingaggiati fin da subito. Alla fine l’ha spuntata Reza Nasiri che é stato incoronato campione della Firenze Sup Race davanti a
Mondiali ICF Quingdao - SX: partenza della long distance - DX: Paolo Marconi conquista l’oro nella categoria gonfiabili
43 Tommaso Pampinella e Andrea Zaves. Al femminile ottima prova anche per la giovane Chiara Nordio che ha vinto la competizione davanti ad una solida Cecilia Pampinella, giovanissima promessa di Civitavecchia. Tra gli amatori Alex Indragoli dalla Sardegna non ha dato scampo ai suoi contendenti e si é immolato come campione della Firenze Sup Race 2019. ICF - SUP WORLD CHAMPIONSHIP, Quingdao, Cina Si è tenuto dal 24 al 27 ottobre a Quingdao, in Cina, il primo Mondiale SUP Assoluto organizzato dalla Federazione Internazionale di Canoa (ICF) che ha visto circa 250 atleti provenienti da più di 50 nazioni prendere il via. La manifestazione riguardava solo il Sup race e i numeri fanno capire l’attenzione che la Federazione Internazionale Canoa sta dando a questa disciplina considerata molto affine agli sport canoistici. Le emozioni in acqua non sono mancate, a partire dalla gara long distance di 20 km che ha visto il campionissimo australiano Michael Booth trionfare davanti al terribile duo ungherese formato da Bruno e Daniel Hasulyo. Settima posizione per Leonard Nika, il miglior italiano al traguardo. Al femminile la pluricampionessa tedesca Sonni Honschield ha portato a casa una meritata vittoria davanti alla francese Olivia Piana e all’americana Fiona Wylde. Grande spettacolo nelle gare sprint 200 metri in linea, dove il nostro Claudio Nika si è aggiudicato la seconda posizione dietro a Connor Baxter, l’atleta hawaiano che ha fatto registrare il nuovo record del mondo in questa distanza (00:46:38). Claudio si riprenderà poi la rivincita ai mondiali ISA di El Salvador (report di seguito). Terza posizione per il brasiliano Arthur Santacreu. Al femminile Olivia Piana è stata la sprinter più veloce (00:58:62), dietro di lei seconda piazza per la brasiliana Jessica de Souza e terza per la sudafricana Tarryn King. Dopo la gara sprint si è svolta la nuovissima competizione inflatables, dove i migliori atleti del mondo si sono sfidati in sella a tavole gonfiabili 12’6. Si è aggiudicato il primo campionato mondiale assoluto di questa categoria il nostro Paolo Marconi, che ha messo alle sue spalle il tedesco Jonas Pauldrach ed il connazionale Martino Rogai. L’ultimo giorno di gare ha visto una spettacolare Technical Race di fronte ad una suggestiva skyline dei grattacieli cinesi. Si sono laureati campioni del mondo l’australiano Lincoln Dews e la francese Olivia Piana. Seconda piazza per Connor Baxter e l’italo-spagnola Susak Molinero, che ha conquistato un argento di grande prestigio davanti a Fiona Wylde. Ottima la prova della nostra Caterina Stenta quinta assoluta. FISW - Campionato Italiano Assoluto SUP Race Venerdì 1 novembre e sabato 2 novembre si è tenuta la gara valida come Campionato Italiano Assoluto della Federazione Surfing FISW a Marina di Andora, in Liguria. La competizione è stata organizzata dalla società Cinghiale Marino Sup & Surf che ha svolto un ottimo lavoro. Tra professionisti e amatori erano presenti molti big della specialità per un totale di circa una trentina di partecipanti. Al termine del weekend, che è stato accorciato per una allerta meteo, sono stati quindi annunciati i campioni italiani assoluti 2019 di Sup Race e Paddleboard. La prima giornata di gare è stata molto intensa con ben due discipline in programma: la Technical Race e la Sprint Race. Il meteo ha fortunatamente riservato una giornata soleggiata e mite dove le sfide in acqua non si sono risparmiate. La Technical Race ha visto Leonard Nika in ottima forma aggiudicarsi la prima posizione, seguito dal campione italiano di categoria overall Filippo Mercuriali e dal primo junior Riccardo Rossi. Al femminile Caterina Stenta ha dettato subito legge portandosi a casa la vittoria davanti Mondiali ICF Quingdao - SX: skyline della technical race - DX: il Team azzurro con Paolo Marconi, Martino Rogai, Caterina Stenta, Claudio e Leonard Nika
Assoluti FISW - A sinistra: Caterina Stenta sempre in testa - a destra: il podio maschile con Claudio Nika (2), Leonard Nika (1), Filippo Mercuriali (3)
Assoluti FISW - A sinistra: partenza di una batteria maschile - a destra: ingaggio in boa fra le ragazze
alle giovanissime Cecilia Pampinella e Laura Dal Pont, entrambe ancora junior. Cecilia Pampinella con la sua medaglia d’argento assoluta e la prima posizione juniores a soli 13 anni ha rappresentato una delle tante belle sorprese di questo weekend di gare. Claudio Nika dopo aver realizzato il record europeo sui 200 metri in linea nei recenti ICF Sup Worlds Championship in Cina la settimana scorsa, si è portato a casa la vittoria nella gara Sprint Race seguito dal fratello Leonard Nika e dal solito Filippo Mercuriali. Caterina Stenta e Laura Dal Pont si sono dovute contendere il titolo sprint giocandosi un doppio spareggio che ha visto prevalere la tenace Caterina. Seconda posizione assoluta quindi per Laura Dal Pont ma anche prima juniores a tagliare il traguardo. Medaglia di bronzo per la rivelazione Maria Laura Metta. Ottime le prestazione dei prone in cui Nicolò di Tullio ha raggiunto la vetta del podio in entrambe le discipline precedendo Andrea Niciarelli ed il giovane Davide Ballardi. Al femminile non c’è stata storia con la fortissima Cornelia Rigatti che si è portata a casa la vittoria in tutte le competizioni. La domenica si è tenuta la gara Long Distance di circa 12 km. Anche in questa competizione il più veloce è stato Leonard Nika che si è così portato a casa il titolo di Campione Italiano Surfing FISW 2019. Dietro di lui il fratello Claudio Nika ha chiuso in seconda posizione,
seguito dal romagnolo Filippo Mercuriali. Queste posizioni valgono anche il podio finale overall. Tra gli junior è Riccardo Rossi a portarsi a casa il titolo italiano seguito da Filippo Alberti e Giorgio Dal Pont. Tra le ragazze Caterina Stenta porta a casa la tripletta personale e si laurea ancora una volta Campionessa Italiana 2019, seguita da Chiara Nordio e Laura Dal Pont. Il podio finale al femminile ha visto così la giovane Laura Dal Pont posizionarsi in seconda posizione seguita da un ex aequo di Chiara Nordio e Cecilia Pampinella in terza posizione. Laura Dal Pont si è portata a casa anche il titolo Juniores 2019 precedendo Cecilia Pampinella e Maria Laura Metta. Nella categoria Paddleboard si sono laureati Campioni Italiani 2019 Nicolò di Tullio e Cornelia Rigatti. Si chiude così, la stagione agonistica 2019 dello Stand Up Paddle 2019 di Surfing FISW. Queste le parole del Presidente FISW, Luciano Serafica. “Ringraziamo tutti i Club che hanno creduto nel nostro progetto, tutti gli atleti, dagli amatori agli agonisti, che ci hanno seguito in giro per l’Italia, tutti gli operatori di sicurezza che hanno garantito la salvaguardia dei partecipanti, i giudici Federali Giuseppe Cuscianna, Giovanni Antonacci, Roberta Gelao, Andrea Ostili, gli sponsor locali e Federali: Mercedes, Kappa, Decathlon e Frida Querida che credono nel nostro lavoro, ma soprattutto i Presidenti delle Asd affiliate
SX: Alessandro Onofri si porta a casa un altro titolo FISW SUP Surf - DX: podio di un certo livello alla Ortigia SUP Race...
che hanno dimostrato ospitalità e responsabilità, grazie davvero. Crediamo in un 2020 molto produttivo e ricco di appuntamenti nazionali ed internazionali, siamo sicuri che la prossima stagione sarà molto più impegnativa ma anche molto divertente. Abbiamo chiesto molto a tutti ma siamo stati ricambiati con grande soddisfazione” FISW SURFING GAMES 2019 Si è conclusa la terza edizione dei FISW Capo Mannu Surf Games 2019, il Campionato Italiano di Surf, che si è disputato ancora una volta nella zona di Capo Mannu, in Sardegna dal 01 al 07 dicembre. La gara che assegna i titoli nazionali si è rivelata con un livello tecnico più alto del previsto, sia da parte delle squadre più ‘navigate’ che di atleti con minore possibilità di allenarsi. Una delle grandi sorprese è stata aver visto dei giovanissimi atleti misurarsi, in un mare come quello di questi giorni, con una capacità e uno stile che non ha nulla da invidiare a quello di atleti con maggiore esperienza. Il nuovo Campione Italiano nel Longboard maschile è il surfista sardo Mattia Maiorca, che ha ripreso il titolo già conquistato nel 2017 e che lo scorso anno gli è stato strappato da Federico Nesti. Più in forma che mai, Maiorca ha ottenuto un maggiore punteggio rispetto a Matteo Fabbri, che slitta al secondo posto, seguito dal giovane Filippo Marullo (terzo posto) e Marco Pistidda (quarto posto). Ottima performance anche per il Longboard Femminile, dove ancora una volta la pluricampionessa Francesca Rubegni si conferma impossibile da battere, aggiudicandosi ancora una volta il titolo di Campionessa Italiana di Longboard. Secondo posto per Stella Lauro, terzo per Valentina Marconi e quarto per Giulia Pala alla sua prima volta in un contest così competitivo come quello dei FISW Capo Mannu Surf Games. La Sardegna sul podio anche nella specialità Shortboard, disciplina olimpica, dove al primo posto svetta il giovane Matteo Calatri, rapidissimo su qualsiasi tipo di onda, seguito dal surfer professionista Alessandro Piu. Terzo posto per Edoardo Papa. Nel SUP Wave, torna in grande forma Alessandro Onofri, che riconquista il titolo di Campione Italiano Sup Wave. ISL - Ortigia SUP Race - Siracusa La tappa dell’Ortigia Sup Race 2019 si è svolta il 16 e 17 novembre sul mare siracusano, e faceva parte del circuito nazionale Italian Sup League. L’evento è stato organizzato dal circolo della Vela Lakkios ed era patrocinato dal Comune di Siracusa. Oltre 80 gli atleti iscritti che hanno affollato questa bellissima località sicula, tra cui molti professionisti attirati dai 3.000 euro di montepremi. Le gare erano suddivise nella specialità della Technical Race e della long distance, ed ha visto prendere il via anche a molti amatori e under 12/14. Il vincitore finale del Trofeo Challenger è stato Leonard Nika, seguito nella Overall Élite da Claudio Nika e Reza Nasiri al terzo posto. Al femminile la giovanissima Cecilia Pampinella ha messo dietro di sè atlete del calibro di Laura Dal Pont e Maria Laura Metta. “Un bilancio più che positivo – dice soddisfatto il project manager
ISA Worlds: Il fuoriclasse Airton Cozzolino ha sfiorato l’oro nella finale SUP surf
della gara, Ivan Scimonelli – oltre le aspettative, con 80 e più partecipanti e tanti altri che ci hanno raggiunto il sabato sera da ogni parte d’Italia. Sia gli atleti amatoriali sia i professionisti si sono divertiti, con questi ultimi che ci hanno descritto come top event. Per tutto questo ringrazio atleti, sponsor e autorità”. ISA Worlds - El Salvador Ottimi risultati sono arrivati dalla squadra Italiana agli ISA World SUP and Paddleboard Championship 2019 andati in scena dal 20 al 22 novembre a El Salvador, che si è guadagnata un importantissimo 4° posto finale grazie a ben 5 medaglie conquistate! Il primo giorno ha visto prendere parte la gara sprint race, con l’emozione più grande regalata dall’oro di Claudio Nika che si è laureato campione del mondo 2019. Ma le emozioni non sono finite qui, pochi minuti dopo infatti è Caterina Stenta a conquistare la medaglia di bronzo al femminile, sempre nella sprint race. Il giorno successivo ottima prova nella long distance sempre per Claudio Nika (4°) seguito dal connazionale Filippo Mercuriali (5°). Nella prova Technical Race la giovanissima Laura Dal Pont ha chiuso in terza posizione, arricchendo il medagliere azzurro. Nel prone paddle strepitoso terzo posto anche per Cornelia Rigatti. Gli ultimi giorni si sono disputate le prove di Sup Wave, che hanno visto il pluricampione del mondo di Kite Surf, Airton Cozzolino, andare a prendersi una storica medaglia d’argento in questa disciplina. Il Presidente della FISW, Luciano Serafica, si è così congratulato con i suoi medagliati: “Cavalchiamo le onde del mondo con crescente consapevolezza dei nostri mezzi e del nostro valore. La squadra azzurra di SUP, Stand Up Paddle, si è piazzata quarta ai Mondiali conclusi ieri a El Salvador, le 5 medaglie individuali conquistate dagli azzurri sono il miglior riconoscimento al talento dei nostri atleti e alla nostra organizzazione. Mi congratulo con i medagliati e con i direttori di Settore che li hanno selezionati, riconoscendo in loro le doti con cui si sono imposti sul campo di gara di El Salvador nel confronto numerosi paesi, alcuni già affermati capofila di questa spettacolare specialità.” Paris Sup Open - APP World Tour - Parigi Ancora una volta il Paris Sup Open andato in scena nella capitale
APP World Tour SUP Wave - SX: il tahitiano Poeanaki Rahioa conquista il titolo maschile - DX: la fuoriclasse columbiana Izzy Gomez conquista il titolo femminile
francese l’8 dicembre ha regalato tantissime emozioni, anche grazie a quasi un migliaio di suppisti che si sono ritrovati a pagaiare nelle fredde acque della Senna. La gara è però partita il sabato nella piscina del salone nautico, dove gli atleti professionisti del circuito APP World Tour si sono sfidati in un avvincente percorso sprint con due giri di boa. Connor Baxter e Sey Chelle si sono aggiudicati questa prova. Domenica mattina all’alba è invece partita la gara long distance, con un’avvincente sfida tra i due australiani Michael Booth (1°) e Lincoln Dews (2°) che si sono contesi la vittoria fino alle ultime pagaiate. Al femminile l’americana Fiona Wylde ha chiuso in prima posizione questa prova. La gara di Parigi era la tappa finale di sup racing del circuito APP World Tour ed ha così decretato gli effettivi campioni del mondo 2019: al maschile il danese Casper Steinfath si è aggiudicato il titolo mondiale, mentre al femminile è andato all’americana Sey Chelle. APP World Tour- Las Palmas de Gran Canaria Grande spettacolo dal 11 al 18 dicembre a Las Palmas per il Gran Canaria Pro AM, tappa finale dell’APP World Tour 2019 per la specialità Sup Wave. In acqua tutti i migliori specialisti di questa disciplina, tra cui il nostro grandissimo Federico Benettolo che è riuscito a farsi strada fino ai round conclusivi. Al maschile il vincitore è stato il brasiliano Wellington Reis, ma ad aggiudicarsi il titolo del mondo APP 2019 è stato il tahitiano Poenaki Rahioa. Al femminile la local Iballa Moreno ha dimostrato di capire a menadito le onde di casa, portando a casa la vittoria, che l’ha incoronata vicecampionessa del mondo 2019. Il titolo mondiale è infatti andato alla colombiana Izzi Gomez. ISL - Xmas SUP Cup - Bellaria-Igea Marina Il 15 dicembre si è disputata anche per il 2019 la suggestiva Xmas Sup Cup, la gara natalizia per eccellenza che da molti anni prende il via sulla costa adriatica a Bellaria-Igea Marina. Le condizioni fortunatamente non erano eccessivamente estreme, e come sempre gli organizzatori hanno reso impeccabile questo evento. Più di 60 gli atleti al via, tra cui tantissimi amatori e appassionati. Le sfide però non sono mancate tra gli agonisti con Filippo Mercuriali che si è aggiudicato la prima posizione davanti a Riccardo Rossi e Reza Nasiri. Al femminile ottima prova per Maria Laura Metta, prima davanti a Sara Oddera e Maura Binetti. Tra gli amatori i più forti sono stati al maschile Lorenzo Boschetti e al femminile Sara Spadazzi.
Testo di Johnny Banzai – foto: courtesy Wave Design Come si costruisce una pagaia... in Italia
Il nostro Johnny Banzai con l’amico Cabrina hanno fatto un’incursione nella sede della Wave Design di San Cesareo, dove hanno incontrato Giuseppe Tandurella… ecco i risultati… Pur non essendo un tecnologo, sono sempre rimasto affasciato dalla costruzione degli oggetti che ci circondano. Diamo per scontate le loro funzionalità e ne apprezziamo le qualità, leggerezza, rigidità o flessibilità, funzionalità estetica etc etc. E anche per questo sperimentiamo sempre cose diverse prodotte in posti diversi. Siamo sempre alla continua ricerca di un miglioramento che molte volte dipende più da noi che dalle attrezzature sportive che acquistiamo anche compulsivamente. Spesso questi oggetti, tavole, vele, pagaie… sono costruiti nel “Far East” con processi produttivi di cui sappiamo poco, ma che influenzano proprio la qualità di quelle caratteristiche che il progettista aveva pensato quando ha disegnato l’oggetto.
Dopo aver provato le pagaie dei miei compagni di uscite, ero rimasto molto ben impressionato dalle Wave Design che praticamente ormai hanno quasi tutti i componenti della Down Patrol. Avendo praticato per un certo periodo Canoa, il marchio lo conoscevo già. È un marchio diffuso, usato da atleti molto forti e che ha anche vinto il campionato Italiano di maratona in K1. Wave Design è una bella realtà Italiana e come ogni marchio serio che si rispetti, supporta giovani atleti anche nel SUP (vedetevi il video per sapere quali, direttamente da Giuseppe). Così, siccome ho deciso di non comprare più nulla a scatola chiusa ho provato i vari modelli di pagaia dei miei amici e poi ho deciso cosa faceva più al mio caso. Dopo aver preso appuntamento con Giuseppe Tandurella, una mattina con l’amico Cabrina siamo andati nella sede della Wave Design di San Cesareo (RM).
Sopra a SX: La spettacolare vista della famosa autoclave - a DX: Il Cabrina mostra con orgoglio la dima della sua pagaia custom
Sopra a SX: E’ lei o non è lei? Cerrrto che è lei - a DX: Si legge il peso?
Non era la prima volta che andavamo; ero già stato lì tempo prima, sempre con Paolo, per una riparazione dell’asta che non aveva retto al “crash test” della chiusura del portabagagli dalla sua macchina, ed ero rimasto colpito dal servizio “after sales” offerto da Giuseppe. Giuseppe e la moglie ci hanno accolto con la gentilezza e la cortesia che li contraddistinguono e dopo un bel caffè, Giuseppe si è messo all’opera per assemblare la pala che avevo scelto con l’asta della flessibilità (6) che mi piaceva ed il pomello ergonomico che al momento ho visto solo da loro. Prese le misure ho seguito l’assemblaggio passo passo della mia pagaia. Terminato il lavoro, mi sono fatto spiegare l’intero processo produttivo e le caratteristiche dei materiali che usavano. Con l’occasione ho messo insieme un piccolo video molto interessante che metto a disposizione dei lettori di sup news.