Lascuolapossibile numero 22 apreile 2012

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Pubblicata da Sysform Editore 00131 Roma Via Monte Manno 23 -

Direttore Responsabile Manuela Rosci

Edizione cartacea della rivista telematica www.lascuolapossibile.it Iscrizione al Tribunale di Roma 63/2010 del 24/02/2010 N.22 aprile 2012

Web Content Manager Maurizio Scarabotti

Editoriale

Guardando avanti

Quando tutto sembra solo urgente ... di Rosci Manuela - Editoriali

spondere, non andare verso la direzione indicata. E' fatta, abbiamo trovato la giusta intesa!

La scelta di occuparci di web e tecnologia (ma anche di altro!) su questo numero, deriva dalla inevitabile importanza che oggi assume l'argomento. Mi permetto di segnalare la differenza tra "importanza" e "urgenza".

Ritornando quindi all'argomento del mese, è URGENTE che la scuola, i docenti, e gli educatori in genere accettino di includere e fare i conti con la sfera tecnologica nella realtà quotidiana scolastica. Possiamo dire che è ormai diverso tempo che questa urgenza preme sulla scuola, vista come obsoleta se non dotata di attrezzatura adeguate e strumenti didattici tecnologici pertinenti. Corsi di formazione per docenti (alfabetizzazione informatica iniziata circa vent'anni fa), allestimento di laboratori di informatica, inizio di prima utilizzazione dei pc: non dimentichiamo che i primi "Commodore 64" sono entrati nella scuola negli anni '80. Sebbene sia indiscutibile che la scuola abbia l'urgenza di svilupparsi anche tecnologicamente, non sembra che questa spinta esterna abbia prodotto tutti questi cambiamenti!! Qualcosa però ha scalfito nell'habitus mentale delle persone di scuola, seppure con meno urgenza, forse con ... lentezza.

E' URGENTE quella cosa che pressa dall'esterno, che deve essere fatta perché altrimenti scade, perché rientra nei nostri doveri, perché non possiamo rimandarla, perché ne vale della vita ... bisogna intervenire/fare e basta! Sono IMPORTANTI tutte quelle "cose" invece che vengono da dentro, sono nostre, ci appartengono, ci crediamo, sono gli aspetti che ci danno energia, che sono più in sintonia con il nostro modo di essere, di vivere! Ebbene, sinceramente: quante volte rispondiamo alle urgenze, trascurando ciò che è importante? Quante volte abbiamo la sensazione di rincorrere gli eventi, le scadenze, i progetti, i programmi e lamentiamo la mancanza di tempo per fare ciò in cui crediamo?

Negli ultimi dieci anni (più o meno!?) la spinta interna ha sollecitato tutti, compresi i docenti, a riconoscere esigenze personali nuove che potevano essere soddisfatte me-

Poi esistono quelle situazioni, quegli "accadimenti" che sono importanti e anche urgenti: diventa impossibile allora non ri-

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glio proprio con l'impiego della tecnologia. La scoperta della "mail" al posto della spedizione di una lettera ha aperto orizzonti "temporali" mai sperimentati nel passato. La possibilità di velocizzare lo scambio comunicativo attraverso le mail si è affiancata all'altra scoperta folgorante: scrivere una relazione (o la programmazione) in word e salvarla e poter in seguito modificare il testo senza riscrivere tutto dall'inizio ... questo sì che ha avuto una IMPORTANZA fondamentale per molti di noi, anche per i più resistenti a lasciare ... penna e calamaio.

di un pensiero più umanista ... tendono ad integrare i vantaggi e le opportunità che web e tecnologia insieme offrono. Questo il motivo per cui molti articoli di questo numero sono scritti da chi non è stato/a ammaliata da subito, anzi, ha cercato di circoscrivere questa spinta all'innovazione (per noi immigrati digitali) che per le nuove generazioni (i nativi digitali) , al contrario, rappresenta la norma! La capacità di ironizzare su noi stessi e di non prenderci troppo sul serio ... permette di accorgersi in tempo e di porre rimedio.

Ed è stata proprio l'importanza riconosciuta alle tecnologie e al mondo digitale che ha prodotto un cambiamento nell'atteggiamento mentale di ognuno di noi che oggi si sente in qualche modo debitore verso la rivoluzione tecnologica.

E con uno staff che crede nella scuola e guarda con occhio critico al nuovo, senza subirne solo la seduzione, non potevamo che interessarci dei social network e il loro impiego nell'educazione e nella didattica. La spinta URGENTE viene soprattutto dai nostri under 14, in gran parte già fruitori di network famosi, sebbene non sempre così idonei per loro. E allora? Abbiamo cercato di dare una risposta IMPORTANTE a questa impellenza (urgenza) di stare in rete, di condividere, di estendere il proprio tempo anche dentro un social ... Leggete quello che possiamo condividere circa "educare i giovani all'uso dei social network" negli articoli dedicati a NET for KIDS, il social network creato per gli under 14, con tutte le caratteristiche dei network più famosi.

Cosa sta quindi accadendo nel mondo della scuola? Quella precedente spinta urgente, che ha pressato la scuola affinché cambiasse e diventasse più moderna e al passo con i tempi, inizialmente ha spaventato i più, ancorandoli ad atteggiamenti di intransigente rifiuto del mondo digitale, o accettando di introdurre le innovazioni dentro luoghi dedicati (le aule di informatica) o affidando il compito della lezione sulle tecnologie a pochi e sparuti pionieri. Oggi quell'URGENZA però si incontra con l'IMPORTANZA che il mondo digitale in genere ha assunto nella vita quotidiana della maggior parte delle persone, di tutte le età. Familiarizzare con Internet ha permesso ai più di avventurarsi in percorsi impensabili ai comuni mortali: prenotazioni di voli e vacanze, ricerca di un oggetto specifico, vendita su e-bay, prenotazioni di visite, pagamenti di bollettini, banca online, assicurazioni online e ... un'infinità di altre cose che certamente sorprenderanno ancora molti di noi.

Un'ultima riflessione: quando è morto Steve Jobs un alunno di classe quinta che utilizza le tecnologie per superare le sue difficoltà motorie - il netbook è il suo quaderno- ha detto: "Sarò sempre grato a lui perché se non inventava il portatile ...io come avrei fatto?" Ecco perché l'attenzione alla tecnologia ha assunto per molti di noi un valore aggiunto, anche se è possibile continuare a testimoniare l'importanza della condivisione, della cooperazione e richiedere l'attenzione per chi ha più necessità, attraverso una bella lettera scritta da Luigi Vittorio Berliri "a tutti gli uomini di buona volontà" ...anche lui ha utilizzato i canali digitali!

Questo significa che siamo ... nel posto giusto, al momento giusto? Sarebbe irrealistico da parte mia pensare ciò ma credo fermamente che la spinta interna -quella personale, quella che ci fa valutare qualcosa "importante" per noi- sia cresciuta, evoluta; c'è più consapevolezza che indietro non si torna e anche i difensori

Grazie a tutti Manuela Rosci

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In questo numero di aprile 2012

Area Tematica

Titolo Guardando avanti Antologia, fantasia e power point In palestra e allo specchio La Storia fatta al PC Labo-motorio: psicomotricità in azione Tecnologia e insegnamento Invito alla presentazione Net for KIds NET for KIDS il social network under 14 Perché abbiamo deciso di partire

Autore Rosci Manuela Infantino Aminta Patrizia Lugaresi Adriana Nora Carissimi Alessia Di Clemente Simona Agolino Simona Loretta La redazione La redazione La redazione

Sfoglia l'opuscolo di Net for Kids

La redazione

Una scalata da "giurassica"

Mirra Giovanna

Il Profumo della scuola nell'era Monti

La redazione

Le "mani" di Valerio

Crasso Antonella

Lettera aperta a tutti gli uomini di buona volontà

Berliri Luigi Vittorio

Le ICT nella SCUOLA oggi

Riccardi Barbara

Linguaggio a portata di un click

Nucera Roberto

Aula informatica: non aprite quella Cecoro Mena porta! La scuola e il web: una partita da giocare

Paci Lucia Giovanna

Ministro Profumo: la legge sia la Sua Road Map

Maranzana Enrico

Curiosità e comunicazione

Ansuini Cristina

Diventa online anche il "giornalino" scolastico

Maurizio Scarabotti

Gemellaggi elettronici tra scuole La Lavagna Interattiva Multimediale come facilitatore dell'insegnamento

La redazione

Il rapporto tra scuola e tecnologia

Sabatini Roberto

Traversetti Marianna

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DDalla prima pagina Dalla prima pagina

Il rapporto tra scuola e tecnologia Un binomio importante e problematico di Sabatini Roberto - Sotto la lente

per conoscere e comprendere gli ultimi prodotti della cultura scientifica è opportuno ricapitolarne brevemente la storia e che a scuola non si può perciò evitare di conoscere i precursori, le invenzioni, le scoperte e i dispositivi che sono venuti prima e che hanno consentito la produzione del presente.

La storia della scuola è caratterizzata da diversi anacronismi e uno di questi è certamente la sua dotazione tecnologica. Il sistema formativo è sempre stato in seconda o terza posizione rispetto alla tecnologia; fatti salvi pochi luoghi eccellenti e inaccessibili ai più, le aule e i laboratori delle nostre scuole, anche le più modernamente attrezzate, sono sempre state in forte ritardo sullo sviluppo tecnologico.

Ammettiamo anche che non sia indispensabile che scuola e università allenino i loro studenti con gli apparati di ultima generazione perché qualsiasi ditta o istituzione li assumesse per un compito strettamente tecnico, dovrebbe e potrebbe formarli e aggiornarli nel suo seno, per renderli abili nel dominio della strumentazione effettivamente in dotazione; inoltre non sarebbe possibile: il ritmo di sviluppo della tecnologia è così sostenuto che nessuna scuola potrebbe permettersi un ricambio così rapido e costoso delle sue attrezzature didattiche solo per poterle stare dietro.

Entro certi limiti questo ritardo è però fisiologico perché non è possibile a nessuna istituzione dotarsi degli ultimi e più sofisticati ritrovati partoriti dalla ricerca tecnologica. Anzi questa ricerca distribuisce i suoi migliori risultati alla cittadinanza che li finanzia con il suo lavoro solo molto dopo averli messi a punto per i vertici del potere sociale, politico, culturale e militare. Lo stesso Internet decolla come sistema di comunicazione tra apparati militari e una quantità di strumenti e materiali, dalle leghe più resistenti ai materiali più isolanti, dalle celle solari a più alto rendimento ai sistemi di rilevamento e navigazione più elaborati, sono stati prima di tutto e con largo anticipo, studiati, individuati e prodotti per l'industria bellica, per quella spaziale, per i servizi segreti, per la ricerca finanziata dai grandi gruppi multinazionali (pensiamo solo agli OGM e ai medicinali). Scontiamo dunque una distanza ragionevole che non può mancare, tra le punte più avanzate della ricerca tecnologica e la sua fruizione di massa e consideriamo anche che

Pur ammettendo tutto ciò constatiamo che il ritardo che l'attrezzatura tecnologica delle nostre scuole e università presenta, persino nei confronti della tecnologia ordinaria è notevole e, fino a pochi anni fa non era solo strumentale, ma anche culturale. Per fare un esempio della storia recente, negli anni '70, negli istituti tecnici più quotati, in Elettronica si insegnavano ancora le valvole termoioniche, mentre da circa 20 anni si erano imposti i transistor e abbiamo cominciato a studiare i transistor quando già dilagavano i circuiti integrati. Non intendo dire che non si dovevano conoscere le tecnologie antecedenti, ma che quelle che si arrivava ad impiegare erano comunque già obsolete e abbandonate

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dall'industria corrente e che in generale anche la teoria presente sui testi era stata superata e di molto dalla ricerca pura sull'argomento. Un certo ritardo, anche sulla teoria, è perfettamente fisiologico perché occorre del tempo per trasferire sui testi scolastici l'avanzamento culturale, ma questo divario era eccessivo; da qualche anno a questa parte esso si è andato colmando e persino i testi di storia adesso arrivano quasi ai nostri giorni. Inoltre oggi gran parte delle novità dell'ultimo momento si possono affrontare sui mass media che sono infinitamente più elastici e veloci dei testi didattici, e aggiornabili in tempo reale, diversificando così i mezzi e le fonti di informazione.

Cobol, Basic, di hardware, di clock, di bit e byte, di porte logiche and, or, not e via dicendo. Alcuni insegnanti, quelli più giovani e quelli più vicini all'area logico-matematica (non mancarono e non mancano vistose eccezioni, ma in generale questa è stata ed è la tendenza), virarono prontamente in direzione dell'informatica e familiarizzarono presto la terminologia anglofona che caratterizza questo settore; altri presero quel minimo di confidenza per sfruttare almeno le opportunità basilari dello strumento e altri ancora resistettero e lo snobbarono e, comunque, non lo usarono nemmeno fuori dall'ambiente di lavoro. L'ostacolo principale che ravviso nell'impiego del computer come strumento didattico e del Web come rete complessa e ricca di informazioni e materiali d'ogni genere è la gigantesca evasività che consente e che si allea facilmente con la scarsa motivazione dello studente ad usarlo per fini cognitivi, classificatori, computazionali e, più in generale culturali. Se "fatta la legge, gabbato lo santo" è un proverbio mai smentito, in questo caso si può parallelamente affermare che dato un PC connesso sul web, tutto si può fare, meno che usarlo per studiare, conoscere, informarsi, comparare, ecc.; di più, se l'attenzione in aula, durante una lezione frontale, chiama in causa le capacità oratorie e teatrali del docente, nel laboratorio di informatica la sua influenza si dilegua di fronte alla seduzione dello schermo e se il libro di testo non contiene che il testo, un computer connesso è una finestra sul mondo intero e, come scriveva J. Prévert, in una sua celebre poesia a proposito dell'uccellolira: "i muri della classe, tranquillamente crollano. Durante le lezioni in sala informatica, sono sufficienti due minuti di pausa o di distrazione per veder apparire sugli schermi dei vari PC del laboratorio le homepage di Facebook o le icone di qualche gioco, o i report di qualche partita! E' invece ovvio che man a mano che cresce la serietà dell'allievo e la sua motivazione a conoscere, il PC e il Web diventano potenti alleati e straordinari strumenti di crescita e divulgazione culturale.

A differenza della maggior parte della tecnologia, l'informatica è invece penetrata con forza e in quantità massicce nel mondo scolastico e in quello accademico e costituisce, forse, il settore in cui il ritardo con le sue punte avanzate è minore e del tutto fisiologico. Tanto che in questo campo sono stati i docenti più anziani a risentirne per la loro difficoltà ad aggiornarsi adeguatamente e a imparare a sfruttare le potenzialità di questo sofisticato strumento a fini didattici e cognitivi. Anzi in questo ambito si è spesso assistito ad una sorta di socializzazione alla rovescia dove gli allievi, nativi della tecnologia, aiutavano l'insegnante, immigrato disadattato, a usare il mezzo. Molti docenti si sono perciò ritrovati con tanti contenuti da trasmettere, ma privi delle abilità tecniche per farlo adeguatamente con il PC e con il Web, ad una platea di studenti competenti tecnicamente, ma incapaci e immotivati a usarli per potenziare i contenuti del loro sapere. Ricordo ancora i primi corsi di alfabetizzazione informatica che inondarono l'offerta di aggiornamento in servizio: persino i docenti più preparati del settore misero a disposizione, anche a costo zero, le loro competenze per iniziare i colleghi di altre discipline a familiarizzarsi con questo nuovo dispositivo; allora, anni '80, si parlava di linguaggio macchina, di righe di comando, di ambienti di programmazione come Fortran,

Un discorso simile può essere svolto per l'insegnamento a distanza e per gli

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e-book. Ho personalmente visto fallire i corsi online di preparazione ai test di ingresso che la Facoltà di Medicina della "Sapienza" di Roma, diffonde ogni anno agli studenti dell'ultimo anno, per l'incostanza e la poca forza di volontà degli studenti a seguire diligentemente le esercitazioni e a impegnarsi nelle simulazioni dei test; lezioni ed esercitazioni online richiedono una dose di maturità e di costanza maggiore di quella tradizionale perché viene a mancare la relazione umana e il suo intrinseco valore come fattore motivante (o anche demotivante, quando il rapporto docente-allievo è negativo). Lo studio sugli e-book e l'impiego delle informazioni distribuite nel Web richiedono, analogamente, motivazione, impegno e capacità organizzative maggiori di quelle consuetudinarie, di quelle richieste dagli strumenti e dagli ambienti convenzionali: possono dare molto di più, ma richiedono anche molto di più, senza contare il debole confine che separa, nella rete, i contenuti didattici da quelli ludici ed evasivi presenti massicciamente e a portata di un click! Bisogna confrontarsi con questa nuova difficoltà pedagogica perché l'impiego delle nuove strategie comunicative ed editoriali è ineludibile: o si inverte globalmente il senso di marcia di questa civiltà nel suo insieme (una sorta di decrescita felice applicata anche al mondo della trasmissione culturale), o non si può evitare di essere competenti e di trasmettere competenze digitali e telematiche. Bisogna vincere la tendenza, rimasta costante nel vissuto di molti studenti, che la scuola sia noia e inutile impegno, che non insegni davvero niente di utile e di significativo, che tutto ciò che viene fatto a scuola sia solo obbligatorio e privo di interesse. Se si sconfigge questo pervasivo e resistente stereotipo, allora i mass media e i nuovi media, più interattivi e ricchi di prospettive formative, possono risultare decisivi e colmare il tradizionale gap tra i livelli di preparazione e di aggiornamento reperibili nella scuola e quelli raggiunti nella realtà circostante. Attenzione però: se le opportunità lavorative, soprattutto qualificate, continuano a dileguarsi, la vacuità della formazione, soprattutto in termini professionali, non è più uno stereotipo, ma una dura e drammatica realtà!

Ancora due temi da tenere presenti: il primo è la sempre crescente velocità delle trasformazioni tecnologiche (anche se spesso solo di facciata) e il conseguente incremento di obsolescenza che minaccia di rendere superati strumenti, programmi e materiali acquistati solo l'anno prima; il secondo è la sempre maggiore velocità con cui si scava una distanza di cultura tecnologica tra le ultime generazioni e quelle precedenti. Considerandoli succintamente e congiuntamente si nota che l'invecchiamento delle strutture e delle attrezzature sta diventando ingestibile, soprattutto con le esigue risorse finanziare disponibili e che questa pressione non ha solo implicazioni consumistiche, ma influisce anche sulla sensazione di inadeguatezza che viene sperimentata sempre prima, sempre più spesso e da un sempre maggior numero di persone. Gli studenti degli ultimi anni delle secondaria superiore si sentono diversi da quelli del primo, nonostante siano separati da loro da un arco di 3-4 anni! Percepiscono che i nuovi arrivati sono tecnologicamente più dotati e che hanno concessioni, gadget e altri apparati di cui loro non hanno goduto. Se bastano 3 anni per annusare un divario figuriamoci come possono avvertirlo gli insegnanti, in particolare quelli più anziani (oggi ulteriormente anziani!). Mentre un tempo l'anziano aveva comunque uno status rispettabile ed esperienze da trasmettere e anche i docenti potevano godere di queste considerazioni, oggi gli anziani sono del tutto tagliati fuori dalle competenze richieste, dalla velocità e portata delle metamorfosi tecnologiche e in tal senso hanno sempre meno da trasmettere alle nuove generazioni e i docenti non fanno eccezione! Infine bisogna tenere presente che la tecnologia non è politicamente neutra come si tenta da più parti di farla passare, soprattutto quando si sostiene che i dispositivi che fornisce possono essere usati pro o contro l'essere umano indifferentemente e che questo dipende da noi e non dalla tecnologia. Più in profondità la tecnologia è una dimensione culturale ed una visione del mondo con dei presupposti e degli obiettivi, favorisce determinati sviluppi, ne inibisce e impedisce altri, implica costi e conseguenze, impone modelli di esistenza, stili di vita, modi di lavorare, occupazione, disoccupa-

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zione, sottoccupazione e così via. Questa consapevolezza non può mancare nel rapporto pedagogico che offre nuove tecnologie e che si basa su esse: i docenti devono saperle usare, ma anche conoscerne l'impatto socioculturale che esse determinano poiché solo così le nuove generazioni potranno essere protagoniste e usarle come strumenti e non essere passivi utilizzatori finali, soggetti dipendenti dal mezzo e dal mercato. Roberto Sabatini, ha insegnato Scienze Sociali fino a luglio 2011 nel Liceo di Via Asmara di Roma

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Dalla prima pagina

NET for KIDS il social network under 14 Apertura delle iscrizioni 8 maggio 2012

di La redazione - Dalla redazione

E' STATO UN SUCCESSO: bambini e ragazzini -nella maggior parte dei casi già iscritti a Facebook- hanno utilizzato il circuito dedicato soltanto a loro con attività sia spontanee che proposte da noi. Più di duemila gruppi, sedicimilamila foto inserite, duemilacinquecento video caricati e ... tanto altro. Quale il vantaggio? Di avere a disposizione degli iscritti un circuito ad accesso regolamentato (con credenziali fornite dalla scuola, in quel caso), frequentato solo da "coetanei" (nove/quattordici anni), con interessi e condivisioni più adatte senz'altro alla loro età, senza l'ingerenza di adulti che rischiano di essere un po' invadenti se non a volte pericolosi, purtroppo! Senza trascurare il messaggio di legalità inviato: su Facebook non ti puoi iscrivere se hai meno di tredici anni, quindi se vuoi farlo ... devi dichiarare un'età falsa! Conseguenze? Una esposizione inadeguata per questa fascia d'età costretta a mentire (dichiarando venticinque anni invece di nove, ad esempio!) e a fare incontri inappropriati.

Carissime/i lettori, ormai ci conoscete: noi di Sysform (maurizio scarabotti e manuela rosci e lo staff della scuolapossibile) siamo un po' particolari e ci piace affrontare i problemi ... guardando alle SOLUZIONI! Il problema che abbiamo affrontato è il rapporto dei più giovani con il mondo della tecnologia, di internet, e nello specifico il ruolo che hanno assunto oggi i social network nella vita quotidiana anche dei più piccoli. Il social network under 14

Ma la rete è attraente e certamente ... troppo importante per demonizzarla. Come tutte le cose belle, ma che dipendono da progetti a termine, anche Netpupils si è concluso. Sebbene i partecipanti abbiano a forza richiesto il loro spazio, il diritto di navigare "sicuri" ... il progetto non ha avuto altri finanziamenti, anche se l'interesse di molti é stato forte. Che fare allora? Abbiamo cercato una soluzione e ... l'abbiamo trovata!

Una analisi approfondita del fenomeno ci ha avvicinati a questa tematica tre anni fa rispondendo ad un bando della Regione Lazio sulla opportunità di "educare i giovani all'uso dei social network". E' nato così il primo progetto sperimentale con sette scuole romane: abbiamo costruito un social network con tutte le caratteristiche dei più famosi Netpupils- che ha coinvolto circa 2 mila alunni delle classi quarta e quinta della scuola primaria e le tre classi della secondaria di primo grado. Diversi articoli sull'esperienza sono apparsi anche sul questa rivista.

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Siamo quindi lieti di annunciarti che, dopo un lavoro intenso degli ultimi mesi, abbiamo realizzato un nuovo social network pensato questa volta senza il contributo delle Istituzioni ma con il diretto coinvolgimento dei genitori che da più parti logo lamentano preoccupa- www.genitoriattenti.it zione circa la navigazione su internet dei propri figli ... senza protezione!

un Net for Kids POINT (scuola, associazione, ente, cral ...) che stipula una convenzione gratuita con noi e fa risparmiare ai suoi iscritti il 40% della quota associativa annuale. La quota d'iscrizione: una proposta imperdibile che conoscerai l'8 maggio (i più curiosi la leggeranno prima sul sito). Annota la data sulla tua agenda, ti aspettiamo manuela rosci, maurizio scarabotti e lo staff di netforkids

NET for KIDS, questo il nome del nuovo social network per bambini e ragazzi under 14 aprirà le iscrizioni dal giorno 8 maggio 2012, data in cui verrà presentato presso il Centro Elsa Morante (EUR). Condurrà la manifestazione la giornalista di RAI3 Enza Emira Festa. Testimonial della manifestazione l'attore comico Antonio Giuliani. Fin da ora sei invitato/a con i figli, se sei un genitore interessato a questa problematica, o in quanto docente coinvolto, anche se in maniera diversa, nella educazione e formazione dei giovani, realtà che oggi sempre più si intreccia con il mondo virtuale. Puoi fare il download dell'invito cliccando sulla locandina sulla homepage della rivista. Ti piace l'idea? Vuoi parlarne con qualcuno che pensi possa essere interessato? Bene, ti ringrazio anticipatamente perché la scommessa è proprio quella di far conoscere NET for KIDS a tutti i genitori e aprire le porte (si fa per dire!) a tutti gli under 14 desiderosi di "condividere" in rete. Per approfindire già da ora la proposta educativa, vi suggeriamo di leggere anche l'opuscolo che è presente sulla homepage della rivista e sarà distribuito in cartaceo il giorno della presentazione: abbiamo cercato di raccontare la problematica e come possiamo affrontarla insieme. Avverto che i siti di riferimento www.netforkids, il social network e www.genitoriattenti.it, lo spazio dedicato ai genitori saranno visibili dal 2 maggio. Agevolazioni sono previste per gli iscritti a ________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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Dalla prima pagina

Le ICT nella SCUOLA oggi

Intervista a Giuseppe Marucci, Ispettore Tecnico, MIUR di Riccardi Barbara - L'intervista

per conto della Commissione Europea con metodologia Delphi, emergono alcuni elementi di fondo e alcune linee di tendenza che è utile tener presente nel momento in cui si procede all'elaborazione di una strategia per l' introduzione delle ICT nella Scuola. Alcune indicazioni per l'innovazione conseguenti alla pervasività delle ICT nella società e nell'educazione sono: 1. globalizzazione dei modelli educativi e dei curricoli che conducono sempre più ad una logica di open contents; 2. rifiuto dell'internalizzazione acritica a favore dell'incremento dei bisogni espressi dalle comunità e dai decisori locali; 3. accesso facilitato alle risorse di rete per tutti in una logica di mobile computing di standardizzazione dei device e delle connessioni anche attraverso gli e-book; 4. life long learning come diritto fondamentale di tutti i cittadini di diverse età comprese le abilità di apprendere ad apprendere, di problem solving e di analisi critica dei dati rappresentati in forma grafica; 5. sviluppo dell'informal learning attraverso le reti in forte connessioni con i social network; 6. risposta attraverso centri di eccellenza alla domanda sempre più con dimensione multidisciplinare, interdisciplinare della conoscenza; 7. incremento del partenariato del rapporto pubblico privato.

A scuola bisogna essere sempre allerta e pronti a cogliere le varie opportunità che arrivano dalle tante Circolari e le tante informative. In una di queste occasioni, si fa notare alla mia attenzione, "lei": Sabato 10 marzo 2012 presso l'ITIS Galilei di Roma, la Casa Editrice Anicia propone un incontro di formazione "LIM e dintorni, una lavagna per motivare, una lavagna per imparare - Insegnare con i media nella scuola dei nativi digitali " e la presentazione del libro "Il docente multimediale" di Fabrizio Emer. Ai miei occhi si rivela da subito una proposta allentante e che per di più si dimostrerà una sorpresa nella sorpresa per la realizzazione del prossimo capitolo del mio libro "L'Arte dell'incontro". Tra gli interessanti ospiti che sono intervenuti al Galilei, l'Ispettore Tecnico del MIUR Dott.re Giuseppe Marucci, è proprio lui che vado ad approcciare nel viaggio verso la scoperta dei nativi digitali, argomento tanto caro a Noi Possibili, vista la nostra esperienza con la nostra Casa Editrice Sysform e i nostri ebook.

Novità e Progetti per la diffusione delle nuove Tecnologie Informative e della Comunicazione? Sono iniziati i Programmi "Competenze per lo sviluppo" e "Ambienti per l'apprendimento" 2007-2013 nelle sole Regioni dell'obiettivo Convergenza: Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Le azioni dei due programmi, finanziati rispettivamente dal FSE e dal FESR, proseguono e arricchiscono le azioni intraprese nella precedente programmazione. Particolarmente significative sono le azioni di formazione sulle competenze digi-

Come si sta muovendo la Scuola riguardo la formazione sull'uso delle nuove Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione? (TIC - in inglese Information and Communication Technology, il cui acronimo è ICT) L'introduzione delle ICT nella scuola è molto ampia e declinabile in una serie di obiettivi che definiscono un panorama articolato di attività e contenuti specifici. Da recenti indagini internazionali (Horizon), condotte da istituzioni statunitensi, e nazionali condotte

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tali, rivolte ad allievi e a tutto il personale delle scuole e gli interventi a favore della diffusione delle tecnologie finalizzate a incrementare le dotazioni tecnologiche e le reti delle Istituzioni Scolastiche.

re di Piani nazionali, anche se può esserci stato un passaggio attraverso fasi di attuazione locale o interregionale. Naturalmente alla formazione in servizio ha fatto da corrispondente istituzionale la formazione iniziale degli insegnanti, prima attraverso le SSIS e ora attraverso il Tirocinio Formativo Attivo e le Lauree Specialistiche.

Quando si parla di Programma Scuola Digitale a cosa ci si riferisce? Con il Piano Nazionale Scuola Digitale ci si propone di coniugare riflessione pedagogico-didattica e uso delle tecnologie per promuovere l'innovazione nei processi di apprendimento. Le tecnologie, se accompagnate da una adeguata riflessione pedagogica, costituiscono infatti strumenti essenziali in grado di influire positivamente sia sugli ambienti che sui processi di apprendimento e possono fornire supporto a pratiche didattiche innovative. Il Piano Scuola Digitale si inserisce nel più generale Piano "Agenda digitale italiana", voluto dall'Unione Europea e contenente le filiere "Alfabetizzazione informatica" e "Smart city-smart communities". Nel corso degli ultimi anni il MIUR, all'interno di questa visione strategica, ha dato corso ad una serie di azioni, mirate a dare concretezza ad un' idea generale: LIM in Classe; Cl@ssi 2.0; Editoria Digitale Scolastica; Scuol@ 2.0. Il paradigma su cui si basa l'intero Piano Scuola Digitale può essere sintetizzato nella massima: "portare il laboratorio in classe e non la classe in laboratorio". Creare le condizioni per portare il laboratorio in classe richiede un tipo diverso di sforzo da parte delle scuole, rispetto a quello necessario, e pur sempre notevole, per creare un laboratorio, installarlo e utilizzarlo. Tutto questo comporta la necessità di ripensare e ridefinire i due concetti di base sottostanti la creazione di laboratori didattici, il modello di formazione dei docenti e lo standard delle dotazioni tecnologiche, per adattarli a questa finalità.

In particolare quali attività formative sono state progettate per i docenti? Le attività formative che sono state proposte sono le DIDATEC. Le formazioni DIDATEC si dividono in livello base e livello avanzato, hanno la finalità di promuovere nei corsisti lo sviluppo della competenza digitale applicata al contesto professionale dei docenti di scuola primaria e secondaria di I e II grado. Tale competenza individua: • aspetti funzionali, come le abilità tecniche nell'uso delle ICT • aspetti cognitivi e culturali, quali la conoscenza e la comprensione di contenuti, teorie, concetti e conoscenze tacite relative alle ICT nei processi culturali ed educativi • aspetti relazionali ed etici • aspetti pedagogico-didattici, quali la conoscenza di teorie, metodologie, modelli strategie per l'uso efficace delle ICT in ambito educativo e la capacità di progettare usi significativi ed efficaci delle ICT. Questi ultimi aspetti, in particolare, rappresentano la dimensione della competenza digitale che più direttamente riguarda le attività professionali dei docenti, destinatari delle formazioni DIDATEC. Al fine di promuovere lo sviluppo di tutti gli aspetti della competenza digitale professionale dei corsisti, l'INDIRE ha previsto la realizzazione di contenuti didattici in formato digitale, da fruire nell'ambiente online. Tali contenuti didattici sono di due tipologie: • Materiali di studio • Attività didattiche per il corsista Il piano dei contenuti prevede 6 aree tematiche organizzate in percorsi. Ciascun percorso contiene almeno un materiale di studio fondamentale ed una o più attività didattiche.

Quindi modalità e strategie per raggiungere questi obiettivi? Avviare competenze digitali e la formazione degli insegnanti. La preoccupazione del Ministero dell'Istruzione è stata sempre quella di affiancare l'introduzione nelle scuole delle attrezzature legate alle ICT con Piani di formazione dei docenti. Le attrezzature nelle scuole sono state acquistate con fondi nazionali, con fondi europei e con fondi di istituzioni locali, pubbliche e private. La formazione ha assunto in genere il caratte-

******* Questo incontro, un viaggio pieno di novità dal quale prendo/metto nel mio "trolly", il valore potenziale della multimedialità e la necessaria formazione di noi docenti per seguire da vicino l'evoluzione metodologica

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ed essere al passo con i tempi, rispetto alle conoscenze tecniche, per assicurare la qualità di una didattica innovativa e di alto valore per i nostri ragazzi. I vari contenuti/mezzi digitali, tra cui le LIM, direi sono un valore aggiunto per la didattica, per un miglioramento della qualità della comunicazione dei contenuti disciplinari, per la motivazione degli studenti e per favorire l'efficienza nell'utilizzo delle risorse e del materiale didattico presente e disponibili nelle scuole. A riguardo Noi Possibili dimostreremo la nostra capacità di essere al passo con i tempi con una sorpresa preparata per Voi l'8 maggio al Centro Culturale Elsa Morante a Roma ... invitati tutti a scartarla insieme a noi?! ... Barbara Riccardi, docente CD 143° "Spinaceto"- Roma Video sulle Tecnologie a scuole –Media show 2012

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Una scalata da "giurassica" Non è mai troppo tardi di Mirra Giovanna - Dedicato a te

Insegno ormai da ventisei anni nella scuola e sono passata attraverso diverse riforme dei sistemi scolastici, sia quelli della scuola primaria che quelli della scuola secondaria.

Sono anni che ho la sensazione che qualcosa mi sfugge, contatti, immagini, video, parole combinate in linguaggi diversi.

Per quanto aperta al progresso e al cambiamento, mi sono sempre dimostrata molto scettica e diffidente nell'uso di tecnologie nella didattica quotidiana e nella mia vita in generale. Saranno stati gli studi classici a condizionarmi, ma ho sempre pensato che un libro e una penna, coniugati ad una mente sveglia e recettiva, fossero i miei veri strumenti di vita e di lavoro. Il massimo che mi sono concessa in questi anni è stato farmi una casella di posta elettronica, ma il vero motivo che mi aveva indotto a tale rivoluzione era stata la scomparsa del cedolino cartaceo e l'obbligo, da parte dell'amministrazione, ad averne una; ho scritto per molto tempo su di un'agenda i passi istruzionali su come accendere il computer e come usare Word o Excell....non sia mai me li fossi dimenticata... Vivo nell'incubo di premere il tasto sbagliato e far scoppiare o meglio scomparire tutto dallo schermo.

Sono anni che vedo gli studenti perdere interesse per il modo in cui gli vengono proposti gli stessi contenuti di una vita. Sono anni che fuori della mia borsa da lavoro fatta di penne, fogli e libri, si aggira un mondo fatto di digitale. Sono anni che ho la sensazione che i miei ragazzi, figli o alunni che siano, avessero qualcosa da insegnarmi.

Ogni anno precetto il coniuge per le programmazioni e i lavori da presentare a scuola. Due anni fa mi ha regalato una pennetta USB per raccogliere tutto il materiale legato al mio lavoro. La mia vita professionale condensata in una specie di mini scatola di plastica mi ha fatto sentire piccola. Me la sono guardata a lungo e l'ho buttata al fondo della mia borsa da lavoro...nel caso mi servisse. Vivo sempre nell'incubo di perdere i dati ivi raccolti, facendo la manovra sbagliata.

In fondo sono una gran curiosa, una donna che ama sperimentare e mettersi in discussione, allora un giorno ho accettato un invito ad un convegno sui "nativi digitali", non mi piaceva di sapere che appartenevo ormai da tempo alla categoria dei" giurassici "e volevo risalire la scala evolutiva di un mondo che mi configurava, giustamente, nel gradino più basso.

Sono anni che però le mie certezze sulla non tecnologia venivano minate, vuoi per la vita trascorsa accanto agli adolescenti, vuoi per gli stimoli che ricevi dal mondo dei figli con cui cresci quotidianamente.

Quel convegno mi ha dato il coraggio di osare e mi ha fatto capire che mi stavo perdendo un mondo stimolante, pieno di sollecitazioni ed immediatezze che rispon-

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dono alla didattica di oggi come docente e ai nuovi contatti sociali nella vita.

All'ultimo corso di aggiornamento mi sono sentita finalmente adeguata al livello....nella cartellina del convegno c'era un CD ricco di siti e materiale didattico multimediale fruibile da subito... Stavolta non ho aspettato né il rientro del marito né quello dei figli, l'ho aperto, letto, scaricato nel computer di scuola e condiviso.

Ho sempre creduto che un social network nascondesse più insidie che possibilità, allora perché non chiedere a Giancarlo mio figlio di insegnarmi come fare un profilo su Facebook? E' stato bello invertire i ruoli e vedere che lui a tredici anni avesse qualcosa da insegnarmi, è stato bello condividere esperienze e commenti, mi si è aperto un mondo sconosciuto, ho ampliato i miei orizzonti sul mondo dei ragazzi, sull'uso corretto o sbagliato che fanno di queste nuove forme di comunicazione.

Certo se a casa c'è uno dei miei figli mi sento più sicura, non è facile la scalata da "giurassica". Giovanna Mirra, docente di sostegno, Liceo classico Orazio Roma

Ho recuperato rapporti lontani, come se il tempo passato avesse arricchito la vita di ognuno, nel bene come nel male. Da quel giorno ho fatto molti passi avanti in questa direzione digitale, amo la mia pagina Twitter che mi permette di commentare situazioni e fatti in tempo reale con chi ha la mia stessa opinione o è tanto diversa dalla mia e si trova in qualsiasi parte del mondo. Amo le mie dieci dita che hanno imparato a muoversi sulla tastiera, senza stare tre ore a ricercare dove si sia nascosta quella determinata lettera. Amo tutte quelle persone che ho imparato a conoscere dall'angolo del mio studio, in qualsiasi momento della giornata. Poi, è arrivato il mio compleanno e i miei figli mi hanno regalato un e- reader, "puoi scaricare i testi che vuoi, mamma!", hanno gioito "i nativi" di casa... e allora ho provato anche io. FANTASTICO!!! Altre finestre si sono aperte sul mio mondo. Ora, nella mia borsa di scuola c'è il lettore e- reader, la chiavetta USB, un piccolo computer portatile per ogni evenienza, penne, meno fogli e meno libri. In due mesi ho scaricato molti libri che ho letto... più di prima e ho salvato tanti testi che porto sempre con me, senza peso materiale sulla schiena. La bella sensazione che ho acquisito è che ora posso di più, se carico filmati su DVD, slide sulla chiavetta, condivido con i ragazzi a scuola con facilità e si è messa in moto un "mercato " dello scambio molto attivo.

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Aula informatica: non aprite quella porta! Il web, questo sconosciuto di Cecoro Mena - Orizzonte scuola

l'amministrazione scolastica, tecnici e operatori telefonici per migliorare le connessioni internet, indispensabili per la realizzazione di tutte le progettualità online del nostro Istituto. Il supporto tecnico ai laboratori delle scuole viene dato dai centri servizio: tale supporto è risultato essere prezioso ma comunque insufficiente, perché le macchine necessitano di manutenzione continua e noi "vantiamo" invece un solo tecnico che si muove su sei scuole, senza parlare poi dei tempi necessari per rendere operativi pc nuovi o ricevuti con le donazioni (formattazioni, sistemi operativi, ecc). Questo rende evidente come gli ostacoli principali al costruttivo utilizzo dell'aula di informatica siano stati da una parte la carenza di una vera formazione del personale, molto spesso infatti i laboratori sono tenuti in funzione da insegnanti che come me si improvvisano esperti solo perché posseggono competenze minime; dall'altra, la limitatezza dei fondi a disposizione.

Quando il Dirigente scolastico ha deciso di assegnarmi il ruolo di responsabile del laboratorio d'informatica confesso d'aver provato un brivido di terrore. Affrontare l'allestimento e l'organizzazione di un'aula d'informatica in una scuola elementare, media o secondaria, richiede scelte tecniche ed economiche importanti: come strutturare l'aula? Quali sistemi operativi usare? Cosa serve? Quanto si spende? Cosa ce ne potremo poi fare? Mi sono dunque chiesta in quale maniera IO potessi risollevare le sorti del nostro laboratorio visibilmente abbandonato a se stesso , colmo di pc obsoleti e impolverati, contornato da metri e metri di cavi elettrici attorcigliati, stipato di stampanti e scanner in attesa di installazione, con una connessione Internet praticamente inesistente, insomma un vero "cimitero del web ", nel quale solo pochi coraggiosi colleghi osano organizzare una lezione. Ho comunque accettato l'incarico sfidando soprattutto me stessa, domandandomi con ironia e non poco cinismo dove fossero finite le famose tre "I": informatica, inglese, impresa?!

Trovo superfluo ribadire come e quanto risultino urgenti e necessari radicali e seri interventi strutturali circa le modalità di approccio verso questa disciplina. L'informatica offre strumenti ed E' e DEVE ESSERE ANCHE una disciplina. Apprenderne il linguaggio, la logica di base, i processi di funzionamento, permette di appropriarsi del suo utilizzo, così da orientarlo in base alle proprie esigenze. Ma noi insegnanti siamo davvero pronti a considerarla tale?

Il PRIMO PASSO è stato riordinare materialmente l'aula al fine di renderla più appetibile anche agli occhi di tutte le colleghe che, pur riconoscendo il valore e l'importanza delle nuove tecnologie, si nascondono dietro la propria scarsa dimestichezza con gli strumenti informatici ma, ahimè, ho avuto vita dura. Parlare con un adolescente di internet è come parlare ad un cuoco di cucina, te ne saprà dire una più del diavolo, ma per chi invece non è nato nell'epoca di internet si riscontrano notevoli difficoltà nell'utilizzo del mezzo e nell'accettazione della sua utilità. Il SECONDO STEP è stato indubbiamente quello più lungo e complesso: raccordare

Anche quest'anno, in modalità più che altalenante, siamo riusciti a salvare il salvabile: i nostri super Inviati Speciali hanno prodotto il giornalino online, i Nonni hanno continuato a navigare su internet e tutte le classi hanno continuato a "simulare" lezioni di informatica ...

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In questo periodo nell'Istituto si stanno svolgendo lavori di ristrutturazione, gli operai hanno sigillato tutte le porte del primo piano per evitare danni a supporti e sussidi, e proprio sulla porta dell'aula di informatica

hanno scritto: "PER FAVORE, NON APRIRE QUESTA PORTA!" Mancava solo questo! Mena Cecoro, docente, IC Perazzi – Roma

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Curiosità e comunicazione Le grandi possibilità della rete di Ansuini Cristina - Scuola & Tecnologia

se non vogliamo essere tagliati fuori e, soprattutto, se vogliamo continuare ad avere un rapporto privilegiato con i nostri alunni che in questo ambito se la cavano benissimo, essendo "nativi digitali". mettendomi alla prova con i nuovi mezzi e "navigando in mare aperto" ho scoperto una gran quantità di cose interessanti tecniche, strumenti, schede di lavoro, informazioni utili... - pronti per essere utilizzati in classe o stimolanti per riformulare situazioni, riorganizzare attività statiche, arricchire argomenti. Il bello è che poi il tutto funziona come le ciliegie, una tira l'altra, per cui da un documento interessante si può accedere ad un altro ed aprire così nuovi scenari, nuove opportunità, come ad esempio la possibilità di entrare in contatto con insegnanti che vivono in altre città ed anche in altri Paesi! Questo è un aspetto che amo molto, perché rientra proprio in quel quadro di scambio comunicativo che porta alla conoscenza ed anche alla crescita di sé. Sono una grande frequentatrice di blog e siti di insegnanti e trovo molto bello questo mettere in comune esperienze, letture, progetti... questo crescere insieme, che porta poi a veder in modo diverso quello che facciamo ogni giorno e che può rischiare di sembrarci banale! La piacevole sorpresa sta poi nell'apprezzamento di chi lavora sul

Curiosità e comunicazione. Questi sono i binari su cui ha sempre viaggiato la mia idea di conoscenza. Uno sguardo attento e curioso, aperto allo scambio, è il modo più naturale di approcciare al mondo circostante e di sfruttarne tutte le possibilità. Per questo ho una passione irrefrenabile per la lettura, per gli scambi comunicativi relativi ad essa, e per la scrittura, che mi permette di raccontare e di relazionarmi anche "a distanza". In questo percorso fatto di ricerca e relazionalità non può non avere un posto speciale la tecnologia, soprattutto nelle sue versioni più "socievoli". L'utilizzo del computer e di internet è dunque per me uno strumento impareggiabile di crescita professionale, cui nel nostro importante ruolo di insegnanti non possiamo prescindere. Essere esploratori di questo mondo consente di cogliere informazioni, notizie, ma anche cambiamenti epocali, sfumature culturali diverse, approcci nuovi alla nostra realtà di cui non possiamo certo fare a meno,

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campo e che magari dà un valore tutto nuovo a quello che fai ed in cui credi. Questa condivisione consente di arricchirsi reciprocamente e di vivere diversamente anche i momenti critici legati alla nostra professione.

in contatto e magari costruire qualcosa insieme! Ed è proprio quello che mi è capitato in alcuni gruppi di cui faccio parte, scambiando recensioni di libri o poesie particolarmente evocative. Ancora meglio, mi è capitato di chiedere pareri e supporti per portare avanti una certa attività a scuola e di aver trovato sostegno e suggerimenti utilli. È questa dunque un'ulteriore dimostrazione che la negatività di un mezzo sta proprio nell'utilizzo che se fa, non nel mezzo stesso!

È proprio grazie a questa condivisione che ne ho saputo di più sulla LIM, ad esempio, sulle ultime tecniche da utilizzare nei casi di dislessia, su varie questioni burocratiche..., ho conosciuto gli e-book ed ho imparato ad utilizzarli al meglio, ho imparato a fare ricerche, a saper porre le domande giuste per trovare quello che mi interessava!

Come sfruttare tutto questo con i bambini, rendendoli attori partecipi e non fruitori passivi?Facendo in modo che siano pronti ad evitare e saper affrontare tutti i pericoli nascosti nel web?

E i social network, come si collocano in tutto questo? Sono da snobbare categoricamente o ancora da sfruttare nelle loro enormi potenzialità?

Innanzitutto istruendoli un po' nella ricerca e nell'utilizzo delle risorse e poi nel portarli alla condivisione di materiali diversi. Le strutture a nostra disposizione non ci aiutano certo, ma sicuramente l'iniziativa personale o di team può portare a raggiungere buoni risultati. Insegnando ai bambini ad inviare e ricevere le email ho potuto creare una sorta di "rete di classe" che ci ha consentito di raccogliere i testi, correggerli e dare loro una veste gradevole, magari corredata da immagini, mettere insieme brani differenti per comporre un documento unico.

Dopo quello che ho affermato sul mio approccio alla conoscenza è chiaro che l'avvento dei social network, mi ha letteralmente galvanizzato: non tanto per l'idea di recuperare persone appartenenti al passato, comunque piacevole, ma proprio per le grandi possibilità che offrono di entrare in contatto con persone lontane, magari conosciute solo sui libri, per "raggrupparsi" all'insegna di un valore o di interesse comune, per "farsi conoscere" pubblicando brani, poesie o foto, facendo gli altri partecipi della mia sensibilità, riconoscendosi in persone lontane, talvolta famose, quasi mitiche, con le quali non si sarebbe mai avuta l'occasione di entrare in contatto: mi è capitato più volte di leggere un libro, di cercare e trovare l'autore su Facebook e di avere modo di avere uno scambio, di parlare del libro e di altro con l'autore stesso! Grazie a Facebook ho la possibilità di comunicare con Loredana Frescura e Nicoletta Costa, con Romana Petri e Andrea Valente, tanto per dirne qualcuno! Per non parlare di Massimo Gramellini, il cui ultimo libro "Fai bei sogni " mi ha colpito oltre ogni limite - e gliel'ho detto!! – Non essere più un'anonima maestra, ma qualcuno con cui entrare in contatto, qualcuno che interloquisce con personaggi che altrimenti ne avrebbero completamente ignorato l'esistenza! Il pensiero di tutto ciò mi riempie di contentezza: anche a distanza si può entrare

Ma dove ho potuto ulteriormente toccare con mano questa ricchezza di possibilità è stato prendendo parte all'entusiasmante avventura di Netpupils, il social network per ragazzini di cui ho parlato in altri articoli. Il fatto di costruire qualcosa insieme "a di-

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stanza", integrando e completando insieme il lavoro, è qualcosa di decisamente nuovo e bello che il web consente di fare senza fatica e con enorme soddisfazione. Credo che sia proprio questa la sfida per rendere il nostro lavoro più gratificante e appagante, viaggiare su quei binari di curiosità e comunicazione per portano così

piacevolmente alla conoscenza, attraverso i percorsi più variopinti. Cristina Ansuini, Psicologa, Docente presso la scuola "2 ottobre 1870", I.C. Piazza Borgoncini Duca, Roma

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Lettera aperta a tutti gli uomini di buona volontà

Tagli al sociale, il nazismo del ventunesimo secolo di Berliri Luigi Vittorio - Integrazione Scolastica

solo 3,50 marchi per ogni componente della sua famiglia, e un operaio specializzato meno di 2. Secondo un calcolo approssimativo risulta che in Germania gli epilettici, i pazzi, etc. ricoverati sono circa 300.000. Calcolare: quanto costano complessivamente questi individui ad un costo medio di 4 marchi? Quanti prestiti di 1.000 marchi alle coppie di giovani sposi si ricaverebbero all'anno con quella somma? (Problema riportato in un manuale di matematica del 1940 fatto studiare nelle scuole elementari del Reich. In BORNER Adolf, Mathematik in Dienst der nationalpolitischen Erziehung, 1941, traduzione di Alessandro Berlini) La bellissima lettera è stata inviata a "tutti gli uomini di buona volontà", soprattutto a quelli che si candidano per responsabilità politiche. Speriamo che le risposte siano all'altezza delle questioni poste.

Non ti sembra molto simile a quanto ancora oggi in tanti dicono? Eppure lo sai che in Italia si spende appena lo 0,42% del prodotto interno lordo per le politiche sociali? Non sono numeri lanciati lì a caso, li raccontava alla conferenza "Cresce il Welfare Cresce l'Italia" Cristiano Gori, riportando un articolo uscito sul Sole 24 ore pochi giorni fa.

Ti scrivo per condividere ansie e speranze nel governo della nostra città. Da tanti anni mi occupo di politiche sociali, in particolare coordinando le case famiglia per persone con disabilità a Roma. Le ansie sono dovute a un logoramento culturale. Mancano spazi di riflessione e di crescita delle idee. E in questo vuoto rischiano di affermarsi idee spaventose. Negli anni quaranta, nella Germania nazista, in un periodo di recessione economica, questo era un problema di matematica proposto ai bambini delle elementari:

Ma torniamo agli anni '40: fu allora che iniziò il "piano T4". Il progetto di eliminazione fisica di tutti i ricoverati nei manicomi, delle persone disabili. Furono sperimentate allora le prime camere a gas, poi usate per lo sterminio di milioni di persone. Qualche giorno fa al museo della Casa della Memoria e della Storia, c'è una mostra agghiacciante, dal titolo: "In Memoriam Aktion T4 - Lo sterminio nazista delle persone con disabilità. Cosa c'entra tutto questo settanta anni dopo? C'entra, perché chi ha poca memoria ha meno futuro, e la cultura, le idee che

Problema di matematica - Problema n° 97 Un pazzo costa allo Stato 4 marchi al giorno, uno storpio 5,50, un criminale 3,50. In molti casi un impiegato statale guadagna

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circolavano allora ricominciano a circolare oggi.

Il block 5 espone tutti gli ausili ortopedici tolti alle persone mandate alle camere a gas. Tra questi ho riconosciuto dei tutori, identici a quelli che per tanti anni ha usato, per camminare, mio figlio. Immaginare dunque che settanta anni fa (non settemila) qualcuno abbia mandato alle camere a gas un bimbo come lui, mi ha sconvolto. Non che non lo sapessi ma vederlo mi fece perdere i sensi. Immaginare cioè che si possa dire di lui "meglio che muori" è frutto di una cultura abominevole.

Idee come "ci sono pochi soldi, e quindi tagli al welfare e al sociale" stanno circolando a destra come a sinistra. Senza mai la capacità di entrare nel merito di decidere le priorità. Giustamente il mio amico Pino Bongiorno, presidente di Legacoop lazio, mi scriveva stamattina: "Non possiamo assistere inermi al declino della civiltà. Ogni cedimento genera culture negative, assuefazioni, degrado della vita pubblica. Dobbiamo ricostruire questo paese. Da questa crisi deve uscire una società migliore e questo non avverrà se si continuano a fare i ragionamenti rispetto ai soldi che non ci sono invece che su quali sono le priorità di spesa."

E allora quando sento quei ragionamenti, rabbrividisco e credo di avere il dovere, con tanti, di tenere alta la guarda, di riproporre con forza l'urgenza di politiche culturali serie...

Vado avanti con la riflessione: Notizia di questi giorni, addirittura si arriva ad ipotizzare l'infanticidio per i disabili. Due bioeticisti, italiani, da Melbourne sostengono che è giusto ammazzare i bambini disabili. Il testo è pubblicato sul Journal of Medical Ethics, non su topolino! Spaventoso. Ti cito solo un passaggio, e leggi quanto è simile con quella mentalità nazista:

Una città che sa fare cultura è una città che pensa e che non genera mostri. Una città che sa fare politiche sociali serie, è una città in cui il candidato sindaco si presenta agli elettori e dice: "cari cittadini, per non tornare alle barbarie del nazismo, ma per accogliere tutte le persone, a prescindere dalle loro difficoltà, servono risposte concrete, che hanno un costo. L'assistenza, gli insegnati di sostegno, le case famiglia. Vi chiederò dunque di destinare per questo la maggior parte del nostro bilancio, di fare sacrifici e di saper rinunciare ad altro. Condivideremo assieme una lista di priorità del buon governo. Sceglieremo assieme, ad esempio, se fare un centro congressi che costa milioni di euro, se costruire inutili opere pubbliche, se regalare soldi ad associazioni fantasma, a pioggia, o se concentrare le energie per i disabili, per la Caritas, per gli anziani, che saremo sempre di più (scusa la non concordanza del verbo, ma ho la certezza/speranza di diventare anziano, e vista la data di nascita, lo diventeremo assieme!)".

"crescere questi bambini potrebbe essere una sofferenza insopportabile per la famiglia e per la società intera, qualora lo Stato provveda alle loro cure. [...]Perciò, chiediamo che uccidere un neonato sia eticamente accettabile in questi casi". Dobbiamo saper condannare con forza una cultura incapace di accogliere e di includere: sono passati troppi pochi anni da quando un folle teorizzava che per loro era meglio morire. Nella Germania (e poi nell'Italia!) nazista. Vigiliamo tutti assieme perché questo non accada. E diciamo con forza che per dire NO a quell'obbrobrio di pseudo-bioeticisti bisogna dire di SI a delle politiche sociali forti e capaci di dare risposte vere. Indicando le priorità e usando i soldi dei cittadini per questo...

Questo mi aspetto dal candidato sindaco, attendo, fiducioso, risposte. Luigi Vittorio Berliri, presidente di Spes contra spem

Lasciami aggiungere una nota personalissima, raccontata finora solo agli amici più stretti. Quando anni fai andai in visita ad Auschwitz, sono svenuto. Il campo, come sai, è stato trasformato in museo. ________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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Linguaggio a portata di un click Parlare attraverso le dita di Nucera Roberto - Long Life Learning

ne le potenzialità e i rischi. Dobbiamo essere noi le guide (e non le vittime) di questo nuovo modo di fare e di esprimersi.

"I buk, ai pad, i meil, ai fon, limm" che sembrano far parte di un linguaggio sconosciuto, sono entrati nella quotidianità di molti e in particolare nella generazione dei "nuovi" giovani, moderni, tecnologici. Come ogni linguaggio che si rispetti necessita di una fase di strutturazione, cioè un momento inesauribile in cui si impara (si dovrebbe) la modalità per utilizzarlo e impiegarlo in maniera costruttiva, utile e funzionale.

Agli inizi della mia esperienza scolastica, la cosa che mi stupiva particolarmente e che non capivo, era vedere delle belle aule informatiche all'interno delle scuole completamente inutilizzate. Si vedeva giusto qualche "alieno" aggirarsi, quasi furtivamente, tra quelle macchine. Ora, a distanza di anni, qualche cosa sta cambiando, l'alieno è divenuto un comune mortale e non è più solo. Forse uno di quegli alieni ero io, curioso e ho voluto subito sperimentarmi, insieme a degli alunni di una scuola a creare un giornalino. Eravamo una quarantina e l'idea che mi era venuta in mente era quella di mettersi alla prova e a dare un senso e un orientamento all'utilizzo (utile!) del computer e delle sue infinite capacità. Significava mettersi in discussione, affrontare tematiche, entrare nel funzionamento della macchina, introdursi in punta di piedi in un ambiente che non sapevamo dove poteva portare. L'importante era non perdere mai di vista dove si voleva arrivare, cosa si voleva ottenere e produrre e, soprattutto, trattare ogni argomentazione dalle diverse angolazioni e con criticità. Porsi in atteggiamento di rifiuto, evitare alcune problematiche anche inerenti al web, non farebbe che alimentare nei ragazzi una curiosità insaziabile da colmare da qualche parte introducendosi in un labirinto di "canali" più grande di loro e rischiando di non uscirne o venirne fuori diversi. Feisbuk (facebook!!)che allora era solo uno spettro, oggi è diventato uno dei mezzi di comunicazione più utilizzati, poco controllati, libero di muoversi in ogni casa

La tecnologia è ormai alla portata di tutti e anche i più piccoli ne sono attratti e affascinati. I grandi, invece, spesso ne rimangono impauriti e spaventati, forse in funzione di quel linguaggio che necessita di essere capito, spiegato, in qualche modo espresso. E poi c'è il web, internet, una finestra sul mondo, a disposizione di tutti. Quasi non c'è nemmeno più bisogno di uscire da casa; un click ed eccoci immersi in una realtà tanto accattivante e coinvolgente, quanto più preoccupante e rischiosa, proprio per il suo essere libera, aperta, senza limiti. Proprio per questa ragione, noi adulti (genitori, insegnanti, persone che formano) non possiamo rifiutare questa nuova forma di comunicazione e di linguaggio che è sempre più diffuso tra i ragazzi e i nostri alunni. Abbiamo bisogno di praticarlo, di conoscer-

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e in ogni dove. Non so se per una fame di sapere, di incapacità di aprirsi all'altro in maniera spontanea o di trasgressione e disillusione. Sicuramente resta una porta che da socchiusa si rischia di non averne più la forza per serrarla e guardare dal buco della toppa non basta più.

mento. Ci immette in strade che non conosciamo poi più difficili da ripercorrere e ritrovare la via richiede uno sforzo di cui non sempre disponiamo. Deve rimanere sempre il contatto con la realtà che noi adulti dobbiamo offrire loro, in modo che poi da soli possano muoversi. Questo linguaggio "manuale" deve rimanere solo uno strumento che ci avvicina agli altri, ma che non ci allontani da noi stessi.

Il messaggio che deve passare è che la virtualità per quanto possa essere coinvolgente, nella quale possiamo catapultare le nostre curiosità e punti interrogativi, a volte è come il canto di una sirena che ammalia, affascina e ci fa perdere l'orienta-

Roberto Nucera, docente I.C. Carlo Levi - Roma

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Le "mani" di Valerio

Storia di una "no digi-teacher" pentita di Crasso Antonella - Integrazione Scolastica

E intanto, mentre io mi crogiolavo in questa presa di posizione, in questa "tigna" un po' romana di non cedere, il mondo intorno a me cambiava aspetto e l'utilizzo degli strumenti digitali dilagava. I miei figli, come tutti i figli di genitori presunti paleolitici, mi guardavano con ironia e commiserazione, loro che praticamente sono nati già sapendo usare il computer senza che nessuno mai abbia spiegato loro come si faceva, e che mi ripetevano continuamente di imparare, almeno di provarci. Anche a scuola man mano che cresceva la mia professionalità, con una punta di disagio avvertivo il fatto che saper usare certi strumenti mi avrebbe aiutato, avrebbe reso più agile il mio lavoro, aperto i miei orizzonti, semplificato e velocizzato tante delle cose che volevo fare. Ci ho messo anni...ho ceduto alla fine per pura necessità! La frequentazione della SSIS, la scuola di specializzazione per l'insegnamento, mi ha messo drammaticamente davanti ai miei limiti: lì bisognava produrre a getto continuo relazioni, tesine in power point, effettuare ricerche in internet, insomma padroneggiare tutto quel mondo dal quale fino a quel momento mi ero prudentemente tenuta alla larga. Ma in un ambiente estremamente competitivo non potevo rimanere indietro: e poi volevo (e voglio!) essere una insegnante con i fiocchi, quindi alla mia preparazione non doveva mancare più niente.

Non mi definirei esattamente una DigiTeachers, termine con cui si indicano oggi gli insegnanti digitali. Forse molti si riconosceranno in questa mia esperienza: devo confessare che fino a qualche anno fa il mio rapporto con la tecnologia era estremamente difficile, in particolare guardavo al computer come ad un oggetto alieno,del quale mai sarei riuscita a penetrare i segreti. Ripetevo a me stessa, per esorcizzare, che tanto, tutto sommato, non mi sarebbe servito, in fondo il mondo se l'era cavata per millenni senza tecnologia... io poi vengo da una formazione classica e archeologica, abituata quindi a considerare con venerazione papiri, pergamene, parole incise nella pietra... insomma un abito mentale e culturale che letteralmente per anni mi ha impedito di prendere in considerazione anche solo l'idea di imparare a usare il computer.

Così ho cominciato, un po' da sola, un po' chiedendo aiuto a casa, superando condizionamenti culturali e paure che ora mi sembrano sciocche, ma che per molto tempo sono state causa di un rifiuto che rischiava di tagliarmi fuori dal correre veloce della storia. Quando alla discussione finale della tesi del corso SSIS ho presentato il mio lavoro in power point mi sembrava di essere andata sulla luna, il massimo per me!

Non solo, mi infastidiva anche l'uso dei cellulari che non fosse quello strettamente attinente al loro uso, e tutti gli annessi e connessi dei modelli che uscivano continuamente, sempre più aggiornati e con sempre maggiori accessori.

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Per non parlare del corso di formazione per l'immissione in ruolo, solo l'anno scorso, tutto realizzato in piattaforma, alla presenza di tanti colleghi, alcuni ipertecnologici, altri nella stessa situazione nel quale ero io qualche anno fa, cioè all'anno zero... con in più l'ansia di dover imparare velocemente per espletare tutte le procedure del corso. Anche il rapporto con i colleghi, infatti, costituisce spesso un motivo di stimolo, che altrimenti non sarebbe mai arrivato.

All'inizio della scuola, negli incontri preliminari, le insegnanti curriculari di italiano e di matematica mi hanno spiegato che Valerio studia sul computer e tutte le lezioni in classe vanno quindi riassunte e riportate sul suo PC ma che lui non può scrivere e usare le mani per via della sua patologia. Così io sono diventata "le mani" di Valerio, mani che ora corrono veloci sulla tastiera perché lui non perda neanche una parola delle sue lezioni e a casa possa ritrovare tutti gli argomenti fatti, mani che ricercano per lui informazioni su internet, che preparano compiti, che guidano ricerche, che contribuiscono a farlo sentire assolutamente dentro la classe e la sua programmazione, mai tagliato fuori per la sua "impossibilità di... ". E infatti Valerio, grazie anche al suo impegno tenace e alla sua forza di volontà stupefacente, è uno dei più bravi, uno che si impegna davvero e serve da modello alla sua classe, ragazzi adorabili ma piuttosto pigri.

Anche se può sembrare ingenuo, che soddisfazione oggi aprire la posta elettronica, inviare mail, fare ricerche e tutto quanto può servire oggi per connettersi al resto del mondo...davvero si apre un orizzonte sconfinato: mi piace non tanto il farlo, quanto l'idea di saperlo fare! Certo, come si direbbe nel calcio, ho acquisito "i fondamentali" ma c'e ancora tanto da imparare, tante possibilità da esplorare. Ma quest'anno, a coronamento degli sforzi fatti, l'occasione più bella, quella nella quale davvero sto percependo per la prima volta l'utilità di quanto ho imparato a fare, e sto mettendo tutte le mie capacità e competenze al servizio di Valerio, uno degli alunni che seguo quest'anno: immaginatevi un ragazzino di 12 anni, adorabile, con una intelligente pronta e vivace, simpatico, ironico, saggio...inchiodato su una sedia a rotelle dalla tetraplegia sopravvenuta alla nascita per problemi della mamma nell'ultima fase della gestazione. Gemello identico di un ragazzino sano.

Inutile dire che mai come ora il mio lavoro mi era sembrato così utile, mai come ora mi sono chiare le implicazioni e le possibilità e sono contenta di aver operato quella scelta che mi è costata tanta fatica, anche mentale, per dotarmi di competenze tramite le quali oggi posso essere per il mio alunno mani, voce, occhi. E lui quotidianamente mi ricompensa con il suo sorriso di comprensione, di riconoscenza, di affetto. Quando sorride una fossetta si apre sulla sua guancia destra e vi assicuro che il sorriso di Valerio fa bene all'anima.

E' una storia che mi ha proprio catturato. Inutile dirvi quanto questa situazione abbia modificato tante vite, come sia difficile ogni giorno per i genitori avere davanti due figli identici ma dai destini e dai futuri così diversi, di come sia difficile per Valerio specchiarsi ogni giorno nel fratello senza farsi la fatidica domanda "perché io?", e per il fratello farsi la stessa domanda, al contrario... Paradossalmente però il più sereno di tutti è proprio lui, che ha imparato ad accettare questa situazione, è capace di ironizzare su di sé e soprattutto trova ogni giorno la forza e la maturità di affidarsi, l'umiltà di chiedere aiuto, a me, con cui ha instaurato un rapporto splendido, al suo fantastico AEC: tra noi tre c'è una intesa quasi epidermica.

Ecco, può darsi che questa mia esperienza possa essere di aiuto a quelli che, come ero io, sono scettici e prevenuti nei confronti delle nuove tecnologie, oppure non ne comprendono ancora l'utilità: ma la scuola, oggi, se vuole restare a galla, non può non ricercare nuove modalità per adottare e utilizzare con efficacia le nuove tecnologie, pur tenendo conto dei pericoli o dei limiti insiti nell'uso di esse da parte nostra e dei nostri alunni. Ma questa è ancora un'altra storia. Antonella Crasso, docente di sostegno, SMS E.Majorana Roma

E cosa c'entra la tecnologia, vi chiederete. ________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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Dalla prima pagina

Il Profumo della scuola nell'era Monti Convegno sabato 12 maggio - Roma di La redazione - Emergenza scuola

rezione: trasformare scuole e università in aziende "municipalizzate", lasciate in balia di un libero mercato che genererà, giocoforza, attraverso perversi meccanismi deterministici, scuole e università di serie A in contesti socio-economici privilegiati e scuole e università di serie Z in contesti socioeconomici svantaggiati e deprivati.

Abolizione del valore legale del titolo di studio; proposta di legge 953 sull'autogoverno delle scuole; test Invalsi per la misurazione degli apprendimenti degli alunni come unico strumento di valutazione delle scuole: mentre, negli Stati Uniti, la Commissione del National Research Council ha stabilto, in un autorevole report del 1999, che "i test non sono perfetti" e che "il punteggio di un test non costituisce una misura esatta delle conoscenze o delle capacità di uno studente", in Italia, la focalizzazione ossessiva sui test ha prodotto negli ultimi anni la proliferazione patologica di uno strumento di misurazione parziale, inaffidabile, iniquo. Oggi i nostri studenti, unici in Europa, fanno test Invalsi in II e V elementare, in I e III media, nel II anno della scuola superiore e, infine, per accedere all'università. Nel contempo, si sottodimensiona la rete scolastica, si aumenta il numero degli alunni per classe, si riducono i finanziamenti alle scuole, si dimezzano gli insegnanti di sostegno, i fondi per la lotta alla dispersione scolastica, per l'integrazione degli alunni con bisogni speciali, per il diritto allo studio garantito dalla Costituzione. Non è un caso se aumentano le iscrizioni negli istituti tecnici a più alta vocazione professionalizzante e nella formazione professionale regionale.

Il nostro convegno vuole essere un'occasione per riflettere insieme sul destino dell'istruzione, dello sviluppo, della democrazia nel nostro Paese. Vi invitiamo a partecipare.

Anna Angelucci Associazione Nazionale "Per la Scuola della Repubblica"

Scuola e università, sempre più costose e dequalificate, e sempre meno garantite dalla Repubblica, stanno diventando un lusso che molte famiglie non possono più permettersi mentre, per gli ultimi governi, si sono trasformate in un costo improduttivo, in un 'servizio' che va liberalizzato, privatizzato, dismesso. L'abolizione del valore legale del titolo di studio e l'autonomia statutaria delle istituzioni scolastiche, con rappresentanti pubblici e privati del territorio e partner privati finanziatori, vanno esattamente in questa di-

Si allega il programma

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In palestra e allo specchio

Giocare con la psicomotricità a scuola di Lugaresi Adriana Nora - Attività Laboratoriali apnea e capacità di attenzione. L'esistenza di relazioni funzionali tra il centro respiratorio e certe aree corticali e subcorticali del cervello è ormai provata in modo indiscutibile. Agli inizi del processo riabilitativo, la respirazione viene utilizzata allo scopo di indurre nel bambino l'apprendimento ed il controllo dell'espirazione. In tal senso, è necessario che il bambino sia in grado di soffiare con la bocca, anche a lungo, per poter infine espirare dal naso ed imparare a soffiarselo.

Come l'educazione sul piano della motricità, della percezione e consapevolezza corporea può contribuire allo sviluppo di abilità psicofisiche nei bambini.

Esercizi mirati a tale scopo: a) Uso di una bottiglia con acqua e di una cannuccia per giocare a fare le bollicine Uso di un palloncino e ci si soffia dentro Uso delle bolle di sapone (fare bolle grosse e piccole) - Giocare a calcolare la durata dell'espirazione - Successivamente: inspirazione nasale seguita da espirazione buccale  far ripetere al bambino prima davanti allo specchio e poi sollecitandolo a farlo con gli occhi chiusi (la chiusura degli occhi favorisce l'attivazione della memoria visiva e della rappresentazione mentale).

La sperimentazione corporea, come abbiamo visto nel numero precedente di questa rivista, può favorire in modo efficace il processo di apprendimento del bambino. A tale scopo, l'educazione psicomotoria prevede una serie di attività essenziali.

b) Emissione di suoni tenuti (O, U, A, E, I), insegnando a modulare l'emissione, come da modalità qui di seguito riportate  Forte - Forte e a lungo - Piano - Piano e a lungo Piano, poi sempre più forte - Forte, poi sempre più piano. Stessa attività dopo aver inspirato profondamente e constatare che, grazie all'aria inspirata, si può resistere di più. Le stesse attività sopra riportate possono essere raffigurate da linee alla lavagna: l'insegnante segue la linea con il dito, il bambino emette il suono.

Qui di seguito vengono descritte alcune pratiche di base che possono essere realizzate anche all'interno di un ambiente scolastico. Basta la zona palestra ed uno specchio. La respirazione ("insegnare a respirare!") L'educazione psicomotoria mira a dare consapevolezza e controllo dell'atto respiratorio. Quest'ultimo risulta associato sia alla percezione del proprio corpo (gioco del torace e dell'addome, della cassa toracica, dei polmoni) che all'attenzione rivolta verso l'interno, la quale permette di controllare il rilasciamento generale e quello segmentario. Vi è una stretta relazione tra respirazione e comportamento, così come tra tenuta respiratoria e ansia, tra possibilità di

c) Sentire l'aria sulla mano  Soffiare sulla mano - Soffiare molto forte - Soffiare leggermente - Ripetere, più a lungo possibile Ripetere con gli occhi chiusi, connettendosi al sentire.

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Movimento e immobilità. Camminare... stop! Osservare.

d) Altri procedimenti  Soffiare e far rotolare un palloncino poggiato su un tavolo Piccolo pezzo di carta posato sul naso: soffiare e la carta si solleva; poi soffiare e tenere la carta in aria più a lungo possibile.

Il rilassamento I movimenti sono particolarmente legati all'evoluzione della tonicità e diventano veramente efficienti quando si svincolano dall'azione tonica frenante. Per questo il rilassamento costituisce un mezzo insostituibile di educazione che conduce progressivamente al controllo dei movimenti ed alla consapevolezza di tutto l'essere. Permette al bambino di dominare lo spazio corporeo e lo prepara all'azione. Esercizi per una presa di coscienza del rilassamento, da realizzare in posizione supina, piedi leggermente divaricati, palmo delle mani al suolo, occhi chiusi (per una interiorizzazione delle sensazioni): a) Opposizione stringere - allentare  Stringere i pugni.. allentare i pugni - Stringere i piedi .. allentare i piedi - Stringere gli occhi, corrugare la fronte .. rilasciare gli occhi e la fronte. b) Opposizione contrazione - allungamento  Contrarre tutto il corpo .. allungare tutto il corpo. c) Caduta dei segmenti del corpo  Sollevare leggermente una gamba tesa, tenerla così e sentire che diventa più pesante .. lasciarla andare; stessa cosa con le braccia.

Conoscenza e consapevolezza del proprio corpo a) Descrizione e poi rappresentazione del proprio corpo, prima di fronte allo specchio e successivamente senza specchio: • Indicare, toccare gli elementi essenziali (testa, braccia gambe); • Differenziare; • Trasferire sugli altri (indicare mano, testa, ecc. del compagno). Progressivamente le osservazioni diventano più fini, si scoprono le sopracciglia, il naso, le due narici, le ciglia, ecc. Attenzione! Le stesse attività vanno poi ripetute chiudendo gli occhi (favorisce l'attivazione della memoria visiva e della rappresentazione mentale). b) Coscienza dei diversi elementi. Tutte le attività, qui sotto descritte, vanno realizzate stimolando la chiusura degli occhi e la progettualità del movimento prima di realizzarlo ("Prima lo pensi, lo immagini e poi lo realizzi"). In questo modo si costruisce l'azione tramite l'immaginazione, sulla base del principio che la pianificazione deve sempre precedere il movimento. Favorisce inoltre le capacità attentive e di concentrazione.

Un elemento va educato in modo particolare: il rilasciamento, l'indipendenza del braccio in rapporto alla spalla e al tronco. Questa indipendenza braccio-spalla è la condizione di tutte le attività di coordinazione degli arti superiori, della prensione, dell'educazione della mano e, di conseguenza, dei mezzi di espressione grafica. A tale proposito si rivelano molto utili gli esercizi di coordinazione e precisione qui di seguito descritti.

Esercizi mirati allo scopo: Testa e collo  Lasciar cadere la testa, raddrizzarla - Lasciar cadere la testa a destra, a sinistra, raddrizzarla. Il petto  Peso posato sul torace e tenuto con le due mani: sollevare, abbassare il peso - Le due mani posate sul torace: gonfiare il petto, soffiare. Constatare: il petto si solleva e si abbassa. Il ventre  Le mani posate sul ventre, tirare in dentro il ventre, lasciarlo andare - Sollevare e posare le gambe e constatare che il ventre si indurisce - Ripiegare una gamba, poi l'altra, allungarle entrambe e constatare cosa accade. Il dorso  Tenere il dorso aderente alla spalliera di una sedia o ad una parete, poi lasciarlo andare - Rivolgere il palmo delle mani in avanti e constatare che il dorso si raddrizza.

Coordinazione e precisione Indipendenza delle dita. Indicazioni generali: vanno educate tutte le dita di entrambe le mani, i tratti vanno sempre tracciati da sinistra a destra. I circoli vanno tracciati in senso sinistrogiro con la mano destra e, nell'apprendimento della scrittura, anche con la mano sinistra. Esercizi: a) Alla lavagna  Seguire con il dito un tratto disegnato dall'insegnante - Imparare a fermarsi ed indicare dove si inizia e dove si finisce - Successivamente, seguire tratti

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sempre più corti o sempre più lunghi - Indicare la linea più corta e quella più lunga Stessi esercizi in associazione con l'emissione di suoni tenuti - Seguire con il dito un cerchio disegnato alla lavagna - Progressivamente seguire in modo sempre più preciso dei cerchi sempre più piccoli.

ma si passa attraverso una sperimentazione sul piano motorio per arrivare, nella gradualità, ad uno sviluppo sempre più funzionale di abilità sul piano cognitivo. In tal senso, se il bambino non impara prima a tracciare dei segni (per es., un cerchio o una linea) su uno spazio ampio (come la lavagna o il pavimento) potrebbe poi avere difficoltà a realizzarlo su uno spazio più limitato, come quello del foglio, dove coordinazione e precisione diventano essenziali.

b) Le cinque dita della mano  Il pollice è il papà, l'indice la mamma, il medio il nonno, l'anulare la nonna, il mignolo il bambino (o la bambina). Le cinque dita ripiegate: tutta la famiglia è tornata a casa  poi in associazione con l'espressione verbale: il papà esce (estensione del pollice) .. che cosa farà il papà? ... la mamma esce ... che cosa farà la mamma? ... il bambino esce ... dove va il bambino? ... e così via. In questo modo non solo si possono graduare le difficoltà legate al controllo delle dita delle mani ma è possibile far immaginare al bambino tutta una serie di storie. Infine: quante persone ci sono fuori? Quante restano a casa?

In sintesi, l'educazione psicomotoria, in quanto migliora il comportamento generale del bambino, può contribuire efficacemente a creare nuove condizioni per l'attenzione, educa le capacità percettive, struttura nel bambino abitudini motorie e neuromotorie corrette. Non può, quindi, che favorire l'integrazione degli elementi che fanno parte dell'educazione scolastica vera e propria. Adriana Nora Lugaresi, Psicologa - Psicoterapeuta, Roma

c) Il tamburellare  Utilizzando tutte le dita, battere colpi sul banco, sulla lavagna prima con il polso appoggiato e poi con il polso non appoggiato - Successivamente battere con ciascun dito alla volta - Battere in modo alternato con due dita: es., indice e medio, medio e anulare - Accelerare e rallentare la cadenza.

Bibliografia Formenti L. (a cura di) (2006), Psicomotricità, educazione e prevenzione. La progettazione in ambito socio educativo, Ed. Erickson. Kurtz, Luisa A. (2006), Disturbi della coordinazione motoria - Come aiutare i bambini goffi a casa e a scuola, Ed. Erickson. Oliverio A. (2001), La mente, istruzioni per l'uso, Rizzoli. Picq L. - Vayer P. (2002), Educazione psicomotoria e ritardo mentale, Armando Editore.

Educazione della pressione a) Dito intinto nell'acqua o nel talco o nella polvere di gesso (far sperimentare le sensazioni che derivano dai diversi elementi)  Tracciare un tratto alla lavagna, meno largo possibile (a tale scopo, il bambino deve regolare tonicamente, sfiorando la lavagna) Successivamente, tracciare un tratto alla lavagna più lungo possibile e, se il bambino preme con il dito, scoprirà che il tratto si arresta. b) Dito intinto nell'acquarello  Stessi esercizi sopra riportati da realizzare su un foglio - Tratti orizzontali e verticali. c) Con la plastilina  Tracciare un solco più profondo e uno leggero (alternare). Questa breve panoramica sui giochi psicomotori permette una verifica pratica di come gli apprendimenti scolastici siano solo un aspetto dell'azione educativa in generale. Ricordiamo che nel bambino l'attenzione e la concentrazione partono dal corpo, pri-

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Attività Laboratoriali

Tecnologia e insegnamento Un'occasione per tutti

di Agolino Simona Loretta - Attività Laboratoriali Il mio modesto parere è che bisogna accettare la sfida che ci viene proposta dai nostri alunni, anche perché la loro superiorità, tranne in alcuni casi, è fatta più di apparenza che di realtà. Nell'insegnamento informatico bisogna guardarsi da ogni facile tecnicismo: la scuola non deve ridursi a insegnare ad usare materialmente il computer, ad aprire cartelle e copiare files, questo i bambini lo imparano già da soli, con l'aiuto dei più grandi. La scuola deve avere il compito di guidare gli alunni a formarsi quelle strutture mentali che rendano possibile la comprensione del linguaggio dell'informatica.

Nessuno dubita ormai che la nostra società e soprattutto la scuola di ogni ordine e grado debba avvicinarsi al mondo del computer fin dai primi anni d'età scolare. I bambini in generale vivono per lo più in un ambiente molto informatizzato, che lo diventerà sempre di più in futuro. La scuola non deve ignorare questa realtà. Negli ultimi anni si è cercato di dare sempre di più spazio a questo tipo di disciplina, con tutte le difficoltà che spesso incontra da parte del corpo docente e dei pochi mezzi messi a disposizione nelle scuole.

Sin da piccoli ho portato i miei alunni nella sala computer, affrontando da sola mille difficoltà. La nostra sala informatica si trova negli scantinati della scuola, lontano dai bagni, senza la presenza di un collaboratore scolastico nelle vicinanze a cui poter fare riferimento e senza l'ausilio di nessuno. Il più delle volte sistemavo i bambini in piccoli gruppi, e abbiamo iniziato con i disegni e pian piano che crescevano le loro competenze, aumentavano le mie richieste, fino ad arrivare ad usare il pc come forma di ricerca e di studio. Devo dire che questo tipo di lavoro è servito molto per creare un clima di collaborazione e di fiducia tra di loro. Anche i bambini in difficoltà si sentivano con l'ausilio del computer più sicuri ed erano parte integrante del gruppo.

Infatti, generalmente gli insegnanti mostrano una certa diffidenza per il mondo informatico o lo trovano solo una perdita di tempo, tolto alle discipline "prioritarie", lasciando spesso all'insegnante delle materie logico-matematiche il compito di informatizzare gli alunni.

Spesso però la mia buona volontà "da sola" non bastava, perché non funzionava quasi mai la stampante e sebbene io abbia fatto richiesta del toner finito da più di due anni... lo sto ancora aspettando! E così i lavori che facevamo spesso venivano stampati fuori, chiedendo la collaborazione di tutti.

Motivo cruciale della non adeguata percezione dell'informatica, sta anche nel fatto che gli insegnanti stessi hanno punti di vista diversi a questo riguardo. Molto spesso sono insicuri delle proprie competenze e di conseguenza non riescono ad orientare coerentemente i loro allievi.

Adesso i mei alunni stanno terminando ________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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questo ciclo di studi, sono in grado di usare il pc sia per comunicare tra di loro ma anche utilizzarlo per studio, avendo ben chiaro tutte le potenzialità che può offrire. A distanza di tempo e con le difficoltà superate posso ritenermi "un piccolo giardiniere", anche inesperto se vogliamo ma che ha cercato di seminare comunque nel suo giardino dei piccoli alberi, accettando di lavorare in un terreno spesso imprevedibile, ma accogliendo e sostenendo tutte le varie e preziose opportunità che venivano anche dai più piccoli, proprio da coloro che in futuro probabilmente comunicheranno sempre di più con questi mezzi. Simona Loretta Agolino, Giurista, Docente presso la scuola "2 ottobre 1870", I. C. Piazza Borgoncini Duca, Roma

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Attività Laboratoriali

Labo-motorio: psicomotricità in azione Un progetto per creare insieme il Laboratorio di Psicomotricità di Di Clemente Simona - Attività Laboratoriali

La nostra è stata una bella esperienza, la storia di una buona idea e di una buona soluzione, se vogliamo, riflettendo sul come, con tanta genuinità e accoglienza, siamo riusciti a intraprendere un dialogo spaziale, un luogo condiviso e condivisibile dove ristabilire delle presenze, ricominciando dal "qui ed ora" in un'ottica di dinamismo. Il laboratorio psicomotorio è uno spazio d'azione che accoglie l'individuo in quanto 'persona umana' nella sua totalità. In esso l'attività psicomotoria consente di mettere in moto contemporaneamente corpo, emozioni e pensieri in maniera fluida. Il bambino è posto nella condizione di sviluppare una consapevolezza del proprio corpo in relazione all'altro e all'uso degli oggetti. L'obiettivo è di permettergli di esplorare, sperimentare e approfondire la propria relazione col mondo che lo circonda nella direzione di uno sviluppo psicofisico armonioso. Con l'intento di promuovere l'approccio psicomotorio come luogo privilegiato di espressione dell'imparare dall'azione e per mezzo di essa, l'utilità di un tale approccio si apre a tutti gli alunni, abbracciando trasversalmente i diversi ambiti disciplinari.

L'esigenza di trovare spazi di accoglienza privilegiata, per la diversa abilità, era avvertita più che mai dal mio team di insegnanti di sostegno della Scuola Primaria "Giulio Cesare" di Roma. L'anno scorso con impegno e dedizione, insieme ad un collega abbiamo deciso di articolare una proposta progettuale, volta alla creazione di un laboratorio di psicomotricità per agli alunni con disagio d'apprendimento. Trovandomi a sostenere gli apprendimenti di una alunna con sindrome di down, che seguivo da tre anni, mi resi conto delle sue grandi potenzialità da sviluppare e le possibilità da incentivare diventavano sempre più concrete e raggiungibili per mezzo di una didattica tangibile, strutturata su spazi e materiali pensati. Il movimento è una grande fonte di aiuto all'apprendimento e stimola interesse nell'alunno che viene messo in grado di vivere realmente le conoscenze. Mi domandavo allora (come oggi), come mai la scuola italiana ancora non gli avesse riservato l'accoglienza che merita, integrandolo appieno nelle proprie metodologie edificanti.

In quest'ottica la psicomotricità diventa un utile strumento di supporto alle attività didattiche.

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concreto a chiunque gli faccia visita. Ciascuno può infatti servirsi del loro aiuto per compiere semplici calcoli: contare in avanti ogni singolo ditino permette di addizionare e il retrocedere consente di sottrarre. Risolvere moltiplicazioni e addizioni compiendo salti per le prime e ripartizioni per le seconde! A colpo d'occhio la numerazione del 5 può diventare un gioco in cui la mano accompagna l'apprendimento logico e mnemonico. Una stanza per tutti, aperta all'utilizzo di molti e finalizzata alla presa di coscienza del "Sé" e delle possibilità motorie e conoscitive che ha il proprio corpo collocato nello spazio. A terra un serpentone di numeri, con scotch colorati (per identificare decine ed unità), permette di compiere il percorso per avanzare e retrocedere nel contare. Ogni passo un numero ed ancora tanti giochi si possono inventare per usare concretamente i procedimenti matematici. Che meraviglia usare gli oggetti più svariati per contare e collocare in ogni riquadro la giusta quantità! a così preso avvio un nuovo spazio di condivisione mirato a facilitare gli apprendimenti e a supportare ed esplorare le conoscenze. Una psicomotricità da vivere ogni giorno per infondere il gusto della scoperta nel bambino e la voglia di inventare nuove strategie e possibilità d'azione nell'insegnante.

I veri protagonisti della nostra proposta sono stati i bambini con certificazione di handicap, nella convinzione di offrirgli un luogo ove esprimersi, conoscersi, crescere e conseguire risultati per mezzo dell'agire che si trasforma in esperienza e quindi conoscenza. Per tal motivo, il progetto, denominato "Labo-motorio: psicomotricità in azione" ha previsto un primo momento dedicato all'allestimento vero e proprio dello spazio laboratoriale. I bambini diversamente-abili della nostra scuola sono stati chiamati a collaborare attivamente nella concretizzazione del laboratorio. Abbiamo pensato di coinvolgerli nella realizzazione di un coloratissimo murales in cui ciascuno di loro ha avuto l'opportunità di lasciare una traccia indelebile del proprio passaggio. Ogni bambino accompagnato dal proprio Insegnante di Sostegno (momento importante per favorire un'esperienza emotivoempatica) ha realizzato un bellissimo albero colorato, la cui fronda è stata disegnata partendo dall'impronta del palmo della mano del bambino. Con questa modalità abbiamo realizzato un fantastico paesaggio che, oltre ad abbellire il nostro spazio, ha reso i bambini interpreti di un percorso che prende avvio proprio da loro, per accoglierli e ristabilire nella quotidianità del vivere e da vivere (insieme), la centralità del proprio valore.

Simona Di Clemente, docente di sostegno, C.D. "Giulio Cesare" di Roma

Tante manine colorate, tutte insieme, a simbolo dell'unità e della cooperazione, sempre pronte ad offrire un riferimento ________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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Attività Laboratoriali

La Storia fatta al PC

Collaborazione, costruzione e ...restituzione alla classe di Carissimi Alessia - Attività Laboratoriali

Se poi pensiamo a quelli che hanno delle difficoltà d'apprendimento? Cosa si può fare? Si può avviare un progetto didattico, interdisciplinare, integrato, volto ad appassionare, motivare, semplificare lo studio della Storia con l'uso di letture e mappe concettuali. Inoltre, per facilitare la conseguente esposizione orale, si può scegliere come strumento didattico il PC e creare collettivamente un ipertesto. In questo modo si possono svolgere attività di piccolo gruppo, dando a tutti l'opportunità di cimentarsi e prendere confidenza con tutto ciò che comporta lo studio della storia, esposizione orale compresa. Tenendo in considerazione i vari stili di apprendimento e potenziando le capacità di ogni alunno l'insegnante potrà formare diversi gruppi " specializzati": un gruppo per la scrittura delle didascalie e/o mappe concettuali, un altro per i disegni che altri potranno in seguito scannerizzare e inserire nell'ipertesto, un altro gruppo ancora penserà alla narrazione orale e al montaggio.

Luogo comune o no, sta di fatto che la classe terza della Scuola Primaria viene vista, da genitori ed alunni, come la più difficile dell'intero ciclo. Sicuramente tutto diventa più complesso. A rendere ardua l'impresa c'è anche lo "spauracchio" della cosiddetta INTERROGAZIONE. In effetti, in terza, si richiede ai bambini di leggere e riassumere i concetti già argomentati durante le lezioni, per poi esprimerli oralmente davanti ai compagni e soprattutto di fronte alla maestra che mette anche il voto!

A fine progetto, i lavori dei singoli sottogruppi potranno essere quindi "restituiti" al grande gruppo-classe e l' obiettivo comune sarà quello di aver collaborato e costruito insieme un ipertesto di Storia. Infine, l'ipertesto potrà essere utilizzato come materiale di studio e consolidamento per il periodo delle vacanze estive. Se vuoi vedere il lavoro completato pupi scaricare il file (12 Mb) cliccando qui Alessia Carissimi, docente di sostegno. IC Perazzi - Roma

Se a volte questo può risultare difficile ai più grandi, si può immaginare quanto possa esserlo per i bambini che si ritrovano a farlo per la prima volta. ________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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Diventa online anche il "giornalino" scolastico Come si può fare scuola dentro una aula-redazione di Maurizio Scarabotti - Scuola & Tecnologia

Nella mia attività di formatore e anche di programmatore di siti web e di altri strumenti informatici (ad esempio il recentissimo social network NET for KIDS, vedi articoli sull'homepage), sono molto soddisfatto dell'impiego che alcuni docenti sono riusciti a fare con i loro studenti del giornale online, che ha reso "digitale" il tradizionale giornalino scolastico. Detto così sembrerebbe una semplice traduzione del cartaceo in una versione digitale, al contrario i docenti hanno scoperto come una aula-redazione online- possa rappresentare un luogo dove gli alunni apprendono e, contemporaneamente contribuiscono con le proprie conoscenze tecnologiche (spesso più evolute di quelle dei docenti) a produrre: articoli, video, foto digitali, fotogallery, ricerche, url. Il tutto accompagnato da una organizzazione del lavoro caratterizzata da: • capacità decisionale della redazione nello scegliere gli argomenti da trattare nel "numero", • suddivisione del lavoro per incarichi, • collaborazione per la realizzazione del prodotto (articolo, foto, video ..) • assemblaggio dei "pezzi", • pubblicizzazione del giornale.

Nella mia esperienza pluriennale di docente di tecnologie e informatica nella scuola, ho sempre cercato di catturare l'attenzione dei ragazzi utilizzando dei linguaggi che fossero congeniali ai loro interessi. Non è stato quindi difficile introdurre i nuovi media all'interno della lezione, perché mi sono impadronito prima della "novità" tecnologica e poi l'ho tradotta in "strumento didattico", anzi strumento a supporto della didattica. Negli anni ho formato un numero notevole di docenti ad una "prima alfabetizzazione informatica" e poi seguendoli in percorsi formativi più elevati, che ha permesso loro di padroneggiare e utilizzare il computer e il web. Ricordo ancora episodi che raccontano lo stato dell'arte iniziale -circa venticinque anni fa- quando ancora le dotazioni e le attrezzature non erano parte integrante dell'arredo delle case dei docenti, come lo sono oggi. Non mancava chi utilizzasse il mouse direttamente sullo schermo perché avevo dato l'istruzione "segui la freccia!", oppure chi parlava direttamente al computer sulla mia indicazione "digli di spegnere!". Certamente davo per scontato tante istruzioni per l'uso che invece hanno avuto bisogno di anni prima di essere digerite dai più.

E' ovvio che un docente, o più docenti insieme, che vogliano sperimentare un'aula/laboratorio/redazione come ambiente di apprendimento, debbano avere delle conoscenze di base dell'uso degli strumenti tecnologici in dotazione (pc, stampante, scanner, macchina fotografica e videocamera digitale) e delle funzioni che è possibile eseguire: utilizzo di internet per ricerca di materiale, invio di mail, utilizzo dei programmi per trattare le immagini ...

Come dicevo, sono passati tanti anni e l'evoluzione degli strumenti tecnologici e soprattutto la loro pervasività nella vita di tutti i giorni, ha obbligato in qualche modo anche la scuola, e i docenti, non solo ad acquistare un pc ma ad imparare a farci qualcosa. Dal mio osservatorio credo sia ancora molto ridotto l'impiego delle tecnologie nella didattica, tuttavia molti docenti si sono coinvolti o si sono lasciati coinvolgere, altri invece si sono appassionati.

Conoscendo la diffidenza di molti verso la tecnologia, ma riconoscendo ai docenti la necessità di stare al passo con l'evoluzione

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della società, soprattutto dei mezzi di comunicazione, abbiamo realizzato (Sysform in collaborazione con Innova Servizi e con la sapiente competenza di Marco Grifoni) un programma che permette di gestire un giornale online con difficoltà minime per i docenti e per gli alunni, anche della scuola primaria. Accompagnati da una iniziale formazione e da videotutorial che supportano le tappe del lavoro, alcune scuole hanno scelto di dedicare spazio e tempo all'applicazione dell'informatica alla didattica attraverso la realizzazione del "giornalino" scolastico in veste digitale.

sciano traccia per sempre, come accade con tutto ciò che viaggia sul web.

L'attività che seguo ormai da diversi anni è all'interno del Progetto teatrale integrato Piero Gabrielli, un'esperienza di valore inestimabile, nata dalla collaborazione del Comune di Roma con il MIUR - Direzione Generale del Lazio e con il Teatro di Roma. All'interno di questo progetto, realizzato in orario scolastico, attualmente da nove scuole di ogni ordine e grado, sono attivati tre laboratori: il laboratorio di recitazione, il laboratorio di scene e costumi e il laboratorio di documentazione. Quest'ultimo rappresenta la REDAZIONE della singola scuola, composta da alunni e docenti che insieme raccontano il progetto Gabrielli all'interno del loro Istituto: si tratta appunto di un ambiente di apprendimento dove si apprende a fare (un giornale online), a stare (insieme alunni con competenze e/o difficoltà diverse), a organizzare (il lavoro), a collaborare (ognuno il suo ruolo), a condividere (le scelte).

Maurizio Scarabotti, docente di informatica, presidente di Sysform e Sysform Editore

Ma la tecnologia non è magia, non ha da sola la capacità di progettare, organizzare, documentare. Tutto ciò che viene realizzato in una Redazione di un giornale online passa attraverso la capacità di motivare, di attivare, di promuovere, di rinforzare, di supportare, di orientare che solo un docente sa e può fare. Questo è un esempio intelligente del connubio didattica e tecnologia.

Altri esempi di giornalini online: L'Arberone realizzato dal CD Belli – Roma Inviato Speciale realizzato dall'IC Perazzi – Roma

La Redazione "madre" della testata de "Ilpierino" è composta dai docenti referenti delle nove scuole, che si incontrano periodicamente con il Coordinamento pedagogico del Gabrielli, sotto la guida della prof.ssa Luigia Bertoletti, per mettere insieme lo spaccato di vita scolastica raccontato da ogni redazione e, nel suo insieme permette di dare testimonianza di un progetto - il Gabrielli appunto- che mette insieme punti di vista, sguardi sulle attività, testimonianze ed interviste che arricchiscono non solo i singoli e le singole scuole, la________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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Scuola e Tecnologia

La Lavagna Interattiva Multimediale come facilitatore dell'insegnamento

Tanti punti di forza, ma anche qualche margine di criticità di Traversetti Marianna - Scuola & Tecnologia

più individuale e legato alle competenze di ciascuno e, dunque, ai timori di non essere in grado di "padroneggiare" un computer od una LIMal cospetto dei propri alunni; ed un punto di vista più pragmatico, per il quale risultano assolutamente evidenti i limiti del sistema scuola che non riesce a stare al passo con le esigenze specifiche dei singoli istituti scolastici e dei singoli allievi, in termini di risorse economiche e tecnologiche rese a disposizione degli utenti, alunni e docenti. La crisi politica, del resto (non è un tabù ormai dirlo), si fa manifesta anche e soprattutto in campo scolastico ed infatti diviene veramente complesso adoperarsi, come insegnanti, per imparare a sfruttare le risorse che provengono dall'uso di una rete internet, di un computer e di una stampante, di un touch screen di una LIM o di un Ipad direttamente in classe. Fa ridere ed arrabbiare nel contempo il fatto che, anche laddove vi sono docenti intenti a cimentarsi nell'utilizzo di questi mezzi informatici (che sicuramente facilitano la didattica) e docenti che frequentano corsi di formazione in tal senso, doversi ridurre a fare "le lotte tra colleghi" per accaparrarsi l'uso, magari anche solo per un'ora alla settimana, dell'unica LIM presente nella scuola. Su questo, allora, i vari ministri di turno dovrebbero interrogarsi e, anziché professare opinioni aleatorie e dichiarare che gli insegnanti italiani non sono all'altezza di stare al passo con i tempi e con le richieste delle giovani generazioni, "farsi un giro" nelle scuole per verificare in quali situazioni esse versino. Ma, del resto, questo lo sappiamo tutti e, probabilmente, parlarne qui diventa quasi ridondante; più utile, forse, in questa sede, sottolineare le potenzialità didattiche (per l'alunno) e metodologiche (per il

La querelle pedagogica sull'utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica delle discipline ed in quella volta al trattamento delle difficoltà e dei disturbi specifici di apprendimento è, ancora oggi, (nonostante il suo esordio marcato risalga ormai ad un decennio fa) molto fervida e non priva di contrastanti reazioni. Assistiamo a entusiasmi di tipo estremistico, volti alla pubblicizzazione di pratiche didattiche tecnologiche come risanatori di problemi grossi e piccoli legati a questioni di scuola. Sono presenti, tuttavia, anche atteggiamenti di cristallizzate forme di rifiuto a priori della conoscenza e dell'uso del mezzo informatico, multimediale e tecnologico, quale modalità formalizzata di "svilimento" di un insegnamento considerato più puro, più naturale ma soprattutto, più universale, quale è considerato da molti quello tradizionale, basato sulla lezione trasmissiva che da anni viene praticato e, dunque, ne viene sancita, in modo indiscusso ed acritico, la validità sul piano formativo. Dal punto di vista degli insegnanti, le perplessità maggiori sono di due ordini: quello

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docente) che l'utilizzo ragionato e programmato dei diversi strumenti informatici determina a scuola.

modo agile e duraturo, alla documentazione informatica di ciò che si progetta, si costruisce, si corregge, si trasforma. Il fatto che docenti e discenti possano trattenere le informazioni attraverso l'utilizzo di pen drive, di cartelle, di file, di hard disk, è assolutamente una novità rispetto alla scuola tradizionale. Questo, per gli allievi, diviene un insostituibile strumento da utilizzare a scopi precisi ed individuali: per riascoltare comodamente e quando si vuole le lezioni registrate, per modificare i propri elaborati, per aggiornare appunti... E , per gli insegnanti, è quella possibilità che permette loro di "non buttare" i lavori preparati per le lezioni, ma piuttosto di conservarli per rivederli, riaggiornali, riprogettarli, riutilizzarli...

Soprattutto nel caso di allievi con bisogni educativi speciali, il supporto visivo informatico risulta essere uno strumento di compensazione formidabile. Si pensi, in prima classe primaria, alle possibilità che esso offre con l'uso del touch screen di una LIM: carattere chiaro e grande di una parola scritta, evidenziazione dei gruppi consonantici in colore per la lettura e scrittura, immediata resa illustrativa di parole o frasi date attraverso la ricerca in internet di immagini evocative... Potremmo continuare a lungo ad enunciare le diverse possibilità operative, che non si esauriscono solo nell'ambito di una didattica volta all'integrazione ed all'apprendimento di allievi con disturbi specifici, con difficoltà apprenditive e con disabilità, ma anche nel contesto di una didattica per tutti. Pensiamo, ad esempio, a quanto è più efficace la trattazione concettuale di un argomento di qualsiasi disciplina attraverso una presentazione preparata dall'insegnante in Power Point, piuttosto che l'ascolto passivo di una lezione frontale in cui l'insegnante medesimo parla, ma non ha la possibilità di fornire simultaneamente la combinazione di vari e molteplici stimoli di apprendimento (visivi, uditivi, verbali, non verbali). Consideriamo la grande utilità didattica del collegamento internet e, dunque, dell'uso di LIM od altro per far studiare ai ragazzi la scienza, la storia, ma anche la letteratura: sicuramente, per spiegare cos'è la parafrasi sarà più agevole e facilitante, per gli allievi, fare una comparazione tra due testi scritti resi visibili contemporaneamente sullo schermo e sui quali gli allievi stessi posso agire attraverso la manipolazione delle parole, la navigazione in internet per cercare fonti e notizie su autori ed opere, la videoscrittura, ecc.

Certamente, anche le nuove tecnologie presentano tuttavia dei punti di criticità; primo tra tutti quello che queste stesse lasciano poco margine all'improvvisazione dei docenti: se un insegnante fa uso dei materiali e dei mezzi informatici nella sua didattica, egli deve necessariamente preparasi prima e dedicare un tempo sistematico e stabilito all'elaborazione dei contenuti multimediali che intende presentare agli allievi. Questo è un dato che assicura qualità e validità all'insegnamento, ma non dobbiamo dimenticare che i docenti, dalla loro, hanno una straordinaria capacità di improvvisare lezioni e discussioni che, molto spesso, divengono il fulcro della didattica stessa e che conducono esse stesse la concettualizzazione e la riflessione metacognitiva di concetti e contenuti ad altri indirizzi, più ampi, più articolati, più interessanti, più ricchi. Utilizzando, invece, esclusivamente gli strumenti fin qui indicati, questa capacità dei docenti non viene sollecitata al massimo, proprio in virtù del fatto che essi richiedono una progettazione dettagliata a monte. Marianna Traversetti, docente, IC Perazzi – Roma

Un altro fattore formidabile, che contraddistingue l'uso delle tecnologie nei processi di insegnamento e di apprendimento, è costituito dalla possibilità di provvedere, in .

Video per Informazioni base per utilizzare una lavagna multimediale

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Scuola e Tecnologia

Gemellaggi elettronici tra scuole All'Italia miglior progetto europeo 2012 di La redazione - Scuola & Tecnologia

presso il consorzio European Schoolnet-. "A Taste of Maths (ATOM)" si era aggiudicato anche il primo premio nella categoria di insegnamento per gli alunni dai 12 ai 15 anni in partnership con una classe rumena di Bucarest, e collaborando anche con Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Grecia e Spagna. L'inglese è stata la lingua scelta per lo scambio, ma l'altro linguaggio comune è stato quello della matematica. "L'obiettivo - ha detto la docente Maria Teresa Asprella - era quello di motivare gli studenti allo studio della matematica, stimolare la loro curiosità scientifica ed il loro spirito di ricerca, attraverso giochi, storie e materiali multimediali sulla matematica applicata alla vita quotidiana e a vari aspetti della cultura del paese di origine".

COMUNICATO STAMPA del 6 aprile 2012 Prestigioso riconoscimento durante la cerimonia annuale dell'azione comunitaria per i gemellaggi elettronici eTwinning. Il Capo Unità Nucci: "Risultato importante che premia l'impegno dei docenti e conferma la grande qualità del nostro settore scolastico".

L'altro riconoscimento nelle categorie ufficiali in concorso è stato quello per la fasce di età di alunni da 4 a 11 anni, con il progetto "The new adventures of Twinnies around the world" attivato dalla docente Marina Screpanti del 3° Circolo didattico di Chieti. Premiati inoltre, nelle categorie speciali di lingua, anche il progetto "Carpe Nuntium: voilà nuestra FrItalianza" attivato dalle docenti Laura Carbonelli e Laurarosa de Luca (Liceo Statale "Niccolò Machiavelli" di Roma), e quello dell'Istituto "Ten. Col. G. Familiari" di Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria), ovvero il progetto in lingua francese "Journalists en herbe", dei docenti Domenico Marino e Martine Gaillard.

Dopo essersi aggiudicato quattro premi, in altrettante categorie, il progetto "A taste of Maths (ATOM)", che ha visto tra i fondatori la docente italiana Maria Teresa Asprella del Liceo Classico "E. Duni" di Matera, è stato premiato come "miglior progetto eTwinning 2012". Il riconoscimento è stato conferito alla Conferenza europea eTwinning, svoltasi a Berlino dal 29 al 31 marzo 2012, al cospetto dei rappresentanti istituzionali della Commissione Europea (Direzione Genarale Istruzione e Cultura). L'evento rappresenta il principale appuntamento annuale per quanto riguarda le attività di eTwinning, azione comunitaria cha ha dato vita al più attivo portale europeo per gemellaggi elettronici tra istituti scolastici, con seminari e workshop di formazione e la premiazione dei migliori progetti di partnership online attivati lo scorso anno.

"Senza dubbio questo risultato europeo conferma il valore e la qualità di aggiornamento della didattica italiana ha commentato Donatella Nucci Capo Unità Nazionale eTwinning -. Siamo consapevoli che l'impegno delle docenti e dei ragazzi coinvolti in questi progetti è stato enorme e siamo felici che sia stato riconosciuto anche a livello europeo. L'augurio è che queste eccellenze possano contribuire ad aiutarci nel promuovere l'utilizzo del portale ed un nuovo modo di fare didattica, costituendo esempi pratici delle grandi potenzialità formative e culturali proprie della piattaforma".

Il prestigioso award, attivato per la prima volta in questa edizione, darà la possibilità ai docenti vincitori di recarsi a Bruxelles per visitare la sede del Future Classroom Lab -

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Cos'è eTwinning Il portale eTwinning offre un servizio gratuito a tutti i docenti iscritti l'opportunità di lavorare insieme a progetti di gemellaggio elettronico che, grazie all'utilizzo delle nuove tecnologie e a partnership attivate a livello europeo, costituisce un'importante fonte di sperimentazione e innovazione delle pratiche di insegnamento tradizionali. Giunto al suo sesto anno di attività, il portale eTwinning conta oggi oltre 160.000 insegnanti registrati, 90.000 scuole e circa 23.000 progetti di gemellaggio in tutta Europa (l'Italia è uno dei paesi più attivi con circa 11.500 docenti iscritti, 6.000 istituti registrati e altrettanti progetti avviati). Il gemellaggio può essere stabilito tra almeno due insegnanti di scuole pubbliche o parificate, facenti parte di due o più paesi tra quelli dell'Unione Europea, oltre a Croazia (membro dal 2013), Turchia, Islanda, Norvegia e Svizzera. L'organizzazione di eTwinning si articola in una rete di Unità Nazionali coordinate da Bruxelles, dal consorzio europeo di Ministeri dell'Istruzione European Schoolnet, su incarico della Commissione Europea, con l'obiettivo di favorire un'apertura alla dimensione comunitaria dell'istruzione per contribuire a creare e fortificare un sentimento di cittadinanza europea condiviso nelle nuove generazioni. In Italia l'Unità Nazionale eTwinning ha sede a Firenze presso l'ANSAS - ex Indire, insieme all'Agenzia Nazionale per il Programma di Apprendimento Permanente il cui obiettivo è contribuire allo sviluppo dell'Europa quale società avanzata basata sulla conoscenza, riunendo al suo interno tutte le iniziative di cooperazione europea nell'ambito dell'istruzione e della formazione dal 2007 al 2013, periodo di durata dell'azione. Maggiori informazioni sui siti (a dx –vers online). Unità Nazionale eTwinning Agenzia LLP - ANSAS (ex Indire) Via Magliabechi, 1 50122 Firenze Italia Tel +39 055 2380561 Fax +39 055 2380584 Mail: eTwinning@indire.it Web: http://etwinning.indire.it/ ________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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La scuola e il web: una partita da giocare Il punto di vista di un genitore di Paci Lucia Giovanna - Orizzonte scuola

un articolo intitolato SI PUO' EDUCARE AL DIGITALE , che vorrei riproporre qui pressoché integralmente e senza aggiungere molto altro, perché rispondeva già in pieno al quesito del mese e perché, magia delle coincidenze, si riferiva allora al Convegno su "I Nativi digitali e la nuova sfida per genitori e docenti" organizzato dalla rivista, per fare il punto sul progetto NETPUPILS, il social network per studenti più giovani e oggi capita a fagiolo con l'imminente lancio di NET for KIDS, il nuovo social network per bambini e ragazzi under 14, studiato, elaborato, messo a punto dall'intelligenza, la lungimiranza, l'impegno, la passione e la fede di Manuela Rosci e Maurizio Scarabotti.

Può un docente - oggi - trascurare gli aspetti tecnologici della vita quotidiana? Quale può essere la conseguenza? è la domanda traccia per il tema del mese. Pur dal mio osservatorio di genitore, la mia risposta è per una volta categorica e sintetica: no, affatto!

"La sensazione che provo quotidianamente, costantemente stimolata dai miei figli, è che viviamo dentro a una rivoluzione che ha pochi altri eguali (magari l'invenzione della stampa, che ne so, o dell'elettricità), come fenomeno sociologico, di costume, culturale, di massa, politico e quanti altri aggettivi si voglia aggiungere, tanto da far coniare il termine di era digitale: qualcosa di non reversibile, di epocale, appunto. Noi, generazione di vecchi, possiamo anche protestare, opporci, scalpitare, demonizzare, possiamo obiettare, teorizzando o prefigurando chissà quali scenari di sciagure, ma non riusciremo ad arrestare un processo che ha cambiato, sta cambiando e cambierà sempre più e per sempre, tanto i comportamenti sociali quanto quelli cognitivi, influendo sull'evoluzione dello sviluppo cerebrale, così come fece nella Preistoria la nascita del linguaggio verbale!

Oggi viviamo di tecnologia, in un mondo reale sempre più mescolato al virtuale, che parla una lingua nuova, veloce e in continua evoluzione, in cui l'informazione, dunque il sapere, si sono fatti circolari, perché on line il fruitore può essere anche autore e il destinatario di un docente, l'alunno, vive tutto ciò con tanta naturalità da esserne inconsapevole. Mi viene normale, pertanto, girare la domanda: che tipo di docente vuole essere dunque quello attuale se non ritiene importante parlare la stessa lingua dei suoi alunni, se non usa i suoi stessi strumenti di comunicazione e di circolazione della conoscenza?

Oggi, un ragazzo che ha a disposizione un mondo multimediale di suoni, immagini, colori, sviluppa le cosiddette "abilità multitasking", cioè la capacità di pensare e fare molte cose insieme: oltre a stimola-

E' tanto che ragiono su questo e l'ho più volte scritto. L'ultima, esattamente un anno fa, ad aprile 2011, da queste pagine, con

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re aree cerebrali differenti, rendendo l'apprendimento più percettivo e sviluppando abilità visivo-motorie eccezionali, organizza la conoscenza in connessioni reticolari. Questa rete, tra l'altro, non può per sua stessa definizione essere fissa, statica, ma è qualcosa di molto mobile, che rende dinamici e circolari gli stessi rapporti che si creano all'interno della conoscenza.

diventa anche chi insegna", come dice Agostino Quadrino (direttore della Garamond, casa editrice digitale), aggiungendo che "si fa educazione quando si dà la parola"; in questo modo, inoltre, si ha l'opportunità di conoscere un ragazzo, in maniera del tutto diversa e inaccessibile da altri versanti, dato, come sostiene la neuropsichiatra Irene Sarti, che "l'identità virtuale e quella reale interagiscono nella formazione della personalità e non sono in opposizione". "Gli studenti di oggi non sono più quelli per cui la scuola è stata progettata e questo cambia il modo di fare scuola", dice ancora la Sarti, che apre alla "classe reale" e alla "classe virtuale", puntando sulla "personalizzazione in campo formativo, fondata sui diversi stili di apprendimento"", scrivevo.

Ci si lamenta che i ragazzi oggi non leggono più, ma non è vero. I miei figli forse leggono meno i libri di carta, ma sperimentano altre forme di lettura, appunto più "circolari". Attraverso i social network e tutte le altre opzioni che offre Internet, possono essere non solo lettori, ma anche autori, nel momento in cui commentano, scrivono note, interagiscono col testo e nel momento in cui condividono i loro scritti con una comunità, aprendo un dialogo tra più parti che non può non essere considerato come novità fondamentale, soprattutto da chi fa scuola, oggi.

Mio figlio diciannovenne, che fa la Maturità quest'anno, afferma che nei suoi 5 anni di Superiori, uno dei professori che ha inciso più su di lui, più moderno, credibile, motivato, è stato un prof. di chimica- che ha avuto solo il primo anno, perché poi è andato in pensione- che aveva capito, che per avere un rapporto di successo con i suoi ragazzi, doveva parlare la loro lingua, e, dal momento che Facebook e i social network non erano ancora una realtà consolidata, lui, signore distinto e apparentemente tutto d'un pezzo, continuava il contatto con loro, fuori dall'aula, attraverso le mail, che dovevano servire ai ragazzi per farsi dare spiegazioni aggiuntive, o per qualunque altra esigenza, compresa quella di allegarsi file per compiti, lavori, approfondimenti. I dischetti del prof. Conti erano un tesoro irrinunciabile e io non ho mai visto una simile fila di genitori e di ragazzi stessi ai colloqui di nessun altro professore!

Come per ogni rivoluzione della Storia, i fatti e le opinioni su di essi viaggiano più velocemente delle coscienze e dei costumi, che ne rappresentano l'attecchimento, l'interiorizzazione, e sono il risultato di un'educazione lenta, quotidiana, capillare. E come in ogni rivoluzione che scardina sistemi ed equilibri precedenti, ci si aggrappa per difendere antiche certezze, in questa rivoluzione digitale , maggiormente i docenti rispetto ai genitori - che per statuto potrebbero essere meno preparati - vivono un "gap generazionale in campo educativo", come dice Manuela Rosci: non sono, cioè, spesso pronti a raccoglierne la sfida. In quante occasioni mi sono sentita dire: "ma vuoi mettere il piacere fisico nel leggere un libro cartaceo, sfogliarlo e sentire l'odore della carta??!!", come se questo potesse essere messo eventualmente in discussione o, comunque, determinante per arrestare un fenomeno di tale portata.

Oggi, dopo soli 4 anni, i social network sono una realtà e un insegnante non può perdere l'occasione di esserci, con i suoi studenti, in mezzo a loro, sul loro terreno e non per ficcanasare- sebbene non sia male da entrambe le parti avere una visuale diversa di chi si ha di fronte- ma proprio per avere un formidabile strumento di contatto (quello sono facebook e compagni, un mezzo!)e di intervento , in cui esprimere la propria intelligenza e la propria sensibilità di mediatori e formatori. Del resto, questo ruolo e questa modalità di rapporto spetterebbe anche ai genitori, che,

Quanti insegnanti sono saliti in cattedra a moralizzare sull'uso di Facebook, semplicemente vietando a un ragazzo di chiedere loro l'amicizia, senza neanche una spiegazione razionale e senza nemmeno riflettere sul legame speciale che questo contatto potrebbe produrre! Una comunità digitale, infatti, "apre il dialogo tra chi impara e chi insegna e chi impara

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invece, nei sono spesso i grandi assenti nei social network, sia perché proprio assenti, sia perché seppur presenti, hanno atteggiamenti che vanno dall'imbarazzo al disinteresse alla fiera volontà di lasciare al figlio assoluta libertà di muoversi in un universo a loro stessi abbastanza sconosciuto, perdendo di vista la possibilità di essere guida. Ben venga allora NET FOR KIDS, che apre ai genitori, in un contesto che, pur allargando agli ampi orizzonti di una rete, circoscrive agli studenti under 14 la partecipazione, proprio per farne un progetto formativo, educativo, ma di questo non sono io la persona più indicata a parlare, lo faranno di certo i formidabili ideatori e realizzatori, gente di scuola, che di scuola vive e nella scuola crede e che non vuole altro che una certa scuola sia possibile! Lucia Giovanna Paci, genitore, IV Municipio – Roma

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Orizzonte scuola

Ministro Profumo: la legge sia la Sua Road Map Buon lavoro!

di Maranzana Enrico - Orizzonte scuola

Il ministro Profumo ha detto: "Se uno dei miei nonni si svegliasse, capirebbe poco degli strumenti con cui funziona la società italiana .. poi se tornasse a scuola... beh, lì gli si presenterebbe un panorama sostanzialmente uguale .. con gli stessi banchi di formica verde".

La legge è la stella polare Da oltre quarant'anni la legislazione scolastica ha concepito la scuola come sistema, ridisegnandola: gli operatori scolastici hanno fatto spallucce e hanno continuato a vivere nel passato. Così è avvenuto per i decreti delegati del 1974, strutturati in conformità ai dettami delle scienze dell'organizzazione: essi sono stati snaturati e banalizzati. Fatto ancora più sconcertante è l'assoluta indifferenza rispetto al loro fallimento: nessuna indagine è stata svolta per individuare e rimuoverne le cause. L'insuccesso, invece, è stato più volte utilizzato a sostegno delle argomentazioni sull'inutilità di ogni ammodernamento e razionalizzazione del servizio.

"I nostri ragazzi sono nativi digitali e a scuola si impara solo il 20%". "Una scuola che ha bisogno di strumenti diversi". "I libri si spostino sui tablet". La sostanziale immutabilità del servizio è stata riconosciuta mentre la direzione della futura azione del governo non appare convincente in quanto deriva da una visione di superficie e dalla mancata percezione dell'origine del male che ammorba l'istituzione scuola. In questa nota si tratteggeranno alcuni interventi di natura culturale, giuridica, sistemica, organizzativa, utili al riallineamento della scuola al mondo contemporaneo. *****

Scegliere collaboratori validi Alla domanda "ci sarà continuità con l'azione del precedente governo" il ministro ha risposto che è bene valorizzarla: alcune correzioni saranno necessarie ma non avverranno rivoluzioni per non perpetuare la transitorietà. Principio condivisibile ma, quando si tratta di provvedimenti irrazionali o illegittimi, inapplicabile: le decisioni sbagliate sono da cestinare. Si prendano a esempio le indicazioni nazionali del maggio 2010 relative alla riforma delle superiori e le si confrontino con le disposizioni loro sovraordinate: si accerterà la conflittualità tra norme. La mancanza d'attenzione alla volontà del legislatore e la conseguente assenza d'orientamento hanno generato il contrasto normativo. L'origine dell'anomalia è sintetizzata in figura che presenta due punti di vista: il primo desunto dalle raccomandazioni del Parlamento Europeo, fondamento dei regolamenti di riordino (marzo 2010); la seconda deriva dalla rielaborazione del T.U. 297/94 e della finalità del sistema educati-

Il ministro ha ricordato la sua vita professionale e ha ripercorso le più significative esperienze da lui vissute a diversi livelli di responsabilità. Queste gli hanno consentito di acquisire una visione ben strutturata e completa delle problematiche del settore su cui eserciterà la sua funzione ministeriale. Si tratta di un'asserzione la cui validità è limitata ai contesti statici ove le scelte sono assunte facendo tesoro della conoscenza del passato. Se invece tutto cambia vorticosamente e "bisogna correre con tutte le proprie forze solo per rimanere fermi" la conoscenza pregressa può essere zavorra e d'ostacolo al cambiamento.

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vo, di istruzione 53/2003).

e

formazione

(legge

• "Competenze: capacità di servirsi di conoscenze strumentali pre-strutturate in situazioni pratiche di lavoro". Si tratta di due enunciati da cui traspare un'idea di scuola fondata sui saperi, trasmessi ex-catedra, modalità operativa non idonea al conseguimento della finalità istituzionale. Valorizzare la cultura informatica Tablet, lim, wikipedia, smartphone... sono strumenti utili ma poco incisivi per favorire il cambiamento indotto dalla rivoluzione informatica. L'effetto più evidente riguarda la dilatazione del concetto di disciplina, non più identificata come la mera sistematizzazione delle conoscenze ma come corpo in movimento. La spirale problemi .. metodi .. argomenti .. problemi .. metodi .. esprime la sua dinamica. Ne consegue che la trasmissione di una fedele e corretta immagine delle discipline implica un profondo e sostanziale cambiamento della didattica: la percezione e la soluzione di problemi, la modellazione, l'algoritmizzazione e la formalizzazione sono capacità che costituiscono l'autostrada della progettazione educativa.

Si osservi come le due definizioni, oltre a collocarsi in posizioni diverse sull'asse del processo formativo-educativoell'istruzione, nascano dall'assunzione di punti di vista differenti. Il momento della progettazione si caratterizza per la sua generalità e astrattezza mentre quello del controllo è attento alla specifica situazione dei singoli studenti. In questo secondo caso la professionalità docente è fuori scena: l'ibernazione delle attività scolastiche ne è la diretta conseguenza e l'unitarietà del servizio, la sua finalizzazione e il feed-back (1) sono pratiche rimosse.

Signor ministro: buon lavoro! La questione di fondo ha natura culturale e riguarda la professionalità dei docenti. L'attività che si svolge nelle aule scolastiche deve essere correttamente incastonata in una struttura razionalmente concepita e diventare la fase operativa di un processo che ha affrontato e sciolto nodi di natura strategica e tattica. E' necessario ridare dignità alla funzione docente, riconoscerne la valenza, specificarne il carattere, differenziarla dall'insegnamento universitario la cui mission ha pochi punti di contatto con quella della scuola superiore. In questa, infatti, la conoscenza è strumento e occasione per lo sviluppo e il consolidamento delle qualità degli studenti(2).

Si propone un altro spunto. L'incisività e la professionalità di molti operatori scolastici di alto livello è commisurabile al numero degli errori che hanno viziato la batteria di test diramati dal ministero per la prima fase del concorso per dirigenti scolastici. La comprensione di quanto accaduto è facilitata dalle indicazioni fornite da un membro del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione agli operatori dei bienni dei tecnici e dei professionali. Ecco la definizione di due concetti basilari: • "Capacità da capio, prendere, comprendere in forma potenziale un ampio volume di conoscenza, atto del saper tradurre in fatto un costrutto teorico";

Enrico Maranzana (1) CFR Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 art. 4 - Il collegio dei docenti " valuta periodicamente l'andamento complessivo dell'azione didattica per verificarne l'efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell'attività scolastica" (2) Art. 2 legge 53/2003 art. 2 comma a)

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Perché abbiamo deciso di partire

L'agenda strategica per la promozione dei diritti online dei minori di La redazione - Dalla redazione

Per bambini da 5 a 12 anni Appuntamento dalle ore 10 alle 12 Ingresso gratuito

Per i giovani, Internet e le tecnologie digitali rappresentano uno spazio utile per l'apprendimento,per sperimentare la propria creatività, esplorare differenti aspetti della propria personalità, esercitare nuove forme di partecipazione e di libertà di espressione. Allo stesso tempo, siamo di fronte ad una realtà complessa e apparentemente priva di regole, nella quale possono trovare spazio anche situazioni e comportamenti a rischio.

Vedi il programma Leggere Leggeri 20 scuole selezioneranno prototipi per la didattica digitale Lanciato progetto del Ministero dell'Istruzione

Il Comitato Consultivo è costituito da circa 50 organizzazioni, tra istituzioni, società scientifiche,media, industrie ICT (Information and Communication Technologies) e di telefonia mobile, associazioni e università, attive nella tutela di bambini e adolescenti online, e che condividono i principi sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza. Tale condivisione si riflette in modo operativo in tutti gli ambiti di lavoro del Comitato. Il Comitato Consultivo si inserisce nelle attività del Centro Giovani Online, espressione nazionale del Programma Safer Internet della Commissione Europea, coordinato da Save the Children Italia e Adiconsum.

(DIRE) Roma, 27 mar. - Scuola sempre piu' digitale: prosegue il Piano del ministero dell'Istruzione per la diffusione della didattica elettronica nelle scuole italiane. Il nuovo step prevede il lancio di venti richieste d'offerta formativa (prodotti per la didattica, in sintesi) rivolte agli editori e produttori di software didattico-pedagogico ...

Leggi "L'agenda strategica per la promozione dei diritti online dei minori"

... Finalità del monitoraggio e degli esiti che ne sono derivati era quella di contribuire a rilevare lo stato di attuazione delle Indicazioni nazionali e per il Curricolo, al fine di concorrere all'obiettivo finale della loro eventuale revisione ... Si è cercato di conoscere, in particolare, il modo con cui la scuola ha percepito e attuato il cambiamento complessivo intervenuto nel recente periodo, utilizzando gli strumenti offerti dall'autonomia scolastica e interpretando le modifiche legislative delle recenti riforme,

Per continuare a leggere clicca qui Esiti del monitoraggio sulle Indicazioni (art. 1, c.4 DPR 89/2009) Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l'Autonomia ScolasticaMIUR

C'era una volta quando i sassi erano pane Leggere leggeri Letture animate di fiabe e racconti dal mondo accompagnate da musica dal vivo Teatro Due Roma teatro stabile d'essai Vicolo dei Due Macelli, 37 Roma

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mediante opportuni adattamenti al proprio contesto di riferimento. Il questionario ha, pertanto, privilegiato l'individuazione di indicatori e descrittori relativi agli elementi fondativi della riforma. leggi il report "Esiti del monitoraggio sulle Indicazioni - Formulario A La redazione

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