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Anno XLI
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FOTO DI GIANFRANCO CAPODILUPO
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PERIODICO DI INFORMAZIONE TURISTICA Aut. Trib. Napoli n. 3104 del 15/4/1982
Editrice SURRENTUM sas Dir. Resp. Antonino Siniscalchi
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A CURA DELLA FONDAZIONE SORRENTO
DIGITO, ERGO SUM Si svolgeranno a Sorrento, martedi 4 e mercoledi 5 maggio 2021 le Giornate Professionali di Cinema, visibili in streaming sul portale www.giornatedicinema.it previo accredito. Quella del 4 e 5 maggio è un edizione straordinaria, e non soltanto per le modalità di fruizione: un segnale importante alla vigilia della ripresa delle attività che l’ANEC, in collaborazione con ANICA, ha fortemente voluto, richiamato anche nel nome della manifestazione con l’inserimento di RELOAD e con un visual artwork dal forte valore simbolico. Il cinema in sala sta per tornare, con molti film pronti per la distribuzione di cui saranno mostrate ampie anticipazioni.
Evento, Mostra e Catalogo d’Arte di Letizia Caiazzo a Villa Fiorentino-Sorrento dal 17 aprile al 16 maggio 2021
A Sorrento, dal 17 aprile al 16
maggio 2021, presso la splendida location di Villa Fiorentino sarà possibile visitare la mostra “Digito, ergo Sum”, la grande esposizione antologica di cyberdipinti dal 2010 al 2020 di Letizia Caiazzo, rinomata esponente della “Digital Art”, fra le più eminenti e riconosciute protagoniste, in campo internazionale, di uno specifico settore creativo che richiede altissimo estro e non comune competenza tecnica nella multimedialità. L’importante evento è patrocinato dalla “Fondazione Sorrento”, che ha pubblicato il Catalogo con tutte le opere in
esposizione, volume a cura e con saggio introduttivo del Prof. Nuccio Mula, critico internazionale d’arte, giornalista, docente universitario di Fenomenologia delle Arti Contemporanee, Fenomenologia dell’Immagine, Teoria della Percezione e Psicologia della Forma presso l’Accademia di Belle Arti “Michelangelo” di Agrigento. L’ingresso dei visitatori, sempre libero e gratuito, sarà condizionato ovviamente dalle disposizioni vigenti nel periodo della Mostra. Ad ogni modo l’evento sarà trasmesso in maniera virtuale sui canali social della Fondazione Sorrento.
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Massimo Coppola
IL SALUTO DEL SINDACO DI SORRENTO
SORRENTO È pRONTa a RIpaRTIRE D
opo il lungo periodo di crisi che ha stravolto ogni angolo del nostro pianeta, per effetto della pandemia, Sorrento è pronta ad affrontare i prossimi mesi con la ferma volontà di dimostrarsi all’altezza delle tradizioni che l’ hanno portata ad essere una delle punte di diamante del turismo nazionale. Per dare concretezza ai suoi propositi, la nostra Città, già da tempo, è al lavoro per farsi trovare pronta ad accettare nuove sfide e per confermare la sua leadership sul fronte dell’ accoglienza. Fermamente convinti del fatto che si debba assicurare la massima sicurezza sanitaria ai propri cittadini ed ai turisti, quindi, ci si è impegnati per far sì che il territorio, quanto prima possa essere dichiarato “Covid free”. Per questa ragione non ci si accontenta del basso numero di contagi che si è registrato nelle ultime settimane, ma si è al lavoro per fare in modo che tutto il personale che presta la propria opera nel comparto turistico – alberghiero locale sia immunizzato grazie ad una campagna vaccinale che sarà resa possibile grazie ad un apposito protocollo già sottoscritto dalla Federalberghi della Penisola Sorrentina e la Regione Campania. Non è questo, però, l’ unico fronte sul quale siamo al lavoro. Nelle prossime settimane, infatti, si concluderanno quegli
Stati Generali del Turismo che hanno visto Sorrento su posizioni di assoluta avanguardia in Italia e che hanno catalizzato, tra l’ altro, l’ attenzione del Governo centrale come del resto già testimoniato dalla presenza nella nostra città del Ministro per il Turismo, On. Massimo Garavaglia e come sarà testimoniato dalla partecipazione di altre autorità di grandissima valenza in occasione delle giornate conclusive di questa lunga convention. Molti ancora, poi, sono gli ambiti nei quali l’ Amministrazione Comunale è impegnata per far trovare Sorrento pronta a misurarsi con le sfide proposte dal mercato.
Non a caso proseguono le attività per elaborare il “Modello Sorrento”. Un progetto che tutta Italia ci invidia, e grazie al quale ci auguriamo di raggiungere importanti traguardi
sul fronte turistico nazionale ed internazionale anche grazie all’ utilizzo di risorse digitali e/o ispirate a tecnologie avanzate. Malgrado le difficoltà, insomma, non appena la situazione generale ce lo consentirà, saremo pronti a ripartire alla grande sul fronte dell’accoglienza. E sapremo dimostrare che, all’ antico fascino della nostra città, abbiamo aggiunto tanti elementi fondamentali per proiettare la nostra realtà su posizioni di assoluta avanguardia in materia di offerta turistica. Tutto questo, unitamente alla predisposizione di un interessante calendario di eventi, sarà oggetto di una importante campagna di promozione. Nel frattempo porgiamo il nostro caloroso benvenuto a quanti ricominceranno a gratificarci scegliendo la Terra delle Sirene come località ideale per trascorrere le proprie vacanze ed i propri periodi di svago.
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LA SCOPERTA DI NUOVI ITINERARI ESCURSIONISTICI
TUTTI VOGLIONO aNDaRE IN NaTURa Ma NESSUNO CI VUOLE aNDaRE a pIEDI L
e escursioni e la scoperta di nuovi itinerari ha stuzzicato, ultimamente, la curiosità di molte persone che, costrette a muoversi nei dintorni delle abitazioni per ovvie restrizioni anti contagio, si sono ritrovate a percorrere vicoli, antiche strade e a visitare il proprio paese. L’ho notato anche dalle continue richieste di informazioni su itinerari, collegamenti e domande su strade per arrivare in qualche punto panoramico. Finalmente si è andato un po’ oltre il concetto espresso dal titolo dato a questo testo, quando si preferiva andare in montagna con l’auto, scaricare vettovaglie e cibo e prepararne tanto da star bene per giorni comodamente consumato su tavoli e sgabelli pieghevoli. Questa nuova educazione ambientale, lanciata anche dalla mia associazione SORRENTO HIKING con progetti scolastici e divulgativi da vari anni, servirà ad aumentare il rispetto, la conoscenza e il modo di approcciarsi ai luoghi, spesso incontaminati, che visitiamo continuamente con le nostre escursioni. Il prossimo progetto in partenza prevede spesso di percorrere vie di collegamento tra i paesi della Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana per far capire la vita di adattamento ad un territorio geomorfologicamente ostile, a dislivelli ripidi e coltivazioni “eroiche”. La conoscenza di storie e “fattarièlli” del nostro territorio spesso entusiasma l’ospite facendolo meravigliare del luogo che ha sempre abitato ma mai vissuto. Nei progetti sono previsti itinerari a Sorrento lungo gli antichi collegamenti con Massa Lubrense e S.Agata, a Meta per risalire le Grottelle fino ad Arola, a Piano per girare i dieci casali e a Monte Faito per rilanciare la montagna più della Penisola Sorrentina. Cominceremo già da sabato e domenica prossima, 24 e 25 Aprile, con due itinerari a Piano di Sorrento e Sorrento purtroppo limitati alla partecipazione dei soli residenti date le restrizioni di zona Arancione. Anche
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Nino Aversa
nel week end successivo, dal 30 Aprile al 3 Maggio, ci saranno varie escursioni, gratuite per tutti, organizzate in collaborazione con il Parco Marino Punta Campanella. Ogni week end organizzeremo sei escursioni al mattino e due escursioni al tramonto il sabato e la domenica pomeriggio. Tutte le informazioni utili sono sulle mie pagine Facebook NINO AVERSA e NINO AVERSA GUIDA ESCURSIONISTICA e basta inviare un whatsapp al 3341161642 per
qualsiasi esigenza. Si camminerà in sicurezza, serenamente e all’aria aperta, utilizzando gli strumenti di protezione previsti e stando alla dovuta distanza, confortati anche dalle ultime dichiarazioni sanitarie sul vantaggio ed il bassissimo pericolo di contagio all’aria aperta. “l’aria buona aiuta i pensieri“ ripeto sempre, cominciando a camminare di nuovo con la filosofia di lasciare solo le nostre orme, senza lasciare tracce.
Nino Av
Guida a ersa m escursio bientale nistica A IGAE
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PROTAGONISTI
IL pRINCIpE aNTONIO DE CURTIS IN aRTE TOTO’ “Siamo uomini o caporali”, nel ricordo di un caporale vero che lo aveva tartassato nel periodo del militare, Totò ha avuto sempre in odio quanti arrogantemente gestivano il potere,- capi e dittatori-, mantenendo il suo rifiuto alla prepotenza durante il fascismo, sfidando “reprimenda” pericolosissime negli anni della dittatura e regalando a se stesso e agli altri non poche allusioni al regime, condivise con Anna Magnani, prediletta compagna d’arte di teatro e di cinema. Ma nonostante uno sguardo pessimista nei confronti della società non aveva mai smesso di credere nella dignità degli esseri umani.” Consolante pensa-
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embra ieri. Eppure sono passati più di cinquanta anni da quando Totò, il più grande, immenso, futuribile dei nostri artisti ci ha lasciato. Era il 15 aprile 1967 e Napoli per l’occasione sembrò impazzita, al suo terzo funerale, che lui avrebbe voluto unico, solo e sempre nella città tanto amata, in trentamila persone gremirono la piazza antistante la Chiesa del Carmine e seguirono poi il feretro. Grande Totò, caro Totò, unico Totò che, dalla condizione di figlio di madre nubile, conquistò nel corso della vita tutti i blasoni e i titoli nobiliari possibili, in aggiunta ad una trentina di nomi, molti dei quali onorano la lapide marmorea con tanto di sua faccia scolpita, al cimitero napoletano di Poggioreale. Dopo anni di trionfante carriera teatrale e cinematografica, diventato uno di noi, onnipresente per merito delle televisioni private, - che non ringrazieremo mai abbastanza per riproporcelo quotidianamente-, Totò è più che un amico del cuore, un convivente o un vicino di casa,
non solo è un gran pezzo di Napoli ma fa parte della sfera più intima e privata dei nostri affetti. Perché con il suo estro, la comicità e, più di ogni altra cosa, la sua umanità ha anticipato la coscienza dell’essere! Al punto tale che, ormai come i poeti e i letterati, è diventato oggetto di studio! Non a caso, soltanto qualche giorno fa, è stato il tema di “Maestri”, la lezione televisiva quotidiana di “Maestri”, condotta dallo storico Emilio Gentile, che in maniera assolutamente esemplare quanto coinvolgente, ha parlato di Totò in termini letterari e filosofici ,spiegando a fondo il grande valore educativo del grande attore: “Totò, in ogni suo spettacolo teatrale o cinematografico, parlando della società ne ha avuto sempre una visione pessimistica anche perché, senza mai allontanarsi dalla realtà, quella vissuta da bambino e poi affrontata da adulto, la sua considerazione non era mai stata conciliante! Non a caso l’intera sua cinematografia si è occupata della società e dei suoi vizi. Fin da
re, ha sottolineato il Professore Gentile, “come Totò, libero dalla Storia, abbia saputo raccontarla anche da un punto diverso degli storici, facendo anche più degli studiosi quando l’ha “spernacchiata” mettendo a nudo alcuni aspetti …. come l’arroganza dei potenti! Perché anche in questo “Totò era un maestro”. Anche un santo, aggiungo, pensando a “San Totò” il libro uscito da qualche giorno ( Marsilio editore pagg.320), a firma di Paolo Isotta, il più riconosciuto e singolare critico musicale a livello europeo, da poco scomparso, che è un inno di devozione all’attore prediletto. Totò, Principe Antonio de Curtis,
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Giuliana Gargiulo nato nel 1898, ha vissuto un’esistenza tribolata, segnata da troppe e complicate difficoltà: figlio senza padre, poi adottato, ha subito il suicidio di una donna amata, la separazione dalla moglie, il debutto cinematografico solo nel 1937, dopo tanto teatro quasi sempre condiviso con Anna Magnani, per poi conquistare il successo pieno, segnato da registi anche di gran nome: Rossellini, De Sica, Monicelli, Lattuada, Steno, Mattoli, fino a Pasolini con “Uccellacci e Uccellini” e i mediometraggi “Che cosa sono le nuvole” e” La terra vista dalla luna”. Nell’entusiastico consenso di pubblico e il grande successo che ha coronato gli ultimi decenni della sua vita, amato e stimato, rispettato e riconosciuto, grande autore di un poema come “ A livella” e di numerose poesie e canzoni, Totò visse nell’ultimo ventennio
della sua vita, finita a soli sessantanove anni, la felice e lunga convivenza con Franca Faldini, incontrata quando lei aveva soltanto 21 anni, che sarebbe diventata la donna della sua vita autrice dopo la sua morte di libri a lui dedicati e che, a Sorrento, nel 2003, in una mia intervista per il mio libro “Tutti in scena”, parlando di lui disse: ”Totò è morto dopo avermi detto: “ Sono stato bene assai con te”, per questo e altro continuo a pensare che niente e nessuno potranno togliermi i momenti vissuti con lui. Che ne sanno gli altri dell’uomo delicato, possessivo, limpido, appassionato, vulnerabile e nemico di chiunque tentasse di ferirmi che Antonio è stato nell’intimità?”. Nessuno la ha mai dimenticato. Anch’io lo ricordo nel corso delle sue permanenze all’Excelsior Vittoria, felice di essere solo
e sempre chiamato “Principe”. Nessuno dei suoi spettatori cinematografici e di quanti lo hanno scoperto televisivamente è rimasto insensibile al talento e alla sua umanità. Resta da vedere se, come si sente dire da qualche anno, realmente ci sarà un Museo a lui dedicato al Palazzo dello Spagnuolo ai Vergini, a pochi metri da Santa Maria Antesecula, il “budello contorto”, che sta a pochi passi ,dove è nato. Per fortuna a via Foria una splendida dedica su marmo lo ricorda con parole di amore, e il ricordo di tutti è sempre più grande! Totò c’è e rimane con noi per insegnarci le difficoltà della vita, le pene di chi soffre, gli abusi dei potenti ma anche il riscatto delle anime buone. Grazie Totò, artista e maestro, compagno di vita e magistrale interprete del teatro e sullo schermo.
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LA SERA DEL 30 APRILE
La NOTTE DEL LaVORO NaRRaTO
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a Notte del Lavoro Narrato è un’iniziativa che supera i confini regionali nata da un’idea di Vincenzo Moretti e Alessio Strazzullo, organizzata da #lavorobenfatto e Jepis Bottega. La sera del 30 aprile si aspetta la Festa dei Lavoratori con il racconto di storie di vita e di lavoro, ma i narratori anche nei giorni precedenti sono impegnati a farsi conoscere da chi ha voglia di ascoltare. Questo soprattutto negli ultimi due anni di pandemia, che hanno visto La Notte del Lavoro Narrato trasferirsi sui social, dove hanno preso vita gruppi molto numerosi e seguiti nei quali ci si confronta sul tema del lavoro, in un periodo in cui questo diritto viene messo fortemente in discussione. Il racconto corale che interessava buona parte delle regioni italiane, con qualche capatina fuori dai confini nazionali, si è allargato ulteriormente abbracciando l’intero mondo del web. Tuttavia, la formula rimane uguale: lo stesso giorno, più o meno alla stessa ora, in luoghi vicini e lontani, ci si unisce intorno al tema del lavoro, con racconti, canzoni, letture, musiche, dimostrazioni dal vivo e chi più ne ha, più ne metta. In Penisola Sorrentina i primi ad aderire a questa fortunata iniziativa sono stati i volontari e i soci della Condotta Slow Food Costiera Sorrentina e Capri, guidati dal Fiduciario Mauro Avino, che riunendosi intorno al fuoco han-
no dato voce a vecchi mestieri, principalmente legati alla terra e al territorio, che in alcuni casi rischiano di scomparire. Quest’anno si è aggiunta con una propria proposta l’Associazione Peninsulart che mette insieme artisti e artigiani della Penisola Sorrentina. Il Presidente di Peninsulart Marcello Aversa, abile ceramista del caratteristico borgo di Maiano, coadiuvato dalla storica dell’arte Assunta Vanacore hanno aperto il gruppo Fb “Una notte artigiana #lavoronarrato” per raccontare le storie di chi lavora con testa, mani e cuore, come recita il sottotitolo. Il gruppo in un mese ha quasi raggiunto i mille iscritti e sono già state raccolte numerosissime testimonianze che mettono in luce le diverse sfaccettature di un comparto, quello dell’artigianato, vivo e pulsante che non vuole arrendersi a questo difficile momento. L’intento è quello di dimostrare che l’artigianato non appartiene solo al passato ma è qualcosa di estremamente attuale. Artisti e artigiani portano avanti antiche tradizioni, rinnovandole però con creatività ed estro. L’artigianato è insieme la nostra storia e il nostro futuro. La lunga notte artigiana di Penisulart si concluderà il 30 aprile con i racconti dalle botteghe, che vedranno i maestri all’opera per trasmettere un messaggio positivo di ripartenza e rinascita.
“La tradizione non consiste nel conservare le ceneri ma nel mantenere viva una fiamma” Jean Jaures
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ueste parole sembrano rispecchiare lo spirito di questo evento e dei sui ideatori il professor Vincenzo Moretti e il giornalista Alessio Strazzullo. La “Notte del lavoro narrato” è un prezioso scrigno, custode di una infinità di storie, storie di lavoro, di lavoro narrato. Uomini e donne di tutte le età, ogni 30 aprile, si riuniscono per raccontare il lavoro, quello ben fatto, quello che nonostante la fatica, gli affanni, i problemi sa dare ancora tante soddisfazioni, soprattutto se “affrontato” con passione. Anche l’Associazione Peninsulart è felice di donare un suo contributo alla “Notte del lavoro narrato”. Infatti, dopo aver collaborato negli anni scorsi con la condotta Slow Food Penisola Sorrentina e Capri, ha creato un gruppo su Facebook: “Una notte artigiana”. Un contenitore virtuale nel quale sono state raccolte e si continueranno a raccogliere anche dopo il 30 aprile, data conclusiva dell’evento, storie di artigiani, soprattutto di quelli che operano in Penisola Sorrentina. Donne e uomini che, spesso, con il loro lavoro, hanno contribuito, assieme alle bellezze naturali, alla storia, alle tradizioni e all’accoglienza innata della gente di questi luoghi a rendere questa Terra ancora più interessante agli occhi del mondo intero. Donne e uomini che oggi, più di ieri, combattono a denti stretti e con le poche armi a disposizione, affinché le proprie attività possano restare in vita. In questo momento i “nemici” sembrano prevalere, perché è difficile arginare una crisi dilagante e senza precedenti ed è ancora più difficile arrestare la globalizzazione, quella che ci spinge sempre di più verso l’inautenticità. Noi, però, continuiamo a crederci e non ci arrenderemo mai. Lo faremo con l’unica arma che più di tutte sappiamo usare, la “passione”, quella che coglierete leggendo le nostre storie sul gruppo, sul quale, collegandovi, il 30 aprile avrete anche la possibilità di seguire, attraverso dei video, alcuni maestri al lavoro.
Associazione Peninsulart
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uanti racconti continuano a circolare liberi in questo scrigno che diventa sempre più prezioso di contenuti. Storie di arti, di mestieri ma anche di famiglie, di maestri del passato, di sogni futuri, di botteghe, di materiali, tutto riposto lì a celebrare la “passione” quella che l’artigiano vive giorno per giorno. La passione, quella naturale inclinazione che diventa quasi dedizione totale, sentimento, ma anche la passione intesa come patimento per tutto quello che l’artigiano sta vivendo da più di un anno a questa parte. Si, lo si può affermare con certezza, il comune dominatore dei racconti raccolti in questo gruppo è la passione, la stessa usata da ogni artigiano nello scrivere la sua, spesso, le sue storie. Si può quasi “toccare” la felicità, leggendo, quella di Antonino “l’orafo del legno” che, controcorrente, ha avuto il coraggio di aprire qualche mese fa una bottega laboratorio nel centro storico di Sorrento, coronando un sogno iniziato vent’anni fa, quando fece il primo passo, realizzando uno spillone per la futura moglie. Da allora continua a creare gioielli e accessori, usando le antiche tecniche della tarsia sorrentina. Invece, Paola la sua bottega l’ha inaugurata ventuno anni fa, nell’aprile del 2000, uno “Spazio” tutto suo, concludendo, così, un percorso iniziato da bambina, quando, a undici anni, esponeva le sue creazioni sul portone di casa. Da qualche giorno ha riaperto, con qualche dubbio in più, ma con la stessa energia che aveva quella ragazzina nel 1981. Vincenzo, il padre di Assunta, viceversa, prima di trovare la sua dimensione, da piccolo, ha girovagato per varie botteghe, aveva provato a fare il falegname, il calzolaio, il meccanico…lavori troppo duri per un bambino, nonostante avesse già provato la fatica durante le sue escursioni sulle montagne vicane, dove alle cinque del mattino andava col padre a raccogliere fascine. Finchè un giorno entrò in una pasticceria. Fu amore a prima vista, e, quando il pasticciere gli disse che era troppo basso e non arrivava al banco, lui prese una cassetta e ci salì sopra mostrando tutta la sua volontà. Una carriera velocissima che
spinse Vincenzo a mettersi in proprio, aprendo una pasticceria a soli 24 anni. Storie di genitori, come quella di Luigi, il mattonaio di Maiano dalle mani “callose” che amava il suo lavoro nonostante fosse “duro”, duro come la creta che cavava dagli agrumeti della Penisola Sorrentina, talmente dura, che il piccone scagliato con tutta la forza il più delle volte rimbalzava su quella massa argillosa senza ottenere il minino risultato. Argilla che si trasformava in mattoni e suoli per forni a legna, cotti nella fornace di famiglia, alla quale, impolverato di segatura e sudato per il troppo calore, dettava i tempi di cottura, alimentando la camera di combustione con trucioli e legna. Come i genitori di Gino che a tavola utilizzavano le molliche di pane per farne piccoli fiorellini e animaletti, mentre lui ammirava le gocce di cera scorrere copiose lungo la candela. Da lì nacque l’idea di utilizzare la cera al posto della mollica per creare composizioni policrome di frutta e verdura destinata alle scenografie e alle figure del presepe napoletano. L’amore del padre di Angela,
che ha dedicato la vita alla cura del suo agrumeto, accarezzando giorno per giorno quelle piante, alle quali, come un dottore curava, ogni ferita. Solo quando era proprio necessario, lui decideva di togliere una vecchia pianta per far posto a una giovane... E’ proprio vedendo il tronco sofferto di una di quelle piante estirpate che Angela decise di creare la sua prima scultura, un Cristo sofferente. Valentino, da quando ha lasciato il suo laboratorio da pasticciere, si dedica al suo giardino e all’arte. Utilizza vecchi attrezzi agricoli ed altri oggetti per creare vere e proprie opere d’arte, mediante le quali racconta il mondo visto con i suoi occhi. Rosanna, innamorata della natura, invece, ricicla quei rifiuti che deturpano l’ambiente, che, considerati scarti, nelle sue abili mani diventano materia per creare opere artigianali. Giuseppe, oggi, a 78 anni, finalmente può dare sfogo alla sua passione: “cacciare” da legni apparentemente solo da ardere, oggetti utili e belli. Tanti, come Wolfe, raccontano dell’importanza delle botteghe, come quella del nonno Eugenio ò turnier. Il suo ricordo corre ai Natali
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di tanti anni fa, quando quella bottega si trasformava in una fabbrica di giocattoli. Sarà per questo che oggi Wolfe continua a “giocare” col legno, creando e inventando opere di grande pregio. C’è chi ha raccontato di lavori antichi sempre più rari, come la tradizione del tombolo, alla quale, attratta dal “pirillio” (il suono tipico dei fuselli) Maria Luigia si è avvicinata alla soglia dei quarant’anni, e, nonostante da allora ne siano passati trenta, continua ancora ad “apprendere”. Ecco Lina, che condivide sul gruppo una pagina del suo diario, parlandoci degli incontri “umani” e “gastronomici” che fa ogni giorno, lavorando al restauro di facciate di chiese e palazzi. Sembra di vederli quei personaggi, la signora che discute con i figli, i ragazzi che tirano calci ad un pallone, sembra di sentirlo il profumo della pizza cotta nel forno a legna, quello delle brioches della pasticceria nel vicino vicoletto, quello della salsedine spinta dal mare.Quel mare che Massimo ha iniziato a navigare dopo aver studiato all’Istituto Nautico di Piano di Sorrento prima di capire che non era quella la vita che voleva fare, interessato più ad un lavoro che non intaccasse la sua libertà. Così, vista la sua creatività cominciò a realizzare bigiotteria e a venderla per strada. Quella strada oggi è un lontano ricordo, perché dopo aver scoperto il legno e il vetro, da anni nella sua bottega realizza vere e proprie opere d’arte. La strada, anzi le “stradine”, però, sono il pane quotidiano di Nino, un artigiano particolare. Una guida che studia le arti e i mestieri di questa terra, osservando soprattutto le gesta degli artigiani, mettendo assieme tutte quelle emozioni per creare momenti “sensazionali” che coinvolgano i suoi ospiti. Le stesse emozioni che ha provato Daniela nel ricevere quei piccoli pezzetti di pizzo a tombolo arrivati a lei dalla Puglia, con i quali realizzare dei gioielli commissionati da un negozio d’arte. La stessa emozione che spero possa “avvolgere” te nel leggere le tante storie pubblicate nel gruppo Facebook “Una notte artigiana”.
Marcello Aversa
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FENDI SCEGLIE LA TARSIA DI ROBERTO E FRANCO STINGA
Antonino Siniscalchi
pER La “BaGUETTE” ICONICa BORSa NaTa NEL 1997 L
e sfumature del legno di noce e le delicate tonalità di acero, con l’arte senza tempo della tarsìa lignea, abbinati ad una prestigiosa griffe dell’alta moda internazionale. Una partnership, una collaborazione, che coniuga l’antica tradizione dell’artigianato sorrentino con un marchio di qualità consolidato a livello internazionale. Nell’ambito della linea «Hand in hand» (Mano nella mano), l’ambizioso progetto che omaggia la maestria dell’artigianato italiana, Fendi ha scelto una creazione realizzata dai fratelli Roberto e Franco Stinga, terza generazione di intarsiatori sorrentini. Un lavoro certosino, frutto di una lunga sperimentazione dei legni e dei disegni da trasferire nell’insieme di una borsa, un oggetto mai realizzato con queste caratteristiche, la «baguette Fendi», iconica borsa nata nel 1997. Roberto e Franco Stinga sono stati designati a rappresentare la Campania nella passerella della celebre maison internazionale di moda, attraverso le creazioni di 20 artigiani in rappresentanza di tutte le regioni italiane. «Su questo progetto – spiega Roberto Stinga, che per manipolare i legni con l’intarsio ha appeso al classico chiodo i guanti di portiere del Sorrento – abbiamo lavorato quasi un anno. Una delegazione della Fendi è venuta a visitare il nostro laboratorio, curiosando
nei dettagli le tecniche di lavorazione e la scelta dei materiali. Quando ci hanno comunicato di aver superato questa sorta di esame, abbiamo cominciato a pianificare la realizzazione della “baguette”. Complice anche il lock down, abbiamo accantonato la lavorazione degli oggetti tradizionali, come carillon e quadri, per concentrarci sulla migliore fattura dell’intarsio, così come avevamo prospettato alla Fendi». Il fascino dell’antica bottega dell’intarsio sorrentino, ereditato da Roberto e Franco dal padre Aniello, una famiglia votata a consolidare una tradizione generazionale alla quale si era dedicato anche l’altro fratello, Giovanni, prematuramente scomparso. «In una fase di crisi consolidata del nostro settore – aggiunge Franco Stinga – confidiamo in questa iniziativa per porre le basi di un rilancio della antica tradizione che conserva intatte le sue caratteristiche di lavorazione e di scelta dei materiali, con idee innovative che si allontanano dai tradizionali oggetti dell’intarsio, aprendo nuove opportunità per scongiurare una caduta irreversibile del nostro comparto». «Questa unica #FendiBaguette – spiega una nota dell’azienda - è realizzata con “briar root” di provenienza locale e acero dal laboratorio di legno Stinga Tarsia, utilizzando la rinomata tecnica di intarsio Tarsia Lignea Sorrentina». L’obiettivo di questa iniziativa è finalizzato a reinterpretare la «Baguette», creata nel 1997 da Silvia Venturini Fendi, direttrice creativa delle collezioni Uomo e Accessori, «promuovere un patrimonio vivo e riconoscere talenti troppo spesso lasciati nell’ombra». Un progetto inedito che la stilista desidera ampliare sul piano internazionale per omaggiare i migliori artigiani di tutto il mondo. «Ogni borsa è speciale - afferma Silvia Venturini Fendi - perché sono proprio le imperfezioni tipiche dell’artigianato che ne plasmano la bellezza intrinseca. La moda spesso si concentra sullo stilista, ma io penso che sia giunto il momen-
to di omaggiare la comunità di artigiani che si cela dietro a queste creazioni straordinarie». In occasione della sfilata autunno-inverno 2020-2021 è stata presentata la prima borsa dell’iniziativa, frutto della collaborazione tra gli artigiani Fendi e quelli del laboratorio fiorentino Peroni. Su questo filone si inserisce la creazione della baguette made in Venezia, con il tessuto è filato a mano su telai di legno del XVIII secolo, fino alla tarsìa lignea di Sorrento. La Fendi Baguette è realizzata con pannelli in radica di legno rivestiti con motivo a intarsio e il logo FF in acero.
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ACCORDO TRA FEDERALBERGHI, REGIONE CAMPANIA E ASL NA3 SUD
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dalla Redazione
IN pENISOLa SORRENTINa VIa aLLE VaCCINaZIONI aL pERSONaLE aLBERGHIERO F
ederalberghi Penisola Sorrentina ha siglato un protocollo d’intesa con la Regione Campania e con l’Asl Napoli 3 Sud per la somministrazione, a proprie spese, di vaccini anti-Covid al personale delle imprese turistiche aderenti. Tale protocollo aziendale rientra nelle specifiche del piano vaccinale nazionale ribadito dal Cdm del 6 aprile scorso. In base all’accordo, Federalberghi Penisola Sorrentina ha individuato una struttura, tale da consentire accessi scaglionati e dotata di spazi idonei, nella quale i soggetti che avranno volontariamente aderito potranno vedersi somministrato il vaccino da personale sanitario convenzionato. La struttura sarà attrezzata in modo tale da consentire anche la permanenza post-vaccinale, gestire eventuali complicanze e registrare i dati dei lavoratori immunizzati. La fornitura dei vaccini sarà a cura del Servizio sanitario regionale, in base alla disponibilità. Una cabina di regia formata da due rappresentanti di ciascuno dei tre enti firmatari del protocollo, infine, curerà l’organizzazione complessiva, definirà i criteri di svolgimento delle attività, provvederà al monitoraggio
delle vaccinazioni e alla rimodulazione del piano che dovesse rendersi necessaria a fronte dell’evoluzione dello scenario epidemiologico o del cambiamento degli indirizzi forniti da Governo e Regione. «Questa iniziativa, svolta in sinergia con la Regione Campania e l’Asl Napoli 3 Sud che ringrazio
per la grande disponibilità, contribuirà ad accelerare la campagna vaccinale sul nostro territorio – sottolinea Costanzo Iaccarino, presidente di Federalberghi Penisola Sorrentina – e a garantire la sicurezza del personale delle imprese aderenti prima ancora che degli ospiti ai quali, tra l’altro, i nostri associati
daranno la possibilità di sottoporsi a tampone all’arrivo e alla partenza dall’albergo. L’auspicio è che anche gli operatori attivi negli altri rami del comparto turistico regionale prendano spunto dal protocollo di Federalberghi per organizzare analoghe campagne vaccinali per i propri associati».
INFO-pOINT SULLa CaMpaGNa VaCCINaLE A
Villa Fondi, a cura del Forum dei Giovani di Piano di Sorrento, d’intesa coi sindaci di Piano di Sorrento: Vincenzo Iaccarino, di Sant’Agnello: Piergiorgio Sagristani, di Meta: Giuseppe Tito e di Sorrento: Massimo Coppola, è attivo un info-point preposto a fornire tutte le indicazioni sulla campagna vaccinale, sulle convocazioni e sugli aggiornamenti inerenti il distretto sanitario dei comuni della penisola sorrentina. Il servizio è attivo: Lunedì: dalle 14:30 alle 18 Martedì - Venerdì: dalle 10 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 18 Sabato: dalle 10 alle 13:30 Il recapito telefonico da contattare è
331 2690026.
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IL CENTRO PANE
DI PIANO DI SORRENTO IN CONVENZIONE CON LA REGIONE CAMPANIA
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n costiera sarà possibile, finalmente, sottoporsi ad esami diagnostici per immagini usufruendo delle risorse previste dall’accreditamento con una struttura medicale privata. È stata formalizzata, infatti, la convenzione tra la Regione Campania e il Centro di diagnostica per immagini Pane, di via Bagnulo. Le prestazioni sanitarie saranno gravate dal solo ticket conseguente all’esame richiesto. Il Centro Pane, infatti, è la prima struttura della Costiera accreditata dal servizio sanitario regionale per esami radiologici e similari. Presso il laboratorio diagnostico di Piano di Sorrento è possibile sottoporsi a radiografie, ecografie, tac multistrato, Moc Dexa ed esami con mezzi di contrasto. Il Centro Pane è dotato, inoltre, di risonanza magnetica ad alto campo di ultima generazione, installata dalla Siemens per la prima volta in Italia, proprio a Piano di Sorrento. L’apparecchiatura consente di sottoporsi all’esame limitando al massimo il disagio generato dalla strumentazione chiusa e con una minore rumorosità. «Tutte le nostre apparecchiature solo le più evolute ed innovative in campo diagnostico - spiega Francesco Pane -. I medici specialisti e i tecnici sanitari sono scelti per la loro competenza e provata esperienza e credono fortemente in una relazione medicopaziente basata sull’ascolto e sulla spiegazione chiara della diagnosi. Lavorano in sinergia per assicurare a chi si rivolge a noi il percorso diagnostico più appropriato, e ove necessario, accompagnarlo nella scelta dell’orientamento terapeutico più idoneo».
VINCENZO ERCOLANO
NUOVO PRESIDENTE DI CONFCOMMERCIO. SUCCEDE A NATALINO ATTARDI
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er pianificare iniziative e programmi verso la tanto auspicata ripartenza delle attività locali, il consiglio direttivo di Confcommercio Sorrento-Imprese per l’Italia ha rinnovato, con la nomina del nuovo presidente, le altre cariche sociali per il prossimo triennio. Al vertice dell’organizzazione dei commercianti sorrentini approda Vincenzo Ercolano, titolare di un bar nel centro storico. Succede a Natalino Attardi, al quale va riconosciuto il merito di aver contribuito al rilancio della sezione di Confcommercio ampliando le adesioni e attuato una costante sinergia con l’amministrazione comunale e le altre organizzazioni territoriali in una fase complessa e difficile in tempi di crisi. Negli ultime tre anni, infatti, gli aderenti hanno raggiunto la considerevole quota di oltre 200 iscritti. «Stiamo attraversando un momento particolarmente difficile per le nostre attività – spiega il neo presidente di Confcommercio Sorrento -. Con questa premessa, dobbiamo moltiplicare il nostro impegno per pianificare iniziative a sostegno dei nostri associati per poter concretizzare iniziative e programmi che dovranno sostenere la tanto auspicata ripartenza». Il consiglio direttivo di Confcommercio ha deliberato, inoltre, l’attribuzione delle altre cariche operative. Vicepresidente: Fiorella Serpico; segretario: Susy De Angelis; consiglieri: Natalino Attardi, Nello Cappiello, Rosanna Cipriani, Adele Manzo e Daniela Piscopo. «Abbiamo le idee chiare – aggiunge Vincenzo Ercolano -. Sulla scia del lavoro sinergico attuato negli ultimi tre anni, dobbiamo consolidare il progetto dei nuovi piani del commercio sul territorio. Siamo pronti a partire con lo sportello destinato ad accogliere le istanze degli associati presso la nostra sede di via San Nicola, operativa dalle ore 9.30 alle 13. Speriamo di poter avere il sostegno adeguato per attuare le nostre esigenze operative per la ripartenza. In quest’ottica abbiamo avviato contatti con le istituzioni per sottoscrivere un protocollo per le vaccinazioni finalizzato a rendere il nostro comparto Covid-free».
MASSA LUBRENSE.
COSTITUITA L’ASSOCIAZIONE RISTORATORI
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essanta operatori uniti per affrontare l’emergenza e impostare gli obiettivi per il rilancio di un comparto che rappresenta un settore trainante dell’economia del territorio. Con queste premesse, è stata costituita la Arl-Associazione ristoratori lubrensi. Il presidente Francesco Gargiulo, titolare dell’«Antico Francischiello», nel rappresentare l’impegno sistematico nell’attuazione delle norme sanitarie anti Covid, sottolinea le notevoli difficoltà finanziarie che investono il settore. «Distanziamento tra i tavoli e rispetto del numero dei commensali. Inutile, comunque, garantire la sicurezza del cliente senza poter ospitare commensali a pranzo o a cena». Il persistere della «zona rossa» rischia di generare il collasso di aziende storiche che hanno caratterizzato negli anni un settore che annovera ristoranti stellati e locali ultracentenari. «Il nostro appello - aggiunge Francesco Gargiulo - è finalizzato alla concessione di una proroga del pagamento di imposte e tasse, con una rinegoziazione dei versamenti con decorrenza dal 2022. Stiamo attraversando una fase difficile, peraltro, senza prospettive concrete di una ripresa a breve termine . L’anno scorso abbiamo lavorato circa tre mesi. Nel 2021, in pratica, dobbiamo ancora partire». Il Consiglio Direttivo della neonata associazione è formato da: - Presidente Francesco Gargiulo dell’Antico Francischiello - Presidente onorario Antonino Mazzola di La Torre One Fire - Vice presidente Domenico De Gregorio di Lo Stuzzichino - Vice presidente Sergio Fontana di Il Cantuccio - Tesoriere Francesco Gargiulo di Riccardo Francischiello - Vice tesoriere Raffaele Mastellone di La Tavernetta - Segretaria Amelia Mazzola di La Torre One Fire - Vice segretario Nicolò F.co Astarita di Enoteca Tutt’Appost In segreteria: - Domenico Mollo di Mary’s Beach - Rosa Andreone di Maria Grazia - Alfonso Caputo di Le Sirene - Lucio Esposito di Da Francesco.
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Antonino De Angelis
PROTAGONISTA NEGLI ANTICHI ARANCETI
La DONNa SORRENTINa EMBLEMa DELLa BELLEZZa S
i può ben dire che col XIX secolo, che si annunciava all’insegna del ‘progresso’, la penisola sorrentina, nell’area della Piana ad oriente di Sorrento, fosse più simile ad un grande parco naturale ornato da ville e giardini di delizia che ad un ambito agricolo abitato soprattutto da contadini dediti ai lavori della campagna. Una piccola Conca d’Oro come quella più grande di Sicilia fondata dagli arabi molti secoli prima. A Sorrento gli aranceti organici ed estesi risalgono alla seconda metà del Settecento quando ebbero inizio i grandi lavori di sistemazione dei terrazzamenti cinti dagli alti muri di tufo. Parlando di agrumi e di agrumeti sulle costiere di Sorrento e Amalfi non è possibile non riferirsi e ricordare il ruolo decisivo delle donne e del loro lavoro spesso durissimo. Si pensi alle donne della costiera di Amalfi, cariche di ceste e casse di limoni su e giù per gli impervi sentieri e scalinate fra le rocce. Si pensi alle centinaia di giovani fanciulle, anche in penisola sorrentina, impegnate nei ‘magazzini’ di lavorazione a selezionare, incartare e sistemare i frutti nelle casse di varie dimensioni da trasportare sulle navi all’ancora in partenza per gli Stati Uniti, il Canada ed il Regno Unito nonché sui carri ferroviari diretti verso i paesi del Nord Europa. Nel commercio degli agrumi le donne hanno lasciato il segno; anzi vi hanno lasciato l’immagine, quella impressa sulle coloratissime carte da imballo, nelle marche incise sulle casse, cartoline e locandine pubblicitarie, un omaggio dovuto sia alla loro dedizione da protagoniste che alla loro bellezza. Infatti, diversamente dalle altre regioni d’Italia, nella pubblicità degli esportatori sorrentini prevale l’uso dell’immagine femminile, figura eletta ad emblema della bellezza dei luoghi e dei frutti. Un’immagine peraltro già enfatizzata dalle poesie, dalla letteratura e dalle canzoni; ricordiamo in proposito la bella Carmela ’e Foremura, ragazza sorrentina musa ispiratrice di Ernesto De Curtis delle bellissime canzoni
preziosi ricami, intagliatrici di pietre per gli eleganti costumi, tessitrici di sontuose sete e broccati con speciale evidenza e ottimi risultati anche in cucina dove hanno espresso il meglio Carmela e ’A Picciotta oltre che di Torna a Surriento. Si chiama Ida, la figlia dell’esportatore Andrea Reale, è lei che presta la sua immagine alla marca della specialità della Casa: La Bella Ida appunto. Essa fa il paio con la Bella Sorrentina della ditta di Tommaso Iaccarino; ed è sempre una bella contadina quella che cavalca l’asinello gravato di gerle piene di arance e limoni nel marchio di Casa Ciampa. Se ne contano in gran numero anche nei cataloghi delle aste battute sulle ‘piazze’ più lontane: da New York a Montreal, da Londra a Copenaghen, da Amburgo e giù nel Mar Nero fino a Odessa, Dopo il secondo dopoguerra soccorrono i nuovi mezzi di comunicazione pubblicitaria per cui accanto ai messaggi a stampa arriva anche l’arte cinematografica. Per consolidare la fiducia dei loro acquirenti-consumatori i commercianti tedeschi decidono di produrre specifici documentari per riprendere e mostrare, la bontà del prodotto a partire dalla coltivazione, il ciclo della produzione all’interno degli agrumeti e quello della lavorazione nei ‘magazzini’ eseguita dalle donne, fino alla spedizione dei frutti nel loro paese. Ancora una volta anche in questa occa-
sione il motivo conduttore è la bellezza delle donne associate al fascino della ‘divina costiera’. Nel film ‘Orangen und Zitronen aus Sorrent’ (1948) le fanciulle della Piana sorrentina sono riprese fra i rami degli agrumi intende alla raccolta dei frutti ed in rilassante passeggiate fra le stradine dei borghi. L’estro e la creatività delle donne sorrentine tuttavia si è manifestato soprattutto fra le mura domestiche quali creatrici di
della loro capacità e grazia nella preparazione di saporose prelibatezze realizzate, appunto, grazie agli insegnamenti delle loro madri e delle loro nonne con le ricette dell’antica tradizione locale sia nella gastronomia che nella pasticceria e quindi, naturalmente, gli sciroppi, i rosoli, e i liquori. A cavallo della seconda metà del Novecento v’è da registrare il tentativo di preparare perfino i profumi estratti dai bianchi fiori di arancio.
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dalla Redazione
A MAGGIO L’EDIZIONE 2021
pREMIO NaZIONaLE SIRENa D’ORO DI SORRENTO S
aranno 20 Capi Panel nazionali a giudicare gli oli DOP e IGP delle 102 aziende finaliste del Premio. I Capi Panel provengono da tutti gli areali olivicoli nazionali. Sono stati selezionati dal Segretario della Giuria Professore Giovanni Pipolo e già hanno ricevuto l’invito. Una volta verificata la loro disponibilità inizieranno i lavori il giorno 12 Maggio per la preselezione, mentre le categorie di appartenenza (fruttato leggero, medio e intenso) verranno assegnate dal 17 al 19 Maggio. La fase finale sarà tra il 20 e il 22 Maggio. I campioni in assaggio verranno somministrati ai Capi Panel in maniera totalmente anonima mediante l’attribuzione di codici alfanumerici agli oli da parte della componente notarile del Comitato Organizzatore. Sul sito www.sirenadoro.it saranno disponibili le singole schede di valutazione per l’assaggio dei campioni di ogni areale con i relativi descrittori dei parametri sensoriali di specificità dell’olio extra vergine a DOP o IGP. La scheda di valutazione è stata appositamente redatta per ogni areale tenendo conto del disciplinare di produzione; in particolare i punteggi parziali che gli assaggiatori attribuiranno agli oli partecipanti riguarderanno l’attinenza del campione alla vista (colore), all’olfatto (fruttato), al gusto (fruttato, amaro, piccante), al gusto/olfatto (armonia, complessità, persistenza). Ciascuna di queste attinenze da luogo ad un punteggio parziale regolato entro i limiti previsti e concorrerà alla fine al punteggio finale che ogni singolo assaggiatore Capo Panel attribuirà agli oli; oltre ad una sintetica descrizione organolettica del campione con la descrizione delle sensazioni di gusto. Così operando verranno rispettati tutti i disciplinari di produzione salvaguardando le tipicità degli oli, frutto della memoria secolare della civiltà contadina, che hanno selezionato le varie cultivar adattan-
dole alla morfologia e alla climatologia dei territori. L’analisi sensoriale degli oli a DOP o IGP richiede una grande esperienza di assaggio e il tempo necessario per la loro corretta valutazione. Un assaggiatore Capo Panel deve essere messo nelle migliori condizioni per operare; è il tempo l’artefice principale di un giudizio severo ed imparziale; nelle due sedute giornaliere di assaggio non è consigliabile
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sottoporre più di 25/30 campioni in assaggio e tra le varie fasi il Segretario della Giuria valuterà la sequenza degli assaggi. L’edizione 2021 del Premio Nazionale riservato agli oli DOP e IGP italiani indetto dal Marchio Sirena d’Oro di Sorrento non è un progetto di pochi o di un apparato ma di tutti quelli che a vario titolo, da tutta Italia, hanno dato il loro contributo alla sua affermazione. In primis i produttori partecipanti.
Cap. S. L. C. Luigi Milano - Organizzatore Sirena d’Oro - cell. +39 3395998765 Chiara Iaccarino - Segreteria Organizzativa Sirena d’Oro - cell. +39 3456334611 sirenadoro.it
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L’ATTUALITA’ ASSOLUTA DEL PENSIERO POLITICO DI SPINOZA
DEMOCRaZIa E LIBERTa’ IN pERICOLO NEL NUOVO SaGGIO DI RICCaRDO pIRODDI 1. Che le democrazie, presi-
denziali, semipresidenziali e parlamentari siano in pericolo e che la libertà di pensiero e di parola sia minacciata non solo nei risorgenti regimi totalitari, militari o paraideologici, e nelle autocrazie personali, sempre più minacciosamente in espansione, ma persino nei regimi pseudodemocratici e paracostituzionali, risulta testimoniato, in questo tormentato esordio del terzo millennio, dalla cronaca quotidiana, sempre più drammatica. Sarebbe lungo, in questa sede, fare un elenco delle persecuzioni, degli imprigionamenti strumentali e degli omicidi politici di chiunque, sia esso un esponente della stampa, di un movimento o un semplice cittadino, diventato una vittima sacrificale per aver osato esprimere la propria critica legittima, forte e determinata, verso un potere politico, sempre più intollerante, ottuso e violento nella difesa del proprio status governante, dei propri privilegi e delle proprie corruttele sistemiche! Una difesa, di frequente, ammantata di disvalori, ben propagandati, di patriottismo, di sovranismo, di nazionalismo e di efficientismo, nonché disseminata di persecuzioni verso minoranze di razza, di religione e di genere, presentate come una minaccia, interna o esterna, alla rispettiva identità di popolo. Come nel triste passato, ma con una insidia in più, più potente e sofisticata: gli strumenti di comunicazioni di massa, trasformati da veicoli di libertà in mezzi di manipolazione delle coscienze e di subdola propaganda, attraverso notizie false, atte anche a subornare il libero esercizio del diritto di voto, laddove ancora garantito. Il passo verso nuovi imperialismi, regionali o globali, è breve e il precipizio, se nulla cambia, verso nuovi conflitti, tra le grandi potenze, conflitti senza ritorno, non lontano. Ciò che più colpisce e amareggia, tuttavia, appare l’indifferenza generale, generata anche dall’impotenza di quelle organizzazioni internazionali, poste, dopo il secondo conflitto mon-
diale, a presidio della libertà e della pace. Che si levi ancora, in questi tempi perigliosi, qualche voce solitaria, nel campo della speculazione scientifica, con il ritorno alla lezione, sempre attuale, dei grandi maestri del pensiero politico moderno, sulla libertà di pensiero e di azione, come finalità suprema del potere costituito e dello Stato, non solo conforta, ma assume un significato che va oltre la testimonianza culturale personale e assume un particolare significato, un senso di residua speranza. 2. “Che senso può avere una ricerca su Spinoza alla fine del secondo decennio del secolo XXI?”, si chiede, infatti, Claudio Vasale, eminente studioso di dottrine politiche, nella prefazione al volume di Riccardo Piroddi, “Baruch Spinoza: Poli-
tica, Libertà. Un compendio”, di recente pubblicato da Eurilink University Press, casa editrice dell’Università degli Studi “Link Campus University” di Roma, dove Piroddi è docente di Storia del pensiero politico. Domanda lecita, se si tiene presente l’interesse per il filosofo olandese, testimoniato dalla traduzione delle sue opere in italiano intorno agli anni ’70 del secolo scorso e “sollecitato – aggiunge Vasale – dal dibattito sul processo di razionalizzazione e di secolarizzazione che finì per investire il costume e, in genere, la vita quotidiana dopo lo slancio impresso dalla ‘ripartenza’, segnata dal ‘miracolo economico’ e politico”. Il saggio di Piroddi, giustamente sottotitolato “compendio”, considerata la mole e il portato del pensiero politico di Spinoza (1632-1677), si propone di esaminare il con-
cetto di libertà, da porsi in due ambiti, quello religioso e quello civile, ritenuta dal filosofo necessaria, prima che utile, alla vita dell’uomo, come singolo e in società. L’Autore si è dedicato a questa indagine rapportandosi costantemente con il filosofo, con la sua esistenza, con il suo modo di sentire e con le sue opere, esponendone i contenuti con chiarezza, per proposizioni e dimostrazioni, strumenti propri dell’originale argomentare spinoziano. Ha inteso “conversare”, principalmente, con l’“Ethica dimostrata secondo l’ordine geometrico”, con il “Trattato teologico-politico” e con il “Trattato politico”. Per comprovare il bisogno e l’efficacia della libertà (non soltanto nell’ambito della dottrina spinoziana!), ha trattato delle passioni umane e della schiavitù alla quale queste riducono l’uomo non guidato dalla ragione; della potenza della superstizione religiosa, che rende l’uomo ignorante una marionetta nelle mani dei pregiudizi dei teologi e dell’intolleranza delle autorità ecclesiastiche, e del processo di purificazione che ne conduce all’affrancamento; della certezza che in uno Stato, retto da princìpi conformi alla ragione, la libertà sia necessaria alla conservazione di esso e all’esistenza dei cittadini e, infine, che sia “lecito a chiunque di pensare quello che vuole e di dire quello che pensa”, come recita il sottotitolo del capitolo XX del “Trattato teologico-politico”. Proprio su questo ultimo punto, anche per dare risposta alla domanda posta da Vasale, è d’uopo soffermarsi, dialogando direttamente con l’Autore, il quale, riportando quanto sostiene Spinoza, scrive che il diritto naturale individuale non sia mai del tutto alienabile dalla suprema autorità e tra i diritti inalienabili, ossia quelli che, se tolti, viene meno la stessa natura umana, vi sia quello di pensare e di giudicare secondo il proprio modo di sentire e di dire quello che si pensa. Ma, poiché con i pensieri e, soprattutto con le parole, si può ledere la pubblica utilità, è necessa-
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Raffaele Lauro rio stabilire i limiti della libertà che a ciascuno può essere concessa. Per garantire la libertà è necessario che ciascuno rinunci al diritto di agire contro le sovrane podestà. Tuttavia, è lecito, comunque a ciascuno, senza lederne il diritto, pensare e giudicare e, quindi, anche parlare, contro i loro decreti, a patto che questi parli e insegni soltanto. Il secondo limite che il filosofo impone alla libertà di pensiero e di parola consiste nel fatto che non si professino idee dalle quali possa derivare immediatamente la rottura del patto sociale. Stanti queste due condizioni, può e deve essere riconosciuto a tutti il diritto naturale di pensare e di dire liberamente ciò che si vuole, per la stessa sicurezza dello Stato e della religione. Non vi è nulla di più sicuro per lo Stato del fatto che la pietà e la religione consistano esclusivamente nell’esercizio della giustizia e della carità, che il diritto delle supreme autorità,
sia in materia religiosa che in quella civile, venga limitato alle azioni e che, dunque, sia consentito a ciascun cittadino, non solo di pensare tutto ciò che vuole ma di dire tutto ciò che pensa! Il fine ultimo dello Stato, dunque, è la libertà. 3. Ecco, quindi, perché ha certamente senso una ricerca su Spinoza oggi, per la forza del messaggio, lanciato 350 anni fa, ma sempre attuale. Nel nostro mondo occidentale, almeno da settant’anni, gli Stati hanno fondato la loro essenza sulla libertà, garantendola alla maggior parte dei cittadini. Eppure, in un mondo nel quale un po’ dovunque il danaro ha rubato il posto alla coscienza, dove ancora si muovono guerre a popoli ignari delle perverse logiche del potere e nel quale, col paravento della religione, si mascherano sordidi interessi, questa nostra civiltà mostra tutti i suoi grandi limiti. Proprio, quindi, per tentare di valicare questi limiti e per dare giova-
mento alla società civile, Spinoza viene in soccorso, soprattutto per la grande lezione che ha lasciato alla posterità: esempio impeccabile di tolleranza e di rispetto, teorico del diritto alla libertà di pensiero e di parola, seppure, comunque, conscio delle limitazioni di questa. Come il filosofo Gotthold Ephraim Lessing, nel 1781, il quale, in punto di morte proclamò la sua dichiarazione di spinozismo, anche Piroddi, in conclusione del saggio, raccogliendo il lascito spinoziano, dichiara: “Scelsi, nell’irruenza che caratterizza gli anni giovanili, il partito di Spinoza, il partito della vera libertà, fondata sul rispetto, sulla tolleranza, sul fatto che l’altro possa essere “mihi Deus”. Scelsi anche di combattere la mia rivoluzione correndo pubblicamente il rischio dell’intelligĕre. Quell’intelligĕre che mi ha portato e che mi porta a tentare di comprendere le azioni degli uomini e non a giudicarle, quell’intelligĕre che mi ha fatto soffrire e che mi fa sof-
frire, ma capire, quanti insultano le mie idee perché differenti dalle loro, quell’intelligĕre che mi ha rattristato e che mi rattrista ma mi lascia comprendere quanti mi emarginano, perché non credo in ciò in cui essi credono. Oggi, dopo vent’anni, le mie bandiere recano ancora l’effige di Spinoza e la tessera del mio partito la sua firma. Oggi, dopo vent’anni, ancora scelgo, quotidianamente, l’intelligĕre e la libertà!”. Queste parole rappresentano lo spirito che anima il saggio e sono la chiara cifra della grandezza imperitura del pensiero di Baruch Spinoza! 4. Una lezione di imperitura attualità, ma vitale in tempi, come i nostri, nei quali le democrazie sono in pericolo, le intolleranze appaiono crescenti e la libertà di ciascun cittadino del mondo “di pensare tutto ciò che vuole e di dire ciò che pensa” risulta minacciata, concussa e, non di rado, pagata con prezzo della propria vita.
La GRaNDE ONDa DIVENTa aSSOCIaZIONE E CONSOLIDa IL SUO IMpEGNO a DIFESa DELL’aMBIENTE “L
a Grande Onda”, il gruppo civico ambientalista attivo sul social Facebook dal 2015 - dopo anni di battaglie per la tutela del mare e delle coste della penisola sorrentina da qualche mese si è costituito in associazione. Un passo importante, deciso per dare maggiore autorevolezza alle attività a favore dell’ambiente già intraprese in questi anni: La Grande Onda, grazie agli oltre tredimicila iscritti al gruppo social, dopo la battaglia vinta per l’entrata in funzione dell’impianto di depurazione di Punta Gradelle, è riuscita ad organizzare un puntuale sistema di monitoraggio per smascherare i reati ambientali ai danni del mare, dando vita ad un vero e proprio osservatorio sullo stato delle acque della penisola sorrentina. Laura Cuomo, storica fondatrice del gruppo e oggi presidente della associazione, ha scelto per la sua associazione un direttivo tutto al femminile: a ricoprire la carica di vicepresidente Serena Pane - commercialista giornalista e sociologa. Nel direttivo anche Serena Abbondandolo, fondatrice dell’Associazione CompletaMente e referente del Premio GreenCare Penisola Sorrentina e la napoletana Luciana Ferraro, geologa e ricercatrice presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), la cui presenza lascia trasparire una apertura sul mondo della ricerca e la volontà della neo associazione di uscire dai confini della penisola sorrentina. Infine la giovanissima Maria Francesca Buonocunto, iscritta alla facoltà di Medicina, delegata alla sezio-
ne giovanile dell’associazione. Emblematica, anche per comprendere i futuri orientamenti dell’Associazione, la scelta dei due auterevoli nomi dei soci onorari. La ricercatrice Francesca Santoro, membro della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO è responsabile delle attività di educazione all’oceano (ocean literacy) e comunicazione delle scienze del mare. Attualmente in Italia è tra le donne più impegnate a divulgare i principi che regolano le Scienze del mare, al fine di conoscerlo meglio per salvaguardarlo. L’Avvocato agropolese Gerardo Spira, esperto in diritto amministrativo, in qualità di segretario comunale del Comune di Pollica ha sostenuto con la sua grande competenza giuridica il progetto politico di Angelo Vassallo - il Sindaco pescatore. Gerardo Spira ha contribuito a rendere il piccolo paese cilentano, un modello mondiale di sviluppo virtuoso, fondato sulla tutela delle risorse ambientali.
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I LIBRI DEL MESE
- TORCa, FaTTI E pERSONE D’aLTRI TEMpI - pUNTI DI VISTa - SaNGUE FaTUO
ToRcA. FATTI E PERSonE D’ALTRI TEmPI
di Angelo Terminiello
La storia del borgo collinare di Massa Lubrense dal XVI al XIX Secolo Torca è una piccolo paese collinare, nel comune costiero di Massa Lubrense, affacciata sul golfo di Salerno, di fronte alle isole Li Galli di Positano. Uno dei “figli” figli di questa amena località con tale splendido panorama. Angelo Terminiello, si è dedicato alle ricerche sulla storia più antico del suo paese. Così, dopo avere pubblicato un libro intitolato “Confraternita del SS Rosario e di San Filippo Neri di Torca”, ecco un altro volume interessante: “Torca – Fatti e persone d’altri tempi”. L’autore si è soffermato questa sugli eventi più significativi che il borgo lubrense, da cui si può discendere fino al mare e alla
spiaggia di Crapolla, ha vissuto nell’arco temporale tra il 16.mo e il 19.mo secolo. E’ giunto a una conclusione ricca di significati: Torca, 1.400 abitanti, ha una sola “anima”. Andando a ritroso nel tempo i “torchesi” hanno sicuramente un capostipite comune, quasi tutti abitanti di oggi hanno un po’ dello stesso sangue. Torca – per l’autore – è una comunità-famiglia in cui, per evitare matrimoni tra consanguinei troppo vicini come parentela, avvengono matrimoni con persone non del luogo che apportano nuova linfa. Di qui l’osservazione che ogni evento, una fatto lieto o una disgrazia coinvolge direttamente tutti perché, in fondo, ci sono legami stretti. C’è l’orgoglio di condividere la coesione dei suo compaesani in Terminiello, ricordando che, in passato, chi aveva la fortuna di lavorare nella vicina Napoli, capitale del Regno delle due Sicilie, diventava un riferimento per la comunità, un paggio, aiuto, ma rimaneva forte il collante tra i “napoletani di Torca” e il loro luogo di origine che ha tuttora come simbolo la locale chiesa parrocchiale di San Tommaso Apostolo. Così’, nel libro, si ricordano gli eventi che videro i torchesi difendere il Monte di Torca o la Marina di Crapolla, gli antichi litigi con Massa Lubrense che, dopo la sua costituzione in Comune autonomo, sotto la sua amministrazione il piccolo borgo. Della indipendenza nel passato resta, per Torca, l’orgoglio della sua identità.
PunTI DI vISTA
di Martine Vanderschueren Nel racconto la quotidianità di Roberta “Non sono una scrittrice, scrivo per passione e per divertirmi”. Così, in sintesi, Martine Vandershueren spiega come è arrivata alla pubblicazione del libro intitolata “Punti di vista”, edito per i tipi della You print, in cui la protagonista, Roberta, racconta la sua vita quotidiana e i suoi problemi. L’autrice, nata in Belgio nel 1956, all’eta di 29 anni si è trasferita in Italia e da allora abita felicemente a Sorrento che è diventata la sua città di adozione, pur rimando sempre legata alla sua terra natale. Sposata, tre figli, lavora in un’agenzia di viaggi, ama tour e le escursioni. La protagonista del libro, Roberta è una cinquantenne divorzia che sola da quando il marito l’ha lasciata per un’altra donna e i figli si sono allontanati da casa, chi
Progetto grafico Gaetano Ercolano tipsorr@gmail.com
per lavorare chi per studiare. La sua vita tranquilla viene stravolta: all’improvviso, il passato accantonato e dimenticato si riaffaccia, rianima pensieri e semtimenti. Insomma, per Roberta, inizia un periodo molto travagliato e, proopio quando tutto sembra andare il verso giusto, una nuova minaccia si estende sul suo cammino. L’autroce fa raccontare a Roberta la sua vita come un diario che, di giorno in giorno, si arrichcisce della sue emozioni provate di fronte ai fatti che la coinvolgono. Una narrazione tenace e puntigliosa e, così, ogni capitolo, inizia con il luogo e l’indicazione temorale (giorno e solo il mese) degli avvenimenti narrati. Nel suo genere un libro interssante in cui, in particolare, si riflette la partecipazione intensa con cui ogni evento, ogni dialogo, ogni incontro, ogni momento della sua vita viene vissuto dalla protagonista. Un libro che sembra testimoniare come ogni persona sembra avare una doppia vita: quella legata materialemnte ai ai fatti e quella intima, vissuta dentro come riflesso delle vicende in cui si viene coinvolti e che sembrano cadere addosso.
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Aut. Trib. NA n. 3104 del 15.04.’82
Hanno collaborato Marcello Aversa, Nino Aversa, Antonino De Angelis, Giuliana Gargiulo, Raffaele Lauro, Gianni Siniscalchi Ufficio Stampa del Comune di Sorrento Fondazione Sorrento Associazione Peninsulart
EDIZIONE ONLINE SPERANDO DI ESSERE PRESTO DI NUOVO IN CARTACEO
Editrice Surrentum Viale Montariello, 8 - Sorrento www.surrentum.com - www.surrentum.net redazione@surrentum.net Direttore Responsabile Antonino Siniscalchi antoninosiniscalchi@gmail.com In Redazione Luisa Fiorentino e Mariano Russo
In copertina AL TRAMONTO Foto di Gianfarnco Capodilupo
Le collaborazioni alla rivista sono completamente a titolo gratuito
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Gianni Siniscalchi
le. Ha gestito focus group per analisi sociologiche e recensito testi universitari. Ha pubblicato un saggio, con Edisud Salerno, dal titolo Il movimento del Mosè. Ha partecipato a un progetto sociologico, Mediterraneo, scrivendo articoli online in merito. Ha poi abbandonato la realtà universitaria per insegnare storia e filosofia.
SAnGuE FATuo di Mariella D’andrea
Sangue fatuo è un romanzo articolato in venti capitoli, quasi fossero racconti, ma i personaggi si susseguono in generazioni e legami. Mariella D’Andrea, docente di Storia e Filosofia al Liceo Salvemini di Sorrento, è nata in provincia di Napoli nel 1979, si diploma al Liceo Scientifico Francesco Severi di Castellammare nel 1998, per poi continuare gli studi in scienze umane e filosofia, laureandosi a Salerno. Ha collaborato con il dipartimento di sociologia e la cattedra di Didattica genera-
Crudeli, abietti, immorali. Del tutto incapaci di provare sentimenti genuini come l’altruismo e la generosità, i Sechi sono i membri di una numerosa famiglia napoletana, nelle cui vene, mescolato al sangue, scorre un veleno che viene tramandato di generazione in generazione, una maledizione che infetta chiunque li circonda. Alcuni di loro vivono nella spasmodica attesa che sfortuna e dolore si abbattano sul prossimo, altri alimentano in continuazione la malata ossessione dell’approfittarsi di tutto e tutti. Solo una cosa accomuna questi perfidi individui: l’amore, ma solo per se stessi. Non tutti i Sechi sono però fatti di questa pasta: alcuni di loro conoscono i valori dell’onestà e della dignità, valori che devono essere salvaguardati dalla corrompente contaminazione dei loro parenti.
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Una new entry di sfavillanti bijoux della nuova linea di bracciali, nati dall’estro creativo del Ceo di Capri Guarda Silvio Staiano e realizzati da sapienti maestri artigiani, vanno ad aggiungersi alla Collezione MultiJoy. Il brand made in Capri, per la sua ultima novità, ha voluto ispirarsi alla luce proprio in questi giorni che chiudono il 2020, si tratta di una vasta gamma di bracciali vivaci, gioiosi, risplendenti di luce e di colore. Gli smalti sgargianti utilizzati richiamano proprio quello stile anni 70 che regnava a Capri, espandendosi poi in quella lavorazione anche che lanciò nel mondo in stile caprese. Oggetti preziosi con la peculiarità del lusso dove sono stati utilizzati gli smalti a fuoco e l’acciaio lavorato con tagli fini ed eleganti proprio come quelli di oggi Capri Watch ripropone utilizzando gli stessi elementi arricchiti, però, da un must della maison caprese: la “scia cosmica” dei preziosi cristalli Swarovski.
www.capricapri.com