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Ecocup (2016 Poesia d’occasione ambientata al Balla coi cinghiali 2016.
Ecocup
È un bicchiere di plastica robusta, lo riuso perché voglio bere e bere, ho supersete. Sarà che questa aria di festa mi riempie la testa e gli organi interni: sono liquido, oscillo fluidamente, parlo con domande, risposte e risate per tutti, piovo a grappolo, come una secchiata. Questo bicchiere torna alle labbra, asseconda, dà ragione, scorpora, sublima. Ad un momento sono nella palla, nella bolla dove incrocio, per poco, la mia ex. Non capisco se mi vede oltre la sua vita dopo, cambiata, o se mi guarda oltre, a fondo, dove per me è già troppo sfocato. Sempre caruccia comunque, forse per un secondo la visione è di lei, primo piano, sesso orale: una dimensione olografica, reminiscenza. L'ecocup è riutilizzabile; solo lui però. Lo stringo bene, lo vedo meglio, lo scaglio nel prato, cado per terra, urlo forte di voce propria, trapano il cielo, pianto un fischer, gli altri dicono che esagero ma decido di superarli e mi levo,
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mi isso con un’imbracatura di esperienze difficili da allacciare, scopro una nuova porzione della festa e progetto di esplorarla. Poi calo inventariando potenzialità ed intuizioni. M’invischio. M’immischio. Progredisco.