Water infrastructures in the XXI century

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IUAV Facoltà di Architettura Corso di Laurea Magistrale Architettura per la sostenibilità Tesi di laurea

Carlo Pavan, Nicola Pavan

L’infrastruttura dell’acqua nel XXI secolo Water infrastructures in the XXI century 2010 B. Albrecht, E.Antonini, L. Schibuola, M. Frate


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Premessa Lo scopo della tesi è mostrare le potenzialità sul disegno urbano e territoriale della gestione sostenibile delle risorse idriche. Lo studio trae spunto dall’evento precipitoso eccezionale che ha colpito la terraferma veneziana il 26 settembre 2007 causando un allagamento diffuso di molte parti della città di Mestre e della sua conurbazione. Far fronte a questo tipo di eventi, la cui probabilità sembra aumentare costantemente a causa del cambiamento climatico in atto, diventa l’occasione per ripensare alle funzioni che deve assumere lo spazio pubblico. Le aree urbane ed extraurbane sotto utilizzate e disponibili ad essere trasformate potranno diventare luoghi per ripensare e costruire interazioni virtuose tra i cittadini e la gestione del ciclo urbano dell’acqua.

Foreword The aim of our research is showing the opportunities created by sustainable water management to influence urban and landscape design. The study was influenced at the beginning by the exceptional raining event that hit the Venice inland the 26 of september 2007 causing the flooding of several parts of the city of Mestre and of the soubourbs for the first time. This kind of events is expected to increase in probability during the next century driven by climate change and global warming, so the challenge will be to adapt the existing city and first of all public spaces to the risk of more frequent flooding events. Urban and suburban areas that are currently unproductive or unused could began the opportunity to rethink and increase the interactions between citizens and the management of urban water cicle.

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1 | Idrogeomorfologia della terraferma veneziana, cambiamento climatico e gestione delle risorse idriche Il bacino scolante della Laguna di Venezia, definito come la porzione di territorio che convoglia in laguna le sue acque piovane e fluviali, rap­presenta una realtà idrogeologica unitaria. Il rapporto della terra con l’acqua caratterizza tutti i tratti della pianura Veneta, dalla sua formazione alle trasformazioni ancora in atto1. Ciò è in particolar modo evidente nei territori di bassa pianura, dove la regimentazione dei corpi idrici e le opere di bonifica idraulica hanno lo scopo di mantenere il delicato equilibrio necessario a sconguirare sia il rischio di inondazioni che quello di siccità2. L’antropizzazione del territorio legata alla città diffusa ha di fatto sancito la sostituzione di larga parte dei corpi idrici superficiali con una fragilissima e fitta rete di diffusione dell’acqua, una enorme infrastruttura nascosta che distribuisce e convogliare i flussi di acqua bianca, grigia e nera ovunque. Questo sistema necessita di continue manutenzioni e adeguamenti che comportano oneri a volte superiori a quelli che avrebbe rappresentato la manutenzioni di sistemi naturali in grado di svolgere i medesimi servizi. I mutati regimi pluviometrici, che in questi anni si stanno manifestando attraverso disastrose precipitazioni, hanno più volte messo in luce le sue fragilità. La mappa ci rivela come la distribu­zione delle zone a rischio di allagamento non siano più solo le depressioni naturali della pianura alluvionale ma interessano invece anche am­pie zone dello spazio urbanizzato. Ciò non può che essere interpretato come il fallimento di un sistema di gestione idrica che nel tempo ha puntato ad una riduzione della complessità a favore di benefici immediati mi­nando però la resilienza complessiva nel lungo periodo. E’ evidente la necessità di un ripensamento del­la gestione idrica che parta dall’affrontare in modo preciso ciascuna criticità del territorio. La forza guida che impone questo ripensa-

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1 | Hydrogeomorphology of the venetian inland, climate change and water resources management The Venice Lagoon drainage basin is defined as the part of the Veneto region that discharges its rains into the venetian lagoon. The relationship between water and earth defines every aspect of the landscape of the Veneto Region, from its formation to its transformations1. This is mostly visible in the low part of the flatland where canalization works plays also today an important role keeping the balance needet to avoid flooding and drought risk2. The human settlement morphology, characterized by a pervasive urban sprawl, has sanctioned the replacement of large part of surface water bodies with a fragile and dense artificial water network, a huge hidden infrastructure to channel and distribute the enormous flow of white, gray and black water everywhere. To keep this system working is necessary to provide everyday maintenance and adjustments that implies often major costs compared to costs of maintenance of equivalent natural based systems. The change in rainfall events, that has lead in the last ten years to serious floods of the city and of its surroundings, has showed the diffuse problems of water drainage network. The map on the right shows the distribution of flooding risk areas: this areas are not any more only the naturally depressed zones of the flatland, but those are extended to several parts of the urbanized landscape. This could only be interpreted as the failure of a water management system that worked to lower the complexity of the drainage network in favor of immediate benefits reducind the long time resilience of the whole system. It’s necessary to revisit the whole water cycle management in order to face the problems that have so far been skipped. The driving forces leading to the collapse of actual water management system are climate change and global warming; those factors are acting on an environment already compromised by years of carelessness.

nella pagina a fianco Digital Terrain Model e idrografia del bacino scolante della Laguna Veneziana in the next page Digital Terrain Model and hydrography of the drainage basin of the Venetian Lagoon


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mento è sicuramente il cambia­mento climatico in atto, che altera un sistema già du­ ramente messo alla prova dalle cattive scelte nella tutela e salvaguardia del territorio. Secondo le più recenti stime condotte da ENEA, l’incremento di temperatura media prevista dall’IPCC a livello globale avrà ripercussioni anche a livello nazionale e locale. In particolare è possibile che aumenti la frequenza e l’intensità di eventi estremi quali siccità, alluvioni e altri fenomeni meteorologici particolarmente violenti soprattutto nell’Italia settentrionale. Dati interessanti emergono anche dalle ricerche condotte dal gruppo di climatologia storica dell’Istituto ISAC-CNR che registrano una diminuzione dei giorni di pioggia, con la stessa tendenza, sia a Nord che a Sud della penisola, mentre l’intensità delle precipitazioni è in aumento con valori maggiori a Nord rispetto al Sud. Scendendo di scala il confronto è senza ombra di dubbio più complesso; in questo caso la fonte principale delle riflessioni a seguito riportate è l’ARPAV che riscontra come negli ultimi decenni l’andamento climatico in Veneto registri quanto sta accadendo su scala nazional-continentale, ossia una tendenza alla crescita dei valori termici e a una lieve diminuzione delle precipitazioni. A livello stagionale la riduzione di pioggia più elevata si registra durante l’inverno. Per quanto riguarda le modalità con cui si verificano le precipitazioni, negli ultimi cinquant’anni si segnalano significativi aumenti nei valori massimi annuali delle precipitazioni di breve durata (aumento dell’intensità, ma non della frequenza)3.

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According to the most recent studies leaded by ENEA (italian national agency for new technologies, energy, and economic sustainable development), the rising in temperatures forecasted by IPCC on a global scale will lead locally to an icreasing of the strenght and frequency of extreme weather events such as floods and droughts, expecially in northern Italy. It’s also interesting to quote the research of the ISAC-CNR that revealed a lowering of rainy days both in the north and the south of Italy, the intensity of rains is instead rising more in the north than in the south. At a local scale it’s undoubtedly more difficult to express consideration; anyway the Veneto Region agency on environment assesses that during the last decades the local climate system reflect what’s happening on a national and continental scale, with a trend of “local warming” and diminishing of precipitations; on a seasonal level, the reduction of rain is mostly visible during wintertime. Concerning the rainfall events the regional agency revealed that during the last fifty years we experienced an increasing of the maximum value of short and intense rainfalls3.

nella pagina a fianco mappa delle criticità in the next page map of critic factors


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Le criticità

Critical factors

nella pagina a fianco criticità:

2a | Perdita di complessità della rete idrologica La progressiva trasformazione della rete idrolo­gica in sistema ad albero diminuisce l’elastici­tà complessiva e la capacità di rispondere ad eventi precipitosi brevi e intensi. E’ interessante notare come questo trend possa essere rilevato oltre che nelle reti naturali anche in quelle artificiali, per le quali l’ultimo ventennio ha significato il passaggio da sistemi di depura­zione diffusi a sistemi centralizzati. 2b | Inefficienza e criticità del sistema fognario La rete di deflusso delle acque reflue e di pioggia se sovrapposta alla mappatura degli allagamenti rivela le sue criticità ed il suo pesante sottodimensionamento. In caso di precipitazioni brevi e intense l’acqua delle reti miste viene sfiorata ed immessa nella rete idrografica superficiale prima e in laguna poi attraverso gli sfiori causando ingenti danni ambientali. 2c | Impermeabilizzazione del suolo La trasformazione delle pratiche agricole e l’aumento delle aree edificate ha progressivamente diminuito la capacità del territoio di infiltrare e ritenere l’acqua di pioggia. E’ così che ci si accorge che le aree a rischio di allagamenti non sono più soltanto i catini interfluviali ma interessano anche le zone elevate e permeabili dei dossi fluviali.

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2a | Losing of complexity of the hydrographic network The progressive transformation of the surface water network in a tree system weaken the resilience corrupting the ability to absorb strong concentrated rainfall events. This trend could be noticed not only in natural drainage network but also in the artificial sewage system, that experienced during the last twenty years a transformation from diffuse treating systems to centralized ones. 2b | Low efficiency of the aging sewage system Aging of urban water infrastructure make them insufficient to handle the increased rainfall; when a heavy rainwater event occurs, sewage mixed with rainwater is discharged first in the rivers and later in the lagoon. 2c | Soil sealing Urban sprawl of dwellings and growing of infrastructures have sealed the higher and drier parts of the territory reducing infiltration and evapotranspiration capabilities and creating real artificial basins with high flood risk.

1. Perdita di complessità della rete idrologica 2. Inefficienza e criticità del sistema fognario 3. Impermeabilizzazione del suolo in the next page critical factors: 1. Loss of complexity of the hydrological network 2. Inefficiencies and problems of the sewerage system 3. Soil sealing


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3 | Le strategie di intervento proposte Il fattore discriminante nella gestione sostenibi­le del drenaggio urbano e del suo riutilizzo per usi non potabili o per la produzione di cibo è la disponibilità di corpi idrici superficiali in buone o ottime condizioni ecologiche e dotati di eleva­ta capacità autodepurativa. Questo ci porta ad individuare due situazioni specifiche: - la “1°“ dove l’edificazione lineare e sparsa si è sviluppata lungo i dossi fluviali in corrispondenza delle principali arterie storiche di comunicazione configurando porzioni di territorio agricolo intercluso che potrebbero oggi essere adibite all’assorbimento degli impatti dell’edificazione sulle risorse idriche e alla prevenzione del rischio di alluvioni; - la “2°“ e “3°“ ovvero aree ad elevata impermeabilizzazio­ne del suolo dove, per mancanza di ricettori naturali superficiali, gli interventi di gestione del runoff devono essere intesi come azioni sulle infrastrutture o direttamente sugli edifici; in questo secondo caso si ipotizzano interventi diffusi di tipo bottom-up (“2“) o interventi di en­tità più rilevante (“3“).

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3 | Strategies The main factor to implement sustainable water management tecniques on urban drainage network is the availability of surface water bodies that present good state water ecosystems with non compromized autodepuration capacity. Applying this principle to the Venice inland made us locate two case studies: - the “1th“ case where linear development of urban fabric followed the ancient routes located on the dryer grounds enclosing parts of agricoltural landscape that could help to absorb the impacts of urban runoff on water resources and decrease the flooding risk; - the “2nd“ and the “3rd“ cases where the high soil sealing and the lack of natural superficial water bodies let imagine runoff management interventions inside the urban fabric on buildings and infrastructures; we therefore investigate diffuse “bottom-up“ intervention (“2“) and localized urban areas regeneration (“3“).

nella pagina a fianco carta degli interventi in the next page interventions map


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3a | Prima strategia: interventi in ambito periurbano Se da un lato la costituzione di filamenti edificati in corrispondenza delle arterie viabilistiche consolidate ha fatto sì che venissero impermeabilizzate quelle porzioni di territorio più permeabili e salubri (i dossi fluviali si collocano a quota più elevata e sono costituiti da terreni più sabbiosi), dall’altra la porosità di questo tessuto insediativo ed il suo aver inglobato porzioni di territorio rurale apre nuove possibilità di gestione integrata della risorsa idrica. Gli obiettivi sono: 1 diminuire il rischio di allagamenti dovuto alla diminuzione della permeabilità del suolo e della capacità di invaso dei sottobacini scolanti che è causa di un aumento del rischio di allagamento dei territori a valle; 2 impedire le infiltrazioni di acqua meteorica nella rete fognaria mista (vetusta e pesantemente sottodimensionata), al fine di evitare che, in concomitanza di eventi precipitosi significativi, essa scarichi l’eccesso di acque reflue miste nella rete idrografica superficiale prima e in laguna poi. Immaginiamo quindi che porzioni di territorio agricolo in corrispondenza dei ricettori superficiali principali a monte della città di Mestre, possano venire destinate alla costruzione di vasche di espansione piantumate e che siano allo stesso tempo in grado di funzionare da aree di fitodepurazione per il runoff urbano delle zone adiacenti; il trattamento locale del runoff urbano è altamente consigliato, specie in un territorio in cui le pendenze bassissime rendono il trasporto a grandi distanze di notevoli quantità di acqua molto oneroso visto che deve essere effettuato con pompe di sollevamento elettriche. La costruzione di vasche di laminazione si rivela essere molto efficace nella riduzione del rischio di allagamenti sia nelle zone dove vengono realizzate che nelle zone a valle. Questi paesaggi ibridi rappresentano una presa di coscienza della convivenza dell’uomo con un territorio che è per sua stessa natura precario e mutevole.

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3a | First strategy: interventions in the periurban area The formation of linear urban fabric at the arterial road network meant the sealing of the portions of the landscape (the river humps) more permeable and healthy (because of higher altitude, and of ground constituted by sandy soils), but on the other hand the porosity of this settlement fabric, made of incorporated portions of rural territory, opens new possibilities for integrated management of water resources. The objectives are: 1 to decrease the risk of flooding due to decreased permeability of the soil and drainage basins storage capacity that cause an increased risk in downstream areas (the most densely populated), and 2 to prevent the infiltration of rainwater into the mixed sewage system, aged and heavily undersized, in order to avoid that, when there are significant precipitate events, it discharges the mixed wastewater in excess to the hydrographic surface network and then into the lagoon. Let’s imagine that portions of agricultural land, located upstream of the city of Mestre next to the main drainage sub-basins, can be used to build tanks planted with hydrophilic crops. Those water facilities are able to function as areas of constructed wetlands for the runoff of urban neighborhoods as well as treatment plants for urban runoff. Local treatment of urban runoff and effluents is highly recommended, especially in an area where low atitude gradients make it very expensive to transport for long distances large quantities of water in pipelines. The construction of natural tanks is revealing to be very effective in reducing the risk of flooding not only in the areas where they are built​​, but in most of the downstream areas. These hybrid landscapes are a symbol of the awareness of the coexistence of man with a territory that is by its very nature changeable and unstable.

nella pagina a fianco paesaggi ibridi in the next page hybrid landscapes


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in questa pagina territorio interessato dalla rete idrologica minore nella pagina a fianco scomposizione e analisi idrologica dei bacini in this page area covered by the hydrological network in the next page analysis of hydrological basins

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in questa pagina schema del nuovo modello insediativo nella pagina a fianco particolare interventi esterni alla cittĂ in this page scheme of the new settlement model in the next page detail of interventions outside the city

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3b | Seconda strategia: interventi in ambito urbano La logica sottesa è quella di aumentare l’inerzia idraulica del sistema urbano invece di incrementare la sua capacità di drenaggio4 catturando e ritenendo l’acqua prima che venga immessa nella rete fognaria mista attualmente sottodimensionata. Possiamo individuare due criteri per chiarire la posizione delle zone a rischio di allagamento: il primo è legato ai problemi di sottodimensionamento della rete fognaria; il secondo è da ricercarsi nell’analisi dell’altimetria del suolo della città che dimostra la presenza di zone depresse che fungono da veri e propri catini artificiali. Proviamo ad immaginare la rete fognaria di Mestre come un sistema di canali assimilabile alla rete di bonifica esterna alla città, in questo caso i bacini di deflusso sono individuati considerando come recapito parziale le dorsali di scolo della rete fognaria mista. Una rete di invasi profondi e superficiali costituisce la vera essenza del modello di “città anfibia” che indaghiamo; le sue sembianze mutano al variare del regime pluviometrico ed essa adatta la sua capacità di invaso per regolare l’acqua immessa nella rete fognaria. Gli interventi “verdi”, data l’impossibilità di riconversione totale dei suoli da impermeabili a permeabili, sono un ibrido tra il giardino pensile e il vaso di gerani al balcone e a loro volta possono essere distinti a seconda dell’utilizzo di sistemi a verde intensivo o verde estensivo prevedendo forme di depurazione e fitodepurazione sia delle acque reflue che delle acque meteoriche al fine di ridurre il carico che si concentra nella rete fognaria. Gli interventi più incisivi sono caratterizzati dagli invasi lineari, predisposti lungo le dorsali della rete principale. A seguire, in termini di efficacia, troviamo le coperture verdi e, solo alla fine, l’utilizzo di sistemi di verde verticale che si rivelano essere meno efficaci anche con alti indici di edificazione.

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3b | Second strategy: urban areas interventions Water management policies during the last twenty years aimed at increasing the drainage capacity of the urban water network4: the keyword was to flush away rapidly water from the city. We instead propose to build an urban hydraulic inertia to capture and retain water before it enters the mixed sewage system. This is strongly bounded to the solving of flooding risk: first of all the drainage sewage network it’s inefficient and undersized, second, as we can see in the maps in the next page, the urban land surface is characterized by depressed areas that constitute real artificial basins, actually inadequate to be floodable. Let’s look as the sewage system as to a canaal network similar to that of the reclaimed lagoon territory: we could locate drainage basins to investigate the efficiency of water retentions methods. The model of amphibious city that we are investigating is characterized by a tight network of underground and surface storage basins; it’s appearence change according to rainfalls and it adapts it’s retention capacity to regulate water discharge into the sewage system. We face an irreversible soil sealing process, so the projects we propose are ibrids between roof gardens, flowers pots at the balcony and existing infrastructure adaptations to fill every opportunity of water retention both conserving sewage and rainwater for local reuse. The result of our calculation is that this kind of urban adaptations could not fully satisfy the complete water retention and reuse demand, but they are undoubtely helpful to reduce the overall impact on water resources. The most effective measures are linear storage sistems along main boulevards, followed by green roofs, expecially with intensive plantation methods, and in the end vertical gardens that are really low effective also where high soil occupancy offer wide facade space.

nella pagina a fianco schemi di: allagamenti, depressioni e bacini della rete fognaria di Mestre in the next page diagrams: floods, depressions and basins of the sewer system in Mestre


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in questa pagina il nuovo paesaggio urbano nella pagina a fianco analisi per bacini della efficacia dei sistemi di difesa localizzati in this page the new urban landscape in the next page basin analysis of the effectiveness of defense systems located

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in questa pagina dida dida nella pagina a fianco dida dida in this page english in the next page english

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in questa pagina abaco delle possibilitĂ progettuali nella pagina a fianco particolare degli interventi verdi diffusi in cittĂ in this page abaco of design possibilities in the next page particularly of green interventions disseminated in the city

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3c | Terza strategia: un ipotesi d’approccio integrato alla gestione del ciclo dell’acqua in ambito urbano. Costruire un immaginario delle possibilità che una gestione integrata del ciclo dell’acqua apre per il disegno e la percezione dello spazio urbano costituisce un obiettivo fondamentale della tesi. Per questo la terza ipotesi progettuale abbandona il tentativo di fornire buone pratiche progettuali per cercare invece di costruire uno scenario di riqualificazione urbana che parte proprio dal considerare la gestione del ciclo urbano dell’acqua come forza guida sulla quale modellare il paesaggio urbano. La scelta è di intervenire su una porzione della città di Mestre e di sfruttare gli spazi residuali inutilizzati e degradati per implementare nello spazio urbano le funzioni ecologiche che i paradigmi progettuali del 19° e 20° secolo [Zucconi 1988] gli negano. L’esigenza di adattare la città alle istanze di sostenibilità ambientale, divenuto innegabile grazie al campanello d’allarme dei recenti allagamenti, viene soddisfatta indagando un nuovo modello di infrastruttura dell’acqua. Questo modello di infrastruttura non é concepito per soddisfare una precisa esigenza funzionale (ad esempio la mobilità), ma consente di gestire nella sua interezza il ciclo dell’acqua per quanto riguarda il runoff urbano, l’allontanamento e la depurazione dei reflui, la riduzione del rischio di allagamenti. Attraverso oggetti architettonici a metà tra il congegno tecnico-ecologico5, il disegno del paesaggio e l’opera di architettura, vengono pensati spazi urbani per il loisir e il tempo libero che offrirono ai cittadini la possibilità di interagire con il ciclo urbano dell’acqua nella sua interezza e di trarne come benefici non solo la consapevolezza della sua esistenza, ma anche cibo prodotto in serre che fanno uso di acque depurate [Todd 2003] e la possibilità di riappropriarsi di spazi urbani attualmente proibiti ed evitati dalla cittadinanza.

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3c | Third approach: a holistic approach to water management in urban areas The main aim of our research is for sure trying to imagine the possibilities that an integrated water managent could open for the perception and the design of urban spaces. Our third approach leaves the evaluation and proposition of guidelines to try to construct a scenario of urban redevelopment that starts from the basis that urban water cycle is the key factor to model urban landscape. This is obviously an expedient to stress the visionarity of the final result. We chosed to act on a part of the existing city taking advantage of urban voids, in this case an abandoned infrastructural area, to implement ecological functions in the urban environment, functions that have always been rejected by 19th - 20th century visions of the city [Zucconi 1988]. The need to adapt the city to the sustainability istances became urgent thanks to the recent flooding events. As shown in chapter 3b it’s not possible to completly close urban water cycle with diffuse water retention methods, so we investigated how to implement water facilities in void urban spaces. This resulted in a “water infrastructure” shaped to manage urban runoff, sewage depuration and to reduce flooding risk in the city centre areas. Through architectural objects that are contamination between eco-technic devices5, landscape design and architectural works we imagined urban spaces for leisure time and recreational uses that offer the possibility to interact with the whole urban water cycle improving public awareness on it’s existence and giving the possibility regain abandoned urban spaces with activities that go from fitness to growing food with cleansing biotope greenhouses [Todd 2003], from urban mobility, to water related leisure activities.

nella pagina a fianco Rielaborazione a partire da “Microrilievo della terraferma veneziana” Ufficio di difesa del suolo - geomorfologia della città di mestre e inquadramento dell’area di intervento in the next page Reprocessing from “Microrilievo della terraferma veneziana” Ufficio di difesa del suolo - geomorphology of the city of Mestre and choice of the intervention area


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in questa pagina layers funzionali della nuova infrastruttura nella pagina a fianco sezioni trasversali delle serre depuranti e degli orti urbani in this page functions layers of the new infrastructure in the next page cross sections of the water greenhouses

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in questa pagina l’interno delle serre di depurazione visitabili nella pagina a fianco schema del modello depurativo della nuova infrastruttura dell’acqua in this page water cleansing greenhouses in the next page schema of the new purification model of water infrastructure

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in questa pagina 1째 step depurativo - modello di funzionamento e render esterno nella pagina a fianco 2째 step depurativo - modello di funzionamento e render esterno in this page 1째 purification step - operating model and external view in the next page 2째 purification step - operating model and external view

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Note

Notes

1. AATO - Laguna di Venezia. Piano d’Ambi- 1. AATO - Laguna di Venezia. Piano d’Ambito. to. Provincia di Venezia, 2003. Provincia di Venezia, 2003. 2. Per comprendere il modello di città originale veneta a cui si fa riferimento basti pensare a cosa scriveva G. Piovene nel 1962: “La bonifica e il regolamento delle acque, rifatta la natura, permettono il diffondersi dell’architettura.[…] il paesaggio veneto è quasi interamente un paesaggio fatto […] le città mostrano in forma condensata ciò che fuori di esse appare in forma diluita […] così il tessuto cittadino dilaga nei campi, distinguendosi dalla città solo perché l’ordito diventa più largo. La campagna si fa città, ma si potrebbe dire altrettanto bene che la città si fa campagna […] illustrazione della doppia vocazione veneta, la campagna nella città, la città nella campagna, società e solitudine, non separatamente […]”. 3. Si tratta di riflessioni sviluppate a partire dagli scritti di Ferrara, V., Evoluzione del clima ed impatti dei cambiamenti climatici in Italia, 2002 - I problemi di impatto ambientale dei cambiamenti climatici in Italia, 2003; Draghetti, T., et. al., Cambiamenti climatici e pianificazione idrica, 2003. Nel dettaglio per l’area veneta si fa riferimento alle analisi sviluppate dall’ARPAV - Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale in Veneto: Evoluzione del clima in Veneto nell’ultimo cinquantennio, Dipartimento per la Sicurezza del Territorio - Centro Meteorologico di Teolo, 2007; Bixio, V., Fiume, A., a cura di, Caratterizzazione delle piogge intense sul bacino scolante nella laguna di Venezia, 2002; A proposito di ... Cambiamenti Climatici, Area Ricerca e Informazione - Centro Meteorologico Teolo, 2002.

2. To understand the Veneto Region model of city we refer to what G. Piovene wrote in 1962: “The reclamation and management of waters, once nature was remade, allowed the sprawl of architecture.[...] the veneto region landscape is almost entirely a built landscape [...] cities show in a kind of condensed shape what out of them appears in a melted and diffuse shape [...] so the built environment expand to the country fields, distinguishing from the city only because the fabric become wider. Countryside made city as city become countryside [...] the double vocation of Veneto, countryside in the city, city in the countryside, society and loneliness, not separately [...]”. 3. This concearns thoughts developed from Ferrara, V., Evoluzione del clima ed impatti dei cambiamenti climatici in Italia, 2002 - I problemi di impatto ambientale dei cambiamenti climatici in Italia, 2003; Draghetti, T., et. al., Cambiamenti climatici e pianificazione idrica, 2003. In detail for the Veneto Region climate analysis we refer to ARPAV - Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale in Veneto: Evoluzione del clima in Veneto nell’ultimo cinquantennio, Dipartimento per la Sicurezza del Territorio - Centro Meteorologico di Teolo, 2007; Bixio, V., Fiume, A., a cura di, Caratterizzazione delle piogge intense sul bacino scolante nella laguna di Venezia, 2002; A proposito di ... Cambiamenti Climatici, Area Ricerca e Informazione - Centro Meteorologico Teolo, 2002.

4. This sustainable model of climate adaptive city in urban water cycle management is not 4. Questo modello sostenibile di città in gra- different in method form the one proposed do di adattarsi alle esigenze imposte dal cam- in “Singapore Water Master Plan” by Atelier biamento climatico nella gestione della risor- Dreiseitl in 2009. sa idrica non differisce per logica da quello proposto per il Singapore Water Master Plan 5. The project developed from considerapresentato dall’Atelier Dreiseitl nel 2009. tions on purified water reuse for energy and

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5. Il progetto si sviluppa a partire da considerazioni sul riuso della risorsa idrica in tutte le sue forme al fine di produrre cibo ed energia. A tal proposito si è fatto ricorso a tecnologie quali le “living machine” descritte all’interno del saggio di Todd, J., et. al., Ecological design applied; le serre depurative descritte da Zaragoza, G., et.al., Watergy project: Towards a rational use of water in greenhouse agriculture and sustainable architecture. L’”infrastruttura dell’acqua” raccontata diviene quindi un sistema a ciclo chiuso simile a quello di una navicella spaziale, che sfrutta ciò che normalmente viene scartato per riprodurre cibo ed energia, come spiegato in Messerschmid, E., Bertand, R., 1999, Environmental control and life support systems. In: Space Stations - Systems and Utilization, pp. 109-143, Germany, Springer Verlag Berlin Heidelberg.

food porduction. We referred to technologies such as living machines, described in Todd, J., et. al., Ecological design applied; depurative greenhouses described by Zaragoza, G., et.al., Watergy project: Towards a rational use of water in greenhouse agriculture and sustainable architecture. The described water infrastructure is a closed cicle system that gains inspiration from spaceships life supporting systems, where wastes are reused to guarantee food and to clean water and air, as explained in Messerschmid, E., Bertand, R., 1999, Environmental control and life support systems. In: Space Stations - Systems and Utilization, pp. 109-143, Germany, Springer Verlag Berlin Heidelberg.

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