Surrentum - Febbraio 2025

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Tutto il rumore della piazza principale della città è filtrato dal doppio vetro della finestra, dalle lenti dell’obiettivo: nell’immagine che cade dentro il mirino dell’apparecchio fotografico c’è silenzio, colore e immaginazione.

Piazza Tasso e le strade che finiscono dentro il cuore della città, Corso Italia e via Correale, i punti di riferimento del luogo, la chiesa del Carmine, la statua di Sant’Antonino, la balaustra che guarda il mare a picco sullo strapiombo tufaceo e l’Hotel Vittoria, i bar del paese, il bar Ercolano e il Syrenuse, lo spazio dove si ergevano i bastioni e la porta principale della vecchia città. In un triangolo teatrale che può diventare – e rappresentare – un universo, come Park Slope a New York, ma provinciale come può essere provinciale solo Sorrento nel suo essere riconoscibile di fronte al mondo.

Nelle fotografie di Antonino Di Maio si apre un gioco estetico e tutte le possibilità di raccontare, lasciando immaginare, storie che si trasformano in etica profonda e amore per la vita. Cercando con l’obiettivo fotografico, dallo stesso balcone di piazza Tasso che rappresenta il centro della sua vita – la casa – e allo stesso tempo il centro della città, Antonino insegue il tempo che scorre e si incarna nella quotidianità.

un anno speciale nella vita della cittÀ

Ifesteggiamenti in onore di Sant’ Antonino rappresentano sempre un momento speciale nella vita della Città. E’ in questa occasione, infatti, che la comunità locale manifesta tutto il suo affetto al proprio Santo Patrono, tributandogli le giuste devozioni.

Quest’ anno, però, la ricorrenza del 14 febbraio è da considerarsi davvero eccezionale in quanto sarà da quella data che prenderanno il via le celebrazioni volte a commemorare il millequatrocentesimo anniversario dalla data del passaggio del Santo alla vita celeste. Si tratta di una ricorrenza rispetto alla quale si è già registrata una mobilitazione generale che vede l’amministrazione comunale impegnata in prima linea.

Grazie agli sforzi di un apposito tavolo di lavoro al quale hanno partecipato anche esponenti del mondo ecclesiastico, della cultura e della società civile è stato predisposto un ricco ed articolato programma di eventi in grado di rendere davvero solenne la ricorrenza.

Mostre, convegni ed eventi di ogni genere si susseguiranno nel corso del prossimo anno fino a terminare il 14 febbraio 2026. Fin dai prossimi giorni, inoltre, sarà degnamente celebrata un’ altra ricorrenza particolare.

Si tratta del primo centenario dell’elevazione al rango di Basilica Pontificia della nostra amatissima chiesa dedicata proprio a Sant’Antonino.

Per l’ occasione l’ amministrazione comunale donerà le insegne basilicali ai vertici ecclesiastici che renderanno l’avvenimento ancora più rilevante.

L’Arcivescovo, Monsignor Francesco Alfano, infatti, grazie ad un apposito decreto ha designato la Basilica quale Chiesa Giubilare, dove è possibile ottenere l’indulgenza plenaria prevista per l’anno giubilare 2025.

Quello che sta per iniziare, quindi, è un lungo anno destinato a caratterizzarsi per la molteplicità di appuntamenti promossi per rendere ulteriormente tangibile la devozione che noi tutti nutriamo verso il nostro amato Sant’ Antonino.

sant’antonino 1400 anni di stoRia

Unaricorrenza solenne che si rinnova ogni anno nel segno di Sant’Antonino.

Festeggiamenti che quest’anno ricorderanno la ricorrenza dei 1400 anni dalla morte di Sant’Antonino. L’amministrazione comunale, per l’occasione, ha patrocinato la ristampa in edizione anastatica di un libro “Vita di Sant’Antonino Abate” del marchese Gaetano Sersale, un libro scritto nel 700, tuttora conservato in originale nel Museo Correale; Federalberghi Penisola sorrentina ha finanziato il restauro della statua di piazza Sant’Antonino, il direttore dei lavori l’Arch. Giovanni Mauro, il direttore del restauro il Dott. Andrea Porzio, l’impresa la ditta Parlato SpA.

Una lettura più profonda e più ampia della ricorrenza dei 1400 anni dalla morte di Sant’Antonino, induce a due importanti riflessioni.

La prima: quando si parla di Sant’Antonino non ci si può limitare alle biografie. Quando si festeggia la ricorrenza dei 1400 anni della sua morte, appare evidente che si fa riferimento alla morte fisica, alla fine materiale, di Sant’Antonino, in quanto il rapporto spirituale tra Sant’Antonino e la comunità di Sorrento non si è esaurito con la morte materiale del Santo.

Anzi, dalla sua morte fisica, in 1400 anni, in quattordici secoli è diventato Storia.

La storia umana non la scrivono solo i grandi, i grandi personaggi, la fanno anche gli eroi della vita quotidiana, uomini e donne.

Bisogna guardare oltre la tradizione della storia-racconto, bisogna guardare oltre la storia fatta di avvenimenti particolari, di date da evidenziare, di grandi personaggi. La vera storia la fanno gli eroi della vita quotidiana. Ecco che si profila una storia che coinvolge, da quattordici secoli, uomini e donne impegnati a portare avanti ogni giorno le proprie famiglie, uomini e donne impegnati nelle occupazioni quotidiane, nella coltivazione della terra, nelle attività artigianali e professionali, compresi uomini e donne impegnati nelle attività turistiche e di ogni altra tipologia.

Una Grande Storia di fede religiosa, una grande tradizione di aderenza al messaggio del cristianesimo e dei suoi dogmi, in cui, senza nemmeno indagare sui nomi e sui volti, i protagonisti sono stati finora milioni e milioni di uomini e donne.

In 1400 anni dalla sua morte, uomini e donne, in pellegrinaggio, a Sorrento, provenienti dalle colline di Sant’Agata sui due Golfi, da Massa Lubrense, da Sant’Agnello, da Piano di Sorrento, da Meta, da Vico Equense e dalle sue colline, da Castellammare, nel segno del rapporto intenso di Sant’Antonino con San Catello ai tempi in cui San Catello fu vescovo di Castellammare.

Antonino Siniscalchi direttore

Arcidiocesi

Sorrento-Castellammare di Stabia ARCIDIOCESI

SORRENTO

CASTELLAMMARE DI STABIA

L’appuntamento che ci prepariamo a vivere è veramente eccezionale: 1.400 anni dalla morte di Sant’Antonino.

Un giubileo che merita di essere vissuto in piena consapevolezza e con infinita gratitudine.

TRANSITO DI DELL’ELEVAZIONE

LUI DEDICATA Antoninus ”

Si tratta infatti del patrono della città di Sorrento, dell’antica arcidiocesi sorrentina che dal 1986 è diventata una nuova realtà insieme alla chiesa stabiese, altrettanto antica: l’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia.

Anonimo Sorrentino

I motivi per celebrare quest’anno giubilare sono molteplici. Innanzitutto la venerazione ininterrotta da parte del popolo cristiano lungo tanti secoli. Non è un fatto secondario o da sorvolare con superficialità. La fede si trasmette da una generazione all’altra e si esprime in svariate forme di pietà popolare che accompagnano lungo i secoli il cammino del Popolo di Dio.

Cambiano i contesti sociali e culturali. Si trasformano l’ambiente e le tradizioni con cui si esprime il sentimento religioso della gente. Resta tuttavia un elemento che ci accomuna nel tempo: siamo tutti eredi di una storia che affonda le sue radici nel pas-

sato e arriva fino a noi, per fecondare il nostro presente e aprirlo alla novità dello Spirito. Il nostro Santo ci richiama dunque a un passato che non va solo ricordato ma tradotto in forme nuove, comprensibili ai nostri contemporanei, capaci di dare senso e orientamento significativo a un’epoca carica di sfide del tutto inedite fino a pochissimo tempo fa.

Se poi facciamo riferimento alla vita di Sant’Antonino, per quel poco che è arrivato fino a noi, ne sappiamo abbastanza per ricavarne un messaggio di grande attualità anche ai nostri giorni. Il bene che ha fatto per la comunità civile e religiosa della Sorrento a lui contemporanea è stato immenso: ci lascia così

pieni di stupore che avvertiamo il bisogno di continuare a narrare la sua vicenda. Non si è mai disinteressato infatti alle vicende umane, sociali, morali e spirituali del popolo che ha amato con tutto se stesso.

La fede lo ha ispirato a trovare soluzioni sempre nuove e risposte sorprendenti ai problemi gravi che sconvolgevano, in modo anche drammatico, questa terra e le popolazioni del tempo. Il Vangelo infatti non offre ricette per la soluzione di qualsiasi problema, ma aiuta a trovare le motivazioni di fondo per cercare insieme come affrontare le prove senza perdere mai la speranza. Un’ultima considerazione vale la pena evidenziare.

† don Franco Alfano fratello vescovo

Sant’Antonino è stato di sicuro un uomo d’azione, ma il segreto del suo impegno a favore della città a cui è rimasto fedele fino alla morte consiste nella dimensione contemplativa della sua vocazione monastica. Ritirarsi per lunghi periodi sulla montagna, in compagnia del vescovo di Stabia San Catello, rimanda alla radice religiosa di tutta la sua esistenza. L’amicizia spirituale che ha unito in vita questi due grandi santi, che la nostra Chiesa diocesana venera oggi entrambi come suoi patroni, rappresenta un monito per tutti noi: solo riscoprendo l’importanza del silenzio e della vita interiore, potremo imparare a valorizzare la bellezza di relazioni autentiche e gratuite, oggi più necessarie che mai.

Entriamo così in questo giubileo antoniniano, grati a Papa Francesco che ha indicato la via per vivere l’Anno Santo del 2025: farci tutti insieme “pellegrini di speranza”!

FOTO
DI CARLO ALFARO

Chiesa giubilare per tutto l'anno 2025 e tappa nale del "Cammino di Sant’Antonino" con il rilascio dell'attestato

“Sanctus Iste

Noster Patronus

MERCOLEDI’ 12

ore 18.00

PROGRAMMA INIZIATIVE

Antoninus”

Anonimo Sorrentino

PER IL XIV CENTENARIO DEL PIO TRANSITO DI SANT’ANTONINO ABATE E PER IL I CENTENARIO DELL’ELEVAZIONE A BASILICA PONTIFICIA DELLA CHIESA A LUI DEDICATA

Basilica di Sant’Antonino: S. Messa presieduta dal Rev. Abate di Montecassino Dom. A NTONIO Lu CA FALLICA

ore 20.00

cripta di Sant’Antonino: veglia diocesana dei giovani.

PROGRAMMA

“ Sanctus Iste Noster Patronus Antoninus ”

DELLE INIZIATIVE PER IL XIV

GIOVEDI’ 13

A RRIVO A S ORRENTO DELLE C ITTà GEMELLATE

Anonimo Sorrentino

ore 10.30

FEBBRAIO

CENTENARIO

SABATO 1

DEL PIO TRANSITO DI

SANT’ANTONINO ABATE

Cripta della Basilica: S. Messa del ”PIO MONTE DI SANT ’ANTONINO”; al termine processione eucaristica lungo Piazza Sant’Antonino.

VENERDI’ 14

ore 16.30 - Sala Consiliare: sottoscrizione del “Patto di Gemellaggio” con il Comune di Campagna (Sa)

E PER IL I CENTENARIO DELL’ELEVAZIONE

F ESTA DEL S ANTO - 14° CENTENARIO DEL “DIES NATALIS”

ore 17.30 - Basilica di Sant’Antonino: inaugurazione delle luminarie e cerimonia di consegna delle “Insegne Basilicali” donate dalla Città di Sorrento

• SS.Messe alle ore 5.00 - 6.00 - 7.00 - 8.00 - 10.00 - 13.00 - 14.00

• ore 9.00 - processione con la Venerata Effigie di Sant’Antonino.

• ore 11.30 - Pontificale Solenne presieduto da S.E. l’Arcivescovo Mons. F RANCESCO A LFANO.

ore 18.00 - Basilica di Sant’Antonino: S. Messa presieduta da S.E. Mons. Francesco Alfano Arcivescovo di Sorrento–Castellammare di Stabia in occasione del centesimo anniversario dell’elevazione della chiesa di Sant’Antonino a Basilica Pontificia

• ore 18.00 - Pontificale Solenne presieduto da S.E. Mons. A LFONSO R AIMO, Vescovo Ausiliare di Salerno, Campagna e Acerno.

• ore 20,00 - SPETTACOLO PIROTECNICO DAL MARE

FEBBRAIO

A seguire conferenza “L’elevazione a Basilica Pontifica della chiesa di Sant’Antonino nel 1925”. Relatore: Donato Sarno; introduce Gennaro Galano da MERCOLEDl’ 5 a GIOVEDI’ 13

SABATO 1

ore 16.30

Sala Consiliare: sottoscrizione del “PATTO DI G EMELLAGGIO ” con il Comune di Campagna (Sa). ore 17.30

Durante tutta la mattinata Poste Italiane effettuerà un annullo filatelico dedicato.

SABATO 15 ore 18.00

ore 18.00 - Basilica di Sant’Antonino: “Novenario” in preparazione della Festa da MERCOLEDI’ 5 - In collaborazione con Confcommercio“Sant’Antonino in vetrina” a cura delle attività commerciali della Città DOMENICA 9

Basilica di Sant’Antonino: inaugurazione delle luminarie e cerimonia di consegna delle “I NSEGNE B ASILICALI” donate dalla Città di Sorrento.

ore 18.00

Sala Consiliare: conferenza:

“I L RESTAu RO DELLA STAT uA DI S ANT ’A NTONINO ”. Relatori: Isabella Valente - Andrea Porzio.

VENERDI’ 21 ore 18.00

ore 16.30 - Piazza Sant’Antonino: inaugurazione e benedizione della statua marmorea di Sant’Antonino e delle lapidi a Lui dedicate Restauro a cura di Federalberghi

Basilica di Sant’Antonino: S. Messa presieduta da S. E. Monsignor F RANCESCO A LFANO Arcivescovo di Sorrento/Castellammare di Stabia in occasione del centesimo anniversario dell’elevazione della chiesa di Sant’Antonino a Basilica Pontificia.

Sala Consiliare: conferenza: “L‘ ICONOGRAFIA DI S ANT ’A NTONINO IN ETà MODERNA” a cura del Centro Studi B. Capasso

Esecuzione degli Inni in onore di Sant’Antonino a cura del Complesso Bandistico e delle Corali della Città di Sorrento

MERCOLEDI’ 12

A seguire conferenza “L’ELEVA z IONE A B ASILICA P ONTIFICA DEL -

LA C h IESA DI S ANT ’A NTONINO NEL 1925”. Relatore: Donato Sarno; introduce Gennaro Galano.

Relatore: Stefano De Mieri - Modera: Enzo Puglia.

VENERDI’ 28

ore 18.30

ore 18.00 - Basilica di Sant’Antonino: S. Messa presieduta dal Rev. Abate di Montecassino Dom Antonio Luca Fallica

Sala Consiliare: conferenza: “AGIOGRAFIA E.A NONIMO S ORRENTINO ”.

Relatore: Vincenzo Russo;.introduce don Pasquale Vanacore.

ore 20.00 - cripta di Sant’Antonino: veglia diocesana dei giovani.

da MERCOLEDl’ 5 a GIOVEDI’ 13

ore 18.00

Basilica di Sant’Antonino: “NOVENARIO” in preparazione della Festa. da MERCOLEDI’ 5

In collaborazione con Confcommercio “S ANT ’A NTONINO IN VETRINA” a cura delle attività commerciali della Città.

DOMENICA 9

ore 16.30

Piazza Sant’Antonino: INAu G u RA z IONE E BENEDI z IONE DELLA

STAT uA MARMOREA DI S ANT ’A NTONINO E DELLE LAPIDI A Lu I

DEDICATE Restauro a cura di Federalberghi. Esecuzione degli Inni in onore di Sant’Antonino a cura del Complesso Bandistico e delle Corali della Città di Sorrento.

MARZO

SABATO 1

ore 8.00

Inaugurazione del Cammino Stabia-Sorrento

“I L CAMMINO DI S ANT ’A NTONINO ” un tracciato attraverso scorci di bellezza, di storia e di fede.

Partenza dalla Concattedrale di Castellammare di Stabia e arrivo nella Basilica di Sant’Antonino a Sorrento. Per informazioni ed iscrizioni: camminostabiasorrento@gmail.com

Ore 19.00

Teatro Sant’Antonino: rappresentazione teatrale “A NTONINI VITA ET OPERAE” a cura dell’Associazione artistico-culturale “L E P LEIADI” di Campagna.

Città di Sorrento

da MERCOLEDI’ 19 a DOMENICA 23

Villa Fiorentino: “S ANT ’A NTONINO DEI GIARDINIERI”, mostra di agrumi tra storia e tradizione. a cura del Garden Club Penisola Sorrentina.

APRILE

LUNEDI’ 28 - MARTEDI’ 29 - MERCOLEDI’ 30

T RID u O IN PREPARA z IONE ALLA F ESTA DEL PATROCINIO ore 8.45 coroncina a Sant’Antonino e S. Messa. ore 18.30 Rosario e S. Messa.

MAGGIO

GIOVEDI’ 1

Trasferimento della Venerata Effigie del Santo alla Parrocchia di Arola (Vico Equense).

Celebrazioni dal 1° al 4 maggio secondo apposito programma.

LUNEDI’ 5

Trasferimento della Venerata Effigie di Sant’Antonino presso la Concattedrale di Castellammare di Stabia e cerimonia di intronizzazione delle Sacre Effigi di Sant’Antonino e San Catello. Celebrazioni dal 5 al 10 maggio secondo apposito programma.

SABATO 10

dalle ore 9.00 e per tutta la giornata, la Grande Orchestra di Fiati “G IOACC h INO L IGON zO ”, Città di Conversano presterà servizio in orchestra e per le vie cittadine. ore 17.00:

Concattedrale di Castellammare di Stabia: Vespro Solenne e a seguire processione con la Venerata Effigie di Sant’Antonino con imbarco dal porto e approdo a Marina Grande di Sorrento.

A seguire, processione fino alla Basilica e rito di conclusione.

DOMENICA 11

dalle ore 8.30 e per tutta la giornata, lo Storico Premiato Concerto Bandistico “F EDELE F ENAROLI”, Città di Lanciano e il Premiato complesso bandistico “L A G RANDE B ANDA DEL C ILENTO ” presteranno servizio in Orchestra e per le vie cittadine.

SABATO 17

ore 20.00

Chiesa di San Paolo “L A VOCE DI S ANT ’A NTONINO A BATE PER IL G I u BILEO DELLA S PERAN z A”

Meditazione con il Coro di San Francesco diretto dal M° Rosanna Frasso.

VENERDI’ 23

ore 18.30

Sala Consiliare: conferenza “L A V OCE DI S ANT ’A NTONINO ”.

Relatore: Gennaro Galano; introduce Donato Sarno

OTTOBRE

VENERDI’ 24

ore 18.00

Sala Consiliare: conferenza “S ANT ’A NTONINO E IL MARE, GLI EX

VOTO DELLA SuA B ASILICA E LA RELIGIOSITà POPOLARE”.

Relatori: Luigina De Vito Puglia e Giovanni Gugg.

NOVEMBRE

VENERDI’ 7

ore 17.30

Sala Consiliare: conferenza: “L A PRESEN z A DEI T EATINI A S ORRENTO ”.

Relatore: Marcella Campanelli.

DICEMBRE

(data e ora a definirsi)

Teatro Tasso - conferenza: ”M ONASTERI E SOCIETà CIVILE NEL M EDIOEVO ”.

Relatore: Prof. Alessandro Barbero.

FEBBRAIO 2026

VENERDI’ 13

ore 19.00

Piazza Sant’Antonino

SVELAMENTO LAPIDE COMMEMORATIVA DEL XIV CENTENARIO

Gli atti dei convegni saranno raccolti in apposito volume.

IL PRESENTE PROGRAMMA È AGGIORNATO ALLA DATA DEL 25 GENNAIO 2025.

EVENTUALI VARIAZIONI SARANNO PUNTUALMENTE

AGGIORNATE SUL SITO WEB DEL COMUNE DI SORRENTO

Gennaro Galano

la sepoltuRa di sant’antonino nelle muRa di soRRento

Nel

2025 Sorrento ricorda i millequattrocento anni dalla morte di Sant’Antonino (625 d.C.) e i cento dall’elevazione a Basilica Pontificia dell’omonima chiesa (1925).

Già l’Anonimo Sorrentino, il primo agiografo del Santo, scriveva:

“O Felice Sorrento.

O fortunati abitanti di Sorrento. O sicura tranquillità dei sorrentini, ai quali Dio pose a capo Antonino, il difensore”.

Il Santo Abate, giunto a Sorrento dopo una serie di avventure a dir poco rocambolesche, si trasformò in quell’”advocatus”, difensore potente che non smise mai di vegliare sulla comunità sorrentina.

Non a caso, poco prima di morire, volle trasformarsi in eterno baluardo di Sorrento; a chi, sul letto di morte, gli chiedeva dove volesse esser seppellito, “rispondeva che lo seppellissero né dentro, né fuori la città”. Così, sciogliendo l’arcano, i sorrentini “scavarono nello stesso fianco del muro che circondava la città […] e là deposero il corpo del Santo”.

Più precisamente, sulla base delle poche informazioni disponibili, i sorrentini scelsero la falesia posta al di sotto dell’antico monastero di Sant’Agrippino. Era l’inizio di una tradizione comune a numerose città europee, che, nel Medioevo, fondarono la propria sicurezza sul patrocinio salvifico del corpo del Patrono. Nel IX secolo, il tentativo di un vescovo sorrentino, desideroso di individuare finalmente la tomba del Patrono, portò ad un evento imprevisto, ancorché miracoloso.

Durante lo scavo, all’improvviso, “una costa del Santo” accecò uno degli operai e solo in seguito, avvicinando agli occhi del malcapitato la preziosa reliquia, questi riacquistò la vista. Fu allora, in memoria di questo avvenimento, che nacque la seconda festa del Santo, detta “La Festa della Invenzione del Corpo di Sant’Antonino”, festeggiata annualmente il 2 maggio (poi trasformatasi, nell’800, nel-

la festività di Sant’Antonino dei Giardinieri).

Ma il corpo di Sant’Antonino sarebbe stato oggetto di ulteriori tentativi di spostamento, nel corso dell’800, le cui tracce sono conservate in alcuni documenti conservati, ancora oggi, nell’Archivio di Stato di Napoli.

Grazie all’intervento di un sotto-intendente particolarmente attento alla realtà locale sorrentina e all’ordine pubblico, che fra l’altro faceva riferimento

all’episodio dell’accecamento e alla grande devozione popolare verso il Santo, si riuscì a trovare il modo di lasciare il corpo collocato nella sua antica sepoltura, ad eterna protezione di Sorrento.

Freddi documenti, redatti per alimentare la macchina della burocrazia, si trasformavano nello specchio di una devozione tanto antica quanto radicata, a tratti definita quasi…superstizione.

L’intera storia, arricchita da tutti i documenti originali, è leggibile sul sito web “La Grotta di Giano”, cliccando “Il Corpo Santo… e conteso: Sant’Antonino e la sua sepoltura a Sorrento”.

Visono legami che, per loro natura, sono fortissimi, ancorché invisibili. un po’ come quello che lega i sorrentini alla Basilica di Sant’Antonino, la chiesa più amata e frequentata della città; quella tradizionalmente più “vissuta” perché, al di là della retorica, si configura come la “casa del Patrono”.

Al di sotto del “succorpo” (cripta), stando alla tradizione, riposano le spoglie di Sant’Antonino, quasi un baluardo a difesa di Sorrento. Ebbene, questo edificio sacro, ricco di opere d’arte che testimoniano la fede dei sorrentini, è oggi al centro di una serie di manifestazioni religiose, civili e culturali nate per commemorare i 1400 anni dalla morte di Sant’Antonino (625 - 2025).

A questo evento, se ne aggiunge un

altro, ugualmente importante, che vale la pena ricordare degnamente: ricorrono i cento anni dall’elevazione della chiesa di Sant’Antonino a Basilica Pon-

Donato Sarno e Gennaro Galano tificia.

Per saperne di più, sfogliamo idealmente “La Voce di Sant’Antonino Abate”, il bollettino che, dal 1924 al 1960, propagò nel mondo il culto tributato al Patrono di Sorrento.

Don Gaetano de Maio, direttore del bollettino, nel gennaio del 1925, scriveva: “La chiesa monumentale del vostro Sant’Antonino, che è un vero gioiello di arte, ed è tanto ammirata dallo straniero, essendo essa la vera gemma preziosa di Sorrento, è stata testè elevata alla dignità altissima Basilica Pontificia”. Questa notizia, giunta a Sorrento alla vigilia del 13° Centenario della morte del Santo, si trasformò in una sorta di festa nella festa. “Accresce(va) - a detta di don Gaetano de Maio - il lustro del Tempio magnifico, quasi incoronandolo di Aureo diadema reale”.

Era, insomma, il riconoscimento di un culto, quello nutrito per il Santo, vivo e forte, che si esprimeva appieno sulla tomba del Patrono.

Tra febbraio e marzo ‘25, sempre sulle colonne de “La Voce

di Sant’Antonino Abate”, don Gaetano de Maio riferì dei festeggiamenti organizzati. Papa Pio XI, ad istanza di mons. Paolo Jacuzio, Arcivescovo di Sorrento, firmò il “breve apostolico” già il 12 dicembre del 1924, ma gli appuntamenti religiosi, per aprire degnamente le feste Centenarie, iniziarono il 1 febbraio del 1925, con “l’inaugurazione solenne della Basilica”. Alle 12, “tutte le campane di Sorrento suonarono a festa, salutate poi da una nutrita salva di petardi”: la festa era appena iniziata. Nel pomeriggio poi, in una chiesa gremita all’inverosimile, addobbata e illuminata con grande sfarzo, fu letto il breve apostolico e poi, dal pulpito, mons. Raffaele Maria Castellano (autore, tra l’altro, di una breve “Vita Popolare di Sant’Antonino Abate) pronunciò un elaborato discorso d’occasione, quasi un lungo “excursus” storico - teologico sul Santo e sulla Basilica. Al termine dell’intervento di mons. Castellano, esposto il Santissimo Sacramento, l’arcivescovo Jacuzio, assistito dal mons. Alfredo Peri Morosini, consultore della Sacra Congregazione per gli Affari Ecclesiastici, intonò il “Te Deum”, benedicendo tutti i fedeli presenti. “Era - notava sempre don Gaetano de Maio - una fiumana di popolo che si accalcava nella Basilica e sul volto di tutti si leggeva la emozione profonda e la grande allegrezza per la novella gloria toccata a Sorrento”. La chiesa più amata dai Sorrentini, per riecheggiare le parole di Antonino Cuomo, veniva elevata alla dignità di Basilica Pontificia in un momento storico del tutto particolare, quasi a suggello di oltre mille anni di fede e di devozione verso Sant’Antonino Abate.

la statua di s. antonino nella omonima piaZZa

Nell’anno 1866, con riferimento a Napoli ed ai paesi vicini, l’Italia fu investita da una ondata di epidemia colerica.

Nella stessa Sorrento, infatti, verso il mese di settembre dello stesso anno, si segnalò un primo caso di infezione di un marinaio, che, tornando da Napoli via mare, fu colto da malore e pochi giorni dopo morì. Nei giorni seguenti altri casi furono segnalati facendo in modo che il morbo colerico assumesse proporzioni di rilievo. Infatti dal mese di giugno al mese di novembre dell’anno 1866 i morti per colera registrati nel solo Comune di Sorrento furono circa 56 come si evince da un registro dell’epoca redatto dai dottori che fecero parte del cordone sanitario organizzato dall’allora Municipio di Sorrento.

I fedeli sorrentini presi dal panico ricorsero al taumaturgo S. Antonino; esposero la miracolosa statua del Santo supplicando la grazia dalla liberazione del morbo colerico.

Agli inizi del mese di novembre dell’anno 1866 non si registrarono più casi di contagio ed i fedeli sorrentini, adempiendo ai voti promessi, celebrarono una gran festa il giorno 16 dicembre 1866 con devota processione per le strade cittadine e con la partecipazione del Capitolo Metropolitano, il Clero secolare e regolare del Seminario, le Confraternite cittadine e con l’accompagnamento di ben tre concerti bandistici, Sorrento, Castellammare di Stabia e Massa Lubrense.

Il Municipio sorrentino per sua cura si fece carico, dietro offerte e collette, di deliberare la messa in opera di un nuovo pavimento marmoreo nella Basilica di S. Antonino, opera che fu completata nel 1874.

Per quanto concerne invece la statua del Santo protettore l’opera richiese maggior tempo sia per l’esecuzione da parte dell’artista Achille Solari (alcuni ritengono invece che la statua sia opera di Tommaso Solari) sia per la messa in postazione.

La solenne inaugurazione della

statua avvenne il 28 settembre 1879, ma già dal giorno di giovedì del 25 settembre la statua era stata posta sul piedistallo disegnato dall’architetto Enrico Maglia e lavorata dal marmista Francesco De Maio.

La solenne benedizione fu impartita dall’Arcivescovo Mons. Ruggiero alla presenza del Clero e Capitolo Metropolitano, Sindaco e Consiglieri Comunali in una piovosa domenica.

A SANT’ANTONINO ABATE

CHE NEL SECOLO VI FUGGENDO

LE DEVASTAZIONI DEI LONGOBARDI

QUI RIPARO’ E VISSE

ED INDI BEATO IN CIELO QUESTA SUA SECONDA PATRIA

INCESSANTEMENTE PROTEGGE E CONSERVA

IL COMUNE

ED I CITTADINI

A DOCUMENTO DI VOTIVA GRATITUDINE

E DI FEDE PERENNE

CON DENARO COLLETTIZIO

QUESTA STATUA

P. A. MDCCCLXXIX

lapide a RicoRdo della sepoltuRa di sant’antonino

IN QUESTE MURA

VETUSTO BALUARDO DI SORRENTO

PER SUA VOLONTA’ FU SEPOLTO

L’ANNO 625

SANT’ANTONINO ABATE

PER ESSERE NEI SECOLI

DELLA CITTA’ PREDILETTA

SACRO PALLADIO

La presente iscrizione è ubicata sul lato posteriore del muraglione sottostante la basilica di S. Antonino e visibile da via Luigi De Maio.

La lapide ricorda la sepoltura del santo patrono S. Antonino. Sepoltura ancora ricca di fascino e mistero, dopo tanti secoli, circa l’esatta collocazione della tomba del nostro santo taumaturgo nonché protettore della città di Sorrento.

Attingendo a notizie circa la morte del nostro S. Antonino, da varie biografie dedicate al nostro Santo e principalmente a quella edita da mons. Fede -

rico Demartino (Federico Demartino – Vita di S. Antonino

Abate – Principale Patrono della Città dell’antichissima diocesi di Sorrento – Napoli 1901. Lo stesso ci narra che giunti gli ultimi giorni di vita del Santo lo stesso fu circondato dall’affetto e dalle cure dei suoi confratelli e come si sparse per l’intera penisola lo stato di malattia e di moribondo dell’abate, giunsero fedeli da tutta la penisola che si strinsero in preghiera per esternare il loro affetto e devozione al frate Antonino che tante volte era accorso in loro soccorso ed aiuto, nonché ad accogliere le ultime

sue volontà che non tardarono a venire.

Volontà principale per i sorrentini fu di conoscere dal frate, tramite i suoi confratelli, il luogo della sua sepoltura in quanto volevano custodire il suo corpo anche dopo morto a difesa della città di Sorrento.

Le loro aspettative non tardarono a venire in quanto l’abate Antonino fece sapere di voler essere sepolto né dentro né fuori la città.

Dopo questa volontà il frate Antonino volò in cielo, lasciava la vita terrena per raggiungere quella eterna; il giorno del trapasso è dai più biografi accreditati fissata al 14 febbraio dell’anno 625.

La notizia del ritorno alla casa del Padre del frate Antonino giunse in pochissimo tempo in tutte le frazioni e villaggi della terra sorrentina, accorsero in gran numero nella chiesa del monastero dove era esposto il corpo di Antonino per la celebrazione delle pratiche di sepoltura.

Come era sua volontà di essere seppellito non dentro e né fuori la città, il feretro di Antonino fu deposto nella cinta muraria, probabilmente alla presenza

Vincenzo De Martino

di pochissimi testimoni oculari; nel corso dei secoli successivi non si è mai venuti alla conoscenza dell’esatta ubicazione del sepolcro del nostro Patrono anche se diversi storici fanno intendere che il luogo della sepoltura dovrebbe coincidere con l’area del soccorpo dell’attuale basilica pontificia di S. Antonino.

Si rileva sempre dall’opera di mons. Demartino che diversi anni dopo la morte di Antonino un Vescovo di Sorrento voleva accertarsi del luogo esatto della sepoltura e diede incarico ad alcune maestranze di avviare scavi nelle mura; durante gli scavi si narra che una costa di S. Antonino colpì agli occhi un operaio che perse in conseguenza la vista. Il Vescovo saputo l‘accaduto dopo alcuni giorni convocò al Vescovado l’operaio accecato e lo stesso Vescovo adagiò la costa di S. Antonino sull’occhio dell’uomo che riacquistò la vista.

Dall’episodio suddetto ne trascendeva alla data del 2 maggio di ogni anno la festa della costa di S. Antonino, in seguito festa della Invenzione del corpo di S. Antonino e poi festa della Traslazione di S. Antonino.

1400 anni di devoZione peR antonino il santo di soRRento

Il culto di Sant’Antonino Abate a Sorrento, figura di straordinaria rilevanza spirituale e culturale, affonda le sue radici nel VI secolo, un periodo segnato dalla transizione tra la caduta dell’Impero Romano e l’affermazione del Medioevo cristiano. Originario di Campagna, nell’attuale provincia di Salerno, Antonino scelse la vita monastica benedettina, dedicandosi alla preghiera e alla carità. La sua fama di esorcista e santità si diffuse rapidamente, tanto che i sorrentini lo accolsero come loro abate. Dopo la sua morte, avvenuta il 14 febbraio del 625, Sant’Antonino divenne il patrono di Sorrento, simbolo di protezione e rinascita per la città.

Le narrazioni attribuiscono al santo numerosi miracoli. Celebre è l’episodio della liberazione di un bambino inghiottito da una balena: un racconto che testimonia la fede popola-

rappresentano un ponte tra il sacro e il profano, un racconto visivo di una fede vissuta nella quotidianità.

Le celebrazioni in onore di Sant’Antonino si svolgono il 14 febbraio e la prima domenica di maggio. La festa di febbraio è la più solenne: la statua argentea del santo viene esposta sull’altare maggiore della Basilica e portata in processione per le strade cittadine, trasformando lo spazio urbano in uno scenario sacro. La giornata è caratterizzata anche dalla visita al “succorpo” della Basilica, dove i fedeli toccano la placca oleata del santo e ammirano gli ex-voto.

Meno conosciuta ma significativa è la festa di maggio, detta “Sant’Antonino dei Giardinieri” o “de’ Purtualle” (delle arance), legata agli agricoltori. Questa celebrazione trae origine dalla traslazione delle reliquie del santo e prevedeva, nei secoli passati, un triduo di preghiere

re nei poteri taumaturgici del santo e il legame profondo tra Sorrento e il mare. La balena, nella tradizione mediterranea, rappresenta il caos primordiale e la precarietà della condizione umana. Il suo ventre diventa uno spazio di trasformazione: un luogo liminale dove il confine tra vita e morte, ordine e disordine, si dissolve per lasciare spazio alla rinascita.

Grazie a questo racconto, la comunità di Sorrento trova in Antonino una figura protettiva contro i pericoli dell’esistenza, come raccontano anche gli exvoto custoditi nella cripta della Basilica. Tra questi, vi sono quadri pittorici e manufatti anatomici che testimoniano la gratitudine dei devoti. un dipinto particolarmente suggestivo raffigura il salvataggio miracoloso di quattro pescatori della Marina Grande, a dimostrazione del legame indissolubile tra il santo e i locali. Gli ex-voto

e una processione attraverso le campagne per benedire le terre coltivate. L’evento richiama i “Calendimaggio” italiani ed europei, celebrando il ritorno della primavera e la fertilità della natura.

Le feste dedicate a Sant’Antonino sono inquadrabili come “feste totali”, in cui sacro e profano si intrecciano: momenti di ripresentificazione di un tempo mitico, in cui il santo era fisicamente presente tra i suoi devoti e che, trasformando simbolicamente la città nel “centro del mondo” per un giorno, fanno diventare Sorrento il punto di connessione tra umano e divino. Queste celebrazioni costituiscono un ponte tra passato e presente, perché mantengono vivo il legame con le radici e le usanze del posto; un significato che nel 2025 assume un valore ancora più profondo grazie alla ricorrenza del 1400° anniversario della morte del santo: un’opportunità in più per riflettere sul valore della memoria collettiva e sull’importanza di continuare a sentirsi parte della storia.

la QueRcia di sant’antonino ad aRola (vico eQuense)

Di recente un gruppo di fedeli escursionisti ha percorso i vecchi sentieri, da Castellammare a Sorrento, alla ricerca delle tracce di Sant’Antonino, l’amato patrono della Città di Sorrento e dei paesi circostanti. La partecipazione, alla testa del gruppo, di monsignore l’arcivescovo Francesco Alfano, ha conferito al “Cammino” i segni del pellegrinaggio sulle impronte ancora vive e visibili lasciate dal monaco santo. Se la storia degli uomini, come ha scritto Domenico Rea, “è scritta per terra”, la fede, i sentimenti e la tradizione sono incise nei cuori dei viandanti. Ecco la ricchezza e la bellezza del “Cammino di Sant’Antonino”. Anche lungo l’itinerario Monte Faito, Arola, Sorrento, percorso tante volte dal Santo, esistono ancora tracce materiali che rimandano ai miracoli del Patrono di Sorrento. Le fonti zampillanti di fresche acque, i ruderi delle vecchie calcare, il selciato degli antichi tratturi, gli alberi piantati dal Santo. Arrivati ad Arola è possibile conoscere la storia di un albero, di una vecchia quercia. Conoscere la storia di un albero, di un albero secolare come quello di Arola, è cosa abbastanza rara. Capita più spesso che qualcuno di essi sia noto per essere stato testimone di avvenimenti della storia o del mito. Si pensi alla quercia del Tasso o al caprifico di Omero. Dell’annoso esemplare di Arola, detto ’o Cierco ‘e Sant’Andulino’, sappiamo la storia dall’inizio alla fine. È la storia di un legame stretto fra la natura dei luoghi, spesso avara, e la vita degli uomini, sempre dura. una storia che sconfina nella leggenda per entrare nella tradizione popolare. A raccontarla è un testimone del posto, memoria antica della borgata collinare.

Eccola:

In quel tempo l’acqua era pochissima nella zona, c’erano le cisterne che raccoglievano quella piovana e c’erano rare sorgenti. Sant’Antonino scendeva da Faito in un giorno di grande calura. A Moiano nessuno gli diede da bere, a Ticciano non bevve a Preazzano neppure.

Ad Arola, invece, incontrò una vecchietta che lo dissetò; ella aveva appena raccolto nella sua langella le poche stille che colavano da una fenditura. Il monaco bevve e versò la poca acqua rimasta sulle ghiande che nel frattempo aveva seminato nelle buche fatte con la punta del bastone. Il disappunto della donna, che vedeva sprecata così la preziosa acqua raccolta con tanta pazienza, fu evidente e il monaco la notò. Grato e riconoscente la rassicurò: “Non temere, le disse, ora riempirai presto la tua langella perchè l’acqua sarà abbondante”. E così fu. L’acqua iniziò a scrosciare copiosa e fresca dalla fenditura della roccia. “Benedico questo posto dove l’acqua non mancherà mai.” Egli disse.

Da quel giorno ad Arola le sorgenti si moltiplicarono con grande sollievo della popolazione. La notizia di quel prodigio passò

di bocca in bocca e si diffuse fra la gente del villaggio. Da quelle ghiande seminate sbocciarono tanti germogli, molte querce crebbero, una di esse sopravvisse e divenne simbolo di venerazione.

Per antica tradizione i contadini formavano con le sue frasche folte ghirlande per offrirle, in processione, a Sant’Antonino e, nel primo giorno di maggio, a monsignore l’arcivescovo. Giunti a Sorrento gli ambiti ramoscelli venivano donati ai fedeli che li conservavano nelle loro case fra le cose più sacre e più care. La corteccia, furtivamente grattata dal fusto, minutamente triturata coi germogli, veniva raccolta in impasti per decotti e cataplasmi buoni per curare malanni gravi o più blande indigestioni di anziani e bambini.

Dalla lucida e fresca memoria del testimone emergono i ricordi avuti dagli avi e dalle mai sopite

immagini della fanciullezza. Egli racconta di quando, ragazzino, coi suoi compagni di giochi penetrava nello scabro, gigantesco fusto. Risalendo dalle radici affioranti verso la ramatura, si affacciava dalle larghe occhiaie perforate dai secoli.

Egli ricorda quel tempo in cui, curioso, seguiva le festose comitive dei gitanti domenicali che dal piano, risalendo il rivo Lavinola, si recavano presso la quercia in devoto pellegrinaggio. Tutti insieme godendo, sotto la rigogliosa chioma, la silente frescura e l’atmosfera magica del luogo. Prima di ripartire ciascuno non trascurava di asportare una piccola scheggia della corteccia per tenerla con se con tanto amore. Era, Sant’Antonino, un gran Santo!

Più volte era disceso dal suo eremitaggio sull’altopiano equano per confortare gli afflitti, per aiutare i deboli, per curare i malati. Ora la grande quercia ad Arola non c’è più; sbattuta dal vento, squassata dai temporali, logorata dal tempo e dagli insetti annidati, alla fine ha ceduto. E’ stata abbattuta più di sessanta anni fa. Era presente il parroco Vanacore e tante altre persone. Era la fine dell’autunno, sull’ultimo ramo c’erano ancora le foglie , che in molti conservarono. Gioacchino Caiazzo raccolse le ultime ghiande. Al suo posto fu innalzato un monumento con la statua del Santo. un pezzo del ramo è ancora lì, secca reliquia arborea, sotto il simulacro. Gioacchino custodì sotto le zolle quegli ultimi semi. I nuovi germogli, amorevolmente curati, divennero rigogliosi alberelli e poi figli vigorosi dell’antica quercia.

Antonino De Angelis

G EMELLAGGIO F IDAPA S ORRENTO -C AMPAGNA

LeSezioni Fidapa di Penisola Sorrentina e Battipaglia si sono gemellate nel Nome di Sant’Antonino Abate che è Patrono di Campagna e di Sorrento, nel giugno 2024, firmando il Protocollo d’Intesa.

Sant’Antonino è nato a Campagna, Città vicina a Battipaglia, sede della Sezione Fidapa, ed è morto a Sorrento nel 625. “Quest’anno, 2025, quindi, ricorrono i 1400 anni dalla sua morte e, siamo liete che questo gemellaggio, programmato da tempo fra le due Sezioni Fidapa, si concluda proprio in occasione di questa importante ricorrenza”, ha sottoolimeata Mena Gentile.

La cerimonia ospitata nella Sala Consiliare del Comune di Sorrento. Dopo i saluti di Mena Gentile, presidente Fidapa Penisola Sorrentina e Massimo Coppola, sindaco di Sorrento, sono intervenuti Rafelina De Simone – Presidente Sez. Battipaglia

Anna Di Cesare – Referente Nazionale per i Gemellaggi

Franca Dora Mannarino – Presidente Distretto Sud-Ovest

Concetta Corallo – Presidente Nazionale per la firma del Protocollo per il Gemellaggio di Ritorno

Relazioni di Luigina De Vito su “Gli ex voto pittorici marinari della Basilica di Sant’Antonino”; Antonino Siniscalchi: “2025- 1400° della morte di Sant’Antonino”. A seguire: visita alla Basilica di Sant’Antonino Abate.

PERIODICO DI INFORMAZIONE TURISTICA Aut. Trib. NA n. 3104 del 15.04.’82

Editrice Surrentum Viale Montariello, 8 - Sorrento www.surrentum.com redazione@surrentum.net

Direttore Resp. Antonino Siniscalchi antoninosiniscalchi@gmail.com

In Redazione Luisa Fiorentino e Mariano Russo Progetto grafico Daniela Martinelli Web producer Mauro Siniscalchi

Stampa Effegi srl - Via Bosco Catena, 5 - Portici STAMPATE 2.500 COPIE

Hanno collaborato: S.E. Mons. Francesco Alfano, Antonino De Angelis, Vincenzo De Martino, Gennaro Galano, Aldo Ercolano, Giovanni Gugg, Donato Sarno.

In copertina: ANTICA IMMAGINE DI S. ANTONINO DEI GIARDINIERI (1874)

Pubblicità e Informazioni

Tel. 334 838 5151 mariano@surrentum.net

Le collaborazioni alla rivista sono completamente a titolo gratuito

«Pino

Daniele è stato un poeta del popolo, una voce che ha saputo cantare la bellezza e il dolore di Napoli, i suoi chiaroscuri, abitati da mille colori» Incomincia così il ricordo di Pino Daniele del neo cardinale Mimmo Battaglia raccolto in esclusiva da Pietro Perone, giornalista e caporedattore de Il Mattino, con “Pino Daniele Napoli e l’anima della musica, dal mascalzone latino a GioGiò” (Edizioni San Paolo 2024). «Con le sue note e le sue parole - continua Battaglia - ci ha raccontato l’animo umano, con i suoi sentimenti e i suoi sogni ma anche l’anima di un popolo, il nostro. “Dimmi quando questa guerra finirà“ canta in uno dei suoi brani più toccanti, e oggi queste parole risuonano come un grido perché tutti attendiamo la fine di una guerra: quella che abita dentro di noi, quella della violenza che ancora abbonda nelle nostre città, quella che ferisce le relazioni, e che semina morte in molti luoghi del mondo». Per poi concludere con un invito: «Che la musica di Pino, con il suo linguaggio universale, sia per tutti noi una sorgente inesauribile di ispirazione, di abbattere muri e costruire ponti di pace e speranza nel cuore di Napoli, nel cuore del mondo». Nel libro l’autore - giornalista di inchiesta che per anni si è occupato di criminalità organizzata - racconta l’anima e i luoghi della città di Napoli attraverso la vita del cantautore napoletano e il significato dei suoi brani di sferzante denuncia. un omaggio al poeta della modernità che sognava di tornare nei suoi vicoli, “a casa di mammà”, come spesso ripete sulla spiaggia di Sabaudia durante gli intensi dialoghi con l’autore. In un viaggio nella vita dell’autore, dai primi passi allo storico concerto del 1981, alle canzoni sulla “mala Napoli”, l’autore ricorda l’origine e la forte attualità dei suoi brani continuano a parlarci del presente e a raccontare i luoghi di una città amata e odiata, in cui l’immenso talento di un artista straordinario trova ispirazione per le prime, intramontabili canzoni di sferzante denuncia: «Pino Daniele sia stato portavoce di più generazioni di giovani, poi traditi dalla politica e forse sconfitti dalla storia, ma che non smettono di credere, come canta Pino, che “Arriverà l’aurora”» commenta Perone.

Pino Daniele, Edizioni San Paolo 2024, pp. 255, euro 18,00

L’AzIENDA DI TRASPORTI

STINGA E SuRRENTuM INSIEME NEL CALENDARIO 2025

La Stinga Antonino Trasporti e Surrentum insieme per i 45 anni di due istituzioni che nobilitano le essenze più radicate della “Sorrentinità”. È l’anello di congiunzione che caratterizza il calendario 2025 dell’azienda fondata dal compianto imprenditore negli anni Cinquanta del Secolo scorso.

una tradizione che si rinnova anche nel ricordo di Antonino Stinga, recentemente scomparso, che nel 1979 ideò la pubblicazione del calendario del 1980.

Da allora 45 edizioni hanno caratterizzato attraverso le immagini che accompagnano i mesi dell’anno l’obiettivo focalizzato su Sorrento e dintorni.

Per il 2025 l’itinerario dell’azienda si condensa con alcune delle copertine di Surrentum, che nel 2025 festeggia 45 anni di pubblicazioni.

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