DISEGNAREe DIPINGERE dal VERO
a fresco
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DISEGNAREe DIPINGERE dal VERO
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isegnare è tracciare un insieme di linee su una superficie, e serve a comunicare qualcosa, allo stesso modo della scrittura. Si tratta di un mezzo espressivo anteriore alla scrittura e strettamente collegato all’uso del linguaggio (geroglifico, scrittura cuneiforme). La tecnica esecutiva è affidata, a seconda delle epoche, alla punta d’argento, al carboncino, alla grafite, alla sanguigna (pastello di cera rossa); una vera rivoluzione nei materiali è costituita dall’invenzione della moderna matita a grafite (la matita Contè del 1790). I principi fondamentali del disegno sono i medesimi, indipendentemente dai materiali impiegati. Il disegno ha un ruolo di grande rilievo come ideazione e progettazione di opere od oggetti. Fino al XX secolo la pittura è stata quasi sempre sostenuta dall'arte del disegno, il quale era considerato un momento di studio e di preparazione per la pittura; oggi invece si accetta il disegno come forma artistica autonoma, e si può dipingere senza la base del disegno. Ebbene, questo è parzialmente giusto ma è meglio che ogni cosa prima di “essere” abbia un di-segno, altrimenti rischia di contenere, e trasmette-
Scrittura cuneiforme
Geroglifici Il simbolo geroglifico del toro
Segni di comunicazione
Evoluzione spaziale del disegno
Disegno impossibile nella realtà
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re, solamente imprecisione e incomunicabilità. Disegnare dal vero significa imparare ad osservare e rappresentare tramite un insieme di segni. Quando si disegnano dal vero soggetti reali si registrano graficamente le impressioni ricevute dall’occhio. Ma poiché è impossibile rappresentare su una superfice bidimensionale tutti i tratti e gli aspetti visibili di un oggetto o di un essere vivente, l’arte del disegno consiste nel fornire suggestioni e nello stimolare a completare in modo personale quanto manca alla rappresentazione. La scelta di cosa raffigurare, o omettere, dipende da una sensibilità visiva che si acquista solo col tempo e con l’esperienza Tutto quello che vediamo lo percepiamo perché c’è la luce: senza la luce non esisterebbe niente. Dobbiamo perciò imparare ad osservare come la luce determini tutte le forme. Questo stretto rapporto luce-ombra è quello che sul foglio corrisponde al chiaro-scuro. A causa del rapido mutare della luce naturale che segna non solo le ore ma anche i minuti della giornata, l’immagine della realtà è pure in continua trasformazione: per questo si rende necessario sapere interpretare 3 edizioniminime
Studio per il dipinto l’acquerello. Matita su carta cm 25 x 35.
Studio per il dipinto l’acquerello. Acquerello su carta cm 26 x 36.
L’acquerello. Olio su multristrato cm 140 x 100
gli attimi fugaci, appropriandosi dello scorrere del tempo, e rappresentare “il vero“ perché esso esiste, qualora si riesca a fermare in ”immagini“ quello che è in continua trasformazione. I popoli antichi (Babilonesi, Greci, ecc) osservando l’ombra che un bastoncino, LO GNOMONE, proiettava, su un piano in vari luoghi e in tempi diversi, erano riusciti a calcolare la circonferenza della terra con una certa precisione, avevano imparato altresì a misurare il divenire del tempo (la meridiana), le distanze e ad effettuare altri calcoli astronomici, geometrici e matematici. In origine lo gnomone era un palo verticale la cui ombra permetteva di misurare la posizione del Sole in cielo. In seguito il palo è stato sostituito da obelischi o colonne, ma anche da piccoli fori eseguiti su pareti di ambienti poco illuminati attraverso cui potevano passare i raggi del sole. In questo caso la lettura dell’ora veniva ricavata dalla posizione della macchia di luce formatasi con l'esiguo fascio di raggi penetrati all'interno dell'edificio. Il foro in questo caso prende nome di foro gnomonico, e la macchia di luce è l'immagine stenopeica del Sole, su cui si possono distinguere anche le macchie solari o l'ombra di
b a
b
b: Altezza gnomone
a
b a gnomone . a. Ombra
Bozzetto sintetico
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Venere, nei rari casi in cui questo pianeta si frappone tra noi e il Sole. Nel duomo di Firenze c’è il più grande gnomone attualmente esistente, installato da Paolo dal Pozzo Toscanelli nel 1475: attraverso un foro nella cupola del Brunelleschi di Santa Maria del Fiore si può vedere in alcuni momenti dell’anno il raggio di sole che filtra e proietta sul pavimento l’immagine speculare del sole con le sue macchie solari, il cui rapido movimento è percepibile a vista d’occhio. Ma oltre i calcoli astrofisici, quello che qui segnaliamo è il fenomeno del foro stenopeidico e della camera scura, quella che poi sarà la macchina fotografica ma, che i pittori come il Canaletto fin dal ‘700 usavano per dipingere. C’è un rapporto strettissimo tra il vedere e il fare, tra l’occhio e la mano, tra il senso della vista e il senso del tatto. Possiamo vedere toccando e possiamo toccare vedendo. Per tracciare dei segni, per “disegnare“ è necessario vedere con la mano e toccare con l’occhio: percorrere penetrando con l’occhio nella forma, toccare per memorizzare con l’occhio le forme. LA MANO OCULATA non indica solo un rapporto fra i due sensi, vista e tatto, ma ha anche un significato metaforico di 5 edizioniminime
Cupola di S.Maria del Fiore in Firenze
Una stanza immersa nell'oscurità, in cui si apre un foro circolare, consente di osservare sulla parete opposta l'immagine capovolta del sole
Tenda oscura trasportabile. L'immagine veniva inviata all'interno da uno specchio posto alla sommità della struttura. Un modello simile venne ideato da Kepler nel 1620.
ordine interiore: “mano oculata” vuol dire essere parsimoniosi quanto basta, non fare troppo o troppo poco, scegliere il punto e il modo giusto per rappresentare qualcosa e soprattutto sapere effettuare delle scelte, ossia sapere quando è il momento di smettere o di continuare, quale tecnica, quali materiali scegliere... Fare continuamente delle scelte deve comportare, come risultato finale che si sia giustamente oculati... Contemporaneamente bisogna avere L’OCCHIO ALATO porsi un po’ in alto cioè con un punto di vista che, nella teoria della prospettiva, si chiama a volo d’uccello, staccarsi da terra per osservare meglio e, soprattutto, da un punto fuori dal comune, per poter raccontare quello che si vuol vedere. L'emblema di Leon Battista Alberti, pittore architetto e teorico della prospettiva, è un occhio alato, fiammeggiante, sveglio in aperta polemica con l ' o z i o . . . I m m a g i n e dell'onnipotenza divina…Solo il pittore è davvero artista, ed è vero filosofo, perché dipinge la realtà così com'è, in prospettiva, comprende cioè la realtà delle cose, e progetta quelle future… saper vedere con la fantasia oltre la soglia del già visto e, quando è necessario,ribaltando il punto di vista classico per inventarne uno
Immagine della mano oculata tratta dal codice Aviaria Universae Philosophiae Mathematicae del 1642
Medaglione con l’emblema di Leon Battista Alberti
Schemi di prospettiva: variazione della linea d’orizzonte
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nuovo. Per iniziare a disegnare il primo esercizio da fare è osservare, e quindi rappresentare con dei segni su un foglio di carta, una composizione di volumi illuminata da una sorgente di luce artificiale. La stessa composizione, illuminata dalla luce naturale, va poi disegnata più volte, cambiando però il punto di vista, passando cioè dal frontale al laterale o salendo sopra un panchetto; in questo modo si potrà capire come le forme non sono statiche, ma soggette a continui mutamenti...
Composizione a luce artificiale
Composizione a luce naturale
Trovare l’asse verticale e quello orizzontale di tutta la composizione e tracciarlo sul foglio di carta; successivamente individuare e tracciare gli assi degli oggetti. Impugnando la matita con la 7 edizioniminime
mano e usando il pollice come misuratore, tendere il braccio, e con un occhio chiuso cominciare a fare i rapporti di misura. Trovata una unità di misura, stabilire i rapporti tra i vari elementi della composizione.
Nel caso di questa composizione l’unità di misura è il diametro dell’arancia, per cui il parallelepipedo grande sarà alto 4 volte il diametro dell’arancia e largo poco più del diametro dell’arancia, il vasetto di ceramica risulterà essere alto e largo come l’arancia, e il parallelepipedo piccolo sarà largo quanto l’arancia e un po’ più alto... Tracciare uno schema con
elementi geometrici di base (cerchi, rettangoli...) che corrispondano ai soggetti da disegnare...Cercare di capire dove si trovano i piani e la linea d’orizzonte, spostando il proprio punto di vista (alzandosi e abbassandosi). Cercare d’individuare le linee inclinate, le ulteriori sotto misure, e le masse di chiaro e di scuro...prima nelle masse generali e dopo nei particolari...
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...definendo sempre di più le parti oscure da quelle chiare, in quanto le forme di ogni cosa sono determinate dal chiaroscuro, e le linee che sino ad ora
si sono usate sono dei segni convenzionali che indicano i piani, le proporzioni, i confini tra le parti chiare e scure... Queste linee si sovrapporranno ad altre linee per rappresentare quello che abbiamo percepito della composizione. Il chiaro-scuro è composto da un intreccio di linee, dal più semplice al più fitto. Non solo linee ma anche punti, tratteggi... Non importa se si usa la matita, il carboncino o l’inchiosto: si dovrà ottenere comunque una trama, più o meno fitta, di segni... Il disegno è, infatti, un intreccio di vari segni.
Immagine disegnata con programma di grafica per computer
Immagine fotografica in bianco e nero
Bit map di disegno al computer Intreccio di segni sempre più sovrapposti variando l’inclinazione.
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ipingere è l'arte di applicare colori, o altre sostanze organiche o sintetiche, su varie superfici per creare immagini e motivi figurativi o astratti. Nel corso della sua storia, la pittura ha assunto varie forme, alle quali corrispondono materiali e tecniche distinti. In commercio si trova una vasta offerta di colori e pennelli, ed è possibile che una stessa casa produca più di una serie, di cui una sicuramente a prezzo più elevato e di migliore qualità. Per i colori, le serie di qualità inferiore sono fabbricate evitando l'uso di pigmenti costosi allo scopo di contenere i prezzi. Le diverse qualità di colori presentano anche differenza di fluidità e stabilità alla luce. Tutte le pitture sono composte da due elementi fondamentali:
PIGMENTO + LEGANTE I pigmenti sono delle polverine finemente macinate, d’origine naturale, organica, chimica, di varia provenienza e colore. I leganti solo degli elementi che servono a tenere uniti i pigmenti. A seconda del legante che si usa si hanno i vari tipi di pitture: Pigmento + colla = Pittura a tempera
Terre e minerali
Prodotti organici
Pigmenti
Appunti all’acquerello, cm 10 x 15
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Pigmento + colla arabica = Pittura ad acquerello Pigmento + olio di lino = Pittura ad olio Pigmenti + resina acrilica = Pittura acrilica Pigmento + calce, su intonaco asciutto = Pittura a calce Pigmento + calce, su intonaco ancora fresco = Affresco Alcuni nomi dei colori e degli elementi da cui oggi vengono ricavati i pigmenti: œBianco di zinco (Ossido di Zinco) œBianco di titanio (Biossido di Titano) œBianco di San Giovanni (Calce spenta).Viene usato per l’affresco œTerra d’ombra naturale (Terra naturale) œTerra d’ombra bruciata (Terra naturale) œTerra rossa (Terra naturale) œTerra di Siena naturale (Terra naturale) œTerra di Siena bruciata. (Terra naturale) œOcra gialla (Terra naturale) œOcra d’oro (Terra naturale) œBruno Van Dick (Ossido di ferro) œ Nero Carbone (Fuliggine) œRosso Cinabro (Vermiglione) œRosso Cadmio (Solfoselenurio cadmio) œBlu oltremare (anticamente dai Lapislazzuli, oggi dal Solfurio di
sodio e Silicato di alluminio) œBlu di prussia (Ferrocianuro di ferro) œBlu di cobalto (Alluminato di cobalto) œGiallo di cadmio (Solfurio di cadmio) œRosso carminio (Estratto da Cocciniglia) œNero di seppia (organico)
Tavolozza per l’acquerello. Matita ed acquerello su carta, cm 30 x 20
Ciccio. Acquerello su carta, cm 23 x 33.
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cquerellare significa dipingere con colori all’acqua ed è una tra le tecniche pittoriche più semplici, ha bisogno di pochi attrezzi e il risultato può essere immediato. La caratteristica più evidente dell'acquerello è la trasparenza del colore, che deve essere steso per velature. Le tonalità più chiare sfruttano la luminosità della carta, e le tonalità più scure la sovrapposizione di più strati di velature. L'effetto è ben diverso da quello spesso e opaco della pittura a olio o a tempera. Il bianco nell’acquerello non si usa: è il colore della carta. Nella pittura ad acquerello esiste un legame molto stretto tra la tecnica e la tavolozza cromatica che l’artista sceglie. Limitarsi a pochi colori di base può essere solo un vantaggio. Provando e riprovando, studiando dal vivo gli acquerelli dei grandi maestri si può imparare che le regole di una tecnica sono importanti, ma è bene tener presente che quando si sono imparate, diventa necessario superarle per scoprire altre forme e mezzi personali. Ognuno si preparerà la tavolozza con i propri attrezzi e troverà un proprio modo di dare il colore. L’acquerello è una tecnica
Plaja (CT). Acquerello su carta, cm 35 x25
Appunti all’acquerello, cm 10 x 15
Zia Lina. Acquerello su carta, cm 23x33
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alla portata di tutti, semplice e comoda: tutta l’attrezzatura può stare in tasca ed è un mezzo ricco di potenzialità espressiva, che può diventare un buon compagno di tutti i giorni. I colori per l'acquerello si ottengono mescolando pigmenti in polvere con una sostanza addensante solubile in acqua, la resina di acacia, detta gomma arabica, che serve a solidificare il colore e a legarlo al supporto. La sua particolarità è di perdere la caratteristica di colla ogni qual volta si bagna, e di ritornare a fare da legante quando si asciuga. Si conservano in tubetti, in piccoli contenitori detti godet, in pasticche, e la stesura si effettua stemperando in acqua i colori con il pennello al momento dell'uso; esistono anche acquerelli liquidi in vasetti. Possono essere, inoltre, a matite, a pastelli, a pennarelli e in questo caso si erli dati sulla carta. Per preparare da sé gli acquerelli bisogna comprare la gomma arabica che si trova in commercio come una polverina biancastra e deve essere diluita in acqua in una soluzione dal 10 % al 30 %. Con questa soluzione si mesticano i pigmenti aggiungendo una piccola percentuale di miele affinché, quando 13 edizioniminime
Liquidi
Pastello
Pennarello
Matita
Tubetto
Godet
Pasticca
Gomma arabica
Scatola porta godet e pennelli
l’impasto si rapprende, esso si mantenga morbido nel tempo. A seconda del pigmento usato si potrà verificare qualche problema: ad esempio, il pigmento non si amalgama con la soluzione, oppure col tempo il colore conservato nel godet si solidifica troppo e cretta. Per ovviare a questi inconvenienti si possono aggiungere degli additivi, della glicerina, del fiele di bue o altro. Questi eventuali problemi sono originati dalla natura del pigmento, per cui preparare da sé il colore, anche se può servire a capirne l’essenza intrinseca, può rivelarsi difficoltoso; è più comodo e più sicuro comprarli già preparati e soprattutto di buona marca, perché, come al solito, più sono costosi e più sono sicuri. I pennelli morbidi di martora sono i più indicati per dipingere ad acquerello, i migliori sono quelli della Windsor and Newton. La serie 7 è la migliore in assoluto sul mercato: è di martora siberiana e la sua estremità termina con un solo pelo. Molte confezioni di acquerelli sono corredate anche da un pennello, il tutto quasi sempre di qualità assai modesta: meglio lasciar perdere. Bisogna comporsi la propria scatola dei colori, dotandola dei pennelli giusti. Come si può osservare dalla
Tavolozza e scodelline
Spugna naturale
Colla di coniglio in grumi
Pennelli giapponesi
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differenza di costo, confrontando da sinistra a destra, un pennello di martora della migliore qualità ha un prezzo maggiore di uno con peli sintetici. I pennelli giapponesi di bambù invece sono versatili, economici e possono servire in alternativa a quelli più costosi. Come supporto per dipingere all’acquerello si usa la carta con una percentuale specifica di colla. Si può preparare la superficie della carta da sé, tenendo presente che è fondamentale la quantità di colla della carta. 1 - Comprare la carta fatta artigianalmente a mano priva del trattamento della colla. Può andar bene la carta per l’incisione all’acquaforte, ad esempio quella delle “Cartiere MAGNANI“. 2 - Comprare della colla di pelli di coniglio in grumi (non quella in perline). 3 - Mettere a mollo 1 parte di colla in 8 parti di acqua per circa 12 ore. 4 - Dopodiché sciogliere il composto a bagnomaria senza portare a ebollizione. 5 - Quindi dare la colla sulla carta prima su un lato e, quando è asciutto sull’altro. La carta più adatta è quella da 200/300 gr per metro quadrato; mentre se è più leggera bisogna tenderla su cartone o tavoletta, per evitare che, bagnandola, si accartocci quando si dipinge. La proporzione della colla 1 a 8 può variare a seconda se si vuole un supporto più o meno assorbente. La stessa preparazione della colla serve a preparare altri tipi di supporti come il cartone, il compensato, il multistrato o altre tavole a base di materiale legnoso; in questo caso bisogna aggiungere anche del gesso morto (gesso che non fa presa, chiamato anche gesso a oro o da doratore). A colla sempre calda, a bagnomaria, aggiungere 2 parti di gesso, quindi si stende il tutto sul supporto con un pennello largo e piatto. Quando questa imprimitura si è asciugata per bene, carteggiare con carta vetrata di grana 100, e dare un’altra mano di colla e gesso, sempre scaldata a bagnomaria. Quando pure questa mano si è asciugata, carteggiare con cartavetrata di grana 180 (o anche di grana ulteriormente più fine). Se il supporto è di pochi millimetri bisogna dare l’imprimitura d’ambo i lati, per cui conviene usare supporti tra 15 e 25 mm di spessore in modo che non s’incurvino da un lato (bisogna sempre considerare che più grande è la superficie, più questa deve essere spessa). 15 edizioniminime
Si otterrà così un supporto con una imprimitura perfetta per l’acquerello ed anche per la tempera. Questo tipo di preparazione è simile alla gessatura di base per la doratura: infatti si può rendere la superfice molto liscia continuando a carteggiare con carta vetrata smeriglio sempre più fina. La scelta del supporto è sempre determinante per caratterizzare lo stile e il risultato. Trovare la carta e il supporto giusto significa fare numerose prove, anche perché la scelta è legata al gusto e allo spirito dell’acquerellista, ma se si vuole effettuare la più soddisfacente alle proprie esigenze si consiglia di preparare il supporto da sé. Diverse industrie producono carte eccellenti per acquerello, e quando si sceglie un tipo di carta bisogna considerarne con attenzione il peso, la granitura e il tono. La granitura deve essere scelta in base a quanto fondo bianco si vuole lasciare in vista: una carta liscia si copre uniformemente, mentre una ruvida mostra sempre piccole superfici bianche attraverso le mani di colore. Le buone carte fatte a mano o a macchina, hanno tutte ben visibile la filigrana del fabbricante. Il lato su cui si deve applicare il colore è quello che mostra la filigrana nel giusto verso.Il grado di assorbimento dipende dalla percentuale di colla, che può variare. Se si vuole evitare il lavoro di prepararla da sé, si può comprare la carta specifica per acquerello, tenendo presente che inevitabilmente la carta più è adatta, e più costa. Si possono acquistare pure i supporti già preparati con l’imprimitura a gesso adatta per l’acquerello e la tempera, ma sono difficili da trovare. Come carta della migliore qualità già pronta per l’acquerello si consiglia: 0 La Fabriano F5 50 % coton, di non meno di 250 gr. 0 La Molin a papier d’Arches.J Perrigot, già tesa e incollata ai bordi, è venduta in fogli di vario formato o in blocchi per acquerello. Chi dipinge ad acquerello deve lavorare scuro su chiaro e mai chiaro su scuro, come invece può fare chi dipinge a olio. A rigore, il numero di strati sovrapponibili non dovrebbe essere superiore a tre o il risultato finale rischia di avere un aspetto «sporco». Toni troppo scuri possono essere rischiarati, a dipinto terminato, asciugando la zona con una spugna, carta assorbente o un fazzoletto di carta, o lavando il dipinto direttamente sotto l’acqua corrente.
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Ottenere certi effetti senza disegno a matita preliminare è una delle tecniche ad acquerello tra le più difficili, che si basa sulla stesura di colori molto diluiti, e su un disegno effettuato con linee sottili direttamente con un pennello impregnato di colore leggerissimo. Per stendere una mano uniforme, si bagna con acqua l'intera zona da dipingere usando un grosso pennello piatto e si prepara in una scodellina a parte una quantità di colore sufficiente (ne occorre in genere assai di più di quello che si pensa). Il colore va applicato rapidamente e in senso orizzontale in modo che le pennellate fluiscano l'una nell'altra. Per facilitare il processo di fusione, conviene tenere il dipinto leggermente inclinato in modo che il colore scorra verso il basso. Una mano sfumata si ottiene rafforzando progressivamente il colore via via che si dipinge. II colore può essere applicato anche a tratteggi e puntini fusi insieme, o a brevi pennellate intrecciate tra di loro, cominciando dai colori più chiari e oscurando sempre di più. La tecnica a “ sfregazzi “ consiste nell'applicare il colore 17 edizioniminime
Faro di Capo Passero (SR). Acquerello, cm 25x35
Quando pioveva sabbia (CT). Acquerello su carta, cm 35 x25
Cittadella - Marzamemi (SR). Acquerello su carta cm 36 x 26
strofinando in modo che penetri quasi nella carta; ma, se è vero che si mette efficacemente in risalto la granitura della superficie, è bene non abusarne perché l'effetto generale del dipinto risulta alla fine troppo monotono , sporco e rimasticato. Le spugne sono usate da molti acquerellisti non solo per dipingere ampie campiture con effetti particolari, ma anche per schiarire i toni. Per quest'ultimo scopo occorre una spugna perfettamente pulita. Si inumidisce il dipinto e si «massaggia» leggermente con la spugna ben strizzata; si lascia riposare per pochi minuti prima di raccogliere l'eccesso d'acqua con carta assorbente. L'operazione si ripete fino ad ottenere l'effetto desiderato. Per ridurre l'intensità di una mano di colore si può utilizzare una gomma per cancellare: il colore deve essere completamente asciutto e la gomma molto pulita. Con questo metodo si può anche mettere in rilievo la granitura della carta, come scoprì Turner, e la gomma diventa così un vero e proprio strumento per dipingere. Il sapone può essere utilizzato per imprimere sulla carta impronte con la forma di oggetti naturali come fiori, foglie, erba o piume.Su un lato dell'oggetto, si stende prima il sapone, poi il colore, e si preme l'oggetto sulla carta. Questo metodo è a volte di tale effetto che l'impronta non ha bisogno di ritocco. Talvolta si utilizza il liquido per mascherature allo scopo di delimitare zone di carta che devono rimanere bianche: ciò consente di stendere rapidamente lo strato di colore sulle altre parti del dipinto. Quando il colore è steso, la sottile pellicola viene eliminata. Anche la cera delle candele serve per lo stesso scopo ma non può essere asportata e rimane sul foglio come parte integrante del dipinto. L'aerografo, con la vasta gamma delle sue applicazioni che vanno dallo spruzzo più ampio alla linea sottile come un tratto di penna, può utilizzare anche i colori ad acquerello. In genere se ne servono i professionisti per lavori commerciali e usano pigmenti macinati molto finemente su carta molto liscia.
San Vincenzo (LI). Acquerello su carta, cm 100 x 25
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Se si vuole dipingere su una superficie di un dipinto ad olio, asciutto, l’acquerello scivola via, ma se si sfrega il supporto con uno spicchio d’aglio o con del fiele di bue, l’acquerello aderirà abbastanza tranquillamente. Il termine "acquerello" compare nel Settecento, ma fin dall'antichità sono state utilizzate tecniche basate sullo stesso principio, basti pensare, per esempio, ai papiri dell'antico Egitto, o alle pitture a inchiostro in Estremo Oriente. I primi acquerelli in senso moderno sono probabilmente gli studi di paesaggio, animali e piante di Albrecht Dürer, il più importante artista tedesco del Rinascimento. Usando insieme la penna e l'acquerello, Dürer ottenne una sintesi perfetta tra la luminosità dei colori e la descrizione minuziosa dei particolari. Nel Cinquecento e nel Seicento i colori ad acqua più usati furono gli inchiostri, adatti a realizzare schizzi e studi monocromi. Alcuni artisti come il Guercino e Rembrandt si servirono del bistro (fuliggine di faggio in sospensione acquosa, di colore marrone) e della seppia per riprodurre sinteticamente gli effetti atmosferici e il gioco della luce naturale nei loro studi di paesaggio. Turner ricavò una varietà di effetti insuperabile, traducendo la 19 edizioniminime
Cucina di casa a Pozzallo (RG). Acquerello su carta, cm 25 x 35
Particolari della cucina di casa a Pozzallo (RG). Acquerello su carta, cm 25 x 35
vibrazione della luce in stesure di abbagliante luminosità e squillanti contrasti di colore. Nell'Ottocento l'acquerello fu molto popolare in Europa, ma solo gli studi del pittore romantico Eugène Delacroix e, più tardi, gli esperimenti degli impressionisti segnarono un reale progresso nell'uso ormai ripetitivo e virtuosistico della tecnica. Essendo questa tecnica semplice nei suoi strumenti è stata, ed è, il miglior sistema per fare degli appunti di viaggio. A partire dalla metà del Settecento, l'acquerello trovò ampia diffusione in Inghilterra, si valorizzarono le risorse del mezzo applicando direttamente il colore sul foglio senza disegno preliminare. Questa importante innovazione condusse a maturità la tecnica, decretandone il successo. Si ampliò di conseguenza anche la gamma dei colori. Sono da ricordare anche i disegni acquerellati di Paul Cézanne, spesso paragonabili per qualità ai suoi dipinti, caratterizzati da una stesura personalissima fatta di minuscoli tocchi. nostro secolo. Per ragione legate all’affermarsi dei nuovi movimenti, la fortuna dell’acquerello come mazzo espressivo autonomo è notevolmente diminuita nel nostro secolo. Tuttavia non sono mancati grandi artisti, come Edward Hopper e Paul Klee, che l'hanno utilizzato con esiti
Vaso con pianta grassa. Acquerello su carta, cm 23 x 33
Il castello di Aci (CT). Acquerello su carta, cm 26 x36
Tre cipressi, Santa Maria a Petriolo, Greve in Chianti (FI). Acquerello su carta, cm 23 x 33
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di grande felicità espressiva. L’italiano Giorgio Morandi spesso tracciava il disegno a matita con un segno sottile, dopodiché bagnava solo alcune parti del foglio e su questa parte dava un solo colore, lasciando che si espandesse. L’acquerello si offre benissimo come tecnica per realizzare bozzetti di illustrazione destinati all’editoria, quali manifesti, fumetti, illustrazione didattica e scientifica... Sono d’esempio il francese Folon, o l’italiano Hugo Pratt, autore del fumetto Corto Maltese.
Copertina di libro. Acquerello e tecnica mista, cm 15x15
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29 Bustric. Illustrazione per “Buon viaggio e lustro di luna”. Acquerello su carta, cm 50 x 70
Bozzetto per la libreria di fumetti IL SEGNO E L’AVVENTURA. Acquerello e tecnica mista, cm 25x35
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ffresco è quel tipo di pittura murale che consiste nel dipingere con pigmenti stemperati in acqua su un supporto costituito da un intonaco ancora “fresco”, e adoperando la calce come bianco e come legante. Il metodo tradizionale del “BUON FRESCO“, tramandatoci dal CENNINI e dal VASARI, richiede una padronanza perfetta della tecnica e la capacità di dipingere con grande rapidità e sicurezza, poiché esso, a differenza delle altre tecniche pittoriche, non ammette correzioni. Il tempo di lavoro è definito e limitato dall'intonaco poiché l'idrato di calcio, che costituisce il legante, deve trasformarsi durante l'asciugatura in carbonato di calcio. Questa tecnica pittorica così realizzata dà una peculiare qualità estetica e di resistenza all'opera. Ricordiamo che è un'arte antichissima che ha permesso di lasciare un segno di vita e di religiosità nei secoli; perché ciò accadesse era necessario che l'affrescante seguisse scrupolosamente tutte le fasi preliminari all'opera: la raccolta delle terre colorate di cui alcune molto rare e preziose, la preparazione dell'intonaco e poi una rapida pittura, immediata, con poche pennellate decise. Leonardo, amante della perfezione, nella realizzazione dell' “Ultima Cena”, continuando a ritoccare l'opera e quindi non permettendo che il colore si fissasse nell'intonaco, ha ottenuto un affresco simile ad un quadro ad olio, ma con una resistenza minima tanto che dovette già dopo pochi anni effettuare lui personalmente un primo intervento di restauro. L'affresco è una tecnica pittorica muraria, vale a dire fatta per essere realizzata sul muro, ma si può per comodità realizzarla su altri supporti in modo che possa essere facilmente trasportabile. In qualsiasi caso è necessario realizzare l'intonaco vero e proprio, e quindi creare un supporto che regga l'intonaco, supporto che deve avere le stesse caratteristiche del muro: rigido e assorbente. Nelle opere di muratura l'intonaco è quella parte di finitura del muro che lo protegge e lo rende omogeneo: posto sui muri esterni ha una durata di circa 20 - 30 anni mentre sui muri interni, se privo di difetti e di umidità, ha una durata illimitata. Mesticare è un vocabolo della lingua italiana oramai superato, ma ancora usato in Toscana per indicare il mischiare, il mescolare, mettere insieme più componenti: a Firenze la mesticheria è un negozio che vende ferramenta, colori, prodotti per la manutenzione della casa…
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Si mestica anche in cucina quando tagliando, tritando, macinando, mischiando, si preparano ricette semplici o complicate. Si mestica anche nell' edilizia: il muratore mestica la calcina quando mette la calce o il cemento insieme alla sabbia… I componenti e le formule della pittura sono simili a quelli della cucina, e anche della muratura: alcuni si differenziano nell'origine dei materiali, altri sono esattamente identici. Nell'affresco si “ mestica “ la calcina e i colori. L’ e l e m e n t o e s s e n z i a l e dell’affresco è la calce. La calce è una materia ottenuta sottoponendo a speciale cottura delle rocce contenenti carbonato di calcio, la calce viva serve a scopi industriali. La calce viva, spenta con l'aggiunta d'acqua e mesticata con sabbia nelle giuste proporzioni, serve per murare pietre e mattoni e per fare l'intonaco. La calce può essere grassa e magra: la calce grassa si spegne rapidamente e forma un grassello consistente e untuoso ed è quella che serve per l'affresco, perché è di calcare più puro; la calce magra è quella che si spegne lentamente, assorbe poca acqua ed è la meno adatta per l'affresco. 23 edizioniminime
Come impastare la malta
Gnomone. Affresco su polistirolo con rete, cm 20 x 30
A seconda delle proporzioni di mestica della calce spenta con l'acqua si ottiene: GRASSELLO DI CALCE: una pasta densa e malleabile come il burro ed è quella che serve per l’affresco (svolge la funzione di legante). Quando si presenta come un liquido denso come il latte si chiama LATTE DI CALCE, quando è liquido come l'acqua si chiama ACQUA DI CALCE. L’insieme di grassello di calce e sabbia si chiama MALTA o CALCINA e, nel caso dell’intonaco, la proporzione tra grassello di calce e sabbia è di 1 a 2 o di 1a 3; un eccesso di grassello rende la malta poco resistente provocando screpolature e distacchi. Se alla sabbia e al grassello si aggiungono altri componenti come il cemento, la pozzolana, etc. si ottiene la MALTA BASTARDA adatta per la muratura, ma non adatta per l'intonaco da affrescare. La sabbia (che svolge la funzione d’inerte) deve essere priva di sali e deve quindi provenire da acque torrentizie e pulite o da una cava non marina. Si possono usare, al posto della sabbia, altri inerti idonei come la polvere di marmo, o l'azzolo (pietra vulcanica macinata in varia granulometria) l’argilla espansa, la pomice... L'intonaco rustico è un rivestimento che serve a ricoprire una superficie muraria essenzialmente allo scopo di proteggerla, e per regolarizzare e
spianare un muro sul quale s'intende applicare un successivo rivestimento: intonaco civile, rasatura a gesso, rivestimenti plastici, piastrelle. Due sono gli scopi dell'intonaco rustico: uniformare il muro con un primo strato d'intonaco grezzo chiamato “RINZAFFO”, e mettere il muro a livello su un unico piano. Per eseguire l'intonaco rustico servono un secchio e una cazzuola, uno sparviere per reggere la malta durante la posa, una staggia abbastanza lunga per spianare il rinzaffo, un frattazzo di legno, un filo a piombo e una livella. Per intonacare pareti verticali anzitutto occorre rimuovere tutte le parti che tendono a staccarsi (vecchi intonaci, schegge di muratura smosse, granuli di malta poco aderenti) raschiando anche, fin dove è possibile, l'interno dei giunti. Si bagna poi abbondantemente il muro da intonacare con acqua per ripulire la superficie dalla polvere, che potrebbe nuocere alla buona adesione della malta, e anche per evitare che il muro asciutto sottragga acqua all'intonaco, provocandone il precoce essiccamento.
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Frattazzo con spugna
In presenza di una muratura molto irregolare, per avere la certezza che l'intonaco una volta finito risulti ben spianato, occorre predisporre dei punti di riferimento (poste) appartenenti tutti allo stesso piano verticale. A questo scopo si comincia col murare sulla parte alta della parete delle sottili scaglie di laterizio (o anche pezzetti di piastrelle) allineate in senso orizzontale e distanti fra loro circa un metro. La sporgenza rispetto alla muratura grezza dovrĂ essere di circa 15 mm. Sotto questi elementi di riferimento se ne murano altri in modo che ciascuno di essi si trovi sulla stessa verticale del suo corrispondente, a una distanza di 120-150 cm. La verticalitĂ degli elementi sovrapposti deve essere verificata con il filo a piombo (o con la livella) appoggiato a una staggia di sufficiente lunghezza. Una volta che il rinzaffo si sia un poco consolidato, si dovrĂ quindi passare a conguagliarne e pareggiarne la superficie, usando la stessa malta applicata con la cazzuola e poi lisciata con il frattazzo. Al termine di questa operazione, specialmente se l'intonaco non deve essere successivamente rivestito, la 25 edizioniminime
Badile
Frattazzo in acciaio
Taloscia
Cazzuola Staggia
Secchio
Livella a bolla d’aria
Fase A
Rinzaffo
Filo a piombo
Poste
Fase B
parete dovrà presentarsi il più possibile regolare; anche gli elementi di riferimento vanno rimossi, e i buchi devono risultare accuratamente stuccati. L'intonaco civile si esegue sovrapponendo all'intonaco rustico un secondo strato, detto “ARRICCIATO“ (spessore circa 5 mm ), di malta più fine e grassa. Questa malta si può ottenere passando al setaccio fine lo stesso tipo di malta usata per l'intonaco rustico, in modo da separarne la "colla di malta”; oppure si può preparare ex novo impiegando gli stessi leganti uniti a sabbia finissima vagliata e lavata, di granulometria uniforme (circa mezzo mm). Gli attrezzi sono gli stessi visti per l'intonaco rustico. In più serve un frattazzino per lisciare l'arricciato ed eventualmente un grosso pennello per spruzzare acqua. Prima di eseguire l'arricciato, si deve attendere che il rustico abbia preso una certa consistenza. Può convenire lasciar passare parecchio tempo tra il completamento dell'intonaco rustico e l'applicazione del’intonaco civile, perché con il secondo strato si può rimediare a eventuali piccole screpolature che, a causa del ritiro, si dovessero formare nel primo.
Arricciato
Staggia
Rinzaffo
Fasce verticali
Movimento della staggia per livellare la malta Fase C
Intonaco
Arricciato
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Quando si deve applicare l'arricciato su un intonaco rustico già essiccato è però necessario spolverarne bene la superficie e bagnarla abbondantemente. Lo strato dell'arricciato va steso con la cazzuola in spessore uniforme e poi spianato con il frattazzino finché comincia a indurire. Dopo qualche ora si procede, spruzzando acqua sulla parete con un pennello e con la cazzuola, dando l’intonachino e lisciando con il frattazzino mosso in senso rotatorio. L'intonachino può essere dato usando l'apposito frattazzo munito di spugna. L'intonachino è composto da una o due parte di sabbia fine di uguale granulometria e da una parte di calce. La sabbia può essere sostituita da polvere di marmo finissima: in questo caso il risultato finale sarà una superficie molto liscia.
Pennellessa. Affresco su pannello di trucioli di sughero e rete, cm 35 x45
Movimento del frattazzo per lisciare l’intonachino
Fase D
Intonachino
Intonachino su cui si dipinge Muro Intonaco
Rinzaffo
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Arricciato
Arricciato
I pennelli che si usano nell’affresco devono essere di setola a pelo lungo. Altri attrezzi sono spatole varie e scodelline di varia misura.
Per l’affresco non sono adatti tutti i colori in quanto alcuni non sono resistenti alla calce. Per questo motivo si usano solo i seguenti colori: ÉBianco di San Giovanni, che è la calce spenta seccata e macinata finemente (comunque non conviene usare il bianco, in quanto la superfice su cui si dipinge è già bianca e poi l’affresco, asciugandosi, schiarisce molto) Étutte le Terre e gli Ossidi minerali Éil Cinabro ÉB leu di Lapislazzuli, che essendo molto costoso, può essere sostituito dal Bleu di cobalto, il quale tenderà purtroppo a sbiancarsi nel tempo. E’ stato anche usato, come azzurro, del vetro
Cartone preparatorio dell’affresco Opera erratica - Pereta (GR). Acquerello su carta, cm 50 x 70
Opera erratica - Pereta (GR). Affresco su telaio con rete portaintonaco, cm 60 x 100
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macinato finemente. Il disegno preparatorio, detto anche “cartone”, deve essere della stessa grandezza dell'affresco da eseguire, e va completato con un preciso schema dei colori. All'inizio della giornata di lavoro si riporta sull'intonaco bagnato soltanto quella parte di disegno che si pensa di poter dipingere completandolo nella giornata, tracciando i contorni con una matita d'ardesia. Bisogna eseguire questa operazione con esattezza, dato che gli errori possono essere corretti solo ritagliando e sostituendo l'intera zona di intonaco, operazione per nulla semplice. Alla fine di ogni
cartone preparatorio
affresco finito
I pigmenti vanno macinati a lungo con l'acqua e sistemati, pronti per l'uso, in contenitori distinti. Il colore si applica con pennelli morbidi di setola iniziando dall'angolo in alto a sinistra per evitare di macchiare superfici già terminate. Si comincia con strati sottili e trasparenti che vengono assorbiti dall'intonaco, poi il disegno viene delineato con un colore più scuro. Il bianco San Giovanni viene utilizzato sui mezzi toni chiari per le lumeggiature; i toni più scuri costituiscono le ombre. (Gli Italiani del periodo pre-rinascimentale usavano il tratteggio e l'ombreggiatura per ottenere la definizione delle forme; ma nel XVII secolo Tiepolo dipingeva con ampie zone tonali e con luci abilmente distribuite). Per realizzare un piccolo affresco su un supporto facilmente trasportabile bisogna ricreare le medesime condizioni e rispettare le stesse regole dell'affresco su muro. 29 edizioniminime
Qui di seguito vengono descritti tutti i passaggi per la realizzazione di un affresco su supporto mobile, utilizzando il medesimo procedimento dell'affresco su muro, tranne che ora si adopererà, per facilitare il lavoro, una tavoletta rigida non più grande di 20 x 30 su cui verrà applicata una rete per rendere duro e consistente il supporto, cosicché si abbiano le stesse caratteristiche del muro. Per supporti più grandi è necessario costruire dei telai con altri materiali, ferro, cannicciati, ecc... Su una tavola di truciolato, media-densità, o altro, si applica una rete tipo quella per le zanzariere o quella specifica per intonaco. Meglio ancora è su un telaio fissare saldamente la rete portaintonaco, che ha delle nervature rigide, e su questa dare l’arricciato. Se il supporto è liscio bisogna renderlo scabroso in modo che la calcina possa far presa facilmente, ad esempio incollando della tela di juta a maglia larga. Il rinzaffo, per opere piccole e su supporti già piani, può essere eliminato; esso serve per omogeneizzare tutte le scabrosità del muro e preparare un piano per l'arricciato.
La messa a regola del piano su supporti mobili è abbastanza semplice, basta mettere dei regolini dello spessore giusto ai lati del supporto, oppure usare la rete porta-intonaco che ha delle nervature che aiutano a fare il piano.
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La malta ha rapporti variabili: 1 di calce e 3 parti sabbia per l'arricciato. 1 di calce e 2 parti sabbia per l'intonachino. La quantità d’acqua è variabile, ma l'impasto deve essere consistente tanto quanto basta: una prova è verificare che la spatola conficcata nella malta stia ritta da sola.
Si applica uno strato di malta, chiamato arricciato, a riempire tutta la superfice di circa 5 mm di spessore, e viene steso tra le guide poste ai lati della tavoletta.
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L'ultimo strato, l'intonachino, si stende circa mezz'ora dopo, oppure dopo che l'arricciato si sia asciugato, bagnandolo prima con un pennello, e ha uno spessore di circa 3 mm. Per poter stendere l’intonachino bisogna aumentare l’altezza dei regolini che fanno da guida al frattazzo, togliendo gli spessori di 3 mm che precedentemente erano stati posti.
Si prepara su carta il disegno, che dovrà essere sintetico nelle sue line essenziali. Come esempio è stato elaborato un autoritratto. Se l'affresco da realizzare è grande, si prepara il disegno sul cartone preparatorio che viene bucherellato lungo la linea di contorno del disegno: a questo punto avviene “lo spolvero“, si batte cioè il disegno con un sacchetto di tela piena di nero fumo, in modo che lo stesso nero fumo passi attraverso i buchi lasciando una traccia sull'intonaco. Per un disegno piccolo conviene usare quest’altro metodo. Si passa a coprire tutto il dietro di una fotocopia del disegno con del carboncino. Si adagia il foglio dal lato del carboncino sull'intonaco, e si passa il disegno con una punta arrotondata, in modo da trasferire una traccia di disegno sull'intonaco. Su questa superficie, ossia sulla traccia del disegno, viene disegnata “la sinopia“ che è la prima traccia di pittura sull’intonaco. La sinopia è, più esattamente, quando l’affresco è grande, la prima traccia che si schizza sull’arricciato con un colore di terra rossa, per impostare tutto l’insieme e le giornate di lavoro.
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Per piccoli lavori, in cui il tempo di realizzazione dura poco, non esistono problemi per la quantità di intonachino da stendere: dal momento in cui questo inizia a “tirare” (cioè comincia ad asciugarsi) si può dipingere e concludere rapidamente prima che si asciughi completamente. Per le grandi opere invece bisogna calcolare in una giornata quanta superfice si può dipingere perché c’è un tempo limitato tra quando l'intonaco è pronto per dipingere e il momento in cui il processo si è concluso. Infatti nelle grandi opere il lavoro si divide in “giornate“. I pigmenti colorati vanno precedentemente disciolti nell'acqua in modo proporzionato al tono che si vuole ottenere, tenendo sempre presente che tutta la tonalità finale risulterà sempre più chiara. Si consiglia di usare pochi colori, come per esempio: Giallo di cadmio Azzurro di cobalto Ocra gialla Rosso cinabro Terra d'ombra naturale Terra rossa Terra di Siena Terra d'ombra bruciata Bisogna stendere il colore senza ripassarci sopra e a velature trasparenti, con tonalità sempre più scure e mai il chiaro 33 edizioniminime
sullo scuro. Occorre tenere il bianco dell'intonaco come il colore più chiaro e luminoso, e avere sempre come riferimento il disegno preparatorio. tonalità sempre più scure e mai il chiaro sullo scuro. Occorre tenere il bianco dell'intonaco come il colore più chiaro e luminoso, e avere sempre come riferimento il disegno preparatorio. Mentre l'intonaco asciuga, assorbe e lega le particelle di pigmento; quando si asciugherà completamente l'effetto delle tonalità sarà più chiaro e il colore sarà parte integrale dell’intonaco.
Traccia del disegno sull’intonachino fresco dopo lo spolvero
Lasciare senza pittura le parti che dovranno essere bianche anche se l’intonaco, essendo bagnato, sarà grigiastro perché diventerà bianco quando sarà asciutto.
Tracciare con rapide pennellate tutto l’insieme e, sulla traccia del disegno, riempire gli spazi usando i colori più o meno diluiti in base ai toni cromatici. Sovrapporre più strati di colore, scuro su chiaro, come per l’acquerello.
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Ricordare sempre. Quando si dà la calcina bisogna che il supporto o lo strato precedente sia sempre bagnato. Quando si dà il colore occorre che l'intonaco sia fresco e non abbia cominciato ad asciugare: il periodo buono per dipingere è quando l'intonaco ha cominciato a “tirare“ e prima che sia evaporata l'acqua. Questo tempo dipende dallo spessore dei vari strati, dal clima e dai materiali, e comunque oscilla da un’ora a circa sei ore. 35 edizioniminime
Il risultato dell'affresco dipende da questo processo chimico, e quindi dall'esperienza che si ha di tutto il procedimento. Per effetto dell'idrato di calcio, che è nella calcina, e dell'acido carbonico dell'atmosfera il colore applicato alla calcina si fissa gradualmente fino a rendersi insolubile, cosi come avviene nei marmi colorati esistenti in natura. Dopo aver finito di dipingere, l’esito definitivo si potrà vedere solamente dopo diversi giorni, quando l’intonaco sarà completamente asciugato. Il risultato finale sarà di una pittura molto brillante e “viva“, ma molto più chiara in tutto l’insieme di quando è stata dipinta. Sarà possibile ritoccarla a tempera, ma questi ritocchi saranno sempre visibili in quanto meno brillanti ed opachi. Conviene lasciare tutt’intorno all’affresco i regolini che son serviti da guida per i vari strati d’intonaco, oppure rifarli nuovi, in modo da proteggere l’intonaco sui bordi, in quanto un piccolo urto può farli screpolare.
In sintesi, alcuni modi per preparare i supporti mobili per l’affresco. Per formati non più grandi di un metro quadrato: - telaio in legno e rete portaintonaco in lamierino zingato con nervature oppure. Telaio
laterizio,mattone, pianella, tegola, mattonella in cotto grezzo, fogli di polistirolo rigido, fogli di trucioli, di sughero... l’importante che siano rigidi e truciolato rete
Cannicciato
Intonachino Arricciato
Intonachino
laterizio
Intonachino
- telaio in legno e cannicciato Per formati più piccoli si
lamierino zingato con nervature Arricciato
assorbenti con le medesime caratteristiche di un muro di mattoni.
Intonachino
possono usare vari materiali tra cui: - piano di truciolato e rete di plastica o di metallo tipo quella per la zanzariera. Oppure:
Ombre di Marzamemi (SR). Affresco su media-densità, rifinito con cera, cm 20 x 20
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Indice analitico Termine
Pag
Acqua di calce 26 Acquerello 12, 14, 16-18, 20-23, 36 Affresco su muro 32 Affresco su supporto mobile 32 Argilla espansa 24 Arricciato 28-29, 32-34, 40 Azzolo 26 Bianco di San Giovanni 13, 29 Buon fresco 24 Calce 13, 24-26, 29, 33 Calce magra 25 Calce spenta 13, 26, 29 Calce viva 25 Calcina 25, 26, 32, 37, 40, 41 Cannicciato 38 Cannino Cennini 24 Carbonato di calcio 24, 25 Carboncino 3, 4, 11, 34 Carbone 13 Cazzuola 26, 27, 29, 40 Cemento 25, 26 Cinabro 13, 30, 35 Cocciniglia 13 Filo a piombo 26, 27 Frattazzo 26-29, 33 Frattazzo con spugna 29 Frattazzo in acciaio 27 Gesso 17, 18, 26 Giornata di lavoro 31, 34 Granulometria 26, 28, 29 Grassello di calce 26, 40 Idrato di calcio 24, 37 Inerte 26 Intonachino 29, 30, 33, 35, 38, 40 Intonaco 13, 24-28, 31, 32, 34, 35, 37, 38, 40, 41 Intonaco civile 26, 28 Intonaco rustico 26, 28 Lapislazzuli 13, 30 Laterizio 27, 38 Latte di calce 26 Legante 12, 15, 24, 26 Leonardo da Vinci 24 Livella (a bolla d'aria) 26, 27 Malta 26-29, 33
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Malta bastarda 26 Media-densitĂ 32, 42, 43 Mesticare 24 Mezzi Toni 31 Multistrato 17 Marmo in polvere 26, 29 Nero di fuliggine 13 Nero di seppia 11 13 Ocra 13, 35 Ossidi minerali 28 Pigmenti 12, 13, 15, 20, 24, 31, 35 Pittura a calce 13 Pomice 2 Poste 27 Pozzolana 26 Rete 3, 30 Rinzaffo 26-28, 30, 32 Sabbia 19, 25, 26, 28, 29, 33 Setaccio 28 Sinopia 34 Sparviere 26, 27 Spatola 33 Spolvero 34, 35 Staggia 26-28 Taloscia 27 Tavolozza 14, 16 Terra di Siena 13, 35 Terra d'ombra 13, 35 Terre 10, 24, 29 Tiepolo 31 Tirare 35, 37 Truciolato 32, 38 Ultima cena (Cenacolo) 24 Vasari 24
Collaborazione di: Mario Gherardi Elisabetta Rosati Alberta Dionisi Foto di copertina di Lucilla Carucci: Due dipinti di Tano Giuffrida. Disegni, testi, dipinti e illustrazioni di Tano Giuffrida.
Bibliografia, indirizzi: ï Manuale dell’artista. Stan Smith e Ten Holt. Studio Zanichelli Editore ï Manuale pratico di tecnica pittorica. Gino Piva.Hoepli -Milano ï Tecnologia delle costruzioni. G.K.Koenig, B. Furozzi. F. Brunetti. Le Monnier. ï Catalogo Zecchi. Via dello Studio, 19 r - 50122 Firenze. Articoli di Belle Arti. ï Catalogo Rinaldin. Via Meucci, 40 - 37037S.Martino Buon Albergo (Verona) ï Rigacci. Via dei Servi,71 r - Firenze. Negozio articoli di Belle Arti.
Dall’articolo su: In Toscana abbiamo il privilegio di poter vedere dal vero quasi dietro casa i più begli affreschi che siano stati mai realizzati. Ma che cosa è l'affresco? Come si realizza? Quali materiali si usano? e che differenza c'è tra un Murales e un Affresco? Nei progetti dell'anno scolastico ...della scuola “Giovanni da Verrazzano” di Greve in Chianti è stato possibile realizzare da parte di ogni allievo della seconda media un piccolo affresco, con l'ausilio dell'insegnante di Educazione Artistica Mario Gherardi e dell'esperto esterno Tano Giuffrida. I ragazzi non hanno dipinto sui muri, ma su dei supporti, all'uopo preparati e facilmente trasportabili, usando l'identico processo degli antichi maestri fiorentini: hanno MESTICATO con SABBIA e GRASSELLO DI CALCE e dato L' ARRICCIATO, L' INTONACHINO, hanno SPOLVERATO IL DISEGNO e tracciato LA SINOPIA e quando LA CALCINA cominciava a TIRARE hanno dato i PIGMENTI colorati. I primi a prendere confidenza con questi nuovi materiali e termini sono stati quei ragazzi che, vuoi perché il papà stava risistemando casa o perché lavora nell'edilizia, con questi hanno avuto a che fare. Anche se l'affresco, come tecnica pittorica è poco usata, oggi nel campo dell'edilizia rimangono i medesimi materiali, i medesimi attrezzi e soprattutto l'identico antico sapere. Gli altri ragazzi, dopo un primo momento d'imbarazzo, hanno iniziato a prendere confidenza con il lavoro tenendoci ad usare il FRATTAZZO o il REGOLO, strumenti da MASTRO provetto, mentre la CAZZUOLA era già considerata strumento da semplice MANOVALE. Quando si è pienamente coinvolti si sa che il tempo scorre velocemente e proprio in quest'occasione il tempo è volato. Quando la campanella ha suonato la fine delle ore a disposizione, i ragazzi non volevano andar via; ognuno ci teneva a finire nel miglior modo il suo piccolo capolavoro, un piccolo dipinto su intonaco ancora fresco, con le stessa tecnica e lo stesso antico sapere con cui i grandi artisti hanno realizzato le loro opere “a fresco“.
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Dall’articolo su: INCHIANTI
I ragazzi della scuola media “ G. da Verrazzano “ di Greve in Chianti (FI) sulle orme di Michelangelo. Si ripeterà anche quest'anno un'esperienza che ha dato risultati interessanti ed è piaciuta molto ai giovanissimi allievi. Affrescare significa dipingere sull'intonaco quando è ancora fresco; una tecnica ormai in disuso, spesso confusa con i murales e con la pittura a muro. Chi realizza un affresco deve sapere di disegno,di muratura, di pittura, anticamente i grandi maestri erano architettipittori-scultori, sapevano di anatomia umana, di calcina e di fusioni in bronzo. Prima di “fare“ studiavano osservavano, ma soprattutto sapevano che ogni cosa “ha un suo tempo”. Fare tutto questo con dei ragazzi di 12 anni abituati ai ritmi veloci di oggi è stata una sfida, gli stessi ragazzi non credevano possibile riuscire ad ottenere dei buoni risultati. Bisogna dipingere di getto, senza dubbi e ripensamenti, studiando e preparando tutto prima. Come i grandi maestri del passato. Non è facile, ma i ragazzini si sono lanciati nell'impresa con entusiasmo. Durante le lezioni di Educazione Artistica del prof. Mario Ghepardi, gli allievi delle II classi hanno realizzato 130 piccoli affreschi con l'insegnamento del pittore Tano Giuffrida. L'esperienza sarà ripetuta anche quest'anno, ed estesa anche in altre scuole medie della provincia di Firenze. Dino Rosati
Lavoro di un allievo della Scuola media G. Da Verrazzano, Greve in Chianti (Fi)
Acquerello di un allievo Stage Acquerello C.R.E.T.E., Torre del Bigallo, Arcetri (Fi)
Affresco di un allievo della Scuola media G. Da Verrazzano, Greve in Chianti (Fi)
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Disegno preparatorio di un allievo della Scuola media G. Da Verrazzano, Greve in Chianti (Fi)
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Questo opuscolo tratta in modo sintetico il disegno dal vero e alcune tecniche pittoriche in maniera volutamente soggettiva, in quanto è basato sull’esperienza dell’autore, sulle sue scelte personali e sulle attività didattiche svolte. È rivolto a chi vuol disegnare dal vero e imparare le basi delle tecniche pittoriche, a chi ha già esperienza e vuole approfondirla, allo studioso o allo storico d’arte, oppure più semplicemente allo spirito curioso; affinché si possa avere la possibilità di poter capire e scegliere tra i vari procedimenti (antichi e moderni), e soprattutto orientarsi tra gli innumerevoli materiali. Per chi vuole approfondire ulteriormente l’argomento esistono in commercio numerosi testi, ma il modo migliore è osservare e provare, in quanto l’esperienza diretta è certamente la migliore maestra.
TANO GIUFFRIDA
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