Autunno 2012 // Giovani

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YOU

Like

È troppo carina. Avrò qualche possibilità con lei…?

Cosa?! Non ci posso credere!

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Me lo sentivo... ma non volevo crederci… Due settimane più tardi, le cose vanno molto meglio per Laura…

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Per riguardo nei confronti di Laura, Mike non ha più chiamato Aline – ma non fa che pensare a lei! La relazione con Laura è finita, anche se sarà dura per lei…

Dovremmo andare più spesso al cinema insieme!

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Mittente:

Nome

Cognome

Via/N.

NPA/Località

E-mail

Telefono

Condizioni di partecipazione: Possono partecipare al concorso tutte le persone domiciliate in Svizzera a partire da 18 anni, salvo le collaboratrici e i collaboratori del gruppo Swiss Life nonché il personale delle agenzie eventualmente coinvolte nella realizzazione e i relativi familiari. I vincitori saranno informati personalmente. I premi non possono essere conferiti in contanti. Non viene tenuta corrispondenza sul concorso. È escluso il ricorso alle vie legali. I dati possono essere utilizzati per scopi di marketing.

Vieni, andiamo a comprare i popcorn!

Autunno 2012 // Giovani

Mike (18 anni)

Me lo sentivo... ma non volevo crederci…

Aline (17 anni)

No, non ci posso credere… ma si tengono per mano?!? Non riesco a vedere…

Ah, ecco Mike! Quello la porta sottobraccio! Lo sapevo…

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Ah già – ti presento mio fratello… Ho sentito parlare molto di te, Mike!

Durante l’intervallo Aline si accorge di Mike e corre a presentargli il suo accompagnatore…

Al18lago Aline e Mike sono subito due cuori e una capanna…

SWISSLIFE 3° anno // Numero 3 // Fr. 6.50

È vero! Ho sentito che il film è molto bello…

Rivista 11.12

Mike va al cinema per distrarsi un po’. Si sente in colpa per Laura e si domanda se Aline sia ancora single…

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È vero, è Aline. E sta con un altro ragazzo! Ehi, ma non è Aline quella lì davanti?

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Fuori! Vattene e basta!

Foto / Produzione: Dany Rohe, assistenza: Kamé

www.swisslife.ch/rivista

Someone

Scusa, ma ho conosciuto un’altra ragazza…

Devo dirti una cosa: Ehm… non provo più gli stessi sentimenti per te…

SWISSLIFE // Autunno 2012 // Giovani

Sembra così dolce…

È il momento di dire la verità…

Posso rimanere a scuola e i miei hanno fatto pace! Sono contenta che tutto è a posto…

Mike è veramente carino!

Fratello? Ah ecco…

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Ecco di nuovo la nostra canzone, «Someone Like You»…

Sono completamente cotto!

Dopo l’intervallo Mike le manda un messaggio…

Someone

1 Wow, quello è proprio il mio tipo! Che sorriso…

Perché se ne sta seduta tutta sola?

Ehi, la ragazza al tavolo qui a fianco ti ha guardato. La conosci, Mike? È una praticante e credo che si chiami Aline!

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4

3

Come sempre Mike mangia in mensa con i suoi amici. Si accorge subito della bella Aline... Mi piace molto Zurigo, ci sono così tante cose da fare…

Swiss Life SA Marketing Svizzera General-Guisan-Quai 40 Casella postale 8022 Zurigo

E questo è solo l’inizio… Sembra che sia amore a prima vista! Non l’ho mai visto fare il così il galante… Sono così felice di aver trovato someone like you…

Sono così felice... Questo è il momento più bello della mia vita…

Fine

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Volentieri! Piacere, Aline… sono nuova e non conosco quasi nessuno...

Ciao, io sono Mike! Ti va di sederti con noi?

No, non ancora, ma rimediamo subito…

Mike si avvicina ad Aline e attacca subito bottone...

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7

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YOU

Like

Sei già stata al lago? Stasera ci vado con amici. Ti va di venire con noi?

Aline e Mike hanno occhi solo l’uno per l’altra e s’intendono alla perfezione. Gli amici sono contenti...

Sì, mi piacerebbe molto. Non ci sono mai stata…

Mi dai il tuo numero di cellulare, nel caso non ci dovessimo vedere?


Mi hai già aggiunta su Facebook…

Certo… sono felice che ci sia anche tu…

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Sì… piacerebbe anche a me!

Mi dispiace, ma ora devo andare. Spero di rivederti presto…

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Mike è veramente carino! È esattamente come immagino il mio ragazzo…

SWISSLIFE // Autunno 2012 // Giovani Il fotoromanzo SWISSLIFE con Aline e Mike, nonché tante altre informazioni sulla produzione e i protagonisti della storia sono disponibili su www.swisslife.ch/fotoromanza

Potremmo incontrarci ancora… mi farebbe piacere!

La sera presto Mike sta con i suoi amici al lago. Si intrattiene piacevolmente con Aline…

Mike e Aline sono sulla stessa lunghezza d’onda. Poi però Aline deve andare…

Ah, non ti avevo sentito. Avevo già messo gli auricolari.

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Aspetta!

11 Mike! Cosa fai? La lasci andare via da sola??

Cavolo! Cosa faccio adesso…

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19 Aline però non sa che Mike è già impegnato! Da un po’ di tempo, però, le cose con la sua ragazza Laura non vanno più come dovrebbero. Mike vuole lasciarla, ma Laura sta male…

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Sono felice di avere te, Mike! Non saprei cosa fare senza di te…

Poi: un messaggio di Aline!

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Continua sul retro

Sto male!

alle ore Sono raggiungibile dalle ore

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Non posso lasciarla adesso! Laura ha bisogno di me…

Argomento:

Sono a pezzi! I miei genitori vogliono separarsi e io forse sarò espulsa dalla scuola. Tutto va a rotoli…

Cos’hai, Laura?

Pensare che oggi volevo dirle che è finita…

La risposta corretta è:

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Piace anche a me! Ti accompagno fino alla fermata del tram, ok?

Desidero una consulenza personale. P.f. contattatemi.

Mi piace da impazzire!

Swiss Life FlexSave (cfr. UPDATE pagina 2) Swiss Life SimplyCare (cfr. UPDATE pagina 4) Swiss Life Business Direct (cfr. UPDATE pagina 6) Altro:

Wow, che occhi azzurri… mi fa proprio girare la testa!

Quando Aline sale sul tram e manda a Mike un bacio, sente le farfalle nello stomaco!

Desidero ricevere maggiori informazioni. Inviatemi la documentazione sui seguenti argomenti:

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Un meraviglioso concerto gratis della Jugendblasmusik Kriens da me o davanti a casa mia (cfr. pagina 56).

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Termine di partecipazione: 31 dicembre 2012

Grazie per avermi accompagnata! È stata una bella serata con te…

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Due biglietti giornalieri per le 48esime Giornate di Soletta dal 24 al 31 gennaio 2013 del valore di 40 franchi ciascuno (cfr. UPDATE pagina 10).

«Someone Like You», è la mia canzone preferita del momento…

Cosa stai ascoltando?

Voglia di vincere!

Ciao…


Editoriale // 3

Buongiorno I giovani ci mettono in moto, giorno dopo giorno. Sono fonte di un futuro promettente e motore di un cambiamento positivo. Ecco perché dedichiamo loro questo numero, dopo averli coinvolti attivamente in questo progetto. L’idea della copertina in versione fotoromanzo, già sperimentata in certe riviste giovanili, è stata sviluppata dai giovani della nostra impresa. Per la realizzazione hanno posato gli interpreti del Kinder- und Jugendtheater Metzenthin di Zurigo e nella storia di copertina il ruolo principale è interpretato dai giovani premiati in occasione del concorso «Scienza e gioventù», sponsorizzato da Swiss Life. La gioventù non solo ci dà ispirazione, bensì obbliga anche noi adulti a dare il meglio. Non possiamo mai fare abbastanza per poter offrire ai nostri giovani una famiglia protettiva, una buona formazione, scuole e posti di lavoro attraenti che non solo li stimolino, ma che li formino. I giovani sono il nostro ca­pi­ tale per il futuro, sono la squadra che rappresenterà la Svizzera del domani.

Ivo Furrer, CEO Swiss Life Svizzera: «Ci sono ottimi motivi per poter pensare a un futuro glorioso per la Svizzera. Quattro di questi li troverete nella nostra storia di copertina da pagina 20».

Noi possiamo imparare dai giovani. Uno dei nostri giovani ricercatori puntualizza ciò che troppo spesso cade nel dimenti­ catoio: «Ho fatto semplicemente qualcosa che mi rende felice. Tutto lì». Vi auguro una buona lettura, nel segno dei giovani! P.S.: Questa estate la prestigiosa associazione di categoria «Forum Corporate Publishing» ha conferito alla nostra rivista SWISSLIFE un riconoscimento quale migliore pubblicazione in lingua tedesca per la clientela, nel settore dei servizi finanziari. Entusiasmarvi di volta in volta, stimate lettrici e stimati lettori, mantiene giovani anche noi di SWISSLIFE!

SWISSLIFE Autunno 2012


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Swiss Photo Selection:

Essere e apparire

Le teenager hanno molto per la testa: vestiti e acconciature, scuola e tempo libero, ragazzi e il primo grande amore. I fotografi Judith Stadler e André Uster svelano con i loro ritratti una realtà tanto incerta quanto reale. 16 Due facce della medaglia:

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Fulcro:

Tale il nonno, tale il nipote

Ricercatori risoluti

Come rose delicate Cosa sarebbe la vita senza le amiche del cuore, con le quali parlare dei propri sogni e delle proprie preoccupazioni. Amiche con cui non ci si deve nascondere dietro una maschera, ma essere solo se stesse.

Spremono le meningi, riflettono, deducono, fino a quando le idee non si concretizzano: i progetti presentati al concorso «Scienza e gioventù» sono di livello universitario. Motivo per cui non c’è da preoccuparsi per il futuro del nostro Paese. 32 Mix di numeri:

Giocare, guardare la TV, navigare

35 Successione nell’impresa:

Il futuro comincia qui.

Le gioie della scienza Al concorso 2012 di «Scienza e gioventù» sono stati presentati 120 lavori, di cui 61 sono arrivati alla fase finale. SWISSLIFE presenta i quattro finalisti e i loro progetti.

Responsabile del progetto: Swiss Life Public Relations, Martin Läderach Commissione redazionale: Ivo Furrer, René Aebischer, Thomas Bahc, Monika Behr, Thomas Langenegger, Christian Pfister, Hans­Jakob Stahel, Paul Weibel Direttore della redazione UPDATE: Dajan Roman Indirizzo della redazione: Rivista SWISSLIFE, Public Relations, General­Guisan­Quai 40, 8022 Zurigo, magazin@swisslife.ch Coordinamento del progetto: Mediaform, Christoph Grenacher, Ittenthal Ideazione e progettazione: Festland Werbeagentur, San Gallo/ ZurigoTraduzione: Swiss Life Language Services Stampa e spedizione: Heer Druck AG, Sulgen Pubblicazione: 3 volte l’anno (primavera, estate, autunno) Tiratura: 100 000 Inserzioni: Mediaform, Baumgärtli, 5083 Ittenthal, mediaform@mediaform.ch Cambiamenti d’indirizzo/Ordinazioni: Rivista SWISSLIFE, General­Guisan­Quai 40, 8022 Zurigo, magazin@swisslife.ch Avviso legale: le informazioni relative a servizi e prodotti contenute nella presente pubblicazione non costituiscono un’offerta in termini giuridici. Non viene tenuta alcuna corrispondenza in merito a concorsi. È escluso il ricorso alle vie legali. Stampato su carta FSC. ISSN 1664­5588


Sommario // 5

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A Swiss Life:

Tobias Meier

Il più giovane allevatore di quaglie della Svizzera accudisce in media 125 esemplari. Senza i maschietti, le femminucce sono più tranquille e depongono nove uova a settimana. Il nostro giovane allevatore le vende a 55 centesimi al pezzo. 53 I piaceri della tavola: 55 Beni Frenkel:

Di lepri e uccelli Da piccolo Tobias Meier allevava lepri. Poi anatre andate in pasto alla volpe e infine quaglie. Tobias Meier ama i suoi piccoli pennuti, anche quando arrivano saporiti e succulenti sul suo piatto.

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Cervo grigionese, con un tocco esotico

Saputelli maleodoranti...

In palio un concerto della Jugend­ blasmusik Kriens direttamente a casa vostra Concorso:

58 Fuoriprogramma:

Allegato:

Luca Hänni racconta «I Will Die For You»

UPDATE

Leggete come funziona l’assicurazione di risparmio pensata dai nostri clienti, quanto semplice può essere la previdenza sanitaria e scoprite il nuovo servizio di Swiss Life per facilitare l’acquisto o la vendita della propria abitazione. Start-up – ma certo! Sono tante le cose a cui deve pensare un nuovo imprenditore e la previdenza professionale finisce spesso nel dimenticatoio. Grazie a Swiss Life Business Direct, le nuove imprese possono essere assicurate in maniera rapida e completa.

SWISSLIFE Autunno 2012


Essere e apparire Ora adulte, ora di nuovo bambine: l’adolescenza è costellata di incertezze, dubbi e migliaia di domande. I fotografi Judith Stadler e André Uster hanno immortalato da vicino la fragilità delle più giovani.

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Nella sezione «Swiss Photo Selection» SWISSLIFE presenta i lavori dei fotografi svizzeri premiati dalla giuria internazionale dello «Swiss Photo Award – ewz.selection». www.ewzselection.ch


Swiss Photo Selection // 7

Valerie (12 anni): Alla scuola dove vado ci sono ragazze talmente truccate che si direbbe che sono state pestate. SWISSLIFE Autunno 2012


Irina (12 anni): Quando vedo un ragazzo che mi piace non so com’è di carattere; non lo conosco ancora. Però, per piacermi, deve avere senso dell’umorismo.


Swiss Photo Selection // 9

Fiona (13 anni): Dalle amiche si può imparare molto – e loro imparano da noi. Sono come uno specchio. SWISSLIFE Autunno 2012


Ilona (12 anni): Il ragazzo che avrò dovrà presentarmi ai suoi amici e non gli dovrà interessare cosa pensano di me.


Swiss Photo Selection // 11

Lina (13 anni): All’inizio si passa insieme molto tempo perché si è così innamorati. Poi, però, ci si rende conto di trascurare le amiche e questa non è una bella cosa. SWISSLIFE Autunno 2012


Nuria (16 anni): Il 10° anno scolastico è come avere la corda al collo. Tutti mi chiedono se ho già un posto d’appredistato e io non ce l’ho ancora. È brutta questa incertezza.


Swiss Photo Selection // 13

Judith Stadler e André Uster: «Il volto dei giovani rivela una fragilità disarmante». Judith Stadler ha studiato fotografia all’Ecole supérieure d'arts appliqués di Vevey. Dopo alcune collaborazioni in Svizzera, all’estero e in una galleria fotog­rafica, oggi lavora come fotografa freelance. André Uster ha lavorato come tecnico delle luci presso i teatri di Zurigo e ha maturato esperienze nel campo della fotografia grazie a collaborazioni pluriennali con alcuni fotografi. Dal 2001 i due collezionano successi e riconoscimenti grazie a lavori ed esposizioni personali e collettive. La forza di questo duo risiede anche nelle loro individualità: le fotografie di Judith Stadler si occu­pa­no da anni della sfera compresa tra l’essere e l’appa­ rire. Il tema ricorrente è la ricerca dell’identità dei giovani, nel loro percorso attraverso l’adolescenza. André Uster si occupa delle abitudini visive dell’osservatore, analizzando e mettendo in di­ scussione la veridicità documentaria della fotografia attraverso elaborazioni digitali delle immagini.

SWISSLIFE Autunno 2012

In occasione di incarichi specifici, Judith Stadler e André Uster lavorano spesso assieme. Le tecniche digitali consentono infatti l’alternarsi di fotografia e regia. Questa procedura quasi cinematografica ha riscosso un grande successo, sia con cuochi stellati, sia con contadini o nelle stanze d’hotel in tutto il mondo. www.dasbild.ch


Sei anni dopo Sei anni fa, sei ragazze dell’Altopiano svizzero hanno raccontato alla rivista domenicale «SonntagsBlick» i loro sogni, cosa pensavano dell’amore e come concepivano la vita. Siamo andati a cercare le adolescenti di allora, chiedendo loro una foto attuale. Le giovani donne fra i 18 e i 22 anni curano ancora l’amicizia di un tempo e sanno esattamente cosa vogliono.

Valerie (18 anni): Quando ho guardato la foto con l’intervista di allora, per prima cosa mi è venuto da sorridere. Penso che allora eravamo ancora un po’ ingenue e più spensierate. La maggior parte delle opinioni espresse sono cambiate. In ogni caso, quando ripenso al passato sono molto contenta di avere avuto una bella infanzia e gioventù.

Irina (18 anni): Quando avevo 12 anni vedevo le cose in un’ottica completamente diversa. Nemmeno ora, però, so esattamente ciò che voglio. Il passo verso la vita indipendente, il mio proprio appartamento, badare a me stessa, sono cose che mi occupano da ben due anni. E pian pianino ci sto arrivando.


Swiss Photo Selection // 15

Abbiamo contattato anche Fiona (19 anni), purtroppo senza riuscire ad avere una sua foto attuale. Ci ha scritto: «Non avendo uno smartphone, ci vorrebbe troppo tempo per fare arrivare la foto.» Ha aggiunto: «Quello dello smartphone e di come ha cambiato i contatti fra amici, nell’amore e in generale sarebbe certamente un argomento interessante.»

Ilona (18 anni): Oltre alla mia cerchia d’amici, è aumentata di numero anche la mia famiglia. Nel 2007 è nato un fratellino. Naturalmente da allora sono cresciuta e maturata e ho fatto esperienze che mi aiutano nella vita. A livello personale, per quanto riguarda l’amore non è ancora successo nulla di particolare, comunque sono felice di avere una relazione fissa da due mesi.

Lina (19 anni): Conosco gli amici più intimi dai tempi dell'asilo e ho con loro un rapporto stretto. Molti pensano che Ilona e io siamo sorelle, perché abbiamo un rapporto molto stretto. Quando sto con gli amici, dimentico tutto il resto, posso parlare dei miei problemi e sto subito meglio.

Nuria (22 anni): Pensando al futuro, oggi sono sicuramente più fiduciosa che un tempo. Ho concluso l’apprendistato di libraia, faccio la maturità professionale a tempo pieno e sto decidendo come impostare il mio futuro lavorativo. Purtroppo nel settore del lavoro sociale, dove mi piacerebbe studiare, ci sono pochi posti di studio. La cosa mi preoccupa.

SWISSLIFE Autunno 2012


Testo: Lucas Roos, foto: Daniel Ammann

Contadino, celibe, al comando Stefan Mock (16 anni), figlio di contadini, in formazione, Lichtensteig SG

«Mio nonno era contadino. Mio padre è contadino. E anch’io voglio diventare contadino e forse, un giorno, rilevare e portare avanti la nostra fattoria, ma questo è quello che desidera anche mio fratello minore. Quello che mi piace particolar­

mente di questo lavoro sono i macchinari. Li trovo avvincenti e vado volentieri con il trattore e il furgone. Una volta si usavano le mucche per i trasporti. Sono felice che oggi ci siano le macchine; un tempo il lavoro fisico era molto duro, non so se ce l’avrei potuta fare. Le mie giornate di lavoro sono molto lunghe, sto in piedi dalle cinque e mezza del mattino fino alle sei e mezza di sera. Sto completando il mio percorso formativo come agricoltore in una fattoria a Wil, un giorno alla settimana frequento l’istituto agrario di Flawil. Nel tempo libero amo dormire e incontrare i miei compagni. Uso il portatile per la scuola e a volte mi collego a Facebook. Non mi piace giocare ai videogiochi. In inverno vado volentieri a sciare; il mio sogno è quello di riuscire a guidare un gatto delle nevi per un'intera stagione invernale. Già sogno il giorno in cui potrò essere indipendente, gestire autonomamente il mio tempo e poi rilevare la fattoria di mio padre».


Due facce della medaglia // 17

«La fattoria nella foto risale al 1677. Quando avevo 38 anni abbiamo costruito quella nuova».

Ernst Mock (75 anni), contadino in pensione, Lichtensteig SG

«Mio nonno era contadino. Mio padre era contadino e anch’io non volevo altro che diventare contadino. La mia fortuna è stata quella di non aver avuto fratelli che all’epoca erano interessati a rilevare la nostra fattoria. In particolare mi piace­

va lavorare il legno e prendermi cura degli animali e, non da ultimo, essere il capo di me stesso. Natural­ mente le giornate erano lunghe, abbiamo lavorato tan­ to: in estate, dalle sei di mattina alle sette e mezza di sera. La sera finivamo solo quando avevamo conse­ gnato il latte al caseificio. Una volta tutto richiedeva più tempo: non avevamo macchinari e dovevamo sbrigare molti lavori manualmente. Ad esempio, mun­ gere le mucche: solo agli inizi degli anni ’80 abbiamo introdotto la mungitrice meccanica. Ferie ce n’erano poche, tutt’al più nel fine settimana, ad esempio in occasione di una festa paesana o di una gara con l’asso­ ciazione di tiro; a volte facevamo un’escursione. In inverno andavamo a sciare e non serviva andare tanto lontano, perché allora c’era tanta più neve. Sono sem­ pre stato contento della mia scelta di fare il contadino, anche quando il lavoro era duro. E visto che con il tempo sono arrivati i problemi di salute, ero felice che mio figlio più piccolo rilevasse la fattoria».



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Fulcro // 21

Testo: Florian Leu, foto: Sara Merz

Chi l’ha inventato? I loro lavori di maturità fanno invidia agli universitari, dedicano centinaia di ore alle loro invenzioni e sono persone così semplici che sembrano appena uscite da un corso di bon ton: i vincitori di «Scienza e gioventù» lasciano il segno.

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SWISSLIFE Autunno 2012


E

leonora ha letto una pila di li­ bri ed è diventata citologa. Anna ha scritto alcune canzoni in una lingua a rischio di estinzione. Fabian ha dedicato quattrocento ore ai suoi circuiti di commutazione e ha creato uno scanner 3D. E Daniel ha progetta­ to un aereo che, quando si è alzato in volo, gli ha fatto saltare il cuore in gola. Per la finale di «Scienza e gioventù» sono arrivati tutti dai loro laboratori e dagli studi di registrazione, dalle loro camerette e dalle loro botteghe. E quan­ do parli con uno di loro, ti senti come al volante di una macchinina di legno piombata sul circuito del Nürburgring. Sono l’élite del domani. Sono il motivo per cui non c’è da preoccuparsi per il futuro del nostro Paese. Il colore dei numeri: Eleonora Il suo compleanno era giallo, il suo nome risplende di verde, la sua età le sembra marrone e stupida. Il prossimo anno compirà vent’anni ed è contenta, perché i numeri pari sembrano più in­ telligenti. Eleonora Frau è sinestetica, i suoi numeri e le sue parole risplendono di tutti i colori, spesso sembrano avere anche una consistenza. I suoi sensi sono collegati, il suo cervello ha più lavoro da sbrigare rispetto ad altri, a volte si sente un’aliena. Un’aliena capace di fare una dozzi­ na di cose senza stancarsi. Eleonora è campionessa ticinese di nuoto, cavalle­ rizza, schermitrice, corista, violinista, pianista, fondatrice di un partito, inse­ gnante di ripetizione, prima della clas­ se, direttrice del giornale degli studen­ ti, olimpionica di matematica e presto si iscriverà a medicina. Rivela come tut­ to la incuriosisca e immagina la sua curiosità come uno gnomo con un

rottweiler al guinzaglio. A volte deve frenare, altrimenti nei crash test sareb­ be il manichino dei suoi stessi esperi­ menti. E tutto questo gran da fare la porta a indossare, al posto di una ca­ notta, una maglietta con una massima di Fassbinder: Dormirò quando sarò morto. Eleonora avrebbe potuto utilizzare il motto dell’instancabile regista anche per il suo lavoro di maturità al Liceo Lugano, dove si è occupata delle cause che portano alla morte delle cellule. Ha letto una pila di manoscritti di biologia molecolare, ha divorato gli studi sui te­ lomeri, ossia le estremità dei geni che si atrofizzano a ogni divisione cellulare. Ha chiesto a molti scienziati famosi di Losanna di poter fare un tirocinio pres­ so il loro laboratorio. Ha passato intere settimane al microscopio. È stato di nuovo come quella volta alla lezione di biologia, quando vide per la prima volta la doppia elica e disse tra sé e sé: «Que­ sto mi interessa tantissimo!» Durante il suo lavoro Eleonora si è imbattuta nell’enzima che accelera la morte delle cellule. Sono tre gli aspetti che rivelano come la sua ricerca abbia influito sulla sua quotidianità. Quan­ do in autobus incontra una persona anziana che desidera sedersi, ma che si regge ancora bene sulle gambe, lei non cede il suo posto. Quando medita sull’immortalità, non avverte quasi più il desiderio di una vita senza fine. E al­ lora mangia più müesli e verdura. Il po­ sto sull’autobus non lo cede perché ha scoperto che già solo la sensazione di essere vecchi e di aver bisogno di un po­ sto a sedere rende vecchi e accentua questo bisogno. Si è sbarazzata del suo desiderio di immortalità perché il mon­ do, se la morte fosse veramente «mor­

«Mi incuriosisce tutto: immagino la mia curiosità come uno gnomo con un rottweiler al guinzaglio». Eleonora Frau

ta», starebbe per scoppiare e spreche­ rebbe il valore dell’«attimo fuggente». E poi mangia più cereali perché, oltre alla verdura, è il meglio in tema di lon­ gevità. «Se si capisse meglio il funzio­ namento di questo enzima, si potrebbe arrestare non solo la morte delle cel­ lule», afferma Eleonora. «Si potrebbe anche fare in modo che le cellule muo­ iano più rapidamente e le persone sof­ frano meno». È un caldo giorno d’estate e il cielo è blu sopra Lugano. Guardando l’oro­ logio ci si rende conto come in venti minuti sembrino essere trascorse due ore. Eleonora deve tornare in piscina, al lavoro. Avvicina i bambini al nuoto e insegna agli adulti che vogliono diven­ tare bagnini. L’astuzia del cavillatore: Fabian Fabian Tschopp di Birmensdorf creava giochi per smartphone e siccome è dif­ ficile progettare figure su uno schermo, si era messo alla ricerca di uno scanner 3D. Un apparecchio con cui avrebbe di­ gitalizzato i suoi dinosauri di plastica per poterli così inserire nei giochi. Quando ha visto che servivano 10 000 franchi per acquistarne uno, ha deciso di costruirselo da solo. I relatori del suo lavoro di maturità nutrivano dub­ bi sulla proposta di Fabian, volevano proteggerlo da se stesso. Invece, dopo


Fulcro // 23

Eleonora Frau ha approfondito la questione relativa ai fattori che causano la morte delle cellule. Con la sua analisi ha ottenuto anche una nuova visione della vita. SWISSLIFE Autunno 2012


Fabian Tschopp ha realizzato uno scanner che trasforma i suoi dinosauri in mostri 3D per i giochi degli smartphone.


Fulcro // 25

Anna Greipl ha tradotto le storie di suo nonno nella lingua, in via di estinzione, della madre, creando canzoni dai loop armoniosi. SWISSLIFE Autunno 2012


«Fare è la cosa più bella. Gli oggetti pronti perdono velocemente il loro fascino». Fabian Tschopp

quattrocento ore di lavoro, ecco che lo scanner era bell'e pronto. Quattrocen­ to ore immerso da solo nella progetta­ zione, a volte incredulo di come stava rispettando la tabella di marcia. A volte si meravigliava anche della sua astuzia: rimaneva seduto fino a quan­ do non riusciva a trovare una soluzione e andava a dormire quando gli uccelli cominciavano a cinguettare. Aveva scansionato il suo tiranno­ sauro, ma aveva accantonato l’idea del gioco. Nel frattempo gli erano venute altre idee, racconta Fabian, un dician­ novenne magro con ciabatte di gomma blu e capelli rossi, seduto al tavolo del salotto con un bicchiere d’acqua, pro­ nunciando frasi brevi e concise. «Fare è la cosa più bella. Gli oggetti pronti per­ dono velocemente il loro fascino». Fabian ha iniziato presto. A soli otto anni aveva ricevuto il suo primo gioco in scatola Kosmos. Le scatole in cartone con i circuiti e le provette, le lampadine e i vetrini sono state proba­ bilmente l’equipaggiamento di parten­ za di molti futuri ricercatori. Quando il papà di Fabian, tecnico informatico, ha portato a casa il regalo, non pensava probabilmente che suo figlio avrebbe trascorso i dieci anni successivi rinta­ nato nella propria camera. O che avreb­ be elaborato un lavoro di maturità che nessun altro ragazzo sarebbe riuscito a

ideare e che è diventato già oggetto di interesse di molti musei: con lo scanner di Fabian potrebbero immortalare in tre dimensioni i reperti in esposizione, dal bifacciale all’elmo dei cavalieri. A Fabian non piace perdere tempo: in au­ tunno inizierà gli studi di informatica al Politecnico di Zurigo e si prepara a studiare soprattutto matematica e fisi­ ca, un po’ meno le altre materie. Non sa ancora quale sarà il suo futuro; avrebbe voglia di costruire robot. Gli piacereb­ be anche lavorare con i computer ad alte prestazioni e simulare le strutture intellettive. «Non mi adagerò certo su­ gli allori. Questo è chiaro». Oggi si ritirerà nuovamente nella sua stanza, si occuperà di programma­ zione e poi forse chiamerà qualche amico con cui a volte inventa qualche gioco. E se dovesse comparire all’oriz­ zonte un altro giornalista, Fabian gli aprirebbe lentamente la porta, lo con­ durrebbe in silenzio in salotto, trasa­ lendo se l’ospite chiede un caffè. Infatti Fabian non ha mai imparato come si usa questa macchina. Lui, del resto, non ha bisogno di caffè. È già abba­ stanza sveglio. Le storie del nonno: Anna Le sembrava di essere ancora una bam­ bina. Anna Greipl aveva assistito con suo padre a un concerto al Kaufleuten di Zurigo, sul palco c’era un musicista che sbrigava tutto da solo e faceva in modo che Anna sedesse strabiliata tra il pubblico. Aveva soltanto un loop da­ vanti ai piedi, una cassettina con pedali, con la quale riproduceva la sua voce, ri­ empiendo la sala. Anna aveva diciassette anni e fre­ quentava il liceo a Zurigo-Wiedikon. Non essendo soddisfatta delle sue ca­

pacità sonore, decise di prendere qual­ che lezione. Ma a suo padre, che è musicista, non disse nulla. Dopo il concerto si era procurata un loop e aveva iniziato a impilare accordi uno dietro l’altro, ad adattare la sua voce al coro, a perdersi in tutti i loop infiniti che uscivano dal piccolo dispositivo. Ad Anna venne presto un’idea per il suo lavoro di maturità: avrebbe trasfor­ mato in canzoni le leggende di suo nonno di Evolène, riproducendole con il loop. «Volevo scoprire se il vecchio e il nuovo possono coesistere», afferma Anna nel suo studio improvvisato nella cantina della casa di famiglia. Era an­ data nel Vallese, aveva sistemato davan­ ti al nonno un registratore e gli aveva chiesto di raccontare le vecchie storie.

«Alla cena siamo arrivati a parlare di polifosfati e cose simili e mi sono davvero divertita». Anna Greipl

Ad esempio, quella sulla sparizione de­ gli elfi: un pastore fa amicizia con una silfide e ogni giorno le porta un bic­ chiere di latte. Lei svolazza attorno al bicchiere, beve e parla con il pastore. Presto però la silfide gli fa venire i nervi e una mattina il pastore decide di bolli­ re il latte. La silfide si scotta, scappa e anche gli altri elfi la seguono. Da al­lora nessuno ha mai più visto gli elfi a Evolène. Anna ha tradotto la storia nel­


Fulcro // 27

Talentscout per cervelloni e pensatori Tutto ha avuto inizio nel 1921 con «Die Odonaten der Umgebung von Basel. Beitrag zur biologischen Systematik der mitteleuropäischen Libellen». La sua tesi sulle libellule all’università di Basilea è stata la prima pubblicazione di Adolf Portmann di Basilea Piccola che, durante il periodo degli studi, non aveva risorse per dare libero sfogo alla sua curiosità. Ecco perché ha creato la fondazione «Scienza e gioventù». diploma e finali e invita i giovani a una preselezione. I più inte­ ressanti e creativi, circa un centinaio, possono presentare il pro­ prio lavoro alle finali, con carattere e passione, con competenza e disciplina, con costanza e tenacia, proprio secondo lo spirito del padre fondatore. «Vedo davanti a me Adolf Portmann, lo vedo entrare in aula. Spiega in che modo da una pinna pettorale di un pesce si siano sviluppate le ali degli uccelli e le braccia degli uomini. Le nostre braccia, niente di più di una semplice pinna pettorale creatasi in milioni di anni di evoluzione? Legami grandiosi tra lunghi periodi di tempo. Ricordo il sentimento di unione con l’intero regno animale, e naturalmente l’entusiasmo contagioso di Portmann. Sono passati oltre trent’anni da quando avevo seguito alcune lezioni di Portmann. Devono essere state le sue ultime lezioni. Altri conoscono Adolf Portmann grazie alla radio: le sue trasmissioni sul mondo animale erano mitiche.» Così la giornalista Florianne Koechlin descriveva, dalle colonne di «WochenZeitung», uno dei più grandi biologi del ventesimo secolo (libera traduzione). Portmann studiava la fantastica va­rietà del mondo vivente, cercando di comprendere l’essere vivente in un senso «globale», proprio così come aveva fatto nella sua Il suo entusiasmo è stato contagioso e il suo lascito muove ancora intere generazioni di giovani: Adolf Portmann (1897–1982), biologo, filosofo naturalista e fondatore di «Scienza e gioventù».

vita. Dopo essersi occupato di zoologia, Portmann aveva studiato

Portmann era ultra settantenne quando, verso la fine degli anni

volta all’anno elegge i migliori: una giuria di esperti sceglie gli

Nella sua autobiografia del 1976 scriveva sulle enotere, che fiorivano copiose lungo le rive ghiaiose del Reno, in un fantastico terreno incolto. La terra incolta era il suo paradiso ai margini della città e le erbe infestanti erano la sua ricchezza.

elaborati più avvincenti tra una marea di lavori di maturità, di

www.sjf.ch

’60, lanciò il primo concorso nazionale «Scienza e gioventù». Da oltre quarant’anni, la fondazione no profit promuove la sete di scienza tra i giovani, mettendoli in contatto con esperti e consentendo loro di addentrarsi nel campo della ricerca. E una

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anche disegno e storia dell’arte, conservando la sua prospettiva semplice e naturale.


Daniel Winz ha realizzato un aereo che non pesa, e non costa, quasi niente.


Fulcro // 29

la lingua di sua madre: il patois, una lingua senza dizionari che andrà presto a sparire. Dopo aver scritto tre canzoni, Anna era alla ricerca delle melodie: quando nel tram le veniva in mente qualcosa, lo canticchiava furtivamente nel suo cellulare e la sera ricomponeva i pezzi: «Proprio come un puzzle com­ posto da suoni». Quando le canzoni avevano cominciato a essere fluenti e melodiose, ecco che si sentiva pronta per lo studio di registrazione, ma c’era un problema. Non avendo soldi, aveva chiesto al produttore di poter lavorare come babysitter. Trascorse così una set­ timana con le cuffie in testa e alla fine aveva messo insieme tre canzoni. Anco­ ra oggi lavo­ra come babysitter per ripa­ gare il suo debito. Anna era rimasta sorpresa di essere stata chiamata alla premiazione di «Scienza e gioventù». Si era preparata a incontrare una schiera di persone con acconciatura alla Einstein, falsetto e pantaloni sopra la caviglia. «Ho cono­ sciuto persone che raramente ho avuto modo di incontrare», afferma Anna. «Persone aperte e curiose. Alla cena siamo arrivati a parlare di polifosfati e cose simili e mi sono davvero diverti­ ta. Alla fine mi sentivo come in ferie, mi hanno accompagnato a casa a notte fonda, a bordo di una Vespa rossa». Oltre ad alcuni aneddoti sui polifo­ sfati, Anna ha riportato a Zurigo anche un premio in denaro di 1200 franchi. Con questo premio potrà permettersi un loop a più pedali. Il primo l’ha ven­ duto alla sua insegnante, da utilizzare a lezione. Il secondo andrà a suo padre, anche lui entusiasta. Il terzo Anna lo porterà a Ginevra, dove studierà rela­ zioni internazionali. «Posso studiare musica anche durante l’università, non

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«Sono rimasto stupito dell’invito alla premiazione. Ho fatto semplicemente qualcosa che mi rende felice. Tutto lì». Daniel Winz

ho bisogno di un insegnante. Il mio loop troverà tutto lo spazio necessario». La flotta aerea dell’esperto di bricolage: Daniel Due anni fa i suoi genitori gli hanno regalato un volo, ma Daniel Winz ha aspettato a lungo prima di utilizzarlo. In realtà, fin da quando era un ragazzi­ no, non è mai stato un grande amante del volo, proprio lui che gioca con i modellini di aerei. Un giorno era salito su un aliante, ma l’esperienza non era stata positiva. Da allora, il ventunenne di Svitto preferisce guardare gli aerei con i piedi ben a terra. Molti degli aerei che ammira li ha costruiti lui, ma non tutti li lancia in cielo. Alcuni decollano soltanto nella palestra della scuola, dal momento che queste costruzioni così fragili potrebbero precipitare con una semplice folata di vento, insieme a tutto il lavoro fatto, a tutte le ore che Daniel ha trascorso nella sua stanza, incollando e calcolando. Con il grosso telecomando tra le mani, Daniel sembra ancora più dolce. Siede sul bordo del divano, con gli oc­ chiali sulla punta del naso. Davanti a lui, sul tavolo del soggiorno, ecco un modellino davvero fantastico. Si tratta di un discendente degli aerei e delle im­ barcazioni che, agli inizi dell’ultimo secolo, venivano costruiti con il rotore

Flettner e furono successivamente scal­ zati dalle turbine a vapore e dai motori diesel. A volte il rotore è stato riutiliz­ zato. Ad esempio, Jacques-Yves Couste­ au, il famoso ricercatore marino con il cappellino di lana, lo utilizzò per una delle imbarcazioni che lo accompagna­ vano nelle sue spedizioni. Daniel è uno dei pochi che hanno fatto tornare alla ribalta il leggendario rotore. Il suo aereo è lungo come l’ampiez­ za delle braccia di un bambino ed è leggero come l’aria. Infatti Daniel ha utilizzato solo un tipo di plastica dal peso e dal costo estremamente ridotti, un piccolo capolavoro del realizzabile: il sogno di volare per poco più di cin­ quecento franchi di polistirolo ed elet­ tronica. Il sogno costa, però, così poco solo perché Daniel non ha uno stipen­ dio: per far volare la sua creatura ha im­ piegato centinaia di ore. In silenzio, e con orgoglio, guarda la sua creatura mentre il rotore si avvia con un gran frastuono. Daniel è come gli altri tre: una per­ sona senza arie. Anche lui si è me­ ravigliato che la giuria di «Scienza e gioventù» lo abbia invitato alla premia­ zione. Alla fine Daniel ha detto una frase che tutti hanno pronunciato, seppur con parole diverse: «Ho fatto semplicemente qualcosa che mi rende felice. Tutto lì.»

Florian Leu è redattore per «NZZ Folio» e di recente è stato premiato dalla rivista del settore «Schweizer Journalist» come uno dei trenta giovani giornalisti più rappresentativi della Svizzera.


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Giocare ai videogiochi, guardare la TV, navigare Fissano ininterrottamente il cellulare, siedono davanti al computer e indossano cuffie: nel tempo libero dei giovani svizzeri (ragazze e ragazzi) tra i 12 e i 19 anni, gli apparecchi elettronici la fanno da padrone. Rivestono un ruolo importante però anche le riviste e i libri. (Dati percentuali, utilizzo quotidiano o piÚ volte alla settimana. Fonte: Studio JAMES 2010)

Cellulare

Internet

MP3

96

89

83

90

87

TV

82

73

Radio

78

55

Giornale

49

40

52


Mix di numeri // 33

Giochi

19

Video

61

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27

43

Fotografie

Libri

40

33

21

20

Giornali on line

Computer

14

13

24

21

Cinema

1

3


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Successione nell’impresa // 35

Foto: Kilian Kessler

Il futuro comincia qui. Rappresentano la colonna portante dell’economia svizzera. Numerose delle 300 000 piccole e medie imprese vengono trasmesse da una generazione all’altra. Per costituire una ditta serve notevole impegno. Non meno impegnativo è, per le figlie e i figli, seguire le orme dei genitori. Il fotografo Kilian Kessler ha immortalato alcuni capi d’impresa che posano fieri con i loro successori.

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Marchello Frères, SA, 1532 Fétigny FR Bruno Marchello, 65 anni, ex capo della ditta, Pascale Maendly-Marchello, 42 anni, direttrice e Philippe Marchello, 39 anni, capo dell’impresa «È stato il padre di Bruno, Remo Marchello, a fondare l’impresa di famiglia nel 1946. Ora mio fratello e io abbiamo preso in mano le redini dell’impresa di gessatura e pittura dalla terza generazione.»


Parc d’Attractions du Châtelard VS SA, 1925 Le Châtelard VS // www.chatelard.net Yves-Dominique Philippin, 41 anni, capo dell’impresa, Chantal Philippin, 65 anni, direttrice, Bernard Philippin, 76 anni, fondatore/presidente del consiglio d’amministrazione e Guy-Bernard Philippin, 43 anni, responsabile tecnico «Nel 1975 nostro padre ha fondato questo parco divertimenti con tre treni panoramici, fra cui la funicolare storica e il Minifunic che corre 30 metri sopra il coronamento della diga del Lac d’Emosson. Ora è la seconda generazione a portare avanti con grande cura questo gioiello.»

Garden-Centre de Noville Jean Brönnimann SA, 1845 Noville VD // www.gardencentre-noville.ch Michel Brönnimann, 56 anni, direttore generale e Nicolas Brönnimann, 29 anni, direttore «Da tre generazioni il nostro centro giardinaggio in gestione familiare ingentilisce i giardini e le terrazze della regione, offrendo qualità e competenza.»

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Bloechle Cuisines SA, 1470 Estavayer-le-Lac FR // www.bloechle.ch Denis Bloechle, 66 anni, direttore/gerente, Jean-Philippe Bloechle, 31 anni, vicedirettore/gerente e Jean-Marc Bloechle, 69 anni, gerente «Da quattro generazioni la famiglia Bloechle mette a frutto dei suoi clienti la sua competenza e il suo know how nelle cucine e negli arredamenti d’interno nonché nella strutturazione di uffici.»

Chantier Naval Périsset, 1470 Estavayer-le-Lac FR // www.perisset.ch Patrick Cantin, 45 anni, capo produzione, Monique Mueggler-Perisset, 64 anni, direttrice e Fabienne Gobet, 44 anni, assistente di direzione «Per me, come direttrice della nostra azienda familiare, fondata nel 1946 da mio padre, Bernard Perisset, è meraviglioso che mio figlio Patrick e mia figlia Fabienne sostengano il nostro cantiere navale da oltre due decenni – dopo 20 anni è con orgoglio che passo loro lo scettro».


Jaun - Haustechnik, 4253 Liesberg, BL // www.jaun-haustechnik.ch Iwan Jaun, 40 anni, titolare dell’impresa e Christian Jaun, 66 anni, ex titolare «La fondazione dell’impresa di domotica Jaun - Haustechnik risale a ben 30 anni fa. Come successore mi auguro di riuscire a portare avanti la ditta con successo per almeno altrettanti anni.»

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Käserei Räz, 3043 Uettligen BE Christian Räz, 72 anni, senior dell’impresa e Christoph Räz, 39 anni, titolare dell’impresa «Per la nostra azienda familiare è tranquillizzante sapere che il nostro know how, costruito nel corso di decenni, viene portato avanti e ampliato anche dalla terza generazione.»


Rhyn Mechanik AG, 4573 Lohn-Ammansegg SO // www.rhynag.ch Marco Rhyn, 32 anni, CEO/titolare e Verena Rhyn, 61 anni, ex titolare «È una soddisfazione che l’impresa rimanga in famiglia, dopo che mio figlio è subentrato nella gestione. Così il futuro di Rhyn Mechanik AG è garantito e, come impresa familiare, può procedere con il vento in poppa.»

Chalet Schuwey AG, 1656 Im Fang FR // www.chalet-schuwey.ch Xaver Schuwey, 41 anni, titolare, Beat Schuwey, 73 anni, presidente del consiglio d’amministrazione, Laurent Schuwey, 38 ANNI, gerente e Jean-Claude Schuwey, 62 anni, amministratore «Rilevare una ditta è una grande responsabilità. Tanto più, se si tratta di un’impresa familiare con una storia centenaria. Facciamo fronte con notevole impegno a questa sfida, dando il nostro meglio, affinché la storia continui anche nella quinta generazione.»

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F. lli Pasta SA, 6513 Monte Carasso // www.fratellipasta.ch Roberto Pasta, 49 anni, responsabile gestione personale /vicepresidente del consiglio d’amministrazione, Giuliano Pasta, 41 anni, direttore/presidente del consiglio d’amministrazione, Gloriano Pasta, 50 anni, responsabile macchinari e meccanico, Francesca Bassi-Pasta, 46 anni, responsabile amministrazione, Damiano Pasta, 25 anni, muratore, Franco Pasta, 71 anni, fondatore/responsabile magazzino «La nostra impresa di costruzioni, fondata nel 1989, abbraccia oggi anche il settore immobiliare, con una cinquantina di dipendenti. All’interno dell’ambiente familiare, dal padre ai figli ai nipoti – uniti nell’armonia e nel piacere – ci impegniamo nel cercare di far vivere nel tempo un’attività valida e solida anche per le future generazioni.»


Ti amerò per sempre non rientra piÚ nel mio vocabolario. Sono tante le svolte della vita. La nostra previdenza si adegua. Che desideriate ampliare la ditta, trasmetterla alla generazione successiva oppure ottimizzare la soluzione pensionistica: Swiss Life vi offre una consulenza competente. www.swisslife.ch/ubicazioni



A Swiss Life // 45

Testo: Michael Bahnerth, foto: Tom Haller

Filo diretto con le quaglie Da piccolo aveva iniziato ad allevare lepri, poi è rimasto ammaliato dagli uccelli. Ha allevato anche anatre, per un breve periodo ha pensato ai fagiani e poi, sei anni fa, eccolo approdare alle quaglie: Tobias Meier, conosciuto anche come «Meier delle quaglie».

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SWISSLIFE Autunno 2012


B

ubendorf si trova ai confini settentrionali rurali della Svizzera. È un paesone incastonato in mezzo alle col­ line, dove la domenica la gente va in chiesa e le tombe del cimitero sono ben curate. Un paese tranquillo, senza scandali e scalpori, dove si sentono più uccelli cantare che non persone parlare. A volte si sente anche uno sparo. Era circa sei anni fa. Con lo sparo Bubendorf ha perso una volpe, ma prima dello sparo, lo starnazzare agitato rivela la perdita di sei anatre della famiglia Meier in Bündtenstrasse. Strana­ mente la volpe non è arrivata di notte, ma di pomeriggio e delle anatre non è rimasto molto. Tra l’erba insanguinata ecco spuntare qui una testa, lì una zampa. Le anatre erano di Tobias Meier, all’epoca aveva 15 anni. Le aveva allevate. Ama allevare gli animali. Prima delle anatre aveva avuto le lepri, ma con l’adolescenza ecco spuntare la passione per gli uccelli. Mentre le anatre giacevano a pezzet­ tini in giardino «non era molto bello, ma le anatre non sono certo cani», afferma Tobias. Oggi ha 21 anni. Sta studiando per diventare maestro elementare, crede in Dio, va in chiesa e, oltre agli uccelli, ama lo sport e ogni tanto si beve qualche birra. La morte delle anatre gli aveva riportato alla mente i pensieri dei fagiani, poi delle quaglie, un colpo di fortuna per entrambi: quaglie giapponesi della famiglia dei gallifor­ mi. Le quaglie sono gli unici galliformi che conducono in libertà la vita degli uccelli migratori, facendo di tanto in tan­ to una puntatina in Africa e ritorno. In Europa le quaglie sono intrappolate nei cieli, perché qui si preferisce ammirar­ le nel piatto più che in aria. Meier è il più giovane allevatore di quaglie e venditore di uova della Svizzera. Un uovo di quaglia costa 55 centesimi. Li vende ai ristoranti stellati e agli ospedali e sono sempre esauriti. Una volta ha ricevuto una telefonata di un uomo di Appenzell che aveva urgentemente bisogno di uova di qua­ glia. «Me ne sono rimaste solo dieci», disse Meier. «Fa lo stes­ so», rispose l’uomo, «le voglio. Vengo a prenderle». Due ore e mezza dopo era lì. Al contrario delle uova di gallina, le uova di quaglia sono raffinate. Nell’universo delle uova, il piccolo uovo di quaglia è tra i top player della Champions League. Potremmo dire che è il Lionel Messi delle uova. La vita di Meier è unita a quella delle sue quaglie addo­ mesticate. Entrambi non possono semplicemente trasfor­ marsi in uccelli migratori. Le quaglie, perché vivono nell’idil­ liaco allevamento in una gabbia dorata, ma chiusa. Lui, Meier, perché deve prendersi cura delle quaglie. Ecco il tacito accordo tra le due parti: il «Meier delle quaglie» è buono con le quaglie e le quaglie lo ringraziano deponendo tante uova

quante ne possono biologicamente deporre. E con la vendita delle uova lui, che studia da maestro, guadagna bene. Ecco la situazione da un’altra prospettiva: lui ha 21 anni, un’età difficile, non combina pasticci vista la responsabilità che ha degli animali e, per questo motivo, le quaglie si comportano bene con lui e depongono uova d’oro. Tutto questo rimanda a un mondo «ideale». E se nel mondo reale c’è un problema relativo al «Meier delle quaglie», è solo che ha 21 anni e non ha problemi più grandi. Niente pene d’amore esistenziali, né esperienze o visioni ai confini della morte, nessun rancore per il mondo, nessuna nostalgia di paradisi artificiali (eccetto forse quelli di Bubendorf), che sommati assieme potrebbero fare in modo

Al contrario delle uova di gallina, le uova di quaglia sono raffinate. Nell’universo delle uova, il piccolo uovo di quaglia è tra i top player della Champions League. Potremmo dire che è il Lionel Messi delle uova. che il «Meier delle quaglie», nel rapporto conflittuale della tarda adolescenza e della prima maturità, un giorno schiacci una quaglia contro la parete, anziché accudirla amorevol­ mente. Se, in una mattina di sole, ci si siede nel giardino dei genitori del «Meier delle quaglie», ecco che ci si trova davan­ ti una persona molto semplice. Non guarda la televisione, perché è cresciuto senza guardarla. «A volte è stato difficile», afferma, «ma oggi ringrazio i miei genitori.» Perché non ha sprecato tempo. Perché è più gentile con gli esseri umani che non con le creature virtuali. Ma l’uomo non è una quaglia, che mangia e depone uova e non pensa a niente, o almeno così crede l’uomo. L’uomo, nel passaggio alla propria vita, è un mare in tempesta. È come una quaglia che si accorge di poter volare e saltella, ma realizza che c’è una gabbia e ha soltanto due possibilità: rimanere in gabbia e dimenticare il volo, oppure tentare con ogni forza di scappare dalla gabbia. Il «Meier delle quaglie»


Nell’ex casetta per bambini vivono 125 quaglie femmine. E dal momento che Meier le tratta bene, depongono tante uova quante gliene consente la natura.

A 21 anni, Tobias Meier è il piÚ giovane allevatore di quaglie della Svizzera. E con successo: infatti, vende sempre tutte le sue uova. SWISSLIFE Autunno 2012


La quaglia giapponese è il galliforme piÚ piccolo. Essendo un esserino sensibile, non ama i cambiamenti; soprattutto in inverno è necessario ingannarle.


A Swiss Life // 49

è lì seduto e afferma: «Il mio corso per diventare insegnante dura ancora due anni. Poi vedrò.» Probabilmente poi con le quaglie sarà finita, perché il «Meier delle quaglie» tornerà a essere soltanto Meier, inse­ gnerà ai bambini e racconterà loro bellissime storie sulle quaglie. Oppure spiegherà le ali, metterà la sua vita in uno zaino e seguirà il vento. Potrebbe anche accadere, se si guar­ da alla storia della famiglia Meier. Con i Meier è così: tutti, tranne la mamma, maestra di asilo, e suo fratello, studioso di lettere, sono già insegnanti o lo diventeranno a breve; il padre, i fratelli, le sorelle, perfino i cognati. Oppure fanno quello che amano fare, dopo aver studiato, così in caso di ne­

La vita di una quaglia da allevamento inizia nell’uovo e termina nello stomaco umano. Nessun motivo, dunque, di fare i sentimentali, e quindi Meier non lo è. Anche lui mangia le sue quaglie, e con gusto. cessità possono fare gli insegnanti. Proprio come suo fratello maggiore, che gestisce un’officina di biciclette, dopo aver esplorato il Marocco in sella a un asino. Meier potrebbe essere una giovane aquila, che vive ancora nel nido e a volte prova a volare perché non conosce ancora bene la forza delle sue ali. Fino a quando rimarrà nel nido, ecco la sua giornata tipo: un’oretta scarsa la dedica alle quaglie, inclusa la spedi­ zione delle uova, la consegna a domicilio e la produzione di kirsch con le uova di quaglia. Inoltre lavora come guida in una palestra di roccia e il sabato fa il capo scout nella sezione di Bubendorf, che fu fondata da suo padre. La domenica va alla messa vespertina e ogni giorno va a trovare le sue qua­ glie. Lo sport è importante, va in bici e con gli sci. Mentre pratica sport viene pervaso da una sensazione che gli sta molto a cuore: nello sport è un tutt’uno con le cose, è unito a tutto. Forse, e solo forse, ecco perché si comporta così: Meier programma la sua vita in modo attento e strutturato, pro­

SWISSLIFE Autunno 2012

prio come fa con le sue quaglie. L’allevamento delle quaglie è un lavoro che prevede tappe ben precise: uovo, pulcino, piumaggio (concluso dopo tre settimane), sviluppo del peso (concluso dopo dieci settimane), maturità sessuale (a partire dalla sesta settimana). Nel caso di Meier sarebbe l’infanzia (allevare le lepri, venderle e con il ricavato acquistare dei pattini a rotelle). Ragazzino (allevare le anatre). Ragazzo (morte delle anatre, scoperta delle quaglie). Adulto alle pri­ me armi (quaglie, primo contatto con l’altro sesso, forma­ zione). Giovane adulto (formazione, prime delusioni d’amo­ re, nonostante tutto ricerca del grande amore, ancora quaglie). Piena maturità (quaglie, ma probabilmente solo da una prospettiva di consumatore). In media Meier accudisce 125 quaglie. Nessun maschio, «perché le femmine, così, sono più tranquille». Quando è in forma, una quaglia depone nove uova alla settimana. E lo è quando l’ambiente è caldo e secco. Una settimana estiva troppo calda riduce la produzione di uova di quattro pezzi, in inverno le quaglie non deporrebbero nemmeno le uova, troppo buio e troppo freddo, ma Meier raggira le bestiole con alcune lampade. «La quaglia è sensibile», afferma, e gli esseri sensibili non amano particolarmente i cambiamenti. Le confonde. Le quaglie di Meier sembrano tranquille, bec­ cano a terra nella loro stalla, una piccola casetta in legno per bambini acquistata all’asta per pochi soldi, vanno fuori e poi rientrano. Verso sera depongono le uova. Una quaglia vive in media un anno e mezzo. Da un punto di vista biologico po­ trebbero vivere sei anni, ma dopo un anno e mezzo la capaci­ tà di deposizione si riduce. Poi sopraggiunge la morte della quaglia. Meier utilizza il metodo della decapitazione. La quaglia arriva per l’ultima volta in contatto con l’uomo sul piatto, bella croccante, pronta per finire nello stomaco. La vita di una quaglia da allevamento inizia in un uovo e termina nello stomaco uma­ no. Nessun motivo, dunque, di fare i sentimentali, e quindi Meier non lo è. Ama le sue quaglie, ma non fino al punto di dare loro un nome o discuterci. Anche lui mangia le sue qua­ glie, e con gusto.

Michael Bahnerth ha scritto anche per i giornali ZEIT, Weltwoche, Schweizer Illustrierte, Facts e Cash e lavora attualmente per Basler Zeitung.




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I piaceri della tavola // 53

Il dorato autunno svizzero sorprende con un tocco di esotico: il cervo grigionese sposa le spezie africane. Con un tortino piccante, dal retrogusto dolce-salato.

Illustrazioni: Sylvia Geel

Tino Zimmermann: viva la semplicità, ma di alto livello

Medaglioni di cervo grigionese al forno con dukka* e panna acida caramellata Insaporire un lato dei medaglioni con sale e pepe. // Immergere l’altro lato nella dukka e rosolare brevemente su entrambi i lati in una noce di burro per cucinare. // Versare nella padella le erbe aromatiche e l’aglio con un po’ di burro fresco fino a ottenere una leggera schiuma e cospargere sulla carne. // Disporre i medaglioni sul piatto. Ripassare in forno a 140 C° per circa 6 minuti. // Panna acida caramellata: Imburrare alcuni stampini. // Mescolare bene tutti gli ingredienti ad esclusione dello zucchero e aggiustare di sale. // Riempire gli stampini e cuocere in forno a bagnomaria a 150 C°. // Sfornare e far riposare per 5 minuti. // Girare gli stampini, cospargere con zucchero e caramel­ lare con l’apposita fiamma. // Cospargere con un po’ di fleur de sel. // Questo piatto si sposa perfettamente con un saporito jus di selvaggina. Ingredienti per 4 persone: 8 medaglioni di cervo da 60 g, sale, pepe, rosmarino, timo, aglio, dukka*, burro per cucinare, burro fresco. Panna acida caramellata: 100 g di panna intera, 150 g di panna acida parzialmente scremata, 2 uova, sale per insaporire, 30 g di zucchero per caramellare. *La dukka è un mix etiope di spezie ed è disponibile sul sito www.altesgewürzamt.ch

SWISSLIFE Autunno 2012

La mia cucina si basa sui prodotti locali. Per questa ragione, anche il cervo arriva direttamente dalla caccia alta grigionese. Il mio macellaio, che mi procura anche il vitello e il manzo dalla Surselva, mi garantisce che il cervo è stato abbattuto correttamente e che la carne soddisfa i più alti re­ quisiti. Abbiamo un bellissimo orto dove crescono erbe aromatiche, ver­ dure, frutta e bacche, che possiamo poi magnificamente impiegare nei nostri piatti. Ai clienti piace sentire che i prodotti arrivano direttamente dall’orto, da quell’arbusto o da quell’albero. Molto gettonata è anche la freschezza, che si distingue da quel­ la dei prodotti congelati. Serviamo anche una trota canadese allevata qui a 1200 m di altitudine. Rinuncio volentieri al pesce di mare e prediligo una cucina semplice, di alto livello. A questo scopo utilizzo di tanto in tanto un’insolita spezia etiope che conferisce ai piatti una nota speciale, ma che si sposa perfettamente con la selvaggina, per una cucina autentica e genuina. Per le sue creazioni culinarie al ristorante «Stiva Veglia» di Schnaus (GR), Tino Zimmermann è sta­ to insignito con 14 punti Gault Millau: «Il suo menu è la dimostrazione di una cucina semplice, ma molto ambiziosa». Nel 2012 Tino Zimmer­ mann ha ricevuto il premio «Entdeckung des Jah­ res in der Deutschschweiz». www.stiva.veglia.ch


Al Jarreau

Jazz-Highlights 2012/13 Al Jarreau & Joe Sample Avishai Cohen Bobby McFerrin Branford Marsalis Chick Corea Trio Count Basie Orchestra Dianne Reeves Michel Camilo & Tomatito Nigel Kennedy Richard Galliano Ron Carter & WDR Big Band Sonny Rollins www.allblues.ch

www.ticketcorner.ch


Illustrazioni: Sarah von Blumenthal

Beni Frenkel // 55

Ho una figlia molto intelligente. Conta già fino a 17 e sa scrivere il suo nome al contrario. Quando in televisione c’è l’«Ape Maja» o «Heidi», la piccolina canta a squarciagola. Sono naturalmente molto fiero. Il mio IQ è solo di 104, ma per mia figlia ho grandi aspettative. Durante le vacanze estive la mia principessa è andata al «kihz Ferienbetreuung» del Politecnico federale (PF). Non ci posso­ no andare tutti i bambini, ma solo quelli di professori, scien­ ziati e premi nobel. E anche i figli dei dipendenti del PF. E dal momento che mia moglie è segretaria al PF, anche la nostra piccolina ha potuto partecipare. Come ho detto prima, sono molto fiero della mia bambina intelligente. Ma sono anche realista: infatti, con delicatezza le ho spiegato in anticipo che in questa accademia probabilmente sarà tra le più «tonterel­ le». Non voglio che venga a casa in lacrime, odiando tutto ciò che ha a che fare con la scuola. Il primo giorno l’accompagnai. All’ingresso dell’accade­ mia c’erano uomini più vecchi. Molti avevano una limousine o una compagna cinese, o entrambe. Salutavano i loro bambi­ ni intelligenti con un bacio e ricordavano loro in inglese e in cinese di mangiare tutta la merenda, così salutare. E tra le varie persone intravidi il mio ex professore di matematica. Oh... mi aveva bocciato per ben due volte all’esame orale. Fin dai primi mesi mi aveva detto che dovevo studiare qualcos’al­ tro. E ora quest’uomo era lì, accanto a me! Ovviamente non mi riconobbe. E come avrebbe potuto, d’altronde, io che alle lezioni mi nascondevo sempre e capivo ben poco. Suo figlio si chiamava Maximilian Balthasar. Il piccolo marmocchio si avvicinò di soppiatto a mia figlia e le disse fiero: «Conosco a memoria già tutti i continenti!» Mia figlia saltellò su una gamba e in uno stato di esaltazione dichiarò: «E io ho le mutadine di Hello Kitty!» Naturalmente mi vergo­ gnai. Avevo davanti uno dei futuri vincitori di «Scienza e gio­ ventù» e mia figlia non riesce a contare nemmeno fino a 20!

SWISSLIFE Autunno 2012

A quel punto squadrai il mio odiato professore. L’esame orale era durato dieci minuti. Non era riuscito a farmi una domanda alla quale io potessi rispondere. Alla sera la mia piccolina era dovuta rimanere un po’ più a lungo. Volevo sapere da lei quali erano tutte queste cose che sapeva fare Maximilian. Molte, da quello che avevo sen­ tito. Bene, pensai, la sfida è iniziata. Avevo promesso a mia figlia che le avrei comperato un cavallo se domani avesse elencato tutti i Paesi dell’Europa. Ed eccomi di nuovo accanto al professore di matematica, squadrando il suo giovane allievo. Maximilian indossava già un paio di occhiali, un orologio e aveva il cellulare. Diedi un colpetto a mia figlia: «Adesso!» E con tono piagnuco­ loso, ecco cosa uscì dalla sua bocca: «Francia, Inghiliterra, Ollandia,…» – «No, si chiamano Inghilterra e Olanda» sibilai io, «ti puoi scordare il cavallo». Maximilian rise: «Austria, Russia, Polonia…». La sera la perdonai. «Niente di grave» borbottai a lei e a me stesso. «Cos’ha raccontato di bello oggi Maximilian?» – «Non lo so – ehi, papà, lo sai che Maximilian sta seduto sem­ pre da solo in autobus, perché fa un sacco di puzzette!» Dovetti ridere. Ecco il prezzo da pagare per un’intelligenza superiore. Ero di nuovo così fiero della mia piccolina, che non fa quasi mai le puzzette. A posteriori credo perfino di sapere perché ero stato boc­ ciato all’esame: c’era una tal puzza! Beni Frenkel è insegnante elementare e lavora come giornalista freelance, fra l’altro anche per NZZ am Sonntag. In SWISSLIFE racconta esperienze quotidiane davvero indimenticabili.


Vincete un concerto Quanti anni hanno in totale i membri qui raffigurati della Jugendblasmusik Kriens? Partecipate al nostro concorso e vincete un concerto direttamente a casa vostra! In salotto, in giardino o in un luogo a vostra scelta: l’orchestra di giovani talenti non solo si saprà adattare allo spazio a disposizione, bensì anche ai vostri gusti musicali, repertorio permettendo.

Partecipate a questo concorso in Internet (www.swisslife.ch/rivista) o rispondete alla domanda sull’apposita cartolina-risposta (scheda della copertina posteriore). Il termine di partecipazione è il 31 dicembre 2012. Il nome della vincitrice o del vincitore sarà reso noto sul prossimo numero di SWISSLIFE. Congratulazioni al sig. Adrian Moning di Büren a.A., vincitore dell’ultimo concorso SWISSLIFE. Risposta esatta: Nufenen.


Concorso // 57

 a casa vostra!


58 // Fuoriprogramma

Luca Hänni racconta la sua hit «I Will Die For You»

«Ovvio, a volte è anche stressante» Oh I will die for you, And I will cry for you I’ll show you, what a love will do Oh I will die for you I’ll make your dreams come true I will never make you blue La canzone è tratta dal mio primo album «My Name Is Luca», ma è qualcosa di davvero speciale. L’ho prodotta di nuovo, insieme a Mike Candy. Anche lui svizzero, della mia stessa casa discografica e DJ di grandissimo successo, già in testa alle classifiche con molti remix. L’ho incontrato a Berlino, abbiamo parlato del più e del meno e dei nostri programmi e poi Mike ha detto: «Dai, facciamo qualcosa assieme» – et voi­ là: ecco il pezzo, riprodotto in versione remix con Mike, con un techno-beat dai toni caldi e un ritornello molto orecchia­ bile. Credo sia un singolo davvero forte, molto più speciale del brano dell’album, e davvero cool. Il videoclip, che abbiamo girato a Barcellona, racconta la storia di una donna che desidero colpire con questa canzo­ ne. Ma la bella non reagisce e allora ci provo di nuovo, «I will die for you», per te darei perfino la mia vita, una canzone per rimorchiare, che non tralascia niente. Ma solo verso la fine del video la donna nota chi sono, mi vede in una pubblicità in TV, Luca Hänni, cartelloni ovunque, e alla fine ci avvici­ niamo. Sono contento che anche questo titolo abbia avuto suc­ cesso tra i miei fan: non è una cosa scontata. Proprio come prima, quando ero ancora apprendista muratore, bisogna continuare a mettere una pietra dopo l’altra, non si può

semplicemente dire «Ottimo, ora sono stato in vetta alla hit parade e sono famoso, eccellente». Poi passano due settima­ ne e non sei più nessuno. L’obiettivo deve essere quello di rimanere lì in cima. Il tour che sta toccando l’Austria, la Ger­ mania e la Svizzera non è soltanto fatica, ma è adrenalina pura: oggi qui, domani là, è così, proprio come disse una vol­ ta Michelle Hunziker: «Drannebliibe, drannebliibe, dranne­ bliibe» (non mollare mai). È letteralmente fantastico stare lì davanti e restituire qualcosa alle persone e al mondo. Tutto questo mi ricarica sempre e mi dà forza. E i concer­ ti in Svizzera, nel mio paese a Uetendorf, davanti a 3500 fan al centro di tennis, al Volkshaus di Zurigo o ad Amriswil, sono stati incontri «casalinghi» che non dimenticherò per tutta la vita. Ovvio, a volte è anche stressante e i nervi sono tesi, ma non c’è cosa migliore che stare su un palcoscenico. Sono esperienze uniche ed è tutto incredibilmente cool. Ci sono così tante possibilità, si impara tanto e si conoscono tante persone: sono così felice di aver colto la mia opportunità e di poter mostrare al pubblico cosa sono capace di fare. Nel mio secondo album, a cui stiamo già lavorando, vor­ rei incidere anche alcune canzoni mie; prima di tutto questo trambusto avevo già fatto musica e scritto qualcosa. All’epo­ ca c’erano solo poche persone interessate. Ora che le cose vanno bene, è semplicemente meraviglioso.

Luca Hänni (18 anni) di Uetendorf (BE) ha vinto nel 2012 il casting show «Deutschland sucht den Superstar». Il suo primo album «My Name is Luca» ha conquistato la vetta della hit parade in Germania e in Svizzera, il suo primo video per il singolo «Don’t Think About Me» è stato visto 600 000 volte nella prima giornata. Il primo grande tour con la sua band è iniziato il 1° ottobre a Hoyerswerda e include 30 concerti in Germania, Austria e Svizzera.


Mi hai già aggiunta su Facebook…

Certo… sono felice che ci sia anche tu…

9

Sì… piacerebbe anche a me!

Mi dispiace, ma ora devo andare. Spero di rivederti presto…

8

Mike è veramente carino! È esattamente come immagino il mio ragazzo…

SWISSLIFE // Autunno 2012 // Giovani Il fotoromanzo SWISSLIFE con Aline e Mike, nonché tante altre informazioni sulla produzione e i protagonisti della storia sono disponibili su www.swisslife.ch/fotoromanza

Potremmo incontrarci ancora… mi farebbe piacere!

La sera presto Mike sta con i suoi amici al lago. Si intrattiene piacevolmente con Aline…

Mike e Aline sono sulla stessa lunghezza d’onda. Poi però Aline deve andare…

Ah, non ti avevo sentito. Avevo già messo gli auricolari.

13

10

Aspetta!

11 Mike! Cosa fai? La lasci andare via da sola??

Cavolo! Cosa faccio adesso…

21

19 Aline però non sa che Mike è già impegnato! Da un po’ di tempo, però, le cose con la sua ragazza Laura non vanno più come dovrebbero. Mike vuole lasciarla, ma Laura sta male…

20

Sono felice di avere te, Mike! Non saprei cosa fare senza di te…

Poi: un messaggio di Aline!

22

Continua sul retro

Sto male!

alle ore Sono raggiungibile dalle ore

18

Non posso lasciarla adesso! Laura ha bisogno di me…

Argomento:

Sono a pezzi! I miei genitori vogliono separarsi e io forse sarò espulsa dalla scuola. Tutto va a rotoli…

Cos’hai, Laura?

Pensare che oggi volevo dirle che è finita…

La risposta corretta è:

17

Piace anche a me! Ti accompagno fino alla fermata del tram, ok?

Desidero una consulenza personale. P.f. contattatemi.

Mi piace da impazzire!

Swiss Life FlexSave (cfr. UPDATE pagina 2) Swiss Life SimplyCare (cfr. UPDATE pagina 4) Swiss Life Business Direct (cfr. UPDATE pagina 6) Altro:

Wow, che occhi azzurri… mi fa proprio girare la testa!

Quando Aline sale sul tram e manda a Mike un bacio, sente le farfalle nello stomaco!

Desidero ricevere maggiori informazioni. Inviatemi la documentazione sui seguenti argomenti:

16

Un meraviglioso concerto gratis della Jugendblasmusik Kriens da me o davanti a casa mia (cfr. pagina 56).

15

14

Termine di partecipazione: 31 dicembre 2012

Grazie per avermi accompagnata! È stata una bella serata con te…

12

Due biglietti giornalieri per le 48esime Giornate di Soletta dal 24 al 31 gennaio 2013 del valore di 40 franchi ciascuno (cfr. UPDATE pagina 10).

«Someone Like You», è la mia canzone preferita del momento…

Cosa stai ascoltando?

Voglia di vincere!

Ciao…


YOU

Like

È troppo carina. Avrò qualche possibilità con lei…?

Cosa?! Non ci posso credere!

25

Me lo sentivo... ma non volevo crederci… Due settimane più tardi, le cose vanno molto meglio per Laura…

27

23

24

Per riguardo nei confronti di Laura, Mike non ha più chiamato Aline – ma non fa che pensare a lei! La relazione con Laura è finita, anche se sarà dura per lei…

Dovremmo andare più spesso al cinema insieme!

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Mittente:

Nome

Cognome

Via/N.

NPA/Località

E-mail

Telefono

Condizioni di partecipazione: Possono partecipare al concorso tutte le persone domiciliate in Svizzera a partire da 18 anni, salvo le collaboratrici e i collaboratori del gruppo Swiss Life nonché il personale delle agenzie eventualmente coinvolte nella realizzazione e i relativi familiari. I vincitori saranno informati personalmente. I premi non possono essere conferiti in contanti. Non viene tenuta corrispondenza sul concorso. È escluso il ricorso alle vie legali. I dati possono essere utilizzati per scopi di marketing.

Vieni, andiamo a comprare i popcorn!

Autunno 2012 // Giovani

Mike (18 anni)

Me lo sentivo... ma non volevo crederci…

Aline (17 anni)

No, non ci posso credere… ma si tengono per mano?!? Non riesco a vedere…

Ah, ecco Mike! Quello la porta sottobraccio! Lo sapevo…

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Ah già – ti presento mio fratello… Ho sentito parlare molto di te, Mike!

Durante l’intervallo Aline si accorge di Mike e corre a presentargli il suo accompagnatore…

Al18lago Aline e Mike sono subito due cuori e una capanna…

SWISSLIFE 3° anno // Numero 3 // Fr. 6.50

È vero! Ho sentito che il film è molto bello…

Rivista 11.12

Mike va al cinema per distrarsi un po’. Si sente in colpa per Laura e si domanda se Aline sia ancora single…

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È vero, è Aline. E sta con un altro ragazzo! Ehi, ma non è Aline quella lì davanti?

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Fuori! Vattene e basta!

Foto / Produzione: Dany Rohe, assistenza: Kamé

www.swisslife.ch/rivista

Someone

Scusa, ma ho conosciuto un’altra ragazza…

Devo dirti una cosa: Ehm… non provo più gli stessi sentimenti per te…

SWISSLIFE // Autunno 2012 // Giovani

Sembra così dolce…

È il momento di dire la verità…

Posso rimanere a scuola e i miei hanno fatto pace! Sono contenta che tutto è a posto…

Mike è veramente carino!

Fratello? Ah ecco…

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Ecco di nuovo la nostra canzone, «Someone Like You»…

Sono completamente cotto!

Dopo l’intervallo Mike le manda un messaggio…

Someone

1 Wow, quello è proprio il mio tipo! Che sorriso…

Perché se ne sta seduta tutta sola?

Ehi, la ragazza al tavolo qui a fianco ti ha guardato. La conosci, Mike? È una praticante e credo che si chiami Aline!

2

4

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Come sempre Mike mangia in mensa con i suoi amici. Si accorge subito della bella Aline... Mi piace molto Zurigo, ci sono così tante cose da fare…

Swiss Life SA Marketing Svizzera General-Guisan-Quai 40 Casella postale 8022 Zurigo

E questo è solo l’inizio… Sembra che sia amore a prima vista! Non l’ho mai visto fare il così il galante… Sono così felice di aver trovato someone like you…

Sono così felice... Questo è il momento più bello della mia vita…

Fine

5 37

Volentieri! Piacere, Aline… sono nuova e non conosco quasi nessuno...

Ciao, io sono Mike! Ti va di sederti con noi?

No, non ancora, ma rimediamo subito…

Mike si avvicina ad Aline e attacca subito bottone...

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YOU

Like

Sei già stata al lago? Stasera ci vado con amici. Ti va di venire con noi?

Aline e Mike hanno occhi solo l’uno per l’altra e s’intendono alla perfezione. Gli amici sono contenti...

Sì, mi piacerebbe molto. Non ci sono mai stata…

Mi dai il tuo numero di cellulare, nel caso non ci dovessimo vedere?


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