Servizi a Rete 4 Luglio - Agosto 2015

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numero 4 • luglio-agosto 2015

Speciale No-Dig

Banda ultralarga: l’innovazione in un contesto di generale provincialismo Raffaele Tiscar

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Banda ultralarga: l’innovazione in un contesto di generale provincialismo Raffaele Tiscar - Vice Segretario Generale Presidenza Consiglio dei Ministri Un primo, e per ora indiscusso, merito della pubblicazione da parte del Governo della “Strategia Italiana per la Banda Ultralarga” e della “Crescita Digitale” è quello di avere portato all’attenzione dell’opinione pubblica il tema delle connessioni ultraveloci e della digitalizzazione della pubblica amministrazione in relazione alla loro importanza per la crescita economica del Paese. Il secondo è di aver dimostrato agli operatori del settore e ai vari stakeholder che la politica ha finalmente una visione chiara della situazione in cui l’Italia versa, delle dinamiche del settore, degli obiettivi possibili, delle risorse necessarie da mettere in campo (circa 7 miliardi di euro tra Fondi Strutturali e Fondi Sviluppo e Coesione dal 2016 al 2022), nonché il percorso da seguire per centrare gli obiettivi della Agenda Digitale Europea al 2020. Il che non è poco per le consuetudini nostrane, ma ovviamente non basta. Non nascondiamocelo, la situazione è, senza esagerare, drammatica. L’Italia è tra i paesi di coda nella dotazione infrastrutturale ultrabroadband, complice la scarsa propensione all’investimento infrastrutturale da parte dell’incumbent “nostrano” (se ancora ha un senso definire tale un operatore il cui unico azionista di riferimento è un famoso finanziere bretone). L’Italia è un paese in cui l’uso di internet da parte della popolazione è tra i più bassi in Europa, dove il commercio digitale è il meno sviluppato e nel quale i servizi televisivi non godono dell’utilizzo di una piattaforma “via cavo”. Conseguentemente le scommesse della Strategia paiono ardite perché mirano a colmare questi gravi ritardi. In particolare, la propensione ad investire nella estensione dell’infrastruttura in fibra ottica piuttosto che nella tecnologia abilitante il rame dell’ultimo miglio corrisponde meglio a una visione a “prova di futuro” più adeguata a recuperare competitività permanente. Anche la previsione di investimento mediante una gamma di strumenti - mai stata così varia (dal credito d’imposta al fondo di garanzia, dal bonus per le connessioni ultraveloci al Fixed Wireless Access) - cerca di fornire un flessibile set di forme di sostegno agli operatori. Infine, la previsione di investimenti anche nelle aree “a mercato” cerca di promuovere una migliore funzione sussidiaria degli investimenti pubblici. Certo, rimane alta la sfida in un contesto di generale pro-

vincialismo, testimoniato ancora di recente dall’opinione di taluni economisti che sostengono che in fondo ci potrebbe anche bastare il Wi-Fi e che tutti questi soldi del governo siano in realtà destinati a imprese straniere (sic!). Opinioni a cui non vale la pena neppure di rispondere, se non con la forza dei fatti. Quali sono i pilastri che costituiranno le chiavi del successo di un piano così ambizioso e complesso? Ne ricordo i tre più significativi: • Anche se il settore è intrinsecamente “supply driven” (contrariamente a talune sciocchezze che tocca ascoltare ai convegni o leggere talvolta nei giornali), il primo fattore di successo è dimostrare che il Governo crede davvero nell’azione congiunta dello sviluppo infrastrutturale del territorio e la spinta alla adozione del maggior numero di servizi digitali da parte della generalità della popolazione. I due documenti sono davvero parte integrante di una politica industriale di settore unitaria e descrivono l’evoluzione necessaria del Paese coniugando tra loro maggiore inclusione sociale, supporto alle imprese e riduzione della spesa pubblica. • Quella delineata sarà una politica di successo se riuscirà a stimolare investimenti da parte dei privati non solo nel campo oggetto dell’intervento diretto dell’intervento pubblico, ma anche nei settori attigui per lo sviluppo dei quali le telecomunicazioni costituiscono l’indispensabile piattaforma abilitante (sanità, aerospaziale, meccanica, trasporti-logistica, ecc.). • Infine, cosa inusuale per l’Italia, sarà decisiva la capacità di fare “sistema”, l’abilità, cioè, di valorizzare tutto (infrastrutture e investimenti) e tutti (i vari soggetti coinvolti e coinvolgibili a diverso titolo) per un grande progetto nazionale in cui ognuno si possa riconoscere. Certo, è questa la parte più difficile perché le resistenze si fanno sentire nel momento in cui le cose cambiano davvero e noi siamo un popolo per il quale ancora innovare equivale a perdere comunque qualcosa. Ma in fondo le scommesse si affrontano perché la realtà potrebbe essere anche diversa. O no?

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Con il patrocinio di

Sommario

VALORI CROMATICI di quadricromia:

Pag.7

Acqua in Lombardia – Comuni in prima fila Roberto Scanagatti

MARCHIO_LOGOTIPO ASPI NERO

K

100

BLU

C M Y K

80 100 0 15

GRIGIO

K

40

AZZURRO C M Y K

55 0 10 10

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Gestione del catasto infrastrutture delle reti in fibra ottica Pag.14

Progettazione automatica delle reti FTTH Pag.16

Dall’ingegnere in ufficio alle squadre di pronto intervento Pag.19 16:16

Vetrina

Pagina 2

2015  AGOSTO 2014 LUGLIO - MAGGIO-GIUGNO

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5 dorso 6-96pag.:COPERTINA SERVIZI LA RETE

Pag.20

A tutto biogas

numero 4 • luglio-agosto 2015

Mauro Brolis

NUMERO NUMERO43

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Poste Italiane spa . Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Poste Italiane spa . Spedizione in abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. In L.27/02/2004 n.46) art. 1, comma1, DCB Milano

Pag.24

A2A dice addio ai contatori. Vetrina Pag.25

Dalla Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività svolta

Speciale No-Dig

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Anno XIV - n. 4 Luglio-Agosto 2015 periodicità bimestrale

Vetrina - World Gas Conference, Parigi Pag.33

Dalla Lombardia alla Toscana verso il SINFI

Registrazione del Tribunale di Milano n. 509 del 10/9/01

Calogero Ravenna, Mauro Salvemini

Casa editrice TECNEDIT S.r.l. - www.tecneditedizioni.it

Pag.36

Integrazione della Smart Water Grid all’interno dello smart metering multibusiness

Pubblicità e Marketing Via delle Foppette, 6 - Tel. +39 0236517115 Fax +39 0236517116 - 20144 Milano Claudio Frazzetto - c.frazzetto@tecneditedizioni.it Federica Leto - f.leto@tecneditedizioni.it

Marcello Bondesan, Daniele Giunchi, Riccardo Scaranari Pag.39

Direttore responsabile Liliana Pedercini - l.pedercini@tecneditedizioni.it

Smart Water Grid. Il sistema circolatorio di una città intelligente

Ufficio commerciale Sara Sturla - commerciale@tecneditedizioni.it

Pag.45

Andrea Rubin, Vittorio Tonti

Speciale Forum Telecontrollo

Ufficio stampa ufficiostampa@tecneditedizioni.it

Pag.53

Coordinamento di redazione Anna Schwarz - redazione@tecneditedizioni.it

L’innalzamento della falda ed il problema delle acque parassite

Progetto grafico impaginazione e fotolito Grafteam - Brescia

Pag.60

Stampa Grafteam - Brescia

Pag.62

Una copia - One copy Abbonamento - Subscription: Italia - Italy Estero - Abroad

Andrea Zelioli, Laura Scesi, Fabio Marelli

Smart Water nella città del futuro €5 € 30 € 60

È vietata la riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione della casa editrice.

Reproduction even partial, is forbidden, without the permission of the Publisher

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Pag.29

Educazione e cultura dell’acqua pubblica Pag.64

European Smart Grid demand response market. The road ahead Sivakumar Narayanaswamy Pag.65

Vetrina Pag.67

Il depuratore più grande d’Europa


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A questo numero hanno collaborato

Pag.70

Ottimizzazione delle Rete Idrica di Romano d’Ezzelino Pag.73

Corretto dimensionamento degli impianti di trattamento. Valutazione dei parametri Claudio Casale, Franco Masenello Pag.77

Il nuovo collettore fognario di Lecce Pag.78

Il progetto ERSA raccoglie le acque reflue di Firenze non ancora depurate Davide Deserti

Raffaele Tiscar – Presidenza Consiglio dei Ministri Roberto Scanagatti – Presidente di ANCI Lombardia Mauro Brolis – Infrastrutture Lombarde Calogero Ravenna, Mauro Salvemini – AMFM GIS Italia Marcello Bondesan, Daniele Giunchi, Riccardo Scaranari – Gruppo Hera Andrea Rubin, Vittorio Tonti – AcegasApsAmga Andrea Zelioli – Ufficio d’Ambito Territoriale Ottimale della Città di Milano Laura Scesi – PoliMi Fabio Marelli – Metropolitana Milanese S.p.A. Sivakumar Narayanaswamy – Frost&Sullivan Claudio Casale – Mediterranea delle Acque Franco Masenello – B.M. Tecnologie Industriali Davide Deserti – Elto Arnold Cekodhima – Helios Brighter Trenchless Carlo Torre – Iren Acqua Gas S.p.A. Mirko Brilli, V. Bonvicini, Franco Quattrocchi – ASA S.p.A. Franco Scarabelli – In.Te.Co. S.r.l. Giorgio Giralt – Studio Ingegneri Associati Fischer-Giralt Stefano Dini, Elisa Galliani – Idroambiente S.r.l.

Pag.81

Ecomondo 2015. A Rimini dal 3 al 6 novembre Comitato scientifico: Pag.82

Global Water Expo. Debutta il grande market place per l’industria idrica italiana Pag.85

Riabilitazione oleodotto sottomarino Arnold Cekodhima Pag.89

Grandi condotte, grandi problemi Carlo Torre, Mirko Brilli, V. Bonvicini, Franco Quattrocchi Pag.96

Relining CIPP di tubazioni per gas naturale Franco Scarabelli Pag.97

Vetrina Pag.99

A Merano relining sotto il viadotto Giorgio Giralt Pag.103

C.I.P.P. speciale al Monte Bianco Stefano Dini, Elisa Galliani Pag.107

Riparazione automatica delle perdite senza scavo

Baldassare Bacchi - Centro Studi Idraulica Urbana (CSDU) Lorenzo Bardelli - Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEGSI) Marcello Benedini - Associazione Idrotecnica Italiana (AII) Ilaria Bottio - Associazione Italiana Riscaldamento Urbano (AIRU) Francesco Castorina - Comitato Italiano Gas (CIG) Pierluigi Claps - Politecnico di Torino - Gruppo Italiano di Idraulica (GII) Mauro Fasano - Regione Lombardia Roberto Frassine - Politecnico di Milano/Dip. Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” Paola Garrone - Politecnico di Milano/Dip. di Ingegneria Gestionale Alberto Grossi - Autorità per l’Energia Elettrica e il gas (AEEGSI) Franco Guzzetti - Politecnico di Milano Michele Ronchi - Comitato Italiano Gas (CIG) Alessandro Soresina - A2A Bruno Tani - Anigas Rita Ugarelli - NTNU “The Noverwegian Technical University” e SINTEF, Trondheim Andrea Zelioli - ATO Città di Milano Francesco Albasser Danilo Tassan Mazzocco Chirs Bleach Luca Guffanti Fausto Pella Stefano Saglia Federico Testa Comitato tecnico: Aldo Coccolo - ASPI Marco Fantozzi - Studio Marco Fantozzi Mauro Salvemini - AM FM GIS Italia Paolo Trombetti - IATT

Pag.109

A Milano relining in sette giorni senza demolizioni

Catalogo stampato su carta proveniente da fonti gestite in maniera responsabile

Pag.111

Irrigazione del basso Molise

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Acqua in Lombardia Comuni in prima fila

di Roberto Scanagatti - Presidente di ANCI Lombardia

a cui si devono aggiungere i tagli occulti, come quelli sulle risorse dedicate al sociale. La conseguenza prima di tale situazione è stata un calo di circa il 30% degli investimenti operati dai Comuni, che ha contribuito notevolmente ad acuire la crisi a livello locale. Di fronte a questo quadro è quindi necessario procedere con logiche nuove, con uno sguardo proiettato verso assetti mutevoli e orizzonti più larghi, incentivando una gestione associata delle risorse idriche, al fine di garantire le risorse necessarie alla cura, alla manutenzione e allo sviluppo della rete. Assessore Pierfrancesco Maran

I servizi pubblici che erogano beni fondamentali come l’acqua sono un tema quanto mai attuale nell’agenda dei Comuni. La gestione della risorsa idrica, in particolare, è tra questi servizi quello più delicato, caratterizzato da un valore particolarmente significativo per i cittadini, una risorsa che Papa Francesco nella sua ultima enciclica definisce “di primaria importanza, perché è indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici”, e le basilari funzioni delle nostre società. Su questo tema il dibattito aperto in sede internazionale, nazionale e locale è ampio per definire nuovi sistemi gestionali della risorsa idrica e garantire al contempo l’accesso universale a una risorsa non infinita e che, giustamente, è considerata di valore inestimabile. Significative in tal senso le esperienze presentate in questi giorni nei padiglioni di Expo Milano 2015, dove diverse nazioni mostrano come la ricerca scientifica e le nuove tecnologie hanno reso possibile costruire reti idriche in aree aride, garantendo così lo sviluppo di comunità locali, la vittoria sulle carestie e l’avvio di attività agricole e commerciali che hanno consentito la nascita di solide economie. In Italia il dibattito non è da meno. E parte dalla lacune che ancora oggi dobbiamo colmare, sia sulle reti - che da molte parti sono gravemente inadeguate o logore alla depurazione, all’inquinamento presente nelle falde. Al Sud come al Nord. Il ruolo dei Comuni su questo fronte è fondamentale per la tutela dei cittadini e dei territori e per la garanzia dell’accesso al servizio e, soprattutto, della qualità della risorsa. Negli ultimi anni le aziende pubbliche del settore, per la maggior parte di proprietà comunale, hanno saputo investire risorse per migliorare i servizi e garantire il principio universale di accesso alla rete e, contemporaneamente, hanno promosso progetti di evoluzione del sistema gestionale e di costruzione di nuove ed efficienti reti di distribuzione. Un’azione che si è irrobustita pur nell’estrema difficoltà in cui versa il contesto degli Enti locali. Negli ultimi otto anni, infatti, sul sistema comunale si sono riversate le conseguenze di riforme e manovre fiscali che, tra obiettivi finanziari di Patto di Stabilità e tagli, hanno tolto circa 19 miliardi di euro alle casse comunali,

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Da questo punto di vista non abbiamo potuto che salutare con favore l’avvio del progetto “Water Alliance – Acqua di Lombardia”, voluto da Gruppo CAP, BrianzAcque, Uniacque, Padania Acque, Lario Reti Holding, Sal e Pavia Acque e al quale Anci Lombardia ha dato il suo patrocinio. Queste 7 realtà di proprietà comunale garantiscono l’accesso al servizio idrico a più di 5 milioni di abitanti, e per riuscire ad adeguare e migliorare la loro azione hanno deciso di fare squadra. Sottolineando la portata innovativa di questa iniziativa, che evidenzia, ancora una volta, come il sistema comunale lombardo offra eccellenze da esportare in altri contesti regionali e nazionali, è importante sottolineare che con essa si delinea uno dei possibili scenari da cui partire per affrontare le sfide in merito alla gestione delle risorse idriche in un contesto caratterizzato da evidenti difficoltà economiche. Mettere a fattor comune le eccellenze, creare sinergie tra i diversi operatori, coinvolgere gli stake holders in sfide sovraterritoriali, allargare lo sguardo al contesto internazionale, migliorare la gestione delle risorse a disposizione, sono azioni di grande importanza strategica per le amministrazioni pubbliche, e la nostra sfida deve essere di convincere anche i più restii a percorrere questa strada che si sta rilevando vincente. L’esperienza dei soggetti che hanno formato la “Water Alliance” lo dimostra in modo efficace, ad esempio se si considera il cospicuo pacchetto di investimenti stanziati (800 milioni di euro) che, nei prossimi cinque anni, consentiranno di compiere un grande sforzo che si sostanzierà soprattutto nella messa a norma di depuratori e fognature, per risolvere concretamente il grave deficit

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infrastrutturale che vede ancora l’Italia sotto procedura di infrazione comunitaria. Ma i risultati non devono fermarsi qui. Ora si deve partire verso un nuovo sistema gestionale che consideri anche gli aspetti legati al sistema idrico nel suo complesso, alle sue fragilità e alle sue potenzialità. L’Italia e la Lombardia, infatti, hanno bisogno di un’attenzione e di una cura particolare verso l’assetto idrogeologico del territorio, minacciato dall’incuria, dagli effetti dei fenomeni speculativi del passato, anche recente purtroppo, e dai sempre più frequenti eventi alluvionali che causano disastri e mettono in pericolo intere popolazioni. Su questo tema da anni chiediamo, sia in sede regionale che nazionale, strumenti e norme che diano maggiore autonomia ai Comuni e offrano certezze sui fondi necessari alla realizzazione delle opere di prevenzione, al fine di salvare le vite, preservare gli equilibri territoriali e generare così un risparmio certo su più fronti. È importante che la corretta gestione della risorsa idrica possa permettere di cogliere le grandi opportunità e sinergie offerte da altri settori, ad esempio da quello elettrico. L’energia idroelettrica è infatti - fra le fonti rinnovabili - la più efficiente in termini di disponibilità e di costo, ed esistono ormai nei Comuni sperimentazioni consolidate e note che hanno permesso di sfruttare non solo i grandi bacini ma anche, attraverso gli impianti “mini-hydro”, i piccoli salti nei corsi d’acqua, anche di quelli con piccole portate. Anche sotto questo aspetto la cura della rete idrica deve tener conto delle implicazioni che un nuovo sistema gestionale comporta, favorendo scambi, azioni e incentivi a nuove progettualità sostenibili.


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Gestione del catasto infrastrutture delle reti in fibra ottica È noto che la voce di costo più rilevante di deployment di una rete in fibra ottica è rappresentata dalla realizzazione delle infrastrutture civili. Per arginare questo gravoso problema sono nate in Italia e in Europa diverse iniziative che hanno come obiettivo quello di creare “catasti” (Comunali, Regionali, Nazionali, Europei etc.) in cui far confluire i dati relativi alle infrastrutture e favorirne così il ri-uso o spesso il co-uso. Da un punto di vista applicativo l’introduzione dei catasti delle infrastrutture pone le utilities davanti all’esigenza di risolvere due problemi principali: dotarsi di sistemi GIS in grado di gestire l’informazione che deve confluire all’interno dei sistemi centralizzati (es. documentare una condotta e il relativo equipaggiamento) e sviluppare soluzioni in grado di tradurre il modello dati in uso all’interno dell’azienda nel modello dati definito dai sistemi centralizzati (problema particolarmente annoso per realtà che operano a livello nazionale, che devono interfacciarsi con decine di soggetti diversi). Da un punto di vista del soggetto detentore del catasto il problema applicativo si traduce invece nella necessità di implementare un sistema accessibile, di facile utilizzo, in grado di favorire un rapido ed agevole caricamento dei dati e la successiva consultazione. Grazie alle proprie soluzioni, Intergraph è in grado di supportare sia le utilities che gli enti detentori dei catasti, garantendo la possibilità di superare i problemi sopra indicati e favorire la standardizzazione dei flussi procedurali utili a consolidare l’interscambio dati.

Gestione integrata delle infrastrutture civili G/Technology Fiber Optic Works è la soluzione geospaziale di network inventory proposta da Intergraph al mercato della fibra ottica, soluzione attualmente in uso presso diversi operatori di livello nazionale.

La soluzione offre un modello pre-configurato ready to use che copre non solo la parte ottica (cavi, apparati attivi e passivi etc.) ma anche la parte civile (scavi, pozzetti, tralicci aerei, etc.) consentendo di descrivere in modo dettagliato il sotto-equipaggiamento degli scavi e, in generale, di documentare in modo molto dettagliato le infrastrutture del sottosuolo. (Figura 1)

Le informazioni registrate all’interno della soluzione, oltre ad avere un importante valore per la descrizione e la comprensione della rete infrastrutturale, vengono utilizzate per favorire analisi di fattibilità tecnico-economica attraverso algoritmi di routing che consentono di stabilire il percorso ottimale di deployment/allocazione di un nuovo cavo, tenendo in considerazione la disponibilità di tubazioni, la loro proprietà e la lunghezza complessiva del percorso. (Figura 2) Figura 1

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

tramite l’utilizzo dei G/Technology Web Services, implementare Web Feature Service (WFS) in grado di esporre continuamente il dato di rete (aggiornato in tempo reale) rimodulato e filtrato per rispecchiare il dato finale richiesto dal cliente. Con l’implementazione di una soluzione di questo tipo sarebbe possibile superare la necessità di “trasmettere” periodicamente il dato di rete che sarebbe invece fruibile online in qualunque momento.

La soluzione per il catasto infrastrutture

Figura 2

Alimentazione dei catasti I dati di rete archiviati all’interno della soluzione Fiber Optic Works possono essere facilmente esportati o esposti per favorire l’alimentazione di piattaforme federate. Le operazioni di export sono supportate dal modulo G/Technology NetExport Server che consente non solo di esportare i dati di rete in altri formati standard (Shapefile, DWG, DXF, DGN etc.) ma anche di rimappare attributi e/o liste di decodifica interni su quelli definiti dal sistema di destinazione. Tramite la configurazione del modulo NetExport è dunque possibile automatizzare e schedulare il processo di export dei dati (totale o parziale) in modo tale da garantire la periodica generazione di set di dati organizzati secondo le esigenze dei soggetti che, a vario titolo, ne richiedono la fornitura. Agendo sul modulo è possibile, in particolare, definire estrazioni della rete per classi di oggetti e per estensione territoriale consentendo così la massima flessibilità nella generazione degli export. Oltre a questo tipo di approccio, che prevede la generazione batch periodica di file di interscambio, è possibile

Figura 3

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I dati di rete forniti dai vari enti devono confluire all’interno di una piattaforma che ne consenta l’integrazione in una banca dati centralizzata e che ne favorisca la successiva consultazione. Per la creazione del catasto infrastrutture Intergraph propone la soluzione GeoMedia Smart Client, soluzione in grado di soddisfare le esigenze applicative e il supporto ai processi caratteristici di un catasto. La tecnologia GeoMedia SmartClient rappresenta un framework per realizzare applicazioni Web GIS con un client basato su Java che consente di supportare funzionalità GIS avanzate (misure, data entry con snap tipo software CAD) e con un ambiente server ottimizzato per il tilecaching a più livelli. Mediante i “Workflow – Flussi di Lavoro” sono specificati – secondo una granularità a livello di utente o gruppi di utenti - i livelli cartografici e gli attributi che devono essere fruibili, nonché tutti gli aspetti relativi all’interfaccia grafica del client, alla vestizione dei livelli cartografici e agli strumenti di analisi utilizzabili. L’elevato livello di personalizzazione dei workflow (gestibile centralmente attraverso un semplice ambiente di amministrazione) consente di adattare l’interfaccia e le funzionalità di Smart Client alla gestione del catasto infrastrutture supportando sia il caricamento di dati in vari formati che la successiva consultazione favorendo, in particolare, flussi di lavoro legati alla gestione di richieste di scavo e/o al riuso di tubazioni esistenti. (Figura 3)


ACQUEDOTTI

GASDOT GASDOTTI

FOGN FOGNATURE

IRRIGAZIONI


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Progettazione automatica delle reti FTTH La realizzazione di reti a banda larga e ultra larga in fibra ottica coinvolge soggetti diversi, come operatori di TLC tradizionali, operatori dark fiber, pubbliche amministrazioni e multi-utilities. Dal punto di vista dei sistemi ICT, la gestione dell’inventario fisico della rete su mappa permette di supportare l’intero processo di creazione della rete: • analisi di pianificazione, fattibilità e geomarketing • progettazione • realizzazione • manutenzione/esercizio Ciclo di vita della creazione di una rete di TLC

Integrando le soluzioni GIS Smallworld Network Inventory (SNI) di General Electric, EBWorld è in grado di supportare la progettazione di reti FTTH attraverso sistemi di inventory basati su mappa. In questo modo è possibile per gli operatori TLC: • identificare le aree (esempio quartieri) da infrastrutturizzare in modo prioritario

Progettazione di rete FTTH su Smallworld 5.0

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• incrociare sulla mappa le informazioni relative alla consistenza della rete con la localizzazione di clienti, potenziali clienti, punti vendita, guasti, disservizi, etc. • nella progettazione, massimizzare il riuso di infrastrutture esistenti, riducendo la necessità di nuovi scavi e opere • rispetto dei vincoli di progetto • ridurre i tempi (e costi) connessi alla progettazione • coordinarsi in modo automatico con le imprese in campo e allineare i sistemi aziendali con quanto fisicamente realizzato (as built) • supportare manutenzione, ricerca guasti ed esercizio di reti FTTH sia con architetture p2p che PON. Specificatamente studiato per la gestione di reti TLC, Smallworld vanta importanti referenze in Italia e nel mondo. Fastweb, Metroweb e Telecom Italia oltre che Swisscom, il gruppo Deutsche Telekom, Eircom, Vodafone Spain, KDDI e altri grandi operatori hanno scelto la suite Smallworld per la gestione dell’inventario di rete e per la progettazione FTT-x. La piattaforma permette di gestire la rete in modo completo: le connessioni vengono documentate gestendo in un unico database le infrastrutture civili (scavi, tubazio-


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ni, linee aree, etc.) e tutte le reti di telecomunicazione, indipendentemente dai mezzi trasmissivi (ottico, rame, wireless, etc.). Il modulo FTTH permette di gestire la progettazione in modo automatico o semiautomatico sia in scenari di nuova realizzazione sia in presenza di infrastrutture esistenti. È inoltre possibile documentare i collegamenti verticali e i layout di centrali ed edifici (apparati, inside plant, etc.) oltre che circuiti e collegamenti tra diverse sedi geografiche. Il sistema è in grado di documentare le singole fibre ottiche con le relative connessioni e informazioni quali lo stato o i servizi ad esse attestati. Il modello dei dati, già pronto a gestire un’intera rete di TLC, può essere sempre modificato, esteso e adattato in modo da soddisfare le esigenze di chi utilizza il sistema. Per la progettazione FTTH, la soluzione è in grado di dimensionare quanto necessario per collegare una o più aree, predisponendo tutti gli elementi: cavi, splitter, giunti, terminazioni ma anche tubazioni o eventuali nuovi scavi. Nel caso siano già presenti infrastrutture non sature (es. tubazioni con spazio disponibile o cavi con fibre libere), il sistema opera in modo di massimizzare il riutilizzo delle risorse limitando l’esigenza di nuovi scavi o la posa di nuovi elementi. Il sistema tiene conto del power budget e dei rapporti di splitting in modo da garantire il rispetto dei vincoli di progetto. La rete viene quindi creata, generando in modo automatico cavi, tubazioni, collegamenti ed effettuando le opportune connessioni e terminazioni. Utilizzando le informazioni relative a quanto realizzato in campo (as built) viene aggiornata la rete precedentemente progettata. Le regole di dimensionamento e creazione della rete sono completamente configurabili. È sufficiente che il progettista identifichi sulla mappa i punti che desidera collegare: è il sistema che, rispettando le regole

di progettazione configurate, dimensiona la rete e la crea, effettuando tutte le connessioni necessarie. Per quanto riguarda la gestione del workflow di progettazione è possibile seguire il flusso più adeguato, permettendo la gestione dei workorder e l’invio di tutto o di parte di esso verso lo stato di consistenza della rete. Tramite opportune tematizzazioni è possibile valutare in modo visivo l’effettivo stato dei workorder. L’intero workflow è completamente configurabile così come gli stili di rappresentazione visibili sulla mappa (incluse le etichette testuali). I dati sono accessibili attraverso applicazioni web e mobile e possono essere facilmente pubblicati o esportati su sistemi esterni tramite interfacce standard. Smallworld è partner a livello globale con Google per la realizzazione di app innovative basate su tecnologia Google Maps. Con la versione 5, Smallworld ha rinnovato la propria soluzione, adottando esclusivamente tecnologie standard (es. Java) e spingendo ulteriormente sull’apertura della piattafoma, certificata dall’OpenGis Consortium (OGC) e dotata di interfacce standard per l’interscambio dei dati e l’integrazione. A maggio 2015, Gartner, leader mondiale nella consulenza strategica ICT, ha inserito EBWorld e altre quattro aziende mondiali nel report “Cool Vendors in Communications Service Provider Operational and Business Infrastructure”. Smallworld è invece la piattaforma GIS più diffusa al mondo nell’ambito della gestione di reti di telecomunicazioni. A settembre 2014, Gartner ha inserito Smallworld tra i Leader nel report “Magic Quadrant for Utilities Geographic Information Systems”. Gartner ha riconosciuto gli investimenti messi in campo da GE nel rinnovamento dei prodotti, l’aderenza agli standard, la capacità di recepire le esigenze del mercato e la sinergia con la propria fitta rete di partner.

App mobile per consultazione e modifica dei dati

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Dall’ingegnere in ufficio alle squadre di pronto intervento

1 - ArcFM Conduit Manager

3 - ArcFM Location Editor

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2 - ArcFM Connection Manager

Nella società contemporanea, nel mondo del Cloud e del sempre connessi, un guasto alle infrastrutture di rete ha un impatto fortissimo sulla capacità di lavorare e deve quindi essere risolto il più rapidamente possibile indipendentemente dal giorno o dall’orario in cui si verifica. In base a questa considerazione la soluzione Schneider Electric per la gestione delle reti di telecomunicazioni pone uguale attenzione alle funzionalità specifiche per l’ingegnere in ufficio tecnico che a quelle per le squadre di pronto intervento. Sfruttando appieno le potenzialità della Piattaforma ArcGIS, semplicità e precisione di disegno geografico vengono integrate con strumenti ad elevata ergonomia e efficacia per la gestione delle configurazioni delle polifore e del relativo utilizzo (figura 1 – ArcFM Conduit Manager), per la gestione delle giunzioni (figura 2 – ArcFM Connection Manager) e per la configurazione degli armadi e degli apparati attivi installati nei POP e presso gli utenti (figura 3 ArcFM Location Editor). In modo rapido e flessibile è possibile ricostruire un GeoDataBase unitario che rappresenta dal punto di vista geografico ma anche tecnico funzionale, sia la rete di infrastrutture e cavidotti che la rete di telecomunicazione nella sua interezza; indipendentemente dalla tecnologia fisica utilizzata. Il modello di rete disponibile out-of-thebox già supporta fibre ottiche mono modali, multi modali o in microtubo, doppini in rame e cavi coassiali, e link wireless, ma è strutturato per adeguarsi rapidamente ad ogni evoluzione tecnologica.


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Grazie ad ArcFM Location Editor l’operatore può configurare gli armadi di rilancio e terminazione con semplici operazioni Drag & Drop a partire da librerie configurabili di elementi singoli (Router, Media Converter, Splitter, Patch) o assemblati standard (Armadi Completi configurati specificatamente per diverse tipologie di siti pubblici, plessi scolastici e biblioteche comunali: Municipi, Licei e Istituti Tecnici, Scuole elementari e medie, Biblioteche, piuttosto che ospedali e presidi medici secondari). Grazie ad ArcFM Connection Manager l’operatore dispone di un’interfaccia grafica semplice ed efficace per documentare le connessioni effettuate nei giunti, indicando non solo come le fibre dei diversi cavi si interconnettono tra di loro ma anche la tipologia di connessione (fusione, meccanica, colla…), il cassetto e le relative cadute di segnale standard o misurate, e le connessioni delle singole fibre alle porte degli armadi in centrale e presso gli utenti. Oltre alla documentazione ed all’analisi della rete effettivamente in esercizio, attraverso le funzionalità del modulo ArcFM Designer eXpress, è possibile ottimizzare tutte le attività di progettazione e preventivazione con significative riduzioni di costo operativo e maggiore ordine e controllo nelle attività di progetto e aggiornamento del modello di rete in produzione. Le interfacce configurabili di ArcFM Work Flow Manager si integrano ai processi aziendali e aiutano i tecnici a documentare con rapidità e precisione i materiali, le attività interne e le prestazioni esterne che sarà necessario impiegare per svolgere ogni ordine di lavoro (ArcFM Design Estimate) ed a lavori conclusi utilizzando le funzioni di As-Builting e Commissioning le entità progettate possono essere integrate nel modello di rete in produzione con semplici operazioni automatiche. Grazie all’articolato sistema di funzionalità tecniche di ArcFM Fiber Manager ogni organizzazione, dal grande campione nazionale al piccolo operatore locale, può costituire e mantenere aggiornato nel tempo un modello catastale e tecnico della

4 - Traccia OTDR

propria rete di telecomunicazione con costi operativi minori rispetto a gestioni meno informatizzate. Ma visto il contesto di riferimento in cui operiamo oggi questa gestione a catasto “spaziale” della connettività in Fibra Ottica sarebbe quasi “inutile” se non permettesse una rapida identificazione dei punti di guasto ed una più rapida gestione delle interruzioni di servizio. Schneider Electric ha quindi affiancato ad ArcFM Fiber Manager il modulo Wavepoint che estende le funzionalità di ArcGIS Server con le funzionalità analitiche necessarie all’operatività di consultazione e pronto intervento; in pratica, attraverso una “semplice” applicazione HTML5, gli addetti di Pronto Intervento possono ottenere tutte le risposte di cui hanno bisogno senza limiti di spazio e di tempo. Senza chiedere l’ausilio dell’Ufficio Tecnico, o della risorsa in reperibilità, ogni addetto di Pronto Intervento è autonomo nell’eseguire analisi OTDR (Optical Time Domain Reflectometer). L’operatore può ricercare per nome codice l’armadio di riferimento, indicare visualmente la porta su cui ha misurato la distanza OTDR di guasto e la distanza restituita dallo strumento. Indipendentemente dal dispositivo utilizzato (computer portatile, tablet o smartphone) l’addetto di Pronto Intervento può visualizzare sia in schema unifilare che in mappa il percorso effettuato dalla luce (figura 4 – Traccia OTDR). Grazie alla soluzione ArcFM Fiber Manager il patrimonio informativo raccolto e gestito dagli Uffici Tecnici viene liberato e valorizzato al massimo rendendo molto più efficaci e veloci tutte le attività di Pronto Intervento su guasto poiché gli addetti diventano autonomi nelle attività di prima ricerca guasto riducendo l’esigenza di organizzare costosi servizi di presidio e reperibilità del personale di Ufficio Tecnico. Sinergis è rivenditore esclusivo in Italia della suite ArcFM® di Schneider Electric e partner di Esri Italia e di Esri Inc.

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QUALSIASI SIA L’INTERVENTO

NOI CI SIAMO.

Trenchless

Service

Trencher

In Italia la posa della fibra ottica richiede un insieme di strumenti capaci di operare in aree estremamente diverse. L’insieme delle tecnologie Vermeer ti permette di effettuare qualsiasi intervento al suolo in modo preciso ed efficace, risolvendo difficoltà e ostacoli naturali. Oltre alle macchine, nuove o usate, Vermeer Italia garantisce un servizio post vendita nazionale unico nel settore. Qualsiasi sia il lavoro da fare, noi ci siamo.

Inizia a lavorare subito. Contattaci. vermeeritalia.it - Tel. 045 6702625 Vermeer Italia - Via Adige, 21 - 37060 Nogarole Rocca (Vr) - Tel. + 39 045 6702625


Il futuro del settore No Dig L’uso della tecnologia No Dig per la posa di fibra ottica e per la posa di cavi e condutture è sempre più diffusa in Italia. Ormai rappresenta la tecnologia di scavo di riferimento nel settore, per professionisti, committenti e imprese di scavo. Questo mercato potrà avere ancora spazi di crescita ma si avvia ormai alla maturità. Nei cicli economici e commerciali, una tecnologia vive alcune fasi precise. Inizialmente deve essere accettata e conosciuta. Potremmo chiamare questa prima condizione “fase di ingresso”. In questo periodo solo le aziende più innovative e sensibili allo sviluppo delle tecnologie saranno interessate e si presenteranno con queste tecnologie nel mercato tradizionale offrendo un vantaggio competitivo dato dalla nuova capacità tecnologica. Quando i vantaggi dei nuovi metodi diventano noti a molti, abbiamo la “fase di crescita” ed aumento della competizione nell’offerta di chi si avvale di queste tecnologie. Alcune aziende si rinforzano e specializzano, acquisendo dimensioni maggiori ed esperienza operativa. Qui si sperimentano le sfide della crescita per le imprese e per il fornitore che vede la gestione dei rapporti post vendita crescere in rapporto alla crescita delle vendite

PUBBLIREDAZIONALE

VERMEER ITALIA

della tecnologia. Ma la sfida maggiore per le imprese e per il loro partner tecnico arriva con la maturità di un settore quando si mettono alla prova le capacità organizzative e strutturali necessarie a mantenere un’operatività efficace e qualitativa. In questa fase la concorrenza tra le imprese aumenta e solo chi riesce a mantenere un alto livello di professionalità ed affidabilità può mantenere le proprie posizioni di mercato. Vermeer Italia è molto consapevole di questo e sta preparandosi a fronteggiare questa nuova stagione del mercato No Dig in Italia. I rapporti con i clienti storici, con quelle imprese che hanno saputo crescere, deve essere rafforzato, il servizio offerto nel post vendita diventa sempre più chiave. Per questo Vermeer sta elaborando una serie di servizi personalizzati per ottimizzare il lavoro dei suoi clienti: contratti di assistenza programmata, forniture strategiche di parti di ricambio, consulenza operativa e sui tools speciali e corsi di formazione continua per operatori di ogni livello. La crescita del post vendita e del servizio personalizzato in un mercato sempre più competitivo, accompagnata da una nuova offerta tecnologica con i nuovi modelli della terza serie NAVIGATOR, è la ricetta vincente per il futuro Vermeer nel mercato No Dig italiano.

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A tutto biogas

Gli scenari della nuova pianificazione energetica ed ambientale di Regione Lombardia di Mauro Brolis - Infrastrutture Lombarde SpA

La distribuzione degli impianti a biogas in Lombardia.

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L’economia circolare ha bisogno di fatti. E il ciclo che prevede, nel rapporto tra uomo e natura con i suoi risvolti economici, l’opportunità di produrre energia da residui e scarti di lavorazioni che prendono sostanza nella nostra agricoltura, nella nostra zootecnia e nelle trasformazioni dei loro prodotti ha un valore davvero rilevante. Su questa base si è ormai affermata la prospettiva del biogas e del biometano anche sul territorio del nostro Paese. In Lombardia questa prospettiva ha da poco ricevuto anche un inquadramento di pianificazione di significato strategico. Infatti la Giunta Regionale ha approvato (DGR n. 3706 del 12 giugno 2015) il Programma Energetico Ambientale Regionale (PEAR). Il PEAR si fonda sull’assunto che tramite un unico principale obiettivo, il risparmio energetico, si possano centrare obiettivi ambientali tra loro stretta-

mente connessi: un obiettivo vincolante sulle FER (Fonti Energetiche Rinnovabili), previsto per le singole Regioni dal cosiddetto Burden sharing nazionale (ovvero una distribuzione tra le Regioni dell’obiettivo nazionale derivato dalla Direttiva europea), la riduzione delle emissioni di gas climalteranti e il miglioramento della qualità dell’aria. Perseguendo questi obiettivi, il PEAR intende ridare slancio all’economica lombarda, in particolare per quanto riguarda il settore della green economy, ad esempio l’industria della riqualificazione energetica edilizia, quella dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. Per raggiungere gli obiettivi sarà fondamentale il concorso di tutti gli attori in gioco che operano nei diversi settori interessati dalle politiche del Programma: il civile degli edifici (che comprende l’edilizia residenziale e il terziario),


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l’industria, i trasporti e l’agricoltura. Per garantire e agevolare la loro piena attuazione, il PEAR dispone l’attuazione di strumenti che possono essere ricompresi in quattro ambiti: quello della normativa e della regolazione; l’ambito della semplificazione dei processi amministrativi; quello degli interventi di sostegno finanziario; e l’ambito più ampio di assistenza e accompagnamento agli Enti locali. Il PEAR prevede di utilizzare 175 milioni di Euro da provenienti dalla nuova dotazione dei Fondi Strutturali Europei, oltre a 50 milioni di Euro legati agli interventi del PSR (Piano di Sviluppo Rurale), per un totale di 225 milioni di euro fino al 2020. La ripartizione dei fondi prevede che 90 milioni di Euro siano destinati alla riqualificazione degli edifici pubblici, 20 milioni di Euro allo sviluppo della mobilità elettrica, 45 milioni di Euro alla innovazione dei servizi di pubblica illuminazione in un’ottica di smart citye 70 milioni di Euro (composti da 20 milioni di Fondi Strutturali Europei e 50 milioni di Euro del Piano di Sviluppo Rurale) per la diffusione della Banda ultra larga. Regione Lombardia all’interno del PEAR ha definito in particolare gli scenari di sviluppo delle fonti rinnovabili al 2020, in piena coerenza con gli obiettivi del Burden Sharing nazionale. Attraverso il proprio strumento di programmazione energetica, la Regione intende superare l’obiettivo fissato dallo Stato italiano, pari all’11,3% di copertura dei propri consumi finali con energia rinnovabile, per arrivare, nello scenario più ambizioso, al 15,5%. Tra le fonti rinnovabili che concorrono al raggiungimento di questo sfidate obiettivo e che hanno registrato la maggiore diffusione in questi ultimi anni, complice anche un sistema di incentivazione particolarmente generoso (la Tariffa Onnicomprensiva per la generazione di elettricità introdotta nel 2010), emerge appunto la produzione di biogas. In Lombardia, prima regione in questo senso nel panorama nazionale, la produzione elettrica da biogas ha toccato, a fine 2013, circa 2.500 GWh prodotti (pari a circa il 35% della produzione nazionale da biogas e oltre

il 4% rispetto al mix di produzione di energia elettrica a livello regionale). Gli impianti di produzione di biogas in Lombardia sono circa 300, per una potenza installata di oltre 280 MW. Una interessante prospettiva di utilizzo del biogas, alternativa alla sua trasformazione in energia elettrica, è la sua conversione in un carburante rinnovabili: il biometano. Nella Direttiva europea 28 del 2009, il biometano proveniente dalla digestione anaerobica di rifiuti urbani organici, da letame umido e da letame asciutto, viene espressamente indicato come uno dei biocarburanti con più alta percentuale di riduzione di gas serra (oltre l’80%) e al massimo livello tra i biocarburanti producibili con le tecnologie attualmente disponibili. Il biometano viene poi annoverato tra i biocarburanti e concorre quindi al raggiungimento dell’obiettivo del 10% di produzione dei carburanti da fonti rinnovabili, così come indicato dalla Direttiva europea in primis e dal Decreto legislativo 28 che nel 2011 ha recepito la stessa Direttiva a livello nazionale. La promozione dell’utilizzo del biometano, oltre che vantaggi in chiave ambientale in termini di riduzione delle emissioni di CO2 equivalente (grazie al contributo nel mix di produzione elettrica e nel settore dei trasporti), può rappresentare un’opportunità in un’ottica di strategia energetica nazionale. I benefici consistono anzi tutto in un contributo alla riduzione del fuel risk, poiché il Paese potrebbe ridurre (seppur in maniera non risolutiva) le importazioni di gas, perseguendo una minor dipendenza energetica dall’estero, soprattutto dai fornitori a maggior rischio geopolitico. Rispetto alla promozione della produzione di biogas finalizzato alla messa in rete di biometano, è tuttavia necessario porre attenzione non solo ai settori dell’agricoltura e del ciclo dei rifiuti ma anche all’agro-industria, attraverso la valorizzazione dei sottoprodotti. Considerando infatti l’attuale sviluppo del settore della produzione elettrica da biogas, prevalentemente prove-

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niente da digestione anaerobica di reflui zootecnici, emergono importanti margini di sviluppo per la produzione di biometano soprattutto da FORSU (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) e da valorizzazione dei sottoprodotti agro-industriali. In tema di interventi proposti sul biometano, in particolare legati al ciclo dei rifiuti e attraverso il coinvolgimento delle aziende di gestione del servizio, va evidenziata l’opportunità di promuovere la realizzazione di distributori per l’alimentazione delle flotte dei mezzi utilizzati per la raccolta dei rifiuti: in questo modo è possibile favorire il recupero da FORSU del biogas e l’utilizzo del biometano come carburante per realizzare un modello virtuoso di gestione del ciclo rifiuti. In questo caso, dove impresa di produzione di biometano e distributore di carburante coincidono e danno vita ad una interessante filiera corta, i vantaggi sono anche di natura economica. Nell’autotrazione il biometano prodotto dalla FORSU può quindi essere competitivo con il prezzo del gas naturale al distributore. Le aziende di servizi ambientali che raccolgono la FORSU possono sviluppare impianti per la produzione di biometano per alimentare la propria flotta di automezzi. L’utilizzo a fini energetici della FORSU è un ambito di azione che trova piena coerenza con quanto riportato nel Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti urbani (PRGR) recentemente approvato da Regione Lombardia. Nel Programma sono proposti scenari che prevedono anche la diffusione degli impianti di digestione anaerobica, che potrebbero quindi affermare un incremento delle potenzialità di produzione di biogas e quindi anche di biometano. Il PRGR, nella definizione degli scenari di produzione e gestione dei rifiuti al 2020, evidenzia due ipotesi alternative, ovvero, da una parte, l’utilizzo del biogas per produzione esclusiva di biometano e, dall’altra, lo sfruttamento del biogas in motori cogenerativi per l’80% e il 20% di produzione di biometano. Nell’opzione di massima produzione di biometano, sarebbe possibile superare la soglia dei 42 milioni di m3 annui. Un passo decisivo per lo sviluppo del biometano arriverà quasi certamente attraverso l’attivazione degli strumenti

di incentivazione messi in campo a livello nazionale dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il Decreto Ministeriale 5 dicembre 2013 disciplina il sistema di incentivi per immettere in rete o utilizzare come carburante per autotrazione il metano ottenuto raffinando il biogas, prodotto dalla digestione anaerobica di matrici costituite da sottoprodotti (compresi rifiuti, ovvero FORSU) o prodotti di origine biologica. Viene incentivato soprattutto il biometano ottenuto da rifiuti e sottoprodotti dell’agroindustria e trattato in impianti di piccole dimensioni. È anche previsto un bonus per i produttori che costruiscono stazioni di rifornimento. A livello regionale, invece, è stato approvato uno specifico bando di finanziamento specifico per la promozione del metano liquido e del biometano, rivolto a sostenere progetti innovativi per lo sviluppo della rete distributiva lombarda di metano in accumulo liquido o di biometano destinato ai mezzi su gomma e su rotaia. Per quanto riguarda gli aspetti autorizzativi, una importante iniziativa di semplificazione è stata avanzata a livello nazionale grazie all’inserimento, nella legge 116/2014, di disposizioni che prevedono per la produzione di biometano il medesimo regime autorizzatorio previsto per il biogas ed un regime semplificato nel caso di riconversione a biometano di impianti per la produzione di elettricità da biogas e per taglie inferiori a 500 Sm3/h. Attualmente Regione Lombardia ha attivato quale misura di supporto e accompagnamento agli operatori un Tavolo operativo di lavoro “Biometano”. Il Tavolo intende dare contributi determinanti nella ricostruzione ed analisi di un quadro sulle carenze normative, nella individuazione degli elementi di criticità e le barriere non tecniche rispetto alle quali proporre strategie di risoluzione da sottoporre all’attenzione dei Ministeri competenti (in primis Ministero dello sviluppo Economico), nonché Individuare una situazione applicativa fattibile (in termini di caso pilota) nell’ambito del quadro normativo attuale, e promuoverne la realizzazione, come progetto “apripista”. Infine il Tavolo, ma non è certo l’ultimo suo obiettivo in termini di rilevanza, il Tavolo intende favorire lo sviluppo di una tecnologia italiana, efficiente e competitiva. Foto di pag. 20 - Fonte: Regione Lombardia, Infrastrutture Lombarde SpA, SIRENA20 (Sistema Informativo Regionale Energia e Ambiente) L’autore Mauro Brolis mauro.brolis@ilspa.it Responsabile della Divisione Energia di Infrastrutture Lombarde SpA, Società in-house di Regione Lombardia. Inizia l’esperienza in ambito energetico nel 2000, nell’allora Rete dei Punti Energia della Lombardia (Agenzie per l’Energia finanziate dal Programma europeo SAVE). Oggi coordina un Gruppo di circa 30 tecnici, diversamente impegnati sui più rilevanti progetti di sviluppo della Regione Lombardia in ambito energetico. Per approfondimenti: www.ilspa.it, www.energialombardia.eu, www.cened.it, www.curit.it, www.rinnovabililombardia.it


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A2A dice addio ai contatori: per il gas ecco gli smart meter I vecchi contatori del gas sono destinati ad andare in pensione per essere sostituiti dai moderni «smart meter», contatori elettronici più pratici ed efficienti

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Una delibera dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico stabilisce che entro fine 2015 il 10 per cento dei contatori domestici dovrà essere sostituito, in vista di un rinnovo complessivo dei contatori gas entro il 2018. Un’operazione che fra acquisto apparecchi, posa e gestione costerà ad A2A Reti Gas oltre 150 milioni di euro considerando tutti i territori serviti, principalmente le aree di Brescia, Milano e Bergamo. A Brescia sono già stati sostituiti 5 mila contatori, e da qui a fine anno ne verranno sostituiti altri 6 mila. I calibri più potenti (G6) saranno i primi ad essere sostituiti, seguiti da quelli medi (G4). Considerando che a Brescia le utenze gas sono 80 mila, dal 2016 al 2018 resteranno ancora circa 70 mila contatori da rimpiazzare. «L’operazione sarà necessariamente graduale, e il passaggio ai contatori elettronici porterà vantaggi oggettivi, come la possibilità di leggere da remoto i volumi di gas consumati, senza più la necessità di un tecnico che si reca a casa per effettuare la lettura, e con una rilevazione più puntuale dei consumi che si traduce poi nelle bollette», sottolinea Ferdinando Paolitti, project manager Progetto Smart Meter di A2A Reti Gas, affiancato dal collega Dino Ceroni. Gli smart meter assicureranno all’utente una maggiore consapevolezza dei consumi (con dati sulle curve di prelievo e le fasce orarie) per evitare sprechi, garantiranno più sicurezza e la possibilità di telegestione, e in futuro consentiranno di proporre tariffe ad hoc e sistemi

innovativi come la domotica. I nuovi apparecchi sono dotati di sistema di autodiagnosi per la verifica del corretto funzionamento e di elettrovalvola per la chiusura della fornitura da remoto. Nelle zone comprese fra San Zeno, Folzano, via Lamarmora, via Cremona, viale Duca degli Abruzzi e via Corsica sono stati installati contatori in radio frequenza, una sperimentazione che consentirà la lettura a distanza e la telegestione del contatore in modo più immediato e con costi minori rispetto al tradizionale sistema di comunicazione Gprs. «Anche per la lettura a distanza del contatore il passaggio sarà graduale - chiarisce Paolitti -, quindi per i primi periodi verrà ancora chiesto all’utente di scaricare i valori dal contatore: contiamo di andare a regime per il 2016». In provincia di Brescia, dove A2A Reti Gas serve città e una cinquantina di Comuni, saranno 60 mila i contatori sostituiti quest’anno (ad oggi ne sono stati installati 9400). L’intervento dei tecnici sarà sempre preceduto da una lettera informativa inviata a ciascun utente. Gli operatori si presenteranno a domicilio muniti di tesserino di riconoscimento personale e lettera di incarico sottoscritta da A2A Reti Gas. Per ricevere ulteriori informazioni e chiarire eventuali dubbi è stato attivato un numero verde dedicato, 800 030 103, attivo dalle 8.30 alle 12.30 dal lunedì al venerdì, ed è stata creata un’apposita sezione «Progetto contatori» sul sito internet www.a2aretigas.eu.

FLIR

Termocamera a gas tracciante CO2 FLIR GF343 utilizza CO2 come gas tracciante, un gas sempre disponibile nelle centrali. Il livello di purezza dell’idrogeno nella turbina viene garantito e l’impianto potrà funzionare normalmente risparmiando tempo e denaro e riducendo i tempi di fermo dell’impianto. I test condotti negli Stati Uniti e in Italia hanno dimostrato che, in presenza di una perdita, FLIR GF343 è in grado di visualizzare anche una minima quantità (~2,5%) di CO2 utilizzata come gas tracciante nel sistema, supportando i manutentori nell’esatta individuazione del problema, permettendo di valutare la necessità di riparazioni immediate o programmarle. La termocamera FLIR GF343 utilizza un sensore ad antimoniuro di indio (InSb) Focal Plane Array (FPA) con risposta spettrale di 3-5 μm e adattamento spettrale su circa 4,3 μm mediante filtro freddo e raffreddamento del sensore a temperature criogeniche (attorno a i 70 K o -203° C) tramite un motore sterling. Il filtro freddo è fondamentale per la tecnologia di rilevazione ottica di gas e nel caso della FLIR GF343, la rende particolarmente sensibile all’assorbimento dell’infrarosso da parte del gas CO2. In pratica, l’energia irradiata da cielo, terra o altre fonti, viene assorbita dal gas. La termocamera restituisce un’immagine che mostra l’assorbimento di energia sotto forma di contrasto termico.

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Dalla Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività svolta Durante la periodica relazione annuale dell’Autorità per l’energia dello scorso giugno, il Presidente, Guido Bortoni, ha illustrato lo stato dei servizi e l’attività svolta. Ricordando la questione europea dell’energia-ambiente dello scorso anno, dopo i precedenti cinque anni di pochi fatti incisivi, si auspicava un futuro continentale per l’enegia e l’ambiente attraverso la costruzione di rapporti di solidarietà e coesione. All’inizio anno, la neo insediata Commissione ha aperto il proprio mandato con la pubblicazione delle Comunicazioni sul Pacchetto Unione dell’Energia che punta ad un’Europa resiliente, che garantisca un’energia sicura, competitiva, sostenibile e disponibile, richiamando più volte il concetto di solidarity and trust tra Paesi. Nel contesto europeo, l’Italia – pur con un quadro

strategico da aggiornare – si contraddistingue per aver implementato o avviato numerose e profonde riforme che ne assecondano la metamorfosi energetico-ambientale. Nel panorama europeo la transizione italiana pragmaticamente riforma e trasforma il contesto, consapevole di trovarsi piuttosto in una sorta di passaggio che va decisamente oltre all’oggi, ma con esiti e percorsi ancora flessibili; una flessibilità governata anche dagli strumenti regolatori. La transizione italiana, inoltre non si limita ad affrontare il nuovo mix delle fonti verso la decarbonizzazione, ma opera meritoriamente scelte anche sui diversi vettori energetici. I mille giorni che ancora rimangono dal termine della Consiliatura sono un periodo ancora proficuo per la progettualità.

Scenario internazionale L’Europa frena la domanda mondiale, crescono Australia e Cina La domanda mondiale di gas naturale ha registrato nel 2014 una contrazione del -2%, dovuta in particolare al forte calo in Europa (-12% circa), dove la domanda in un anno è calata di 56 miliardi di m3, 117 miliardi dal 2010; il tasso di utilizzo dei terminali di rigassificazione del GNL è sceso sotto il 20%, con le importazioni di GNL che si sono praticamente dimezzate rispetto al picco del 2011, quando avevano superato gli 80 miliardi di m3. Tendenza che ha controbilanciato le positive tendenze registrate in altre parti del mondo: la domanda degli Stati Uniti è aumentata del 2,6% nel 2014, l’Australia ha registrato un +20% circa e la Cina +5,6%, quest’ultima con un ritmo rallentato rispetto agli anni precedenti, ma comunque significativo in un sistema ancora dominato dal carbone. Al contrario la zona dell’OCSE Europa è stata contraddistinta da un netto calo dei consumi del 10%, a causa della limi-

tata crescita economica e delle condizioni meteorologiche non particolarmente severe. Anche la crescita contenuta della domanda elettrica ha inciso sulla domanda di gas, soggetta, tra l’altro, anche alla forte concorrenza delle fonti rinnovabili. Tra i principali Paesi, Italia e Germania hanno presentato riduzioni a due cifre, rispettivamente -12% circa e -14%, con la Germania in significativa controtendenza rispetto al +10% dello scorso anno.

In aumento USA, calo in EU e nuovi accordi Russia-Cina Nell’area OCSE, dopo la battuta d’arresto dello scorso anno, la produzione è tornata a salire a ritmi superiori al 2%, come già nel 2011 e nel 2012. Nell’Unione europea la produzione interna nel 2014 ha segnato un calo significativo del 6,5%, determinato da una sensibile riduzione nei Paesi Bassi (-19%). Mentre Paesi come gli Usa (+6%) e l’area del Pacifico (+7%) hanno visto una crescita della

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produzione. Potenziali influenze sul mercato del GNL in Asia sono attese in futuro anche grazie ai recenti accordi tra Cina e Federazione Russa per lo sviluppo di nuovi progetti via gasdotto. Relativamente all’approvvigionamento di gas da Paesi esterni all’area OCSE, si sono confermati come principali interlocutori la Federazione Russa e la Nigeria (però con quantitativi in riduzione), nonché l’Algeria e il Qatar, con apporti invece in aumento. In particolare, la Russia ha visto diminuire dell’11% le sue esportazioni verso l’Europa, praticamente annullando l’incremento ottenuto lo scorso anno, anche per effetto delle tensioni con l’Ucraina. In totale le importazioni della Russia verso l’area OCSE Europa sono state di circa 51 miliardi di m3 su un totale di 649 miliardi di importazioni.

Nel corso del 2014 i prezzi del gas naturale hanno registrato un trend al ribasso in tutte e tre le aree di mercato (Stati Uniti, Estremo Oriente ed Europa). In Europa i prezzi hanno risentito dell’abbondanza dell’offerta a livello internazionale e del calo della domanda, cui si è aggiunta la pressione nella seconda metà dell’anno del crollo dei prezzi del petrolio. I prezzi del gas sui mercati asiatici, tradizionalmente indicizzati al petrolio e più alti rispetto ad altri mercati, dalla fine del 2014 risultano in progressivo avvicinamento a quelli fissati negli hub europei; in questo contesto, carichi di GNL inizialmente destinati all’Asia sono stati dirottati verso l’Europa. Nel 2014 i prezzi spot europei sono diminuiti del 22% (più dei contratti a lungo termine indicizzati al petrolio).

Scenario nazionale Consumi ancora in calo; Russia primo fornitore

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Nel 2014 il consumo interno lordo di gas è diminuito di altri 8 miliardi di m3, scendendo a 61,9 miliardi di m3, dai 70,1 del 2013 (-11,6%). Con quest’ultima riduzione, la quarta consecutiva, i livelli di consumo lordo sono tornati ai valori rilevati tra il 1997 e il 1998. Coerentemente agli andamenti climatici ed economici, si è registrata una marcata diminuzione dei consumi civili (-17%) e di quelli per la generazione termoelettrica (-14,1%); in calo anche gli usi industriali (-2,1%). L’unico comparto in crescita è quello dell’autotrazione, aumentato del 6%, superando per la prima volta 1 miliardo di m3. Le importazioni di gas nel 2014 si sono ridotte di un altro 10%, scendendo a poco meno di 56 miliardi di m3, dai circa 62 del 2013. In calo del 7,6% anche la produzione nazionale (circa 7 miliardi di m3 in totale, l’11,5% del fabbisogno). Poiché il calo nelle importazioni è stato inferiore a quello dei consumi, nel 2014 il livello di dipendenza dall’estero è risalito al 90,1%, dall’88,4% registrato nel 2013. Il peso della Russia tra i paesi che esportano in Italia è ulteriormente cresciuto, raggiungendo il 47% delle forniture (26,2 miliardi di m3), quasi la metà dell’intero approvvigionamento estero italiano. Con una quota del 12,3% l’Algeria ha conservato la seconda posizione (6,8 miliardi di m3), seguita e quasi raggiunta dalla Libia con l’11,7% (6,5 miliardi di m3). Seguono poi il Qatar con l’8% (4,5 miliardi di m3), l’Olanda con il 7% circa (3,9 miliardi di m3), la Norvegia con il 5% (2,8 miliardi di m3) e Altri paesi con il 9% (5,1 miliardi di m3). Nel dettaglio le importazioni dall’Algeria, già lo scorso anno in forte riduzione,

nel 2014 si sono sostanzialmente dimezzate (-5,9 miliardi di m3, -46%). Penalizzato da prezzi elevati come quello algerino, anche il GNL proveniente dal Qatar è diminuito di un altro 13% (che segue il -14% registrato nel 2013), vale a dire di 650 milioni di m3. Diminuzioni in parte compensate dai maggiori flussi dalla Russia (+2,6 miliardi di m3), dalla Libia (+0,8 miliardi di m3), ma anche da Olanda (+2,2 miliardi di m3) e Norvegia (+0,5 miliardi di m3).

Un terzo dei clienti civili sul mercato libero Nel 2014 il 6,2% dei cliente domestici ha cambiato fornitore, erano il 5,5% del 2013, in costante aumento dal 2009 (ad eccezione del 2012). Il totale dei clienti gas civili (domestici più terziario) sul mercato libero è del 31,9% (su un totale di circa 21 milioni di clienti, erano il 25% nel 2013), il 28% circa per quanto riguarda i soli domestici. In termini di prezzi, per i clienti domestici e i condomini uso domestico il servizio di tutela appare più vantaggioso. Per le attività di servizio pubblico, commercio e altri servizi risulta invece più conveniente il mercato libero. In leggera crescita il numero di venditori sul mercato della vendita finale (+4 unità), raggiungendo i circa 400 operatori, pur in presenza di un calo dei volumi complessivi venduti di circa 10 miliardi di m3. Anche nel settore gas, come nell’elettrico, i nuovi venditori sono soprattutto piccoli operatori.

Prezzi domestici più alti rispetto a Europa, forte incidenza del fisco Nel 2014 i prezzi del gas per i consumatori domestici italiani risultano più alti della media dei prezzi dell’Area


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… Intergraph euro per tutte le classi di consumo, al netto e al lordo raggiunge il 68,7%, contro una media, rispettivamente, delle imposte, a eccezione del prezzo netto per la classe del 38% e del 43,4% dell’Area euro. 3 a maggiori consumi (oltre 5.253 m /anno), che risulta inCome in passato, i prezzi del gas per i consumatori inferiore del 2%. dustriali sono più alti della media dell’Area euro per i immediato l’accesso a questi dati al persona-3 Per la prima fascia di consumo (sotto i 525,36 m /anno) consumi più bassi (fino a 263.000 m3/anno), mentre per le operativo. La soluzione offre la risposta a idomande differenzialiquali: sono Quali molto ridotti, rispettivamente i consumi più elevati i prezzi sono più convenienti. Il dati sono disponibili+1% al sulla mia area di interesse? A quali date risalnetto e +2% al lordo delle imposte. Per la fascia di condifferenziale è del +16% per la prima classe di consumi gono?intermedia Ho libero(525,36-5.253,6 accesso a questi dati? Posso sumo m3/anno) i differenziali (minori di 26.000 m3/anno) e del + 5% per la seconda visualizzarli, scaricarli ed elaborarli? risultano pari a +6% e +15%. (tra 26.000 m3/anno e 263.000 m3/anno). Per le altre La soluzione di image management offre strumenti per catalogare automatiRispetto alloavanzati scorso anno, a fronte di un peggioramento classi il differenziale negativo è invece compreso tra il camente i dati geospaziali e accelerare l’acper la prima classe di consumo (i divari erano infatti del -10% e il -13%. Tenuto conto però che i prezzi netti, sia cesso alle immagini attraverso il supporto na-6% al netto e del -4% al lordo) si assiste però ad un mipure con qualche distinguo, appaiono sostanzialmente tivo ai formati compressi ECW e JPEG2000 glioramento per le un altreambiente due classi di consumo, passate da in linea con quelli degli altri Paesi, le differenze sono da inoltre fornisce interconnesso per+17/18% la gestione dati geospaziali, metadati, un a undi+15% dei prezzi lordi. I prezzi italiani imputare alla componente fiscale. L’incidenza fiscale è utenti e strumenti di analisi, configurandosi al lordo delle imposte per i consumatori domestici apparinfatti particolarmente elevata per le prime due classi, come una solida infrastruttura di dati territotenenti alla L’architettura seconda e alla SOA, terza infine, fascia dipermetconsumo sono 48,3% e 40%, contro un 33% circa per l’Area euro. Di riali (SDI). te unadiminuiti perfettadiintegrazione le infrastrutinfatti più dei prezzi con dell’Area euro, grazie soconverso, per le classi a maggiori consumi l’incidenza le informazioni a tali as-scende in maniera ture già alla in possesso del cliente. Standard prattutto positiva dinamica dei prezzi netti IT (-2,2%rete. e Quando della componente relative fiscale italiana set vengono archiviate in sistemi informativi comprovati, come JavaEE e REST, Application -6,7%). contrario, per larendono prima fascia sono cresciuti fino a toccare il 9,7% dell’ultima classe, conchiusi e nondecisa, interoperabili l’investimento vieServers Al e Web Servers, questa com- senne aggravato elevati legati adper ineffisibilmente più, sia al netto, sia al lordodi(intorno al 10%). troda un costi corrispondente valore l’Area euro del 26,4%. ponente di integrabile in ambienti lavoro cienze nei processi critici per di business (provisi- italiani appaiono andando incontro anche re- netto Ilpreesistenti, peso della componente fiscale italiana sulaiprezzo Le condizioni i clienti industriali niong, customer care, maintenance and quisiti di sicurezza di un’organizzazione (ActièveilDirectory, più elevatoLDAP, tra quelli Se però in miglioramento, in quanto nel 2014 si è assistidevelopment). ecc).dei principali paesi europei.network nella primafigura classe1diche consumo poco distante sialea proprie una riduzione dei differenziali positivi rispetto Intergraph, to con soluzioni geospaSia nella nella 2appare è possibile vede- dalla ziali, sostiene aziende nella prore l’integrazione tra (33% un servizio pubblial le 2013, sia aimpegnate un ampliamento di quelli già negativi. media dell’Area euro controWMTS il 31,6%, sostanzialgettazione e gestione delle reti di telecomucato dalla soluzione di image management e mente come nel 2013), è nelle classi più elevate che A ciò ha contribuito una diminuzione dei prezzi netti nicazione garantendo loro il massimo livello la componente client/mobile della soluzione. mantiene valori nettamente superiori: nella classe intera quella dell’Area euro in tutte le classi di di supportosuperiore ai processi di business e la massiCONCLUSIONE ma condivisione e valorizzazione dell’informedia risulta intorno al 50% e nella classe più elevata consumo. Lo sviluppo delle reti di telecomunicazione comporta ingenti investimenti negli asset di

mazione relativa ai propri asset di rete all’interno dell’intera organizzazione. ■

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IGU - World Gas Conference, Parigi Jérôme Ferrier

Il WGC di Parigi è stato un evento di successo, con 3.700 delegati provenienti da circa 90 paesi. Migliaia di delegati internazionali provenienti da energy networks, politici, dirigenti delle principali aziende del gas hanno visitato lo spazio espositivo. Con 350 espositori, la mostra ha attirato più di 14.000 visitatori. La Francia ha avuto l’opportunità di ospitare questo prestigioso incontro mondiale. È giusto che la presidenza sia consegnata ai nostri amici negli Stati Uniti. Ringrazio ancora coloro che hanno lavorato instancabilmente al successo dell’evento”.

GREINER

Valvola automatica di sicurezza ad attivazione sismica

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“A nome di Unione Gas Internazionale (IGU) e Associazione Francese del Gas (AGA), vogliamo ringraziare tutti voi per la vostra partecipazione e il contributo al 26° World Gas Conference. Dopo l’apertura di questa conferenza, stiamo per chiudere un altro capitolo nella storia di IGU, che spero abbia pienamente soddisfatto le aspettative di tutti. Abbiamo visto in questa occasione un’opportunità senza precedenti per rafforzare i legami tra i colleghi dell’industria del gas. Abbiamo avuto l’opportunità di condividere esperienze, ascoltare voci autorevoli, avere l’impressione che la soluzione per il futuro è nelle nostre possibilità, ascoltare i report degli esperti delle imprese per supportare il ruolo del gas naturale come parte integrante dell’energia globale sostenibile del futuro. L’evento ha dimostrato la posizione significativa del gas naturale nel mix energetico mondiale e la grande opportunità che le economie in espansione si trovano oggi ad affrontare nella grande sfida per lo sviluppo energetico eco-sostenibile.

Una corretta progettazione antisismica deve riguardare sia l’aspetto strutturale sia quello non strutturale degli edifici, prevedendo specifici criteri di progettazione degli impianti al fine di limitare il rischio di fuoriuscite incontrollate di gas in occasione di eventi sismici. Ciò al fine di ridurre il rischio incendio, di esplosione e di soffocamento subito dopo il verificarsi di un terremoto. Tale obiettivo è facilmente raggiungibile attraverso l’impiego di GrShake, valvola automatica di sicurezza ad attivazione sismica adatta ad essere installata in atmosfera potenzialmente esplosiva classificata Zona 1, ai sensi delle direttive 99/92 e 94/9 CE ATEX. Il limite di attivazione è stato accuratamente studiato al fine di discriminare i fenomeni sismici, che possono recare danni non trascurabili alle costruzioni, da vibrazioni di origine antropica oppure indotte da terremoti di bassa intensità. GrShake è stata progettata in collaborazione con Panasonic, leader a livello mondiale nella produzione di componenti utilizzati in applicazioni sismiche grazie alla decennale esperienza maturata nel paese nipponico. I componenti integrati in GrShake sono in uso da oltre venti anni con eccellenti risultati sia in termini di affidabilità che di sensibilità di intervento. Nonostante questa importante referenza, GrShake è stata sottoposta a prove vibrazionali e sismiche, presso il laboratorio ISMES del CESI, al fine di verificare l’idoneità del prodotto finale rispetto alle NTC, alle Linee Guida CIG n°13 ed alle caratteristiche dei terremoti italiani. Le prove hanno dimostrato che GrShake risponde perfettamente ai terremoti italiani, scongiurando allo stesso tempo possibili ed indesiderate attivazioni in occasione di vibrazioni di disturbo, quali ad esempio, mezzi pesanti in transito, mezzi meccanici di scavo o colpi accidentali. GrShake è disponibile nei diametri ¾”, 1” e 1 ¼”, con diverse soluzioni di connessione all’impianto.

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RUBINETTERIE BRESCIANE

Novità dalle tre aziende di Bonomi Group Il WGC 2015 è stata per Bonomi Group un’interessante opportunità per partecipare al più importante evento del settore gas, settore ritenuto strategico dalla famiglia Bonomi. Nello stand erano presenti le tre le aziende del gruppo. Rubinetterie Bresciane, divisione Water & Gas, leader in Italia ed in crescita all’estero nella fornitura di valvole per la distribuzione del gas ad uso residenziale e industriale, oltre all’esposizione dei modelli più significativi della propria gamma di valvole, ha presentato la nuova mensola per contatori G10-G16 e gli adattatori eccentrici per contatore gas, aventi lo scopo di adattare il montaggio di nuovi contatori int. 280 mm a mensole già installate aventi int. 250 mm. Valpres, divisione Oil & Gas, in costante crescita specialmente nei mercati esteri, ha presentato una nuova valvola a sfera brevettata, idonea al controllo di fluidi comprimibili ed incomprimibili, limitando fenomeni deleteri per valvole e tubazioni quali: cavitazione, vibrazioni, erosione, rumore. Queste le caratteristiche della valvola: valvola a sfera di controllo FGV1-L da 16” 600# - Cv ISA 75.02 = 8295 - Cv ISA 39.2 (Cv NET) = 9185 Rangeability (ISA 75.02) > 246 - Rangeability (ISA 39.2) > 271 - FLmax 0.96. Versioni disponibili: valvole flottanti a sfera (da 1”) e trunnion a sfera (da 2”) con seggi soffici e metallici e nella versione FGV2 per applicazioni gravose. Dimensioni (size/rating): fino a 12” 2500#, fino a 24” 1500#, fino a 36” 900#, fino a 42” 600#. Materiali: acciai al carbonio, acciai inossidabili, acciai duplex, leghe di nickel. Valbia, con gli attuatori pneumatici ed elettrici abbinati alle valvole Valpres, per impieghi nel settore industriale (controllo portata acqua, carburanti) e nel settore Oil & Gas (valvole di bypass, anti pompaggio). Il successo dell’evento e l’interesse dimostrato dai visitatori, confermano la bontà della strategia del Bonomi Group che nel settore del gas punta ad una posizione di leader di prodotto e di mercato.

EUROSTANDARD

Raccordi in polietilene

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Il “World Gas Conference”, evento triennale più importante del settore mondiale del gas, è stata una grande opportunità per incontrare e discutere il futuro dell’industria nell’intera catena del settore gas. Insieme con questo prestigioso evento è organizzata un’area espositiva dove sono presenti i più grandi player mondiali dell’industria del gas: non solo le grandi società di produzione/distribuzione di gas ma anche produttori di beni e servizi. EUROSTANDARD SpA ha partecipato in passato a varie edizioni europee di questo evento – da Berlino a Milano ed ancora ad Amsterdam - con un proprio spazio espositivo. La presenza dell’azienda Eurostandard e dei suoi raccordi, anche all’edizione di Parigi, vuole confermare la sua posizione all’interno del business del gas. Grazie alla continua volontà di crescere e di migliorare. Eurostandard è oggi leader in Italia e tra le protagoniste del mercato mondiale nella produzione di raccordi in polietilene PE100 per condotte a pressione per il trasporto di gas. La specializzazione, l’impegno nella qualità, l’offerta di un prodotto qualitativamente superiore ed affidabile, la soddisfazione del Cliente ed il rispetto per l’ambiente sono obiettivi importanti e fondamentali per garantire il successo di Eurostandard. All’interno dei numerosi eventi della settimana WGC, Eurostandard SpA insieme con l’azienda italiana Duty Cycle-Undertown Tech ha organizzato un incontro dedicato ad “Alessandro Volta e l’aria infiammabile gas naturale” dove sono intervenuti i maggiori protagonisti di IGU 2015, fra i quali anche il Presidente di International Gas Union Monsieur Jérome Ferrier.


Un’esperienza globale nello Smart Metering e nelle Smart Grid

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ITRON

Durante l’edizione di World Gas Conference Itron ha presentato, oltre alle comprovate soluzioni Choice Connect Pay e Cell, la nuova soluzione Choice Connect Network, il sistema di infrastruttura avanzata per la misura del gas (AMI) basato sulla comunicazione radio a rete fissa nella banda dei 169 MHz. Questa soluzione gestisce dati di misura molto dettagliati e consente alle aziende di distribuzione di soddisfare le esigenze di qualità del servizio e di fatturazione al cliente finale. La comunicazione completamente bidirezionale verso il misuratore realizzabile da questa nuova soluzione consente, oltre alle normali letture periodiche, letture aggiuntive fuori-ciclo e la gestione della fornitura in maniera tempestiva. Le informazioni sui consumi accelerano la riconciliazione dei dati di fatturazione e rendono i consumatori più consapevoli del loro utilizzo del gas, consentendo un risparmio economico. Itron ha realizzato nel mondo più di 80 milioni di punti di misura basati sulla radio, tra cui 35 milioni per il gas e 10 milioni per l’acqua. In Nord America, ha fornito più di 6 milioni di contatori elettrici intelligenti, con lo stesso principio di comunicazione. Su tali basi, la nuova soluzione Choice Connect Network è supportata da una solida ricerca, sviluppo ed esperienza di campo. Nell’ambito delle attività congressuali Itron ha presentato uno studio che evidenzia come lo smart metering si focalizzi spesso solo sui miglioramenti di efficienza dei processi operativi dei distributori, il che comporta spesso risultati negativi nel rapporto costi-benefici. L’esperienza degli ultimi anni segnala che le sfide includono altri argomenti chiave, quali sicurezza e protezione, efficienza della rete di distribuzione, protezione degli incassi, gestione delle risorse energetiche, coinvolgimento dei consumatori, conformità alle normative. Con la comprovata soluzione tecnica e metodologica, Itron dimostra come le tecnologie di smart metering possano aiutare a gestire tali problematiche e costruire una rete di distribuzione gas efficiente e sostenibile.

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RAVETTI

All’estero lo Stop System orientato sul PE Forte richiesta dello Stop System per reti in PE da parte di tecnici e responsabili di gestione stranieri a Parigi dove la Ravetti ha registrato un interessante successo. Nuovi clienti, interessi in crescita e novità che bollono in pentola di cui ancora non si vuole parlare. L’azienda nostrana si è contraddistinta per la vasta offerta di prodotti ad alta tecnologia primo fra tutti lo Stop System per interventi sulle reti senza l’interruzione di servizio. “Siamo molto soddisfatti – ha affermato Roberto Ravetti durante la manifestazione che ha seguito personalmente per tutto il periodo – in particolare abbiamo sempre maggiori richieste da parte di tecnici stranieri per lo Stop System applicato alle reti in PE” A cosa crede sia dovuto questo particolare interesse, abbiamo chiesto. “Certamente il pubblico straniero, che ben ci conosce, è dotato di numerose reti in polietilene e mentre in Italia la richiesta riguarda prevalentemente tubazioni in acciaio e ghisa, per quel che riguarda l’estero lo Stop System per reti in PE sta avendo un successo inaspettato”. Quali sono le caratteristiche? “L’attrezzatura Stop System per reti in polietilene è disponibile da un diametro 63 fino al 315 per una pressione fino a 10 bar, sia gas che acqua”. Quali novità per il futuro? “Non vogliamo ancora parlarne, ma qualcosa si è già visto in fiera; diciamo che stiamo lavorando sulle pressioni, prossimamente ci saranno certamente delle interessantissime novità. Come i nostri clienti sanno la caratteristica della qualità italiana è anche quella di inventare e sperimentare sempre qualcosa di innovativo e noi non facciamo eccezione”.

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Da sinistra: Fabio Del Nista, presidente di ASA SpA Mauro Salvemini, presidente di AMFM GIS Italia Francesca Martini, assessore all’Innovazione del Comune di Livorno

Dalla Lombardia alla Toscana verso il SINFI di Calogero Ravenna e Mauro Salvemini - AMFM GIS Italia

La conoscenza corredata dalla appropriata documentazione certa ed aggiornata delle reti del sottosuolo è riconosciuta quale fattore strategico non solo nei progetti di ampliamento e potenziamento della rete a banda larga e ultralarga (occasione di rilancio per l’economia italiana), ma anche per l’individuazione di sinergie tra attori diversi per servizi efficienti in una città intelligente. Seguendo le sue attività più che venticinquennali originatesi proprio dal “Facilities Management”, l‘associazione AMFM GIS Italia ha organizzato la Conferenza 2015 sui temi connessi alle norme, tecnologie e sistemi che rappresentano le infrastrutture del sottosuolo. È stata quindi l’occasione per parlare di sviluppo intelligente e sostenibile in ambito urbano e fare il punto della situazione a livello nazionale. Tutto parte, in un passato relativamente recente, il 3 marzo 1999, con la direttiva della Presidenza del consiglio dei Ministri, Dip. Aree Urbane, denominata ‘razionale sistemazione nel sottosuolo degli impianti tecnologici’. In particolare all’art. 3, Piano urbano dei servizi, si specifica che i comuni sono tenuti a redigere, entro un quinquennio compatibilmente con le risorse disponibili, un piano organico per l’utilizzazione razionale del sottosuolo da elaborare d’intesa con le “aziende”, che sarà denominato Piano urbano generale dei servizi nel sottosuolo (PUGSS). Qualche tempo dopo, il 18 aprile 2002 AMFM organizza a Livorno un importante convegno dal titolo “ Verso il Piano Urbano Generale dei Servizi nel Sottosuolo“ per fare il punto della situazione attraverso autorevoli esponenti dal mondo produttivo, della ricerca e con l’intervento degli assessori dei comuni di Roma, Torino, Genova e Livorno. La direttiva rimane lettera morta fino a quando la Regione Lombardia prima approva la LR 12/12/203 n.26, Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale (il Titolo IV disciplina l’utilizzo del sottosuolo), e successivamente, nel febbraio 2004 costituisce un “Laboratorio”, nell’ambito del quale differenti livelli istituzionali, a partire dalle loro esigenze, sono invitati ad elaborare linee di comportamento e regole tecniche per affrontare in modo coordinato ed integrato le problematiche tipiche del sottosuolo. Al progetto aderiscono 2 Università, 1 Ente di ricerca, 28 Public Utilities, 5 Regioni, 2 Amm Regionali, 7 Amm. Comunali. Con d.g.r. del 12 novembre 2004 n. VII/19357 [pubblicata sul 4° Supplemento Ordinario al

BURL n. 49 del 3 dicembre 2004], la Giunta della Regione Lombardia approva le specifiche tecniche per il rilevamento e la gestione GIS delle reti tecnologiche. L’anno successivo, viene pubblicato il D.lgs 7/03/2005, n. 82, Modificato ed integrato dal D.lgs 30/12/2010 n.235, “Codice dell’Amministrazione Digitale” – CAD con lo scopo di definire le regole tecniche per la realizzazione delle basi dei dati territoriali, la documentazione, la fruibilità e lo scambio dei dati stessi tra le pubbliche amministrazioni centrali e locali, in coerenza con le disposizioni del sistema pubblico di connettività (SPC). Vengono istituiti 8 gruppi di lavoro ed in particolare il n.8 “Reti di sottoservizi” ha l’obiettivo di definire le specifiche tecniche per i DB geografici delle reti del sottosuolo e la loro documentazione nel Repertorio nazionale dei dati territoriali. La Regione Lombardia viene individuata come coordinatore del GdL 8, elabora delle specifiche tecniche raccogliendo indicazioni dai gestori di servizi a rete, e le trasmette ad AGID per una verifica di congruità e normalizzazione e per una definitiva ufficializzazione. I risultati vengono

I relatori per: Comune di Livorno, Regione Lombardia, Scuola Superiore S. Anna di Pisa, Telecom Italia e ASA Spa

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1 - Bolis R., Zaccone A. Il catasto reti e infrastrutture in Regione Lombardia: attività e futuri sviluppi, Conferenza Nazionale AMFM GIS Italia, Livorno 01/07/2015

infine esposti alla conferenza di AMFM GIS Italia 2015 (1/07/2015) dall’Agenzia per l’Italia Digitale con Gabriele Ciasullo e Leonardo Donnaloia, e da Andrea Zaccone di Regione Lombardia illustrando le “Regole tecniche per la definizione delle specifiche di contenuto per i database delle Reti di sottoservizi – Versione 5.0”. Il lavoro degli ultimi anni è ben rappresentato in fig.1 tratta dall’intervento di Regione Lombardia alla Conferenza AMFM 2015. Il 15/05/2014 viene approvata la Direttiva comunitaria 2014/61/UE e a livello nazionale la legge 11/11/2014 n. 164, che converte il D.Lgs 12/09/2014 n. 133, che contiene all’art. 6 bis: “Istituzione del Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture” SINFI. Obiettivo del progetto è: « ...la realizzazione di un catasto federato delle infrastrutture esistenti sul territorio italiano, mediante la predisposizione di una piattaforma aggregante, in grado di interfacciarsi con i sistemi informativi detenuti dalle singole amministrazioni competenti e dagli altri soggetti titolari o gestori delle infrastrutture da censire...». Tale progetto viene sviluppato in piena sintonia con AgID in modo tale da garantire l’omogeneità su base nazionale e l’interoperabilità delle diverse banche dati. AgID provvede inoltre alla produzione del Catalogo dei dati del SINFI attraverso l’utilizzo del GeoUML Catalogue. Come è noto i dati sono alla base dei sistemi informativi ed in tal senso il SINFI si prefigge la gestione dei dati delle: reti di telecomunicazione, reti elettriche, reti fognarie, reti di approvvigionamento idrico, rete di smaltimento

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delle acque, reti del gas, reti per il teleriscaldamento, oleodotti, reti per la pubblica illuminazione. Gli operatori coinvolti sono la Pubblica amministrazione centrale e locale gli Operatori di TLC le Public Utilities ed AGCOM. La regione Toscana con la L.R. 13/04/2015, n. 48, voluta e approvata grazie all’azione dell’assessore alla Presidenza e ai Sistemi Informativi Vittorio Bugli, istituisce il sistema informativo del catasto delle infrastrutture di rete. Nei prossimi mesi verrà redatto il regolamento mentre si farà affidamento sull’esperienza e sulla collaborazione di Regione Lombardia per l’avviamento del sistema informativo. Nella nuova sezione “GeoDati” del portale del RNDT, è stata creata una pagina dedicata in cui è possibile scaricare il documento. http://goo.gl/BUXWqc I commenti e le proposte di modifica pervenute entro il 15/08 saranno valutate dal GdL8 ai fini della stesura finale del documento e la conseguente adozione delle specifiche. Il documento ha una doppia valenza infatti le “Regole tecniche“ rappresentano anche il catalogo dei dati territoriali di riferimento per il sottosuolo per il Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture (SINFI). Si va in tal modo a costruire uno scenario basato sulla interoperabilità dei dati e dei servizi che dovrebbe mettere in grado di conoscere e gestire i data base ed i dati delle reti infrastrutturali del sottosuolo ed delle loro connessioni con il soprassuolo soprattutto rappresentato dagli edifici. Che il progetto ed il sistema da realizzare siano ambiziosi è emerso durante la Conferenza di AMFM GIS Italia.


SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Ciò non di meno tutti, amministrazioni ed operatori Pubblici e privati comprese le società di servizi software del settore, hanno riconosciuto la necessità di attuare al più presto un sistema del genere. Dall’approvazione della direttiva del 1999 sui PUGSS ci sono stati molti cambiamenti, è cambiato il rapporto tra i cittadini e le amministrazioni ed i provider di servizi cosicché è auspicabile che il nuovo sistema, il relativo catalogo ed i dati siano realizzati in tempi brevi ed utili a provvedere ai cittadini i servizi ed alle comunità ed alle città le funzioni in grado di assicurare la smartness tanto invocata nell’attuale gestione degli insediamenti umani e già oggetto di produzione legislativa ad hoc. Vale ricordare che anche il panorama europeo è denso di regole, di modelli e di raccomandazioni, per quanto riguarda i dati delle reti del sottosuolo e la loro interoperabilità con gli altri dati ambientali e degli insediamenti in generale, si pensi alla Direttiva INSPIRE. In Italia dal punto di vista tecnico le specifiche di contenuto per i DB delle Reti di sottoservizi costituiscono un approfondimento tematico di quelle per i DB Geotopografici elaborate dal Gruppo di Lavoro 2 “Dati geotopografici” dell’AGID rivolte alla definizione di uno strumento che possa rappresentare e descrivere il territorio nei principali aspetti naturali e antropici. Al fine di assicurare il necessario allineamento tra le Specifiche di contenuto per i DB delle Reti di Sottoservizi e quelle per i DB geotopografici è stato garantito il coordinamento e il continuo confronto tra i due gruppi. Inoltre, è stato curato l’allineamento

dei contenuti al modello dati definito, per tale categoria tematica, nel contesto della direttiva Europea INSPIRE (Data Specification for the spatial data theme Utility and Government Services – D2.8.III.6 Data Specification on Utility and Government Services – Technical Guidelines). Le “Regole tecniche per la definizione delle specifiche di contenuto per i DB delle Reti di Sottoservizi” definiscono il contenuto minimo obbligatorio per la costituzione di un DB delle reti omogeneo a copertura nazionale. Mentre da una parte si registra il comune plauso all’iniziativa del SINFI e l’intenzione a seguire le regole tecniche dei dati sopracitate è emersa, durante la Conferenza la necessità di chiarire quali risorse sono necessarie per porre in essere sia il catalogo che l’adeguamento dei DB a quanto sarà richiesto da SINFI sia la necessità di una architettura di sistema federato sostenibile alla luce delle diverse caratteristiche degli operatori del settore e delle procedure utilizzate dalle amministrazioni. La conferenza di Livorno, che ha visto la partecipazione diretta del Sindaco Nogarin e dell’assessore Martini così come della alta dirigenza della Regione Toscana, ha anche aperto una prospettiva su quale potrebbe essere il ritorno per la società italiana di questa iniziativa: il tema merita un altro incontro poiché è chiaro che le opportunità di offrire servizi sono enormi per la piccola e media impresa così come per i cittadini sono altrettanto grandi gli scenari di qualità e di quantità di servizi offerti dalla loro Smart City.

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Integrazione della Smart Water Grid all’interno dello smart metering multibusiness

Figura 1

Marcello Bondesan - Responsabile Sviluppo Asset Reti Energia Gruppo Hera Daniele Giunchi - Sviluppo Asset Reti Energia Gruppo Hera Riccardo Scaranari - nell’ambito delle attività di tirocinio

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Hera, in considerazione del suo carattere multiservizio e nell’ottica di indagare e comprendere appieno le dinamiche che questo momento di transizione tecnologica comporta nell’ambito del metering, sta realizzando un proprio progetto che prevede specifiche finalità di ricerca su nuove modalità di relazione con l’utenza e al tempo stesso l’ottenimento di efficienze mediante la ricerca di sinergie operative fra i servizi erogati tra i quali, in particolare, la distribuzione idrica, la distribuzione di gas, la distribuzione di energia elettrica, il teleriscaldamento e la raccolta rifiuti urbani. Il progetto, che fa parte di un’iniziativa promossa dall’ AEEGSI attraverso la Delibera 393/2013/R/gas, ha un valore di circa 3,8 M€ e si articola su diverse aree del Comune di Modena caratterizzate da differenti caratteristiche urbanistiche (Figura 1), coinvolgendo circa 13.300 utenze di 5 differenti servizi, implementando due diverse frequenze di trasmissione dati (169 MHz e 868 MHz). L’operatore terzo che realizza e gestisce la rete di comunicazione è Acantho S.p.A. (www.acan-

tho.it), società specializzata nella progettazione, implementazione ed integrazione dei sistemi di trasmissione, completando così un quadro tecnico del progetto complessivo che attinge a professionalità tutte collocate all’interno dello stesso gruppo industriale. Per quanto riguarda le funzionalità previste, sfruttando la infrastruttura di comunicazione RF relativa allo smart metering gas, si prevede di trasportare il dato di lettura di 8.715 misuratori gas, 3.857 misuratori di acqua potabile, 500 misuratori di energia elettrica e 111 misuratori di energia termica per teleriscaldamento. Al fine di testare l’intera catena tecnica, le letture ottenute per i diversi servizi saranno quelle effettivamente usate per la fatturazione agli utenti, trasportando i dati su un interfaccia interrogabile e configurabile/personalizzabile dall’utente impostando ad esempio delle soglie di consumo massimo e minimo (quest’ultime utili, per esempio, per identificare precocemente delle perdite negli impianti interni o per favorire il contingentamento dei consumi) o delle analisi di utilizzo dei vari servizi.


SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

In questo senso il progetto rappresenta certamente un momento per esplorare nuove modalità di rapporto con l’utenza ma anche un campo di prova per valutare con attenzione e su scala reale le complessità tecniche, gli investimenti e i costi operativi legati allo sviluppo di questi nuovi strumenti ad alta tecnologia. L’architettura del sistema è illustrata in figura 2. Nell’ambito di una visione di “smart city” il progetto prevede di sperimentare anche nuove modalità di gestione delle reti, acquisendo dati finalizzati ad una gestione più mirata delle infrastrutture dedicate alla erogazione dei servizi. In questo senso, l’elaborazione comparata dei dati ottenuti dagli smart meter di utenza con i segnali già trasmessi dagli impianti di erogazione del servizio al centro di telecontrollo (centrali di pompaggio acqua di rete, sottocentrali teleriscaldamento, ecc.), consentono di sfruttare algoritmi di analisi e regolazione delle condizioni di rete. Oltre alla «Smart Power Grid», già realizzata nel 2014 (nota 1), sono rilasciate nell’ambito di questo progetto altre funzionalità aggiuntive, fra le quali la «Smart Water Grid», realizzata mediante un opportuno utilizzo dei dati provenienti dai meter delle utenze e da quelli di rete (nota 2). La Smart Water Grid permetterà di comparare, giorno per giorno, i dati di consumo degli utenti con i volumi di acqua immessa nel distretto idrico interessato, consentendo di rilevare le perdite occulte (figura 3) e, di conseguenza, pianificare con maggiore efficacia gli interventi di riparazione, aumentando così la qualità del servizio. I cittadini coinvolti nella sperimentazione potranno avere dei benefici a partire da una maggiore consapevolezza sui propri consumi, grazie alle letture giornaliere e la possibilità di essere avvertiti quando il sistema centrale rileva dei consumi anomali. Per le utenze condominiali si prevede anche un sistema di riparto automatico dei consumi, gestito con lo stesso sistema di telelettura. Hera, che è stata dieci anni fa una delle prime aziende in Europa nella sperimentazione della telelettura dei contatori acqua in ottica smart grid [1-6], è convinta che la tecnologia sia ormai pronta per l’implementazione diffusa della Smart Water Grid, con evidenti vantaggi per il cittadino (consumo consapevole) e l’ambiente (utilizzo efficiente delle risorse idriche). Ora, per creare i presupposti abilitativi, è necessario che il settore si doti di un framework regolatorio e normativo preciso, analogo a quanto sta avvenendo nel settore della distribuzione del gas (nota 3), permettendo così di mettere in campo gli opportuni investimenti. Bibliografia: [1] G. Leoni, C. Anzalone, D. Giunchi, “Il progetto sperimentale di telelettura dei contatori”, Convegno LARA ‘Approvvigionamento e Distribuzione Idrica: Esperienza, Ricerca ed Innovazione’, Ferrara, 28-29 giugno 2007 [2] G. Leoni, C. Anzalone, D. Giunchi, “Implementing automatic water reading system: experimental remote meter reading system”, European Water Congress 2006, London (UK), 20‑23 Novembre 2006. [3] T. Liserra, S. Artina, C. Bragalli, G. Leoni, D. Giunchi, “Ap-

proccio pre-attivo per il controllo delle perdite idriche con monitoraggio in telelettura”, XXX Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Roma, settembre 2006. [4] G. Leoni, D. Giunchi, G. Liberti, “La telelettura dei contatori d’acqua per utenze: sperimentazione su un quartiere residenziale”, Acqua e città - I convegno nazionale di idraulica urbana, Sorrento, 28-30 settembre 2005 [5] S. Artina, C. Bragalli, D. Giunchi, G. Liberti, T. Liserra, “Metodologia di stima del bilancio idrico in presenza di monitoraggio in telelettura”, Secondo seminario su “La ricerca delle perdite e la gestione delle reti di acquedotto”, Perugia, 22 settembre 2005 [6] G.Leoni, D. Giunchi, C. Bragalli, G. Liberti, “Telelettura sulle reti idriche di distribuzione: metodo BISIV e primi risultati”, rivista EIDOS n.5 del 2005 Nota 1. La Smart Power Grid prevede una gestione avanzata della rete di distribuzione dell’energia elettrica e di funzionalità innovative di gestione della generazione distribuita. Nota 2. Anche se non oggetto del presente articolo, il progetto pilota prevede anche la realizzazione di una “Smart Heating Grid”, per il servizio di teleriscaldamento ed una “Smart Waste Grid” per il servizio di raccolta rifiuti urbani. Nota 3. Delibera AEEGSI 631/2013/R/gas (Direttiva messa in servizio gruppi di misura).

Figura 2

Figura 3

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

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La nuova Rivoluzione per tutte le Vostre esigenze

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Smart Water Grid Il sistema circolatorio di una città intelligente Il progetto di Distrettualizzazione e l’approccio alle Smart Water Grid. L’analisi dei minimi consumi notturni funzionale alla ricerca perdite. La modellazione idraulica a supporto delle strategie d’intervento. Il caso studio del distretto di Opicina a Trieste. La sperimentazione dei contatori elettronici telegestiti. Obiettivi e numeri del progetto. Andrea Rubin - Responsabile Ingegneria Direzione Acqua AcegasApsAmga Vittorio Tonti - Responsabile Reti Direzione Acqua AcegasApsAmga La Direzione Acqua di AcegasApsAmga, nell’ambito del processo di riduzione delle perdite ed efficientamento della rete acquedottistica, sta completando i lavori relativi al progetto di “distrettualizzazione idrica” nella aree di Padova e di Trieste. Si tratta di un processo di suddivisione “virtuale” della rete in tante piccole parti mediante l’inserimento di evoluti misuratori di portata e pressione in punti prestabiliti, situati lungo il perimetro di ciascun distretto. L’intero progetto, pianificato e supportato dalle simulazioni del modello idraulico delle reti, rappresenta un metodo ef-

ficace ed economicamente sostenibile nel processo di ricerca delle perdite, e consente inoltre una più efficiente gestione del personale, una prevenzione nei disservizi per effetto di un monitoraggio continuo e in tempo reale delle grandezze significative (portata e pressione) ed un’ottimizzazione degli interventi da realizzare nel piano industriale della Direzione. Il lavoro procede così come da cronoprogramma ed entro la fine del 2015 saranno realizzati 16 distretti principali nella rete di Padova e del Piovese ed altrettanti per la rete di Trieste: tali distretti diverranno “intelligenti” o

La suddivisione in distretti della città di Padova

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L’elettrocardiogramma del distretto

SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

“parlanti”, insomma vivi, (Smart Water Grid), in grado, cioè, di gestire autonomamente le portate in base al fabbisogno degli utenti e di segnalare tempestivamente le anomalie di sistema. Si tratta, in pratica, di una sorta di porta d’accesso fisica e virtuale in grado di comunicare in tempo reale il consumo di acqua di un’area molto localizzata. I dati affluiscono su un software che li rappresenta sulla cartografia e, soprattutto, li elabora confrontandoli con il consumo medio notturno di ciascun distretto, cioè il minimo consumo di ciascun’area. Se, rispetto a tale indicatore, vengono rilevati consumi superiori, significa che probabilmente nella zona si è manifestata una rottura. A quel punto è possibile inviare sul posto tecnici specializzati che con il supporto di “geofoni”, sono in grado di individuare molto velocemente la perdita, con un’approssimazione di pochi metri.

Questa attività per essere efficiente necessita non solo di un buon livello di conoscenza della rete che si va a studiare, ma anche di un solido background in tema di modellazione idraulica e di gestione della strumentazione per il monitoraggio. Va detto in questo senso che l’Ingegneria Acqua di AcegasApsAmga ha a lungo studiato e valutato tutte le tecnologie disponibili al momento sul mercato, scegliendo ad esempio un software di modellazione non ad algoritmi genetici perché ritenuti non del tutto affidabili sui risultati del comportamento reale dell’acquedotto; o ancora, si è deciso di dotarsi di strumenti per la misura della portata/pressione con tecnologia ad ultrasuoni a tempo di transito poiché non invasiva. Risulta evidente come lo studio a monte dell’attività sia stato fondamentale per il raggiungimento dei risultati fin qui ottenuti. Alcuni dati rilevanti: le reti di Padova e del Piovese sono

Il modello idraulico della rete di San Dorligo Della Valle (TS)

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015 DN 2000

ACQUEDOTTO "G. RANDACCIO" FILTRI DEPURAZIONE CLORAZIONE POMPE SOLLEVAMENTO DN 1300 TORRE PIEZOMETRICA DOSSO PETRINIA

CONDOTTA COSTIERA DN 900 TORRE DI SISTIANA

CO

ND

OT

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duino - aurisina

SO

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SORGENTI DI AURISINA

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S.CROCE FILTRI

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Estensione km

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BASSA

173

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OPICINA

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MONTE RADIO

14

1

MONTE CALVO

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4

DUINO AURISINA RANDACCIO

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5

96

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CHIADINO

16

2

M.te S.PRIMO

OPICINA (grande - piccolo)

PROBAMIRA

opicina

BANNE m.te radio M.te RADIO INT. SCALA SANTA SUP.

INT. M.te RADIO

CONCONELLO INT. SCALA SANTA MED.

GRETTA Z.A.

INT. SCALA SANTA INF. GRETTA Z.B. GELSOMINI INT. V.COMMERCIALE MADONNA DI GRETTA

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4

CACCIATORE

28

3

conconello

GUARDIELLA

COLOGNA

a logn co

CATTINARA

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3

23

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CONCONELLO

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2

COLOGNA

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NOGHERE

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3

104

11

m.te calvo CHIADINO

ino

31

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GUARDIELLA MONTE BELLO INFERIORE

S.VITO

CACCIATORE

cacciatore

alta

MONTEBELLO INF. cattinara

bassa

MUGGIA

m.te bello inferiore

CATTINARA S.M.MADDALENA

MONTEBELLO SUP.

RAUTE

BOTRO

ZAULE

CASTELLETTO

MUGGIA ALTA PIAI

S.ROCCO VANISELLA

LAZZARETTO

M.te S.MICHELE

EZIT FALSEGGI SAL.MUGGIA VECCHIA

muggia

SAL.UBALDINI

M.te D'ORO FARNEI GRANDE

FARNEI

M.te ZUCCHERINO

noghere

INT. M.te D'ORO

FARNEI PICCOLO

FARNEI ALTA

CASTELLIER

La suddivisione in distretti nell’area di Trieste

lunghe complessivamente oltre 2000 km, mentre l’acquedotto di Trieste si estende per circa 1.100 km. La suddivisione della rete nei distretti principali (sviluppo massimo nell’ordine dei 100 km di rete), prevede un ulteriore frazionamento degli stessi in tratti di estensione di circa 20/25 km ciascuno, per un totale di 89 sotto-distretti nell’area del Padovano ed ulteriori 78 nel territorio Triestino. Questa suddivisione permette di tenere sotto controllo costantemente la rete idrica, di favorire la ricerca operativa delle dispersioni e di localizzare le perdite “invisi-

Le manovre sul distretto di Opicina e l’abbassamento del minimo consumo notturno

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bili”, con l’effetto di produrre notevoli risparmi idrici ed energetici e minori spese di riparazione e manutenzione. A tutto ciò si aggiungono notevoli vantaggi anche per la rete fognaria: infatti, buona parte delle perdite occulte si disperde in fognatura alimentando il fenomeno delle acque parassite; di conseguenza la riduzione delle perdite d’acquedotto conduce ad un minor apporto di acqua pulita al depuratore e ad un aumento delle capacità di ricezione delle condotte fognarie. In particolare, la rete di Trieste merita una menzione specifica a causa della complessità del sistema di adduzione e distribuzione: il territorio è, infatti, caratterizzato da importanti dislivelli (da 0 a 400 metri sul medio mare) il cui ostacolo impone l’esercizio di pressioni di rete molto elevate (fino a 10-11 bar) e di un grande numero di serbatoi e sollevamenti. In tal senso, un’attenta analisi dell’andamento delle pressioni in rete permette di programmare una riduzione selettiva della stessa nelle ore diurne o notturne, riducendo il volume delle perdite di fondo, diminuendo le sollecitazioni delle infrastrutture idriche ed estendendo, in pratica, la vita utile dell’acquedotto. Nella gestione della pressione di rete, le simulazioni idrauliche del modello si stanno dimostrando lo strumento basilare e necessario ad adottare le corrette scelte progettuali e gestionali e per individuare le criticità del sistema. Ad esempio, nel distretto di Opicina sull’altipiano carsico, sulla base del modello idraulico, sono stati eseguiti degli interventi strategici in rete, con la posa di nuove condotte, l’inserimento di riduttori di pressione (diminuzioni nell’ordine di 2-3 bar) ed un interessante abbattimento delle perdite di circa 40 l/s. La distrettualizzazione della rete idrica sta, inoltre, procedendo di pari passo con la sperimentazione dei contatori elettronici telegestiti: si provvederà, infatti, a sostituire i vecchi contatori dell’acqua su un bacino iniziale di 3.000 famiglie residenti a Monte Calvo e San Dorligo della Valle (Trieste) e Ponte di Brenta (Padova). I contatori elettronici di nuova generazione sono in grado di segnalare in tempo reale una perdita sulla rete di proprietà del cliente, grazie a una spia lampeggiante sul display. Inoltre la stessa segnalazione è inviata ad AcegasApsAmga, che sarà così in grado di intervenire tempestivamente avvertendo l’utente. Questi strumenti portano con sé un altro importante beneficio: grazie alla telelettura, ogni bolletta riporterà quanto esattamente consumato nel periodo, senza necessità di consumi stimati. Il contatore, infatti, invierà in automatico i dati del consumo ad AcegasApsAmga. L’installazione dei primi contatori è partita a giugno 2015. Anche in questo caso si è proceduto ad un’analisi di tutte le tecnologie presenti sul mercato, testandone le performance e scegliendo poi quella ritenuta più idonea per questa situazione. Gli interventi di bonifica delle condotte vetuste, soprattutto nei centri storici e in strade di grande viabilità, assumono oggi un costo sociale rilevante; e poiché la tariffa idrica media italiana è una tra le più basse a livello europeo, ne risulta che la sostituzione delle reti esistenti appare sempre più impegnativa. Vanno quindi ricercate ed intraprese


SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Le sperimentazioni sui telecontatori

soluzioni alternative al semplice rinnovo delle vecchie tubazioni e, in tal senso, il progetto di Distrettualizzazione di AcegasApsAmga sta risultando non solo uno strumento d’eccellenza, ma anche e più’ in generale un approccio, al problema della cura dei nostri acquedotti, pragmatico ed efficace. In conclusione, tutto ciò si tradurrà in un risparmio di oltre 5 milioni di m3/anno. Inoltre, riducendo le perdite di rete, si avrà una diminu-

zione complessiva dell’acqua immessa nelle tubazioni. Le numerose pompe del sistema idrico, che in alcuni casi sollevano l’acqua sino ai 400 metri delle abitazioni più alte, consumeranno conseguentemente meno energia, con un risparmio stimato di circa 2.500 MWh annui (pari a circa 1000 ton. di CO2 in meno immesse in atmosfera). A ciò si aggiunge poi un terzo vantaggio: diminuendo la pressione nelle condotte, esse saranno tutelate dal rischio di rottura per il futuro.

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FORUM TELECONTROLLO 2015 RETI DI PUBBLICA UTILITĂ€

MAIN PARTNER ABB Siemens TOP PARTNER Schneider Electric PLATINUM PARTNER Copa-Data Italia Mitsubishi Electric Europe Panasonic Electric Works Italia Phoenix Contact Rps (Riello UPS) Wonderware Italia

GOLD PARTNER A.T.I. Beckhoff Automation Calvi Sistemi Endress+Hauser Italia Eurotech

GE Intelligent Platforms Europe I.D.&.A. Progea Rittal Rockwell Automation Selta Xeo4

SILVER PARTNER ESA Energy Intesis Lacroix Softec Lenze Italia Saia Burgess Controls Italia Wit Italia


Soluzioni italiane per la Smart Community

Torna a settembre il Forum Telecontrollo - Reti di pubblica utilità, la mostra-con­vegno itinerante che il Gruppo Telecontrollo, Automazione e Supervisione delle Reti di ANIE Automazione organizza da oltre vent’anni con cadenza biennale. La quattordicesima edizione si svolgerà il 29 e 30 settembre presso l’HangarBicocca, spazio dedicato alla produ­zione, esposizione e promozione dell’arte contem­ poranea, nato nel 2004 dalla riconversione di un vasto stabilimento industriale appartenuto all’An­saldo-Breda. Uso efficiente e sostenibile delle risorse, sicurezza delle informa­zioni, ottimizzazione delle prestazioni e dei servizi, innovazione tecnologica e molto altro al centro del Forum dal titolo “Telecontrollo made in Italy: a step forward for a better life. Soluzioni sostenibili per la smart community”. L’evento costituisce l’occasione consolidata per appro­fondire i temi tecnologici, le applicazioni e i servizi a valore ag­giunto connessi ai sistemi di telecontrollo e automazione, diretti a incrementare le prestazioni delle reti nell’industria e migliorare la qualità della vita della comunità. L’alto livello tecnico delle memorie, le competenze degli operatori e l’esperienza decennale degli organizzatori fanno di questa manifestazione un’eccellenza tipicamente italiana che si vuole fortemente valorizzare anche fuori dai confini nazionali. È già possibile consultare l’anteprima dei contenuti visi-

tando il sito ufficiale della manifestazione e sfogliando il programma on-line, navigabile seguendo i tre grandi temi Reti, Città e Industria o le aree di applicazione delle soluzioni che verranno presentate: Acqua, Energia e ICT.

I Partner del Forum Telecontrollo ABB, Siemens - Schneider Electric - Copa-Data Italia, Mitsubishi Electric Europe, Panasonic Electric Works Italia, Phoenix Contact, Rps (Riello UPS), Wonderware Italia - A.T.I., Beckhoff Automation, Calvi Sistemi, Endress+Hauser Italia, Eurotech, GE Intelligent Platforms Europe, I.D.&.A., PcVue, Progea, Rittal, Rockwell Automation, Selta, Xeo4 - ESA Automation, Intesis, Lacroix Softec, Lenze Italia, Saia Burgess Controls Italia, Wit Italia. Il Forum Telecontrollo si contraddistingue nel panorama convegnistico italiano e rappresenta una possibilità concreta per chi vuol entrare a far parte di un network di esperti provenienti dalle più qualificate aziende del settore, Università, Pubblica Amministrazione e Public Utilities. Per ampliare tale “rete” ed agevolare concretamente la partecipazione degli operatori del comparto alla manifestazione, si è ritenuto opportuno anche per questa edizione razionalizzare i costi di adesione. Si segnala, inoltre, la possibilità di usufruire di biglietti omaggio per EXPO Milano 2015 acquistando specifici pacchetti d’ingresso. Per maggiori informazioni www.forumtelecontrollo.it

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PUBBLIREDAZIONALE

MITSUBISHI ELECTRIC

Controllo integrato del processo di gestione delle risorse idriche Mitsubishi Electric è il fornitore globale di soluzioni per il controllo di processo. L’obbiettivo comune è il rafforzamento a lungo termine dei processi di gestione delle risorse idriche per mettere in reciproco equilibrio gli interessi degli utenti e le esigenze della natura. Il corretto rapporto con le risorse idriche e la loro tutela determinerà in modo decisivo la copertura delle future necessità agricole, urbane ed energetiche. L’efficiente difesa e gestione di questa materia prima così importante è una sfida per una mentalità ed una ingegnerizzazione innovativa dei sistemi di controllo e automazione. In ogni settore delle risorse idriche, la collaborazione con Mitsubishi Electric è garanzia di riuscita del progetto nei tempi e nei costi previsti. La costante evoluzione della tecnologia di Mitsubishi Electric ha consentito ai propri clienti e partner di raggiungere gli obbiettivi soddisfacendo gli standard più severi, ottimizzando l’efficienza degli impianti, aumentandone la disponibilità e riducendo i costi di installazione ed esercizio. Numerose sono le applicazioni ove il risparmio energetico ottenuto ha consentito di anticipare il ROI Return On Investment dell’utilizzatore finale a soli 2 anni dall’installazione.

DCS PMSXPro

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iQ-R

La scalabilità dei controllori di processo, le performance degli inverter e delle apparecchiature elettriche unitamente alle capacità di sviluppare un progetto complesso in ogni sua fase, sono stati i motivi che hanno condotto importanti aziende pubbliche Europee operanti nella depurazione e distribuzione delle acque a scegliere Mitsubishi Electric come partner per la fornitura dei sistemi di gestione delle acque in città con oltre 2 milioni di abitanti. Dalle stazioni di pompaggio al trattamento primario, dalla filtrazione alla sedimentazione, dalla separazione/ smaltimento dei fanghi al recupero dei biogas, dalla gestione delle barriere idrauliche al controllo automatico di sbarramenti idrici, per ognuno di questi ambiti disponiamo della tecnologia ed il know-how necessari al soddisfacimento sia delle esigenze del momento che di quelle future. I software DCS Distributed Control System e SCADA Supervisory Control and Data Acquisition di Mitsubishi Electric, i video wall installati nelle sale controllo, unitamente alla piattaforma per la gestione degli smartphone, consentono il costante monitoraggio dei processi produttivi unitamente ad una ottimizzazione delle risorse umane nella gestione degli impianti, il tutto contraddistinto dalla qualità e affidabilità Mitsubishi Electric.

SmartRTU


Soluzioni per il Processo

É incredibile quello che riusciamo a fare! Le soluzioni integrate di Mitsubishi Electric per il controllo di processo sono una combinazione di innovazione tecnologica, sostenibilità, produttività, sicurezza e visibilità. Sviluppate per il monitoraggio, il comando e il controllo di impianti industriali, garantiscono massima flessibilità e riduzione dei costi di progettazione e manutenzione. La qualità e l’affidabilità delle nostre soluzioni assicurano la piena efficienza degli impianti e la riduzione dei costi di esercizio.

it3a.mitsubishielectric.com


PUBBLIREDAZIONALE

LACROIX SOFREL

Specialisti della telegestione e distrettualizzazione Lacroix Sofrel da oltre 40 anni progetta e commercializza un’ampia gamma di prodotti di telegestione e distrettualizzazione allo scopo di risolvere e soddisfare ogni esigenza del Ciclo Idrico Integrato. Associata ad Anie da diversi anni, Lacroix Sofrel sarà presente – come di consueto – al prossimo Forum Telecontrollo che si svolgerà a Milano il 29 e 30 Settembre nei suggestivi spazi di hangar Bicocca. Il Forum da sempre rappresenta l’incontro degli addetti ai lavori che si confrontano ed approfondiscono memorie ad alto livello tecnico che valorizzano da sempre l’eccellenza italiana e costituisce l’occasione per migliorare le prestazioni delle reti e la diversificazione delle soluzioni, restando sempre al passo con i tempi. Temi al centro di questa edizione saranno l’uso efficiente e sostenibile delle risorse, sicurezza delle informazioni, ottimizzazioni delle prestazioni e dei servizi, innovazione tecnologica. Temi comuni a Lacroix Sofrel che da decenni opera nel settore della distrettualizzazione al fine di fornire strumenti e soluzioni per erogare servizi di qualità, garantire ottimizzazione e massimizzazione delle prestazioni con riduzione dei costi operativi.

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Tutto ciò supportato dalla capacità di innovazione e dalla costante ricerca che ha reso Sofrel negli anni leader nel mercato. Le soluzioni Sofrel, progettate per adattarsi ai vincoli di installazione negli ambienti più difficili, sono un concentrato di innovazione e performance. I vantaggi del telecontrollo Sofrel si ritrovano nella sicurezza e nell’automatismo degli impianti, nella riduzione delle perdite e nell’efficientamento energetico. Tutto ciò contribuisce al miglioramento del rendimento delle reti con particolare attenzione all’ambiente. In occasione del prossimo Forum del Telecontrollo tra gli altri temi verrà trattato un case history di un importante gestore dell’intera rete di adduzione che – dopo un attenta analisi della situazione, non facile, che si è trovata a gestire – ha realizzato con Sofrel la soluzione che meglio rispondeva alle proprie esigenze Una volta verificati e risolti i problemi che si sono man mano presentati, si è giunti – grazie ad un attento lavoro di sinergie, competenze e innovazione – alla soluzione: di semplice utilizzo, pratica installazione ed elevata affidabilità – da anni valori chiave per Sofrel.


TELECONTROLLO SOFREL soluzioni per il ciclo idrico integrato anni di innovazione per il controllo, l’automatismo e la gestione di reti idriche RTU e data logger

• Telelettura contatori di distrettualizzazione e rilevazione di perdite

• Pilotaggio valvola di regolazione della pressione

• Telelettura contatori clienti “grandi utenze”

• Sorveglianza serbatoi

• Controllo stazioni di trattamento

• Controllo pozzie stazioni di pompaggio

• Controllo stazioni di sollevamento • Controllo stazioni di depurazione • Sorveglianza collettori

• Sorveglianza scolmatori di prima pioggia

Posti centrali di telegestione (SCADA e Web server) www. la cr oix-softec.it

Via Tagliolini 108 – Settore D10 16152 GENOVA (Area Campi) Tel. +39-010.601911 - Fax : +39-010.60191216 E-mail : lacroix-softec@sofrel.com


PUBBLIREDAZIONALE

I.D.&A.

Gas e Water Framework 2.0 I.D.&A. srl, una società che da oltre 20 anni si dedica al telecontrollo ed all’automazione di gas e ciclo idrico, continua lo sviluppo e l’evoluzione del suo Framework specifico per il mercato delle public utility. Attraverso l’uso della piattaforma SCADA più flessibile e potente del mercato, Win-CC Open Architecture di Siemens, realizza una soluzione tecnico economica ideale per il telecontrollo di impianti complessi e caratterizzati da tipologie di RTU delle più disparate, situazione di campo sempre più comune per i gestori della public utility. Le ultime modifiche del G&W Framework hanno riguardato la parte grafica completamente rinnovata ed allineata alle più recenti tendenze del mondo informatico con una particolare attenzione al Mobile (Android, Apple, Windows) che oggi può essere utilizzato come interfaccia operatore in modalità nativa e senza dover realizzare pagine ad hoc. L’integrazione dei sistemi aziendali è ormai una realtà concreta: con la nostra piattaforma le reti GIS possono essere animate dai dati del telecontrollo mentre un moderno e potente Report Generator è in grado di fornire stampe e cruscotti sintesi completamente integrati nel telecontrollo. Le nuove funzionalità, sempre supportate dalla potenza del motore SCADA unite alla competenza ed al know-how di I.D.&A., consentono la gestione di migliaia di impianti senza problemi. La piattaforma è il motore del telecontrollo di diversi impianti quali, ad esempio, A2A Brescia, Acque Vicentine, Acquedotto del Fiora, AIM Vicenza, AIMAG Mirandola, Brianzacque, CAP Holding, CIIP Ascoli, Consorzio Bacini Piacentini, Consorzio Bonifica Sannio Alifano, HERA Bologna, Lario Reti Holding e Prealpi.

ESA AUTOMATION

Piattaforma tecnologica per il monitoraggio dei consumi energetici

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ESA Automation opera da quarant’anni nel settore dell’automazione industriale. Oggi è presente nel mondo con filiali in Germania, Spagna, USA, India, Cina e Turchia con un’ampia rete di distribuzione a livello internazionale. L’offerta di prodotti è molto ampia: HMI, SoftPlc, I/O, IPC, Router, Dem, Data Manager, Software per la gestione energetica e SCADA di ultima generazione. Soluzioni altamente tecnologiche per l’automazione industriale, studiate per garantire la massima efficienza in ogni campo di applicazione. In occasione del Forum, ESA Automation presenta una piattaforma tecnologica per il monitoraggio continuo, la visualizzazione e la gestione dei consumi energetici attraverso un’architettura IoT e web server integrato nei dispositivi di campo, ai fini della creazione di un processo di miglioramento dell’efficienza. La soluzione Smart Meter permette di conoscere in modo dettagliato i consumi, realizzare una mappatura delle inefficienze di impianti o processi e attuare di conseguenza le misure di efficientamento dei carichi. Gli elementi di misura (DEM) EW800 Esaware monitorano in maniera puntuale i consumi dell’impianto e i parametri di qualità della rete. Le misure, le distorsioni armoniche e il THD vengono visualizzati su un ampio display touch screen e inviate al data Data Manager via radio. I concentratori di dati (Data Manager) EW900 Esaware permettono di creare e gestire una rete fino a 250 DEM, interagendo inoltre con contatori di gas, acqua e contacalorie, per fornire un quadro completo dei consumi. Il software Energyaware è un’innovativa applicazione HTML5: usando il web browser di un qualunque dispositivo (anche da remoto) l’utente accede ai Data Manager, dove sono disponibili grafici altamente configurabili e dati real-time, scaricabili su database tramite protocollo http.


Ampia gamma di soluzioni per tutti i protocolli standard

PUBBLIREDAZIONALE

BECKHOFF AUTOMATION

Beckhoff Automation presenta soluzioni innovative, complete e aperte verso tutti protocolli standard in ambito di telecontrollo e telemetria per sistemi di telecomunicazioni, infrastrutture e trasporti e gestione delle reti elettriche. L’azienda, quale fornitore di sistemi PC Based, si dimostra particolarmente idonea verso il mondo del telecontrollo. L’ampia proposta di protocolli integrati, quali IEC60870-5-10x, IEC61850, OPC-UA, BacNET e Modbus, ne sono piena conferma. In particolare, con il protocollo di comunicazione OPC-UA, Beckhoff permette uno scambio di informazioni importante in rete con criteri di ottimizzazione e sicurezza di trasmissione dell’informazione di ultima generazione. Mediante questa tecnologia, le applicazioni su Cloud diventano di facile realizzazione per chiunque e non necessariamente attraverso l’uso di uno SCADA. I campi di applicazione sono vari: dagli impianti per linee ferrotranviarie, ai tunnel autostradali per continuare su tutte quelle infrastrutture come aeroporti, porti navali, parcheggi automatici, sistemi di sicurezza autostradale, nonché depurazione e trattamento acque. Tutti questi ambiti richiedono un sistema che soddisfi tutte le esigenze in autonomia con intelligenza remota e che possa essere supervisionata e gestita a distanza. I controllori Beckhoff si trovano infatti già in molte applicazioni: dagli edifici, alle turbine eoliche, agli impianti di produzione più in generale, nelle sottostazioni della rete elettrica o ancora trovano impiego nell’integrazione di impianti tecnici in genere arrivando fino alle smart-community. A supporto di tutto ciò, Beckhoff Automation offre una gamma di PC Embedded e Industrial PC che si caratterizzano per performance, robustezza, modularità e garanzia di disponibilità a lungo termine, che, insieme alla flessibilità e all’elevata scalabilità, consente di sfruttare appieno le tecniche di risparmio energetico.

INTESIS

Focus su tre case studies La partecipazione di Intesis è caratterizzata dalla presentazione di case studies, attraverso 3 presentazioni, focalizzate sulla gestione della risorsa idrica e sul processo di trattamento ed affinamento per il riuso irriguo. La prima consentirà di illustrare “Un brillante esempio di integrazione tecnologica per la gestione di un complesso sistema di distribuzione irrigua misto – per caduta e sollevamento” il tutto in un’architettura ICT totalmente integrata in 4 livelli, dal campo al WEB. La seconda rappresenta un importate aggiornamento dello stato dell’arte sulla “Innovazione tecnologica e telecontrollo al servizio della depurazione in Puglia”. Sarà affrontato il tema del Telecontrollo della Depurazione in ambiti estesi e complessi che comincia anche attraverso iniziative di ricerca tecnico-scientifica applicata ad integrare l’impianto depurativo nel Sistema Idrico Urbano, costituito non solo dalla rete fognaria dell’abitato che lo alimenta, ma anche dall’ambiente a monte e dal recapito a valle, che rispettivamente lo condizionano e lo subiscono. La terza presentazione “Il Cloud Computing a supporto del riutilizzo irriguo delle acque reflue urbane e agro-industriali per la gestione sostenibile delle risorse idriche” offrirà il segno tangibile di come un sistema di telecontrollo, nella sua espressione più innovativa “in Cloud”, possa contribuire a rendere più vicini e fruibili, attraverso un portale WEB attivo, gli importanti risultati ottenuti per un obiettivo socioeconomico-politico avente ricadute positive sulla Comunità Nazionale ed Internazionale, quale è il riuso per scopi irrigui dell’acqua depurata ed affinata. Il Forum è l’occasione per offrire qualche spunto di riflessione sui risultati e le linee guida rivenienti da un triennio di sperimentazione condotta dai più autorevoli ed accreditati Enti di ricerca pugliesi (Università, CNR-IRSA, Politecnico, ecc.), supportata dall’utilizzo del CLOUD progettato e realizzato da Intesis nel contesto del PON In.Te.R.R.A. 01_01480.

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AUSY — Ingegneria, automazione e telecontrollo, da oltre 35 anni

AUSY propone oggi una soluzione completa ed integrata per la gestione degli Impianti e delle Reti Acqua, Gas, Oleodotti, al fine di ottenere un incremento dei parametri di sicurezza, maggiore continuità di servizio, risparmio energetico ed una globale riduzione dei costi di gestione ed esercizio. • •

ENGINEERING: studi di fattibilità, stime di costo, FEED, ingegneria di base e dettaglio MONITORAGGIO: dispositivi per protezione catodica, pressione, temperatura, portata, livello ed altre variabili, per raccolta e trasmissione dei parametri di esercizio, PLC, DCS

ACQUISIZIONE: gestione integrata multiprotocollo delle comunicazioni da e verso il campo

ELABORAZIONE/ANALISI: SCADA, visualizzazione, analisi e memorizzazione dei dati di esercizio

GESTIONE: piattaforma integrata di Risk Management, Business Continuity e Crisis Management

Telefono: +39 0382.99.51.74 Email: commerciale@ausy.it www.ausy.it

Sannazzaro de’ Burgondi – San Donato Milanese – Padova – L’Aquila


SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Foto Stefano Topuntoli, dal libro “Riaprire i Navigli”.

L’innalzamento della falda ed il problema delle acque parassite Il problema dell’innalzamento della falda si è presentato nuovamente con una serie di criticità connesse alla gestione del territorio e delle infrastrutture. ATO Città di Milano ha riattivato un tavolo tecnico per il monitoraggio e una serie di proposte di azioni e strategie per il contenimento del fenomeno.

Andrea Zelioli, Direttore Ufficio d’Ambito Territoriale Ottimale della Città di Milano Laura Scesi, Full Professor in Geologia Applicata – Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale - PoliMi Fabio Marelli, Direttore Settore Acquedotto MM S.p.A - SII della Città di Milano

Nel corso del XX secolo il territorio milanese ha subito importanti trasformazioni dal punto di vista urbano e produttivo e, di conseguenza, di uso del suolo e delle risorse idriche. A partire dagli anni 50, grazie al boom economico italiano, la città di Milano ha subito una forte espansione, con incremento di popolazione ed insediamento di grandi realtà produttive, accompagnati da un incremento nel consumo di acqua e conseguente abbassamento del livello piezometrico della falda superficiale. Negli ultimi vent’anni si è assistito al progressivo abbandono dei grandi poli industriali (ad esempio quello di Sesto San Giovanni) a favore di una consistente crescita del settore terziario, nonché la diminuzione degli abitanti residenti in Milano (da oltre un milione e 900 mila abi-

tanti agli attuali un milione e 300 mila). Una conseguenza di tali trasformazioni socio-economiche è stata la forte diminuzione di consumo d’acqua e la sensibile risalita del livello di falda, in particolare nella zona di Milano: negli anni ‘90 tale livello è risalito anche di 10 m in alcune aree cittadine, provocando problemi alle infrastrutture (box, metropolitane, scantinati, fondazioni, ecc.) e costringendo l’utilizzo di impianti di pompaggio. Fin dal 1996 la Provincia di Milano (ora Città Metropolitana) ha gestito il Sistema Informativo Falda, iniziando ad occuparsi del fenomeno dell’innalzamento della falda nella città di Milano e pubblicando per prima, nell’ottobre dello stesso anno, uno studio estremamente

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1 - Serie idrogeologica delle unità della pianura milanese

approfondito sulle cause del fenomeno (AA.VV.1996). L’analisi delle principali voci che costituiscono il bilancio idrico, suddivise in entrate (precipitazioni, irrigazioni e perdite dalla rete) e uscite (prelievi, uscite dai fontanili, evapotraspirazione), ha consentito di ricondurre le cause che hanno determinato il fenomeno, essenzialmente alla pesante diminuzione dei consumi: la dismissione industriale ha infatti comportato una riduzione dei prelievi, a partire dai primi anni novanta, stimata intorno ai 150.000.000 m3 annui. Di conseguenza, a partire dall’inizio degli anni ’90 si evidenzia un rapido incremento dei livelli che arrivano a raggiungere valori di soggiacenza paragonabili a quelli della metà degli anni ‘60. Sulla scorta degli studi effettuati dall’allora Provincia di Milano venne istituito un gruppo di lavoro comprendente vari attori della realtà milanese che venne poi istituzionalizzato attraverso due successivi accordi di programma: • il decreto del Presidente della Regione Lombardia del 22 giugno 1999 – n. 32816 (Approvazione ai sensi dell’art. 27 della l. 8 giugno 1990, n. 142 e della l.r. 15 maggio 1993, n. 14, dell’Accordo di Programma per il controllo dell’innalzamento della falda nell’area milanese) che comprendeva una serie di azioni di controllo e tutela; • l’accordo di Programma DGR.9958 del 26 luglio 2002 (Approvazione del programma di interventi di seconda fase per il controllo dell’innalzamento della falda nell’area milanese – Legge n. 428 del 3 dicembre 2001) che individuava e gestiva una serie di interventi sulla scorta della legge nazionale sopracitata, che prevedeva uno stanziamento di 20 miliardi di lire pari a circa 10 milioni di euro. Nei primi dieci anni del 2000, grazie al costante controllo, la situazione della falda è rimasta pressoché stazio-

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naria pur rimanendo su livelli piuttosto alti ma, causa il concentrarsi delle piogge o probabilmente il cambiamento climatico ormai in atto, la situazione in questi ultimi mesi si è ulteriormente aggravata.

Assetto geologico generale Per comprendere meglio il fenomeno è però necessario fare una breve ricostruzione del modello idrogeologico concettuale dell’area milanese. Il sottosuolo della città è costituito da una sovrapposizione di numerose Unità Idrogeologiche all’interno delle quali si riconoscono i seguenti Gruppi Acquiferi (fig.1): • Gruppo Acquifero A (da 0 a 35 m): costituito da una successione di ghiaie e sabbie di origine fluvio-glaciale relativamente recente (litozona ghiaioso-sabbiosa), corrispondente al livello acquifero più superficiale nella media e bassa pianura, mentre nella zona dell’alta pianura è limitato ai fondovalle. Le risorse idriche sono spesso compromesse da un punto di vista qualitativo e sono quindi per lo più utilizzabili unicamente a scopo agricolo e industriale. L’alimentazione è prevalentemente superficiale; • Gruppo Acquifero B (da 35 a 110 m): costituito da una successione di ghiaie e sabbie, talora intercalati con livelli limosi e argillosi, di origine fluvio-glaciale più antica (litozona sabbioso-ghiaiosa e conglomeratica); i depositi sono talora cementati nella zona di base, a formare un conglomerato (es. Ceppo Lombardo o Ceppo dell’Adda). Nella zona dell’alta pianura e delle colline moreniche è il primo acquifero presente, mentre nella media e bassa pianura si presenta generalmente confinato o semiconfinato; • Gruppo Acquifero C (> 110 m): principalmente costituito da argille grigie di origine continentale, conosciute anche come “Villafranchiano”, contenenti



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lenti sabbiose (litozona sabbioso-argillosa); a Milano tale unità si riscontra intorno a 100 m di profondità, ma risale in quota verso i bordi prealpini e procedendo verso il Piemonte. Il suo interesse pratico è rilevante, non tanto per le non elevate riserve idriche in esso contenute, quanto per la qualità delle acque sotterranee che raramente presentano fenomeni di contaminazione industriale o agricola, per la frequenza e lo spessore delle bancate limoso-argillose che diventano sempre più frequenti.

Rappresentazione della falda contenuta nell’acquifero A

2 - Andamento piezometrico della prima falda

3 - Andamento della superficie piezometrica riferita al settembre 1954

Osservando la carta piezometrica relativa alla falda più superficiale contenuta nell’acquifero A nella città di Milano, si nota che la direzione di flusso è mediamente NNOSSE e N-S e che la soggiacenza della falda, riferita all’ottobre del 2014, varia dai 16-18 metri nelle zone situate più a nord a valori inferiori ai 2 metri nelle zone poste a Sud (fig.2). La superficie piezometrica si trova a quote comprese tra 128 m s.l.m. nell’area Nord e 100 m s.l.m. a Sud dell’abitato con pendenza media di circa il 4‰ (molto pronunciata risulta la differenza di gradiente idraulico tra il settore occidentale e quello orientale, dove si riduce dallo 5‰ al 3‰). Si noti che dai dati storici del Comune di Milano, nel 1897 la superficie piezometrica nella zona di Piazza Duomo si attestava a 5 m di profondità e a Sud della città a circa 2 m di profondità. Attualmente, come si vede in Figura 2, confrontando i livelli attuali con quelli degli anni passati, si osserva che per ritrovare un andamento piezometrico simile, bisogna risalire agli anni ‘50 (fig.3). Tra i primi anni sessanta e i primi anni novanta, invece, la presenza di grandi fabbriche ubicate soprattutto nella fascia Nord di Milano, pompando ingenti quantitativi d’acqua (fino a 140.000 m3/giorno), determinarono un abbassamento piezometrico significativo (fig.4). Pare opportuno evidenziare che l’andamento piezometrico relativo al 1954 è di particolare importanza, in quanto, a partire da tale anno, ha inizio l’abbassamento piezometrico che continuerà fino alla fine degli anni ‘80. A partire dal 1990 si osserva invece un’inversione di tendenza e la falda incomincia a crescere; tale innalzamento prosegue fino al 1997, anno di sostanziale stabilità rispetto alla forte crescita dei livelli nel periodo ‘90-’97. In particolare, si sono misurati incrementi della falda complessivi di circa 8-10 m nella zona nord, di 4-5 m nella zona centrale e di 2 m nella zona sud.

Acque parassite

4 - Andamento della superficie piezometrica riferita al settembre 1998.

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Nel corso degli ultimi anni, a seguito del fenomeno della risalita della falda, si è verificato un significativo incremento di portate parassite in rete fognarie scaricate da attività di pompaggio da locali interrati allagati, ma anche da scarichi da pozzi privati, pompe di calore, pozzi di spurgo e bonifica, pompaggio da pozzi e well-point di cantieri di grandi opere come la linea metropolitana 4 e 5. I volumi annualmente collettati ai 3 depuratori che servono la città di Milano (Nosedo, Milano Sud e Peschiera Borromeo), sono pari a circa 280 milioni di m3, a fronte


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di un volume distribuito all’utenza da acquedotto di circa 200 milioni di m3. Il volume di acque parassite risulta pertanto di circa 80 milioni di m3 l’anno (senza considerare i contributi di piogge e perdite di rete, che andrebbero nel complesso ad incrementare il dato citato) pari al 40% del volume di acqua distribuita. Al fine di quantificare puntualmente l’entità di portate parassite e la localizzazione delle stesse per distretti, si è suddiviso il bacino di fognatura in più di 200 sottobacini ove si stanno effettuando (a partire dal bacino ovest) misure di portata con strumenti area-velocità, al fine di definire i flussi immessi in rete nei diversi distretti provenienti dalla rete acquedottistica e quelli provenienti da altre fonti, confrontando quindi i dati con il cumulato misurato presso i Depuratori. Parallelamente è stata avviata la campagna di monitoraggio dei possibili recapiti delle acque di falda sia facenti parte del reticolo idrico principale e del reticolo idrico minore attivo del Comune di Milano, che mediante la riattivazione dei corsi d’acqua tombinati temporaneamente non attivi (fig.5). La presenza di circa 200 km di tombinature di corsi d’acqua attivi e di circa 70 km di corsi d’acqua di possibile riattivazione, costituisce una risorsa da sfruttare sia per la possibilità di incremento di sistemi di pompe di calore con restituzione in corso d’acqua (e quindi con induzione di effetto di deficit idrogeologico localizzato sulla falda) che di riduzione dei costi legati al funzionamento di fognatura e depurazione.

5 - In azzurro: reticolo idrico principale e minore della città di Milano In rosso: corsi d’acqua tombinati momentaneamente non attivi

L’utilità idraulica della riapertura della Cerchia interna dei Navigli di Milano È stato recentemente presentato, a Palazzo Reale di Milano, lo studio di fattibilità per la riapertura parziale dei Navigli, affidato dall’Amministrazione comunale a un gruppo di lavoro interdisciplinare che ha visto coinvolte diverse Università, professionisti ed esperti con il coordinamento del Politecnico di Milano. Va ricordato infatti che la soppressione della Fossa Interna (1966) ha creato una grave discontinuità idraulica nel sistema storico, che garantiva il collegamento tra il Seveso/Martesana e la Roggia Vettabbia. Attualmente, le acque del Seveso e della Martesana vengono convogliate esclusivamente nel Cavo Redefossi (sostanzialmente perse all’uso irriguo), mentre la Roggia Vettabbia è alimentata, in modo peraltro insoddisfacente ai fini agricoli, solo da acque di pozzi di prima falda (29) realizzati dal Comune nel centro storico. Il ripristino, seppur parziale, dell’originario collegamento idraulico, quanto meno sotterraneo, lungo la Fossa Interna tra la Via San Marco e la Via Vettabbia, mediante il riutilizzo della porzione centrale della Fossa Interna (in parte ancora recuperabile), potrebbe non solo consentire nuovi apporti irrigui (già dalla sola Martesana si parla di c.a. 1 mc/s) in favore delle campagne del Parco Agricolo, ma anche mitigare alcune criticità, in tema di drenaggio urbano, verificatesi dopo la chiusura della cerchia interna (fig.6). Qualora realizzata, tale opera idraulica potrebbe costituire un valido recapito alternativo delle acque chiare e parassite distolte dalla rete acque reflue (fig.7).

6 - La Chiusura di Via Senato

7 - Planimetria del progetto

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Va comunque precisato che il recapito ottimale delle acque parassite è costituito dal reticolo idrico superficiale, peraltro, vista la pressoché totale obliterazione dello stesso nelle zone centrali della città di Milano, tale reticolo idrico necessita di sostanziali interventi di ripristino della continuità idraulica nonché di verifiche quantitative in merito alla capacità idraulica sostenibile in funzione delle maggiori portate introdotte. Nell’aggiornamento 2014 del Piano d’Ambito, predisposto da ATO Città di Milano, sono state previste, tra le altre, specifiche strategie di intervento e relativi investimenti, per un ammontare di circa 80 Milioni di euro, con il duplice obiettivo di ottimizzare e rendere efficiente il sistema di collettamento e trattamento delle acque reflue della Città di Milano e, al contempo, di mitigare l’attuale, e purtroppo ben noto, elevato grado di rischio idraulico delle aree urbane, che trova peraltro origine a scala di bacino. Verrà pertanto preliminarmente svolta una ricognizione degli scarichi, il più completa possibile, per individuare anomale immissioni di acque parassite nella rete fognaria (fra cui non mancano quelle derivanti da non autorizzati collegamenti di impianti a pompe di calore, a pompe di aggottamento, ecc.) e, in secondo luogo, per valutare e definire le modalità di distoglimento delle stesse, laddove le azioni siano riconducibili ad interventi che possano essere legittimamente disposti dal gestore del SII, secondo quanto previsto dal quadro regolatorio vigente. Di fondamentale importanza saranno proprio gli interventi di distoglimento delle acque parassite e delle acque chiare (seconda pioggia), che ammontano in totale a circa 80 Milioni di m3 e che ad oggi, in assenza di recapiti alternativi, vengono immesse nella rete delle acque reflue ed impropriamente convogliate alla depurazione.

Interventi e strategie Come già evidenziato in premessa, nel passato sono stati svolti studi di approfondimento e progettazione di interventi per risolvere il problema dell’innalzamento della falda. A 15 anni dalla messa a regime di alcune delle strategie a suo tempo delineate, si può affermare che non sempre tali azioni hanno avuto una apprezzabile incidenza sul fenomeno. Pertanto ATO Città di Milano, in veste di Ente preposto alla Pianificazione d’Ambito ed al controllo della gestione della risorsa idrica destinata al consumo umano, che si ricorda essere l’uso prevalente per legge su tutti gli altri usi, ha riattivato un tavolo tecnico, formato da Enti Gestori, Università ed Enti locali, coordinato dal Politecnico di Milano (Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale), che avrà come scopo il monitoraggio e una serie di proposte, preliminarmente elencate qui di seguito, per il contenimento del fenomeno:

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• valutare l’interazione tra acque sotterranee e strutture interrate nel sottosuolo dell’area milanese; • verificare i database esistenti ai fini di una loro possibile integrazione, funzionale al conseguente aggiornamento dei modelli matematici; • verificare le reti di monitoraggio dei livelli di falda esistenti ai fini di una possibile integrazione, in corrispon-

denza di punti di comune interesse e analisi delle serie temporali dei dati acquisiti; • identificare i punti di scarico alternativi per le acque parassite Verranno pertanto organizzati workshop informativi per divulgare i risultati ottenuti e sensibilizzare i soggetti interessati e gli Enti preposti alla pianificazione ed all’attuazione degli interventi individuati, al fine di condividere eventuali modifiche normative, da adottarsi anche in sede di pianificazione urbanistica, propedeutiche ad azioni ed interventi utili al contenimento del fenomeno. Si ringraziano per la cortese e disinteressata collaborazione e per le informazioni storiche fornite: Cristina Arduini - Vicepresidente ATO Città di Milano - Già Responsabile del Servizio Acque Sotterranee e Banche dati idriche della Provincia di Milano; Maurizio Brown – Già Direttore del Settore Rete Acque reflue di MM S.p.A., SII della Città di Milano, nonché Componente del GdL che ha redatto lo “Studio di Fattibilità per la riapertura dei Navigli Milanesi”. Bibliografia 1) AA.VV. (1996): Valutazioni sull’innalzamento della falda – Provincia di Milano 2) Francani V. (2014): Idrogeologia Ambientale. Casa Editrice Ambrosiana 3) AA.VV. (2015): Studio di fattibilità per la riapertura dei Navigli milanesi Gli autori Andrea Zelioli andrea.zelioli@comune.milano.it Geologo, con esperienza più che ventennale nell’amministrazione pubblica sviluppata su tematiche inerenti la gestione, valorizzazione e salvaguardia delle risorse idriche, sia superficiali che sotterranee, ed il risanamento dei suoli contaminati. Ha prestato servizio nella Provincia di Milano, Area Ambiente e nel Comune di Milano Settore Politiche Ambientali. Dal 2013 è Direttore dell’Ufficio d’Ambito Territoriale Ottimale della Città di Milano, Azienda Speciale del Comune di Milano. www.atocittadimilano.it Laura Scesi laura.scesi@polimi.it Professore Ordinario di Geologia Applicata presso il Politecnico di Milano (Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale). Insegna Geologia Tecnica e Rilevamento Geologico-Tecnico ed ha effettuato numerose ricerche su diversi argomenti, tra i quali protezione e valorizzazione delle risorse naturali e indagini geologico-tecniche ed idrogeologiche di supporto a progetti di ingegneria civile. Ha pubblicato circa 90 lavori scientifici e una decina di libri. Fabio Marelli f.marelli@metropolitanamilanese.it Laureato in Ingegneria Civile, indirizzo Idraulica, sezione Impianti, presso il Politecnico di Milano. È Responsabile della Rete delle Acque Reflue della Servizio Idrico della città di Milano. Dal 1996 in MM svolge la progettazione specialistica idraulica per le diverse funzioni aziendali. Dal 2015 è Direttore Divisione Acquedotto del Servizio Idrico Integrato della città di Milano.


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Smart Water nella città del futuro Le “Smart Cities” o città intelligenti stanno sempre più diventando una realtà in tutto il mondo, mano a mano che gestori e regolatori avanzati adottano tecnologie ed innovazioni che possono soddisfare le crescenti esigenze di servizio e di affidabilità delle infrastrutture delle loro città, nel rispetto della sostenibilità. Che ruolo gioca l’acqua, probabilmente il più importante di tutti i servizi offerti da una città, nella città del futuro? Per rispondere a questa domanda e cogliendo un momento così importante per Milano come il semestre Expo, il Comune di Milano, Ufficio d’ Ambito Città di Milano (ente regolatore e di controllo del servizio idrico) ed MM S.p.A. (ente gestore del Servizio idrico integrato per la città di Milano), annunciano per il 22 ottobre 2015 la conferenza internazionale dal titolo:

Smart Water in the City of the future

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Durante il convegno si confronteranno attori importanti provenienti da tutta Europa tra cui membri dell’International Water Association (IWA) e dello Smart WAter Network Forum (SWAN) e gestori idrici leader internazionali impegnati nelle diverse fasi di pianificazione intelligente delle loro città. I temi affrontati dalle presentazioni saranno le esperienze gestionali di numerosi casi di successo, le nuove tecnologie e le innovazioni che sono in corso di attuazione da parte dei gestori, le opportunità, le sfide e gli ostacoli da superare per garantire la gestione avanzata e sostenibile del servizio idrico integrato nella città del futuro. La tavola rotonda finale permetterà di confrontarsi sulla visione futura della città intelligente come piattaforma per migliorare il servizio ai clienti e la stessa città attraverso la sostenibilità e la resilienza verso il futuro. La conferenza di ottobre, organizzata da MM S.p.A. su impulso di ATO Città di Milano e che si avvale del coordinamento scientifico dell’Ing. Marco Fantozzi, rappresenta per Milano un importante momento di confronto con gestori internazionali di successo ed un evento di disseminazione lungo il percorso verso l’innovazione di miglioramento degli strumenti e dei processi gestionali che Ufficio d’Ambito e MM S.p.A. hanno intrapreso negli ultimi anni grazie al proficuo dialogo ed al rapporto di sostegno reciproco avviato con convinzione. In particolare l’Ufficio d’Ambito, punto di riferimento istituzionale del Comune di Milano per la gestione integrata della risorsa idrica nel territorio milanese, contribuisce ai contenuti degli strumenti di pianificazione del territorio per le tematiche connesse alla salvaguardia della città di Milano e alla problematica dell’innalzamento della falda. L’aggiornamento del Piano d’Ambito, recentemente approvato, rappresenta poi un punto focale del percorso intrapreso dove si privilegiano azioni volte al miglioramento

ambientale, come nuovi impianti di denitrificazione tecnologicamente avanzati, alla riduzione dei consumi energetici, al distoglimento di acque parassite dalle fognature e infine volte a ridurre l’impatto sociale della tariffa idrica sugli utenti. Sulla stessa linea il percorso di miglioramento effettuato dall’Ente gestore, MM S.p.A., che ha visto l’applicazione della metodologia IWA (International Water Association) per la gestione delle perdite, la pianificazione delle attività di ricerca perdite sulle reti di distribuzione e di trasporto, l’analisi delle performance dei contatori dei clienti e la definizione di un piano di cambio dei contatori, l’avvio di sperimentazioni di telelettura dei contatori, la modellazione della rete idrica e l’analisi predittiva della domanda, l’implementazione di una zona pilota di gestione delle pressioni con misure real time delle principali variabili idrauliche, la realizzazione di una rete di sensori e di soluzioni ICT (Information Communication Technology) per la raccolta e la gestione dei dati, lo sviluppo di sistemi di supporto decisionale (DSS) che prendono linfa dalla rete di sensori in rete. Le attività ICT sono state in parte sviluppate nell’ambito del progetto ICeWater finanziato dal 7° programma quadro della Comunità Europea. Le strategie di efficientamento del Servizio Idrico Integrato, pianificate da ATO Citta di Milano in collaborazione con il Gestore MM S.p.A. ed attuate dalla stessa MM S.p.A, per i prossimi anni prevedono: di rendere pienamente operativi i processi di innovazione sviluppati ed avviati negli anni precedenti, il completamento della rete di misura ed analisi di stato funzionale alla gestione delle perdite, delle pressioni, dell’energia e degli asset, oltre che il coinvolgimento degli utenti per una migliore gestione delle criticità e della domanda, lo sviluppo di servizi web e mobile per la fatturazione ed informazioni bidirezionali tra utenza e gestore che risulteranno decisivi per migliorare la soddisfazione del cliente.


SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Milano 22 ottobre Palazzo Giureconsulti Via Mercanti, 2 Milano propone la sfida della gestione avanzata e sostenibile dell’acqua della città del futuro. Partecipare al convegno di Milano significa:

ascoltare alcuni dei principali gestori idrici Europei impegnati nelle diverse fasi di pianificazione della città intelligente. Quali sono le opportunità, le sfide e gli ostacoli da superare?

apprendere, dalle testimonianze dei principali gestori Europei, le strategie e le tecnologie in corso di implementazione per la gestione integrata della risorsa idrica, come parte di un piano per realizzare la città intelligente. capire il vero significato di “smart city” intesa come piattaforma per migliorare il servizio ai cittadini ed aumentare la sostenibilità e resilienza della città nel futuro. Questo evento, che riunisce esperti da tutta Europa in rappresentanza di innovatori e gestori idrici avanzati, rappresenta una grande opportunità di confronto per i gestori ed i regolatori Italiani impegnati nella pianificazione della gestione sostenibile dell’acqua nelle nostre città.

Programma del Convegno: Smart Water nella Città del futuro 08:15-09:00 Accredito & Welcome Coffee

11:40-12:00 Coffee break

09:00-09:15 Saluto & Introduzione al convegno Pierfrancesco Maran (Assessore Mobilità, Ambiente, Comune di Milano), Giorgio Fiorentini (Presidente, ATO Città di Milano), Davide Corritore (Presidente, MM Spa)

12:00-13:30 SESSIONE SULLE WATER UTILITY Le soluzioni in campo ICT per la gestione dell’acqua e per la mitigazione delle alluvioni in aree urbane (18 min per intervento, incluse domande/risposte) Modera: Simon Bunn, Membro del Consiglio Esecutivo SWAN Forum • Smart metering avanzato: il progetto di Malta Stephen Galea S. John, WSC (Malta) • Qual è il potenziale di risparmio energetico all’interno di un sistema di distribuzione? Il caso di studio Tarragona Andreu Fargas Marques, Consorci Aigues Tarragona (Spagna) • Il sistema di EVENT RECOGNITION per il monitoraggio intelligente della distribuzione Michele Romano, United Utility, Liverpool (UK) • Gestione in tempo reale delle acque reflue e delle acque piovane nelle aree urbane: il caso di Aarhus Anders Lynggaard-Jensen, Aarhus, Danish Hydraulic Institute (Danimarca) • Le opportunità per i progetti ICT e le tecnologie idriche intelligenti nelle città resilienti Manthos Bimpas, Commissione Europea, ICCS Athens (Grecia)

09:15-09:45 “Il rapporto tra Ente Regolatore e Società acquedottistiche: l’esperienza italiana e di Milano” Alberto Biancardi, Commissario Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, Andrea Zelioli, Direttore ATO Città di Milano, Stefano Cetti, Direttore generale MM Spa. 09:45-10:05 Keynote: “Smart Water e il nesso nascosto tra acqua ed energia” Dragan Savic, Docente di Idroinformatica - Univ. of Exeter (UK) 10:05-11:40 SESSIONE SUL SERVIZIO IDRICO Soluzioni innovative per la gestione del servizio idrico (18 min per intervento, incluse domande/risposte) Modera: Marco Fantozzi, IWA Specialist Group referente per l’Europa • Soluzioni Innovative per la gestione del servizio idrico David Duccini, Suez Environment, Parigi (Francia) • Gestione efficiente dell’acqua nei Sistemi di distribuzione urbana Francisco Cubillo, Canal de Isabel II°, Madrid (Spagna) • Soluzioni innovative per la gestione delle risorse idriche: l’esperienza di Milano Fabio Marelli, MM Spa (Italia) • Tecnologie avanzate per la gestione delle risorse idriche Relly Baron, WaTech Center Mekorot (Israele) • L’efficienza nel trattamento delle acque reflue Massimo Lamperti, Suez (Italia)

13:30-14:30 Light Lunch 14:30-15:15 TAVOLA ROTONDA Qual è la visione a lungo termine per un servizio idrico intelligente nella città del futuro? Modera: Dragan Savic, Docente di Idroinformatica University of Exeter (UK) Intervengono: Andreu Fargas Marquès, David Duccini, Francisco Cubillo, Fabio Marelli, Stephen Galea S. John, Anders Lynggaard-Jensen, Michele Romano, Manthos Bimpas, Relly Baron, Massimo Lamperti. 15:15-15:40 Domande/Risposte e Conclusioni

È stato richiesto all’Ordine degli Ingegneri l’accreditamento dei crediti formativi.

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Educazione e cultura dell’acqua pubblica Le Case dell’Acqua realizzate da MM e Gruppo CAP stanno dissetando i visitatori di EXPO. Dalle 22 funzionanti sono stati erogati 870 mila litri di acqua, vale a dire 1200 litri al giorno per ciascuna. Un’offerta gratuita e sostenibile, una best practice tutta italiana che oggi si sta diffondendo anche all’estero.

Al “brindisi”, fatto in Expo con la buona acqua di rete al termine della presentazione dei risultati del primo mese di attività, erano presenti tutti i protagonisti di questa iniziativa: Davide Corritore, Presidente MM, Alessandro Russo, Presidente Gruppo CAP, Stefano Cetti, Direttore MM, Cristina Arduini, Vice Presidente ATO città di Milano e molti tecnici ingegneri, specialisti del mondo della distribuzione e del ciclo idrico integrato. Le case dell’acqua saranno un’eredità che rimarrà ai cittadini milanesi quando sarà terminata la Fiera Mondiale. Una volta disinstallate infatti, verranno ricollocate in zone strategiche sia della città che della provincia in cui si ritiene possa essere particolarmente utile un servizio di questo tipo. Zone popolari, vicinanza a scuole o centri di incontro, saranno i luoghi privilegiati. “Con questa iniziativa, oltre ad offrire un servizio ai visitatori di EXPO, vogliamo promuovere la qualità dell’acqua del rubinetto, permettendo anche di produrre notevoli vantaggi dal punto di vista ambientale. Ciascuna di queste case dell’acqua può erogare quotidianamente

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Alessandro Russo - Presidente Gruppo CAP Davide Corritore - Presidente MM Stefano Cetti - Direttore MM

fino a 7 mila litri di acqua. Tradotto in termini di impatto sull’ambiente, l’utilizzo di questi impianti permette di non consumare 372 kg di petrolio al giorno e di non immettere in atmosfera diverse sostanze inquinanti, circa 427 kg di anidride carbonica, consumate in fase di produzione di Pet, materiale di cui sono composte le bottiglie d’acqua” ha affermato Alessandro Russo. “Gestire al meglio la risorsa acqua ed offrire ai cittadini un’opportunità a chilometro zero, incoraggiando gli abitanti ad un uso dell’acqua di Milano come bevanda buona è il nostro intento. L’acqua erogata è soggetta a periodici controlli effettuati con innovative metodiche analitiche in grado di monitorarne 24 ore su 24 la qualità anche da un punto di vista microbiologico” ha aggiunto Davide Corritore. “Vogliamo convincere i milanesi che l’acqua, vilmente definita negli anni ‘70 ‘l’acqua del lavandino’, è buona, controllata e gestita in maniera eccellente. Una certezza la cui convinzione vediamo crescere ogni giorno” ha ribadito Alessandro Russo. “Questa iniziativa, che si sta diffondendo tra molte utility del nostro Paese, sta già registrando un ottimo successo – ha assicurato Cristina Arduini – un risultato non solo per i milanesi, ma anche per l’ambiente. Infatti, se pensiamo all’energia necessaria alla produzione di


FLOWIZ

milioni di bottigliette di PET, quella che serve per il trasporto ed anche quella che occorre per lo smaltimento, possiamo già farci un’idea del risparmio energetico. Se a questo aggiungiamo il risparmio sociale (strade con meno trasporti) ed ambientale (immissioni nell’atmosfera) non possiamo che appoggiare e sostenere questa iniziativa”.

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Presente da 90 anni nel settore dei gas industriali e medicinali, SAPIO è un’azienda che non ha bisogno di presentazioni e che oggi, in particolare per le Case dell’acqua installate all’EXPO, contribuisce ad offrire acqua gassata rifornendo di anidride carbonica le 32 casette. Ogni notte infatti gli addetti verificano lo stato di riempimento delle bombole di anidride carbonica e sostituiscono quelle vuote, consentendo così al pubblico di potersi godere in ogni momento un rinfrescante bicchiere di acqua frizzante. Il gruppo SAPIO ha scelto da anni di certificare i propri processi produttivi di gas dedicati al settore alimentare in base ai rigorosi schemi della FSSC 22000. La CO2 impiegata per la gassatura è tenuta a rispettare i criteri di purezza specifici come previsto dalla regolamentazione europea.

DKR drinkatering Una nuova prospettiva ecologica Le 32 Case dell’acqua presenti all’EXPO realizzate dalla DKR sono il risultato dell’esperienza maturata in oltre 30 anni di attività. L’azienda produttrice di macchine ed impianti di distribuzione bevande fredde nel corso di questo periodo ha realizzato più di 500 Case dell’acqua in Italia e all’estero. Nel 1996 ha installato la prima Casa dell’acqua a Cremona e nel 2010, insieme a Gruppo CAP, ha portato l’eccellenza italiana fino a Parigi. Per garantire un livello qualitativo elevato corrispondente alle varie certificazioni ISO 9001 per la qualità aziendale, ISO 22000 per la sicurezza ambientale, ISO 14001 per l’ambiente e BS OHSAS 18001 per la sicurezza dei lavoratori.

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SAPIO Ogni notte la CO2 per le case dell’acqua

THE SOLUTION

La famiglia di misuratori di portata a batteria ML255 – Versatilità ed Espandibilità

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Le soluzioni che contano


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European Smart Grid demand response market The road ahead Sivakumar Narayanaswamy

In the last decade, the demand for electricity has increased exponentially, both globally and particularly in Europe. However, current power generation is not capable of handling the demand rate, thus leading to demandsupply disparities. With the emergence of smart grids, the concept of tracking demand has become real enabling load aggregation, ensuring profitability for both consumers and utilities. As a consequence, the balancing-act role of aggregators is set to become indispensable. Such companies will support consumers to use energy more judiciously to meet the energy challenges of tomorrow. The drive to transform the grid infrastructure into an intelligent and smarter system has been aided by the remarkable blurring of boundaries between operational technology and information technology. This has enabled utilities to leverage information and communication technology (ICT) to shift the grid convergence, thereby permitting more cost-effective and reliable energy delivery. The United States has always been the hub of demand response (DR) activity rather than Europe. Frost & Sullivan’s research highlights several factors for the lag in DR activity in Europe. Historically, the lack of attractive incentives to encourage co-operation and participation from end customers, especially in households, limited the uptake of DR solutions. These solutions were also restricted because of limited awareness of the financial benefits and because of the added expenditures for households in terms of in-

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stalling smart thermostats and energy monitors. Finally, the absence of clear-cut legislation promoting DR and the lack of a unified European energy market due to the liberalisation of the electricity market slowed DR activity. However, a number of major US-based participants are now expanding into Europe owing to support from legislative directives, particularly the directive on Energy End-Use Efficiency and Energy Services in Europe. This directive stipulates that real-time demand management technologies and demand-side management be used by member states. From a smart grid perspective, European utilities are undergoing a mass transformation, giving rise to new market entrants as a definitive means to drive this evolution. Also, many European governments are considering smart grids and the broader low-carbon technology industry as critical to the evolution of their manufacturing and knowledge-based economies. Over the last year and a half, a significant number of projects have moved from the research and the development phase, to the demonstration and deployment phase. From a technology perspective, ICT, coupled with favourable regulatory norms, offers a great platform for smart grid pilot projects. With a global interoperable standard and increased awareness amongst consumers, smart grids will be poised for success. Most utilities’ IT departments will be using a cloud strategy as part of their operations, indicating a global appetite for moving into cloud. Similarly, augmented reality and cyber security are happening, but quietly. DR is a distinctively effective market, in which conditions are characterised by dominant manufacturers and innovative technology enablers within the various functional aspects of the power grid value chain, ranging from transmission to distribution to end consumers. In this regard, the concept of industry convergence has emerged as an all-important business proposition. DR allows energy consumers to be active participants in energy markets. By altering their demand profiles to fit the needs of an efficient energy system, the entire energy spectrum is expected to result in a more flexible and efficient, yet less expensive and lower carbon-emitting ecosystem. A combination of factors -including greater energy market transparency, regional supply constraints,


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From the DR perspective, consumer engagement in Europe has always been an issue. For example, in the United Kingdom, this is a largely negative factor which has caused a breakdown between the consumers and suppliers. Media and politicians are targeting the suppliers and have made claims that Ofgem will be abolished. Unfortunately, this is the prevailing level of understanding about energy and energy networks across Europe to varying degrees. The success of deploying smart grid technologies ultimately boils down to a local business model or the regulatory framework. Fundamentally, if any government decides on a smart grid business model for its country, then various stakeholders can provide the building blocks from there. Frost & Sullivan’s research highlights that the absence of clear-cut legislation promoting DR, the lack of a unified European energy market, and the dearth of operating business models or a robust regulatory framework hinders the facilitation of this transition. In a nutshell, current technologies and infrastructure provide ample ammunition for the smart grid transition with ICT technologies providing the necessary boost for growth in this market. Sivakumar Narayanaswamy Anna.zanchi@frost.com Program Manager – Industrial Automation & Process Control (Europe Practice) Frost & Sullivan, Chennai, India

SWAN ANALITICA

Monitoraggio on-line del fosfato e regolazione dei reagenti

PUBBLIREDAZIONALE

and the availability of low-cost-enabling technology - is driving the interest levels for automated DR solutions. The biggest motivator for industrial consumers to participate in DR programs will be the associated incentives. However, the utilities that provide DR programs will have to effectively balance supply-side resources with demand. Furthermore, energy price volatility has, for the first time, replaced the global climate framework as the key topic driving the energy agenda. Price fluctuations go beyond oil and gas prices and their regional differentials, and are being influenced by the collapse of solar module prices. However, to varying degrees, regulatory barriers stretch across the European Union (EU), thus impeding the commencement of programs and inhibiting third parties from entering these markets. Without supporting policies, DR programs will be neither fruitful nor feasible. In Europe, incentive schemes regarding DR remain hazy and unfeasible. Also, a generation-centric mind-set adds more bias to the situation. It is notable that DR has lower operational costs than generation because of the absence of an auction process and because most payments are negotiated on an individual basis. Lack of awareness is another major deterrent to DR programs which are mainly centred on end consumers. The success rate of a project rests entirely on its consumers. End users offer synergies such as DR and reduced resistance to smart meters. Ideally, there is a potent correlation between consumers and smart grid technologies.

Swan Analitica è la filiale italiana dell’azienda svizzera Swan Analytische Instrumente, azienda leader nella produzione di strumenti on-line per l’analisi di diversi parametri (ad esempio, pH, conducibilità, ammoniaca, nitrati, fosfati, silice, sodio, ossigeno disciolto, cloro), in molteplici settori strategici, quali la produzione di energia elettrica, il settore farmaceutico, il controllo delle acque potabili ed il trattamento delle acque reflue civili e industriali. La legislazione vigente, attraverso il D.Lgs. n. 152/2006 e successive modifiche nonché i diversi regolamenti regionali, impongono il controllo di una variegata serie di parametri sull’acqua in uscita dall’impianto, tra i quali il fosforo che, nella sua parte largamente predominante, è presente in acqua sotto forma di ortofosfati disciolti. L’analizzatore Monitor AMI Phosphate-II di Swan effettua la determinazione colorimetrica degli ortofosfati con il metodo del blu di molibdeno, in accordo con la normativa ISO 6878, andando a generare una colorazione proporzionale alla concentrazione degli ortofosfati che viene determinata per via fotometrica alla lunghezza d’onda di 815 nm. Per eliminare le interferenze dovute alla torbidità del campione, lo strumento effettua una determinazione dello zero fotometrico (autocalibrazione di zero) ad ogni misura. La geometria “a caduta libera” della cella a deflusso garantisce un continuo ricambio del campione contribuendo a minimizzare eventuali sporcamenti; inoltre è possibile aumentare i periodi di attività liberi da manutenzione utilizzando uno specifico modulo di lavaggio opzionale che effettua automaticamente la pulizia chimica dell’analizzatore a intervalli programmabili. La determinazione colorimetrica degli ortofosfati, effettuata attraverso un sistema on-line come il Monitor AMI Phosphate-II, rappresenta un metodo adeguato sia per il controllo della quantità di fosfato in acqua sia per la regolazione in tempo reale dei reagenti dedicati al suo abbattimento, consentendo un’ottimizzazione del loro dosaggio con un conseguente risparmio di risorse. Tutti gli analizzatori Swan sono dotati di uscite analogiche (4/20 mA), contatti relè e, in opzione, schede di comunicazione Profibus o Modbus; inoltre dispongono di un data-logger interno, per registrare fino a 1.500 dati, espandibile e facilmente scaricabile tramite chiavetta USB.

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Taglio del nastro. Da destra: Stefano Venier Amministratore Delegato Hera Tonino Bernabè Presidente di Romagna Acque-Società delle Fonti Andrea Gnassi Sindaco di Rimini Stefano Bonaccini Presidente della Regione Emilia-Romagna Paola Gazzolo Assessore Regionale alle Politiche Aziendali.

Il depuratore più grande d’Europa Inaugurato il nuovo depuratore (potenziato) di Santa Giustina, il più grande d’Europa con la tecnologia di ultrafiltrazione a membrane. È l’intervento tecnologicamente più importante del piano di risanamento fognario della città costiera promosso da Comune, Hera, Romagna Acque e Amir, che entro il 2020 eliminerà gli scarichi a mare. Un salto sul fronte dell’innovazione che tratterà i reflui di tutto il territorio.

Taglio del nastro per il nuovo depuratore di Santa Giustina, che entra ora a pieno regime. L’impianto è stato raddoppiato e potenziato. All’inaugurazione sono intervenuti Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, Andrea Gnassi, Sindaco di Rimini, Tonino Bernabè, Presidente di Romagna AcqueSocietà delle Fonti, e Stefano Venier, Amministratore Delegato del Gruppo Hera. Grazie ai lavori fatti negli ultimi anni, il nuovo depuratore di Rimini diventa così il più grande d’Europa con la tecnologia di ultrafiltrazione a membrane: si tratta di una struttura altamente innovativa e all’avanguardia che, grazie agli investimenti fatti dal 2011, quasi 30 milioni di euro (oltre 40 se si contano anche i lavori per la realizzazione della Dorsale Nord), ora è in grado di servire 560 mila abitanti equivalenti durante la stagione estiva e 370 mila nel resto dell’anno. L’intervento si è concentrato nella realizzazione di una nuova linea depurativa con membrane a ultrafiltrazione, di una vasca di accumulo da circa 26 mila mc (quasi il contenuto di 10 piscine olimpioniche) e di un impianto di disinfezione finale che elimina batteri e virus. Nel nuovo impianto, entro i prossimi 5 anni, verranno trattati in modo centralizzato tutti i reflui del territorio, che comprende i comuni di Rimini. Il raddoppio del depuratore ha ottenuto il via libera dall’Arpa che ha svolto già molti controlli sulle acque depurate. Il vecchio impianto resta comunque attivo e continuerà a servire 220 mila abitanti, a cui si aggiungono i 340 mila del nuovo depuratore (ecco spiegato il totale di 560 mila abitanti equivalenti): cifre che corrispondono alle esigenze turistiche di Rimini durante la stagione estiva.

Tutto questo con controllo dei cattivi odori, maggiore flessibilità gestionale ed affidabilità rispetto al vecchio impianto e utilizzando filtri naturali e quindi sostenibili.

Un ciclo biologico Il percorso di depurazione nel nuovo impianto è così strutturato: in un primo comparto di sedimentazione si procede a pretrattamenti per separare sabbia e oli, mentre nel secondo passaggio il compito di “pulire” i reflui viene lasciato agli stessi batteri presenti nell’acqua da depurare. Si tratta infatti del ciclo biologico: un processo che ha come principali protagonisti comunità di organismi viventi che, letteralmente, si nutrono delle sostanze inquinanti delle acque reflue, i cui residui possono essere facilmente isolati. Nel terzo passaggio si attivano le membrane a ultrafiltrazione che, come delle “cannucce” (del diametro di 0.04 micron), sono in grado di intercettare particelle microscopiche, per esempio virus, batteri o fiocchi di fango. L’acqua che ne esce è già limpida, ma prima di essere restituita ai fiumi passa dall’ultima fase di depurazione, la disinfezione finale, per eliminare del tutto gli ultimi microrganismi eventualmente presenti. In questo modo, il depuratore potrà far rispettare allo scarico nel fiume Marecchia tutti i limiti di legge, oggi più restrittivi.

Telecontrollo Hera ha provveduto a installare efficienti sistemi di telecontrollo e telegestione, prestando particolare attenzione ai meccanismi che permettono di proteggere l’ambiente anche in condizioni di emergenza. Il sistema di controllo centralizzato è dotato di due CPU (unità di elaborazione

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Scheda tecnica del nuovo depuratore di Santa Giustina • OBIETTIVI: incrementare la potenzialità e l’affidabilità del sistema depurativo (che porterà alla dismissione degli impianti di Bellaria e Marecchiese) e la capacità di accumulo/trattamento delle acque meteoriche con la conseguente riduzione degli scarichi di acque reflue miste in mare e nel fiume Marecchia.

Vasche a membrane a ultrafiltrazione

centrale), una di riserva all’altra, e consentirà di tenere sotto controllo, da un unico punto, le reti di collettamento delle acque reflue dell’area di Bellaria – Igea Marina e della parte nord di Rimini. In questo modo si potrà intervenire tempestivamente in caso di guasti o situazioni particolari. “Il Piano di Salvaguardia della Balneazione di Rimini è il più importante intervento di risanamento fognario d’Italia e d’Europa: è un orgoglio per la nostra azienda partecipare a questo grande progetto mettendo a disposizione una parte degli investimenti, ma soprattutto le migliori competenze, ingegneristiche e di gestione, su impianti e infrastrutture unici a livello europeo. Si tratta di una grande sfida tecnologica, che stiamo progressivamente portando a casa – ha dichiarato Stefano Venier, Amministratore Delegato del Gruppo Hera. “Ora andremo avanti seguendo la tabella di marcia: ci vorranno ancora alcuni anni ma gli effetti saranno importanti per l’intero territorio”.

• Descrizione: realizzazione di una nuova linea a membrane ad ultrafiltrazione e una vasca di accumulo da circa 26.000 mc. con impianto di disinfezione finale. Incremento della potenzialità di trattamento dell’impianto di Santa Giustina da 220.000 abitanti equivalenti a 560.000. • Il nuovo depuratore potenziato di Santa Giustina oggi è il più grande d’Europa con la tecnologia di ultrafiltrazione a membrane.

Introduzione I Comuni della zona nord della provincia di Rimini hanno avviato a suo tempo un programma di risanamento dei loro corpi idrici. Il programma inizialmente era commisurato al territorio dei singoli Comuni, successivamente (intorno agli anni ’90) con l’ampliamento delle esigenze di tutela ambientale e lo sviluppo delle conoscenze tecniche, la scala di riferimento è diventata il bacino idrografico. I Comuni, anche sotto la spinta della Regione Emilia Romagna, si sono quindi accorpati e consorziati per dare risposte sempre più efficaci. È nato, quindi, il Consorzio di Risanamento per la vallata del fiume Marecchia. Il Consorzio ha progettato un presidio depurativo al servizio di alcuni comuni della provincia di Rimini (Rimini, Santarcangelo, Verucchio, Poggio Berni, Torriana) ai quali si sono aggiunti Pietracuta (frazione di San Leo, allora appartenente alla provincia di Pesaro-Urbino) e San Marino in qualità di utente. Nasceva così il sistema di depurazione della vallata del Marecchia, che comprendeva gli impianti di Santa Giustina, Marecchiese e Bellaria-Igea Marina. L’obiettivo era la raccolta ed il trattamento, in un impianto moderno, di tutti i reflui che gravitano sul bacino del Marecchia.

L’impianto di Santa Giustina prima dell’intervento di raddoppio

Timeline e mappa interventi

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L’impianto di depurazione di Santa Giustina di Rimini aveva una capacità di trattamento di 220.000 abitanti equivalenti (ae) per la linea acque e 440.000 ae per la linea fanghi. L’impianto provvedeva, infatti, anche al trattamento dei fanghi prodotti dal depuratore Marecchiese, che ne era sprovvisto. I fanghi venivano convogliati insieme ai liquami mediante un sistema di pompaggio facente capo alla centrale di sollevamento ISA sita in prossimità dello Stadio di baseball riminese. La linea acque era del tipo classico a biomassa sospesa, completa di nitrificazione-denitrificazione e di trattamento terziario di chiariflocculazione e filtrazione su filtri a sabbia di tipo aperto. Il trattamento dei fanghi avveniva


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mediante digestione anaerobica e disidratazione meccanica con presse a nastro. Nel corso degli anni sono stati eseguiti lavori di potenziamento della sezione di denitrificazione della linea acque e la destinazione finale delle acque trattate era il fiume Marecchia.

Obiettivi dell’intervento Più qualità depurativa ed efficienza. Il progetto degli interventi di potenziamento realizzati sul depuratore di Santa Giustina di Rimini ha come obiettivo prioritario quello di trattare presso un unico depuratore centralizzato tutti i reflui del territorio, che comprende i comuni di: Rimini, Santarcangelo, Verucchio, Poggio Torriana, Bellaria Igea Marina, Coriano, San Leo; Borghi della provincia di Forlì-Cesena e i reflui dello stato di San Marino. Il nuovo depuratore di Santa Giustina di Rimini è ora potenziato per trattare tutti i reflui del bacino di utenza, che corrispondono a 560.000 abitanti equivalenti nel periodo estivo e a 370.000 nel resto dell’anno. La nuova tecnologia di ultrafiltrazione a membrane consentirà inoltre di rispettare allo scarico i limiti più restrittivi (che derivano dal confronto tra i valori imposti dal D.Lgs 152/2006, art. 106 per scarichi di acque reflue in corpi idrici ricadenti in aree sensibili, e i valori imposti dal D.M. 185/2003 per il recupero e riutilizzo dell’acqua trattata ai sensi del art. 99 del D.Lgs. 152/2006.)

Telecontrollo e monitoraggio costante Il potenziamento dell’impianto di depurazione prevede la dotazione di sistemi di telecontrollo e telegestione realizzati secondo gli standard del gestore Hera. In particolare per l’impianto di depurazione è stato introdotto un nuovo sistema di comunicazione dei dati con apparecchiature di nuova generazione che momentaneamente si affianca all’esistente e che andrà progressivamente a sostituirlo. Il nuovo sistema di controllo centralizzato (dotato di due unità di elaborazione centrale, una di riserva all’altra), consentirà di tenere sotto controllo da un unico punto sia le reti di collettamento delle acque reflue dell’area di Bellaria – Igea Marina e della parte settentrionale di Rimini - sia il potenziamento dell’impianto di depurazione di Santa Giustina. Questo sistema consentirà interventi sempre più tempestivi e una migliore efficienza dell’impianto. L’individuazione delle scelte progettuali è stata operata nell’ottica del soddisfacimento degli obiettivi prefissati con riferimento alle caratteristiche ed ai vincoli operativi degli impianti esistenti, salvaguardando per quanto possibile la funzionalità dei servizi di fognatura e di depurazione anche durante il periodo transitorio di esecuzione delle opere. Particolare attenzione è stata riposta nell’ottimizzazione e nella scelta del giusto compromesso tra i seguenti parametri: • utilizzo delle strutture e degli impianti esistenti • qualità dell’acqua depurata

Dettaglio dell’impianto

• recupero dell’acqua depurata • flessibilità impiantistica e gestionale • logiche di controllo e sistema di gestione degli impianti • costi di realizzazione • costi di esercizio

Tecnologie innovative Occorre inoltre evidenziare che il progetto è stato sviluppato utilizzando tecnologie di trattamento innovative che concorrono a raggiungere gli obiettivi di qualità del fiume Marecchia fissati dal Piano di Tutela delle Acque (PTA, ottobre 2004). La configurazione impiantistica individuata prevede il potenziamento dell’impianto di depurazione di Santa Giustina, che sarà opportunamente adeguato alle nuove esigenze, mentre saranno dismessi gli impianti Marecchiese e Bellaria – Igea Marina. La linea acque esistente dell’impianto di Santa Giustina rimarrà in esercizio con l’attuale potenzialità e lay-out e funzionerà in parallelo alla nuova linea acque che utilizzerà la tecnologia a membrane (MBR). Questa tecnologia particolarmente innovativa consente di affrontare positivamente le esigenze di tutela del corpo idrico richieste dal PTA e di produrre con continuità un refluo trattato idoneo ai riutilizzi. Essa associa elevata affidabilità processistica, alta qualità dell’effluente, efficace rimozione batterica e virale, ridotta produzione di fanghi di supero e ridotta esigenza di aree, essendo una tecnologia estremamente compatta che consente di inserire le opere di potenziamento nelle aree disponibili, insufficienti ad accogliere una tecnologia tradizionale.

Stato di avanzamento dei lavori e avviamento dell’impianto A fine 2014 sono terminati i lavori ed a marzo 2015 è stato completato l’avviamento del nuovo impianto a membrane attraverso tre step funzionali e relativi controlli puntuali di Arpa sui parametri di uscita. L’impianto è attualmente in esercizio nel suo assetto definitivo e sono in corso gli ultimi affinamenti tecnici propedeutici al collaudo funzionale dell’impianto, previsto nei prossimi mesi.

Impresa esecutrice dei lavori ATI: Degremont (capogruppo), EDIL ALTA, CEMI, EVOQUA

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Ottimizzazione della Rete Idrica di Romano d’Ezzelino ETRA S.p.A., gestore del ciclo idrico integrato per circa 600 mila utenti in 72 comuni nelle province di Padova e Vicenza, sta sviluppando un processo di ottimizzazione del servizio idrico. In questo contesto l’azienda ha creato un apposito dipartimento che si avvale di partner tecnici d’eccellenza e delle più moderne tecnologie per lo studio di soluzioni innovative ed economicamente sostenibili. Romano d’Ezzelino, Comune del Vicentino con una rete idrica di 120 km, rappresentava uno dei casi critici, sia in termini di perdite, sia di efficienza del sistema acquedottistico. La distribuzione avveniva in parte a gravità ed in parte tramite pompaggio diretto in rete, con il territorio comunale alimentato da diversi punti di immissione senza una strategia ben definita. Era necessario valorizzare le dorsali esistenti e le potenzialità dei serbatoi di compenso non solo a fini di riserva

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di emergenza; il pompaggio diretto in rete comportava inoltre pressioni molto elevate, superiori ai 5 bar. In questo contesto il grado di perdita aveva raggiunto livelli ben superiori al 50% ed il servizio era possibile solo con l’acquisto, naturalmente con maggiori costi, di parte della risorsa idrica da altro gestore. L’approccio di progetto è consistito nel riconfigurare la strategia di funzionamento della rete, ottimizzando l’uso dei volumi di compenso disponibili e gli assi idraulici esistenti, arrivando a creare un sistema di distretti indipendenti con ingresso monitorato in continuo e pressione modulata mediante organi di riduzione automatici soggetti a regole di controllo. La creazione di un sistema di questo tipo richiede un’approfondita conoscenza della rete e del suo funzionamento ed il supporto di uno strumento di analisi avanzato. A tal fine si è adottata quale riferimento per tutte le attività di analisi e progettazione la piattaforma MIKE URBAN

Planimetria della rete di Romano d’Ezzelino e suddivisione in distretti. Schema logico di funzionamento dei distretti, ubicazione dei misuratori.


I codici di calcolo MIKE POWERED by DHI per la gestione del servizio idrico integrato Frutto di una continua attività di ricerca e sviluppo da più di 40 anni, i codici di simulazione della famiglia “MIKE POWERED by DHI” costituiscono oggi lo stato dell’arte tra i modelli numerici nel campo delle risorse idriche, coniugando le più avanzate conoscenze scientifiche con le più recenti tecnologie di calcolo e simulazione.

ITALIAN DHI CONFERENCE Torino, 14 e 15 Ottobre 2015 La Conferenza costituisce un momento d’incontro importante per tutti i tecnici del settore, modellisti e non, durante il quale vengono affrontate organicamente le tematiche legate al mondo delle risorse idriche, superficiali e sotterranee, dai bacini alpini al mare, dalle reti di distribuzione agli impianti di depurazione. Nei giorni 12 e 13 Ottobre, in abbinamento alla Conference, sarà organizzato un corso di formazione standard introduttivo al codice di calcolo WEST, per la gestione e simulazione degli impianti di depurazione. Per visionare il programma e per iscriverVi all’evento Vi invitiamo a visionare il nostro sito web:

http://worldwide.dhigroup.com/it


SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Interfaccia della piattaforma MIKE URBAN di DHI: integrazione completa tra ambiente GIS e modellazione idraulica.

di DHI, vero e proprio ambiente di lavoro per la progettazione, simulazione e gestione delle reti idrauliche che offre il vantaggio di integrare in un unico sistema i migliori motori di calcolo, la potenza del GIS ESRI ed un’interfaccia grafica semplice e dinamica. Le opere di messa in efficienza insieme alla creazione di 7 distretti idrici permanenti hanno consentito la netta riduzione del grado di perdita che oggi è dell’ordine del 30% con una riduzione dei volumi immessi in rete di 1.000.000 m3/anno e la consistente riduzione dei consumi energetici (circa il 70% con riferimento alla sola stazione di pompaggio principale), con la concreta possibilità di un ulteriore miglioramento e la prospettiva per ETRA di ottenere l’accreditamento di titoli di efficienza energetica. Il progetto ha consentito di utilizzare la risorsa idrica a minor costo ed ha eliminato la necessità di dover acquistare risorsa da altri gestori. Sulla base dei vantaggi economici derivanti dal progetto, considerando esclusivamente i benefici della riduzione dei volumi immessi, il tempo di recupero dell’investimento è di soli 3 anni con un risparmio annuo permanente di almeno € 130.000 a fronte di un investimento una tantum di € 360.000. I risultati ottenuti dimostrano come l’utilizzo di strumenti quali MIKE URBAN renda più agevole la messa in efficienza delle reti e permetta di ottenere risultati concreti in tempi ridotti. Il modello numerico realizzato rappresenta inoltre la base per lo sviluppo di un sistema di gestione e monitoraggio delle perdite in tempo reale nonché di programmazione degli interventi manutentivi.

Ing. Gaetano Parpajola gparpajola@cp-ii.com Cevese Parpajola Ingegneria Idraulica

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Ing. Davide Persi persi@dhi-italia.it DHI S.r.l

Ing. Loris Pavanetto lpavanetto@etraspa.it ETRA SpA


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Corretto dimensionamento degli impianti di trattamento valutazione dei parametri La strategia della campagna di monitoraggio del carico idraulico e dei parametri di qualità del refluo, quali dati di input per una corretta progettazione di un nuovo depuratore od il revamping di uno esistente. Claudio Casale - Responsabile Ufficio Progettazione Mediterranea delle Acque Franco Masenello - Sales Manager B.M. Tecnologie Industriali Il processo seguito per la definizione del valore di tali grandezze (portata e principali parametri qualitativi come COD, SST, PH, NH4, Temperatura) è stato quello di monitorare i valori di portata e di qualità del refluo. Lo studio si avvale di una campagna di misura di durata prevista pari a 12 mesi (da agosto 2014 a agosto 2015) e di un confronto tra i risultati di quest’ultima e le campagne precedenti effettuate nel 2012. Le attività svolte sono sintetizzate nella determinazione dei valori di portata e di qualità dei reflui che potranno essere utilizzati come dati di ingresso per le progettazioni degli impianti di trattamento. Il lavoro è stato condotto con la collaborazione della società B.M. Tecnologie Industriali srl di Padova specializzata nelle attività di monitoraggio quali-quantitativo. B.M. Tecnologie Industriali ha provveduto a redigere con Mediterranea delle Acque S.p.A. il progetto esecutivo. In seguito all’identificazione della strumentazione da utilizzare, B.M. Tecnologie Industriali ha provveduto all’installazione, garantendo una manutenzione continua al fine di assicurare nel tempo l’affidabilità dei dati misurati.

1 - Misuratore di portata area velocity su canale aperto OCM Pro-CF

Per la misura di portata su canale aperto sono stati utilizzati strumenti area velocity dell’azienda tedesca Nivus GmbH la cui peculiarità è la capacità di misurare la velocità dell’acqua su 16 punti lungo il tirante idraulico permettendo quindi una misura accurata ed affidabile della velocità. Per le misure di qualità del refluo, invece, sono stati utilizzati sensori dell’azienda austriaca S::CAN GmbH combinando tecnologie di sensori a ione selettivo per la misura di parametri come l’ammoniaca con sensori spettrometrici on-line per la misura del COD e dei TSS. Tutti i sensori sono intelligenti, amplificati con uscite in bus di campo, calibrabili da remoto e sono collegati ad una centralina multiparametrica CON:.CUBE, la quale grazie ad un modem GPRS provvedeva all’invio di dati ad un portale in real time.

Misure di portata La misura della portata trattata dall’impianto di Sestri Levante è stata determinata mediante due diverse campagne di monitoraggio:

2 - Centralina multiparametrica con::cube collegata con le sonde s::can

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• Campagna I - dal dicembre 2011 a Aprile 2012, tramite la installazione di n.2 pluviometri registratori e di n.6 misuratori di portata installati alla sezione di chiusura di altrettanti sottobacini della rete fognaria • Campagna II - dal 27/07/2015 e tuttora in corso. È stato identificato un unico sito di misura, all’interno dell’impianto, dove sono monitorate le seguenti grandezze: portata, temperatura del refluo, COD, SST, PH, NH4. Nello schema seguente si riporta l’ubicazione della strumentazione utilizzata. In entrambe le campagne sono stati posati anche pluviometri registratori per la misura delle piogge.

Figura 3 Lungomare

Centro Storico

Totale Sestri Levante

Min

(l/s)

6,4

Min

(l/s)

2,0

Min

(l/s)

8,4

Max

(l/s)

37,4

Max

(l/s)

7,1

Max

(l/s)

44,5

Medio

(l/s)

22,6

Medio

(l/s)

4,2

Medio

(l/s)

26,8

Vol/gg

(mc/g)

1.955

Vol/gg

(mc/g)

362

Vol/gg

(mc/g)

2.317

Tab. 4

Campagna di misura 2012 Con riferimento alla figura 3, dove sono evidenziati i bacini idrografici in cui è stata suddivisa Sestri Levante, le registrazioni ottenute ai siti Q1 e Q4, posti alla sezione di chiusura dei bacini principali del Lungomare (bacino A) e del centro storico (bacino D), hanno consentito di valutare in circa 2300 m3 giornalieri (valore mediato sull’intero periodo di monitoraggio) i reflui prodotti complessivamente da Sestri Levante. In tabella 4 si riportano i valori misurati nei due bacini e i valori complessivi. Visti gli elevati valori delle portate minime notturne osservate in alcuni siti di misura, si è provveduto alla stima della infiltrazione parassita, risultata complessivamente pari a circa 350 m3 giornalieri per l’intera rete fognaria comunale; particolarmente gravosa sotto questo profilo è risultata la situazione dei bacini D ed F, interessati da una infiltrazione parassita giornaliera pari rispettivamente a 100 m3 e 210-220 m3. Analisi dei dati Le misure effettuate hanno permesso di individuare i volumi medi giornalieri dell’intero agglomerato in periodo asciutto invernale, che si attesta sui 2.400 mc/g

Tab. 5

Mese

Volume giornaliero (mc)

Luglio

7600

Agosto

7595

Settembre

6206

Ottobre

5475

Novembre

6813

Dicembre

4669

Gennaio

3735

Febbraio

4107

Tab. 6

74

Campagna di misura 2014/15 Sulla base delle misure analizzate, si può concludere quanto segue: • in tempo asciutto indisturbato, le portata medie giornaliere mostrano una notevole variabilità fra periodo estivo, autunnale e invernale (riduzione di circa 50% dal periodo di inizio a quello di fine monitoraggio): Luglio - Agosto 2014 85 -90 l/s Settembre 2014 75 -78 l/s Ottobre 2014 55 l/s Dicembre 2014 42 – 45 l/s Gennaio - Febbraio 2015 40 – 42 l/s • i grafici delle portate in ingresso, durante tutto il periodo di monitoraggio, sono ovviamente dipendenti dal numero di pompe avviate contemporaneamente (con una sola pompa circa 40-50 l/s, con due 80-100 l/s) (Tabella 5). In tempo di pioggia, la presenza delle stazioni di sollevamento consente di registrare valori di portata media



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Sito di misura

03/04

04/04

05/04

In ingresso al depuratore

3875

5093

4567

Misure presso lungomare e centro storico 4105

5118

4919

Tab. 7

160 140 120 100 80

60 40 20 0

0:00

4:00

8:00 Q

12:00 q4

16:00 q1

20:00

0:00

q1+q4

giornaliera massima non superiore ai 100 l/s (110 l/s la portata massima registrata il 5 novembre). In tabella 6 si riportano i volumi giornalieri medi misurati durante i diversi mesi di funzionamento dello strumento Poiché sono aumentati significativamente i volumi giornalieri in ingresso al depuratore, rispetto alla campagna del 2012, sono stati nuovamente inseriti due strumenti di misura in corrispondenza dei siti denominati Q1 e Q4. In tabella 7 si riportano i volumi giornalieri misurati nei primi giorni di aprile 2015. Il grafico (Figura 8) evidenzia l’andamento giornaliero misurato presso i siti sopra descritti nella giornata del 04/04. In particolare si osservano i seguenti valori medi: lungomare Q = 32, 4 l/s centro storico Q = 27, 4 l/s Il volume giornaliero misurato durante il periodo estivo risulta anormalmente elevato poiché, per ridurre il rischio di inquinamento delle acque marine, vige l’usanza, da parte del Comune di Sestri Levante, di sbarrare con delle savanelle il corso di alcuni rivi tombinati pompando l’acqua direttamente in rete nera.

Figura 8

Mese

COD [mg/l]

SST [ppm]

NH4 [ppm]

PH

Lug-Ago

317

233

29.5

7.4

Sett

253

205

27.4

7.3

Ott

298

209

14.5

7.2

Nov

185

110

7.9

7.1

Dati di ingresso alle analisi Sulla base dei risultati delle campagne di misura, l’apporto complessivo del Comune di Sestri Levante risulta, durante i periodi asciutti estivi, superiore a 7.000 mc/g, per un numero complessivo di abitanti equivalenti stimato intorno alle 45.000 unità. Si evidenzia che le misure effettuate risultano sfalsate dall’abitudine consolidata di sbarrare il naturale corso dei rivi tombinati durante il periodo estivo, sollevando la portata degli stessi in rete.

Dic

154

39

21.2

7.2

Misure di qualità

Gen

439

205

26.8

7.2

Feb

427

244

33.6

7.3

Dalla tabella 9 con i dati medi giornalieri si nota che durante il primo periodo, caratterizzato dalla presenza di eventi pluviometrici significativi e da portate maggiori (acque parassite?), i valori medi di COD sono ridotti (circa 200 mg/l) per effetto della diluizione dei reflui per poi ritornare a gennaio febbraio su valori di circa 400 mg/l. Non si sono evidenziati valori anomali per quasi tutto il periodo: l’andamento dei grafici istantanei dei parametri misurati ha un andamento tipicamente antropico.

Tab. 9

Mese

Temperatura media (C°)

Luglio

24,0

Misure di Temperatura

Agosto

23,0

In tabella 10 si riportano i valori medi di temperatura del refluo misurati nel tempo.

Settembre

22,1

Ottobre

20,7

Novembre

17,6

Dicembre

16,4

Gennaio

15,2

febbraio

13,7

Tab. 10

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Conclusioni La metodologia utilizzata consente di valutare in modo corretto i dati di input alla progettazione o al revamping di un impianto di depurazione. In particolare il confronto fra portata misurata e portata teorica, carico organico, grado di diluizione consente di valutare l’effettivo carico in ingresso all’impianto e individuare le eventuali criticità in termini di acque parassite, presenza di inquinanti e/o di scarichi anomali sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.


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Il nuovo collettore fognario di Lecce Il gestore più grande d’Europa sceglie Hobas

Acquedotto Pugliese S.p.A. è il gestore del sistema idrico più grande d’Europa e uno dei più importanti del mondo. Con 22.500 km di reti idriche, quasi 11.000 km di condotte fognarie e 182 depuratori, l’AQP (questa è la sigla con cui viene comunemente denominato l’ente) gestisce il servizio idrico integrato per 330 centri abitati e oltre 4 milioni di abitanti. Per lo smaltimento delle acque nere del centro storico di Lecce, città nota per gli splendidi esempi di architettura barocca della città vecchia, l’AQP ha progettato un nuovo collettore verso l’impianto di depurazione della città (impianto “Ciccio Prete”) per migliorare il funzionamento della rete fognaria esistente, spesso in crisi anche per piccole precipitazioni meteoriche, con frequenti stramazzi dalla soglia di sfioro presente a monte del depuratore. Il progetto, che prevedeva la realizzazione di un collettore di circa 4 km in PRFV DN 800 e un nuovo impianto di sollevamento, presentava evidenti criticità a causa delle zone ad intenso traffico del centro storico interessate dall’intervento e per le difficili condizioni di posa, caratterizzate dallo scavo in roccia (calcareniti, la nota “pietra leccese”), a profondità di oltre sette metri. Al fine di ottimizzare le soluzioni progettuali, l’Acquedotto Pugliese ha deciso di appaltare il lavori con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con la quale le imprese partecipanti possono proporre migliorie tecniche al progetto esecutivo. L’offerta tecnico-economica che è stata valutata migliore dall’AQP è stata quella dell’impresa F.lli Andresini di Polignano a Mare (BA), azienda con esperienza quarantennale nella realizzazione di acquedotti e fognature, che, tra le soluzioni tecniche

migliorative proposte, ha offerto i sistemi di condotte in PRFV centrifugato HOBAS. La proposta tecnica vincente ha previsto l’impiego di tubazioni HOBAS con rigidezza SN 15.000, in alternativa quelle SN 10.000 di progetto, per migliorare il comportamento statico agli elevati carichi a cui sarebbe stata sottoposta la condotta, e la posa di un tratto di circa un chilometro di tubazioni con la tecnica del microtunnelling, anziché con la classica trincea aperta, al fine di ridurre al minimo i disagi arrecati dal cantiere ai residenti e al traffico veicolare. Ulteriori elementi vincenti delle tubazioni HOBAS sono stati le caratteristiche di tenuta del sistema di giunzioni a manicotto e le elevate performance idrauliche e di resistenza all’abrasione del rivestimento interno. “Le tubazioni in PRFV centrifugato HOBAS mi hanno positivamente sorpreso” ha affermato il Sig. Vito Francesco Andresini, amministratore unico della F.lli Andresini. “La facilità con cui è possibile tagliare le tubazioni in cantiere, la giunzione a manicotto che può essere collegata in qualsiasi punto del tubo tagliato eliminando gli sfridi, la rigidezza elevata che consente la posa anche in condizioni difficili, la lunghezza ottimale delle barre da 6 metri, rendono le tubazioni in PRFV centrifugato un’ottima soluzione per le condotte fognarie. Niente a che vedere con le tubazioni in PRFV prodotte con la tecnica del filamento avvolto, che avevo utilizzato in passato”. I lavori, partiti a settembre 2014, sono iniziati dalla posa delle tubazioni in trincea, mentre la spinta del tratto in microtunnelling è prevista per la seconda metà del 2015. Per approfondimenti: hobas.italy@hobas.com

Anno di costruzione

2014-2015

Lunghezza della condotta

3.796 m

Tecnica di posa

Posa in trincea aperta e microtunnelling

Prodotti

Tubazioni da trincea e microtunnelling

Classe di pressione

PN 1

Rigidità

SN 15.000-32.000 N/m2

Diametro

DN 800 tubazioni in trincea- DE 860 tubazioni per microtunnelling

Applicazione

Collettore fognario acque nere

Ente Appaltante

Acquedotto Pugliese S.p.A. – Direttore Lavori Anastasio Cotzias, Direttori Operativi Antonio Gabriele e Lorenzo Sette, Collaudatore Michele Giorgio, R.U.P. Annamaria Violante

Impresa Appaltatrice

F.lli Andresini S.r.l. di Polignano a Mare (BA)

Vantaggi

Sistema completo di condotte per posa in microtunnelling e trincea, elevata rigidità per posa in profondità, massime garanzie di tenuta idraulica, durabilità e resistenza del rivestimento interno, prestazioni idrauliche.

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Posa del blindaggio e scavo

Fase di affondamento del blindaggio

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Il progetto ERSA raccoglie le acque reflue di Firenze non ancora depurate La prima fornitura, successivamente integrata, prevedeva 45,00m lineari di blindaggio con una larghezza interna di 3,375m per una profondità di circa 7,00m

Davide Deserti - Direttore Tecnico e Commerciale di Elto

Nel 2010 in provincia di Firenze è stata avviata la più importante opera di depurazione d’Italia: il progetto “ERSA” – Emissario di Riva Sinistra d’Arno - per permettere la depurazione delle acque reflue presenti in

Disegno blindaggio

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un’area in cui vivono circa 140.000 abitanti e i cui scarichi fognari non filtrati finiscono nel fiume. Il collettore è stato realizzato mediante l’interramento di circa 800 segmenti di un tubo di ghisa del diametro di 2 m e della lunghezza di 9 m che corre per 6,8 km lungo l’asse principale dell’Arno. A questo emissario è stata aggiunta una conduttura di 600 m, che risale il Fosso degli Ortolani, per un totale di 7,4 km. Per poter inserire tubazioni di queste dimensioni all’interno dello scavo, Elto ha fornito all’ATI, Società consortile che si occupa della realizzazione del progetto, un sistema di blindaggio lineare a rotaia E+S: una tecnologia innovativa che consente una posa dei tubi semplice, rapida ed efficace. Inseriti nelle rotaie montate verticalmente, i pannelli di blindaggio sono fissati in modo da succedersi l’uno dopo l’altro e sono tenuti a distanza da carrelli resistenti a flessione, in modo da mantenere costante l’ampiezza dello scavo in qualsiasi condizione costruttiva. Il sistema è scorrevole in verticale in funzione della profondità di avanzamento dei lavori, mentre la larghezza del telaio resistente a flessione è adattabile all’ampiezza dello scavo tramite prolunghe disponibili in diverse lunghezze. Il sistema di blindaggio lineare E+S garan-


Preparazione posa del tubo di ghisa

tisce quindi diversi vantaggi, tra cui elevate prestazioni nella posa dei tubi e un’economicità generale - in particolare nel caso di scavi profondi come questo – grazie al fatto che, in fase di rimozione, le forze che si generano sono molto inferiori rispetto ad altre tipologie di sistemi. Inoltre, le travi che sostengono i pannelli hanno lasciato sufficiente spazio per calare i tronconi di tubo in totale sicurezza per i lavoratori, agevolando il lavoro degli operai e dei macchinari impiegati. Elto – Distributore esclusivo in Italia dei sistemi di blindaggio Emunds + Staudinger e Krings Verbau - ha continuato a partecipare al progetto come partner del settore movimento terra, fornendo attrezzature e assistenza e contribuendo alla rapidità di esecuzione dei lavori. L’obiettivo primario è stato rispettare la scadenza europea del 2015. La Comunità Europea aveva notificato allo Stato Italiano il primo elenco degli agglomerati per i quali la procura d’infrazione per mancata depurazione prosegue il suo iter, richiedendo, tramite il Ministero dell’Ambiente, informazioni sui raggruppamenti urbani oggetto d’investigazione. Per la Regione Toscana era incluso l’agglomerato dell’area fiorentina: grazie ai lavori conclusi sono state evitate le sanzioni. Il progetto ha raggiunto anche un altro traguardo: una volta eliminati gli effetti nocivi dello scarico dei reflui nelle acque, è stato attivato un processo di bio-depurazione ad opera di batteri e organismi che hanno riportato l’Arno ad essere un fiume pulito e vivo. Dal punto di vista dell’impatto sociale e ambientale, il progetto ERSA è infatti il primo cantiere italiano di ingegneria idrica a emissioni zero: circa l’80% delle terre di scavo sono state riutilizzate per la copertura dell’opera, mentre il restante 20% è stato avviato a discariche autorizzate. Le analisi sui terreni e quelle di scavo consentono di valutare correttamente lo stato degli argini nei tratti attraversati dal collettore, così da poter essere oggetto di un futuro intervento di rinaturalizzazione.


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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Ecomondo 2015 A Rimini dal 3 al 6 novembre Appuntamento con la green economy a Rimini Fiera, dove dal 3 al 6 novembre 2015 si terrà la 19a Ecomondo, fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile

‘The green technology expo’ accompagna la comunicazione della manifestazione, sintetizzando i mondi di riferimento delle oltre 1200 aziende espositrici organizzate su 16 padiglioni: dal settore core, il trattamento e valorizzazione dei rifiuti con un focus spinto sulla bio-based industry e la chimica verde, fino alla nuova proposta di Global Water Expo dedicata al ciclo integrato delle acque, alle reti fognarie e alle tecnologie per l’efficienza, settore stimato in forte crescita. Ulteriore incremento nel 2015 per l’area delle start up ambientali, direttamente connesse con la platea dei possibili investitori. Confermata “La Città Sostenibile”, il grande progetto di Rimini Fiera dedicato alla “Città delle reti intelligenti” che si completerà con nuovi settori: Ibe Green sul trasporto pubblico locale e un’area sulla Riqualificazione Urbana. Fra le novità, il Parco delle Nazioni con tecnologie e innovazioni dai Parchi Tecnologici e Scientifici Nazionali. Ecomondo intreccerà area espositiva e convegnistica grazie al programma degli eventi. Il programma è curato da un Comitato Tecnico Scientifico di alto profilo, coordinato dal professore Fabio Fava. Ecomondo 2015 è scesa in campo con una road map le cui tappe sono programmate in Nord Africa e nell’Est Europa. A seguire, Sudafrica, Messico e Brasile, dove dal 16 al 18 novembre si terrà la prima edizione di FIMAI - Ecomondo Brasil. Arricchiscono e completano Ecomondo: Key Energy sull’Energia e della Mobilità Sostenibile in Italia; Key Wind l’evento italiano di riferimento per le aziende del settore eolico; Key Energy White Evolution

sull’efficienza energetica; SA.LVE il salone biennale del veicolo per l’igiene urbana in collaborazione con Anfia; H2R Mobility for Sustainability con i grandi marchi automobilistici e i loro modelli all´avanguardia; Cooperambiente, il salone del sistema cooperativo; Condominio Eco con le soluzioni tecnologiche per rendere meno energivori gli immobili residenziali. Torna infine a Ecomondo la nuova edizione degli Stati Generali della Green Economy: 66 organizzazioni d’impresa Fondazione Sviluppo Sostenibile presieduta da Edo Ronchi, con la partecipazione dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico.

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Debutta il grande market place per l’industria idrica italiana È Global Water Expo una delle novità di Ecomondo 2015, la grande fiera internazionale dedicata al recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile. Dal 3 al 6 novembre, al padiglione D3 di Rimini Fiera, sarà allestita un’area per rappresentare le tecnologie di gestione del ciclo idrico integrato delle acque in una logica di efficienza. Alla depurazione delle acque reflue, urbane ed industriali, oltre che alle acque meteoriche, sarà dedicata anche un’importante sezione convegnistica che illustrerà i mercati attuali e prossimi futuri, italiani ed esteri, e le tecniche innovative ready-to-market, già applicate in impianti dimostrativi europei e pronte per efficientare i sistemi su vasta scala, soddisfacendo le richieste del competitivo mercato del prossimo futuro. Il board scientifico, coordinato dal professore Fabio Fava, accosterà all’expo un focus sul tema della ‘Water Energy and Carbon Nexus’ poiché la gestione della prima assorbe grandi quantità della seconda ed entrambe le risorse hanno necessità di un forte efficientamento. Saranno presentate le esperienze delle aziende del servizio idrico intergrato e i progetti internazionali Horizon2020. Oltre alla forte spinta comunitaria, un importante driver all’adozione delle migliori pratiche per il risparmio energetico è stato introdotto in ambito nazionale dal Decreto Legislativo 4 luglio 2014 n. 102 di attuazione della Direttiva Europea 2012/27/UE sull’efficienza energetica. Saranno presenti le innovazioni tecnologiche per trattamento e valorizzazione dei fanghi di depurazione, con una particolare attenzione alla sostenibilità tecnica, economica ed ambientale degli impianti e alle strategie per il riuso dell’acqua depurata. Per quanto riguarda il territorio nazionale, saranno presentati gli interventi per il supera-

mento delle infrazioni comunitarie e delle emergenze, andando nel dettaglio di investimenti più importanti come Catania, ove si prevede il completamento ed adeguamento di fognatura e depurazione. Saranno presentati anche interventi prioritari e strategici come il nuovo sistema di collettamento delle acque reflue per la salvaguardia del Lago di Garda. Global Water Expo è realizzata in collaborazione con Federutility-Utilitalia, Associazione Idrotecnica Italiana, IRSA-CNR, Università di Brescia, Università di Verona e Consorzio Inca.

L’acqua in cifre In Italia sono necessari circa 5.2 miliardi di m3 (87m3 di acqua pro capite) all’anno solo per uso privato. Tra 55% e 88% dei cittadini sono serviti dall’acquedotto (indagini condotte in modo diverso hanno dato risultati differenti). Circa 30% dell’acqua trattata è riutilizzata in agricoltura. La rete idrica è composta da oltre 470mila km di tubazioni e le perdite sono stimate intorno al 32%. In un panorama mondiale che stima un mercato dell’acqua pari a 250 miliardi di euro con 33 miliardi di euro investiti all’anno, l’Italia non brilla per investimenti (mediamente 30 euro capite all’anno) rispetto agli altri paesi europei che investono fra i 79 e i 130 euro pro capite all’anno). La situazione di fognatura e depurazione è critica e indietro rispetto ai requisiti comunitari: 3 italiani su 10 non sono ancora allacciati a fognature o a depuratori, con quasi la maggioranza di chi vive in Sicilia, in Calabria, Campania, un 30% in Lombardia e Friuli. Questo ritardo sulla capacità di depurazione porterà alla cifra complessiva delle sanzioni UE a circa 480 milioni di euro l’anno dal 2016 e fino al completamento delle opere. È realistico nel ciclo 2015-20 l’aumento dell’investimento dei gestori da 1.3 miliardi l’anno a 2,5 miliardi. Aggiungendo i 400 milioni di euro l’anno di fondi pubblici di sostegno (FSC, POR, Regionali) e i 2.7 miliardi non spesi e da spendere siamo a oltre 20 miliardi. Le prospettive sono per lavori pari a 5.8 miliardi di euro destinati alla realizzazione di 63 grandi opere nel Sud, ma la cifra è parzialmente disponibile e mancano i piani attuativi. Nel settore della gestione idrica operano 311 imprese con 27.822 addetti ed un fatturato complessivo di 7,2 miliardi di euro. (Fonti: Blue book. Cosentino. 14 maggio 2014. Rom; L’industria dei servizi idrici. Servizio studi e ricerche SRM. Intesa San Paolo, febbraio 2013; Acqua Tech. Dossier: Trattamento acque. La chimica L’industria 2010 (4): 37)

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Global Water Expo è la nuova sezione espositiva di Ecomondo dedicata a tutte le fasi della filiera del ciclo idrico integrato delle acque, dalla captazione alla restituzione all’ambiente. L’unico evento dove le water utilities, i produttori di tecnologie innovative per la gestione del ciclo idrico integrato, le ESCo e gli esperti in gestione dell’energia si incontrano per confrontarsi e fare business.

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Riabilitazione oleodotto sottomarino Dettaglio lavorazioni offshore

Arnold Cekodhima - General Manager Helios Brighter Trenchless

Durante il programmato ciclo di ispezioni mediante “Pig Intelligente”, pratica di monitoraggio rivolta a garantire la sicurezza dell’esercizio e la piena produttività delle condotte adibite al trasporto di prodotti petroliferi, una rinomata azienda petrolifera, ha rilevato che le condizioni della tubazione in acciaio da 10” (DN250) di una delle proprie SeaLines era arrivato ad un punto limite, tanto da indurre l’azienda stessa a metterla fuori esercizio. Lo spessore della tubazione da 10” che trasporta diesel, era oramai arrivato ad un punto tale da non permettere più un esercizio in condizioni di sicurezza. La criticità di questo genere di tubazioni risiede nel pericolo (ancora più elevato dei normali oleodotti) di dispersione di prodotti petrolieri in ambiente marino. Il compito delle Sealines (oleodotti sottomarini), è infatti quello di veicolare dalle petroliere tali prodotti (generalmente ga-

Vista alto Sealine (deposito costiero)

solio e benzina), i quali vengono successivamente stoccati negli appositi serbatoi ad asse verticale, che costituiscono lo stoccaggio del deposito a terra. La Sealine B, lunga 930 m, collega il deposito costiero al campo boe. Il punto inizio della Sealine si trova a circa 18 m di profondità. La necessità del cliente era quella di trovare una soluzione efficace, che minimizzasse l’utilizzo di attrezzature e che fosse rapida. Infatti il campo boe è univoco per tutte le Sealines, quindi un occupazione dello stesso non era possibile per più di 2 giorni in quando impediva l’attracco delle petroliere. Per questo progetto unico e stimolante il Cliente ha deciso di affidare l’esecuzione dei lavori ad HELIOS implementando così il sistema Primus Line, una soluzione flessibile per relining e la riabilitazione senza scavo di condotte in pressione. Il cliente ha optato per l’installazione un tu-

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Panoramica pontone e rimorchiatore

bolare Primus Line DN 250 con un diametro esterno di 236 mm, un diametro interno di 223 mm e una pressione nominale di 19 bar. Poiché il sistema funziona anche lasciando uno spazio anulare libero, lunghezze di inserimento fino a oltre 2.500 m in un unico inserimento sono possibili, così come la sua capacità di attraversare curve fino a 90 gradi. Inoltre, il rivestimento interno del tubolare per questo progetto è in TPU (poliuretano termoplastico) speciale che ha un bassissimo valore di permeabilità. Le attività preliminari alla riabilitazione di una Sealine consistono nella presa visione della logistica dell’attività e nell’ispezione interna della condotta da riabilitare. Affinché il processo di riabilitazione sia eseguito a regola d’arte, ogni potenziale pericolo al tubolare (saldature difettose, asperità all’interno ecc.) deve essere identificato e preventivamente rimosso. Il collegamento delle estremità del tratto da riabilitare avviene mediante lancio di un pig bidirezionale al quale è collegato un cavo pilota in nylon. Il lancio del pig avviene attraverso una trappola di lancio e una di arrivo. Il pig è dotato di 2 dischi guida e 4 dischi di tenuta in poliuretano. I dischi guida sono conformati con diametro pari o leggermente superiore al diametro interno della condotta, mentre i dischi di tenuta sono di diametro maggiorato per assicurare un’efficace tenuta. Il compito dei 2 dischi guida è quello di tenere centrato il pig, scaricare il peso dello stesso e trainare il cavo in nylon. Una volta collegate le estremità con il cavo pilota, lo stesso viene utilizzato per fare il “passacavo” dei vari cavi i quali, attraverso argani idonei, permettono di collegare le estremità con il cavo maestro dell’argano da 15/20/30/40 tonnellate di trazione orizzontale. Il tubolare Primus Line è avvolto in un rocchetto con dimensione variabili, il quale viene sostenuto da un particolare svolgitore motorizzato che mediante la regolazione della velocità, si coordina con l’argano in maniera tale da avere un processo di tiro sincrono. Il tubolare viene consegnato già deformato a forma di “C” in fase di produzione. In questa maniera è possibile ridurre sensibilmente la forza di tiro necessaria all’installazione in quanto la sezione oggetto di attrito con le pareti del tubo camicia è minimo.

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Dettaglio fase di installazione

Per la riabilitazione della Sealine B, il rocchetto è stato piazzato su un pontone di dimensioni adeguate, il quale si è posizionato circa 50 m prima dall’inizio della Sealine ed esattamente in asse alla stessa. All’estremità della Sealine in posizione offshore è stato collegato un apposito tronchetto dotato di tubo di evacuazione e valvola in acciaio inox. Alla valvola verrà poi collegato un tubo flessibile che viene portato in superficie. Questa operazione è necessaria allo svuotamento dell’acqua accumulata durante la fase di tiro nell’intercapedine fra tubo ospite e Primus Line®. Il processo di tiro ha inizio con il collegamento della testa di tiro al cavo dell’argano maestro. Questo processo è stato eseguito dalla squadra di sub specializzati, accompagnando la testa di tiro all’ingesso della Sealine con l’ausilio di speciali palloni, che favoriscono il galleggiamento dei corpi in acqua. Collegata la testa di tiro al cavo dell’argano si procede all’inserimento del tubolare, mantenendo la velocità costante e proporzionale alla forza di tiro applicata. La velocità media varia generalmente dai 5 m/min ai 10 m/min. Una volta che la testa di tiro ha raggiunto la posizione onshore ed è uscita dal tubo ospite di circa 10 m, in posizione offshore si procede all’installazione del connettore Primus Line®. Il connettore viene installato sul tubolare attraverso un accoppiamento meccanico (low pressure system) oppure tramite iniezione di resina (high pressure system). Il connettore viene accompagnato dai sub e fissato alla Sealine attraverso un accoppiamento flangiato. Si procede inoltre all’apertura della valvola installata sul tronchetto di collegamento fra connettore Primus Line® e Sealine.

Il processo di installazione del tubolare è stato eseguito in circa 3 ore Si è proceduto quindi al collaudo della linea riabilitata con una pressione di 1,5 volte la pressione massima di esercizio. Inoltre, dall’intercapedine fra tubo ospite e Primus Line®, viene eliminata tutta l’acqua accumulata durante la fase di tiro e la stessa intercapedine viene riempita fino a pressione positiva con gas inerte.


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Foto connettore installato sul ponte

Un’ulteriore particolarità del progetto è stata la richiesta da parte del Cliente, di installare in impianto, in una qualsiasi zona fuori terra sulla Sealine riabilitata, un “tratto di controllo”. Questo tratto è composto da 3 m di tubolare Primus Line®, una copertura smontabile e 2 connettori. Su questo tratto di controllo, il comportamento del tubolare può essere controllato continuamente semplicemente smontando la copertura superiore. Essendo questa sezione completamente smontabile, il tubolare può essere controllato anche in laboratorio. L’analisi del coating interno in laboratorio è utile a verificare che le proprietà della spalmatura plastica siano rimaste invariate. Test distruttivi su richiesta possono essere eseguiti sul campione al fine di verificare che tutte le qualità del tubolare siano rimaste tali. Al termine dei lavori grande soddisfazione da parte del Committente per la riabilitazione della linea. Con la Sealine nuovamente in funzione, le petroliere scaricano circa 7.000 mc di gasolio a settimana. Per informazioni: Arnold Cekodhima - Arnold@hsts.it

Panoramica del tratto installato nella zona di controllo

Dettaglio fase di accoppiamento offshore

Primus Line Primus Line® è una tecnologia senza scavo per il recupero di condotte a pressione per diverse sostanze quali: acqua, gas e petrolio. Il processo si basa su un tubolare flessibile ad alta pressione ed a una tecnica di collegamento delle estremità flangiate o saldate sviluppata ad hoc. Grazie alla sua struttura a più strati e alla sua estrema leggerezza, il tubo Primus Line® fornisce contemporaneamente flessibilità ed alta resistenza alla pressione interna. Lo strato interno del tubo può essere selezionato a seconda della specifica sostanza con cui va in contatto. Lo strato esterno, a prescindere dalla sostanza, è in PE resistente all’abrasione. Lo strato intermedio è un tessuto aramidico (Kevlar) senza cuciture e funge da armatura. Primus Line® è disponibile in una varietà di diametri nominali tra DN 150 e DN 500 (da 6 a 20 pollici). Primus Line® non ha interazioni con la condotta da riabilitare (non aderisce e non si incolla) ed è autoportante.

Particolare della fase di controllo di routine

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VENTITREESIMO PREMIO COMPASSO D’ORO ADI

AZIENDA:

Sfera DESIGNERS:

Giulio Iacchetti, Matteo Ragni

Giuria Anders Byriel, Presidente - Vivian Cheng - Stefan Diez - Giorgio De Ferrari - Mario Gagnon - Defne Koz - Paolo Lomazzi - Laura Traldi


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Gli eventi di perdita dalle grandi condotte che scorrono in ambito urbano spesso si traducono in pesanti disagi, tanto per la cittadinanza quanto per il traffico veicolare. In questo articolo vediamo come il relining ha contribuito a risolvere un caso molto complesso a Livorno. Carlo Torre - Iren Acqua Gas SpA Mirko Brilli, V. Bonvicini, Franco Quattrocchi - ASA SpA Il presente articolo è relativo alla realizzazione delle operazioni di sostituzione della tubazione DN 800 in acciaio in Via Pian di Rota nell’ambito della manutenzione programmata da ASA SpA per il rinnovamento e il potenziamento delle proprie infrastrutture idriche, con una tubazione DN 710 in Pead. La tubazione in questione alimenta la zona sud della città e più in dettaglio le zone di Porta a Terra, Salviano, la Leccia, la Scopaia, Antignano, Banditella, la Rosa, Montenero, Castellaccio, e Quercianella. In particolare il risanamento idraulico e strutturale della condotta idrica parte in acciaio parte in cemento amianto DN800 (est DN900 il cemento amianto) è avvenuto mediante inserzione di una nuova tubazione in PEAD PE100 DE710 PN10 per circa 64 ml, compresa installazione di n°2 terminali ridotti DE710 X DE900 UNI PN10 alle due estremità del tratto risanato. La diminuzione della sezione è in parte compensata dalla riduzione sensibile delle perdite di carico ottenuta in seguito all’utilizzo delle tubazioni in Polietilene, nonché dalla considerazione che la tubazione originale è caratterizzata dalla presenza di depositi interni di varia natura puntuali o su tratti di lunghezza considerevole.

Gli elementi scatenanti Continuità del servizio e nessun disagio per l’utenza: è questo l’obbiettivo principale che ASA si è posta nel progettare ed eseguire tale opera. La realizzazione di molti interventi

Carlo Torre

Grandi condotte, grandi problemi

preparatori, come collegamenti supplementari e una complessa centralina di sollevamento, hanno permesso, insieme alla scelta tecnica effettuata, l’ottenimento totale di quanto voluto. Non c’è stato nessun disagio, fatto riconosciuto anche dal Sindaco e dalla stampa locale. Sicuramente in tale scelta tecnica ha pesato anche la viabilità del luogo. La via Pian di Rota rappresenta una arteria fondamentale del traffico leggero e pesante della città sarebbe stato impensabile chiuderne anche una corsia alla volta. Tornando alla tecnica, iI feeder o le condotte adduttrici idriche di grande diametro rappresentano uno dei punti più vulnerabili e sensibili della rete. La loro manutenzione comporta di fatto tutta una serie di problematiche di natura riconducibili a diversi fattori non esclusivamente economici, che hanno pesanti incidenze sulla qualità del servizio e che trovano analogo riscontro nella maggior parte delle aziende distributrici italiane. La scelta della tecnologia no-dig comporta in virtù del minor disturbo all’area interessata, un costo sensibilmente minore con riferimento alle tecnologie tradizionali di posa e/o sostituzione tubazioni, sia dal punto di vista sociale afferente alla zona di lavoro, riducendo al minimo le fasi di scavo, le fasi di chiusura e/o interruzione della viabilità presente, la minimizzazione del materiale di risulta da inviare alla pubblica discarica, sia la probabilità di incidenti nel cantiere, aumentando di fatto la sicurezza dei lavoratori presenti per le operazioni.

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Le problematiche derivanti dal diametro Intervenire in manutenzione straordinaria o anche ordinaria su un DN800 non rappresenta un problema in quanto tale, ma sono gli inconvenienti che possono nascere da fattori collaterali che divengono spesso causa di rallentamenti, in quanto collegati ad una tipologia di lavoro che prevede l’uso di materiali ed attrezzature idonei a un diametro vicino ai massimi usualmente utilizzati per condotte in pressione Primo fattore di complicazione è rappresentato dalla oggettiva difficoltà di realizzare il collegamento lineare tra condotte di diverso diametro esterno e diverso materiale. È noto che i tubi in cemento-amianto presentano una dimensione esterna sensibilmente maggiore dei tubi metallici di analogo DN e PN, così come è altrettanto palese l’impossibilità a procedere a saldature tra materiali metallici diversi (ghisa e acciaio, per esempio) o peggio tra metalli e inerti o plastiche.

La progettazione di un intervento complesso È di primaria importanza la stima dei rischi e delle interferenze di cantiere che, essendo di grandi dimensioni e prevedendo un numero elevato di lavorazioni, fasi cronologiche e competenze distinte, contribuisce a rendere tali valutazioni molto più complesse della media e gli adempimenti conseguenti più costosi ed articolati. Queste sono solo alcune ragioni che impongono il ricorso a giunti meccanici realizzati su misura, che prevedono quindi di disporre o di un magazzino adeguatamente fornito, oppure di farli realizzare “just in time”, ma con tempi e costi conseguenti. Nel nostro caso, il secondo elemento di complicazione è stata la procedura di trattamento e inertizzazione del terminale della condotta in cemento amianto. La normativa prevede di intervenire con un idoneo piano di lavoro condiviso con l’ASL e con una procedura stabilita dalle leggi in materia di trattamento dei rifiuti contenenti amianto, anche questi momenti che richiedono una programmazione molto anticipata e l’espletamento di una fase autorizzativa/documentale talvolta non propriamente semplice. Terzo elemento la stima dei rischi e delle interferenze di cantiere, che essendo di grandi dimensioni e prevedendo un numero elevato di lavorazioni, fasi cronologiche e competenze distinte, contribuisce a rendere tali valutazioni molto più complesse della media e gli adempimenti conseguenti più costosi ed articolati. Sono tutte queste problematiche che si incontrano anche all’atto di avviare lavori di manutenzione ordinaria su condotte di diametro più modesto, ma che nel caso di un DN800, che costituisce la principale adduttrice di fornitura idrica di un capoluogo di provincia, devono essere obbligatoriamente affrontate con adeguata conoscenze di tubisteria e con giusto anticipo di tempi, pena il dilungamento dei tempi di lavorazione o ricadute ancor peggiori in fase esecutiva.

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Viabilita e sicurezza La capacità principale per i progettisti e i direttori lavori ASA è divenuta quindi quella di coordinare le singole professionalità disponibili, con l’obiettivo di mantenere sempre ai massimi livelli la sicurezza dei molti operatori che avrebbero dovuto intervenire sul campo, rispettando nel contempo tempi, costi e impegni assunti con l’amministrazione cittadina in merito alla limitazione al minimo indispensabile di eventuali disservizi che avrebbero potuto verificarsi. La professionalità di chi progetta la sostituzione di una condotta strategica in esercizio di tale importanza per la distribuzione deve essere multiforme, al punto che difficilmente la si può delegare ad un solo soggetto progettista esterno, ma quasi obbligatoriamente va ricercata in un complesso di competenze all’interno dell’azienda distributrice, ovvero del Gruppo di aziende delle quali essa fa parte. Come è appunto accaduto in questo caso, in cui ASA si è avvalsa esclusivamente di suoi progettisti e maestranze interne, affidando a Saster Pipe, divisione di IREN di cui ASA fa parte, la fase di relining. La capacità principale per i progettisti e i direttori lavori ASA è divenuta quindi quella di coordinare le singole professionalità disponibili, con l’obiettivo di mantenere sempre ai massimi livelli la sicurezza dei molti operatori che avrebbero dovuto intervenire sul campo, rispettando nel contempo tempi, costi e impegni assunti con l’amministrazione cittadina in merito alla limitazione al minimo indispensabile di eventuali disservizi che avrebbero potuto verificarsi.

Tecnologia, programmazione… La tecnologia prescelta è stata lo slip lining (inserzione di una condotta di diametro inferiore all’interno dell’esistente), dato che tempi e costi necessari ad effettuare un microtunneling sarebbero stati di almeno cinque volte superiori di quelli effettivamente sostenuti con la tecnologia concorrente. L’intervento di cui trattiamo si è rivelato più complicato della media in relazione a due elementi perentori: la necessità di non manomettere la sede stradale dell’arteria di scorrimento principale e i tempi per completare l’opera di sostituzione dei circa 30 metri di condotta DN800, stabiliti in massimo 48-72 ore. Con tali premesse progettuali, effettuare la sostituzione del tratto fugante con la classica metodologia di scavo a cielo aperto era impensabile, data anche la profondità di alloggiamento della condotta esistente, che imponeva il consolidamento del terreno sabbioso con paranco lati laterali e puntellature adeguate. La scelta di intervenire in trenchless si è rivelata da subito l’unica percorribile. Le tecnologie applicabili erano sostanzialmente due: un microtunneling parallelo o uno slip lining sostitutivo. La tecnologia prescelta è stata lo slip lining (inserzione di una condotta di diametro inferiore all’interno dell’esistente), dato che tempi e costi necessari ad effettuare un microtunneling sarebbero stati di almeno cinque volte superiori di quelli effettivamente sostenuti con la tecnologia concorrente e dato che la verifica rete, effettuabile

mediante i moderni software di modellazione idraulica abbinati al mapping, fornivano un dato confortante di portata fino ad una riduzione pari a 650 mm circa di diametro interno delle nuova condotta.

… e giuste forze in campo

In questa fase “emergenziale” si è rivelata determinante la prontezza e la disponibilità di personale qualificato di ASA (saldatori e tracciatori) che ha risolto brillantemente ed in breve tempo il problema realizzando un pezzo di congiunzione su misura. L’intervento si è svolto in due fasi distinte: la saldatura dei tubi in PEAD DE710 mm e il relining vero e proprio. Nessun problema per la prima fase, portata a termine con attrezzature adeguate e personale correttamente qualificato. Diverso discorso per la fase di relining, che doveva affrontare un problema in più di quanto originariamente previsto, ovvero una leggera curvatura (circa 4°) su una saldatura del tratto in acciaio originario, che non era stato possibile apprezzare in fase di ispezione televisiva iniziale. In fase di inserzione, tale inconveniente ha impedito di raggiungere con il PE il punto di congiunzione stabilito, dato l’attrito a cui la curva sottoponeva il liner proprio in fase terminale, quando cioè circa 3000 kg di tubo plastico già gravavano all’interno del tubo metallico ospitante. Il problema è stato risolto approntando un pezzo speciale in acciaio inox a tempi di record, consentendo di completare l’intervento e ripristinare la normale distribuzione idrica in anticipo rispetto al programmato. In questa fase “emergenziale” si è rivelata determinante la prontezza e la disponibilità di personale qualificato di ASA (saldatori e tracciatori) che ha risolto brillantemente ed in breve tempo il problema realizzando un pezzo di congiunzione su misura.

Vuoi approfondire? Guarda il filmato dell’intervento su www.sasterpipe.it/video.asp

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Sistema per il ripristino dall’interno di condotte in pressione Solitamente il problema maggiore riscontrato nei risanamenti di tubazioni in pressione (prevalentemente condotte di acqua potabile), effettuati con varie tipologie di guaina, è la successiva riapertura delle derivazioni d’utenza, intervento che attualmente viene eseguito dall’esterno mediante lo scavo in prossimità di ogni singolo allacciamento. Questa metodologia comporta notevoli disagi (come limitazioni alla circolazione, cantieri, rumori, ecc.) e costi elevati. Per evitare questo tipo di complicazioni, la tedesca IBG Hydrotech GmbH ha sviluppato e presentato in anteprima mondiale l’innovativo sistema LPC (Lateral Pipe Connector) che consente di riaprire dall’interno le derivazioni d’utenza nelle condotte in pressione, come ad esempio quelle dell’acqua potabile. Rivoluzionario ed unico nel suo genere, questo sistema permette di ottenere risultati affidabili e duraturi con un’attrezzatura composta da uno speciale carrello motorizzato multifunzione munito di utensili e packer di gonfiaggio e dai nuovi manicotti interni in acciaio inox con guarnizione di tenuta. L’intervento è semplice: una volta riaperti mediante un cutter gli allacciamenti chiusi dalla nuova guaina, aiutandosi con il carrello motorizzato dedicato, si posiziona lo speciale manicotto all’interno della condotta principale in prossimità dell’allacciamento. Con il packer di gonfiaggio il manicotto viene fatto aderire alla parete della condotta e bloccato saldamente nella sua posizione: la speciale guarnizione, inserita all’attacco dell’allacciamento, viene quindi bloccata, garantendo la tenuta. Il sistema LPC, oltre ad essere agevole da utilizzare, è universale, in quanto si adatta a tutti i tipi di guaine attualmente in commercio ed a tutte le derivazioni d’utenza nelle reti di acqua potabile.

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Relining CIPP di tubazioni per gas naturale Le tecnologie applicative e i prodotti utilizzati da In.Te.Co. per rendere ermetiche le vecchie tubazioni in ghisa grigia in contesti territoriali e urbanistici di pregio o particolarmente sensibili Franco Scarabelli - In.Te.Co.

Le grandi Aziende di distribuzione di gas naturale che hanno l’obbligo (direttiva AEEG 120/08) di intervenire per la messa in sicurezza dei vecchi tubi in ghisa grigia con giunti sigillati a canapa e piombo, chiedono alle società incaricate di questo servizio di utilizzare tecnologie non distruttive per rendere ermetiche le tubazioni, ancora in servizio nei centri storici di molte grandi Città del nord Italia, che sono posate in strade e marciapiedi con pavimentazioni di pregio o in situazioni di vicinanza con altri sottoservizi. Per rispondere a queste richieste, In.Te.Co. S.r.l. ha scelto di utilizzare i prodotti e le tecnologie applicative sviluppate dalla società svizzera SANIVAR AG di Neuendorf (CH), leader in Europa in questo settore. La linea SANIVAR AG per il risanamento CIPP di tubi gas comprende i seguenti prodotti: Sanilinck Standard, Saniline G e SaniTube G. Tutti questi tubolari per relining sono costruiti in pezzo unico, senza cuciture, così da poter garantire una perfetta tenuta alla pressione di esercizio del vecchio tubo, e sono naturalmente dotati di Certificazioni di idoneità Europee per il trasporto di gas naturale. I prodotti della linea gas di SANIVAR, installati in Italia da In.Te.Co.S.r.l., sono utilizzabili su condotte per il traporto di gas dalla 4a alla 7a specie e si distinguono per il particolare ed unico sistema di applicazione completamente a freddo. Il liner tubolare viene impregnato con uno spe-

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ciale collante poli-fasico, di composizione brevettata, che non necessita di alcun tipo di innesco esterno (calore o altro) per attivare la sua azione di perfetta adesione ed incollaggio alle pareti della condotta esistente. Questi prodotti e queste tecnologie applicative, che non richiedono apparecchiature di riscaldamento rumorose ed inquinanti per la catalisi del tubolare, consentono ad In.Te.Co. S.r.l. di operare in contesti particolarmente sensibili, centri storici, strade sulle quali si affacciano e lavorano molti esercizi commerciali, edifici pubblici, scuole, ecc., in tempi rapidi e con il minimo disturbo possibile per la cittadinanza. Gli inserimenti vengono eseguiti preferibilmente in ore notturne ed il liner impregnato e tenuto ad una pressione di 0,5 bar tramite speciali valvole di chiusura, viene lasciato agire per 24 ore senza nessuna necessità di intervento. Questo tempo viene utilizzato per un primo collaudo di verifica dell’integrità del tubo, il collaudo definitivo viene poi effettuato secondo le modalità previste dalle norme. Immediatamente dopo il collaudo vengono ricollegate le utenze sui fori riaperti nel liner indurito ed incollato al tubo ospite. Dal 2010 ad oggi In.Te.Co. S.r.l. ha applicato i prodotti di SANIVAR AG nelle città di Genova, Milano, Brescia e Pavia, risanando tubazioni in ghisa grigia ed acciaio con diametri da 100 a 500 mm. per circa 6.000 metri. Sempre con soddisfazione delle Aziende di Gestione Committenti.


Attraverso il “buco della serratura” per la connessione a casa

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Il rimedio innovativo di perforazione “buco della serratura” di Tracto-Technik è particolarmente applicabile nella realizzazione di connessioni domestiche: abbatte i costi elevati e gli effetti negativi causati dai lavori di costruzione sulle strade e nelle proprietà. Questa procedura, minimamente invasiva per i collegamenti domestici per gas, acqua e telecomunicazioni, fa sì che la tubazione possa essere posata direttamente dalle linee principali in maniera economica ed ecocompatibile, senza scavo fino all’edificio. La perforatrice direzionale keyhole GRUNDOPIT K è completamente automatica ed è controllabile dalla superficie. È possibile praticare fori fino a max di 30 m di lunghezza e posare una tubazione sino a diametro DA 63 millimetri. Per applicare la Keyhole, si realizza un foro con una carotatrice Ø 65 cm sulla superficie dell’asfalto, si estrae l’asfalto e per mezzo di un escavatore a risucchio si toglie il materiale di ricopertura della linea principale. La perforatrice Keyhole viene inserita nel foro realizzato in prossimità della linea principale. Dopo aver effettuato la perforazione direzionale, il foro carotato viene ripristinato inserendo nuovamente la carota di asfalto che era stata estratta in precedenza ed incollata con una speciale malta. In Svizzera, il sistema viene utilizzato dalla azienda di servizi SWG. Ad oggi, la SWG ha realizzato a Grenchen, Lengnau, Bettlach, Arco, Burgdorf e Jegenstorf tutti i nuovi collegamenti domestici di gas, acqua e telecomunicazioni senza trincee con la tecnica del “buco della serratura”. Utilizzando questa tecnica si crea molto meno stress sulle pareti dell’asfalto se comparato con un normale scavo rettangolare, eliminando crepe che si creano sui bordi del pozzetto. Questo rende il sistema keyhole molto interessante per gestori multiservizi e le societá edili stradali.

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degli acquedotti e delle reti fognarie Lo studio Ingegneri Associati Fischer – Giralt progetta sia interventi di risanamento idraulico di infrastrutture esistenti che nuove reti di urbanizzazione.Tali interventi mirano alla riduzione delle perdite idrauliche e al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie dei sistemi. Le attività di studio e di progettazione nel campo dell’ingegneria delle infrastrutture riguardano la progettazione di opere propriamente idrauliche quali acquedotti e fognature. Tali attività sono svolte sia per conto di amministrazioni pubbliche che per privati e vengono sviluppate in una logica di ottimizzazione tecnica ed economica. ervizi tecnici specialistici

Studi di fattibilità Progettazione e direzione dei lavori per la riabilitazione di condotte con interventi NO-DIG/trenchless technology Servizi tecnici specialistici destinati a Enti territoriali - comuni, province, regioni Gestori di acquedotti e di sistemi di drenaggio urbano Gestori di infrastrutture a rete Imprese di costruzioni e manutenzioni Autorità di bacino Consorzi di bonifica

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A Merano relining sotto il viadotto Il tratto di tubazione fornisce circa il 60% del fabbisogno idrico della Città di Merano e può essere considerato uno dei punti nevralgici dell’acquedotto meranese. L’ASM S.p.A. ha deciso, alla luce dell’importanza che riveste tale tubazione, di operare un intervento preventivo di risanamento.

L’infrastruttura oggetto dell’intervento di risanamento è il tratto di tubazione dell’acquedotto gestito dall’ASM S.p.A. (Azienda Municipalizzata di Merano) passante all’interno della struttura metallica del viadotto presso il km 37,250 della S.S.238 delle Palade, ubicato sopra il fiume Adige e sopra la strada statale S.S.38.

Le indagini preventive In fase di progetto sono state effettuate delle indagini spessimetriche sulla tubazione interessata dall’intervento di risanamento al fine di rilevare gli spessori medi, eventuali anomalie e lo stato di conservazione della tubazione stessa. Le misurazioni di spessore sono state eseguite con ultrasuoni in conformità alla norma UNI EN 14127:2011. Dalle indagini eseguite è risultato uno stato di ossidazione superficiale leggero all’interno della condotta e in corrispondenza di varie sezioni è stato riscontrato un fenomeno di corrosione avanzato con “esfoliazione” parziale

Giorgio Giralt Studio Ingegneri Associati Fischer-Giralt

esterna della tubazione dovuto al percolamento d’acqua dal piano viabile del ponte.

Descrizione dell’intervento L’esigenza progettuale era l’applicazione di una metodologia di intervento sperimentata, certificata, non distruttiva che permettesse di:

• mantenere pressoché invariato il diametro interno della tubazione esistente da risanare • creare una nuova condotta all’interno della tubazione esistente che garantisse la tenuta strutturale ed idraulica • intervenire in maniera pressoché nulla sulla superficie viabile con un numero limitato di scavi localizzati

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SERVIZI A RETE LUGLIO-AGOSTO 2015

Pulizia tubazione esistente ad altissima pressione

Lo studio Ingegneri Associati Fischer-Giralt – Dott. Ing. Giorgio Giralt ha sviluppato, alla luce delle esigenze esposte sopra, un progetto d’intervento per il risanamento del tratto di acquedotto costituito da una tubazione DN 400 in acciaio al carbonio di lunghezza pari a ca. 120m e caratterizzata da un dislivello entrata/uscita pari a ca. 3m., utilizzando la tecnologia del relining C.I.P.P.. L’intervento di risanamento è stato eseguito nei mesi di febbraio e marzo 2015 adottando la tecnologia del relining con calza BlueLiner. Tale calza è dotata di un rivestimento interno in polietilene applicato su un tessuto in fibra di poliestere multistrato con aggiunta di fibre di vetro. Lo spessore del Liner messo in opera è pari a 9mm ed è stato calcolato nel rispetto della ASTM F1216 in base alle esigenze idrauliche e strutturali e considerando i seguenti valori di calcolo: • • • •

Inserimento liner

Pressione di esercizio della condotta: 12 bar Depressione nella condotta: 1,0 bar Sovraccarichi di tipo stradale – I Cat. Coefficiente di sicurezza pari a 2.

La miscelazione e l’estrazione della miscela tra resina e indurente sono state eseguite con un sistema di pompaggio chiuso per evitare la formazione di inclusioni di aria nella miscela. L’impregnazione della calza con resina bicomponente epossidica ha avuto luogo in cantiere mediante un impianto automatizzato. L’inversione del liner all’interno della tubazione da risanare è stata eseguita tramite tamburo ad aria compressa, mentre il processo d’indurimento della resina è avvenuto con riscaldamento tramite vapore. Una volta terminate le operazioni di inserimento ed indurimento del liner è stato prelevato un campione di liner messo in opera secondo le indicazioni contenute nella UNI EN ISO 11296-4. Il campione è stato successivamente inviato ad un laboratorio accreditato per test su inliner.

Controllo della qualità in corso d’opera Per motivi legati all’assicurazione della qualità, la Direzione Lavori ha controllato a tempo debito la seguente documentazione fornita dall’impresa esecutrice: • Documentazione richiesta prima dell’installazione del liner Schede tecniche di tutti i materiali da impiegare Certificati di potabilità dei materiali Manuale di posa del produttore del sistema, per controllare la fase esecutiva dei lavori, comprensivo delle curve di riscaldamento Relazione dell’Appaltatore con descrizione dettagliata di tutte le fasi di lavoro

Campione prelevato

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Certificati dei risultati delle prove di laboratorio eseguite sui materiali da impiegare


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• Documentazione richiesta dopo l’installazione del liner Certificato dei risultati delle prove di laboratorio eseguite sul campione del liner prelevato Protocollo di impregnazione della calza Protocollo di installazione della calza

Sono stati forniti i seguenti rilievi rilievo con telecamera della tubazione esistente prima della pulizia rilievo con telecamera della tubazione esistente prima dell’installazione del liner (dopo la pulizia)

Sezione

rilievo con telecamera dopo aver eseguito i lavori di risanamento, con i manicotti interni montati.

Conclusioni Tale tipologia di intervento si è rivelata vincente in quanto • ha consentito di operare da un solo scavo sulla superficie stradale di dimensioni molto ridotte, interferendo in modo marginale con la viabilità e con le varie attività commerciali che si affacciavano sulla strada statale S.S.238 delle Palade. • Ha permesso di raggiungere obiettivi di velocità operativa e di sicurezza complessiva del cantiere superiori rispetto alle tecniche tradizionali.

Obiettivo qualità Le tecniche di risanamento delle condotte denominate Cured In Place Pipe (C.I.P.P.) presentano grandi vantaggi e consentono di intervenire in economia e con enormi riduzioni dei costi sociali. Nel contempo però, se le stesse non sono progettate con riferimento a precisi parametri di qualità dei materiali da impiegare, delle procedure di messa in opera e di prestazioni del prodotto finito, potrebbero riservare amare sorprese sia agli Enti deputati a gestirle che alle imprese esecutrici del relining. La Direzione Lavori deve effettuare i necessari controlli di qualità in cantiere.

Tubazione prima dell’intervento

Certificazioni È quindi importante che la Direzione Lavori chieda a tempo debito (prima dell’ordine dei materiali) all’Appaltatore le certificazioni sui prodotti, ovvero la qualità dei materiali (stato M secondo la UNI EN ISO 11296-4). L’Appaltatore è tenuto inoltre ad indicare le modalità di installazione del liner in loco. Ed infine è importante che la Direzione Lavori chieda all’Appaltatore le certificazioni di laboratorio sui risultati delle lavorazioni (stato I secondo la UNI EN ISO 11296-4). Si sottolinea infine l’importanza di procedere con la dovuta diligenza da parte dei committenti nella fase di assegnazione degli incarichi alle imprese esecutrici, richiedendo le qualifiche necessarie e assicurandosi della qualità di tali qualifiche.

Tubazione dopo l’intervento

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PROTAGONISTI ANCHE NEL RISANAMENTO ACQUEDOTTI RISANAMENTO CONDOTTA IDRICA, CON TUBAZIONE SOSPESA SOTTO IL VIADOTTO CHE COLLEGA LE CITTÀ DI MERANO E MARLENGO. TUBO RISANATO CON VETRORESINA INLINER

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È dal 1986 che operiamo nel settore del risanamento delle condotte fognarie, dell’acqua e del gas. In tutti questi anni abbiamo maturato un’efficace metodologia d’intervento, sperimentando con successo soluzioni mirate e tecnologie non distruttive sempre più evolute, come quelle recentemente utilizzate a Merano. Nella città dell’Alto Adige abbiamo risanato una condotta idrica con tubazioni sospese sotto il ponte Marlengo, che fornisce il 60% del fabbisogno idrico della Città. L’intervento completo di relining (ispezione, pulizia e risanamento ) è durato solo 5 giorni. > TIPOLOGIA: RIELINING CONDOTTA IDRICA DN 400 (COMMITTENTE: ASM MERANO SPA) > TRATTO: PONTE MARLENGO - SOPRA SUPERSTRADA MEBO E FIUME ADIGE > CONDOTTA: LUNGHEZZA 120 m / DIAMETRO 400 mm / PRESSIONE DI COLLAUDO: 18 BAR > TECNOLOGIA: FIBRA POLIESTERE MULTISTRATO+FIBRA DI VETRO+RESINA EPOSSIDICA USO POTABILE > TECNICA: CIPP - INSERIMENTO AD ARIA + VAPORE > RILEVAZIONI: DISLIVELLO ENTRATA/USCITA: 3 M. - PRESSIONE DI ESERCIZIO: 12 BAR

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C.I.P.P. speciale al Monte Bianco

Cantiere in sotterraneo nella fase di riscaldamento del liner composito

Stefano Dini - Amministratore Unico Idroambiente Srl Elisa Galliani - Ufficio Ingegneria Idroambiente Srl

Quindici anni fa all’interno della galleria del Monte Bianco si verificò il gravissimo incendio che portò alla chiusura del traforo per circa tre anni. Durante questo periodo, oltre alla ristrutturazione completa della galleria, furono ulteriormente rinforzati e a volte parzialmente riprogettati per adeguamenti, tutti i sistemi e gli impianti tecnologici. In quest’ottica, il Gestore italofrancese della galleria volle intervenire in modo radicale anche sulla rete aeraulica, portandola ad un livello di sicurezza adeguato. L’intera linea di areazione in pressione, per aria respirabile, all’interno della galleria tecnica e di evacuazione fu quindi oggetto di rifacimento/sostituzione ancora in pesante lamiera metallica. Il ramo del collettore, si presentava in gran parte della linea sospeso all’interno della galleria di servizio ma, per un tratto relativamente corto, era inghisato nelle pareti e in una soletta del bunker, nel quale vi è la Stazione Operativa e di controllo VVFF a centro galleria. Proprio il tratto finale del collettore di alimentazione dell’aria si presentava come lo snodo più cruciale dell’intera rete, caratterizzato da un salto di quota e due deviazioni angolari in circa 70m di tratto fino alla base della cabina di filtrazione all’interno del bunker stesso. Davanti alla possibilità potenziale di un surriscaldamento dell’aria in arrivo al bunker a metà traforo, il Gestore chiese la progettazione del relining dell’ultimo tratto di collettore, che rispondesse però a precise caratteristiche, tra le altre, la

In attesa del “disco verde”. Sette ore e mezza disponibili per effettuare tutte le operazioni di piazzamento, sezionamento, relining e riassemblaggio del collettore.

resistenza alla temperatura. La necessità di un intervento di tipo trenchless (senza scavo) era legata all’impossibilità di una sostituzione manuale del collettore, essendo questo affondato nel cemento proprio per il tratto finale, al contrario del resto della rete a vista. Tra le Aziende italiane e francesi interpellate, Idroambiente Srl di Novate Milanese presentò il progetto di relining che convinse maggiormente la Commissione Tecnica italofrancese del Gestore. L’elemento vincente fu la proposta della tecnologia C.I.P.P., con l’inserimento all’interno del tratto interessato, mediante inversione ad aria, di un liner multistrato (di propria progettazione) composto da un insieme di diffe-

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Il liner raggiunge l’accesso di inversione. La galleria di servizio è esattamente sotto la carreggiata Nord

renti fibre, matrici e additivi, polimerizzato con miscela di aria-vapore. Idroambiente applica il sistema C.I.P.P. in Italia e all’estero in virtù di oltre 20 ani di esperienza con proprio sviluppo tecnologico. Il progetto risultava idoneo al risanamento del tratto, caratterizzato da curve, con diametro medio grande, raggiungibile attraverso accessi e percorsi complessi, da realizzarsi in tempi estremamente ridotti. Rilevanti inoltre le caratteristiche del sistema di impermeabilità all’acqua, impermeabilità all’aria in pressione, resistenza al calore (dell’aria surriscaldata in caso di incendio in galleria tecnica) e certificazione di compatibilità al contatto con aria respirabile. Fu prevista la modifica del sistema di inversione e riscaldamento (polimerizzazione), apportando alla macchina uno speciale impianto di inertizzazione del liner, così che in caso di interruzione d’emergenza dell’attività di relining durante il processo di polimerizzazione a caldo, non venisse pregiudicato l’intero intervento. Un altro aspetto caratteristico del progetto fu la realizzazione, in sito e contestualmente al relining, di speciali terminazioni sagomate direttamente nel liner. Per l’assen-

Vista interna del liner CIPP finito

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Terminale del liner in fase di riscaldamento in galleria tecnica

za di tempo, era previsto che tali profili combaciassero perfettamente ai pezzi speciali di raccordo con il resto del collettore. Lo speciale liner composito progettato da Idroambiente, ha confermato tutte le caratteristiche richieste: adattabilità in curva, impermeabilità all’acqua secondo normativa europea di test utilizzata normalmente per il relining, resistenza alla temperatura (test secondo norma N-1443/06), resistenza all’infiammabilità della superficie interna del liner (test secondo norma ASTM D 635/77), compatibilità all’aria respirabile (test secondo norma SFS-EN 12237/1 e SFS-EN 14239/2). A questo si aggiungano i tempi certi per la posa e la polimerizzazione del composto e la difficile logistica del cantiere in galleria (per esempio i mezzi dovevano essere tutti orientati verso la via di fuga programmata). Approvato il progetto tecnico con una serie di incontri sul campo, Idroambiente, il Gestore dei servizi del traforo e i delegati tecnici di molti altri enti e imprese, definirono, nel minimo dettaglio, le procedure di lavoro, adattandole agli standard di sicurezza e alle tempistiche attuabili in regime di interferenza.

Galleria del Monte Bianco presso il Bunker della Stazione VVFF in centro traforo; a destra si vede la porta di ingresso per le operazioni di relining.




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Riparazione automatica delle perdite senza scavo Curapipe System Ltd. propone una soluzione unica, altamente innovativa, con lavori di breve durata e a basso costo per la riduzione drastica delle perdite idriche

In Italia l’efficienza dell’infrastruttura della rete idrica costituisce un’esigenza diffusa e ormai improrogabile, ma le perdite continuano a essere persistenti e gravose. La vetustà di molte infrastrutture, la qualità media non elevata della manutenzione e le perdite di rete provocano una generale inefficienza nella gestione delle risorse idriche del Paese. Tale causa d’inefficienza si traduce, tra l’altro, oltre alle problematiche ben note di NRW, in costi molto elevati di energia elettrica, che gravano fortemente sui bilanci della maggioranza delle utilities, e in un degrado accentuato nel tempo delle infrastrutture. Secondo i dati ISTAT più recenti (giugno 2014): nel 2012 il 37,4% dei volumi immessi in rete non raggiunge gli utenti finali, con un peggioramento rispetto al 2008, quando le dispersioni di rete erano del 32,1%. Globalmente le perdite ammontano a 3,14 miliardi di metri cubi, ovvero 8,6 milioni di metri cubi persi al giorno, ovvero poco meno di 100 mila litri al secondo. Si disperdono quindi, per ogni residente, 144 litri al giorno oltre quanto effettivamente consumato (241 litri/giorno). La tecnologia TALR - Trenchless Automated Leakage Repair (Riparazione Automatica delle Perdite Senza Scavo) sviluppata da Curapipe System Ltd. permette di ridurre le perdite, diminuendo al tempo stesso i consumi di energia elettrica in proporzioni variabili tra circa 14% e 18%, a seconda delle condizioni delle infrastrutture riparate (distretto o rete).

Buchi di 3 mm non sigillati

Caratteristiche della tecnologia TALR • permette di riparare le perdite che normalmente non vengono identificate o vengono identificate troppo tardi per evitare forti danni causati da rotture delle tubazioni - tipicamente una sola di queste perdite può essere di 1,5 metri cubi all’ora e non essere rilevata; • individua automaticamente buchi, crepe, fratture, screpolature e perdite varie (per es. ai giunti); • non è necessaria la video ispezione; • sigilla automaticamente, immediatamente, ermeticamente e in modo permanente, con rimessa in esercizio della tratta alla fine dell’intervento (4-6 ore in media);

Buchi di 3 mm sigillati

• sigilla anche fessure longitudinali in tubazioni di plastica; • può operare con forti incrostazioni interne, curve, biforcazioni, valvole a farfalla; • sigilla le micro-fratture, cioè il 75-80% delle perdite mondiali: buchi e fessure da frazioni di mm a circa 8 mm; • sigilla le perdite anche nelle derivazioni, dove generalmente si trova la maggioranza delle microfratture;

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• non lascia alcun film o calza o altro all’interno della tubazione; la sostanza sigillante rimane solo in corrispondenza della riparazione; • rigenera in modo permanente l’interno delle tubazioni, prolungandone la vita; • è applicabile a tutti i tipi di tubazioni, di qualsiasi diametro; • è l’unica alternativa a basso costo per la riparazione o la sostituzione delle tubazioni. La tecnologia deve essere applicata su ampia scala ed è ideale per ambiti urbani, dove i costi di sostituzione o riparazione al metro con altre tecnologie trenchless sono molto elevati. Tipicamente, una squadra di tre-quattro persone può effettuare due interventi al giorno per tratte fino a circa 300-500 metri ciascuna (le lunghezze effettive delle tratte dipendono dalla distanza tra punto d’immissione e punto di recupero del pig train che include la sostanza sigillante, oltre che dai piani di manutenzione decisi dalla utility).

La tecnologia TALR presenta i seguenti vantaggi per le utility • permette un ROI elevato e in tempi brevi, con un basso Costo Totale di Proprietà (TCO) • riduce i costi di energia elettrica • rientra in modo integrato nel portafoglio delle tecnologie per l’ambiente • può far ottenere certificati bianchi (TEE) sui risparmi relativi ai consumi di energia elettrica • rinforza il brand e accresce la sua reputazione e notorietà come leader innovativo per l’ambiente. I brevetti sono stati depositati e ottenuti in molti paesi, tra cui i paesi dell’Unione Europea e gli Stati Uniti. La tecnologia e la sostanza sigillante sono state certificate per utilizzo con acqua potabile in Italia, Israele, UK, Messico; le procedure di certificazione sono in corso in altri paesi. La tecnologia è in utilizzo in Messico dal 2014 e da Hagihon Ltd., la water utility della Città di Gerusalemme, dal 2015 con un contratto di manutenzione per cinque anni. Curapipe Italia è una joint venture tra Curapipe System Ltd. di Israele e il Gruppo Marazzato di Vercelli. Il primo contratto è stato concluso con Acqualatina SpA, utility della provincia di Latina.

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http://www.youtube.com/watch?v=pjHJb8Yfn7Q animazione di come si svolge l’intervento di riparazione

Il Gruppo Marazzato è impegnato da oltre 60 anni nella fornitura di servizi ecologici ad aziende e privati finalizzati alla salvaguardia dell’ambiente. L’azienda conta oggi 14 sedi, 210 dipendenti e 205 mezzi operativi ed è riconosciuta a livello nazionale per gli eccellenti standard qualitativi nell’erogazione dei servizi, le competenze, la consolidata esperienza e la capacità di intervento. Il partner ideale per la diffusione della tecnologia Curapipe in Italia. www.gruppomarazzato.com info@gruppomarazzato.com

Acqualatina S.p.A. gestisce il Servizio Idrico Integrato nei 38 comuni del territorio dell’Ato4 – Lazio Meridionale, con oltre 3.700km di rete acquedottistica e circa 265.000 utenze. Il recupero delle dispersioni fisiche è una priorità del Gestore, che ha adottato diverse leve, dal pressure management alla distrettualizzazione e alla ricerca perdite, conseguendo, su alcune reti idriche, ottimi risultati, con un risparmio del 30% dei volumi immessi. Attualmente l’intero territorio dell’Ato4 è interessato da un progetto di recupero dispersioni fisiche molto più ampio, con interventi di risanamento o riabilitazione di intere porzioni di reti distributrici, nel cui ambito s’inserisce anche il contratto con Curapipe. Tali interventi saranno realizzati grazie all’attività portata avanti dal gestore Acqualatina con un investimento complessivo di 44,3 milioni di euro fino al 2033. Ennio Cima - ennio.cima@acqualatina.it Daniele Verde - daniele.verde@acqualatina.it

Cesare A. Massarenti cmassarenti@gmail.com cell. +39 340 96 36 989 www.curapipe.com CURAPIPE SYSTEM LTD. P.O. Box 7284 Abba Hillel Junction Yakhin Park Ashkelon 78172, Israel

http://www.youtube.com/watch?v=HF9vqeRRg6I ripresa video reale a Thames Water Utilities, Londra, UK


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A Milano relining in sette giorni senza demolizioni 70 metri di tubazione ricostruita e 43 connessioni lungo il percorso presso il Convento di via San Vittore a Milano Il team di Tubus System Italia ha portato a termine un delicato intervento nella centralissima via San Vittore a Milano, dove è stata ricostruita una tubazione orizzontale interrata di ben 70 metri di lunghezza. I lavori sono stati commissionati dalla Congregazione Suore del Buon Pastore e sono durati solo 7 giorni. Un tempo rapido, considerata la complessità dell’intervento che riguardava la tubazione del pavimento dell’edificio, sotto il livello interrato che accoglie le cucine, lavanderie e locali di servizio della congregazione. La tubazione inoltre, funge da collettore fognario per tutti i servizi della congregazione e presenta oltre 40 connessioni lungo il percorso. Obiettivo dell’intervento è stata la riparazione delle molte incrinature, lesioni e anomalie della tubazione per ridare piena funzionalità all’impianto fognario. Il sistema Tubus System, ideato dall’omonima azienda svedese ora operativa anche in Italia, consente di riparare e ricostruire l’intero sistema di scarico di un edificio senza demolizioni, con costi e tempi certi, e minor impatto sull’ambiente, data

l’assenza di macerie. Il sistema è anche sostenibile dal punto di vista ambientale perché è riciclabile al 100% e può essere applicato anche in ambito infrastrutturale per la ricostruzione di canali sotterranei di grandi dimensioni, ponti tubolari e separatori di olio. Il sistema è testato da oltre 40.000 installazioni, assicura un’aspettativa di vita certificata di almeno 50 anni e ogni installazione è garantita per ben 10 anni. Da quest’anno il metodo ha ricevuto il benestare ETA e la certificazione CE, il più importante attestato di qualità europeo.

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Irrigazione del basso Molise Uno dei più importanti lavori infrastrutturali irrigui degli ultimi tempi è in fase di esecuzione in Molise e precisamente sui territori ricadenti all’interno della gestione del Consorzio Bonifica Integrale Larinese

Costituito con D.P.R. del 08/02/1954, il Consorzio si ispira ai principi del risparmio idrico e dell’utilizzo mirato delle risorse non rinnovabili ed intende perseguire gli obiettivi per soddisfare le esigenze irrigue dei consorziati, razionalizzare la distribuzione della risorsa idrica ed ottimizzare la gestione della distribuzione irrigua al fine di contenere i costi energetici, razionalizzare l’uso delle infrastrutture e accrescere l’efficienza del personale impegnato nel servizio. Il comprensorio di pertinenza iniziale si estendeva per 8.508 ettari, e da allora, successivi ampliamenti hanno portato il Consorzio alla superficie comprensoriale attuale, pari a 50.050 ettari. Gli impianti irrigui ad oggi in uso nel comprensorio sono otto e le superfici rifornite di acqua ad uso irriguo si estendono attualmente per circa 6.400,00 Ha e la quasi totalità degli impianti irrigui, circa l’87% della superficie servita, è alimentata con stazioni di sollevamento. L’unica eccezione è rappresentata dall’impianto denominato “Biferno 1° lotto”, in cui l’acqua è erogata per caduta, per mezzo di due vasche di accumulo, alimentate direttamente dall’adduttore centrale, opera di derivazione gestita dall’Agenzia speciale “Molise Acque”, che dalla Diga del “Ponte Liscione”, arriva alla zona industriale di Termoli. Fatta eccezione per gli impianti di “Biferno 1°

lotto”, “Saccione” e “Colle Picone” tutti gli impianti sono gestiti in maniera completamente automatizzata, per mezzo di un avanzato sistema di telecontrollo, telerilevamento e telecomando della rete, dotato di ben 45 periferiche dislocate sul territorio. Nell’ambito delle iniziative volte all’ampliamento delle esistenti zone irrigue del Basso Molise, il Consorzio ha progettato nuovi impianti irrigui, alimentati dalle acque dei fiumi Biferno e Fortore e finalizzati a servire un vasto territorio comprensoriale di oltre 7.100 ettari, situato lungo il confine con la Regione Puglia, nell’agro dei comuni di Ururi, San Martino in Pensilis, Rotello e Santa Croce di Magliano. Tra questi è stato finanziato per 75 Mln di euro, il progetto definitivo dei lavori di “Irrigazione del Basso Molise con le acque dei fiumi Biferno e Fortore – 1° Intervento” (delibera CIPE n. 153 del 2 dicembre 2005), che, utilizzando le acque del fiume Biferno, prevede sia l’attrezzamento irriguo ex-novo di due nuovi distretti nei comuni di Ururi e San Martino in Pensilis per complessivi 1.750 ettari, sia l’alimentazione delle zone irrigue già esistenti di “Saccione”, al momento alimentate dalle acque provenienti dal comprensorio irriguo del Consorzio di Bonifica del Trigno e Biferno. In particolare, le opere previste nel 1° intervento consistono nel sifone di derivazione, nella condotta

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premente ed in quella adduttrice che alimenta i due distretti di nuova realizzazione ed i quattro già esistenti in agro di Larino e San Martino in Pensilis per una superficie irrigata circa 7.000 ha. Data la complessità dell’opera ed il grosso investimento, parte della rete è stata realizzata con tubazioni in ghisa sferoidale: un materiale duttile, lega di ferro/carbonio/ silicio in cui il carbonio è allo stato puro, sotto forma di grafite sferoidale, dalle proprietà meccaniche eccezionali, nonché un materiale interamente riciclabile. Grazie a un trattamento al magnesio, il materiale conserva la solidità delle ghise, guadagnando in elasticità. Compromesso ideale tra flessibilità e resistenza, la ghisa sferoidale è stata eletta, da molto tempo, come il miglior materiale per condotte, in particolare per le condotte in pressione. Le sue caratteristiche sono eccezionali: elasticità del materiale, tenuta alla flessione, resistenza all’allungamento, estrema solidità, durata più che centenaria. Queste notevoli proprietà meccaniche ne fanno un materiale adatto a tutte le situazioni, in grado di sopportare grandi sollecitazioni senza subire alterazioni. In particolare per la fornitura delle tubazioni in ghisa sferoidale, il CONSORZIO IMPRESE RIUNITE SCARL, aggiudicataria dell’appalto e che ha indicato Monaco S.p.A. quale impresa esecutrice, si è affidata all’esperienza pluriennale di SAINT-GOBAIN PAM ITALIA S.P.A. che ha fornito tubazioni di tipo NATURAL: DN 500 mt. 6.115 DN 700 mt. 5.922 DN 800 mt. 730 Oltre a tutti gli accessori e i raccordi.

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Il sistema di protezione attiva del rivestimento esterno in lega di zinco-alluminio più epoxy della tubazione NATURAL, consente di risolvere facilmente e senza costi ag-

giuntivi in cantiere, le problematiche legate alla corrosività dei suoli: l’applicazione di una lega di zinco-alluminio sulla superficie esterna del tubo ed il tipo di lega considerata (85% in massa di zinco e 15% di alluminio) sono stati ottimizzati dagli ingegneri SAINT-GOBAIN PAM per permettere al tubo, per un effetto di protezione di tipo galvanico, di resistere nel tempo in una vasta tipologia di terreni, compresi quelli molto corrosivi, senza la necessità di utilizzo di protezioni aggiuntive. Analogamente, il cemento interno protegge sia il tubo che l’acqua, mediante un meccanismo di protezione: il rivestimento interno in cemento non agisce come una semplice barriera ma protegge la ghisa con un meccanismo di passivazione. Durante il riempimento, la malta di cemento si imbeve lentamente di acqua e si arricchisce di elementi alcalini diventando, così, non corrosiva in corrispondenza della parete metallica. La scelta di tale tipologia di tubazioni è stata mossa anche dalla tipologia di alcuni terreni (incoerenti) del comprensorio da attraversare: infatti la giunzione liscio e bicchiere con guarnizione conferisce alle condotte PAM una flessibilità meccanica che rappresenta una sicurezza in caso di attraversamento di terreni instabili. In caso di movimento del terreno infatti, le condotte di Pont-à-Mousson sono in grado di assecondare le deformazioni imposte dalla massa di terra in movimento: i giunti a bicchiere conferiscono alla condotta il comportamento di una catena flessibile. La deviazione angolare di tali giunti, permette di percorrere curve ad ampio raggio senza necessità di utilizzare raccordi, assecondando eventuali cedimenti del piano di posa e/o eventi sismici di modesta entità assicurando al sistema elasticità. L’assistenza in cantiere dei tecnici di Saint Gobain Pam ha permesso di rendere massimi i vantaggi del sistema di tubazioni, contribuendo ad innalzare il valore dell’opera.



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