Quando decisi di iniziare a grattare i temi della vanità, del narcisismo e dell’ego, scoprii che la faccenda era ancora fresca, pertanto inzozzai tutte le setole dei miei intenti
Era il 2017 e la coppia scopino e narciso aveva qualcosa da dirmi, o meglio, qualcosa da dirsi. Pensai a quell’azione così naturale e maneggevole che eseguiamo mentre lo sciacquone alza la sua voce. E pensai alla soddisfazione derivante dalla buona riuscita di quel gesto, ma anche a quelle persone che invece non si applicano e lasciano tutto in balìa di un addetto alle pulizie, o forse al caso Non è forse lo stesso comportamento che adottiamo quando portiamo a spasso il nostro narcisismo e tutto il suo albero genealogico?
Magari lo esibiamo come se niente fosse, e poi, a volte, manco tiriamo l’acqua
La vanità è uno scopino che si è messo in setola un Narciso scadente
Riflette il suo Io nello specchio poco lucente
in cui annegherà la propria beltà
Con questa poesia decisi di intraprendere l’esperienza che mi portò a confrontarmi con un tema vastissimo e dai confini più mobili dello scroscio d’acqua della cassetta del wc
Fino a che punto spingersi? A distanza di 6 anni lo imparai e arrivò “Te lo dò io il narcisismo” nel febbraio 2023.
Dare un senso a degli intenti artistici è come mettere nell’imbuto la nostra visione del mondo e restringerla fino a farla passare dall’altra parte e abituarla così a ristrette vedute
Proverò qui a orientare verso le persone curiose gli intenti che mi hanno mosso a elaborare questo progetto sul narcisismo, lasciando a ognuno la polisemia che più gli aggrada.
Il titolo Te lo dò io il narcisismo è una chiara citazione di un famoso programma televisivo degli anni ’80 e l’accento è una evidente forzatura che deve accendere fin da subito un po’ di quesiti. L’intento è quello di immergere le visioni sul tema in una stanza densa di stimoli.
La poesia principe è quella posta in un cartello da ristorante, tipo quelli esposti fuori dai locali, sui quali si possono trovare gli orari di apertura, il menù e i relativi prezzi; i cosiddetti strilloni. Ecco
che tale cartello posto al centro della sala e ben in vista dalla strada diventa una dichiarazione della poetica dell’installazione
Gli altri dieci cartelli sono come quelli che si utilizzano durante le manifestazioni di protesta, pertanto nella sala si è circondati da una protesta che fiorisce tutta attorno a noi, lungo le pareti della galleria.
Per il rito Apertura del sipario del venerdì 17 ho realizzato una vera e propria messa in scena, aprendo per la prima volta le tende e ripetendo l'innaffiatura indossando un peculiare abito da cerimonia in tessuto tradizionale africano, con tanto di pubblico che osservava dalla vetrina. Le tende rosse evidenziano la vitalità dell’evento e la loro apertura e chiusura giornaliera simboleggia il fluire di uno spettacolo teatrale visibile dalla strada. L’inaugurazione è consistita nell’allestimento definitivo dell’esposizione, con il pubblico che assisteva a questo divenire. Quando ho aperto le tende ho iniziato l’innaffiatura dei cartelli, ovvero il riempimento dei vasi. Questi sono stati riempiti d’acqua e subito dopo è fiorita la protesta espressa dal cartello di turno, il quale è stato girato e svelato, per poi essere posizionato dentro il vaso. I cartelli poesie sono diventati così contemporaneamente
una protesta, un narciso e uno scopino, in quanto il “vaso” che ne ospitava il manico era un porta scopino.
E qui la polisemia prendeva piede e iniziava a giocare con i sensi sfuggendo di mano anche ai più avveduti.
Procedendo, il giro ha previsto pure l’innaffiatura dei vasi attorno allo stagno di Narciso, posto sempre al centro della sala, in corrispondenza del cartello/manifesto principale Terminata l’innaffiatura ho aperto la galleria per far entrare le persone. La sala era come un grande porta scopino, in quanto questi erano sospesi a varie altezze, studiati per interagire e cozzare con i movimenti di chi entrava.
E proprio interagendo con l'ambiente tutto, iniziava la pulizia simbolica dagli eccessi e dalle storture derivanti dalle componenti narcisistiche, egoistiche, vanesie, ecc che attanagliano tutti noi, seppur in misura diversa
E questo è stato l’inizio di questa avventura.