ULTIMI CAVALIERI

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ULTIMI CAVALIERI fotografie e testo di Tano Giuffrida


ULTIMI CAVALIERI

“Una volta usciti dall'infanzia, bisogna soffrire molto per rientrarvi, così come al termine della notte speriamo di trovare un'altra aurora”. E' Bernanos che parla e, ancora una volta, ribadisce quanto possa essere faticoso risalire la corrente del tempo: può essere perfino pericoloso. A volte le fotografie, che ci cercarono e che cercammo, ci vengono in soccorso e, come squarci di luce nella memoria grigia, ci ripropongono la riflessione del sentimento. Ci dicono che noi eravamo effettivamente là, e scherzavamo con tanta gente che ci piacerebbe rivedere ancora, e ci stupimmo di un accadimento, di una scoperta, di un odore, di un incontro. Erano là anche loro, le figure ed i fantasmi cui demmo un nome ed un soprannome, che chiamammo con serenità, con attese piena di vita, ricchi semplicemente dell'incontro. I


E uscivamo e rientravamo, continuamente. Per la semplice necessità di incontrare, per il semplice desiderio di rivivere. L'immagine, intanto, raccoglieva tutto come il carniere del cacciatore. Dentro l’immagine conservavamo la strada, custodivamo l'appunto e liberavamo il sogno. * A dare intensità al senso dell'odierno ricordo, come un lapsus freudiano, da quei giorni ritorna un uomo a cavallo, anzi tanti uomini a cavallo, anzi tanti cavalli e tanti uomini (ma c'erano anche gli asini ed anche i muli). La loro ricomparsa nel reperto prezioso dei cloruri d'argento si fa indice, simbolo e icona che impongono al nostro Autore una scelta: affidare il tessuto narrativo di queste pagine al “bambino” che lo attende come un regalo o darlo al semiologo che tenterà di decifrarlo tra un sorriso di tenerezza e una curiosità invidiosa. Invero, “requiem quaesivo, et non inveni sine in angulo cum libro” confidava quel vecchio. “Ma cos'é un libro senza immagini?” disse Alice. Un modo di leggere e restare inquieti, soggiungemmo noi. Perché queste vecchie fotografie, che Tano ha portato alla nuova luce, sono frammenti di una vita che, a sua volta, era frammento della sua vita attuale; e ci domandiamo, è possibile, in esse, intravederla tutta, intercettarne i contorni, prevederne gli esiti? Cominciamo, allora, coll'ammettere che ognuno di noi proviene II


dalla propria infanzia, dalla propria giovinezza, “come da un paese”; e cominciamo a riconoscere con sincerità che gli eroi, gli amici, i compagni di strada, con i quali sperammo di camminare insieme, non sono tutti qua e, forse, non ci riconoscono. Bernanos ha ragione. Però amammo questi “ultimi cavalieri” e li amiamo ancora. Accanto a loro scoprimmo un cane che non ci tradì, un compleanno che ci fece adulti, una voglia che riapparve quando eravamo out. * In quegli anni si leggeva Kerouac, Sulla Strada, e si cercava la musica; Vittorini, con la sua “Conversazione in Sicilia”, ci aveva abbandonato lasciandoci in preda ad astratti furori ma, intorno noi, anche la verdura più selvaggia e più amara era dolcissima e tutti, come api, a succhiare miele. In termini sobri e discreti ma decisamente sensuali, l'Autore, adesso, ci porge questi scatti-riscatti come“madailenettes” proustiane per ri-cordare, ovviamente, e, quindi, per riportarli al cuore, ma anche per non disperderli, perché a custodire qualcosa ci si guadagna sempre. Mi piace pensare che Tano abbia fotografato questo mondo per guardarlo, per fargli, come dire, la guardia. “Perché sei un essere speciale, ed io avrò cura di te” direbbe Franco Battiato. Ma potrebbero dirlo anche le fotografie per il loro III


autore. E se giunti all'ultima pagina, esplodessimo con Roberto Vecchioni in un “va, bandolero, stanco, stanotte ho pianto pensando a te”? Beh, andrebbe bene lo stesso. Ci sono altre fotografie nascoste? Che non ci hai voluto far vedere? Di quando sei caduto da cavallo? Di quando i tuoi cavalieri non ti vollero con loro? Sono queste immagini un fotografare all'indietro per comprenderti meglio? Ma qualcuno non diceva pure che il passato, il presente, il futuro sono tutt'uno? Ricorda, allora, che l'ultimo cavaliere si chiama Filippo, tuo figlio. Pippo Pappalardo

Pippo Pappalardo, avvocato, critico fotografico e fotografo esso stesso, é presenza assidua in campo editoriale e promuove in Sicilia innumerevoli attività fotografiche. IV


ULTIMI CAVALIERI Fotografie e testo di Tano Giuffrida Scansione e impaginazione di Alberta Dionisi. 2010 - edizioni minime Stampato presso: RUNNER Via Canfora, 4 - Catania

Prima stampa, giugno 2010 N째. . . . . . . . . . .su n째 100 copie Firma. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . .


ULTIMI CAVALIERI


ULTIMI CAVALIERI fotografie e testo di Tano Giuffrida

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Dai più profondi anfratti di ancestrali ricordi escono fuori queste immagini. Mille storie in un solo racconto. Vite finite che non potevano rimanere nel dimenticatoio. Ed ecco che con la loro potenza visiva fanno capolino e garbatamente chiedono di essere udite. Queste sono visioni che vanno ascoltate, non occorre nessun commento scritto . Le foto sono state realizzate nei primi anni del 1970, in Sicilia... o forse in un altro mondo. Oggi sono uscite fuori dalla scatola dei ricordi, come sono state fatte e dove non lo so, so solo che fotografavo allo stesso modo con cui mangiavo, di tutto, con gusto, soddisfazione e curiosità. Una indicazione può forse essere utile: sono state scattate “al volo” da un'automobile o “strada facendo”, con una fotocamera a pellicola 35 mm, cosi come venivano senza preoccupazione tecnica. Senza questo modo di fotografare che le caratterizza stilisticamente, in fin dei conti non è possibile starle a sentire.

Tano Giuffrida, nato a Catania nel 1950, vive e dipinge tra Firenze e Catania. La fotografia è sempre stata la base su cui costruisce “racconti per immagini”. 5


VERSO IL FUTURO Non esiste piĂš il negativo di questa foto, non so quando l'ho fatta nĂŠ dove, credo che si sia auto-impressionata sulla pellicola ...so che me ne sono ritrovato varie copie , e le ho colorate, ritenendole non buone. In pratica ho determinato cosĂŹ innumerevoli originali. Questa viene dalla scansione di due stampe di 30 x 40 cm, unite insieme, le uniche rimaste non colorate.

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CONTEA DI MODICA L’altipiano dove l'Africa si scontra con l'Europa determinando la falda sismica che ha causato la distruzione di tante cittadine e che l'uomo imperterrito ha ricostruito. Avola, Avola antica , Ragusa, Ragusa Ibla, Noto, Noto antica… questa però è un'altra storia che qualche altro spero racconti.

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DUCEA DI MANIACE Festa di San Sebastiano a Maniace dopo Bronte in provincia di Catania. Erano passati pochi anni da quando era finito il feudo dei Nelson, e la terra era andata finalmente ai contadini. La ducea era stata donata all'ammiraglio dopo la vittoria a Trafalgar, ma Nelson non venne mai in questi posti. I tanti boschi che c'erano servirono a costruire la flotta inglese...e di boschi ne sono rimasti molto pochi.

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CARUSI ABBABBIAMU Dopo giorni di bagni nel mare allo stato selvaggio avevamo voglia di levarci la salsedine di dosso... Vai ! Un bel lavaggio nell' abbeveratoio: ma... “Avaia carusi abbabiamu, l'acqua sevvi pi fare viviri u mulu, si ci mittiti a sapunazza na biviratura, non vivi chiù!” (“Suvvia ragazzi che stupidaggini fate, l'acqua serve per fare bere il mulo, se ci mettete il sapone, non beve più!”).



CALTABELLOTTA In provincia di Agrigento, dietro la chiesa della matrice. “… ma è Caltabellotta?” “ Credo… non lo so, ma non importa...”

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NUOVO E ANTICHI Il luogo non importa, il medesimo posto, forse Caltabellotta. Scoprivamo i luoghi casualmente, era un girovagare alla ricerca di posti dove ambientare e scrivere delle storie, affittavamo una casa e soggiornavamo per un periodo.

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ANDIAMO “Ma in cima a quella montagna sono pietre o case? Boh?”“Sono sassi... “ “ No è un paese...” “Dai, andiamo a vedere.” Così scoprimmo Caltabellotta in provincia di Agrigento.

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A CALTABELLOTTA Ci siamo andati più volte in vari periodi…oramai sono più di trent'anni che non ci ritorno.

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AL VOLANTE Saro Coniglione guidava la 600 FIAT della zia Nica e io scattavo le foto. Con la scusa di fare una ricerca per l'università sul tema “ il Piano Territoriale Etneo”, abbiamo girovagato il territorio, lui dava chiacchiere alla gente e io scattavo foto...

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MA DOVE ANDIAMO Alle pendici dell'Etna, la strada costeggiava la ferrovia della circumetnea dopo Adrano, verso Bronte, Randazzo gi첫 a valle verso...

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SENZA FUTURO Sulla strada per Mojo Alcantara . Solamente il nome ci infervorava nell'immaginare passionali storie d'amore.

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RITORNO Ancora Caltabellotta‌ ci sono stato in piĂš periodi, una volta con Vanna Paoli e Sergio Bini, in arte il mago Prof. Bustric. Sergio faceva spettacolo di prestigiazione e mimo per le piazze dei paesi, Vanna scriveva e fotografa, io disegnavo e fotografavo. Ma anche questa è tutta un'altra storia.

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ZIO GERVASIO Soprannominato “ sparapaghiazzi” ( spara-stracci ). Non si è mai capito il perché.

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MULO Da quando avevo 14 anni dipingo, e mi accorgo che, seppur partendo da presupposti diversi, finisce che rappresento nella sostanza sempre le medesime cose, testardo torno sempre sulla stessa strada…tutto sommato la ritengo una virtù. L' incrocio, le razze “bastarda” le più resistenti e capaci. Ibrido che deriva dall'incrocio tra l'asino stallone e la cavalla.

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CUGINO VINCENZO “Vincenzo rotolo e mezzo pasta co sugu e patati no mezzo!� Con questa filastrocca lo prendevano in giro.

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ASINO Sceccu, ciuccio, somaro...fedele compagno dell'uomo...e ora? in via d'estinzione! Ma no! Con i contributi dello stato di sicuro le cose sono diverse‌ a me dicevano sempre: - Sceccu sei!

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ANTICO Si voleva fare cinema, cartoni animati, spettacoli, quadri, disegni, foto‌e, noi fortunati che ci siamo ancora, li abbiamo fatti, e li possiamo ancora fare e raccontare.

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PIETRA MILIARE Ad ogni chilometro una pietra con un doppio numero. Da una parte la distanza che manca per il prossimo paese in quella direzione, dall' altra parte quella per il paese in quell'altra direzione‌

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MATRICE Ci sono luoghi di grande potenza di energia, gli antichi vi hanno edificato templi, chiese, case. “ I luoghi� vanno rispettati come ognuno rispetta e onora la propria genitrice, la matrice.

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ANDANDO Scrivendo con la voglia di raccontare spesso si scrivono cose che poi altri usano, e nessuno saprà mai chi chi è il vero autore. Non importa, l'importante è averle raccontate.

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A PALAZZO ADRIANO Scoprimmo il paese di Palazzo Adriano e sembrava impossibile che potesse esistere lÏ una piazza a dir poco magica. Anni dopo Peppuccio Tornatore ci ha girato il film Nuovo Cinema Paradiso, è la piazza dove fanno il cinema all'aperto.

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TRAPANESE Il monte Cofano (oggi riserva naturale) visto da Erice in provincia di Trapani.

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RACCOGLIENDO BABALUGI Andavamo a raccattare le mandorle rimaste a terra dopo la raccolta, raccoglievamo anche i babbalugi di restuccia , a Catania si chiamano vaccareddi: sono le lumachine che stanno attaccate alle cannucce. Cucinate col sughino, ne facevamo una scorpacciata...

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DA VILLAPRIOLO Non vedevo il momento di compiere 16 anni per poter prendere il porto d'armi e andare a caccia e sparare invece di fare il portatore di conigli ammazzati dagli altri.

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A VILLAROSA Invece, compiuti 16 anni, andavo a caccia di “ luoghi ” per dipingere.

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DALLA PIANA La “ chiana” di Catania è il luogo dei più primordiali istinti e della ricchezza che per secoli ha dato a tutto il territorio.

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A VOLTE RITORNANO E ora queste immagini: sono tornate da sole a raccontare le loro storie.

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A SAN FRATELLO Salendo sui monti Nebrodi ci apparvero dei cavalli allo stato brado… ”ma no, questi sono muli!!” “allora non siamo a San Fratello, siamo dalle parti di Burgio?” -…ma cosa sto farfugliando, ma cosa importa dove siamo…

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PER LA FESTA DEI GIUDEI Eccolo. Esce dal passato tutto quello che siamo.

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CAVALLO O MULO Siamo energia pura, spiriti liberi che nessuno può imbrigliare.

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RAZZA SANFRATELLO Basta volere e voliamo da un involucro all'altro.

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DAL PROFONDO PASSATO Ritorniamo per ricordare ai sopravvissuti di raccontare le storie di sempre.

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E ANCORA OGGI Spero un giorno di poter incontrare tutti quelli che ho conosciuto e non ci sono pi첫.



O FORSE NON PIÙ A Santa Venerina, frazione di Zafferana Etnea, trovai un cane che mi ha accompagnato per 14 anni. Sentivo in lui l'essenza inquieta di un mio fraterno amico che era scomparso, non poteva lasciarmi. In seguito l'ho percepita, finalmente pacificata, in mio figlio: in lui , quell’essenza, può godere di nuovo il piacere della vita.



IN GIARDINETTA I veri cavalieri esisteranno sempre fino a quando si crederĂ nei sogni e nelle fantasie. Conta il contenuto, lo spirito e la sostanza di cui siamo fatti.

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Tano Giuffrida 1975 Catania.

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Indice

Presentazione Verso il futuro Contea di Modica Ducea di Maniace Carusi abbabbiamu Caltabellotta Nuovo e antichi Andiamo A Caltabellotta Al volante Ma dove andiamo Senza futuro Ritorno Zio Gervasio Mulo Cugino Vincenzo Asino Antico Pietra miliare

pag. I - IV pag. 6 - 7 pag. 8 -9 pag. 10 - 11 pag. 12 - 13 pag. 14 - 15 pag. 16 - 17 pag. 18 - 19 pag. 20 - 21 pag. 22 - 23 pag. 24 - 25 pag. 26 - 27 pag. 28 - 29 pag. 30 - 31 pag. 32 - 33 pag. 34 - 35 pag. 36 - 37 pag. 38 - 39 pag. 40 - 41 77


Matrice Andando A Palazzo Adriano Trapanese Raccogliendo babaluci Da Villapriolo A Villarosa A volte ritornano Dalla piana A San Fratello Per la festa dei giudei Cavallo o mulo Razza San Fratello Dal profondo passato E ancora oggi O forse non pi첫 In giardinetta Foto di Tano Giuffrida

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pag. 42 - 43 pag. 44 - 45 pag. 46 - 47 pag. 48 - 49 pag. 50 - 51 pag. 52 - 53 pag. 54 -55 pag. 56 - 57 pag. 58 - 59 pag. 60 - 61 pag. 62 - 63 pag. 64 - 65 pag. 66 - 67 pag. 68 - 69 pag. 70 - 71 pag. 72 - 73 pag. 74 - 75 pag. 76


Foto di copertina A MONTEPANCALI Andando a Lentini in provincia di Catania a trovare i luoghi della Cavalleria Rusticana e dei racconti di Giovanni Verga. C’erano anche Pia Scornavacca e Carlo Sapuppo, hanno fatto la medesima foto ; in due avevano una sola macchina fotografica. 79


TANO GIUFFRIDA VIA D U P R E` 71-73 50131 - FIRENZE

055 580421 3284616423

www.tanogiuffrida.it


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