Impianti Building N° 100

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Numero 100 dicembre 2012

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Numero 100 dicembre 2012

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UN ABBRACCIO

GRANDE COSÌ Siamo arrivati al numero 100 insieme a tutti voi che ci avete seguito e che ci avete creduto. Era il secolo scorso, era il 1996. Dire “sembra ieri” è banale, eppure sembra ieri davvero e molti di coloro che leggeranno questo “EDITORIALE DEL NUMERO 100”, che tanto mi ha chiesto la redazione, si sentiranno chiamati in causa. Sembra ieri quando ci si ritrovava dopo il SAIE in qualche ristorante per cenare in compagnia, sembrano ieri i primi corsi di formazione a cui si partecipava, i ragazzi che avrebbero poi fatto carriera e che adesso ricoprono cariche importanti nelle aziende, quelli che hanno cambiato Paese, quelli che si sono messi in proprio… Non è solo lavoro, ma vita, con tutta la carrellata di sconfitte, entusiasmi e vittorie. E proprio adesso, che siamo tutti un po’ più grandi e pensavamo di poterci garantire un po’ di “pianura”, eccoci di nuovo a combattere con la crisi del mercato. Andremo avanti lancia in resta e con l’entusiasmo di sempre, in fondo questo è solo il numero 100…ci rivediamo al prossimo centenario!

Liliana Pedercini

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Sommario Numero 100 Dicembre 2012 Issue 100 December 2012

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Liliana Pedercini ■ COORDINAMENTO

Anna Schwarz ■ UFFICIO COMMERCIALE

• Il mercato della costruzione in Europa • La distribuzione ITS nell’era della selezione

■ E-MAIL AMMINISTRAZIONE

amministrazione@tecneditedizioni.it

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32 ISOLAMENTO TERMOACUSTICO Le qualità dell’EPS GABRIELE SALA

36 SPECIALE RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO

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Grafteam Archivio foto: www.icponline.it, www.sxc.hu, www.shutterstock.com

22 VETRINA 23 COSTRUZIONI

Un laboratorio per l’edilizia del futuro GIUSEPPE STABILE

È vietata la riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione della casa editrice

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Reproduction even par tial is forbidden, without the permission of the publisher

■ A QUESTO NUMERO

HANNO COLLABORATO Marco Pozzi Giuseppe Stabile Valeria Erba Gabriele Sala Maurizio Carpanelli Gianni Borelli Daniele Verdilio Luigi Tischer Michele Murgia

62 FORMAZIONE

Prima Giornata Nazionale della saldatura dei materiali plastici e compositi MICHELE MURGIA

29 ISOLAMENTO

La cura del dettaglio: i ponti termici VALERIA ERBA

64 ASSOCOMAPLAST

Tiene ancora l’export

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Idrotermosanitario

Il mercato delle costruzioni in Europa

I

l settore delle costruzioni è uno dei motori principali della crescita economica in molte parti del mondo e il suo valore complessivo, come si evince dai risultati della ricerca svolta dal Cresme e commissionata da Angaisa, si aggira oggi intorno ai 6.000 miliardi di euro. Un motore che sembra essersi inceppato, almeno

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per quanto riguarda le economie avanzate, dove la crisi economica ha frenato gli investimenti in nuove costruzioni con pesanti ripercussioni su tutti comparti industriali collegati. Ben diversa è invece la situazione dei Paesi in via di sviluppo, le cui economie non hanno risentito della crisi e dove il miglioramento delle condizioni economiche di larghe fette della popolazione ha favorito l’avvio di nuovi e importanti progetti edili. Attualmente, infatti, il 44% del mercato dell’edilizia è concentrato in Asia, mentre l’Europa, che storicamente ha rappresentato l’area principale, costituisce il 28% del totale (era il 38% all’inizio degli anni Duemila) e il Nord America (Stati Uniti, Canada e Messico) il 17%. Tra il 2006 e il 2010 il settore edile nel Vecchio Continente è diminuito dell’11,7%, un crollo secondo solo a quello del Nord America (-24,3%), mentre in Asia è cresciuto del 37%, in Africa del 40%, in Sudamerica del 43,7% e in Oceania del 23,7%. Stiamo assistendo, dunque, a un profondo stravolgimento delle vecchie gerarchie, con nuove aree geografiche che vengono a scalzare le posizioni finora detenute dai Paesi occidentali. Basti pensare che il principale mercato nazionale dell’edilizia oggi è la Cina (1.271 miliardi di euro 2011), con valori doppi rispetto a quello Usa (568 miliardi), e che un altro gigante asiatico, l’India (205 miliardi), ha ormai superato Italia e il Regno Unito (rispettivamente 172 e 167 miliardi), così come l’Indonesia fa registrare ormai valori prossimi a quelli dell’Australia, seguita da Corea del Sud, Russia e Messico. Il ridimensionamento del compar to edile in Europa, oltre che nella crisi, trova le sue cause anche in evidenti ragioni strutturali: una minor esigenza di nuove costruzioni, come del resto per tutti i Paesi Occidentali, a fronte invece della forte


Si è svolto a Roma, dal 4 al 6 ottobre scorso, il 53O congresso europeo della FEST, la federazione che raggruppa le associazioni nazionali dei distributori idrotermosanitari (ITS) di Austria, Belgio, Svizzera, Repubblica Ceca, Spagna, Germania, Danimarca, Finlandia, Gran Bretagna, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo e Svezia, che rappresentano complessivamente 2000 membri, 5500 filiali e 150.000 dipendenti, per un fatturato di 50 miliardi di euro. Al centro dell’evento, l’analisi degli effetti della crisi economica mondiale sul comparto dell’edilizia e sul mercato ITS a livello europeo, della quale riportiamo una sintesi.

crescita della domanda abitativa delle aree emergenti e una naturale evoluzione dell’economia orientata in produzioni più avanzate. Una realtà che trova riscontro anche nell’analisi degli investimenti nel settore. Se il valore complessivo del mercato delle costruzioni europeo nel 2011 pari a 1.319 miliardi di euro (1.600 miliardi di euro nel 2007), equivalente a circa il 10,5% del Pil generato nella stessa area (12.010 miliardi di euro), ben il 51% è costituito dal segmento del rinnovo e della manutenzione. Ma un dato ancora più significativo è che il 27% della quota del rinnovo è rappresentato dalle riqualificazioni nel campo residenziale.

QUANDO ARRIVA LA RIPRESA? Riduzione e riconfigurazione sono, dunque, i due termini che descrivono la realtà dell’edilizia europea. Termini che non devono spaventare, in quanto, se il primo rende conto di una naturale contrazione delle realizzazioni, il secondo mostra come la crisi dell’edilizia europea sia nella sostanza una crisi delle nuove costruzioni: restano aperte pertanto nuove ed interessanti possibilità di sviluppo, sia per gli operatori del settore sia per i comparti dell’indotto, in particolare l’idrotermosanitario per il quale le riqualificazioni del patrimonio immobiliare rappresentano uno dei più importanti segmenti di mercato. Ovviamente, ciò non significa che tutti problemi siano risolti e che l’orizzonte della ripresa sia sempre più prossimo. I dati macroeconomici rilevano come la situazione a livello mondiale resti ancora abbastanza critica. Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale dello scorso luglio, il Pil globale quest’anno dovrebbe crescere del 3,5%, valore in calo rispetto agli ultimi anni a causa del rallentamento delle economie emergenti finora non toccate dalla crisi. Se calano le performance delle aree di nuovo sviluppo, non migliorano quelle dei Paesi occidentali che, anzi, si trovano a fronteggiare una serie di problematiche ancora irrisolte: lo smaltimento del debito pubblico, il calo dei consumi, la perdita di fiducia dei consumatori e gli effetti delle politiche di austerità messe in atto dai governi, ai quali si aggiunge il rischio di fiscal cliff (stretta fiscale) negli Usa. Problemi che vanno ad incidere ancora più pesantemente sulla già difficile situazione economia dei

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Idrotermosanitario

Paesi dell’Europa meridionale, tra i quali l’Italia, da tempo in fase di recessione. Difficoltà che purtroppo continueranno a ripercuotersi anche sul comparto delle costruzioni. Così, dopo la leggera ripresa del 2011, quando il miglioramento registrato è stato superiore alle aspettative, seguito dal netto e preoccupante peggioramento nel corso di quest’anno, soprattutto nella seconda parte, per il 2013 è possibile ipotizzare una debole stabilizzazione, ancora esposta a qualche elemento di rischio. Occorrerà attendere il 2014 per vedere un miglioramento sostanziale, quando anche i Paesi del Sud Europa potrebbero finalmente uscire da una lunga fase di crisi. Il testo sintetizza l’intervento di Lorenzo Bellicini, Amministratore Delegato di Cresme Ricerche, dal titolo: Il mercato delle costruzioni in Europa 2012-2015.

La distribuzione ITS nell’era della selezione

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a crisi continua stringere nella sua morsa il mercato idrotermosanitario. Un problema che ha assunto un carattere europeo, in quanto tutti i Paesi del Continente, sebbene in misura minore o maggiore, sono coinvolti nel calo generalizzato, legato all’andamento del settore delle costruzioni. Così, se la situazione in Italia resta difficile, ben più drammatica è in Spagna e Portogallo, mentre mostrano qualche sintomo negativo anche mercati che finora avevano ben retto all’impatto, come i Paesi Bassi, che cominciano a registrare una flessione, e la Svezia, da dove provengono netti segnali di rallentamento. Le uniche eccezioni sono rappresentate da Germania, Austria e Svizzera, grazie al generale buon andamento delle loro economie. Focalizzando l’analisi all’area Fest, la federazione delle associazioni nazionali dei distributori idrotermosanitari di 15 Paesi (Austria, Belgio, Svizzera, Repubblica Ceca, Spagna, Germania, Danimarca, Finlandia, Gran Bretagna, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo e Svezia), il valore del mercato delle costruzioni per il 2012 è di 949 miliardi di euro, di cui il 54% è costituito dal recupero, di cui il 30% nel residenziale e il 46% dalle nuove costruzioni (17,3% nel residenziale). L’anno in corso, per l’area considerata è stato un anno di recessione, come del resto il biennio 2009-2010. Tuttavia, una suddivisione della zona in tre macroaree territoriali, Europa meridionale, Paesi nordici ed Europa continentale (nella quale è

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stata inclusa anche la Gran Bretagna), rivela un andamento abbastanza disomogeneo tra le varie realtà. Se il volume di investimenti nell’Europa meridionale nel 2007 rappresentava il 41% del totale (379 miliardi di euro, espressi in valori costanti, ovvero deflazionati), quest’anno si è ridotto al 29% (213 miliardi) a fronte di una flessione di soli 5 miliardi per l’Europa Continentale (da 476 a 471 miliardi) e di 9 miliardi dei Paesi nordici (da 80 a 71 miliardi). La crisi del mercato, pertanto, si configura essenzialmente come una crisi del mercato dell’Europa del Sud, come confermano le previsioni per il 2013, che vedono un’ulteriore seppur lievissima flessione per il Sud Europa, di contro al ritorno del segno + nelle altre due macroaree. Che la crisi sia prevalentemente una crisi dell’Europa meridionale si evince anche dall’analisi del trend degli investimenti nel comparto residenziale, con le nuove costruzioni nel periodo 2006-2012 giù del 90% in Spagna, del 62% in Portogallo e del 52% in Italia. Per i prossimi anni si prevede ancora una caduta delle nuove realizzazioni in Italia, ma con tassi più contenuti, mentre per Spagna e Portogallo la crisi sarà molto dura anche nel 2014. Il crollo delle costruzioni penalizza fortemente il mercato idrotermosanitario (ITS), in flessione nel complesso di ben il 25% negli ultimi due anni, con un decremento che ha interessato in modo particolarmente forte gli edifici plurifamiliari. Per quanto riguarda l’Italia, l’anno in corso si chiuderà con -6%, per un valore complessivo del mercato che resta intorno ai 12 miliardi di euro. Si assiste, dunque, ad un’altra pesante caduta del nostro mercato, sebbene in misura notevolmente minore rispetto a quella delle costruzioni. Fermatasi la spinta propulsiva delle nuove costruzioni, il settore è tenuto a galla dalle riqualificazioni. Una trasformazione che non può non avere effetti sulle strategie dei distributori idrotermosanitari. Infatti, se il mercato diventa prevalentemente di riqualificazione, i distributori devono per forza di cosa ripensare i propri modelli di vendita, a cominciare dai principali riferimenti. Se finora l’interlocutore privilegiato era l’impresa di costruzione, un canale che ha funzionato bene fin quando a “tirare” il settore sono state le nuove realizzazioni, nel mercato della ristrutturazione il canale diretto non funziona di per sé.

MODELLI DISTRIBUTIVI Il ripensamento dei modelli distributivi è un problema che riguarda tutta Europa, dove sono due le formule prevalenti. La prima, tipica soprattutto nei Paesi del Nord, è la consolidata struttura distributiva a tre stadi, cioè produttori, distributori, installatori; nei Paesi del Sud, invece, la realtà è più instabile e flessibile, con un mercato frastagliato che vede spesso una sovrapposizione di ruoli tra i vari attori. Pensiamo, ad esempio, all’Italia, dove si ritrovano entrambi i modelli: se nel complesso per il 70% il mercato è costituito dal modello a tre stadi, formula affermatasi 10 dicembre n° 100


Idrotermosanitario

soprattutto nel Centro-Nord del Paese, c’è sempre una quota rilevante, pari al 30% che “gioca” in un altro modo, a testimonianza di quanto le specificità territoriali giochino un ruolo decisivo nella definizione di un modello vincente all’interno di un quadro, inoltre, in forte evoluzione. La crisi infatti ha dato anche un for te impulso alla concentrazione dei distributori, fenomeno molto più marcato nel Centro Nord del Continente: così, ad esempio, in Finlandia troviamo tre principali distributori che fanno il 70% del mercato, in Svezia sono due a fare il 75%, in Germania la stessa quota è coper ta da 270 operatori, in Austria sei distributori realizzano il 90% e nei Paesi Bassi cinque distributori il 100%. Molto più frammentata la situazione nel Sud, sebbene anche in quest’area si possano intravedere alcuni segnali di tale passaggio. Il processo è molto evidente in Por togallo, dove molti operatori, soprattutto piccoli, hanno chiuso per bancarotta con relativa diminuzione del numero dei punti vendita. In Spagna, nonostante il processo di concentrazione stia crescendo, la percentuale di mercato in mano ai grandi distributori è ancora piccola e non tocca più del 5% del mercato totale. Il mutamento è evidente anche in Italia dove nella mappa della distribuzione ITS, parallelamente al tradizionale canale idrotermosanitario, si vede la for te crescita della grande distribuzione organizzata con tutto il sistema del bricolage, poi il canale della ferramenta, quello diretto (produttore-installatore) e dei materiali edili: segno che per molti per mantenere i fatturati diventa sempre più impor tante la diversificazione della gamma d’offer ta e la despecializzazione di buone par ti della filiera.

L’OFFERTA DEI PRODOTTI La trasformazione in atto coinvolge anche l’offerta dei prodotti. A caratterizzare il mercato negli ultimi anni è la cosiddetta rivoluzione energetica, ovvero il boom delle soluzioni relative all’efficienza energetica degli edifici e alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Tali soluzioni, come pompe di calore, solare termico e fotovoltaico, sistemi di ventilazione meccanica controllata, ma anche stufe a pellet, non rientrano nella tradizionale categoria dei prodotti idrotermosanitari, ma costitui-

scono uno dei segmenti di mercato più importanti e il principale motore dell’innovazione. A rendere lo scenario ancora più complesso per i distributori è un’altra profonda trasformazione in atto, alla quale le energy technology hanno dato un forte contributo, ovvero il passaggio dalla vendita di prodotti alla vendita di sistemi e servizi, come l’assistenza post vendita e la capacità di interpretare le esigenze del cliente per offrire la soluzione più appropriata o, meglio ancora, ritagliata su misura. Questo implica l’acquisizione di nuove conoscenze e informazioni indispensabili per orientare il cliente nella scelta, ma anche la loro trasmissione agli installatori che tali soluzioni devono poi utilizzare. Insomma, la competizione si gioca con regole molto diverse da quelle che hanno dominato il mercato fino a qualche anno fa e porta a un’inevitabile revisione delle strategie per la ricerca del valore aggiunto, indispensabile per garantire margini e fatturati. In questo scenario le possibilità per fare bene non mancano, anche lavorando su ipotesi differenti, e non a caso vediamo alcune aziende puntare sulla differenziazione di prodotti e servizi, mentre altre concentrarsi su politiche aggressive di prezzo, sebbene quest’ultima scelta vada a minare la sostenibilità del mercato stesso. In ogni caso, occorre prendere atto che il mercato idrotermosanitario e delle costruzioni è cambiato e che comprendere il cambiamento non è affatto semplice, perché siamo tutt’ora inseriti in un contesto macroeconomico che resta di difficile lettura. ■ Il testo sintetizza l’intervento di Lorenzo Bellicini, Amministratore Delegato Cresme Ricerca, dal titolo: La distribuzione idrotermosanitaria nell’era della selezione: scenari e modelli distributivi in competizione.

I grafici sono tratti dagli atti del 53° Congresso Fest per gentile concessione di Angaisa.



Studio

Città efficienti Ammontano a 37,7 miliardi di euro gli investimenti programmati nel complesso dalle amministrazioni di 54 capoluoghi della Penisola per rendere le città più smart. Mobilità sostenibile, riqualificazione del patrimonio immobiliare e potenziamento del ciclo idrico rappresentano i principali target: i dati di EfficienCITIES, la ricerca realizzata dal centro studio di Anci per Siemens Italia.

N

egli ultimi anni è emersa l’urgenza di ripensare agli ambienti urbani, non più solo come tessuti di edifici e infrastrutture, ma come veri e propri sistemi intelligenti in grado di interagire in modo organico e armonioso con i cittadini che li popolano. Un’esigenza imprescindibile, considerando che la metà della popolazione mondiale vive in città e che le 600 più grandi metropoli generano il 50% del Pil globale. In quest’ottica, il tema dell’efficientamento infrastrutturale e tecnologico riveste un ruolo cruciale per garantire una gestione ottimale delle risorse, l’attuazione di strategie di sviluppo sostenibile per mobilità, edilizia ed energia, l’attenzione ai bisogni di cittadini, imprese e istituzioni che hanno impatto sulla qualità della vita e l’economia, e innescare il rilancio e la crescita del Paese. Un passaggio fondamentale che ha come protagonisti, da un lato, il mondo della ricerca e dell’industria, cui spetta di mettere a punto e rendere disponibili soluzioni in grado di rendere le città sempre più smart e, dall’altro, le amministrazioni, che devono definire gli orizzonti di questo sviluppo, quindi progetti capaci di assicurare crescita sostenibile e qualità di vita ai cittadini. Di questi temi si è discusso lo scorso novembre a Milano, nel corso del convegno EfficienCities, organizzato da Siemens in collaborazione con il quotidiano economico Il Sole 24 Ore. Al centro dell’incontro, EfficienCITIES, la ricerca condotta da Cittalia, il Centro studi di Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani), sui comuni più virtuosi in termini di gestione di verde urbano, acqua, rifiuti, energia, sanità, mobilità e patrimonio immobiliare. Uno studio nato dall’esigenza di fornire un quadro sul posizionamento strategico delle città italiane e sul loro attuale livello di sostenibilità ambientale, in termini di dotazioni infrastrutturali esistenti, qualità dei servizi erogati e strumenti di pianificazione adottati per la tutela del territorio. Tre gli

obiettivi dello studio: individuare una sintesi della dotazione infrastrutturale per ciascun ambito di analisi, definire gruppi omogenei di città in cui le diverse componenti si combinassero, individuando all’interno di ciascun gruppo un comune modello, e, infine, offrire una visione della città che verrà. «Una base da cui partire per individuare misure capaci di trasformare le città in luoghi ideali dove vivere, alla luce delle specificità del nostro Paese, caratterizzato dall’assenza di megalopoli e dalla presenza capillare di realtà urbane di medie e piccole dimensioni», come ha spiegato Federico Golla, amministratore delegato di Siemens Italia

Alta Medio - Alta Medio - Bassa Bassa

Bolzano - Bozen

Monza Novara

Torino

Bergamo Brescia

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Udine Trieste

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Venezia Milano Piacenza Verona Padova Modena Ferrara Alessandria Bologna Ravenna Parma Reggio Forlì Rimini Genova nell’Emilia Pesaro Prato La Spezia Pistoia Ancona Firenze Livorno Arezzo Perugia Pescara

Terni

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Foggia Barletta Bari

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Andria Napoli Salerno

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Catania Siracusa

Fig.1: La misura della qualità dell’ambiente urbano (Fonte: elaborazione Cittalia) n° 100 dicembre 13


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Monza Novara

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Udine Trieste

Vicenza Venezia

Monza

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Torino

Bergamo Brescia

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Terni

Roma

Foggia

Latina Napoli Salerno

Sassari

Trento

Udine

Trieste Vicenza Venezia Milano Piacenza Verona Padova Modena Ferrara Alessandria Bologna Ravenna Parma Reggio Forlì Rimini Genova nell’Emilia Pesaro Prato La Spezia Pistoia Ancona Firenze Livorno Arezzo Perugia

Pescara

Terni

Misura della Mobilità Alta Medio - Alta Medio - Bassa Bassa

Bolzano - Bozen

Barletta Bari Andria

Foggia Barletta Bari

Latina

Andria Napoli Salerno

Lecce Sassari

Cagliari

Catanzaro

Cagliari

Catanzaro Messina

Messina Palermo

Lecce Taranto

Taranto

Reggio di Calabria

Reggio di Calabria

Palermo

Catania

Catania

Siracusa

Siracusa

Fig.2: La misura del patrimonio immobiliare (Fonte: elaborazione Cittalia)

che ha commissionato il lavoro. L’analisi, infatti, è stata condotta su un campione di 54 città di taglia demografica medio-grande, ovvero i capoluoghi di provincia con più di 90.000 abitanti, che con circa 15 milioni di residenti rappresentano un campione significativo, pari al 24,5% della popolazione italiana. 17 le regioni rappresentate (restano fuori Valle d’Aosta, Molise e Basilicata i cui capoluoghi contano un numero di residenti inferiori alla soglia imposta), con il NordEst che con 17 città è l’area più rappresentata, seguita da Centro e Sud (11), Nord-Ovest (9) e isole (6).

MISURE DI CITTÀ Un primo dato che emerge è che la dislocazione geografica non rappresenta, in linea di massima, un discrimine qualitativo per quanto riguarda le performance nelle varie aree considerate. Così, ad esempio, sul fronte della qualità dell’ambiente urbano, che comprende gestione dei rifiuti (raccolta di rifiuti urbani e raccolta differenziata) e ciclo dell’acqua (dispersione della rete e capacità di depurazione), i maggiori livelli di efficienza si rilevano sia al Nord sia al Sud, con le città della Puglia, Foggia, Andria, Barletta e Lecce che si attestano nelle primissime posizioni. Al tempo stesso, però, anche le ultime posizione sono occupate da città meridionali, le quattro siciliane analizzate dallo studio, Catania, Palermo, Messina e Siracusa, e l’unica calabrese (Catanzaro). Nell’ambito del patrimonio immobiliare (indice del valore immobiliare, rendita catastale degli uffici pubblici e tasso di immobili di pregio), tutte le grandi città figurano tra quelle con misura del patrimonio più alto. Uniche eccezioni sono Salerno (6° posto), presa sempre più a modello per l’efficienza nei servizi al cittadino, e Bolzano, una delle

Fig.3: La misura della mobilità sostenibile (Fonte: elaborazione Cittalia)

città più ricche ma anche più “efficienti” d’Italia. Una netta divisione geografica, invece, emerge nella categoria della mobilità sostenibile (tasso di motorizzazione, domanda di trasporto pubblico, autovetture Euro 4 e 5 in percentuale sul totale, densità di zone a traffico limitato, densità di piste ciclabili): tutte le città settentrionali e del Centro si collocano in alto nei valori, mentre quelle del Sud presentano valori bassi o medio-bassi. Da segnalare il caso di Milano, seconda solo a Bergamo, che riesce a realizzare ottime performance, nonostante un tasso di motorizzazione elevato, grazie a un’alta domanda di trasporto pubblico e alla crescente superficie di aree Ztl e di piste ciclabili, risultato che smentisce lo scetticismo riguardo l’impossibilità per le grandi città di attuare misure efficaci per la mobilità sostenibile. Il dato si conferma anche per l’attenzione alle energie rinnovabili (consumo di elettricità in kWh per abitante, estensione del solare termico su edifici comunali, potenza del fotovoltaico su edifici comunali, numero di impianti fotovoltaici per 1.000 abitanti, potenza in kW degli impianti fotovoltaici per 1.000 abitanti) con le migliori performance fatte registrare da Forlì, Trento e Ravenna e, più in generale, con le città del Nord con valori nettamente superiori a quelle del Sud. Le eccezioni positive nel Sud sono rappresentate ancora una volta dai centri della Puglia, soprattutto Foggia (4° posto) e Lecce (7°), in virtù dell’opera di sensibilizzazione al tema che ha contraddistinto la politica regionale negli ultimi anni. Infine, nell’area della sanità, la ricerca rivela una struttura geografica multipolare caratterizzata da più centri strategicamente posizionati nella Penisola con una notevole funzione di attrazione della domanda di salute dei cittadini. Pertanto, realtà di eccellenza si trovano sia al settentrione

n° 100 dicembre 15


Studio

Misura dell’Energia Alta Medio - Alta Medio - Bassa Bassa

Bolzano - Bozen Bergamo Monza Brescia

Novara

Torino

Trento

Udine

Trieste Vicenza Venezia Milano Piacenza Verona Padova Modena Ferrara Alessandria Bologna Ravenna Parma Reggio Forlì Rimini Genova nell’Emilia Pesaro Prato La Spezia Pistoia Ancona Firenze Livorno Arezzo Perugia

Roma

Torino

Bergamo Trieste Brescia Vicenza Venezia Milano Piacenza Verona Padova Modena Ferrara Alessandria Bologna Ravenna Parma Reggio Forlì Rimini Genova nell’Emilia Pesaro Prato La Spezia Pistoia Ancona Firenze Livorno Arezzo Perugia Pescara

Terni

Roma

Foggia

Latina Napoli Salerno

Sassari

Udine

Monza

Novara

Pescara

Terni

Barletta Bari Andria

Misura del Benessere Alta Medio - Alta Medio - Bassa Bassa

Bolzano - Bozen Trento

Foggia Barletta Bari

Latina Lecce Sassari

Andria Napoli Salerno

Taranto

Cagliari

Catanzaro

Cagliari

Catanzaro

Messina Palermo

Messina Reggio di Calabria

Palermo

Catania

Fig.4: La misura dell’energia rinnovabile (Fonte: elaborazione Cittalia)

Reggio di Calabria Catania

Siracusa

Siracusa

Fig.5: La misura del benessere (Fonte: elaborazione Cittalia)

sia al meridione. Tra queste ultime figurano Napoli, che tra l’altro è la città con l’offerta sanitaria più eterogenea (seguita da Torino e Roma), Bari e Catanzaro. Da segnalare anche due poli sanitari per le isole, Cagliari per la Sardegna e Catania per la Sicilia.

GRUPPI DI CITTÀ L’indagine ha poi individuato sei classi di città con caratteristiche omogenee rispetto agli ambiti di studio descritti. Il gruppo sull’ambiente, il cui modello è identificato con Reggio Emilia, è composto da 17 città tutte localizzate nel Centro-Nord, tranne Sassari, ma senza nessun grande centro. In queste realtà particolare attenzione è posta alla qualità dell’ambiente urbano, la disponibilità di spazi verdi è spesso sopra la media del campione, il controllo della qualità dell’aria è monitorato e la raccolta differenziata dei rifiuti è efficiente. Inoltre le amministrazioni cittadine, oltre a investire cospicue risorse per la gestione del territorio, si sono dotate di strumenti di pianificazione all’avanguardia per la tutela del territorio. Rilevante è, poi, la presenza di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Una particolare predominanza geografica non si registra invece tra le otto città del benessere, il cui esempio di eccellenza è rappresentato da Cagliari. La categoria è contraddistinta dalla qualità del patrimonio immobiliare e dalla presenza di un sistema sanitario di eccellenza in grado di attrarre una domanda sovraregionale. È costituito da un ristretto numero di centri, Bergamo, Brescia, Padova e Trento, il gruppo delle città ideali, così definite in quanto presentano eccellenze in tutte gli ambiti di analisi e nelle quali la qualità della vita dei residenti è tra le più elevate. 16 dicembre n° 100

Lecce Taranto

Nel campo del buon abitare e la mobilità spiccano sette città che, a parte Bolzano, sono tutte metropolitane (Bologna, Firenze, Milano, Roma, Torino e Venezia). Il gruppo, su cui primeggia Venezia, si caratterizza per gli alti valori degli indicatori sulla mobilità sostenibile e per la qualità del patrimonio immobiliare. Otto sono invece le città dell’energia. La particolarità di questo gruppo risiede nelle eccellenti livelli raggiunti nel campo dell’energia sostenibile rispetto all’insieme del campione, con una forte presenza di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili installati sui tetti degli edifici. In testa alla lista troviamo Lecce, e non a caso, dato che si tratta in prevalenza di centri della Puglia (Andria, Foggia e Taranto), delle isole (Siracusa) e del Centro Italia (Arezzo, Terni e Latina). Così come nel Sud è situata la maggioranza delle 10 città in divenire, definizione che identifica le realtà che registrano prestazioni inferiori alla media, anche se il dato non va considerato solo in senso negativo, in quanto per ciascuna è possibile rintracciare una specificità, sia negli indicatori sia nella capacità di governo, che permette di avviare un percorso verso l’eccellenza. Pescara, tra quelle analizzate, è la città che risulta più “sospesa”, in particolare per via dei problemi a livello ambientale, sebbene in altri campi, come nel caso della sanità, presenti livelli al di sopra nella media.

LA CITTÀ CHE VERRÀ Infine, lo studio analizza la rilevanza ambientale dei progetti inclusi nei Piani triennali delle opere pubbliche messi a punto dalle amministrazioni delle 54 città campione. Il valore complessivo degli investimenti è stimato in 37,7 miliardi di


Studio

euro, cifra equivalente al 2,39% del Prodotto interno lordo (Pil) italiano del 2011 (1.579,7 miliardi di euro). Un valore rilevante, ancor di più considerando gli effetti moltiplicativi indiretti e indotti degli investimenti, che evidenzia il potenziale di crescita che la politica degli enti territoriali potrebbe avere per l’intero Paese, sebbene l’effettiva realizzazione delle opere debba fare i conti con le difficoltà dei Comuni nel reperire le risorse finanziarie nei propri bilanci e con i vincoli di spesa imposti dal patto di stabilità interno che nei fatti ne limitano le capacità di investimento. Tuttavia, l’analisi dei Piani triennali, limitato alle sole 32 città per le quali è stato possibile acquisirli, risulta ugualmente importante, in quanto questi strumenti, delineando un auspicabile elenco degli interventi sulle infrastrutture da realizzare sul territorio forniscono un’indicazione della traiettoria di sviluppo e dell’idea di città che si intende perseguire. Dall’analisi degli 8.106 progetti censiti, per un importo programmato di 23,3 miliardi di euro, emerge che la maggioranza delle risorse, ben 10,7 miliardi, pari al 46% del totale, è destinata al campo della mobilità, con interventi sulla viabilità stradale, il potenziamento del trasporto pubblico e la costituzione di zone a traffico limitato. La seconda voce è costituita dagli interventi per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e la riqualificazione urbana con, rispettivamente, 2,4 e 2,1 miliardi di euro. Investimenti importanti anche nel ciclo dell’acqua, per i quali le risorse stanziate sono circa 1,9 miliardi, mentre per le altre categorie (ciclo dei rifiuti, energia, banda larga, sicurezza urbana, risanamento acustico, istruzione, sport, cultura) appaiono molto più limitate. Un quadro certamente positivo per molti aspetti, in quanto segnala come tematiche quali la mobilità sostenibile, la riqualificazione energetica degli edifici e il potenziamento e miglioramento delle

Città dell’ambiente Città del benessere Città ideale Città del buon abitare e della mobilità Città in divenire Città dell’energia

Bolzano - Bozen

Monza

Novara

Torino

Bergamo Brescia

Udine

Trento

Vicenza Venezia Milano Piacenza Verona Padova Modena Ferrara Alessandria Bologna Ravenna Parma Reggio Forlì Rimini Genova nell’Emilia Pesaro Prato La Spezia

Pistoia

Livorno

Firenze

Trieste

Ancona Arezzo Perugia Pescara

Terni

Roma

Foggia Barletta Bari

Latina

Andria

Napoli

Lecce

Salerno

Sassari

Taranto

Catanzaro

Cagliari Messina Palermo

Reggio di Calabria Catania Siracusa

Fig.6: Classificazione delle città (Fonte: elaborazione Cittalia)

infrastrutture idriche e fognarie siano ormai in testa all’agenda degli amministratori pubblici, ma che presenta anche qualche lacuna. Su tutte, gli investimenti su banda larga e Wifi, le autostrade della telecomunicazione, pari a 6,3 milioni di euro che, soprattutto se paragonati a quelli per la mobilità, appaiono quasi nulli. Un segnale di un approccio ancora tradizionale ai problemi, che testimonia quanto ancora si fatichi a comprendere che la città del futuro resta un’utopia se non supportata da adeguate infrastrutture per la mobilità dei dati e delle informazioni. ■

12.000

10.758,2

10.000 8.000 6.000 4.000 2.000 0

2.166,1

1.865,7

76,0

0,3

307,9

245,8

688,3

1.024,3

528,3

2.410,5

2.374,0

715,4 6,3

10,8

Fig.7: Investimenti previsti (in milioni di euro) nei Piani triennali delle 32 città analizzate (Fonte: elaborazione Cittalia) n° 100 dicembre 17


La sottostazione è l’anello di collegamento tra la rete di distribuzione del calore e le utenze. Un elemento semplice in un sistema complesso.

Sottostazioni di scambio termico di Marco Pozzi Le sottostazioni sono il terminale di un sistema di teleriscaldamento urbano che è costituito anche da una o più centrali di produzione e da una rete di distribuzione. Una recente definizione di teleriscaldamento contenuta nella UNI/TS 11300-4 infatti recita “Sistema di produzione e distribuzione di energia termica in forma di vapore, acqua calda o surriscaldata da una o più fonti di produzione che utilizzano generatori e vettori energetici diversi verso una pluralità di edifici o siti tramite una rete, per la climatizzazione invernale di edifici e la produzione di acqua calda sanitaria in conformità alla vigente legislazione”. Alla data di pubblicazione della presente specifica tecnica, il DM 5 settembre 2011 sul sostegno della cogenerazione ad alto rendimento contiene nella definizione di teleriscaldamento condizioni che devono essere soddisfatte per le reti di teleriscaldamento. La sottostazione diventa quel semplice elemento di collegamento tra la rete di distribuzione (circuito primario) e l’utenza (circuito secondario) dove attraverso la cessione di energia si riportano sui singoli edifici i vantaggi energetici di un sistema complesso di produzione e distribuzione di energia termica. Nella rete possono anche confluire tutti quei vettori FIG.1

FONTI

DEL

energetici che non potrebbero essere altrimenti riutilizzati ottenendo importanti risultati di risparmio di energia primaria non rinnovabile. La sottostazione in funzione del tipo di fornitura può essere a: • sistema diretto nel caso non vi sia separazione idraulica tra circuito primario e secondario • sistema indiretto nel caso in cui il collegamento tra primario e secondario preveda uno o più scambiatori di calore a superficie che separa idraulicamente i due circuiti. La sottostazione in funzione dei servizi ai quali è preposta può essere per solo riscaldamento (fig.2) o anche con la produzione di acqua sanitaria (fig.3). La sottostazione a sistema indiretto, situazione più diffusa, si compone delle seguenti principali apparecchiature: • valvole di intercettazione • filtro • valvola termoregolatrice • scambiatore di calore • contatore di calore e sistema di limitazione della portata primaria • sistema di regolazione e controllo • dispositivi di protezione e sicurezza.

TELERISCALDAMENTO

TELERISCALDAMENTO

Calore da impianti di cogenerazione

18 IMPIANTI BUILDING

Calore da fonti geotermiche

Calore da biomasse

Calore da termovalorizzatori

Solare termico Calore da recupero industriale


SCHEMA

SOTTOSTAZIONE SOLO RISCALDAMENTO

SCHEMA

SOTTOSTAZIONE RISCALDAMENTO

FIG. 3

ACQUA IGIENICO SANITARIA

Le sottostazioni, SST, devono essere dimensionate, in primo luogo, in funzione delle condizioni di esercizio della rete alle quali sono collegate, pertanto potremmo averne ad acqua calda o ad acqua surriscaldata. Le SST non devono mai avere sul circuito primario valvole a tre vie, al fine di avere le temperature di ritorno primarie più basse possibili, infatti, molti distributori ne pongono contrattualmente dei limiti massimi. Le ragioni risiedono nel garantire la capacità di trasporto della rete con un corretto dimensionamento idraulico e meccanico e il miglioramento dei rendimenti del sistema. Essendo la temperatura di ritorno primaria conseguenza della temperatura di ritorno secondaria, è importante che anche il circuito secondario sia dimensionato ed esercito tenendo in considerazione i limiti imposti. Lo scambiatore di calore, elemento centrale della SST, è a piastre, soluzione più performante ed economica e con i flussi in controcorrente così da gestire con maggior flessibilità ed efficacia le temperature di esercizio. Lo scambiatore a seconda del servizio al quale è dedicato, deve essere dimensionato per le condizioni di esercizio della rete, invernali nel caso del solo servizio riscaldamento, estive nel caso vi sia

anche la produzione di acqua igienico sanitaria. La figura 4 evidenzia il legame tra le diverse temperature in gioco nello scambiatore di calore. FIG. 4

TELERISCALDAMENTO

+

FIG. 2

19 IMPIANTI BUILDING


Teleriscaldamento • Tubazioni di sicurezza

SISTEMI INTELLIGENTI DI TUBAZIONI PER IL TRASPORTO DI FLUIDI CALDI O FREDDI SENZA DISPERSIONI TERMICHE E IN SICUREZZA PER IDROCARBURI E FLUIDI PERICOLOSI

CALPEX Tubazioni preisolate flessibili per la veicolazione di fluidi fino a 95°C

CASAFLEX Tubazioni preisolate flessibili per teleriscaldamento ed impianti solari interrati

LUNARFLEX Tubazioni preisolate flessibili per il collegamento in esterno dei pannelli solari

NIROFLEX / SPIRAFLEX Tubazioni in acciaio inox corrugate per scambio termico

EIGERFLEX Tubazioni preisolate flessibili per la veicolazione di fluidi fino a 30°C anche con cavo scaldante

CALCOPPER Tubazioni preisolate flessibili in rame uso idrotermico - sanitario

BRUGG PIPE SYSTEMS srl Via L. Bertolini Donnino, 27 - 29100 Piacenza Tel.: 0523 - 590 431 / 570 148 - Fax: 0523 - 594 369 e-mail: info@bruggpipesystems.it - www.bruggpipesystems.it

Una Società del Gruppo BRUGG


SOTTOSTAZIONE 2.400 KW A SERVIZIO DI UNA CLINICA

Le sottostazioni sono apparecchi a pressione, pertanto sono soggetti alla Direttiva Apparecchi a Pressione, (comunemente detta PED dalla denominazione inglese Pressure Equipment Directive). È una direttiva di prodotto (97/23/CE) emanata dalla Comunità Europea e recepita in Italia con il Decreto Legislativo n° 93 del 25/02/2000. Sul territorio nazionale è diventata obbligatoria a partire dal 29 maggio 2002. La PED disciplina i requisiti di progettazione, fabbricazione e valutazione di conformità delle attrezzature a pressione e degli insiemi. Questi devono essere progettati, costruiti e installati in sicurezza e cioè bisogna: eliminare o ridurre i rischi; applicare misure di protezione contro i rischi e informare gli utenti finali dei possibili rischi residui. Le sottostazioni possono differire nei dispositivi di protezione e sicurezza in funzione delle caratteristiche di pressione e temperatura con le quali sono alimentate e dalla valutazione del rischio effettuate dal costruttore che rilascia la dichiarazione di conformità dell’insieme. La messa in servizio va effettuata seguendo il D.M. 1 Dicembre 2004, n° 329 ”Regolamento recante norme per la messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature a pressione e degli insiemi di cui all’art.19 del D.Lgs 25/02/2000 n°93”. In detto decreto sono molti i casi di esclusione come, ad esempio, le attrezzature e gli insiemi previsti dall’articolo 3, comma 3; i recipienti a pressione aventi capacità minore o uguale a 25 litri e, se con pressione minore o uguale a 12 bar, aventi capacità minore o uguale a 50 litri; le valvole di intercettazione aventi dimensione nominale DN non superiore a 80, nonché PN*DN < 1000; le tubazioni con DN minore o uguale a 80 etc. Resta comunque in vigore, anche se applicabile solo in alcune situazioni, la raccolta R Edizione 2009 che nel campo di applicazione riporta: “Le disposizioni, emanate come specificazioni tecniche applicative del Titolo II del D.M. 1.12.75 ai sensi dell’art. 26 del decreto medesimo, si applicano agli impianti centrali di riscaldamento utilizzanti acqua calda sotto pressione con temperatura non superiore a 110°C, e potenza nominale massima complessiva dei focolari (o portata termica massima complessiva dei focolari) superiore a 35 kW. Le presenti disposizioni non si applicano ai generatori di calore facenti parte di insiemi certificati CE/PED”. Per generatori di calore soggetti alle prescrizioni di cui al D.M. 1.12.75 si intendono anche gli scambiatori di calore il cui primario è alimentato da fluido avente temperatura superiore a 110 °C.

La sottostazione La sottostazione del teleriscaldamento è una parte degli impianti tecnologici dell’edificio destinati alla climatizzazione estiva e/o invernale degli ambienti con o senza produzione di acqua calda per usi igienici e sanitari, pertanto sono applicabili tutte le normative che trattano della materia, in particolare: • Decreto del Presidente della Repubblica N°412 del 26 Agosto 1993, regola le norme di progettazione , installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4,comma 4, della legge 9 Gennaio 1991, n°10 • Decreto del Presidente della Repubblica 21 Dicembre 1999, n°551 Modifiche al Decreto del presidente della repubblica N°412 • Decreto Legislativo 19 Agosto 2005, N.192 recante l’attuazione delle direttiva 2002/91/CE come modificato dal Decreto Legislativo 29 Dicembre 2006, n°311 e legge 6 agosto 2008 n°133 • Decreto del presidente della repubblica 2 Aprile 2009 n°59 Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma, lettera a) e b), del Decreto Legislativo 19 Agosto 2005, n°192 concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia • Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale (G.U.n.88 del14 aprile 2006) aggiornato al terzo correttivo D.Lgs 128/10 • Tutte le leggi e i regolamenti regionali emanati in materia. Alcune peculiarità del teleriscaldamento sono rappresentate: • dalla durata giornaliera di attivazione degli impianti termici che, utilizzando calore proveniente da centrali di cogenerazione con produzione combinata di elettricità e calore, possono non rispettare il limite giornaliero e funzionare H24 • dall’assenza del requisito del patentino di abilitazione, rilasciato da una autorità individuata dalla legge regionale, per la figura del personale addetto alla conduzione degli impianti termici civili di potenza termica nominale superiore a 0.232 MW. Le attività di controllo ed eventuale manutenzione della sottostazione risultano particolarmente semplici in quanto c’è un numero limitato di componenti e non sono presenti bruciatori e condotte scarico fumi. ■

l’autore MARCO POZZI

marco.pozzi@a2a.eu A2A Calore & Servizi Responsabile funzione Lavori clienti teleriscaldamento Brescia

FIG. 5

TELERISCALDAMENTO

Costruzione e messa in servizio

21 IMPIANTI BUILDING


Vetrina

Brugg Pipe Systems

La tubazione per gli allacciamenti alle utenze civili asaflex è la tubazione preisolata, flessibile, autocompensante e monitorabile realizzata da Brugg Pipe Systems per l’allacciamento delle utenze alla rete principale di teleriscaldamento. Può essere inoltre impiegata per la realizzazione di reti di piccole e medie dimensioni di teleriscaldamento, per l’industria, l’agricoltura, il rifornimento di acqua potabile, negli impianti a collettori solari e nelle piscine. Il tubo interno di servizio in acciaio inox al NiCr (AISI 304 L o 316 L), corrugato a spire elicoidali, risulta essere conforme alle normative sul risparmio energetico e agli standard previsti dalla legislazione europea relativamente alle tubazioni interrate. CASAFLEX® ha la capacità di resistere a pressioni nominali fino a 25 bar, e attraverso i tre fili di segnalazione inseriti longitudinalmente al tubo di servizio, può essere connessa ai più noti sistemi di monitoraggio e di rilevamento delle perdite. L’isolamento termico - in esercizio con-

C

tinuo fino a 160°C, di picco fino a 180°C - è garantito dalla presenza della schiuma rigida di polisocianato (PIR), senza CFC, con eccellenti proprietà termoisolanti ottenute rivestendo - in fase di schiumatura in pressione - la tubazione con una pellicola trasparente in Polietilene a bassa densità (PE-LD), che impedisce la diffusione dei gas di espansione. La protezione meccanica del sistema tubo - isolamento viene garantita da una estrusione a caldo di polietilene a bassa densità (PE-LD) che crea un mantello esterno continuo. Con Casaflex la progettazione risulta semplice ed economica, in quanto non servono compensazioni a omega, compensatori assiali, giunti di dilatazione o punti fissi. Vengono inoltre ridotte le spese relative al materiale e al montaggio. I collegamenti diretti dalla rete principale all’utente finale in un unico spezzone, la posa diretta del rotolo nel terreno permettono tempi di installazione molto ridotti. Anche i costi degli scavi vengono

abbattuti in quanto l’alloggiamento è più stretto e con tratte più corte; minor materiale di rinterro; risparmio sui costi di ripristino delle superfici e riduzione dei costi per la messa in sicurezza dei cantieri, passaggi stradali e pedonali. La tecnologia di giunzione estremamente semplificata consente un rapido collegamento alle condotte tradizionali e agli impianti temici esistenti, con un notevole risparmio dei costi. Non sono previste operazioni di saldatura, né di calibratura. Il collegamento alla centrale termica e alla rete principale è agevolato dall’ampia gamma di raccorderia progettata e brevettata da Brugg Pipe Systems. Tutte le giunzioni possono essere installate in modo semplice, rapido e sicuro con pochi passaggi e senza l’ausilio di speciali utensili e senza saldature intermedie. La tubazione viene fornita al cliente a misura, in unica tratta e confezionata in rotoli o bobine. ■


Costruzioni

Un laboratorio per l’edilizia del futuro È stato inaugurato lo scorso ottobre l’Habitat Lab di Saint-Gobain, un edificio passivo realizzato a Corsico (Milano) con le soluzioni per l’abitare sostenibile sviluppate dalle aziende del gruppo francese per il mercato italiano. di Giuseppe Stabile

U

na profonda trasformazione è in atto nel settore delle costruzioni. Efficienza energetica e sostenibilità ambientale sono le direttrici di questa evoluzione che coinvolge materiali, tecniche di progettazione e di costruzione. In questo passaggio, indicato chiaramente dalla Direttiva 31/2010 sull’efficienza energetica in edilizia, che fissa a partire dal 2021 l’obbligo per tutti gli edifici di essere “neutri” da un punto di vista energetico, ossia garantire attraverso la progettazione e le prestazioni dell’involucro condizioni tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento, oppure di soddisfarli attraverso fonti rinnovabili, un ruolo di primo piano giocano i principali attori del comparto, imprese, progettisti e produttori. Questi ultimi, in particolare, hanno assunto una funzione decisiva, perché è dal mondo dell’industria che provengono le innovazioni tecnologiche, di materiali e macchine, che consentono all’edificio di rag-

giungere performance di efficienza sempre più elevate. Al contempo, queste realtà, molto impegnate nella diffusione delle informazioni e nelle attività di formazione, favoriscono la circolazione delle conoscenze fungendo da indispensabile raccordo tra mondo delle imprese (costruttori e installatori) e della progettazione. Un esempio di quanto detto è rappresentato dall’Habitat Lab di Saint Gobain, l’edificio-laboratorio realizzato a Corsico, alle porte di Milano, attraverso cui la multinazionale si propone di promuovere in Italia le soluzioni per l’edilizia sostenibile sviluppate e prodotte dalle aziende del gruppo: Saint-Gobain Glass, Gyproc, Isover, Pam, Weber, Eurocoustic, Ecophon, Norton, SaintGobain Solar. Oltre che un laboratorio, Habitat Lab è un centro polifunzionale con spazi attrezzati per dimostrazioni di applicazioni, sale riunioni e strutture per attività didattiche. Soprattutto, nasce come esempio concreto del concetto Multi-Confort, che fonde in

▲ La facciata dall’Habitat Lab, l’edificio-laboratorio ad altissima efficienza energetica di Saint Gobain a Corsico (Milano)

n° 100 dicembre 23


Voi scegliete il colore, al resto pensiamo noi

Inkjet printer CS 407

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Costruzioni

un sistema di soluzioni integrate l’aspetto della sostenibilità energetica con il massimo benessere abitativo, in termini di comfort acustico, termico e di qualità dell’aria, e la gradevolezza estetica.

CONSUMI RIDOTTI AL MINIMO L’Habitat Lab, ricavato all’interno dell’area industriale milanese di Saint-Gobain Abrasivi, uno dei primi insediamenti produttivi del gruppo in Italia, costituisce infatti un vero concentrato delle tecnologie Saint Gobain, dai sistemi a cappotto agli isolanti minerali più per formanti, dalle lastre dei sistemi a secco con tecnologia activ’air in grado di abbattere i livelli di formaldeide e di inquinamento indoor, ai vetri isolanti a controllo solare, dai pannelli fonoassorbenti alle soluzioni impiantistiche. Tecnologie che ne fanno un edificio “passivo” e autonomo sotto il profilo energetico: lo stabile, che si estende su una superficie totale di 1.200 m2, 700 dei quali ottenuti dalla ristrutturazione di una vecchia palazzina degli anni Cinquanta e 500 di nuova costruzione, ha un consumo energetico annuo pari a 1,1 kWh/m3 e rientra nella classe energetica A+ della Regione Lombardia, assicurando un risparmio di 790 MWh/anno rispetto a un edificio di pari metratura di classe C e una riduzione delle emissioni di CO2 di 62,5 tonnellate annue. Consumi così ridotti che, considerando il tempo di vita utile di un edificio, pari a 25 anni, permetteranno di ottenere un risparmio complessivo equivalente al fabbisogno annuo di 8 abitazioni di medie dimensioni. Grazie a tali prestazioni, presto l’edificio otterrà la certificazione LEED Platinum, che prevede requisiti estremamente severi e che attesta la salubrità, il comfort, la durevolezza, l’efficienza energetica e la sostenibilità della struttura, per la quale le soluzioni Saint-Gobain adottate hanno contribuito per ben il 45% del punteggio totale necessario.

LE PRESTAZIONI Risultati frutto di un’attenta opera di progettazione e realizzazione che non ha trascurato nessun dettaglio, a cominciare dall’involucro estremamente per formante. La trasmittanza delle pareti dell’Habitat-Lab è di soli 0,10 W/m2K, mentre quella della copertura è addirittura inferiore e pari a 0,09 W/m2K. Questo significa che un appartamento di 100 m2 con le medesime prestazioni su tutta la sua superficie potrebbe mantenere la temperatura interna di 21°C assorbendo solo 300 W di energia anche con una temperatura esterna di 0°C, la stessa quantità di energia necessaria ad alimentare una lampadina alogena.

Alcune soluzioni per l’abitare sostenibile in mostra nell’area espositiva dell’edificio

Alcuni prodotti esposti nell’area espositiva dell’edificio: i sanitari

➲ n° 100 dicembre 25


Costruzioni

La sala congressi con le vetrate realizzate con gli speciali vetri elettrocromici

Il fabbisogno energetico del complesso è assicurato da un impianto fotovoltaico a film sottile, di 35 kW di potenza, installato sul tetto della struttura. Per evitare l’interruzione della coibentazione della copertura le piastre di fissaggio che servono a fermare le strutture portanti dell’impianto alla soletta non poggiano direttamente sul calcestruz-

Pannelli fonoassorbenti garantiscono elevati livelli di comfort acustico

26 dicembre n° 100

zo, ma su di in materassino isolante per tetti piani che garantisce il taglio termico. Altrettanti accorgimenti sono stati adottati per la coibentazione del pavimento. Sotto al massetto è stato posato uno strato isolante ad alta resistenza a compressione e, per eliminare il ponte termico con il marciapiede all’esterno, è stato inserito un taglio termico all’innesto dello strato isolante con la trave di fondazione. Altre soluzioni contribuiscono a ridurre gli sprechi di energia, come le pareti dotate di uno strato isolante di 20 cm all’esterno e dello spessore di 10 cm all’interno degli ambienti, in modo da raggiungere le condizioni termiche desiderate in breve tempo, senza dover scaldare o raffreddare anche le murature in mattoni. L’isolamento delle murature, l’impiego in facciata di tripli vetri, di pannelli a parete e di speciali controsoffitti fonoassorbenti, oltre a un ottimale livello di comfort termico assicurano altrettanti elevati livelli di comfort acustico, eliminando i disturbi provocati dai rumori esterni e consentendo lo svolgimento in contemporanea di diverse attività all’interno senza interferenze reciproche. Altro parametro che ha guidato la progettazione della struttura è la qualità dell’aria all’interno dei locali. L’obiettivo è stato perseguito innanzitutto attraverso l’impiego di materiali che non emettono sostanze inquinanti, e di pareti e secco e controsoffitti con tecnologia activ’air che assicurano una riduzione degli inquinanti, come composti organici volatili (Voc) e formaldeide, di oltre il 70%, mentre un impianto di ventilazione meccanica controllata evita la formazione di muffe e batteri.


Costruzioni

BENESSERE A 360° Nella realizzazione del Centro si è fatto un gran ricorso al vetro, sia come elemento divisorio interno sia per la regolazione della luminosità. Le vetrate sono costituite da tripli vetri a controllo solare, in modo da sfruttare l’illuminazione naturale filtrando selettivamente l’eccesso di calore, ma sono stati utilizzati anche speciali vetri elettrocromici, una delle più innovative tecnologie Saint Gobain. Si tratta di vetri che vengono attivati per effetto di una debole tensione elettrica per consentire di adattare la trasmissione luminosa e termica, e di conseguenza anche il colore, in risposta all’azione dei raggi solari e della temperatura. Accanto alla luce solare, l’illuminazione della struttura è garantita da lampade a basso consumo con regolazione dell’intensità. Le lampade sono gestite da sensori che regolano automaticamente la luce emessa in base alle condizioni ambientali, mentre l’accensione e spegnimento delle luci nei luoghi di passaggio è effettuato, sempre in automatico, da sensori di presenza e da un temporizzatore che si occupa di spegnere tutta l’illuminazione del Centro durante la notte. Realizzare un sito sostenibile comporta anche un’accorta gestione di risorse primarie come l’acqua, l’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale e l’attenzione alla mobilità a zero emissioni. Per quanto riguarda il primo aspetto, sono stati realizzati due impianti idrici separati, uno per la fornitura di acqua potabile, l’altro per l’acqua non potabile che alimenta gli sciacquoni e il rubinetto per la pulizia degli attrezzi utilizzati nelle attività di formazione. L’area di lavaggio degli strumenti, inoltre, è stata dotata di una vasca di sedimentazione che raccoglie gli inerti, come prodotti a base di gesso, calce, cemento, per consentirne lo smaltimento ecologico. Ulteriori importanti risparmi di

acqua si ottengono inoltre grazie alle piante che ornano il giardino, specie erbacee ed essenze arbustive autoctone più adatte al clima del luogo e che non richiedono irrigazione.

UNA MACCHINA ARCHITETTONICA Il basso impatto ambientale è garantito anche dalla scelta dei materiali, attraverso un ampio impiego di materie prime di riciclo, come l’isolante minerale G3, composto da una resina termoindurente di nuova generazione che associa componenti organiche e vegetali, il gesso dei sistemi a secco per le pareti interne e i controsoffitti e la ghisa del sistema di tubazione, o di materie prime come ad esempio il bambù, una pianta che si rigenera velocemente, utilizzato per il parquet della sala riunioni, proveniente da foreste certificate FSC (Forest Stewardship Council) e privo di Voc. Pensato come edificio-laboratorio dinamico per testare le soluzioni Saint-Gobain in situazioni di reale utilizzo, Habitat-Lab è una costruzione intelligente, in virtù di un avanzato sistema domotico che lo rende una vera “macchina architettonica” capace di controllare e gestire tutti gli impianti e apparati, dall’illuminazione alla produzione di acqua calda sanitaria, dalla ventilazione all’impianto fotovoltaico, dai vetri elettrocromici alla colonnina di ricarica per i veicoli elettrici, per garantire le condizioni ottimali di comfort, e di rilevare in tempo reale le prestazioni del complesso in termini di consumi, qualità abitativa degli ambienti (concentrazione di formaldeide e CO2) e la riduzione delle emissioni inquinanti. I dati, monitorati costantemente attraverso 26 sensori e visualizzati in tempo reale su schermi all’interno dell’edificio oppure on line, sono a disposizione dei tecnici che così possono valutare le prestazioni del sistema edificio-impianto in ogni condizione climatica e di utilizzo. ■ Lampade a basso consumo con regolazione dell’intensità della luce

n° 100 dicembre 27


innovativo BANDERA produttore di estrusori dal 1947, ha trasferito negli ultimi 30 anni la sua grande esperienza raggiunta nel processo di estrusione anche all’industria del rivestimento tubi in acciaio.

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Isolamento

La cura del dettaglio: i ponti termici La mancanza di continuità nella coibentazione di un edificio è fonte di dispersioni termiche che, oltre a inficiare le prestazioni isolanti di una struttura, provocano la formazione di muffe e condense. Ecco alcuni accorgimenti da adottare in fase di posa che consentono di evitare il problema. di Valeria Erba - ANIT

R

isparmio energetico e comfort acustico sono ormai obiettivi fondamentali per i nostri edifici. Quali siano i livelli di efficienza e comfort da garantire solo la legislazione può e deve definirlo, ma come raggiungere tali prestazioni siamo noi a deciderlo. Le tecnologie costruttive attualmente presenti sul mercato consentono di rispettare i limiti prescritti dalla legislazione e realizzare edifici confortevoli di elevata qualità. Se la difficoltà maggiore per professionisti e imprese non è più la progettazione o la ricerca di materiali e sistemi idonei, per raggiungere le prestazioni richieste occorre tuttavia prestare sempre più attenzione ai particolari e alla posa in opera. La cura del dettaglio sia in fase progettuale che esecutiva diventa il punto focale su cui si basa il risultato finale. Piccoli errori possono creare ponti termici e acustici che vanificano l’efficacia dei materiali e dei sistemi costruttivi adottati, in particolare per gli edifici ad elevati standard prestazionali quali la Classe termica A e la Classe acustica I. Vediamo cosa si intende quando si parla di ponte termico e come si possono affrontare le problematiche dovute a queste criticità.

I PONTI TERMICI Andando ad analizzare con una termocamera un edificio esistente, l’attenzione si sofferma subito sulle zone di maggiore dispersione di calore. Nella figura 1 si visualizza in maniera molto netta come dalla struttura a reticolo della costruzione ci sia un forte flusso di energia che si evidenzia con temperature superficiali esterne alte e temperature superficiali interne basse. Una zona di ponte termico non è altro che una zona in cui la struttura presenta delle disomogeneità geometrico o materiche. Materiali differenti hanno prestazioni differenti, quindi resistenza termica diversificata che provoca una perturbazione del flusso che li attraversa. Anche la geometria incide sulla valutazione della resistenza termica

che si oppone al flusso di calore. Nella valutazione della dispersione attraverso una struttura bisogna tenere conto delle dispersioni sia dalla zona corrente, caratterizzata da una determinata trasmittanza termica U, sia dai ponti termici, caratterizzati dalla trasmittanza termica lineica ψ. La revisione della norma di calcolo per l’efficienza energetica degli edifici, la UNI TS 11300-1, ha abolito i metodi semplificati prevedendo come unico metodo per il calcolo della trasmittanza termica lineica quello a elementi finiti. L’ultima versione della norma tecnica, quindi, non permette di utilizzare le peggiorazioni percentuali o i valori di ψi riportati negli abachi della UNI EN 14683. Da questa norma e nell’uso comune non vengono quasi mai considerati i ponti termici diffusi e puntuali. Anche queste tipologie sono spesso causa di forti dispersioni e problematiche conseguenti. Quando si parla di ponte termico diffuso si intende la mancata corretta sigillatura o isolamento di giunti verticali o orizzontali nelle murature (fig.2), mentre per ponti termici puntuali si intendono quelle zone in cui strutture di raccordo tra esterno

➲ Fig.1: Analisi con termocamera di un edificio che mostra i flussi di energia tra l’ambiente interno ed esterno

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Isolamento Fig.2: Esempio di ponte termico diffuso rilevato con analisi termografica

e interno provocano un flusso molto elevato focalizzato in piccole zone, tipo i fissaggi meccanici o strutture di sostegno (fig.3). Quale sia l’effetto dei ponti termici è visibile non solo grazie alle termografie, ma spesso proprio ad occhio nudo: in queste zone si formano muffe e condense che, oltre che sgradevoli alla vista, determinano ambienti malsani (fig.4). I problemi quindi non sono solo energetici, ma anche di salubrità ambientale. Infatti, in tali zone di discontinuità si evidenziano temperature superficiali spesso molto basse. Tali temperature, se raggiungono la temperatura di rugiada, provocano la condensazione del vapore e prima ancora della formazione di acqua si presenta la muffa.

COME EVITARLI Strutture a elevata resistenza termica e maggiore omogeneità delle prestazioni delle strutture adiacenti sono la soluzione al problema. L’impor tante è isolare con continuità per interrompere le dispersioni o, in caso questo non fosse possibile, rendere il percorso del flusso sempre più lungo e tor tuoso. Quando si parla di discontinuità delle prestazioni non si può non pensare ai componenti trasparenti. Termicamente sono decisamente più deboli rispetto alle strutture opache, per ovvi motivi costruttivi e per necessità di adempiere ad altri compiti quali quello fondamentale dell’illuminazione naturale. Le strutture finestrate hanno raggiunto ormai prestazioni termiche eccellenti, pertanto le problematiche energetiche di questi componenti non sono strettamente legate alla struttura quanto al loro raccordo con le strutture opache. Risulta fondamentale la posa in opera e la componentistica. Per cui attenzione e cura sempre maggiore viene rivolta a: mazzette, cassonetti, davanzali. Anche in questo caso la regola è maggiore continuità d’isolamento, taglio dei flussi termici con adeguati elementi isolanti o, eventualmente, allungamento del percorso della dispersione. ■

CHI È ANIT L’Associazione nazionale per l’isolamento termico e acustico (ANIT) nasce nel 1984 con l’obiettivo di diffondere e promuovere lo sviluppo dell’isolamento termico ed acustico nell’edilizia e nell’industria come mezzo per salvaguardare l’ambiente e il benessere delle persone. Compito che l’associazione svolge attraverso la promozione della normativa legislativa e tecnica, la diffusione di informazioni scientifiche, tecniche e statistiche, l’elaborazione di studi e ricerche e l’organizzazione di meeting e corsi di formazione. Fanno parte dell’associazione 93 produttori di materiali e sistemi isolanti, 139 Soci Onorari (enti pubblici e privati, associazioni, Università, Scuole edili, ordini professionali), professionisti del settore (1300 associati nel 2011). www.anit.it

Fig.4: Una conseguenza della presenza di ponti termici: la formazione di muffe e condense

Fig.3 Esempio di ponte termico puntuale, zone dove strutture di raccordo tra esterno e interno provocano un flusso energetico molto elevato 30 dicembre n° 100


scaricate silenzio


Isolamento termoacustico

Le qualità dell’EPS di Gabriele Sala – AIPE, Associazione Italiana Polistirene Espanso

Leggero, resistente, riciclabile al 100 %, il polistirene espanso sinterizzato è un ottimo materiale per la coibentazione di edifici nuovi o da riqualificare.

L’

EPS (polistirene espanso sinterizzato) è un materiale resistente, leggero, composto per il 98% da aria. È tra gli isolanti più utilizzati negli edifici nuovi e in quelli da riqualificare e ristrutturare, sia come componente (lastre, blocchi) sia in sistemi costruttivi ad armatura diffusa (detti SAAD). Questi ultimi sono elementi in EPS collegati tra loro da una semplice operazione a secco per realizzare una casseratura a rimanere in opera atta a ricevere la gettata di calcestruzzo, garantendo sicurezza e tempi molto brevi in cantiere. Tutti i manufatti devono essere conformi alla norma di prodotto UNI EN 13163 e marcati CE per il settore dell’isolamento termico. L’EPS è registrato e conforme al Reach, Regolamento europeo sulle sostanze chimiche. Questo polimero viene prodotto in forma autoestinguente (EPS RF – a ritardata propagazione di fiamma) per migliorarne il comportamento al fuoco. Grazie all’impiego di opportuni additivi, la propagazione della fiamma cessa al venir meno della causa d’incendio.

IMPATTO AMBIENTALE Principali caratteristiche tecniche dell’EPS

Diversi studi di LCA (Life Cycle Assessment) promossi da AIPE hanno evidenziato il ridotto impatto ambientale del polistirene, in termini di consumo energetico ed emissioni di CO2, anche in relazione

ad altri materiali isolanti. L’EPS è riciclabile al 100% e la sua rigenerazione non è solo una possibilità ma una realtà di fatto: può essere compattato e avviato al recupero energetico, una forma di riciclo importante perché in grado di assorbire scarti di qualunque provenienza, oppure impiegato come inerte leggero in calcestruzzi e malte, o mescolato a materiale vergine per produrre imballaggi, sistemi isolanti per l’edilizia o, ancora, trasformato in polistirene cristallo per ricavarne nuovi manufatti plastici (es. righello, biro, ecc..).

Massa volumica apparente

ρ

10 Kg/m3 < ρ < 30 Kg/m3

Conducibilità termica

λ

0,031 W/mK < λ < 0,040 W/mk *

Calore specifico

Cs

~1.450 (J/KgK) secondo UNI EN ISO 10456

Coefficiente di dilatazione lineare

5 • 10-5 m/mK – 7 • 10-5 m/mk

Assorbimento acqua

2 – 4 % (v/v)

Permeabilità al vapore d’acqua

δ

da 0,007 a 0,0036 [mg/(Pa h m)]

Fattore di resistenza alla diffusione del v.a.

μ

da 20 a 100

Resistenza a compressione

0,07 N/mm2 – 0,27 N/mm2 (al 10% di deformazione)

Resistenza a flessione

0,16 N/mm2 – 0,6 N/mm2 circa 1,6 Kg/cm2 – 6 Kg/cm2

* EPS a migliorata conducibilità termica: λ medio ~ 0,031 W/mk

32 dicembre n° 100


Isolamento termoacustico

SISTEMA A CAPPOTTO La struttura a “celle chiuse” del materiale ne garantisce un’eccellente proprietà isolante che rimane inalterata nel tempo e che contribuisce positivamente al nostro comfort abitativo (invernale ed estivo) e al risparmio energetico. Motivo per cui il polistirene viene molto impiegato nelle riqualificazioni energetiche degli edifici. Il sistema di isolamento a cappotto costituisce uno strumento per coibentare in maniera ottimale gli elementi verticali di qualsiasi tipo di fabbricato, nuovo o che da riqualificare/ristrutturare, con una triplice funzione: isolare termicamente e anche acusticamente con notevoli vantaggi in termini di risparmio energetico e comfort abitativo, proteggere l’edificio da intemperie, umidità e agenti inquinanti senza dimenticare la sua valenza estetica. Viene definito a livello europeo con la sigla ETICS (External Thermal Insulation Composite System – Sistema composito di isolamento termico per l’esterno). L’utilizzo di EPS come isolante è specificamente previsto e normato dalla UNI EN 13499: 2005. Il sistema a cappotto è normalmente realizzato tramite i diversi elementi tra loro compatibili e sinergici: • lastre isolanti in EPS a ritardata propagazione di fiamma • collante-rasante da utilizzare per l’incollaggio delle lastre isolanti al supporto e per la formazione del primo strato di intonaco • rete di armatura tessuta in fibra di vetro, per il rinforzo del primo strato di intonaco • eventuale primer quale prima protezione dell’intonaco rinforzato • finitura con rivestimento continuo sottile di protezione dell’intero sistema agli agenti atmosferici • sagome in lega leggera per i profili verticali e orizzontali e, se necessari, tasselli di fissaggio delle lastre isolanti. Il cappotto serve quindi per isolare in modo sicuro e continuo pareti costituite anche da materiali disomogenei che si presentano con diversità nel compor tamento alle sollecitazioni termiche, nelle caratteristiche meccaniche e nella conformazione superficiale. Queste disuguaglianze, molto frequenti nelle costruzioni edili, su sollecitazioni termiche facilitano la formazione di crepe, distacchi, infiltrazioni e provocano deturpamento e disgregazione dei materiali. L’installazione del sistema cappotto annulla o attenua questi fenomeni e pone tutto l’apparato murario in condizioni termiche e igrometriche stazionarie. Numerosi sono i benefici prodotti da un sistema a cappotto correttamente posato: • sfruttamento del volano termico delle pareti isolate • protezione delle facciate dagli agenti atmosferici • risparmio energetico • collocamento dell’edificio in condizioni termoigrometriche stazionarie • creazione di condizioni ottimali, confortevoli e igieniche nei locali interni.

Lo studio Maia, che da anni collabora con AIPE, ha evidenziato i vantaggi termotecnici e ambientali derivanti da un progetto di riqualificazione di una villetta unifamiliare a Torino con una superficie utile di 90 m2 divisa in 3 livelli di cui solo uno riscaldato. Il materiale scelto per questo intervento è l’EPS sia tradizionale sia al 100% riciclato con un sistema di isolamento a cappotto esterno per le pareti verticali e all’estradosso dei pavimenti e con la posa di pannelli all’estradosso del soffitto. È prevista la sostituzione dei serramenti in legno/alluminio vetro singolo (g = 0,85) con nuove finestre in PVC triplo vetro basso emissivo a controllo solare (g = 0,35) e un sistema di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore. All’aumentare dello spessore ipotizzato (da 10 a 40 cm di EPS), si ottengono importanti riduzioni della trasmittanza termica media delle pareti verticali, dei pavimenti e dei soffitti. Anche il fabbisogno ideale di energia termica per il riscaldamento invernale e per il raffrescamento estivo diminuisce notevolmente con un efficace isolamento. Con 10 cm di EPS si passa, nei mesi invernali, da un consumo di 235,5 KWh/m2 anno a 62,7 KWh/m2, valore che scende a 44,1 con recupero di calore attraverso la ventilazione meccanica controllata. Un dato emblematico: nel caso in cui la villetta non fosse riqualificata secondo quanto previsto dal progetto, tra circa 80 anni avrebbe consumi triplicati rispetto agli attuali. Utilizzando il sistema di valutazione LCA, è stato inoltre calcolato il GER (Gross Energy Requirement, Fabbisogno Energetico Lordo) in fase di produzione + uso a seconda dello spessore previsto, con un parametro temporale di 100 anni. La fase della posa è il momento più delicato del processo. Occorre evitare i cosiddetti ponti termici, quei “buchi” che si possono creare, soprattutto nell’attacco muro/soffitto, muro/pavimento/, muro/serramento, in caso di applicazione non fatta a “regola d’arte”.

n° 100 dicembre 33


Isolamento termoacustico

ISOLAMENTO ACUSTICO DI SOLAI E PARETI Per garantire il giusto comfort abitativo, risulta fondamentale un alto livello di isolamento anche acustico degli edifici. A tale scopo viene utilizzato l’EPS elasticizzato, ottenuto da quello normale attraverso un trattamento meccanico di compressione che ne riduce la rigidità dinamica. Si è dimostrato un efficace strumento per isolare dai rumori generati da urti contro parti dell’edificio, in particolare per assorbire i rumori da calpestio. Nasce per l’isolamento acustico dei solai interpiano, per il cosiddetto “pavimento galleggiante” in cui sopra la soletta viene posato uno strato (20 - 40 mm) di EPS elasticizzato e sopra questo viene gettato il massetto di ripartizione, che deve essere dotato di una certa massa ed essere isolato elasticamente dalle pareti perimetrali. Sul massetto si applica poi il pavimento propriamente detto, che può essere di qualsiasi tipo.

EPS con specifiche EPS normale proprietà acustiche

Le iniziative di AIPE ⤶ La partnership con CORTEXA Dal 2012 AIPE è il nuovo partner tecnico di CORTEXA, Consorzio per la Cultura del Sistema a Cappotto nato con l’obiettivo di favorire la diffusione della conoscenza del sistema di isolamento termico sull’esterno quale soluzione ideale per la riqualificazione di edifici esistenti e la realizzazione di nuovi edifici ad alto risparmio energetico. In virtù di questo rapporto di collaborazione, AIPE parteciperà alle attività del Consorzio e che a sua volta offrirà il proprio contributo in corsi e convegni organizzati dall’Associazione. AIPE inoltre partecipa attivamente al CEN TC 88, Comitato tecnico di normazione europeo per i materiali isolanti, e in particolare al Working Group specifico per i sistemi ETICS (WG 18).

Pubblicazioni

Rigidità dinamica [MN/m3]

60 < s’ < 200 12 < s’ < 60

Attenuazione del livello della pressione sonora da calpestio

13 dB < ΔL < 20 dB < ΔL < 18 dB 32 dB

L’EPS elasticizzato viene sempre più impiegato anche per il cappotto. Se l’isolante utilizzato garantisce una bassa rigidità dinamica, si ottiene un impor tante incremento dell’isolamento acustico oltre che naturalmente termico. ■

Il tema dell’isolamento acustico è approfondito nell’“L’isolamento acustico di pareti con sistema a cappotto in EPS”, settimo volume della collana tecnica di AIPE. La parte iniziale del documento è dedicata agli aspetti fisici dell’isolamento acustico (legge di massa e di frequenza). Si passa poi a un’approfondita descrizione del sistema costituito essenzialmente da 3 elementi: • muratura di supporto rigida e continua, normalmente di massa molto più elevata degli altri 2 strati • isolante che funge da “molla”, cioè rappresenta il materiale che deve assorbire l’onda d’urto del rumore • intonaco esterno che rappresenta l’elemento di rivestimento a “pelle”, viene armato con rete e può essere realizzato con spessori da 3 fino a 20 mm circa. Funge da elemento rigido ripartitore dell’energia meccanica che l’onda sonora provoca sulla superficie di impatto.

Comisa

Verso l’integrazione dei sistemi A RISPARMIO ENERGETICO S ull’esperienza maturata in 44 anni di attività, nasce la nuova divisione di Comisa: Comisa Energy, che ha l’obiettivo di of frire agli operatori di settore un unico e valido suppor to per la progettazione e fornitura di tutto quanto gravita nella galassia del risparmio energetico e delle energie rinnovabili viste in chiave climatizzazione ambientale ed impianti ACS.

34 dicembre n° 100

Comisa Energy può progettare ed offrire impianti di generazione di energia solare sia fotovoltaica che termica, inseriti in sistemi per la creazione di acqua calda sanitaria quali pompe di calore, contabilizzata secondo l’uso di ciascuna utenza, per l’impiego con impianti di climatizzazione quali riscaldamento radiante a pavimento, a parete o a soffitto ed il trattamento dell’aria degli ambienti. ■



Speciale riscaldamento e raffrescamento

Ape raccorderie ●●●

Tubo multistrato certificato Ape raccorderie, azienda produttrice del tubo multistrato PE-Xb/Al/PE-Xb, denominato “APE Multylayer”, dal diametro 14 al diametro 32, ha ottenuto la cer tificazione di prodotto DVGW e Kiwa. L’azienda ha inoltre richiesto e ottenuto il cer tificato Komo, che attesta l’assenza di permeabilità all’ossigeno, condizione necessaria per essere utilizzato negli impianti radianti, secondo quanto disposto dalla norma UNI EN 1264-4. Il tubo APE Multylayer è idoneo alle classi 1 - 2 - 4 e 5 della norma UNI-EN ISO 21003 ed è conforme a tutti gli utilizzi idrotermosanitari. Grazie alle sue caratteristiche fisiche e meccaniche è utilizzato nella realizzazione degli impianti radianti Apetherm. L’elevata conduttività termica pari a 0,43 W/mK, contro i 0,35 W/mK del tubo PE-X e la totale barriera all’ossigeno, dovuta allo strato di alluminio, lo rendono idoneo alla realizzazione degli impianti radianti a pavimento, parete e soffitto. Inoltre avendo una struttura meccanica superiore al PE-X e non avendo una memoria di forma come il PE-X, è ideale per la posa in qualsiasi condizione climatica. La maggior resa e le migliori caratteristiche meccaniche lo rendono ideale tecnicamente e commercialmente per tale utilizzo. Per diminuire lo scarto nella realizzazione dei circuiti dell’impianto radiante, Ape raccorderie ha realizzato rotoli da 500 mt nel diametro 16x2 e 300 mt nel diametro 20x2, ideale per gli impianti industriali; dato che trattasi di tubo multistrato reticolato l’installatore lo può utilizzare anche per l’adduzione sanitaria, azzerando completamente lo scar to.

36 dicembre n° 100

ATH Energia ●●●

Riscaldamento elettrico a pavimento ATH offre un sistema di riscaldamento a pavimento che funziona con cavi elettrici annegati nei massetti. È opinione diffusa che fare ricorso direttamente all’elettricità per riscaldare gli ambienti non sia conveniente, specialmente in zone con inverni rigidi, ma il diffondersi di edifici a basso consumo energetico e dell’autoproduzione di elettricità attraverso il fotovoltaico lo rendono più interessante dei tradizionali impianti. L’estrema semplicità della gestione, i bassi costi di installazione, la bassa inerzia termica e la sua flessibilità, lo rendono particolarmente adatto alle case costruite secondo i criteri previsti dalle direttive europee. La fruibilità degli spazi diventa totale, sia negli ambienti abitati (assenza di corpi scaldanti, nicchie, ecc.) sia negli spazi destinati ai servizi comuni (assenza di locali tecnici in cui installare caldaie, pompe di calore, pompe, ecc.). I cavi scaldanti sono forniti in rotoli adattabili a tutte le misure e conformazioni dei locali, necessitano di spessori di massetto molto ridotti (circa di 3 cm) e possono anche essere installati direttamente sotto la superficie calpestabile. Nel

caso di pavimenti incollati (piastrelle, parquet) possono essere anche annegati in uno strato di solo 1 cm. Non essendo annegato nel normale massetto di 4/5 cm, il sistema consente di avere una bassa inerzia termica, aumentando il risparmio e il benessere degli ambienti. Nelle ristrutturazioni potranno essere utilizzati nastri direttamente integrati nell’isolamento da posare sui pavimenti esistenti. Sui nastri si potrà posare un parquet o un laminato. Con l’utilizzo di adeguati sistemi di regolazione si possono effettuare il controllo della temperatura dell’ambiente e del pavimento, il picco dei carichi elettrici e l’attivazione dell’impianto durante la produzione di energia elettrica da parte del fotovoltaico. I sistemi ATH sono costruiti osservando le più scrupolose norme di sicurezza. I cavi sono del tipo bifilare, con calza metallica avvolgente. In tal modo, il flusso di correnti elettriche uguali e contrarie, azzera i campi magnetici dovuti al passaggio di elettricità. Gli impianti sono ad emissioni zero e, se abbinati a pannelli fotovoltaici, sono anche a costo di esercizio zero.


Bampi ●●●

Sistema radiante di riscaldamento e raffrescamento Il sistema Pavibalped di Bampi è impiegato per la realizzazione di impianti radianti (pavimento, parete, soffitto) di riscaldamento e raffrescamento per edilizia civile, pubblica, commerciale ed industriale. La circolazione del fluido avviene all’interno di tubi multistrato tipo PE-Xb/All/PE-Xb oppure tubi in Pex. Le tubazioni sono disponibili in rotoli di varie metrature (sino a 500 m). L’isolamento termico e acustico è assicurato da lastre di polistirene espanso a elevata densità (30 Kg/m3), disponibili in vari formati e con diverse caratteristiche (pannelli a bugne, lisci, soltanto pellicola senza polistirene, ad incastro per posa a secco). I pannelli sono dotati di inca-

stri lungo i quattro lati, che ne consentono la per fetta unione, evitando i ponti termoacustici, l’infiltrazione del calcestruzzo attraverso le fessure e il movimento delle lastre durante la fase del getto. La super ficie superiore dei pannelli è rivestita da una pellicola di polistirene con funzione di barriera al vapore e di strato termoriflettente del calore verso l’alto. Un sistema elettronico per la gestione dell’umidità interna ai locali consente di utilizzare l’impianto anche per il raffrescamento estivo dell’edificio, con il massimo comfort termoigrometrico e ridotti costi di esercizio. L’acqua viene fatta circolare nelle serpentine di tubo ad una temperatura di

32-38 °C, nel caso del riscaldamento, e di 15 °C circa, per il raffrescamento estivo. La conducibilità termica del tubo multistrato è di 0,43 W/(m°K) e il coefficiente di rugosità dello strato interno è pari a 7 ?m. I pannelli isolanti hanno una reazione al fuoco di classe 1, una conducibilità termica di 0,034 W/(m°K) e una resistenza a compressione al 10% di schiacciamento pari a 1,8 Kg/cm2. Bampi ha una struttura interna dedicata alla linea di prodotto radiante in grado di soddisfare in tempi rapidi le richieste d’offerta e fornire la consulenza necessaria per la progettazione, composizione e posa del sistema radiante.

Comisa ●●●

Massetto premiscelato privo di cemento Comisa Energy è la nuova divisione di Comisa dedicata a sistemi di produzione di energia elettrica e termica, gestione delle risorse energetiche, deumidificazione e trattamento dell’aria integrati ai più moderni sistemi di generazione quali pompe di calore e geotermia. Una delle prime innovazioni introdotte dalla nuova divisione è rappresentata dai nuovi leganti per la realizzazione di massetti negli impianti radianti. La scelta dei materiali nella progettazione del sistema e la cura nelle fasi della posa influiscono sul livello delle prestazioni di tutto il sistema ed incidono sul valore energetico ed economico dell’edificio. Per massimizzare le performance dei propri sistemi radianti, Comisa ha selezionato il composto più idoneo, optando per un massetto premiscelato privo di cemento. La densità dei massetti realizzati in sabbia-cemento non è infatti ottimale al rivestimento di un impianto radiante. Per ovviare a questo problema i sono stati analizzati e testati sul campo i prodotti a consistenza “terra umida”, superfluidi e autolivellanti e tra questi sono stati selezionati i composti rea-

lizzati con l’utilizzo di anidrite naturale. Sono stati eseguiti test che rispondessero ai seguenti criteri: • stabilità in caso di reidratazione da infiltrazioni o perdite o da migrazione di vapore - assenza di rischio di ettringite distruttiva o thaumasite • stabilità dimensionale data dalla bassa dilatazione termica e dal ridottissimo ritiro idraulico - manufatti continui fino a 500 mq senza armatura e praticità di posa (fino a 600 mq calpestabili in circa 24 ore) • biocompatibilità certificata da Ente riconosciuto • umidità residua prossima allo zero l’anidrite si asciuga in poco tempo e non necessita del ciclo di preriscaldamento e collaudo del massetto. Il risultato è Saicom Bio. L’elevata conducibilità termica ottenuta, pari al 39% Massetto

in più rispetto al tradizionale massetto in sabbia e cemento, è la qualità saliente del massetto realizzato con il legante Saicom Bio, che presenta qualità meccaniche, temperature ed inerzie termiche notevolmente migliorate. Saicom Bio è indicato per l’uso su pannelli radianti sia in riscaldamento sia in raffrescamento ed ha un coefficiente di dilatazione termica bassissimo: la metà di quella del cemento. La dilatazione ed il ritiro del legante sono così contenuti che i pavimenti possono essere posati in grandi super fici, fino a 200/250 mq, in ambienti unici, con un conseguente miglioramento dell’estetica, anche senza rete di armatura. La rapidità di messa in opera dell’impianto è un ulteriore vantaggio del massetto realizzato con esso. Tubo e massetto

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Speciale riscaldamento e raffrescamento Emmeti ●●●

Il clima ideale in ogni stagione Emmeti, azienda operativa nel settore termoidrosanitario e della climatizzazione domestica e commerciale, propone Emmeti Clima Floor: una soluzione confortevole e sicura per utilizzare il pavimento come corpo scaldante durante l’inverno e come corpo raffrescante durante l’estate, ottenendo un comfort ambientale a misura d’uomo. L’alta qualità dei prodotti, le caratteristiche tecniche dei materiali utilizzati e l’estrema flessibilità di montaggio offrono la possibilità di installare il sistema in qualsiasi tipo di edificio. Con l’impiego di Clima Floor l’energia termica, calda o fredda, viene ben distribuita all’interno degli ambienti. Grazie all’utilizzo di acqua ad una temperatura notevolmente più bassa rispetto agli impianti tradizionali nella stagione invernale, e più elevata nella fase estiva, si aumenta il rendimento delle caldaie a condensazione e si riducono notevolmente gli assorbimenti elettrici dei chiller. Emmeti Clima Floor può sfruttare fonti energetiche rinnovabili, come l’energia solare, aerotermica e geotermica, abbassando in questo modo i consumi di combustibili fossili e rispettando l’ambiente. È disponibile in sette tipologie di pannelli, tutti in polistirene espanso autoestinguente ter-

moformato: lo Standard Floor; lo Standard Combi Floor (accoppiato con film termoformato in polistirene rigido) ed il Classic Floor, con superficie a bugne ed incastri perimetrali, con passo tubi rispettivamente di 5 cm (i primi due) e 7,5 cm; il Plan Floor, liscio con impronte superficiali per la posa dei tubi; lo Step Floor e lo Step Combi Floor (accoppiato con film termoformato in polistirene rigido) per creare l’isolamento termo acustico; il pannello isolante FloorMate 500-A, in polistirene espanso estruso, per uso industriale. Tutti i componenti dei sistemi a pavimento Emmeti sono progettati e costruiti in ottemperanza alle norme europee e sottoposti a severi controlli di qualità, certificati da prestigiosi enti indipendenti. Il sistema si compone, oltre che dei pannelli, di un sistema di regolazione e distribuzione per impianti di riscaldamento e raffrescamento a bassa temperatura e misti (radiatori + pannelli radianti), il Floor Control Unit. Si tratta di un sistema di miscelazione con servomotore elettrico o termostatico che reagisce a qualsiasi variazione di portata o di emissione calorica e controlla la temperatura del fluido dell’impianto a pavimento.

Eurotherm ●●●

Impianto radiante a zero spessore Zeromax è il ser vizio di posa dell’impianto radiante a zero spessore, ideale per i casi che necessitano di una posa che si integri per fettamente nell’ambiente. Si adatta a par ticolari esigenze progettuali quali la ristrutturazione di edifici o la posa a secco in case prefabbricate, dove un impianto tradizionale ad alto spessore determinerebbe seri problemi di installazione. Con l’ausilio di una speciale macchina fresatrice sarà possibile tracciare direttamente sull’elemento di suppor to alla pavimentazione (massetto, lastra gesso-fibra) le “guide” nelle quali sarà alloggiata, in maniera altrettanto semplice e rapida, la tubazione. Grazie ad Eurass, il ser vizio d’assistenza operativa in cantiere che garantisce una posa a regola d’ar te nel pieno rispetto della sicurezza e delle normative di ri-

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Clima Floor Durante il funzionamento in raffrescamento l’impianto viene controllato dalla centralina elettronica, la quale regola di continuo la temperatura e l’umidità relativa degli ambienti. La regolazione in ambiente viene effettuata agendo in continuo sulla temperatura dell’acqua mediante una valvola miscelatrice elettronica. L’umidità relativa viene monitorata grazie alle specifiche sonde e, se necessario (avvicinamento al punto di rugiada), essa viene ridotta mediante i deumidificatori della gamma Dumy Floor. In questo modo è possibile gestire in maniera intelligente e automatica tutte le esigenze di riscaldamento e climatizzazione. Dumy Floor è una gamma completa di deumidificatori, a mobiletto o da incasso, a parete o a soffitto, che permette di controllare l’umidità integrandosi in modo ottimale in ogni ambiente. L’utilizzo del ciclo frigorifero abbinato a due batterie ad acqua permette a questi deumidificatori di abbattere l’umidità ambientale facendo in modo che l’aria in ingresso abbia la stessa temperatura di quella in uscita.

ferimento, l’installazione dell’impianto radiante a pavimento risulterà semplice e veloce. Esso mette a disposizione il proprio know-how, frutto di un’esperienza pluriennale nel settore dell’edilizia e della termoidraulica, fornendo un ser vizio completo di assistenza fino alla consegna “chiavi in mano”.


Harden 2000 ●●●

Cinque strati per acqua calda e fredda

Installazione serpentina per impianto pannelli radianti

Geberit ●●●

Soluzioni per impianti di nuova generazione Geberit propone una gamma completa di soluzioni per impianti di riscaldamento a pavimento. Le tubazioni multistrato Geberit PushFitTherm e MeplaTherm permettono di disegnare agevolmente le serpentine nell’area interessata, posandole anche su nuovi pannelli isolanti in tre versioni bugnate con altezza 1, 2 o 3 cm per adattarsi alle diverse esigenze di isolazione. Avvolta da un primo strato in PE-Xb e da uno strato esterno in PE ad alta densità (Ø 16 mm), l’anima in alluminio dei tubi PushFitTherm e MeplaTherm offre una barriera naturale all’ossigeno, evitando il fenomeno dell’osmosi ovvero la formazione di melma e di ossidazione all’interno della tubatura. La cessione di calore per irraggiamento genera una stratificazione delle temperature che si avvicina alla situazione ideale di benessere termico. Il calore viene distribuito uniformemente in tutti gli spazi, al contrario di un impianto tradizionale. Il nuovo collettore ad alta e bassa temperatura è pensato per circuiti misti, permettendo di collegare diverse tipologie di impianti - tradizionale e a pavimento - in una stessa abitazione. Tra i collettori, anche la versione da 8 cm, pensata per il mercato italiano come la cassetta di risciacquo per l’installazione all’interno di tramezze

da 8 cm. Oltre alle tubazioni e ai raccordi la gamma comprende distributori da 4 a 10 partenze corredati dai relativi armadietti, testa motorizzata per valvola e termostato ambiente, isolante su cui viene posato il tubo ed il sistema di fissaggio del tubo a clip con relativo attrezzo. Geberit fornisce un servizio di supporto gratuito, dalla preventivazione alla progettazione esecutiva, alla posa attraverso una struttura di consulenza. Il sistema a pannelli radianti Geberit può essere installato indipendentemente dal tipo di rivestimento previsto (piastrelle, parquet, marmo o moquette) adattandosi sia alle piccole che alle grandi superfici in abitazioni, uffici o impianti industriali. L’impianto finale è conforme alla norma UNI EN 1264 decreto n° 192, relativo al rendimento energetico dell’edilizia.

Poloplast, distribuito in Italia da Harden 2000, ha introdotto una novità al suo sistema di tubi in polipropilene. L’esperienza della compagnia nella tecnologia del multistrato ha dato particolari benefici nello sviluppo di questo nuovo tubo. È stato applicato un nuovo composto in polimero. Le nuove fibre, divise in 5 strati di cui è composto il tubo POLO-ML 5, combinano i vantaggi del PP-RCT e delle fibre di vetro rinforzate PP-R in un solo prodotto grazie alla struttura a sandwich. Le caratteristiche del prodotto sono: • espansione lineare pari a 0,038 mm\mk quindi molto simile a materiali metallici e -75% rispetto ai tubi plastici • alta resistenza a pressioni elevate e alte temperature nel tempo • incremento del 16% della portata rispetto a tutte le tubazioni in materiale sintetico • nessuna incrostazione vista la specularità della superficie interna • avendo inserito le fibre, lo staffaggio necessario risulta essere simile alle normali tubazioni metalliche • nessun problema a basse temperature dovuto a urti accidentali in cantiere • peso molto contenuto, quindi di facile trasportabilità • ecologico, riciclabile al 100 % • economico, specialmente nelle dimensioni da 40 a 110 mm, rispetto alle altre tubazioni.

Collegamento sistema dei collettori per impianto pannelli radianti n° 100 dicembre 39


Speciale riscaldamento e raffrescamento Unimix

Icma ●●●

Raccordo a pressare multipinza Icma progetta e produce Sempiter®, il raccordo a pressare per multistrato con caratteristiche tecniche che garantiscono la massima sicurezza sia dal punto di vista dell’installazione che igienico. Questa serie si differenzia dai prodotti convenzionali per il trattamento chimico brevettato a cui vengono sottoposti i raccordi prima dell’assemblaggio; con questa operazione si blocca la cessione del piombo, dello zinco, dell’arsenico e di qualsiasi sostanza presente nell’ottone. Da prove di invecchiamento rapido eseguite in laboratorio si accerta anche che il processo Sempiter® non degrada nel tempo, assicurando una sicurezza igienica dell’acqua totale. La stessa attenzione alla qualità costruttiva dei raccordi riguarda la scelta degli o’ring in EPDM perossidico e la bussola di copertura in acciaio inox senza saldatura. I vantaggi per il cantiere sono principalmente due: • se il raccordo non viene pinzato per incuria questo perde immediatamente alla prova impianto • il profilo del raccordo è progettato per essere multipinza (per ganasce serie H-TH-U). A gennaio la gamma prodotto sarà completa per le dimensioni delle tubazioni diametro 40 e 50 mm nelle figure più utilizzate in cantiere e da marzo 2013 sarà disponibile Sempigas®, il raccordo per multistrato per gas con certificazione di sistema. Tutti i prodotti sono conformi alle attuali normative europee vigenti.

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Ivar Flat

I.V.A.R. ●●●

Sistemi a pannelli radianti per la gestione del calore Ivar propone una tipologia di riscaldamento a pannelli radianti che consente di impiegare virtualmente qualsiasi fonte energetica, poiché realizza il riscaldamento con fluido a bassa temperatura di mandata. In estate è inoltre possibile utilizzare lo stesso sistema di distribuzione anche per il raffrescamento. Il sistema comprende materiali per la posa sottopavimento di sistemi a massetto e a secco per applicazioni residenziali e industriali, dai pannelli isolanti in EPS o fibra di legno alla tubazione in multistrato o polietilene. I pannelli isolanti si distinguono in due tipologie: Ivar Flat e Ivar Fast. Il primo sistema è realizzato con pannello in EPS 200, spessori 20, 30 o 40 mm, rivestito in polietilene, che consente di avere la tubazione parzialmente o completamente annegata nello strato di supporto con un vantaggio in termini di resa. In Ivar Fast i tubi sono posti all’interno dello strato isolante, è in EPS 200, rivestito in polietilene con spessori 20, 30 o 40 mm e permette l’installazione con passo minimo di posa 50 mm. Un’alternativa ai sistemi a massetto è il sistema “a secco” Dry di Ivar, che presenta un doppio strato di 2 mm in lastre di acciaio accoppiato ad una lamina di alluminio scanalato. Caratterizzato da una stratigrafia più sottile, ideale per ristrutturazioni in cui gli spessori disponibili sono solitamente limitati, questo sistema realizza la diffusione del calore ceduto dal tubo nei soli strati metallici, con il risultato di un’inerzia termica ridotta. Lo stesso sistema è disponibile anche nella versione Bio-Dry con pannello isolante in fibra di legno, ideale laddove sia preferibile impiegare materiali completamente naturali. IVAR fornisce inoltre il tubo FF-Therm in PE-Xa con diametri da 16/2 a 25/2,3, oppure in PE-RT in diametri da 16/2 a 20/2. Una possibile alternativa è il tubo multistrato, Alpex duo xs in rotoli con strati PEXb/alluminio/PE-HD, disponibile in diametri da 16 a 32 e nella versione nuda o coibentata con isolamento rosso o blu. La distribuzione del fluido viene realizzata con gruppi di regolazione e rilancio. Ivar propone una gamma completa di stazioni altamente personalizzabili che uniscono tutte le necessarie funzioni in moduli compatti e semplici da installare, come ad esempio il sistema Unimix, il cui kit base è dotato di alloggiamento per circolatore, valvola miscelatrice termostatizzabile con by-pass primario per il ricircolo del fluido in caldaia e ottimizzazione della miscelazione con by-pass secondario. Un termomanometro, due termometri, una valvola di sfiato aria automatica, rubinetti di carico e scarico e valvole a sfera di intercettazione della pompa e dei circuiti completano il gruppo. Su questo sistema è possibile installare i collettori di distribuzione: sulla mandata (collettore superiore) sono montati i dispositivi Fluxer per la misura e il bilanciamento delle portate dei singoli circuiti, e sul ritorno delle valvole di intercettazione manuali o termoelettriche adatte al controllo mediante termostati di zona.


Loex ●●●

Tubazione speciale a 5 strati Il sistema di riscaldamento e raffrescamento radiante Loex Home Flat è studiato e progettato per l’ottenimento del massimo comfort abitativo in condomini, unità abitative plurifamiliari, alberghi e palazzi anche con destinazione mista residenziale/commerciale. Il sistema propone due differenti diametri di tubazione (PE-RT 16x2 mm e PE-RT 20x2 mm) per poter realizzare circuiti di lunghezze diverse ottimizzando la posa in opera dell’impianto. Loex Home Flat utilizza pannelli isolanti piani disponibili in diversi materiali ad alto potere coibente: polistirene espanso, polistirene espanso estruso ed anche la versione termoacustica dove l’isolamento del rumore da calpestio si abbina all’isolamento termico in un unico elemento per-

Sezione sistema Loex Home Flat

mettendo un risparmio dello spessore e del costo dell’isolamento. L’ancoraggio della tubazione avviene tramite il sistema tacker che garantisce un’elevata tenuta con tempi di posa molto rapidi; questo permette di coniugare perfettamente il risparmio energetico derivante dalla bassa temperatura di esercizio impiegata, con costi d’installazione contenuti. La tubazione Loex PE-RT è una speciale tubazione a 5 strati, in polietilene ad alta densità (HDPE), prodotta e testata secondo la norma EN ISO 22391, dotata di una barriera contro la diffusione ossigeno particolarmente efficiente che rende superflua l’aggiunta di additivi inibitori della corrosione all’acqua di riempimento dell’impianto. La tubazione è flessibile, può essere quindi piegata e posata a freddo in modo rapido e preciso con raggi di curvatura fino a 96 mm (16x2mm). Il sistema di posa è facilitato dall’utilizzo di un insieme di elementi pensati appositamente per rendere il montaggio semplice, rapido e sicuro. Le linee tracciate sulla pellicola dell’isolante Loex Flat consentono la posa a chiocciola della tubazione con differenti interassi in funzione della potenza termica da erogare nei singoli locali. Una volta installata la striscia perimetrale di bordo è sufficiente appoggiare i pannelli isolanti e fissarli tra di loro mediante il bordo adesivo che sporge sui fianchi o utilizzando l’apposito nastro. La tubazione viene semplicemente appoggiata all’isolante seguendo le linee indicate e mediante l’apposito attrezzo Easytacker si applicano le Tackerclips che la fissano in modo stabile e sicuro al pannello isolante.

R.B.M. ●●●

Certificazione IIP RBM, azienda produttrice nel settore idrotermosanitario, comunica che il sistema RBM Kilma, dedicato agli impianti climatizzazione radiante, ha ottenuto la certificazione IIP (Istituto Italiano dei Plastici). Essa riguarda i singoli componenti del sistema, il software di calcolo utilizzato dall’ufficio progettazione per la realizzazione dei disegni di posa e l’intero pacchetto radiante RBM Kilma con tutti gli elementi che ne fanno parte (tubazioni, pannelli isolanti, collettori, centraline di miscelazione e raccordi). Grazie a questa novità vengono certificati anche dati tecnici fondamentali come la resa, le perdite di carico e

Immagini 3D sistemi radianti RBM Kilma l’efficienza del sistema riportate nella relazione di calcolo rilasciata dall’ufficio RBM Kilma a corredo del disegno di posa. Questa iniziativa rientra in un progetto molto ampio e ambizioso che ha coinvolto tutti gli ambiti di RBM Kilma nell’ultimo triennio. Il progetto è iniziato con la revisione e la razionalizzazione della gamma prodotti, è proseguito con la nuova veste grafica data al materiale di comunicazione, la nascita del centro di formazione pratica per installatori “Kilma Training Center” e infine con la realizzazione di un DVD animato con le linee guida per la corretta installazione.

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Speciale riscaldamento e raffrescamento RDZ ●●●

Pannello grafitico ad alto potere isolante La necessità di garantire negli edifici un isolamento termico sempre maggiore abbinato ad un costo di cubatura sempre più elevato e alla necessità di ridurre gli ingombri in altezza del sistema radiante rendono importante puntare su nuovi materiali e tecnologie in grado di fornire elevati valori d’isolamento ma al contempo ridotti ingombri. La soluzione proposta da RDZ è

Grafitech, un pannello bugnato per sistemi radianti a pavimento. Prodotto in polistirene sinterizzato con grafite autoestinguente in conformità alla normativa UNI 13163, fornisce ottime prestazioni di isolamento termico anche con spessori ridotti e può essere utilizzato nel settore residenziale, terziario e luoghi di culto sia in riscaldamento che in raffrescamento. L’ampia

Rehau ●●●

Collettori in tecnopolimero Rehau, azienda specializzata nella lavorazione di polimeri, aggiorna la propria gamma di sistemi per il settore idrotermosanitario con una nuova soluzione per la distribuzione del calore negli impianti radianti a bassa temperatura. Realizzati in tecnopolimero di alta qualità e capaci di soddisfare le esigenze costruttive più diverse, i collettori polimerici P HKV-D assicurano una corretta distribuzione del calore e un ottimale bilanciamento delle portate nei circuiti, risultando il complemento ideale nei sistemi di riscaldamento/raffrescamento radiante a pavimento. Capaci di resistere a temperature da -10°C a 82°C e ad una pressione massima di esercizio di 4 bar, i nuovi collettori polimerici monoblocco sviluppati si compongono di un gruppo di ingresso dotato di valvole di intercettazione da 1” a sfera, termometro e rubinetto di carico/scarico, di un collettore di mandata, di un collettore di ritorno e di valvole di sfiato. Grazie al flussometro da 1,6 a

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gamma di spessori isolanti proposti 20, 30, 38 e 54 mm è in grado di soddisfare i requisiti di resistenza termica secondo la normativa UNI EN 1264-4. La resistenza alla compressione con deformazione al 10% è di 120 kPa secondo la normativa UNI 826 e la conducibilità termica a 10 °C pari a 0.031 W/(mK) secondo UNI EN 12667, inferiore rispetto all’EPS classico. Stampato in idrorepellenza a celle chiuse, il pannello è rivestito superficialmente con un film plastico dello spessore di 0,15 mm per protezione all’umidità e maggiore resistenza alla deformazione da calpestio. Dotato di incastri su tutti e quattro i lati per un ottimale accoppiamento, consente la formazione di un piano uniforme, saldamente collegato, senza ponti termici e acustici. La superficie superiore del pannello è sagomata con rialzi di 28 mm per un agevole alloggiamento dei tubi in polietilene reticolato Ø 17 mm ad interassi multipli di 8,3 cm.

6 l/min e alla valvola di regolazione dotata di otturatore, il collettore di mandata consente di regolare i singoli circuiti con la massima precisione e di verificare direttamente il valore desiderato sull’apposito supporto graduato. In caso di necessità, inoltre, la stessa valvola permette di effettuare la chiusura ermetica del singolo circuito. Il corpo di ritorno è dotato di valvole di intercettazione incorporate con manopola manuale, che consentono di ridurre la portata ai singoli circuiti fino a completa chiusura. Le perdite di carico e la rumorosità derivante dal passaggio del fluido risultano ridotte al minimo grazie all’otturatore in gomma opportunamente sagomato. Sottoposti a severi test, i collettori polimerici P HKV-D garantiscono un’elevata funzionalità e un’eccellente tenuta al passaggio dei fluidi: per il collegamento dei tubi RAUTHERM S viene, infatti, impiegato un raccordo ad anello avvitabile amovibile e un intermedio di unione con dado a risvolto rimovibile (giunzione Euroconus), entrambi conformi alle norme VOB (DIN 18380) e DIN 8076 – Parte 1. Idonei per impianti radianti con un numero di circuiti compreso tra 2 e 12, i collettori polimerici REHAU possono essere montati in modo pratico e veloce mediante le staffe complete di viti e collari di cui sono dotati, in armadi in lamiera d’acciaio che si prestano all’installazione ad incasso, sotto traccia o a vista.


Seppelfricke ●●●

Quattro sistemi per diverse esigenze

Sesta ●●●

Tubi multistrato e raccordi a pressare per adduzione di acqua e gas

Il marchio Seppelfricke SD®, dopo un’assenza dal mercato italiano di circa un anno, ha trovato un nuovo collocamento ed a partire dal luglio 2012 è divenuto parte integrante di una grande realtà industriale bresciana. Sotto questo marchio vengono progettati, realizzati e distribuiti prodotti per sistemi a pannelli radianti di climatizzazione a pavimento, parete e soffitto, per sistemi geotermici con sonde in Geopex e pompe di calore di ultima generazione aria-acqua e acqua-acqua, per sistemi di distribuzione acqua sanitaria. In particolare riferimento ai sistemi a pannelli radianti i prodotti sono invariati: rimangono come fiore all’occhiello i già noti sistemi FBSD, KBSD, KBSD30 ed INSD. Il sistema FBSD è per la casa che si vive tutti i giorni (inerzia termica 12 ore). Il sistema KBSD è per la casa che non si vive tutti i giorni, magari la seconda casa, o in integrazione all’abitazione principale in mansarda, taverna, stanza degli ospiti. Permette una grande flessibilità ed è ideale per le ristrutturazioni dove lo spazio è ridotto (inerzia termica 3 ore). Il sistema KBSD30 racchiude le caratteristiche isolanti dell’FBSD e la velocità di rea-

zione del KBSD. Per la casa che si vive in modo intenso (inerzia termica 3 ore). I sistemi FBSD e KBSD30 sono entrambi fonoassorbenti fino a 28dB (con massetto 4 cm), i pannelli sono fatti in EPS T, polistirene espanso elasticizzato, isolante termico (l = 0,037 W/mK). Tutti i sistemi Seppelfricke SD® sono marcati CE secondo il Regolamento 305/11 (ex Direttiva 89/106/EEC). Infine il sistema INSD, studiato e progettato per l’impiantisca industriale, con una piastra bugnata resistente a grandi carichi. Lo spessore del massetto viene di volta in volta calcolato dal progettista strutturale in base alla destinazione d’uso della pavimentazione e al sovraccarico previsto.

Il sistema Sesta, costituito da tubi multistrato PEX-Al-PEX e raccordi in ottone a pressare, è studiato per la realizzazione di reti di distribuzione dell’acqua sanitaria calda e fredda, di circuiti di condizionamento, di impianti di riscaldamento ad alta e bassa temperatura, di tubature per l’adduzione di gas combustibili. La gamma comprende tutti gli usuali diametri compresi tra 14 e 63 mm. La creazione del sistema è stata caratterizzata dall’utilizzo delle tecnologie e dei materiali di produzione più evoluti sia per il tubo sia per la raccorderia a pressare. Un avanzato sistema di gestione della qualità assicura poi la rispondenza dei prodotti Sesta ai più elevati standard previsti dalle normative italiane ed internazionali. La qualità dei tubi multistrato, dei raccordi e del complessivo sistema Sesta è certificata da due dei più prestigiosi Istituti europei: Il DVGW tedesco e l’Istituto Italiano Plastici (IIP). Punto di forza dell’azienda è il servizio offerto. Una struttura molto snella ed efficiente consente di rispondere tempestivamente alle richieste anche a fronte di personalizzazioni, quali marcature particolari, lunghezze dei rotoli fuori standard, spessori dell’alluminio maggiorati. In particolare, il tubo da 16 mm viene prodotto anche in rotoli da 500 m, lunghezza che permette di ridurre al minimo gli scarti nel riscaldamento a pavimento. Per soddisfare con maggiore rapidità le richieste dei clienti dell’Italia settentrionale è stato anche istituito un magazzino a Segrate (MI) che si aggiunge a quello della sede produttiva di Benevento. Sesta, oltre a vendere in Italia, esporta il 30 % della sua produzione in Europa, Asia e America Latina.

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Speciale riscaldamento e raffrescamento Tece ●●●

Sistema in cartongesso per soffitto e pareti Condominio di Roma prima e dopo l’intervento

Stiferite ●●●

Nuovo cappotto per l’isolamento termico 25 anni fa, a Roma, scegliere di dotare il proprio condominio di un isolamento termico a cappotto era una dimostrazione di attenzione al tema dell’efficienza energetica. La soluzione adottata fu un cappotto in polistirolo espanso (EPS) di 40 mm di spessore con finitura acrilica del tipo “a graffiato”. A distanza dei molti anni di esercizio, a causa sia della normale usura delle facciate sia di alcuni errori applicativi, l’intonaco esterno dell’edificio presentava una scarsa planarità, con ampie zone di distacco e fessurazioni, ed evidenti macchie di umidità. I responsabili del condominio hanno pertanto deliberato il rifacimento dell’intero sistema a cappotto con l’obiettivo sia di ripristinare la funzionalità e l’estetica dell’intonaco sia di migliorare il livello di isolamento termico dell’edificio in linea con i limiti di trasmittanza richiesti per accedere alle agevolazioni di detraibilità fiscale del 55% dei costi sostenuti. Nel caso dell’intervento di recupero è stato ritenuto vincolante raggiungere il livello di trasmittanza richiesto senza ricorrere ad aumenti rilevanti dello spessore, che avrebbero comportato la necessità di intervenire anche su infissi, aggetti, ecc. La soluzione adottata si fonda sul-

l’impiego dei pannelli in schiuma polyiso Stiferite Class SK, specifici per l’applicazione a cappotto, con spessore di 60 mm (solo 20 mm in più del preesistente strato in EPS). Grazie al coefficiente di conducibilità termica di questi pannelli (λD = 0,028 W/mK per spessori fino a 70 mm) lo strato isolante applicato offre un valore di resistenza termica pari a 2,14 m2K/W. Il nuovo cappotto è stato messo in opera nel rispetto del capitolato di posa previsto dal sistema Caparol PU-Line. Tra le fasi più significative per la posa del materiale isolante si segnala: • ripristino della planarità delle superfici di posa • profilo di partenza in lega leggera • posa e fissaggio dei pannelli Stiferite Class SK mediante malta adesiva applicata con cordolo perimetrale e tre punti centrali. I pannelli sono posati con il lato più lungo parallelo alla linea di partenza e a giunti sfalsati anche in corrispondenza degli angoli • tasselli posizionati agli angoli e al centro del pannello (6-8 fissaggi per metro quadrato) con penetrazione nella muratura di almeno 3,5 - 4 cm. Il fissaggio meccanico deve avvenire dopo la perfetta asciugatura della malta adesiva (non meno di 84 ore).

Pannelli Stiferite Class SK

Posa e fissaggio dei pannelli 44 dicembre n° 100

TECE radiant in cartongesso L’inserimento “nascosto” dell’impianto su parete o soffitto non crea alcun impatto estetico ed associa il risparmio energetico al miglioramento del comfort poiché il calore è distribuito nei locali in maniera omogenea e costante, evitando ogni rischio di annerimento o di formazioni polverose sulle zone in cui l’impianto è applicato. Tece ha realizzato dei pannelli modulari costituiti da una lastra in cartongesso all’interno della quale viene alloggiato a spirale il tubo Tece in PE-Xc e ricoperto da uno strato di materiale isolante in EPS 200. Per evitare di forare il tubo alloggiato nel cartongesso nella fase di installazione, sulla parete a vista del pannello stesso viene riprodotto con una serigrafia l’andamento del circuito radiante. La soluzione costruttiva è la stessa utilizzata per i sistemi a secco in cartongesso e può essere realizzata senza difficoltà usando la stessa struttura metallica di supporto costituita da profili a “C” di varie misure a seconda delle necessità. I pannelli possono essere installati a controsoffitto, come controparete di rivestimento oppure come parete divisoria.


Thermal Technology ●●●

Sistema radiante in fibra di carbonio Genius Carbon è un sistema di riscaldamento radiante elettrico in fibra di carbonio. Protetto da brevetto, è composto da una serie di pannelli multistrato costituiti da una rete in fibra di vetro alcali - resistente che funge da suppor to per i conduttori termici. Questi sono costituiti da cavi in fibra di carbonio, a loro volta dotati di fascia isolante termica che ne riduce la dispersione termica verso il basso. I pannelli, disponibili in qualsiasi forma e realizzati anche in un unico pezzo con una superficie massima di 25 m2 ed uno spessore di soli 4 mm, vengono incorporati nel pavimento consentendo l’applicazione del sistema in ogni tipo di edificio, che si tratti di case singole, condomini, scuole, ospedali, locali commerciali di nuova costruzione o di ristrutturazione oppure rinnovo di singoli locali. La potenza dell’impianto viene dimensionata in funzione delle reali necessità del volume da riscaldare, in modo da ottenere un notevole risparmio di tempo per la messa in opera e un consumo di energia più mirato alle effettive esigenze. Facile e veloce da posare, l’impianto non è alimentato da caldaie o altri elementi meccanici, ma attraverso un semplice collegamento al quadro elettrico dell’abitazione.

Esempio applicazione materassino Esempio applicazione rete

I cavi di carbonio sono collegati tra di loro in parallelo ad un unico montante. Ciò consente di mantenere il sistema funzionante anche nell’eventualità di danneggiamento di un cavo da parte dell’utente (foratura del riscaldatore con taglio del cavo in fibra di carbonio), nel qual caso solo una parte minima di superficie di circa 1 m2 un metro quadrato cesserà di riscaldare. Sfruttando il principio dell’irraggiamento, l’impianto garantisce la diffusione uniforme del calore dal pavimento al soffitto, con temperatura omogenea in tutti i locali. Per ogni ambiente, inoltre, è possibile regolare la temperatura desiderata, in quanto ogni stanza è dotata di termostato indipendente. Sano, in quanto non vengono movimentate le masse d’aria, ma vengono riscaldati direttamente i corpi, evitando la circolazione di polveri ed acari, il sistema garantisce una differenza di temperatura dell’aria tra pavimento e soffitto di circa 1,5°C, valore molto interessante per evitare il possibile discomfort localizzato per valori eccessivi del gradiente di temperatura tra la testa e le caviglie di chi occupa il locale, come evidenziato dalle Prove e Relazione dell’Università IUAV di Venezia (Istituto Universitario di Architettura di Venezia). La relazione, inoltre, sottolinea come con Genius

Carbon la temperatura media radiante intorno ai 21°C permetta di mantenere la temperatura dell’aria più bassa degli standard 20°C tipici dei sistemi di riscaldamento tradizionali, limitare la differenza di temperatura interno-esterno e, quindi le dispersioni di energia. L’ottima ripartizione del calore permette di abbassare di 1 o 2°C la temperatura dell’ambiente rispetto agli altri sistemi di riscaldamento, con ulteriori risparmi, considerando che a 1°C in meno corrisponde una riduzione dei consumi del 7%. Infine, il sistema è sicuro sotto tutti i punti di vista: essendo integrato al pavimento, non c’è possibilità di contatto diretto con gli elementi sotto tensione, i riscaldatori sono realizzati con materiali ignifughi e la fibra di carbonio non produce emissioni elettromagnetiche (circa 47 volte inferiori ai limiti di legge). Non necessita di alcuna manutenzione e di sostituzioni di parti e, a riprova delle elevate caratteristiche tecnico-meccaniche, il produttore offre una garanzia di 10 anni dalla data di acquisto.

Tiemme Raccorderie ●●●

Sistemi e software per il settore radiante Tiemme Raccorderie, azienda certificata ISO 9001:2008 che opera nella produzione di sistemi e componenti per il settore idrotermosanitario, offre soluzioni integrate, performanti e rapide da installare. Nell’ambito delle soluzioni per la climatizzazione, il sistema radiante a pavimento Tiemme garantisce un benessere termico ottimale, una diffusione del caldo o del freddo ideale, un notevole risparmio energetico, locali sani ed è inoltre integrabile con altri sistemi ad elevata efficienza energetica. L’offerta dei pannelli è molto ampia e nello specifico comprende: pannelli in polistirene espanso bugnati (soluzione classic), termoformati (soluzione techno), lisci (soluzione

plus, flat e strong), fonoassorbenti (soluzione silento), pannelli in sughero (soluzione sughero), a parete (soluzione wall) ed a soffitto (soluzione ceiling). Efesto è il software Tiemme dedicato al settore radiante, essenziale nella fase di progettazione degli impianti per i settori residenziale, non residenziale ed industriale. Il software permette inoltre di elaborare un dettagliato preventivo di spesa. Oltre ai sistemi radianti, l’azienda offre una gamma diversificata di articoli per la contabilizzazione del calore, termoregolazione, solare termico, macchine di generazione e trattamento aria. Il tutto accompagnato dal supporto e guida di ingegneri, tecnici e collaboratori aziendali.

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Speciale riscaldamento e raffrescamento Uponor ●●●

Sistema dal contatto facile

Uponor ha realizzato Klett, il sistema per la climatizzazione radiante a pavimento che offre semplicità di installazione e perfetta tenuta di fissaggio. È facile e veloce da posare e non prevede l’utilizzo di accessori come clip, binari o fascette: lo strip ad aggancio rapido che circonda il tubo Uponor evalPEX Q&E (PE-Xa) permette di fissarlo al pannello isolante liscio con una semplice pressione. Il sistema si articola in una vasta gamma che lo rende par ticolarmente versatile, innovativo, efficace e dai vantaggi concreti. I sistemi radianti funzionano attraverso due componenti fondamentali: la tubazione, che attraverso l’acqua trasporta il calore in inverno e lo sottrae in estate (scambiandolo con gli ambienti attraverso il massetto che la circonda), e il pannello isolante, che limita le dispersioni verso il basso, offre

46 dicembre n° 100

un supporto uniforme e contribuisce alle prestazioni acustiche. I fissaggi rapidi sono sempre composti da due parti: una consiste in una moltitudine di piccoli uncini flessibili che spuntano da un supporto più compatto; l’altra è formata da un tessuto non perfettamente rasato, che forma tanti minuscoli anellini ancorati stabilmente su un fondo più rigido. Per rendere più semplice ed efficace il lavoro Uponor ha pensato al perfetto abbinamento di questa coppia vincente: la striscia uncinata viene avvolta e incollata attorno alla tubazione evalPEX Q&E direttamente negli stabilimenti di produzione Uponor. Par ticolarmente sottile e realizzata in materiale plastico (con conducibilità simile alla tubazione stessa), la striscia non limita la trasmissione del calore verso il massetto. Anche il foglio e il pannello isolante liscio di Uponor Klett vengono accoppiati con adesivo nei siti produttivi dell’azienda. Il tessuto rappresenta inoltre il supporto ideale per stampare la griglia di riferimento, utilissima per mantenere costanti gli interassi di posa. Quando in cantiere si procede a installare la tubazione sul pannello è sufficiente una piccola pressione del piede per attivare l’aggancio.

Posa sistema Siccus HD

Velta Italia ●●●

Sistema radiante per le ristrutturazioni Velta Siccus è un sistema di riscaldamento radiante a pavimento funzionante a bassa temperatura sviluppato specificatamente per il risanamento e la ristrutturazione degli edifici esistenti, che si presta a essere impiegato anche nelle nuove costruzioni, grazie allo spessore ridotto del pannello che costituisce il sistema. Le sue caratteristiche principali sono la leggerezza, il ridotto spessore e un’inerzia termica minima. Si contraddistingue per il particolare massetto a secco realizzato con lastre di calcio silicato, materiale che non risente in alcun modo di temperature molto elevate, è stabile nel tempo e possiede una grande resistenza meccanica nonostante il peso ridotto. Il massetto viene composto da pannelli battentati assemblati e legati tra di loro mediante uno speciale collante. La flessibilità e la qualità dei materiali consentono al tubo di riscaldamento Velta PE-Xa, in polietilene reticolato ad alta pressione secondo metodo Engel, di essere posato rapidamente, in semplicità e sicurezza. Velta Siccus offre comfort termico, igiene ottimale, risparmio energetico, viste la basse temperature dell’acqua e lo sfruttamento dello spazio. Con Velta Siccus HD e l’impiego di massetti a secco in pochi giorni è possibile completare la struttura del pavimento. Non richiedendo tempi di maturazione e asciugatura tipici di un massetto cementizio, è possibile procedere subito alla posa del rivestimento desiderato, che risulta semplice e immediatamente calpestabile. Nel sistema, grazie allo spessore estremamente ridotto del pannello sagomato isolante e delle lastre in calciosilicato, è possibile limitare l’altezza complessiva del pavimento a soli 34 mm. In questo modo è possibile adottare un riscaldamento radiante dove normalmente lo spazio non lo consentirebbe. In virtù del suo peso ridotto pari a 16 kg/m2 Velta Siccus HD è utilizzabile anche per solai con limiti di carico, come soppalchi o solai in legno. Un massetto dal peso ridotto offre condizioni migliori per una rapida messa a regime dell’impianto e una gestione più flessibile. I pannelli possono essere tagliati e sagomati per adattarsi facilmente a tutte le geometrie, anche quelle meno regolari tipiche degli edifici storici.


Insieme

la sfida continua...

Dare forma alle idee, scoprire nuovi orizzonti, tracciare percorsi innovativi con la qualità e l’affidabilità di sempre, è la nostra sfida imprenditoriale. Venticinque anni di continua crescita, migliaia di macchine prodotte e vendute in tutto il mondo, sono la testimonianza tangibile della passione, dell’impegno e della serenità con cui intendiamo affrontare il futuro... insieme.

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Tecnologie

Tutta l’energia dal sole di Maurizio Carpanelli, Gianni Borelli, Daniele Verdilio – Becar (Gruppo Beghelli)

I sistemi ibridi fotovoltaici-termici consentono di sfruttare l’irraggiamento solare per generare calore ed elettricità. Vediamo come funziona la tecnologia e i vantaggi della sua applicazione. DATI CARATTERISTICI

VALORI

Celle fotovoltaiche

72 celle multi cristalline 156x156 mm

Dimensioni

1.965x1003x35 mm (1,971 m²)

Potenza elettrica di picco

280 W

Tensione MPP

35.2 V

Corrente MPP

7.95 A

Temperatura di lavoro

-40°C +85°C

Scambiatore di calore

in alluminio sul retro del pannello, in contatto termico diretto con le celle il calore si traferisce dalle celle alla lastra di alluminio posteriore per conduzione e da qui ceduto al fluido di raffreddamento, con elevato rendimento

Potenza termica di picco

920 Wt (@Tm-Ta=0, 1000W/mq)

Efficienza termica

0.5 (@Tm-Ta=0, 1000W/mq)

Volume interno acqua

400 ml

Pressione di esercizio

2 bar

Pressione max

6 bar

Portata nominale

2 litri/min

Peso a vuoto

35 kg

Temperatura di stagnazione

< 90°C

Collegamenti idraulici

Maschi 3/8”

Liquido di raffreddamento

Miscela acqua - glicole (30% Antifrogen SOL VP1981, 70% acqua)

Tabella 1: Caratteristiche tecniche di un modulo PVT di 2m2 di superficie 48 dicembre n° 100

I

sistemi fotovoltaici-termici (PVT) sono basati su uno speciale collettore solare ibrido che integra in un unico modulo sia il captatore dell’energia termica che il convertitore fotovoltaico. Questo modulo utilizza celle fotovoltaiche al silicio cristallino di tipo tradizionale, assemblate tra il vetro frontale e un pannello posteriore di alluminio che incorpora dei tubi capillari che trasportano il fluido vettore (acqua glicolata) dell’energia termica solare. La tabella 1 sintetizza le caratteristiche tecniche di un modulo PVT di circa 2 m2 di superficie, mentre in figura 1 è riportato lo schema costruttivo del modulo ibrido PVT. Il modulo ibrido riceve l’energia radiante del sole: le celle fotovoltaiche ne conver tono circa il 15÷20% in energia elettrica e il rimanente 80÷85% scalda il modulo. Una parte dell’energia termica assorbita dal modulo può essere utilizzata grazie allo scambiatore di calore incorporato nella parte posteriore del modulo ibrido. Nel modulo ibrido il calore si trasferisce per conduzione dalla parte frontale (dalle celle) allo scambiatore di calore posteriore. Parte dell’energia termica ricevuta dal sole si disperde nell’ambiente poiché il modulo cede calore all’ambiente che lo circonda re-irragiando il calore ricevuto e disperdendone parte per convezione naturale. Per aumentare l’efficienza di conversione del calore occorrerebbe quindi coibentare il modulo stesso, anche per poter estrarre calore alla temperatura più alta possibile. D’altro canto, diversamente da un modulo termico puro, il modulo ibrido contiene la parte fotovoltaica il cui rendimento di conversione è strettamente dipendente dalla temperatura di lavoro, che non può essere innalzata ragionevolmente oltre i 70÷80°C per non deprimerne drasticamente le prestazioni. Il modulo ibrido è pertanto utilizzato in tutte le applicazioni in cui serve generare acqua calda a bassa temperatura. Il modulo può essere quindi realizzato in due modelli diversi, con e senza strato di materiale coibente sul retro del modulo stesso. Il modello coibentato ha un maggiore rendimento termico,


Tecnologie Fig.1: Sezione del modulo PVT

Fig.2: Rendimento termico del modulo ibrido non coibentato in funzione della differenza tra la temperatura media dell’acqua tm e la temperatura ambiente ta rapportata all’irraggiamento G

Fig.3: Potenza termica di uscita del modulo ibrido di 2 m2 non coibentato in funzione della differenza tra la temperatura media dell’acqua tm e la temperatura ambiente ta per tre diversi valori di irraggiamento

ma occorre garantire, per non deprimere le prestazioni della parte fotovoltaica, il mantenimento della temperatura dell’acqua sotto i 70÷80°C. La gestione della temperatura richiede un’applicazione in grado di smaltire il calore accumulato durante i picchi estivi anche nei momenti di non consumo di acqua calda. Al contrario il modello senza coibentazione ha un rendimento termico inferiore, ma consente di realizzare sistemi PVT molto sem-

plici ed efficaci in cui non è necessario prevedere lo smaltimento del calore in eccesso; infatti, anche con acqua stagnante il modulo PVT non coibentato si comporta come un normale modulo fotovoltaico (PV), in grado di smaltire il calore in eccesso per irraggiamento e convezione naturale dalle superfici esposte. Nel seguito vengono esaminate alcune applicazioni del modulo ibrido non coibentato che sfruttano tutti

n° 100 dicembre 49


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Tecnologie

Fig.5: Modulo ibrido, a sx parte anteriore, a dx parte posteriore

Fig.4: Perdite di carico della parte idraulica del modulo ibrido da 2 m2 i vantaggi di questa soluzione valorizzandone le prestazioni di compromesso che risultano dall’integrazione della parte termica con la fotovoltaica. Le figure 2, 3 e 4 illustrano le caratteristiche della parte termica di un modulo ibrido non coibentato di superfice complessiva di circa 2m2 (2m x 1m), di potenza elettrica di picco di circa 280÷300W.

APPLICAZIONI DEI MODULI IBRIDI Il modulo ibrido è la sintesi dei due mondi elettrico e termotecnico relativi alla generazione e gestione dell’energia negli edifici. I nuovi moduli si possono applicare ai seguenti sistemi pensati per l’autonomia energetica degli edifici: • Sistema PVT ACS per la produzione di energia elettrica fotovoltaica ad alto rendimento e per la produzione di acqua calda sanitaria (ACS). Questo sistema costituisce la soluzione più semplice per l’utilizzo dei moduli ibridi PVT, consentendo di preriscaldare con l’energia solare l’acqua a bassa temperatura dell’acquedotto prima che sia fornita alla caldaia dell’impianto. In questo modo la caldaia riceve acqua già calda e quindi deve intervenire riscaldando in quei periodi invernali in cui il sole non fornisce energia sufficiente per elevare la temperatura dell’acqua di ingresso al valore necessario per l’acqua calda sanitaria. • Sistema PVT ACS RS per la produzione di energia elettrica fotovoltaica ad alto rendimento, per la produzione di acqua calda sanitaria (ACS) e per l’integrazione del riscaldamento invernale (RS Riscaldamento Solare). Questo sistema utilizza una pompa di calore acqua-acqua per trasferire nel modo più efficiente possibile il calore a bassa temperatura generato dai moduli ibridi all’utilizzatore. ●● Sistema PVT ACS

Il sistema è basato su di un modulo ibrido PV-termico che produce acqua calda “solare” per uso prevalentemente ACS (Acqua Calda Sanitaria) ed energia elettrica. Il sistema elettrico comprende i

moduli PVT e un inverter fotovoltaico. L’energia elettrica prodotta è immessa in rete. Il sistema termico è composto da moduli PVT e da un gruppo ACS costituito da un serbatoio con pompa di circolazione. Il calore del sole viene accumulato nel serbatoio di acqua tecnica glicolata. Un opportuno scambiatore di calore in acciaio inox, incorporato nel serbatoio, consente di cedere il calore accumulato all’acqua dell’acquedotto nel momento in cui c’è richiesta di ACS da parte dell’impianto. Non vi è quindi accumulo di ACS nel serbatoio di acqua solare e si garantisce così la massima igiene del sistema. Il serbatoio è costruito in modo da cedere tutto il calore solare accumulato all’acqua in ingresso e fornire in uscita acqua pre-riscaldata che può alimentare il sistema di riscaldamento tradizionale pre-esistente o il nuovo sistema di riscaldamento dell’edificio. La caldaia tradizionale, che si trova collegata a valle del preriscaldatore solare, si trova quindi alimentata da acqua già calda al suo ingresso e quindi la caldaia interviene soltanto nei momenti in cui, a causa della mancanza del sole, la temperatura dell’acqua preriscaldata non è sufficiente. In pratica, durante il funzionamento estivo la caldaia non interviene quasi mai. Il funzionamento del sistema è compatibile con tutte le caldaie tradizionali preesistenti che hanno un minimo serbatoio di accumulo e rappresenta l’ideale integrazione di un impianto di produzione di ACS basato su scaldabagno elettrico. Non è compatibile invece con i sistemi che utilizzano uno scaldabagno rapido a gas. Sono possibili due configurazioni. ●Generazione di sola ACS

I moduli PVT sono tutti collegati in parallelo ad un circuito idraulico che fa circolare l’acqua glicolata nel serbatoio del gruppo ACS. L’acqua dell’acquedotto circola in una serpentina in acciaio inox e sottrae il calore dal serbatoio. Il sistema termico è governato dalla interfaccia di controllo ACS che misura la temperatura dell’acqua di mandata dei moduli PVT (Tp), la temperatura dell’acqua nel

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Tecnologie

serbatoio di accumulo (Ts) e comanda la pompa di circolazione (Pc). La pompa di circolazione viene accesa quando Tp>Ts, in modo da garantire che la massima quantità di calore possibile sia accumulata nel serbatoio, in funzione della disponibilità di energia termica solare. L’interfaccia di controllo ACS è controllata via radio dalla centralina (fig. 6). ● Generazione di ACS e raffrescamento

Fig.6: Sistema ibrido semplice per il preriscaldamento dell’acqua calda sanitaria

Fig.7: Sistema ibrido per preriscaldamento dell’acqua calda sanitaria con smaltimento del calore dei moduli nei picchi estivi Fig.8: Schema idraulico. Il serbatoio di accumulo per il preriscaldamento dell’acqua calda sanitaria

dei moduli fotovoltaici Anche in questo caso i moduli PVT sono tutti collegati in parallelo ad un circuito idraulico che fa circolare l’acqua glicolata nel serbatoio del gruppo ACS. L’acqua dell’acquedotto circola in una serpentina in acciaio inox e sottrae il calore dal serbatoio. Il sistema prevede inoltre il raffreddamento dei moduli PVT. Questa funzione viene effettuata mediante lo scambiatore di calore acqua-aria oppure mediante una eventuale piscina. Il sistema termico è governato dall’interfaccia di controllo ACS che misura le temperature dell’acqua di mandata dei moduli PVT (Tp) dell’acqua nel serbatoio di accumulo (Ts) ed eventualmente dell’acqua della piscina. Inoltre comanda la pompa di circolazione (Pc), le valvole deviatrici V1 e V2 e la ventola dello scambiatore acqua-aria. La pompa di circolazione viene accesa quando Tp>Ts, in modo da garantire l’accumulo della massima quantità di calore possibile nel serbatoio, in funzione della disponibilità di energia termica solare. In questo caso le valvole deviatrici sono comandate in modo che tutto il flusso circoli nel serbatoio. Nel caso in cui nel serbatoio sia raggiunta la temperatura massima dell’acqua calda, l’interfaccia di controllo ACS comanda la valvola deviatrice della piscina (o dello scambiatore acqua-aria nel caso che non vi fosse la piscina) per far circolare l’acqua dei pannelli nello scambiatore della piscina e cedere a quest’ultima il calore solare disponibile. In tal modo, anche in regime estivo i moduli fotovoltaici lavorano sempre alla temperatura minima possibile, aumentando significativamente il rendimento di conversione elettrico. Un’eventuale sonda di temperatura controlla la temperatura dell’acqua della piscina per interrompere il flusso di calore qualora la temperatura superi un valore massimo impostato. In questo caso il sistema dirotta il calore sullo scambiatore acqua-aria disperdendolo nella atmosfera e garantendo così continuativamente il raffreddamento dei moduli PVT (fig. 7). ●● Sistema PVT ACS RS

Il sistema è basato su un modulo ibrido PV-termico che produce acqua calda “solare” per produzione di ACS (Acqua Calda Sanitaria), energia

Volume serbatoio di accumulo acqua tecnica

200, oppure 400 litri

Pressione di esercizio

6 bar

Pompa di circolazione incorporata ad alta efficienza

Max 2litri/ora

Tabella 2: Caratteristiche tecniche del serbatoio di accumulo per i sistemi ACS 52 dicembre n° 100


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Tecnologie

Fig.9: Il sistema ibrido con pompa di calore per la generazione di acqua calda sanitaria e per il riscaldamento invernale

elettrica e acqua calda per integrazione del riscaldamento invernale nei mesi intermedi dell’anno (fig. 9). Il sistema prevede un insieme di moduli solari energetici PVT (fotovoltaico+termico). Le parti fotovoltaiche dei moduli sono collegate in serie e collegate all’inverter. La parte termica di ogni modulo è collegata in parallelo agli altri moduli mediante i tubi accessibili sul retro dei moduli stessi. Il circuito idraulico è collegato a un ingresso del serbatoio di accumulo dell’acqua calda; in parallelo a tale circuito idraulico, mediante opportune valvole a 3 vie sono collegati: • uno scambiatore di calore acqua-aria • l’eventuale circuito di riscaldamento della piscina (mediato da uno scambiatore di calore acqua-acqua, non disegnato nello schema a blocchi) • una pompa di calore acqua-acqua che trasporta il calore dal circuito a bassa temperatura (lato evaporatore) dei moduli solari al circuito ad alta temperatura (lato condensatore) del serbatoio di accumulo, completamente controllata via wireless. Il sistema prevede inoltre i seguenti dispositivi che non sono stati disegnati per semplicità: 54 dicembre n° 100

• sensori di temperatura wireless applicati sui punti di mandata e di ritorno dei vari circuiti idraulici • sensore wireless della temperatura ambiente esterna all’edificio posto in prossimità dei moduli solari • attuatori proporzionali wireless delle valvole a tre vie • attuatore wireless della ventola (fan coil) dello scambiatore acqua-aria • attuatori wireless delle pompe di circolazione • attuatore wireless dello stato di funzionamento della caldaia. Tutti i dispositivi wireless comunicano tra di loro e con la centrale del sistema mediante una radio FHDSSS incorporata. Tutti i dispositivi del sistema sono coordinati dalla centrale del sistema che, mediante comandi radio istruisce opportunamente le varie parti, inclusi gli inverter fotovoltaici, coordinandone in modo ottimizzato il funzionamento. Grazie alla presenza della pompa di calore è possibile conciliare le contrastanti esigenze di mantenere bassa la temperatura dell’acqua nei moduli solari e di trasferire la maggior parte di calore nel serbatoio di accumulo alla maggiore temperatura possibile. La pompa di calore acqua-acqua realizza quest’ultima funzione. In questo tipo di applicazione si possono utilizzare i moduli solari energetici senza coibentazione, poiché la pompa di calore mantiene sempre la temperatura nei moduli più prossima possibile alla temperatura ambiente. In presenza di irraggiamento solare la centrale pianeta sole accende la pompa di calore attivando il trasferimento del calore dal circuito dei moduli solari al serbatoio di accumulo. In caso di scarso irraggiamento solare la centrale attiva anche la caldaia per integrare il calore necessario richiesto dall’impianto di riscaldamento. Ciò avviene soprattutto nei mesi invernali caratterizzati da minore radiazione solare (Dicembre, Gennaio e Febbraio). Nel caso, soprattutto estivo, in cui il consumo di acqua calda del sistema sia nullo e in cui la caldaia non stia funzionando, la centrale riconosce che il sistema non necessità di energia termica, quindi la centrale dirotta il calore presente nel circuito dei moduli termici verso lo scambiatore acqua-aria o verso il sistema di riscaldamento della piscina. Lo scopo, in questo caso, è di mantenere più bassa possibile la temperatura dell’acqua nei moduli fotovoltaici per massimizzarne il rendimento elettrico. Non appena la temperatura del serbatoio di accumulo scende sotto una soglia definita (ad esempio 45°C), la centrale muove le valvola a tre vie V1 e/o V2 e accende la pompa di calore, se necessario, in modo da iniettare il calore eventualmente disponibile dal sole (nel caso in cui l’irraggiamento solare sia presente e il sistema sia in grado di fornire acqua a temperatura adeguata) nel serbatoio di accumulo. Nel caso estivo in cui l’irraggiamento è di alta intensità, la pompa di calore resta spenta e il trasferimento del calore dai moduli termici al serbatoio di accumulo avviene mediante lo


Tecnologie

Fig.10: Bilancio termico di sistema ibrido con pompa di calore

scambiatore di calore che bypassa la pompa di calore mediante le valvole deviatrici V3, V4. La centrale Pianeta Sole di Beghelli, ad esempio, è in grado di analizzare tutte queste circostanze grazie al continuo monitoraggio delle temperature dei vari sensori del sistema e grazie alla misura dell’irraggiamento solare fatta indirettamente dall’inverter fotovoltaico. La centrale accende la caldaia solo se non è disponibile energia termica solare e la temperatura del serbatoio scende al di sotto di una soglia prefissata (ad esempio di 40°C). Inoltre, la caldaia viene accesa periodicamente dalla centrale (ad esempio una volta al giorno) per portare la temperatura dell’acqua del bollitore a superare per qualche minuto i 60°C, condizione necessaria per evitare la proliferazione di legionella. Questa condizione, in estate, in presenza di sovrabbondanza di energia termica solare, viene

realizzata dalla pompa di calore che eleva periodicamente la temperatura del serbatoio di accumulo utilizzando l’energia solare. In sintesi la centrale Pianeta Sole governa il sistema massimizzando i seguenti obiettivi: • sfruttamento della maggior parte possibile di energia solare termica • mantenimento della temperatura di funzionamento dei moduli solari al livello più basso possibile in tutte le stagioni, grazie alla pompa di calore • utilizzo minore possibile della caldaia ausiliaria. Il grafico di figura 10 riporta a titolo di esempio il bilancio energetico semplificato di un impianto del tipo descritto nel quale sono in risalto le quote di energia termica in gioco mensilmente nel sistema. La linea rossa indica la quantità di energia termica disponibile da 10 moduli solari ibridi nei vari mesi dell’anno, la linea blu la necessità di ACS dell’abitazione (supposta costante durante tutto l’anno), la linea verde indica, infine, la quantità di energia termica necessaria, a titolo di esempio, per riscaldare un’abitazione di 120 m2 di classe energetica intermedia. Come si evidenzia, il sistema solare termico riesce a fornire integralmente l’energia del riscaldamento dell’edificio da marzo a metà ottobre, mentre in febbraio e novembre fornisce quasi un terzo del fabbisogno, contribuendo in modo significativo al bilancio energetico dell’edificio. Grazie alla pompa di calore, l’energia termica disponibile è utilizzabile quasi completamente, poiché l’attenta gestione operata dalla centralina del sistema mantiene l’acqua dei moduli sempre a una temperatura inferiore o uguale alla temperatura ambiente, con il duplice effetto positivo di far operare la parte termica dei moduli nel punto di massima efficienza e mantenere anche la parte fotovoltaica alle più alte efficienze possibili. ■ n° 100 dicembre 55


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HEAT4U Project

Riscaldare con le pompe di calore ad assorbimento a gas naturale di Luigi Tischer - Robur S.p.A. e coordinatore del progetto HEAT4U

HEAT4U è un importante progetto di ricerca finanziato dalla Commissione Europea per lo sviluppo di una soluzione di riscaldamento degli ambienti con l’obiettivo di contribuire in modo significativo all’utilizzo di energie rinnovabili e all’uso razionale dell’energia.

I

n Europa il tasso di rinnovamento degli edifici residenziali è tipicamente molto lento, basti pensare che nell’Unione Europea esistono oggi circa 180 milioni di edifici residenziali e che i cicli attuali di ristrutturazione generale sono tra i 30-40 anni. E la riqualificazione degli edifici esistenti è la vera sfida per l’Unione Europea, che due anni fa ha predisposto un bando per arrivare a soluzioni tecnologiche per la generazione e lo stoccaggio di energia per il riscaldamento e l’ACS negli edifici esistenti.

IL PROGETTO Questa sfida è stata raccolta da Robur, azienda che studia, sviluppa e produce interamente in Italia soluzioni di riscaldamento ad alta efficienza e basso impatto ambientale. Robur offre oggi una soluzione tra le più avanzate per riscaldare gli ambienti: si tratta della pompa di calore ad assorbimento a gas (Gas Absorption Heat Pump) che utilizza fino al 40% di energia rinnovabile. Le pompe di calore ad assorbimento a metano Robur, utilizzando fino al 40% di energia rinnovabile, riducono notevolmente il consumo di energia e le emissioni inquinanti. Risultano così essere un ottimo investimento perché fanno guadagnare una o più classi energetiche all’immobile. Robur aveva già in atto una serie di iniziative in diversi paesi con vari interlocutori impegnati in progetti relativi allo sviluppo della pompa di calore ad assorbimento a gas. L’impegno consisteva nel creare sinergia tra queste realtà e allineare diver-

si players europei, realizzando un team di 14 partners. È su questa forte cooperazione che si basa il progetto HEAT4U, uno dei più importanti progetti di ricerca internazionali sul fronte dei cambiamenti climatici e dell’efficienza energetica, entrato a far parte del Settimo Programma Quadro per la Ricerca (FP7) promosso dalla Commissione Europea. Il progetto soddisfa diverse priorità delle strategie energetiche dell’Unione Europea quali la riduzione del consumo energetico e il rafforzamento della catena del valore in Europa.

IL CONSORZIO 14 tra le più importanti realtà europee appartenenti ai settori energetico, industriale e ricerca, sono coinvolte nel progetto: le italiane Robur, coordinatrice del progetto, Pininfarina, ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), Politecnico di Milano, D’Appolonia e CF Consulting; le tedesche Bosch, E.ON e il centro di ricerca Fraunhofer Institute; le francesi GDF Suez e Gas Reseau Distribution France. Completano il gruppo l’inglese British Gas, la polacca Flowair e il centro di ricerca sloveno ZAG. Il tutto per un investimento complessivo pari a quasi 10 milioni di Euro.

GLI OBIETTIVI La sfida del progetto, che si concluderà nel 2015, è quella di applicare la tecnologia delle pompe di calore ad assorbimento a gas - attualmente

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HEAT4U Project

Ipermercato Carrefour di Cusago. Dal 2007 a oggi Carrefour Italia ha riqualificato ben 7 punti vendita con le unità Robur – nella gamma professionale attualmente disponibile. Entro la fine dell’anno inizieranno i lavori di riqualificazione su altri 4 ipermercati per un totale di 11 punti vendita tra Lombardia e Piemonte utilizzata per il riscaldamento di edifici condominiali, commerciali, industriali e della pubblica amministrazione - anche nel settore residenziale monofamiliare. Ancor più importante è la volontà di realizzare pompe di calore che possano essere installate negli edifici esistenti, proprio quelli che, secondo recenti studi dell’Unione Europea, sono responsabili per circa il 49% del consumo energetico complessivo, in termini di energia primaria, e del 36% delle emissioni di gas serra. Le pompe di calore ad assorbimento a gas verranno proposte anche per far evolvere il patrimonio di edilizia residenziale che rappresenta da solo oltre il 60% del costruito nell’Europa allargata.

Pompa di calore ad assorbimento + energia rinnovabile geotermica. Unità attualmente disponibile nella gamma professionale

UTILIZZO DI ENERGIA RINNOVABILE La tecnologia delle pompe di calore ad assorbimento applicata all’esistente permetterebbe di aumentare di oltre il 40% l’efficienza energetica degli edifici, grazie all’utilizzo delle energie rinnovabili provenienti dall’ambiente (dall’aria, dal terreno, dall’acqua). Ogni pompa di calore ad assorbimento a gas applicata al residenziale monofamiliare annualmente risparmierebbe 0,8 tonnellate equivalenti di petrolio ed eviterebbe l’emissione di 2,1 tonnellate di CO2, equivalenti a quanto viene assorbito da 300 alberi. Con l’applicazione di questa tecnologia ogni famiglia potrebbe neutralizzare la CO2 emessa dalla propria automobile. Inoltre, tale tecnologia consentirebbe di utilizzare i sistemi di riscaldamento esistenti (radiatori) e l’esistente rete del gas, di fornire acqua calda sanitaria e di mantenere efficienze elevate anche in caso di temperature esterne molto rigide.

TECNOLOGIA GIÀ DISPONIBILE

Sistema di riscaldamento e condizionamento presso Hotel Holiday Inn Express di Bergamo 58 dicembre n° 100

I benefici della tecnologia delle pompe di calore sono stati ampiamente certificati nella versione esistente sviluppata per l’utenza professionale. Inoltre, attraverso la tecnologia ad assorbimento è possibile realizzare importanti risparmi di energia primaria senza essere soggetti ai vincoli infrastrutturali relativi allo sviluppo, generazione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. 7596 (dati aggiornati al 31 ottobre 2012) pompe di calore ad assorbimento a gas naturale + energie rinnovabili già installate fanno risparmiare ogni anno 12.153 TEP ed evitano l’emissione di


HEAT4U Project

31.904 tonnellate di CO2. CO2 equivalente alle emissioni di 15.191 automobili ecologiche o a quanto viene assorbito da 4.583.794 alberi.

I PRIMI RISULTATI Il lavoro si è inizialmente concentrato sull’analisi e sulla quantificazione delle opportunità di mercato per la pompa di calore ad assorbimento per gli edifici residenziali esistenti. Si è poi agito nell’ambito della ricerca e sviluppo della tecnologia, riducendo i consumi elettrici e incrementando la silenziosità della macchina. In particolar modo, si è agito sull’ottimizzazione della capacità di modulazione. Infatti, la pompa di calore per il mercato residenziale di piccola taglia è concepita per essere installata come generatore unico di calore: per questo dovrà lavorare a carichi fortemente variabili. Se sugli impianti professionali è possibile raggiungere una efficiente modulazione tramite una serie di elementi in cascata, in un residenziale mono o bifamiliare un solo generatore deve essere in grado di modulare la sua capacità. Inoltre, è stata avviata la costruzione dei laboratori di test presso il Politecnico di Milano e il Fraunhofer Institute, identificando il protocollo dei test medesimi secondo la norma EN12309. I primi prototipi realizzati hanno pienamente confermato le prestazioni ed il superamento delle sfide tecnologiche ipotizzate nel progetto, ovvero la possibilità di portare la tecnologia delle pompe di calore ad assorbimento a gas naturale nella fascia di potenza tipica delle applicazioni residenziali di piccola taglia con un’efficienza di generazione del calore superiore al 150%. Pininfarina ha completato l’aggiornamento sullo status del progetto focalizzando l’attenzione sullo sviluppo del design e sull’ottimizzazione aerocustica delle pompe di calore. Un lavoro iniziato con un’analisi di benchmark aeroacustico con macchine equivalenti alle pompe di calore oggetto del progetto HEAT4U. A seguire, sono state messe a punto soluzioni di architettura e caratteristiche estetico-funzionali differenti ed è ora in corso lo sviluppo della soluzione di riferimento per il design della pompa di calore. Styling, functionality, innovative, user friendly, robust: queste le keywords che stanno guidando il lavoro. Per quanto concerne il controllo di sistema sono stati identificati diversi schemi idraulici in uso in Europa nelle abitazioni mono e bifamiliari; la progettazione del controllo è in atto e comprenderà simulazione matematica, utilizzo di simulatori di carico presso ENEA e la realizzazione di field tests per ottimizzare sia il funzionamento della macchina sia il sistema di controllo integrato. Sono infatti in fase di identificazione i siti nei quali, a partire da settembre, saranno installate le unità per i field tests in Francia (nell’ambito dell’edilizia sociale), in Gran Bretagna (per l’utilizzo di biogas), in Polonia (per i climi rigidi), in Germania (clima nord-

europeo con elevata umidità). Nell’ottica delle direttive europee in arrivo è in fase di svolgimento un’analisi, condotta da D’Appolonia, dell’aspetto ambientale (life cycle analysis) ed energetico della tecnologia ad assorbimento: questo per stimare quanta energia entra nella produzione della macchina e quanta ne viene risparmiata durante il corso di vita, facendo un bilancio energetico e di risorse utilizzate. Con ENEA sono inoltre in corso attività volte alla formazione degli installatori e di tutte le figure che gestiscono gli impianti: la tecnologia necessita di un professionista esperto e competente presente all’atto dell’installazione. Sono inoltre in programma un centinaio di eventi organizzati in tutta Europa nei prossimi tre anni, rivolti a più categorie professionali, dalla Commissione Europea alle Università, agli installatori, ai progettisti per comunicare i benefici della tecnologia e come fruirne. Gli sviluppi del progetto HEAT4U hanno già avuto ricadute positive anche sulla gamma di pompe di calore ad assorbimento attualmente presente sul mercato per il settore light commercial: un notevole incremento della silenziosità e un abbattimento sostanziale dei consumi elettrici. Secondo gli obiettivi del progetto HEAT4U, l’investimento necessario per un’unità termica destinata all’edilizia residenziale renderà la tecnologia delle pompe di calore a gas una delle più competitive sul mercato del riscaldamento. ■

Schema di funzionamento della pompa di calore ad assorbimento a gas + energia rinnovabile aerotermica – nella gamma professionale attualmente disponibile per edifici residenziali multifamiliari n° 100 dicembre 59


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062 n:n

14-12-2012

17:21

Pagina 62

Formazione Prima Giornata Nazionale della saldatura dei materiali plastici e compositi di Michele Murgia - IIS, Dirigente, Responsabile Divisione Formazione n occasione della settima edizione delle Giornate Nazionali di Saldatura, programmate presso il Porto Antico di Genova, i prossimi 23 e 24 maggio, l’Istituto Italiano della Saldatura organizza la Prima “Giornata Nazionale della saldatura dei materiali plastici e compositi”, evento che si pone l’obiettivo di diventare il riferimento per gli specialisti del settore, abbracciando il campo della saldatura dei materiali termoplastici (come ad esempio il polietilene, il polipropoliene) come anche i materiali compositi (fibre di carbonio, fibre di vetro, tra gli altri), per i quali si parla normalmente di tecnologie di giunzione, traducendo in modo letterale l’analoga espressione anglosassone (joining). Data l’ampiezza dei temi, la scommessa da vincere è indubbiamente il tentativo di conciliare la pluralità degli argomenti con il tempo a disposizione: in particolare, la Giornata sarà tenuta durante la seconda giornata, quindi il giorno venerdì 24 maggio. Nell’ambito dei materiali termoplastici, saranno certamente affrontati i temi relativi all’evoluzione dei materiali, con particolare riferimento al polietilene ad alta densità, il cui impiego ha trovato ormai da anni una consacrazione definiti-

I

va nel settore della distribuzione di gas ed acqua; inoltre, sarà prevista una relazione volta ad analizzare lo sviluppo della normativa tecnica per la saldatura dei materiali plastici, tanto in ambito nazionale (in cui le attività competono alla Sottocommissione Saldature – UNIPLAST, cui sono dovute alcune delle più diffuse normative nazionali) che in quello europeo, dove l’Italia, ormai da alcuni anni, ha contribuito attivamente alla ripresa dei lavori dell’organo normatore competente (il WG 16 del CEN TC 249), a partire dalla revisione ed all’aggiornamento della norma EN 13067 in materia di qualificazione del personale. Nell’ambito delle tecnologie, sarà dato spazio tanto all’evoluzione di processi tradizionali (come quello ad elemento termico per contatto) come a processi innovativi, come il Laser. Nel campo dei materiali compositi, verrà ad esempio presentato il caso della riparazione di materiali metallici mediante laminazione in fibra di carbonio, soluzione talvolta poco conosciuta,

ma in grado di fornire ottime prestazioni in condizioni di servizio anche severe. Dato il carattere della Giornata, non mancherà il tema della fabbricazione, che secondo il programma preliminare, ad oggi consolidato, sarà affrontato per la posa di tubazioni di polietilene come anche per il caso delle geomembrane di HDPE, il cui ruolo risulta spesso determinante per l’impatto ambientale di opere di impermeabilizzazione, tipicamente nel caso di discariche per RSU. Grazie ad un prestigioso relatore internazionale sarà inoltre proposto un interessante aggiornamento circa le modalità di controllo dei giunti saldati, argomento spesso non del tutto conosciuto dagli addetti ai lavori, talvolta più legati al caso dei materiali metallici. Un programma ricco ed ambizioso, che l’Istituto Italiano della Saldatura continuerà a sviluppare e migliorare: chiunque volesse contribuire può infatti inviare la propria proposta all’organizzazione della giornata (michele.murgia@iis.it), specificando il titolo della presentazione, gli autori ed i contenuti di massima. La Commissione Tecnico – scientifica sarà lieta di valutarla. ■



Assocomaplast TIENE ANCORA

L'EXPORT n base ai dati ISTAT di commercio estero relativi ai primi nove mesi del 2012, Assocomaplast (l'associazione nazionale aderente a CONFINDUSTRIA che raggruppa 165 costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma) ipotizza per l’intero 2012 un bilancio settoriale che potrebbe riavvicinarsi ai livelli del 2007 - l'anno migliore di sempre - con una produzione nell'ordine dei 4,2 miliardi di euro ed esportazioni superiori ai 2,6 miliardi. Le elaborazioni di Assocomaplast evidenziano una sostanziale tenuta delle vendite all'estero, ora più che mai volano di questo comparto industriale, mentre le impor tazioni registrano un

I

modesto +2%, per certi versi comunque sorprendente, visto il perdurare della crisi del mercato interno. Infatti, l'export mostra un incremento di circa 9 punti che, seppure meno brillante rispetto alle rilevazioni dei trimestri precedenti, è un segnale incoraggiante per le aziende del settore, a differenza dei risultati ben più negativi registrati da altri segmenti della meccanica strumentale italiana. In effetti, anche la sintesi delle risposte fornite dalle imprese associate ad Assocomaplast in occasione dell'ultima indagine congiunturale rivela un aumento della quota di fatturato destinata all'export per oltre un terzo del campione, nel secondo semestre del 2012 rispetto al primo. Una quota ana-

loga di rispondenti si attende una progressione del fatturato in questa seconda metà d'anno. In funzione delle variazioni 2012/2011, il saldo della bilancia commerciale di settore ha superato 1,41 miliardi di euro, con una progressione dell'11% rispetto al confronto precedente.

EUROPA PRIMO MERCATO L'analisi delle macro aree di destinazione dell'export settoriale conferma il continente europeo al primo posto, con il 60% circa del totale e in aumento dell'11% sul gennaio-settembre 2011; nel dettaglio, a sostenere la progressione sono stati soprattutto i mercati al di fuori dell'Unione, in particolare la Russia,

Import-export italiano di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma (gennaio-settembre - in migliaia di euro) import

export

2011

2012

2011

2012

stampatrici flessografiche

11.844

impianti per mono e multifilamenti

1.641

11.342

81.503

88.909

1.214

29.935

31.830

macchine a iniezione

56.207

52.053

87.178

67.740

estrusori

18.036

27.598

198.884

233.050

macchine per soffiaggio

14.144

5.442

86.624

102.088

termoformatrici

2.817

6.207

43.317

36.686

presse per pneumatici e camere d'aria

1.291

880

23.981

20.325

presse

14.014

5.851

52.102

58.111

macchine per formare o modellare, altre

8.308

10.413

105.084

114.415

macchine per resine reattive

962

1.104

20.900

25.734

macchine per materiali espansi

3.386

2.232

20.228

24.323

attrezzature per riduzione dimensionale

2.571

2.050

14.307

14.886

mescolatori, impastatori e agitatori

5.749

2.106

17.781

21.579

taglierine, macchine per taglio longitudinale e pelatura

2.546

3.999

7.541

11.960

altre macchine

17.930

26.417

233.755

254.434

parti e componenti

100.096

97.987

255.957

249.633

stampi

173.536

187.965

428.767

501.456

totale

435.079

444.859

1.707.844

1.857.158

64 dicembre n° 100


Assocomaplast che ha registrato un +26% fino a sfiorare i 100 milioni di euro. Ed è proprio verso la Russia che è concentrata in questo periodo l'attenzione di Assocomaplast e dei costruttori italiani, in vista della prossima edizione della mostra Interplastica (Mosca, 29 gennaio-1° febbraio 2013), a cui parteciperanno oltre 50 espositori del nostro Paese, nell'ambito di una collettiva di circa 1.100 mq. Segue il continente americano, con una quota del 18% e un incremento del 14% rispetto a un anno fa e in questo caso hanno pesato gli ordinativi in forte crescita da Stati Uniti e Messico. Allargando lo sguardo al Sudamerica si nota, al contrario, la frenata delle forniture ai trasformatori brasiliani, contrattesi di 12 punti, calo peraltro fisiologico considerato il ritmo sostenuto degli ultimi anni. Dall'altra parte del globo si evidenzia una dinamica più debole: le vendite verso l'Estremo Oriente sono salite mediamente del 3% ma in quest'ambito si sono verificati andamenti molto diversi tra loro, almeno per quanto concerne i mercati più importanti. In-

fatti, la Cina, che assorbe la metà dei macchinari italiani destinati a quel quadrante geografico, ne ha acquistati il 4% in più in valore mentre l'India è arretrata; in crescita anche le forniture a Tailandia e Indonesia. Per quanto concerne il Medio Oriente, invece, si è verificata una flessione di 18 punti, imputabile in primo luogo al dimezzamento delle forniture all'Iran, evidentemente condizionate dalle misure restrittive inaspritesi proprio nel cor-

so di quest'anno. Bene invece le vendite alla Turchia. Sul fronte del Nordafrica si nota il tendenziale calo delle vendite italiane in Marocco ed Egitto mentre in controtendenza risultano quelle in Tunisia. Il resto del continente africano mostra valori decisamente più contenuti, eccezion fatta per il Sudafrica, verso cui sono stati destinati macchinari per un valore di oltre 18 milioni di euro (un terzo in più rispetto al gennaio-settembre 2011). ■


Fig.1: Sezione della testa VENUS 2000

Vetrina

Le nuove teste per tubi abbassano i costi di produzione Alla fine del 2010 Tecnomatic ha completato l’ultima testa per tubi della nuova serie Venus. Con essa viene ora coperto un range di diametro da 5 fino a 2600 mm. NUOVO CANALE DI FLUSSO Il cuore della serie è costituito da un nuovo canale di flusso, che è stato ricalcolato tenendo in considerazione la materia prima attuale PE 100 CR e PP-H. Poiché sin dall’inizio la serie è stata definita in base al suo range di diametro, è stato possibile calcolare questo nuovo canale di flusso approssimativamente secondo la legge dei modelli. Ne è risultato lo stesso comportamento a livello di pressurizzazione e distribuzione del fuso per tutte le teste di tubi (fig.2). Si è riusciti ad ottenere così un aumento della portata del 40 % rispetto alle teste di vecchia generazione aventi lo stesso range di diametro o rispetto a teste di altri produttori ad esse paragonabili. Sebbene i distributori abbiano un diametro inferiore rispetto alla massima dimensione tubo possibile, la minore pressurizzazione dei canali è notevole. Anche la nuova alimentazione dei singoli canali a spirale nonché le gamme di adattamento ridimensionate e i piccoli set di matrici contribuiscono a ridurre la pressione. Questo influisce notevolmente sul dispendio energetico durante l’estrusione. Le misurazioni su estrusori senza trasmissione, dotati di stampi idonei ad esercitare pressioni diverse, hanno mostrato come pressioni inferiori possano portare ad un risparmio del consumo energetico del 10 % circa. È noto che per la portata di pompaggio è necessario dal 5 fino al 10 % circa della potenza motrice. Questo influisce quindi anche sul consumo energetico. La minore pressione inoltre non ha come conseguenza solo un minore aumento della temperatura del melt, bensì influisce anche sulla progettazione meccanica. I collegamenti a vite possono così essere semplificati, accorciando ulteriormente i tempi di montaggio. Minore pressione, migliore distribuzione del fuso e tempi di permanenza più brevi permettono di avere un tubo con migliori caratteristiche per quanto concerne i valori OIT e il pe66 dicembre n° 100

so extra, in quanto vengono ridotti sia lo stress termico nel tempo sia le sollecitazioni al taglio.

PROGETTAZIONE DELLE MATRICI Grazie alla distribuzione ottimale le nuove lunghezze matrici sono state ridotte del 50 %, hanno un volume minore e sono progettate in modo che sia possibile produrre tre diametri esterni. In un range di diametro inferiore a 1000 mm si lavora con un procedimento a incorporazione, oltre tale misura con un procedimento a ricalcatura. I mandrini sono realizzati in due parti e piccoli anelli terminali definiscono l’apertura delle matrici necessaria. I medesimi set di matrici possono essere utilizzati anche per la serie Multi 2 e Multi 3, anch’essa una nuova serie di teste di coestrusione di Tecnomatic basata su distributori multipli a spirale. La nuova progettazione sostituisce un sistema di cambio rapido delle matrici o un set di matrici di regolazione, in quanto viene comunque coperto un range estremamente ampio.

COMBINAZIONI DI RISCALDAMENTO/RAFFREDDAMENTO Nelle teste Venus più grandi la temperatura dell’ampia superficie interna viene regolata con blocchi di riscaldamento/raffreddamento nella zona dei distributori o delle gamme di adattamento e dei mandrini. Il raffreddamento ad acqua offre il vantaggio di raggiungere un’elevata capacità di raffreddamento laddove il sistema opera con temperature inferiori a 100 °C. Le pressioni dell’acqua sono basse e ciò semplifica il sistema di raffreddamento nel suo insieme. Con il raffreddamento interno della testa è possibile mantenere costanti le temperature nominali nella produzione a lungo termine. La capacità di raffreddamento dipende dalla portata e cresce quando questa aumenta.


Tecnomatic

Tipo di testa Range dimensionale min. – max. in mm Portata massima in kg/h PE/PP Raffreddamento interno del tubo con aria Raffreddamento interno della testa con acqua Intercambiabilità dell’estremità del maschio

VENUS 500

VENUS 800

VENUS 1200

VENUS 1500

VENUS 2000

VENUS 3000

16-160

16-400

50-630

250-1200

710-1600

710-2600

500/400

800/600

1200/1000

1500/1200

>2000

>3000

No

Standard

Standard

Standard

Standard

Standard

No

No

Standard

Standard

Standard

Standard

A partire da 75 mm

A partire da 75 mm

Standard

Standard

Standard

Standard

Fig.2: Tipi di testa per tubi in base a range di diametro e portata massima possibile

RISPARMIO SULLA POTENZA DI RISCALDAMENTO

TESTE PER TUBI DI GRANDI DIMENSIONI

Viste nel loro complesso le teste sono diventate più piccole, più corte e quindi più leggere per ogni range di diametro. Anche la potenza di riscaldamento è quindi diminuita. Gli isolamenti, che vengono offerti su richiesta, riducono le perdite di irradiazione e la distribuzione disomogenea della temperatura sul perimetro. In questo modo si ottiene inoltre un risparmio sull’energia di riscaldamento e sui costi energetici sia durante il processo di riscaldamento che durante l’esercizio. Fig.3: VENUS 1500

Con le teste per tubi di grandi dimensioni Tecnomatic presenta un’ulteriore innovazione. L’azienda ha sviluppato le due teste Venus 2000 e Venus 3000 per l’estrusione ad alte prestazioni. Il progetto comprende due estrusori aventi una potenza di espulsione di almeno una tonnellata a parità di grandezza e dotati di un sistema di regolazione dell’espulsione. Gli estrusori sono sincronizzati e la produzione del tubo viene regolata per peso/metro. Questa esecuzione aumenta la produttività di una linea e assicura tempi brevi di fornitura dei tubi grazie a una capacità produttiva elevata. Il progetto di VENUS 2000 e VENUS 3000 si basa su due distributori a spirale aventi la stessa esecuzione dei canali delle altre teste VENUS. Una breve e semplice distribuzione preliminare del fuso per ogni distributore consente di realizzare una grande apertura di passaggio al centro della testa per il raffreddamento interno del tubo. In questo modo i punti di alimentazione degli estrusori sono disposti anche in posizione orizzontale e a sinistra e a destra del centro. Gli estrusori sono disposti in parallelo ma ciononostante rimangono facilmente accessibili. Tutti i modelli Venus, anche le teste più piccole, sono realizzati in modo da consentire il raffreddamento interno del tubo. La testa di base, l’adattamento di gamma e i mandrini consentono di realizzare un tubo isolato fino alla testa, in modo che l’aria all’interno del tubo possa essere aspirata. Ne risultano i seguenti: ■ vantaggi di prodotto:

• migliore distribuzione della tensione interna grazie a un raffreddamento uniforme sui lati • minore contrazione all’estremità del tubo dopo il taglio • minore stress termico della superficie interna, cosicché il maggior valore OIT consente una durata maggiore dei tubi ■ vantaggi a livello di investimenti:

• Il raffreddamento interno del tubo riduce la lunghezza di raffreddamento fino al 40%, quindi si riducono i costi grazie alla diminuzione del numero di vasche di raffreddamento.

n° 100 dicembre 67


Vetrina

Tecnomatic

Fig.4: VENUS 3000 con due estrusori

■ vantaggi dei minori costi di esercizio: • minore energia per le pompe di circolazione delle vasche di raffreddamento a spruzzo e del circuito dell’acqua di raffreddamento • minore energia per il raffreddamento di ritorno dell’acqua di raffreddamento. • avviamento più rapido • riduzione dei tempi di ciclo, in quanto la linea è più corta. Particolarmente degna di nota è la questione dei costi di produzione: sono necessari un numero inferiore di vasche di raffreddamento, quindi operano meno pompe di circolazione, fluisce meno energia nell’acqua di raffreddamento e viene dissipato perciò meno calore residuo. L’unità completa del raffreddamento interno del tubo è composta da un distributore radiale resistente a temperature fino a 200 °C con elevata portata volumetrica, adattato alla dimensione dei tubi e progettato per maggiori perdite di flusso d’aria. Il numero di giri del ventilatore è regolabile e di conseguenza lo sono anche la portata d’aria e la capacità di raffreddamento. Viene controllata la temperatura dell’aria all’uscita della testa, che è montata nel condotto di evacuazione dell’aria. Grazie a questa procedura le regolazioni ottimizzate della capacità di raffreddamento possono essere memorizzate nel controllo e riprodotte.

OPZIONE COEX UNITS PER STRATI ESTERNI SOTTILI

paggiata con le teste Venus a risparmio energetico con raffreddamento interno del tubo ed estrusori ad azionamento diretto e tecnologia a momento torcente. In base alle condizioni specifiche del cliente è inoltre possibile elaborare soluzioni alternative per l’utilizzo del calore residuo prodotto dal raffreddamento interno del tubo. L’offerta non riguarda quindi solo la testa per tubi, ma anche un aiuto per l’utilizzo del calore residuo.

PROSPETTIVE Attualmente il potenziale del raffreddamento ad aria è sottostimato. Questo tipo di raffreddamento è possibile sia sulla parete interna che su quella esterna. Grazie ad esso sono disponibili grandi quantità di aria a temperature elevate. Questa energia potrebbe essere facilmente riutilizzata sia direttamente, nel processo di estrusione, che in altri processi. In questo si trovano alcuni spunti per ottimizzare l’efficienza del processo di estrusione dei tubi a livello energetico. A livello pratico questo purtroppo non si è ancora imposto. La premessa è un sistema di teste per tubi che lo consenta. E VENUS offre questa premessa. I nuovi sviluppi in questa direzione tuttavia non vengono ancora applicati in modo così diffuso da poter realizzare, grazie ad essi, ulteriori misure di risparmio energetico. ■

Per la coestrusione di strati sottili viene impiegato un distributore radiale. Una tecnologia nota ma adattata all’applicazione di tubi con apposite geometrie di canali. Rispetto ai distributori tradizionali questa tecnologia offre notevoli vantaggi: • minore pressione, quindi maggiori portate e spessori dello strato più elevati • distribuzione ottimale degli spessori • minori dimensioni di montaggio dell’unità per quanto concerne il diametro e la lunghezza • possibilità di riequipaggiamento per Venus e “teste esterne”.

POTENZIALE DI RISPARMIO Tecnomatic offre un aiuto nel determinare il potenziale di risparmio di una linea standard o di una linea di estrusione con teste di vecchia generazione, rispetto a una linea equi68 dicembre n° 100

Fig.5: Distributori radiali per strati esterni


Vetrina

Bausano

4 linee di estrusione complete per tubi in PVC AUSANO s.p.a. ha concluso la fornitura di 4 linee complete per estrusione di tubi in PVC doppia uscita alla società venezuelana Tubrica C.A. . Le linee, basate su estrusori bivite Multidrive tipo MD 90 Plus, si distin-

B

Domenico Baudino, direttore commerciale Bausano, e Gustavo Garcia, gerente Tubrica, assistono all’avvio delle nuove linee

guono per l’elevato uso dell’elettronica nel controllo di tutti i parametri di estrusione, dalla gestione degli estrusori mediante il nuovo quadro tattile, fino alla regolazione automatica del vuoto con il nuovo sistema Energy Saving. La fornitura, che consolida la posizione di Bausano nel mercato venezuelano dei tubi in PVC con oltre 20 linee installate, si inserisce nel quadro del forte impegno Bausano di incrementare il “valore aggiunto” delle nuove linee di estrusione mediante una forte componente di innovazione tecnologica anche in settori tradizionali, impegno che si traduce in linee a minor costo energetico e maggior facilità di gestione e controllo automatizzato.

Complessivo dei 4 estrusori MD 90 Plus in sala montaggio Le nuove linee a doppia estrusione di tubi in PVC, grazie alla tecnologia della doppia uscita indipendente ed ai sistemi automatici di regolazione, permette una velocità di estrusione di oltre 45 metri/minuto totali, con conseguente miglior sfruttamento delle potenzialità dell’estrusore. ■


Vetrina

KraussMaffei Berstorff

Tubo con strati

multifunzionali a tendenza verso tubi di plastica sempre più complessi con diversi strati funzionali è ormai diffusa a livello internazionale. Da un lato, la riduzione dei costi del materiale riveste un ruolo importante, ad esempio per quanto riguarda i tubi con nucleo espanso o riempiti di minerale, dall’altro singoli strati soddisfano i requisiti tecnici di funzionalità di un tubo. Così gli strati a barriera riducono ad esempio la diffusione, i tubi con rinforzo in fibra accrescono la resistenza alla pressione interna e i tubi riempiti di fibre di vetro riducono l’estensione in lunghezza. KraussMaffei Berstorff, specializzata nelle soluzioni avanzate nella tecnologia dell’estrusione, offre per ogni campo di applicazione l’impianto di estrusione corrispondente con apposite teste per tubi multistrato fino ad un massimo di sette strati.

L

SOLUZIONI DI COESTRUSIONE SALVASPAZIO PER RIDURRE I COSTI DEL MATERIALE KraussMaffei Berstorff offre soluzioni di coestrusione su misura, concepite specificamente per la produzione di tubi con elevate percentuali di riempitivi o tubi espansi. Ciò si rende necessario perché la percentuale di riempitivi aumenta costantemente, consentendo ai lavoratori di ottenere un prodotto di alta qualità dal peso notevolmente più contenuto con un risparmio notevole sui costi. L’azienda offre una disposizione macchine intelligente per la produzione di tubi multistrato con una superficie di installazione di pari dimensioni, come ad esempio un impianto per la produzione di tubi monostrato. Il lavoratore può così risparmiare fino al 25% di materiale di tubi, riducendo nel contempo il peso del tubo fino al 25%.

Disposizione di macchine compatta KraussMaffei Berstorff per operazioni di rivestimento di tubi multistrato

ESTRUSIONE DIRETTA A BASSO COSTO PER TUBI RIEMPITI DI MINERALE Gli impianti ad estrusione diretta di KraussMaffei Berstor ff consentono un’estrusione a basso costo di tubi riempiti di minerale con un procedimento monostadio. Con tali impianti è possibile ad esempio lavorare direttamente i singoli componenti durante la produzione di tubi di propilene, riempiti di solfato di bario, o utilizzare anche la mescola finita. Non occorre più nessun ulteriore processo di produzione inserito a valle. Il risparmio sui costi arriva al 30%. In vir tù delle loro caratteristiche insonorizzanti (fino al 40% in più rispetto ai tubi convenzionali), i tubi di questo tipo vengono impiegati in par ticolare come tubi per acque di scarico in grandi complessi residenziali.

ADATTATORE MULTISTRATO PER STRATI ESTERNI SOTTILI Per la produzione di strati esterni sottili si utilizzano adattatori multistrato, che possono essere montati senza alcun problema su qualsiasi testa per tubo standard KraussMaffei Berstorff. Modificando leggermente il profilo di scorrimento, è possibile plasmare praticamente qualsiasi materiale (tra l’altro colla, etilene-alcool polivinilico, polipropilene) per ottenere uno strato omogeneo.

COMBINAZIONI VERSATILI DI IMPIANTI

Impianto di estrusione diretta per la produzione di tubi riempiti con minerale KraussMaffei Berstorff 70 dicembre n° 100

KraussMaffei Berstorff offre inoltre macchine e impianti complessi per la produzione di tubi in poliuretano espanso, tubi Microduct e tubi in polietilene reticolato. ■


Vetrina

Unicor

Nuovo corrugatore per tubi di diametro medio

Il canale centrale restringibile dell’UC 210 nicor, azienda tedesca produttrice di impianti di estrusione per tubi corrugati, ha presentato la sua ultima innovazione: la macchina UC 210 per la produzione di tubi dai diametri medi più comuni. All’evento, svoltosi lo scorso novembre presso gli stabilimenti di Hassfurt, in Germania, hanno preso parte clienti e rappresentanti da tutto il mondo. Grazie al suo spettro di diametri compreso tra 32 mm (diam. int.) e 200 mm (diam. est.), l’UC 210 copre una gamma spesso richiesta da numerosi produttori nel segmento dei tubi di medie dimensioni. Con questa nuova macchina è possibile produrre tubi corrugati a parete singola e doppia per tutte le applicazioni, a partire dai tubi tecnici fino ai tubi per il drenaggio, con tempi ridotti e costi di produzione contenuti: dopo pochissimo tempo dall’avvio della linea si ottiene un tubo pronto per essere venduto e lo scarto di materiale, che si verifica per lo più durante il processo iniziale, è pratica-

U

mente pari a zero. La massima produzione oraria è di 1000 kg per i tubi in PVC e di 900 kg per quelli in HDPE. La velocità meccanica massima del corrugatore arriva fino a 35 m/min. Alcuni ingegnosi accorgimenti tecnici come il canale centrale restringibile o il sistema di cambio rapido per stampi di formature e filiere sono parte della tecnologia innovativa della linea. Il corrugatore UC 210, nonostante copra tutto lo spettro dei tubi di diametro medio e presenti numerosi accorgimenti tecnici innovativi, non costa più di una macchina per la produzione di tubi dal diametro ridotto fino a 160 mm (diam. est.). Diverse relazioni tecniche hanno informato i visitatori circa le nuove tecnologie per la produzione di tubi corrugati. Battenfeld-Cincinatti ha illustrato, ad esempio, gli estrusori solEX 75 e solEX 60 per la produzione di tubi corrugati a doppia parete in HDPE e PE. FB Balzanelli ha offerto informazioni

relative all’avvolgitore di alta prestazione EC2000, attorno al quale sono stati avvolti in modo completamente automatico i tubi campione prodotti durante la presentazione dell’UC 210 al Centro tecnico Unicor. Sul posto erano presenti anche i nuovi azionisti di maggioranza austriaci della UNICOR GmbH, ossia il GAW Group Pildner-Steinburg Holding GmbH di Graz, gruppo di aziende che opera a livello internazionale nella costruzione di impianti e macchine industriali, per i settori commerciali Paper, Automotive & Industrial Solutions e Environmental Solutions. Due rappresentanti della direzione aziendale hanno colto questa opportunità per presentare il GAW Group ai collaboratori della UNICOR e per dare ufficialmente il benvenuto all’UNICOR come importante componente del gruppo di aziende. ■

I DATI TECNICI DELL’UC 210

n° 100 dicembre 71


Open House Tecnologia, innovazione e qualità al servizio

l 15 e 16 novembre 2012 FB Balzanelli ha organizzato l’Open House presso il suo stabilimento in Borgaccio di Saltara, aprendo così le porte a clienti e fornitori per mostrare 6 macchine funzionanti rappresentanti la quasi totalità della gamma prodotta. La coincidenza di trovare nello stabilimento un numero così cospicuo di macchine pronte per la spedizione ha permesso di rendere speciale l’evento rivolto totalmente alla parte dimostrativa. Gli ospiti sono stati testimoni di continue prove di avvolgimento di diverse tipologie di tubo ed hanno potuto toccare direttamente con mano la qualità delle bobine prodotte dagli avvolgitori marchiati FB Balzanelli. Si è potuto far constatare ai clienti l’elevata tecnologia ed innovazione che contraddistingue gli avvolgitori dell’azienda. TR2500PE, TR2000PE, TR1000PE, EC2000, EC1400 le macchine esposte nei due giorni di open day ed ognuna, con le sue caratteristiche e peculiarità, ha catturato l’attenzione dei numerosi clienti presenti che hanno potuto individuare con estrema facilità e precisione la macchina adatta alla propria produzione. L’evento è stato par ticolarmente interessante anche per i diversi fornitori presenti, si è potuto infatti confermare l’ottima qualità dei prodotti montati sugli avvolgitori e si è avuto anche modo di elaborare e discutere progetti futuri al passo con le innovazioni del mercato. Due giorni intensi e di soddisfazione per tutti, organizzatori e partecipanti, che hanno evidenziato ancora una volta come FB Balzanelli sia capace di rispondere alle esigenze di un mercato in costante evoluzione e continui a ricercare la migliore soluzione per la soddisfazione del cliente. ■

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