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VA N S S U R F. C O M Š2013, Vans Inc. photo: Daniel Russo
the bench dudes
CYRUS SUTTON N 56� 18' 59.53" - E 158� 43' 49.69"
reef.com
J U ST P A S S I N G T H R O U G H
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cover shot: Angelo Bonomelli
@ Morgan Maassen
nicola belillo visions 8 - 17 between surf & art 20 - 32 palmè gallery 24 - 45 punti di vista 46 - 53 filippo orso gallery 54 - 59 giovanni evangelisti 61 - 65 editor’s choice 66 - 76 vive la france 78 - 105 session of the month 108 - 109 luca corrado 110 - 127 single fin classic festival 2013 128 - 143 4 assi x asdivision 145 - 150 maldive girls boat trip 152 - 168 daniels longboard 172 - 183 luna surf 184 - 195
CRAIG ANDERSON
anno 2013 vol. 18
FUSEFLEX STITCHLESS SEAM TECHNOLOGY THEY’RE WARM BECAUSE THEY’RE SEALED INSTEAD OF STITCHED. FILMED ON LOCATION IN FRANCE
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V I S I O N S Nicola Belillo DIRETTAMENTE DA UNA DELLE PIÙ BELLE ISOLE DEL MEDITERRANEO, LA SARDEGNA, ECCO A VOI UNA SELEZIONE DI SCATTI REALIZZATI DAL FOTOGRAFO NICOLA BELILLO IN ESCLUSIVA PER SURF CULTURE.
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rider: Alessandro Piu
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rider: Alessandro Piu
rider: Lorenzo Castagna
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rider: Lorenzo Castagna
rider: Alessandro Scalas
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rider: Simone Esposito
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skateboard fin da giovanissimo anche costruendo mini half pipe quindi avevo il board-feeling e in occasione di un viag gio estivo in Sardegna mi fu prestata una tavola 8’ ft american shape, praticamente un gun e ri cordo che fu abbastanza frustrante la prima volta, ma un mese dopo al Lillatro presi la prima onda in piedi facendo il classico “drittone”! Mi ammalai di surf! S.C : Da dove nasce e come è iniziata la tua passione per l’arte? R .B: La mia passione per l’arte nasce dal territorio e dalla tradizione rinascimentale che è insita nei nostri geni e ci cir conda quotidianamente. Io penso che sia impor tante conoscere le tradizioni, il passato e l’eredi tà dei nostri antenati, per confrontarsi poi meglio con tutto ciò che è inve-
BETWEEN SURF & ART Rick y Brotini LA VITA E LE OPERE DI UNO DEGLI ARTISTI E SURFISTI PIÙ CARISMATICI DEL MEDITERRANEO.
ce moderno. Tradizioni ed elementi moderni si mescolano sul territorio formando il mondo contemporaneo con il quale cerchiamo di interagire lanciando il nostro mes saggio. La passione per l’arte è un utopia che sta fra la ricerca del “bello” e il tentativo di creare il “bello”. Quello che è “bel lo” potrebbe non essere bello secondo i canoni, ma può diventare una maniera per comunicare, un linguaggio riconoscibile. Fondamentale per me è il tentativo di lasciare trac ce di me stesso. S.C: Come descriveresti la tua arte? Da dove prendi spunto? Chi ti ha influenzato durante la tua crescita artistica? R .B: E’ difficile descrive re i propri lavori, preferisco agire su più fronti. Per i miei lavori figurati vi alcune volte parto da un concetto e sintetizzo
half pipe, so i get the bo ard feeling and during a summer trip to Sardinia, somebody lent me an 8’ft american shape board, almost a gun, and i remember that first time was a bit frustrating, but a month later in Lillatro, i get my first wave sanded up doing the classical “Big straight”. I fell sick for surf! S.C : Where does your passion come from and how? R .B: My passion for art came from the land and from Renaissance tradition that’s inside our genes and it sur round us daily. I think it is important to know the traditions, the past and the heritage of our ancestors, to better deal then, with everything that is rather modern. Traditions and modern elements are mixed in the territory forming the
photo: Courtesy - Riccardo Brotini / SurfCulture Group rider: Riccardo Brotini txt: SurfCulture Group
S.C: Chi è Riccardo Brotini? R .B: E’ un cercatore di Verità, pur sapendo che la Verità non esiste. Difficile a dirsi, personalità complessa e contrastata. Amo mettere tutto in discussione per avere diverse prospettive dell’argomento da analizzare. Tutto è in evoluzione e dire quello che sono, non sarebbe giusto tra qualche istan te in seguito. S.C: Da dove nasce la tua passione per il mare? Come è iniziato tutto? Parlaci della prima volta. R .B: Più che passione per il mare è passione per la natura e la sua perfezione.
Il mare è dentro di me in modo ancestrale e, sempre diverso, giorno dopo giorno mi fa sentire in continua evoluzione, è come se il mare avesse una vita propria con molteplici sfaccettature che ci mostra. Viverlo sia in superficie che sotto ti fa sentire bene. Cred o che il primo contatto vero con il mare sia stato da ragazzino facendo piccole immersioni in apnea sulle coste rocciose toscane dove la flora e la fau na subacquea creano un mondo parallelo ricco di cose da scoprire. Il surf è entrato nella mia vita un po tardi e un po per caso anche se in realtà niente avviene per caso. Facevo
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S.C: Who’s Riccardo Bro tini? R .B: He’s a creator of truth...conscious the the truth doesn’t exist. It’s hard to say, he’s a per sonality complex and contrasted. I love to di scuss everything to get different prospectives on this argument to analyze. Everything’s evolving, and tell you who am i, could be not right. Just a few moments later. S.C: Where does your passion for sea come from? How everything started? Tell us about the first time. R .B: More than passion for sea it’s a passion for nature and its per fection. Sea is so ance -
stral inside everyone of us and, always different, day by day it makes me feel evolving, it’s like as if the sea shows us that it has a proper multifaceted life. Live it on the surface and below, it makes you feel good. I think that my first real contact with sea has been when i was a young guy, doing such free diving on Tu scan rocky coasts, where underwater animals and plants create a parallel world full of thinks to discover. Surf came into my life a bit late and bit by chance even though in reality nothing happens by chance ... .I skateboarded since i was very young and building mini
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modern world, where we try to interact launching our message. The pas sion for the ‘art’ a utopia that stands between the search of “beauty ” and the attempt to create the “beautiful.” What is “good” could not be good according to the canons, but it can become a way to communicate, a recognizable language. It’s important for me the attempt to leave a trace of myself. S.C: How would you describe your art? Where have you got the inspiration? Who did affect you during your artistic development? R .B: It’s difficult to de scribe their works, i prefer acting on severals fronts. Sometime, for my figured works, i start from an idea, and than i turn this concept into a picture that allows me to communicate it; someti -
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successivamente l’immagine che mi permette di comunicarlo; altre volte mi lascio coinvolgere da un’immagine e la rielaboro pittoricamente in modo personale. Mi piace attingere dai maestri del Seicento, dalla simbologia classica, dalle atmo sfere di Edward Hopper. Per altri miei lavori come le istallazioni, mi piace dialogare con la natura e l’ ambiente circostante, e studiare il rapporto dell’uomo con la terra, e la terra col vento. S.C: Molti si sentono ar tisti ma veramente pochi lo diventano. Tu come ti senti? R .B: C’é chi lo diventa e non lo è, e chi lo è senza saperlo. La parola artista mi sta molto antipatica perché non mi piaccio no le etichette ed inoltre viene usata e abusata svalutandola. Credo che tutti si sentano artisti quando creano qualcosa materialmente o con il pensiero, per me essere artisti significa avere un proprio stile che comunichi concetti ed emozioni. Solo il tempo decide chi lo diventa. S.C: Quali sono le tecniche che utilizzi maggior mente perle tue opere? R .B: Mi piace usare l’olio, acrilico, dripping, aerografo. S.C: Esistono moltissimi artisti che prendono spunto dal mare per le loro opere. Tu da cosa ti fai ispirare? R .B: Dalle persone, dai loro volti, dalla terra, da cosa sono, dal rapporto dell’uomo con la terra
mes i get involved by an picture and i rework it pi ctorially in my own way. I like to draw from the masters of the seventeenth century, the symboli sm of classical atmospheres of Edward Hopper. For my other works such as installations, I like dialogue with nature and environment. Studying the relationship between man and the earth, and the earth with the wind. S.C: Many people feel their self artists, but just a small quantity become artists. How do you feel? R .B: There’s someone who become and he isn’t it, and someone who is, but without knowing it. I don’t like the word ar tist, ‘cause i hate labels, and it has been used and abused, depreciating it. I believe that everybody feel their self artist when they create materially or physically something, for me to be an artist means to have their own style to communicate ideas and emotions. Only time will decide who becomes. S.C: Which are the tech niques that you use most for your works? R .B: I like to use Oil, acrylic, dripping, spry gun. S.C: There are many artists who take inspiration from the sea for their works. What does inspire you? R .B: People, their faces, earth, what i am, the relationship of man and earth.
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photo: Fabio Palmerini riders: Beniamino Buffa - Gianmarco Pollacchi - Angelo Bonomelli Federico Tenerini - Nicola Bresciani - Roberto D’amico
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PUNTI DI VISTA 10 DOMANDE PER ALESSANDRO DEMARTINI E CAMILLA MICHETTI photo: Alessandro Demartini - Camilla Michetti Courtesy Monster Energy Alex Pi単a riders: Alessandro Demartini - Camilla Michetti txt: SurfCulture Group
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S.C: Pre sentatevi. A .D: Mi chiamo Alessan dro Demartini ho 21 anni e sono un amante della natura. Sono nato e cresciuto in Liguria dove ho vissuto per anni tra Genova, Lavagna e Chiavari. Il mio home-spot è sempre stato alla foce del fiume Entella…. È strano innamorarsi di un posto dove il 99% delle persone che conosco non ci pas serebbero più di qualche ora! Attualmente, dopo varie ricerche, vivo a Fuerteventura. C.M:Ciao mi chiamo Camilla, ho 22 anni e vengo da Torre del Lago
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(Toscana). Mi piace vivere il mare in tutte le sue forme, dipingere e fare sport all’aria aperta. Mi sono trasferita nelle Isole Canarie da circa un anno e mezzo assie me al mio ragazzo Ale. S.C: Cosa vi ha spinto a trasferirvi? A .D:Principalmente ero stufo della situazione in Italia, sei sempre a correre per faccende, studi, fa freddo 3 stagioni su 4, fa le mareggiate 3 volte al mese (quando va bene), la città è grigia, piena di Smog e sono quasi tutti frenetici e stressati. Qui a Fuerteventura la vita
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costa di meno, la temperatura scende raramente sotto i 20°C ho le onde 365 giorni all’anno, vivo con la mia ragazza Camilla e con la nostra cagno lina Kai e ho un lavoro che mi soddisfa. C.M:Indubbiamente per lo splendido scenario che ti propina l’Isola, acqua cristallina, spiagge bian che, vulcani con le cime arrotondate, strade de serte e casette cubiche bianche e azzurre. Il clima caldo durante tutto l’anno e il continuo moto ondoso l’hanno reso il mio posto perfetto dove vivere e lavorare.
S.C: Il Surf è uno sport per tutti? Esperienze. A .D: Il Mare è di tutti. Partendo da questo principio affermo che il Surf, come qualsiasi altro sport, può essere praticato da entrambi i sessi. Purtroppo a volte mi capita di vedere scene di maschilismo e di provare sulla mia pelle altre di localismo… Io sono sempre stato dell’idea che se ti comporti male in casa altrui ti aggiudichi l’espul sione; la cosa che più mi fa arrabbiare è quando vedo mandare via in malo modo persone dall’acqua solo perché sono di un’al -
tra nazionalità o proven gono da un’altra città. A volte sembra di essere tornati a scuola e vedere fenomeni di bullismo e atti di scherno. Per questo preferisco entrare in mare da solo o con pochi amici, evitando gli spot più popolati. C.M: Il Surf è per tutti: uomini, donne, bambini e anziani; è uno sport che non ha età. Ognuno deve essere libero di salire sulla line-up con la tavo la e scivolare sulla sua onda. Un esempio ideale è quello della California. Rincon, destre perfette, una cinquantina di per -
sone nell’acqua, surfavano anche in cinque su un’onda, tutti con il sor riso. ‘’C’è posto per tutti, l’onda è lunga’’ così mi hanno detto. Puoi vedere dall’uomo di 70 anni con il 10’’ al bambino di 4 con la short del padre alla famiglia intera nell’ac qua. Il Surf viene vissuto come cultura e momento di aggregazione. Qui in Europa a parer mio, alcu ni hanno una mentalità un po’ ristretta. Mi sono capitati episodi di localismo sia in Francia che alle Canarie. Qui a Fuerteventura non molto tempo fa ragaz-
ze del posto, pur essendo alle prime esperien ze, nel vedermi prendere molte onde hanno trovato il pretesto per darmi contro, creandomi dispiacere. Dispiacere pe rché molti individui non riescono a vivere il mare in empatia con gli altri. S.C: Viagg i-Paesagg i a confronto. Alla ricerca della location perfetta. A .D: Questo è un tasto dolente! Il trucco sta nel lo scendere a compro messi… per i viaggi andiamo d’accordo, la meta è sull’Oceano in ogni caso, sullo spot è un po’ più difficile! In ogni caso
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mi arrendo la maggior parte delle volte e finisco per fare session rilassate all’insegna del diver timento. I paesaggi che più mi piacciono sono le foresti verdi a picco sulla spiaggia. Adoro il contrasto che si crea tra le foglie verdi, il giallo dei granelli e il turchese chiaro dell’acqua di mare. C.M: Amo viaggiare e lo stupore che provi guar dando per la prima volta quel posto, quell’onda, quell’oggetto. Viaggio come ricerca, scoperta, arricchimento interiore. Sono sempre alla conti-
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nua rice rca di un’onda da “long”, così la definisco; un’onda lunga, che si srotola lentamente, morbida per un surf rilassato. Il mio scenario ideale è su un’isola ai tropici dove surfare onde perfette in costume tra pesci e tar tarughe. S.C: Dove trovare l’equi librio? A .D:L’equilibrio è un gio co di complicità che va trovato nella vita di tut ti i giorni. Il nostro più grande punto di forza è nella Wolfhouse, il nostro camp. In quel mondo ci dividiamo i compiti e ci stuzzichiamo con comportamenti critici per migliorare e creare quello che è diventato un punto d’incontro. C.M:L’equilibrio è sino nimo di star bene. Sono riuscita a trovare il mio equilibrio proprio qua su quest’isola dove riesco a conciliare quello che ho
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sempre sognato, surf, lavoro, vita sentimentale e amicizie. S.C: Parlateci della Wol fhouse - Com’è nata? A .D: [terza persona] Tutto è nato nel 2011, quan do dopo un lungo viaggio per arrivare sulla Costa Basca dall’Italia Alessandro e Camilla decidono di prendersi una pausa per dormire in un’area di ser vizio. Dopo aver mangiato un boccone al volo siamo pronti per dormire... quando Camilla, non riu scendo a prendere sonno, chiede ad Alessandro di raccontarle una st oria... << C’erano un volta due giovani lupi di nome Wolfandro e Lupilla, en trambi con una smisurata passione per la liber tà e la natura... I due, a un certo punto della loro vita, stufi della situazione problematica del loro paese, decidono di mollare tutto e di intra-
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prendere un viaggio alla ricerca di un posto incantato dove poter fondare la WOLFHOUSE! Una casa di amici, dove tutti avrebbero potuto vivere in serenità con il prossimo, a contatto con la natura e senza stress >>. Al finale di questa Storia Camilla già dormiva beatamente. L’indomani i due si svegliarono presto in modo tale da percorrere gli ultimi chilometri che li separavano dalla Costa Atlantica... quando a un certo punto Camilla disse :<< Ti ricordi quella sto ria di ieri sera? >>. Alessandro fece senno di si con la testa. Gli sguardi si incontraro no nel medesimo attimo, ci fu un secondo di silenzio e via a ridere fantasti cando! Da quel momento ci fù una instancabile parteci pazione da entrambi per
creare quello che adesso è diventato un nucleo, un punto di riferimento, per uomini e donne di tutte le età! Appassionati viaggiatori in cerca di luoghi misteriosi e di persone positive con cui dividere momenti indimenticabili. S.C: Competizione. Argo mento libero. A .D: Dai 14 ai 18 anni ho partecipato a molte competizioni in Italia e all’estero, quello che mi è sempre più piaciuto era il crearsi nuove amicizie e il post contest con feste e casino f ino all’alba… adesso un po’ per tempo e per imposs ibilità dovuta ai voli last minute e al lavoro non riesco più a partecipare con frequen za ai vari eventi. Da otto mesi a oggi mi sto allenando con quattro ragazzi dell’isola, Colby, Ayko, Noah e Teo. Tutti di nazionalità differenti, ma con una caratteristi-
ca in comune: superare i propri limiti. Questo al momento mi aiuta più di qualsiasi altra cosa e ci sproniamo l’un con l’altro per superare le paure e alzare gli standard. C.M: Non ho mai par tecipato a gare di surf, poiché non mi sono mai sentita pronta. Ho sempre vissuto un surf “libe ro” senza giudici e batterie, un surf solo per me. Penso che ogni surfista sia in competizione con se stesso più che con gli altri. Prendere l’onda più grande, chiudere una manovra, provare un nuovo passo. Il Surf è una sfida continua. Ho sempre surfato con la shortboard sia per motivi di comodità per spostamenti in motorino che per seguire gli altri, snobbando il longboard e definendolo da “vecchi”. Grazie ad Ale mi sono av vicinata a diversi tipi di
se non riesco rimando al giorno dopo. S.C: Il Surf è un ‘’Fenomeno di Massa’’? A .D: Le grandi industrie del surf prendono un paio di personaggi studiati un po’ per bellezza un pò bravura e unicità che possono fare scalpore tra i ragazzini che seguono questo sport; li vestono dalla testa a piedi con i vestiti all’ultimo grido, li fanno shooting/ video rendendoli delle rock star. Quando passano di moda? Ne ‘’usano’ ’ altri. Questo nel giro di pochi anni è successo a parecchi sportivi professionisti sulla scena internazionale. Gli ultimi divi del momento tra i ragazzi sono Craig Ander son, Matt Meola, Julian Wilson, Dane Reynolds etc etc. Ogni brand ha il suo ‘’A-Surfer ’’. Tutto ciò crea il punto critico della surf-community :
tavole e mi ha trasmesso questa voglia di provare nuove sensazioni sotto ai piedi. S.C: Come vivete il surf ? A .D: Il Surf è un insie me di fattori, un insieme di passioni, che creano un’armonia collettiva da condividere con il prossimo. Nella mia vita fanno parte di questo sport l’arte, la musica, l’amici zia, la famiglia, il lavoro e la scoperta mediante i viagg i. C.M: Quando vivevo in Italia il surf lo vivevo come un’attesa. Quando si aspettava la swell mille chiamate, mille messaggi, mi trovavo coi miei amici al pontile di Lido di Camaiore a vedere se qualcosa si era alzato. Mentre adesso vivendo su un’isola dell’oceano atlantico, con onde tutti i giorni, pianifico la gior nata in base al lavoro e se riesco vado a surfare,
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quel momento nel quale le vendite dei brand au mentano vertiginosamente grazie a un qualcosa che va di moda. Quelli che ci rimettono a parer mio siamo noi Surfisti… perché sempre in più si avvicineranno a questo sport nella maniera sbagliata… indotti non dalla ricerca di una grande passione ma dal surf vi sto come ‘’fashion’’. [C] Il surf ha spopolato in questi ultimi tem pi. Appassionati, surfisti della domenica, surfisti in vacanza, tutti oramai hanno una tavola in casa. Bar, locali notturni han no visto che attaccando una tavola all’entrata e proiettando il primo video di onde che trovano su youtube attirano molta clientela, sia surfisti che non. Anche qui alle Canarie si nota molto che il 70% delle persone che vengono in vacanza scel-
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gono questa meta proprio per imparare a fare surfâ&#x20AC;Ś per questo vediamo moltiplicare le scuole di surf di mese in mese. At tualmente qui a Fuerte ventura ci sono piĂš di 50 scuole di surf, quando 6-7 anni fa si contavano sulle dite di una mano. S.C: Ringraziamenti. A .D: La mia famiglia in primis che mi ha sempre aiutato in tutto, alla mia fidanzata per soppor tarmi , i miei Sponsors: Protest Boardwear, Monster Energy Drink, DC Shoes, Smith Optics , Gigi&Mery dellâ&#x20AC;&#x2122;Adrenalina Surf Shop di Genova .
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Un ringraziamento spe ciale a Nicola per ren dere possibile questa intervista e a SurfCulture Magazine. C.M: Ringrazio mia madre per avermi sostenuto nelle mie scelte e che se gue giorno dopo giorno le mie avventure, il mio ragazzo/coach Ale e tutto lo staff di SurfCulture per aver ci lasciato spazio nella rivista!
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FILIPPO ORSO GALLERY photo: SurfCulture Group rider: Filippo Orso
photo: 35 mm SurfCulture Group
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photo: Courtesy - Surftolive.com
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photo: SurfCulture Group
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GIOVANNI EVANGELISTI photo: Fabio Palmerini rider: Giovanni Evangelisti txt: SurfCulture Group
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ll’interno del nostro Digital magazine e in particolare in questa sezione vogliamo presentarvi I giovani surfisti Mediterranei emergenti che stanno facendosi largo tra gli atleti più conosciuti. Oggi tocca a Giovanni Evangelisti, surfista toscano residente a Carrara e assiduo frequentatore dei beach break Versiliesi e di alcuni spot Liguri. Vi avevamo già parlato di lui sul nostro blog attraverso un’intervista esclusiva e una serie di foto realizzate da Fabio Palmerini. (per vedere l’intervista e le foto, questo il link: http://www.surfculture. it/blog/giovanni-evangelisti-interview). Giovanni è un’atleta che si sta facendo notare sempre di più,
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chia molto nel suo stile surfistico, potente ma allo stesso tempo, preciso e determinato e la sua voglia di dare sempre di più è ben accetta dai suoi attuali sponsor. Non sono molti i giovani di questa età, 22 anni, pronti a mettersi in gioco così come sta facendo lui. Sempre pronto a programmare al meglio lo studio con il piacere di surfare una buona mareggiata. Disponibile, educato e rispettoso verso gli altri in acqua questo ragazzo continuerà a far parlare di se per molto altro tempo.
sia tra i suoi coetanei, sia sui social network ma sopratutto sulle lineup in condizioni di onde grosse. Infatti, la sua predisposizione per onde di misura, la si può apprezzare su una delle onde più potenti del Mediterraneo, Levanto, al confine tra la Toscana e la Liguria. Forse avrà preso da un surfista della sua zona, anche lui amante delle grandi onde, un surfista che ha segnato il panorama surfistico Italiano, per poi continuare a lavorare nel settore commerciale di questo sport, il suo nome è Marco Urtis. Fatto sta che Giovanni sempre di più sta dirigendosi verso il “big wave riding” e questo gli fa onore. Molti surfisti di livello in Italia non amano gettarsi in grandi onde. Il suo modo di essere si rispec-
Il nostro staff augura il meglio a Giovanni lasciandovi alle immagini del fotografi Fabio Palmerini e Ivan Trovalusci.
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[Per chiunque volesse, partecipare alla realizzazione della prossima uscita di questa sezione “YOUNG GUNS” ed ha un amico o un conoscete, che merita, secondo voi un posto sul nostro Digital Magazine, potete spedirci un testo di presentazione (Minimo mezza pagina) e una serie di foto (Mininimo 10), saremo lieti di visionare il tutto ed in seguito di pubblicarlo.]
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EDITOR’S CHOICE photo: Kévin Métallier rider: Clovis Donizetti
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photo: Ivan Trovalusci rider: Alessandro Ponzanelli
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photo: Camilla Michetti rider: Lorenzo Ceccarelli
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photo: SurfCulture Group rider: Federico Tenerini
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photo: SurfCulture Group rider: Federico Tenerini
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photo: SurfCulture Group rider: Angelo Bonomelli
photo: SurfCulture Group rider: Roberto D’Amico
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V I V E L A F R A N C E photo: Michele Chiroli rider: Marco Meccheri - Simone Giannini - Matteo Verona - Filippo Maria Tognocchi - Carolina Leopardi - Federico Palai - Michele Puliti - Benedetto Luciano - Alessandro Rackday - Marco Mazzini - Lorenzo Venturini txt: SurfCulture Group
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8’ 45 ‘’ am: day one. “Dopo 12 ore di viaggio passate a fantasticare eccoci finalmente arrivare davanti al primo spot del trip: la GRAND PLAGE. Non so se veramente le onde fossero di qualità o se semplicemente la foga e la stanchezza ce le facesse sembrare ottime, so solo che in quel momento l’unica cosa che contava era entrare il più presto possibile senza perdere un’attimo di tempo.“ per vedere il video: www.vimeo.com/shapevideo/vivelafrance
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10’ 30’’ am: day two. “Rilassati dalla bella session del primo giorno abbiamo dormito un po’ troppo saltando di poco il picco di bassa marea, poco importa sfoderiamo i nostri longboard e ci facciamo una session alla COTE BASQUES. Credo che questo sia lo spot più magico di tutta Biarritz con un fantastico palazzo che si affaccia sul mare ed una scalinata senza tempo che ti porta direttamente sull’oceano.”
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11’ 00’’ am: day 3. “La swell diminuisce sempre di più così decidiamo di portare i nostri retro sulle spiagge di HOSSEGOR. Niente di speciale ma il gruppo come al solito fa la differenza passando così una piacevole giornata a colpi di noseriding ed onde condivise. “
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9’ 45’’ am: day 4. Sicuramente sarà semplice fortuna ma ultimamente i miei trip si chiudono sempre con qualcosa da raccontare dell’ultimo giorno. Questa volta posso dire che è stato LES CAVALIERS a farci questo regalo. La swell era aumentata e nonostante il vento di mare abbiamo potuto testare al meglio tutte le tavole corte che avevamo. Un festival di fish, mini simmons ecc… in mezzo alle shortboard del posto che guardavano con curiosità questa varietà di colori e forme.
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possessing the claimed or attributed character, quality, or origin; not counterfeit; authentic; real
THE BEST RIDE AUTHENTIC FCS, LOOK FOR THE LOGO
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SEQUENCE OF THE M ONTH Leonardo F ioravanti photo: SurfCulture Group
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LUCA CORRADO A cura di: Matteo Attolini
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ono giorni che inseguo Luca per fargli due domande e potervi ripetere qui le sue risposte per mettervi in condizione di poterlo conoscere un poco e non solo di poterlo riconoscere dopo averlo visto in qualche foto qui o là. Nulla da fare. Ci siamo visti qualche volta con le migliori intenzioni ma alla
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fine si finisce subito per parlare dei fatti nostri oppure per fare qualcosa di meglio come andare ad un concerto, a surfare o come accaduto oggi a pescare in barca. Posso dire che in effetti tutto ciò lo rappresenta per bene. Non è un ragazzo di molte parole ma davvero non riesce a stare un attimo fermo ed ogni sua atti-
vità è indissolubilmente legata al mare. Chi lo conosce e chi l’ha visto surfare in giro sa che ha un ritmo di surfata davvero imbarazzante. anche se ormai ha raggiunto le 33 primavere e finalmente inizia a sentirsele un pò addosso! La sua voracità acquatica è evidente già tra le mura domestiche da cui analizza qualsiasi dato infor-
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matico in grado di dargli un’ idea migliore della prossima mareggiata e si trascina in tutte le altre fasi dell’avvicinamento all’entrata in acqua. Se sei in macchina con Luca sai già che non farai in tempo a scendere e guardare lo spot che lui ti starà già salutando in muta mentre si dirige verso la spiaggia.
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onostante la sua voracità in acqua è una persona molto corretta e come nella vita è anche molto allegra soprattutto dopo che si è sfogato in qualche session. Ho pensato a lungo quali domande avrei potuto fargli nel puro stile giornalistico surf tipo: anni di surf, quante tavole possiede, quali
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preferisce eccetera eccetera ma davvero so che sarebbe stato del tutto inutile. Per lui l’importante è surfare. Se è l’onda di Varazze tanto di guadagnato ma per il resto non ha probemi: che sia da long che sia da tavoletta, che sia un point o un beach break per lui l’importante è essere nel posto giusto nel momento giusto.
Fine. Persino l’affollamento non sembra turbarlo più di tanto visto che comunque collezionerà un numero di onde prese 5 volte superiori alla media. Davvero è così. Riservato al punto di sembrare burbero ma con la risata già pronta sotto la barba e focalizzato solo su quello: surfare! E non pensate di potergli sottrarre
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delle onde! Perché lui non te ne ruberà una ma nemmeno te ne lascerà visto che come dice lui : “Il surf non è uno sport di squadra!” Te lo dice serio poi ride e corre in acqua che tu ancora stai mettendo la muta. Come al solito.
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SINGLE FIN CL ASSIC FESTIVAL 2013 photo report
a cura di: SurfCulture Group
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4 ASSI X ASDIVISION + Simone Giannini - Matteo Fabbri - Gianmarco Pollacchi - Mattia Migliorini +
photo: Alessandro Cinquini - Ivan Trovalusci SurfCulture Group txt: SurfCulture Group
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osa hanno in comune tre surfers come Simone Giannini, Matteo Fabbri e Gianmarco Pollacchi? Oltre alla passione per il mare, le onde e una grande amicizia che li lega, fanno tutti parte della stessa grande famiglia creata da una delle più importanti aziende distributrici del momento, la ASD Italia. Con i due brands, Hippytree e Neff, la ASD Italia ha deciso di supportare questi atleti inserendosi nel settore surf Italiano nel migliore dei modi, selezionando con cura i propri promoter e puntando, da poco, anche sui i più giovani, come Mattia Migliorini, entrato nel team NEFF Italia come promessa Junior. Tutti questi atleti formano un team che spazia dal retrò al longboard per passare allo shortboard e non a caso attualmente si può considerare uno dei team Italiani tra i più strutturati. Attivi sul fronte dei social network e presenti a gran parte degli eventi Nazionali e Internazionali, questi atleti, nel corso di questa stagione hanno dimostrato il loro valore impostato sul puro spirito del surf e sul rispetto per la natura.
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MALDIVE GIRLS BOAT TRIP by ELENA BERTOLINI
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mmaginatevi un Boat Trip dedicato alle sole Surf Girls, guidate dalla surfista Elena Bertolini, campionessa Italiana short 2011, parte del PRO TEAM Surfcamp.it e fondatrice insieme al suo compagno Edoardo Bianchi della ASD WE TRAVEL WE SURF. Un’ esperienza unica e irripetibile alla ricerca dell’onda perfetta su una Line Up tutta in rosa! Un viaggio per sole ragazze destinato a divenire un appuntamento fisso per le surfiste che desiderano viaggiare in compagnia di un gruppo davvero affiatato e sempre sorridente.
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utto questo è il “MALDIVE GIRLS BOAT TRIP 2013” e queste che vedrete sono le prime immagini arrivate in redazione e che testimoniano un bel viaggio a cui partecipare. Per maggiori info potete visitare: w w w.w e t r ave l w e s u r f. c o m www.surfcamp.it.
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rider: Elena Bertolini
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rider: Elena Todisco
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rider: Giovanna Serblin
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rider: Giulia Mameli
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rider: Elena Bertolini
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DANIEL’S LONGBOARD “QUESTO È IL MIO SANTO GRAAL” photo & txt: Giappa & Tonio
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n piccolo cancello di legno, una cassetta delle lettere con qualche adesivo e nessun campanello. Varcando la soglia tutto quello che ti circonda sparisce, non senti più i rumori delle case e dei campi da tennis vicini. Ti ritrovi in un sentiero con un prato verdissimo e ogni passo che percorri senti che qualcosa sta catturando la tua attenzione. Sembra il sentiero di montagna, che porta al tempio zen. E in effetti quello ci appare non è molto differente: la casa, la shaping e la glassing room, il giardino hanno un’aria quasi mistica e
inviolabile. Bussiamo alla porta e troviamo Daniel al lavoro con la Tv accesa e un vecchio video di surf che gli fa compagnia. Ci spiega com’è abituato a lavorare e alla fortuna che ha facendo questo mestiere a casa; gestirsi autonomamente gli orari di lavoro gli ha sempre permesso di dedicarsi alla famiglia e ai 4 figli che vanno dai 6 ai 26 anni; tutti shaper come il papà e il più grande,Tim, è anche un pro surfer e gareggia nel mondiale longboard. Nella shaping room ci colpisce una Lightin Bolt originale e Daniel ci dice: “L’ho presa in California. E’ una Jer-
ry Lopez. Era del suo quiver personale.” La tavola è ancora bozzata, ma non credo sia sua intenzione ripararla. Ci parla delle difficoltà nel gestire un team, dei numerosi ordini che riceve dall’Italia, del Duct Tape 2012 e di come i surfers tipo J. Tudor siano rimasti colpiti ed affascinati dalle linee d’acqua delle sue tavole: quelle del Ghost Model in particolare. Prima dell’intervista ci mostra il una tavola che sta resinando e ci parla della funzione del profondissimo doble concave che gli ha fatto; sembra quasi che si emozioni descrivendola. Sono questa sua
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passione viscerale, la fantasia oltre gli schemi e la precisione dei suoi gesti che trasformano le sue tavole in autentiche opere d’arte. Prima di lasciarlo al suo lavoro ci fa entrare in casa per mostrarci dove custodisce il suo quiver e si lascia scappare un commento: “Questo è il mio Santo Graal.” Giappa & Tonio.
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L U N A SURF photo: Tim Nunn rider: Ian Battrick
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