Servizi a Rete 4 Luglio - Agosto 2016

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ISSN 2499-6688

numero 4 • luglio-agosto 2016

L’intervista del mese

Raffaele Tiscar

Reti telecomunicazioni IREN Paolo Peveraro

Tecnologie No-Dig Depurazione e analisi acque

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

L’Italia volta pagina Raffaele Tiscar – Vice Segretario Generale Presidenza Consiglio dei Ministri

Con la pubblicazione da parte di Infratel (quale stazione appaltante pubblica) del bando di gara per la realizzazione e gestione della infrastruttura digitale ad alte prestazioni (la c.d. banda ultralarga) nelle aree a “fallimento di mercato” delle prime sei regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo e Molise) possiamo dire con orgoglio e soddisfazione: l’Italia volta pagina. Non è un bel passato quello che ci ha portato ad essere uno dei Paesi in Europa con la più bassa copertura di banda ultralarga e con una percentuale della popolazione che usa internet inferiore alla media dei paesi in via di sviluppo. Un passato segnato da una parte da investimenti insufficienti da parte dei principali operatori di TLC e dall’altra dalla convenienza politica degli ultimi governi a non realizzare una piattaforma infrastrutturale digitale che potesse insidiare il duopolio pubblico-privato nel broadcasting televisivo. Tutti accomunati dallo stesso refrain: “Investimenti graduali se non c’è la domanda che li sostiene”. Una decisione sciagurata di cui purtroppo pagheremo le conseguenze per generazioni. Solo in pochi ancora insistono a sostenere che il settore delle TLC non è demand-driven. Tra questi alcuni economisti, forse non del tutto indipendenti. Eppure, lo dimostrano i piani di investimento (prevalentemente pubblici) di paesi come la Corea, il Giappone, la Cina, gli USA, l’Australia al cui confronto c’è solo da impallidire. Allo stesso modo, lo dimostrano numerose ricerche, tra le quali spicca un recente studio dei Bell Labs che prevede per il 2020 un livello di traffico mobile tale che, nonostante il 67% del totale sarà off-loaded su wi-fi, scaricando la rete di telefonia mobile, tra il 19% e il 25% della domanda totale di traffico mobile mondiale resterà inevasa. Infine, lo dimostrano le indagini dei principali osservatori sulle correlazioni tra investimenti nell’ultra-broadband e l’aumento di PIL, buon ultima l’ISTAT che stima un incremento di produttività dal 7 al 23% del valore aggiunto, con una media del 13%, di cui beneficerebbero le PMI nelle aree “bianche” a seguito della realizzazione dell’infrastruttura a banda ultralarga. Meno male che non fu questo il pensiero che guidò la politica dei trasporti in Italia negli anni ’60. Quale disgrazia sarebbe stata costruire le autostrade solo pa-

rametrandole ai veicoli circolanti allora! Del resto, quanti di noi comprerebbero uno smartphone se non avessero una connessione Internet mobile per usarlo o se questa fosse disponibile ma così penosamente lenta da renderlo inutilizzabile? Questi sono i cambiamenti epocali per i quali c’è ancora bisogno della Politica - quella con la P maiuscola - capace di elaborare e condividere una visione del futuro, di coinvolgere ognuno in uno sforzo collettivo per raggiungere nuovi ambiziosi traguardi e guidarne il passaggio. Non basta leggere il passato per guidare il cambiamento. I bandi per la banda ultralarga sono un altro passo importante nel cammino già avviato (si pensi alla drastica semplificazione della normativa riguardante la posa di reti per le TLC), ma ancora lungo e difficile per portare l’Italia ad essere un Paese in cui investire e produrre sia più facile e sicuro che in altri. Se questo è l’obiettivo, è ancora più giusto in quest’epoca in cui tutto sarà coniugato in digitale cominciare dalla sua dotazione di infrastruttura di telecomunicazioni che, assieme a quelle energetiche e di mobilità, sono l’equivalente del sistema nervoso di un corpo vitale. Ad esso seguiranno altre tappe fondamentali: l’entrata in funzione del SINFI (il catasto nazionale delle infrastrutture), le misure di sostegno agli investimenti per le restanti aree grigie e nere per far evolvere a prova di futuro le esistenti NGN già presenti, l’attivazione dei voucher di incentivo alla domanda di connessioni ultraveloci e l’implementazione delle azioni contenute nel documento “Crescita Digitale”. L’obiettivo è ambizioso: creare una nuova infrastruttura digitale pronta per l’impiego diffuso del prossimo 5G (in cui le celle della telefonia mobile saranno molto più piccole, anche poche decine di metri, ma dovranno essere collegate con connessioni ad alta capacità) per consentire all’Internet of Things una rapida implementazione nell’industria del domani. Stiamo lavorando per il futuro: anni fa lo credevamo di là da venire, oggi è già presente.

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Con il patrocinio di

Sommario Pag.6

Paolo Peveraro, nuovo presidente Iren Intervista a Paolo Peveraro Pag.8

La libera concorrenza nelle telecomunicazioni Enzo Pontarollo Pag.11

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ISSN 2499-6688

Il futuro passa in un sottile filo di vetro

numero 4 • luglio-agosto 2016

Alessandro Bissoli

Raffaele Tiscar

L’intervista del mese

Leggi qui l’ultima edizione del magazine PipeLine

Pag.13

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Reti telecomunicazioni

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IREN Paolo Peveraro

Pag.14

Vetrina Pag.17 Tecnologie No-Dig

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Anno XV - n. 4

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Pag.18

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Pag.19

Il settore idrico e i suoi (nuovi) fabbisogni Stefano Vaccari

Direttore responsabile Liliana Pedercini - l.pedercini@tecneditedizioni.it

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Nuovo codice degli appalti: due percorsi innovativi di Gruppo CAP per il Servizio Idrico

Ufficio commerciale Sara Sturla - commerciale@tecneditedizioni.it

Pag.22

Ufficio stampa ufficiostampa@tecneditedizioni.it

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Coordinamento di redazione Anna Schwarz - redazione@tecneditedizioni.it

Pag.25

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È vietata la riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione della casa editrice.

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Il progetto di ammodernamento dei depuratori Pag.32

Controllo ambientale del funzionamento degli scarichi a mare Riccardo Savarino e Paolo Domenichini Pag.37

Vetrina


SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

A questo numero hanno collaborato

Pag.41

La gestione delle reti acquedottistiche: l’approvvigionamento, i costi energetici e il controllo delle perdite

Alessandro Bissoli Davide Colombo, Elena Simoni, Maurizio Galliani – BrianzAcque Paolo Domenichini – Biubi Francesco Fatone – Università di Verona Annalaura Giannelli, Pasquale Pantalone, Stefano Vaccari Studio Legale Prof. Avv. Mauro Renna Giovanni Malanchini Carlo Mascheroni – Pavia Acque Paolo Peveraro – Iren Enzo Pontarollo – Università Cattolica di Milano Riccardo Savarino – C.d.i. Raffaele Tiscar – Presidenza Consiglio dei Ministri Carlo Torre – Ireti

Pag.62

Bologna si prepara per H2O Pag.64

Anteprima H2O Bologna Pag.71

Alluvioni in città: a Milano gli stati generali sulla gestione delle acque nelle metropoli Pag.73

Saldatrici italiane ad alta tecnologia Pag.75

Soluzioni per la riduzione dei collassamenti delle condotte interrate Carlo Torre Pag.79

Condotte in materiale plastico per interventi con tecniche trenchless Carlo Mascheroni Pag.83

Ice Pigging Pag.86

Vetrina Pag.91

Economia circolare: il ciclo idrico e tutta la filiera a ECOMONDO 2016 Pag.92

Sistema di supervisione e telecontrollo Brianzacque Davide Colombo, Elena Simoni e Maurizio Galliani Pag. 95

Le Smart Grids nell’ordinamento e nel mercato dell’energia Giovanni Malanchini

Comitato scientifico: Francesco Albasser – In3act Energy Baldassare Bacchi – Università di Brescia, C.S.D.U. (Centro Studi Idraulica Urbana) Lorenzo Bardelli – AEEGSI (Autorità Energia Elettrica Gas Sistema Idrico) Marcello Benedini – AII (Associazione Idrotecnica Italiana) Ilaria Bottio – AIRU (Associazione Italiana Riscaldamento Urbano) Armando Brath – AII (Associazione Idrotecnica Italiana) Bruno Brunone – Università di Perugia Furio Cascetta – Seconda Università di Napoli Pierluigi Claps – Politecnico di Torino, G.I.I. (Gruppo Italiano Idraulica) Mauro Fasano – Regione Lombardia Alberto Grossi – AEEGSI (Autorità Energia Elettrica Gas Sistema Idrico) Luca Guffanti – Studio Legale SZA Franco Guzzetti – Politecnico di Milano Antonio Massarutto – Università di Udine e Università Bocconi Italia Pepe – Ufficio d’Ambito della Città Metropolitana di Milano Michele Ronchi – C.I.G. (Comitato Italiano Gas) Bruno Tani – Anigas (Associazione Nazionale Industriali GAS) Raffaele Tiscar – Presidenza del Consiglio dei Ministri Rita Maria Ugarelli – RSINTEF, NTNU (Norwegian University of Science and Technologies) Andrea Zelioli – Comune di Milano DC MTAE Comitato tecnico: Aldo Coccolo – ASPI Marco Fantozzi – Studio Marco Fantozzi Mauro Salvemini – AMFM GIS Italia Paolo Trombetti – IATT Gianluca Spitella – Utilitalia Marco Vecchio – ANIE Vincenzo Mauro Cannizzo – APCE Giuseppe Scanu – ASITA

Catalogo stampato su carta proveniente da fonti gestite in maniera responsabile

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Paolo Peveraro, nuovo presidente Iren Intervista a Paolo Peveraro – Presidente Iren Assessore per due mandati del Comune di Torino e poi vicepresidente della Regione Piemonte: Paolo Peveraro ha dato il via alla riorganizzazione delle partecipate comunali e regionali, rendendo possibile la fusione tra Aem di Torino e Amga di Genova, da cui nacque Iride, il primo stadio embrionale dell’attuale multiutility. Infatti, in seguito all’unione fra Iride ed Enia, è nata Iren, di cui Peveraro si può considerare come uno dei padri fondatori. Abbandonato l’agone politico, Paolo Peveraro si è dedicato ai suoi impegni professionali alla Deloitte per poi ritornare sulla scena di Iren in qualità di presidente. Nell’intervista viene delineato il quadro della situazione attuale, in vista di nuovi investimenti e consolidamenti territoriali.

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Lei succede a Francesco Profumo: il suo sarà un percorso di continuità rispetto al suo predecessore? Iren nel corso dell’ultimo anno ha avviato un percorso di forte cambiamento organizzativo e strutturale, finalizzato non solo all’efficienza del business, ma propedeutico alla realizzazione di un piano industriale volto alla crescita e allo sviluppo dell’azienda. Il mio mandato presidenziale parte dunque nel segno della continuità su questo versante, con lo scopo di favorire e valorizzare fin da subito tutte le nuove opportunità di crescita che si presenteranno. Il Gruppo si è rinforzato in Piemonte nord orientale, con l’acquisizione – tramite la sua controllata Ireti - della maggioranza di Atena Spa, la multiutility attiva nel vercellese. Questo piano di consolidamento ha avuto una forte accelerazione a partire dallo scorso anno con l’acquisizione del 40% di Ecoprogetto Tortona e la chiusura dell’operazione TRM. In che modo Iren porterà a profitto le attività attuate in precedenza? Le acquisizioni di partecipazioni strategiche sino alla maggioranza azionaria di aziende legate ai business Iren sono un punto cardine del piano industriale varato lo scorso anno e orientato a fare di Iren, da qui al 2020, un player sempre più forte e accreditato. Solo in una logica di gruppo si possono mettere a fattore comune le competenze e le eccellenze, consentendo alle singole società di beneficiare di positive ricadute in termini di gestione industriale e finanziaria.


Iren come polo di aggregazione: sono in vista nuove fusioni per allargare il perimetro della multiutility in Italia e anche fuori i confini? Il settore delle multiutility sta attraversando un periodo di grande vivacità, stimolato dal cambiamento del contesto normativo in cui opera, che ha favorito una progressiva politica di aggregazione territoriale. Sono molti i dossier su cui stiamo lavorando e l’azienda saprà cogliere, se ci saranno, positive opportunità di sviluppo. Ritengo comunque che, almeno in questa prima fase, l’allargamento del perimetro di business sia circoscritto ai confini nazionali. All’interno dei programmi di sviluppo Iren, che importanza rivestono la tecnologia e l’applicazione di sistemi innovativi? In quest’ambito possiamo parlare di sviluppo sostenibile? Rispondo citando un dato: entro il 2020 Iren investirà 450 milioni di euro in piani destinati all’innovazione, al fine di incrociare le nuove esigenze di sviluppo sostenibile dei territori. Per Iren la crescita e lo sviluppo delle proprie attività non possono che essere sostenibili, basati sul dialogo con il territorio e sul costante e vivo rapporto con tutti gli stakeholder. La strategia di Iren è orientata al consolidamento territoriale e all’efficienza. Per quest’ultimo punto, quali sono le priorità che Iren metterà in campo nel suo piano industriale? Ponendo al centro del nostro operato il cliente, che deve rimanere il destinatario principale delle nostre azioni volte all’efficienza, siamo chiamati a lavorare con sempre maggiore flessibilità e rapidità, passando da prodotti e servizi standardizzati a servizi locali individuali e personalizzati. La nostra crescita passerà dall’allungamento delle filiere industriali, creando così nuovi posti di lavoro in azienda e nell’indotto, generando un miglioramento del benessere sociale ed economico dei territori, grazie anche al partenariato con università, istituti di ricerca, incubatori start-up e aziende innovative.


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La libera concorrenza nelle telecomunicazioni Enzo Pontarollo – Università Cattolica del Sacro Cuore Sono ormai passati quasi vent’anni dalla liberalizzazione delle telecomunicazioni nei paesi dell’Unione Europea, eppure questo settore resta uno dei principali casi di studio per gli economisti interessati all’analisi dell’economia industriale e della regolamentazione. Non solo le infrastrutture di TLC rappresentano uno dei principali motori della crescita dei Paesi, ma a ciò si aggiunge la concomitante presenza di fattori che sono oggetto di costanti studi e ricerche nell’ambito dell’economia applicata: progresso tecnologico, economie di scala e di scopo, esternalità di rete, asimmetrie informative tra i vari attori. Questi elementi fanno sì che il paradigma della libera concorrenza potrebbe sembrare di difficile applicazione alle telecomunicazioni. Ciò nonostante, si è assistito ad un incredibile ingresso di nuovi attori nel settore, il che ha comportato lo sviluppo di un’accanita concorrenza legata alla presenza di circa 175 nuove imprese, come emerge dall’ “Elenco delle Autorizzazioni generali per il servizio di installazione e fornitura di reti pubbliche di comunicazione elettronica e per l’espletamento del servizio telefonico accessibile al pubblico”. Si tratta di un numero molto elevato e sorprendente, composto da aziende di diversa nazionalità, varia dimensione e con specializzazioni diversificate. Una proliferazione di questa dimensione è stata oggetto di critiche da parte di alcuni osservatori (vedi intervista a Marc Voss, partner del Boston Consulting Group, Il Sole-24 Ore, del 2 aprile 2016), una critica, tuttavia ingiustificata, in quanto la sopravvivenza di un tale numero di imprese, in un mercato aperto alla concorrenza a partire dal 1998, dimostra che le opportunità di mercato esistenti in questo settore sono enormi e si aprono continuamente nuovi spazi, data la pervasività che caratterizza il bisogno di comunicare. Poco si sa di queste imprese: se infatti esiste una buona documentazione sulle 30 maggiori realtà del settore, ben poco si conosce di quel tessuto composto da ben 145 imprese, che rappresenta il risultato più maturo e appassionante della liberalizzazione del mercato. La necessità di approfondire la conoscenza di questa realtà ha spinto l’Istituto di Economia e Strategie di Impresa dell’Università Cattolica di Milano ad avviare una ricerca su tale fenomeno. Il lavoro non è stato ancora completato, data la vastità

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dell’impegno, ma cominciano ad emergere alcuni primi risultati. Il primo di essi evidenzia come le imprese TLC tendano a formare dei cluster nelle regioni in cui si concentra il tessuto industriale (Nord Italia) o direzionali (Lazio). La distribuzione geografica vede 101 imprese localizzate nelle regioni settentrionali, 50 al centro e solamente 18 nel mezzogiorno d’Italia. Nella sola Lombardia sono nate e operano 49 imprese, 20 nel Triveneto, 14 in Piemonte, 15 in Emilia e tre in Liguria. Nell’Italia centrale sono nate 50 imprese, 29 delle quali con sede nel Lazio, 12 in Toscana, mentre le restanti nove operano nelle altre regioni. Il sud ha visto la nascita di 18 imprese, 8 delle quali in Campania, 4 nelle Puglie, 3 in Sicilia. Questi dati riflettono in maniera esemplare un fenomeno ben noto, e cioè i divari di sviluppo che caratterizzano le diverse aree del Paese. Un secondo elemento abbastanza sorprendente riguarda il fatto che un buon numero di queste imprese sono nate prima della liberalizzazione dei servizi di telecomunicazione: si tratta di imprese che fornivano servizi informatici o telematici oppure operavano come filiali di grandi aziende straniere. Un numero piuttosto significativo di esse è nato tra il 1995 e il 2000, a seguito dei processi di liberalizzazione che si andavano delineando a livello comunitario. Molte delle imprese nate in questo periodo sono state il frutto di iniziative pubbliche o di investimenti dall’estero. E sono state proprio queste aziende a beneficiare maggiormente dell’apertura del mercato, insieme a quelle che avevano alle spalle già diversi anni di operatività, riuscendo ad inserirsi in nicchie locali di clientela importante. È interessante notare che, a partire dall’anno 2000, l’incorporazione di nuove imprese diminuisce, salvo riprendere a crescere dal 2005. La maggioranza di esse ha assunto la forma giuridica di S.p.A., ma sono molto numerose, anche se minoritarie, le S.r.l. Per quanto riguarda l’assetto proprietario, 2/3 di esse sono di proprietà italiana, mentre 1/3 appartiene a gruppi esteri (si tratta di colossi europei come British Telecom, Orange) ma anche di aziende a proprietà statunitensi e di un paio di aziende di proprietà asiatica. Guardando alle caratteristiche dell’azionista di riferimento, si rileva che prevalgono le imprese frutto di iniziativa privata, con azionisti che spesso sono


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soci unici. Abbastanza numerose sono, però, le imprese create dalle municipalizzate, che operavano nel settore elettrico e/o della distribuzione del gas: essendo dotate di una buona base di clienti, hanno colto l’opportunità di offrire anche servizi TLC, arricchendo così la loro offerta. Complessivamente, le imprese a partecipazione pubblica rappresentano circa un quarto dell’universo di imprese analizzate. Per quanto riguarda il numero di addetti, il campione comprende imprese di dimensioni molto differenti: da un lato c’è un certo numero di esse che occupa centinaia di dipendenti, dall’altro aziende più piccole con meno di cinque addetti. Comunque, la presenza di imprese medio-grandi è piuttosto significativa, il che è legato al fatto che il settore richiede organizzazioni di una certa dimensione per poter competere, anche se non mancano imprese di nicchia. Un ulteriore elemento che merita di essere considerato riguarda la tipologia dei servizi offerti. Dall’indagine emerge che le aziende non si focalizzano su una singola attività della filiera, ma tendono ad essere presenti in varie fasi della stessa. La classificazione che abbiamo utilizzato è stata elaborata a partire dal Registro ministeriale delle licenze e delle autorizzazioni conseguite dalle singole imprese in base alla gamma di servizi offerti dalle stesse. Dall’analisi emerge che il 90% delle imprese è gestore e fornitore di rete, il 69% propone servizi di data center,

il 62% è installatore di rete, il 59% offre servizi di fonia e il 35% mette a disposizione servizi wholesale/carrier. Esistono numerosi altri aspetti che caratterizzano il settore, che tuttavia devono ancora essere analizzati in profondità. Un elemento che emerge in maniera chiarissima dall’indagine è indubbiamente l’enorme vivacità del settore TLC, le numerosissime attività che i processi di liberalizzazione hanno generato, e la ricchezza del capitale umano e imprenditoriale che la liberalizzazione ha fatto emergere. Il combinato disposto di liberalizzazione e digitalizzazione ha stimolato in maniera, del tutto imprevedibile, gli “animal spirits” degli imprenditori, generando nuove imprese che forniscono nuovi servizi sempre più veloci, mentre la concorrenza ha determinato un forte miglioramento della qualità dei servizi e una riduzione molto marcata dei prezzi. È il caso di dire… “Benedetta concorrenza”.

Enzo Pontarollo - enzo.pontarollo@unicatt.it Laureato in Cattolica, ha approfondito i suoi studi al Ruskin College di Oxford. È professore ordinario di Economia industriale alla Cattolica di Milano dal 1983. È stato consigliere di amministrazione di Italcable, membro del Consiglio Superiore delle Poste e Telecomunicazioni, membro del comitato scientifico dello Cselt e attualmente è consigliere di amministrazione della Fondazione Bordoni.

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Il futuro in un sottile filo di vetro Le aree a fallimento di mercato verso la digitalizzazione: la situazione e gli investimenti in Veneto.

Alessandro Bissoli

Le reti in fibra ottica per l’accesso alla banda ultralarga sono infrastrutture indispensabili per far crescere la competitività delle imprese e dei territori e permettere ai cittadini italiani di accedere agli stessi servizi di cui beneficiano gli Stati europei più avanzati - per esempio l’e-learning, il telelavoro e la sanità digitale. Le aree a fallimento di mercato verso la digitalizzazione: la situazione e gli investimenti in Veneto. Secondo il rapporto Unioncamere 2015, in Italia la quota di PIL prodotto dall’Internet Economy nel 2016 sarà pari al 3,5%, di poco superiore al 3,4% della Francia e di mezzo punto percentuale inferiore alla Germania; ben distante tuttavia dal 5,5% che rappresenta il valore medio dei Paesi più avanzati. Il rapporto evidenzia altri dati significativi: se da un lato solo il 5,1% delle PMI utilizza e-commerce, social media e strategie di marketing digitale, dall’altro il commercio elettronico genera il 4,8% del fatturato totale delle imprese italiane. Le PMI attive sul web, cioè che non si limitano alla semplice presenza tramite il sito, riscontrano un incremento di produttività del 10%, mentre la variazione di fatturato tra le PMI attive e quelle offline è pari al 5,7%. Unioncamere stima inoltre che, se la diffusione di Internet crescesse del 10%, l’occupazione giovanile aumenterebbe dell’1,47%. Nell’ottobre dello scorso anno l’Ufficio di Statistica della Regione Veneto ha pubblicato i dati relativi alle imprese che hanno acquistato servizi di cloud computing nel 2014, confrontando i dati locali con quelli nazionali e dei Paesi UE28. Sorprendentemente l’Italia si colloca al secondo posto, dietro la Finlandia, con un 40% di imprese che si sono dotate di servizi cloud; il Veneto supera addirittura la media nazionale raggiungendo il 42%. Le

imprese italiane e venete hanno dunque bisogno del cloud. In attesa della diffusione dell’Internet delle cose nella vita quotidiana, i cittadini italiani hanno il diritto di poter interagire con la Pubblica Amministrazione tramite i canali digitali. La semplificazione e il miglioramento dell’efficienza della P.A. inoltre passano obbligatoriamente per la sua digitalizzazione. In Veneto la sanità pubblica, che si declina nella digitalizzazione della “ricetta rossa”, nel dossier sanitario elettronico e in un prossimo futuro nel fascicolo completo, è un buon esempio di servizio avanzato per il cittadino e di ottimizzazione e controllo della spesa: il sistema tuttavia richiede infrastrutture di telecomunicazioni adeguate. Secondo i dati resi noti nell’ottobre 2015 dall’Ufficio di Statistica della Regione Veneto, la percentuale di persone tra i 16 e i 74 anni che nel corso del 2014 ha interagito via web con la Pubblica Amministrazione è stata pari al 36% in Italia; in Veneto il risultato è di poco migliore, pari cioè al 36,7%. Siamo ancora lontani sia dal 50% fissato come obiettivo dall’Agenda Digitale sia dalla media europea del 58,7%; la distanza è poi abissale dalla testa della classifica, guidata dalla Danimarca che svetta con l’87,6%. Su questi dati pesano senz’altro la scarsa confidenza degli Italiani con gli strumenti informatici, la non sempre immediata usabilità dei siti della P.A. e, non ultimo, il digital divide che in molte zone rende difficile l’accesso a Internet e quindi frustrante l’esperienza d’uso. L’accesso a Internet, dunque, costituisce il requisito fondamentale per lo sviluppo del Paese. Secondo AgID l’Italia è sotto la media europea di oltre il 40% nell’accesso a più di 30 Mbps e in ritardo di almeno 3 anni. Il dato è ottimistico e non tiene conto del fatto che le tecnologie come VDSL2 oggi utilizzate sulla connettività in rame in realtà risalgono a circa 10 anni fa, e ormai è comunque

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assodato che il mezzo ha raggiunto la sua capacità massima almeno nelle applicazioni reali. Il passaggio alla fibra ottica dunque non è più rinviabile. I dati Infratel indicano che la popolazione italiana è sostanzialmente allineata alla media europea nell’accesso a Internet con banda 2-20 Mbps. Tuttavia, in Italia il numero delle unità immobiliari raggiunte con architettura FTTN (Fiber To The Node) è pari al 26,4%, mentre il 10,1% sono raggiunte con architetture FTTH (Fiber To The Home), FTTB (Fiber To The Building) o FTTDP (Fiber To The Distribution Point): in Europa la media è del 68% e 18,7% rispettivamente.

Veneto: situazione e investimenti Per quanto riguarda il Veneto, alla fine del 2015 il 28,7% delle unità immobiliari risultava raggiunto con architettura FTTN e il 3,8% con architetture FTTH/FTTB/FTTDP. Gli obiettivi per il 2020 consistono nella copertura a 30 Mbps del 100% delle unità immobiliari raggiunte con architettura FTTN e nella copertura a 100 Mbps del 50% delle unità immobiliari raggiunte con architettura FTTH. La consultazione svoltasi nel 2015 a cui Infratel ha invitato gli operatori di telecomunicazioni ha permesso di individuare con precisione quali aree del Veneto saranno coperte con la banda ultralarga da investimenti privati nei prossimi anni; di conseguenza, Infratel ha definito quali aree saranno invece infrastrutturate entro il 2018 con investimento pubblico. In attesa che il catasto digitale del sopra e sottosuolo diventi una realtà in grado di snellire e velocizzare i processi, i dati Infratel evidenziano come l’incertezza – se non la completa assenza – di informazioni sulle infrastrutture di posa determini una media nazionale di 136 giorni per ottenere tutti i permessi necessari per l’avvio dei lavori. Il Veneto in questo caso segna una prestazione peggiore, con addirittura 154 giorni. L’accordo firmato con il Governo lo scorso aprile ha messo a disposizione del Veneto complessivamente circa 400 milioni di euro per la realizzazione delle reti in fibra ottica nelle aree a fallimento di mercato. I lavori, come ha spiegato Antonello Giacomelli - sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni - in un intervento che si è tenuto all’inizio di maggio presso l’Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia, cominceranno tra ottobre e novembre. Le amministrazioni locali beneficiarie degli investimenti dovranno fornire a Infratel tutte le informazioni sulle infrastrutture del sotto e soprasuolo: un’altra spinta alla digitalizzazione. Dei 2,2 miliardi di euro stanziati inizialmente dal Governo, sono stati risparmiati 600 milioni: serviranno per interconnettere le fibre spente esistenti e garantire l’efficacia degli interventi.

gandini-rendina.com

L’evoluzione degli ultrasuoni per la misura di acqua ed energia.

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Alessandro Bissoli - alessandro@bissoli.net Laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, libero professionista, si occupa di Consulenza di Direzione. Consigliere dell'Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia, è referente della Commissione ICT e coordinatore del Gruppo di lavoro sulla Fibra Ottica. Esperto di progettazione di sistemi informativi e reti di telecomunicazioni, è anche Consulente Tecnico d'Ufficio e di parte.


SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Sviluppo rete trasmissiva Wind ha sviluppato un'infrastruttura integrata di rete trasmissiva ad alta capacità su tutto il territorio nazionale fornendo un’importante copertura sia per servizi fissi che mobili. Ogni anno investe nel miglioramento e nell’ampliamento della rete per offrire servizi innovativi e sempre al passo con le esigenze dei clienti. Wind è impegnata nel raggiungimento degli obiettivi posti dall’Agenda Digitale Italiana favorendo il processo di digitalizzazione, che avrà un impatto positivo sia sui cittadini che sulle aziende, nonché riducendo quanto più possibile il digital divide.

Mobile Al 31 dicembre 2015, la rete mobile copre il 99,9% della popolazione italiana, la rete UMTS/HSPA è disponibile sul 98,5%. Wind ha continuato ad estendere la copertura LTE su tutto il territorio nazionale passando dal 37% del 2014 al 56,3% del 2015. La copertura LTE è stata ampliata in particolar modo attraverso l’implementazione di nuovi siti in banda 800 MHz. Tale banda presenta caratteristiche di propagazione tali che permettono di coprire ampie aree e di penetrare all’interno degli edifici. Nelle aree ad alta densità di traffico dati, invece, Wind continua principalmente a implementare siti in banda 2600MHz. Nel prossimo futuro, l’azienda intende introdurre nella rete LTE il servizio VoLTE (VoiceOverLTE), la funzionalità di Carrier Aggregation e il Refarming della banda 1800 MHz.

LLU Al 31 dicembre 2015, la rete fissa di Wind copre con servizi a larga banda ADSL il 64,5% della popolazione italiana con 1.636 siti LLU. Wind prevede di aumentare la copertura fino a circa il 70% delle linee fisse italiane.

FTTx Nel 2015 Wind ha investito sulla fibra attivando i servizi a banda ultra larga su circa il 10% della popolazione sfruttando le tecnologie Fiber To The Cabinet e Fiber To The Home: • in alcune aree delle principali città italiane (55 Comuni nel 2015) è stata implementata l’architettura Fiber to the Cabinet (FTTC) attraverso l’accordo “Virtual Unbundling Local Access” (VULA) con TIM, con l’intento di estendere il servizio in modo ancor più capillare nei prossimi anni. • nelle città di Milano, Bologna e a breve Torino, Wind offre connessioni in fibra ottica con velocità fino a 100 Mbps. Wind ha anche attivato i primi collegamenti in banda ul-

tralarga in collaborazione con Enel Open Fiber a Perugia. Il Piano di Enel coprirà fino a 250 città italiane con fibra in modalità Fiber to the Home (FTTH). La prima fase si concentra su dieci tra le principali città italiane - Perugia, Bari, Cagliari, Catania, Venezia, Firenze, Genova, Padova, Palermo, Napoli in cui i lavori sono già stati avviati e i servizi ai clienti saranno progressivamente disponibili.

Rete Trasmissiva e Piattaforme Servizi Al 31 dicembre 2015 le reti mobile e fissa utilizzano 22.300 km di backbone e 5.091 km di rete MAN su cavo in fibra ottica. Tale infrastruttura porta complessivamente 1.400.000 km di fibre ottiche (pari a circa 3,6 volte la distanza fra la Terra e la Luna). Wind sta trasformando la propria rete con le nuove tecnologie IP over WDM per supportare la continua crescita del traffico ultra-broadband su infrastrutture fisse e mobili e migliorare l’esperienza dei clienti. È stato il primo operatore in Italia ad adottare una soluzione Super Backbone di ultima generazione con la tecnologia ottica a 100Gb/s over WDM coerente, capace di raggiungere una velocità 4 volte superiore rispetto alle piattaforme tradizionali, per costruire una rete sempre più affidabile e intelligente in grado di supportare la crescita del 4G sia per i consumatori che per le aziende. Le reti mobile e fissa di Wind utilizzano una piattaforma di rete intelligente, la cui capacità è stata ampliata così da fornire servizi integrati anche su rete IP. L’integrazione della rete fissa e mobile permette di offrire servizi ai clienti di telefonia mobile, rete fissa, Internet e VAS.

MVNO Facendo leva sui propri asset fondamentali – le infrastrutture di Rete ed IT, da una parte, e le competenze ingegneristiche ed operative delle proprie persone, dall’altra –, Wind ha conquistato la fiducia del più grande Mobile Virtual Network Operator italiano che, a partire dal 2014, offre ai propri clienti finali servizi di comunicazioni mobile e personali, appoggiandosi alla rete mobile di Wind, compresa la sua rete di quarta generazione (4G o LTE) in continuo sviluppo. L’impiego di protocolli aperti e di tecnologia IP costituisce un fattore decisivo per garantire la necessaria flessibilità e scalabilità nell’interlavoro tra le reti dei due Operatori a sostegno sia delle evoluzioni dei servizi, sia della crescita del traffico servito.

Roaming Wind ha circa 496 accordi di roaming con altri operatori di telecomunicazioni italiani e internazionali in tutto il mondo.

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Il nuovo software per la banda larga Disegnare e gestire la rete in fibra ottica è l’obiettivo di Fiber Optic Works, il software per la progettazione e la gestione delle reti in fibra ottica creato da Hexagon Safety & Infrastructure – provider globale di software di ingegneria e geospaziale –, uno strumento indispensabile per le utilities pubbliche e private, i provider di comunicazioni, i Comuni e le agenzie statali. In un mondo dove il fabbisogno di connessioni è in continua crescita, la fibra è fondamentale per la creazione di reti ad alta velocità utili per Smart Grid, Fiber to the Home, Intelligence Roadway Information Management System, soluzioni che connettono sensori, sistemi di comunicazione e infrastrutture critiche attraverso sistemi cablati ad alta velocità in fibra ottica. Il ruolo di Fiber Optic Works è quello di supportare gli operatori impegnati a perseguire l’Agenda europea 2020 e la Strategia italiana per la banda ultra larga, con cui si intende coprire, entro 4 anni, l’85% della popolazione con infrastrutture in grado di veicolare servizi ad alta velocità pari e superiori a 100Mbps, garantendo per di più al 100% dei cittadini l’accesso alla rete internet ad almeno 30Mbps. In questo quadro, va tenuto in considerazione anche il decreto di giugno scorso del Ministero dello Sviluppo economico col quale si istituisce il sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture (SINFI) che attua la strategia per la banda ultra larga e diverse disposizioni approvate negli ultimi anni quali il decreto Sblocca Italia (l. 164/2014), la legge di delegazione europea 2014 e il dlgs n. 33/2016 attuativo della direttiva 2014/61/UE sulla riduzione dei costi dell'installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità. Fiber Optic Works consente di automatizzare processi importanti quali la pianificazione strategica, la ricerca di percorsi ottimali per la stesura dei cavi in fibra necessari a connettere le utenze, la gestione delle infrastrutture del sottosuolo, la verifica della disponibilità delle fibre esistenti e l’allocazione di quelle necessarie per i nuovi collegamenti, la preventivazione rapida per gli uffici commerciali, la generazione di distinte per l’esecuzione dei lavori, il monitoraggio dello stato di avanzamento dei lavori di posa, la progettazione di outside e inside plant, la gestione logica delle connessioni tra fibre e apparati, l’analisi della rete esistente, il monitoraggio Optical Time Domain Reflectometer (OTDR) utile per testare la fibra e certificare parti di rete. Immediati i vantaggi della soluzione messa in campo da Hexagon che punta alla configurazione, archiviazione e all’accesso enterprise dei dati. Altri punti di forza di Fiber Optic Works sono la scalabilità e la modularità per un’aderenza perfetta alle esigenze dei clienti con una soluzione completa che elimina l’utilizzo di applicazioni custom e i problemi di interoperabilità tra software diversi. Uno dei punti forza di Fiber Optic Works è il modello dati preconfigurato e ricco di funzioni per la gestione delle reti, basato sul motore G/Technology, con cui è possibile modellare completamente le componenti ottiche e le infrastrutture con tempi di implementazione più brevi, una durata del progetto calcolabile, una integrazione semplificata con l’IT aziendale e costi contenuti. Quanto alla gestione delle infrastrutture del sottosuolo e ISP, il software consente un’analisi a supporto della gestione ordinaria delle rete e della fase di pianificazione strategica. Tramite Fiber Optic Works è possibile tenere sotto controllo l’utilizzo della fibra, il percorso e l’allocazione. Hanno già riconosciuto il valore della soluzione Hexagon: Vodafone, Retelit, Asco TlC e Insiel.



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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Il nuovo codice degli appalti Settori speciali sempre meno... speciali Prof. Avv. Annalaura Giannelli Studio Legale Prof. Avv. Mauro Renna La disciplina degli appalti nei cosiddetti settori speciali sta andando incontro ad una importantissima svolta impressa, ovviamente, dal d. lgs. 50/2016 e, ancora prima, dalle direttive europee del 2014. I cambiamenti più rilevanti, veicolati dalla direttiva 25/2014, sono riconducibili ad alcune innovative idee di fondo, che accomunano la nuova disciplina dei settori speciali e quella dettata, sempre nel 2014, dal legislatore UE, per i settori ordinari. La prima consiste nel riconoscimento del ruolo cruciale degli appalti pubblici nell’attuazione della strategia Europa 2020. Quest’ultima, come noto, promuove strumenti volti a realizzare processi di crescita intelligente inclusiva, e soprattutto, conforme al principio dello sviluppo sostenibile e del razionale uso delle risorse. La normativa sugli appalti è riconosciuta come fattore fondamentale per l’attivazione di tali processi, i quali implicano che la selezione dei partner privati delle pubbliche amministrazioni si svolga non solo in regime di imparzialità, ma tenendo anche in considerazione i profili di tutela ambientale, sociale e del lavoro. Le commesse pubbliche, dunque, non vengono considerate solo come fonte di flussi economici in uscita dalle casse pubbliche, ma anche e soprattutto come una preziosa opportunità per innescare efficienti sinergie tra amministrazioni e imprese, nell’ottica della costante ricerca di un adeguato bilanciamento tra le esigenze di crescita economica e quelle di sostenibilità ecologica e sociale. La seconda idea ispiratrice della nuova disciplina europea consiste nella flessibilizzazione delle procedure di gara. La crisi economica in atto ha, infatti, posto l’attenzione sull’esigenza di ridurre i tempi di svolgimento delle gare, per non disincentivare la partecipazione degli operatori economici italiani e stranieri, e, in particolare, delle PMI, con conseguente impoverimento del mercato. Per converso, anche sul fronte dell’interesse pubblico il modello classico della gara ha svelato tutti i suoi limiti. Le esigenze della committenza pubblica, soprattutto nei cosiddetti settori speciali, sono, infatti, così complesse da suggerire l’apertura di un canale di “dialogo” con le imprese attive nel settore di riferimento, le quali sono spesso più consapevoli delle stesse pubbliche amministrazioni dei fabbisogni dell’utenza, oltre che delle criticità che, per ciascun settore, si riscontrano nella realtà dell’erogazione del servizio considerato. Emblematica

l’introduzione della procedura denominata “partenariato pubblico per l’innovazione”. Parimenti innovativo, sul fronte dell’attenzione al profilo della qualità degli acquisti, il ruolo di primissimo rilievo riconosciuto al criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ribattezzato «miglior rapporto qualità/prezzo». Tale criterio, finora considerato con diffidenza, diviene il pilastro attraverso cui perseguire gli obiettivi di valorizzazione degli aspetti qualitativi delle offerte, ivi comprese le eventuali caratteristiche di virtuosità ambientale dei cicli produttivi. L’importanza dei profili di tutela ambientale emerge anche dall’introduzione del concetto di «costo del ciclo di vita», che dovrà quantificare l’insieme dei costi per la collettività ascrivibili al processo produttivo funzionale all’esecuzione della prestazione medesima. Il tutto per selezionare offerte contrassegnate da un soddisfacente grado di efficienza economica, non sempre sinonimo di risparmio economico nel breve periodo. Queste novità presuppongono la possibilità, per le stazioni appaltanti, di disporre di adeguati mezzi e professionalità, in modo da poter fruire delle opportunità offerte dai nuovi istituti. In quest’ottica il d. lgs. 50/2016 prevede un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, volto ad imporre il ricorso alla centrale di committenza per tutte le amministrazioni che si rivelino inidonee a garantire una efficiente gestione della vicenda contrattuale, comprendente le tre fasi della progettazione, affidamento ed esecuzione. Proprio rispetto a questa fase si registrano importanti novità. Nel silenzio della normativa, sino ad oggi la giurisprudenza aveva formulato il principio di tendenziale intangibilità del contenuto negoziale all’appalto all’indomani della stipulazione. Ciò nel tentativo di scongiurare facili elusioni delle regole di gara. Sotto questo profilo le direttive del 2014 manifestano un atteggiamento meno drastico. La rinegoziazione, infatti, viene vista come un fenomeno non necessariamente elusivo, ma al contrario potenzialmente foriero di vantaggi sia per la committenza che per i fruitori dei servizi e dei beni di volta in volta appaltati. In quest’ottica, vengono ritenute apponibili le modifiche non sostanziali, ossia relative a condizioni che non avrebbero inciso sul risultato della procedura di aggiudicazione nel caso in cui fossero già state previste dagli originari atti di gara. Il tutto, ancora una volta, sulla scorta di una impostazione che vede negli appalti pubblici un fenomeno foriero di opportunità, più che di rischi.

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Il partenariato per l’innovazione Avv. Pasquale Pantalone Studio Legale Prof. Avv. Mauro Renna

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Il nuovo Codice dei contratti pubblici individua sei diverse procedure di scelta del contraente nei settori ordinari: la procedura aperta (art. 60); la procedura ristretta (art. 61); la procedura competitiva con negoziazione (art. 62); la procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara (art. 63); il dialogo competitivo (art. 64) e il partenariato per l’innovazione (art. 65). In via generale, le stazioni appaltanti scelgono tra procedure aperte (in cui ogni operatore economico interessato può presentare un’offerta) o ristrette (in cui ogni operatore economico può chiedere di partecipare, ma possono presentare un’offerta soltanto gli operatori economici invitati dalla stazione appaltante). Solo se sussistono gli specifici requisiti indicati dal Codice è possibile ricorrere alle altre procedure. Tra queste ultime, talune si propongono di valorizzare, sulla scorta delle indicazioni delle direttive europee, la “flessibilità” procedurale (sia pure nel rispetto della tutela della concorrenza) e i profili legati all’innovazione tecnologica. Il favor per l’innovazione tecnologica è immediatamente riscontrabile nella previsione di una procedura ad hoc (la quale risulta, peraltro, applicabile anche ai settori speciali: v. art. 122 del Codice), che è il partenariato per l’innovazione. Ai sensi dell’art. 65 del Codice, il ricorso al partenariato per l’innovazione è ammissibile quando sussiste l’esigenza di sviluppare e acquistare prodotti, servizi o lavori innovativi non presenti sul mercato. A tal proposito, sono previste due diverse “scansioni” procedurali: una prima consistente nella pubblicazione dei documenti di gara, in cui la stazione appaltante precisa, tra le altre cose, i propri bisogni di innovazione, i requisiti minimi ricercati nei candidati e il regime applicabile ai diritti di proprietà intellettuale; una seconda che ha, invece, a oggetto la vera e propria negoziazione delle offerte iniziali e delle offerte successive migliorative presentate dagli operatori economici invitati dalla medesima stazione appaltante. Il partenariato per l’innovazione è strutturato in fasi successive, le quali dovrebbero rispecchiare gli stadi di ideazione, realizzazione e commercializzazione tipici dei processi di ricerca e di innovazione. Se previsto nei documenti di gara, la stazione appaltante, dopo ciascuna fase e in rapporto al grado di conseguimento degli obiettivi prefissati, può scegliere di risolvere il partenariato in toto o solo con singoli operatori. Al termine della negoziazione viene individuata la migliore offerta attraverso il criterio del miglior rapporto qualità/prezzo. La gestione di una procedura complessa, come è quella del partenariato per l’innovazione, esige che le amministrazioni dispongano delle competenze necessarie per condurre negoziati corretti, al fine di ridurre l’asimmetria informativa che, molto spesso, ha caratterizzato l’operato della controparte pubblica.


Il settore idrico e i suoi (nuovi) fabbisogni Avv. Stefano Vaccari Studio Legale Prof. Avv. Mauro Renna L’analisi dei fabbisogni del settore idrico suggerisce di evitare di affacciarsi alla lettura delle disposizioni contenute all’interno del nuovo Codice dei contratti pubblici (d.lgs. 50/2016) secondo un approccio meramente astratto rispetto ad un particolare contesto di riferimento (in questo caso il S.I.I.) con le sue peculiari esigenze di comparto industriale. Allargando, infatti, lo sguardo aldilà del solo segmento della “filiera” rappresentato dal rapporto tra gestori e c.d. “terzisti” si comprende come il nuovo Codice rappresenti un insieme di mezzi giuridici messi a disposizione dei gestori del S.I.I., i quali dovranno essere in grado di funzionalizzarli al meglio. Tutto ciò suggerisce una prima conclusione del ragionamento: i “fabbisogni” del settore idrico rappresentano sempre un “prius” rispetto alle scelte di gara “a valle”. Da un esame di sintesi delle diverse gestioni del panorama idrico italiano è possibile individuare le seguenti criticità principali: discontinuità del servizio, perdite di rete, carenza degli impianti di fognatura e depurazione, insufficienze dei sistemi di misura e di lettura, stato di conservazione delle reti e degli impianti. Questi dati consentono un’immediata comprensione dei fabbisogni principali che interessano (in alcuni casi, già da molti anni) il settore, ossia principalmente: riduzione del grado di vetustà degli impianti e delle reti, adeguamento e/o realizzazione (ove ancora manchino) degli impianti di fognatura e depurazione, riduzione del tasso d’interruzione e potenziamento dei sistemi di adduzione, contenimento delle perdite di rete, copertura integrale del servizio di misura. Dai fabbisogni segnalati si passa alla “programmazione degli interventi e degli investimenti” (P.D.I.) e conseguentemente, alla successiva domanda di mercato rivolta dai gestori nei confronti dei “terzisti” attraverso le forme e le procedure proprie dello strumento giuridico dell’appalto. Molte criticità non sono nuove, ma anzi interessano ormai da tempo l’agenda delle necessità di sviluppo del S.I.I. senza aver ancora trovato una risoluzione a causa del patologico “immobilismo” tecnologico del settore, spesso poco attrattivo per gli investimenti e per la ricerca di nuove frontiere legate alle “best technologies”. Oggi, grazie al recente Codice si potrà attendere un momento di apertura verso nuove opportunità grazie ad una serie di regole ivi contenute, le quali, se sapranno essere adeguatamente utilizzate e valorizzate dai gestori, potranno rappresentare una “leva” utile per intercettare le esigenze di innovazione che sono quanto mai necessarie per far fronte ai bisogni del settore. Un “caso-pilota” potrà essere rappresentato dal “servizio di misura”, oggetto della recente attenzione del regolatore nazionale con la del. 218/2016, che scaricherà sui soggetti gestori una serie di obblighi (a partire dal luglio 2016), i quali produrranno senz’altro nel breve periodo un incremento della domanda di mercato nei confronti delle aziende interessate al fine di adeguarsi al nuovo “framework” regolatorio (ad es., forniture di contatori “intelligenti”).

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Nuovo codice degli appalti: due percorsi innovativi di Gruppo CAP per il Servizio Idrico. Dalla qualificazione dei fornitori a una consultazione preliminare di mercato per individuare le soluzioni tecnologiche più innovative Una sinergia concreta Al via la piattaforma unica di qualificazione dei fornitori per 5 aziende idriche lombarde. Gestirà oltre 400 appalti per più di 50 milioni di euro all’anno Milano, Monza, Cremona, Lecco e ora anche Bergamo fanno rete per ridurre i tempi delle gare e semplificare le procedure per le imprese. Un unico sistema di qualificazione per oltre mille imprese. Una sola piattaforma che va nella direzione della stazione unica appaltante in grado di affidare più di 400 appalti all’anno per oltre 50 milioni di euro di investimenti. Un sistema che garantisce la gestione ottimale di 35mila km di infrastrutture idriche al servizio di 4 milioni e 700mila abitanti lombardi, metà Lombardia. È questo il risultato degli accordi che sono stati firmati in questi mesi tra Gruppo CAP, Brianzacque, Padania Acque, Gruppo Lario Reti e Uniacque. Le quattro aziende idriche delle province di Monza, Cremona, Lecco e Bergamo hanno deciso di aderire al sistema di qualificazione dei fornitori già istituito da CAP, il gestore unico del servizio idrico sull’area metropolitana di Milano, per l’affidamento di tre diverse categorie di opere: lavori, servizi e forniture, incarichi professionali, in linea con

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il principio del nuovo Codice degli Appalti in merito alle aggregazioni e centralizzazioni delle committenze. Secondo le stime, con il sistema unico di qualificazione verranno gestiti almeno 400 appalti nel 2017, per un importo complessivo di oltre 50 milioni di euro. Cifre alle quali si aggiungono gli accordi quadro, che riguardano le opere per importi superiori ai 5 milioni. Al sistema di qualificazione unificato aderiscono già ora oltre 1000 fornitori. Si tratta di una delle prime sinergie concrete della Water Alliance, la rete di imprese nata nel 2015 tra le aziende pubbliche in house del servizio idrico lombardo: “La condivisione dei sistemi di qualificazione è un primo importante traguardo, che ci permette di sperimentare soluzioni e sinergie innovative verso la centrale unica appaltante”, spiega il presidente del Gruppo CAP, Alessandro Russo. “Un esempio quindi di cooperazione virtuosa, che comporterà snellimento dei tempi e semplificazioni burocratiche anche per gli operatori”, aggiunge Paolo Franco, presidente di Uniacque. A trarre vantaggio dall’adozione di un sistema di qualificazione unico sono sia le stazioni appaltanti, ovvero le 5 aziende idriche, sia le imprese e i professionisti che partecipano alle gare: la sinergia garantirà infatti maggiore trasparenza delle procedure, abbattimento dei tempi per l’affidamento e la realizzazione dei lavori,


SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

riduzione dei costi per le aziende idriche nell’espletamento delle gare, ma anche la certezza di avvalersi di operatori qualificati, in possesso di tutti i requisiti per eseguire i lavori. Dal canto loro, le imprese e i professionisti potranno partecipare alle selezioni indette sia da CAP sia da Brianzacque, Padania Acque, Lario Reti e Uniacque, registrandosi a un unico portale. I requisiti di idoneità sono verificati a monte, e in questo modo vengono automaticamente selezionati solo le imprese e i professionisti idonei e in possesso di tutte le caratteristiche necessarie. Water Alliance Water Alliance è la rete di imprese che oggi coinvolge 8 aziende idriche pubbliche lombarde, che servono oltre metà Lombardia (5 milioni e 600mila abitanti). Insieme, le 8 aziende hanno pianificato investimenti per 800milioni di euro nei prossimi cinque anni nell’area metropolitana di Milano (servita da Gruppo CAP) e nelle province di Monza e Brianza (Brianzacque), Cremona (Padania Acque), Lodi (SAL), Pavia (Pavia Acque), Bergamo (Uniacque), Lecco (Gruppo Lario Reti) e Sondrio (Secam).

Fanghi & innovazione CAP apre una consultazione preliminare di mercato, per individuare le soluzioni tecnologiche più innovative. Lo strumento è previsto dal nuovo Codice degli Appalti ed è stato presentato nell’ambito del progetto WaterPIPP finanziato dalla Commissione Europea (Public Innovation Procurement Policy). Individuare le soluzioni tecnologiche più innovative ed efficienti per valorizzare i fanghi residui della depurazione in chiave di economia circolare. È l’obiettivo della consultazione preliminare di mercato aperta da Gruppo CAP nell’ambito di WaterPIPP (Public Innovation Procurement Policy), il progetto finanziato dalla Commissione Europea all’interno del 7° programma quadro rivolto alla promozione di strategie e iniziative di cooperazione transfrontaliera in materia di appalti pubblici di innovazione nel settore idrico. Oltre a partecipare a WaterPIPP, Gruppo CAP ha aperto la consultazione in seguito al “Meet the market event”, il

seminario coordinato da ARCA sul WaterPIPP, svoltosi il 22 giugno presso Palazzo Pirelli a Milano. Durante il seminario, CAP ha presentato al mercato le proprie esigenze in materia di ricerca di soluzioni innovative per la gestione dei reflui. Oggi i 59 depuratori del Gruppo CAP producono 70.000 tonnellate all’anno di fanghi: il 43% viene smaltito in agricoltura; il 40% viene conferito in discarica; il 17% infine viene sottoposto ad essiccamento e riutilizzato, ad esempio, nei cementifici. Lo strumento della consultazione consente di avviare un dialogo costruttivo con il mercato, per trovare le soluzioni più all’avanguardia nella consapevolezza che la gestione del servizio idrico affida agli operatori un ruolo sociale e ambientale preciso e fattivo. Oggi infatti gestire l’acqua di un territorio significa anche ripensare e aggiornare la depurazione secondo le tecnologie più avanzate, per garantire che l’acqua che viene restituita all’ambiente sia conforme agli standard più elevati e che allo stesso tempo possa diventare fonte di energia attraverso il recupero, per esempio, dei fanghi che possono diventare fertilizzante, calore o elettricità. Un impegno verso l’ambiente che è strettamente connesso alla responsabilità sociale d’impresa. La consultazione preliminare di mercato, aperta sulla base dell’art. 66 del nuovo Codice degli Appalti, punta ad informare gli operatori economici sulle esigenze dell’azienda, acquisendo al tempo stesso informazioni approfondite sugli sviluppi tecnologici recenti, per poter poi procedere alla preparazione di eventuali appalti. In particolare l’obiettivo di CAP è indagare il mercato - inteso sia come mercato maturo per appalti di lavori, servizi e forniture sia come mercato per appalti di servizi di ricerca e sviluppo - per la valorizzazione dei fanghi e il miglioramento della gestione e smaltimento degli stessi, partendo dal concetto che – in ottica di biobased economy e di riconsiderazione delle attuali pratiche di smaltimento – anche i fanghi prodotti dagli impianti di depurazione possono essere trattati e valorizzati per ulteriori usi. Per accedere alla consultazione, le informazioni sono on line nella sezione “Gare e Appalti–Avvisi indicativi periodici” del sito www.gruppocap.it.

Depuratore di Peschiera Borromeo

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Valvola automatica di sicurezza ad attivazione sismica con riarmo manuale Una corretta progettazione antisismica deve riguardare sia l’aspetto strutturale sia quello non strutturale degli edifici, prevedendo specifici criteri di progettazione degli impianti per limitare il rischio di fuoriuscite incontrollate di gas in occasione di eventi sismici. Ciò al fine di ridurre il rischio incendio, di esplosione e di soffocamento subito dopo il verificarsi di un terremoto. Tale obiettivo è facilmente raggiungibile attraverso l’impiego di GrShake, valvola automatica di sicurezza ad attivazione sismica adatta ad essere installata in atmosfera potenzialmente esplosiva classificata Zona 1, ai sensi delle direttive 99/92 e 94/9 CE ATEX. Il limite di attivazione è stato accuratamente studiato per discriminare i fenomeni sismici, che possono recare danni non trascurabili alle costruzioni, da vibrazioni di origine antropica oppure indotte da terremoti di bassa intensità. GrShake è stata progettata in collaborazione con Panasonic, esperta a livello mondiale nella produzione di componenti utilizzati in applicazioni sismiche grazie alla decennale esperienza maturata nel paese nipponico. I componenti integrati in GrShake sono in uso da oltre venti anni con eccellenti risultati sia in termini di affidabilità che di sensibilità di intervento. Oltre a questa importante referenza, GrShake è stata sottoposta a prove vibrazionali e sismiche, presso il laboratorio ISMES del CESI, per verificare l’idoneità del prodotto finale rispetto alle NTC, alle Linee Guida CIG n°13 ed alle caratteristiche dei terremoti italiani. Le prove hanno dimostrato che GrShake risponde perfettamente ai terremoti italiani, scongiurando allo stesso tempo possibili ed indesiderate attivazioni in occasione di vibrazioni di disturbo, quali ad esempio, mezzi pesanti in transito, mezzi meccanici di scavo o colpi accidentali. GrShake è disponibile nei diametri ¾”, 1” e 1 ¼”, con diverse soluzioni di connessione all’impianto.

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Sistema veicolare per la ricerca perdite di gas naturale Selma Bumper è un sistema veicolare per la ricerca perdite di gas naturale lungo la rete di distribuzione posta ai lati o sotto la sede stradale. Decine di cannucce poste all'interno del paraurti anteriore dell'auto, aspirano l'aria e la portano in uno scanner dove viene analizzata da un sistema laser. Il fotodetector che riceve il laser riconosce la presenza di metano nell'aria assorbita. Immediatamente avvisa l'operatore nell'abitacolo tramite un allarme visivo e sonoro. Accanto al guidatore vi è un PC Laptop che registra diverse informazioni: dal tracciato del percorso seguito dal veicolo, tramite GPS, la velocità del veicolo, lo stato del sistema, fino alla eventuale individuazione di perdite e la loro entità e localizzazione. Già da qualche anno Roberto Di Lucchio, Amministratore Unico di Teknegas S.r.l., utilizza il sistema Selma prodotto da Pergam Suisse per svolgere il servizio di ispezione in tutta Italia. Ha lavorato infatti per le maggiori aziende di distribuzione di metano, tra cui: IREN Emilia, Linea Distribuzione, EGEA, VUS Spoleto, ASPM Soresina, AMC Casale, COSVIM Energia. Mentre diversi pezzi sono stati venduti in Svizzera, Stati Uniti, Cina, Australia, Giappone ed altri Paesi. Ciò che rende questo sistema insostituibile rispetto ad altri presenti sul mercato è l’elevata affidabilità del segnale, la semplicità e la velocità di utilizzo. Una cella di riferimento effettua un costante confronto tra l'aria esterna e quella presente in questa cella dove vi è contenuta una proporzione nota di metano e rende non necessaria la calibrazione. Quindi, a differenza degli altri sistemi, è inutile trasportare pesanti e pericolose bombole di metano nel veicolo. Il software consente di utilizzare direttamente le mappe generate dall'azienda appaltante. È possibile effettuare l'ispezione ad una velocità più elevata rispetto agli altri sistemi presenti sul mercato: fino a 50 km all'ora. La semplicità di utilizzo del software installato su tablet e gli avvisi acustici, permettono a chi guida di svolgere l'ispezione direttamente, anche con singolo operatore se necessario. Non ha bisogno di manutenzione ordinaria. Un sistema d'allarme avvisa in caso vi sia la necessità di pulizia straordinaria del sensore, compito che richiede qualche minuto. Il tutto in spazi davvero ridotti, consentendo l'installazione sugli autoveicoli più piccoli in commercio.

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

SMART-Plant: circolarità nei depuratori esistenti Francesco Fatone – Dipartimento di Biotecnologie Università di Verona

Gli ingenti investimenti nel settore della depurazione urbana sono dovuti ai sempre più stringenti limiti allo scarico, che richiedono trattamenti più avanzati degli ormai centenari processi a fanghi attivi convenzionali. D’altra parte, il momento potrebbe essere propizio per trasformare l’obbligo normativo in opportunità di migliore sostenibilità economica ed ambientale, trasformando i nostri depuratori in bio-raffinerie. Le aziende del servizio idrico integrato potrebbero infatti diventare importanti operatori di economia circolare, integrando gli impianti di depurazione con tecnologie ready-to-market, per proporsi quindi alle industrie chimiche come fornitori di materia recuperata, magari stimolando nuove iniziative di partnership pubblicoprivato. Oltre all’acqua riutilizzabile, tecnologie già validate almeno a scala pilota possono permettere di recuperare ogni anno dagli scarichi di ogni cittadino composti organici (bio)raffinati (4-7 kg di cellulosa; 2-4 kg di biopolimeri o 10-13 m3 di metano), nutrienti o ammendanti (0,5-1 kg di fosforo; 4-5 kg di azoto; 8-10 kg di compost). Il limite principale, a quello che potrebbe sembrare un infattibile cambio di paradigma della depurazione, non è tecnologico ma economico e sociale: manca la simbiosi industriale tra aziende del servizio idrico integrato e l’industria chimica; mancano regolamenti, nor-

Fig.1: La visione di SMART-Plant

mative e modelli di sfruttamento e commercializzazione delle risorse recuperabili; l’informazione al pubblico è carente e la percezione del consumatore è dunque scarsa ed inibisce potenziali prospettive di mercato. In questo quadro si innesta l’azione di innovazione SMART-Plant, acronimo di “Scale-up of low-carbon footprint MAterial Recovery Techniques for upgrading existing wastewater treatment Plants”, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon2020 con un budget complessivo di circa 9.6 milioni di euro. Iniziato il 1° giugno 2016, SMART-Plant fonda sulla collaborazione, coordinata dall’Università di Verona, di 25 partner (17 piccole e grandi aziende, di cui 7 water utilities, oltre a 8 università e Centri di ricerca) di Italia, Spagna, Germania, Olanda, Inghilterra, Grecia, Portogallo e Paesi extra-UE come Norvegia, Svizzera e Israele. In Italia, oltre al coordinatore Università di Verona, partecipano l’Università di Roma “La Sapienza”, la water utility Alto Trevigiano Servizi e la piccola azienda SCAE srl. SMART-Plant interviene in Europa su 5 siti di innovazione in Italia (Carbonera -TV), Regno Unito (Cranfield), Olanda (Uithuizermeeden), Spagna (Manresa), Grecia (Psyttaleia, Atene) ed Israele (Karmiel) per integrare i depuratori municipali esistenti con le SMARTechs nei principali stage di trattamento, sia in linea acque che in linea fanghi.

Fig.2: Integrazione delle SMARTechs nella filiera dei depuratori esistenti

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Partendo dai trattamenti primari, in Olanda la SMARTech 1 realizza la segregazione e concentrazione upstream dei solidi sospesi utilizzando filtri rotativi dinamici, che separano ottimamente le fibre cellulosiche (carta igienica). I fanghi primari, cosiddetti cellulosici, vengono poi post-raffinati in-situ fino al recupero di cellulosa con grado di purezza commerciabile. Lo stadio di trattamento secondario è integrato presso il depuratore di Karmiel con la SMARTech 2a che consiste in sistemi anaerobici a biomassa immobilizzata in resine poliuretaniche realizzando incrementi di produzione biogas del 20-30% rispetto a sistemi convenzionali UASB/EGBR. Restando sul trattamento secondario, ma in climi temperati o continentali, la SMARTech 2b integra il depuratore di Manresa con sistemi biologico via-nitrito e recupero di fosforo. Il trattamento terziario è integrato a Cranfield dalla SMARTech 3 per recuperare fosforo e azoto tramite sistemi di adsorbimento nano-ingegnerizzato. L’Italia è l’hub dell’eco-innovazione integrata nella linea fanghi, presso il depuratore di Carbonera, con impianti biologici via-nitrito per la rimozione dell’azoto e iper accumulo del fosforo (sistema SCENA, acronimo di ShortCut Enhanced Nutrient Abatement- SMARTech 4a) o di rimozione dell’azoto, recupero del fosforo e iperaccumulo di biopolimeri (sistema SCEPPHAR, acronimo di Short-Cut Enhanced Phosphorus and Poly-HydroxyAlkanoate Recovery – SMARTech 5). Il sistema SCENA sarà anche accoppiato, in una versione (SMARTech 4b) adeguata ai grandi impianti, al sistema termochimico CAMBI presso il depuratore Psyttaleia ad Atene. L’integrazione delle SMARTechs sarà analizzata secondo metodi LCA, LCC, CBA, mentre la modellazione dei processi supporterà la stesura di un software di simulazione e di supporto alle decisioni, utilizzabile sia dalle water utilities che dai progettisti, per applicare le SMARTechs. Al fine di essere considerate come materie prime seconde per l’industria chimica, tutte le risorse recuperate saranno caratterizzate in termini di macro e micro-contaminanti, proprietà meccaniche, chimiche e termiche.

Fig.3: Il modello di business di SMART-Plant

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A valle della caratterizzazione, si dimostrerà, su scala pre-industriale, l’utilizzo della cellulosa ed i biopolimeri recuperati per la produzione industriale di biocompositi per l’edilizia. I fanghi recuperati, ricchi di cellulosa, saranno post-processati anche in sistemi di bio-drying, che ne ottimizzano il potere calorifico, o co-compostaggio con residui ricchi di nutrienti della filtrazione terziaria, che ne ottimizzano le proprietà agronomiche, testate su campo su colture locali. Tutte le SMARTechs saranno certificate secondo il protocollo europeo ETV (Environmental Technology Verification) al fine di supportare la commercializzazione e diffusa applicazione in Europa, prevista dopo la fine del progetto, ovvero dopo maggio 2020. Come detto, però, il principale limite alla diffusa gestione circolare delle acque reflue urbane non è tecnologico, ma economico, amministrativo e sociale. Per questo motivo SMART-Plant svilupperà e validerà modelli di business e commercializzazione di simbiosi industriale e partnership pubblico-privato, tenendo in considerazione le diverse politiche europee di tariffazione del servizio idrico integrato, ovvero come i vantaggi di una gestione circolare possono ridistribuirsi sui cittadini. Quest’anno, ad Ecomondo 2016, SMART-Plant sarà presentato e discusso il 9 novembre, nell’ambito dell’evento faro di Global Water Expo. SMART-Plant è co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon2020 con il contratto n. 690323.

Francesco Fatone - francesco.fatone@univr.it Professore associato di Processi e Impianti Chimici all’Università di Verona. Oltre a coordinare l’azione di innovazione Horizon2020 “SMART-Plant”, è responsabile scientifico per altri 4 progetti europei in ambito Horizon2020, Water JPI e Life. È editore associato di riviste scientifiche internazionali, co-chair di gruppi specialistici IWA, autore di oltre 60 articoli scientifici indicizzati su Scopus (Hindex = 17), oltre 100 comunicazioni a congressi e 2 brevetti.


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Il progetto di ammodernamento dei depuratori A partire dal 2010 EmiliAmbiente SpA ha avviato una serie di interventi volti all’ammodernamento dei principali depuratori gestiti. Spiega il Direttore Generale dell’azienda, Dino Pietralunga: “La scelta strategica dell’azienda, sostenuta dalle pianificazioni d’ambito concordate prima con ATO e oggi con ATERSIR (Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per il Servizio Idrico e i Rifiuti) è stata quella di avviare un progetto ampio e organico. Un impegno che ci ha consentito di diminuire i consumi energetici (in media del 25-30%, con punte anche più alte) e i costi gestionali di gran parte degli impianti, migliorando nel contempo i tempi e le operazioni di manutenzione e la resa del trattamento depurativo”. Un altro ambito su cui l’azienda si sta progressivamente impegnando è la dotazione degli impianti di sistemi di telecontrollo, in grado di trasmettere in tempo reale i dati sul funzionamento degli impianti alla centrale operativa; una soluzione che consente ai tecnici di monitorare la situazione a distanza ed essere allertati tempestivamente nel caso di eventuali episodi di malfunzionamento.

Fidenza Il primo impianto ristrutturato è stato quello di Fidenza capoluogo, che con i suoi 50mila abitanti equivalenti è il depuratore con maggiore potenzialità tra quelli gestiti da EmiliAmbiente. Nel 2010 sono iniziati i lavori di ampliamento della linea di pretrattamento e della linea fanghi, suddivisi in due stralci funzionali. Nel 2015 l’intervento di circa 2.500.000 euro è stato portato a termine dotando il depuratore di un nuovo ispessitore dei fanghi di supero, di un nuovo digestore completo di centrale termica alimentata dal biogas prodotto dall’impianto. Ad oggi l’impianto

Fidenza

si autosostiene in termini di consumo di gas di processo e non è stato necessario acquistare gas metano per mantenere il buon funzionamento del comparto di digestione. È stata inoltre potenziata la linea di pretrattamento dei reflui provenienti dalla fognatura del capoluogo raddoppiando il numero di pompe di sollevamento e il numero di griglie fini in testa all’impianto.

Ronco Campo Canneto Negli stessi anni sono stati realizzati i lavori di ristrutturazione e ampliamento dell’impianto di Ronco Campo Canneto, nel Comune di Trecasali. In questo caso EmiliAmbiente ha eseguito la dismissione di un impianto di piccole dimensioni e di scarse prestazioni nello stesso Comune per convogliare i reflui ad un nuovo impianto potenziato ed efficiente. L’investimento è stato di 450.000

Ronco Campo Canneto

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Busseto

euro. Per la prima volta EmiliAmbiente sceglie di installare il tappeto poroso dedicato all’aerazione della biomassa sospesa su telai amovibili in acciaio inox: una soluzione che consentirà di svolgere la manutenzione del depuratore - caratterizzato da una linea singola di trattamento - senza fermarne l’attività.

Busseto Nel 2012 EmiliAmbiente avvia i lavori di ristrutturazione del depuratore di Busseto capoluogo, allora 20.000 abitanti equivalenti (terzo impianto per maggior potenzialità tra quelli in gestione). In questa occasione EmiliAmbiente sceglie per la prima volta la gestione del processo depurativo a cicli, trasformando quindi lo schema classico del trattamento biologico. Va detto che l’impianto, nonostante la potenzialità, non era dotato di un comparto di denitrificazione; era quindi necessario trovare una soluzione a tale carenza. Il processo a cicli ha permesso di realizzare il trattamento di depurazione completo senza la costruzione di manufatti ed ha dotato l’impianto di un sistema di gestione fine del processo. Quanto descritto può avvenire attraverso un programma dedicato alla regolazione dell’efficienza depurativa che sostanzialmente realizza la modellazione delle reazioni metaboliche dei microorganismi e chimiche che avvengono nel reattore biologico. Due sonde per linea atte alla rilevazione dei valori dell’ossigeno disciolto e dei valori di ossidoriduzione inviano i dati al programma di gestione che regola il funzionamento dei compressori a lobi aumentando o diminuendo l’aerazione necessaria, seguendo quindi passo passo le reali necessità depurative dell’impianto. Sono stati sostituiti i macchinari dedicati all’aerazione esistenti, aeratori ad immersione notoriamente energivori e con rese non ottimali, con dei compressori a lobi che alimentano un tappeto poroso costituito da piattelli a membrana microforata in grado di garantire ottime rese in termini di trasferimento di ossigeno. L’investimento, di circa 800mila euro, consente di aumentare la potenzialità dell’impianto da 20mila a 24mila abitanti equivalenti.

San Secondo Parmense e Fontanellato

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Nel 2016 è stata la volta degli impianti di San Secondo Parmense e Fontanellato – entrambi depuratori principali dei capoluoghi - le cui rispettive potenzialità sono di 8000 e 9000 abitanti equivalenti. Si tratta di impianti biologici classici che fino a gennaio 2016 montavano nel comparto di nitrificazione degli aeratori sommersi, una situazione del tutto simile a quella descritta per il depuratore di Busseto. Nell’impianto di San Secondo –

dove era presente il comparto di denitrificazione - è stato mantenuto lo schema classico di trattamento. Sono quindi stati sostituiti i macchinari dedicati all’aerazione esistenti con dei compressori a lobi che alimentano un tappeto poroso costituito da piattelli a membrana microforata in grado di garantire ottime rese in termini di trasferimento di ossigeno. Poiché l’impianto è in un’unica linea di depurazione, per diminuire i tempi di fermo del trattamento sia in fase di costruzione che in fase di futura manutenzione, il tappeto poroso è stato installato su tre telai amovibili in acciaio inox che danno la possibilità di essere estratti dalla vasca singolarmente senza quindi fermare il completamente processo. Simile l’intervento eseguito per il depuratore di Fontanellato ma con la sostanziale differenza della tipologia di processo realizzata. L’impianto infatti è stato trasformato da biologico classico con lo schema di trattamento nitrificazione/denitrificazione in un impianto a cicli, come per l’impianto di Busseto. Il comparto di denitrificazione è stato eliminato realizzando una vasca di aerazione di maggior volume (nessuna opera strutturale: è stato utilizzato il volume utile già presente) nella quale sono stati installati otto telai estraibili in acciaio inox sui quali è montato il tappeto di aerazione.

Salsomaggiore Terme Attualmente sono in corso i lavori di ammodernamento dell’impianto di Salsomaggiore Terme, 30.000 abitanti equivalenti. Nel comparto di aerazione, che era già dotato del sistema di compressori a lobi e piattelli con membrana microforata, sono state sostituite completamente le membrane dei diffusori del tappeto poroso e ristrutturata la tubazione di convogliamento dell’aria, dotando quest’ultima anche di un sistema fisso per l’iniezione di acido formico per la pulizia periodica del sistema. I compressori adesso sono regolati da inverter che consentono una migliore gestione della quantità d’aria inviata ai reattori biologici (tre in questo caso) attraverso la lettura della quantità di ossigeno disciolto che avviene con degli ossimetri installati a bordo vasche. Due dei tre sedimentatori finali sono stati ristrutturati e il terzo verrà ammodernato nel 2017. La sezione di disidratazione dei fanghi di supero è stata ricostruita completamente dotandola di una pressa a vite completa di coclea di trasporto del fango disidratato nel cassone di stoccaggio, di un nuovo sistema di miscelazione dei fanghi con il polielettrolita, di un polipreparatore ristrutturato, il tutto completato da un impianto elettrico adeguato. Il tenore di sostanza secca dei fanghi disidratati è passato dal 1618% al 25%.


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Controllo ambientale del funzionamento degli scarichi a mare Riccardo Savarino – C.d.i. - Consulenze di Ingegneria e Paolo Domenichini - Biubi srl Un elemento essenziale della depurazione dei reflui è l’impianto di depurazione che ha il principale compito di trattare gli scarichi fognari per abbattere gli inquinanti, portando i valori dei parametri (BOD5, COD, SS, azoto etc.) all’interno di quelli previsti dalle attuali normative. Il sistema di depurazione non è però caratterizzato solamente dal processo biologico o chimico-fisico ma anche dai prodotti “derivati” da tale processo ed in particolare produzione di fanghi e scarico dell’effluente. Tralasciando il problema dello smaltimento dei fanghi, di seguito viene analizzato il problema degli scarichi. L’importanza degli scarichi è intrinseca al problema della depurazione tanto che la stessa legislazione pone particolare attenzione sul “recapito finale” in funzione del quale stabilisce particolari valori dei parametri, in particolare l’azoto (vedi infrazioni europee). Ovviamente l’importanza dello scarico aumenta in relazione alla possibilità di controllo dello stesso. È indubbio che il controllo di uno scarico in un corso d’acqua a pelo libero può essere sempre controllato sia qualitativamente che quantitativamente al contrario di uno scarico a mare che risulta incontrollabile a vista e soprattutto nel tempo. Tale situazione ha portato alla realizzazione di una serie di scarichi a mare di cui attualmente non se ne conosce più la condizione di funzionamento, se non quella che esiste una tubazione sotto il livello del mare fino ad un certo punto di distanza dalla costa.

Depuratore e scarico a mare

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L'impianto di depurazione e lo scarico a mare sono elementi di un unico sistema; la progettazione e la successiva gestione devono essere integrate tra loro. I trattamenti fisico-chimici del refluo fatti a terra e la corretta diluizione fatta a mare sono indispensabili nel ga-

rantire al sistema un livello accettabile di impatto ambientale. Gli argomenti comuni che legano impianto a terra e scarico a mare sono: • portata del refluo, descritta in termini di suo andamento temporale • caratteristiche idrauliche della condotta e del diffusore • condizioni ambientali meteo-marine • gestione degli interventi di emergenza. Una corretta gestione del sistema di depurazione e scarico dovrebbe comprendere un modello di funzionamento del sistema e la conseguente strumentazione di controllo. Limitandosi agli aspetti idraulici di funzionamento, si propone di integrare i consueti misuratori di portata e pressione posti tra l'impianto di depurazione e la condotta con un sistema di misurazione delle portate di uscita dagli scarichi del diffusore. Ci sono due motivazioni principali: • garantire una corretta diluizione del processo di scarico a mare. L'obiettivo è raggiungere una corretta diluizione del refluo, legata alle velocità di uscita (e quindi alle portate) delle bocche di uscita del diffusore. La portata media di scarico e le condizioni meteo-marine sono variabili col tempo. Stante la necessità primaria di evacuare la quantità di refluo in arrivo al depuratore, le operazioni di pompaggio potrebbero essere guidate da un criterio di risparmio energetico, avendo a disposizione uno strumento che garantisca i valori corretti di diluizione. • Prevenire e comunque segnalare guasti alla condotta. Grosse rotture della condotta potrebbero essere evidenziate dalle misure di portata/pressione fatte a terra. Anomalie di ordine inferiore, quali processi di insabbiamento del diffusore, fenomeni di intrusione salina, ecc. sarebbero individuate solamente utilizzando i dati raccolti dal sistema proposto.


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Informazioni tecniche La progettazione della tubazione di scarico a mare si basa in generale sui concetti dell’ALARP prevedendo una lunghezza minima di 1000 m con aggiunta di circa 100 m corredata di diffusori. Dal punto di vista della progettazione statica e idraulica la condotta sottomarina non differisce da una condotta terrestre, se non nella necessità di tenere conto delle sollecitazioni che la condotta può subire in conseguenza del sistema di varo prescelto e delle eventuali azioni idrodinamiche indotte dalla corrente marina e dal moto ondoso una volta posata sul fondo. Le forze agenti su una condotta sottomarina posata sul fondo soggetta a moto ondoso e corrente marina sono: • peso proprio della condotta con l’eventuale appesantimento • spinta idrostatica che tende a sollevare la condotta • forza verticale, orizzontale, di attrito tra la tubazione ed il letto di posa, di inerzia. Particolare attenzione in fase progettuale deve essere posta, oltre che all’identificazione del punto di posa, alle scelte tecniche relative alla tipologia di varo e di materiale della condotta. Le scelte tecniche per la realizzazione della condotta prendono in considerazione: la profondità di posa, i metodi di posa, il sistema di varo e la tipologia della tubazione. Profondità di posa La profondità ottimale di posa di una condotta sottomarina di scarico di reflui da impianti di depurazione dovrebbe risultare al di sotto del “termoclino”, cioè di quella zona di separazione tra lo strato dell’acqua riscaldata dal sole e quella invece fredda che il sole non riesce a raggiungere. Tale profondità fa sì che in inverno la zona al di sotto del termoclino rimane sempre gelida e di conseguenza i reflui non risalgono in superficie, ma stazionano sul fondo dove vengono sedimentati e depurati idoneamente dal mare.Nel Mediterraneo il termo-

clino è generalmente riscontrato a 25-35 metri di profondità. Nei casi in cui non risulta possibile raggiungere tale profondità si deve superare almeno la “linea neutra” che rappresenta la linea immaginaria che separa lo strato di mare interessato dal moto ondoso da quello non coinvolto. I reflui in questo caso, non essendo soggetti ai rimescolamenti dovuti al moto ondoso, ritornano in superficie molto lentamente consentendo al mare di effettuare un’adeguata depurazione. Nel Mediterraneo la linea neutra è intorno ai 12-22 m. Metodi di posa Tra i metodi di posa più usuali quello dell’“interramento” risulta il più idoneo sia dal punto di vista ambientale che per l’imposizione legislativa e normativa, eliminando tutte le problematiche che insorgono con la presenza di elementi di stabilizzazione ed appesantimento della condotta, quali collari metallici, materassi ecc. che insorgono con le attività di pesca. In fase di progettazione preliminare, tenendo conto delle informazioni geolitologiche e morfologiche del fondale interessato al tracciato, costituito da sedimenti cementati o litificati, si prevede la posa con pre-scavo (pre-trenching) al varo della posa della tubazione. La condotta sottomarina, una volta interrata, risulta protetta dall’azione marina ed antropica (ancore, reti a strascico, ecc.). Nel tratto vicino alla riva si prevede in genere una protezione della trincea con materassi appesantiti con massi da scogliera. In caso di necessità, emergenti in fase di progettazione esecutiva, l’interramento potrà essere integrato con uno zavorramento supplementare. Sistema di varo I sistemi di varo più usati sono: • per galleggiamento (floating method) • per svolgimento di bobine (reeled pipe method) • con nave posa-tubi (lay barge method)

Componenti del sistema Life-Aquarius 1 Misuratori portata e pressione, alla radice della condotta 2 SCADA-PC di supevisione 3 Modem GSM per la trasmissione a terra dei dati 4 Impianto di trattamento 5 Meda marina 6 Modem acustico ricevente per i dati raccolti dal modulo rilocabile 7 Tetrapodi di protezione 8 Junction box di raccolta delle misure dai torrini 9 Modulo rilocabile per campagne di misura parametri ambientali 10 Correntometro e sonda multiparametrica 11 Modem acustico trasmettitore per i dati raccolti dal modulo rilocabile 12 Pop-up buoy per il recupero automatico del modulo rilocabile (9) 13 Basamento meda marina 14 Sensore di pressione assoluta 15 Idrofoni-sensori di portata, sui singoli torrini 16 Condotta a mare

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• per trascinamento (pull method). Ovviamente la scelta tecnica è funzione del fondo marino, dell’eventuale presenza di correnti, delle caratteristiche geometriche, della tipologia della condotta e dei mezzi a disposizione nel cantiere di varo. In genere il metodo previsto è con nave posa-tubi. Tale metodo è il più comune per l’installazione di condotte sottomarine, prevede la saldatura delle singole colonne direttamente sulla nave posa tubi. Man mano che i tubi vengono giuntati la condotta abbandona la nave che in contemporanea avanza lungo il tracciato. In particolare è prevista la posa con il metodo “lay S” che viene utilizzato per la posa di piccole condotte in acque poco profonde invece del metodo “lay J” utilizzato per grandi condotte e grandi profondità. Il metodo scelto prevede la presenza di una nave posa tubi con braccio orientabile che permette il sostentamento della condotta durante il varo e che fa assumere a questa una curvatura ad “S” durante la procedura di posa. La particolare rampa di varo ha la funzione di far assumere alla condotta, nell’entrata in acqua, una curvatura iniziale predefinita tale da far sì che questa rientri in limiti compatibili con la resistenza meccanica della condotta stessa. Alla luce del limitato diametro della tubazione in progetto, con piccole spinte di galleggiamento, si può operare con la tubazione vuota. Tipologia della tubazione Riveste particolare attenzione la scelta del materiale della tubazione per la realizzazione della condotta. Quello più usato nelle condotte sottomarine è l’acciaio rivestito per il suo notevole peso specifico ben adatto al varo, ma presenta una notevole sensibilità alla corrosione. Tra gli altri materiali idonei alla realizzazione della condotta in esame, non ritenendo validi quelli cementizi per i problemi delle giunzioni e della sensibilità alla corrosione delle armature, negli ultimi anni sono stati utilizzati con successo i tubi in materiali plastici, quali polietilene ad alta densità (PEAD) o il poliestere rinforzato con fibra di vetro (PRFV). Tali materiali plastici hanno una buona resistenza alla corrosione, sono molto flessibili e facilmente trasportabili grazie al loro basso peso specifico. Quest’ultimo aspetto richiede però un appesantimento e presenta una scarsa resistenza all’abrasione. Con il metodo scelto di posa “interramento” gli inconvenienti prima indicati vengono limitati e comunque in fase di realizzazione possono essere eliminati. La condotta a mare viene prevista in polietilene ad alta densità PEAD.

Problematiche

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Alla complessità e ai relativi costi di realizzazione di una condotta di scarico a mare non corrisponde alcun costo per metodi di controllo dello scarico. Ci si trova di fronte ad una realizzazione di un’importante opera ambientale che non è possibile controllare nel suo funzionamento qualitativo e quantitativo. In particolare, una volta realizzata l’opera, l’unica possibilità è verificare che lo scarico defluisca, ma senza sapere se correttamente, attraverso i diffusori o per esempio in un tratto della tubazione che è

stata interessata da un’eventuale rottura. Nessuno può conoscere se l’ambiente circostante la condotta e la parte finale dei diffusori funziona in modo corretto secondo quanto previsto dalla progettazione. È indubbio che soprattutto i diffusori nel tempo sono soggetti a fenomeni di intasamento, rotture ecc. che quindi alterano nel tempo il corretto funzionamento dello scarico che richiede, per una perfetta funzionalità di depurazione nelle acque marine, di particolari situazioni individuate all’atto della progettazione. Infatti, nella fase progettuale vengono studiate caratteristiche che non sono solo meccaniche dei diffusori ma anche fisiche, quali la velocità di efflusso e di conseguenza la portata distribuita in tutta la lunghezza del tratto interessato ai diffusori stessi.

Il sistema proposto L'elemento che caratterizza il sistema è una tecnica di misurazione di portate subacquee per la cui descrizione si rimanda all'articolo: International Conference MWWD2002 – P.Domenichini et.al. “Outfall operation monitoring and environmental control: the experience of Life-Aquarius project”. Nel citato progetto europeo Life 99/env/IT/0155 è stato installato con successo un primo esemplare. I costi di installazione del sistema su una condotta esistente e soprattutto gli oneri di gestione dell'infrastruttura (meda marina), dedicata all'approvvigionamento energetico e alla trasmissione a terra delle misure raccolte, ne hanno frenato la diffusione. Nel caso di una nuova condotta le suddette funzionalità verrebbero svolte con un cavo subacqueo che non solo abbatterebbe i costi di installazione e gestione del sistema, ma ne potenzierebbe le funzionalità consentendo una misura pressochè continua del funzionamento del diffusore. I componenti del sistema sono: la stazione a terra di raccolta dati, i misuratori a terra, il cavo elettrico, il controllore alla base del diffusore e due catene di collegamento verso i torrini di scarico. Poiché le caratteristiche dei diffusori sono variabili da condotta a condotta è necessario anche uno studio di progettazione preliminare dei componenti di ancoraggio ed installazione dei sensori.

Controlli Per ottenere un perfetto controllo del funzionamento dello scarico a mare e valutarne l’efficienza riducendo di conseguenza i costi di gestione e manutenzione (si pensi ad una condotta in pressione con pompe di spinta aventi potenze dell’ordine delle decine di chilowatt), è necessaria la conoscenza completa dei parametri idraulici. Alla luce di tale necessità, descritta la tecnologia di interramento delle condotte, si osserva che, ove impiegata, tale tecnica rende facilmente praticabile e praticamente gratuita la stesura di un cavo subacqueo fino alla testa della condotta. Ciò permette di utilizzare in maniera semplice, affidabile ed economica i sensori e le tecnologie d’avanguardia sperimentate col progetto ‘Life Aquarius’. In particolare gli idrofoni per la misura delle portate di scarico sui singoli torrini del diffusore.


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Ottimizzazione dell’estrazione fango di supero L’ottimizzazione del processo di sedimentazione secondaria e il trattamento chimico/ fisico, rappresentano due esigenze imprescindibili per un depuratore inserito in un contesto cittadino difficilmente raggiungibile. Questo è rilevante ai fini dell’adempimento dei parametri in uscita finale, e non meno importante la riduzione dei consumi energetici e assenza di guasti. Il bacino del lago di Como rappresenta un’area particolarmente delicata per il processo di depurazione delle acque. Il poco spazio tra le montagne e la superficie del lago creano frequenti problematiche impiantistiche, tra le quali quella di far funzionare in perfetta efficienza un impianto chiamato a depurare 55.000 mc in tempo secco di reflui fognari al giorno e 16 milioni di metri cubi di liquami ogni anno, provenienti da circa 200.000 abitanti equivalenti. Nell’ambito del trattamento delle acque, l’affidabilità degli strumenti elettronici di misura e controllo riveste un ruolo di crescente importanza. A fronte di questi numeri, i tecnici di Comodepur sono costantemente alla ricerca di nuove tecnologie ed alla loro eventuale sperimentazione. L’attenzione si è focalizzata sulla sezione di sedimentazione secondaria. In un impianto a fanghi attivi la vasca di sedimentazione si pone come obiettivo la separazione della fase liquida, che sfiora, depurata dai fanghi che si raccolgono sul fondo del sedimentatore. In particolare espleta 3 fondamentali funzioni, quelle di chiarificazione, di ispessimento del fango, di accumulo dei fanghi trasportati dalle vasche di reazione. Da qui la scelta di valutare possibili alternative, coinvolgendo direttamente la società RT ENVIRONMENT che con il suo marchio WATEC.IT è specializzata nella commercializzazione di strumenti per il monitoraggio della qualità delle acque. Tra i suoi prodotti sono presenti gli analizzatori per fanghi della società svedese CERLIC, la quale con i propri tecnici si è presentata all’impianto Comodepur per testare la qualità delle proprie innovative sonde ITX. Una simile tecnologia avrebbe permesso di ottimizzare l’estrazione del fango di supero ed automatizzare totalmente il sistema. Gli strumenti proposti utilizzano la misura ottica reale dei solidi sospesi. Questa tecnologia si avvale del sensore NIR (vicino infrarosso), di conseguenza la lettura avviene direttamente in mg/l. Al contrario di molti altri sistemi che utilizzano una lettura di torbidità (sensore piatto), e che a seguito del valore ricavato lo converte in mg/l di solidi sospesi. La misura dei SS rilevata univocamente in mg/l non è influenzata dalle dimensioni delle particelle e dal colore del liquido e da presenza di bolle d’aria. Il sensore dei solidi sospesi CERLIC potrebbe non essere calibrato, ma per una maggiore precisione necessita di una sola calibrazione al momento dell’installazione, raffrontando i valori letti, con le analisi di laboratorio. Questa calibrazione non necessita di essere ripetuta nel tempo. Tale prerogativa è di primaria importanza per l’efficienza dell’impianto Comodepur, sia per quanto riguarda la precisione della misura sia per quanto riguarda l’esigua attività di taratura e pulizia. Sin dalla messa in funzione si è rilevato un’adeguata misura dei SS dei fanghi che, anche dalle analisi fatte in laboratorio, forniscono risultati perfettamente in linea con quanto atteso. Nello specifico, nel corso della prova sono stati effettuati i prelievi dei campioni tutti i giorni. Constatata la corretta funzionalità degli strumenti CERLIC, era necessario verificare anche i risultati del sistema di lavaggio in automatico. Il risultato è stato eccellente, poiché durante la prova dei 60 giorni le sonde non sono mai state smontate dal loro alloggiamento. Da luglio 2015 a luglio 2016 le sonde CERLIC mod. ITX funzionano perfettamente ed in modo preciso e non è emersa la necessità di smontarle, né per eseguire la pulizia né per il malfunzionamento.

PUBBLIREDAZIONALE

WATEC.IT

DHI

Simulazione dinamica degli impianti di depurazione Nella progettazione, revamping e gestione degli impianti di trattamento delle acque reflue risulta sempre più importante migliorare l’efficienza di un impianto di depurazione, dal punto di vista sia dei costi, in primo luogo energetici, sia dell’impatto dei reflui sull’ambiente. In questo contesto risulta di particolare importanza il ricorso ai codici di calcolo in grado di rappresentare tutti i processi di tipo fisico, biologico e chimico che caratterizzano i diversi stadi dell’impianto. L’utilizzo di modelli numerici avanzati ha il vantaggio di consentire: • il confronto in condizioni dinamiche di diversi scenari, in termini di soluzione impiantistica, configurazioni d’impianto, sperimentazione di nuove linee e condizioni di carico • l’identificazione di eventuali punti critici del sistema e quindi delle azioni da intraprendere per un’ottimizzazione dei processi • la sperimentazione preventiva della risposta dell’impianto e quindi la pianificazione di strategie operative e gestionali ottimali in riferimento, in particolare, al controllo avanzato dell’aerazione, alla distribuzione delle portate e al dosaggio di reagenti, al fine di garantire la continuità ed efficienza del servizio • la gestione delle fasi manutentive dell’impianto, siano esse di pulizia, sostituzione di parti o riparazione di guasti, durante le quali risulta necessario mettere fuori uso una linea garantendo nello stesso tempo la prosecuzione del servizio. Tra questi il software WEST di DHI permette la costruzione di un modello di impianto, l’implementazione di strategie di controllo anche complesse, la calibrazione efficiente, l’integrazione con sistemi di telerilevamento (SCADA) e sistemi di gestione dei dati, la stima dei costi operazionali di impianto, nonché il monitoraggio delle prestazioni anche in fase previsionale in relazione a diverse modalità operative, senza la necessità di una specifica conoscenza dello strumento di simulazione.

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PUBBLIREDAZIONALE

KROHNE ITALIA

Misuratore di portata all-in-one Di semplice installazione e ridotta manutenzione, alimentazione con batteria di backup opzionale, grado di protezione IP 68 con connettori impermeabili plug and play, primo misuratore di portata con sensori di pressione e di temperatura integrati, opzione di comunicazione Modbus RTU per la trasmissione di letture, stato e allarmi. I misuratori di portata sono spesso installati in località remote, riducendo la possibilità e la frequenza delle visite manutentive. Per questo una diagnostica integrata, una lunga durata della batteria, e opzioni di comunicazione che permettono il controllo da distanza, aiutano il cliente nella gestione del dato misurato. Per adattarsi ad ogni tipologia di installazione, WATERFLUX 3070 è ora disponibile con una unità di alimentazione esterna (Flex Power) per collegare lo strumento a differenti alimentazioni: 110 ... 230V AC, 10 ... 30V DC, pannello solare, e/o a turbina. Il modulo FlexPower può avere anche una batteria interna che funge da tampone in caso di mancanza di alimentazione. I sensori di pressione e temperatura integrati sono una nuova opzione per consentire l’uso di WATERFLUX in diverse applicazioni. I dati di misura della pressione e di flusso sono un importante contributo per il monitoraggio delle reti, per il mantenimento del bilancio idrico, e per il rilevamento di perdite, quando il confronto dei valori di pressione e di portata vengono utilizzati come diagnosi. Da oggi Con WATERFLUX 3070, KROHNE offre il primo misuratore WATERFLUX 3070 di portata all-in-one. I valori di pressione e temperatura sono disponibili per i diametri da DN50 a 200. La nuova uscita Modbus RTU offre un’alternativa alle uscite a impulsi e di stato, i dati trasferiti includono: i dati di misurazione (sommatoria, e portata bidirezionale), dati di stato (durata della batteria, e stato misuratore), i valori reali di pressione e temperatura. Introdotto nel 2009, il misuratore di portata alimentato a batteria WATERFLUX 3070 rimane un prodotto di grande successo nel mercato delle acque, e viene continuamente aggiornato per tenere il passo con le nuove esigenze.

SWAN ANALITICA

Analizzatore colorimetrico per fosfati

Monitor AMI Phosphate-II

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Swan Analitica presenta l’innovativo analizzatore colorimetrico per i fosfati nelle acque di scarico, Monitor AMI Phosphate-II, progettato per minimizzare l’intervento umano e il consumo di reagenti su impianti di depurazione civili e industriali. La legislazione vigente impone il controllo di una variegata serie di parametri sulle acque allo scarico, tra i quali il fosforo, che, nella sua parte largamente predominante, è presente sotto forma di ortofosfati disciolti. L’analizzatore Monitor AMI Phosphate-II di Swan effettua la determinazione colorimetrica degli ortofosfati con il metodo del blu di molibdeno, in accordo con la normativa ISO 6878: la colorazione della soluzione è proporzionale, secondo la nota legge di Lambert-Beer, alla concentrazione degli ortofosfati disciolti che può quindi essere determinata per via fotometrica alla lunghezza d’onda di 815 nm. Per eliminare le interferenze dovute alla torbidità del campione, lo strumento effettua una determinazione dello zero fotometrico (autocalibrazione di zero) prima di ogni misura. La geometria “a caduta libera” della cella a deflusso garantisce un continuo ricambio del campione contribuendo a minimizzare eventuali sporcamenti; inoltre, è possibile aumentare i periodi di attività esenti da manutenzione utilizzando uno specifico modulo di lavaggio opzionale che effettua automaticamente la pulizia chimica dell’analizzatore a intervalli programmabili. La determinazione colorimetrica degli ortofosfati, effettuata attraverso il Monitor AMI Phosphate-II, rappresenta un metodo adeguato sia per il controllo della quantità di fosfato in acqua, sia per la regolazione dei reagenti dedicati al suo abbattimento, consentendo una ottimizzazione del loro dosaggio con un conseguente risparmio di risorse. Tutti gli analizzatori Swan sono dotati di uscite analogiche (4/20 mA HART), contatti relè e, in opzione, schede di comunicazione Profibus/ Modbus; inoltre dispongono di un data-logger interno, per registrare fino a 1.500 dati, espandibile e facilmente scaricabile tramite chiavetta usb.


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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

La gestione delle reti acquedottistiche: l’approvvigionamento, i costi energetici e il controllo delle perdite Il giorno 19 ottobre 2016, ad H2O, sala C, si svolgeranno due convegni, organizzati dal Centro Studi Sistemi Idrici (CSSI) in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri di Bologna, che saranno rivolti ai tecnici interessati alla gestione, progettazione e manutenzione delle reti acquedottistiche. In questi due convegni, si susseguiranno 15 interventi che metteranno in evidenza la collaborazione fra istituti universitari e aziende operanti nel settore del ciclo idrico urbano, volta alla risoluzione di problemi specifici legati alla gestione delle reti idriche urbane. Qui di seguito pubblichiamo gli abstract di anticipazione dei temi trattati

Approvvigionamento idrico in condizioni di scarsità di risorsa: bilanciamento costo-rischio nei sistemi con sollevamento di soccorso J. Napolitano, G. M. Sechi – DICAAR, Università degli Studi di Cagliari In condizione di scarsità di risorsa, l’ottimizzazione delle ! regole di attivazione di sistemi di approvvigionamento con sollevamenti onerosi, ovvero di trasferimenti :asassociati rosir id àtdi isrrisolvere acs iefficientemente d inoizidnioproblemi c ni inoccuiirdè ipresente otnemanoigivvor un elevato livello di incertezza variabili ad extra-costi rispetto alla gestione ordinaria, o ès unroproccos id otnemavellos noc imetsnelle is ie n oihdecisionali csir-otsoc otnemaic e la necessità di espandere il numero degli scenari conblema sempre più sentito dai gestori dei sistemi idrici. Per il emodello risolvere questa problematica sono necessari strumenti di irailgsiderati. aC id idInoltre, utS ilg d àtisridentifica evinU ,RleAregole ACIDdecisionali - ihceS .M .G ,onatilop ottimali bilanciando il danno associato al rischio di carenottimizzazione specializzati, in particolare in presenza di id enoiposzavitta id ezalod'acqua ger ellee dil costo enoizdiazfunzionamento zimitto’l ,asrdelle osir stazioni id àtisdi racs id enoizidn sistemi complessi multi-utenza e con trasferimenti i t n e m i r e f s a r t i d o r e v v o , i s o r e n o i t n e m a v e l l o s n o c o t n e m a n o igivvorppa id im sollevamento. sibili tra più invasi. Inoltre, è da considerare il problema ù i p e r p m e s a m e l b o r p n u è , a i r a n i d r o e n o i t s e g a l l a o t t e p s i r i t s È anche considerata la possibilità che l’attivazione del tra-oc-artxe da itaic dell’incertezza negli input idrologici e la necessità di cono n o s a c i t a m e l b o r p atseuqoneroso, erevlnecessaria osir reP a .seguito icirdi idell’allerta metsis iecon d irotseg iad oti siderare diversi scenari idrologici futuri in alternativa. sferimento id azneserp ni eralocitrap ni ,itazzilaiceps enoizazzimitto id itnemurts irass L'efficacia del trasferimento di emergenza nell’alleviare ampio margine di tempo antecedente, possa comportare, è ,ertlonI .isavni ùip art ilibissop itnemirefsart noc e aznetu-itlum isselpmoc im la scarsità di risorsa richiede, innanzitutto, un adeguato a posteriori, la constatazione dell’eccessiva prudenza del id àtissecen al e icigolordi tupni ilgen azzetrecni’lled amelborp li eraredisno preallarme e regole di attivazione predefinite ma, d'altra led aicaciffe'L .gestore avitannell’attivare retla ni ilirtrasferimento. utuf icigolordi iranecs isrevid eraredi parte, gli elevati costi di esercizio degli impianti di pomQuesto approccio ,edeihcir asrosir id àtisracs alalproblema eraiverestituisce lla’llen acome znegoutput reme id otnemire paggio sottolineano la necessità di un approccio robusto della modellazione i valori baricentrici, che definiscono artla'd ,am etinifederp enoizavitta id eloger e emrallaerp otaulegeda nu ,ottutizn nel definire le regole di attivazione dei trasferimenti. al onaenInilottos osoglie iggapdimattivazione op id itndegli aipmimpianti. i ilgedAnalizzando oizicresei risultati id itsoc itavele ilg , Napolitano et al. (2014) questo problema è istato affroned e noizavitta iottenuti, d elogeconsiderando r el erinifsia edserie lenidrologiche otsuborstoriche oiccorche ppa nu id àtiss sintetiche, l'approccio di bilanciamento tra costo e rischio tato utilizzando l’approccio dell’analisi di scenario, evi.itnemire dnascenari zzilitu otatno a otatsdi èsoddisfare amelbolerpesigenze otseudiq minimizzare )4102( .lila te onatilopa harffpermesso denziando buoni risultati qualora il numero o degli oremun ed li arolauqcosto itatldi usattivazione ir inoub odei dntrasferimenti aiznedive e,odi iraridurre necs iiddanisilana’lled oiccor idrologici esaminati fosse limitato nella numerosità oisnetse de àni tisattesi oremper un carenza allen oditarisorsa timil easlivelli sof iaccettabili tanimasepericle igolordi iranecs i estensione. Nelle implementazioni successive,.eilnventaglio otatnemua è itareutenze. disnoc iranecs id oilgatnev li ,evisseccus inoizatnemelpmi di scenari considerati è aumentato significativamente, esaf ni ilanoizatupIlmmodello oc imeèlbstato orp implementato itneugesnocutilizzando eregreml’interazione e odnecaf ,etnemavitacif facendo emergere conseguenti problemi computazionali e i r a n i b i l i b a i r a v i d o s u ’ l e d e v e r p e h c e n o i z a z z i m i t t o i d amelbinorp led enoizulo in fase di risoluzione del problema di ottimizzazione che tra moduli di ottimizzazione e simulazione ricorsiva al ehc elibasnepsidni oser ah òic ottuT .)PCQ( icitardauq ilocniv e ) prevede l’uso di variabili binarie (MIP) e vincoli quadratici MATLAB, gestito attraverso un’interfaccia utente creata ottos enoizazzimitto id ivitanretla iccorppa noc atazzilana essinev acitamel (QCP). Tutto ciò ha reso indispensabile che la problemasu un foglio di calcolo. La tecnica di ottimizzazione è stata .azzet tica venisse analizzata con approcci alternativi di ottimizsu un sistema idrico reale ed ha consentito il itneidarg ied odoapplicata tem li e sab alla ah atsoporp enoizazzimitto id arudecor zazione sotto incertezza. dei è iuc ni imelborp superamento i etnemetne iciproblemi ffe erevcomputazionali losir id odargriscontrati ni è ehnei c oiccorppa ,icits La procedura di ottimizzazione proposta haidalla base il lavori precedenti e il raggiungimento di valori àtissecen al e ilanoisiced ilibairav ellen azzetrecni iddioperforllevil otavele nu etne metodo dei gradienti stocastici, approccio che eloè ginegrado r el acifitnedmance i ollednon omprecedentemente li ,ertlonI .itareottenuti. disnoc iranecs ilged oremun li eredn li e auqca'd aznerac id oihcsir la otaicossa onnad li odnaicnalib ilamitto ilanoi al ataredisnoc ehcna È .otnemavellos id inoizats elled otnemanoiznuf id otiuges a airassecen ,osoreno otnemirefsart led enoizavitta’l ehc àtilibi

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Soluzioni per il trattamento acque

É incredibile quello che riusciamo a fare! Le soluzioni integrate di Mitsubishi Electric per il trattamento acque sono una combinazione di innovazione tecnologica, trasferimento dati, miglioramento performance ed efficienza energetica. Sviluppate per raccolta, depurazione, e distribuzione dell’acqua, garantiscono flessibilità, affidabilità e ottimizzazione dei costi energetici. La qualità e l’affidabilità delle nostre soluzioni garantiscono funzioni di telecontrollo e gestione personalizzata dei sistemi per il trattamento acque.

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

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Risanamento ed efficientamento delle reti di distribuzione attraverso la realizzazione diRisanamento distretti il caso direti Rovereto (TN) Risanamento ed efficientamento delle reti di distribuzione attraverso edidrici: efficientamento delle di distribuzione attraverso lala realizzazione di distretti il caso di Rovereto(TN) (TN) realizzazione di distretti idrici:idrici: il caso di Rovereto

Paolo Bertola – Università degli Studi di Trento, DICAM - Maurizio Righetti – Libera Università di Bolzano, Facoltà di Scienze e Tecnologie Matteo Frisinghelli, Christjan Rognoni, Chiara Costisella – Novareti

Paolo -Bertola - Università degli Studi di Trento, DICAM Paolo Bertola Università degli Studi di Trento, DICAM Maurizio Righetti Libera Università di Bolzano, Facoltà didiScienze e Tecnologie del livello concentrazione di persone. Nel caso in questiomodellazione- Libera ha permesso di individuarediuna pressione Facoltà MaurizioLaMatteo Righetti Università Bolzano, di -Scienze e Tecnologie Frisinghelli, Christjan Rognoni, Chiara Costisella Dolomiti Reti S.p.A., ne, la massima attenzione è stata posta in alcuni siti della media di rete di circa 6 bar, più o meno costanti durante le Matteo Frisinghelli, Christjan Rognoni, Chiara Costisella - Dolomiti Reti S.p.A., Dolomiti zona industriale, ancorché già separata dal resto della rete in 24Gruppo ore, con punte di 8 barEnergia in alcuni quartieri che si trovano a Gruppo Dolomiti Energia

funzione del macro-criterio del profilo di consumo. ridosso dell’Adige. Oltre ai consueti criteri legati all’orografia, La modellazione ha permesso di individuare una pressione rete di circa 6 L’analisi dellamedia rete hadicomportato la progettazione di ben alle tipologie costruttive degli edifici ed alle zone che presenbar, più o meno costanti durante le 24 ore, con punte di 8 bar in alcuni quartieri La modellazione hadipermesso di individuare una pressione di circa 6 di Rovereto 29 distretti,media che per di unarete città delle dimensioni tano diversi profili consumo (tipicamente le zone industria•Oltre Livello di sicurezza minimo del sistema antincendio, determinato con la che si residenziali), trovano ale ridosso dell’Adige. ai consueti criteri legati all’orografia, alle bar, piùli o meno costanti durante le 24 ore, con punte 8 davvero bar ineccessivi; alcuni quartieri sembrano tuttavia la completezza dello di luoghi e quelle valutazioni effettuate hanno tenuto suddivisione in trediclassi della rete, in funzione della presenza tipologie costruttive degli edifici ed alle zone che presentano diversi profili di studio effettuato è risultata utile per riuscire ad individuare i oppure in conto di aspetti che spesso vengono considerati secondari, che si trovano a ridosso dell’Adige. Oltre ai consueti criteri legati alle infiammabili destinati allo stoccaggio o alla all’orografia, produzione di materiali consumo (tipicamente le zone industriali e quelle residenziali), le valutazioni funzione del livello di concentrazione di persone. Nel caso in questione, la la 6-7 distretti che rappresentano che non sono tuttavia di minore importanza. In particola• Livello tipologiemaeffettuate costruttive degli edifici ed alle zone che presentano diversi profilil’80% di della portata di sicurezza minimo del all’incirca sistema antincendio, determinato con hanno tenuto conto di aspetti che spesso vengono considerati massima attenzione è stata posta in alcuni siti della zona industriale, ancorché suddivisione in tre classi della rete, in funzione della presenza di luoghi risparmiata. Anche i problemi di realizzazione diminuiscono re si (tipicamente sono analizzati i seguenti aspetti tecnici: consumo zone eseparata quelle valutazioni giàminore dalresidenziali), resto della inlefunzione deldi macro-criterio del profilo di in secondari, ma chelenon sonoindustriali tuttavia di importanza. In rete particolare si sono destinati allo stoccaggio o alla produzione materiali infiammabili oppure sensibilmente qualora, dove possibile, si riesca a sovrapporre • Mappa di vulnerabilità (intesa come distribuzione spaconsumo. effettuateanalizzati hannoi seguenti tenuto aspetti contotecnici: di aspetti che spesso considerati funzione del livellovengono di concentrazione di persone. Nel caso in questione, la distretti, individuati con criteri diversi, così dazona realizzare e temporale dellesono perdite): fornisce ladiprobabilità massima attenzione è stata posta in alcuni della industriale, ancorché L’analisi della retepiù ha comportato la progettazione disitiben 29 distretti, che per una • ziale secondari, ma chedinon tuttavia minore importanza. In particolare si sono Mappa vulnerabilità (intesa come distribuzione spaziale e temporale delle già separata dal resto della rete in funzione del macro-criterio del profilo città delle dimensioni di Rovereto sembrano davvero eccessivi; tuttavia la di una rete quanto più efficiente possibile, con risparmio anche di un perdite): distretto di presentare rotture al suo interno. Se la rete la probabilità completezza di un distretto di presentare rottureutile al per suoriuscire ad individuare i 6-7 analizzati i seguenti fornisce aspetti tecnici: consumo. dello studio effettuato è risultata nei costi realizzazione, oltre cheperiodo, di gestione. posatainterno. in un certoSe quartiere, in unposata determinato pre-L’analisi della rete comportato la progettazione di benrisparmiata. 29 distretti, che per una la rete in periodo, undistretti certo quartiere, in diha un determinato • Mappa che rappresentano all’incirca l’80% delladelle portata Anche i di vulnerabilità (intesa come distribuzione spaziale eRovereto temporale città delleL’insieme dimensioni di sembrano davvero eccessivi; tuttavia la degli interventi progettati permetterà di ridurre senta presenta frequenti rotture, può essere conveniente isolarla riproblemi di realizzazione diminuiscono sensibilmente qualora, dove possibile, si frequenti rotture, può essere conveniente isolarla rispetto al resto completezza dello studio effettuato è risultata utile riuscire ad individuare i 6-7 perdite): fornisce la probabilità di un distretto di presentare rotture alcriteri suoper l’attuale media di 6 bar a 4,3 bar, con una diminuspettodell’acquedotto al resto dell’acquedotto mantenere al suo interno riesca sovrapporre più pressione distretti, individuati con diversi, così da realizzare perpermantenere al suoa distretti interno la rappresentano minima pressione possibile, che all’incirca l’80% della portata risparmiata. Anche i interno. Se la rete posata un certo quartiere, in delun determinato periodo, rete quantodi più efficiente possibile, con anche dove costi di si problemi realizzazione diminuiscono sensibilmente qualora, zione 32% delle perdite idriche, cherisparmio complessivamente sinei possibile, la minima possibile, cosìladain aumentare vita utile cosìpressione da aumentare vita utilelauna della struttura. Spesso tali quartieri risentono realizzazione, che di gestione. riesca oltre a sovrapporre più distretti, diversi, così da realizzare presenta frequenti rotture, può essere conveniente isolarla rispetto al resto assesteranno al 10% circa,individuati rispetto al con 15%criteri attuale. della struttura. Spesso tali quartieri risentono pesantemente pesantemente del passaggio al loro interno di ferrovie (che disperdono correnti una rete quanto più efficiente possibile, con risparmio anche nei costi di dell’acquedotto per mantenere suo interno la minima possibile, del passaggio loro interno di ferrovieoppure (chealdisperdono cor-realizzazione, vagantial molto intense), di edilizia datata (con di messa a terra oltreimpianti che pressione di gestione. così renti da vaganti aumentare la alle vita utile della struttura. Spesso tali che quartieri risentono molto intense), oppure ditecnologiche). edilizia datata (conÈ altrettanto ancora collegati reti ovvio le reti in acciaio risentono tali problemi, a differenza quanto (che avviene in quelle correnti nuove, pesantemente del passaggio al loro interno disperdono impianti di messa adi terra ancora collegati alle reti tecnolo- didiferrovie realizzate inovvio materiale giche).molto È altrettanto cheoppure le retiplastico. in acciaio risentono datata di vaganti intense), di edilizia (con impianti di messa a terra • problemi, Materiali ealle vetustà delle tubazioni: con ovvio il criterio precedente, stata tali a differenza di quanto avviene in quelle in nuove, ancora collegati reti tecnologiche). Èanalogia altrettanto che le reti in èacciaio considerata la distribuzione spaziale delle varie tipologie di materiali e della loro realizzate in materiale plastico. risentono di tali problemi, a differenza di quanto avviene in quelle nuove, età. Esse risentono in modo diverso della gestione delle pressioni e dei vari • Materiali e vetustà delleplastico. tubazioni: in analogia con il realizzate in materiale agenti esterni che possono danneggiarle. Come esempio, si citano le tubazioni criterio precedente,delle è statatubazioni: considerata la in distribuzione • Materiali vetustà analogia il criterioinprecedente, stata inedelle ferro con con ricoprimento bitume, cheèsono spaziale varieposate tipologie dinegli materialianni e della‘60-‘70, loro età. Esse considerata la distribuzione spaziale delle varieoppure tipologie di materiali e della loro particolarmente vulnerabili alla corrosione, le tubazioni in ghisa grigia, risentono in modo diverso della gestione delle pressioni e dei età. Esse risentono modo diverso della gestione delle pressioni e dei del vari spesso ancorainpresenti, estremamente delicate rispetto all’assestamento vari agenti esterni che possono danneggiarle. Come esempio, terreno o all’urto subito da macchine escavatrici, a cui rispondono in maniera agenti esterni che possono danneggiarle. Come esempio, si citano le tubazioni si citano le tubazioni in ferro posate negli anni ‘60-‘70, con fragile, disintegrandosi letteralmente. Altro elementoinmolto importante da in ferro posate negli anni ‘60-‘70, con ricoprimento bitume, che sono ricoprimento in bitume, che sono particolarmente vulnerabili ! ! considerare è la presenza di giunti a bicchiere, anch’essi molto delicati e in un distretto particolarmente vulnerabili alla corrosione, oppureEsempio le tubazioni in della ghisa grigia, di riduzione pressione alla corrosione, oppure le tubazioni in ghisa grigia, spesso Esempio di riduzione della pressione in un distretto Esempio di riduzione della pressione in un distretto suscettibili di sfilarsi a seguito di urti o assestamenti. Anche in questo caso spesso presenti, estremamente delicate rispetto all’assestamento del ancoraancora presenti, estremamente rispettoomogenee all’assestariuscire ad isolaredelicate porzioni di rete può portare benefici nella Esempio terreno all’urto da da macchine escavatrici, a cui rispondono in maniera mentoo del terrenodell’infrastruttura. osubito all’urto subito macchine escavatrici, gestione di riduzione fragile, disintegrandosi letteralmente. Altro elemento molto importante da a cui rispondono in maniera fragile, disintegrandosi letteraldell’erogazione d’acqua mente. Altro è elemento molto importante da considerare è considerare la presenza di giunti a bicchiere, anch’essi molto delicati e in un distretto la presenzadidi sfilarsi giunti a bicchiere, anch’essidi molto e suscettibili a seguito urtidelicati o assestamenti. Anche in questo caso suscettibili sfilarsi a seguito di urti o assestamenti. Anche indi rete può portare benefici nella riuscire ad di isolare porzioni omogenee questo caso riuscire ad isolare porzioni omogenee di rete può gestione dell’infrastruttura. portare benefici nella gestione dell’infrastruttura. • Livello di sicurezza minimo del sistema antincendio, determinato con la suddivisione in tre classi della rete, in ! funzione della presenza di luoghi destinati allo stoccaggio o Esempio di riduzione dell’erogazione d’acqua in un distretto ! alla produzione di materiali infiammabili oppure in funzione Esempio di riduzione dell’erogazione d’acqua in un distretto

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Gestione avanzata delle pressioni: un caso sperimentale !

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E. Mazzetti, S. Meniconi, B. Brunone – Dipartimento di Ingegneria ed Ambientale (DICA), GestioneCivile avanzata delle pressioni: elUniversità atneun micaso redi psPerugia o sperimentale sac nu :inoisserp elled D.B. Laucelli – Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura, Politecnico di Bari G. Borta – Raci Srl G. Borta - Raci Srl

E. Mazzetti, S. Meniconi, de eliviC B. aire Brunone ngegnI i-d Dipartimento otnemitrapiD di - eIngegneria nonurB .B Civile ,inoci Ambientale (DICA), Università di Perugia aigureP id àtisrevin to, nonché l’impiego del più recente modello di PRV che Nella gestione dei sistemi di condotte, è frequente la ,aruttetihcrAdi’lleScienze d e elividell’Ingegneria C airengegnI’lleCivile d ezne icdell’Architettu S id otnemi D.B. Laucelli - Dipartimento consente necessità di modificare il regime delle pressioni rispetto Politecnico di Baridi regolare la pressione immediatamente a valle

coefficiente di perdita di carico concentrate, χ

in funzione della pressione nel nodo più critico della rete. a quello considerato in sede di progetto. In particolare, eracifido dimcondotte, id àtissecèenfrequente al etneuq laernecessità f è ,ettodndiocmodificare id imet può essere necessario abbassare il cielo piezometrico al Nella gestione deili sistemi regime delle pressioni nI .otte rispetto gorp ida equello des ni considerato otaredisnoc inolle sede uq adiotprogetto. tepsir in fine di ridurre le perdite nel rispetto comunque dei vincoli particolare, può essere errudnecessario ir id enif la oabbassare cirtemozeip il cielo oleic piezometrico li erassabba oalirafine ssedi ceridu ne imposti dalle utenze. In tale ambito, le valvole riduttri- le perdite nel rispetto el ,ocomunque tibma elat dei nI .evicoli znetuimposti ellad itdalle sopmiutenze. ilociv ieIn d tale euqnambito, umoc uqerf ùip (PRV), erpmesdiogimpiego eipmi idsempre ,)VRP( più ea) nofrequen isserp ci di pressione (PRV), di impiego sempre più frequente, valvole riduttrici ,editnepressione rappresentano un n u utile e l l a strumento v a e r a s s i perché f i d o n o consentono t n e s n o c é h c di r e p fissare o t n e m a u rtvalle s eli rappresentano un utile strumento perché consentono di determinato valoreedi tnepressione tsise olleu(set-point) q ad etnemindipendentemente etnednepidni )tniopda -tesquello ( enoisesisten serp fissare a valle un determinato valore di pressione (set- a monte. Esse, infatti, id odaradeguano g( ottessa automaticamente orol li etnemacita il mloro otua assetto onauged (grado a ,itt point) indipendentemente da quello esistente a monte. apertura) determinando li eratila milnecessaria ertloni onoperdita ssop ;ocdiiracarico; c id atipossono drep airainoltre ssecenlimitare al o .otolemattraversa led enoisre evitando vni'l osain c iogni ngo ncaso i odnl'inversione ative asrevadel rttamoto. el e Esse, infatti, adeguano automaticamente il loro assetto valore della portata che Questo articolo mostra atautte i frisultati fe elatne dimun’intensa ireps angap campagna mac asnetsperimentale ni’nu id itatluseffettua ir i a (grado di apertura) determinando la necessaria perdita di presso il! Laboratorio id iddi utSIngegneria ilged àtisrdelle evinU’Acque lled euqdell’Università cA elled airendegli gegnIStudi id carico; possono inoltre limitare il valore della portata che Perugia, su una condotta nu ad atin atnpolietilene emila 011N ad D alta àtisndensità ed atla DN110 da enelalimentata iteilop ni atda to le attraversa evitando in ogni caso l'inversione del moto. serbatoio in pressione da a(fig.1). tallatsnUna i atatPRV s è 0del 8NDtipo notClayton yalC opiDN80 t led VèRP stata anUinstallata .)1.gif( id inoizamiraavvalle eL .edel noizserbatoio atnemila di id alimentazione. oiotabres led elLe lavvariazion a m 95. Questo articolo mostra i risultati di un’intensa campagna una distanza L1 = 129.59 domanda a valle della allafrPRV af a asono lovlastate v anusimulate odnarvon manovrando am etalumisuna etatvalvola s ob)nos V aRfarfa P sperimentale effettuata presso il Laboratorio di Ingegnemotorizzata (MV in fig.1a). .)a1. ria delle Acque dell’Università degli Studi di Perugia, su Gli obiettivi del lavoro sono: :onos • la caratterizzazione una condotta in polietilene ad alta densità DN110 aliemiger ni idraulica evorp etdella naidem PRV VRP mediante alled acprove iluardi inenregim oiz permanente mentata da un serbatoio in pressione (fig.1). Una PRV • la verifica del inosuo izaircomportamento av id otiuges a( nel odolungo irep operiodo gnPRV ul len (a otnseguito ematrodi pmvariazio oc ou del tipo Clayton DN80 è stata installata ad una distanza della domanda su scala giornaliera). .)areilanroig alacs us L1 = 129.59 m a valle del serbatoio di alimentazione. Le Il segnale di pressione noc )èa1stato .gif( Vacquisito e ,D ,U in ,T quattro inoizes sezioni orttauq T, ni U, otisD, iuqecaV o(fig.1a) tats è c ovitisopla sidportata, nu etnaQ, ideèmstata atarumisurata sim atatsmediante è ,Q ,ataun tropdisposit al ;ivi variazioni di domanda a valle della PRV sono state simu- trasduttori piezoresistivi; elettromagnetico installato , δ , a r u t r e 23.78 p a i d m o d a a r g valle l I . o del i o t a b serbatoio. r e s l e d e l Il l a v grado a m di 8 7 . apertura, 3 2 otall late manovrando una valvola a farfalla motorizzata (MV della PRV è stato % rilevato 0 0 1 e 0 tramite = δ ( o un c i n o trasmettitore r t t e l e e r o t i t t e elettronico m s a r t n u e (δ t i m = a r t 0 o e tav100 el in fig.1a). indicano,! rispettivamente, valvola completamente .)atrepa e asuihchiusa c etnemeaaperta). telpmoc alovlav ,etn Gli obiettivi del lavoro sono: Fig.1: e b) efoto della istallazione sperimentale p • la caratterizzazione idraulica della PRV mediante pro- a) schema Fig.1: a) schema b) foto della installazione sperimentale Laboratorio di Ingegneria delle Acque dell’Università degli Studi di P presso il Laboratorio di Ingegneria delle Acque dell’Università ve in regime permanente degli Studi di Perugia • la verifica del suo comportamento nel lungo periodo (a seguito di variazioni della domanda su scala giorLe prove per la caratterizzazione idraulica della valvola sono state naliera). variando il numero di Reynolds, il set-point della PRV e il carico nel se Il segnale di pressione è stato acquisito in quattro sezioni alimentazione. In Figura 2 è mostrata la relazione tra i valori sperim T, U, D, e V (fig.1a) con trasduttori piezoresistivi; la por5 coefficiente di perdita di carico, χ, e δ. 10 tata, Q, è stata misurata mediante un dispositivo elettromagnetico installato 23.78 m a valle del serbatoio. Il grado di apertura, δ, della PRV è stato rilevato tramite un trasmettitore elettronico (δ = 0 e 100% indicano, rispettivamente, valvola completamente chiusa e aperta). 4 10 Le prove per la caratterizzazione idraulica della valvola sono state effettuate variando il numero di Reynolds, il set-point della PRV e il carico nel serbatoio di alimentazione. In Figura 2 è mostrata la relazione tra i valori sperimentali del coefficiente di perdita di carico, χ, e δ. 3 10 L’effetto della variazione della domanda è stato studiato durante prove di lungo periodo nelle quali si è simulato l’andamento tipico della domanda di utenze di tipo do1 10 mestico. In questo ambito, si è analizzata l’influenza della grado di apertura, δ lunghezza della condotta a valle della PRV. Il prosieguo delle prove prevede l’installazione a valle Fig.2: Caratterizzazione idraulica della PRV: della PRV di una rete di condotte per simulare un distretvalori sperimentali e interpolati di χ vs. δ

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Scelta sostenibile delle fonti di approvvigionamento idropotabile in un contesto di scarsità idrica ricorrente Scelta sostenibile delle fonti di approvvigionamento

Tonino Liserra, Giada Felisa, Valentina Ciriello, Vittorio Di Federico di scarsità idrica ricorrente Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale contesto e dei Materiali (DICAM), Università di Bologna

Si possonoGiada utilizzare in modo più intensivo le fontiVittorio Di Fed I dati meteo-climatici delle ultime decadi evidenziano Tonino Liserra, Felisa, Valentina Ciriello, rimanenti? In cheChimica, misura? LaAmbientale risorsa utilizzata la presenza di anomalie sempre più ricorrenti che di si Ingegneria Civile, e altera dei Materiali (DICA l’equilibrio della fonte? C’è un incremento di costi? riverberano sulla dinamica di ricarica delle falde e del Bologna Qual è l’impatto in termini d’inquinamento? Ci sono deflusso superficiale, contribuendo alla riduzione della incrementi di gas serra? Questi effetti sidecadi possono quandisponibilità idrica per il consumo umano. I dati meteo-climatici delle ultime evidenziano la pr tificare, sono transitori e/o reversibili? Quali tecniche La più recente letteratura tecnica e scientifica assesempre più ricorrenti che si riverberano sulla dinamica di rica di risparmio sono attuabili? Come si può favorire il riurisce che l’utilizzazione delle risorse idriche non può deflusso superficiale, contribuendo alla riduzione della dispo so idrico? Dove? Per quali usi? Con quali costi? Con più essere governata dalla sola ipotesi di disponibilità per il consumo umano. quali rischi? Sono necessarie nuove infrastrutture? Ci illimitata condizionata dai costi che inevitabilmente La più recente letteratura tecnica e scientifica asserisce che sono dei comportamenti da tenere in caso di crisi? Per porta alla ricerca di nuove fonti in caso di aumento risorse mitigare idrichelenon può protocolli più sottostare allaessere sola ipotesi di d crisi, quali che dovranno del fabbisogno. condizionata solo dai costi, con la ricerca di nuove fonti in c predisposti? Quali autorità dovrebbero essere coinvolLa tendenza in atto è invece quella di affrontare il profabbisogno. La tendenza in atto è di affrontare il problema te? Che cosa accadrà sul lungo periodo? E se nulla blema dell’uso dell’acqua attraverso il paradigma della attraverso il paradigma della sostenibilità che prende in cons cambiasse? sostenibilità, che prende in considerazione molteplici aspetti ambientali, sociali, economici, e di go Per questi fini stanno emergendo tecniche diinfrastrutturali modellaaspetti: ambientali, sociali, economici, infrastrutturali scelta delle fonti di approvvigionamento zione metabolica (Kennedy et al., 2011) che appaiono in uno scena e di governance. Nel caso della scelta delle fonti della di cambiamenti climatici, gligrado strumenti attuali di suppo maggiormente elastiche e in di fornire una rispoapprovvigionamento in uno scenario condizionato sta efficace a di molti dei quesiti posti. modelli di simulazione) son dai cambiamenti climatici, gli strumenti disponibili (apparecchiature di monitoraggio, Questi molto modelli vedono i sistemi idricibreve urbani come un (definito ope ausilio alle decisioni (apparecchiature di monitoraginformazioni precise ma sul periodo di flussi (risorse, compostiinoltre, chimici, energia, de- il numero di gio, modelli di simulazione) sono in grado di fornire porzioniinsieme di sistema. Risulta, limitato naro, emissioni che interagiscono tra loro e s’in-di uno o più informazioni molto precise seppure sul breve periodo (pressione, portate,etc.)livelli e concentrazioni fluenzano vicendevolmente; i flussi in ingresso sono informazioni, (definito operativo) e su limitate porzioni di sistema. Mancano ancora strumenti in grado di fornire “metabolizzati” dal sistema dando origine ai flussi Risulta, inoltre, limitato il numero di variabili che essi dettaglio, riferite al lungo periodo e soprattuttoin a un insieme d uscita.per le decisioni strategiche. sono in grado di gestire, normalmente: pressione, pornecessario È evidente, in Il modello di metabolismo permette, attraverso l’inditate, livelli e concentrazioni di uno o più parametri chiprogrammatorie dovranno essere ancora efficaci in un orizzon viduazione di tali flussi, di valutare le “metriche” delle mici, etc. Mancano ancora strumenti in grado di fornire lungo) in un contesto molto diverso da quello attuale. Tali sce diverse dimensioni della sostenibilità. informazioni, anche di minor dettaglio ma riferite al verificate su molti scenari, in cui i sistemi idrici saranno soll Il governo e la razionalizzazione di tali flussi, rispetlungo periodo e soprattutto a un insieme di variabili con scenari complessi di domanda, manutenzione di frequ to al loro stato iniziale consente di scegliere, infine, più ampio spesso necessario per le decisioni strategieventi di scarsità conUnolodiscopo di verificare l’effettiv le soluzioni piùidrica sostenibili. questi modelli di che. osservametabolismo quindi che i quesiti ai et quali dareè stato risposta sono più urbano (Behzadian al. 2014) È evidente, infatti, che le scelte programmatorie dofunzionamento idraulico e riguarderanno temi recentemente applicato al sistema di adduzione idrica spesso tra l vranno essere ancora efficaci in un orizzonte strategiesempio, nell’ipotesi che etuna fonte perdi verificare alimentazione non di Reggio Emilia (Liserra al., 2016), co (medio lungo) in un contesto probabilmente molto bisognerà chiedersi rispetto allo stato attuale: ci sono fonti alte una delle soluzioni tecniche predisposte per la riduziodiverso da quello attuale. Per questi motivi tali scelte utilizzarenele fonti rimanenti? In di che La risorsa utilizzata della vulnerabilità idraulica quelmisura? sistema a parità dovranno essere verificate su molti scenari, con diun incremento costi o d’infrastrutture? Qual è l’ di performancedimeccanica. I risultati ottenuti hanno verso grado di sollecitazione e con scenari complessi mostrato come strategiaincrementi scelta sia effettivamente di domanda, frequenza di manutenzione ed eventi d’inquinamento? di Cila sono di gas serra? Quest più sostenibile alla configurazione attuale, condi risparmio so scarsità idrica intensi allo scopo di verificare l’effettiva quantificare, sono rispetto transitori? Quali tecniche emissioni e maggiore economicità. sostenibilità. Si osserva quindi che i quesiti cui dare favorire minori il riuso idrico? Dove? Per quali usi? Con quali cos Si può quindi nuove concludere che le valutazioni della per- dei comport risposta sono più numerosi e complessi del solo funSono necessarie infrastrutture? Ci sono formance idraulica vanno sempre integrate con valuzionamento idraulico, e riguarderanno temi tra loro caso di crisi? Per mitigare le crisi, quali protocolli che dovr tazioni della sostenibilità utilizzando anche strumenti contrastanti. semplificati, come il metabolismo urbano, in grado di Ad esempio, nell’ipotesi che una fonte di alimentaziofornire al processo decisionale nuove informazioni nene non sia più disponibile, bisognerà chiedersi rispetto cessarie alla pianificazione di lungo periodo per sceallo stato attuale e alla luce della legislazione comugliere soluzioni sostenibili. nitaria e nazionale vigente: ci sono fonti alternative?

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SWANP 3.0: Software perSoftware il partizionamento SWANP 3.0: il partizionamento SWANP 3.0: Software per il partizionamento eper la protezione delle retie la protezione delle reti idriche di distribuzione di distribuzione delle reti idriche di distribuzione eidriche la protezione

A. Di Nardo, G.F. Santonastaso, D. Musmarra - Seconda Università degli Studi di Di Nardo, G.F. Santonastaso, Musmarra - Seconda Università degli Studi di A. A. Di Nardo, G.F. Santonastaso, D. MusmarraD.- Seconda Università degli Studi di Napoli, Dipartimento DICDEA, Aversa (CE) Napoli, Dipartimento DICDEA, Aversa (CE) Action Group CTRL+SWAN Napoli, DICDEA, Aversa (CE)on -Water, Action Group CTRL+SWAN Action GroupDipartimento CTRL+SWAN European Innovation Partnership EU European Innovation Partnership on Water, EU European Innovation PartnershipCTRL+SWAN on Water, European EU A. Di Mauro, F.P. Tuccinardi - Action Group Innovation Partnership on Water, EU – Med.Hydro s.r.l. Mauro, F.P. CTRL+SWAN Tuccinardi - Action Group CTRL+SWAN European Innovation A. Di Mauro, F.P. TuccinardiA.- Di Action Group European Innovation M. Di Natale – Seconda Università degli Studi di Napoli, Dipartimento DICDEA, Aversa (CE) Partnership on Water, EU Promete s.r.l., Napoli (NA) Partnership on Water, EU - Promete s.r.l., Napoli (NA) Action Group CTRL+SWAN European Innovation Partnership ondiWater, EU – Dipartimento Med.Hydro M. Di Natale -Studi Seconda Università deglis.r.l. Studi di Napoli, Dipartimento DICDEA, M. Di Natale - Seconda Università degli Napoli, DICDEA, Aversa (CE) Action Group CTRL+SWAN European Aversa (CE) - Action Group CTRL+SWAN European Innovation Partnership on Innovation Partnership on L’integrazione Il partizionamento delle reti idriche nelEU dividere la Water, - Promete s.r.l., Napoli di SWANP 3.0 in QGIS offre la possibilità di Water, EU - Promete s.r.l.,consiste Napoli utilizzare tutti gli strumenti di analisi e visualizzazione ofrete in k sottosistemi di dimensioni minori utilizzando valIl partizionamento retida idriche nel individere rete in kalla sottosistemi di ferti GIS, consiste come mostrato figura vole sezionamento (saracinesche) di portata. neldelle Il di partizionamento delle retie misuratori idriche consiste dividere launrete in k sottosistemi di conlariferimento dimensioni minori utilizzando valvole di sezionamento (saracinesche) rete (saracinesche) idrica della città di eMatamoros in Messico, dopo aver e misuratori Tale tecnica migliora la gestione delle reti di distribuzione, dimensioni minori utilizzando valvole di sezionamento misuratori di portata. Tale tecnica migliora la gestione delle reti di portata. Tale tecnica migliora la gestione di distribuzione, favorendo effettuato il partizionamento in SWANP. di distribuzione, favorendo favorendo l’applicazione delle tecniche di ricerca perdita, di delle reti l’applicazione delle tecniche di ricerca perdita, di digestione delle pressioni, di l’applicazione delle tecniche diqualità ricerca perdita, diInoltre, gestione pressioni, SWANPdelle 3.0, integrando al risolutore idraulico megestione delle pressioni, di protezione della dell’acprotezione della qualità dell’acqua, ecc., favorendo la trasformazione delle protezione della qualità dell’acqua, ecc., trasformazione delle todi di la ricerca dei percorsi minimi di un grafo, consente qua, ecc., favorendo la trasformazione delle tradizionali reti favorendo tradizionali acquedottistiche in Smart Water Networks. tradizionali reti acquedottistiche in Smartreti Water Networks. di modellare il trasporto nel tempo diofferti un tracciante o di acquedottistiche in Smart Water Networks. Tuttavia, recentemente, ai vantaggi dall’incremento delle Tuttavia, solo recentemente, graziesolo ai vantaggi offerti grazie dall’incremento delle un materiale reattivo (come ad esempio il cloro), valutare Tuttavia, solo recentemente, grazie potenze ai vantaggidi offerti e dallo sviluppo di innovative tecniche di analisi potenze di calcolo automatico e dallo calcolo sviluppoautomatico di innovative tecniche di analisi dell’acqua come di residenza nelle condotte dall’incremento delle potenze di calcolobasate automatico e dallo sulla deil’età grafi delle retitempo complesse, basate sulla teoria dei grafi e delle retiteoria complesse, è e stato possibile definire è stato possibile definire e la percentuale di acqua che da delle un nodo sviluppo di innovative tecniche di analisi basate sulla teoria procedure di ottimizzazione per il partizionamento retiraggiunge idriche.gliIn particolare, procedure di ottimizzazione per il partizionamento delle reti idriche. In particolare, gli autori hanno sviluppato SWANP 3.0 (Smart Water Network Partitioning and altri nodi della rete.Partitioning Infine, il software deigligrafi e dellehanno reti complesse, è stato possibile 3.0 definire autori sviluppato SWANP (Smart Water Network andconsente di simulare Protection), la terza release di un software per la modellazione negativi prodotti dall’introduzione accidentale o idraulica, il procedure di ottimizzazione per release il partizionamento reti Protection), la terza di un delle software perglilaeffetti modellazione idraulica, il algoritmi complessi delladelle teoriareti deiidriche grafi edidelle reti complesse, partizionamento, la gestione e la protezione distribuzione. Il di un in rete possibili idriche. In particolare, glila autori hanno sviluppato SWANP delle intenzionale partizionamento, gestione e la protezione reti idriche di contaminante distribuzione. Il (mediante versione 3.0 sono stati integrati nuovi in algoritmi migliorando siaGIS la fase d software è stato sviluppato in Python 2.7 ed è integrato QGIS, piattaforma è stato sviluppato Python 2.7 ed intipo QGIS, GIS forma scenari backflow attack), ee propone una tecnica basa-dei distretti) che d 3.0software (Smart Water Network Partitioninginand Protection), la è integrato (definizione del piattaforma numero della ottimale open source. Ilsusoftware è stato testato su numerose reti idriche nell’ambito open source. Il software è stato testato numerose reti idriche nell’ambito (identificazione della posizione ottimale dove inserire ta sul partizionamento idrico in grado di mitigare il rischio misuratori e sara terza release di un software per la modellazione idraulica, il dell’Action Group europeo CTRL+SWAN (http://www.swan.technology) valvole di regolazione). dell’Action la Group (http://www.swan.technology) diL’integrazione contaminazionedi eSWANP proteggere3.0gli inutenti dellaoffre rete dagli partizionamento, gestione eeuropeo la protezioneCTRL+SWAN delle reti idriQGIS possibilità di utilizza dell’European Innovation Partnership sull’Acqua che vede coinvoltilaoltre 50 partner dell’European Innovation Partnership sull’Acqua che vede coinvolti oltre 50attacco partner effetti nefasti di un possibile terroristico. che di distribuzione. Il software è stato tra sviluppato in Python strumenti di analisi e visualizzazione offerti da un GIS come mostrato in università, centri di ricerca, piccole, medie e grandi aziende internazionali. tra università, centri di ricerca, piccole, medie e grandi aziendealla internazionali. riferimento idrica della città di Matamoros in Messico dopo aver 2.7 ed è integrato in QGIS, piattaformaSWNAP GIS open source.offre Il diversi tools ilrete partizionamento SWNAP 3.0 offre diversi tools per il3.0 partizionamento e la per protezione delle reti e la protezione delle reti partizionamento in SWANP. software è stato testato su numerose idriche reti idrichee nell’amun sistema di supporto alle decisioni che consente di confrontare idriche e un sistema di supporto alle decisioni che consente di confrontare bito dell’Action Group europeo CTRL+SWAN (http://www. differenti configurazioni della rete idrica, mediante una differenti configurazioni della rete idrica, mediante una serie di indici misurandone, serie di indici misurandone, maniera innovativa, edla energetica. resilienza topologica ed energetica. Il simulatore swan.technology) dell’European Innovation Partnership in maniera innovativa, la inresilienza topologica Il simulatore idraulico, integrato in SWANP consente di effettuare sull’Acqua che vede coinvolti oltre 50 partner tra università, idraulico, integrato in SWANP consente di effettuare analisi sia di tipo Demand analisi sia di tipo Demand Driven che di più tipoefficaci Pressure più efficaci nei casi di reti idriche centri di ricerca, piccole, e grandi aziende (DDA) internazioDriven (DDA) chemedie di tipo Pressure Driver (PDA) neiDriver casi di(PDA) reti idriche che mostrano pressioni al di sotto di quelle di progetto. che mostrano pressioni al di di quelle di progetto. nali. SWNAP 3.0 offre diversi tools persotto il partizionamento Rispetto alla ilprima release, nella era già in grado di fornire agli release, nella quale software era già in quale grado ildisoftware fornire agli e laRispetto protezionealla delleprima reti idriche e un sistema di supporto operatori il partizionamento ottimale della rete idrica, ottenuto utilizzando diversi il partizionamento ottimale della alleoperatori decisioni che consente di confrontare differenti confi-rete idrica, ottenuto utilizzando diversi gurazioni della rete idrica, mediante una serie di indici misurandone, in maniera innovativa, la resilienza topologica ed energetica. Il simulatore idraulico, integrato in SWANP, consente di effettuare analisi sia di tipo Demand Driven (DDA) che di tipo Pressure Driver (PDA) più efficaci nei casi di reti idriche che mostrano pressioni al di sotto di quelle di progetto. Rispetto alla prima release, nella quale il software era già in grado di fornire agli operatori il partizionamento ottimale della rete idrica, ottenuto utilizzando diversi algoritmi complessi della teoria dei grafi e delle reti complesse, nell’attuale versione 3.0 sono stati integrati nuovi algoritmi migliorando sia la fase di clustering (definizione del numero e della forma ottimale dei distretti) che del dividing (identificazione della posizione ottimale dove inserire misuratori e saracinesche o valvole di regolazione).

Partizionamento della della rete rete di Partizionamento di Matamoros Matamoros in in SWANP SWANP 3.0 3.0

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Inoltre, SWANP 3.0, integrando al risolutore idraulico metodi di ricerca d minimi di un grafo, consente di modellare il trasporto nel tempo di un tra un materiale reattivo (come ad esempio il cloro), valutare l’età dell’a


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! La gestione in emergenza delle reti idriche in condizioni PDA attraverso l’utilizzo di valvole

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Attilio Fiorini Morosini, Olga Caruso, Paolo Veltri - Università della Calabria, La gestione in emergenza delle retiCivile,idriche Dipartimento di Ingegneria Rende (CS) Francesco Costanzo - Università degli Studi di Ferrara, Dipartimento di gestione in emergenza delle idriche reti indicondizioni Lacondizioni gestione in emergenza delle idriche PDA in condizioni in PDA attraverso l’utilizzo valvole Ingegneria,reti Ferrara

La attraverso l’utilizzol’utilizzo diCaruso, valvole una retedella idrica, in concomitanza interventi Civile, di manutenzione attraverso di valvole Attilio Fiorini Morosini, Olga Paolo Veltri –InUniversità Calabria, Dipartimentocon di Ingegneria Rende (CS) o di rottura di

una Dipartimento condotta, è dinecessario isolare dal resto della rete l’area di intervento Francesco Costanzo – Università degli Studi di Ferrara, Ingegneria, Ferrara

(distretto), chiudendo un sottoinsieme di valvole. L’identificazione di queste valvole strettamente connessa a una gestione delle reti di idriche (WDNs) e alla una rete idrica, in concomitanza con interventi diè manuadeguati per soddisfacimento delle utenze,Calabria, limitando i disAttilioIn Fiorini Morosini, Olga Caruso, Paolo Veltri - ilUniversità necessità di avere un sistema affidabile. Ledella procedure di ottimizzazione per la tenzione o di rottura di una condotta, è necessario isolare servizi. In questo caso, per simulare il comportamento della su matrici scelta (CS) della posizione e del numero delle valvole sono basate Dipartimento di Ingegneria Civile, Rende dal resto della rete l’area di intervento (distretto), chiudendo approccio di tipo Pressure Driven Analysis (PDA)di connettività topologiche [1],rete, [2], un[3], su indici di modularità o su proprietà Francesco Costanzo - Universitàtopologiche degli eStudi di Ferrara, Dipartimento di idraulica [4], [5]. rispetto a un modello Demand Driven un sottoinsieme di valvole. L’identificazione di queste valvole è più appropriato proporre una metodologia per definire il numero e il Ingegneria, Ferrara è strettamente connessa a una gestione delle reti diObiettivo idriche del lavoro Analysisè (DDA). Il modello di calcolo utilizzato, INetPDA, è posizionamento delle valvole nella rete idrica che garantisca livelli di pressione (WDNs) e alla necessità di avere un sistema affidabile. Le correlato alla valutazione del carico minimo iHdisservizi. da garan-In questo caso, lvole adeguati per il soddisfacimento delle utenze, limitando min è il peso In di ciascun distretto, rapporto tra la portata erogata nel distretto e procedure di ottimizzazione per la scelta della posizione e tire in ciascun nodo per soddisfare la richiesta idrica dell’uper simulare il comportamento della rete, un approccio di tipo una rete idrica, in concomitanza con interventi di manutenzione o di rottura diPressure Driven ella dell’intera rete.del numero delle valvole sono basate su matrici topologiAnalysis (PDA) tenza. è più La appropriato rispetto a unidentificazione modello Demand Driven Analysis metodologia si basa sulla di diverse una condotta, necessario isolare dalIl modello resto didella rete l’area intervento ogni scenario, vengono calcolati i è valori della FO, da minimizzare. (DDA). calcolo utilizzato, INetPDAdi([6]), è correlato alla valutazione che, su indici di modularità o su proprietà di connettività configurazioni della rete, ognuna delle quali caratterizzata rocedura è(distretto), stata applicata a un caso reale, la rete idrica di del Cosenza (CS), nodo per soddisfare la richiesta minimoL’identificazione Hmin da garantire in ciascun chiudendo un sottoinsieme dicarico valvole. di queste valvole topologiche e idraulica. Obiettivo del lavoro è proporre una tuita da 48 condotte, 40 nodi e 2 serbatoi (fig.1). La richiesta idrica dellada un numero e una posizione diversa delle valvole. Il nuidricatotale dell’utenza. è strettamente connessa unale richieste gestione delle di idriche (WDNs) e mediante alla metodologia pergarantire definire il numero eail posizionamento del-idriche ereti la localizzazione delle valvole definiti La metodologia si basa sulla identificazione di sono diverse configurazioni della rete, è 256.52 l/s; i carichi minimi da per soddisfare aimero necessità avere un affidabile. Le quali procedure di da ottimizzazione per la diversa delle ognuna delle caratterizzata unche numero unadiminuzione posizione oli nodi variano da 261 m adinella 339 m. le valvole rete idrica che sistema garantisca livelli di pressione una funzione obiettivo (FO), dipendeedalla valvole. Il numero e la localizzazione delle valvole sono definiti mediante una scelta della posizione e del numero delle della valvole sonoin rete basate su matrici portata circolante e dalla conseguente variaziofunzione obiettivo (FO), che dipende dalla diminuzione della portata circolante in ne del carico in rete a causa della chiusura: topologiche [1], [2], [3], su indici di modularità o su proprietà di connettività rete e dalla conseguente variazione del carico in rete a causa della chiusura:

Attilio Fiorini Morosini, Olga Caruso, Paolo Veltri - Università della C Dipartimento di Ingegneria Civile, Rende (CS) Francesco Costanzo - Università degli Studi di Ferrara, Dipartime Ingegneria, Ferrara

In una rete idrica, in concomitanza con interventi di manutenzione o di ro una condotta, è necessario isolare dal resto della rete l’area di inte (distretto), chiudendo un sottoinsieme di valvole. L’identificazione di queste è strettamente connessa a una gestione delle reti di idriche (WDNs) n ' necessità di avere Le procedure topologiche e idraulica [4], [5]. un sistema affidabile. $ottimizzazione QPDA − Qdi ncv Qi RD i % FO = + + Obiettivo del lavoro proporre una metodologia per definire il numero e""wiilbasate su ∑ scelta della èposizione e del numero valvole sono % delle QPDA QPDA i =1 & nv # posizionamento delle[1], valvole idrica ! che garantisca livelli di pressione topologiche [2], nella [3], rete su indici di modularità o su proprietà di conn cui: adeguati per il soddisfacimento dellein utenze, limitando i disservizi. In questo caso, in cui: è il numero di distretti della rete topologiche e idraulicadella [4],- n[5]. è il numero distretti reteisolare il distretto per simulare il comportamento un napproccio di tipodellaPressure Driven è il numero delle valvoledida regolare per - nrete, n è il numero delle valvole da regolare per isolare è il numero totale di valvole presenti in rete n Obiettivo del lavoro è proporre una metodologia per definire il nume Analysis (PDA) è più appropriato rispetto a un modello Demand Driven Analysis è la portata erogata del distretto che contiene la condotta interessata dalla - Q il distretto delle valvole nellan ([6]), rete èidrica cheallagarantisca (DDA).posizionamento Il modello di calcolo utilizzato, INetPDA correlato valutazione livelli di pre rottura è il numero totale di valvole presenti in rete è la portata non erogata nel distretto isolato Q da garantire in ciascun nodo pererogata soddisfare la contiene richiesta del carico minimodiHCosenza min adeguati il soddisfacimento delle limitando disservizi. In quest Fig.1: Rete idricaper Q èutenze, la portatadel del distretto cheichiusura è la portata erogata distretto dopo la del sottoinsieme di - Q 1: Rete idrica di Cosenza idrica dell’utenza. la condotta interessata rottura per simulare il comportamento della rete, undalla approccio di tipo Pressure La metodologia si basa sulla identificazione di configurazioni della rete, Scenario N° Totale di valvole in rete Q diverse è la portata non erogata nel distretto isolato l caso di studio è stato ipotizzato che all’internoèdella reteappropriato fossero posizionate rispetto a un modello Demand Driven A Analysis (PDA) più Q èe la portata del distretto dopo la chiusura ognuna delle qualiposizioni caratterizzata da un numero una erogata posizione diversa delledel umero variabile di valvole in differenti (tab.1). C1 19 sottoinsieme di valvole (DDA). Il modello di calcolo utilizzato, INetPDA ([6]), è correlato alla valu valvole. Il C2numero e la localizzazione delle valvole sono definiti mediante una 23 w è il peso di ciascun distretto, rapporto tra la portata eroche 29 dipende diminuzione della portata in garantire in ciascun nodocircolante per soddisfare la ri delobiettivo carico (FO), minimo H min dadalla 1: Scenarifunzione analizzati C3 gata nel distretto e quella dell’intera rete. rete eidrica dalla conseguente variazione del carico in rete a causa della chiusura: Per ogni scenario, vengono calcolati i valori della FO, da miC4in dell’utenza. 34 nario N° totale di valvole rete nimizzare. n La metodologiadistsi' 38 basa sulla identificazione di $ diverse configurazioni del Q C1 19 C5 ncv Q PDA − QRDi i i "wi e una posizione divers % FO = quali41caratterizzata + + Lada ognuna delle un è stata numero C2 23 C6 procedura applicata a un caso reale, la rete idri" % nv Q Q i = 1 PDAi PDA ca di Cosenza (CS), costituita 40 nodi e2 valvole. Il numero& e la localizzazione delle valvole sono definiti median C3 29 i # da 48 condotte, Tab.1: Scenari analizzati ! serbatoi (fig.1). La richiesta idrica totale della rete è 256.52 C4 34 obiettivo (FO), che dipende dalla diminuzione della portata circol in cui:funzione l/s; i carichi minimi da garantire per soddisfare le richieste 0,40 C5 38 e dalladiconseguente variazioneidriche delai singoli carico in rete della chiusura è il numero distretti della rete - ndistrete nodi variano da 261 a m acausa 339 m. dist

i

i

i

dist CVi

dist

V

CVi

PDAi i

V

RDi

PDAi

i

RDi

i

C6

Per il caso diilstudio è stato ipotizzato che all’interno della distretto - nCVi41è il numero delle valvole da regolare per isolare ndist rete fossero posizionate un numero variabile di valvole in - nV è il numero totale di valvole presenti in rete 0,20 RDi i differenti posizioni i (tab.1). PDA - QPDAi è la portata erogata del distretto che contiene la condotta interessata dalla i ciascuno 0,10 scenario, una volta isolato un distretto è stata verificata la retePer ciascuno scenario, una volta isolato un distretto è stata rottura endo un corrispondente valore della FO. Dall’analisi dei risultati i =1 ottenuti, siverificata laPDA rete iottenendo un corrispondente PDAi valore della 0,00 portata non distretto isolato Qi è la all’aumentare - decresce che la FO delerogata numero dinel valvole (fig.2) fino a unFO. Dall’analisi dei risultati ottenuti, si nota che la FO de! 0 13 25un punto 38 50 ero oltre il- quale il è miglioramento, di vista tecnico, risulta la portatadaerogata del distretto dopo laall’aumentare chiusuradel del QRDiin cresce numerosottoinsieme di valvole (fig.2) fino adiun cui: FO

0,30

' ncv Q % FO = ∑ + % nv Q &

nificante. n° di valvole : Andamento della FO dist Fig.2: Andamento della FO

48

grafia

+

Q

−Q

Q

$ "w " #

numero oltre il quale il miglioramento, da un punto di vista

- n è il numero di distretti della rete tecnico, risulta insignificante. - nCVi è il numero delle valvole da regolare per isolare il distretto - nV è il numero totale di valvole presenti in rete


SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Scheletrizzazione del modello di un sistema idrico di approvvigionamento regionale per la riduzione Scheletrizzazione dei tempi di simulazione approvvigionamento

del modello di un sistema idrico regionale per la riduzione dei tempi

simulazione

C. Arena, M. Cannarozzo, A. Fortunato, M.R. Mazzola, I. Scolaro Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale,C. Aerospaziale, Materiali dell’Università degli M.R. Studi di Palermo I. Scolaro - Dipartimento Arena, M.dei Cannarozzo, A. Fortunato, Mazzola, Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale, dei Materiali dell’Università de I sistemi idrici regionali forniscono, generalmente, acqua Studi di Palermopli AQUATOR, della Oxford Scientific Software. A partire a milioni di abitanti, in aree estese migliaia di chilometri da un modello che rappresenta al meglio la topologia quadrati, ed includono diverse fonti di approvvigionaed il funzionamento del sistema (Modello completo o I sistemi idrici regionali forniscono, generalmente, acqua a milioni di abitanti, mento (quali sorgenti, campi pozzi e invasi aree artificiali), Schema Zero), costituito daquadrati, 716 elementi cui circa diverse fonti estese migliaia di chilometri ed (diincludono impianti di potabilizzazione, serbatoi di linea,approvvigionamento impianti 100 centri di domanda e 350 elementi condotta) e va(quali sorgenti, campi pozzi e invasi artificiali), impianti di sollevamento, ecc. Il problema principale collegato a lidato insieme ai tecnici di AQP S.p.A., la "risoluzione potabilizzazione, serbatoi di linea, impianti di sollevamento, ecc. Il problem questi tipi di sistemi consiste nell'individuareprincipale le miglio- collegato spaziale" del modello progressivamente ridotta, a questi tipi èdistata sistemi consiste nell'individuare le migli nella loroi centri configurazione selezionare le migli ri regole operative nella loro configurazioneregole attuale operative o aggregando di domanda eattuale riducendoo ilnel livello di alternative infrastrutturale per Siil sono miglioramento nel selezionare le migliori alternative di intervento in- di intervento discretizzazione delle condotte. così ottenuti delle tre performance d servizio. Questi schemi obiettivi richiedono la simulazione/ottimizzazione dei sistemi frastrutturale per il miglioramento delle performance di diversa complessità: Schema 1 (185 elementi), numerosi intervalli temporali, che possono variare da un anno idrologico medio del servizio. Questi obiettivi richiedono la simulazione/ Schema 2 (228 elementi) e Schema 3 (236 elementi). base giornaliera a molti anni, in modo da potere considerare gli effetti de ottimizzazione dei sistemi su numerosi intervalli tempoLa Figura 1 riporta il confronto fra i risultati del modello variabilità idrologica. Per la valutazione degli effetti di differenti regole operative rali, che possono variare da un anno idrologico medio completo e dei modelli (la percentuale di alternative infrastrutturali, sono scheletrizzati oggi disponibili softwaredi di simulazione su base giornaliera a molti anni, in modo ottimizzazione da potere soddisfacimento della domanda è espressa termini molto evoluti che, con interfacce utente in user-friendly, consentono considerare gli effetti della variabilità idrologica. Per la modelliassoluti, mentre i prelievi dalle fonti ed i costi operativi costruire estremamente complessi. idrici complessi condiusi multipli AQUATOR, della Oxford A c valutazione degli effetti di differenti regole operative, o totali sono espressi inmodelli percentuale al modello di La calibrazione di questo tipo è, inrispetto generale, unaScientific lunga Software. procedura partire da un modello che rappresenta al meglio la topologia ed il funzionamento comporta die mostra numerose simulazioni primadadel di ottenere risult di alternative infrastrutturali, sono oggi disponibili sof- l'esecuzione riferimento) i tempi di calcolo in costituito funzione del sistema (Modello completo o Schema Zero), 716 elementi (di cui convincenti Inoltre, in base alla complessità del sistema al nume tware di simulazione ed ottimizzazione molto evoluti ed affidabili. numero complessivo degli elementi dei modelli. circa 100 centri di domanda e 350 elementi condotta) e validato insiemeed ai tecnici di time steps considerati, un singolo run del modello calibrato può richiedere m di AQP S.p.A., la "risoluzione spaziale" del modello è stata progressivamente che, con interfacce utente user-friendly, consentono di Questi risultati provano che mediante la scheletrizzaziominuti, anche suridotta, calcolatori moderni potenti. I tempiil livello di simulazione posso aggregando i centri di edomanda e riducendo di discretizzazione costruire modelli estremamente complessi. ne è possibile abbattere in maniera significativa i tempi delleun condotte. Si sono così ottenuti tre schemi di diversa complessità: Schema 1 dunque diventare fattore limitante, specialmente quando, per identificare La calibrazione di questo tipo di modelli è, in generadi calcolo, senza incidere sulla3 (236 capacità 2 (228eccessivamente elementi) elementi). soluzioni migliori(185inelementi), terminiSchema di minimo costoe Schema e massime prestazioni, i mod le, una lunga procedura che comporta l'esecuzione di associati deiFigura modelli di descrivere il funzionamento sistema. La 1 riporta il confronto fra i risultatimetaeuristiche, deldel modello completoquali e dei gli modelli vengono a tecniche di ottimizzazione algorit scheletrizzati (la percentuale di soddisfacimento della è espressa in numerose simulazioni prima di ottenere risultati convin- che implicano l'esecuzione perlomeno di centinaiadomanda genetici, di simulazioni. termini assoluti, mentre i prelievi dalle fonti ed i costi operativi totali sono espressi centi ed affidabili. Inoltre, in base alla complessità del siProseguendo uninlavoro precedente, è stata possibilità percentuale rispetto al modello di studiata riferimento) la e mostra i tempididi ridurre calcolo ini tem di singolo calcolo attraverso la "scheletrizzazione" dei modelli, cercando di preservare stema ed al numero di time steps considerati, un funzione del numero complessivo degli elementi dei modelli. un minuti, tempo, la precisione dei risultati. I modelli scheletrizzati hanno anche run del modello calibrato può richiedere molti vantaggio anche su calcolatori moderni e potenti. I tempi di simu- di essere più facilmente gestibili e modificabili (il numero dei parame degli elementi del modello e delle serie temporali delle richieste dei centri lazione possono dunque diventare un fattore limitante, domanda è fortemente ridotto rispetto al modello completo di riferimento). Com specialmente quando, per identificare le soluzioni micaso di studio è stato adottato il sistema idrico di approvvigionamento della Pug gliori in termini di minimo costo e massime prestazioni, che serve un'area con più di 4.000.000 di abitanti. Per la costruzione del mode i modelli vengono associati a tecniche di ottimizzazione del sistema è stato impiegato il software di simulazione/ottimizzazione di siste metaeuristiche, quali gli algoritmi genetici, che implicano l'esecuzione perlomeno di centinaia di simulazioni. Proseguendo un lavoro precedente, è stata studiata la possibilità di ridurre i tempi di calcolo attraverso la "scheletrizzazione" dei modelli, cercando di preservare, a un tempo, la precisione dei risultati. I modelli sche! letrizzati hanno anche il vantaggio di essere più facilmente gestibili e modificabili (il numero dei parametri degli elementi del modello e delle serie temporali delle richieste dei centri di domanda è fortemente ridotto rispetto al modello completo di riferimento). Come caso di studio è stato adottato il sistema idrico di approvvigionamento della Puglia, che serve un'area con più di ! Fig.1: fra ifra risultati (sopra)(sopra) ed i tempi del modello 4.000.000 di abitanti. Per la costruzione del modello Fig.1:Confronto Confronto i risultati eddii calcolo tempi (sotto) di calcolo completo e dei modelli scheletrizzati (sotto) del modello completo e dei modelli scheletrizzati del sistema è stato impiegato il software di simulazione/ ottimizzazione di sistemi idrici complessi con usi multi-

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Questi risultati provano che mediante la scheletrizzazione è possibile abbattere in maniera significativa i tempi di calcolo, senza incidere eccessivamente sulla capacità dei modelli di descrivere il funzionamento del sistema.


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La previsione a breve termine dei consumi idrici nella rete di distribuzione ! ! idrica gestita da Hera

! !

La La previsione previsione aa breve breve termine termine dei dei consumi consumi idrici idrici nella nella rete rete didi distribuzione distribuzioneidrica idricagestita gestitada daHera HeraS.p.A. S.p.A. F. Gagliardi, S. Alvisi, M. Franchini – Università degli Studi di Ferrara - M. Guidorzi – Hera S.p.A F.F.Gagliardi, Gagliardi,S.S.Alvisi, Alvisi,M. M.Franchini Franchini- -Università Universitàdegli degliStudi StudididiFerrara Ferrara

M. M.Guidorzi Guidorzi- -Hera Hera S.p.A S.p.A valor medio è di circa 900 l/s. Il secondo e il terzo caso studio La previsione dei consumi idrici a breve termine rappresenta (CS2 e CS3) fanno riferimento ai consumi idrici di due picun utile strumento di supporto per la gestione dei sistemi La Laprevisione previsionedei deiconsumi consumiidrici idriciaabreve brevetermine terminerappresenta rappresentaun unutile utilestrumento strumentodidi coli distretti dell’appennino modenese (Polinago idrica. e Marano di distribuzione idrica. Infatti, un’accurata previsionesupporto dei supportoper perlalagestione gestionedei deisistemi sistemidididistribuzione distribuzioneidrica. Infatti, Infatti,un’accurata un’accurata sul Panaro),idrici ciascuno deirete quali presenta un punto di consumi idrici di una rete o di una sua parte può essere di previsione previsione dei dei consumi consumi idricididiuna una reteoo didiuna unasua suaunico parte parte può puòessere esseredidisupporto supporto perlalapianificazione pianificazione del delfunzionamento funzionamento dei deirete principali principali dispositivi dispositividei della dellarete, rete,quali qualiad ad interconnessione con il resto della in corrispondenza supporto per la pianificazione del funzionamento deiper prinesempio esempio gligliimpianti impianti didipompaggio pompaggio levalvole. valvole. quali è stata monitoratooiloleflusso. È significativo rimarcare le cipali dispositivi della rete, quali ad esempio gli impianti di Lo Lostudio studiosviluppato sviluppatoinincollaborazione collaborazionecon conHera HeraS.p.A. S.p.A.sisiinserisce inserisceininquesto questo ridotte dimensioni questi due distretti, pompaggio o le valvole. Lo studio sviluppato in collaboracontesto contestoed edè èfinalizzato finalizzato alla alladimessa messa aapunto punto didicaratterizzati un unmodello modelloda didiprevisione previsionedei dei consumi rispettivamente dell’ordine ditemporale 8temporale l/s e 1.5 l/s. tutti zione con Hera S.p.A. si inserisce in questo contestoconsumi ed è consumi idrici idrici aapasso passo orario orariosu sudidiun un orizzonte orizzonte didiIn 24 24 ore. ore. IlIl modello modello èèe basato basato sulla rappresentazione dei dei comportamenti comportamenti periodici che che tre i casi sulla studio lerappresentazione serie temporali osservate a passo orario periodici finalizzato alla messa a punto di un modello di previsione tipicamente tipicamente caratterizzano caratterizzano consumi idrici, idrici, ovvero lele ciclicità ciclicità stagionale ee coprono due anni,i iilconsumi 2014 e il 2015 e i ovvero dati del primo anno stagionale dei consumi idrici a passo orario su di un orizzonte temposettimanale settimanaledelle dellerichieste richiesteidriche idrichegiornaliere giornaliereeelalaciclicità ciclicitàgiornaliera giornalieradelle dellerichieste richieste sono utilizzati ilper la calibrazione e quelli ha del secondo rale di 24 ore. Il modello è basato sulla rappresentazione idriche idricheorarie. orarie. InInstati particolare, particolare, ilmodello modello didiprevisione previsione hauna unastruttura strutturamodulare. modulare. per la validazione. previsione va- idrica dei comportamenti periodici che tipicamente caratterizzano Nel Nel primo primo modulo, modulo, che che ha haL’accuratezza lala funzione funzionedella didi stimare stimare laèlastata richiesta richiesta idrica media media giornaliera giornalieranel nel giorno giorno (o(onei neigiorni) giorni)interessati interessati dalle dalle 24 24ore orel’indice didiprevisione, previsione,sisitiene tiene i consumi idrici, ovvero le ciclicità stagionale e settimanalutata in funzione dell’orizzonte temporale mediante conto contodella dellaciclicità ciclicità stagionale stagionale eesettimanale una unapersistenza persistenza brevetermine. termine. di Nash-Sutcliffe (NS) esettimanale in figura 1Aeeedidi figura 1B si mostra-aabreve le delle richieste idriche giornaliere e la ciclicità giornaliera Analogamente, Analogamente,nel nelsecondo secondomodulo, modulo,che cheavvalendosi avvalendosidell’output dell’outputdel delprimo primomodulo modulo no i risultati delle ottenuti rispettivamente in nelle fase di24 calibrazione delle richieste idriche orarie. In particolare, il modello di fornisce fornisce lala previsione previsione delle richieste richieste idriche idriche nelle 24 ore ore successive successive all’ora all’ora previsione ha una struttura modulare. Nel primo modulo, etiene di validazione. Le ciclicità previsioni fornite dal modello sono in corrente, corrente,sisitiene conto contodella della ciclicitàgiornaliera giornaliera eedidiuna una persistenza persistenza aabreve breve termine. generale caratterizzate da elevati valori dell’indice NS e, in che ha la funzione di stimare la richiesta idrica mediatermine. giorIlIlmodello modelloèèstato statoapplicato applicatoaatre diversicasi studiocostituiti diversereti retididi dettaglio, l’accuratezzatreèdiversi maggiorecasi perstudio il CS1, costituiti rispetto da aldadiverse naliera nel giorno (o nei giorni) interessati dalle 24 ore di distribuzione distribuzioneidrica idricagestite gestiteda daHera HeraS.p.A. S.p.A.IlIlprimo primocaso casostudio studio(CS1) (CS1)fafariferimento riferimento CS2alal e, servizio soprattutto, al CS3, siadiin fase di calibrazione di comuni previsione, si tiene conto della ciclicità stagionale e settimaalla alla rete rete idrica idrica servizio della della città città di Ferrara Ferrara ee didi altri altriche undici undici comuni della della Si può quindi osservareinclusivi come l’accuratezza del- idriche, nale e di una persistenza a breve termine. Analogamente, provincia. provincia.La Lavalidazione. serie serietemporale temporale dei deiconsumi, consumi, inclusivi delle delleperdite perdite idriche,èèstata stata ricavata ricavatatramite tramite bilancio bilancioidrico idricotenendo tenendo conto contodelle delle diverse diverse entrate entrateeeuscite uscitedella della la previsione diminuisca al diminuire del numero di utenze nel secondo modulo, che avvalendosi dell’output del primo rete retestessa, stessa,ed edil ilcorrispondente corrispondentevalor valormedio medioèèdidicirca circa900 900l/s. l/s.IlIlsecondo secondoeeil ilterzo terzo considerate ma questo è comprensibile, considerando che modulo fornisce la previsione delle richieste idriche nelle 24 caso casostudio studio(CS2 (CS2eeCS3) CS3)fanno fannoriferimento riferimentoaiaiconsumi consumiidrici idricidididue duepiccoli piccolidistretti distretti le serie temporali dei consumi diMarano piccoli aggregati di utenze ore successive all’ora corrente, si tiene conto della ciclicità dell’appennino dell’appennino modenese modenese (Polinago (Polinago eeMarano sul sulPanaro), Panaro), ciascuno ciascunodei deiquali quali presenta presenta un unsono unico unico punto punto dida di interconnessione interconnessione con il il resto resto della della rete rete inin caratterizzate una elevata variabilitàcon e aleatorietà. giornaliera e di una persistenza a breve termine. Il modello corrispondenza corrispondenza dei deiquali quali èèstata stata monitorato monitorato flusso. ÈÈsignificativo significativorimarcare rimarcarelele Il modello fornisce comunque in tuttiil iliflusso. casi, un’accuratezza è stato applicato a tre diversi casi studio costituiti da diverse ridotte ridottedimensioni dimensionididiquesti questidue duedistretti, distretti,caratterizzati caratterizzatida daconsumi consumirispettivamente rispettivamente che si mantiene stabile all’aumentare dell’orizzonte temporeti di distribuzione idrica gestite da Hera S.p.A. Il primodell’ordine caso dell’ordinedidi88l/sl/see1.5 1.5l/s. l/s. studio (CS1) fa riferimento alla rete idrica al servizio In della conclusione, il modello è efficace e stabile soprattutIntutti tuttieetre trei rale. icasi casiIn studio studio leleserie serie temporali temporali osservate osservate aapasso passoorario orariocoprono copronodue due anni, anni, il il2014 2014eto eil se il2015 2015 eei dati i dati del delprimo primo anno anno sono sonostati statiutilizzati utilizzati per perlalacalibrazione calibrazione città di Ferrara e di altri undici comuni della provincia. La applicato su larga scala; la sua accuratezza di previsioL’accuratezza della previsione è stata valutata in funzione dell’orizzonte temporale eequelli quellidel delsecondo secondo per lalavalidazione. validazione. tendeper a ridursi al diminuire del distretto serie temporale dei consumi,diinclusivi delle perdite idriche, mediante l’indice Nash-Sutcliffe (NS) e inne figura 1° e figura delle 1B dimensioni si mostrano i a seguito di un significativo incremento dell’aleatorietà dei è stata ricavata tramite bilancio idrico tenendo conto delle risultati ottenuti rispettivamente in fase di calibrazione e di validazione. consumi stessi. diverse entrate e uscite della rete stessa, ed il corrispondente (A)

NS [-]

1 0.95

CS1 CS2

0.9 0.85 0.8 0.75 0.7 0.65 0.6

CS3

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

Orizzonte temporale [h] (B)

NS [-]

1 0.95 0.9 0.85 0.8 0.75 0.7 0.65 0.6

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

Orizzonte temporale [h]

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Fig.1: Accuratezza della previsione ottenuta per ciascuno dei tre casi studio al variare dell’orizzonte temporale di previsione (A) in fase di calibrazione e (B) in fase di validazione

Fig.1: Accuratezza della previsione ottenuta per ciascuno dei tre casi studio al variare dell’orizzonte temporale di previsione (A) in fase di calibrazione e


WALK BY FIXED NETWORK


SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Un dispositivo per la diagnosi di condotte mediante transitori in condizioni di sicurezza: verifica su un impianto reale !

S. Meniconi, B. Brunone, E. Mazzetti - Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale (DICA), Università ni irdiotPerugia isnart M. Frisinghelli, M. Larentis, C. Costisella – Novareti

etnaidem ettod elaer otnai

S.p.A. Tale condotta – di lunghezza L = 1328.8 In una rete idrica in esercizio, l’abilità della tecnica di indidem, eldiametro iviC airengegnI id otn nominale DN500, diametro interno 506.6 mm e spessore viduare un’anomalia (per esempio, una perdita, un allaccio ocirdal I oserbatoio izivreS ,.A.p.S iteR iti 4.2 mm – connette il campo-pozzi Spini inattivo) dipende fortemente dal livello di conoscenza. Se, "10,000". Il dispositivo PPWM, preventivamente disinfetinfatti, sono note con esattezza le sue caratteristiche georep( aielaportato mona’ad nuuna eraudividni id aci tato, riempito con l’acqua della condotta metriche (diametro, lunghezza, materiale e posizione delle i d o l l e v i l l a d e t n emetrof ednepi pressione di circa 5 bar, è stato installato immediatamente connessioni), l’anomalia può essere individuata confronhcitsiNel rettfrattempo, arac eulas el azzettas a monte del serbatoio “10,000” e(fig.1a). tando il comportamento della rete con quello atteso. Nel, ) i n o i s s e n n oc ellede enoizisop e condotta di alimentazione è stata isolata dal serbatoio le tecniche basate sull'esecuzione di prove in moto vario, il n o c e t e r a l d otndiematropmoc li o portata in condizioni idrostatiche spegnendo il le gruppo segnale sperimentale registra le onde di pressione generate dalla manovra e quelle riflesse dalle singolarità presenpompaggio al campo-pozzi. In Figura 1b, è riportato il seelanges li ,oirav otom ni evor gnale di pressione, H, acquisito immediatamente a monte ti ovvero da anomalie. Il successo di tali tecniche dipende esselfir elleuq e arvonam allad etar della valvola di connessione (sezione M) durante tre prove dalle modalità di generazione delle onde, dalla sezione in ednepid ehcincet ilat id osseccus l cui queste sono immesse in rete, nonché dalle loro caratteeseguite in momenti diversi. Dopo un primo incremento onos etseuq iuc ni enoizes alla di pressione (circa 0.85 m) dovuto oalla ristiche (entità e forma). Quest'ultimo elemento determina 0.24s, mimanovra, tlu'tseuaQt1 =.)a mrof e àtitne( ehc la sicurezza della rete durante le prove ed influenza la sucla prima chiara discontinuità nel a segnale (una riduzione) l azneulfni de esivorp el etnarud cessiva analisi del segnale di pressione. Questo lavoro ha lo verifica a t2 = 1.77 s seguita da un graduale incremento che scopo di testare su un impianto reale il dispositivo PPWM inizia a t3 = 1.81 s. Si registra quindiMun Wsegnale PP ovpraticamente itisopsid li elaer otnaip (Portable Pressure Wave Maker) per la generazione di onde costante fino a t4 = 2.66 s, quandoid l’onda enoriflessa isserdal p campoid edno id enoizare di pressione di piccola ampiezza. Questo dispositivo, mespozzi arriva alla sezione di misura. id Dalla oiroconoscenza tarobaL ldegli i osserp otnup a immediatamente a monte del serbatoio “10,000” (fig.1a). Nel frattempo, la so a punto presso il Laboratorio di Ingegneria delle Acque istanti t1 e t4 è possibile calcolare la,ecelerità m/se(= hc inoai= sn1088 emid loccip id osuihc o allein n acondizioni uq id e roiggam enoisserp condotta alimentazione stata che, isolata dal e portata del DICA, è un di serbatoio chiuso di piccoleèdimensioni 2L/(t4serbatoio - t1)). Appare di interesse sottolineare lallenotevole ripetiid aFigura sesegnale rp an1b, uneliddomiidrostatiche spegnendo il gruppo di pompaggio al prove. campo-pozzi. In èaznednopsirroc ni tramite un compressore, viene portato ad una pressione bilità delle L’analisi preliminare del edella reilsssuo e valvola ò up MWdi PP ovitisopsid lI .o maggiore di quella nella condotta da analizzare eacquisito connesso nio del tempo consente di ricondurre comportamento riportato il segnale di pressione immediatamente a monte edpresenza no elDopo ledid unàtallaccio itun ne’l e enoisserp i aconnessione questa in corrispondenza di una presa pressione tramite nell’intervallo in di tempo [t2 - t3] alla (sezione M) didurante tre prove eseguite momenti diversi. n o c à t i d i p a r a L .edeter alla innad ac una valvolaincremento di piccolo diametro. dispositivo PPWM può esdi limitata Infattialat1giunzione = 0.24causa s, illa primo di Ilpressione (circa 0.85 m) inattivo dovuto alla lunghezza. manovra, i d e n o i z a r e n e g a l sere installato ovunquediscontinuità sia presente una presa pressione (unacremento all’istantesit2 mentre il terminale determina = 1.77 s ecsitnarag ,ertl prima chiara nel disegnale riduzione) verifica a t2 cieco . i l i b i u gnitsid etnemaraih eseguita l’entità delleda ondeun generate, potendo incremento essere prefissata, non il successivo base del valore di t2 èun stata 1.81 s. Sulla Si registra quindi graduale che inizia a t3 = incremento. de otnerT id à ttic al atnemila ehc e provoca danni praticamente alla rete. La rapidità con cui viene aperta di un allaccio a 834.60 m dal serbatoio. 2.66la presenza s, quando l’onda riflessa dal segnale costante fino laa t4 = stimata ,m 8.8231 = L azzehgnul id – at valvola di connessione, inoltre, alla garantisce la generazione di Dai daticonoscenza in possesso di Dolomiti Retiistanti S.p.A. risulta un allaccio, e t campo-pozzi arriva sezione di misura. Dalla degli t 1 – mm 2.4 ero4ssèeps e mm 6.60 onde di pressione che, sebbene piccole, sono chiaramente di lunghezza pari a 18.50 m, a 860 interessedel possibile calcolare la celerità a = 1088 m/s (= 2L/(t4- t1)). Apparem indicorrispondenza ."00 distinguibili. L’impianto analizzato è la condotta di adduzione pozzo inattivo San Lazzaro2 con un errore nella sottolineare la notevole ripetibilità delle prove. alled auqclocalizzazioa’l noc otipmeir ,otatt che alimenta la città di Trento ed è gestita da Dolomiti Reti ne pari pertanto a 2.95%. otallatsni otats è ,rab 5 acric Aa)

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Fig. 1 a) Dispositivo PPWM installato al serbatoio 10,000

b) B

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Fig.1 b) segnale di pressione registrato durante tre prove alla sezione M: l’effetto delle singolarità presenti è evidenziato con linee verticali di diverso colore

Fig.1: a) Dispositivo PPWM istallato al serbatoio 10,000, e b) segnale di



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delle portateAnalisi immessedelle per laportate stima delleimmesse perdite neiper sistemi di per la stima delle perdite nei si Analisi delle portate immesse la stima zione idrica distribuzione idrica

delle perdite nei sistemi di distribuzione idrica

olani - Acquedotto Pugliese S.p.A G. Mazzolani - Acquedotto Pugliese S.p.A – Acquedotto Pugliese S.p.A - DICAR, Politecnico di D. Bari di, D. Laucelli, G. O.Mazzolani Giustolisi L. Berardi, Laucelli, O. Giustolisi - DICAR, Politecnico di Bari L. Berardi, D. Laucelli, O. Giustolisi – DICAR, Politecnico di Bari

le perdite negli acquedotti ha un enorme economico poiché Ridurreimpatto le perdite negli acquedotti ha un enorme impatto economic a riduzione dello spreco risorse idriche energetiche, la diminuzione nella rete, oltre misura idriche del volumeed di energetiche, acqua Ridurre le perditedinegli acquedotti haimplica un ed enorme laimpatriduzione sione dello spreco di alla risorse la dim immesso. to economico poiché implica spreco i di trattamento e pompaggio, deila riduzione danni acosti terzi in ultima analisi, la dei dello die,ditrattamento e pompaggio, dei danni a terzi e, in ultima a Purtroppo, molti acquedotti, l'unica informazioneedi-le "buone pratic risorse ed energetiche, deiecosti e delle emissioni di idriche gas serra. Tuttelalediminuzione strategie le di"buone pratiche" volte riduzione delle emissioni di in gas serra. Tutte le strategie sponibileleè perdite il della volume immesso misuratolaneivalutazione punti di trattamento e pompaggio, dei danniaalaterzi e, in ultima e preliminare ollare e ridurre le perdite richiedono valutazione controllare ridurre richiedono prelimin ingresso della rete, mentre non esistono misuratori di analisi, la riduzione delle emissioni di gas serra. Tutte le uale di perdite reali, al fine di definirepercentuale i possibili obiettivi termini di perditein reali, al di fine di definire i possibili obiettivi in portata/pressione installati all'interno della rete e le vastrategie e le gli "buone pratiche" volte aefficaci controllare(es. e ri- strategie e, e quindi selezionare interventi piùriduzione, di controllo e quindi selezionare gli interventi più efficaci (es. strategie di lutazioni dei consumi sono basate su letture manuali. durre le perdite richiedono la valutazione preliminare del essione e programmi di riabilitazione) della e allocare le risorse economiche pressione e programmi di riabilitazione) e allocare le risorse ec Tuttavia il tasso di perdita in queste reti supera talvolta tasso di perdita reale, al fine di definire i possibili obiettivi ili. disponibili. il 50% dell’immesso, rendendone necessaria una stima in termini di riduzione, e quindi selezionare gli interventi dologie per la più stima delle perdite reali sono solitamente classificate come Le pressione metodologie la stimaa delle reali di sono classific supportoperdite dell'allocazione risorsesolitamente per inefficaci (es. strategie di controllo della e pro- per attendibile n o bottom-up.grammi Neglidi riabilitazione) approcci top-down, la misura o la stima dei diversi top-down o bottom-up. Negli approcci top-down, la misura o la stima d terventi di gestione delle pressioni, riabilitazione dell’ase allocare le risorse economiche enti del bilancio idrico del sistema vengono utilizzati per ricavare le componenti del bilancio idrico del sistema vengono per ric set ovvero per programmare investimenti sul sistema utilizzati di disponibili. Per questoLe motivo, l'affidabilità della stima top-down dipende perdite. Per questo motivo, l'affidabilità della stima top-down monitoraggio. metodologie per la stima delle perdite reali sono soliabilità delle misurazioni/valutazioni deldall'affidabilità consumo acqua. Inoltre, la del perconsumo Si misurazioni/valutazioni propone una metodologia bottom-up la valuta- di acqua. I tamente classificate come top-down o bottom-up. Neglidi delle za della stima top-down dellelaperdite solito si riferisce a periodi di perdite analisi zione delle reali basata su undiapproccio approcci top-down, misura o ladistima dei diversi comfrequenza della stima top-down delle perdite solito di si datariferisce a periodi assimilation la in cui i soli datidei di volume immessoènella rete ponenti la del bilancio sistemalunghi, vengono utilizzati manualmente soprattutto laddove letturaidrico deidelconsumi è effettuata con soprattutto laddove lettura consumi effettuata manualm sono per la stima deiimpedendo parametri di un di modello ricavare le perdite. Perimpedendo questo motivo, l'affidabilità annuale o alperpiù semestrale, di stimare le ovariazioni delle cadenza annuale al utilizzati più semestrale, stimare le variaz che è coerente con il funzionamento idraulico del sistedella stima top-down dipende dall'affidabilità nel corso dell’anno. perditedelle nelmisucorso dell’anno. ma. Glidei stessi dati permettono la verifica a posteriori dei razioni/valutazioni del consumo di acqua. procci bottom-up, la valutazione delle perdite si basa sull'analisi di Negli approcci bottom-up, la dati valutazione delle perdite si basa sull'analisi risultati ovvero dell’applicabilità del metodo. L'analisi può Inoltre, la frequenza della stima top-down delle perdite e/o pressione monitorati nella rete. Tra le metodologie di stima delle nella rete. Tra le metodologie di st portata e/o pressione monitorati essere effettuata off-line, non necessitando pertanto di di solito si riferisce a periodi di analisi lunghi, soprattutto bottom-up l'analisi del flusso minimo notturno (MNF) permette di stimare le minimo notturno (MNF) permette di s perdite bottom-up l'analisi del flusso trasmissione in tempo reale dei dati, con un intervallo di laddove la lettura dei consumi è effettuata manualmente reali sottraendo il consumo legittimo perdite di acqua dal il volume reali(previsto) sottraendo consumo legittimo di acqua (previsto) da campionamento che può variare da pochi minuti a un'ora, con cadenza annuale o al più semestrale, impedendo di o nel sistemastimare (misurato), ed è l'unica opzione praticabile quando la utilizzabile immesso nel sistema (misurato), è l'unica opzione essendo così facilmenteed per la maggior parte praticabile q le variazioni delle perdite nel corso dell’anno. one del consumo dell’utenza non è disponibile. In sidel realtà, la stima dellela metodologia misurazione consumo dell’utenza non è permette disponibile. delle reti. Pertanto, di aggior-In realtà, la st Negli approcci bottom-up, la valutazione delle perdite basata sul MNFbasa è sull'analisi stata usata in combinazione con l’approccio FAVAD per perdite basata sul MNF è stata usata in combinazione nare facilmente la stima delle perdite non appena con sono l’approccio FA dei dati di portata e/o pressione moninto della dipendenza dalla pressione. Tuttavia, questo conto della dipendenza dalle perdite pressione. disponibili datipone aggiornati, ovvero didalla confrontare la stima Tuttavia, que torati nella dalle rete. Tra perdite le metodologie ditener stima delle perdite sità di monitorare la pressione nella rete, oltre alla misura del volume di la necessità di monitorare la pressione nella rete, oltre relativa a periodi diversi (es. anni precedenti) al finealla di misura del v bottom-up l'analisi del flusso minimo notturno (MNF) mmesso. rilevare l'aumento del tasso di perdita e/o verificare gli permette di stimare le perdite reali sottraendo consumo acqua ilimmesso. delle campagnel'unica di riduzioneinformazione delle perdite. legittimo di acqual'unica (previsto) dal volume immesso nel sio, in molti acquedotti, informazione disponibile èacquedotti, il volume Purtroppo, in moltieffetti disponibile è i I test eseguiti considerando una rete di letteratura (Apustema (misurato), ed è l'unica opzione praticabile quando o misurato nei punti di ingresso della rete, mentremisurato non esistono misuratori immesso nei punti di ingresso della rete, mentre non esistono m WDN) opportunamente modificata per e rappresentare la misurazione del consumo dell’utenza disponibile. a/pressione installati all'interno della retedienon leè valutazioni deilian consumi sono portata/pressione installati all'interno della rete le valutazioni dei cons condizioni di pressione invariante (rete sovradimensionaIn realtà, la stima delle perdite basata sul MNF è stata u letture manuali. Tuttavia il tasso di perdita in queste retimanuali. supera talvolta basate su letture Tuttaviail il tasso di perdita in queste reti supera ta) oadi supporto variazione di pressione nel ciclo giornaliero, diusata in combinazione con l’approccio FAVAD per tener ll’immesso, rendendone necessaria una stima attendibile 50% dell’immesso, rendendone necessaria una stima attendibile a mostrano che la procedura è in grado di restituire stime conto della dipendenza dalle perdite dalla pressione. azione di risorse per interventi di gestione delle pressioni, riabilitazione dell'allocazione di risorse per interventi di gestione delle pressioni, riab attendibili del tasso corrente di perdita. Tuttavia, questo pone la necessità di monitorare la preset ovvero per programmare investimenti dell’asset sul sistema di monitoraggio. ovvero per programmare investimenti sul sistema di monitoragg

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Procedure operative perla ridurre ladi formazione Procedure operative perper ridurre formazione TTHMs in sistemi di di Procedure operative ridurre la formazione di TTHMs in sistemi didistribuzione TTHMs inidrica sistemi di distribuzione idrica distribuzione idrica Claudia Quintiliani, Cristiana DiCristiana Cristo, AngeloDi Leopardi, Giovanni de Marinis Claudia Quintiliani, Cristo, Angelo Leopardi, Giovanni de de Marinis - Claudia Quintiliani, Cristiana Di Cristo, Angelo Leopardi, Giovanni Marinis Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Cassino (FR) Italia Università di Cassino e del Lazio Meridionale Università di Cassino e del Lazio Meridionale - UNESCO-IHE Leonardo Alfonso –Alfonso UNESCO-IHE Institute for Water Education, Delft,for The Netherlands Institute Water Education, Delft, The Leonardo

Leonardo Alfonso UNESCO-IHE Institute for Water Education, Delft, The Netherlands Netherlands I Gestori del Servizio Idrico Integrato hanno l’obbligo di assitrattamento ai singoli rubinetti (water age), un modo per

Fig. 1: Schema del case-study

Fig. 2: Soluzioni ottenute

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curare che l’acqua potabile erogata agli utenti sia idonea in contenere il problema della formazione dei sottoprodotti I Gestori deldel Servizio Idrico Integrato hanno l’obbligo di assicurare cheche l’acqua I Gestori Servizio Idrico Integrato hanno l’obbligo assicurare l’acqua termini quantitativi e qualitativi. Tra i diversi trattamenti che consiste nel ridurredi al minimo la water age ai nodi di erogapotabile erogata agliagli utenti sia sia idonea in termini quantitativi e qualitativi. TraTra i potabile erogata utenti idonea in termini quantitativi e qualitativi. garantiscono la qualità e la sicurezza dell’acqua potabile, zione. La ricerca presentata ha l’obiettivo di individuare iprodiversi trattamenti che garantiscono la qualità e la sicurezza dell’acqua potabile, è trattamenti che con garantiscono e operative, la sicurezza potabile, è è ancoradiversi molto diffusa la disinfezione uso di cloro in la qualità cedure quali addell’acqua esempio la regolazione di valvole ancora molto diffusa la la disinfezione concon usouso di di cloro in in diverse forme. UnaUna ancora molto diffusa disinfezione cloro diverse forme. diverse forme. Una concentrazione di cloro residuo assicura e/o idranti, che ottimizzino il funzionamento del sistema concentrazione di cloro residuo assicura la protezione da da unauna ricrescita microbica concentrazione cloro assicura lainprotezione ricrescita microbica la protezione da una ricrescita di microbica oresiduo da un’eventuale termini di minima water age. La metodologia proposta, o da un’eventuale contaminazione cheche possa avvenire a valle dell’impianto di o da un’eventuale contaminazione possa avvenire a valle dell’impianto contaminazione che possa avvenire a valle dell’impianto di dettagliatamente descritta in altri articoli, è formulatadi come trattamento. Sfortunatamente, l’uso di di tali tali prodotti porta allaalla formazione di di trattamento. Sfortunatamente, l’uso prodotti porta formazione trattamento. Sfortunatamente, l’uso di tali prodotti porta alla un problema di ottimo, che considera i due seguenti obietsottoprodotti della disinfezione (DBPs), cheche è dimostrato possono essere nocivi sottoprodotti disinfezione dimostrato possono essere nociviagli formazione di sottoprodottidella della disinfezione (DBPs), (DBPs), che è tivi:è1) minimizzare la concentrazione di TTHMs erogata perper la la salute, in particolare con effetti cancerogeni [1]. Tra questi ci sono i salute, in particolare con effetti cancerogeni [1]. Tra questi ci sono dimostrato possono essere nocivi per la salute, in particolautenti; 2) minimizzare il numero di interventi operativii da trialometani (TTHMs) cheche derivano dalla reazione dell’ipoclorito di sodio concon la la trialometani dell’ipoclorito di sodio re con effetti cancerogeni.(TTHMs) Tra questi ci sono i derivano trialometani dalla reazione effettuare. In particolare, per calcolare la prima funzione si fa sostanza organica naturalmente presente nell’acqua. Per questo motivo in molti sostanza organica naturalmente presente nell’acqua. Per questo motivo in molti (TTHMs) che derivano dalla reazione dell’ipoclorito di sodio riferimento alla concentrazione massima registrata nell’inPaesi la normativa richiede cheche l’acqua erogata abbia unauna concentrazione di di Paesi la normativa l’acqua erogata concentrazione con la sostanza organica naturalmenterichiede presente nell’acqua. tero sistema.abbia Per la risoluzione del problema è necessario TTHM totali inferiore a limiti fissati. Poiché la quantità di TTHMs dipende dal tempo TTHM inferiore a limiti richiede fissati.che Poiché la quantità TTHMs dipende dal tempo Per questo motivototali in molti Paesi la normativa disporre di un di codice per realizzare le simulazioni idraulica cheche l’acqua impiega a muoversi dall’impianto di trattamento ai singoli rubinetti l’acqua impiega a muoversi dall’impianto di trattamento ai singoli rubinetti l’acqua erogata abbia una concentrazione di TTHMs infee di qualità, insieme con un risolutore di problemi di ottimo. (water age), un modo perper contenere il problema della formazione deidei sottoprodotti (water age), contenere della formazione riore a limiti fissati. Poichéunla modo quantità di TTHMs dipende il problema Il case-study inizialmente utilizzato èsottoprodotti il semplice sistema consiste ridurre al minimo la water age ai nodi di erogazione. La ricerca presentata consiste ridurre al minimo la water age ai nodi di erogazione. La ricerca presentata dal tempo che l’acqua impiega a muoversi dall’impianto di rappresentato in figura 1, caratterizzato da 1 serbatoio, 41 ha ha l’obiettivo di individuare procedure operative, quali ad ad esempio la regolazione di di l’obiettivo di individuare procedure operative, quali esempio la regolazione tratti, con uguali lunghezza e diametro, 25 nodi, con uguale valvole e/oe/o idranti, cheche ottimizzino il funzionamento deldel sistema in in termini di valvole idranti, ottimizzino il funzionamento sistema termini portata media erogata e lo stesso andamento (pattern)digiorminima water age. minima water age. naliero. Il funzionamento può essere variato modificando il La La metodologia proposta, dettagliatamente descritta in [2], è formulata come un un metodologia proposta, dettagliatamente descritta in2 [2], come funzionamento di idrantièe formulata 5 valvole. L’acqua è disinfettata problema di ottimo, che considera i due seguenti obiettivi: 1) minimizzare la la problema di ottimo, che considera i dueiniettando seguenti obiettivi: 1) minimizzare nel serbatoio un quantitativo costante di ipocloriconcentrazione di TTHMs erogata agliagli utenti; 2) minimizzare il numero di interventi concentrazione di TTHMs erogata utenti; minimizzare numero di interventisono to di2)sodio. I risultati dellailmetodologia multi-obiettivo operativi da effettuare. In particolare, per calcolare la prima funzione si si fa fa operativi da effettuare. In particolare, per calcolare la prima rappresentati attraverso un frontefunzione di Pareto (fig.2), in cui riferimento alla concentrazione massima registrata nell’intero sistema. Per la la riferimento alla concentrazione massima sono registrata nell’intero sistema. Per riportati i due obiettivi considerati. In particolare, nella risoluzione deldel problema è necessario disporre di un codice perper realizzare le le risoluzione problema è necessario disporre di un codice realizzare parte superiore è indicata la condizione di funzionamento simulazioni idraulica e diequalità, insieme concon un un risolutore di problemi di ottimo. simulazioni idraulica di qualità, insieme risolutore di problemi ottimo.La figura degli idranti e delle valvole: 0=chiuso,di 1=aperto. Il case-study inizialmente utilizzato è il semplice sistema rappresentato in Figura 1, 1, Il case-study inizialmente utilizzato è il semplice sistema rappresentato in Figura 2 confronta la condizione iniziale A (numero di operazioni caratterizzato da 1 serbatoio, 41 tratti, con uguali lunghezza e diametro, 25 nodi, caratterizzato da 1 serbatoio, 41 tratti, conuguale uguali diametro, 25ottenute nodi, B e a 0),lunghezza con le altre duee possibili soluzioni concon uguale portata media erogata e loe stesso andamento (pattern) giornaliero. Il Il uguale portata media erogata lo stesso andamento (pattern) giornaliero. C. Nessuna soluzione prevede la modifica del funzionamenfunzionamento essere variato modificando il funzionamento di 2di idranti e 5e 5 Fig.1: Schemapuò del case-study Fig.2:toSoluzioni funzionamento può essere variato modificando il funzionamento 2 idranti degli idranti e ottenute questo è essenzialmente dovuto alla semvalvole. L’acqua è disinfettata iniettando nel serbatoio un quantitativo costante di di valvole. L’acqua è disinfettata iniettando nel serbatoio un quantitativo costante plicità dello schema esaminato, in cui la rapida fuoriuscita di acqua non solo non serve a ridurre la concentrazione di TTHMs, ma può avere un effetto contrario. La soluzione B richiede la chiusura della valvola V1, mentre la soluzione C richiede due operazioni, rappresentate dalla chiusura delle valvole V1 e V3. In conclusione, in entrambi i casi è selezionata la chiusura della valvola V1, che da sola riduce la concentrazione massima di TTHMs da circa 147 µg/l (soluzione A) a 137 µg/l (soluzione B), mentre l’ulteriore chiusura della valvola V3 la riduce ulteriormente a circa 127 µg/l (soluzione C). Dopo questi risultati preliminari, l’efficacia della metodologia sarà ulteriormente approfondita applicandola a schemi più complessi e case-study reali.

Fig.2: Soluzioni ottenute


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Uno per il supporto allealle decisioni no strumento per strumento il supporto decisioni peril ilsupporto recupero di acqua Unoalle strumento per decisioni per il recupero di acqua il recupero di acqua ed energia d energia nelper sistema idrico edintegrato energia nel sistema idrico integrato nel sistema idrico integrato

Notaro, V. Puleo, M. R. Mazzola, G. LaV.Loggia Dipartimento di G. Ingegneria V. Notaro, Puleo,- M. R. Mazzola, La Loggia - Dipartimento di Ingegneri vile, Ambientale, Aerospaziale, dei Materiali, degli Studi PalermoUniversità degli Studi di Palermo Ambientale, Aerospaziale, dei di Materiali, V. Puleo, M. R. Civile, Mazzola, G. La Loggia Università V. Notaro, Freni - Facoltà di Ingegneria Architettura, Università degli Università Studi di G.eCivile, Freni - Facoltà di Ingegneria e Architettura, Università degli Studi di Enna Dipartimento di Ingegneria Ambientale, Aerospaziale, dei Materiali, degliEnnaStudi di Palermo ore Kore G. Freni – Facoltà di Ingegneria e Architettura, Università degli Studi di Enna-Kore

egli ultimi decenni è stata registrata un’attenzione crescente al tema ultimi decenni èsempre statasioni registrata un’attenzione sempre crescente al tem (DSS) che consenta una valutazione dell’impatto Negli ultimi decenni è Negli stata registrata un’attenzione di differenti macro-aree del integrato. sempre crescente al tema del risparmio energetico l risparmio energetico derivante consapevole delle risorse idriche, insistema idricodelle del dall’uso risparmio energetico derivante dall’uso consapevole risorse idriche, i Inoltre, ogni macro-area è trattata come un elemenderivante dall’uso consapevole delle risorse idriche, in rmini sia di riduzione dei consumi perdite dei idriche. Infatti,che oltre ai perdite idriche. Infatti, oltre a terminiche sia delle di riduzione consumi delle to capace di condividere energia condi altrisistema elementi, (attivazione d termini energetici sia di riduzionedovuti dei consumi delle perditeenergetici gnificativi consumi allecheoperazioni di sistema (attivazione di significativi consumi dovuti alle operazioni al fine di ottenere un risparmio energetico sull’intero idriche. Infatti, oltre ai significativi consumi energetici mpe, soffianti, ecc.), bisogna considerare quantitàconsiderare di energia anche la quantità di energi pompe, soffianti,anche ecc.),labisogna sistema integrato. In questo modo il DSS suggerisce la dovuti alle operazioni di sistema (attivazione di pompe, ssipata a causa di un uso limitato o non corretto delle attrezzature e delle dissipata a causa di un uso limitato o non corretto delle attrezzature e dell soluzione più efficiente per la riduzione del consumo soffianti, ecc.), bisogna considerare anche la quantiatiche atte a tà regolare i consumi, nonché di una mancata applicazione delle pratiche atte a regolare i consumi, nonché di una mancata dell energetico e la regolazione del bilancio di energiaapplicazione del di energia dissipata a causa di un uso limitato o ocedure per ilnoncontrollo e attrezzature la riduzione L’identificazione procedure per ilperdite controllo eservizio la riduzione delle perdite idriche. L’identificazion idrico. corretto delle e delledelle pratiche atte a idriche. i flussi energetici presenta delle dovute un lato alla difficoltà complessità deididifficoltà flussi energetici presenta delle dovute unlelato alla complessit Il prototipo ALADIN modella al suo da interno comporegolare i consumi, nonché una mancata applicazio-da l sistema idrico integrato ai disponibili che non sono sistema idrico integrato e spesso dall’altro ai dati disponibili spesso non son nenti del sistema idrico integrato e prevedeche l’acquisine delle procedureeperdall’altro ildel controllo e ladati riduzione delle di datiadeguato sia da parte dell’operatore da sistemi perdite idriche.in modo fficienti a descrivere adeguato ciascuna parte del sistema. La sufficienti a descrivere in zione modo ciascunacheparte del sistema. L di monitoraggio e software di simulazione idraulica. L’identificazione flussi energetici presenta delle difstione del sistema idricodeiintegrato quindi necessita di strumenti efficaci, in gestione del sistema idrico integrato quindi necessita di strumenti efficaci, i strumento di analisi, insieme con quello supporto dovute da un lato alla complessità del attuali sistema ado di guidareficoltà sia nell’analisi delle condizioni che diLoquelle grado di guidare sia nell’analisi delleconseguenti condizioni attuali chedi di quelle conseguen alle decisioni, consente di avere un quadro sintetico idrico integrato e dall’altro ai dati disponibili che spesinterventi di miglioramento, che suggeriscano le grandezze che di interesse per le grandezze di interesse pe ad interventi di miglioramento, suggeriscano sullo stato del sistema nella sua configurazione attuaso non sono sufficienti a descrivere in modo adeguato a corretta valutazione dello stato del sistema e le soluzioni tecniche volte al e le soluzioni tecniche volte a una corretta valutazione dello stato del sistema le e in quella prevedibile dopo la caratterizzazione di ciascuna parte del sistema. La gestione del sistema cupero di acqua energia. di acqua ed energia. scenari migliorativi. In particolare, individua i princiidricoed integrato quindi recupero necessita di strumenti efficaci, in grado di guidare sia nell’analisi delle condizioni at-

pali flussi di acqua ed energia e stima la prestazione

uno strumento per il monitoraggio, l’analisi e l’ottimizzazione dei consumi d’acqua ed energia elettrica nel sistema idrico integrato. L’idea di base è di contribuire alla sostenibilità ambientale sviluppando un sistema di supporto alle deci-

Fig.1: Creazione scenari migliorati, verifica di fattibilità e successivo confronto in termini di prestazione

questo contesto, il progetto ALADIN “Recupero edALADIN energia “Recupero dispersa di Acqua ed energia dispers In questo contesto,diilAcqua progetto del sistema rispetto a specifici obiettivi (es. riduzione tuali che di quelle conseguenti ad interventi di migliol cicLo idrico integrAto. SalvaguarDia tramite Innovazione, nel le cicLo integrAto. SalvaguarDia ambientale tramite Innovazione perdite, risparmio energetico, impatto ambientale). ramento, che suggeriscano grandezzeidrico diambientale interesse oNitoraggio, ottimizzazione” realizzato grazie al supporto derivante dal moNitoraggio, realizzato al efficaci supporto ALADIN- inoltre suggeriscegrazie le azioni più per la derivante da per una corretta valutazione dello stato del ottimizzazione” sistema anziamento ottenuto Linea di edIntervento 4.1.1.1. delLinea PO dei ottenuto nell’ambito della di consumi Intervento 4.1.1.1. del PO riduzione delle perdite idriche, energetici e le soluzioninell’ambito tecniche finanziamento volte aldella recupero di acqua e delle emissioniquello di gas climalteranti energia. InSicilia questo contesto, il progetto ALADIN “Re- come ESR della Regione 2007-2013 - ha avuto obiettivo diavuto elaborate FESR della Regione Sicilia 2007-2013 - ha come grazie obiettivo quello d alle competenze di esperti 1). di Acqua ed energia dispersa nel cicLo idrico iluppare uno cupero strumento, per i gestori del servizio idrico mai gestori anche per i settore (fig.idrico sviluppare uno strumento, per deldelservizio ma anche per L’affidabilità di questo strumento è stata testata attraintegrAto. SalvaguarDia ambientale tramite Innovaofessionisti e le pubbliche professionisti amministrazioni, grado di amministrazioni, migliorare la e lein pubbliche in grado di migliorare l verso l’applicazione a differenti casi reali tra zione, moNitoraggio, ottimizzazione” realizzato granoscenza del sistema idrico conoscenza integrato, o del di parte di esso, di verificare sistema idricoeintegrato, o diapartedidistudio esso, e di verificare reti di adduzione, di drenaggio e impianti di potabilizzie al supporto derivante dal finanziamento ottenuto ori delle soluzioni di efficientamento idricosoluzioni ed energetico. priori delle di efficientamento idrico ed energetico. zazione e trattamento reflui. nell’ambito della Linea di Intervento 4.1.1.1. del PO obiettivo principale del lavoroL’obiettivo è2007-2013 stato quello di creare uno strumento per il FESR della Regione Sicilia - principale ha avuto come del lavoro è stato quello di creare uno strumento per onitoraggio, l’analisi e di l’ottimizzazione dei l’analisi ed energia monitoraggio, e d’acqua l’ottimizzazione dei consumi d’acqua ed energi obiettivo quello sviluppare uno strumento, perconsumi i geettrica nel sistema idrico integrato. L’idea di base è di contribuire alla di base è di contribuire all elettrica nel sistema idrico integrato. L’idea stori del servizio idrico ma anche per i professionisti e stenibilità ambientale ungrado sistema di supporto alle decisioni (DSS) di supporto alle decisioni (DSS le pubblichesviluppando amministrazioni, in di ambientale migliorare la sostenibilità sviluppando un sistema conoscenza del sistemadell’impatto idricoconsenta integrato,di o didifferenti partevalutazione di macro-aree e consenta una valutazione del sistema che una dell’impatto di differenti macro-aree del sistem esso, e di verificare a priori delle soluzioni di efficientaico integrato. Inoltre, ogni macro-area è trattata comeogni un elemento capace di come un elemento capace d idrico integrato. Inoltre, macro-area è trattata mento idrico ed energetico. ndividere energia con altri condividere elementi, alenergia fine dicon ottenere un risparmio altri elementi, al fine di ottenere un risparmi L’obiettivo principale del lavoro è stato quello di creare ergetico sull’intero sistema integrato. In sull’intero questo modo il DSS suggerisce la energetico sistema integrato. In questo modo il DSS suggerisce l

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Misurazione ottimale della pressione attraverso la modularità infrastrutturale A. Simone, D. Laucelli, O. Giustolisi – DICAR, Politecnico di Bari

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Misurazione ottimale dellainterne, pressione la determinazione delle pressioni così come i mi- attravers L’analisi e la gestione di grandi reti di distribuzione idrisuratori di portata fanno per i DMA classici per tutte le ca (WDN), definibili come reti infrastrutturali nell’ambito infrastrutturale componenti di domanda. degli studi sulle reti complesse, risentono da sempre di La strategia è presentata e discussa su Exnet, una rete reproblemi relativi al loro comportamento non omogeneo. A. Simone, D. Laucelli, O. Giustolisi - DICAR, Politecnico di Ba ale di media grandezza, composta da 1.894 nodi e 2.471 La strategia della community detection (segmentazione tronchi. La funzione bi-obiettivo ha fornito moduli simili o distrettualizzazione), prevedendo la suddivisione della L’analisi e latragestione di grandi di distribuzione idrica (W loro considerando come pesoreti sui tratti la lunghezza rete in distretti (segmenti o moduli), ne ha facilitato l’atotale. Lanell’ambito Figura 1 rappresenta unastudi delle soluzioni nalisi e la gestione attraverso diverse strategie.reti Infatti,infrastrutturali la degli sulle ottireti complesse, (corrispondente al massimo valore della modularità) divisione di un sistema idrico in un certo numerodi di sottoproblemi mali relativi al loro comportamento non omogeneo contenute nel fronte di Pareto risultante. I misuratori di reti - delimitate da dispositivi come misuratori di portata community detection (segmentazione o distrettualizzazio pressione (quadrati blu), hanno determinato 45 "pressure e valvole chiuse - permette di definire i cosiddetti distretti suddivisioneDMA” della rete in distretti (segmenti o moduli), ne ha con misuratori posizionati ai nodi periferici di ogni di misura (DMA), che possono risultare utili per diverse gestione attraverso diverse strategie. Infatti, la divisione di un finalità tecniche, quali ad esempio la gestione della domodulo. certo di sotto-reti - delimitate daha dispositivi come m Considerando l’importanza che la topologia sul commanda e delle perdite di sottofondo, localizzazione dellenumero portamento idraulico della la strategiai ècosiddetti stata inteperdite, lavori di riabilitazione delle condotte, calibrazione valvole chiuse - permette di rete, definire distretti di del modello idraulico, ecc. Tra le varie metrichepossono proposte grata posizionando altri misuratori di pressione nei nodi risultare utili per diverse finalità tecniche, quali ad centrali ogni “pressure DMA”, ovvero nella posizione in letteratura per dividere le reti in distretti, la della più usatadomanda e didelle perdite di sottofondo, localizzazione d più rilevante rispetto al comportamento idraulico della è la modularità. riabilitazione delle condotte, calibrazione del modello idrauli rete. La metrica utilizzata per quantificare l’importanza Partendo dalla teoria delle reti complesse, una nuova metriche proposte in letteratura per dividere le reti in distre strategia di progettazione ottimale del monitoraggio ! (centralità) di un nodo rispetto agli altri per ogni “presbetweenness centralitydelle , chepressioni fornisce per la rete Ex sure DMA” è la del delle WDN, basato sull'analisi topologica, èmodularità. oggetto Fig.1: Soluzione ottimale monitoraggio Partendo teoriasu delle reti complesse, una informazioni quanto un nodo sia centrale ai nuova del presente contributo. La novità della strategia deriva quadrati dalla blu, posizionati ai nodi periferici di ognirispetto “pressure DMA”,strate d'acqua all’interno del WDN, distretto,dicioè sul numero dall'utilizzo di un nuovo indicatore, il sampling-oriented rappresentano le posizioni dei misuratori pressione ottimale del percorsi monitoraggio delle basato sull'analisi topo di percorsi minimi connettono coppie strategia di nodi e che deriva dall'u modularity index. L’ottimizzazione bi-obiettivo presente (minimizcontributo. Lachenovità della Considerando l’importanza la topologia ha2,sul comportamento idraulico passano per il nodoche in esame. Nella Figura i cerchi gialli zazione del numero di misuratori di pressione versus la indicatore, il sampling-oriented modularity index. diL’ottimiz rete, la strategia è stata integrata posizionando altri misuratori pression rappresentano la posizione dei nodi centrali in ogni “presmassimizzazione del sampling-oriented modularity index) (minimizzazione del numero di misuratori di pressione versus nodi centrali di ogni “pressure DMA”, ovvero nella posizione più rilevante ris sure DMA”, cioè nodi con massimo valore della betweenfornisce un set di configurazioni ottimali, consentendo per del sampling-oriented modularity index) fornisce un set di co al comportamento idraulico della rete. La metrica utilizzata per quanti ness centrality. ognuna di esse la divisione della rete in moduli delimitati l’importanzaÈ(centralità) di un che nodo rispetto altri per ogni “pressure consentendo per ognuna diquesto esse laagli divisione della reteDMA in importante notare è un perfezionamento, da misuratori di pressione, denominati "pressure-DMA". betweenness centrality, che fornisce informazioni su quanto un nodo sia ce I “pressure-DMA” sono quindi collegati tra loromisuratori da nodi sulla teoriadenominati dei grafi, del sistema di monitoraggio dibasato pressione, "pressure-DMA". I “pressu rispetto ai percorsi d'acqua all’interno del distretto, cioè sul numero di pe (concettualmente rimossi) in cui sono installati misuratori delle e che(concettualmente altre misure di centralità possono collegati tra connettono loropressioni, da nodi in incui son minimi che coppie di nodi e che passanorimossi) per il nodo esame. di pressione, che forniscono le condizioni al contorno per essere utilizzate nell’ambito della strategia proposta. di pressione, che forniscono le condizioni al contorno per Figura 2, i cerchi gialli rappresentano la posizione dei nodi centralilain “pressureinterne, DMA”, cioècosì nodi con massimo valore delladibetweenness centrality. pressioni come i misuratori portata fanno pe

tutte le componenti di domanda. La strategia è presentata e discussa su Exnet, una rete reale composta da 1.894 nodi e 2.471 tronchi. La funzione bi-obiet simili tra loro considerando come peso sui tratti la lunghezz rappresenta una delle soluzioni ottimali (corrispondente al m modularità) contenute nel fronte di Pareto risultante. I mis (quadrati blu), hanno determinato 45 "pressure DMA” con mis nodi periferici di ogni modulo.

! ! Fig.2: Soluzione ottimale del monitoraggio delle pressioni per la rete Ex : Soluzione ottimale del monitoraggio delle pressioni per la rete Exnet. I Soluzione Fig.1: Soluzione ottimale del monitoraggio Fig.2: ottimale del monitoraggio cerchi gialli rappresentano le posizioni dei misuratori di pressione rati blu, posizionati nodi periferici di ogni delleaipressioni per la rete Exnet.“pressure I quadrati DMA”, blu, delle pressioni per la rete Exnet. I cerchi gialli posizionati mediante la betweenness posizionati ai nodi periferici di ogni “pressure rappresentano le posizioni deicentrality misuratori resentano le posizioni dei misuratori di pressione DMA”, rappresentano le posizioni dei misuratori di pressione

di pressione posizionati mediante la betweenness centrality

iderando l’importanza che la topologia ha sul comportamento idraulico della la strategia è stata integrata posizionando altri misuratori di pressione nei centrali di ogni “pressure DMA”, ovvero nella posizione più rilevante rispetto

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RETE IDRICA - R ET E FOG NAR IA - RET E D EL G A S - RET I I N S I T I I N D U ST R I A L I

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

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! La Localizzazione delle Perdite nelle Reti di Distribuzione: il Caso di

La Localizzazione delle Perdite nelle Reti di Distribuzione: il Caso di LaStudio Localizzazione della Rete di Castelcucco (TV)Perdite Studio della Rete didelle Castelcucco (TV) nelle Reti di Distribuzione: ilV.Caso Studio della Rete di Castelcucco (TV) Ruzza,V. E.di Crestani, Salandin Università Studi di Padova, Ruzza, E. P. Crestani, P.- Salandin - degli Università degli Studi Dipartimento di Padova, Dipartimento

ICEA ICEA V. Ruzza, E. Crestani, P. Salandin – Universitàdelle degliMarche, Studi di Padova, Dipartimento ICEA G. Darvini - Università Politecnica Dipartimento ICEA G. Darvini - Università Politecnica delle Marche, Dipartimento ICEA Pizzaia, R. Durigon, E. Pagnin - AltoDipartimento TrevigianoICEA Servizi s.r.l. R. Durigon, E. Pagnin – Alto Trevigiano Servizi s.r.l. G. P. Darvini – Università Politecnica delle Marche, P. Pizzaia, P. Pizzaia, R. Durigon, E. Pagnin - Alto Trevigiano Servizi s.r.l. Il controllo delle perdite nelleincondotte in pressioneevidente è unala delle piùdiimportanti Il controllo delle nelle delle condotte pressione necessità tecniche diverse dal semplice biIl perdite controllo perdite nelleè una condotte in pressione è una delle più importanti problematiche nelle distribuzioni ad uso potabile, ad esempio per la necessità di delle più importanti problematiche nelle distribuzioni ad lancio standard per definire zone critiche che presentano problematiche nelle distribuzioni ad uso potabile, ad esempio per la necessità di garantire la qualità dell’acqua fornita all’utenza, essendo la posizione di perdita un uso potabile, ad esempio la perqualità la necessità di garantire la all’utenza, un’elevata probabilità di presenza di di perdita perdite, zone dove garantire dell’acqua fornita essendo la posizione un potenziale punto di contaminazione. A questa si affiancano ovvie ragioni di qualità dell’acqua fornita all’utenza, essendo la posizione siano preferenzialmente sviluppate le indagini di campo, potenziale punto di contaminazione. A questa si affiancano ovvie ragioni di carattere economico, poiché il beneficio derivante dall’applicazione di una tecnica carattere economico, poiché beneficio derivante di unaidraulici tecnica di perdita un potenziale punto di contaminazione. queriducendo idall’applicazione costisua delledisponibilità stesse. I modelli delle reti di ricerca perdite dipende soprattutto dalAilsuo costo, oltre che dalla di ricerca perdite dipende soprattutto dal suo costo, oltre che dalla sua disponibilità staed si affiancano possono essere d’aiuto, ma l’interpretazione dei loro risulefficacia.ovvie ragioni di carattere economico, poiefficacia. chéNelle il beneficio derivante di una tecnica tati è fortemente dall’incertezza sulla variazione reti ed reali unadall’applicazione stima delle perdite è spesso ottenuta come limitata rapporto fra il Nelle reti reali unadalstima ètemporale spesso ottenuta fra spaziale il volume d’acqua nonsoprattutto contabilizzato ildelle totale immesso. Tale stima non ècome in grado di ricerca perdite dipende suo ecosto, oltreperdite della domanda, sullarapporto distribuzione volume d’acqua non contabilizzato e il totale immesso. Tale stima non è in grado scorporare le perdite apparenti (adreali esempio, l’acqua utilizzata il lavaggio chedidalla sua disponibilità ed efficacia. Nelle reti una delle perdite e suiper valori di scabrezza da assumersi per di scorporare le antincendio, perdite apparenti (ad esempio, l’acqua utilizzatanon per il lavaggio delle strade, per il servizio ecc.) dalle perdite reali e dai consumi stima delle perdite è spesso ottenuta come rapporto fra le condotte. Questi fattori ostacolano la calibrazione dei delle strade, per il servizio antincendio, ecc.) dalle perdite reali e dai autorizzati. Pur consentendo l’analisi water audit una prima localizzazione delleconsumi non il volume d’acqua non contabilizzato e il totale immesso. modelli, nonostante si possa disporre di misure autorizzati. Puradconsentendo l’analisi una prima localizzazione delledi presperdite, quasi mai mirano l’organizzazione della rete èwater tale audit da garantire un’efficiente opportuno numero di misure, queste tecniche ottenere la stima ottimale Tale stima non è in grado di scorporare le perdite appasione e portata in rete a costi relativamente bassi dei valori di perdita chesuddivisione influenzano la calibrazione delmai modello. Il filtroedi settori, Kalman èsui perdite, l’organizzazione dellaquali retepoter è tale da garantire della quasi stessa in distretti sviluppare bilanci un’efficientee senza quindi utilizzato perrenti risolvere il modello inverso chedella identifica distribuzione (ad esempio, utilizzata per illa lavaggio delledellecomunque particolari Insviluppare taledicontestobilanci viene illustrasuddivisione stessa inlimitando distretti e settori, sui quali tecnici. poter autonomi per l’acqua un periodo opportuno, il problemi numero dei punti perdite e delle scabrezze nellail servizio rete, sulla base di misure (pressione o reali portata) strade, per antincendio, dalle perdite to precisa un nuovo metodo ilpernumero facilitare l’identificazione misura ridondanti perper ragioni economiche. Da ultimo la localizzazione della dei autonomi unecc.) periodo opportuno, limitando comunque punti di delrealizzate nei punti che risultano maggiormente influenzati dalla distribuzione perdita all’interno della singola dev’essere svolta con indagini di campo e in un della e dai consumi non autorizzati. Pur consentendo l’analisi laDa distribuzione spaziale delle perdite acquedotto, ridondanti percondotta ragioni economiche. ultimo la precisa localizzazione spaziale delle perdite stesse. Lamisura calibrazione è stata ottenuta minimizzando lo l’impiego di personale perdita all’interno della singola condotta dev’essere svolta con indagini di campodella e rete. water audit una prima localizzazione delle perdite, quasi sfruttando misure eseguite in punti convenienti scarto tra i dati misurati e quelli simulati dalspecializzato. modello, assumendo nota la Appare evidente la necessità di tecniche diverse dal semplice bilancio standard distribuzione spaziale della domanda. l’impiego di personale specializzato. mai l’organizzazione della rete è tale da garantire un’efIl procedimento prevede l’accoppiamento di tecniche di La metodologia proposta alla reteevidente di Castelcucco (TV), gestitadidatecniche Alto per applicata definire zone critiche che presentano un’elevata probabilità dibasate presenza Appare la necessità diverse dal standard ficiente suddivisione della stessa in distretti e settori, sui assimilazione datisemplice sul bilancio filtrodidi Kalman - ad es., EnTrevigiano Servizi s.r.l., mostra risultati indove accordo con la preferenzialmente stima della distribuzionesviluppate perdite, zone siano le indagini di campo, per definire zone critiche che presentano un’elevata probabilità di presenza di (ES) quali suggerita poter sviluppare bilanci autonomi per unUnperiodo semble Kalman Filter (EnKF) o Ensemble Smoother spaziale delle perdite dalle campagne water audit. eventuale riducendoperdite, i costi delle stesse. I siano modellipreferenzialmente idraulici delle reti possono essere d’aiuto, di campo, zone dove sviluppate le indagini miglioramento di tale stima sarebbe forse possibileil nel caso dei si acquisiscano opportuno, limitando comunque numero punti di allimitata modello dall’incertezza che simula il comportamento idraulico della ma l’interpretazione loro risultati è Ifortemente riducendo i dei costi delle stesse. modelli delle reti possonosulla essere d’aiuto, informazioni sull’evoluzione temporale dei consumi, benché le caratteristiche della idraulici misura ridondanti pere ragioni economiche. rete (EpaNET). Attraverso l’assimilazione di un opportuno variazione temporale domanda, sulla distribuzione spaziale delle perdite e rete in esame in termini di topologia portata,della non siano tali da garantire la è fortemente ma l’interpretazione dei loro risultati limitata dall’incertezza sulla ultimo la precisa localizzazione della perdita all’internumero di misure, queste tecniche mirano ad ottenere la sui valori di scabrezza da assumersi per le condotte. Questi fattori ostacolano la massima efficienzaDa della tecnica di individuazione delle perdite qui suggerita. Il variazione temporale della domanda, sulla distribuzione spaziale delle perdite e modello accoppiatonosembra comunque fornire discreti risultati nelle applicazioni calibrazione dei modelli, nonostante si possa disporre di misure di pressione e della singola condotta dev’essere svolta con indagini stima ottimale dei valori di perdita che influenzano la calisuiincertezza valori disulla scabrezza dadelle assumersi per le condotte. Questi fattori ostacolano la reali caratterizzate daportata reti affette da distribuzionebassi portate e particolari problemi tecnici. rete a costi relativamente e senza di campo e in l’impiego di personale specializzato. Appare brazionedisporre del modello. filtro di Kalman è quindi utilizzato calibrazione dei modelli, nonostante si possa di Ilmisure di pressione e sulla scabrezza. In tale contesto viene illustrato un nuovo metodo per facilitare l’identificazione risolvere il modello problemi inverso chetecnici. identifica la distribuportata in rete a costi relativamente bassi epersenza particolari della distribuzione spaziale delle perdite in un acquedotto, sfruttando misure In tale contesto viene illustrato un nuovo metodo per efacilitare l’identificazione zione delle perdite delle scabrezze nella rete, sulla base eseguite in punti convenienti della rete. Il procedimento prevede l’accoppiamento della distribuzione spaziale delle perditedi misure in un(pressione acquedotto, sfruttando misure o portata) realizzate nei punti che ridi tecniche di assimilazione dati basate sul filtro di Kalman - ad es., Ensemble eseguite in punti convenienti della rete. Ilsultano procedimento prevede l’accoppiamento maggiormente influenzati dalla distribuzione spaKalman Filter (EnKF) o Ensemble Smoother (ES) - al modello che simula il di tecniche di assimilazione dati basate sul filtro di Kalman ad es., Ensemble ziale dellel’assimilazione perdite stesse. La calibrazione è stata ottenuta comportamento idraulico della rete (EpaNET). Attraverso di un Kalman Filter (EnKF) o Ensemble Smoother (ES) lo- scarto al modello che simula minimizzando tra i dati misurati e quelli ilsimulati comportamento idraulico della rete (EpaNET). Attraverso l’assimilazione di un dal modello, assumendo nota la distribuzione spaziale della domanda. La metodologia proposta applicata alla rete di Castelcucco (TV), gestita da Alto Trevigiano Servizi s.r.l., mostra risultati in accordo con la stima della distribuzione spaziale delle perdite suggerita dalle campagne water audit. Un eventuale miglioramento di tale stima sarebbe forse possibile nel caso si acquisiscano informazioni sull’evoluzione temporale dei consumi, benché le caratteristiche della rete in esame in termini di topologia e portata, non siano tali da garantire la massima efficienza della tecnica di individuazione delle perdite qui suggerita. Il modello accoppiato sembra comunque fornire discreti ! risultati nelle applicazioni reali caratterizzate da reti affette da incertezza sulla distribuzione delle portate e sulla Fig.1: Schematizzazione della rete di distribuzione Fig.1: Schematizzazione della rete di distribuzione di Castelcucco (TV) di Castelcucco (TV) scabrezza.

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Il recupero energetico come politica gestionale dei sistemi acquedottistici C. Tricarico, R. Gargano, G. de Marinis Dipartimento di Ingegneria Civile e Meccanica, Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Cassino (FR) Italia M.S. Morley, Z. Kapelan, D. Savic – Centre for Water Systems, University of Exeter, Devon (UK)

Il recupero energetico acquedottistici

La bolletta elettrica rappresenta sovente una voce toria della richiesta, così come essa si manifesta nelle significativa dei costi operativi per gli Enti idrici, per reti di distribuzione. presentata stata C.La metodologia Tricarico, R. èGargano, G.d cui l’efficientamento energetico comporta un ragapplicata al caso in studio della Penisola Sorrentina (il Meccanica, Università degli Stud guardevole risparmio gestionale. Tale obiettivo ben si cui schema è riportato in Figura 1), che ha dimostrato M.S. Morley, Z. Kapelan, D. S coniuga con l’esigenza di ridurre le pressioni in rete un chiaro beneficio economico nell’installazione di C. R. Gargano, G.de Marinis per minimizzare le perdite, infatti il surplus di energia PATs. Tricarico, Exeter, (UK) che contraddistingue taluni sistemi acquedottistici può Difatti, la particolare configurazione topologica, carat- di Cassino e Meccanica, Università degli Studi essere proficuamente sfruttato per la produzione di terizzata dalla coesistenza di zone appartenenti alla M.S. Morley, Z.e alKapelan, D. Savic - Centr energia idroelettrica inserendo in rete turbine opporcatena dei monti La Lattaribolletta contempo zone costiere,rappresenta elettrica Exeter, (UK) di sollevare la risorsa idrica per tunamente allocate. Per queste ultime è economicarichiede la necessità per gli Enti idrici, per cui l'efficie mente interessante l’impiego di pompe modificate per servire zone a maggiore quota e nello stesso tempo gestionale. lavorare come turbine (Pump As Turbine - PAT). Sulla dissipare il caricorisparmio inelettrica eccesso nellerappresenta aree lungo la costa. sovente una La bolletta base di queste considerazioni, si propone un approccio Pertanto si può intervenire riducendo i carichiben in eccesTale obiettivo si coniugaenc per gli nelle Entizone idrici, cui l’inserimento l'efficientamento multiobiettivo, che riduce il consumo energetico in rete so presenti costiereper attraverso minimizzare le perdite. Infatti risparmio gestionale. minimizzando le perdite idriche (djleaks), la differenza opportuno di PATs che permettono producendo eneracquedottistici ess tra i costi di pompaggio (APC) e l’introito economico gia a loroobiettivo volta unsistemi ritorno economico riducendo i costi Tale ben si coniuga con può l’esigenz Fig.1: Caso in Studio della Penisola Sorrentina (API) generato dalla politica di recupero energetico operativi di gestione del sistema.idroelettrica inserendo in energia minimizzare le perdite. Infatti il surplus di adottata per mezzo dell’inserimento di PAT - laddove Dall’analisi dei risultati riportati in Figura 2 si evince ultime è economicamente intere può essere proficuam Dall’analisi sistemi dei l’inserimento risultati acquedottistici riportati Figura 2 si evince che l’inserimento di 15 P si presenta la necessità di ridurre le pressioni. che di 15inPATs nel sistema di adduzione idroelettrica inserendo in rete turbine La procedura di ottimizzazione è effettuata tramitenel al- sistemaenergia considerato, oltre che determinare una significativa riturbine (Pump As una Turbine di adduzione come considerato, oltre che determinare significa goritmi evolutivi, in particolare gli algoritmi genetici, duzione delle perdite, comporta un ritorno interessante economico ultime è economicamente l'impie riduzione delle perdite, comporta ritorno economico annualeconsidera per l’Ente gest Sullaun base di queste e simulando la rete idraulica per mezzo di un’analisi annuale per l’Ente gestore maggiore rispetto ai costi come turbine (Pump Asrelativi Turbine - PAT). maggiore rispetto costi operativi al sollevamento. riduce consumo energetico in pressure driven in cui è portata in conto la natura aleaoperativiaigestionali relativigestionali al il sollevamento.

Il recupero energetico come pol acquedottistici

1: Caso in Studio della Penisola Sorrentina Fig.1: Caso in Studio della Penisola Sorrentina

Sulla basetra di queste considerazioni, prop i costi di pompaggio esi l’intro riduce il consumo energetico in rete minimizz energetico adottata per mezzo tra i costi di pompaggio e l’introito economic di ridurre le pressioni - di PAT. L energetico adottata per mezzo dell’inserimen algoritmi evolutivi, in particolare di ridurre le pressioni - di PAT. La procedura per mezzo di un’analisi pressure algoritmi evolutivi, in particolare gli algoritmi g della richiesta, così come es per mezzo di un’analisi pressure driven in cui metodologia presentata sta della richiesta, così come essa si è manife Sorrentina (il cui schema è rip metodologia presentata è stata applicata economico Sorrentina beneficio (il cui schema è riportatonella in Figu beneficio configurazione economico nella installazione topologica, cara configurazione topologica, caratterizzata alla catena dei monti Lattari edala alla catenasollevare dei montila Lattari e alidrica contempo risorsa per sez sollevare ladissipare risorsa idrica per servire zone ane m il carico in eccesso dissipare ilriducendo carico in eccesso aree lungo i carichinelle in eccesso p riducendo i carichi in eccesso presenti nelle z opportuno di PATs che permett opportuno di PATs che permettono, produce economico riducendo i costi ope economico riducendo i costi operativi di gestio

Fig.2: Confronto tra i Pareto Front ottenuti inserendo

Fig.2: i Pareto nel sistematra 10 e 15 PATs.Front ottenuti inserendo nel sistema 10 e analisi dei risultati riportati in Figura 2 si evince che l’inserimento di 15Confronto PATs Si riportano sulle ascisse la differenza tra gli introiti annuali sistema di adduzione considerato, oltre che determinare unaPATs. significativa 61 dov prodotta dalle PATs inserite (API) e i costi operativi annual zione delle perdite, comporta un ritorno economico annuale per all’energia l’Ente gestore


SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Bologna si prepara per H2O

Dal 19 al 21 ottobre circa 70 iniziative e 350 relatori di caratura internazionale nella più importante rassegna italiana del settore, organizzata da Bologna Fiere nell’ambito della grande piattaforma SAIE L’Italia ha ripreso un nuovo percorso virtuoso di sviluppo degli investimenti, in parte bloccato negli ultimi anni, grazie alle scelte regolatorie di AEEGSI. La necessità di puntare su innovazione tecnologica e sviluppo delle infrastrutture per l’adeguamento del servizio a standard ottimali di qualità e la necessità di mantenere una regolazione forte a livello nazionale, con un fattivo supporto locale, saranno quindi tra i temi principali della kermesse fieristica H2O che, anche in quest’edizione, sarà accompagnata da un articolato programma di convegni e seminari tecnici con relatori di rilievo internazionale.

La collaborazione con AEEGSI e WAREG La straordinaria presenza di iniziative e la collaborazione di AEEGSI e di WAREG (il Network Regolatori europei dei servizi idrici), evidenzia l’importanza strategica di questi momenti di confronto sui temi regolazione, investimenti e tariffe. Si segnala in particolare la Tavola rotonda del 19 ottobre con la partecipazione del dott. Biancardi in qualità di Presidente WAREG e tre regolatori dove sarà approfondito il tema dell’affordability con approfondimenti sui lavori in corso e relativo al tema delle performance delle imprese.

Conferenze internazionali Tra gli eventi collaterali ad H2O 2016, la conferenza internazionale "IWA-WaterIDEAS 2016" rappresenta l’evento europeo di maggiore prestigio del settore a livello tecnico-scientifico sulla gestione efficiente delle reti acquedottistiche, organizzata da Labelab e l’ing. Marco Fantozzi, con il supporto dell'International Water Association (IWA) e in collaborazione con le principali università e utility del settore. Alla conferenza saranno anche collegati diversi workshop con la presenza fra i relatori di speaker internazionali e rappresentanti di importanti istituzioni, associazioni e centri di ricerca.

Contributi scientifici e approfondimenti Importanti contributi sono attesi anche dal mondo universitario e degli istituti di ricerca (CSSI, CSDU, Università di Bologna e di Firenze) con tematiche che variano dalle tecniche di ricerca perdite, alle metodiche di approvvigionamento idrico in condizioni di scarsità di risorsa, alle modalità per caratterizzare la sostenibilità di particolari forme di approvvigionamento e alle più recenti strategie di intervento per la gestione delle acque di prima pioggia, passando in rassegna sia gli aspetti scientifici che tecnologici relativi al monitoraggio, al controllo del loro impatto mediante invasi e alle meto-

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dologie di trattamento. Altri contributi importanti arriveranno da Althesis, Ref Ricerche e da ATERSIR.

Informazione industriale IATT affronta il tema delle nuove frontiere delle tecnologie trenchless, IIS parlerà dei requisiti di qualità per la saldatura di tubazioni di polietilene per il convogliamento di gas combustibili, di acqua e di altri fluidi in pressione, ANIE affronterà in particolare il tema delle tecnologie e applicazioni del telecontrollo. Si proseguirà poi con importanti eventi organizzati da FAST su “Diagnosi perdite idriche e strategie per la loro riduzione: individuazione colpi d’ariete e regolazione pressione” con la presenza e l’analisi di casi applicativi di importanti gestori; Hobas che affronterà il tema delle tecniche di posa senza scavo per la realizzazione ed il ri-efficientamento delle moderne condotte fognarie; interazione con manufatti prefabbricati innovativi; Caprari approfondirà il tema dell'efficienza energetica nel pompaggio: dal Product Approach all'Extended Product Approach.

H2O Industry Come approfondimento del settore delle acque industriali H2O Industry è anche un imperdibile momento di confronto, aggiornamento e formazione per i protagonisti del settore, grazie ad un programma di convegni e seminari specialistici mirati ad approfondire i temi tecnici e scientifici. È previsto un programma di seminari su agricoltura a cura dell’Università di Bologna, dipartimento agricoltura e ANBI, chimica a cura di Syndial, Federchimica e Ordine dei Chimici, settore agro-industriale in collaborazione con ENEA.

CH4 Sul versante CH4, il Salone dedicato alle tecnologie e sistemi per il trasporto e la distribuzione del gas, è previsto un confronto sul percorso finora avviato e sulla strada ancora da fare delle gare gas, con l’obiettivo di affrontare, insieme ad autorevoli rappresentanti di tutte le voci in campo, i punti caldi di questa importante ristrutturazione del settore. Sono inoltre previste iniziative a cura di Consorzio Reti sul ruolo dell’Italia come hub per il GNL nel Mediterraneo e nel Sud dell’Europa, sul tema “Smart Metering 2017, un obbligo normativo ed un’opportunità di sviluppo per le local utilities ed i comuni verso la smart city” e sulla filiera del biometano. Infine l’approfondimento di LUEL sui titoli di efficienza energetica. Per maggiori informazioni www.accadueo.com.


Quale futuro per la gestione dell’acqua?

VIENI A SCOPRIRLO AD H2O, la mostra internazionale dell’acqua Un evento unico, dove incontrare i protagonisti del settore, creare nuove opportunità di business e aggiornarsi sulle innovazioni di oggi e le tecnologie di domani in termini di efficienza idrica e sostenibilità ambientale. Quando si parla di acqua, si parla di H2O.

BOLOGNA | 19-21 OTTOBRE 2016 accadueo.com

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ANTEPRIMA H2O BOLOGNA

PUBBLIREDAZIONALE

A.S.A. ACQUASUOLOARIA PAD. 29 - STAND A43/B44

Il geofono digitale per le perdite idriche L’innovativo ed economico geofono digitale FUJI DNR 18 per la ricerca delle perdite d’acqua realizzato dalla FUJI TECOM localizza l’esatto punto di dispersione consentendo all’operatore di operare riducendo contemporaneamente i rumori provocati dal traffico circostante. Questo sistema permette all’operatore di utilizzare tre differenti livelli di suono (Lv1, Lv2, Lv3) ed eliminare le difficoltà durante la ricerca in ore diurne determinate dai rumori ambientali; nel contempo permette con la funzione taglio filtri 50,60Hz di ridurre il rumore procurato da trasformatori, linee in tensione, etc.. I vari livelli del rumore possono essere memorizzati nello strumento ed essere trasferiti facilmente ad un PC con il software in dotazione per un’approfondita ed ulteriore analisi. Il grande display LCD permette l’eccellente visualizzazione del diverso livello FUJI DNR 18 di rumore, il valore del rumore, il grafico, il settaggio dei filtri. Dotato di retroilluminazione consente di lavorare di notte. La struttura molto resistente può essere utilizzata anche in presenza di leggera pioggia. Equipaggiamento standard: • amplificatore • sensore Piezo IP67 con maniglia e cavo di collegamento • cuffia stereo • software trasferimento dati (CD) Puntale • custodia in alluminio per il trasporto • puntale con astina divisa in tre pezzi per un controllo più efficace delle valvole interrate difficilmente ispezionabili; si può collegare direttamente alla centralina amplificatore ed è alimentato dalla stessa; consente di accedere direttamente sugli organi di manovra della rete, contatori, idranti, ecc.. rendendo la ricerca e l’analisi più veloce. È particolarmente adatto per eseguire la fase di preascolto del rumore di perdita negli impianti e su condotte non metalliche (PE, PVC). Lo strumento è dotato di una resistente custodia in alluminio coibentata, adatta per il trasporto. • cuffia stereo tipo aviazione (optional) • custodia ABS (optional).

MADDALENA PAD. 29 - STAND A47/B48

Nuovi smart meter acqua Maddalena S.p.A., azienda italiana specializzata nella produzione di contatori per acqua e precursore delle tecnologie di lettura a distanza, ormai da qualche anno sta seguendo con attenzione l’avvento sul mercato internazionale delle nuove tecnologie di telelettura a lungo raggio e a basso consumo (LPWAN) legate all’internet degli oggetti (IoT). Le tecnologie radio tradizionali, sebbene largamente utilizzate nel settore legato ai contatori divisionali acqua e calore domestici (submetering), difficilmente riescono a far fronte alle diverse esigenze del settore utility, nel quale vengono richiesti sistemi fissi outdoor efficienti e sostenibili (Wide Area Network). Le soluzioni LPWAN sono nate per rispondere a queste esigenze riducendo drasticamente il costo dell’infrastruttura (AMI) e consentendo la connessione a una stessa rete di numerosi altri dispositivi e sensori in aggiunta ai contatori (smart city). In occasione dell’H2O verrà presentata la nuova gamma di contatori radio per acqua dedicata al settore utility che introdurrà la nuova generazione di dispositivi multiprotocollo a 868 e 169 MHz.

ROTECH PAD. 30 - STAND E5

Risanamento tubazione di alta qualità Risanamento e rinnovamento tubazioni, in particolare fognature, acquedotti, reti antincendio, reti industriali, idroelettriche e condotte a pressione. Rotech è una società del gruppo Diringer & Scheidel con sede a Mannheim (Germania): in qualità di esperti specializzati nel risanamento di tubazioni senza scavo (no dig), l’azienda mette a disposizione una vasta gamma di tecnologie per individuare la soluzione più adatta, con risultati assicurati. Rotech è presente in tutta Italia e garantisce uno standard elevato nell’esecuzione dei suoi lavori.

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ANTEPRIMA H2O BOLOGNA

I codici di calcolo per la gestione del servizio idrico integrato Frutto di una continua attività di ricerca e sviluppo da più di 50 anni, i codici di calcolo “MIKE Powered by DHI” costituiscono oggi lo stato dell’arte nel campo delle risorse idriche, coniugando le più avanzate conoscenze scientifiche con le più recenti tecnologie di calcolo e simulazione. I modelli numerici costituiscono un supporto affidabile ed efficace in tutte le fasi di studio, garantendo robustezza nel calcolo, semplicità di utilizzo ed il massimo livello di integrazione tra le diverse discipline e fenomenologie fisiche. In particolare per l’ambiente urbano DHI sviluppa i software WEST e MIKE URBAN. WEST è un software per la simulazione dei processi in acqua di tipo fisico, biologico e chimico ed il supporto alla gestione di WWTP. Con WEST è possibile simulare il trattamento ottimale da un punto di vista di efficienza, costi operativi ed impatto dei reflui sull’ambiente. MIKE URBAN è un ambiente di lavoro GIS per la progettazione, simulazione e gestione delle reti idriche e di drenaggio urbano. Fornisce un valido supporto al controllo delle perdite idriche e dei regimi di pressione e garantisce un generale abbattimento dei costi di gestione. Numerosi gestori del servizio idrico e società di consulenza si avvalgono abitualmente di questi codici di calcolo, così come del supporto del team DHI. DHI parteciperà attivamente alla Conferenza internazionale “WaterIDEAS” nell’ambito di H2O.

PUBBLIREDAZIONALE

DHI

TRM TIROLER ROHRE PAD. 30 - STAND F19

Tubazioni in ghisa ad elevata resistenza e durata Sin dal 1947 TRM Tiroler Rohre GmbH sviluppa, produce e commercializza tubazioni in ghisa duttile per il trasporto di acqua e sistemi di pali ad applicazione universale per gli scavi speciali. Edilizia, ponti e viadotti, canalizzazioni fondate su pali, stabilizzazione di versanti, fondazioni per silo, ancoraggio per sottospinta idrostatica e ripresa di fondazioni già esistenti sono solo alcuni campi di intervento dell’azienda, la cui sede produttiva è situata ad Hall in Tirolo. “L’azienda produce tubazioni in ghisa sferoidale per trasporto fluidi in pressione -precisa Luca Frasson, referente TRM per l’Italia -. La prerogativa del prodotto è l’elevata resistenza meccanica del giunto antisfilamento meccanico VRST che consente la posa delle condotte in qualsiasi condizione, senza l’ausilio di blocchi ancoraggio–reggi spinta per pressioni di esercizio fino a 100 bar”. Il sistema di condotta in ghisa, la cui posa è semplice e veloce, garantisce una capacità di resistenza meccanica superiore e una maggiore durabilità negli anni (oltre 100). L’elevata qualità produttiva si ritrova nel rivestimento esterno in zinco e nella successiva applicazione di poliuretano Purlonglife. “Oltre al rivestimento base – conclude Frasson - produciamo anche tubazioni con rivestimento esterno in cemento, una protezione che allunga la durata del tubo in ghisa fino a 140 anni ed è certificata per la posa in qualsiasi tipo di terreno e per le tecnologie senza scavo”. TRM ha ottenuto le certificazioni ISO 9002 e TÜV-CERT: i suoi prodotti rispettano le norme ISO, le norme europee, gli standard austriaci ÖNORM, gli standard qualitativi ÖVGW, le norme speciali GRIS e le verifiche tecniche DVGW.

VAG VALVOLE ITALIA PAD. 30 - STAND E21/F22

Le nuove serie di Valvole a Farfalla Il Gruppo VAG presenta le nuove serie di Valvole a Farfalla EKN® H-, M- e B-. Per individuare facilmente il prodotto più idoneo alla proprie necessità si ha bisogno di una panoramica semplice e intuitiva di tutte le versioni a disposizione. Per questa ragione la VAG ha deciso di dividere tutti i modelli di valvole a farfalla EKN® in 3 serie nuove: H, M e B. La serie H, “highest demands”, è una delle innovazioni più importanti che viene presentata ad H20. Prevede un design di qualità elevata che permette di ridurre maggiormente le perdite di carico e quindi i costi per la produzione di energia; questo grazie alla nuova forma brevettata idrodinamica del disco e i canali laterali di equalizzazione della pressione. Ma il punto di forza della serie H non si limita solo alla riduzione di perdite di carico e turbolenza in prossimità del disco, ma anche ad una serie di altre caratteristiche VAG EKN serie H che aumentano la vita utile della valvola, la protezione alla corrosione. Già conosciuta la serie M, “mid range”, che copre una vasta gamma di richieste e specifiche tecniche ed ha una provata qualità e durabilità. Un’altra novità è invece la serie B, “basic”: può essere utilizzata solo per specifici campi di applicazioni, quali trattamento acqua e distribuzione, e soddisfa le esigenze basilari di una valvola a contatto con acqua dalle caratteristiche non aggressive.

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SOCIETÀ DEL GRES - STEINZEUG KERAMO PAD. 30 - STAND B35/C36

La sostenibilità ambientale, economica e sociale delle tubazioni in gres La sostenibilità ambientale è una prerogativa essenziale per garantire la stabilità di un ecosistema, questo è stato certamente il concetto inizialmente definito, analizzato e in seguito sviluppato in “sistema di sostenibilità” che oltre all’ambiente valuta l’impatto economico e sociale. Le tubazioni in gres di Steinzeug Keramo sono prodotte al 100% con materie prime naturali, garantiscono sicurezza affidabilità ed economicità. La loro lunga durata in esercizio, confermata dalla norma UNI EN 295 e di recente oggetto di studio del Centro Ceramico di Bologna, la produzione con l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili e da gas naturale, l’attenzione alla sicurezza e alla salute dei lavoratori, confermano la piena sostenibilità delle tubazioni in gres. Ulteriore conferma sono le certificazioni Cradle to Cradle di tutti i prodotti e la certificazione Carbon Neutral di parte della produzione. Questi i temi oggetto della presenza dell’azienda ad H2O, il cui staff tecnico/commerciale sarà a disposizione per gli approfondimenti e per la presentazione al mercato italiano del servizio on line Infopool, strumento interattivo per il miglioramento della comunicazione tecnica aziendale.

AUMA PAD. 30 - STAND D34

Nuovi attuatori per servizio sommerso Con l’introduzione dell’attuatore SA per utilizzo in immersione, Auma apre nuove possibilità di impiego per gli attuatori elettrici, ad esempio nelle opere di governo del territorio e regolazione fluviale, negli impianti idroelettrici e nelle valvole sommerse in genere. Nel caso in cui un’apparecchiatura elettrica debba essere utilizzata in modo continuo sott’acqua, l’ermeticità della custodia diventa un parametro essenziale per la sicurezza e la funzionalità dell’apparecchiatura stessa. Per affrontare tale sfida Auma ha sviluppato un sistema innovativo di guarnizioni e speciali pressacavi a doppia tenuta che garantiscono la protezione assoluta della custodia dell’attuatore. L’utilizzo di attuatori elettrici per impiego in immersione offre diversi vantaggi rispetto a sistemi alternativi di tipo pneumatico o idraulico: • facilità di installazione (necessitano solamente di un cavo di alimentazione ed uno di segnale) • impiantistica di contorno semplificata • interventi di manutenzione ridotti • rispetto dell’ambiente (non vi è pericolo di contaminazione delle acque con oli idraulici). Il sistema modulare AUMA offre un ulteriore vantaggio: l’unità di controllo destinata al comando dell’attuatore può infatti essere separata dal blocco valvola-attuatore e quindi installata in area non soggetta ad allagamento (l’unità di controllo in versione remotata può essere fornita già completa di tutti gli accessori di montaggio e dei cavi di collegamento). Attraverso l’unità di controllo sarà possibile effettuare tutte le tarature in modo “non intrusivo” (senza la necessità di aprire la custodia), realizzare il collegamento al sistema di supervisione e comando in modo semplice e flessibile grazie alle diverse tipologie di interfaccia (parallela o bus di campo) o ancora comandare l’attuatore tramite la pulsantiera posta sul fronte dell’unità di controllo.

VONROLL HYDRO PAD. 30 - STAND E13/F14

Nuovo logger per il controllo a distanza delle reti idriche vonRoll hydro, il gruppo industriale svizzero da secoli impegnato nella produzione di materiali di altissima qualità per il ciclo delle acque e fedele ai principi di sviluppo ed innovazione, continua la sua evoluzione. L’acquisizione delle attività produttive del gruppo tedesco Duktus, specializzato nella produzione di tubazioni in ghisa sferoidale con rivestimenti standard e speciali, porterà a breve una nuova e più completa offerta nelle produzioni dedicate al settore. Lo sviluppo di nuovi prodotti, per favorire la migliore gestione della risorsa acqua, ha portato vonRoll allo studio e al prossimo lancio sul mercato di “ORTOMAT MTC”, un logger di ultima generazione per il controllo a distanza delle reti idriche. Si tratta di un prodotto versatile ed implementabile con altre funzioni, di facile utilizzo e gestione che si basa sul principio del monitoraggio continuo della rete e della trasmissione immediata dei dati rilevati, attraverso rete GSM, generando un messaggio di allerta immediato in caso di emergenza e quindi della presenza di una perdita o di un prelievo non autorizzato. La sua caratteristica più innovativa, che consentirà ulteriori risparmi di costi di gestione, è la capacità di individuare puntualmente la perdita, attraverso una correlazione rilevabile da remoto senza l’utilizzo di alcun ripetitore di segnale, in quanto la trasmissione del dato di correlazione viene effettuata attraverso onde radio. Quindi ogni “ORTOMAT MTC” è un elemento autonomo di un sistema globale, per questo, a differenza di altri in commercio, è utilizzabile sia come sistema di rilevazione permanente che periodico. Il gruppo vonRoll con oltre 40000 logger posizionati nel mondo è disponibile a qualsiasi dimostrazione o prova in campo.

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Il nuovo software online per la selezione del prodotto Caprari è un gruppo indipendente specializzato a livello mondiale nella progettazione e produzione di pompe ed elettropompe centrifughe e di soluzioni avanzate per la gestione del ciclo integrato dell’acqua e per settori professionali quali Oil & Gas, Power Generation, Mining e Industria. Grazie al know-how diversificato, vengono fornite efficienti soluzioni per le principali esigenze idriche: dalla captazione nei pozzi profondi al sollevamento delle acque reflue e di drenaggio, dall’alimentazione e distribuzione idrica nei settori civile, industriale e irriguo professionale, alle più svariate applicazioni nel trattamento delle acque o nei sistemi antincendio. Caprari presenterà alla prossima fiera Accadueo 2016 il nuovo software online per la selezione del prodotto. Quest’anno Caprari ha lanciato PumpTutor NG, il software a elevate prestazioni per selezionare e configurare pompe ed elettropompe centrifughe, in grado di fornire un valido supporto agli specialisti del ciclo integrato dell’acqua durante l’intero processo di scelta, configurazione e offerta. Anche in occasione della fiera IFAT 2016 Caprari lo ha presentato al mercato. Spesso i tecnici lavorano fuori sede e possono accedere alle informazioni direttamente dai loro device: PumpTutor NG è consultabile attraverso tablet e smartphone oltre che con i più tradizionali PC. Sviluppato internamente, è un programma ottimizzato sul prodotto Caprari: si appoggia sul database che raccoglie tutta l’esperienza e la competenza dell’azienda messa così a disposizione dei clienti. Sul portale iPump è possibile iniziare l’esperienza di navigazione su PumpTutor NG.

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CAPRARI PAD. 30 - STAND C21/D22

GEST PAD. 30 - STAND F47

Telelettura in Walk-by/Drive-by con supporto fotografico e cartografico GEST, tra le principali aziende nel settore del Meter Data Management e dello Smart Metering in Italia, presenterà l’innovazione dei propri sistemi software di rilevamento dei dati in telelettura e fotolettura. Sviluppato per Tablet o Smartphone in ambiente Android e Windows, MrGEST rappresenta l’evoluzione dei sistemi software di lettura capace di acquisire dati in telelettura provenienti da ogni marca di contatore nei protocolli wireless m-bus e proprietari e contemporaneamente mantenere le funzionalità per l’esecuzione delle attività di fotolettura. Ciò consente di documentare fotograficamente eventuali anomalie dei moduli di telelettura direttamente dal campo ma anche di rilevare le letture con metodi classici di acquisizione. La funzionalità risulta estremamente utile quando non tutte le utenze di un gestore sono dotate di sistemi di telelettura. Il software, nato dall’evoluzione dei sistemi di acquisizione dei consumi in campo con tecniche di fotolettura, è integrato con modulo cartografico che visualizzando la posizione di ogni contatore semplifica le modalità di rilevamento, ottimizza i tempi e incrementa la qualità dell’attività. Il software è uno strumento flessibile, non legato ad alcun brand che acquisisce dati in autonomia nei protocolli liberi wireless m-bus ed in alcuni protocolli proprietari. GEST è anche distributore di tecnologia di telelettura e propone contatori, moduli, concentratori e apparecchiature per la realizzazione di infrastrutture in Fixed Network.

WATEC.IT PAD. 30 - STAND F33

Strumentazione per il monitoraggio acque Teledeyne Isco LASERFLOW è il nuovo misuratore di portata LASER per acque reflue. Grazie al suo raggio, LASERFLOW riesce a determinare la velocità ed altri parametri senza essere a contatto con l’acqua. Tra i misuratori di portata Teledyne Isco l’azienda presenterà anche SIGNATURE, scelto da molti clienti top italiani per la misura della portata nei propri impianti. Con un solo controllore è possibile misurare la portata in ingresso ed uscita di un impianto oppure di più canali, attraverso l’utilizzo di diverse sonde con diverse tecniche di misura. Allo stand si potranno anche vedere la sonda multiparametrica che si distingue nel mercato EXO di YSI; sensori in Titanio Plug&Play adatti a tutte le porte, palmare userfriendly, connessione bluetooth, calibrazione in meno di 15 minuti. IJINUS è il nuovo arrivato all’interno del mondo Watec.it. La nuova gamma di strumenti IJINUS è particolarmente dedicata alla misura del livello in fognature, e per lo studio degli sfioratori e la parzializzazione degli acquedotti e fognature; funzionano a batteria con un’autonomia di anni, completi di datalogger di dimensioni e caratteristiche uniche e trasmissione via Wireless, SMS, GSM/GPRS.

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ANTEPRIMA H2O BOLOGNA

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HR WALLINGFORD-INNOVYZE PAD. 30 - STAND A49

Software per le simulazioni idrauliche HR Wallingford-Innovyze è una società internazionale che si occupa di ingegneria idraulica, civile e ambientale, specializzata in software di simulazione idraulica, che opera in Italia con un’apposita agenzia. È distributore unico per il nostro paese dei software InfoWorks di Innovyze, applicazioni di altissimo livello tecnico per l’ingegneria idraulica, ed è partner della società canadese EnviroSim per la progettazione e gestione degli impianti di depurazione. HR Wallingford-Innovyze parteciperà al salone internazionale H2O proponendo in esclusiva due convegni: nel primo (il 19 ottobre alle ore 12, presso la sala B del pad.30), Alessandro Gallina presenterà le nuove funzionalità del software di simulazione InfoWorks applicato alle BioWin reti di trasporto e distribuzione del gas metano. I software di questo tipo hanno un ruolo chiave nella preparazione dei piani di investimento richiesti dalle gare d’ambito. Si mostreranno le ultime funzionalità introdotte in InfoWorks che, oltre a consentire di migliorare la progettazione, permettono anche valutazioni legate alla gestione ordinaria. La seconda grande novità che verrà proposta ad H2O sarà il convegno dedicato al software BioWin di EnviroSim, software di processo per il sistema di trattamento delle acque reflue. Il 19 ottobre alle ore 13, presso la sala B del pad.30, il relatore Peter Dold illustrerà come utilizzare le simulazioni di processo per valutare e ottimizzare le spese operative di un impianto di depurazione a fanghi attivi. I software di simulazione possono essere usati per migliorare la progettazione e gestione di questi impianti, e con BioWin è possibile anche identificare e tracciare tutti i costi operativi dell’energia elettrica, dello smaltimento fanghi e di eventuali additivi chimici. Si confronteranno dieci diverse configurazioni alternative di impianto che, pur offrendo qualità allo scarico simili, mostrano diversi costi operativi.

MITSUBISHI ELECTRIC PAD. 29 - STAND E25/F26

Soluzioni per il controllo integrato del processo di gestione delle risorse idriche Il consumo globale dell’acqua continua ad aumentare rapidamente, perciò la gestione delle infrastrutture per l’approvvigionamento e il trattamento delle acque assume un’importanza e criticità sempre maggiore. Mitsubishi Electric nel corso degli ultimi anni ha investito a livello globale per sviluppare apparecchiature e soluzioni innovative che trovano applicazione nel telecontrollo, nel trattamento e nella distribuzione delle acque. Numerose sono le referenze ove la tecnologia di Mitsubishi Electric ha consentito l’impiego di apparecchiature elettriche ed elettroniche in ambienti ostili con condizioni climatiche sfavorevoli; innovativi sono gli algoritmi di controllo implementati ad-hoc per consentire ai propri clienti di ridurre al minimo i consumi e gli interventi manutentivi sugli impianti, aumentandone così la disponibilità ed affidabilità. Mitsubishi Electric si presenta ad H2O con soluzioni di automazione e di processo tecnicamente innovative in grado di garantire altissima affidabilità e qualità che gli utilizzatori/gestori di reti ed industria definiscono “impareggiabili”. Per il mercato dell’acqua è in grado di soddisfare e superare le richieste dei clienti, sia grazie all’avanzata tecnologia che al supporto di un team dedicato e specializzato per lo sviluppo di progetti completi con soluzioni in grado di mettere in sinergia DCS, RTU, PLC, SCADA, fino a spaziare in ambito elettrico integrando il controllo di Inverter e LVS. L’efficiente difesa e gestione delle risorse idriche è la sfida che Mitsubishi Electric ha accolto per una ingegnerizzazione innovativa dei propri sistemi di controllo e automazione.

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ANTEPRIMA H2O BOLOGNA

Il nuovo chiusino centro strada Montini S.p.A, con sede e stabilimento produttivo a Roncadelle nella provincia di Brescia, è la Fonderia Italiana che produce chiusini in ghisa sferoidale. Con una capacità produttiva di 70.000 ton annui, distribuisce i propri prodotti in Italia, Europa e Nord Africa con una presenza in costante crescita sull’export. Nell’ambito della sua politica di continuo sviluppo di prodotti e di apertura a nuovi mercati, Montini ha aggiunto un nuovo chiusino centro strada alla sua gamma: MONTILEVEL. Questo prodotto, conforme alla classe D400 della norma UNI EN124:1995, viene proposto nelle versioni ventilato e non ventilato. È provvisto di guarnizione antirumore e ganci vincolanti in NBR. La modalità di messa in posa del MONTILEVEL lo distingue dai dispositivi abitualmente utilizzati poiché non viene installato utilizzando il calcestruzzo ma esclusivamente il bitume. In questo modo il telaio del chiusino non appoggia sulla testata della cameretta con il rischio di danneggiarla ma rimane galleggiante nell’asfalto. Questa posa permette una riapertura del traffico estremamente veloce, circa due ore dall’inizio dei lavori anziché 24 ore circa ed elimina la necessità di ritornare sul cantiere per la chiusura dei lavori. Inoltre consente al chiusino di rimanere sempre in quota con il livello finto del manto stradale scongiurando in questo modo i rischi per i centauri, ciclisti e per gli ammortizzatori degli altri veicoli circolanti.

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MONTINI PAD. 30 - STAND E47/F46

SERVITECNO PAD. 29 - STAND E15

Migliorare la qualità dell’acqua e ridurre le perdite idriche Qualità dell’acqua, efficienza degli impianti per garantire continuità di servizio e riduzione dei costi di erogazione: sono questi gli obiettivi dei manager degli acquedotti in tutto il mondo. Obiettivi che passano dall’adozione del Water Safety Plan, che mira a garantire la sicurezza del sistema idropotabile passando dalla sorveglianza di segmenti circoscritti e dal monitoraggio a campione a un sistema globale di gestione del rischio esteso all’intera filiera idrica; e delle buone pratiche di Water Leakage Management pubblicate nel 2015 dalla Direzione Ambiente della Commissione Europea come riferimento tecnico e normativo per la gestione delle perdite idriche. Funzionale a queste due tematiche è l’offerta di Inventia, presente ad H2O presso lo stand ServiTecno. I moduli MT723 e MT723PT sono appositamente studiati per permettere il corretto monitoraggio dei punti di pressione nella rete di distribuzione dell’acquedotto, eseguendo misure di pressione e trasmettendo i dati al sistema di telecontrollo (SCADA) grazie alla tecnologia GSM/GPRS. In particolare i moduli MT723PT sono dotati di un sensore di pressione integrato oltre ad alcuni I/O ausiliari per ulteriori segnali in ingresso provenienti da altre sonde (pressioni, livelli, portata, temperatura, ecc.) ed eventuali uscite (per comandare motori, pompe, serrande ecc.). Il modulo MT723PT dispone di funzionalità di datalogging, può comunicare con altri moduli sulla stessa rete GSM/GPRS e con il centro del telecontrollo con collegamento diretto periodico ed a richiesta via APN e SMS. È dotato di antenna integrata e può essere collegato ad una antenna con alcuni metri di cavo per eventuale installazione in tombini a diversi metri di profondità, pur garantendo regolare trasmissione di dati. L’alloggiamento del modulo conforme IP 68 e la ventilazione con tecnologia a membrana consentono l’installazione in condizioni ambientali difficili senza alimentazione esterna.

NUPI INDUSTRIE ITALIANE PAD. 29 - STAND D47

Tradizione e innovazione Nupi Industrie Italiane sarà presente con le sue linee di tubi e raccordi in POLIETILENE e in PPR. POLIETILENETUBI è la linea di tubi in polietilene ad alta densità per la distribuzione di fluidi in pressione e di gas combustibile. ELOFIT è un sistema completo di raccordi in polietilene alta densità elettrosaldabili e pezzi speciali adatti alla realizzazione di impianti per il trasporto di acqua e gas in pressione. Tutti i raccordi sono progettati e prodotti sfruttando tecnologie avanzate. Ogni raccordo di questa gamma è pensato, progettato e realizzato in conformità a rigidi standard internazionali. Il sistema di tubi e raccordi in PPR viene utilizzato per la distribuzione di acqua calda e fredda negli impianti idrosanitari e di condizionamento, per il convogliamento di acqua potabile e liquidi alimentari e in impianti industriali. NIRON PREISOLATO è l’innovativo sistema di tubi e raccordi preisolati per le reti di distribuzione/adduzione di fluidi in temperatura. L’affidabilità, la semplicità di installazione, le elevate caratteristiche fisicomeccaniche dei materiali impiegati, consentono agli installatori di superare molte problematiche nella realizzazione di impianti di distribuzione del calore e di condizionamento. Le linee di prodotto dell’azienda vengono realizzate in conformità a standard internazionali estremamente rigidi e vantano installazioni in importanti opere in tutto il mondo.

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Alluvioni in città: a Milano gli stati generali sulla gestione delle acque nelle metropoli Milano capitale europea dell’acqua. Perché quando si tratta di modelli all’avanguardia di gestione delle acque, la città metropolitana non ha nulla da invidiare alle migliori realtà urbane del continente. Insieme alle quali si è peraltro fatta promotrice attraverso il Gruppo CAP, il gestore del servizio idrico integrato, di uno scambio di idee per condividere le esperienze più significative e migliorare ancora. La cronaca degli ultimi mesi infatti, con l’esondazione della Senna a Parigi, gli allagamenti nel sud della Germania ma anche Seveso e Lambro costantemente sotto osservazione, conferma la necessità di individuare nuove ed efficaci soluzioni che garantiscano un approccio integrato tra la gestione del suolo e dell’acqua, per consentire uno sviluppo urbano sostenibile e prevenire il rischio idrogeologico che è sempre più dipendente da situazioni territoriali, climatiche e ambientali in costante mutamento.

se direttive, ha affrontato il tema auspicando l’elaborazione di un approccio che coordini gli strumenti di pianificazione urbanistica con le politiche per l’efficienza energetica, per l’agricoltura, per l’ambiente e per la gestione delle risorse idriche. Da questa esigenza impellente è nata la volontà di promuovere una giornata internazionale dedicata a questo tema così attuale e rilevante”. Durante la giornata sono stati presentati alcuni progetti pilota, promossi dal Gruppo CAP, che affrontano in modo sperimentale il tema della gestione delle acque piovane sfruttando le potenzialità di interazione tra ambiente urbano e rurale attraverso un approccio complessivo di tutela ambientale. È il caso del progetto Flood Hide, nato dal coinvolgimento della facoltà di Agraria dell’Università Statale di Milano e del Consorzio di Bonifica Est Ticino-Villoresi (ETVilloresi) per lo studio di fattibilità sull’utilizzo del reticolo idrico minore per la lami-

Per confrontarsi su queste sfide si è tenuta lo scorso 5 luglio, presso lo spazio BASE di via Bergognone a Milano, la giornata “Acqua e resilienza territoriale: costruire il futuro delle aree metropolitane”, promossa da CAP e dedicata alla gestione delle acque piovane in ambito urbano, in cui sono stati presentati i progetti di sviluppo sostenibile più innovativi di alcune smart city europee. Come evidenziato dalla Conferenza sui cambiamenti climatici di Parigi (COP21), è emerso il ruolo decisivo che il sistema idrico può svolgere nell’elaborare un modello all’avanguardia che coinvolga tutti coloro che intervengono nei processi di pianificazione territoriale, ambientale e idrica. “Proprio la pianificazione dei sistemi idrico e idraulico rappresenta una delle sfide cruciali del nostro Paese, per sperimentare politiche di vasta scala in grado di superare la frammentarietà generata dai confini amministrativi. – hanno commentato Alessandro Russo e Michele Falcone, rispettivamente presidente e direttore generale di Gruppo CAP –. L’Unione Europea, in diver-

nazione dei deflussi urbani. Alla base di esso l’idea che le zone rurali possano, anziché soffrire lo scarico delle acque reflue urbane, beneficiarne in termini di riutilizzo, limitando il tradizionale dualismo fra metropoli e agricoltura, storicamente “rivali” nel contendersi la risorsa idrica del territorio. Oggi infatti il problema della qualità dell’acqua crea interdipendenze in termini di inquinamento da agricoltura e da deflussi urbani, con conseguenze su entrambe le aree. Da qui il progetto, illustrato nel corso della giornata e sul quale è stato già investito in fase di avvio un milione di euro. Tra i relatori internazionali sono intervenuti esponenti delle amministrazioni di Malmö, Lione, Barcellona, Rotterdam, Essen, e gli esperti di De Urbanisten, UN-PPP for Cities, C40, e delle Università di Milano, Bologna, Pavia, Firenze accanto ai referenti delle istituzioni nazionali e locali che si sono confrontati su nuovi modelli di gestione e di sviluppo sostenibile che siano in grado di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici sulle città.

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Saldatrici italiane ad alta tecnologia Renzo Bortoli

Quando si parla di cantiere, di posare tubi non esiste la facile equazione: “scava-salda-tappa”, bensì ogni lavoro porta con sé delle complicazioni intrinseche: queste si superano con “competenze – attrezzature – esperienze”. Sul campo delle “esperienze e competenze”, quando si parla di saldatrici per tubi di plastica, Ritmo S.p.A., azienda padovana fondata nel 1979, è un punto di riferimento. Cerchiamo di capire un po’ di più sul mondo di queste attrezzature da cantiere direttamente da Renzo Bortoli, presidente di Ritmo S.p.A. Basta un semplice dato: “prodotti venduti in oltre 130 Nazioni” per far capire che, davanti a sé, non si ha una semplice commerciale che guadagna su prodotti di provenienza ignota, ma con un produttore italiano, un player mondiale delle saldatrici. Da dove vuole che cominci? Anzi, parto da qua, da un dato: 37 anni, 37 anni di esperienza nelle saldatrici che lavorano in cantiere, in tutte le situazioni, in città, de-

serti, in quota, miniere… Ne ho sentite un po’ di tutti i colori, e io e i miei collaboratori ne abbiamo fatto tesoro al punto che abbiamo una certezza: quando una macchina esce dal nostro stabilimento noi non sappiamo dove vada, però sappiamo bene cosà farà. Può fare un esempio? Sì, e il primo che mi viene in mente è una Delta 800 a Mosca impegnata in un vero e proprio tour de force nel rifare 1 km di acquedotto. I tecnici in modo intelligente hanno deciso di inserire la nuova condotta da 800 mm in PE100 dentro il precedente acquedotto, realizzato con tubo in metallo da 1000 mm, ormai ridotto ad un colabrodo. Così hanno evitato tutti i disagi tipici dell’apertura di un nuovo scavo per un tubo da 800 mm. Scavato il pozzo profondo 8 metri per iniziare i lavori, a causa dello spazio ristretto, i tubi da saldare non potevano superare i 3 m; ciò ha portato ad una mole impressionante di saldature da fare, oltre 300. Però in questo modo il grosso problema del traffico per la città è

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stato brillantemente superato. In casi come questo, l’affidabilità della saldatrice è fondamentale anche per la continua movimentazione di morse, termopiastra, fresa e tubo da saldare. E in un contesto del genere si lavora a ciclo continuo per finire il più presto possibile. Proprio quello che diceva prima: non si sa dove vada una saldatrice ma si sa cosa farà Esatto, l’esempio fatto fa capire come un certo tipo di “qualità” sia indispensabile per un corretto lavoro, e su questo fronte, forti delle esperienze raccolte, da anni stiamo portando avanti il concetto di “qualità e facilità d’uso”. Ma cos’è e come intende questa “facilità d’uso”? Intendo “un sistema facile”, ovvero un modo integrato di soluzioni racchiuse in un unico prodotto. Un esempio lo si trova nelle nostre saldatrici con tecnologia “Easy Life” dove il processo di saldatura è automatizzato, ovvero all’operatore spetta solo il compito del settaggio e poi della successiva validazione delle fasi di lavoro.

Già così è una “facilità” l’uso della saldatrice, ma quando Ritmo ti offre anche altri vantaggi come lo svincolo dal controllo degli eventuali cali di pressione durante la fase finale della saldatura. L’operatore può allontanarsi, e non parlo del tradizionale “rimanere nei paraggi” per il controllo di prassi, ma lasciare all’elettronica della centralina il monitoraggio al posto del tecnico. Ecco, questo è “un sistema che facilita”, non una singola soluzione. Avete altri prodotti con questa filosofia “facile”? Sì, però attenzione, non vorrei che ci si focalizzasse solo sulla seconda parte della frase, tralasciando la prima che è l’essenza di tutto, ovvero “qualità”. Perché Ritmo pensa che la qualità deve essere facile. Ritornando alla domanda, la nostra linea di saldatrici All Terrain è senza dubbio l’espressione di tecnologia e facilità d’uso. Si tratta di saldatrici indipendenti, con generatore a bordo, dotate di ruote e rispondenti ai requisiti ISO High Pressure, lo standard di saldatura che permette l’abbattimento dei tempi di saldatura fino al 60%. Saldatrici ad alta tecnologia, pensate per chi vuole fare la differenza in cantiere. Il concetto di “qualità facile” dove vi potrà portare? Diciamo dove lo stiamo portando! Perché abbiamo aggiunto proprio di recente un ulteriore mattoncino che è “alla portata di tutti”; quindi noi stiamo lavorando su “qualità facile alla portata di tutti”. Proprio perché ho speso parte della mia vita a sviluppare questi concetti, voglio renderli alla portata di tutti: ecco perché abbiamo lanciato il servizio di noleggio prenotabile dal sito www.saldafacile.it. Questo è un progetto ambizioso: il noleggio direttamente dal produttore comporta numerosi vantaggi per il cliente. Quali sono? Premetto che il servizio di noleggio è rivolto solamente al mercato italiano. Oltre ai noti benefici fiscali, preferisco elencare alcuni vantaggi tangibili per il cantiere come: macchine sempre revisionate, rotazione e ammodernamento continuo dei prodotti, possibilità di usufruire della nostra migliore tecnologia a costi certi. Tutto questo perché siamo produttori. Ora sta alla sensibilità del cliente capire le potenzialità di questo servizio. Faccio un esempio: se in quel cantiere l’uso di una determinata saldatrice ad alta tecnologia fa risparmiare tempo, ora è possibile averla per il solo tempo che serve, senza affrontare investimenti specifici e onerosi. Un bel vantaggio.

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Ottobre 2016, per il mondo della gomma e plastica è un mese importante, c’è la Fiera K: ha qualche anticipazione da svelare? Sì, presenteremo nuovi estrusori. Non si tratta di un semplice restyling, bensì di articoli con nuovi motori, maggiore maneggevolezza …e tante altre piccole novità.


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Soluzioni per la riduzione dei collassamenti delle condotte interrate Uno degli eventi potenzialmente più deleteri per una condotta di trasporto fluidi è il suo collasso geometrico, tanto più complesso da risolvere quanto più inaccessibile è il sito ove esso avviene. Due casi pratici in cui sono state adottate due diverse soluzioni per il ripristino della circolarità della condotta laddove deformata.

Carlo Torre – IRETI SPA L’adozione delle condotte in materiale plastico per la realizzazione di reti di convogliamento di fluidi in pressione o a gravità è oramai una delle soluzioni progettuali più frequentemente adottate. Se da un lato, infatti, sono pochi i casi in cui le condizioni dei terreni o di esercizio del fluido trasportato obbligano veramente a scegliere materiali metallici, dall’altro sono troppi i vantaggi che una condotta plastica riesce ad offrire al progettista ed al gestore. Assenza di corrosione, maggiore durata nel tempo, costi dei materiali e di posa inferiori, facilità di approvvigionamento sono solo alcuni di questi vantaggi, divenuti appunto i motivi di graduale ma inarrestabile affermazione negli ultimi trent’anni del PE, PVC, PP e PVDF a discapito dei vari acciai e ghise. Anche se le varie materie plastiche trasformate in tubi forniscono effettivamente moltissimi benefici lungo l’intera filiera che porta dalla realizzazione alla gestione di una rete di condotte interrate, qualche inconveniente comunque si registra, ed è quindi corretto trattarne. Uno dei problemi più frequenti è il collasso su se stessa della tubazione, una sorta di “implosione” geometrica che può avvenire per una serie di cause abbastanza variegata. La più ricorrente è l’errore progettuale, un abbaglio cioè che avviene all’atto di prevedere a priori tipologia e spessore della parete delle condotte, in special modo quelle a gravità. Per le condotte destinate a convogliare fluidi in pressione il problema esiste comunque, ma assume un

connotato inverso, traducendosi cioè in una insufficiente resistenza alla tensioni circonferenziali interne originate dal fluido, che sommate ad altre problematiche di natura meccanica, possono generare in breve tempo eventi di frattura longitudinale del corpo tubolare. Il collasso è un “guaio” caratteristico invece delle condotte che lavorano a gravità, le cui pareti, non supportate dalla pressione interna del fluido, se non correttamente dimensionate, possono subire gli effetti dei carichi statici, dinamici e della temperatura fino a deformarsi e, nei casi più gravi, a collassare su se stes-

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se, occludendo la gran parte della sezione di deflusso. Il collasso, pur provocando raramente una perdita di fluidi, è un problema dai molteplici risvolti, che trova la sua massima espressione in fatto di gravità quando si verifica a grandi profondità o laddove i carichi di superficie sono più severi (es. strade di grande traffico) o sotto la pressione di falde acquifere di livello variabile. Ad aggravare ulteriormente un quadro già complicato interviene il fatto che il collasso delle tubazioni interrate è generalmente caratterizzato dall’assenza di indizi premonitori, dato che il più delle volte è un processo graduale, i cui sintomi vengono sottovalutati o male interpretati. Quando poi lo si riscontra, è troppo tardi per fermarlo. Nonostante le proprietà elastiche delle condotte in materiali plastici, quasi sempre i tubi risultano infatti deformati in maniera permanente, comportando la necessità di intervenire in maniera radicale andando a sostituire parte della condotta ammalorata. Ma quando la deformazione avviene in un posto “impossibile”, come per esempio al di sotto di un edificio, del letto di un fiume, a grande profondità, sotto un impianto di produzione o di una corsia autostradale? In questi casi son guai seri, dato che intervenire con metodi tradizionali non sempre è possibile, o se lo è, i costi ed i disagi divengono proibitivi. Di seguito un paio di casi in cui, a fronte di un quadro dello stato di fatto estremamente critico, si sono individuate delle soluzioni non propriamente convenzionali, che per i loro contenuti potrebbero costituire un prezioso suggerimento tecnico a chi si trova a dover risolvere problematiche analoghe.

Riduzione di collasso su una condotta di scarico in PE a servizio di un impianto produttivo Siamo in questo caso all’interno dell’area dedicata alla produzione in un impianto industriale attivo su tre turni per l’intero corso dell’anno. L’impianto, che produce amidi da cereali, è caratterizzato da un imponente consumo di acque di processo, veicolate per la massima parte per mezzo di condotte sotterranee, sia di trasporto che di scarico. Il traffico di superficie è molto intenso e non interrompibi-

le, prevalentemente costituito da autoarticolati, muletti e mezzi pesanti, il che determina una difficoltà oggettiva di sospensione del transito nei punti di passaggio obbligato, oltre che la necessità di manomettere il meno possibile la superficie stradale, così da mantenerla percorribile anche da mezzi che tollerano minimi dislivelli del piano stradale (es. muletti). L’evoluzione dei processi di produzione dei vari prodotti ha determinato alcune variazioni delle caratteristiche fisico-chimiche delle acque di scarico, facendo sì che condotte plastiche in precedenza destinate a convogliare fluidi a T ambiente, si sono trovate a dover convogliare acque, seppur per periodi limitati, a temperature talvolta superiori a 40°C. Questo fatto ha influito sul corpo tubolare in PE, rendendolo meno performante all’azione dei carichi statici, e determinandone il collasso in alcuni punti, comprimendo la circonferenza ai poli fino a ridurne il diametro a soli 7-8 cm, laddove appunto i carichi esterni, anche se temporanei, risultavano più severi. I due tratti di condotta in PE interessati dai collassi, originariamente di diametro 400 mm e spessore pari a 14,5 mm, di lunghezza pari a circa 50 e 30 metri, intervallati da numerosi pozzetti di ispezione, risultavano sufficientemente sovradimensionati in modo da poter garantire la loro funzione di smaltimento delle acque di scarico anche con una sezione interna corrispondente a quella di un tubo in PE DE315 PN16 PE100, con spessore pari a 28 mm circa. L’intervento di riduzione dei punti di collasso è stato eseguito operando una “divaricazione” forzata delle pareti in corrispondenza di tali punti, mediante l’impiego di un cono trainato a forza da una serie di aste, collegate ad un carrello di traino idraulico che sviluppava una forza massima di tiro pari a circa 60.000 kg. Al cono di divaricazione era collegata direttamente la nuova tubazione in PE DE315, che in funzione del suo spessore e della maggior tenacia del PE100 rispetto al tipo di polimero originario della condotta esistente, era in grado di garantire un’adeguata resistenza ai carichi statici, anche alle temperature di esercizio correnti. Si ringrazia per la collaborazione la società Idroambiente SrL.

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Fig. 1

Riduzione di collasso su una condotta in acciaio per recupero percolato con funzioni di collegamento al fondo di una discarica per rifiuti industriali La discarica presenta 2 condotte dedicate al recupero tramite pompaggio del percolato di ristagno. Tali condotte sono state realizzate in PEAD, DE630, e percorrono il profilo discendente dell’invaso di discarica con una pendenza di circa 35° e un’estensione di circa 32 metri lineari. Tali condotte, a seguito della pressione e della temperatura si sono deformate in più punti, fino a collassare con un’ovalizzazione limite di 100-110 mm misurati tra ore 12 e ore 6, contro i 580 mm circolari della condotta DE630 come posata in origine. Ripetuti punti di collasso lungo i 33 metri di discesa, rendevano molto problematico l’inserimento e l’estrazione delle pompe di aspirazione del percolato per effettuare le necessarie manutenzioni periodiche. Per risolvere il problema, è stata elaborata una soluzione che prevedeva il risanamento strutturale delle due condotte plastiche DE630 con l’obiettivo di ricreare una condotta circolare indeformabile atta a raccogliere il percolato nella parte terminale, oltre a costituire un canale di accesso al fondo percorribile senza problematiche dalle pompe e dai tubi di estrazione del percolato. Allo scopo, è stato individuato quale liner un tubo metallico in acciaio DN250 mm, UNI EN 10208/2 con rivestimento in PE applicato a caldo secondo UNI 9099. L’analisi dei rischi, espressa compiutamente nel DVR elaborato dalla Committente e nel POS elaborato dall’Appal-

tatore, è stata incentrata principalmente nell’analisi preliminare della presenza di biogas fuoriuscente dalle due condotte (risultata nulla), e sulle fasi di movimentazione e saldatura delle condotte in acciaio. La testa di dreno/inserzione è stata progettata e realizzata con forma e materiali idonei a consentire un’agevole divaricazione delle pareti collassate della condotta plastica esistente senza pericolo di lacerazione delle pareti stesse. La tubazione in acciaio, DN250 con D est pari a 273 mm e D interno pari a 261 mm, è stata approvvigionata con rivestimento in PE a caldo, e i punti di saldatura sono stati rivestiti con un doppio strato di protezione, composto da nastro dielettrico autoagglomerante in polimero e banda in PE di protezione meccanica. La fase di inserimento è stata caratterizzata da un mantenimento dell’assialità della linea di inserzione e da una progressività particolarmente curata della fase di discesa del tubo in acciaio, in modo da scongiurare eventuali deformazioni, tanto della testa di dreno che del corpo tubolare in acciaio e in PE. Nella fase di inserzione, sono stati impiegati opportuni grassi scivolanti al fine di minimizzare gli attriti e rendere meno drastica l’azione di divaricazione delle parti più deformate della condotta esistente. Le lavorazioni di risanamento delle due condotte si sono concluse senza inconvenienti di sorta e nei tempi preventivati. I test di pompaggio dei percolati, effettuati a lavori conclusi e dopo reinserimento delle pompe nella nuova condotta metallica, hanno dato esito positivo.

Fig. 1: Realizzazione in officina della testa e della parte terminale di dreno delle condotte in acciaio DN250. Fig. 2: Controllo dell’atmosfera all’interno della condotta e nell’area prospicente le lavorazioni. Fig. 2

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Condotte in materiale plastico per interventi con tecniche trenchless Esperienze di Pavia Acque S.c.a.r.l.

Carlo Mascheroni – Pavia Acque S.c.a.r.l.

Spesso ci si trova a dover affrontare problemi che richiedono approcci non convenzionali e, nell’operare su un territorio vasto come la Provincia di Pavia, Pavia Acque S.c.a.r.l. e le società ad essa consociate si sono trovate negli anni a dover vedere i problemi progettuali utilizzando prospettive non propriamente canoniche. Pavia Acque S.c.a.r.l. è attualmente il Gestore Unico del Servizio Idrico Integrato per la Provincia di Pavia. La particolare strutturazione societaria che la caratterizza (società consortile costituita dai precedenti gestori pubblici del Servizio Idrico Integrato) ha garantito il trasferimento al Gestore Unico delle esperienze operative e del bagaglio di conoscenze del territorio che caratterizzava ognuna delle otto società pubbliche a cui da decenni era affidato il servizio. L’area interessata dalla gestione, con una superficie complessiva di quasi 3000 kmq e 188 comuni, risulta essere particolarmente vasta e disomogenea; si passa infatti dalle pianure del Pavese e della Lomellina all’alta collina e alla montagna dell’Appennino dell’Oltrepò. La densità abitativa del territorio è altrettanto disomogenea; a fronte di una media di circa 180 ab/kmq si passa da valori prossimi a quelli delle grandi città (1150 ab/kmq) a valori estremamente bassi nell’alta collina (13 ab/kmq). I fattori che sono stati evidenziati in qualche maniera hanno stimolato l’approccio non convenzionale che spesso ha caratterizzato le scelte progettuali di Pavia Acque S.c.a.r.l. L’impennata nell’utilizzo delle tecnologie no-dig ha creato negli anni curiosità ed interesse negli addetti ai lavori

che, attraverso il circolo virtuoso della sperimentazione, ha portato numerosi vantaggi sia ai gestori dei servizi che ai cittadini a cui il servizio viene reso oltre che all’ambiente. Tempi di esecuzione ridotti, efficacia nella soluzione dei problemi, bassissimo impatto ambientale, limitata interferenza con le reti viarie esistenti e vincoli ridotti alla fruizione del territorio sono stati alcuni dei fattori che hanno fatto propendere verso questo nuovo modo di realizzazione de-

Condotte acqua gas in Via Mascheroni nel centro di Pavia

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gli interventi nel sottosuolo. Pavia Acque S.c.a.r.l. viene da una corposa esperienza in fatto di tecniche no-dig in generale e Cured in Place Pipe in particolare; prima ancora che venisse definita la categoria di opere specializzate OS 35 “Interventi a basso impatto ambientale” ASM Pavia S.p.A., una delle società pubbliche che ha costituito Pavia Acque S.c.a.r.l., aveva adottato tali tecniche operative per intervenire sulla rete fognaria cittadina. ASM Pavia S.p.A. è stata impegnata a partire dalla fine degli anni ‘90 nella realizzazione di interventi di sistemazione delle reti fognarie del centro storico. Dal 2000 gli interventi prima realizzati con tecniche convenzionali (ed in alcuni casi con grandissime difficoltà operative) sono stati sempre più spesso realizzati con metodiche “no dig”. Dopo la prima sperimentazione nel 1998 ASM Pavia S.p.A. prima e Pavia Acque S.c.a.r.l. poi hanno realizzato 16 cantieri con 27 inserimenti di lunghezza variabile da 30 a 170 metri di Cured In Place Pipe con diametri equivalenti (operando su condotte esistenti rettangolari con copertura a volta) variabili da 90 cm a 150 cm. Spesso le aree nelle quali si è chiamati ad operare sono zone a traffico limitato, con una viabilità adatta a carrozze ottocentesche e con l’impossibilità di garantire percorsi alternativi in grado di soddisfare la molteplicità delle utenze che caratterizza i centri storici. Il centro storico di Pavia è sede oltre che di servizi, uffici, attività di terziario avanzato, anche di importanti strutture Universitarie e Cliniche Mediche di fama. Sono aree dove il rapporto tra reddito prodotto e superficie calpestabile è molto alto, dove vi sono le maggiori necessità di garantire continuità dei servizi erogati nel tempo, non solo elettricità, gas metano, acquedotto e fognatura, ma anche telefonia, servizi di trasporto pubblico, facilità di accesso per la consegna delle merci, aree di parcheggio. È sovente ritrovare nei centri storici aree sottoposte a vincolo paesaggistico e storico, interventi strutturali corposi trovano oggettive difficoltà se rischiano di intaccare il patrimonio esistente. Qualora poi non vi fossero vincoli alla realizzazione di opere sugli edifici, particolare attenzione deve essere rivolta durante i lavori alla limitazione del disturbo ai residenti (mezzi silenziati, assenza di rumore durante le ore notturne, impossibilità di uso di Well point, etc.). Anche se gli interventi no-dig hanno consolidato la loro presenza nel panorama italiano, spesso il ricorso a queste tecnologie è motivato principalmente dall’impossibilità nell’utilizzare tecniche di scavo convenzionale; in pochi casi, ed in genere fuori dal panorama dei lavori legati al Servizio Idrico Integrato, si ricorre alle tecnologie a basso impatto ambientale come “prima scelta”. Tale condizione è spesso motivata da un approccio progettuale conservativo o da limitata conoscenza delle nuove tecnologie, da un interesse rivolto esclusivamente alla minimizzazione dei costi diretti di intervento, da una errata o mancata valutazione dei costi indiretti generalizzati e sociali connessi con un cantiere in ambito fortemente urbanizzato (IGC) e da una errata o mancata valutazione dei costi e dei tempi di messa “fuori esercizio” di una porzione di rete di Servizio Idrico Integrato.


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Sulla base delle positive esperienze maturate nell’ambito della manutenzione delle condotte fognarie a gravità Pavia Acque S.c.a.r.l. ha guardato con crescente attenzione a nuove tecnologie con modalità di scavo trenchless per la realizzazione di interventi di manutenzione e nuova posa sia di reti a gravità che in pressione. L’approccio era volto a verificare se i costi diretti di intervento potessero essere paragonati ai costi connessi a modalità di scavo tradizionale. Già in sede di verifica dei costi diretti di intervento relativi alla manutenzione delle reti fognarie nel centro storico della città di Pavia tale condizione si era evidenziata. ASM Pavia S.p.A. stimava che i costi di realizzazione di un’opera di fognatura in centro storico con modalità tradizionale potessero essere posti intorno ai 450 Euro/ ml (prevedendo la realizzazione di tappeti provvisori in asfalto). A tali costi spesso devono essere aggiunti i costi di spostamento dei sottoservizi presenti (considerando il solo spostamento delle reti gas, acqua e telefoniche i costi sono stati stimati in 150 Euro/ml di condotta fognaria posata) e i costi di demolizione dei tappeti provvisori (realizzati per permettere l’utilizzo delle strade in attesa di un adeguato assestamento degli scavi) e di ricostruzione delle pavimentazioni di pregio (acciottolati, porfidi o lastre di granito), stimabili intorno ai 250 Euro/ml considerando una larghezza della strada di circa 5 metri. Il costo complessivo di un intervento tradizionale nel centro storico di Pavia era stato stimato pertanto intorno a 850 900 Euro/ml. Il costo medio di un intervento con metodica Cured In Place Pipe nel centro storico di Pavia risultava essere di circa 9501050 Euro/ml, quindi sovrapponibile con un intervento tradizionale. Alle medesime conclusioni si è giunti attraverso lo sviluppo di alcuni cantieri di prova all’interno di progetti di estendimento e manutenzione straordinaria delle reti di acquedotto e fognatura realizzate nell’area territoriale Pavese ed Oltrepò. Alcuni degli interventi descritti si configurano come opere puntuali di attraversamento di manufatti interferenti e l’adozione di una tecnologia no-dig è stata considerata fin da subito come l’unica fattibile. Pensare infatti di realizzare un attraversamento di un canale irriguo della larghezza di 8-10 metri scavando e posando la condotta con modalità tradizionale è stata un’ipotesi esclusa fin da subito tenendo conto dei vincoli imposti dal gestore del canale irriguo (realizzazione intervento solo in alcuni periodi dell’anno, profondità di posa tale da non interferire con le attività di manutenzione e pulizia del canale, necessità di realizzazione interventi di compensazione), dalle prescrizioni degli enti incaricati della tutela ambientale (realizzazione degli interventi esclusivamente in aree non sottoposte a vincolo ambientale ed in periodo tale da non interferire con la fauna presente). In questi casi si può evidenziare che il costo per metro lineare di opere realizzate è sensibilmente maggiore di quello in genere adottato per modalità di scavo tradizionale. Quest’ultimo costo tuttavia tende a mediare i picchi di costo in genere connessi alla realizzazione di interventi parti-

colari, quali manufatti di attraversamento e lavori in falda o in acqua, sull’intero sviluppo di un intervento. Nel caso in cui l’approccio alla tecnologia trenchless è stato utilizzato con modalità estensiva si deve evidenziare che il costo diretto dell’intervento è perfettamente sovrapponibile al costo di realizzazione con modalità tradizionale.

Carlo Mascheroni - c.mascheroni@paviaacque.it Laureato in Ingegneria Civile Idraulica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pavia, ha coordinato le attività di progettazione Ciclo Idrico Integrato in ASM Pavia S.p.A. dal 2000 al 2008. Presso Pavia Acque S.c.a.r.l. è Responsabile Tecnico di una delle tre aree nella quale è stata suddivisa la provincia di Pavia. Esperto in Subsurface Utility Engineering ha curato la progettazione e la direzione lavori della quasi totalità degli interventi di riabilitazione con Cured In Place Pipe svolti da Pavia Acque S.c.a.r.l. e da ASM Pavia S.p.A. sulla rete fognaria del centro storico di Pavia.

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Ice Pigging Una soluzione innovativa per il “Pipe Cleaning” e la riabilitazione delle reti Ice Pigging è una tecnologia brevettata del gruppo Suez che consiste nella pulizia delle condotte in pressione (sia acquedotto che fognatura) tramite l’immissione nelle stesse di un tampone (denominato “pig”) di ghiaccio. Lo scopo dell’intervento è quello di pulire le condotte interessate da problemi di sedimentazioni e/o biofilm di ferro e manganese ripristinandone quanto più possibile il diametro nominale e consentendone così la riabilitazione. Vengono quindi migliorate sia la qualità dell’acqua, eliminando i fenomeni di torbidità, che le performance energetiche con risparmio dei costi di esercizio per il sollevamento e la distribuzione. La soluzione di ghiaccio è composta da acqua potabile con l’aggiunta di un 5% di Cloruro di Sodio (NaCl) al fine di abbassare il punto di congelamento della soluzione stessa e inserirla nella condotta in uno stato semisolido. Questo accorgimento permette la perfetta adattabilità del pig di ghiaccio alla conformazione della condotta stessa in cui possono essere presenti curve, raccordi, cambi diametro e valvole, evitando così i problemi che si possono incontrare con l’utilizzo dei classici pig fisici. Ice Pigging è una tecnologia “no dig”, non richiede infatti l’uso di scavi per la sua esecuzione, vengono infatti sfruttati punti di immissione e scarico già presenti sulla tratta di tubazione soggetta ad intervento. Il fatto che il ghiaccio sia creato con una soluzione di salamoia a bassa salinità non comporta rischi per la qualità dell’acqua come potrebbe invece avvenire con dei lavaggi chimici. Il ghiaccio viene trasportato da unità mobili fino al punto di immissione della condotta, che può essere una derivazione, un idrante o uno sfiato ed immesso nella stessa tramite apposita pompa all’interno dell’unità di trasporto mobile. Al termine della tratta soggetta ad intervento vi è un analogo punto di uscita per la raccolta del volume di ghiaccio, che durante il suo percorso avrà asportato sedimenti e biofilm presenti all’interno della stessa. La quantità di ghiaccio inserita varia a seconda della tipologia, materiale e diametro della tubazione ed è generalmente pari ad un 20-

30% del volume della condotta stessa e si possono ripulire in una unica immissione di ghiaccio fino a 2-3 chilometri di tubazione. Una volta inserito, il pig di ghiaccio viene poi spinto dalla pressione stessa di rete, evitando così possibili rischi di sovrappressioni e/o colpi d’ariete. Prima di eseguire l’intervento di pulizia con Ice Pigging vengono effettuate delle verifiche preliminari per misurare portata e pressione di rete, in modo da garantire la corretta esecuzione dell’intervento. ’intera operazione si svolge secondo le seguenti modalità: • la condotta viene isolata chiudendo le valvole a monte e a valle • il ghiaccio viene pompato all’interno della condotta, gestendo la pressione attraverso la valvola presente al punto di scarico • viene riaperta la valvola a monte ed il ghiaccio viene spinto dalla pressione di esercizio della rete, inglobando ed asportando i biofilm e sedimenti accumulati nella condotta • attraverso la derivazione a valle il ghiaccio - destinato allo smaltimento -viene intercettato e recuperato con l’ausilio di una cisterna • la condotta viene flussata con l’acqua di rete e rimessa tempestivamente in servizio. Le fasi sopra elencate richiedono brevi tempi di isolamento della tratta da pulire (circa 2-3 ore), il che ne rende praticabile l’attuazione anche in contesti urbani in presenza di utenze di rete. L’intero processo è costantemente sotto controllo, al punto di scarico vi è infatti un’apposita unità di monitoraggio dei dati quali temperatura, conducibilità, portata e torbidità che consente di tenere costantemente sotto controllo l’andamento delle operazioni. Ad intervalli regolari vengono inoltre prelevati dei campioni in modo da verificare la reale efficacia della tecnologia. I campioni raccolti possono poi essere analizzati in laboratorio e si può calcolare il volume dei sedimenti asportati durante le operazioni di pulizia con Ice Pigging.

In alto: a sinistra unità mobile di immissione e a destra soluzione ghiaccio

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Gaia INTERVENTO: Condotte di distribuzione acqua potabile a Massarosa (LU) – Località Piani di Mommio TIPOLOGIA CONDOTTE: Rete in Acciaio e PEAD con diametri variabili da 50 a 150 mm, sviluppo oltre 5 km L’intervento effettuato consiste nella pulizia delle condotte di distribuzione interessate da problemi di torbidità dovuti alla presenza di ferro e manganese, risolvendo in modo efficace e duraturo il problema e migliorando la qualità del servizio. Per Gaia si è trattato dei primi interventi di pulizia e riabilitazione delle condotte con tecnologia Ice Pigging. Gli interventi effettuati nel mese di giugno 2016 si inseriscono in un quadro più ampio in cui sono previsti degli

Hera INTERVENTO: Condotte di adduzione di acqua grezza dal serbatoio di Massa Lombarda TIPOLOGIA CONDOTTE: Due linee parallele di 4 km in PVC DN 250 e DN 180 mm L’intervento effettuato consiste nella pulizia delle condotte interessate da forti problemi di sedimentazioni di ferro e manganese presenti nell’acqua grezza proveniente dal pozzo. Lo scopo era quello di riabilitare le stesse, andando a ripristinare il diametro interno ed ottenendo così un miglioramento delle performance con una riduzione energetica nei costi di sollevamento. Un primo intervento pilota è stato condotto durante

Nuove Acque INTERVENTO: Condotte di distribuzione acqua potabile a Castiglion Fiorentino (AR) TIPOLOGIA CONDOTTE: Rete magliata in PEAD con diametri variabili da 63 a 90 mm, sviluppo 6 km

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L’intervento effettuato consiste nella pulizia delle condotte di distribuzione interessate da problemi di torbidità dovuti alla presenza di ferro e manganese, risolvendo in modo efficace e duraturo il problema e migliorando la qualità del servizio. Nuove Acque aveva già sperimentato la tecnologia Ice Pigging durante alcuni interventi pilota effettuati nel mese di ottobre 2015 e ne aveva verificato l’efficacia su condotte di distribuzione.


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Situazione durante e post intervento

interventi da effettuarsi nella seconda metà del 2016 nel Comune di Pietrasanta. In due giornate lavorative sono stati effettuati sei diversi interventi su altrettanti tratti di condotta, con differenti diametri e materiali coinvolti. La pulizia di ogni tratta ha richiesto un tempo di intervento molto breve, inferiore alle due ore, minimizzando così i disservizi per l’utenza ed evidenziando fin da subito un notevole abbassamento del livello di torbidità che è scesa sotto i valori di limite consentiti dalla normativa di riferimento. Alle operazioni hanno assistito anche tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità che hanno prelevato campioni della soluzione di ghiaccio al fine di garantire il rispetto delle normative in merito alla potabilità delle acque.

il mese di ottobre 2015, con la pulizia della linea DN 250. L’intervento è stato effettuato in due differenti giornate dividendo la linea complessiva in due tratte da 2 km ciascuna. Per ogni intervento, della durata di circa 3 ore, sono state immesse 10 tonnellate di ghiaccio. I risultati, oltre che dimostrare un sensibile miglioramento della qualità dell’acqua in arrivo all’impianto, hanno evidenziato un notevole miglioramento delle performance energetiche. Infatti Hera ha ottenuto un aumento di quasi il 40% della portata (da 22 a 31 l/s) a fronte di una riduzione del 30% della pressione da 2,5 a 1,5 bar. Grazie a questi risultati positivi, Hera ha effettuato nel mese di giugno 2016 un analogo intervento sulla condotta parallela del DN 180.

Campione ghiaccio prelevato

Unità di monitoraggio e prelievo campioni Campioni prelevati durante l’intervento

Il gestore ha così deciso di effettuare una più estesa operazione sul Comune di Castiglion Fiorentino nel mese di giugno 2016, suddividendo l’area urbana in tre sotto-aree e prevedendo un unico punto di immissione per ciascuna di esse con differenti postazioni di scarico. In totale sono state pulite undici diverse tratte in due giornate di intervento. La pulizia di ogni tratta ha richiesto un tempo inferiore all’ora, minimizzando così i disservizi per l’utenza. I giorni successivi alle operazioni sono stati effettuati dei prelievi per analisi conoscitive sulla qualità dell’acqua che hanno evidenziato valori di torbidità inferiori a 0,3 NTU.

Per informazioni: Maurizio Mastretta - maurizio.mastretta@suez-italia.it Mario Adamo - mario.adamo@suez-italia.it

Situazione durante e post intervento

Campioni prelevati durante l’intervento

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VERMEER ITALIA

Tecnologia no-dig in totale sicurezza

Evitare incidenti lavorando tutti con responsabilità La Perforazione Orizzontale Controllata è una tecnologia che, se applicata correttamente, è sicura ed efficiente. È la scelta migliore per posare sottoservizi in realtà urbane caratterizzate dal continuo movimento di persone, automobili e mezzi pubblici. Permette di effettuare lavori velocemente, senza bloccare la circolazione e riducendo i costi. In base a studi statistici è più sicura rispetto ai sistemi tradizionali. Le tecnologie no-dig riducono del 70% gli infortuni nei cantieri (nota 1) e dell’80% i costi socio-ambientali che derivano da danni al manto stradale e disagi per i centri abitati (nota 2). Tuttavia le imprese operano in ambienti dove sono presenti reti complesse di infrastrutture, e dove esistono rischi che possono comportare incidenti anche con mezzi generalmente sicuri.

Ma è davvero la tecnologia no-dig a creare pericoli?

Non è forse la mancanza di coordinazione e cooperazione responsabile ad essere il vero rischio? Tutti devono rispettare delle procedure di buon senso ed assicurarsi che tutti gli attori coinvolti facciano lo stesso. Questa è l’unica garanzia contro i pericoli di incidenti. Inutile quindi demonizzare una singola tecnologia per tornare ad altre meno efficaci che presentano rischi simili se non maggiori e che aumentano disagi e costi per i cittadini e le aziende. Se non ci sono coordinamento e responsabilità, si verificano comunque incidenti. A prova di questo vengono citati alcuni fatti di cronaca avvenuti utilizzando tecnologie di scavo tradizionali. Basti pensare a quanto successo alcuni anni fa in Belgio, nella cittadina di Ghislenghien. Durante dei lavori di escavazione nei pressi di condotte di gas, viene segnalata una perdita. 37 minuti dopo la segnalazione si verifica una gigantesca esplosione che causa una serie di deflagrazioni a catena, rendendo molto difficile la creazione di un perimetro di sicurezza da parte delle unità di soccorso. Le vittime sono 24 e i feriti 123. Le indagini hanno dimostrato che il danno è stato causato dall’uso di escavatori in una zona in cui le condotte di gas si trovavano a profondità non elevate. I danni ammontano a decine di milioni di Euro. Una vicenda simile si è verificata a Diemen, in Olanda. Durante dei lavori di ristrutturazione in una palazzina un escavatore danneggia una condotta di gas. Il danno non viene subito notato dall’impresa che segue i lavori e viene segnalato in ritardo. I tecnici che intervengono decidono di non evacuare la palazzina e di non chiamare i vigili del fuoco. 15 minuti dopo la segnalazione si verifica l’esplosione. Le vittime sono 2, i feriti 15. I residenti dei 32 appartamenti hanno potuto rientrare nelle loro case solo sei mesi dopo l’incidente. L’accusa fatta alle società appaltatrici è di aver effettuato lo scavo senza rispettare le norme di sicurezza previste in questi casi. Per aiutare a fare chiarezza sulle procedure di sicurezza, Vermeer Italia ha deciso di proporre agli operatori no-dig e a tutti gli interessati le proprie best practices, ovvero una serie di consigli e indicazioni utili da tenere presenti, in aggiunta a quanto già stabilito dalle leggi vigenti. Vermeer vuole fare la propria parte con una campagna di sensibilizzazione e vigilanza del rispetto delle prassi di sicurezza. Per questo intende promuovere costantemente l’adesione a queste indicazioni, tramite newsletter, nei corsi per operatori e in ogni altro evento e occasione. Queste indicazioni non comprendono tutte le normative obbligatorie: si tratta di una serie di consigli da tenere presente in aggiunta a quanto già prestabilito dalla legge, senza avere la pretesa di sostituire gli organi preposti. L’UNI, l’Ente Italiano di Normazione, è al lavoro per pubblicare tre prassi di riferimento molto importanti relative alla “Tecnologia di realizzazione delle infrastrutture interrate a basso impatto ambientale”: “Sistemi per la localizzazione e mappatura delle infrastrutture nel sottosuolo”, “Posa di tubazioni a spinta mediante perforazioni orizzontali” e “Sistemi di perforazione guidata: Trivellazione Orizzontale Controllata (TOC)”.

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• Il cantiere e i macchinari devono essere affidati a operatori esperti e qualificati, che conoscano molto bene la tecnologia. • Tutti i macchinari utilizzati devono essere dotati dei requisiti operativi e di sicurezza richiesti dalle normative vigenti, sia tecniche (norme UNI-EN 16228-3) che di legge (Direttiva macchine 2006/42/CE). • Prima di procedere con la perforazione, l’impresa deve capire quali sono i sottoservizi esistenti. Per fare questo bisogna: - richiedere la mappatura corretta e completa delle reti ai gestori, che devono fornire i dati aggiornati nel più breve tempo possibile - completare l’indagine mediante l’ispezione del sottosuolo con il georadar - verificare che le mappature e le indagini siano effettivamente corrette controllando i pozzetti dell’area in cui si interviene, per stabilire la profondità effettiva dei sottoservizi presenti - utilizzare i fori di ingresso e di uscita della perforazione come pozzetti di ispezione scavando fino all’altezza dei sottoservizi esistenti per verificarne la posizione e la natura, senza fermarsi a una profondità minore per ragioni legate a guadagni o tempistiche che pregiudicano la sicurezza (questa pratica dovrebbe essere un obbligo). • Deve essere chiaro chi sono gli enti preposti alla gestione delle emergenze e delle riparazioni. In questo modo, se si verifica un incidente, la segnalazione del problema potrà essere immediata e le squadre di intervento potranno intervenire subito. • Gli operatori devono calcolare il corretto posizionamento delle macchine di perforazione, per garantire un’inclinazione dell’asta nel terreno a norma (compresa tra i 10° e i 20°). • L’andamento della perforazione deve essere seguito con sistemi di controllo “walk over”, che permettono di seguire le operazioni dalla superficie. Una sonda posizionata nella testa di perforazione invia dati in tempo reale al dispositivo di rilevazione, permettendo il confronto continuo tra l’operatore sulla macchina e il collega a terra che controlla il dispositivo. • In caso di incidente, l’impresa incaricata dei lavori deve avvisare tempestivamente il gestore e gli enti di sicurezza, in modo che possano intervenire subito e riparare il danno. Qualora il danno riguardasse condotte che trasportano materiale pericoloso, come il gas, gli enti di sicurezza (pompieri, vigili) devono intervenire con misure rapide. • Le mappature devono essere aggiornate dopo ogni intervento e rese disponibili a tutti gli operatori (Decreto legislativo 33/2016 – Istituzione di un catasto delle infrastrutture).

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Best practices Vermeer per la sicurezza negli scavi no-dig

Le imprese di scavo, gli enti locali preposti alla gestione delle reti di sottoservizi, le associazioni di categoria, i vigili del fuoco, tutti devono coordinarsi e operare in sicurezza per ridurre al minimo gli incidenti sul lavoro. Se i lavori di indagine preliminare, di posa e di verifica sono svolti nel rispetto di prassi di buon senso e con la collaborazione di tutti gli interessati (gestori dei sottoservizi, enti, responsabili comunali e tutti gli altri soggetti coinvolti), la tecnologia di perforazione è sicura. Dato che questa collaborazione non è scontata, ogni operatore dovrebbe procedere come se fosse l’unico responsabile della riuscita delle operazioni: con questo punto di vista ci sarà più controllo su ogni fase del lavoro e il rischio di incidenti sarà azzerato. Nessuna tecnologia è sicura senza attenzione e responsabilità. Nota 1: Osservatorio INAIL, Tecnologie trenchless e riduzione dei rischi, in “Ambiente e Sicurezza” del Il Sole 24 Ore, 2011 Nota 2: Luca Giacomello, Paolo Trombetti, Valutazione dei costi socio ambientali delle tecniche di scavo, Roma, 2000

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IGR

Conoscere il sottosuolo Su incarico di Toscana Energia SpA è stato condotto uno studio geotecnico e geofisico di supporto alla realizzazione di un progetto per la posa di un gasdotto con tecnologia no-dig di trivellazione orizzontale controllata nella città di Firenze, al di sotto della linea ferroviaria. Lo studio condotto è stato finalizzato alla mappatura dei sottoservizi potenzialmente interferenti con il progetto e alla caratterizzazione geotecnica dei terreni interessati dalle opere. La mappatura dei sottoservizi è stata condotta mediante Georadar, in grado di operare, simultaneamente, una detezione superficiale (frequenza 600 MHz - maggior dettaglio, minore penetrazione) ed una detezione profonda (frequenza 200 MHz - minor dettaglio, maggiore penetrazione). Le acquisizioni sono state configurate tramite l’esecuzione di scansioni longitudinali parallele tra loro e scansioni trasversali, ortogonali alle prime, in modo da coprire tutta l’area. L’estensione dell’area indagata è stata di circa 4.000 m2. La fase di elaborazione dei dati ha permesso la visualizzazione (2D e 3D) delle sezioni radar, l’individuazione dei sottoservizi, la stima delle relative profondità ed il loro trasferimento nel rilievo cartografico georeferenziato. In alcuni casi, è stato possibile attribuire la natura di specifiche tubature e manufatti, riportandola in cartografia con apposita simbologia. La caratterizzazione geotecnica dei terreni interessati dalle opere è stata condotta attraverso una campagna di indagine geognostica che ha previsto l’esecuzione di 4 perforazioni a carotaggio continuo spinte fino alla profondità di 10 m per definire correttamente la stratigrafia interessata dalle opere e ottenere campioni di terreno su cui eseguire indagini speditive per la determinazione delle caratteristiche meccaniche, registrando anche la presenza di una falda freatica superficiale alla quota di circa 8 m dal piano campagna. L’analisi delle stratigrafie ha permesso di definire, per ciascun sondaggio, delle finestre di posa consigliate da seguire nell’esecuzione della perforazione evitando anche l’interazione con la falda idrica superficiale. Si è poi potuta escludere anche la possibilità dell’instaurarsi di fenomeni di liquefazione duranti le fasi di perforazione e posa della condotta.

LOMBARDA STRADE

Servizi, consulenze e interventi non invasivi

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Lombarda Strade è un’azienda che si occupa di lavori a basso impatto ambientale, nello specifico di no-dig. Offre una vasta gamma di servizi e consulenze, quali: progettazione, opere di manutenzione, risanamento non distruttivo di condotte interrate civili e industriali, avvalendosi di tecnologia d’avanguardia, strumenti innovativi e personale tecnico specializzato nel settore. Grazie alla sua pluriennale esperienza, al suo know-how operativo, all’impiego di strumenti ricercati e precisi, alla continua ricerca di soluzioni efficaci e sicure, garantisce al cliente interventi veloci, risolutivi e non invasivi. L’azienda è specializzata in tutti gli interventi di manutenzione, risanamento no-dig e ricostruzione totale e/o parziale di fognature e condotte sotterranee, vasche e serbatoi alimentari, tubazioni d’acque potabili ed impianti di depurazione, mediante tecniche d’avanguardia quale la tecnologia UV - CIPP (Cured in Place Pipe) come da normativa UNI-EN 13566-4: 2005. Questa consiste nel posizionare all’interno della tubazione danneggiata una guaina in vetroresina che, mediante fotopolimerizzazione, ne assume tutte le funzioni migliorando notevolmente sia lo scorrimento sia la resistenza strutturale costruendo, a tutti gli effetti, un nuovo tubo in vetroresina all’interno dell’esistente. Lombarda Strade dispone altresì di telecamere robotizzate per la videoispezione da 80 a 2000 mm, con immediata produzione e restituzione di filmati su supporto informatico. Esegue mappature di condotte interrate, con inserimento in mappa di quanto visionato. Realizza tramite robot (cutter-fresa) tagli all’interno delle tubazioni di allacci sporgenti, radici, blocchi di calcare o sedimenti, riapertura delle connessioni dopo il risanamento. L’azienda dispone inoltre di attrezzature ed esperienza per lavori che contemplano altri metodi di relining, quali: part-liner o risanamenti localizzati di piccoli punti di rottura, utilizzo di cappelli per il risanamento degli allacciamenti fognari, garantendo la totale impermeabilizzazione anche in zone sottofalda. L’azienda esegue il risanamento di pozzetti o vasche in calcestruzzo con malte tecniche specialistiche che consentono la totale impermeabilizzazione delle stesse. Fra gli altri servizi: riparazione di vasche in pead interrate e non, con segni di fessurazione; risanamento di colonne pluviali e canne fumarie; collaudi di tubi, pozzetti, vasche tramite videoispezione con rilascio di certificazioni rispondenti alla normativa vigente. Lombarda Strade è in grado di eseguire opere complementari di scavo e posa di tubazioni nuove, riparazioni di pavimentazioni anche pregiate avvalendosi di propri mezzi e personale.


Microtunneling d’avanguardia: Bolzano sceglie il gres Maggior protezione delle acque e sicurezza in caso di piena sono stati i motivi che hanno portato Eco center S.p.A. di Bolzano a decidere di rinnovare il collettore principale del capoluogo. L’opera funge in parte come futuro ampliamento della città e in parte come sfioro dell’attuale rete fognaria, in modo da eliminare problemi di rigurgito per alcune zone già sovraccaricate. A causa della situazione geologica estremamente problematica il committente ha deciso di utilizzare tubi a spinta in gres DN 800. Le caratteristiche del materiale in combinazione con l’impiego di una tecnologia d’avanguardia sono state determinanti per la riuscita dei lavori.

Fino al 50% di roccia

Il sottosuolo ha presentato una sfida importante sia per la tecnica impiegata che per i tubi da posare, di conseguenza, prima dell’esecuzione dell’opera l’impresa Max Bögl, il produttore delle macchine Herrenknecht e Società del Gres per i tubi in gres hanno sviluppato un piano sulla base dei requisiti particolari del sito.

Materiali e tecniche

È stata utilizzata una testa fresante a sezione piena AVN 800 B con un diametro esterno De 975. A ridosso della testa sono stati posizionati il sistema direzionale e una pompa per lo scarico dello smarino, per il controllo della macchina è stata utilizzata una combinazione laser - livella idrostatica. Questo ha permesso di garantire un controllo esatto e un’elevata precisione di posizionamento.

Meno attrito, minori forze di spinta

Oltre all’elevata resistenza alla corrosione, la superficie interna liscia del tubo in gres garantisce una buona idraulica, mentre la superficie liscia esterna favorisce l’avanzamento del tubo. Il materiale non assorbe umidità, per cui l’attrito sulla superficie esterna è minore e questo ha contribuito al fatto che le forze di spinta necessarie in queste condizioni di avanzamento fossero solo un terzo delle forze di spinta massime ammesse per i tubi in gres.

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SOCIETÀ DEL GRES - STEINZEUG KERAMO


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RUSPAL

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Servizi e soluzioni per reti e infrastrutture Ruspal s.r.l. offre servizi e soluzioni per la realizzazione e la modernizzazione di reti ed infrastrutture utilizzando tecnologie innovative e all’avanguardia: • Trivellazione Orizzontale Controllata (T.O.C.) • scavi tradizionali e scavi trincea • indagini geo-radar • installazione posacavi e fibra ottica • urbanizzazione • giunzione in fibra ottica. Per la realizzazione di moderne infrastrutture all’interno del territorio italiano, uno tra i paesi più antropizzati e urbanizzati del mondo, Ruspal affronta assieme a multinazionali, imprese private e pubblica amministrazione la sfida della complessità e del rilancio per la costruzione di nuove reti di comunicazione e servizi. Innovazione e qualità passano per la mappa, il progetto, il programma ma richiedono che si giunga alla traccia attraverso l’opera, l’equipe e la responsabilità. Costituita nel 2001, Ruspal raggiunge oggi la perfezione nella Trivellazione Orizzontale Controllata e nella qualità del servizio, realizzando infrastrutture sotterranee anche in aree urbane ad alta densità abitativa e/o sottoposte a vincoli architettonici o ambientali. Oltre ai tratti di attraversamento di autostrade e strade principali, grazie all’evoluzione della tecnologia è stato possibile realizzare linee complete della lunghezza di diversi chilometri e fare complessi interventi nelle città come Bologna, Catania, Roma, Venezia con l’integrazione di diverse competenze come i rilievi geo-radar. L’azienda si avvale di un solido gruppo di tecnici specializzati nella trivellazione con esperienza ventennale, vantandone oggi giorno più di 80. La Trivellazione Orizzontale Controllata (T.O.C.), teleguidata, perforazione direzionale, eseguita in Ruspal con una tecnica di perforazione con controllo attivo della traiettoria, permette di installare, risanare o sostituire con tecnica no-dig servizi interrati con limitato o nullo ricorso agli scavi a cielo aperto, superando ostacoli velocemente e con scarso impatto ambientale e urbanistico. Ecco i vantaggi di tale tecnologia: • il superamento degli ostacoli (strade, autostrade, fiumi, torrenti, edifici) • evitare l’interruzione dei servizi garantiti dalle linee attraversate dai tracciati del progetto • evitare l’ingombro alla circolazione con scavi a cielo aperto • evitare costosi ripristini del manto stradale e successivi cedimenti • rapidità di esecuzione • elevate profondità di posa • riduzione dei danni ambientali e architettonici. Tale tecnologia può avere varie applicazioni in diversi settori, quali per esempio: la realizzazione di tracciati per reti telematiche in fibra ottica in zone urbane ed extraurbane e l’installazione di tubazioni destinate a diversi utilizzi come condotte fognarie, acquedotti, tubi del gas, cavidotti per cavi telefonici o elettrici, tubi per il teleriscaldamento e tubi drenanti.


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Economia circolare: il ciclo idrico e tutta la filiera a ECOMONDO 2016 Fra i contenuti più interessanti di ECOMONDO 2016 (Rimini Fiera, 8-11 novembre 2016) ci sono senza dubbio quelli espressi dalla nuova sezione Global Water Expo, dove tecnologie innovative, progetti e saperi riguardanti l’industria idrica si intoneranno con l’ottica di economia circolare che distinguerà il salone internazionale di Rimini Fiera.Particolarmente atteso, nella mattinata del 9 novembre, l’intervento di Willy Verstraete, professore emerito, scienziato di fama mondiale e presidente del Cluster sul recupero di risorse nei depuratori municipali dell’International Water Association, che interverrà sul tema “From “waste” to “used” water treatment plants: towards resource recovery facilities”. Verstraete è anche advisor dell’azione di innovazione Horizon2020 “SMART-Plant”, coordinata dal prof. Francesco Fatone del comitato scientifico di ECOMONDO.Il progetto SMART-Plant, a coordinamento italiano, punta a dimostrare, in impianti reali, come i depuratori municipali possono essere integrati per il recupero di risorse. Global Water Expo nasce da una partnership fra ECOMONDO e UTILITALIA, si rivolge a imprese e professionisti che operano in tutte le fasi della filiera del ciclo idrico integrato e connette in un unico evento le prime 100 utilities nazionali, le ESCo, l’industria e gli esperti di tecnologia che possono ritrovarsi e incontrare i produttori più all’avanguardia e confrontarsi sui temi in materia di innovazione e sostenibilità, regolamentazione, nuovi mercati di sviluppo e investimenti nazionali e internazionali del settore.A dimostrazione della centralità del tema, il servizio idrico sarà anche uno dei focus degli Stati generali della Green Economy durante Ecomondo: gli attori del settore sono infatti consapevoli di quanto la riconversione in verde del pianeta acqua costituisca una sfida fondamentale per il nostro Paese. L’accordo con UTILITALIA riguarda tutti i settori della circular economy, oltre a quello idrico, tocca infatti anche gli ambiti di energia e ambiente, con una serie di iniziative importanti come la Piazza delle Utilities e alcuni convegni dedicati alle tematiche del ‘waste’.

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by ezioman

SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

Sistema di supervisione e telecontrollo BrianzAcque Davide Colombo, Elena Simoni, Maurizio Galliani – BrianzAcque BrianzAcque, gestore unico del ciclo idrico integrato della provincia di Monza e Brianza - acquedotto, fognatura, depurazione - si pone l’obiettivo di un uso efficiente e sostenibile delle risorse, erogando un servizio di qualità ai cittadini e investendo sull’innovazione. Nel 2016, BrianzAcque ha realizzato un progetto che riguarda il nuovo sistema di telecontrollo, automazione e supervisione, voluto fortemente dall’Ingegnere Ludovico Mariani, Direttore Area Tecnica, e da Luciano Rusconi, Dirigente Acquedotto. BrianzAcque disponeva di un sistema di telecontrollo ma, acquisendo nuovi Comuni, tra i quali il capoluogo Monza e 7 a nord ovest, il sistema in essere non era espandibile per gestire tutti i siti e, nel transitorio, BrianzAcque si è trovata a gestire 5 piattaforme diverse. Da questa esigenza è nato il sistema Win CC O.A, un’infrastruttura tecnologica di telecontrollo e supervisione, moderna e innovativa, in grado di consentire l’espansione e la gestione di un numero crescente di Comuni, con standard funzionali avanzati. Il sistema è integrato con una piattaforma di ORACLE capace di gestire i dati e interfacciarsi con i sistemi aziendali di BrianzAcque. La scelta è stata di sviluppare il progetto coinvolgendo le risorse aziendali interne, in 4 fasi: Fase 1. Sistema Pilota. È la fase di costruzione del prototipo. Tenendo presente le esigenze degli utenti i tecnici e manutentori hanno creato un’interfaccia grafica standard pulita e intuitiva, adatta ai nuovi strumenti tablet e smartphone. I punti descrittivi delle singole misure sono stati realizzati considerando non solo le esigenze di acquedotto e fognatura ma anche la portabilità su servizi più complessi, come la depurazione, e tenendo conto dei

protocolli di comunicazione dei nuovi strumenti di processo e acquisizione dati. Il sistema è stato testato con una RTU nel nostro Laboratorio Misure. Fase 2. Esercizio Sperimentale. 5 impianti sono stati messi in telemetria, testando l’automazione. Sono stati realizzati i profili utente in base alla funzione ed è stato predisposto il sistema di notifica allarmi di tipo Vox, sms ed email. Recependo i suggerimenti di tecnici e manutentori, è stata realizzata una serie di report per agevolare le attività, ad esempio il monitoraggio della telemetria, la segnalazione anomalia dell’utente, la lista collegamento RTU a campo. Fase 3. Integrazione Monza. Visto che le periferiche a campo risultavano datate e non adeguate ad interfacciare la strumentazione prevista dal nuovo standard di Brianzacque, è stato sostituito il 100% delle RTU e installata la nuova strumentazione. Le attività sono state svolte e coordinate dal personale interno interfacciandosi con il precedente gestore che, attraverso un presidio fisso, gestiva in service gli impianti di Monza. Fase 4. Integrazione Totale. In questa fase è stato migrato ogni singolo impianto utilizzando le risorse interne, curando in particolare l’aspetto di automazione e notifiche allarmi. Non disponendo di un presidio fisso ma di tecnici che si interfacciano con il sistema, sono stati utilizzati strumenti portatili. A oggi sono stati migrati e messi in esercizio: • 28 Comuni per il settore acquedotto, per un totale di 225 impianti • 25 Comuni per un totale di 60 impianti, afferenti al settore fognario

Un operatore tecnico che verifica le funzionalità di un impianto strategico in via Verdi a Seregno. Sullo sfondo (aperte) le RTU dove vengono acquisiti stati e segnali della stazione e trasmessi al centro di telecontrollo

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• 285 impianti telecontrollati tra acquedotto e fognatura, dove le RTU acquisiscono stati, misure, segnali. I dati sono calcolati e trasmessi al centro ogni minuto, per un totale di 7000. È prevista, entro fine del 2016, l’installazione di ulteriori periferiche, ad esempio nel Comune di Limbiate non ancora telecontrollato, e di 25 impianti per la fognatura. È in progetto l’ampliamento del telecontrollo anche per altri settori, ad esempio la depurazione, e di altre attività di Brianzacque, quali: test monitoraggio delle interconnessioni intercomunali, test Energy Meter, monitoraggio dei consumi energetici, test gestione impianti in isola in caso di mancata telemetria, test doppia telemetria.

Davide Colombo - davide.colombo@brianzacque.it Responsabile Ufficio Tecnologico. Amministratore Telecontrollo di BrianzAcque. Si occupa di manutenzione e riqualificazione degli impianti elettrici afferenti all'acquedotto; strumentazione di processo ed automazione impianti. Elena Simoni - elena.simoni@brianzacque.it Tecnico Amministrativo Ufficio Tecnologico. Si è occupata della parte grafica del nuovo sistema. Maurizio Galliani - maurizio.galliani@brianzacque.it Responsabile degli impianti ed esercizio Acquedotto. Si occupa della manutenzione ordinaria e straordinaria recupero e riqualificazione; pozzi casette dell'acqua.

Il progetto è stato seguito e sviluppato dall'Ufficio Tecnologico BrianzAcque in collaborazione con il fornitore IDEA, supportati dal Settore Impianti dell'acquedotto. IDEA ha recepito le necessità di BrianzAcque proponendo e fornendo la propria soluzione basata sulla potente e flessibile piattaforma Win CC Open Architecture. Il pacchetto Win-CC O.A., prodotto da Siemens, è caratterizzato da un frame work specifico realizzato da IDEA per il mercato delle pubblic utilitiy che ha permesso un rapido ed economico successo per rendere pronta Brianzacque alle sfide che si presenteranno nei prossimi anni. Punti salienti della riuscita del progetto di telecontrollo di Brianzacqua sono: • piattaforma Cloud based di altissime prestazioni che permette velocità di elaborazione elevate ed ancora di più una veloce connessione degli operatori che utilizzano il sistema via WEB (PC e Tablet) con funzionalità complete • completa personalizzazione delle funzionalità dello SCADA su specifiche di Brianzacque affinate mediante la realizzazione di un Sistema Pilota • database storico basato su piattaforma ORACLE per avere in linea sempre tutte le variazioni del sistema oltre che tutta una serie di dati statistici su diverse basi temporali (15’, 30’, ora, mese, giorno ed anno) • integrazione di tutte le RTU (13 tipologie) installate sul territorio di BrianzAcque e dei Comuni acquisiti • apertura verso il monitoraggio del territorio (distrettualizzazione, scolmatori, regolatori pressione, ecc.) mediante stazioni a batteria SOFREL LT/LS • gestione delle informazioni di energia degli impianti con disponibilità dei dati anche direttamente sullo SCADA • automazione centralizzata per ottimizzazione della rete mediante algoritmi automatici configurabili direttamente da operatore sullo SCADA con ridondanze locali per gli impianti strategici attivate automaticamente in caso di mancata comunicazione (funzionamento degradato) • particolare attenzione al monitoraggio della comunicazione con attuazione di politiche di ridondanza dei supporti (dispositivi con doppia SIM, driver con gestione automatica di doppio modem anche di tipologia diversa) • sistema di gestione reperibilità evoluta mediante sms, e-mail e voce con possibilità di configurazione per aree, periodi, livello di operatori, ecc. • possibilità di gestione di SCADA Locali automaticamente allineati con lo SCADA centrale da dislocarsi nei grossi impianti (es. depuratori) per poter avere un’unica piattaforma sempre in linea, gestione locale in caso di impianto isolato per guasti. La piattaforma Win-CC O.A. (già utilizzata da IDEA, per sistemi con migliaia di RTU, su numerosi clienti quali HERA, CAP Holding, A2A Milano, SMAT Torino, Lario Reti, CIIP Ascoli e molti altri) ha portato al successo dell’operazione in brevissimo tempo, in maniera praticamente trasparente per gli operatori e l’esercizio e con costi veramente contenuti.

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Le Smart Grids nell’ordinamento e nel mercato dell’energia Giovanni Malanchini

Il 16 giugno l’Osservatorio sulla regolazione amministrativa della Cattolica, diretto da Enzo Pontarollo, è tornato sulla regolazione delle smart grids a quattro anni dal primo incontro di studio in argomento. La sperimentazione condotta attraverso i progetti pilota, avviata dall’Aeegsi, consente oggi un primo bilancio, sia dal punto di vista della penetrazione nel mercato energetico, sia dal punto di vista dell’incidenza sull’ordinamento giuridico dei servizi elettrici. La serie d’interventi, moderata da Emanuele Martinelli, è aperta da Luca Lo Schiavo, della direzione infrastrutture dell’Aeegsi, il quale ricorda come risalga al 2009 una prima presa di posizione sul tema, nell’ambito dell’Associazione europea dei regolatori, con raccomandazioni che conservano oggi la propria efficacia nel fissare due principali profili di rilevanza delle smart grids: l’importanza della sperimentazione e l’incidenza sulla sicurezza. Infatti “smart grids è anche mantenere il sistema sicuro” – sottolinea Lo Schiavo – richiamando l’episodio del 4 novembre 2006 in cui si verificarono “perdite di carico da Lisbona, a Brindisi a Kiev”. Se una simile evenienza si verificasse oggi, che “l’energia risale in alto” e cioè dalla generazione diffusa verso la rete (e non più solamente dalla rete verso i consumatori), “la sicurezza potrebbe correre seri rischi”. Se “la rete di trasmissione ha sempre fatto propri concetti smart, perché oltre al piano elettrico esiste necessariamente un piano sovrapposto di controllo, di tipo telecomunicazionistico”, secondo Lo Schiavo sono le reti locali di distribuzione “il vero focus delle smart grids”. A questo proposito, il regolatore aveva avviato un periodo quadriennale di regolazione di tipo inputbased, analizzando esperienze di singoli operatori con riferimento a specifiche funzionalità “smart”, e ha poi sintetizzato i risultati nel documento di consultazione n. 255/2015; si tratta ora di passare ad una regolazione output-based. Tuttavia, fa presente Lo Schiavo, la struttura tariffaria non incentiva gli interventi da parte dei distributori locali “perché i ricavi sono ancora basati sul concetto di RAB”, e perciò si delineano “due fronti di cambiamento, uno sui ricavi attraverso il sistema di remunerazione totex”, che non distingue più tra capex ed opex, e “l’altro mediante soluzioni di regolazione output-based che non si basano più sul semplice delta Wacc”. A livello di ordinamento giuridico, per Lo Schiavo l’ar-

ticolo 18 d.lgs. 28/2011 “cristallizza il modello inputbased”, che però è in via di superamento, mentre più attuale è il riferimento all’incentivazione delle smart grids nel regolamento comunitario 347/2013, sui progetti di interesse comune di tipo cross-border. Si ricollega appunto ai profili giuridici Fabio Giglioni, professore di diritto amministrativo alla Sapienza, mettendo in rilievo come essi “seguono” l’attività degli apparati tecnici. “l’Aeegsi ha largamente anticipato l’intervento del legislatore, e lo stesso è avvenuto a livello europeo, con la task force sulle smart grids”. In tale contesto “quello della massima diffusione delle energie rinnovabili è il principio generale che il nostro ordinamento ha elaborato, e di cui ogni altro principio deve tener conto”. Pertanto, l’approccio tradizionale di una regolazione di tipo condizionale ex ante viene superato, passando “da una input-based regulation ad una output-based regulation”, e cioè ad una regolazione ex post, “che non guarda solo alla competizione tra operatori, ma mira a produrre esternalità positive”, come già previsto dalla legge 481/95 che affida all’Aeegsi finalità di natura ambientale; in sostanza, osserva Giglioni, “una regolazione terza ma in un certo senso meno neutrale, perché assume degli obiettivi come punto di riferimento principale”. Sorgono così talune “sfide per il diritto”, perché “le comunità energetiche ricomprese nelle smart grids richiedono di verificare quale sia il livello di governo adeguato” e in particolare se occorra far riferimento a nuovi ambiti urbani quali le città metropolitane. A livello del diritto dell’Unione, “il regolamento sugli aiuti di Stato 651/2014 consente investimenti in smart grids laddove generino effettiva innovazione di prodotto”; “in ambito comunitario” rileva in chiusura Giglioni “dovrebbe essere favorita la promozione di reti concorrenti, di reti private”, rispetto all’ordinamento italiano in cui “solo ai distributori è affidato il compito di investire in smart grids” nell’ambito del regime concessorio esclusivo. Il presidente onorario di WEC Italia Alessandro Clerici analizza il tema smart grids “dentro la problematica generale dell’energetica mondiale”, anche in base all’attività di coordinamento del gruppo di lavoro del WEC sull’impatto delle rinnovabili sui settori energetici. Sulla base di una attenta valutazione dei dati del settore, Clerici evidenzia la necessità di considerare

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2016

con precisione l’entità degli investimenti in rinnovabili in rapporto al prezzo dell’energia generata, “onde evitare che si finisca per uccidere nella culla il settore delle rinnovabili, come fatto in Italia dove è stata creata una bolla speculativa per mancanza di lungimiranza”. Con la divisione delle fasi della filiera energetica “gli interessi sono spesso configgenti tra diversi soggetti” rileva Clerici “mentre la necessità attuale è quella di un maggior coordinamento”. Secondo Clerici “l’applicazione dei concetti smart dovrebbe includere anche l’upgrading delle linee di trasmissione, oltre agli interventi sulle reti di distribuzione” considerato che la generazione distribuita serve oggi in Italia meno del 3% dei clienti. Se si considera che “in Italia sono stati realizzati prima 30 Gigawatt di nuove centrali a ciclo combinato, e poi 30 Gigawatt di centrali a rinnovabili, sicché le centrali tradizionali funzionano per meno di 2.000 ore anno”, emerge una esigenza, evidenzia Clerici, di “programmazione” del settore, perciò i vantaggi delle tecnologie emergenti (smart grids, sistemi di storage) vanno attentamente valutati in base ai costi, tenuto conto che “le economie vincenti saranno quelle con bassi costi di sustainable energy”. Interviene Christian D’Adamo per Enel Distribuzione, segnalando come l’utilizzo della rete elettrica sia molto diverso rispetto al passato, con picchi nel perio-

do estivo, e “energia in risalita” dalla rete. A questo riguardo, il distributore può “mettere in campo leve soft, come monitoraggio, previsione e controllo delle rinnovabili”. Per Unareti, società neo-costituita da A2A per la gestione dei servizi di rete, Salvatore Pugliese richiama “il progetto ambizioso di cablare in fibra ottica tutte le cabine della rete secondaria”, nonché un progetto specifico per il coordinamento dell’utilizzo di elettrodomestici “intelligenti” in grado di ottimizzare i consumi, nell’ambito di gruppi di clienti di dimensioni limitate. Chiude l’incontro Claudia Guenzi, capo del gruppo smart grids di Anie Energia, rimarcando come “molto resti ancora da fare sulle reti di distribuzione, perché delle 6 funzionalità incentivate con i progetti pilota della delibera 39/2010, solo 2 sono state indicate nella delibera Aeegsi 651/2014”.

Giovanni Malanchini - giovanni@malanchini.cloud Avvocato in Milano, si occupa prevalentemente di questioni energetiche, servizi pubblici, diritto dell’ambiente, appalti pubblici e diritto urbanistico. Membro del comitato scientifico e direttivo dell’Osservatorio sulla regolazione amministrativa dell’Università Cattolica di Milano, e dottorando di ricerca in diritto amministrativo presso l’Università Statale di Milano.

Mitsubishi Electric Changes for the better Una nuova Demo & Training Room della Divisione Factory Automation è stata inaugurata nella sede di Mitsubishi Electric. Un investimento fondamentale per supportare il mercato nazionale che potrà oggi “toccare con mano” i prodotti messi in campo dalla potente azienda giapponese, in grado di contare su un’offerta mondiale di soluzioni avanzate e totalmente integrate nel settore dell’automazione industriale e di processo e nel campo dei controlli numerici. Le isole tematiche e i principali mercati verticali di riferimento sono stati ben evidenziati nella sala dedicata, con la semplice chiarezza che contraddistingue il Giappone. La Demo Room non è solamente una mostra di alta

Mr Itaru Watanabe

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competenza delle soluzioni Mitsubishi Electric a elevata performance, ma anche Training Room per offrire a diversi livelli (clienti, scuole e visitatori) la possibilità di vedere soluzioni applicative di ciò che viene proposto. La giornata è continuata con un cocktail durante il quale è stato “smantellato” il pregiudizio sul popolo giapponese che lo vede ai nostri occhi “molto rigido”. Il General Manager Overseas Marketing Section Factory Automation di Mitsubishi Elettric Mr Hitoshi Namba e il Presidente della filiale Italiana di Mitsubishi Electric Mr Itaru Watanabe si sono volentieri prestati al tradizionale selfie proposto con l’immancabile timidezza che ci contraddistingue.

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