Autunno 2016 // Otto e un quarto

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SWISSLIFE 7° anno // Numero 3 // CHF 7.50

Autunno 2016 // Otto e un quarto


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Swiss Photo Selection:

Questionario:

In classe con insegnanti e allievi

Mario Torriani, alle 20.15 sei ancora sveglio?

Storia di copertina:

Monika Bütler – Mediocrità? No, grazie

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Mix di numeri:

La mattina con le uova

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Tour de Suisse:

Senza sole sono muto

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2066:

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Concorso:

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in futuro la tecnologia ci aiuterà ad alzarci

In palio Swatch Touch White

Pensaci, ora tocca a te.

-line: IFE on ivista, L S S I SW /r isslife.ch pp www.sw anche come a e il disponib Google Play su pp Store e nell’A

Responsabilità generale: Swiss Life, Comunicazione Svizzera, Martin Läderach Commissione redazionale: Ivo Furrer, René Aebischer, Thomas Bahc, Monika Behr, Elke Guhl, Christian Pfister, Hans-Jakob Stahel, Paul Weibel Responsabile della redazione UPDATE: Dajan Roman Indirizzo della redazione: Rivista SWISSLIFE, Public Relations, General-Guisan-Quai 40, 8022 Zurigo, magazin@swisslife.ch Responsabile del progetto: Mediaform|Christoph Grenacher, Ittenthal/Zurigo Ideazione e progettazione: Festland Werbeagentur, St. Gallen/Zurigo Traduzione: Swiss Life Language Services Stampa e spedizione: medienwerkstatt ag, Sulgen; stampato su carta FSC Cambiamenti d’indirizzo e ordinazioni: Rivista SWISSLIFE, General-Guisan-Quai 40, 8022 Zurigo, magazin@swisslife.ch Tiratura: 115 000 Pubblicazione: 3 volte l’anno; primavera, estate, autunno Avviso legale: Le informazioni relative a servizi e prodotti contenute nella presente pubblicazione non costituiscono un’offerta in termini giuridici. Non viene tenuta alcuna corrispondenza in merito a concorsi. È escluso il ricorso alle vie legali. ISSN 1664-5588 La rivista SWISSLIFE è una lettura interessante, ma non obbligatoria. Se in futuro volete rinunciarci, potete comunicarcelo con l’invio gratuito della cartolina-risposta in fondo alla rivista.


Editoriale // 3

Buongiorno Questo numero porta il titolo «Otto e un quarto», che può suggerire l’inizio di un nuovo giorno o richiamare la nostra routine quotidiana: ripetitiva, consueta e quasi meccanica. Ma le otto e un quarto di mattina sono davvero un momento qualunque? L’inizio di un nuovo giorno, indipendentemente da quando comincia, è ormai soltanto un vuoto rituale per noi?

Ivo Furrer CEO Swiss Life Svizzera

Io spero che facciate come me, che vi godiate ogni mattina, ogni nuovo giorno. Una doccia tonificante seguita da un buon caffè, una colazione preparata secondo i gusti del momento e uno sguardo al giornale, allo smartphone per controllare la posta e all’agenda per sapere cosa riserva la giornata. Ma la cosa più importante è che questi preziosi minuti sono miei. Solamente miei. Ancora lontani dalla routine quotidiana e dalla frenesia di tutti i giorni, sono i momenti perfetti per riflettere, fare ordine mentale e prendere decisioni. Pieni di ottimismo, vigore e libertà, possiamo decidere cosa vogliamo, anche semplicemente concedendoci il piccolo lusso di leggere questa rivista per regalarci un viaggio pieno di sorprese. Buona lettura!

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In classe con

insegnanti e

allievi

Il rapporto tra allievi e insegnanti è sempre un dare e avere. E questa serie di immagini dei fotografi basilesi Ursula Sprecher e Andi Cortellini mostra lo stretto legame tra conoscenze trasmesse, luoghi di apprendimento, educatori e condivisione. Le materie d’insegnamento sono state fonte d’ispirazione per le creazioni.


Swiss Photo Selection // 5

Sopra: Ă–rebro, Svezia: insegnanti Sotto: Hannover, Germania: biologia /chimica

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Cottbus, Germania: sport, formazione alla vita, etica e religione


Swiss Photo Selection // 7

SWISSLIFE Autunno 2016


Sopra: Amburgo, Germania: scienze naturali e biologia Sotto: Lubecca, Germania: lezione di arte


Swiss Photo Selection // 9

Sopra: Hattersheim, Germania: musica Sotto: Naumburg, Germania: storia

SWISSLIFE Autunno 2016


O F F R I T E U N A P R OT E Z I O N E OT T I M A L E A L L E C E L LU L E D E L L A V O ST R A P E L L E , È L ’ U N I CA A SS I C U R A Z I O N E E F F I CAC E C O N T RO L ’ I N V E C C H I A M E N TO Kosho Matcha Effective è una nuova e particolare linea di prodotti per la cura del viso all’esclusivo estratto di matcha bio. Il tè verde è la pianta che più di ogni altra contiene i preziosi antiossidanti essenziali. Per questo l’azione di Kosho Matcha Effective è estremamente efficace contro i cambiamenti cellulari, i raggi UV e gli influssi dell’ambiente. Un rituale dolce e naturale per una bellezza visibilmente radiosa e un equilibrio interiore di cui beneficerete a lungo. U

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SWITZERLAND


Questionario // 11

i live: Torrian rivista, io r a M / isslife.ch pp www.sw anche come a e il disponib Google Play su pp Store e nell’A

Mario, tu lavori la mattina presto. Alle otto e un quarto di sera sei ancora sveglio? A malapena, ma di solito sì. Se la mattina dopo lavoro, vado a letto al massimo alle nove. Non si sgarra. Quando lavori di mattina, vedi mai «10vor10»? In realtà no, per lo meno non in diretta. Ma guardo poco la TV in generale; piuttosto SRF Player quando ho tempo o sono sveglio. La mattina, prima della trasmissione, do un’occhiata veloce su Internet a «10vor10» per vedere se hanno dato notizie che potrebbero interessare anche il nostro show di SRF 3. Cosa ti serve per addormentarti? Basta che io abbia lavorato presto anche la mattina, perché a quel punto sono abbastanza stanco da addormentarmi all’istante. E se non ci riesco, rimango comunque lì fermo. Ho capito che è importante far riposare il corpo, anche se il sonno non arriva subito. Cosa sogni di solito? Se lo sapessi! Io i sogni non me li ricordo mai. Però lavorando in radio, l’incubo ricorrente c’è, come per tutti i mestieri. Entro in studio, dovrei iniziare e non funziona niente. Microfono aperto, la mia voce non si sente, siamo in ritardo ed è tutto bloccato. Un classico. Che tipo di sveglia usi? Apple. Ho impostato varie sveglie, la prima alle 02.40, ma di solito sono in piedi già dopo il primo trillo.

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Mario Torriani (40), giornalista e noto presentatore dei programmi mattutini di SRF 3. Dopo «Einstein», per SRF ha presentato anche gli Swiss Music Awards insieme a Melanie Winiger.

Non è stancante svegliarsi così presto? Assolutamente no, altrimenti non potrei e non dovrei fare questo lavoro. Certo, andare a letto presto e rinunciare alla vita sociale di sera è difficile e capitano le mattine in cui non sono subito pimpante. Ma dopo una doccia tonificante, bastano la motivazione e la gioia di lavorare in radio. Qual è la prima cosa che fai quando ti svegli? Faccio una doccia e leggo le notizie on line mentre mi lavo i denti. Poi salto in Vespa per andare in studio. In cosa consiste la tua colazione? Un caffè. Il primo pasto vero e proprio lo faccio dopo il programma e la riunione di redazione; un panino alle 09.30. Dopo una mattinata di lavoro, al pomeriggio cosa fai? Sto con i miei figli, sbrigo faccende di casa, faccio sport o dormo. A volte mi fermo al lavoro, perché come responsabile dei presentatori di SRF 3 ho sempre qualcosa da fare, anche dopo essere andato in onda. Qual è il momento della giornata che preferisci? In estate le cinque di mattina, poco prima della trasmissione, perché sta già spuntando il sole, ma è ancora tutto addormentato. In inverno? Mezzogiorno, nel bosco a fare jogging.



Storia di copertina // 13

Intervista: Yvonne Eckert, Foto: Stephan Rappo

Mediocrità?

No,

grazie Monika Bütler, docente di economia, pensa che negli ultimi 50 anni il mondo sia diventato più benestante e sicuro. Come afferma in quest’intervista via chat, spera che i suoi due figli adolescenti smettano presto di comunicare solo a suon di «no, sì, più tardi, non so, macché».

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[08:59:51] SWISSLIFE

[09:00:23] Monika Bütler [09:00:59]

[09:01:49] Monika Bütler [09:02:18]

[09:03:49] Monika Bütler

[09:04:31]

[09:07:04] Monika Bütler

[09:07:53]

[09:10:25] Monika Bütler

Buongiorno, signora Bütler. Cominciamo subito o preferisce avere altre informazioni su quest’intervista via chat su Skype?

[09:11:53]

Preferirei cominciare subito! Benissimo, in effetti sono già le nove. Il tema di questo numero è «Otto e un quarto». Qual è il suo numero preferito?

[09:16:27] Monika Bütler

Effettivamente la modestia sembra essere proprio una virtù degli svizzeri. Parlando della lettera di raccomandazione, però, ha accennato anche all’importanza dei punti deboli. In che modo ci sono utili? Ognuno ha i suoi punti di forza e di debolezza. Pregi e difetti, però, non sono assoluti; dipendono dal contesto. A volte un punto debole può essere anche un punto forte.

8. Perché ha una bella forma. [09:16:55]

Le faccio subito un’altra domanda. Cosa ha fatto oggi alle 08.15? Ho scritto una lettera di raccomandazione per una mia ex dottoranda. Questi resoconti sono molto importanti nel mondo accademico. A differenza delle lettere di referenze che si usano fuori dall’università, queste non vengono lette dai diretti interessati. Presumo, però, che non fosse una lettera qualsiasi… No, altrimenti non avrei fatto tanta fatica: richiede moltissimo lavoro e impegno. Le lettere di raccomandazione accademiche, però, sono molto più informative delle referenze aperte, perché sottolineano anche i punti deboli.

«A volte abbiamo qualche problema con le persone che escono dalla mediocrità. Spesso tendiamo a non mettere troppo in evidenza i nostri punti forti.» [09:21:38] Monika Bütler

[09:23:28]

A proposito di lavoro e impegno. Spesso si dice che gli svizzeri siano mediocri. Lo pensa anche lei? In generale sicuramente no, ma a volte abbiamo qualche problema con le persone che emergono dalla massa. A scuola, ad esempio. Spesso – ma non solo a scuola – tendiamo a non mettere troppo in evidenza i nostri punti forti.

Non riesco a capire bene. Potrebbe fare un esempio?

[09:24:08] Monika Bütler [09:24:48]

[09:25:05]

L’empatia per un insegnante: da un lato può minare la sua autorità, dall’altro può aiutarlo a capire meglio i bambini più insicuri. A proposito di bambini, lei ha due figli e recentemente ha scritto un tweet sul vocabolario adolescenti-genitori: «No, sì, più tardi, non so, macché». Stamattina le ha già sentite tutte? Sì, eccetto «più tardi». No, mi correggo: eccetto «macché». «Più tardi» me l’hanno detto. Stiamo facendo quest’intervista tramite la chat di Skype. Lei dove si trova ora?


Storia di copertina // 15

[09:25:26] Monika Bütler [09:26:34]

[09:30:13] Monika Bütler

[09:31:06]

[09:33:54] Monika Bütler

[09:35:13]

[09:39:23] Monika Bütler

[09:41:35]

SWISSLIFE Autunno 2016

A casa, in camera da letto. La benedizione e a volte anche la maledizione del nostro mondo digitalizzato: poter lavorare ovunque e in qualsiasi momento. Gli orari di lavoro fissi ormai non esistono più. A lei piace questo cambiamento? Sono contenta di non dover più andare ogni giorno da Zurigo a San Gallo. Per le università gli orari di lavoro erano flessibili anche prima della digitalizzazione e la maggior parte dei docenti apprezza molto questa parziale autonomia. Non significa che si lavora di meno; anzi è diventato più difficile staccare la spina. Anche se, personalmente, ci riesco benissimo. Per lei esiste un modello di famiglia ideale? E quali condizioni presuppone? Per me è una scemenza. Il «quality time» è un nuovo modo di mascherare la mancanza di impegno. Ad esempio, passare del tempo «di qualità» in famiglia secondo me non significa leggere una storiella ai bambini poco prima che vadano a letto, ma magari anche accudire un figlio quando è malato o giù di morale. Per lei esiste un modello di famiglia ideale? E quali condizioni presuppone? Il modello di famiglia ideale è diverso per ognuno e sulle condizioni si potrebbero scrivere pagine e pagine. La situazione ideale non esisterà mai. Oggi il sistema fiscale svizzero privilegia la famiglia monoreddito, ma poi sovvenziona le strutture di assistenza all’infanzia. Torniamo brevemente a un numero concreto. Tra le ore di una giornata, dove collocherebbe l’economia svizzera? Supponiamo che le 12.00 siano lo zenit.

Monika Bütler

Docente di economia politica, è anche direttrice generale dell’Istituto svizzero di ricerca economica empirica dell’Università di San Gallo e membro del consiglio di amministrazione del dipartimento di economia dell’ateneo. Laureata in matematica e fisica, per molti anni ha lavorato per l’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe a Davos e per Swissair. Dopo la seconda laurea e un dottorato in economia politica, ha ottenuto una cattedra come assistente a Tilburg, nei Paesi Bassi, e come docente alla HEC di Losanna. La sua attività di ricerca riguarda soprattutto previdenza sociale, mercato del lavoro, economia politica ed economia dell’informazione. Con suo marito Urs Birchler, professore di attività bancarie, tiene il blog di economia batz.ch. La coppia vive a Zurigo e ha due figli.



Storia di copertina // 17

[09:42:49] Monika Bütler

[09:43:10]

[09:45:13] Monika Bütler

Mmm... Alle 14.00. Ben avviata, ma a volte troppo regolamentata. Cosa ne pensa dell’espressione «autoresponsabilità»? La trovo strana. Solo «responsabilità» basterebbe; dopotutto implica anche assumersi anche la responsabilità di se stessi.

«È stato rischioso tentare la carriera accademica dopo la prima laurea e sei anni di lavoro.» [09:47:08]

Monika Bütler [09:47:40] [09:48:18]

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[09:56:00] Monika Bütler

SWISSLIFE Autunno 2016

Il 25 settembre andremo alle urne a votare su «un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse» e su «un’AVS forte», due temi di cui lei si occupa tutti i giorni. Ci direbbe se voterà sì o no, e perché?

[09:56:40] Monika Bütler

[09:57:01]

[09:57:19]

[10:06:12] Monika Bütler

[10:06:39]

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No per entrambi. L’AVS Plus è completamente agli antipodi rispetto alla situazione attuale, solo una piccola parte dei costi supplementari andrebbe a beneficio degli anziani più poveri. L’economia verde, invece, vuole raggiungere un obiettivo di per sé lodevole tramite una serie di disposizioni e misure coercitive totalmente inefficaci. E in entrambi i casi, sarebbero i giovani a pagarne lo scotto. Che Svizzera o che mondo vorrebbe per i suoi figli? Negli ultimi 50 anni il mondo è diventato più benestante e sicuro, nonostante tutte le notizie terribili che sentiamo. Spero che questo benessere si traduca anche in una

[09:57:45]

[10:08:56] Monika Bütler

maggiore tutela delle persone e dell’ambiente, come è già successo nella maggior parte dei Paesi ricchi. Anche se voterò no all’iniziativa «Economia verde», sono convinta che occorrano misure di tutela e di pianificazione territoriale (compreso il mobility pricing). Io vorrei una Svizzera aperta, che offra spazio e libertà ai suoi numerosi brillanti cervelli. Ho appena visto che alle 10 ho una telefonata importante... Anche se mettessimo in orizzontale il suo numero preferito, purtroppo non abbiamo mai tempo all’infinito. Ancora due domande prima di concludere. Quali sono i rischi più grandi che ha corso nella vita? Rischi... A livello professionale, tentare la carriera accademica, soprattutto perché dopo la prima laurea e sei anni di lavoro ero già troppo vecchia. A livello personale, i figli. Ma lo si capisce davvero solo più avanti. E poi tanti rischi minori. Sono abbastanza amante del rischio, anche se da mamma sono diventata molto più cauta. Sa già cosa farà oggi alle 20.15? 20.15... Sarò seduta in giardino con la mia famiglia a chiacchierare. Forse i miei figli diranno qualche parola in più di "sì, no, più tardi, non so, macché...".


La mattina con le uova Croissant, muesli e caffellatte sono gli indiscussi protagonisti della colazione; ma se c’è abbastanza tempo, quindi soprattutto nel fine settimana, anche le uova fanno capolino sulla tavola degli svizzeri. Per la cottura servono da sei a otto minuti; per molti, i classici tre minuti non bastano.

60

per cento: è la quota di mercato delle uova marroni. Sono più ecologiche e più sane.

24

ore: il tempo che serve a un uovo per diventare un pulcino. Non più di uno al giorno, quindi.

50

volte al giorno: la frequenza con cui una gallina gira il suo uovo per evitare che il rosso si attacchi su un lato.


Mix di numeri // 19

0,5

millimetri: lo spessore di un guscio d’uovo. E pensare a tutto quello che racchiude!

40

× 60 millimetri: le dimensioni medie di un uovo.

173

uova all’anno: il consumo medio pro capite in Svizzera.

SWISSLIFE Autunno 2016


u azioni s i inform mpo sul r io g g a Per m iaggio nel te il sito v visitate questo Muragl ragl.ch s a t t u Muo m as muott

Senza sole sono muto

Non c’è da meravigliarsi che la meridiana più precisa al mondo si trovi nella terra degli orologi. In Engadina, esattamente a 2456 metri sul livello del mare, si può leggere l’ora esatta con un margine di errore di appena dieci secondi. Questo miracolo dell’orologeria, costruito sul Muottas Muragl dal bernese Fred Bangerter nell’estate del 2011, porta un nome latino: «Sine Sole Sileo», ossia «senza sole sono muto». In estate funziona come meridiana, mentre in inverno come orologio lunare, quasi altrettanto preciso.


Tour de Suisse // 21

Come ci si arriva Il Muottas Muragl è raggiungibile da Punt Muragl, vicino a Pontresina, a piedi o con la funicolare più antica dell’Engadina. La linea si estende per 2199 metri, con un dislivello di 709 metri.

Cosa vi aspetta Oltre alla meridiana, dal Muottas Muragl potrete ammirare una vista spettacolare sui laghi dell’Engadina. Sono possibili escursioni in ogni stagione, anche in inverno.

Le attrazioni Il Sine Sole Sileo è una meridiana equatoriale. Solo questo tipo di orologio permette di leggere l’ora esatta in qualsiasi momento della giornata. Data la sua collocazione su un masso erratico del Muottas Muragl, il quadrante è colpito dal sole soltanto durante il semestre estivo. Nei mesi invernali, invece, la meridiana diventa un orologio lunare quasi altrettanto preciso: il sole, infatti, splende anche di notte attraverso la luna, che ne riflette la luce sulla terra.

i Buono a sapersi Gli orologi solari segnano la cosiddetta «ora locale vera», che però corrisponde solo in rarissimi casi a quella indicata dagli orologi meccanici da polso. Se a biologi, astronomi ed esperti di meridiane interessa l’ora vera, i «comuni» utilizzatori della meridiana potranno comunque ricavare l’ora effettiva tramite un valore di correzione giornaliero riportato nelle istruzioni.

Buona notte Sul Muottas Muragl è possibile pernottare a prezzi ragionevoli nel Romantik Hotel, il primo albergo a energia plus dell’arco alpino. Da lassù, tramonto, chiaro di luna e alba sono mozzafiato.

© Gian Giovanoli

Altro da esplorare Sullo Schafberg, uno splendido sentiero di circa 400 m di dislivello porta alla Capanna Segantini, dove nel 1899 morì l’omonimo pittore Giovanni Segantini a soli 41 anni. Le sue ultime parole, «Voglio vedere le mie montagne», esprimono chiaramente il forte attaccamento a quelle cime. Opere selezionate dell’artista sono esposte al Museo Segantini di St. Moritz, una straordinaria costruzione a cupola progettata dal pittore stesso per l’Esposizione Universale di Parigi del 1900.


Marcel Bieri, 59 anni cliente di Swiss Life

«Ho ridotto il grado di occupazione per potermi godere altre cose.» Pensaci, ora tocca a te. A 59 anni Marcel Bieri è nel pieno della vita. Scoprite come è riuscito a conciliare lavoro e tempo libero con un pensionamento anticipato parziale. swisslife.ch


Illustrazione: Luca Schenardi

2066 // 23

Colazione nel 2066 In futuro la tecnologia ci aiuterà ad alzarci. Ma come? Macchine intelligenti svolgono i lavori al nostro posto e consentono a chiunque di condurre una vita robotizzata lussuosa e confortevole. Inoltre ci mettono di nuovo a contatto con la natura e creano condizioni paradisiache, in cui ognuno può coltivare ingredienti freschi per la colazione nel proprio giardino urbano. Ci fu un tempo in cui la colazione era stata automatizzata: le macchine per la colazione tostavano il pane, cuocevano le uova, preparavano il caffè e miscelavano i cereali su ricetta personale, più o meno automaticamente. In seguito furono sostituite da elettrodomestici autoapprendenti, universalmente utilizzabili, che provvedevano anche ad apparecchiare la tavola, fare ordine e garantire il benessere psichico degli abitanti. A seconda dell’umore, cercavano nei social network un adeguato programma di intrattenimento o un interlocutore, che poi si presentava a colazione in carne e ossa o come ologramma. Inizialmente la maggior parte delle persone era entusiasta della totale automatizzazione delle faccende domestiche. Come un tempo i cellulari, gli elettrodomestici diventarono sempre più intelligenti, efficienti, autoapprendenti, economici e facili da utilizzare per tutti, dai bambini agli anziani. Tuttavia a un certo punto divennero scontati e noiosi e, come nel caso dell’acqua e dell’energia elettrica, ci si accorgeva di loro solo quando non funzionavano. Non essendo più possibile incrementare ulteriormente il comfort e il risparmio di tempo, il «fai da te» cominciò a tornare interessante. La tecnologia passò in secondo piano e la gente iniziò a chiedersi come impiegare il proprio tempo. Fu l’urban farming a determinare un’inversione di tendenza: il miglioramento della tecnica dell’acquaponica per

SWISSLIFE Autunno 2016

la coltivazione di piante agricole e l’allevamento di pesci portò un numero crescente di famiglie a produrre i propri alimenti. All’inizio del XXI secolo ingegneri informatici e agronomi instaurarono una collaborazione più stretta per sviluppare nuovi metodi di coltivazione. Grazie a nuove tecniche analitiche, individuarono le condizioni ottimali per la crescita delle piante e il massimo sviluppo dei sapori. Gradualmente fu possibile determinare il clima ideale per ogni pianta e realizzare microambienti in scatola. Anziché creare mondi virtuali, gli agronomi open source cominciarono a sviluppare al computer nuovi mondi biologici, che inizialmente si configuravano come microbiotopi per vasi di fiori e successivamente anche come spazi abitativi per persone, ossia una sorta di giardini dell’Eden personali in scatola. Invece di farsi nutrire da robot con superfood personalizzati, ora le persone usano il computer per avvicinarsi di nuovo alla natura e coltivare il proprio cibo: si svegliano nel proprio giardino urbano, raccolgono bacche ed erbe fresche, macinano il loro frumento e preparano una colazione iperlocale e iperfresca in totale relax. Come le piante, ora anche gli uomini possono ottenere un clima ideale: «Just download a climate in your box».

Karin Frick getta uno sguardo al futuro per SWISSLIFE. Da vari anni ormai l’economista osserva e analizza le tendenze e le controtendenze nel campo dell'economia, della società e dei consumi. È responsabile della ricerca e membro della direzione del Gottlieb Duttweiler Institut.


24 // Concorso

a -rispost artolina a oppure c la e r Invia rivist ta nella su contenu ecipare online . ta is par t iv r e.ch/ f li s i is d sw e ultimo Termin azione: partecip 016. 17.12.2

Vincete uno Swatch Touch White Bianco e immacolato come un nuovo giorno. Con un po’ di fortuna, presto potreste sfoggiare al polso uno dei 10 Swatch Touch White in palio. Vi basta rispondere a questa domanda: In quali mesi a Berna il sole sorge alle 08.15?

Il vincitore sarà reso noto nel prossimo numero di SWISSLIFE. Ci congratuliamo con il fortunato vincitore dell’ultimo concorso SWISSLIFE, Fabiano Buffon, Walterswil (SO)


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Pensaci, ora tocca a te.

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Centesimi – con i suoi 2.21.34, Charles Eugsterden ha migliorato di oltre mezzo secondo il record mondiale nei 400 m per la classe d’età over 95. E l’arzillo anziano Il ha molti altri obiettivi. suo «Apprendista pensionato» lo conferma. Pagina 32

Pagina 34


Così sono i nostri clienti Nikki Stalder – personal trainer

Capire i clienti è l’obiettivo primo del nostro lavoro. Per questo motivo 100 collaboratrici e collaboratori di Swiss Life hanno fatto visita a 100 clienti. Jürg Hartmann, attuario presso Swiss Life Svizzera, ha incontrato la personal trainer Nikki Stalder ad Altendorf. «In realtà il mio sogno era scrivere romanzi, ma poi la vita ha preso tutta un’altra direzione. Lavoro come personal trainer da 16 anni e sono ritornata qui dagli Stati Uniti sette anni fa. All’epoca avevo voglia di cambiare, ma sentivo anche la mancanza della famiglia. Poco dopo il mio ritorno è arrivata una brutta notizia: a mio padre è stato diagnosticato un cancro incurabile. È morto un anno dopo. Mia mamma aveva bisogno di me più che mai ed era un bene che potessi essere al suo fianco. Il rientro, quindi, non è stato proprio semplice. Tanto più quando mi sono resa conto che riuscire a entusiasmare davvero gli svizzeri è difficile, perché in linea di massima tendono a stare sulla difensiva. Nel mio centro fitness, dove lavoro con due collaboratori, regna invece una filosofia molto americana, incentrata su entusiasmo e ottimismo. Sono due qualità che possono essere molto contagiose! Da questa primavera vivo insieme al mio partner nella nostra casa di proprietà, a soli cinque minuti dalla palestra. Forse ora sarò più tranquilla e avrò tempo per scrivere. Ma prima dovrò imparare a delegare: il centro fitness è la mia creatura, non ci rinuncerei a cuor leggero».

Intervista: Ruth Hafen, Foto: Frank Johannes

«Per me invecchiare vuol dire tagliare i rami secchi»

Nel suo libro «Restlaufzeit» (Il tempo che ci rimane) lo scrittore tedesco Hajo Schumacher va alla ricerca di una vecchiaia divertente ed economicamente sostenibile. La buona notizia è che è possibile. Quella cattiva è che dobbiamo pensarci noi. Hajo Schumacher, quando lei ha compiuto 50 anni, non ha comprato una Harley o provato esperienze estreme, ma ha pubblicato un libro sull’invecchiamento. È anche questo un meccanismo di reazione? Certamente. Anche se non ho nulla contro le Harley Davidsons o il bungee jumping! La crisi di mezza età porta la gente a fare cose strane; tutti, non solo gli uomini. Oggi viene messo in discussione tutto ciò su cui un tempo potevamo contare: un tasso di rendimento costante dei nostri risparmi, il valore degli immobili, le promesse di un governo sulle pensioni o l’unità della famiglia. Mia moglie, che è psicologa e molto pragmatica, dice che quando si ha paura non

Casa editrice Bastei Entertainment, 2014 Disponibile anche in versione e-book

serve a niente comportarsi in modo sciocco, pavoneggiarsi sempre davanti allo specchio, tirare indietro la pancia o lisciarsi le rughe. Il modo migliore per combattere le proprie paure è affrontarle. Nel suo libro ha scritto che «la paura di invecchiare è evidentemente molto più terribile della vecchiaia in sé». Lei quali paure ha superato? (Ride) Beh, se ne superano di vecchie e ne nascono di nuove. Però ho capito tre cose. Primo: non esiste una soluzione ideale. Secondo: non si può contare sull’aiuto degli altri e bisogna provvedere personalmente. Terzo: non si può aspettare fino a 75 anni per decidere di condividere l’alloggio con qualcuno, conoscere nuovi amici e chiedere un finanziamento.


Pensaci, ora tocca a te // 27 Tutti i progetti che ho visto andare a buon fine hanno un punto in comune: la perseveranza. E tutta la gente che secondo me è riuscita nella vita ha cominciato molto presto. Quando, allora? Tutti mi hanno chiesto perché a 50 anni mi preoccupo già della vecchiaia. Semplice: perché sono ancora in grado di porre delle basi per il futuro e prendere decisioni. A 70 anni forse non sarò più così arzillo e intraprendente. Ha scritto anche che «se confondiamo la qualità di vita con la quantità di beni posseduti, ci riduciamo al ruolo di tesorieri della nostra esistenza». Invecchiare senza una certa sicurezza economica, però, fa molta paura. Ovviamente ci sono anziani che hanno solo il minimo indispensabile per vivere. D’altra parte è anche vero che statisticamente l’attuale generazione di pensionati è la più agiata e facoltosa di tutti i tempi.

Penso a tutta quella gente a cui non manca niente e che da vecchia diventa stranamente taccagna. Per me invecchiare significa tagliare i rami secchi. Ho bruciato scatole e scatole di vecchi ricordi ed è stata una vera gioia! Tengo a mente le cose importanti, il resto non mi serve. A quale conclusione è giunto con questo libro? Prima avevo un’immagine strana della vecchiaia. Per me vivere era come salire in cima a una montagna: a 50 anni si raggiunge la vetta – come spirito d’iniziativa, disponibilità economica e soddisfazione personale –, dopodiché si inizia a scendere e gli ultimi 30 anni sono una valanga che scivola a valle diventando sempre più grande. Poi ho cambiato visione: in generale, la vita è una costante ascesa: più si sale, più ci si avvicina al cielo. E in fin dei conti, non è lì che vogliamo andare tutti?

La croce della vecchiaia

Come un problema piuttosto che come un beneficio per la società

Né come un beneficio né come un problema per la società

Come un beneficio piuttosto che come un problema per la società

Come un importante beneficio per la società

0% Svizzera

Francia

SWISSLIFE Autunno 2016

10 %

Germania

20 %

30 %

Austria

Totale

40 %

50 %

Gio, 10 novembre 09.33

Ho appena sentito del vostro nuovo portale Swiss Life myWorld. Dovrei registrarmi, ne vale la pena?

Sì, assolutamente. Avrà una panoramica completa della sua situazione previdenziale e le indicheremo anche come migliorarla.

In che modo?

Com’è presentata la crescente longevità nel suo Paese?

Come una notevole fonte di problemi per la società

Ping pong La previdenza non deve essere difficile. Una domanda, una risposta. In chat. Adesso. Subito.

L’Economist Intelligence Unit (EIU) ha intervistato per conto di Swiss Life persone tra i 35 e i 65 anni in Svizzera, Germania, Francia e Austria. Il risultato non stupisce il professor François Höpflinger, sociologo del Centro di Gerontologia dell’Università di Zurigo, che afferma: «In generale, oggi le discussioni politiche si concentrano molto più sui costi dell’invecchiamento che non sulle opportunità». Per saperne di più sull’argomento: swisslife.com/hub

Grazie al nostro calcolatore può sapere subito, ad esempio, qual è la sua assicurazione in caso di incapacità di guadagno.

Grazie, sembra interessante. Mi registrerò.

Domenico Urgese, agente generale di Swiss Life a Basilea e il nostro team di consulenti rispondono in chat alle vostre domande: myworld.ch/chat


Consulenza e investimenti in un unico pacchetto Oggi investire è già abbastanza difficile. Conciliare il tutto con la previdenza e avere una visione completa è ancora più complicato. Perché allora non approfittare di un pacchetto unico? Fondi d’investimento abbinati a consulenza e assistenza per un orizzonte d’investimento di medio periodo: ideale per chi vuole investire scegliendo cosa delegare e cosa decidere autonomamente.

Desiderate maggiori informazioni sugli investimenti con Swiss Life? Inviateci l’apposita cartolina allegata alla rivista o visitate il seguente link: swisslife.ch/premiumdelegate o swisslife.ch/premiumchoice

Nel pieno della vita: Thomas Suter punta sugli immobili

Per Thomas Suter gli immobili sono al contempo previdenza e sostegno alla famiglia.

Che si tratti di prendere un nuovo orientamento, di ridefinire o consolidare la situazione esistente, la seconda metà della vita offre numerose opportunità e sfide. Per Thomas Suter (50 anni), del Canton Vaud, previdenza significa anche tutela dei propri cari. Per la sua famiglia acquista case e appartamenti: «Sarebbe bello se anche i miei figli prendessero a modello questo concetto di previdenza».

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er me» afferma Thomas Suter «la famiglia è sempre stata al primo posto: è ciò che dà un senso alla mia vita». Ora che i suoi impegni dirigenziali nella sede di Orbe della Nestlé si sono ridotti, gli rimane tempo anche per nuove riflessioni. «Se possibile, vorrei andare in pensione anticipatamente a 58 anni», dice. E poi? «Viaggiare per quattro mesi l’anno, andare a sciare per altri quattro mesi e rimanere a casa ad aiutare i figli per i quattro mesi restanti». Quindi: l’obiettivo è comunque tutelare i suoi cari anche dopo il pensionamento anticipato. Nato nel 1966 e abile falegname, Thomas Suter è felicemente sposato da 26 anni con sua moglie Roselyne, che gestisce un


Pensaci, ora tocca a te // 29 piccolo salone da parrucchiera nell’abitazione a uso proprio. A Thomas Suter piace l’impiego sul Lago Lemano, però gli manca il lavoro manuale. Nel poco tempo libero a disposizione cerca il più possibile di soddisfare la sua passione. Dopo il lavoro e nei fine settimana costruisce mobili e rinnova i suoi immobili in proprio. «Ultimare un lavoro e poi ammirarlo: questo è ciò che mi fa andare avanti», afferma Suter. Per aiutare la figlia maggiore a uscire dal nido, le ha acquistato un appartamento in una località vicina. È un acconto sulla quota ereditaria e un sostegno per iniziare a camminare con le proprie gambe, ma è anche in linea con la massima della sua famiglia: «Per noi la vicinanza è un aspetto importante. Per questo a mia figlia ho comprato un appartamento che dista solo quattro chilometri». Thomas e Roselyne vivono con i due figli più giovani non lontano da Vevey, a St-LégierLa Chiésaz, in una casa del 1870 che Thomas ha acquistato 14 anni fa e poi ristrutturato in proprio. La passione per gli immobili l’ha ereditata dalla famiglia: come figlio di un viticoltore, Thomas è cresciuto in un ambiente in cui si attribuisce grande importanza alla casa e alla terra. E gli immobili per lui rappresentano tutto ciò: «Un valore sicuro, qualcosa di concreto. Per questo investo da anni in case e appartamenti». Thomas si preoccupa sempre della libertà e della sicurezza finanziaria, infatti ha già sviluppato un piano previdenziale concreto per la sua famiglia. La proprietà immobiliare ne è un elemento importante: con il tempo, oltre alla casa in cui abita, ha acquistato case e appartamenti ad Anzère, Aubonne, Bougy-Villars e Monts-de-Corsier. Dopo 35 anni di lavoro, Thomas desidera potersi dedicare di più alle sue grandi passioni, soprattutto dopo il pensionamento anticipato. Per questo incontra regolarmente la sua consulente previdenziale assicurandosi che nel suo piano per il futuro non sia stato dimenticato o tralasciato niente. «Ogni tre o quattro anni la mia consulente mi prepara una pianificazione completa». Da persona attaccata alla famiglia qual è, una volta che i figli avranno lasciato la casa Thomas vuole godersi la vita: «Vorrei assaporare la vita fino in fondo e aiutare i miei figli a iniziare una carriera».

Denaro da spendere, tempo di cui godere Fonte: Commissione europea

La silver economy dovrebbe raggiungere entro il 2020 un volume globale di 15 bilioni di USD. Negli ultimi 20 anni le spese per il consumo degli ultra sessantenni sono aumentate 50 % più velocemente rispetto a quelle delle persone che hanno meno di trent’anni. I consumatori europei con più di sessantacinque anni dispongono già ora di un potere d’acquisto superiore a 3 500 miliardi di EUR.

Il legame stretto con la famiglia rende le persone felici Fonti: Sondaggio EIU, Grandparents Plus

45 % delle persone gioisce di poter passare più tempo con la famiglia e gli amici. 17 % dei nonni in Europa appartiene alla cosiddetta generazione «sandwich» – anche i propri genitori sono ancora in vita.

L’indipendenza è un fattore chiave Fonte: Sondaggio EIU

25 % degli intervistati ritiene che la possibilità di muoversi liberamente nel proprio spazio sia estremamente importante.

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Per ulteriori informazioni: www.swisslife.ch/it/nelpienodellavita Fonti: Parlamento europeo, sondaggio EIU 2015, 2016, Commissione europea, Grandparents Plus

SWISSLIFE Autunno 2016

I lati positivi del vivere più a lungo L’accresciuta aspettativa di vita permette di godersi i lati positivi di una vita più lunga e appagante: più libertà, legami più stretti con la famiglia, viaggi in tutto il mondo e attività nel sociale. Proprio su questo argomento l’Economist Intelligence Unit ha intervistato per conto di Swiss Life oltre 1200 persone in Germania, Francia, Austria e Svizzera.

©The Economist Intelligence Unit


Immobili come investimento

La vita è un viaggio… e tale dovrebbe restare

Oggi arrivare a dei buoni rendimenti è molto difficile. Le opportunità capitano solo a chi è pronto a correre qualche rischio. Tuttavia, affrontare dei rischi comporta la possibilità di perdere del denaro. Pertanto gli investitori professionali come le casse pensioni puntano sugli immobili – una categoria d’investimento con interessanti rendimenti e rischi accettabili. Con il proprio know-how, Swiss Life appartiene ai principali offerenti del settore immobiliare. Di ciò è possibile beneficiare con un investimento in Swiss Life Premium Immo Living. Questa assicurazione sulla vita legata a fondi d’investimento della previdenza libera (pilastro 3b) investe in un fondo svizzero con immobili svizzeri.

L’app Oldify mostra in fotografia come sarà una persona tra 40 anni.

Desiderate maggiori informazioni su Swiss Premium Immo Living? Inviateci l’apposita cartolina allegata alla rivista o visitate il seguente link: swisslife.ch/ premiumimmoliving

Cosa fa di professione? Lavoro per Switzerland Travel Centre e faccio in modo di rendere il più agevole possibile l’accesso alla Svizzera come località di villeggiatura per i clienti diretti e gli organizzatori dei viaggi.

Daniela Schmidmeister (29) è cresciuta in Ticino e ora si gode la vita e il lavoro in un’agenzia di viaggi nella Svizzera tedesca. Dopo il pensionamento prevede di viaggiare molto più di quanto non faccia oggi. La cosa più importante è che succeda sempre qualcosa!

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Cosa farà dopo il pensionamento? Spero di restare sempre curiosa, intraprendente e in buona salute e allora viaggerò e trascorrerò il tempo con la mia famiglia.


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Kieser suda «Folgorato dalla creatina»

Dove abita? Vivo insieme al mio partner in un bell’appartamento spazioso di tre stanze e mezzo in città. Cosa fa nel tempo libero? Leggo molto. Quando è bello trascorro il tempo all’aperto, faccio sport e mi godo la compagnia dei miei colleghi. E appena posso, viaggio: adoro viaggiare! Quanto denaro le occorre per vivere? Sono una persona piuttosto parsimoniosa, ho denaro a sufficienza per le cose più importanti, e mi resta sempre qualcosa per i viaggi, le vacanze, gli hobby – e per risparmiare! Cosa fa per la salute? Faccio molta attività fisica: vado sui pattini in linea e in bici, gioco a beach volley!

Come pensa di vivere a 70 anni? Riesco a immaginare due scenari: vivere in una casa bella e grande oppure essere sempre in viaggio! Nel tempo libero cosa pensa di fare? Forse proverò a imparare un’altra lingua. Oppure dedicherò ancora più tempo ai miei hobby. Di quanto denaro avrà bisogno per vivere? Spero di non avere bisogno di molto; la cosa più importante è che abbia abbastanza denaro per una vita salutare e per un «gruzzolo per le emergenze»! Cosa farà per la sua salute? Intendo camminare molto, fare movimento, non avere fretta e mangiare in modo sano!

Casa di città con una storia

Il Lindenberg 15 a Basilea è un gioiellino con una storia alle spalle e molto fascino. L’edificio è in pieno centro e appena fuori dalla porta c’è tutto ciò che si vuole; è possibile fare acquisti, passeggiare, nuotare nel Reno: l’acqua è un elemento che ci dona nuove energie! Nonostante si trovi nel centro storico, l’edificio riceve molta luce naturale: il mattino su un lato, a mezzogiorno sull’altro e ha, inoltre, un piccolo giardino. Siamo lieti del nostro paradiso, che possiamo ristrutturare come vogliamo!

SWISSLIFE Autunno 2016

Nella foto (da sin. a des.): Roland Münzel, Juliane Neuss-Münzel, Lukas Münzel.

Quando ero giovane non davo molta importanza agli integratori, in fondo un’alimentazione bilanciata a base di prodotti di origine animale, frutta e verdura è sufficiente per soddisfare il fabbisogno fisico. Ma non si resta giovani per sempre e dopo i 50 anni ho cominciato a chiedermi: perché non riesco a fare ciò che facevo prima? Tutto stava diventando lentamente ma sensibilmente più faticoso. Ho avuto una folgorazione leggendo un articolo del professor Theo A. Wallimann, il quale, con un intenso lavoro di ricerca di base presso l’Istituto di biologia cellulare dell’ETH di Zurigo, ha scoperto l’importanza della creatina per il metabolismo cellulare. La creatina è una sostanza naturale dell’organismo: circa la metà del fabbisogno quotidiano viene prodotto nel nostro fisico (da reni, pancreas e fegato); la restante metà viene assunta mangiando carne o pesce. Dall’intestino, la creatina introdotta con l’alimentazione viene immessa nel circolo sanguigno e quindi – proprio come la creatina prodotta dall’organismo – trasportata in tutte le cellule. Tuttavia, con l’avanzare dell’età, la produzione individuale di creatina diminuisce, ragion per cui può essere necessario ricorrere a un integratore. È stato dimostrato che l’introduzione di almeno tre grammi al giorno, abbinata a un regolare allenamento moderato con i pesi tre giorni a settimana ha un effetto positivo sui muscoli. Questi studi hanno visto la partecipazione di adulti sopra i 55 anni. Io stesso ho fatto un tentativo, con questo risultato: le mie prestazioni sono migliorate in modo evidente, raggiungendo il livello di un tempo. Werner Kieser (75 anni), falegname qualificato, ex pugile, autore di libri e filosofo (MA), è l'istruttore di palestra di maggiore successo in Europa. Il blog di Kieser: kieser-training.de/blog


Charles – 97 anni e nessun segno di stanchezza

Prima campione di canottaggio e oggi detentore del record mondiale nei 100, 200 e 400 metri: Charles Eugster.

Chi siede di fronte a lui e lo ascolta, si stupisce della quantità di fatti che racconta con il suo leggero accento inglese, ride dei suoi scherzi e delle sue battute, e si chiede: ma come fa? Ragione sufficiente per chiederlo Charles Eugster, ex dentista in pensione da 32 anni, che dall’anno scorso è l’uomo più veloce al mondo nella categoria over 95.

Dalla nascita di Charles nel 1919, ci sono stati questi avvenimenti:

1919

Primo volo transoceanico senza scali sopra l’Atlantico

1931

1945

1954

1969

Scoperta del microscopio elettronico

Fine della Seconda guerra mondiale

Miracolo di Berna. La Germania sconfigge l’Ungheria

Missione sulla luna dell’Apollo 11


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Charles… … e la sua visione della vecchiaia: C’è bisogno di una nuova immagine della vecchiaia. L’idea che verso la fine della propria vita si debba smettere di lavorare e mettersi comodi va rimpiazzata con una nuova idea: la vecchiaia è il momento giusto per trovare una nuova occupazione e condurre uno stile di vita salutare, basato su una buona alimentazione e allenamenti sportivi. Purtroppo non comprendiamo ancora in modo adeguato il sano processo di invecchiamento. Non c’è ancora abbastanza ricerca medica su come vivere la vecchiaia in salute dopo i 70 anni.

... e cosa pensa delle conseguenze dell’inattività Più del 90 percento di tutti i 65enni soffrono di una o più malattie croniche. Questa popolazione più anziana è estremamente inattiva a causa del pensionamento volontario o della disoccupazione involontaria. E questo gruppo di persone non produttive e cronicamente malate cresce in modo esponenziale; nel 2060 il numero di 80enni sarà il triplo di quello attuale; in alcuni Paesi gli over 60 rappresenteranno più del 40 percento della popolazione.

... e cosa pensa della sua personal trainer Io e la mia personal trainer probabilmente continueremo sempre a discutere su ciò che fa bene al mio corpo: io non sono per niente soddisfatto della mia pancia, che comincia a somigliare a una gomma di scorta. E lei dice che il mio didietro è una tragedia, perché è troppo piatto. Almeno su questo siamo d’accordo: che è possibile essere in forma – indipendentemente dall’età.

... e cosa pensa della sua infanzia Da piccolo ero spesso malato e la cosa era dovuta anche al fatto che mio padre era un fumatore incallito. A partire dai sei anni soffrivo di continui mal di testa e di una tonsillite cronica. Ero pallido, apatico, la mia crescita era lenta e tutto ciò ha lasciato un segno visibile ancora oggi. A 13 anni mi sono state rimosse le tonsille e la mia salute è migliorata. All’improvviso sono cresciuto ed ero pieno di energia. Ho

ripensato a quando ero un bambino fragile e malaticcio e ho giurato a me stesso di non tornare più indietro; ho iniziato a fare boxe, canottaggio e rugby. Il mio motto era «stay fit and strong», «resta in forma e forte».

... e cosa pensa delle sue prime vene varicose Dopo la scuola e l’università ho dedicato molto tempo al mio lavoro come dentista, ma lo sport è sempre rimasto un hobby importante. Solo per un periodo, dopo i 40 anni, mi sono fatto contagiare dallo stile di vita sedentario di mia moglie. Passavamo molto tempo a non fare nulla. La mia pressione sanguigna è calata inevitabilmente, fino a quando un giorno ho sentito un dolore lancinante alle gambe, e ho scoperto le tracce scure a forma di verme delle vene varicose sui polpacci. È stato il primo segnale dell’invecchiamento – e non mi è piaciuto per niente. Subito ho iniziato a fare canottaggio in modo intensivo per restare in forma.

... e cosa pensa del divorzio La vita continua. Mia moglie e io abbiamo divorziato. A 60 anni ho scoperto il canottaggio veterani e ho iniziato a competere a livello internazionale, vincendo in tutto 36 medaglie d’oro. Non sono un atleta particolarmente dotato, ma mi sono sempre impegnato con grande disciplina. A 75 anni mi sono accorto che molti dei miei coetanei intorno a me si disfacevano completamente. Diventavano sempre più vecchi, mentre io ero ancora attivo, sia a lavoro che nello sport. Fino a 82 anni mi sono occupato di una newsletter di odontoiatria.

... e cosa pensa della sua crisi A 85 anni ho avuto una crisi. Un giorno mi sono guardato allo specchio e ho visto un uomo anziano. Ero sovrappeso, la mia postura era tremenda e laddove prima c’erano i muscoli, vedevo solo pelle cascante. Sembravo un rottame. Ho cominciato a rassegnarmi al fatto che probabilmente presto sarei morto ma poi la mia vanità si è fatta sentire: mi mancava il mio vecchio corpo, volevo tornare a passeggiare sulla spiaggia e vedere le persone girarsi a guardarmi. Scoprite di più su Charles: proberentnern.ch

1976

1989

1996

2004

Fondazione di Apple

Caduta del Muro di Berlino

Nasce la pecora Dolly, primo mammifero clonato

Fondazione di Facebook

SWISSLIFE Autunno 2016

Vincete 500 franchi per il vostro futuro!

In Europa la speranza di vita supera tutti i record. Una vita più lunga e vissuta secondo le proprie scelte, tuttavia cambia la nostra idea di diventare «vecchi». La nostra domande è: in quale Paese l’aumento dell’aspettativa di vita è visto prima di tutto come un importante beneficio per la società? Svizzera Francia Germania Rispondendo correttamente alla domanda del concorso, potete vincere un contributo iniziale per la vostra previdenza privata. Buona fortuna!

Spedite la cartolina allegata o partecipate on line: www.swisslife.ch/rivista


Nell’ambito della campagna «Apprendisti pensionati» di Swiss Life, Benjamin Krähenmann ha trascorso due giorni con l’ex dentista e attuale atleta di agonismo Charles Eugster.

In fatto di disciplina Charles Eugster potrebbe insegnare qualcosa a Benjamin Krähenmann, corriere in bici.

«Allora? Quanto era in forma Charles? Sei riuscito a stare al passo?» Benjamin Krähenmann è cresciuto a Zurigo. Il 23enne ha una laurea in scienze politiche e storia e da quattro anni e mezzo lavora come corriere in bici. Nell’ambito del progetto «Apprendisti pensionati» ha sperimentato la vita di Charles Eugster (cfr. pagina precedente). Al momento presta servizio civile. Il fatto che si impegni per la società farà piacere anche al 97enne. Testo: Yvonne Eckert, foto: Giorgio von Arb


«

Non avevo mai conosciuto una persona così anziana e tuttavia ancora così in forma. Mia nonna è ancora viva, ha 93 anni, ma la sua salute fisica non è buona come quella di Charles Eugster. Per me è stata un’esperienza molto speciale vedere come a quest’età si possa essere ancora in ottima forma. Come si possa ancora essere spinti da una o più idee: scrivere un libro, stabilire un record mondiale. Che questo entusiasmo sia ancora presente, per me è straordinario. Ambizioso, interessato, consapevole, convinto: ecco come si potrebbe descrivere l’ex dentista. Chiunque non sappia quanti anni ha, potrebbe pensare che sia un uomo di mezza età. Ha un bell’appartamento, un ufficio a Seefeld a Zurigo, va in palestra. Quando lo racconto a qualcuno, questi pensa: okay, Charles deve avere poco più di 50 anni. Ma ciò che mi ha impressionato è stato il fatto che sapesse usare il computer. Charles va su Youtube per cercare video di eventi sportivi a cui ha partecipato e controlla quanti clic ha ricevuto. I miei amici non sapevano che partecipavo al progetto «Apprendisti pensionati» fino a quando all’improvviso mi hanno visto in televisione. Il fatto che Charles si alleni con i pesi a 97 anni li ha divertiti molto: questa è un’attività che di solito fanno i giovani. Poi mi hanno chiesto: Allora? Quanto era in forma? Sei riuscito a stare al passo? Trovo inoltre divertente il fatto che beva dei frullati protei-

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ci. Io non avrei mai la disciplina necessaria per seguire un’alimentazione da atleta. Disciplinato è un altro aggettivo che si potrebbe usare per descrivere Charles. E vanitoso, ma questa è anche una cosa positiva. Tutto in lui dimostra che vuole ancora vivere la sua vita pienamente. Il fatto che viaggi ancora così tanto, che tutto sia strutturato, forse è anche il suo modo di evitare la solitudine. Non ho paura di invecchiare. Ma sento sempre più persone sopra i 30 anni dire che le cose si fanno più difficili, gli acciacchi aumentano, e così i dolori muscolari. L’immortalità non mi interessa. Non so neanche se voglio arrivare a 97 anni. Dipende dalla salute. Se si è in salute, allora perché no. Per quanto mi riguarda, in vecchiaia spero di essere un po’ più tranquillo e di prendermela comoda. Essere in forma come Charles sarebbe naturalmente ottimo. Fisicamente e mentalmente, perché nel suo caso sta bene da entrambi i punti di vista. Certo a volte si ripete, ma non a tal punto da dare fastidio. L’aspetto che trovo più interessante è che se Charles è convinto di qualcosa, desidera trasmetterla. Questo è un elemento che caratterizza anche me. Credo sia importante difendere una propria idea; non importa se è davvero la migliore. Una cosa che dice mi accende: gli anziani devono poter lavorare. Il fatto che stia addirittura scrivendo un libro al riguardo poi, è straordinario.

»

Un’analisi personale La vita diventa sempre più lunga. Chi desidera vivere il più possibile secondo le proprie scelte farebbe meglio a procurarsi una panoramica della propria situazione finanziaria. Ciò garantisce un margine di manovra – e in questo possiamo aiutarvi. Infatti adeguiamo la nostra analisi previdenziale e finanziaria alla situazione di vita di ciascuno. Insieme scopriamo dove si trova la necessità di un intervento. E questo in tutti gli ambiti. Per soli 350 franchi.

8004

Sepp Ruchti, agente generale Swiss Life a Zurigo (agenzia generale Zürich Limmatquai) ci dice cosa c’è da vedere nella città di Zurigo.

Non c’è posto più cosmopolita, creativo e vivace della zona 4: il «Chreis Cheib» è l’epicentro culturale della città della Limmat. L’atmosfera del tutto speciale che domina la zona tra la stazione centrale e lo stadio Letzigrund si avverte soprattutto in luoghi come la Bäckeranlage, lungo la Langstrasse o la nuova Europaallee. Qui si incontrano personaggi creativi, artisti, studenti e alunni, persone che fanno festa e abitanti di tutto il mondo. SWISSLIFE Autunno 2016

@ Domande sulla pianificazione finanziaria? Scrivete ad Annette Behringer, esperta finanziaria presso Swiss Life: annette.behringer@swisslife.ch. Inviateci la cartolina allegata alla rivista o visitate www.swisslife.ch/it/privati/ prodotti/consulenza.html


Autunno 2016 // Otto e un quarto

SWISSLIFE

«Un individuo trascorre circa un terzo della propria vita a dormire. Il che può significare anche un totale di 30 anni o più». Conoscete già i vostri Life-Facts? Calcolateli ora: www.viviamosemprepiualungo.ch

SWISSLIFE // Autunno 2016 // Otto e un quarto

Un Life-Fact di Swiss Life:

7° anno // Numero 3 // CHF 7.50


SWISSLIFE 7° anno // Numero 3 // CHF 7.50

Autunno 2016 // Otto e un quarto


4 11

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Swiss Photo Selection:

Questionario:

Turno di notte

Daniela Lager, alle 08.15 cosa fai?

Storia di copertina:

Bernard Thurnheer

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Mix di numeri:

Chip, chip… hurrah!

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Tour de Suisse:

Lucerna è in anticipo sui tempi

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2066:

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Concorso:

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Svolta nella ricerca sul sonno cambia la vita

In palio Swatch Touch Black

Pensaci, ora tocca a te. (Voltare prego)

-line: IFE on ivista, L S S I SW /r isslife.ch pp www.sw anche come a e il disponib Google Play su pp Store e nell’A

Responsabilità generale: Swiss Life, Comunicazione Svizzera, Martin Läderach Commissione redazionale: Ivo Furrer, René Aebischer, Thomas Bahc, Monika Behr, Elke Guhl, Christian Pfister, Hans-Jakob Stahel, Paul Weibel Responsabile della redazione UPDATE: Dajan Roman Indirizzo della redazione: Rivista SWISSLIFE, Public Relations, General-Guisan-Quai 40, 8022 Zurigo, magazin@swisslife.ch Responsabile del progetto: Mediaform|Christoph Grenacher, Ittenthal/Zurigo Ideazione e progettazione: Festland Werbeagentur, St. Gallen/Zurigo Traduzione: Swiss Life Language Services Stampa e spedizione: medienwerkstatt ag, Sulgen; stampato su carta FSC Cambiamenti d’indirizzo e ordinazioni: Rivista SWISSLIFE, General-Guisan-Quai 40, 8022 Zurigo, magazin@swisslife.ch Tiratura: 115 000 Pubblicazione: 3 volte l’anno; primavera, estate, autunno Avviso legale: Le informazioni relative a servizi e prodotti contenute nella presente pubblicazione non costituiscono un’offerta in termini giuridici. Non viene tenuta alcuna corrispondenza in merito a concorsi. È escluso il ricorso alle vie legali. ISSN 1664-5588 La rivista SWISSLIFE è una lettura interessante, ma non obbligatoria. Se in futuro volete rinunciarci, potete comunicarcelo con l’invio gratuito della cartolina-risposta in fondo alla rivista.


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SWISSLIFE Autunno 2016

Buona lettura!

In classe con insegnanti e allievi

Questa rivista, «Otto e un quarto», vuole essere un appuntamento diverso, un modo per sfuggire momentaneamente alla tirannia del tempo, immergendosi in uno splendido viaggio.

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Swiss Photo Selection:

Questionario:

Mario Torriani, alle 20.15 sei ancora sveglio?

Non essere più stretti nella morsa del tempo per me è un arricchimento, ma bisogna fare attenzione, perché con tutte queste possibilità c’è il rischio di accelerarlo, il tempo. Storia di copertina:

Tour de Suisse:

20

Mix di numeri:

18

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Monika Bütler – Mediocrità? No, grazie

La mattina con le uova

Ivo Furrer CEO Swiss Life Svizzera

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Tra orari e scadenze, c’è chi lavora da casa, chi non deve timbrare il cartellino e chi è raggiungibile sette giorni su sette, 24 ore su 24. Diventato un bene prezioso, il tempo viene gestito in modo più libero e personale. Alle otto e un quarto di sera posso stendermi sul divano e dedicarmi alla lettura di un buon libro oppure sbrigare ancora qualche faccenda di lavoro; la possibilità di gestire le nostre giornate mi permette di scegliere. Senza sole sono muto

in futuro la tecnologia ci aiuterà ad alzarci

I tempi sono cambiati, ma non solo quelli; anche il nostro rapporto con il tempo. 2066:

Come sono cambiati i tempi! Quando ero bambino, alle 12.30 si pranzava: mi sedevo a tavola con mio padre, mia madre e l’immancabile segnale orario di Radio Beromünster. Alle otto e un quarto di sabato sera, alla televisione davano «Teleboy» e «Giochi senza frontiere».

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Concorso:

In palio Swatch Touch White

Pensaci, ora tocca a te.

Buongiorno

n-line: LIFE o , SWISS slife.ch/rivista is pp www.sw anche come a ile disponib Google Play su pp Store e nell’A

Responsabilità generale: Swiss Life, Comunicazione Svizzera, Martin Läderach Commissione redazionale: Ivo Furrer, René Aebischer, Thomas Bahc, Monika Behr, Elke Guhl, Christian Pfister, Hans-Jakob Stahel, Paul Weibel Responsabile della redazione UPDATE: Dajan Roman Indirizzo della redazione: Rivista SWISSLIFE, Public Relations, General-Guisan-Quai 40, 8022 Zurigo, magazin@swisslife.ch Responsabile del progetto: Mediaform|Christoph Grenacher, Ittenthal/Zurigo Ideazione e progettazione: Festland Werbeagentur, St. Gallen/Zurigo Traduzione: Swiss Life Language Services Stampa e spedizione: medienwerkstatt ag, Sulgen; stampato su carta FSC Cambiamenti d’indirizzo e ordinazioni: Rivista SWISSLIFE, General-Guisan-Quai 40, 8022 Zurigo, magazin@swisslife.ch Tiratura: 115 000 Pubblicazione: 3 volte l’anno; primavera, estate, autunno Avviso legale: Le informazioni relative a servizi e prodotti contenute nella presente pubblicazione non costituiscono un’offerta in termini giuridici. Non viene tenuta alcuna corrispondenza in merito a concorsi. È escluso il ricorso alle vie legali. ISSN 1664-5588 La rivista SWISSLIFE è una lettura interessante, ma non obbligatoria. Se in futuro volete rinunciarci, potete comunicarcelo con l’invio gratuito della cartolina-risposta in fondo alla rivista.

Editoriale // 3


Turno di notte Usano macchine da cantiere e guidano mezzi pesanti. Lavorano tra freddo e umidità , rumore e traffico, anche di notte. La fotografa svizzera Claudia Reinert ha puntato l’obiettivo su coloro che, per molti, non fanno altro che provocare ingorghi, confusione e deviazioni.


Swiss Photo Selection // 5

La Badenerstrasse è uno degli assi di trasporto più importanti della città di Zurigo.

SWISSLIFE Autunno 2016


Attorno allo stadio Letzigrund di Zurigo si lavora per spostare le fermate del tram o per costruirne di nuove.


Swiss Photo Selection // 7

SWISSLIFE Autunno 2016


Per gli stradini ciò significa ancora una volta terminare di lavorare solo alle luci dell’alba.


Swiss Photo Selection // 9

AffinchÊ il traffico dei tram e delle auto sia influenzato il meno possibile, è necessario lavorare di notte.

SWISSLIFE Autunno 2016


www.swisslife.ch/rivista è disponibile anche come app su Google Play e nell’App Store.


Questionario // 11

Daniela Lager (52 anni), giornalista e presentatrice dal 2003 del notiziario di SFR «10vor10». Da fine 2016 non sarà più il volto della trasmissione, ma continuerà comunque a lavorarci. Inoltre sarà conduttrice del talk show radiofonico «Persönlich».

live: Lager ista, la ie n a D /riv isslife.ch come app w s . w w w e ile anch disponib Google Play su pp Store e nell’A

Daniela, tu lavori la sera tardi. Alle otto e un quarto di mattina cosa fai?

Qual è il bello di lavorare sempre la sera tardi?

Ho già mandato i miei figli a scuola. Spesso torno a letto e dormo ancora un’oretta.

Se ti svegli con il piede sbagliato, hai più possibilità di aggiustare la giornata prima di andare in onda!

Che tipo di sveglia usi?

Cosa fai la sera dopo il lavoro?

Qual è la prima cosa che fai quando ti svegli?

Come ti addormenti?

In cosa consiste la tua colazione?

Qual è il momento della giornata che preferisci?

La mattina ascolti SRF3?

Come si svolge una tua giornata tipica?

Una terrificante sveglia grigia con un suono insopportabile, che funziona ancora nonostante tutti i colpi che si è presa. Preparo un bricco di tè verde e accendo la macchina del caffè. In realtà nulla: ci metto un po’ a svegliarmi e non mi piace mangiare subito qualcosa. Di solito la mattina ascolto «Heute Morgen» e «Espresso» su DRS 1; se ho bisogno di un sottofondo musicale per iniziare la giornata, DRS 3. Poi mi serve soprattutto un po’ di tranquillità. Prima di una serata di lavoro, alla mattina cosa fai?

Ascolto la radio, leggo il giornale, faccio un pisolino, il bucato, la spesa, metto a posto, pulisco, stiro, cucino e cancello le e-mail inutili. SWISSLIFE Autunno 2016

A volte bevo qualcosa con i colleghi di «10vor10», poi guardo la TV o leggo finché non mi si chiudono gli occhi. Non all’istante, perché ho ancora troppe cose che mi girano in testa. Dieci e un quarto di sera, dopo una trasmissione venuta bene!

Con un ritmo che cresce costantemente fino all’una di mattina, quando cala di nuovo.



Storia di copertina // 13

Testo: Bernard Thurnheer, Foto: Gerry Nitsch

Una nazione

intera sul

piccolo schermo Il declino della TV raccontato da una leggenda del piccolo schermo. Nella televisione svizzera, per decenni Bernard Thurnheer è stato il volto di quelle che lui definisce «serate in famiglia attorno al moderno focolare di nome schermo». Quindi anche per lui le 20.15 hanno un significato particolare. Tuttavia la televisione, un tempo protagonista, oggi ha assunto un ruolo marginale. E lui, laconico: «C’est la vie!»

SWISSLIFE Autunno 2016


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er oltre 20 anni, le 20.15 di sabato sono state per me un momento magico: l’ora zero, la fine del conto alla rovescia, l’inizio del grande spettacolo del sabato sera «Benissimo», pianificato e realizzato con precisione militaresca tra centinaia di star, ballerine e ballerini, cameraman, tecnici del suono e della luce, scenografi e me come presentatore. Era una trasmissione impegnativa e quindi costosa, ma ne valeva la pena, perché era anche la più seguita, quella con l’audience più alta. Oltre un milione di svizzeri guardava Tina Turner cantare, un mago segare a metà una ragazza, una macchina delle estrazioni far turbinare palline colorate o qualcuno diventare milionario. Tutti nel Paese conoscevano «Teleboy», «Supertreffer», ma anche «Einer wird gewinnen» o «Wetten, dass». Queste popolarissime trasmissioni venivano chiamate «Strassenfeger», nel senso che svuotavano strade e piazze perché tutti correvano a casa per seguirle. È un’immagine esagerata anche per i tempi d’oro della TV, ma racchiude comunque un pizzico di verità: all’epoca chi operava nel settore musicale o sportivo si teneva informato sugli indici d’ascolto in modo da non organizzare serate di intrattenimento o assemblee generali in quei sabati, in cui non si sarebbe presentato nessuno. E mentre è piuttosto inverosimile che in quei giorni ristoranti e cinema chiudessero, è innegabile che registrassero un certo calo di presenze. Per circa 40 anni, le 20.15 di sabato sono state un momento atteso nelle case degli svizzeri. Però c’è stato un prima,

quando il televisore era ancora un bene di lusso, e un dopo. Oggi è possibile vedere una quantità pressoché infinita di programmi, anche in differita, e il televisore viene sempre più rimpiazzato dal computer. Prima tutti guardavamo la TV e tutti le stesse cose; oggi la televisione è un media come un altro e ognuno guarda una cosa diversa. Un tempo tutti guardavano la televisione Il trionfo della televisione (svizzera) è stato velocissimo. Nel 1961 erano stati venduti 180 000 televisori, che quindi erano un vanto di pochi. Tuttavia il fascino di quelle immagini in movimento, di quella finestra sul mondo, contagiò sempre più persone. Con il passare degli anni gli abbonamenti alla TV hanno raggiunto cifre da capogiro: ben 1 milione a dicembre 1968, 2 milioni nel 1981 e 2,7 milioni nel 2000! Per 20 anni la televisione elvetica si è limitata a un unico canale, quello della Svizzera tedesca. Nonostante esistessero anche la televisione romanda (TSR) e quella ticinese (TSI), molti erano scoraggiati dal francese e dall’italiano. Per di più tra le emittenti c’era un intenso scambio di materiale video, soprattutto per le notizie di attualità, e quindi molti programmi avevano gli stessi contenuti. C’era sostanzialmente un’unica emittente con unico programma, che quindi aveva una risonanza immensa. Qualsiasi cosa trasmettessero, «tutti» guardavano la televisione e improvvisamente

«Chi non possedeva un televisore era escluso da molte discussioni e questa pressione sociale fu una manna per chi vendeva TV.»


Storia di copertina // 15

le personalità del piccolo schermo diventarono note in tutta la Svizzera. Un nuovo fenomeno! I primi visi conosciuti sono state le annunciatrici, che come perfette padrone di casa introducevano ogni trasmissione o segnalavano cambi di programmazione; poi i conduttori dei notiziari, che leggevano con la dovuta serietà i testi scritti dalla redazione; e qualche tempo dopo, e quindi con più vivacità, i conduttori dei telequiz, in particolare la prima superstar della televisione svizzera, Mäni Weber, che presentava «Dopplet oder nüt». Tutte le nuove «signorine buonasera» che annunciavano programmi, meteo e numeri del lotto finivano quasi automaticamente sulle prime pagine delle riviste. Presto, però, gli svizzeri che vivevano nelle regioni confinanti con la Germania riuscirono a sintonizzarsi sui potenti canali tedeschi ARD e ZDF, in particolare sui loro programmi di intrattenimento e sport, che anche da noi riscossero subito molto successo. Il televisore era un lusso che sempre più persone potevano permettersi e in poco tempo i programmi diventarono un argomento di conversazione prediletto tra amici, conoscenti e colleghi. Chi non possedeva un televisore era escluso da molte discussioni e questa pressione sociale fu una manna per chi vendeva TV. All’epoca, però, non si lavorava cinque giorni su sette! Visto che in settimana gli svizzeri si alzavano presto, il sabato sera divenne il momento in cui riunirsi attorno alla TV. Ovviamente in questi orari venivano trasmessi i programmi più complessi, cari e prestigiosi. Il sabato sera animato dai presentatori televisivi In quasi tutti i Paesi si diffuse il concetto di «varietà serale»: era diversificato, poliedrico, imprevedibile, c’era gente che ballava, cantava e parlava, venivano riportati fatti eccezionali e a volte i VIP della televisione svelavano una piccola parte della propria vita privata. I grandi spettacoli del sabato sera erano un mosaico variegato e potevano costare anche milioni; erano veri e propri appuntamenti, trasmessi sempre

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Bernard Thurnheer

Anche dopo 41 anni di televisione, lo svizzero Bernard Thurnheer non ha perso il suo spirito, la sua intelligenza e la sua passione. Nonostante le dimissioni da commentatore dopo le Olimpiadi di Rio di quest’estate, Thurnheer non se ne sta con le mani in mano mentre si avvia alla pensione a tempo pieno. Vorrebbe fare un altro giro intorno al mondo con la compagna e forse, come ha annunciato recentemente, scrivere un altro libro: «Sento di aver vissuto gli anni d’oro della televisione, quindi il titolo potrebbe essere ‹Ascesa e caduta dell’impero televisivo›.» Laureato in legge e oggi sessantasettenne, Thurnheer ha iniziato la sua carriera nel 1973, quando partecipò a un concorso rivolto a giovani cronisti sportivi di radio e TV; ha quindi presentato note trasmissioni radiofoniche e televisive di sport e intrattenimento, vincendo quattro volte il premio Walo. Ha pubblicato quattro libri: «Reden ist immerhin Silber», «Wie soll ich wissen, was ich denke, bevor ich höre, was ich sage», «Mitreden über Fussball» e «Mitreden über die Nationalmannschaft», tutti della casa editrice Zytglogge.



Storia di copertina // 17

«live», in diretta. I vari format si distinguevano solo per un’idea particolare (di solito espressa dal titolo) e per il presentatore o la presentatrice, che con la loro personalità definivano il tono di tutto il programma. Da «Einer wird gewinnen» con Hans-Joachim Kulenkampff a «Wetten, dass» con Frank Elstner e poi Thomas Gottschalk, la Svizzera, (così come l’Austria), ha potuto beneficiare della collaborazione con la Germania, che avendo una popolazione dieci volte più numerosa riusciva a fare le cose in grande. Il sabato sera, infatti, nelle case degli svizzeri entravano anche quei presentatori. Tuttavia registravano record di ascolti anche alcune produzioni nazionali, come «Teleboy» con Kurt Felix, prima trasmissione in Europa ad adottare la telecamera nascosta. Quest’idea, di per sé semplice, implicava però molto lavoro. Lo scherzo doveva essere pensato bene, spesso richiedeva ore e ore di pazienza e per di più rischiava di essere tutta fatica sprecata, se poi gli interessati non davano il consenso a trasmetterlo. Tutti, però, guardavano il programma e presto la gente iniziò a insospettirsi quando accadeva qualcosa di insolito. Pertanto, la data dell’ultima messa in onda si avvicinava rapidamente. Poi arrivarono «Supertreffer» e infine «Benissimo».

to sera, solido e ambito pilastro del servizio pubblico, ma era solo questione di tempo. Inoltre si diffuse velocemente il più grande nemico di tutti i produttori televisivi: il telecomando! Con quanta facilità gli spettatori potevano cambiare canale per trovare qualcosa di loro gradimento! Improvvisamente tutti saltavano velocemente da un canale all’altro; nacque addirittura un termine specifico: «zapping»! Le serate in famiglia attorno al focolare diventato schermo si avvicinavano alla fine, con il contributo sempre più importante della tecnologia. Gli apparecchi televisivi costavano tanto poco, che una famiglia poteva averne anche due o tre. Tutti volevano vedere una cosa diversa! Ma è stata soprattutto Internet a cambiare profondamente la fruizione dei media. L’innocuo «World Wide Web», nato come piattaforma comune per gli scienziati dell’Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN) di Ginevra, ha trasformato la comunicazione del mondo intero. È un’evoluzione ancora in corso, ma già oggi è possibile guardare la televisione dal computer, a prescindere dalla volontà dei produttori televisivi: quando si vuole, per quanto si vuole e solo parzialmente, ad esempio guardando solo la partita della squadra del cuore anziché un’intera trasmissione sportiva. Nel frattempo la televisione è uscita dalle case: i programmi vengono guardati sempre di più in «mobile», ossia in giro sul display dello smartphone. La televisione, un tempo protagonista, oggi ha assunto un ruolo marginale e cattura la nostra attenzione solo occasionalmente. C’est la vie!

«Si diffuse velocemente il più grande nemico di tutti i produttori televisivi: il telecomando!»

Tecnologia e Internet cambiano la fruizione dei media Con il passare del tempo, fare televisione divenne ancora più difficile. Esistevano sempre più canali, che cercavano di accaparrarsi le simpatie del pubblico, e nel frattempo stavano prendendo piede le emittenti private, come RTL e Sat 1 in Germania. Ancora non si contendevano apertamente il saba-

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Chip, chip‌ hurrah! Molti non rinunciano a sgranocchiare qualcosa davanti alla TV e di solito le chips vanno per la maggiore. Sono state inventate nel 1853 in un hotel dello Stato di New York, dove il cuoco George Crum doveva preparare patatine fritte per il milionario Cornelius Vanderbilt. Visto che per il ricco commensale quelle patate erano troppo spesse, Crum le tagliò a fette sottili e le mise a friggere. E cosĂŹ nacquero le chips.

150

o 160 gradi: la temperatura del puro, naturale olio di semi di girasole usato per friggere le patate.

5000

chili: le patate necessarie per produrre circa 1500 kg di chips. In altre parole: per 1 kg di chips servono 3,6 kg di patate.

42

a 70 millimetri: il diametro di una patata previsto al momento della consegna.


Mix di numeri // 19

8

a 10 gradi: la temperatura ideale per conservare le patate. Se il freddo è eccessivo l’amido si trasforma in zucchero e le chips diventano scure e amare.

1,2

millimetri: lo spessore delle fette di patata prima di essere versate nell’olio.

1942

Fonte: Zweifel Chips e Snacks Holding AG

l’anno in cui Herman W. Lay inventò una macchina pelapatate, aprendo la strada a una produzione di massa delle chips.

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u azioni s i inform olo di r io g g a b Per m i luoghi sim uno de visitate il sito Lucerna gmauer.ch museg

Lucerna è in anticipo sui tempi 16 minuti prima delle 20.15 iniziano i rintocchi dell’unica torre del Museggmauer di Lucerna dotata di quadrante e meccanismo di orologeria. La Zytturm scandisce l’ora alle 19.59 in punto, un minuto prima di tutti gli altri orologi del Cantone. L’orologio della Zytturm ha diritto al primo rintocco in tutta Lucerna sin dal tardo Medioevo e ancora oggi viene caricato ogni giorno dall’orologiaio ufficiale della città, Martin Spöring. A mano, come ai vecchi tempi.


Tour de Suisse // 21 Come ci si arriva Lucerna è perfetta per una gita ed è facilmente raggiungibile in treno da tutta la Svizzera.

Cosa vi aspetta Con le loro nove torri, i bastioni del Museggmauer sono una delle attrazioni principali di Lucerna. Insieme alla Torre dell’acqua (Wasserturm) e al Ponte della cappella (Kapellbrücke), il Museggmauer costituiva la cinta di fortificazione storica della città. Oggi la Zytturm ospita una collezione di orologi da torre storici.

Le attrazioni La Zytturm è una delle nove torri del Museggmauer ed è posta tra la Wachtturm e la Schirmturm. Sulla facciata, due giganti sorreggono il quadrante dell’orologio. La torre, costruita nel 1403 e alta 36 metri, aveva fin dall’inizio un orologio. Realizzato originariamente a Basilea, fu poi sostituito nel 1535 con l’orologio dello zurighese Hansen Luter, ancora oggi funzionante.

i Buono a sapersi Fino al 2011 a dare la carica ogni giorno era il padre dell’attuale orologiaio, che aveva anche collezionato altri nove orologi da torre storici provenienti da tutta la regione. Oggi sono esposti all’interno della Zytturm, sulle sei scricchiolanti piattaforme il cui legno più antico risale al 1403. Gli orologi di Lieli, Horwer e Moosmatt furono costruiti tra il XVI e il XX secolo, testimonianza dell’evoluzione dell’arte orologiaia.

Buon appetito Il posto giusto per mangiare la cotoletta più buona di Lucerna è la «Old Swiss House», sulla Löwenplatz, dove viene preparata con tanto burro direttamente al tavolo. Per le patatine fritte migliori andate invece al «Café de Ville», sulla Schwanenplatz.

Buona notte Città turistica, Lucerna offre una vasta scelta di alberghi per tutte le tasche, dai semplici garni ai palazzi a 5 stelle

© credit

Altro da esplorare Il Museo dei trasporti è un evergreen che affascina grandi e piccini; è aperto tutti i giorni, in inverno dalle 10 alle 17. Per chi invece preferisce l’arte, la collezione Rosengart, nelle vicinanze della stazione, ospita opere di 21 importanti impressionisti, da Picasso a Klee. Vale la pena di fare un salto anche al Centro Congressi e Cultura KKL.


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Illustrazione: Luca Schenardi

2066 // 23

Dormire nel 2066 Svolta nella ricerca sul sonno cambia la vita in modo radicale. Ma come? Il sonno è ancora necessario, ma è possibile stabilire quando e come dormire. Power nap, terapia del sogno e letargo artificiale sono i nuovi programmi che offrono riposo a comando. La società 24/7 dorme troppo poco e male: la stanchezza è diventata il disturbo più comune. Se la mancanza di sonno diventa cronica può insorgere una serie di malattie. Un sonno lungo e riposante consente di recuperare le energie ed è quindi la chiave per il successo. Grazie a un’intensa attività di ricerca, si dispone di conoscenze maggiori su come funziona il sonno e come lo si può alterare, cambiando al contempo la propria vita. Non è più necessario sdraiarsi e chiudere gli occhi, ma si dorme a programma. Il mercato si espande e la camera da letto viene equipaggiata con nuovi gadget che promettono di rivoluzionare il sonno. Le principali tecnologie per il sonno si basano sugli aspetti di seguito descritti. Misurazione del sonno. Poiché la misurazione è il presupposto per la gestione, in futuro quasi tutti i dispositivi con cui si entrerà in contatto mentre si dorme disporranno di sensori incorporati atti a monitorare il sonno. Sonno a comando. In seguito alla scoperta di una specie di interruttore onirico nel cervello, il mercato dei sonniferi è cambiato radicalmente. Sono stati sviluppati numerosi dispositivi che consentono di attivare in modo mirato il proprio riposo, immergendosi in un sonno profondo a comando per 10 minuti o 24 ore senza effetti collaterali, purché non sia superato un tempo di veglia di 48 ore. Con le nuove tecnologie per il sonno sempre meno persone dormono 7o 8 ore di seguito, poiché preferiscono fare riposi più brevi e frequenti. Un

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sonno ristoratore consente di essere più produttivi, creativi, ricettivi ed efficienti, quindi più rapidi a finire i lavori, disponendo di conseguenza di più tempo libero. Gli operatori che offrono vacanze benessere si sono specializzati nel relax di lunga durata e propongono cure artificiali di sonno profondo per un periodo compreso tra una e dodici settimane, spesso in combinazione con lo sviluppo della memoria e l’apprendimento delle lingue nel sonno. Sogni più belli. Anche nell’ambito dei sogni è sorto un nuovo mercato che suscita molto interesse. Una piccola startup di Brooklyn ha sviluppato una maschera onirica che promette «sogni lucidi e attivi». Inoltre, per evitare di dimenticare i sogni più belli, alcuni ricercatori giapponesi hanno sviluppato «Playback your dreams», un apparecchio che consente di registrarli e memorizzarli. L’ultima versione salva tutti i sogni direttamente nel cloud per consentirne la condivisione in tempo reale. L’accesso all’archivio onirico personale rappresenta la principale dimostrazione di fiducia tra giovani innamorati. Chi fa incubi, cerca esperienze particolari o è semplicemente curioso può accedere via Facebook al dream stream dei propri amici oppure esplorare mondi onirici di sconosciuti nella fantastica biblioteca dei sogni di Youtube. Karin Frick getta uno sguardo al futuro per SWISSLIFE. Da vari anni ormai l’economista osserva e analizza le tendenze e le controtendenze nel campo dell'economia, della società e dei consumi. È responsabile della ricerca e membro della direzione del Gottlieb Duttweiler Institut.


24 // Concorso

a -rispost artolina a oppure c la e r Invia rivist ta nella su contenu ecipare online . ta is par t iv r e.ch/ f li s i is d sw e ultimo Termin azione: partecip 016. 17.12.2

Vincete uno Swatch Black Bump Nero e seducente come la notte. Con un po’ di fortuna, presto potreste sfoggiare al polso uno dei 10 Swatch Touch Black in palio. Vi basta rispondere a questa domanda: In quali mesi a Berna il sole tramonta alle 20.15?

Il vincitore sarà reso noto nel prossimo numero di SWISSLIFE. Ci congratuliamo con il fortunato vincitore dell’ultimo concorso SWISSLIFE, Fabiano Buffon, Walterswil (SO)


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