Lascuolapossibile numero maggio 2012

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Pubblicata da Sysform Editore 00131 Roma Via Monte Manno 23 -

Direttore Responsabile Manuela Rosci

Edizione cartacea della rivista telematica www.lascuolapossibile.it Iscrizione al Tribunale di Roma 63/2010 del 24/02/2010 N.23 maggio 2012

Web Content Manager Maurizio Scarabotti

Editoriale

Eppur (qualcosa) si muove!

Approcci (mentali) nuovi per gestire l'esistente (che serve!) di Rosci Manuela - Editoriali

E' ancora presto per tirare le somme di un anno scolastico che volge al termine perché siamo ancora in un periodo molto fervido per la scuola. La conclusione dell'attività didattica con gli alunni prevista a breve per i più, lascia aperte ancora tante operazioni di differente natura. La scuola primaria, non più coinvolta in procedure "d'esame" di fine quinta, ha tuttavia la necessità di mettere in ordine le carte, a volte anche un po' in fretta per lasciare del tempo di giugno alla preparazione dell'anno nuovo, quello che prenderà via a settembre. Registri e schede di valutazione da completare, riordino di cassetti e armadi, eventuali "traslochi di aula" per chi passa dalla quinta alla futura prima elementare ... In parte lo stesso impegno è dedicato dai prof della scuola secondaria di primo grado -l'ex media- che non sono direttamente coinvolti nelle prove d'esame di terza media. Si ri-ordina!

pria scuola o in commissione esterna, mentre gli altri probabilmente hanno gli stessi impegni di sempre: mettere in ordine le carte. Una riflessione sulla funzione dei documenti ufficiali e sulla loro utilità è affrontata dalla Dirigente scolastica Maretta Damiano nell'articolo: "Adempimento burocratico o strumento di lavoro?La compilazione dei "documenti ufficiali" che introduce un argomento a me caro, il docente "ricercatore" dentro una scuola che è un laboratorio continuo di ricerca psicopedagogica. E' normale quindi pensare che la ricchezza di azioni e di pensieri che si producono nella scuola sia valorizzata come un bene inestimabile che contribuisce alla crescita di un paese, proprio perché avviene all'interno dell'istituzione che si prende cura della preparazione delle nuove generazioni. Ma proprio perché la scuola si prende cura dei più giovani ha la necessità di comprendere sempre meglio come "funzionano" oggi i ragazzi, quali sfide lanciano ai docenti affinché questi continuino a ri-cercare il modo migliore per insegnare, educare, formare.

Per la scuola secondaria di secondo grado l'attenzione è puntata su coloro che dovranno partecipare alla commissione per l'esame di stato, come membro nella pro-

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computer invece sollecita l'apprendimento percettivo motorio che è un sistema antichissimo, che abbiamo in comune con i primati, e che permette di apprendere in maniera incosciente. E' il sistema di acquisizione a cui fa riferimento ad esempio il bambino quando gioca, quando tocca concretamente l'oggetto o la situazione, quando "simula" un'azione o un contesto. Antinucci ha parlato molto del gioco, della sua importanza, della "serietà" del gioco, ne ha parlato benissimo! Ma il suo contributo è stato di indicare il computer come una macchina che re-agisce, lo strumento oggi più potente per "simulare" un ambiente visuo- motorio (che confina con il gioco!) e che favorisce quindi l'apprendimento, in quanto permette di organizzare ambienti di esperienza molto ricca. I bambini imparano in questo modo esperienziale. I BAMBINI COSTRUISCONO LA LORO CONOSCENZA.

Poiché, tuttavia, la capacità di fare ricerca, meglio ricerca-azione, non è un habitus sempre sperimentato dai docenti che, invece, spesso indossano lo stesso vestito di sempre (stessa modalità di insegnamento trasmissivo), per tutte le occasioni (nello stesso modo per tutte le classi) e per tutti gli incontri (per un lasso di tempo che mediamente dura quaranta anni!) si comprende la necessità di puntualizzare cosa fare e come fare in un incontro dedicato, a cui ho avuto il piacere di partecipare anche se solo per un tempo parziale. Mi riferisco alla Conferenza Nazionale per la Scuola dei NATIVI DIGITALI che si è tenuta a Roma venerdì 25 e sabato 26 maggio nella suggestiva cornice del Tempio di Adriano a Piazza di Pietra , nel cuore di Roma, a pochi passi dal Pantheon. Organizzata dal Dipartimento Scuola del Partito Democratico ha avuto i toni giusti e propositivi di chi si occupa di apprendimento e giovani, formazione e innovazione, presente in vista del futuro dei singoli e di una nazione. UN NUOVO ALFABETO PER L'ITALIA, il sottotitolo.

E gli insegnanti, come funzionano? Quanto sono in grado di gestire un apprendimento che, proprio grazie alle tecnologie, sembra recuperare quell'esigenza visuo-motoria indispensabile per costruire appunto la conoscenza? La Conferenza è stata certamente un ottimo stimolo seppur, con rammarico, molte cose dette, di senso, erano state dichairate già vent'anni fa! A quando il cambiamento reale? Quando saremo sereni, noi persone di scuola, di poter lavorare "concretamente" piuttosto che riempire la testa dei nostri alunni di nozioni? Certamente le conoscenze acquisite sono una fonte di ricchezza personale e dell'umanità ma l'approccio all'insegnamento nell'era "presente" (e non futuribile) del digitale va ripensata da subito. In che modo?

Hanno partecipato persone del mondo politico e universitario, giornalisti e pedagogisti, ricercatori. E' intervenuto il Ministro Profumo ma anche i precedenti, il Prof Luigi Berlinguer e Fioroni. Significativa la lectio magistralis di Marc Prensky, esperto in apprendimento e istruzione, colui che ha coniato il termine "nativi digitali" in confronto con gli "immigrati digitali" (noi che abbiamo appreso questo linguaggio, non ci siamo nati!) e che ha provocato l'auditorio dichiarando di vedere ormai superata questa dicotomia in quanto nativi o no, oggi il digitale è parte integrante della vita di tutti, il presente e non più solo il futuro. L'intervento di Francesco Antinucci - Direttore di ricerca dell'Istituto di scienze e Tecnologie Cognitive del CNR- ha continuato su questo filone affermando che il computer e la tecnologia si relaziona perfettamente con un modo particolare di funzionare del nostro cervello, con l'aspetto più primordiale che avevamo messo da parte, da quando cioè l'introduzione del libro e del simbolismo hanno orientato il nostro approccio verso un versante più astratto. Il

Certamente la formazione di base e la formazione in itinere dovranno svolgere un ruolo fondamentale, a detta dei più. E noi concordiamo e intanto raccontiamo esperienze concrete, di mani che si muovono e di sensi che si utilizzano e sviluppano, come nell'articolo di Antonia Melchiorre: non dimenticate di guardare il photogallery, per una integrazione di linguaggi (scritto e visivo) oggi vitale più che mai.

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Intanto ...buona sistemazione di carte a tutti noi!

Manuela Rosci

In questo numero di maggio 2012 Area Tematica

Titolo

Autore

Eppur (qualcosa) si muove!

Rosci Manuela

Esperienze a...cinque sensi! Un prisma di luce colorata di eventi www.5xk.it

Melchiorre Antonia

Fornero: privatizzare la disabilitĂ

La redazione

I seminari di Giunti Scuola

La redazione

"Ristrutturazione" del corpo insegnante ......

Melchiorre Simonetta

Quello che non ho

Ansuini Cristina

Cosa mi porto via da quest'anno scolastico?

Infantino Aminta Patrizia

Pollicina e Pollicino

Riccardi Barbara

Come fa un bambino affamato ad aver voglia di studiare?

Mancini Alessio

Adempimento burocratico o strumento di lavoro?

Damiano Maria Antonietta

Riccardi Barbara Camicia Claudia

Azioni di fine anno scolastico... tra Presutti Serenella vecchie e nuove pratiche Compiti per le vacanze Competenza: un concetto multiforme La certificazione delle competenze La scuola in chiusura

Rossini Simonetta Maranzana Enrico Agolino Simona Loretta Nucera Roberto

I genitori che danno una mano ai figli per andare ... lontano.

Melchiorre Simonetta

Video Spot Net for Kids

La redazione

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Video Spot Net For Kids Un corto realizzato da Bruno Lomele per la presentazione di Net for Kids figlio di Netpupils un progetto nato e pensato per ragazzi dagli 8 ai 14 anni per chè la consapevolezza dello stare in rete, e di come straci, rappresenta un aspetto importante dell’azione educativa che svolgiamo come genitori, come educatori, come insegnanti; come adylti che non vogliono abdicare alla loro responsabilità formativa

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DDalla prima pagina Dalla prima pagina

I genitori che danno una mano ai figli per andare ... lontano. NET for KIDS il social network under 14 di Melchiorre Simonetta - Scuola & Tecnologia

nuove tecnologie, sia a scuola come a casa, non deve farci perdere di vista un aspetto fondamentale: sono bambini, ragazzi impreparati ad affrontare ciò che troppo spesso circola su internet, alle insidie, ai messaggi non adatti a loro.

Sono un'insegnante di scuola primaria e mamma di un ragazzo che ormai ha lasciato il mondo dell'infanzia per entrare nel periodo dell'adolescenza. Nella mia professione, così come nel mio ruolo genitoriale, sono abituata a prendere decisioni che hanno come obiettivo il raggiungimento dell'autonomia e della libertà di scelta, senza dimenticare l'importanza della ridefinizione dei confini e senza mai abdicare al mio ruolo di educatore, facilitatore, accompagnatore. E' un lavoro di sintesi continuo, simile ad una danza in cui bisogna comprendere quando fare un passo indietro e quando avanti, quando spingere e quando invece fermarsi un momento per dare all'altro il tempo giusto di arrivare.

Il ruolo genitoriale, come quello della scuola, sta vivendo un profondo mutamento: la famiglia da punto di riferimento educativo e normativo sta assumendo sempre più una connotazione emotiva. Se prima i nostri genitori si fermavano a "questo si fa, questo non te lo permetto", ora osservo una grande difficoltà dei genitori a gestire il limite e la frustrazione che ne deriva. Il risultato è un senso di smarrimento, un'ansia che si affaccia sempre più precocemente nella vita del bambino, un senso di paura di non essere contenuto, accompagnato, guidato. Questi atteggiamenti opposti li ritroviamo anche nelle decisioni dei genitori nei confronti della richiesta, sempre più precoce e sempre più pressante dei bambini, di navigare in internet. Il genitore risponde, di solito, adottando due strategie, entrambe mi sembrano dettate dalla paura: la prima è il rifiuto netto e categorico per paura che il proprio bambino possa essere risucchiato dal mondo virtuale; l'altra è l'accomodante indulgenza che ha come risultato il falso profilo, mentendo sulla propria età, di bambini che già alle scuole primarie hanno un proprio account sui social network più famosi, con i rischi che tutti possiamo prevedere.

In questo mio modo di vivere l'approccio educativo, la proposta di NET for KIDS arriva ad entusiasmarmi. Il fatto che i nostri ragazzi siano "esperti" nell'uso del computer più di noi, la loro facilità nell'approccio alla navigazione e al linguaggio informatico, il fatto che sappiano trovare soluzioni tecniche, tanto da risultare spesso i nostri "formatori" nell'utilizzo delle

Sono convinta che il lavoro prezioso di ciascun genitore non sia quello di non sbagliare, l'errore non solo è umano ma rappresenta una grande, immensa possibilità di crescita e trasformazione, un' occasione per

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ridefinire gli spazi e i confini e "aggiustare il tiro" nel lavoro di conoscenza di sé e dell'altro che dura tutta la vita e che la rende degna di essere vissuta. L'impegno, semmai, risiede nella capacità di trovare una sintesi tra i due opposti atteggiamenti (solo normativo/solo permissivo), nella ridefinizione di uno stile genitoriale nuovo, più adatto ai tempi. NET for KIDS -il progetto realizzato dall'Associazione Sysform Promozione di sistemi formativi- si cala in questo bisogno di sintesi in modo interessante e attuale: rappresenta il primo social network dedicato ad una fascia d'età "sensibile", bambini dagli otto ai quattordici anni, in cui essi possono svolgere tutte quelle attività che rendono interessante ai loro occhi un social network: chattare, scambiarsi foto, opinioni, video, fare amicizia ma in tutta sicurezza perché nessun adulto è ammesso, se non lo staff di Net for KIDS (psicologi, insegnanti, counselor, esperti di formazione) che, senza tentare di ricostruire l'ambiente "scuola", fornisce ai ragazzi stimoli e sollecitazioni interessanti e divertenti: giocare a scrivere un libro, imparare a suonare uno strumento, imparare a "leggere" un film e tanto altro ancora perché non c'è niente di più bello che crescere insieme. Parallelamente al social network dedicato agli under quattordici, un sito pensato per i genitori. www.genitoriattenti.it ha proprio lo scopo di aiutare, sollecitare, accompagnare i genitori che sentono il desiderio di interrogarsi sul proprio ruolo, che non danno nulla per scontato e che aspirano con forza a costruire una genitorialità attenta ma curiosa, che sa dare confini ma che al contempo, per citare una frase dello spot realizzato per far conoscere il progetto, dà una mano al proprio bambino per insegnargli ad andare lontano. Melchiorre Simonetta, docente, counselor dello staff di NET for KIDS Per INFO: www.netforkids.it www.genitoriattenti.it

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Dalla prima pagina

Pollicina e Pollicino

I nuovi adulti al passo dei nativi digitali di Riccardi Barbara - L'intervista che il filosofo chiama ominescenti e che si verificano molto raramente nella storia, creano una spaccatura talmente estesa ed evidente che solo in pochi ne sanno cogliere la portata... per questo sottolinea la necessità di un cambiamento di insegnamento. "I nostri schemi sono vecchi siamo in un'epoca di "rottura".

"Senza che noi ce ne rendessimo conto, e in un breve intervallo di tempo, (quello che separa i nostri giorni dagli anni Settanta) è nato un nuovo tipo di essere umano. Questo ragazzo, o questa ragazza, non ha lo stesso corpo, né la stessa aspettativa di vita di chi lo ha preceduto, non comunica secondo le stesse modalità, non percepisce lo stesso mondo, non vive nella stessa natura, né abita il medesimo spazio. nato con l'epidurale e in data prestabilita, grazie alle cure palliative non teme più nemmeno la morte. E poiché la sua testa è diversa da quella dei suoi genitori, conosce diversamente". Michel Serres "Dalla parte dei (nuovi) bambini. Inventiamo una nuova educazione per gli studenti "Pollicino".

Alla domanda di chi ha la colpa di tanta distanza? Serres la attribuisce proprio ai filosofi: "il cui compito dovrebbe essere quello di prevedere i mutamenti del sapere e delle pratiche e che mi pare abbiano fallito impegnati nella politica di tutti i giorni non hanno colto l'arrivo della contemporaneità...Vorrei avere l'età di Pollicina e Pollicino. Vorrei che la vita mi lasciasse abbastanza tempo da occuparmi di questo compito, insieme a questi giovani a cui ho dedicato la vita, perché li ho sempre, rispettosamente, amati". Noi di Sysform e della ScuolaPossibile una soluzione la stiamo attuando e mettendo in campo con l'innovativo ed unico, a livello nazionale, primo social network fatto da/per gli under 14. Come rispondono le Scuole a questa sollecitazione/esigenza? Ad aiutarci a capire, il Dirigente Scolastico Lina Rita Volpe Rinonapoli della Scuola Media Nistri/Respighi di Roma, una delle sette Scuole che fanno parte fin dall'inizio della cordata del primo Progetto "Netpupils" tramutato nelle nuove vesti di NET for KIDS, il social network under 14.

Michel Serres epistemologo e Professore di Filosofia e di Storia della Scienza alla Sorbona, classe 1930, parla quindi di un'urgenza, quella di trovare una lingua comune tra ragazzi, docenti e famiglie che digitano, navigano sul web. La sua è una riflessione sui cambiamenti avvenuti in tempi brevissimi, cambiamenti ________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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2 Qual è il valore e l'impegno da parte della scuola nei confronti dei nativi digitali?

1 Perchè in qualità di Dirigente scolastico ha accettato e scelto con la sua scuola di far parte della rete del primo progetto "Netpupils"?

L'impegno credo sia ancora inadeguato, non perché non se ne riconosca l'importanza, che è ormai un dato acquisito, piuttosto per la difficoltà di individuare strategie e metodologie scientificamente fondate. L'accelerazione dei processi di cambiamento sociale è molto elevata, ed anche se è in atto un ampio sforzo di ricerca nei diversi ambiti disciplinari coinvolti, è complicato per la scuola mettersi in discussione, aprirsi al nuovo. Sappiamo bene che i nativi digitali pensano, ragionano, interagiscono in un modo diverso dal nostro, e noi, credo anche saggiamente, cambiamo lentamente. Siamo abituati a studiare, a capire, ad imparare prima di insegnare: per ora stiamo scoprendo, di anno in anno, che l'esperienza che i nostri ragazzi vivono oltre la scuola, da quando nascono, ha modificato le loro relazioni e le loro strategie cognitive; a partire da quelle dobbiamo reinventare un modello di apprendimento. Per fare questo, non è sufficiente, come tutti sappiamo, utilizzare una LIM o Internet, che sono soltanto un magnifico strumento nelle nostre mani.

Il progetto che ci fu proposto da Sysform era molto stimolante ed innovativo, sia per il tema, "Educare all'uso dei social network" che ci chiamava ad intervenire in un ambito piuttosto inconsueto per la scuola, a giocare fuori casa una partita che sappiamo decisiva ma di cui stiamo ancora imparando regole, codici, strategie; sia per il carattere sperimentale della proposta, che comportava l'attivazione contemporanea di tanti soggetti - alunni, genitori, docenti - in un sistema complesso tutto da costruire. La qualità della proposta e il piacere della ricerca ci ha spinto a fidarci: a fidarci della risposta dei ragazzi, condizione indispensabile per far partire il progetto; a fidarci di noi stessi, della nostra capacità organizzativa, della nostra inclinazione ad apprendere dall'esperienza, e di un certo spirito di avventura che è un po' il sale del fare scuola. Ovviamente la proposta di creare una rete di scuole per affrontare insieme il tema del social network, e in generale dei nuovi linguaggi e modelli di comunicazione, è giunta al momento giusto, quando tutti noi eravamo (e siamo) alle prese con questo tema educativo davvero ineludibile .

3 E' importante quindi che anche la scuola se ne faccia carico? Non solo è importante, è obbligatorio. Lo spazio virtuale non può rappresentare il "fuori" per la scuola, l'altra dimensione cui si guarda talora con inutile supponenza. I nostri bambini e ragazzi sono esposti quotidianamente ad un continuo flusso di messaggi e informazioni, e noi, come ci ha insegnato Edgar Morin, dobbiamo educarli ad affrontare l'imprevisto, a navigare in un oceano di incertezze appoggiandosi ad alcuni arcipelaghi di certezze. Le certezze sono i saperi, e la bussola per raggiungere quegli approdi dovranno trovarla anche (soprattutto?) nelle nostre aule. La preparazione culturale come l'abbiamo concepita fino ad un paio di decenni fa deve arricchirsi dei nuovi linguaggi, e dei nuovi saperi sempre più interdipendenti, affinché i giovani ne fruiscano senza esserne dominati: è in gioco la loro autonomia, lo sviluppo del pensiero critico, la capacità di scegliere, per le quali la scuola ha più che mai un ruolo strategico.

il Dirigente Scolastico Lina Rita Volpe Rinonapoli

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ressa Lina Rita Volpe Rinonapoli, che spingono e sentono di fondamentale importanza la cooperazione tra Scuole e famiglie, si può creare un cammino di crescita formativa dei nostri ragazzi al passo con i tempi "parlando la stessa lingua". Questo Gianni Rodari già all'epoca l'aveva ben chiaro!

4 In che modo e perché sponsorizza questa iniziativa che ha lasciato la "rete" all'innovativo e unico nel suo genere a NET for KIDS? Cominciamo dal perché. Vedo un grande potenziale educativo nell'offrire ai ragazzi uno spazio piacevole, che per sue caratteristiche strutturali è capace di rigettare la volgarità, l'aggressività, la mediocrità elevata a modello, come sempre più accade. Ci accorgiamo che per la famiglia è diventato più difficile vigilare e selezionare le frequentazioni dei figli; notiamo nei ragazzi una maggiore propensione ad atti di bullismo e a varie forme di aggressività se agite via web, quasi che nello spazio virtuale fosse lecito sospendere le regole, o venisse meno la responsabilità personale; vediamo madri - è capitato a me proprio ieri - strabiliate leggendo le parolacce che figlie dodicenni educatissime avevano utilizzato in una chat nei confronti di una compagna di classe. NET for KIDS ci aiuterà a contrastare questa tendenza, ad educarli quindi nell'uso dei social network. Ne stiamo parlando a tutti i ragazzi e ai loro genitori, diciamo loro che lo consideriamo davvero un servizio speciale. Per comunicarlo abbiamo usato il nostro sito, naturalmente, lettere e varie occasioni di incontro. Se le famiglie ci seguiranno, avremo offerto ai nostri ragazzi davvero una bellissima opportunità.

Una scuola grande Gianni Rodari

come

il

mondo

C'è una scuola grande come il mondo. Ci insegnano maestri, professori, avvocati, muratori, televisori, giornali, cartelli stradali, il sole, i temporali, le stelle. Ci sono lezioni facili e lezioni difficili, brutte, belle e casi così. Ci si impara a parlare, a giocare, a dormire, a svegliarsi, a voler bene e perfino ad arrabbiarsi. Ci sono esami tutti i momenti, ma non ci sono ripetenti: nessuno può fermarsi a dieci anni, a quindici, a venti, e riposare un pochino. Di imparare non si finisce mai, e quel che non si sa è sempre più importante di quel che si sa già. Questa scuola è il mondo intero quanto è grosso: apri gli occhi e anche tu sarai promosso.

Di nuovi adulti che sappiano guidare con consapevolezza e coscienza i nativi digitali in modo reale, di questo necessitano i nostri ragazzi, di una fattiva costruzione comunicativa uguale per piccoli e grandi, atta ad eliminare le distanze evolutive generazionali, per un cammino insieme formativo, educativo e culturale al passo con i tempi. www.genitoriattenti.it Grazie a Dirigenti Scolastici come la dotto-

Barbara Riccardi, docente 143° CD "Spinaceto"- Roma Responsabile Ufficio Relazioni e Comunicazione progetto Net for KIDS In allegato "Dalla parte dei nuovi bambini. Inventiamo un'altra educazione per gli studenti "Pollicino"" di M. Serres su laRepubblica.it

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"Ristrutturazione" del corpo insegnante .... ovvero come uscire vive da un anno vissuto ... pericolosamente! di Melchiorre Simonetta - Dedicato a te Questo è stato un anno particolarmente intenso per me, ricco di passaggi, esperienze, progetti e un grande successo: terminare un percorso intrapreso quattro anni fa e che mi ha profondamente coinvolto, professionalmente ed umanamente.

La mia amica Manuela mi ha offerto un pomeriggio di relax in un centro benessere insieme a lei: due regali in uno! Mi ha parlato di questo dono una sera al termine di una riunione di lavoro, è uscita con me fuori nella terrazza della sua casa e, come accade quando si è giovanissime e spensierate, mi ha invitata con un sorrisetto malizioso e complice. E' stato un momento molto intenso e tenero, mi commuovo sempre di fronte allo splendore dell'amicizia!

Finalmente il 4 Maggio ho discusso la mia tesi, dal titolo "Il Counseling di gruppo secondo la metodologia di Cinemavvenire nelle situazioni di fragilità, paura, ansie, fobie". E' stato un percorso di crescita profonda, una ricerca fuori e dentro di me, un lavoro di definizione del mio stile d'insegnamento, della mia capacità di entrare in relazione, di allenamento all'ascolto ma anche un periodo di grande fatica e massima concentrazione.

Sono appena tornata, profumo ancora di scrub ai cristalli di zucchero e sul mio viso "il siero di vipera" ha disteso le impronte della stanchezza e, spero, quelle del tempo che inesorabilmente passa e lascia percorsi disegnati sulla pelle.

Sicuramente ho potuto sperimentare un implemento della mia sensibilità verso i bambini della mia classe e le persone che ho incontrato, un modo nuovo di affrontare e gestire i conflitti e le risorse.

Ma quello che è rimasto dentro di me, più profondo di qualsiasi ruga centenaria, è un intimo senso di gratitudine, un calore e un affetto maestosi che mi fanno sentire una privilegiata, direi una regina. Perché niente è più prezioso di un confronto autentico, di un gesto gentile, di un sorriso che è un dono e che ci ricorda quanto è bello vivere se non ci dimentichiamo lo spazio per condividere intimità, calore e dolcezza con una persona a cui vogliamo bene. Grazie Manu!

Ora sento che è il momento di godermi un po' di meritato riposo, di gioire per questo mio nuovo passaggio, per questa mia conquista e, inaspettato, è arrivato un regalo che mi ha fornito subito l'occasione di allenarmi alla sospensione del tempo per ritagliarmi momenti di piacere e coccole.

Melchiorre Simonetta, Adriatico – Roma

docente

IC

Viale

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Come fa un bambino affamato ad aver voglia di studiare?

Notizie da Cuyultitán - El Salvador, America centrale di Mancini Alessio - Oltre a noi... forte assenteismo scolare, cioè gran parte dei bambini abbandonano molto presto la scuola (più o meno in terza elementare) o addirittura neanche cominciano. Tutto ciò li porta a vivere nella strada, non protetti; è lì che cercano la loro identità, assumendo comportamenti che li portano poi alla delinquenza, alla violenza, all'alcolismo e alla droga. Un altro grande problema è il numero dei bocciati ogni anno, dato che molti genitori sono analfabeti e non possono aiutare i loro figli nel fare i compiti, oppure molti bambini sono figli di genitori emigrati perciò abbandonati. Senza dubbio tutto ciò provoca delle conseguenze dal punto di vista psicologico che toccano l'autostima poiché non c'è chi valorizza il bambino o chi lo stimola a crescere, proponendogli valori e ideali differenti che lo aiutino a realizzarsi come persona. La stessa società non offre opportunità di lavoro o strutture di svago e di incontro affinché i bambini e i giovani si sentano integrati, identificati con certi valori e promossi nel dare il meglio di sé. In molti casi i giovani cercano protezione, identità, senso di appartenenza e soldi e li trovano nelle "maras" o altri gruppi illeciti che alterano il benessere pubblico. La violenza all'interno della famiglia e il maltrattamento dovuto al "machismo" provocano nei bambini anche difficoltà di integrazione sociale e di relazione, manifestando molta aggressività e difficoltà a esprimere le emozioni.

Carissimi amici, vi scrivo dall'America centrale, esattamente da), dove noi missionari di s. Gaetano abbiamo una missione. Il Salvador é uscito da pochi anni da una terribile guerra civile e sta cercando con tanto sforzo di ritrovare l'unità e la pace. Purtroppo l'esperienza di tanta violenza brutale ha marcato profondamente il cuore di questa gente semplice e lavoratrice. La crisi economica, che giá ha reso difficile la vita in Europa e negli Stati Uniti, qui ha reso la situazione drammatica. Forse anche per questo la violenza ha raggiunto livelli assurdi; pensate che in un Paese con una popolazione leggermente maggiore della regione Veneto c'è un tasso di 11-12 omicidi al giorno. Il paesino di Cuyultitán dove vivo conta circa 6000 abitanti dei quali la metà sono al di sotto dei 30 anni. La percentuale di natalità continua ad essere molto alta a causa della mancanza di un'educazione alla sessualità e di politiche di prevenzione e di formazione sin dall'adolescenza. C'è stato un cambiamento in questi ultimi 10 anni: siamo passati da una popolazione che si reggeva sull'agricoltura a una popolazione che lavora soprattutto in nero fuori del paese, in città. Purtroppo la maggior parte della popolazione é disoccupata; al contempo - un po' come in tutta la zona del Centro America - soffre di una elevata disgregazione familiare dovuta ad alcuni fattori come la violenza, l'emigrazione, la disuguaglianza di genere, la povertà, ecc. Tutto ciò è aggravato dal fatto che molte persone non hanno una educazione alla base, ossia non hanno avuto la possibilità di formarsi, di imparare a leggere e a scrivere, e non capiscono l'importanza di ricevere una educazione adeguata per i loro figli. La conseguenza di tutto ciò ha effetti devastanti e complessi. In primo luogo, c'é un

Questa complessa problematica danneggia soprattutto i bambini perché non vedono garantiti i loro diritti a svilupparsi pienamente come persone. Inoltre danneggia la stessa famiglia perché molto probabilmente il bambino riprodurrà gli stessi sistemi di condotta (machismo, violenza, povertà umana e di valori, ecc.) alimentando questa struttura irresponsabile e ingiusta. Tutto ciò ha delle ripercussioni dal punto di vista so-

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ciale in quanto queste persone diventano un peso nella società più che una ricchezza umana alterando ancor più la struttura sociale (corruzione, narcotraffico, prostituzione, una religiosità soggettiva completamente separata dalla vita, ecc.). Ci sono effetti devastanti in questi stessi soggetti sociali che rimangono vittime dello scoraggiamento, dell'impotenza, della frustrazione per non poter anelare a una società e a uno stile di vita più degno, provocando così passività, irresponsabilità e disinteresse verso il bene comune. Ci rendiamo conto che dobbiamo lavorare nella prevenzione, focalizzandoci soprattutto nell'aspetto educativo - formativo e di integrazione dei bambini.

chi adotta riceverà notizie sulla crescita del bambino adottato. I soldi verrebbero inviati attraverso un bonifico bancario a: RETIS ONLUS (valida per la detrazione fiscale) Causale: adozione bambino/a -El SalvadorVia Mora, 57 - 36100 Vicenza CF 95094230240 Banca Popolare Etica IBAN IT 30 S 05018 11800 000000513800 BIC CCRTIT2184E Poste Italiane Ccp 84764067 IBAN IT 2I 076011180000008476467

Come fa un bambino affamato (c'è qualcuno che a fatica mangia una volta al giorno) ad avere voglia di studiare? Come non sentirsi attratto dalla ricchezza facile ed entrare nella malavita? Per dare un appoggio alle famiglie più povere di uno dei villaggi della nostra parrocchia abbiamo pensato a un progetto di adozioni. Vorremmo dare ogni mese a queste famiglie una borsa di alimenti e, per i bambini in età scolare, la possibilità di frequentare 3 giorni alla settimana il nostro centro di appoggio scolastico "El Trapiche", organizzato dalla nostra parrocchia. La quota include anche una merenda, che per molti bambini risulta l'unico pasto giornaliero. Sappiamo che non risolveremo il problema della fame, però vogliamo offrire la possibilità di un futuro migliore a questi bambini e alle loro famiglie. Nel nostro centro i bambini hanno la possibilità di partecipare ai corsi di teatro, di musica, danza folklotistica, computer e inglese; possono usufruire anche di una piccola ludoteca, di uno spazio ricreativo e di un'attenzione psicologica specialistica. Per non favorire l'assistenzialismo stiamo chiedendo a tutti i genitori l'obbligo di mandare i figli a scuola e di partecipare a degli incontri formativi che sono mensili. Affinché sia un progetto integrale abbiamo inserito l'utilizzo della medicina naturale, la sensibilizzazione all'igiene, la produzione di un piccolo orto nelle case, ore di lavoro sociale a beneficio della comunitá, ecc. L'adozione ha un valore di 30 euro mensili per la durata di un anno. Alla fine dell'anno

Il Signore benedica la vostra vita e tutto ciò che realizzare in favore del bene comune. Alessio Mancini, missionario della Pía Società S.Gaetano- El Salvador (America Centrale) alessio.manc@gmail.com

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Cosa mi porto via da quest'anno scolastico? La parola ai ragazzi della scuola media

di Infantino Aminta Patrizia - Integrazione Scolastica linguaggio del corpo ci fa capire le sue paure e le sua tristezza. E' una persona molto speciale e ha un grande cuore e non è da tutti essere così simpatica e volenterosa di socializzare con i suoi occhi dolci che riescono a guardarci dentro. Tra le tante attività fatte per l'integrazione la mia preferita è il circle time perché tutti insieme parliamo di argomenti che sono importanti per noi e esprimendo le nostre opinioni cerchiamo di aprirci il più possibile ai nostri veri sentimenti. Ho imparato a conoscermi meglio e a scoprire cose di me che prima non conoscevo. Mi è piaciuto anche il laboratorio creativo perché mi ha permesso di uscire dalle noiose regole scolastiche, ci siamo sbizzarriti un po' nel mondo della fantasia. Elisa è bravissima a disegnare, mescola i colori formando figure astratte piene di forme e di vita. Ho incontrato una persona speciale che mi ha La conclusione dell'anno scolastico è arrivafatto capire che la vita è un dono speta. Una serie di riflessioni balenano in testa. ciale e che ci sono persone come lei Cosa resterà nel cuore dei nostri ragazzi? che la sfruttano al meglio e altre che la Sarà arrivato a loro il desiderio di non molbuttano nella monotonia non pensando lare mai la vita scolastica? che un mondo fantasioso ci aiuta a rilassarSaremo riusciti a formarli in maniera olistici dai soliti problemi. ca o siamo caduti nelle nozioni banali? Non mi resta che chiederglielo per sondare Gabriele: Per me quest'anno è volato e si il terreno e capire quali momenti, hanno dice che solo quando ti diverti il tempo pastoccato la loro sfera emozionale sa. In effetti mi sono divertito molto e sono riuscito ad accompagnare allo studio e Ripercorri con il pensiero l'anno scolaall'impegno il divertimento e lo sport che stico e descrivi l'esperienza che più ti pratico circa 4 volte settimana, tra allenaha cambiato e arricchito dal punto di menti e partite di basket. Questi nove mesi vista intellettuale, affettivo, sociale ed sono stati accompagnati da gite e da attiviemozionale. tà integrative con Elisa che è tanto migliorata dall'anno scorso. Mi sono arricchito inDario: E' stato un anno molto costruttivo tellettualmente con le gite che abbiamo fatsia dal punto di vista sociale che intellettuato: alla Reggia di Caserta, al museo degli le, abbiamo svolto molte attività che hanno strumenti e al teatro dove abbiamo assistito unito il gruppo e ci hanno fatto avvicinare allo spettacolo dei Promessi Sposi. Gran ad Elisa, una compagna speciale che riesce parte dell'arricchimento intellettivo che ho a capirci e aiutarci con la sua tenerezza e la avuto è stato lo studio, io ho il 90% della sua voglia di relazionarsi. All'inizio eravamo voglia di studiare, quanto basta per essere molto timidi e chiusi ma oggi con Elisa ci promosso e qualcosa in più. In questi mesi divertiamo; si ride si scherza e con il suo ________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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ci sono stati tantissimi momenti in cui mi sono arricchito socialmente e affettivamente, soprattutto quando stavo con i miei compagni e con la prof di Sostegno. Lei mi ha aiutato molto a capire chi sono veramente, per quali studi sono portato ma soprattutto per come sono dentro. Insomma sono cresciuto, ho imparato a capire quello che voglio fare da grande ma anche da subito, tramite la conoscenza delle intelligenze multiple ho capito meglio il mio tipo di intelligenza. Ho conosciuto i lati della mia personalità e della personalità dei miei compagni, perché conoscendo me, conosco meglio gli altri. Non sono mancati i momenti con Elisa, anche perché lei è venuta molto più spesso in classe e noi siamo andati più spesso nel suo laboratorio, dove abbiamo imparato il suo linguaggio. Mi è capitato, in una occasione particolare, di sentire Elisa parlare e dire la parola mamma per più di una volta. Credo che Elisa abbia trovato la pace interna (soprattutto), ma anche esterna: convive meglio con gli altri. Conosco Elisa dalle elementari e devo ammettere che i primi giorni avevo paura di lei, ma poi col passare del tempo il nostro rapporto è andato sempre meglio. Ultimamente abbiamo fatto un uscita per Elisa. Siamo andati a prendere il gelato e poi siamo andati al parco della Cecchina, dove il gruppo dei ragazzi, me compreso, ha giocato a pallone, mentre quello delle ragazze, con Elisa, è andato sui jumping. Con la nostra presenza Elisa è migliorata tantissimo. E tantissimo siamo migliorati noi. Raramente piange, urla e si lamenta e posso dire che insieme abbiamo fatto un bel lavoro per aiutare Elisa. È stato un buon anno e sono contento del mio percorso fino ad ora alle medie, anche se mi dovrò ancora impegnare.

più sapere di me e sono dovuta andare avanti da sola. È stato a questo punto che sono maturata e ho recuperato voti e coraggio. Ed è grazie alla mia proff che, con tutta la pazienza del mondo, mi ha permesso di seguire il mio carattere, come dire 'variabile', che oggi sto ribaltando la situazione a mio favore...grazie a tutte le persone che mi vogliono bene per quella che sono, una ragazza migliore. Francesca: Ho conosciuto un ragazzo e ho capito che avere un'amicizia con lui è bellissimo!!!!Perdere un'amicizia del genere sarebbe bruttissimo!!!...il prossimo anno lui andrà al liceo e non sarà più nella mia stessa scuola ma spero che rimarremo così come siamo adesso. Passiamo momenti bellissimi e indimenticabili come corse sotto la pioggia, pianti, sorrisi, musi, baci, abbracci. Condividiamo e siamo sempre presenti l'uno per l'altro. Lui mi ha fatto crescere sotto molti punti di vista, grazie anche alle nostre litigate. Mi ha fatto arricchire dal punto di vista affettivo e sociale, mi ha fatto diventare più sicura, mi ha fatto crescere emozionalmente, mi ha insegnato ad essere più seria quando serve esserlo e più comprensiva e dolce nei momenti in cui serve. Spero che la nostra amicizia non finisca mai. Gli voglio troppo bene, come un fratello!!! Anonimo: una della attività che mi hanno cambiata è stato il progetto 'Area a rischio' al quale abbiamo aderito come classe. Questo progetto mi sta cambiando molto perché grazie ad esso mi incuriosisco, mi da forza e mi permette di mettermi in gioco. Mi interessa la cultura di altri paesi e l'intercultura è il tesoro di tutti i tesori. Siamo in tanti in classi ad avere genitori stranieri e/o ad essere nati in altri paesi e oltre ad apprendere altre culture siamo sempre più un solido gruppo. Realizziamo piatti, impariamo poesie, è troppo divertente.

Simona: Quest'anno ho conosciuto tante di persone e tutte hanno lasciato la loro firma impressa nel mio cuore e il loro modo di fare, così diverso dal mio, ha contribuito a farmi diventare quella che sono...ho dovuto affrontare tanti litigi a causa del mio carattere che cambiava sempre e, sfortunatamente, non sempre in modo positivo. Allora ho deciso di ricominciare tutto da capo. Ho iniziato a studiare decentemente, cercando di recuperare tutto ciò che avevo distrutto in poco tempo. La mia povera autostima ormai a terra non ne voleva

Giacomo: una cosa che mi ha cambiato è stato l'arrivo di Leo in classe, in seconda. Lui viene da una scuola dove c'era tanta sofferenza con padri narcotrafficanti e madri prostitute. Questo mi ha insegnato a vedere le cose con un occhio diverso, un occhio consapevole delle difficoltà di ragazzi come me. Questo mi ha insegnato a capire perché dei ragazzi sono molto chiusi.

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Anonimo: ricordo diverse occasioni in cui ho gioito e altre in cui ho provato tristezza come il giorno in cui ho giocato la partita di pallavolo ma avendo perso ho scaricato su un amico, senza rendermene conto, tutta la rabbia e la colpa per aver perso e questo mi ha fatto capire che non si può incolpare nessuno senza chiedersi se abbiamo sbagliato anche noi.

Gualtiero: Tra le esperienze che più mi hanno arricchito ricordo con fierezza le gare di matematica, che mi hanno arricchito dal punto di vista culturale e intellettuale. Ma ciò che mi è rimasto ancora più impresso è stata la mattina che abbiamo passato a ballare la salsa insieme alla nostra prof. Io, che non posso fare alcun tipo di attività motoria a causa di un problema a un ginocchio sinistro, dopo un momento di incertezza, ho iniziato a "sciogliermi" e a ballare insieme agli altri. Ogni tanto mi fermavo e mi sedevo per fare riposare la mia gamba ma, appena potevo riprendevo a ballare. Devo ammettere che, tre le ore passate a scuola è stata l'ora che mi ha arricchito di più dal punto di vista sociale e emozionale. La gioia che ho provato a ballare insieme agli amici è stata immensa. Un esperienza stimolante e divertente.

Matteo: La maggior parte del tempo che passo in classe sono fermo ma nella mia mente immagino, vedo le cose con gli occhi

Veronica: Anche quest' anno è finito. E' passato molto velocemente. Amo la mia classe e non smetterò mai di dirlo! Mi hanno fatto passare due anni bellissimi, stupendi, indimenticabili! Quando finirà la scuola sarò da una parte triste dall'altra felice. Felice perché si andrà in vacanza, ci si rilasserà e si incontreranno gli amici estivi. Sarò triste perché non vedrò per tre mesi i miei compagni di classe. Già so che mi mancheranno. Amicizia è sinonimo di divertimento ed amore, ed è la cosa che provo per loro. Quest'anno, inoltre, abbiamo conosciuto una "nuova Elisa". La chiamiamo così perché è cambiata un sacco in confronto all'anno scorso. Lei stava sempre nel suo laboratorio, mentre adesso viene molto volentieri in classe, lei non dialogava con me, mentre ora ci chiama con il linguaggio del corpo, si vuole sedere vicino a noi e durante la ricreazione ci ''rubacchia'' anche la merenda. Mi sento realizzata quando penso che lei sia così anche per merito mio. L'uscita più bella e allegra è stata sicuramente quella in cui abbiamo portato Elisa a prendere il gelato e a saltare ai jumping con tutta la classe. Siamo usciti da scuola e ci siamo fatti due foto di gruppo, poi ci siamo incamminati per la gelateria dove abbiamo preso un cono medio...ce lo siamo divorati!! E' stato un anno fantastico e questo anche per merito di Elisa, la "nuova Elisa".

della fantasia, trovo nel le più piccole cose un tesoro, un mondo da esplorare. Credo di essere fortunato ad essere ancora piccolo perché noi ragazzi dobbiamo pensare solo poche cose alla volta. Gli adulti pensano troppo e tutto insieme ma sempre e solo al lavoro. La scuola ci insegna, ci protegge, ci aiuta a pensare a questa realtà che prima o poi dovremo affrontare. Quest' anno con l'aiuto di alcune professoresse sono riuscito a migliorare la mia condizione. Anche gli amici servono a crescere, a riempire i vuoti che hai dentro, a 'capire', 'intendere', 'volere' e queste parole si capiscono meglio quando si ha un compagno di un'altra nazionalità in classe e riesci a comprendere come ci si sente a essere diversi, cosa si prova ad entrare in un'altra classe, provare le stesse emozioni di quella persona. È una cosa meravigliosa che ho provato personalmente mettendomi nei panni di chi soffre per la lontananza dei genitori o per l'allontanamento dalla patria. Quest'anno è stato un'esplosione di emozioni e nuove conoscenze che mi hanno arricchito e aiutato a crescere.

Claudia: L'anno scolastico è ormai finito e

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credo che mi mancheranno molto i miei compagni, compresa Elisa. Lei è una ragazza disabile, ma come noi vuole essere apprezzata, accettata ,e avere degli amici; è speciale, dolce, sempre pronta a scherzare con noi, ha degli occhini bellissimi e sinceri e vuole sempre farci capire cosa prova con il linguaggio dei segni. Elisa è riuscita ad integrarsi benissimo con noi, creando un rapporto di sincerità e amicizia. Questo fatto mi rende felice e orgogliosa, perché so che se lei è riuscita ad instaurare un rapporto così bello è anche opera mia; ora so capirla e so come aiutarla perché ho imparato come lei comunica, cioè con il linguaggio dei segni. Con lei c'è anche del

Matteo: Durante quest'anno scolastico che purtroppo è finito, ho imparato tante cose nuove. Con le lezioni con la Professoressa di Integrazione ho imparato come stare insieme tra noi, avere cura di noi, amarci. Ho imparato anche i gesti che Elisa fa per comunicare con noi che prima non sapevamo perché nessuno ce li aveva mai insegnati. Con la professoressa ho imparato cose nuove perché spiega in modo semplice e comprensivo e poi ha avuto un idea geniale: abbiamo fatto delle attività creando piccoli oggetti che abbiamo venduto per andare a prendere un gelato con Elisa. Io, grazie alle professoresse che hanno cura di lei ho imparato i suoi gesti e prima non ne sapevo niente. Ho imparato come comportarmi guardando l'esempio delle professoresse. Queste sono le cose mi serviranno nella vita! Christian: L'anno scolastico è finito. Io sono molto contento che sia finito perché sinceramente non ce la facevo più a svegliarmi alle 7.00 e a fare sei ore di scuola. Quest' anno la scuola mi ha dato sa emozioni negative che positive. Ho litigato con il mio migliore amico per ben due settimane e questo mi ha provocato molto stress, e poi i compiti e le interrogazioni, ma è stato bello ridere scherzare e stare insieme agli amici. Ho imparato ad avere più fiducia nei compagni e sentirmi più felice quando faccio pensieri carini verso le persone a cui voglio bene. Ho imparato ad accogliere Elisa a braccia aperte. Con lei abbiamo fatto molte attività di integrazione dove abbiamo imparato a fare unione, ad essere un gruppo, ad avere fiducia e ad essere sinceri tra di noi.

la complicità, soprattutto quando viene a fare ricreazione: viene in mezzo a noi ci "rubacchia" la merenda, si avvicina quando chiacchieriamo... Una volta mi ricordo che noi femmine stavamo parlando e ci eravamo messe in un angolino; lei è venuta ad ascoltare e comunicare con noi e quando si è avvicinata la prof. di sostegno che la segue, Elisa l'ha respinta per farla allontanare perché voleva stare sola con noi !!! Che conquista!!! Vedere Elisa felice mi riempie il cuore di gioia e il suo cambiamento dall'anno scorso a oggi ha cambiato qualcosa anche in me, sono più allegra, sono più sicura perché so come comportarmi, mi diverto tantissimo quando la vedo saltellare o correre o scherzare e sono contenta quando si avvicina spontaneamente a noi come quando è entrata in classe, è andata dritta da Matteo e gli ha dato un bacio sulla guancia ! Eh si, credo proprio che sarà difficile lasciarla dopo le medie perché ormai la sento come parte di me.

Andrea: Quest'anno scolastico è finito. Abbiamo svolto molte attività divertenti che ci hanno anche fatto vivere diverse esperienze utili e arricchenti. Poco tempo fa abbiamo creato una presentazione in Power Point sulla poesia "Se" R. Kipling. Ognuno di noi ha scelto una frase della poesia che più ci rappresentava spiegandone il motivo. Io ne ho curato il montaggio rispettando le decisioni dei miei compagni sull' aspetto che doveva assumere la loro pagina. Lo sfondo di ogni diapositiva era un disegno di Elisa, ogni volta diverso. Questa esperienza di tipo sociale mi ha arricchito soprattutto dal punto di vista emotivo perché mi ha

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insegnato a stare con Elisa e a divertirmi insieme a lei.

soprattutto per imparare a formulare meglio delle frasi e per ampliare il mio vocabolario Quando scrivo i miei temi ci metto l'anima. Quando lui li legge ad alta voce non posso non sorridere e avvampare dall'emozione.

Monica: Adoro scrivere temi, mi piace sin da piccola, quando scrivevo piccole storie di qualche pagina. Ma la cosa che più mi fa sentire contenta è quando il professore li legge ad alta voce e mi premia con un bel voto. Questo è importante per me perché da grande voglio fare la scrittrice famosa e le medie sono la rampa d'inizio di questo bel sogno. Leggo perché mi piace, ma

Aminta Patrizia Infantino, Docente di Sostegno Scuola Superiore di primo grado "SMS Pintor" e "Cecco Angiolieri" - Roma

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Esperienze a...cinque sensi! Il laboratorio di manipolazione di Melchiorre Antonia - Attività Laboratoriali tecnica del timbro. Mi ha colpito la curiosità con la quale assaggiavano ciò che gli veniva proposto, anche se crudo o con odori non proprio familiari, viste le difficoltà che hanno in genere a mensa a mangiare ciò che è verde!! Ed infatti alcuni bimbi non conoscevano ne i nomi, ne gli odori e i sapori di certi vegetali!

Con la collega Irma Ancona, insegnante di sostegno delle classi prime, quest'anno abbiamo pensato di proseguire una valida esperienza laboratoriale iniziata l'anno scorso da Sara, Laura e Federica, AEC che lavorano nel nostro plesso, Angeli della Città, dove però erano inseriti solo bambini certificati. Quest'anno invece abbiamo voluto aprire l'esperienza anche ad alcuni bambini delle classi prime. Il laboratorio è partito a gennaio, con cadenza settimanale e si sta concludendo in questi giorni. Purtroppo gli incontri sono stati pochi, avremmo avuto bisogno di più tempo per svolgere tutto quello che avremmo voluto! Cercherò di raccontarvi ciò che siamo riusciti a fare in questi pochi incontri, spero di riuscirci nel miglior modo possibile.

Dopo aver realizzato tutti insieme questo primo cartellone chiamato "pittura con verdura", ognuno di loro ha fatto la stessa cosa ma individualmente su uno o più fogli. La volta dopo alcuni disegni sono stati strappati e i vari pezzettini suddivisi per colore. Il passo successivo è stato quello di realizzare tutti insieme un mandala, partendo dal centro fino ad arrivare alla periferica incollando i vari pezzetti di carta, secondo i colori scelti. Dopo aver lavorato con la frutta e la verdura fresca, abbiamo deciso di far conoscere ai bambini i vari cereali e legumi secchi, (lenticchie rosse e verdi, ceci, piselli, vari tipi di fagioli, riso, mais, farro, orzo, sesamo) utilizzando anche qui tutti i sensi tranne il gusto (anche se alcuni di loro avrebbe voluto assaggiarli crudi!): li hanno odorati, toccati per sentire se erano lisci o ruvidi, ed osservati per vedere le varie forme, grandezze e colori. Anche in questo caso erano pochi gli elementi presentati che i bambini già conoscevano.

Durante il primo incontro abbiamo fatto toccare, osservare e assaggiare alcuni tipi di verdure, frutta e ortaggi (insalata, cavolfiore, radicchio, prezzemolo, basilico, zucchine, melanzane, peperoni, carote, patate, pomodori, cipolle, limoni, arance, mandarini) con i quali poi i bambini, intingendoli nel colore, hanno realizzato tutti insieme un grande cartellone, utilizzando la ________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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Non è facile riuscire a descrivere in poche righe il lavoro fatto in questi mesi e probabilmente non sono riuscita a passarvi le emozioni che i bambini e noi adulti abbiamo provato lavorando insieme. Per motivi di privacy non posso mostrarvi le foto dei loro volti scattate durante i vari incontri, mi limito a farvi vedere ciò che hanno realizzato, spero che almeno questo vi possa un po' emozionare. Quando si chiude un'attività si fa sempre il bilancio di ciò che ha funzionato e quello che poteva andare meglio. Purtroppo per mancanza di tempo non siamo riusciti a lavorare molto sui suoni, ci sarebbe piaciuto far suonare qualcosa ai bambini, come anche cucinare qualcosa di semplice insieme a loro...magari potrebbe essere il punto da cui partire il prossimo anno!

Dopo aver suddiviso per forma e colore i legumi e i cereali, abbiamo realizzato insieme a loro un altro mandala utilizzando i vari materiali mostrati, sempre partendo dal centro. Per completarlo ci sono voluti alcuni incontri. Visto che al mandala ci lavoravano al massimo due bambini, abbiamo dovuto trovare parallelamente attività che tenessero contemporaneamente impegnati gli altri. Così mentre alcuni mettevano nel loro vasetto, a scelta o i fagioli o le lenticchie con un po' di cotone imbevuto d'acqua, altri intanto coloravano il proprio mandala personale. In questo modo tutti i bambini sono riusciti a rotazione a fare tutto.

Sicuramente questo lavoro è stato una piccola goccia, uno spazio ristretto ritagliato alla didattica "classica" ma che ha dato a questi bambini la possibilità di sperimentare e conoscere in modo diverso e piacevole. Spero tanto che si riescano a "proteggere" spazi preziosi come questi anche in futuro....per poter ancora VEDERE, SENTIRE, TOCCARE, ODORARE E GUSTARE ...la scuola divertendoci!!!

Finito "il mandala del tatto" siamo passati all'ultimo step: costruire maracas con bottigliette di plastica riempite sempre con cereali o legumi, in modo che potessero produrre suoni diversi. Qui la difficoltà per i bambini è stata quella di individuare, tra 3 o 4 suoni effettuati scuotendo con la stessa intensità le maracas, quello che facesse meno rumore. Tutto il materiale realizzato in questi mesi verrà esposto in mostra per i genitori nell'ultima settimana di scuola.

Antonia Melchiorre, docente di sostegno, IC Perazzi – Roma Vedi il photogallery sulla versione online

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Quello che non ho

Riflessioni su un ciclo che sta per concludersi di Ansuini Cristina - Dedicato a te Subito dopo mi viene in mente entusiasmo: questi anni sono stati sempre e comunque all'insegna della "voglia di fare insieme", del mettersi in gioco anche nelle avventure più spericolate, dell'affrontare le difficoltà con un sorriso, con la forza di una battuta, con la luce scherzosa negli occhi. Un'altra parola chiave è stata curiosità, una ricerca continua di soluzioni originali e condivise piuttosto che di risposte preconfezionate ha segnato i nostri percorsi linguistici, le nostre indagini storiche, i nostri racconti "a più mani", i nostri attacchi d'arte, l'organizzazione delle nostre uscite didattiche, l'assemblaggio dei cartelloni... Comunicazione è l'altra parola irrinunciabile ed ecco apparire i circle time, i racconti delle vacanze, la cassetta della "posta interna", la corrispondenza quinquennale con la nostra classe gemella di Bologna, gli esercizi di stile alla Queneau, la preparazione di lezioni per i genitori, gli spettacoli di Natale, i circoli letterari, i laboratori di scrittura creativa, lo scambio di poesie, le rassegne-stampa del lunedì mattina sulla domenica calcistica.

Non amo molto fare bilanci, mi mettono sempre un po' di tristezza, mi fanno avvertire un senso di perdita per qualcosa che invece dà e continuerà a dare tanto. Ma la trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano "Quello che (non) ho", un programma di parole e sulle parole - che non sarei stata capace di immaginare neanche nei miei sogni più rosei! - mi dà la possibilità di raccontare nel modo che mi è più proprio cosa significano cinque anni di lavoro con un manipolo di imberbi creature.

The last but not the least metto impegno, in tutte le possibili sfumature che questa parola può avere: dal cooperative learning allo studio di argomenti nuovi e complessi, dall'accoglienza di bambini nuovi e speciali all'informazione su fatti ed eventi particolari all'approfondimento di tematiche complesse, difficili da affrontare anche per noi adulti, come lo studio che abbiamo fatto ultimamente sul ventennale delle stragi di Capaci e di via D'Amelio, aiutandoci con il libro di Luigi Garlando "Per questo mi chiamo Giovanni".

Per prima voglio mettere la parola che ho inviato al sito di Quello che (non) ho e cioè storia. È una parola che amo molto perchè con lei comincia e si evolve tutto, per tutte le sue sfaccettature e che dà un po' un senso a queste brevi riflessioni. Per storia intendo non solo quella con la S maiuscola che tanto mi appassiona, ma anche quella del racconto, della fiaba da ascoltare, della barzelletta che fa ridere, degli articoli da leggere, dell'evento da commentare, della trama di un libro.

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Cristina Ansuini, Psicologa, Docente presso la scuola "2 ottobre 1870", I.C. Piazza Borgoncini Duca, Roma Rispettando lo stile Fazio-Saviano, mi piace concludere con un tipico decalogo "quello che ho/quello che non ho": quello che ho è una grande soddisfazione per il lavoro fatto quello che non ho è il rimpianto di non aver "finito il programma" quello che ho è la voglia di continuare a tessere rapporti quello che non ho è tagliare i ponti col passato quello che ho è un serbatoio infinito di emozioni e affetti quello che non ho è un briciolo di rancore quello che ho è il mio "essere" maestra quello che non ho è "fare" la maestra quello che ho sono gli occhi pieni di belle immagini a colori quello che non ho è la nostalgia quello che ho è la voglia di ricominciare

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La scuola in chiusura

Un percorso avviato che (non) finisce di Nucera Roberto - Orizzonte scuola tenzione è spostata più sulle cose da fare, sul fare, sul produrre, il risultato che ne deriverebbe. Mi da l'idea di una macchina seriale dove si eseguono determinati procedimenti e sulla base del prodotto finale determino se va bene o se va male. L'attenzione, piuttosto, dovrebbe (deve) essere orientata sul processo che sta dietro, sul modo di lavorare e come viene costruita quella cosa, l'ingranaggio, se c'è del proprio, come era prima e com'è divenuta in seguito, la manipolazione: il cambiamento del "prodotto" insieme alla persona. Qui subentra la fatidica valutazione che rimane sempre un punto caldo e caro a noi docenti, perché a prescindere tutti i parametri che possiamo concordare e inserire dentro questa grande tematica, attesa e dovuta. È difficile e non si deve standardizzare un percorso, quando ogni soggetto è diverso, anche se si rende necessario trovare dei "focus" nei quali puntare e azionare l'obiettivo. Questa va fatto considerando chi, in quell'istante, sta davanti alla macchina e cosa vuole immortalare chi sta dietro. La valutazione che analizza ed esamina un determinato "modus operandi" e operato, unita ai tanti scatti di persone diverse i quali assemblati insieme raccontano e rivelano lo spaccato di un processo, deve mettere in evidenza almeno due momenti fondamentali: il momento passato e quello presente. Il passato come condizione di partenza, di conoscenza, di essere in un certo modo, nel modo proprio; il presente come un situazione (frangente) di arrivo, di conoscente, di essere presente e pronto a continuare. La valutazione deve riportare più spesso il cambiamento positivo del nostro alunno, cogliere il buono che ha fatto e valorizzarlo. Laddove questo viene meno bisogna com-

Come ogni fine d'anno che si rispetti non manca fare il resoconto di tutto un percorso che oggi riusciamo a vedere in maniera più chiara, liberi dai "se" e dai "ma" nei quali alcune ipotesi di cambiamento e di crescita si sono verificate, pur se non siamo completamente "pro-sciolti" da quelli che avremmo potuto compiere. Ogni scelta compiuta e di strategia ha fatto il suo decorso, altre un po' meno, altre potevano essere fatte diversamente (lo dico oggi, però!), altre ancora non hanno dato i frutti sperati. Quello che deve rimanere è la convinzione che il nostro intervento, quando prendiamo decisioni, scegliamo di percorrere una strada anziché un'altra è sempre dettata dalla possibilità di riuscita, che facendo così stiamo facendo bene e operiamo per il bene dei nostri alunni, che quella è la strada giusta. Quello che mi fa pensare e (non) mi stupisce e trovare ancora qualcuno in attesa dei risultati in un tempo preciso, altrimenti è come se andassero incontro ad una definitiva scadenza. Così facendo significa che l'at-

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prendere (e far comprendere) che non è né conclusivo né immutabile.

per far si che le cose possano seguire un altro corso. E se non sarà quello giusto per noi, forse lo potrà essere per qualcun altro.

Il cambiamento non è mai unilaterale e credo non si possa esaurire in un tempo limitato o che siamo noi a deciderlo. A me, però, piace pensare che basta a volte un semplice "tocco di mano" o di testa

Roberto Nucera, docente di sostegno IC Carlo Levi, Roma

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Un prisma di luce colorata di eventi A fine anno scolastico

di Riccardi Barbara - Attività Laboratoriali così fatto, di tanti colori, dove bambini, ragazzi e famiglie possono ritrovarsi è il microcosmo della Scuola, un "Raggio Verde", un fenomeno fisico/atmosferico talmente raro, l'atmosfera dev'essere tersa, nel suo romanzo J. Verne dice: "Chi vede il raggio verde quella persona è capace di vedere nei sentimenti altrui e propri"

Se ad un certo punto nel trantran di tutti giorni, fatto di sincronismi di appuntamenti, di affari da seguire e gestire, all'improvviso dal plumbeo di pensieri appesantiti dalla monotonia intravedete un barlume di luce sbucare dal grigiore dei muri del quotidiano vivere, non vi preoccupate, non siete dei visionari. Se vedete dei raggi colorati che partono tutti insieme, nello stesso momento, dallo stesso punto che attraversano un prisma di cuori/menti, che arrivano e si dividono e vanno a "colpire" ogni cosa al loro passaggio, no, non vi agitate. Questi raggi una volta ammantate cose e persone, poi si ricongiungono fondendosi tutti insieme con i colori vicini formando un "ARCOBALENO"? Se poi questa visione/immaginazione continua nell'apparirvi come l'unione di questo unico fascio di luce colorata che da "alla luce" un luogo dove poter passare il tempo, dove potersi dedicare alle proprie passioni, dove creare relazioni, imparare e studiare, dove sentirsi parte di un insieme che va verso lo stesso fine ... "fare per imparare a fare con passione e dedizione", attenti, non vi spaventate, siete entrati nella realtà di un mondo che esiste veramente, un posto

Una fucina di passioni e relazioni, dove creare ed inventarsi, un luogo di incontro tra conoscenza e crescita. La Scuola "luogo di coccole di pensiero" che fanno crescere la mente, contro l'apatia e l'insicurezza. I bambini sono spugne, sanno tutto, ascoltano tutto e appunto ... "assorbono" tutto e quando gli si trasmette passione e/con Amore, loro SONO "AMORE"! Immaginiamo ogni nostra Scuola come un Sole con i suoi raggi, fonte di un "ARCOETERNO" di luce di speranza, eterno perché mentre di solito pur di non andare a scuola si trovano mille scuse, qui invece, piccoli e grandi, non vediamo l'ora di rincontrarci, soprattutto dopo i weekend di separazione. Siamo strani, non vorremmo che passassero mai le otto ore di tempo pieno, ma è così, noi POSSIBILI nelle nostre Scuole ci divertiamo e ... CONDIVIDIAMO! Di solito è alla campa-

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nella dell'uscita che si vedono flotte di bambini "Ferrari" che si precipitano tra le braccia dei loro genitori, invece accade proprio il contrario, è con la campanella di inizio lezioni, quando si aprono i cancelli che i nostri ragazzi corrono all'impazzata per raggiungere le loro aule, per ritrovarci tutti insieme di nuovo. Certo è difficile da immaginare, capisco il vostro stupore di questa prova di AMORE che ci lega gli uni agli altri, piccoli e grandi, felici/festosi di riabbracciarci per raccontarci, per imparare a/e fare!

no i saluti da parte dei ragazzi del Plesso Renzini che si esibiranno in una serie di kermesse ogni pomeriggio, seguiti dalla direzione dei maestri musicisti dell'Ass. Musicale Sol Fa Mi. Grande richiamo soprattutto per le classi IV che si esibiranno con uno strumento al quanto insolito, il mandolino. Le altri classi dimostreranno tutta la loro bravura tra sfide a scacchi e opere d'arte realizzate all'interno del Progetto "Laboratorio Arti e Mestieri", tutti i giovedì per classi aperte, con laboratori di pittura, riciclaggio, transformers, ceramica, creazione di burattini, murales e giardinaggio.

Credo che questa si possa chiamare "RICOMPENSA", per noi educatori che lo facciamo per/con passione. Certo, non è proprio per tutti così ... non è tutto oro ciò che luccica, non è tutto rose e fiori, non è proprio una passeggiata, ma per noi che non è un dovere, ma è un piacere, una "Mission Impossible" dove con dovizia ed Amore, superiamo fatiche e difficoltà, uniti e sempre pronti a dispensare sorrisi!

Coordinatori dei laboratori i docenti Romeo e Guercia. Renzi in Festa inizia martedì 29 maggio in cui le classi I, II, III e V si esibiranno al Teatro del Torrino con lo spettacolo curato dall'Associazione Teatrale che ha lavorato durante tutto l'anno. Come tradizione vuole anche quest'anno l'8 giugno alle ore 16,30 ogni classe darà il meglio di sé in perfomance tra coreografie e canti. Novità? Anche i genitori saranno coinvolti, i "grandi" daranno sfoggio della loro bravura con lo spettacolo "Genitori allo sbaraglio", (questa non è proprio da perdere). Il saluto alla classe V a conclusione di un anno scolastico e soprattutto del loro ciclo di cinque anni passati insieme, con lo spettacolo "Gli aquiloni e l'Arcobaleno". La parte coreografica sia dei piccoli che degli adulti è curata dal docente Illiano. Spettacolo musicale da non perdere della IV con l'Ass. Sol Fa Mi il 4 giugno ore 14,30.

Per salutarci prima delle vacanze e salutare l'anno scolastico trascorso insieme, nel nostro Circolo Didattico il 143° "Spinaceto", piccoli e grandi di ogni Plesso, abbiamo preparato dei saluti un po' speciali. Il Plesso Frignani, ormai veterano ed esperto Polo Scientifico dell'Università della Sapienza alla XV Edizione del Musis ha proposto la sua "Serata delle Stelle", venerdì 25 maggio ore 21. I ragazzi delle classi I II e V "hanno guidato" il nostro pubblico alla scoperta della volta celeste in compagnia degli esperti astrofili dell'Ass. "Accademia delle Stelle" armati dei loro potenti telescopi, sulle note musicali di "flauti magici", con coreografie e canti, coordinati dalla Referente del Progetto, la docente Liberati e dalla docente "artistica" Pieroni insieme alla collaborazione di tutti gli insegnanti di ogni classe partecipante, tra cui la classe II del Plesso Renzi. Ospiti d'eccezione, onorati di averLi con noi e che ringraziamo: il Vice Sindaco Belviso, il Presidente del Municipio XII Calzetta, il Presidente Commissione Scuola Municipio XII Alleori, il Presidente Commissione Servizi Sociali Pezone, il Consigliere Pollak.

Dal 23/25 maggio nel Plesso Avolio la II Edizione della Mostra degli Amici diversamente abili della Comunità di S. Egidio "Noi l'Italia", Mostra che è stata in esposizione al Quirinale. Questa Mostra raccoglierà anche le testimonianze delle interviste realizzate dai ragazzi delle classi IV e V ai nonni del territorio di Spinaceto e Tor de' Cenci e dell'opera artistica creata dai bambini delle I, II e III durante il laboratorio "Diverso da chi". Dal 22 maggio al 7 giugno parte la kermesse con i Saggi di musica a cura della poliedrica Maestra Michela dell'Ass. Sol Fa Mi. Martedì 5 giugno ore 15,30 inaugurazione "Dalla Pianura alla montagna passando per la collina", Mostra interattiva

Dal 25 maggio fino alla conclusione delle lezioni, a suon di musica giungeran-

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conclusiva di un percorso laboratoriale che ha visto coinvolte tutte le classi del Plesso Avolio, ragazzi e docenti cooperatori di opere artistiche, tra cui quelle regalateci dal iologo Prof. Francesco Petretti al suo passaggio, realizzate durante il suo intervento, cartelloni esplicativi in collaborazione con la biologa Prof.ssa Valeria Giacanelli, ricerche e schemi che trattano animali e piante e i loro prodotti derivati di ogni territorio. Il tutto con il sottofondo musicale e canoro dal vivo del Coro della Siae. La Mostra è aperta tutti i giorni dalle 14,30/16,30 alle famiglie e alle persone del territorio fino all'8 giugno, giorno in cui tutti insieme saluteremo le classi V originale, insieme al Coro del Centro Anziani di Trigoria "Alberto Sordi", con un recital dai toni originali, un saluto/ponte generazionale di unione per consolidare ancor di più l'importanza del legame con i nonni. Il tutto grazie alla grande cooperazione/collaborazione di tutti i docenti, proprio tutti, del Plesso, sotto la guida attenta e scrupolosa del Referente di Plesso il docente Franchina, la docente Monetti, la docente Citro Calabrese e al "Pesce" che non dice ma c'è! Eccellente team di assalto positivo/fattivo.

Un ringraziamento a tutti, soprattutto agli esperti biologi, ricercatori e tecnici, che hanno contribuito con la loro passione, alla realizzazione di ogni manifestazione. Un grazie anche alla Protezione Civile dell'Ass. Volontari A.V.P.C. Roma Eur, al Commissariato della Polizia di Spinaceto e alla Caserma dei Carabinieri di Tor de' Cenci per il loro essere presenti, vigilanti e attenti. Una buona visione prismatica e un RAGGIO VERDE a tutti! Barbara Riccardi, docente 143° CD "Spinaceto" – Roma

Il Raggio Verde J. Verne

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Attività Laboratoriali

www.5xk.it

Rivista multietnica e multiculturale rivolta agli alunni delle scuole primarie di Camicia Claudia - Attività Laboratoriali

della rivista multiculturale 5perché, per bambini da 5 a 11 anni. La redazione è formata da scrittori, giornalisti, bibliotecari, insegnanti, esperti di letteratura giovanile che hanno fatto confluire le loro competenze in un unicum per realizzare una rivista adatta ai bambini italiani, stranieri, di seconda generazione. Non la solita rivista, quindi, ma una rivista che promuove la lettura, con diversi livelli linguistici di comprensione e rielaborazione; facilita l'inclusione sociale e l'integrazione tra i bambini; aiuta la conoscenza dell'italiano e di altre lingue straniere a confronto; permette l'inserimento e il tutoring tra bambini di diverse fasce d'età - grazie all'uso delle lingue straniere assieme all'italiano - e stimola il recupero della cultura d'origine dei genitori o del bambino, anche attraverso l'uso del sito interattivo. Queste caratteristiche si sono dimostrate utili, anzi preziose, durante gli incontri con i bambini sia nelle scuole sia nelle Fiere del libro. Nel corso di questo primo anno più di 10.000 bambini hanno avuto un contatto diretto con la rivista e molti hanno incontrato i redattori e gli illustratori in vivaci incontri studiati ad hoc. Il sito interattivo www.5xk.it contiene parte dei materiali prodotti, altre tracce della comunicazione tra i lettori e i redattori si riscopre nei blog spontaneamente nati con le biblioteche.

Ognuno immagina, da fanciullo, di vivere le proprie avventure: chi nel mare tempestoso, chi nella giungla, chi nello spazio, comunque e sempre imprevedibili, esaltanti e sorprendenti. Anche noi abbiamo fatto parte di questa indomita schiera e diventati adulti abbiamo deciso di lanciarci in un'ulteriore avventura. Abbiamo individuato quella che aveva un maggior tasso di sfida culturale e un più alto fattore sociale d'indifferenza: la promozione della lettura. Dopo più di un anno di gestazione creativa e pedagogica per ideare tutte le caratteristiche necessarie a realizzare un progetto innovativo, l'équipe di stolidi redattori ha pubblicato a marzo 2011 il primo numero

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nale di Sarmede (TV). La mostra è un ottimo strumento per l'educazione visiva perché mette a confronto varie tecniche (acquarello, acrilico, tecnica mista, collage, pastello ecc.) Gli alunni in visita hanno realizzato vari laboratori di disegno per creare le loro tavole da inserire nella fiaba, con l'ausilio di un illustratore.

COSA SCRIVO NEL BALOON? Anche i laboratori di fumetto per il secondo ciclo di scuola primaria hanno dato esiti positivi perché hanno puntato sull'analisi del testo, la sintesi e la realizzazione di brevi script/sceneggiature. L'uso della lingua italiana può ogni volta essere calibrato in base alle effettive conoscenze linguistiche dei bambini eliminando il senso di inadeguatezza dei più piccoli o degli stranieri. Molti hanno usato le onomatopee o il gergo giovanile dando vita a soluzioni simpatiche e originali.

Dopo queste iniziali esperienze di lettura e laboratori possiamo considerare l'interesse dei bambini come una cartina tornasole. Abbiamo per esempio proposto incontri con letture e laboratori sui proverbi dal mondo, inserendo anche quelli italiani - in modo specifico quelli romani e campani. E' stato evidente come i bambini delle città (Roma, Pisa, Torino) potessero solo recuperare, grazie alla memoria, quelli pronunciati dai nonni, mentre i bambini residenti in località minori (Polla, Villa d'Agri, Treviolo) ne avevano una percezione più diretta perché anche loro li usavano in modo più diffuso, quasi quotidiano.

Claudia Camicia redazione@5xk.it Presidente GRUPPO DI SERVIZIO PER LA LETTERATURA GIOVANILE

L'impegno del GSLG è di promuovere la lettura perché dà accesso alla conoscenza di sé e del mondo, ogni volta che incontriamo gli adulti notiamo il loro desiderio di far parte del processo formativo che avvicina i bambini alla lettura: nel progetto della rivista 5perché abbiamo quindi ideato un sussidio con consigli e materiali per approfondire, adattare, inventare, comprendere gli argomenti di ogni numero.

www.gruppoletteraturagiovanile.it riv. trim. PAGINE GIOVANI Via dei Colli Portuensi,12 00151 Roma Italia

Inoltre: I COLORI DEL SOGNO è una mostra itinerante con una selezione di 30 illustrazioni originali create per i primi 4 numeri della rivista dagli artisti della Scuola Internazio________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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Azioni di fine anno scolastico... tra vecchie e nuove pratiche

Piccolo glossario semi-serio (nonché incompleto e assolutamente imperfetto) sulla valutazione di Presutti Serenella - Organizzazione Scolastica troppo spesso il che cosa ( che va pur misurato...) e forse ancora troppo poco il come... Alunni che valutano gli insegnanti: l'azione più significativa è indubbiamente quella "informale", al momento dei saluti finali, che avviene attraverso sguardi più o meno diretti, abbracci più o meno plateali, pianti o urla di gioia, con i sentimenti più contradditori possibili, nella mutevolezza di chi ama e odia allo stesso tempo. La spensieratezza dell'età della scuola, che quando ritorna in mente niente avrà di oggettivo se non il ricordo stesso, spesso condiviso in gruppo... OGGETTO DELLE VALUTAZIONI: e emozioni, cosa è importante per me..

customer satisfation

Genitori che valutano insegnanti, collaboratori, dirigente, segreteria, mensa...tutta la scuola: Customer satisfation: "La rilevanza della Customer satisfaction come obiettivo strategico è sostenuta da alcune tendenze evolutive del mercato. Tra le cause dell'orientamento alla soddisfazione del cliente.....le tendenze strutturali del rapporto domanda e offerta" ( definizione da Wikipedia). In realtà, più che della valutazione del cliente rispetto all'offerta di mercato, la definizione è presa in prestito per definire maggiormente il concetto di "percezione" della qualità del servizio; rimane la difficoltà di inscrivere nella parola "servizio" la scuola e la complessità delle relazioni che si coltivano sia al suo interno che al suo esterno, ma trovo certamente fondamentale richiedere cosa pensano di noi e di quello che facciamo, di come lo facciamo, direttamente ai nostri fruitori... OGGETTO DELLE VALUTAZIONI: La pratica ormai diffusa dell'utilizzo di questionari di autovalutazione e di customer satisfation hanno

Maggio: mese di azioni conclusive dell'anno scolastico. Messa a punto generale del sistema valutativo dell'apprendimento, dell'insegnamento e di tutta la "macchina" SCUOLA! Chi valuta chi? ...e cosa? Insegnanti che valutano gli Alunni: consigli di classe e scrutini. Priorità certa il "rendimento " scolastico attraverso la misurazione "oggettiva" di quanto insegnato...l'oggettività però è possibile solo se se ne accetta la "soggettiva oggettivazione"...vale a dire: è impossibile pensare ad un sistema valutativo inaccattabile e tecnicamente perfetto; forse è più importante concentrare le proprie energie sul concordare le priorità, i criteri e i linguaggi con i quali riuscire a comunicare valutazione, piuttosto che soffermarsi troppo su una visione del passato ... OGGETTO DELLE VALUTAZIONI: ancora

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senz'altro il merito di farci interrogare su quello che si offre e come lo si fa...spesso però i Genitori scambiano la preziosa opportunità per occasione di utilizzare i questionari come se fossero moduli dell'Ufficio reclami...

caso non diminuisce l'intensità e il significato dell'accountability a cui in primis è chiamato il Dirigente scolastico e la scuola che rappresenta... Non è certo con lo "sconto" sulle responsabilità che potremmo pensare di parlare di CRESCITA, SVILUPPO E CAMBIAMENTO...le parole d'ordine di cui noi tutti abbiamo estremamente bisogno per guardare al futuro di tutti quei bambini, ragazzi e giovani, che sono poi i nostri alunni e i nostri figli...

I Dirigenti scolastici che "valutano la leadership": le azioni che sono richieste al Dirigente in questa fase finale sono molteplici e tutte orientate alla "predisposizione" della rendicontazione formalizzata, sia delle ricadute educative che in termini di spesa finanziaria. Le relazioni che a vario titolo vengono stilate dal Dirigente dovrebbero rappresentare una buona occasione per documentare le azioni rese dalla scuola per gli Alunni e per la comunità scolastica.

Buon lavoro e accountability a tutti noi! Serenella Presutti, psicopedagogista, counsellor, Dirigente scolastico del 143° C.D. "Spinaceto" di Roma

Il dirigente risponde dell' ACCOUNTABILITY, definizione inglese di difficile fedele traduzione, che il dizionario traduce con <<responsabilità>>. Nella cooperazione allo sviluppo, il termine è utilizzato ogni qualvolta si ha a che fare con l'<<accountable>>, in altre parole, il responsabile, colui che dirige un progetto, un programma o una misura d'intervento. E dunque, tale <<accountable>> può essere un governo o un ministero, così come la Banca mondiale, la DSC, un manager o il singolo responsabile di un progetto... quindi il concetto di RESPONSABILITA' è al centro delle azioni del Dirigente scolastico, per cui...OGGETTO DELLE VALUTAZIONI è indubbiamente il "Sistema" intero sottoposto alla gestione di quel Dirigente...anche di quelle parti di quel Sistema sulle quali il Dirigente non interviene direttamente, anzi quasi ne è escluso se non come referente ultimo di fronte all'utenza, soprattutto per effetto dell'autonomia "incompiuta" di cui soffrono le scuole italiane dal 1999, anno in cui l'autonomia fu promulgata con l'ormai datato DPR n° 275... Anomalie di un sistema (molto autoreferenziale) ormai troppo a lungo sofferente della sindrome del quasi ...quasi autonomo, con l'autonomia funzionale, quasi riformato, con almeno tre Riforme incompiute in un decennio, quasi Europeo (ma non troppo) con l'adozione formali delle raccomandazioni OCSE e la (quasi) valutazione nazionale attraverso le Prove Invalsi...in ogni ________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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Organizzazione scolastica

Adempimento burocratico o strumento di lavoro?

La compilazione dei "documenti ufficiali" di Damiano Maria Antonietta - Organizzazione Scolastica

La Scuola però, da sempre, ha questo grande limite: la documentazione, così come è oggi redatta e vissuta, non è un veicolo di crescita professionale individuale e collettiva. Eppure la Scienza e tutte le scoperte ad essa legate è riuscita a progredire proprio perché ogni piccolo passo è stato scritto ed offerto ad un altro ricercatore per avanzare, e così di seguito: ipotesi, verifica, conclusioni, documentazione, circolazione, divulgazione, confronto e....progressione. Certo, lo spirito con il quale un docente si appresta a completare un registro di classe o di programmazione, difficilmente si avvicina a quello di un ricercatore scientifico che stila il suo rapporto informativo. Eppure, a mio avviso, dovrebbe adottare criteri scientifici.

Il periodo tra il mese di maggio e quello di giugno è per la scuola tempo di verifica, di valutazione e coincide con il momento della presentazione dei "documenti ufficiali". Cosa significa questo per i docenti? Giorni interi (spesso anche notti) a riempire caselle, righe, ad improntare relazioni, a stilare verbali..... E, alla fine, l'adempimento burocratico è rispettato. Certo, agli atti della scuola rimarrà traccia delle presenze, del tempo e del suo impiego, del lavoro svolto ma ... in maniera meccanica e infeconda. La scuola, pur nella profonda crisi che sta attraversando, continua a "sfornare alunni istruiti ed educati", ad attivare buone pratiche, a ricercare nuovi percorsi che spesso danno risultati insperati e che raddoppierebbero i loro frutti se fossero divulgati. Ciò vuol dire che, nonostante tutto, contro ogni nera previsione, contro ogni pronostico da menagramo, i docenti continuano a lavorare con impegno e ad attivare " buone pratiche".

Documentare la situazione di una classe, descrivere gli alunni che ne fanno parte, le sue dinamiche, gli avvenimenti che ne hanno segnato la storia nell'anno, le strategie attuate per ottenere il massimo da ogni alunno, è alla fine di ogni anno scolastico il documento che giustifica, sì, la stanchezza del docente stesso ma accerta i successi e gli insuccessi del suo operato prima a se stesso e poi agli altri. E sarà, l'anno successivo, punto di partenza per non ripetere gli stessi errori, per apportare correttivi, per rimodellare strategie, integrare la strumentazione, per avanzare. Perché ciò non avviene? Provo ad individuare alcune ragioni che, a mio avviso incidono su questo costume. In primo luogo la documentazione che l'insegnante elabora risponde ad una esigenza di ordine burocratico e il docente è consapevole che, una volta compilata, sarà confinata nei cassetti del Dirigente prima e, negli archivi della scuola, poi, totalmente depotenziata di ogni valenza propulsiva.

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Ma la ragione prima all'origine del problema è che è tuttora da promuovere nel docente l'abito alla ricerca, condizione imprescindibile per attivare un processo di crescita professionale e culturale in grado di emancipare l'insegnante dalla funzione puramente esecutiva cui oggi si condanna. A conclusione di questa breve riflessione si evince che, quale che sia l'angolazione da cui si osserva e si analizza "l'universo scuola", il dato inesorabile che emerge è che la formazione in ingresso e in servizio del corpo docente deve essere rimodellata con criteri di studio e di operatività conformi alla complessità crescente della professionedocente e che finalmente siano riservati investimenti di risorse congruenti allo scopo perseguito e non solo declamato. Maretta Damiano, Dirigente scolastico IC. Via Nobiliore – Roma

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Organizzazione scoalstica

Compiti per le vacanze Psicodramma estivo

di Rossini Simonetta - Organizzazione Scolastica

che si possiedono e, soprattutto, verificarne l'utilizzo corretto.

Eccomi di nuovo a parlare di compiti: stavolta di quelli per le vacanze. Già da qualche settimana i rappresentanti delle varie case editrice propongono libri e libretti dai titoli accattivanti, pieni di immagini e colori, che rimandano ad un clima più o meno vacanziero.

Ma fuori dalla scuola chi corregge eventuali errori? Le famiglie che non possono conoscere del tutto la metodologia e il linguaggio dell'insegnante? L'insegnante a settembre, quando ormai i bambini non ricordano più il motivo di una determinata scelta operativa? Da non sottovalutare, inoltre, il tempo che tale correzione richiederebbe, probabilmente due-tre mesi del primo quadrimestre! I bambini di una quarta non sono ancora in grado di assumersi completamente la responsabilità dei compiti fuori da un contesto scolastico e per un tempo così lungo. Dovrebbero fare, in modo autonomo, soltanto il lavoro che richiede una gestione semplice secondo procedure consolidate da tempo; la correzione dovrebbe essere "autocorrezione". Insegno italiano ma non assegnerò nessun eserciziario. Inviterò i bambini a leggere per il piacere di leggere. Cercherò di stimolare la loro curiosità tra i libri della nostra biblioteca scolastica. Li lascerò liberi di scegliere. E quando assisterò negli spazi aperti delle vacanze ai soliti psicodrammi tra genitori e figli per i compiti da fare penserò: "Stavolta i miei alunni sono stati più fortunati".

Ma perché proporli ai bambini ...anzi alle famiglie che, quando si parla di compiti, rivestono un ruolo fondamentale? Qual è il senso dei compiti estivi? A cosa servono effettivamente? E' meglio assegnarli o no? Come faccio spesso, ho rigirato la domanda ai miei alunni. Tutti ne hanno riconosciuto alcuni aspetti utili: servono a non dimenticare quello che si è imparato, a capire meglio alcuni argomenti, ad imparare cose nuove... Tutti ne hanno individuato aspetti meno positivi: che vacanza è se devi fare i compiti? Voglio pensare solo a divertirmi... mamma, tutti i minuti, mi dice di fare i compiti (..di nuovo si parla delle famiglie....).

Simonetta Rossini, docente IC Perazzi – Roma

Io non ho nessuna intenzione di assegnarli, perlomeno nel senso classico del termine. I compiti servono ad esercitare le abilità ________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it

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La certificazione delle competenze

Una riflessione sul profilo culturale ed educativo del bambino alla fine della scuola Primaria di Agolino Simona Loretta - Orizzonte scuola

undici anni, un passaggio fondamentale per la costruzione del progetto di vita di ogni persona perché si forniscono le basi per affrontare tutte le esperienze positive o negative della vita. Ovviamente le basi possono avere caratteristiche più o meno positive, essere più o meno "potenzianti" e favorire (e non ostacolare) uno status "competente".

Non esistono limiti, per quanto mi riguarda, né di età né di scuola, perché ognuno di noi costruisca il proprio percorso di vita. La necessità fondamentale di conoscere, aprirsi e sperimentare sempre nuove esperienze formative deve accompagnare l'intera esistenza di una persona.

Un bambino è riconosciuto "competente" quando, facendo ricorso a tutte le capacità di cui dispone, utilizza le conoscenze e le abilità apprese per: • Esprimere un parere personale, anche con spirito critico, sulle affermazioni in genere e formulare delle considerazioni per prendere una decisione; • Distinguere i vari ambiti in cui è inserito, porsi in modo "logico" le varie questioni che incontra, senza mai perdere di vista il senso della realtà; • Sapere interagire con l'ambiente naturale e sociale che lo circonda; • Risolvere problemi che di volta in volta incontra nel suo percorso; • Riflettere su se stesso, chiedendo quando occorre l'aiuto dell'adulto; • Avere consapevolezza delle proprie capacità sia mentali che manuali; • Avvertire interiormente la differenza tra il bene e il male, sulla base di una coscienza personale, e sapersi orientare nelle scelte di vita che deve affrontare; • Essere disponibile a collaborare con gli altri e contribuire alla realizzazione di una società migliore.

Nella vita scolastica, in ogni fascia d'età, occorre però saper stimolare l'individuo/l'alunno, cercando di tenere conto delle caratteristiche della singola persona e naturalmente delle sue capacità, per poi aiutarla a trasformarle in vere e proprie "competenze". Ed è per questo che tutti devono essere messi in condizione di poter acquisire competenze e, se necessario, recuperarle. Un soggetto deve essere sottoposto a continue stimolazioni educative, molto ricche e adeguate, soprattutto nei cosiddetti "periodi sensibili" dello sviluppo. Il processo educativo individuale ha inizio con la vita e solo con essa viene meno, e ogni giorno sperimentiamo, in modo continuo e dinamico, strepitose conquiste e possibili involuzioni, "dove nulla si guadagna una volta per tutte e nulla è perduto per sempre".

Le competenze sono dunque la risultanza di esperienze, conoscenze e abilità sperimentate e acquisite nei vari percorsi educativi, e ogni docente, nel corso dei cinque anni, contribuisce a creare contesti di

Partendo da queste mie considerazioni, ritengo il Primo Ciclo di istruzione, dai sei agli

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apprendimento affinché gli allievi acquisiscano nuove conoscenze (saperi ) e abilità (saper fare) ma anche modi di essere, di agire e di sapere agire in un determinato contesto. Il mix finale appunto dovrebbe aiutare il discente a costruirsi un patrimonio di ... competenze. Attualmente nella scuola italiana è stato inserita la compilazione di un documento contenente la "Certificazione delle competenze" al termine della scuola Primaria, accompagnato dal "Documento di Valutazione " relativo agli apprendimenti disciplinari, alle materie obbligatorie e alla rilevazione degli obiettivi formativi proposti. Personalmente ritengo di aver fatto un certo percorso con i miei alunni in questi cinque anni, non solo a livello didattico, cercando di fornire loro tutti gli strumenti per affrontare le diverse materie studiate insieme, ma anche di aver offerto loro tutta una serie di sollecitazioni educative che dovrebbero aiutarli ad essere capaci a fare, a stare, a risolvere situazioni... Gandhi diceva "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Nella vita passano le mode e le persone e anche gli alunni ma molto spesso le idee restano, ed allora magari qualcosa che ho insegnato resterà loro. E quindi io continuo (e continuerò) nel mio piccolo ad essere un'insegnante, in una semplice aula, di una remota scuola, di un qualunque luogo, e continuo a credere (e continuerò a credere) che possiamo anche cambiare e costruire un futuro desiderabile per noi e per i nostri alunni, cercando di renderli sempre più competenti sia a livello didattico che educativo, competenti ... per la vita. Simona Loretta Agolino, Giurista, Docente presso la scuola"2 Ottobre 1870", I.C.Piazza Borgoncini Duca, Roma

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Orizzonte scuola

Competenza: un concetto multiforme

Le ragioni che impediscono una univoca interpretazione di Maranzana Enrico - Orizzonte scuola

una chiara visione delle esigenze che si vogliono soddisfare

Il concetto di competenza è stato introdotto nell'ordinamento scolastico da molti decenni ma, solo in questi ultimi tempi, ha assunto rilevanza e centralità. Il fatto che sia stata necessaria una sollecitazione dell'Europa per innescare questo cambiamento di prospettiva è carico di significato.

Gli astronomi optano per la visione eliocentrica, caratterizzata da "geometrie regolari": queste facilitano la dilatazione del loro spazio di ricerca. Gli astrologi motivano la scelta per quella geocentrica postulando che i pianeti esercitano forze capaci di condizionare la vita umana. Conseguentemente studiano la posizione dei pianeti rispetto alla terra ottenendo una rappresentazione che ricorda i merletti. Essa mostra come i pianeti si muovono, rallentano, tornano indietro, ricominciano a muoversi ... e disegnino itinerari con anelli.

L'innovazione ha generato un acceso dibattito che si è concentrato sulla ricerca di analogie, differenze, conflitti tra una scuola orientata alle conoscenze e un'altra che mira alla promozione di competenze. Questo scritto vuole illuminare le ragioni che hanno impedito l'univoca interpretazione del termine "competenza".

Generalizzando: i modelli sono delle rappresentazioni semplificate della realtà concepiti a partire dal problema da risolvere. Al variare del problema ... varia il modello. Le parole sono dei modelli: il contesto in cui sono utilizzate determina il loro significato. Ecco aprirsi il campo relativo al problema della non-univocità del contenuto di "competenza", variabilità che ha portato all'ambiguità di cui si è detto. La modellazione del sistema solare è una feconda chiave di lettura dei cambiamenti che il nuovo orientamento della scuola potrebbe indurre: Tolomeo e Copernico hanno concepito il loro modello a partire da punti di vista differenti ottenendo rappresentazioni che, nonostante la loro diversità, sono concettualmente e formalmente consistenti.

Il mondo contemporaneo Negli anni 80 il ministero ha attivato sperimentazioni rivolte agli istituti tecnici. La loro divulgazione è stata preceduta dalla de-

La scelta tra le due elaborazioni può avvenire a condizione che si possieda

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scrizione dei caratteri della società moderna: • L'esplosione delle conoscenze: il loro volume raddoppia ogni sette anni; • Le nuove tecnologie dell'informazione hanno pervaso l'intera società producendo significativi e duraturi cambiamenti; • La dilatazione della dimensione dei problemi, con il corrispondente aumento delle variabili in gioco, ha generato complessità e incertezza; • Il lavoro d'équipe è diventato una costante dell'attività dell'uomo.

L'università Ha una visione del mondo settoriale: le conoscenze che i diversi dipartimenti possiedono ed erogano rientrano in campi ben delineati. L'organizzazione concettuale del sapere disciplinare è essenziale e, per realizzarla, si devono sciogliere alcune questioni. Quali sono i nuclei portanti? Quali le loro interrelazioni? Quale struttura li unifica? In quale direzione muove la ricerca? ... Il seminario religioso Le sacre scritture e la tradizione sono il riferimento certo.

Il mondo del lavoro • Responsabilità dirigenziali - La dinamicità dei mercati richiede figure professionali in grado di governare i cambiamenti. Le aziende sono dei sistemi che, attraverso il controllo, sono pilotate verso la conquista della meta istituzionale; • Responsabilità operative - Il lavoratore è parte integrante dei processi aziendali: questi definiscono il suo mansionario.

La legge A partire dal 1969 il parlamento ha iniziato a ruotare il timone del sistema scolastico volgendolo alla promozione e al consolidamento delle capacità dei giovani: non più una scuola ordinata alla trasmissione della conoscenza ma un organismo avente a cardine le potenzialità degli studenti. A tal fine ha affrontato il problema organizzativo e ha disegnato una struttura che si è mantenuta e rinvigorita nel corso del tempo. Tale struttura consente ai singoli istituti di dominare in sequenza, procedendo per raffinamenti successivi: • il rapporto scuola società: i traguardi formativi sono il risultato della "elaborazione e adozione degli indirizzi generali"; • le problematiche educative. Queste consistono nell'identificazione delle capacità richieste dall'ambiente con cui i giovani interagiranno, nella formulazione di ipotesi per il relativo conseguimento, nel controllo dell'efficacia dell'attività progettuale; • l'unitarietà dell'istruzione: tutti gli insegnamenti hanno il compito di favorire lo sviluppo e il potenziamento delle qualità che sono state identificate nei momenti decisionali sovraordinati;

L'immagine delle discipline • Statica: i libri di testo veicolano gli argomenti disciplinari e li presentano in sequenza, linearmente strutturati; • Dinamica: l'evoluzione del sapere è il fondamento dei regolamenti di riordino del 2011. La sostanza delle discipline consiste di problemi, di metodi e di argomenti. Si tratta delle tre fasi del loro processo evolutivo che ha inizio con la percezione e la definizione di problemi [aspetto storico], prosegue con la rigorosa applicazione "dei metodi di indagine" per concludersi con l'acquisizione di risposte, la piattaforma per la cattura di nuove questioni. Il Miur Le indicazioni nazionali del 2011 esprimono gli obiettivi specifici dell'apprendi-mento intreccian do conoscenze e abilità. I documenti per la certificazione delle competenze elencano i comportamenti oggetto di valutazione e ne valorizzano gli aspetti quantitativi [voto].

la progettazione di occasioni d'apprendimento: la professionalità docente è valorizzata dall'uso delle discipline come "strumento e occasione" per la costruzione di

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palestre in cui i giovani sono chiamati a esercitare le loro potenzialità. Si tratta di una problematica poco percepita, perciò comunemente irrisolta: nella scuola molti pensano che il proprio "sentire" sia quello corretto, pertanto non negoziabile. Si rivive quanto è avvenuto ai tempi di Galileo: "i suoi contemporanei non erano disposti a guardare nel suo cannocchiale perché non poteva esistere quello che lui affermava di vedere nel firmamento". Enrico Maranzana

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I seminari di Giunti Scuola A Roma nel mese di giugno di La redazione - Dalla redazione Nel mese di Giugno 2012, a Roma, Giunti Scuola organizza 7 corsi di formazione e aggiornamento sui Disturbi specifici dell'Apprendimento (DSA) e sull'Autismo. Le docenti, dott.ssa Alessandra Luce e dott.ssa Rita Centra, sono psicologhe esperte di DSA.

-I Disturbi Specifici di Apprendimento. Gli strumenti compensativi e le misure dispensative http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventie-formazione/corsi/dsa-cosa-fare-nelladidattica-della-matematica

I corsi sono i seguenti: - Autismo, che fare? Integrazione scolastica e strategie di intervento

- I Disturbi Specifici di Apprendimento. Strumenti di identificazione precoce e modalità di insegnamento efficace

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventie-formazione/corsi/autismo-che-fare/

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventie-formazione/corsi/strumenti-diidentificazione-precoce-per-gli-insegnantidella-primaria

- La gestione dei comportamenti problematici nei bambini con Autismo, Disturbo del linguaggio e con iperattività (ADHD)

- Autismo: dalla valutazione funzionale all'elaborazione del Piano Didattico Individualizzato (PEI) nei bambini e negli adolescenti

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventie-formazione/corsi/la-gestione-deicomportamenti-problematici-nei-bambinicon-autismo-disturbo-del-linguaggio-e-conadhd/

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventie-formazione/corsi/autismo-dallavalutazione-funzionale-all-elaborazione-delpiano-didattico-individualizzato-pei-neibambini-e-negli-adolescenti/

I corsi si svolgeranno dalle ore 15 alle ore 18, presso ABC Libri, via Aurelio Cotta, 42 Roma. La quota di iscrizione è di 40.00 euro. Per maggiori informazioni, è possibile consultare la sezione "Corsi" tramite il link

- Identificazione precoce: DSA e scuola dell'infanzia http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventie-formazione/corsi/dsa-e-scuola-dellinfanzia/

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventie-formazione/corsi/

- I Disturbi Specifici di Apprendimento. La legge 170/2010 e il Piano Didattico Personalizzato (PDP) http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventie-formazione/corsi/dsa-cosa-fare-nelladidattica-della-lettoscrittura/#1268377

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Notizie dalla redazione

Fornero: privatizzare la disabilità Dalla FISH

di La redazione - Dalla redazione razioni del Ministro Tremonti ("Come può un Paese con due milioni e mezzo di disabili essere davvero competitivo?").

"Non si può pensare che lo Stato sia in grado di fornire tutto in termini di trasferimenti e servizi''. Lo ha dichiarato il Ministro del Lavoro Elsa Fornero durante il convegno Autonomia delle persone con disabilità: un nuovo contributo per assicurarla (Reatech, Milano, 25 maggio).

"Lo Stato rinuncia ad attuare quanto previsto dall'articolo 38 della Carta costituzionale - annota Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap - e quanto sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Getta la spugna invocando un intervento caritatevole (o interessato) dei privati. Un lesto e mesto ritorno alle opere pie... o a qualcosa di peggio".

Il Ministro ha poi aggiunto: "Sia il privato che lavora per il profitto sia il volontariato no profit sono necessari per superare i vincoli di risorse. Il privato, in più del pubblico, possiede anche la creatività per innovare e per creare prodotti che aiutino i disabili. La sinergia tra pubblico e privato va quindi rafforzata".

Ma la seconda parte delle affermazioni del Ministro ha risvolti non meno inquietanti.

I prodotti di cui si parla sarebbero quelli assicurativi. Infatti la Fornero prosegue: "Per evitare accuse di raggiro o frodi, il ruolo pubblico dovrebbe dare credibilità inserendosi nella relazione tra la persona e il mondo assicurativo. C'è bisogno di innovazione finanziaria e creatività".

Lo Stato, pur di liberarsi della spesa per la disabilità e la non autosufficienza, diventa procacciatore d'affari per le Assicurazioni e le eventuali risposte assistenziali sarebbero erogate in virtù di una polizza pagata in vita dai Cittadini. Una privatizzazione assicurativa del welfare che inizia dalle persone con disabilità per spingersi fin dove la "creatività" può consentire.

Parole che lasciano sconcertate le organizzazioni delle persone con disabilità, per la loro crudezza e per l'evocazione di una "cultura" che non si pensava potesse penetrare nel nostro Paese risalendo fino ai vertici di un Governo che si appella ad ogni piè sospinto all'equità.

A chi non giovi tutto ciò è presto detto: a chi non può permettersi di pagare una polizza assicurativa e a chi nasce con una grave menomazione o la contrae in tenera età.

Con la prima affermazione la Fornero gela qualsiasi ipotesi e speranza di innovazione sociale, di garanzia dei diritti civili, di efficacia ed efficienza dei servizi sociali, di miglioramento delle prestazioni per i disabili gravissimi e per i non autosufficienti.

A chi giova invece questa prospettiva oltre che allo Stato? Sicuramente il giro d'affari per le Compagnie assicuratrici è notevolissimo e, in periodo di crisi, un vero toccasana. Nuovi introiti e nuove prospettive anche sul fronte immobiliare. Tradiscono l'attesa le stesse parole della Fornero: "Qualche volta le persone anziane si trovano intrappolate in una casa che costa troppo e hanno difficoltà ad ottenere aiuti". Un patrimonio immobiliare che fa gola a molti.

Tradisce il retropensiero che gli stanziamenti per l'autonomia personale delle persone con disabilità siano una spesa morta, un sovraccarico insostenibile, un capriccio di pochi, e non già invece un investimento. Ricorda tragicamente alcune brutali dichia-

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"Sono dinamiche e logiche che, ovviamente, non ci appartengono - conclude Barbieri - ma che rischiano di stritolare ogni prospettiva di reale inclusione sociale o di condizionarla al censo, al patrimonio, all'etĂ piĂš che ad un diritto costituzionale e, prima ancora, umano". FISH - Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap www.fishonlus.it

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