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Febbraio 2022
Anno XLII
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FOTO DI ANTONINO FATTORUSSO
FEBBRAIO 2022
PERIODICO DI INFORMAZIONE TURISTICA Aut. Trib. Napoli n. 3104 del 15/4/1982
Editrice SURRENTUM sas Dir. Resp. Antonino Siniscalchi
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Fondazione Sorrento
EVENTI A VILLA FIORENTINO
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all’ 8 al 20 Febbraio si terrà a Villa Fiorentino la mostra “Territorio e Arte”, una esposizione che come si evince dal titolo vuole mettere in risalto le opere di artisti locali che si distinguono per la loro arte. “Quest’anno - annuncia l’amministratore delegato della Fondazione Sorrento - siamo lieti di ospitare gli artisti Sergio Buonocore, Carmen Coppola e la mostra per la selezione Biennale d’arte Internazionale di Roma 2022 a cura di Letizia Caiazzo dell’ASS. Ars Harmonia Mundi”.
FONDAZIONE SORRENTO c/o VILLA FIORENTINO CORSO ITALIA, 53 - SORRENTO tel. 0818782284 www.fondazionesorrento.com info@fondazionesorrento.com
Sergio Buonocore nato a Vico Equense, un artista in continua evoluzione, soprannominato il ritrattista dei vip, menzionato sugli atlanti di arte contemporanea De Agostini e Mondadori, è presente in diverse gallerie nazionali e internazionali (Praga, Madrid, Lisbona, Roma). Carmen Coppola, classe ‘91, origini santanellesi. Graphic designer in un’azienda di moda a Milano, dipinge per passione ed esordisce in questa
mostra esponendo sei opere realizzate con olio ed acrilico su tela. Ciascuna opera, ricca di allegorie, può assumere diverse e soggettive interpretazioni. Letizia Caiazzo, artista specializzata nel cyberidigitale, già presente lo scorso anno a Villa Fiorentino con una sua personale, per il 2022 presenta la mostra di selezione nonché il concorso di poesia “Compiuta Donzella”. Inaugurazione 8 febbraio alle ore 17.30. Durante lo svolgimento della mostra, sabato 12 febbraio si svolgerà la cerimonia di premiazione per la selezione delle opere per la partecipazione alla XIV Biennale d’Arte Internazionale di Roma 2022 e del concorso di poesia “ Compiuta Donzella” a cura dell’associazione Ars Harmonia Mundi. Ingresso libero, orari di apertura al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, sabato e domenica fino alle 20.00, richiesto per l’accesso l’esibizione del green pass.
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Massimo Coppola
ILSALUTO DEL SINDACO DI SORRENTO
AL LAVORO - CON ENTUSIASMO PER AFFRONTARE LA STAGIONE TURISTICA affinché le terribili esperienze maturate negli ultimi due anni possano definitivamente essere consegnate alla storia consentendoci di programmare un sereno e prospero 2022. Il futuro di una realtà importante quale è Sorrento, non può dipendere solo da eventi prodigiosi. Per questo già da tempo siamo al lavoro al fine di affrontare la nuova stagione turistica con rinnovato entusiasmo e pronti a profondere le nostre migliori energie. Gli eventi già calendarizzati e le iniziative già programmate ci consentono di alimentare un cauto, ma motivato ottimismo. Dopo avere accolto nella nostra città lo svolgimento del vertice G20 dedicato al commercio internazionale e dopo avere iniziato a lanciare il nostro brand a livello globale, durante lo scorso anno, per il 2022 ci accingia-
mo ad ospitare nuovi appuntamenti di prima grandezza a livello mondiale. Tra questi, ad esempio, figura il Global Youth Tourism Summit predisposto dall’ Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), che si svolgerà a Sorrento tra la fine di giugno e gli inizi di luglio. La nostra ambizione resta quella di portare la nostra realtà a
livelli mai raggiunti prima e di raggiungere traguardi sempre più prestigiosi. Per questo continueremo a profondere ogni sforzo e ad impegnare ogni risorsa pur di raggiungere i nostri traguardi. Siamo sicuri che, ancora una volta, Sant’ Antonino vorrà accompagnare benevolmente il nostro cammino nel superiore interesse della Città.
FOTO DI CARLO ALFARO
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er noi sorrentini, la ricorrenza della festa di Sant’ Antonino è sicuramente uno degli avvenimenti più importanti dell’ anno. Ciò perché l’ affetto nutrito verso il locale Santo Patrono è talmente radicato e profondo da risultare difficile immaginare che la nostra intera città possa fare a meno di invocare la sua protezione. A maggior ragione in occasione di tempi difficili come quelli che stiamo vivendo per effetto della terribile pandemia. Quest’anno, dunque, ci piace ricordare che proprio a S. Antonino è stato attribuito il merito di salvare Sorrento quando, nel 1656, la cittadinanza fu messa a dura prova per effetto del diffondersi di una tremenda epidemia di peste. Oggi, come fecero allora gli abitanti della Città del Tasso, ci appelliamo al nostro Patrono
dal 5 al 20 febbraio la Villa Comunale è dedicata alla Festa degli Innamorati
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RICORDANDO IL SANTO PATRONO
FOTO DI ANTONINO FATTORUSSO
DA AROLA A SORRENTO SULLE TRACCE DI SANT’ANTONINO
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essuno fra i santi venerati in penisola sorrentina ha lasciato, come Sant’Antonino, tracce così nette e durature sul territorio e ha inciso così profondamente nella tradizione e nella memoria popolare. Ripercorriamoli, oggi, quei sentieri attraverso le colline da Monte Faito a Sorrento. Sulla montagna sosteremo nella grotta che fu rifugio del monaco eremita e del suo compagno Catello, vescovo di Stabia. Discendendone, giunti ad Arola, ci fermeremo presso quel ceppo rinsecchito che fu il tronco vigoroso della frondosa quercia. Su quei resti la devozione dei locali ha innalzato, in tempi recenti, il simulacro del Santo. Qui una giovinetta ci indicherà la sorgente zampillante e fresca, fatta sgorgare da quell’antico viandante solitario. Finalmente a Sorrento scopriremo, sotto l’arcata della basilica, alcuni resti ossei del misterioso mostro marino - forse una balena - offerti alla devozione dei fedeli.
Nell’ipogeo saremo avvolti nella mistica atmosfera della cripta ricavata sulla sepoltura dell’Abate, tumulato come si sa fra le mura del vetusto convento. I luoghi, gli oggetti e le sensazioni, come si vede, hanno mantenuto inalterato il loro significato di devozione e di fede durante i circa millequattrocento anni trascorsi dai tempi della presenza terrena del Santo. Altri più numerosi sono i segni che via via, col trascorrere del tempo, si sono aggiunti a riprova dello stretto legame che unisce Sant’Antonino alla sua gente. Sono le immagini, ingenue e variopinte, dipinte sulle riggiole delle edicole votive; le scene, quasi sempre drammatiche, sulle tavolette degli ex voto marinari; le figure, protettive e rassicuranti, sulle botti nei cellai delle case coloniche; sul tronco delle piante negli agrumeti e sulla prua delle barche dei pescatori. E poi il suo nome così diffuso dato a uomini e luoghi. La vita, le opere e i miracoli sono
tramandati, in larga misura, della tradizione orale; tuttavia innumerevoli sono i documenti scritti e manoscritti, a cominciare dai codici longobardi portati a più vasta diffusione, nel 1626, dal teatino Caracciolo fino alle pubblicazioni del Novecento. Si tratta di una copiosa produzione ricca e approfondita che si sviluppa fra le innumerevoli fonti storiche della città di Sorrento e fra quelle agiografiche intorno alla vita e ai miracoli del Santo. Che vi fosse, nei primi decenni del Novecento, una esigenza di verità fatta di fede e di amore lo conferma il lavoro di quel sorrentino verace che fu Silvio Salvatore Gargiulo. Questi nel 1932, dà alle stampe quel delizioso volumetto in vernacolo che è “ ‘A vita ‘e Sant’Antonino Abate Protettore d’a Ceta ‘e Surriento” composto da trecentoquaranta sestine dove il patrono della Città di Sorrento, di volta in volta, viene quasi accarezzato coi vezzeggiati diminutivi che sono proprio del popolo
minuto: “Nduleniello”, “Ndulino”, “Sant’Andulino nuosto” ed altre confidenziali espressioni. Fra le singolari presenze della devozione materiale leggibili sul territorio si conosce quella di un albero gigantesco sulle colline di Vico Equense. Conoscere la storia di un albero, di un albero secolare come quello di Arola, è cosa abbastanza rara. Capita più spesso invece che qualcuno di essi sia ricordato per essere stato testimone di avvenimenti della storia o del mito. Si pensi alla quercia del Tasso o al caprifico di Omero. Dell’annoso esemplare di Arola, “‘o Cierco ‘e Sant’Andulino”, sappiamo la storia dall’inizio alla fine. È la storia di un legame stretto fra la natura dei luoghi, spesso avara, e la vita degli uomini, sempre dura. Una storia che sconfina dalla leggenda per entrare nella tradizione popolare. A raccontarla è Gioacchino Caiazzo, testimone e memoria antica della borgata collinare. Eccola: In quel tempo l’acqua era po-
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Antonino De Angelis da “CONTATTI, persone e personaggi nella Terra delle Sirene” Edizioni La Conchiglia – 2003
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chissima nella zona, c’erano le. cisterne che raccoglievano quella piovana e c’erano rare sorgenti. Sant’Antonino scendeva da Faito in un giorno di grande calura. A Moiano nessuno gli diede da bere, a Ticciano nun bbevette, a Preazzano neppure. Ad Arola, invece, incontrò una vecchietta che lo dissetò. Ella aveva appena raccolto nella sua langella le poche stille che colavano da una fenditura. Il monaco bevve e versò la poca acqua rimasta sulle ghiande che nel frattempo aveva seminato nelle buche fatte con la punta del bastone. Il disappunto della donna, che vedeva sprecata così la preziosa acqua raccolta con tanta pazienza, fu evidente e il monaco la notò. Grato e riconoscente la rassicurò. Da quel giorno ad Arola le sorgenti si moltiplicarono con grande sollievo della popolazione. La notizia di quel prodigio passò di
bocca in bocca e si diffuse fra la gente del villaggio. Da quelle ghiande seminate uscirono tanti germogli, molte querce crebbero, una di esse sopravvisse e divenne simbolo di venerazione. Per antica tradizione i contadini formavano con le sue frasche folte ghirlande per offrirle, in processione, a Sant’Antonino e, nel primo giorno di maggio, a monsignore l’arcivescovo. Giunti a Sorrento gli ambiti ramoscelli venivano donati ai fedeli che li conservavano nelle case fra le cose più sacre e più care. La corteccia, furtivamente grattata dal fusto, minutamente triturata e pesta coi germogli, veniva raccolta in impasti per decotti e cataplasmi buoni per curare malanni gravi, o più blande indigestioni di anziani e bambini. Era, Sant’Antonino, un gran Santo!
LETTERA DEI PARROCI DI SORRENTO IN OCCASIONE DELLA FESTIVITÀDEL SANTO PATRONO ANTONINO Carissimi amici e fratelli della città di Sorrento, anche quest’anno ci ritroveremo insieme, intorno alla vita del nostro patrono Antonino, nel tempo contraddistinto dall’emergenza pandemica. Attenendoci alle indicazioni che ci sono state date dalla Conferenza episcopale dei vescovi della Campania, dettate unicamente dalla responsabilità di custodire la salute di tutti, specialmente dei più fragili, e dal principio di prudenza, non potremo fare la tradizionale processione, con l’effige del Santo. Tale circostanza ci offre l’opportunità di ribadire un messaggio che ci sta particolarmente a cuore. Pur rispettando la tristezza derivata dall’essere privati di una tradizione della nostra terra, che sicuramente ha il pregio di essere un prezioso collante per tutta la nostra città, la “mancanza” della processione non ci farà mancare tutte le “cose più importanti” che il nostro santo patrono ha fatto e continuerà a fare per noi: pregare, dall’assemblea celeste, per tutti noi, affinché possiamo sperimentare la presenza di Dio, che è amore, in noi stessi, nell’incontro sincero ed autentico, e non solo per il proprio tornaconto, con i fratelli, nella partecipazione alla vita quotidiana delle nostre comunità ecclesiali, nell’esperienza dei sacramenti, in particolare l’Eucarestia, nel servizio ai tanti poveri, non solo di cibo, che, seppur nascosti, hanno bisogno di un nostro “movimento d’amore”, che possa essere risposta ai loro bisogni. Cogliamo la “mancanza” di parte delle nostre tradizioni come un’occasione per gustare la verità di queste parole dell’apostolo Paolo: “Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi”. Ciò che è importante viene da Dio e, anche tramite la preghiera di sant’Antonino, quest’anno, nonostante tutto, ci sarà donato: a noi il compito di custodirlo e di trasmetterlo, soprattutto in questo tempo di più evidente fragilità. Vi salutiamo con gioia e vi auguriamo buon cammino! I presbiteri della città di Sorrento don Mario Cafiero don Francesco Saverio Casa don Carmine De Angelis don Luigi Di Prisco don Giovanni Ferraro don Carmine Giudici don Franco Maresca don Enzo Meglio don Antonino Minieri don Mario Schisano don Antonino Somma don Giuseppe Sorrentino fr. Antonio Ridolfi e la comunità Francescana p. Salvatore Zurolo e la comunità Carmelitana
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Nino Aversa
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I SENTIERI DI SANT’ANTONINO nome, facendo attenzione alle ripide tese segnate sulla parete verticale molto impegnative. Ma il premio dell’ascesa è un impareggiabile vista a 360° sul Golfo di Napoli e il Vesuvio, sulla Costiera Amalfitana fino a Punta Licosa e sulla dorsale dei Monti Lattari fino a Capri. Veramete unica e incomparabile! La discesa impegnativa dal
monte S. Michele riporta l’escursionista sul sentiero principale per continuare l’itinerario a circuito verso la Conocchia, Casa del Monaco e Pian del Pero per rientrare al punto di partenza al santuario di S. Michele. Altri dettagli della discesa di S. Antonino verso la piana di Sorrento si ritrovano nella fra-
FOTO DI NINO AVERSA
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luoghi maggiormente legati alla storia di S .Antonino in Penisola Sorrentina sono Monte Faito, Arola e, ovviamente, la città di Sorrento di cui è Santo Patrono. Alcuni sentieri del territorio ripercorrono i luoghi delle storie e delle leggende legate al santo, all’ eremitaggio, alla predicazione e ai segni dei suoi miracoli. Il sentiero principale a Monte Faito è quello che collega l’attuale santuario sulla vetta fino al monte S. Michele, detto il Molare, dove sorgeva l’antica chiesa. Alla partenza dell’itinerario si notano i simboli di grande devozione al Santo, insieme al vescovo S. Catello e all’arcangelo Michele con tre grandi statue che identificano l’intitolazione del luogo e la sacralità del territorio. E’ un sentiero di media difficoltà che percorre, per la prima parte, un bosco esposto a Nord e quindi più freddo e poco esposto al sole, specialmente la mattina. Lungo il percorso si incontra la sorgente dell’acqua santa, un filo d’acqua perenne che sgorga direttamente dalla montagna calcarea, sovrastata dalla Grotta di S. Catello e S. Antonino, raggiungibile da un impervio sentiero e con l’aiuto di catene alla fine. Qui, dice la leggenda, i due santi si ritirarono in eremitaggio ed ebbero in sogno l’annunciazione da parte di S. Michele di scendere a valle per evangelizzare e gestire la chiesa di Sorrento per S. Antonino e Castellammare per S. Catello. Il luogo, da visitare, infonde ancora un’atmosfera di meditazione molto suggestiva. Si procede , di nuovo, sul sentiero principale per giungere al bivio per monte S. Michele o verso la Conocchia, tutto ben indicato dai segni bianco/ rosso del CAI e da segnaletica verticale molto chiara e intuitiva. Sicuramente chi arriva qui deve salire sul monte S. Michele, uno dei tre pizzi più alti del Faito, detto anche Molare dalla sua caratteristica forma di dente che gli dà questo insolito
zione Vicana di Arola dove, come a Sorrento, si venera S. Antonino come santo patrono. Dice la leggenda che ad Arola il Santo, incontrò un’anziana signora che gli offrì da bere e da allora questa è la frazione di Vico Equense dove insistono più sorgenti d’acqua che hanno permesso il proliferare di caseifici per la produzione di ottimi formaggi. A ricordo del passaggio del santo c’era anche l’enorme quercia che insisteva di fronte alla chiesa, purtroppo non più esistente e della quale se ne conserva un pezzo incastonato nel mausoleo dedicato al santo sovrastato dalla statua. Da questo punto parte un interessante itinerario che attraversa la parte antica del paese e volge verso una delle storiche discese verso Sorrento che sfruttavano, ovviamente, le valli tra i monti per semplificare lo svalico a piedi o con animali da soma. Questa strada, contornata da antichi edifici con cartigli che ci riportano alla storia di vari secoli fà, continua con via Grottelle e termina a Meta, il primo paese dell’attuale piana di Sorrento. Anche nella congrega di Meta si trova una statua di S. Antonino a ricordo di questocollegamento quasi unico e obbligato dai monti alla costa. Nel territorio e specialmente a Sorrento è molto sentita la devozione a S. Antonino con processioni e intestazioni di eventi e centinaia di persone ancora portano questo nome ereditato dai nonni o dagli avi che hanno vissuto questo luogo, precedentemente ostile e non turistico, sotto la protezione di questa venerabile figura. Esiste ancora la tradizione di mettere una “ fiurèlla” del Santo sul tronco di un albero di frutta, principalmente di arance o limoni e tutto quelloche viene prodotto da quella pianta viene donata alla chiesa per opere di carità nel giorno della seconda celebrazione annuale del Santo, dedicata ai contadini, che tuttora avviene alla prima domenica di Maggio oltre alla celebrazione istituzionale del 14 Febbraio.
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AL SUO SECONDO MANDATO
SERGIO MATTARELLA RIELETTO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
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iamo stati tutti testimoni di un evento nazionale, commovente e coinvolgente, che è stata l’elezione di Sergio Mattarella al suo secondo mandato di Presidente della Repubblica italiana. Sono ritornati alla mente tanti miei ricordi così incisivi da commuovermi, momenti speciali della mia vita che voglio riportare e condividere. Nel corso degli anni il mio rapporto con il Quirinale è stato ben più consistente di una semplice visita alla scoperta della residenza un tempo abitata da Papi e Re, che è una delle più belle dimore abitate da un Capo di Stato che, negli anni, spesso sorprendendoli, ha ospitato i grandi della terra: dalla Regina Elisabetta d’Inghilterra a Capi di Stato di nazioni europee, americane, asiatiche e oltre! Palazzo di storia antica e prestigiosa, un tempo dimora di Papi e di
Re, il Quirinale, dal 1946, anno di nascita della nostra repubblica, ha ospitato tutti i Presidenti della repubblica italiana. Per più motivi considero quindi un privilegio, e ne sono andata fiera, essere stata ricevuta in visita, nel corso di più presidenze al Quirinale. Dall’amato Sandro Pertini, che forse in ricordo di Gaetano Salvemini, vissuto fino alla morte a Sorrento, ospite della Marchesa Titina Benzoni Ruffino alla Villa La Rufola al Capo di Sorrento, del quale sono stata allieva e da me frequentato quotidianamente, che anche alle grandi prime del Teatro alla Scala mi diceva con voce tonante “Bella signora!”, Carlo Azeglio Ciampi che mi scrisse più volte e accettò l’intervista a tutta pagina (ROMA, 1995) e ancora Giorgio Napolitano, uno dei protagonisti del mio libro “Trentuno na-
poletani di fine secolo” - Electa Napoli 1995-, fino a Sergio Mattarella incontrato per occasioni indimenticabili. Per un verso o per l’altro ho avuto la possibilità di andare più volte al Quirinale, ogni volta vivendo l’emozione per la bellezza abbagliante, o anche, superato l’ingresso con i corazzieri immobili nella maestosa presenza, potermi trattenere avanti allo spazio /nicchia che, come un sacrario, ospita la bandiera italiana, davanti alla quale è impossibile non commuoversi! Stessa profonda commozione provata alla rielezione di Sergio Mattarella dopo una settimana di tribolazioni “inaccettabili” nei comportamenti di tanti rappresentanti “grandi elettori” della nostra politica. Finalmente tutto passato e concluso con la rielezione che ha tenuto con il fiato sospeso quanti
amano l’Italia e il suo destino storico che ha sempre più bisogno di persone serie, devote, competenti, come un grande Presidente come Mattarella e di un prestigioso premier quale Mario Draghi. I giorni dell’indecisione hanno fatto venire a galla qualche considerazione! Siamo il paese di Dante, Petrarca, Macchiavelli, Giotto, Leopardi, Eduardo… siamo quell’Italia nostra che include Pompei e Ercolano, città di rara storia e bellezza come Venezia, Firenze, Napoli, Palermo, siamo una nazione dotata di Musei tanto prestigiosi da essere unici come gli Uffizi a Firenze, le Scuderie del Quirinale a Roma, il solenne Museo di Capodimonte e Il prestigioso Museo archeologico a Napoli o il Museo egizio a Torino e…. altro ancora e, in alcuni passaggi della politica, diventiamo
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Giuliana Gargiulo …poca cosa? Chi ha seguito la recente votazione, che ha reinsediato Sergio Mattarella al suo ruolo, non può non aver riconosciuto la qualità, la sobrietà, lo stile del nostro Presidente. Non a caso la parola chiave che ha ripetuto con il suo tono schivo è l’impegno, purtroppo praticato da pochi (sic) che Sergio Mattarella ha sempre sommato al senso di responsabilità e al rispetto per le decisioni del Parlamento. E meno male che l’aula, nel sentire i voti necessari alla rielezione, è esplosa in un applauso durato ben quattro minuti! L’orgoglio nazionale e/o personale di chi ama il proprio paese è che l’Italia, nel corso delle gravi emergenze sa dare il meglio di sè e, non a caso, il Presidente, in un momento che avrebbe voluto finalmente ritirarsi a vivere tranquillo con la famiglia e gli amati nipotini, ha detto: “Nel corso delle gravi emergenze di questo momento deve prevalere il dovere e pensare all’Italia, sempre comportandosi con responsabilità e rispetto”. Grazie grande Presidente, anche per quanto con la tua forza ci stai insegnando.
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o ricorderemo così, semplicemente. Se la semplicità è stato il suo vestito, il suo habitus, la semplicità non può non essere anche lo spessore delicato e discreto del nostro ricordo e della nostra gratitudine. E con semplicità celebreremo l’Eucarestia ad un anno del ritorno a Casa di don Pasquale, il prossimo 21 febbraio alle ore 19 nella Cattedrale di Sorrento, insieme al Vescovo Francesco, ai confratelli sacerdoti, ai familiari e ai tanti amici di questo nostro preziosissimo compagno di cammino e di vita. Tra questi i “ragazzi” dell’allora Gruppo Luigi Stinga che don Pasquale volle fortemente come spazio, non solo fisico, di aggregazione per tantissimi giovani della nostra città e che portava il nome e il testimone di uno di loro, il buon Gino, tragicamente scomparso proprio in questa - la nostra comunità della Cattedrale - che ancora oggi è una grande casa per tanti sorrentini giovani e non. Di alcuni di loro l’iniziativa di incontrarsi periodicamente, di celebrare una Messa nel campetto del Seminario la scorsa estate, di condividere ricordi e momenti di fraternità, cercando di non disperdere in un tempo particolarmente appesantito dai necessari distanziamenti e da insopportabili e impreviste solitudini un’eredità gradevolissima rappresentata da una sana e spensierata convivialità . Sempre loro anche l’iniziativa di commissionare ad un valente artista, il maestro Enrico De Cenzo, un ritratto di don Pasquale che verrà collocato al termine della celebrazione del prossimo 21 febbraio nella Sala capitolare della sagrestia della Cattedrale. E ancora loro è l’idea di raccogliere immagini e testimonianze in una piccola pubblicazione stampata dalle Arti grafiche Sant’Antonino, arricchita da foto di Carmine Galano, Michele Gargiulo e Peppe 105,che condivideremo sempre in questa ricorrenza con i familiari, i confratelli e gli amici di don Pasquale: il Vescovo Francesco e il Vescovo Arturo, don Carmine Giudici e don Fabio Savarese, Peppino Aiello e gli amici del Gruppo Luigi Stinga in un lavoro coordinato da Antonino Siniscalchi provano a raccontare frammenti di una storia d’amore avvincente e “senza misura”, quella tra un uomo semplice e sacerdote generoso ed una comunità, la sua Chiesa, le parrocchie che ha servito, la gente che ha incontrato e “portato sulle spalle” come pastore buono e amorevole. Semplicemente don Pasquale…ancora tra noi e con noi, dono e mistero, pane buono da assaporare ancora con dolcezza e riconoscenza.
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DURANTE LE GIORNATE PROFESSIONALI DI CINEMA
Adele Paturzo e Antonio Volpe
INCONTRO CON IL REGISTA SORRENTINO LUIGI PANE (classe 1981) “Parliamo del ruolo della scuola. Hai scelto un grande attore come Renato Carpentieri per la figura del professore” “Ho scelto un Maestro perché penso che i professori debbano essere dei maestri di vita. La scuola deve essere qualcosa che ti educa, ti insegna a comprendere il mondo, a volte anche a sfidarlo, oggi più di ieri fondamentale nella formazione dei ragazzi. Lui è un maestro in pensione che decide di fare un seminario di letteratura per stare coi ragazzi, un maestro anticonvenzionale, un po’ rivoluzionario, che poi si scopre custodire un segreto, un bellissimo segreto che gli ha forgiato questo carattere. “Quali le Tue aspettative rispetto a questo film?” “Mi piacerebbe dire: voglio vincere un Oscar. E’ un momento non facile per il cinema; c’è uno strapotere dello streaming, una crisi mostruosa delle sale. Io sono per la convivenza delle due cose, alla fine il digitale non ha soppiantato la pellicola, forse cambieranno un po’ le formule delle sale, l’importante è che la sala resti”. “Quali sono stati i tuoi maestri cinematografici? Citi Pasolini ed hai girato il film a Roma” “Pasolini è stato per me una grande scoperta, cosi come lo è stato per Diego, il protagonista. Quando mi sono trasferito a Roma, a 18 anni, sono andato a vivere nei quartieri dove Pasolini girava i film ed in quello stesso periodo ho fatto come mio primo esame universitario il corso monografico su Pasolini con Bruno Torri, storico, critico cinematografico, amico di Pasolini. Quel corso mi ha fatto scoprire Pasolini ed i luoghi dove aveva girato i film. Alla fine le cose non erano poi tanto cambiate. Ho voluto trasferire in Diego questa scoperta, quando le persone sono al di fuori degli eventi, della storia, si è sempre nella stessa precarietà. Pasolini citava i vinti d’Italia, oggi forse ai vinti d’Italia si sono uniti i vinti del Mondo.”
“Qualcuno ha definito “Un mondo in più” un film neorealista,
è una definizione appropriata?” “Non esattamente, si tratta di un film che ha un forte aggancio con la realtà, una storia contemporanea, chi lo vede ha la percezione che si stia guardando fuori dalla finestra. C’è l’uso della mascherina, ma non si parla del Covid. Esattamente è ambientato nell’estate del 2020, dopo la fine del primo lock-down”. “Un Mondo in più” è un titolo particolare” “Il titolo l’ho cercato nei dialoghi e l’ho trovato successivamente alla stesura della sceneggiatura,vedendo il film lo capirete”. “I due protagonisti sono giovani. Come Ti sei trovato a lavorare con loro?” “Benissimo. Denise Capezza è stata straordinaria, già mentre scrivevo pensavo che potesse essere lei uno dei personaggi candidati a ricoprire il ruolo di Tea. Francesco Ferrante lo abbiamo cercato con un lungo lavoro di scouting tra scuole di teatro, agenzie di cinema e dopo numerosi provini lo abbiamo scelto. Volevo che chi guardasse il film avesse la mia stessa percezione, perciò ho voluto un ragazzo alla sua prima esperienza cinematografica”. “Altro tema portante l’immigrazione, il rapporto con gli ultimi” “Mi sono trovato a riflettere su cos’è un migrante. Molto spesso è il caso che ci fa avere delle possibilità o ce le nega. Ho voluto raccontare la storia di Diego che a suo modo è un migrante, perché deve lasciare Napoli per trasferirsi a Roma. Resta più incuriosito dai migranti che occupano il palazzo di fronte piuttosto che dagli abitanti che lo fanno sentire un diverso. Il concetto di migrante è molto relativo”.
UN MONDO IN PIU’
Nel mezzo della pandemia, Diego, un ragazzo Napoletano, ha appena compiuto diciotto anni. Il ragazzo vive in un difficile quartiere periferico di Roma dove si è trasferito con suo padre Franco dopo la perdita della madre. Le sue giornate trascorrono introverse e solitarie, solo in compagnia della sua macchina fotografica, finché Franco non è costretto ad ospitare in casa con loro una misteriosa ragazza, Tea.
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UN CORTOMETRAGGIO SCRITTO E DIRETTO DA ANTONINO GIAMMARINO
ANNA MENDOZA trucco e Imma Ferola che ha cantato il salmo Primo Tempore completano il gruppo di operatori locali che hanno reso possibile la realizzazione dello short film.
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ullo schermo appare subito una didascalia: Anna Mendoza va lentamente incontro alla sua nuova vita. Poi si vede una ragazza salire sulla collina di San Costanzo. È questo l’incipit del corto di Antonino Giammarino, che narra la storia di una giovane modella in crisi che ad un certo punto deciderà di cambiare completamente il suo percorso esistenziale. Il racconto è essenzialmente visivo e crea atmosfere ed emozioni tra le scenografie naturali ter-
ritoriali, tra albe e tramonti al Deserto di Sant’Agata sui due Golfi, a San Costanzo, nelle architetture di Villa Mambrini e Villa Fiorentino, un percorso fisico e metafisico per la modella. Il cortometraggio è stato realizzato da un gruppo di lavoro della penisola sorrentina. Infatti lo interpretano Beatrice Yousef e Costanza Martina Vitale con le voci fuori campo di Nino Lauro, Sara Scarpati, Rosario Di Nota e Alessandra Volpe. Antonino Fattorusso firma la fo-
tografia e le riprese coadiuvato da Valerio Tramontano, Carlo De Martino e Marco Mariconda. Autore delle musiche è Alfonso Bruno, mentre la produzione è stata curata da Marika Rinaldi e Salvatore Piedimonte. Gianfranco Capodilupo ha partecipato al lavoro realizzando le foto della modella per il film. Inoltre, il maestro Giuseppe Tramontano ha fornito la sua fondamentale consulenza artistica al lavoro. Infine Marika Marzuillo al
Dopo la presentazione in anteprima del corto al Teatro Tasso, accolto calorosamente da un pubblico numeroso e attento, Nino Giammarino ha raccontato la genesi del film: “Avevo letto una notizia di cronaca e ho cominciato ad immaginare. Ho visto prima un giovane modella sfilare da sola con un portamento regale, poi l’immagine è cambiata. Una suora camminava al centro della navata di una chiesa ma sembrava stesse sfilando. A ben guardare le due donne avevano lo stesso viso. La prima battuta che mi è venuta in mente è stata: ho scelto di sfilare solo per Dio. Poi è nata la sceneggiatura privilegiando le immagini e il silenzio della natura. La chiave del film è ben rappresentata da una frase dalla tragica bellezza di Teresa D’Avila: Se vuoi essere tutto non cercare di essere qualcosa. La Fondazione Sorrento ha supportato l’opera che divulga anche la bellezza del territorio.
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dalla Redazione
LO SCAFFALE DEI LIBRI
PASSEGGIANDO TRA I DUE GOLFI PRONTO IL 2° VOLUME DELLA COLLANA DEL CRESL
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uesto testo di Luigi Poi e Matteo Gargiulo costituisce la seconda pubblicazione della Collana del ‘Centro Ricerche e Studi Lubrensi’ ed è il primo della sezione storico-turistica. Gli autori hanno scelto uno spazio topografico ben preciso: quel lembo di terra che si situa tra il Golfo di Napoli ed il Golfo di Salerno, con lo scopo di essere uno strumento efficace di storia e turismo per i tanti visitatori che raggiungono la penisola da ogni parte della Terra. In effetti, ciò che salta subito all’occhio del
lettore è lo svilupparsi del testo nella duplice dimensione dello spazio e del tempo. Luigi e Matteo hanno tentato con successo di rappresentare un costante intreccio tra passato e presente, e che descrive in modo dettagliato le zone del San Costanzo, Punta Campanella, Crapolla, Marina del Cantone e Ieranto, Sant’Agata sui Due Golfi ed in particolare la collina del Deserto con la necropoli del Vadabillo; tra i luoghi più affascinanti e che continuano ad essere sede di forti interrogativi per storici, archeologi ed anche per gli studiosi di storia patria. Non a caso, tra gli altri elementi tipizzanti il testo, c’è il grande interesse – quasi un pungolo – per la localizzazione del celeberrimo ‘Santuario delle Sirene’, da cui il territorio massese ha tratto l’appellativo di “Terra delle Sirene”. Il testo è anche un continuo invito a passeggiare: al mare o per i monti; tra le campagne e per le vie dei casali. Quel passeggiare che rese lo stesso Norman Douglas, tra gli uomini in possesso di solida cultura e di esperienza internazionale di viaggi, profondamente affezionato al nostro territorio. Un lavoro dunque, che ha fatto del tema della bellezza, tra ricerca ed amore, il suo elemento portante. Il volume è attualmente disponibile su AMAZON in attesa di affidarne la distribuzione a qualche edicola locale.
Fervida attività nella pubblicazione di libri per Pasquale Buonarotti
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ell’ultimo mese di gennaio, Pasquale Buonarotti, ha dato alle stampe ben tre pubblicazioni. «Sogni futuri e ricordi del glorioso passato» ricorda l’evento del 23 luglio scorso con la presentazione del libro «Calcio e altri sport in Penisola sorrentina»; «Racconto di un’impresa. Il Sorrento va in Serie B» ripercorre, invece, la fantastica cavalcata della squadra del Sorrento calcio che nell’anno 1970-71 ottenne la promozione in Serie B. Quella stagione è raccontata partita per partita con le voci di alcuni calciatori che presero parte a quell’impresa. Il volume disponibile sulla piattaforma Amazon digitando il titolo del libro oppure il mio nome e cognome. Dai racconti dello sport ad un saggio dedicato a «Sant’Antonino Abate patrono di Sorrento», un atto di fede, «una preghiera rivolta al Santo – scrive l’Autore nella prefazione – affinché come ha spesso fatto in passato volgesse il suo sguardo benedicente sull’Umanità intera e i popoli della Penisola sorrentina in particolare».
UNA ASSOCIAZIONE DEI TIFOSI DEL SORRENTO NEL RICORDO DI MARIO DAMIANO. APERTA LA SEDE ALL’ENGLISH INN
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ernissage per la nuova associazione dei tifosi «Mario Damiano», dedicata alla memoria dello storico supporter del Sorrento calcio e professionista del comparto alberghiero (già direttore del Grand Hotel Excelsior Vittoria e dell’Hotel La Favorita) scomparso due anni fa. Nei locali dell’English Inn di Sorrento, sede del club messa generosamente a disposizione dal patron Franco Cappiello, hanno presenziato al taglio del nastro il sindaco Massimo Coppola, il vicesindaco Gianluigi De Martino, il vicepresidente del Sorrento calcio Michele Mauro e i soci del nuovo sodalizio, guidato da Antonino Damiano (figlio di Mario). Ospiti, tra gli altri, il Comandante Pasquale Buonarotti, già autore del volume «Calcio e altri sport in Penisola Sorrentina», che ha presentato - e poi donato all’Associazione - il suo ultimo libro «Racconto di un’impresa, il Sorrento va in serie B». Presente anche il capitano di quel Sorrento da favola, Pietro Costantino. «Ringraziamo tutti i partecipanti – sottolinea una nota su Facebook dell’associazione -. E’ stato bello vedere tanti tifosi storici del Sorrento. E’ stato bello ritrovarci, vedere visi sorridenti e sentire tanti aneddoti sul Sorrento calcio. La nuova sede sarà solo un punto di partenza: dobbiamo realizzare insieme tanti sogni. Per il Sorrento e per l’intera comunità della costiera sorrentina».
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dalla Redazione
FEDERALBERGHI PENISOLA SORRENTINA
CONSEGNATO IL “PREMIO FEDELTÀ” a 39 collaboratori delle strutture ricettive T
radizionale appuntamento, presso il Teatro comunale Tasso, con Federalberghi Penisola Sorrentina ed il Premio Fedeltà, promosso dai vertici dell’associazione, destinato ai collaboratori delle strutture ricettive del territorio, approdati alla pensione nell’ultimo biennio al termine di una carriera che li ha visti per almeno 25 anni al servizio della stessa azienda o nello stesso gruppo aziendale. Alla cerimonia, caratterizzata anche dalle note del violinista Pierluigi Esposito, introdotta dal presidente regionale e della penisola sorrentina di Federalberghi, Costanzo Iaccarino, sono intervenuti il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, con l’assessore al Turismo, Alfonso Iaccarino e il consigliere Paolo Pane; i sindaci di Piano di Sorrento e Meta, Salvatore Cappiello e Giuseppe Tito. A ritirare il prestigioso riconoscimento, nel corso della manifestazione, condotta dal giornalista Antonino Siniscalchi, 39 lavoratori del turismo (due alla memoria). Salvatore Acampora (portiere) e Alessandro De Turris (portiere), alla memoria, entrambi dell’hotel Bristol; Vito Gargiulo (cuoco), Carmela Cacace (cameriera ai piani), Luigi Gargiulo (cameriere di sala) dell’hotel Iaccarino; Gennaro Gargiulo (chef de rang) dell’hotel Riviera; Antonino Cacace (barman) dell’hotel Ambasciatori; Carlo Matteo Bianco (portineria ricevimento) dell’hotel Cesare Augusto; Anna Cassese (contabilità) dell’hotel Plaza; Salvatore Bonifacio (ragioniere) dell’hotel Bristol; Gennaro Terminiello (Maitre) dell’hotel Due Golfi; Fortunata Fiorentino (receptionist) dell’hotel Ascot; Alberto Parisi (portiere) dell’hotel Plaza e Tirrenia; Angelo De Angelis (manutenzione) e Laura Persico (cameriera ai piani) dell’hotel Minerva; Michele Astarita (capo ricevimento) dell’hotel Michelangelo; Salvatore Cacace (chef de rang), Salvatore Ioviero (addetto al ricevimento), Pasquale Russo (custode), Maria (impiegata) e Maria Grazia Talamo (guardarobiera) dell’Excelsior Vittoria;
Francesco Saverio Severi (chef ) dell’hotel La Meridiana; Antonio Emiro (assistente bagnanti) e Anna Erminione dell’hotel La Solara; Angela Maria Aversa e Raffaela Esposito (cameriere ai piani) dell’hotel Capodimonte; Giuseppe Schisano, Antonino Esposito e Pietro Ferraiuolo (chef ), Giovanni Capodilupo (pasticciere), Aniello Russo (dispensiere) e Marianna Schisani (guardarobiera) dell’hotel Vesuvio; Clementina Somma
(chef de rang), Italia Falabretti (cameriera ai piani), Salvatore Buono e Maria Teresa Russo (amministrazione), Raffaele Gargiulo (manutenzione), Nicola Vacca (chef de rang) e Antonio Giorgio (facchino) dell’Hilton Sorrento Palace. «Con questa iniziativa, ormai consolidata, la nostra associazione – ha sottolineato Costanzo Iaccarino – desidera esprimere la gratitudine ai collaboratori che, evidenziando particolare impe-
gno e passione, sostenendo con proprie energie le strutture ricettive del nostro territorio contribuendo a rafforzare ulteriormente la cultura dell’ospitalità che ha reso la Costiera una delle mete turistiche più note e apprezzate in tutto il mondo. Un ulteriore riconoscenza, inoltre, per aver condiviso l’impegno delle aziende in una fase particolarmente difficile negli ultimi anni, affrontata con senso di responsabilità e determinazione».
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Febbraio 2022
Giovanni Gugg
UNA SPREMUTA DI IDENTITÀ
L’ARANCIA D
escrivendo il suo arrivo in Penisola Sorrentina, nel 1842 Charles Dickens scrisse queste parole: “Passando fra i vigneti, boschi di ulivi, giardini di aranci, limoni, e frutteti […] arrivammo a Sorrento, dove il Tasso trovò ispirazioni nelle bellezze di cui è circondato il paese”. Si tratta di un’immagine eloquente di quanto il nostro paesaggio fosse virtuosamente plasmato da natura e cultura. Gli archivi locali sono pieni di riferimenti di questo tipo, basti pensare a Friedrick Nietzche, che nel 1877 scrisse: “Vi sono passeggiate tra gli aranceti così ben coperte, che ci si sente sempre riparati dal vento come soffia impetuosamente fuori nel mondo” o a Henrik Ibsen, che nel 1881 espresse con euforia la sua gioia: “Che incanto questa terra! Tutto vi fiorisce deliziosamente”, fino a uno dei versi più celebri della canzone mondiale, quelli composti nel 1903 da Giambattista De Curtis: “Siente siè ‘sti sciùri ‘e arance, ‘nu profumo accussì fino, dint’ ‘o core se ne va”.
Tuttavia, non è solo l’arte, la musica e la letteratura ad essersi innamorate degli aranceti sorrentini, perché nel 1877 ne faceva menzione anche la principale inchiesta parlamentare della seconda metà dell’Ottocento, quella diretta da Stefano Jacini, che nella relazione scriveva: “Nei comuni di Meta, S. Agnello, Sorrento, Massa e Piano […] gli aranceti vi hanno la massima estensione, non riconoscendosi coltura più ricca, e prodigando perciò ad essa cure indefesse e veramente amorevoli”. A testimonianza dell’importante ruolo che gli agrumi hanno giocato negli ultimi due secoli di storia locale, a Sorrento una delle strade più trafficate è intitolata proprio agli aranci. Ma che storia ha questo frutto? Perché in dialetto napoletano si chiama “portogallo”? Originaria della Cina e del sudest asiatico, dove nacque oltre 4000 anni fa come un ibrido tra il pomelo e il mandarino, l’arancia è un frutto invernale che sarebbe stato importato in Europa solo nel XV secolo da
marinai portoghesi. Tuttavia, se ne ha notizia già in alcuni testi antico-romani del I secolo, quando veniva coltivata in Sicilia dove era chiamata melarancia. Probabilmente l’arancio giunse alle nostre latitudini per la via della seta, ma limitatamente alla Sicilia, venendo riscoperto solo dopo diversi secoli dai marinai portoghesi. Questo è attestato a livello popolare proprio dal suo nome, che nei dialetti di pressoché tutte le regioni della penisola italiana fa riferimento proprio al Portogallo: “purtualli”, “purtijalle”, “portacallu”, “portugaj” e così via. In spagnolo, invece, il nome è “naranja”, dal persiano “nāranğ”, letteralmente “frutto favorito degli elefanti”, che poi ha condotto all’italiano “arancia”. Si tratta dell’agrume più diffuso al mondo e se ne coltivano centinaia di varietà. Negli ultimi due secoli e mezzo ha trasformato la Penisola Sorrentina, soprattutto la zona del Piano, dove la terra fertile
e la più semplice irrigazione, accompagnata all’ingegno dei pergolati e delle pagliarelle, ne hanno consentito un adattamento ideale. Questo frutto è parte integrante dell’identità sorrentina: un elemento della natura che costruisce cultura o, a seconda della prospettiva, uno stratagemma della cultura che inventa un pezzo di natura. In un bellissimo filmato del 1948 “Orangen und Zitronen aus Sorrent”, realizzato dall’Istituto Cinematografico per le Scienze e l’Istruzione di Monaco di Baviera, si vede l’intero ciclo produttivo di arance e limoni. Quel cimelio cinematografico fu ritrovato qualche anno fa da Antonino De Angelis, che lo digitalizzò e ne fornì un commento per chi come noi non ha vissuto il secolo d’oro degli agrumi sorrentini, grossomodo dalla prima metà dell’Ottocento alla Seconda guerra mondiale. Potrebbe rappresentare il primo tassello di un auspicabile “Museo del Limone e delle Tradizioni Agrumicole Sorrentine”.
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L’arancia sorrentina protagonista in pasticceria
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Dieffe Comunicazione
SorrentoOrangeWeek promuove la Master class del Maestro Pasticcere Paolo Sacchetti E
ntra nel vivo lo svolgimento del SorrentoOrangeWeek, l’evento ideato da Penisolaverde per incentivare la trasformazione e il consumo delle arance raccolte dalle alberature pubbliche sorrentine. Il prossimo, attesissimo appuntamento, è con il Maestro Paolo Sacchetti, già miglior pasticcere d’Italia nonché vice presidente dell’AMPI, Accademia Maestri Pasticceri italiani. Il famoso pasticcere di Prato salirà in cattedra, il 17 febbraio, presso l’Istituto Polispecialistico San Paolo di Sorrento, per una giornata di approfondimento dedicata al tema “L’arancia sorrentina protagonista in pasticceria”. L’iniziativa, pensata appositamente per gli studenti dell’indirizzo “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera” dell’Istituto sorrentino, vuole favorire la conoscenza delle caratteristiche organolettiche dell’agrume sorrentino, dei suoi prodotti e del loro utilizzo in pasticceria. La Master class riservata agli studenti si svolgerà dalle ore 9.00 alle 12.00; dalle 14.00 alle 16.00 la dirigente scolastica, Amalia Mascolo, in accordo con Penisolaverde, ha riservato 16 posti a quanti, tra i cittadini appassionati di arte bianca, siano interessati ad apprendere tecniche e ricette da uno dei più rinomati pasticceri d’Italia. Le marmellate e gli oli essenziali che verranno utilizzati durante la Master class sono stati prodotti dalla lavorazione dei frutti raccolti a dicembre e a gennaio dalle alberature pubbliche e trasformati, rispettivamente, dalla Fattoria Terranova e dalla Cooperativa Solagri. Per assicurarsi la partecipazione alla Master class, con disponibilità fino ad esaurimento posti, sarà sufficiente inviare una mail di prenotazione a info@dfcomunicazione.it In ottemperanza alle norme vigenti, per accedere all’aula, sarà necessario esibire il green pass rafforzato (ottenuto mediante vaccinazione o guarigione). Per coloro che non riusciranno a frequentare il corso in presenza, sarà disponibile un collegamento live streaming: https://meet.google.com/qhd-kaeb-abs?pli=1
Giusy Persico, la pasticcera con la passione per il cioccolato È
l’amore per il cioccolato il pungolo che ha spinto Giusy Persico, venticinquenne sorrentina, ad intraprendere l’attività di pasticcera e a specializzarsi, poi, nell’arte cioccolatiera. Il suo percorso si inserisce perfettamente nel nuovo trend di questa professione che, da prevalentemente maschile, sta registrando, negli ultimi anni, l’ingresso e l’affermazione di un numero crescente di donne. Il percorso di Giusy, che da tre anni collabora con la brigata del Ristorante stellato “Il Buco” di Sorrento, inizia con il diploma di grafica pubblicitaria conseguito presso l’Istituto d’Arte di Sorrento. Successivamente, definite le sue passioni e forte delle competenze artistiche maturate durante gli studi superiori, decide di frequentare la Etoile Academy. Terminata la formazione presso la prestigiosa scuola di pasticceria, consolida e arricchisce le sue competenze, lavorando presso le cucine di importanti hotel. La passione per il cioccolato l’ha portata a ideare e a condurre il progetto “Kulubà – La culla del cioccolato”, dal nome dell’antica città Maya in cui vennero impiantate le prime piantagioni di cacao. Kulubà prevede l’ideazione, la realizzazione e la vendita di cioccolatini e sculture di cioccolato tridimensionali, realizzate con cioccolato fondente, al latte, bianco o nocciolato ma solo ed esclusivamente di ottima qualità. Per le prossime festività pasquali sono già disponibili tutta una serie di sculture, come l’Alberello; Olaf, il pupazzo di neve o Rudolph, la renna, tutti visionabili sulla pagina Facebook Kulubà o sul profilo Instagram Kulubà Per informazioni e prenotazioni: kuluba@outlook.it
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COMMEMORAZIONI
Istituto di Cultura “Torquato Tasso”
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CONCORSO GASTRONOMICO ALL’ISTITUTO SAN PAOLO
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dalla Redazione
“a tavola con lo scialatiello” di enrico cosentino P
asserella d’eccezione per verdi talenti dell’enogastronomia di Campania, Sicilia, Puglia, Basilicata, Calabria, Abruzzo, Molise e Lazio all’Istituto San Paolo. Il 23 marzo prossimo in programma il concorso interregionale di cucina, promosso dalla scuola di Sorrento, con il patrocinio organizzativo del maestro Enrico Cosentino, promotore del concorso riservato agli allievi del quarto e quinto anno degli istituti professionali articolazione enogastronomia. P artecipano l’Istituto Omnicomprensivo G. N. D’Agnillo di Agnone (Isernia); l’IPEOA A. Perotti di Bari; l’I.I.S. A. Turi di Matera; l’IPSEOA V. Gioberti di Roma; l’IPSEOA di Villa San Giovanni (Reggio Calabria); l’IIS Gasparrini di Melfi (Potenza); l’IPSEOA R. Viviani di Castellammare; l’IPSSEOA De Gennaro di Vico Equense e l’ISIS E. Di Savoia di Napoli. Le loro proposte focalizzate sul tema «A tavola con lo scialatiello di Enrico Cosentino tra tradizione e innovazione». Gli studenti selezionati dovranno preparare e presentare un primo piatto che reinterpreti i famosi scialatielli di Enrico Cosentino abbinandoli a prodotti stagionali tipici della propria regione. Gli scialatielli sono un formato di pasta fresca. Il nome, come si legge su Wikipedia, si presume derivi da due
TG DELLE BUONE NOTIZIE
parole della lingua napoletana “scialare” (godere) e “tiella” (padella). Questo tipo di pasta, tipica della costiera sorrentina e amalfitana, è nata per mano dello chef Enrico Cosentino nel 1976. Nel 1978, lo chef presentando gli scialatielli ad un concorso culinario in Calabria, conquistò il premio “Entremetier” dell’anno. Gli scialatielli sono listarelle più corte degli spaghetti, più larghe
e di sezione rettangolare piuttosto irregolare. Sono tradizionalmente fatti a mano, con uova, farina, acqua e/o latte, formaggio grattugiato, basilico fresco tritato e sale. Vengono venduti anche come formato di produzione industriale. Con questa edizione, il concorso torna ampliando i confini regionali, candidandosi come una importante opportunità nazionale per gli allievi delle scuole
del settore alberghiero e della ristorazione. La giuria, presieduta dalla dirigente del San Paolo, Amalia Mascolo, è composta da Enrico Cosentino, chef e patrocinatore del concorso; Giuseppe Aversa, chef e patron del Ristorante stellato “Il Buco“ di Sorrento; dai giornalisti Luciano Pignataro e Antonino Siniscalchi; Alfredo Irollo, direttore sanitario; da uno chef commissario di cucina.
Pubblichiamo il calendario delle video Lezioni di Positività pensate per i docenti che partecipano e seguono il TG delle Buone Notizie. Tra queste la Tasso di Sorrento ed il Liceo Marone di Meta. Sono Lezioni gratuite, molto apprezzate e tenute da prestigiosi relatori. Sono ovviamente aperte anche a non docenti e sono realizzate in diretta Facebook dalla nostra pagina Facebook @positivitybox0 con il coordinamento del Professore Maurizio Braggion. Le Lezioni sono sempre disponibili sul nostro Youtube. 23 Febbraio 2022 ore 17,30 Giacomo Rizzolatti. 30 Marzo 2022 ore 17,30 Massimo Zamagni. 27 Aprile 2022 ore 17,30 Lorella Zanardo.
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da “IL RACCONTO DEL LUNEDÌ” PERIODICO DI INFORMAZIONE TURISTICA
Ciro Ferrigno
i FIORI DI CECILIA COPPOLA
Aut. Trib. NA n. 3104 del 15.04.’82 Editrice Surrentum Viale Montariello, 8 - Sorrento www.surrentum.com www.surrentum.net redazione@surrentum.net Direttore Responsabile Antonino Siniscalchi antoninosiniscalchi@gmail.com In Redazione Luisa Fiorentino e Mariano Russo Progetto grafico Gaetano Ercolano tipsorr@gmail.com Web producer Mauro Siniscalchi Hanno collaborato a questo numero Nino Aversa, Antonino De Angelis, Ciro Ferrigno, Dieffe Comunicazione, Giuliana Gargiulo, Giovanni Gugg, Adele Paturzo, Antonio Volpe Ufficio Stampa del Comune di Sorrento Fondazione Sorrento In copertina LA STATUA ARGENTEA DI SANT’ANTONINO Foto di Antonino Fattorusso Pubblicità e Informazioni
Tel. 334 838 5151
mariano@surrentum.net Edizione online Le collaborazioni alla rivista sono completamente a titolo gratuito
Ascensore per il Porto/spiagge Lift to the Beach/ Port ORARI DI APERTURA Febbraio/Marzo 7,30 - 20,30 Sorrento Lift Piazza F. S. Gargiulo (nella Villa Comunale Public Gardens) tel. 081 8072543 80067 Sorrento Italy www.sorrentolift.it info@sorrentolift.it
L
a prima volta che ebbi il piacere di parlare con la Prof. Cecilia Coppola fu in Via delle Rose, all’altezza del Teatro e mi disse che era molto felice di conoscermi, di scambiare delle idee con il “famoso regista” di cui tanto si parlava; era il 1978. In realtà erano gli anni in cui mettevamo in scena la nostra “Filumena Marturano” che il pubblico apprezzava molto, grazie anche all’interpretazione magistrale di Teresa Aversa; recite delle quali era ben a conoscenza lo stesso Autore, il grande Eduardo. La signora Cecilia mi disse che sarebbe stata felice di organizzare qualche manifestazione culturale col mio Gruppo e le risposi che ne sarei stato ben lieto. In realtà, pur non avendo avuto modo di conoscerla personalmente prima, già ne misuravo la notorietà a livello nazionale, sapevo delle sue pubblicazioni e delle creazioni artistiche, anche nel campo della pittura. Forse non avrei mai immaginato che da quel giorno si sarebbero aperti nuovi orizzonti e che avremmo avuto anni e anni di collaborazione, vivendo assieme momenti bellissimi in un cammino comune, come lei direbbe: “Nel mondo fatato dell’Arte”. Con lei la mia Compagnia, avrebbe lasciato alle spalle il piccolo mondo della Costiera, ottenendo una diffusa notorietà con articoli su tante riviste letterarie di mezza Italia e addirittura la copertina di “Valori Umani” di Napoli. Cecilia Coppola è una donna vulcanica, un’artista poliedrica, instancabile nella creatività. Certe volte è difficile parlare con lei perché bisogna inseguirla attraverso voli pindarici da un argomento all’altro dai Pierrot alle Madonne, dalla Via Crucis al Camper, dagli Angeli a Ciò Ciò, dai bambini della Palestina all’albero della pace, agli antichi focolari ecc. Tanti argomenti, solo apparentemente slegati, perché sono fiori diversi in un vaso di cristallo, il vaso prezioso della sua vita che avrebbe meritato un palcoscenico più grande, una città, una metropoli e non una cittadina di tredicimila abitanti. Piano di Sorrento è un paese commerciale, dove artisti,
poeti e scrittori sono considerati poco o niente, perché producono – come si dice - solo chiacchiere. Il binomio Coppola e Ferrigno diventò quasi inscindibile e ricordo alla rinfusa, tra le mille cose, la Via Crucis, la Gerusalemme Liberata, don Calogero, i Pierrot, le bellissime Madonne e poi i recital di poesie di poeti di varie regioni italiane, le presentazioni dei suoi e dei miei libri. Ho memoria degli incontri con grossi personaggi del mondo della cultura come Franco Russo, Massimo Grillandi, Pasquale De Orsi ecc. e certe manifestazioni in alcuni luoghi incantati come il Palazzo Murat di Positano, il Grand Hotel Vittoria, il Tramontano e l’Hilton di Sorrento. Un signore un giorno affermò: “Tutti i soldi del Comune di Piano se li mangiano Cecilia Coppola e Ciro Ferrigno”, forse insospettito dalle nostre continue iniziative culturali. Meno male che i contributi elargiti dai Comuni sono tutti registrati e visionabili perché atti pubblici e, proprio quelle carte potrebbero dimostrare, semmai, l’esatto contrario. Ma non c’è da dispiacersi, come dicevo Piano è una cittadina che vive di commercio ed il fare qualcosa per amore della cultura e dell’arte, gratuitamente, senza un tornaconto, non è assolutamente concepito
dai più. Negli ultimi anni Cecilia Coppola ha dato una svolta significativa alla sua vita, dedicandosi sempre di più alla filantropia, in una visione universale e principalmente per i bambini del terzo mondo e di quelli in paesi in guerra come la Palestina. Celebre il Camper per la prevenzione dei tumori, dove coinvolge la sua Associazione, la Cypraea che da decenni lavora al suo fianco sia nelle attività culturali che in quelle sociali. La Nostra è una donna-universo, dove l’Arte pian piano trasmuta nel bene a favore del prossimo e non rimane fine a sé stessa. La capacità di scrivere poesie e racconti, dipingere e dialogare con gli altri, diventa sempre di più l’Arte di amare il prossimo. Di questo passaggio si rese conto don Antonino Guarracino, il quale, prima di morire, le affidò l’Oratorio di San Nicola, vedendo in lei la persona capace di continuare l’azione educativa e formativa a favore dei giovani. La Coppola non ha tradito il desiderio di don Antonino e si spende per l’Oratorio con una presenza discreta, mettendo nel vaso di cristallo della sua esistenza, anche questo fiore: San Nicola e la sua gioventù. Questa volta è un giglio, che profuma sempre e comunque di Amore.
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Turni SORRENTO Anno 2022
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
Ente di Diritto Pubblico (Legge 13,09,1946, n. 233) Via Toledo, 156 - 80132 NAPOLI Tel. 081 551 06 48 - fax 081 552 09 61 Turno Mattina Turno Pomeriggio Reperibilità pomeridiana Reperibilità notturna e-mail: info@ordinefarmacistinapoli.it Ore 09 13 ore 16 20 ore 13 16 ore 20 09
TURNI DELLE FARMACIE IN PENISOLA SORRENTINA Turni SORRENTO AnnoAPERTE 2022 TUTTE TUTTE APERTE PALAGIANO ELIO
martedì 1 febbraio 2022
mercoledì 2 febbraio 2022
Febbraio 2022
giovedì 3 febbraio 2022
Giorno
venerdì 4 febbraio 2022 sabato 5 febbraio 2022 martedì 1 febbraio 2022 mercoledì6 2febbraio febbraio2022 2022 domenica giovedì 3 febbraio 2022 lunedì 7 febbraio 2022 venerdì84febbraio febbraio2022 2022 martedì sabato 5 9febbraio mercoledì febbraio2022 2022 domenica 6 febbraio 2022 giovedì 10 febbraio 2022 lunedì 711febbraio venerdì febbraio2022 2022 martedì febbraio2022 2022 sabato 128febbraio mercoledì139 febbraio 2022 domenica giovedì febbraio 2022 lunedì 1410 febbraio 2022 venerdì15 11febbraio febbraio2022 2022 martedì sabato 1216febbraio mercoledì febbraio2022 2022 domenica 13 febbraio giovedì 17 febbraio 20222022 lunedì 14 venerdì 18 febbraio 2022 martedì febbraio 2022 sabato 1915 febbraio 2022 mercoledì2016febbraio febbraio2022 2022 domenica giovedì febbraio 2022 lunedì 2117 febbraio 2022 venerdì22 18febbraio febbraio2022 2022 martedì sabato 1923febbraio mercoledì febbraio2022 2022 domenica 20 febbraio giovedì 24 febbraio 20222022 lunedì 21 venerdì 25 febbraio 2022 martedì febbraio 2022 sabato 2622 febbraio 2022 mercoledì2723febbraio febbraio2022 2022 domenica giovedì febbraio 2022 lunedì 2824 febbraio 2022 venerdì 25 febbraio 2022 sabato 26 febbraio 2022 domenica 27 febbraio 2022 lunedì 28 febbraio 2022
TUTTE APERTE TUTTE TurnoAPERTE Mattina OreAPERTE 09 13 TUTTE
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PALAGIANO ELIO APERTE PALAGIANO ELIO TUTTE Turno Pomeriggio Reperibilità pomeridiana ore APERTE 16 20 ore 13 16 PALAGIANO ELIO TUTTE TUTTEAPERTE APERTE PALAGIANO MARESCAELIO TUTTE TUTTE APERTE PALAGIANO MARESCAELIO RUSSO TUTTEAPERTE APERTE PALAGIANO MARESCAELIO TUTTE TUTTEAPERTE APERTE PALAGIANO MARESCAELIO TUTTE MARESCA TUTTE APERTE TUTTE APERTE MARESCA MARESCA RUSSO TUTTE APERTE MARESCA TUTTEAPERTE APERTE MARESCA TUTTE MARESCA TUTTE APERTE MARESCA CANALE TUTTE APERTE TUTTE APERTE MARESCA CANALE ALFANI TUTTE APERTE MARESCA CANALE FARFALLA TUTTE APERTE MARESCA TUTTE APERTE CANALE CANALE TUTTE APERTE TUTTE APERTE CANALE CANALE ALFANI TUTTE APERTE CANALE CANALE FARFALLA TUTTE APERTE CANALE PALAGIANO FRANCESCO TUTTE APERTE CANALE TUTTE APERTE PALAGIANO FRANCESCO TUTTE APERTE CANALE CANALE PALAGIANO FRANCESCO TUTTEAPERTE APERTE CANALE TUTTE PALAGIANO FRANCESCO TUTTE APERTE CANALE TUTTE APERTE PALAGIANOFRANCESCO FRANCESCO TUTTE PALAGIANO APERTE TUTTE APERTE PALAGIANOFRANCESCO FRANCESCO PALAGIANO CANALE TUTTE APERTE TUTTE APERTE
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