Servizi a Rete 3 Maggio - Giugno 2016

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ISSN 2499-6688

numero 3 • maggio-giugno 2016

L’intervista del mese

RETI ENERGIA HERA Alessandro Baroncini

Speciale: Metering e billing Ricerca perdite idriche Reti e impianti gas

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Con una massa di meno di 2 kg/dm3 e lunghezza delle barre di 6, di 3, od anche 2 metri, le tubazioni HOBAS® in PRFV centrifugato permettono di posare agevolmente condotte anche in contesti disagevoli, ad esempio in presenza di sottoservizi od impiego di blindoscavi. Tutto questo, senza sacrificare nulla in termini di robustezza, perché grazie al processo di centrifugazione, e solo a questo, è possibile ottenere un materiale composito in cui ogni singolo componente è collocato in una posizione ed una quantità ben precise, massimizzando le qualità delle materie prime impiegate e le prestazioni del tubo prodotto.

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

Acque Vicentine sceglie la gestione in-house Angelo Guzzo – Presidente di Acque Vicentine

Acque Vicentine è il gestore del servizio idrico integrato per 31 Comuni della provincia di Vicenza, con un bacino complessivo di circa 300 mila abitanti. Ogni giorno il nostro impegno è quello di garantire un servizio efficiente ai nostri utenti e risposte concrete alle richieste dei sindaci. Grazie alla scelta della gestione in-house, cittadini e sindaci sono infatti i proprietari di Acque Vicentine. Un aspetto che non è solo formale. Sono infatti loro a dare direttive e indirizzi. E sono loro a garantire che la gestione sia trasparente, partecipata e indissolubilmente legata al territorio. È su queste basi che Acque Vicentine in questi anni ha costruito bilanci sani, con i conti sempre in ordine, facendo utili che non sono mai andati nei dividendi dei soci ma sono sempre stati re-investiti nel territorio: per realizzare le opere e gli interventi necessari a cercare di garantire un servizio idrico di qualità, efficiente, moderno e adeguato alle esigenze della nostra terra e dei nostri utenti. Tutte le risorse consegnate all’azienda attraverso le bollette sono così sempre tornate al territorio in termini di opere per il miglioramento del servizio e della tutela dell’ambiente. Estensione delle reti ad aree non servite, ammodernamento degli impianti di depurazione, nuovi allacciamenti alla fognatura e alla depurazione di utenti che prima scaricavano direttamente nei torrenti: così, giorno dopo giorno, lavoriamo per il territorio, con interventi che diventano anche concrete opportunità di lavoro per le aziende. Negli ultimi quattro anni abbiamo realizzato investimenti per 43 milioni di euro e altri 54 ne realizzeremo entro il 2017 per migliorare il sistema di acquedotto, fognatura e depurazione. Questo per noi significa non solo fare il nostro dovere ma anche dare seguito a quanto chiesto dagli italiani con il loro voto al referendum. Il loro ‘no’ alla privatizzazione trova risposta nella sfida all’efficienza alla quale noi gestori in-house non ci sottraiamo. Una sfida che affrontiamo lavorando nel territorio e con il territorio, come detto, ma anche cercando strade innovative. È il caso ad esempio del consorzio Viveracqua. Un progetto di collaborazione concreta che attualmente conta 14 gestori pubblici veneti e con il quale stiamo percorrendo nuove opportunità di crescita e nuove forme alternative alle grandi realtà industriali che hanno più potere sul mercato. E i risultati non sono mancati: grazie a Viveracqua siamo riusciti a realizzare importanti economie di scala e a ottenere significativi finanziamenti direttamente dalla Banca Europea degli Investimenti, a costi assolutamente vantaggiosi. Un percorso che guarda lontano senza però mai farci perdere – ma anzi che ci spinge a valorizzare – quel nostro valore aggiunto e quell’unicità che nascono dallo stretto legame con il territorio che caratterizza noi gestori pubblici locali.

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

Con il patrocinio di

Sommario Pag.7

Hera e lo Smart Meter Gas, a Modena un progetto multibusiness Intervista ad Alessandro Baroncini Pag.11

Smart City Index, il livello di smartness delle città

ISSN 2499-6688

Andrea D’Acunto numero 3 • maggio-giugno 2016

Guarda il video del cantiere microtunnelling a Fusina

SiStemi di tubazioni HobaS. L’intervista del mese

Equilibrio perfetto tra solidità e leggerezza.

Pag.15

Intercambiabilità, una sfida vinta? Emilio Consonni

RETI ENERGIA HERA Alessandro Baroncini

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Gli apparecchi elettronici intelligenti Speciale: Metering e billing

Pag.18

Ricerca perdite idriche Reti e impianti gas

VETRINA

Con una massa di meno di 2 kg/dm ed un basso coefficiente di attrito della superficie esterna, le tubazioni HOBAS® in PRFV centrifugato permettono di posare, con tecniche NO-DIG, tratte per le quali i materiali tradizionali richiederebbero l’impiego di mezzi sensibilmente più potenti. Tutto questo, senza sacrificare nulla in termini di robustezza, perché grazie al processo di centrifugazione, e solo a questo, è possibile ottenere un materiale composito in cui ogni singolo componente è collocato in una posizione ed una quantità ben precise, massimizzando le qualità delle materie prime impiegate. 3

Anno XV - n. 3

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Gare gas: punto di non ritorno?

Registrazione del Tribunale di Milano n. 509 del 10/9/01

Francesco Albasser

Casa editrice TECNEDIT S.r.l. - www.tecneditedizioni.it

Pag.36

Rifornimento di GPL in modalità self-service

Pubblicità e Marketing Via delle Foppette, 6 - Tel. +39 0236517115 Fax +39 0236517116 - 20144 Milano Claudio Frazzetto - c.frazzetto@tecneditedizioni.it Federica Leto - f.leto@tecneditedizioni.it

Salvatore Piccolo

Direttore responsabile Liliana Pedercini - l.pedercini@tecneditedizioni.it

Pag.38

Ufficio commerciale Sara Sturla - commerciale@tecneditedizioni.it

Alessandro Boi

Pronti per la UNI/TR 11631 Pag.41

Ufficio stampa ufficiostampa@tecneditedizioni.it

La modellazione delle reti gas di media e bassa pressione in ASA

Coordinamento di redazione Anna Schwarz - redazione@tecneditedizioni.it

Marco Ruggiero, Vincenzo Bonvicini e Angelo Borzì

Progetto grafico impaginazione e fotolito Grafteam - Brescia

Pag.45

Cartesio, la piattaforma di consultazione cartografica del gruppo Snam

Stampa Grafteam - Brescia Una copia - One copy Abbonamento - Subscription: Italia - Italy Estero - Abroad

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Roberto Iacchini Pag.47

€ 30 € 60

È vietata la riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione della casa editrice.

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Pag.26

Il Sistema Informativo del SII della Regione Emilia-Romagna Catia Godoli, Lucia Faccenda, Francesco Tornatore, Cristina Bizzarri


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A questo numero hanno collaborato

Pag.49

Servizio idrico integrato ATO4 Marche Mappatura prese idriche, contatori e servizi erogati Sergio Paolucci e Matteo Chiurchiù Pag.51

Ravetti: dicono di noi...

Angelo Guzzo – Acque Vicentine Alessandro Baroncini – Reti Energia Hera Andrea D’Acunto – Ernst & Young Emilio Consonni – C.I.G. Francesco Albasser Salvatore Piccolo – Assogasliquidi/Federchimica Alessandro Boi – Neutel Marco Ruggiero, Vincenzo Bonvicini – ASA SpA Angelo Borzì – Idragest Srl Roberto Iacchini – Snam Catia Godoli, Lucia Faccenda, Francesco Tornatore – Regione Emilia-Romagna Cristina Bizzarri – Semenda Sergio Paolucci, Matteo Chiurchiù – Tennacola spa Emanuela Cartoni – UTILITALIA Marco Gatta – UTILITALIA Laura Del Greco Francesco Costanzo, Attilio Fiorini Morosini, Olga Caruso – UNICAL Giovanni Malanchini – Studio Legale Renna

Pag.53

Il metodo tariffario idrico 2016-2019 Pag.57

Investimenti nel servizio idrico integrato Emanuela Cartoni, Marco Gatta, Laura Del Greco Pag.61

Progetto eAqua a Padova e Trieste Pag.65

Il recupero energetico per la gestione e l’efficientamento delle reti idriche Francesco Costanzo, Attilio Fiorini Morosini e Olga Caruso Pag.69

VETRINA Pag.73

Si apre il primo cantiere REDTOP Pag.74

Tubazioni in PE rinforzato con acciaio: le tecniche innovative Pag.78

Convegno sul ruolo del GSE nel mercato elettrico Giovanni Malanchini Pag.80

Con H20-Industry una nuova visione strategica

Comitato scientifico: Francesco Albasser – In3act Energy Baldassare Bacchi – Università di Brescia, C.S.D.U. (Centro Studi Idraulica Urbana) Lorenzo Bardelli – AEEGSI (Autorità Energia Elettrica Gas Sistema Idrico) Marcello Benedini – AII (Associazione Idrotecnica Italiana) Ilaria Bottio – AIRU (Associazione Italiana Riscaldamento Urbano) Armando Brath – AII (Associazione Idrotecnica Italiana) Bruno Brunone – Università di Perugia Furio Cascetta – Seconda Università di Napoli Pierluigi Claps – Politecnico di Torino, G.I.I. (Gruppo Italiano Idraulica) Mauro Fasano – Regione Lombardia Alberto Grossi – AEEGSI (Autorità Energia Elettrica Gas Sistema Idrico) Luca Guffanti – Studio Legale SZA Franco Guzzetti – Politecnico di Milano Antonio Massarutto – Università di Udine e Università Bocconi Italia Pepe – Ufficio d’Ambito della Città Metropolitana di Milano Michele Ronchi – C.I.G. (Comitato Italiano Gas) Bruno Tani – Anigas (Associazione Nazionale Industriali GAS) Raffaele Tiscar – Presidenza del Consiglio dei Ministri Rita Maria Ugarelli – RSINTEF, NTNU (Norwegian University of Science and Technologies) Andrea Zelioli – ATO Città di Milano Comitato tecnico: Aldo Coccolo – ASPI Marco Fantozzi – Studio Marco Fantozzi Mauro Salvemini – AMFM GIS Italia Paolo Trombetti – IATT Gianluca Spitella – Utilitalia Marco Vecchio – ANIE Vincenzo Mauro Cannizzo – APCE Giuseppe Scanu – ASITA

Catalogo stampato su carta proveniente da fonti gestite in maniera responsabile

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Hera e lo Smart Meter Gas, a Modena un progetto multibusiness Bollette del gas con i consumi effettivi, misurati in tempo reale, e una riduzione dei disagi legati a conguagli, volture e morosità, con un aumento dell’efficienza del processo di distribuzione: sono i punti focali del progetto Smart Meter Gas avviato da Hera in Emilia-Romagna e che vede Modena al centro di un progetto pilota multibusiness. A illustrarci i contenuti di queste attività è Alessandro Baroncini, Direttore Reti Energia della multiutility che, a livello di Gruppo, distribuisce gas a 1.700.000 utenti, tra industriali e residenziali.

Intervista ad Alessandro Baroncini – Direttore Reti Energia Hera

Qual è l’investimento da Hera per i nuovi contatori “smart”? Circa 100 milioni di euro sono gli investimenti stanziati da Hera per la sostituzione dei vecchi contatori meccanici con i misuratori di nuova generazione Smart Meter Gas, in osservanza della Delibera 631/13 dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Aeegsi). Questa nuova tecnologia permette la lettura automatica a distanza dall’azienda e – nel caso delle utenze domestiche – l’interruzione del servizio attraverso manovre in remoto. Dopo avere iniziato negli scorsi anni con le utenze del settore industriale e commerciale, nel 2015 Hera ha dato il via al cambio delle vecchie apparecchiature a servizio delle utenze domestiche partendo da Modena. A seguito dell’estensione del progetto a Cesena, Bologna e Medicina (BO), tutti questi territori si stanno rapidamente popolando dei nuovi apparati di misura, al ritmo di 500 contatori a settimana. Nei prossimi anni sarà la volta degli altri capoluoghi del territorio di Hera: Forlì, Ferrara, Ravenna e, a seguire, anche i centri minori. Quali sono i vantaggi più significativi della tecnologia smart? La telemisura e la telegestione dei contatori gas può sicuramente favorire una maggior trasparenza per il mercato, con tariffe personalizzate e più semplici procedure di conguaglio e voltura; anche le morosità in futuro potranno essere risolte con controlli rapidi. Gli utenti, inoltre, molto più consapevoli dei propri consumi, saranno indotti ad adottare comportamenti più virtuosi per ottenere maggiori risparmi. Un altro vantaggio della disponibilità dei dati di consumo in tempo reale consiste nella possibilità, da parte

dei distributori, di fare valutazioni più precise sulle reti di trasporto e sullo stoccaggio. Le iniziative intraprese sullo Smart Metering Gas aprono prospettive importanti per il futuro di molte aziende italiane: la speranza è che questo possa essere uno dei settori in cui il nostro Paese sia in grado di esprimere innovazione e competenza, superando le perplessità e le difficoltà che ogni cambiamento comporta. Come funziona nel dettaglio? Un aspetto fondamentale della tecnologia Smart Meter Gas è la fase di trasmissione e comunicazione dei dati, in cui alle più tradizionali tecnologie di comunicazione cellulare si affianca l’innovatività della radiofrequenza per i centri urbani: i contatori, infatti, “dialogano” con i sistemi informativi dell’azienda attraverso concentratori che raccolgono il segnale dei nuovi contatori attraverso radiofrequenza e lo trasmettono ai database del distributore. I nuovi apparecchi inviano la misura dei consumi anche più volte al giorno, utilizzando una connessione cellulare oppure un canale radio sulla frequenza libera 169 MHz. La prima configurazione è detta “Punto-Punto”, perché il contatore comunica direttamente con il sistema di acquisizione centrale: si tratta di un ulteriore utilizzo della rete cellulare, che presenta però criticità sul consumo delle batterie del contatore. Nella seconda configurazione, chiamata “Punto-Multipunto”, il contatore comunica con un dispositivo intermedio, il concentratore, che invia i dati raccolti al Sistema di acquisizione centrale: lavorando con potenze molto basse, si ha il vantaggio di consumare poca energia; le batterie dei dispositivi periferici possono durare parecchi anni senza dover essere sostituite, com'è necessario per applicazioni di telemisura. Dal punto di vista metrologico, la necessità di alimentare

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elettricamente i nuovi apparati per consentirne la comunicazione favorisce anche l’implementazione di tecnologie di misura alternative rispetto a quelle tradizionalmente utilizzate. In questo senso Hera ha collaborato con i principali produttori di meter e con importanti istituzioni universitarie per la caratterizzazione del comportamento metrologico di questi apparati, facendo particolare riferimento alle reali condizioni di posa, spesso complicate e che sottopongono l’apparecchio di misura a forte stress operativo, che si riscontrano nei siti di installazione. Dal punto di vista della comunicazione, la configurazione “Punto-Multipunto” è decisamente innovativa, con buone potenzialità di espansione: come dimostrato dal progetto multibusiness di Modena, questa rete dati può ad esempio raccogliere misure di consumo dell'acqua, dati di riempimento di contenitori rifiuti ma anche di inquinamento ambientale o relativi al traffico veicolare.

• le prestazioni della filiera comunicazione, in seguito alle soluzioni tecniche ad oggi impiegate per la collocazione dei meter nelle nicchie stradali o all’interno delle abitazioni e le conseguenti necessità di adeguamento, spesso onerose.

Esistono però anche punti di attenzione nel progetto Smart Meter Gas… Per fare sì che le prospettive si concretizzino occorre affrontare e superare tutte le criticità tecniche, non essendo ancora completamente "mature" le tecnologie utilizzate. In particolare, il primo interrogativo che si pone nell’ambito del gas riguarda il livello qualitativo ad oggi offerto da questi apparati, che potremmo definire di prima generazione e su cui l’intera filiera tecnica sta gradualmente acquisendo esperienza. In seconda analisi, non si può non considerare che per questi apparecchi non è possibile prescindere dalla loro interoperabilità, fondamentale per mettere i distributori in condizione di portare a termine procedure di fornitura caratterizzate da criteri di economicità, anche in vista delle imminenti gare per la gestione delle reti gas. Allo stato attuale, gli elementi di particolare attenzione che arrivano dal mercato riguardano: • le incognite relative all'affidabilità dei misuratori (sia nella parte elettronica sia nella misura) nel medio-lungo periodo, e in particolare l'effettiva durata delle batterie (un meter ha una vita utile di 15 anni), che comporta una manutenzione dai costi paragonabili al valore residuo del contatore stesso • la variabilità del firmware installato a bordo dei meter, che obbliga a una continua e onerosa revisione delle procedure di comunicazione

Si è fatto cenno al progetto multibusiness di Modena: di cosa si tratta? Si tratta di un progetto sperimentale avviato da Hera nel 2015 a Modena in ottica multibusiness per la telemisura di consumi gas, acqua, teleriscaldamento, elettrici e dei livelli di riempimento dei contenitori dei rifiuti, implementando funzionalità aggiuntive quali il bilancio di distretti idrici in tempo reale. Questo progetto pilota, della durata di due anni e con un valore di quasi quattro milioni di euro, è stato selezionato dall’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico, nell’ambito di un bando nazionale volto allo sviluppo di sistemi di telelettura dei contatori in un’ottica multiservizio, con l’obiettivo di verificare i benefici che queste innovazioni possono apportare e acquisire informazioni utili al miglioramento dell’erogazione dei servizi. La sostituzione dei vecchi contatori con misuratori di nuova generazione interessa complessivamente circa 13.300 utenze modenesi, dislocate in cinque zone della città, scelte sulla base di criteri utili a rilevare campioni rappresentativi di situazioni e contesti differenti. In particolare, la sostituzione riguarda più di 8.700 apparecchi per il gas, quasi 3.900 per il servizio idrico e 128 per il teleriscaldamento. Su 500 contatori per l’energia elettrica, inoltre, è prevista l’installazione di appositi strumenti in grado di misurare giornalmente i consumi, che saranno consultabili on line, per permettere ai clienti di verificarli in qualunque momento e cercare, eventualmente,

Quanto incidono la preparazione e le competenze tecniche? Non è da trascurare il tema del "change management" in relazione alle competenze richieste agli operatori che, nell'attivazione del punto gas, oltre all’installazione idraulica del meter dovranno mettere a punto la catena di comunicazione degli apparecchi con i sistemi centrali. In questo caso occorre incrementare le conoscenze tecniche del personale: stante la formazione specificatamente idraulica degli operatori, il distacco formativo è più consistente rispetto a quello vissuto nella sostituzione nazionale dei misuratori di energia elettrica.


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di ridurli. È importante evidenziare che per lo sviluppo di questo progetto il Gruppo Hera non è ricorso a partnership esterne: ad occuparsi della comunicazione e trasmissione dei dati è, infatti, la società controllata Acantho. In ambito di innovazione e sostenibilità, come vengono recepite le attività di Hera? Nel 2015 Hera ha chiesto a Ernst & Young di analizzare in chiave “smart city” i punti di forza e debolezza dei territori in cui opera e il contributo del Gruppo in termini di “smartness” nelle principali città servite. Dallo studio è emerso che tutte le dieci città più importanti si sono posizionate nella parte alta della classifica dello “Smart City Index” dei 116 capoluoghi italiani, con Bologna, Modena e Ravenna tra le prime 10. Tra le altre aree tematiche, il contributo di Hera è stato evidenziato nell’“efficienza energetica”, in cui l’azienda, con i sistemi di cogenerazione e il teleriscaldamento, incide sugli indicatori dello smart building, e nel “broadband”, in cui il Gruppo contribuisce con Acantho. Particolare menzione ha ricevuto, inoltre, il già citato progetto multibusiness dei nuovi contatori nel modenese. Quali sono le misure da adottare affinché la telelettura e telemisura siano davvero intelligenti? In sintesi, l’evoluzione del metering verso una soluzione "smart" apre sicuramente la strada a nuove e interessanti prospettive, ma presenta anche incognite a cui è opportuno

prestare attenzione. Per questo è necessario seguire con attenzione la maturazione tecnica degli apparecchi e il rapido raggiungimento di un livello qualitativo sufficiente, anche in considerazione degli effetti generati dalla telegestione da remoto della fornitura e ciò al fine di evitare, nei confronti dell’utenza, ricadute negative sulla credibilità della lettura e, in generale, sul funzionamento dei contatori. Questo processo di evoluzione, certamente positivo e promettente, deve inoltre essere sostenuto da un sistema tariffario adeguato a mappare e quantificare correttamente i nuovi costi emergenti relativi all'installazione, che ad oggi trovano solo parziale copertura nel costo standard riconosciuto dall’attuale regolazione tariffaria.


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Smart City Index, il livello di smartness delle città Andrea D’Acunto – Partner EY

Dal 2013 EY (Ernst &Young) realizza lo Smart City Index, un ranking dei 116 comuni capoluogo che misura il livello di «smartness» delle città con oltre 450 indicatori, per rispondere alle necessità dei Comuni, delle Regioni, delle Utilities e dei principali stakeholders che operano nel contesto delle città. Attraverso lo Smart City Index 2016, EY vuole fornire un importante contributo al territorio, e si propone come interlocutore di riferimento per affiancare le Amministrazioni e le Utilities nello sviluppo di strategie innovative e nei loro progetti di Smart City. Lo Smart City Index rappresenta uno strumento decisionale indispensabile, sia per il pubblico che per il privato, per impostare o sviluppare un percorso di crescita Smart di un territorio. Uno strumento che, attraverso la definizione di una nomenclatura e la razionalizzazione del concetto di Smart City, consente di avere una fotografia della situazione reale di un territorio, di leggere i trend di mercato e le evoluzioni tecnologiche, di realizzare dei benchmark con altre città, supportando l’individuazione delle aree di intervento più profittevoli in cui sviluppare iniziative ad alto potenziale. L’Index 2016 è caratterizzato da una nuova impostazione di lettura delle Smart City. La classica analisi per aree tematiche verticali (trasporti, sanità, energia ecc.) è stata sostituita da una lettura per strati: • il primo strato è rappresentato dalle infrastrutture di base (reti di telecomunicazioni, dei trasporti, dell’energia, il territorio e l’ambiente, ecc.), che sono l’asset abilitante della Smart City • i dati sull’infrastruttura, sull’ambiente circostante

e sui comportamenti degli utenti vengono raccolti dagli oggetti connessi, che costituiscono il secondo strato alla base del processo di erogazione dei servizi. I dati provengono sia da sensori sul territorio, sia dai dispositivi personali dei cittadini • il terzo strato è rappresentato da una piattaforma di delivery dei servizi “cloud based”, in grado di sfruttare la mole di dati generata dagli altri strati (Big Data) e di elaborarla per fornire informazioni utili al miglioramento dei servizi esistenti e alla creazione di nuovi servizi • il quarto strato è quello delle applicazioni e servizi, che rappresenta il punto di contatto con gli utenti finali. I servizi sono tipicamente forniti tramite applicativi mobile e web, consentendo un’erogazione on-demand e basata sulla geolocalizzazione, grazie per esempio alle tecnologie GPS. Bologna risulta anche quest’anno la città più Smart, seguita a breve distanza da Milano e Torino che, rispetto alla precedente edizione, hanno ridotto il gap con il capoluogo dell’Emilia Romagna. Nonostante sia ancora presente un ritardo delle città italiane rispetto alle principali città europee e mondiali, il grado di innovazione dei nostri Comuni capoluogo continua a crescere. L’Italia, però, è ancora divisa in due: ad esclusione di alcune eccellenze, le città più innovative sono localizzate al Centro-Nord. Le città metropolitane occupano le posizioni più alte del ranking e rappresentano quindi il termine di paragone da adottare per misurare la competitività e l’innovazione dei territori.

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

Si evidenzia anche un particolare trend di crescita delle città di medie dimensioni, questo in particolar modo perché una dimensione del territorio più ridotta consente una posa più veloce delle infrastrutture (es. reti di teleriscaldamento) ed un’implementazione più semplice dei servizi. Le città di medie dimensioni possono quindi rappresentare dei veri e propri laboratori di soluzioni Smart per le Utilities. Le analisi presenti nello Smart City Index 2016 evidenziano la presenza di alcuni trend significativi: • in Italia continua a crescere la diffusione della banda larga fissa e mobile: il numero di comuni coperti da VDSL (per oltre il 20% della popolazione) è raddoppiato rispetto al 2014. Tutti i 116 Comuni capoluogo sono ormai raggiunti da connettività LTE, anche se ci sono ancora 26 Comuni che hanno solo uno o due operatori sul proprio territorio. Si conferma invece il ritardo nella diffusione di reti Wi-Fi: solo il 14% dei Comuni capoluogo, infatti, ha almeno 4 hot-spot Wi-Fi ogni 10.000 abitanti, a fronte di riferimenti europei che ne hanno 5 • dal 2014 è cresciuta la diffusione del teleriscaldamento: le reti sono oggi presenti in 35 comuni capoluogo, prevalentemente di grandi dimensioni, ma, in termini di volumetria e popolazione servita, risultano più performanti le piccole e medie città (Brescia, Mantova e Reggio Emilia si posizionano ai primi tre posti del ranking) • aumentano gli investimenti delle città in iniziative di Smart Lighting, spesso oggetto di sinergie con altre

reti infrastrutturali, in particolar modo con quelle di telecomunicazione. • cresce del 23% il numero di impianti fotovoltaici e del 10% il numero di impianti a bioenergie attivi sul territorio nazionale rispetto al 2014. L’incremento della produzione di energie rinnovabili non soltanto riduce il livello di dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali, ma favorisce anche la diffusione di sistemi di telecontrollo nelle città • cresce la diffusione di soluzioni dedicate al monitoraggio della rete stradale (accessi alla ZTL, sistemi per la rilevazione del traffico, autodetector e semafori intelligenti), mentre risulta ancora poco diffusa la sensoristica installata a bordo dei mezzi di trasporto pubblici (35 città) • sono sempre i capoluoghi delle regioni del Nord a distinguersi per la presenza di reti ambientali più Smart, grazie ad infrastrutture per la gestione delle acque più efficienti, costruite anche grazie a politiche regionali puntuali ed efficaci. Tra le tante sfide che ci troviamo oggi a dover affrontare in un contesto economico che limita fortemente le possibilità di investimento, sia per i privati che per le Pubbliche Amministrazioni, emergono soprattutto: la congestione dei centri urbani, l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle emissioni di gas serra, le esigenze di sicurezza sempre maggiori e una forte spinta verso l’innovazione necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati dall’UE per il 2020. Per superare queste sfide, le città e le aree urbane di nuova generazione dovranno seguire percorsi e approcci innovativi

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

in grado di estendere il loro potenziale secondo una logica sistemica, basata sullo sviluppo di network relazionali e di sinergie tra i diversi stakeholder presenti sui territori. L’obiettivo è di creare una massa critica che consenta di ottimizzare, tramite progettualità ed iniziative congiunte o integrate, la capacità di investimento di ognuno, per raggiungere un fine comune. Nelle città infatti operano non solo le Amministrazioni Comunali ma un insieme articolato di soggetti (cittadini, imprese, associazioni, enti di ricerca, ecc.) che, in particolar modo nel caso delle Utilities, spesso gestiscono con un ruolo centrale i principali asset della città. Il ruolo delle Utilities è fondamentale nello sviluppo delle città, poiché esse possono supportare le Amministrazioni Comunali nel percorso di trasformazione in Smart City, innovando in prima battuta i propri servizi in linea con la trasformazione digitale, e stimolando i Comuni a modernizzarsi a loro volta. Efficienza energetica, teleriscaldamento, illuminazione intelligente, generazione distribuita, smart grid, gestione intelligente dei rifiuti, customer-centricity, edifici intelligenti, sono solo alcune delle componenti fondamentali che caratterizzano una Smart City rispetto alle vecchie realtà urbane e che rappresentano, oggi più che mai, una grande opportunità per le Utilities italiane ed europee. Per cogliere appieno tali opportunità, le Utilities dovranno però uscire dalla loro “comfort zone” e trasformarsi in punti di contatto di servizi core e non-core per cittadini e consumatori. Inoltre, dovranno diversificare i loro investimenti per mantenere la quota di mercato, fornendo prodotti e servizi più attraenti. In particolare, potrebbero puntare

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a introdurre nuovi servizi a valle del contatore (beyond the meter) o dei servizi in bundle (es. connettività TLC ed energia elettrica) sfruttando così l’integrazione tra più reti infrastrutturali (illuminazione pubblica, gas, elettricità, teleriscaldamento e acqua) e ottimizzando al contempo gli investimenti. Inoltre l’Autorità per l’Energia elettrica, il gas e il sistema idrico ha promosso la sperimentazione di iniziative di smart metering multiservizio, al fine di integrare il metering gas con altri servizi di pubblica utilità, anche non soggetti alla regolazione, ma inseriti in una logica Smart City (ad es. la rilevazione di consumi energetici in tempo reale, ridistribuzione del consumo di riscaldamento effettivo dal condominio alla singola abitazione ecc.). A breve, quindi, un gran numero di player provenienti da diversi settori, potrebbero entrare in questo mercato, in competizione e/o in collaborazione, per erogare bundle di servizi a cittadini e imprese. Di fatto stiamo parlando del grande ruolo che le Utilities possono ritagliarsi nell’economia dell’Internet of Things (IoT), che sarà sicuramente soggetta a un fortissimo sviluppo nei prossimi anni. L’Internet of Things rappresenterà infatti la piattaforma in grado di abilitare la convergenza delle diverse infrastrutture; un esempio in tal senso potrebbe essere l’integrazione nella rete semaforica di una rete di comunicazione Wi-Fi e di tecnologia IoT, basata sul dialogo tra infrastrutture e mezzi di trasporto, da utilizzare come “ponte” abilitante per l’erogazione di servizi innovativi come l’ottimizzazione dei flussi di traffico, il tracking delle merci nella città, la raccolta e l’analisi di informazioni, servizi di monitoraggio, ecc.


SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

Intercambiabilità, una sfida vinta? Norme sull’intercambiabilità dei contatori del gas smart residenziali: dopo due anni un bilancio del loro utilizzo. Emilio Consonni – Comitato Italiano Gas

La sfida che il CIG ha raccolto con il mandato affidatogli dall’Autorità con delibera ARG/gas 155/08 non era certamente di poco conto. Essa riguardava una rivoluzione epocale con l’introduzione degli smart meters gas in tutte le applicazioni, dall’industriale alla residenziale, ed in particolare riguardanti tutte la fasce di consumo. Sfida ancor più impegnativa si è rivelata quella di garantire l’intercambiabilità dei contatori residenziali. Non era solo necessario garantire l’interoperabilità, come nelle applicazioni industriali, ma rendere possibile l’installazione e la sostituzione dei contatori del gas residenziali, indipendentemente dal loro fabbricante, senza perdita di funzionalità dell’intera rete. La sfida era ancora più complicata dalla necessità di garantire un uguale accesso al mercato da parte di tutti gli operatori, indipendentemente dalla tecnologia di misura, e nel contempo fornire un insieme di norme di riferimento sufficientemente preciso in modo da garantire il corretto approvvigionamento dei dispositivi e dei sistemi da parte dei distributori. Il problema fondamentale che si è dovuto affrontare è stato quello di trovare il giusto equilibrio tra una specifica insufficientemente dettagliata ed una inutilmente sovrabbondante, avente come limite superiore il progetto unico, peraltro reso impossibile dalle condizioni del mercato. Per questo motivo, sin dalla pubblicazione della prima edizione delle specifiche tecniche della serie UNI/TS 11291, si anticipava la necessità di un processo di aggiustamento che recepisse il ritorno di esperienza dalla progettazione dei contatori, dei concentratori e dei sistemi di gestione delle reti e di raccolta dati (SAC). Forse si è data inizialmente poca enfasi relativamente all’impatto dei SAC sull’intercambiabilità, tanto è vero che attualmente il processo vero di certificazione ancora avviene con l’omologazione da parte del distributore o durante l’integrazione con i diversi sistemi SAC, il che indica una certa differenza nella realizzazione degli stessi. Il fatto che la realizzazione dei diversi componenti del sistema fosse affidata a diversi operatori e fornitori ha fatto emergere la carenza di una regia globale e competente del processo di traduzione in pratica delle norme che non deve essere fornita dall’ente normativo. Spesso di questo processo ha pertanto dovuto farsi carico il distributore, a volte suo malgrado, a volte vedendola come opportunità, che per ovvii motivi - anche di know how - ha affidato l’attività di integrazione ad uno dei fornitori. È degno di nota il fatto che in nessun caso il fabbricante dei contatori è stato affidatario

di questo processo. Tutto ciò ha fatto quindi emergere una serie di problematiche ampiamente anticipate: la molteplicità di interpretazioni del corpus normativo, qualche imprecisione nella stesura dei documenti, una certa immaturità nel recepimento delle norme internazionali di riferimento utilizzate per la stesura delle specifiche tecniche UNI/TS 11291, e qui vanno citati in particolare il wireless m-bus ed in misura ancora maggiore il DLMS Cosem. È da rimarcare che soprattutto nelle fasi iniziali non tutte le problematiche evidenziate siano passate dal CIG, che ha messo da subito a disposizione un accesso per le richieste di chiarimento (FAQ). In ogni caso, la maggior parte delle segnalazioni è confluita al CIG, che ne ha tenuto conto ed ha provveduto prima a pubblicare sul proprio sito una serie di chiarimenti (FAQ), poi a revisionare le norme di riferimento. Se per alcune parti (la UNI/TS 11291-11-3 e UNI/TS 11291-11-4) il numero di correzioni è tale da prevedere la pubblicazione di fogli di errata corrige, per la UNI/TS 11291-11-2 – il modello dati ed applicativo - dato l’elevato numero di chiarimenti (alcune centinaia) si è provveduto alla redazione di una seconda edizione che sarà inviata in inchiesta pubblica. Di conseguenza anche per la specifica di prova UNI/TS 11291-11-6 si è aperto il progetto di revisione. È giudizio comune che questa nuova edizione, già ribattezzata “intercambiabilità 2.0”, e che annulla e sostituisce l’esistente versione, sia dotata di una sufficiente maturità, in modo da ridurre il più possibile i conteziosi relativamente alle interpretazioni dei requisiti, ridurre se non eliminare i processi preliminari di integrazione nei sistemi e di ottenere il requisito prefisso della vera intercambiabilità. La disponibilità della specifica di prova aggiornata permetterà la certificazione di terza parte dei contatori, e dei concentratori, a totale garanzia delle parti coinvolte e nella massima trasparenza. Si auspica quindi che essa possa facilitare tutti gli aspetti di questo grande progetto di modernizzazione delle reti gas, dalle omologazioni ove previste, agli approvvigionamenti, alle integrazioni con i più disparati sistemi di gestione. L’autore Emilio Consonni emilio.consonni@itron.com Coordinatore della Task Force “Intercambiabilità” della Commissione Misura Distribuzione – Comitato Italiano Gas. Marketing Manager Gas (Itron).

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

Gli apparecchi elettronici intelligenti A cura del Gruppo Smart Metering Csi/Anie

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Le moderne tecnologie di misura per le reti distributive di fluidi (acqua potabile, gas, acqua surriscaldata o refrigerata) sono tutte basate sul superamento dei limiti rappresentati dalle precedenti generazioni dei contatori meccanici e dinamici. Si tratta, quindi, di tecniche di misura elettroniche (ovvero intrinsecamente digitali) e statiche. Per le reti gas, le moderne tecnologie di misura statiche (digitali) sono: misuratori ad ultrasuoni, misuratori termomassici, misuratori ad effetto Coriolis, misuratori fluidodinamici (a generazione di vortici, a precessione di vortici). Le prime due tecnologie sono quelle che hanno raggiunto, per le taglie tipiche degli utility meters, la maggiore maturità, affidabilità e stabilità tecnologica e sostenibilità economica per l’applicazione. Analogamente, per le reti idriche le moderne tecnologie di misura statiche (digitali) sono: misuratori magnetici, misuratori ad ultrasuoni, misuratori ad effetto Coriolis, misuratori fluidodinamici (ad effetto Coanda). Anche in questo caso, le prime due tecnologie di misura dell’elenco sovrastante sono quelle che hanno raggiunto la maggiore affermazione sul mercato dei contatori idrici. In estrema sintesi, i vantaggi dei contatori acqua/gas/calore di tipo statico (intrinsecamente digitali) sono: principio di misura evoluto, utilizzante leggi fisiche caratteristiche di maggiore affidabilità e riproducibilità; elevate prestazioni di misura, in termini di accuratezza (incertezza di misura) e di ripetibilità; estrema sensibilità alle basse portate; ampio campo di misura; assenza di usura e di scadimento prestazionale nel tempo (o “invecchiamento”); mantenimento delle prestazioni metrologiche nel tempo, praticamente inalterate; capacità di misura dei volumi di fluido ma anche della portata istantanea (flusso di materia); elettronica di misura evoluta, in grado di registrare parametri di taratura iniziale; flessibilità dell’elettronica di misura (configurabile); capacità di autodiagnostica; standardizzazione internazionale. Gli obiettivi sono: • Efficienza energetica Per comprendere quali sono i vantaggi garantiti dalla possibilità di avere dati certi elaborati da contatori “smart” occorre partire dall’efficienza energetica, criterio su cui si fonda lo smart metering. Attraverso la tecnologia il cliente sviluppa una maggiore consapevolezza dei propri consumi, riuscendo a gestirli meglio e a evitare sprechi. A livello europeo è stato stimato che, inserendo lo smart metering nella nostra quotidianità, si verificherebbe una riduzione dei consumi del 5-10%. Il risparmio energetico reso possibile dal monitoraggio di impianti intelligenti fa ormai parte delle abitudini

di molti italiani. Tuttavia i potenziali vantaggi che lo smart metering può assicurare non sono stati completamente raggiunti, perché, accanto all’impronta tecnologica, avremmo dovuto investire molto di più nell’informazione verso il cliente. In Gran Bretagna esiste un esempio virtuoso: già nel 2012 è partito un progetto di introduzione dello smart metering accompagnato da una campagna mediatica e dall'istituzione di un’agenzia governativa il cui compito è quello di illustrare ai consumatori i benefici dei contatori intelligenti. • Cambiamento e liberalizzazione della vendita di energia Nel nostro Paese le reti di distribuzione dell’energia elettrica e del gas sono settori regolamentati. L’Autorità governativa ha stabilito, ormai da più di un decennio, che i contatori dovessero essere smart e tutti si sono dovuti adeguare. Enel, che fornisce energia a 33 milioni di clienti su un totale di 38, tra il 2001 e il 2006 ha sostituito tutti gli apparecchi con i primi contatori smart. A partire da quest’anno, invece, porterà nelle case degli italiani contatori intelligenti di seconda generazione, in grado di comunicare non solo con l’utility, ma parallelamente anche con il cliente e il resto della casa. Per quanto riguarda il gas, nel 2012 è partito un progetto a livello nazionale: occorre introdurre 20 milioni di nuovi contatori Smart. Ad oggi ne sono stati inseriti due milioni. Il settore dell’acqua è quello che invece viaggia più a rilento: stanno prendendo forma le prime delibere, ma mancano gli strumenti per effettuare misurazioni puntuali, che spesso sono affidate ai contatori condominiali. I contatori di seconda generazione aprono una strada fondamentale, ossia la possibilità di creare una comunicazione tra le varie apparecchiature. In questo modo la casa diventerà davvero intelligente e capace di far dialogare in modo automatico i suoi componenti tra di loro e con l’utente finale. La casa potrà così avviare autonomamente lo spostamento dei carichi dal giorno alla notte. Lo smart meter contribuisce in maniera significativa all’ammodernamento del Paese, facilitando l’introduzione di un nuovo grado di consapevolezza da parte dei clienti sui consumi e nuovi modi di consumare e comprare l’energia, superando la “cristallizzazione” tecnologica che per svariati decenni ha caratterizzato il mercato dei cosiddetti utility meters (costituiti, sin dalle loro origini, da contatori meccanici e dinamici). L’auspicio è che anche in Italia i contatori statici intelligenti possano trovare ampia diffusione, come avviene ormai da anni nei mercati asiatici, nord-americani ed anglosassoni. Aprire il mercato alle nuove tecnologie vuol dire offrire a tutti gli attori della filiera (fino ai consumatori finali) i vantaggi che da queste ne derivano.


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WATERTECH

Smart meters anche nelle reti acqua Con una produzione di 850.000 contatori e una capacità produttiva di 1,5 milioni di contatori d’acqua l’anno Watertech si pone come il secondo fabbricante italiano nel settore con prodotti di alta qualità. Prima azienda a proporre e vendere in Italia i contatori in classe C, oggi offre i contatori a turbina certificati MID con le “R” più alte del mercato (R315). La gamma dei prodotti include sia quelli a getto unico che a getto multiplo, quadrante asciutto, bagnato o rulli protetti, contatori volumetrici a pistoni rotanti e contatori a mulinello Woltmann. I calibri vanno dal DN15 al DN500 mentre tutti i prodotti sono approvati secondo le Direttive CEE 75/33 (Classi B o C) e MID 2004/22/CE (fino a R800). Le componenti plastiche della parte misurante sono fabbricate in Germania dal partner Wehrle GmbH utilizzando le migliori tecnologie d’iniezione dei termoplastici esistenti sul mercato. La fabbricazione in Italia garantisce ai prodotti un ottimo rapporto costi/performance e la necessaria flessibilità. Watertech rappresenta per il mercato dell’acqua un punto di riferimento come fornitore di numerosissime utility tra cui: • AMIACQUE Milano • MM Milano • SMAT Torino • ACEA Gruppo • HERA Gruppo • IREN Gruppo • Gran Sasso Acqua • AMAP Palermo. Le due importanti delibere di AEEGSI: • N°155/08 passaggio a smart meter gas attraverso la specifica tecnica UNI CIG 11291 Sistema di comunicazione bidirezionale a rete fissa tra contatori e centro SAC • N°393/13 sperimentazione multiutility gas, acqua, energia termica, … sono state un momento che ha visto vincenti i contatori acqua smart di Watertech perchè direttamente integrabili, mediante un protocollo WMbus già UNI/TS 11291 oriented, nella rete di raccolta dati a 169 MHz, in corso di realizzazione per gli smart meters gas. La trasmissione radio a 169 MHz, primo livello di concentrazione dei dati della rete “fissa”, raggiunge distanze di trasmissione almeno doppie rispetto a quelle di altre frequenze “free band” utilizzate in passato in impianti con raccolta dati walk-by. La bidirezionalità della comunicazione permette l’allineamento dell’orologio interno fondamentale per la congruenza dei dati nell’attività di ricerca delle perdite della rete.ed è inoltre un fattore necessario per l’eventuale futuro aggiornamento on-line del firmware dello smart meter (upgrade mediante download). La “scalabilità” del sistema permette anche di poter iniziare l’installazione dei contatori smart e la loro telelettura con metodo walk-by in attesa della disponibilità della rete fissa, a cui si può agganciare automaticamente. Diverse migliaia di smart meters sono in esercizio in impianti pilota predisposti da aziende multiutilities e non (HERA, IREN, A2A, Metropolitana Milanese) ed altri impianti sono in corso di realizzazione. La grande capacità di elaborazione, logging e trasmissione tipica dei contatori “smart” è oggi un’imperdibile opportunità per l’ammodernamento tecnologico delle reti idriche.

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ALFA CENTAURI

Un mercato ancora da scoprire di Mario Tabellario

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La storia dello smart meter per il gas parte nel 2008, con la delibera 155/08 dell’AEEG. In realtà i primi smart gas meter sono stati realizzati, commercializzati e installati all’interno di un sistema di telelettura già prima del 2008 da Alfa Centauri in quantità che sarebbero state sufficienti per effettuare un’analisi accurata sui punti di forza e di criticità dell’intero sistema di telelettura; parte di questi contatori è tutt’oggi funzionante. La delibera 155 rifletteva la volontà dell’AEEG di svecchiare il settore con alcune importanti finalità tra cui la qualità del processo e del servizio offerto “senza comportare addebiti a carico del cliente finale”. Il passaggio dall’idea all’implementazione prevedeva una scaletta temporale a partire dal 2011, ma le ripetute proroghe e deroghe alle scadenze, hanno di fatto dimostrato la non fattibilità del piano di roll out previsto dalla delibera 155. E tutto ciò era evidente sin dall’inizio. Quello, però, che non sembra tuttora evidente ad alcune aziende distributrici di gas quotate è che scelte basate su criteri non condivisibili potrebbero causare un danno al cliente finale nella doppia veste di consumatore e di azionista, ma questa è un’altra storia. Lo sviluppo di ogni sistema ingegneristico complesso deve necessariamente passare attraverso una fase concettuale e logica. E lo smart meter è un sottosistema che coinvolge tecnologie che lavorano in modo sinergico per raggiungere lo scopo della telelettura/telecontrollo del PDR e toccare la fase della concreta realizzazione. Tutto questo non è accaduto con la delibera 155 e la conseguenza è stata la successiva situazione di incertezza creatasi sul “da farsi” da parte delle aziende costruttrici e non solo. In pochi si sono realmente preoccupati delle vere criticità del sistema che sono principalmente l’alimentazione (batterie), l’affidabilità di un’elettronica “consumer” che dovrebbe essere impiegata ‘per quindici anni’ in condizioni operative particolarmente onerose (vedi le installazioni dei contatori del gas), l’infrastruttura di trasporto dati. Nel caso del sistema di telelettura del gas si sono traguardati, con estrema semplicità, obiettivi a quindici anni basati su tecnologie fortemente evolutive. Poche persone utilizzano quotidianamente apparati elettronici progettati e realizzati quindici anni fa. La rete per il gas metering costituisce la spina dorsale dell’intero sistema di telelettura del contatore, e, al pari o forse più del contatore stesso, determinerà il successo o meno del progetto. Come ribadito dalla stessa AEEG, la rete per il gas metering necessiterà di investimenti cospicui nel corso dei prossimi anni, tutto ciò a fronte di un utilizzo sporadico della rete stessa e di una quantità di dati trasportati molto esigua. La scelta di una soluzione a banda stretta (WMB 169 MHz) sembra frutto prevalentemente della pressione degli operatori di distribuzione del gas. A tal proposito non è da sottovalutare il contributo degli operatori di distribuzione ad alimentare lo stato di confusione ‘tecnologica’ e ‘produttiva’, in principio con una domanda reale molto

inferiore alla aspettative e, in seguito, con alcuni bandi di gara che ponevano il focus su condizioni di garanzia di fatto inattuabili considerando lo stato di immaturità del mercato e del prodotto. Senza considerare altri che individuavano come discriminanti caratteristiche tecniche abbastanza marginali rispetto alle reali criticità degli apparati in commercio. L’unico denominatore comune è stato, su tutti, la richiesta del prezzo più basso, scelta che ha favorito l’immissione sul mercato di apparati di bassa qualità o addirittura di produzione Far-East rivelatisi, poi, di scarsa affidabilità. Da un’analisi riferita ai dati forniti su un campione significativo di aziende distributrici di gas (74,4% del totale nazionale) e relativa ai G4/G6 periodo marzo 2014/marzo 2015, si evince una bassa qualità percepita tipica dei prodotti di nuova generazione immessi sul mercato. Le principali difettosità sono riferite alle batterie, all’hardware, alla comunicazione; quest’ultima problematica è molto sottostimata in quanto rilevata per i soli contatori con già attivata la funzione di telelettura, ossia il 7,5% dell’installato. Si tenga conto che il termine ultimo per l’attivazione in trasmissione dell’intero parco installato è fissato per il 2018. Molti distributori, oggi, acquistano apparati con tecnologia di trasmissione punto-multipunto senza attivare la funzione di telelettura, confidando che in futuro la soluzione tecnologica attualmente scelta (WMB 169 MHz) possa essere in grado di assicurare le prestazioni per un servizio largamente distribuito, come quello della telelettura dei contatori del gas. Per tornare al concetto di scelte tecnologiche interessate a visioni a lungo termine, a poco è servito lo stimolo della delibera 393/2013/R/gas della AEEG che spingeva a esplorare soluzioni e architetture compatibili con l’estensione dei servizi veicolati. A tale proposito nel novembre del 2013, basandosi sulle tecnologie all’epoca disponibili e su considerazioni tecniche di buon senso, Alfa Centauri ha realizzato dei prototipi di smart gas meter IoT (Internet of Things) regolarmente funzionanti e li ha sottoposti, senza nessun riscontro, all’attenzione di alcuni distributori di gas. Nel novembre 2015, con la delibera 554/2015/R/gas, la AEEG prendeva atto di alcune problematiche ancora da risolvere relative ai canali sulla banda di radiofrequenza 169 MHz e lasciava intravedere nuove opportunità a lungo termine con lo sviluppo delle tecnologiche NB-IoT che garantirebbero una vita utile “tecnologica” ragionevolmente più lunga rispetto alla soluzione 169MHz. Per concludere, l’affidabilità del sistema di telelettura dei contatori del gas è, ad oggi, ancora lontana da quella attesa e teorizzata da molti ‘generatori di hashtag a caso’ e, tutto questo, porterà con ogni probabilità ad un nuovo assetto del mercato attualmente solo in parte prevedibile: non dimentichiamo che va considerato non solo il numero di contatori che mancano per completare il piano di roll out previsto dalle delibere, ma anche tutti quegli apparati già acquistati che, ormai è evidente, non raggiungeranno i quindici anni di vita reale.


Smart metering dell’acqua nell’era dell’IoT

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GEST

GEST, azienda operante nel settore MDM e System Integrator nelle tecnologie di smart metering, da diversi anni è impegnata nella realizzazione di diversi progetti di telelettura dei contatori per conto delle più importanti utility dell’acqua nazionali. Nel corso della sua attività ha sperimentato ed utilizzato le diverse tecnologie proposte dal mercato di riferimento sviluppando soluzioni software ed applicazioni orientate all’integrazione dei diversi dispositivi in linea con il concetto di Internet of Things. Smart metering non è solo creazione dell’infrastruttura tecnologica a supporto dei contatori intelligenti, dove i maggiori contendenti sono SigFox, LoRa, LTE-M e WMBus, un’ampia fascia di questo mercato è inerente il data management e la fornitura di servizi rivolti alle utility e all’utente finale. Districarsi tra i diversi protocolli, operatori del settore, produttori di contatori, ognuno con logiche di mercato differenti, può diventare per il gestore del Servizio Idrico un problema operativo non di poco conto. Tuttavia è corretto considerare l’esigenza di mantenere libero l’approvvigionamento degli strumenti di misura ma nasce la necessità di aver un comune strumento di acquisizione, gestione, interrogazione e consultazione dei dati provenienti dai dispositivi smart.

La telelettura multi brand

GEST è impegnata nella realizzazione di un progetto unico in Italia che prevede la fornitura di contatori di diverse marche e tecnologie (elettromagnetici, ultrasonici e meccanici) da installare presso le utenze di un distretto pilota. L’obiettivo del progetto è rilevare le informazioni, prima in modalità Walk-by/Drive-by e poi in Fixed Network, trasmesse dai moduli in telelettura integrati ai contatori utilizzando sistemi in grado di acquisire le informazioni in modo flessibile nei protocolli liberi Wireless M-Bus o LoRaWAN. La tecnologia sviluppata da GEST consente logiche di acquisizione dei dati multi brand e multi protocollo che confluiscono tutte in potenti strumenti software di rilevazione in Walk-by/Drive-by. I sistemi utilizzati per la rilevazione in Walk-by/Drive-by sono palmari ragged, smartphone o tablet. In tutti i sistemi utilizzati è stato implementato il supporto cartografico per migliorare l’operatività in campo e consentire una più facile individuazione delle utenze non ancora acquisite.

Dalla fotolettura alla telelettura

GEST propone tecniche di rilevamento Walk-by e Drive-by affiancate alla normale attività di rilevamento con fotolettura, ed, in una seconda fase, l’upgrade da remoto dei moduli in Fixed Network, senza alcun intervento dell’operatore sul contatore. Questa soluzione garantisce la graduale implementazione del sistema e mantiene la continuità operativa dei cicli di letturazione e fatturazione. GEST ha perfezionato il proprio sistema software e hardware raggiungendo la capacità di rilevare simultaneamente i dati provenienti dai moduli AMR/AMI installati e di acquisire con fotolettura i consumi dei contatori non provvisti di moduli radio. Il vantaggio di questa modalità di raccolta sta nella flessibilità operativa che consente di documentare, anche fotograficamente, lo stato del contatore o del modulo radio, ottimizzare il giro logico del letturista, ridurre i tempi di acquisizione ed assicurare la rilevazione del 100% delle utenze gestite.

IoT per l’utente finale

In termini pratici l’IoT per l’utente finale si identifica nella possibilità di utilizzare quotidianamente applicazioni in grado di interrogare i diversi dispositivi per controllare e monitorare ogni aspetto dell’ambiente circostante. All’interno di questo concetto lo smart metering dell’acqua si traduce nella consultazione di applicazioni in grado di monitorare i consumi e segnalare tempestivamente eventuali allarmi per perdite e consumi anomali. GEST rivolge particolare attenzione alle esigenze dell’utente finale e ha sviluppato applicazioni per smart phone, collegate ai dispositivi di telelettura, in grado di restituire informazioni utili al risparmio della risorsa con conseguenti benefici economici ed ambientali.

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MADDALENA

Contatori d’acqua a pistone rotante

Maddalena Spa ha sviluppato una significativa esperienza nel settore dei contatori d’acqua a pistone rotante, tecnologia ampiamente diffusa nei principali Paesi Europei e che, a livello mondiale, rappresenta, insieme ai contatori a velocità, la tecnologia di misurazione largamente più utilizzata. L’intento di Maddalena di affiancare ai tradizionali contatori a turbina una gamma completa di contatori d’acqua volumetrici è nato dalla necessità di proporre una soluzione tecnologica consolidata e affidabile, ma allo stesso tempo con un alto grado di innovazione, particolarmente precisa nel campo della metrologia. Lo scopo ultimo è quello di soddisfare la crescente necessità da parte delle water utility di avere una misurazione accurata ed estesa nel campo di misura e che allo stesso tempo essa venga garantita durante tutto il periodo di utilizzo dello strumento, grazie ad un ridotto impatto dell’usura meccanica. Queste considerazioni sono di primaria importanza in uno scenario di smart metering che è in estrema evoluzione e che sta subendo un’accelerazione sempre più a carattere esponenziale, motivata dalla necessità di non fermarsi alla tradizionale fatturazione ma di ottenere un valore aggiunto dato da informazioni più complete (i.e. ricerca perdite, profilazione delle utenze, etc). Ad oggi Maddalena vanta un’esperienza rilevante in questa tecnologia che rende ragione del successo di questo prodotto nei principali mercati europei, particolarmente sensibili alla tematica della Fig. 1: Contatore MVM con radio misurazione dell’acqua e storicamente predisposti a soluzioni innovative. Grazie a consistenti contratti pluriennali ottenuti in questi anni, la produzione odierna è di circa 300.000 contatori all’anno (in parte ridotta anche per il mercato italiano), tutti fabbricati nel proprio stabilimento di Povoletto (UD). La famiglia di contatori Maddalena MVM, introdotta nel mercato nel 2010, rappresenta il più alto grado di prestazioni metrologiche nello scenario dei contatori meccanici ad uso residenziale grazie all’approvazione MID001 con un campo di misura pari a 800 (Q3/Q1) per tutta la gamma (R500 per la versione Q3 16m3/h). Queste caratteristiche diventano decisive considerando che dal profilo di consumo medio studiato dai principali acquedotti europei il 10% circa dell’acqua viene erogata ad una portata inferiore ai 15 l/h (equivalente alla Q1 di un contatore Q3 2,5 m3/h, R160). Il contatore MVM a uso residenziale ha un campo di misura da 3,1 l/h a 3,1 m3/h e una portata di avviamento di 0,5 l/h garantendo prestazioni anche superiori alla maggior parte dei contatori statici. Inoltre lo strumento in oggetto, grazie al suo principio di misura diretta del consumo, ha il vantaggio, rispetto alle altre tipologie di contatori meccanici, di avere una misurazione estremamente ripetibile e una elevata omogeneità delle prestazioni. Le prestazioni metrologiche dell’MVM sono particolarmente apprezzate nell’utilizzo dei contatori di medio calibro dove un campo di misura esteso permette un ritorno dell’investimento molto più rapido rispetto ai tradizionali contatori a turbina grazie al fatto che la maggior parte del volume d’acqua contabilizzato viene misurato da contatori installati in connessioni di medie dimensioni (diametri 25-40mm). L’evoluzione della tecnologia dei materiali e di accorgimenti costruttivi, insieme all’esperienza maturata grazie ai laboratori di prova delle principali realtà europee, hanno permesso al contatore MVM di ridurre drasticamente gli svantaggi che storicamente venivano attribuiti ai contatori volumetrici. In particolar modo vengono continuamente effettuati diversi test di usura del contatore con acqua carica di particelle in sospensione (il laboratorio di Maddalena ha a disposizione un banco prova dedicato solamente a questo tipo di test) dove vengono replicate diverse tipologie di installazioni e di caratteristiche dell’acqua. Lo strumento viene sottoposto sia a usura continuativa alla portata massima con diverse tipologie e granulometrie di sabbia silicea, per replicare l’effettivo gravoso utilizzo sul campo, sia a cicli di marcia e arresto con elevate quantità di particelle in sospensione, in modo da simulare il momento di installazione del contatore nella condotta. Le prestazioni metrologiche del contatore successivamente a questi test di usura decadono al massimo di una classe metrologica. Non ultimo l’MVM inoltre è certificato Kiwa in classe acustica 1 (rumore inferiore a 20 dB alla portata nominale) ed è studiato per resistere ai tentativi di frode (i.e. resistenza a magneti esterni in neodimio, N52, 60x30x15 mm).

Case History

II caso pratico, emblematico di quanto descritto, è rappresentato dal contratto siglato da Maddalena con il terzo gestore dell’acqua in Francia (18 milioni di cittadini serviti, sostituzione annua di 250.000 contatori volumetrici). La fornitura del contatore MVM si inserisce in un più ampio progetto di smart metering che segue le più innovative soluzioni di Long Range/Low Power Wide Area Network che permetteranno una graduale sostituzione di tutti i dispositivi radio di generazione precedente. Attualmente questo progetto è uno dei più rilevanti in Europa e Maddalena fornirà 100.000 radio per il contatore MVM (fig.1). Il cliente in oggetto ha effettuato presso il suo laboratorio una complessa procedura di selezione di diversi misuratori, meccanici e non, ed ha scelto il contatore MVM in quanto completamente conforme alle proprie aspettative. Il profilo tipico di consumo dell’utente residenziale è la base di partenza per calcolare l’efficienza del contatore, ovvero il rapporto tra il volume indicato dal contatore operando nelle condizioni tipiche di una utenza e il volume di liquido defluito attraverso il contatore nelle stesse condizioni operative. Come si può notare il consumo viene individuato in un range da 3 l/h a 1450 l/h, dove quasi il 10% dei consumi vengono effettuati sotto i 15 l/h (nel quale un importante errore di misura ha una significativa ricaduta sul calcolo dell’efficienza) e l’area di maggior interesse è quella compresa tra i 150 l/h e i 700 l/h. Le richieste del test sono di ottenere una efficienza media dei 10 contatori testati con il valore più elevato possibile, almeno pari a 100,3, e una perdita di efficienza dopo le prove di usura non superiore al 3%. Per soddisfare le esigenze del cliente Maddalena ha individuato una particolare lavorazione meccanica della camera di misura che permettesse di soddisfare allo stesso tempo le restrittive esigenze del cliente e le specifiche dettate dalla Direttiva MID (2014/32/UE). In tal modo il contatore MVM ha conseguito un valore di efficienza da nuovo pari a 101,13 e perdita post usura di 1,26%, rilevando una importante ripetibilità dello strumento e una omogeneità delle prestazioni metrologiche.

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L'aspetto più rilevante dell'approvazione da parte del cliente è il test di usura del contatore che è particolarmente gravoso e viene effettuato secondo tre tipologie, su diversi contatori. I test di usura sono eseguiti con acqua pulita, con acqua carica di particelle in sospensione e con acqua pulita con cicli di marcia e arresto, tutti per un passaggio, per ogni test, di 3100 m3. Il volume individuato è particolarmente elevato e di gran lunga superiore a quanto testato da una approvazione di modello secondo la direttiva europea. Inoltre ipotizzando un consumo medio annuale da parte di una famiglia pari a 200 m3, il volume fatto defluire nei contatori può essere paragonato a 15 anni di installazione in campo, periodo di utilizzo ben maggiore a quanto individuato dal Decreto n.155 del 30 Ottobre 2013.

Conclusioni

L’evoluzione della tecnologia nel campo dei contatori a pistone rotante ha permesso, in buona parte delle tipologie di installazione, di ottenere performance metrologiche in grado di misurare correttamente alle portate più basse a cui avviene il consumo e di garantire ottime prestazioni durante l’intero periodo di utilizzo, con il vantaggio di uno strumento consolidato e affidabile. Il contatore MVM è all’avanguardia anche dal lato della comunicazione essendo fornibile con diverse soluzioni di comunicazione radio, garantendo flessibilità e apertura agli nuovi scenari legati all’IoT.

ISTA ITALIA

Nuovo ripartitore di calore aperto ista Italia, azienda specializzata nel settore della contabilizzazione di calore ed acqua sulla base di consumi registrati da apparecchi di misura tecnologicamente avanzati, ha presentato alla scorsa edizione di MCE il nuovo ripartitore ista aperto. Questo si integra in un sistema flessibile e modulare permettendo ai propri clienti di scegliere a chi affidare le letture e la ripartizione dei costi e/o l’installazione degli apparecchi. L’opzione per la lettura in autonomia prevede l’installazione dei ripartitori a cura di ista, mentre le letture possono essere eseguite autonomamente (con sistema walk-by) ed esportate nel formato preferito per poi poter procedere, tramite l’utilizzo dei propri sistemi informatici, alla ripartizione delle spese. L’opzione per l’installazione in autonomia, invece, permette di accrescere la propria indipendenza scegliendo un partner di fiducia anche per l’installazione dei ripartitori. In questo caso ista fornisce un tablet con l’applicazione necessaria (guidata e facile da seguire) per attivare i ripartitori e registrare le mappature dei radiatori. Grazie al nuovo sistema, i clienti possono essere indipendenti nella gestione dei loro condomini, ma nel contempo fare affidamento sul supporto e sui servizi ista. ista Italia è sempre disponibile a fornire informazioni e corsi per l’utilizzo dei propri sistemi e offre servizi personalizzati secondo le diverse esigenze.

NETTROTTER

La rete italiana per l’Internet of Things Carlos Lambarri Una rete pubblica destinata esclusivamente all'Internet of Things entro l'anno coprirà tutto il territorio nazionale mettendo a disposizione delle smart city tutte le "opportunità", abilitate dal nuovo collegamento e dall'analisi dei dati raccolti dai sensori. Con applicazioni che vanno dalla viabilità al controllo della qualità dell'aria, dalla gestione dei parcheggi a quella dell'illuminazione pubblica. Con consumi ridotti e una notevole autonomia dei sensori le cui batterie possono arrivare a durare anni. Si tratta della rete basata su tecnologia Sigfox - usa una frequenza libera (868Mhz) e non soggetta a licenze - che Nettrotter, società controllata da Ei Towers, sta installando in tutta Italia: uno dei progetti già partiti è quello di Padova, dove l'azienda ha siglato una partnership con l'amministrazione comunale per coprire l'intero territorio cittadino con la nuova rete wireless Wplan. È una novità che sta arrivando a grande velocità. Il valore aggiunto sta nelle informazioni che i sensori possono trasmettere in tempo reale e che possono rappresentare un grande valore. L'Internet of Things può rendere disponibili i dati in real time e con la precisione che serve a intercettare, ad esempio, le esigenze di un'amministrazione che deve orientare i propri servizi alla pubblica utilità. Quello che oggi interessa è il dato puntuale. Invece la maggior parte dei sistemi funzionano in differita, consentendo dunque di aggregare i dati solo in un secondo momento. Se si vuole sapere qual è il livello di inquinamento in un dato momento su una strada o a un incrocio, con questo sistema è possibile monitorare la situazione in tempo reale e rendere possibili decisioni "in diretta" per migliorare la qualità dell'aria o decongestionare il traffico. Oggi è necessario prestare particolare attenzione all'efficienza della rete. Non è necessario che i sensori siano connessi e attivi 24 ore su 24, 365 giorni all'anno, anche quando non devono trasmettere nulla. I sensori sono normalmente in stand-by, ma "si svegliano" solo quando è utile o programmato. In questo modo l'autonomia delle batterie arriva fino a 15 o 20 anni, il risparmio energetico è enorme e questo contribuisce a rendere redditizi gli investimenti. In merito ai rapporti con le pubbliche amministrazioni e le aziende, a Padova, la prima città che l’azienda ha coperto interamente, l'amministrazione si è dimostrata estremamente sensibile. Nettrotter ha già coperto una buona parte del territorio italiano, da Milano a Roma a Torino, avendo già una rete disponibile per il 63% della popolazione italiana. Per fine anno è prevista la copertura della totalità del Paese. Questa tecnologia è stata già adottata in 16 Paesi e trova applicazioni oltre che per le smart city anche nella domotica, per i servizi a privati, per le attività commerciali e industriali.

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La rete idrica smart a Carloforte Abbanoa, gestore del servizio idrico integrato della Sardegna, ha scelto le soluzioni per la gestione dell’acqua di Itron per avviare a Carloforte, in Sardegna, dapprima la sperimentazione e successivamente l’implementazione massiva di smart meters per acqua potabile dotati di un sistema AMR (Automatic Meter Reading). L’applicazione dei contatori è iniziata alla fine dello scorso anno e ad oggi interessa tutti i 3600 utenti dell’isola, facendo così di Carloforte il primo centro interamente gestito con smart meters. L’utilizzo dei contatori di alta precisione e del sistema di lettura automatica ha permesso l’acquisizione dei dati ad alta velocità senza dover accedere né alle proprietà private né ai pozzetti, situati ad alcuni metri di profondità.

Tra gli svariati vantaggi si evidenziano: • la garanzia della sicurezza fisica dell’unico operatore addetto al controllo contro i cinque necessari sino ad ora per effettuare le letture dei contatori nelle ubicazioni più critiche • l’incremento sostanziale dell’affidabilità e della velocità della lettura dei contatori • il monitoraggio puntuale e con data fissa dei consumi durante tutto il corso dell’anno eliminando di conseguenza la fatturazione presunta e quella a consuntivo consentendo così che all’utente giunga sempre il corretto addebito del reale consumo • la possibilità di quantificare analiticamente il bilancio idrico dell’intera isola che per costruzione rappresenta un DMA (District Metered Area) consentendo in questo modo, attraverso le funzionalità e le informazioni fornite dal sistema di lettura automatica, di decidere in maniera rapida le azioni necessarie per l’ottimizzazione dell’efficienza della rete di distribuzione • la maggiore precisione nella rilevazione dei consumi attraverso contatori di alta precisione e prestazioni • attraverso le numerose funzionalità di cui sono dotati gli smart meters, la rilevazione puntuale di eventuali perdite occulte, di episodi di flusso inverso dell’acqua e la significativa riduzione dei rischi di manomissione dei contatori, garantendo agli utenti la certezza dei consumi fatturati. In particolar modo la rilevazione delle perdite occulte (quelle a valle del contatore i cui costi sono a carico dell’utente finale) permetterà ad Abbanoa di fornire un servizio prezioso all’utente finale allertandolo in tempo quasi reale della loro presenza. Il gestore del servizio idrico ha anche la possibilità offrire al cliente finale un servizio più completo di customer care, con una conseguente crescita della fiducia nei confronti di Abbanoa e la riduzione di vertenze e contestazioni legate al calcolo dei consumi reali. Il passaggio alla lettura automatica dei contatori per acqua, pur rientrando in un più ampio programma di lavori (l’appalto dei quali prevedeva il rifacimento dell’intera rete idrica di Carloforte), avrebbe dovuto coinvolgere solamente 600 utenti. A distanza di pochi mesi dall’adozione degli smart meters, gli immediati riscontri positivi hanno spinto Abbanoa a estendere la sperimentazione alla totalità delle utenze dell’isola, stanziando per l’operazione fondi propri. Considerando le frequenti interruzioni di fornitura del servizio idrico alle quali la città era costretta fino al 2012, specialmente nel periodo estivo a causa della più alta richiesta d’acqua, il rifacimento della rete e l’adozione di strumenti di misura e del sistema AMR di ultima generazione rendono Carloforte un caso esemplare di Smart City.

URMET TLC

Concentratore multiservizio Urmet TLC si è dedicata negli ultimi anni alla progettazione di apparati e sistemi di telemetria e telecontrollo, dando vita ad una serie di realizzazioni finalizzate al mondo delle utility e dei servizi in ambito IoT. In particolare, nell’ambito della distribuzione GPL, ha realizzato un’importante rete a livello europeo per il rilevamento dei consumi dei contatori e dei livelli dei serbatoi. Nel 2011, a fronte della delibera AEEGSI 155/08 in ambito gas metano, Urmet ha sviluppato una piattaforma di rete che permette di raccogliere, nella banda 169 MHz, i dati degli smart meter gas tramite concentratori, nodi di rete intermedi tra la rete telemetrata e i sistemi di gestione. Dalla soluzione iniziale, si è passati ad un contesto più ampio in cui il concentratore diventa elemento portante di un’infrastruttura di rete multiservizio capace di raccogliere i dati provenienti anche da altri tipi di misuratori (acqua, calore, energia elettrica), da apparati domestici e da eventuali altri sensori (apparati di raccolta rifiuti urbani, illuminazione stradale, ecc.) per convogliarli nella rete pubblica e renderli disponibili ai gestori dei servizi ed agli utilizzatori finali. La gestione contemporanea di più servizi è realizzabile grazie ad un’architettura HW modulare: in base ai requisiti del sistema, il concentratore può essere integrato con moduli di comunicazione aggiuntivi (fino a 4) in diverse combinazioni e bande di frequenza/protocolli specifici del dato servizio (WMBus 169 MHz, LoRA 868 MHz, ZigBee 2.4 GHz). I moduli radio sono opzionalmente remotizzabili: tale soluzione consente contemporaneamente la telealimentazione e trasmissione dati sullo stesso cavo di collegamento (normale cavo telefonico) permettendo l’installazione del modulo radio in quota, in prossimità dell’antenna, a decine di metri dal concentratore. La piattaforma Urmet è composta da repeater 868/169 MHz (completamente integrati nell’architettura smart metering gas UNITS11291), da un SAC multiservizio e da un Network Management System, concepito come layer complementare ed indipendente dal SAC, che permette l’esercizio e la manutenzione della rete multiservizio, in termini di configurazione, monitoraggio e manutenzione dei dispositivi di rete. La piattaforma è in grado di interfacciarsi con meter e sensori dei principali fornitori ed integrata con i SAC e sistemi di gestione dei principali player sul mercato. Per le utility, Urmet fornisce una soluzione end-to-end che parte dalla raccolta dei dati e finisce con la messa a disposizione di questi ultimi tramite applicativi Web o tramite lo sviluppo di interfacce opportune con i sistemi proprietari dei clienti.

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PUBBLIREDAZIONALE

ITRON



SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

Gare gas: punto di non ritorno? Viene ripercorsa l’evoluzione del segmento distribuzione retail del servizio distribuzione del gas e richiamato lo status quo delle gare di distribuzione ad oggi evidenziandone le criticità e gli interrogativi sullo svolgimento delle gare e difficoltà da parte del Regolatore. Una serie di proposte correttive viene evidenziata per evitare di perdere un’occasione nata come opportunità per gli enti locali.

Francesco Albasser Dopo 5 anni di definizione il percorso della liberalizzazione del settore distribuzione gas ha iniziato la sua strada operativa con un obiettivo già a suo tempo fissato dal Decreto Letta: organizzare il mercato delle concessioni della distribuzione del gas in modo organico e con criteri di valutazione uniformi sul territorio nazionale. Obiettivi condivisibili in tutti i loro aspetti, visto che il panorama della distribuzione del gas è rimasto distribuito sul territorio a macchia di leopardo, con una miriade di contratti tra enti locali e gestori disomogenei nel tempo, nelle clausole e spesso prorogati per decenni con integrazioni strumentali, quasi sempre favorevoli ai gestori. Per gli enti locali questa era un’occasione per riappropriarsi di concessioni spesso vetuste e trascurate, formando un fronte comune verso i gestori e garantendo, in una situazione competitiva, efficienza gestionale, economicità e una maggiore remunerazione per i concedenti. Il meccanismo di creazione degli ATEM (Ambiti Territoriali) e l’organizzazione del processo di gara sono risultati più complessi del previsto, anche perchè le competenze del settore sono scomparse da almeno 20 anni negli enti locali, ad eccezione delle realtà che esercitano ruoli di stake holder di società di distribuzione possedute in quota.

La definizione delle regole della competizione per individuare la figura del gestore ha portato a compimento anche la definizione degli ambiti territoriali: gli allegati del D.L.226/2011 hanno definito sia il numero degli ATEM che la tempistica di effettuazione dei confronti competitivi, designando il panorama futuro del settore, che si andrà a concludere nel 2017. Sulle dimensioni ottimali degli ambiti vi sono opinioni contrastanti: le stime AEEGSI (dati unbundling) prevedevano economie di scala per bacini fino a 300.000 utenti cui corrisponderebbero 42 bacini di gara per il territorio Italiano, mentre il Ministero ha previsto 177 bacini nel provvedimento pubblicato. È interessante evidenziare quello che è successo prima del D.L. 226/2011, quando il singolo concedente ente locale poteva indire una gara per individuare il gestore per una durata di 12 anni. Il panel di osservazione offerto da alcune gare svoltesi prima della 226/2011 (Utilitatis 2011: 419 bandi – 334 per gestione distribuzione) ha mostrato le seguenti tendenze: • una discreta contendibilità del mercato: il numero medio offerte pervenute è stato di 3-5 (N offerte inversamente proporzionale a numero abitanti N > 10 con numero abitanti > 19.000) • un maggior peso dell’offerta economica (61,8% medio) e minore offerta tecnica (38,2%) • gare al rialzo sui canoni: nei bandi base d’asta la media dei valori del canone era del 14% VRD (Vincolo Ricavi Distribuzione) • le offerte pervenute avevano in media un canone = 53,4% VRD, frequenza maggiore 40-50% / numerose gare 80%.

Il mercato del gas oggi

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Il trend dei consumi e le configurazioni dei gestori in termini di dimensioni e presenza sul mercato si sono modificate, il tutto in un quadro generale di economia che ha evidenziato situazioni di crisi generalizzate in Europa e negli Stati Uniti. Dopo una contrazione partita dal 2009, i consumi di gas ed energetici si sono incrementati del 9% nel 2015 rispetto all’anno precedente, pur rimanendo sotto la soglia del 1999 a livello nazionale. I consumi residenziali e


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PRIMI VENTI PRIMI GRUPPI VENTI GRUPPI NELLA DISTRIBUZIONE NELLA DISTRIBUZIONE M(m3) M(m3)

SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016 Anno 2012 Anno 2012

Snam Snam F2i Reti Italia F2i Reti Italia Hera Hera A2A A2A Iren Iren ToscanaToscana Energia Energia Asco Holding Asco Holding Estra Estra Linea Group Linea Holding Group Holding Acegas-Aps Acegas-Aps Amga - Amga Azienda - Azienda Multiservizi Multiservizi Erogasmet Erogasmet Agsm Verona Agsm Verona Acsm-Agam Acsm-Agam Ambiente Ambiente Energia Brianza Energia Brianza Energei Energei Gas Natural Gas Natural Gas Rimini Gas Rimini Dolomiti Dolomiti Energia Energia Aimag Aimag Altri Altri Totale Totale

Volumi Volumi Quota %Quota % 23,1 7.807,5 7.807,523,1 5.716,3 5.716,316,9 16,9 2.202,0 2.202,0 6,5 6,5 2.009,6 2.009,6 5,9 5,9 2.007,9 2.007,9 5,9 5,9 1.047,4 1.047,4 3,1 3,1 772,2 772,2 2,3 2,3 768,0 768,0 2,3 2,3 653,1 653,1 1,9 1,9 479,1 479,1 1,4 1,4 435,7 435,7 1,3 1,3 406,5 406,5 1,2 1,2 397,2 397,2 1,2 1,2 365,7 365,7 1,1 1,1 343,4 343,4 1,0 1,0 328,6 328,6 1,0 1,0 305,6 305,6 0,9 0,9 302,3 302,3 0,9 0,9 288,7 288,7 0,9 0,9 278,4 278,4 0,8 0,8 6.869,0 6.869,020,3 20,3 33.784,033.784,0 100,0 100,0

Anno 2012

Tabella 1: Situazione del mercato dei distributori in Italia al 2012 (AEEGSI). Fonte: tesi di Laurea “La liberalizzazione del settore del gas” di Domenico Di Rito

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dei servizi, che rappresentano più del 40% della domandi vista della concentrazione dei gestori, per effetto degli Fonte: AEEG, Fonte: AEEG, Indagine Indagine annualeannuale sui settori sui regolati settori regolati da complessiva, hanno registrato un aumento del 9,4%. affidamenti previsti al termine dei processi di confronto competitivo. Quest’ultimo dovrebbe portare a 177 gestori Un dato non confortante, alla luce dell’annunciata ripresa di ATEM, con ulteriore riduzione del numero dei Gestori a economica, è legato al fabbisogno di gas della grande in40-50. dustria: -3,1% (12,7 mld di mc). C’è da considerare che l’efficientamento dei processi produttivi comporta una minore richiesta di gas. Continua senza sosta, e da 20 anni, il I procedimenti ad oggi calo della produzione nazionale di gas (-5%). In figura 1 è Come osserva AEGGSI nel suo recente documento, attualrappresentato l’andamento dei consumi di gas per settore mente è in corso l’iter procedimentale per l’affidamento dal 2005 (elaborazione del blog Sicurezza Energetica). in concessione del servizio di distribuzione del gas natuAnche i consumi di gas dell’UE (inclusa la Svizzera), dopo rale, anche se sono stati pubblicati solo 15 bandi (alcun quattro anni consecutivi di declino, tornano a crescere. In ritirati in autotutela) sui 95 giunti in scadenza, molti non base ai dati preliminari di Eurogas, nel 2015 l’incremento conformi a quello del bando-tipo, e senza aver rispettato rispetto all’anno precedente è del 7%, quando i consumi l’obbligo di invio all’Autorità. Fino a marzo 2016 l’Autoammontarono a 412 mld di m3 (circa ai 441 mld di m3 rità ha espresso parere solo su due bandi di gara: ATEM oggi). In Francia la crescita della domanda di gas è legata Roma 1 e Milano 1. Per quanto riguarda gli scostamenti alla ripresa industriale, mentre in Austria al maggior utiliztra valore di rimborso e valore degli asset ai fini regolatori, zo della cogenerazione. Tuttavia, secondo Eurogas, i prezzi solo 7 stazioni appaltanti hanno trasmesso all’Autorità la bassi del carbone hanno avuto considerevole impatto sulla documentazione relativa, e per tre di esse (ATEM Belluno, domanda di gas. In Italia, il blog Sicurezza Energetica riTorino 2 e Forlì-Cesena) l’Autorità ha potuto trasmettere le tiene che un’ulteriore ripresa della domanda di gas possa sue osservazioni al riguardo. Il ritardo nell’avvio dell’attuaessere possibile anche nel 2016, con un ritmo decisamenzione della riforma e le proroghe hanno portato all’accorte più lento rispetto al crollo degli anni passati. A marzo ciamento dell’arco temporale dello svolgimento delle gare. 2015 Snam Rete Gas indicava nel proprio piano decennale Le proroghe sono state organizzate in termini differenziali, un ritorno dei consumi a 74,8 Gmc. ovvero rispetto al momento di pubblicazione prevedendo uno slittamento dei bandi previsti nei gruppi lasciando Il panorama dei gestori prima delle gare inalterati quelli più lontani di scadenza. Nella tabella 1 (elaborata da AEEG riferita al 2012) sono Questa situazione di continuo stop and go ha ingenerato riportate le quote di mercato dei principali players nella una serie di problemi: distribuzione in Italia: accanto a Eni Italgas e 2.F.i. Enel • una contrazione dei tempi disponibili per le verifiche gas, con quote tra 17 e 23%, si trova un secondo riparto pre gare, come già evidenziato dall’AEGGSI con ex municipalizzate quotate in borsa (Hera, A2A, IRETI), • una possibile contrazione dei tempi previsti nelle gare con quote tra il 6-8 %, ed un terzo riparto di aziende locali per la formulazione delle offerte con il rischio di un pubbliche private, con quote inferiori al 3%. Si nota un numero limitato di partecipanti alle gare numero rilevante di piccoli distributori con una quota cu• un’obiettiva difficoltà a valutare con attenzione le premulativa del 40% a livello nazionale. Alla vigilia delle gare visioni sulle risultanze dalla gara. per ATEM, la situazione subirà un’evoluzione dal punto Le proposte di rivedere la normativa di settore, ridefinendo


Figura 2.2: Gli operatori nel settore del gas

SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

Tabella 2: La filiera del gas presenta rispetto alla distribuzione una concentrazione molto più marcata, come si nota dalla tabella riferita al mercato italiano. Fonte: Fonte: tesihttp://luce-gas.it/faq/filiera-gas di Laurea “La liberalizzazione del settore del gas” di Domenico Di Rito

tempi e modalità esecutive, potrebbero evitare le criticità • le difficoltà di far rispettare le tempistiche di gara deterdella situazione attuale. minate dalle norme attuative Critico è il segnale che perviene dal comportamento di uno • le incertezze emerse nella valorizzazione delle quote di deiInmaggiori gestori dellaladistribuzione di gas il rete di proprietà al criterio delun VIR e conclusione riduzione delin Italia: numero di distributori deldei Comuni gas è rispetto sicuramente primo concessionario dei comuni italiani (oltre 1550 coRAB, con pericolose sottostime delle quote di proprietà importante passo in avanti verso un mercato più efficiente e omogeneo. Tuttavia restano muni gestiti e 6,5 milioni di utenti) ha impugnato buona comunali ancora irrisolti alcuni parte dei bandi pubblicati, con laproblemi. motivazione che le gare • le indeterminazioni sulla valutazione delle reti posate in non si possono svolgere in pendenza dei giudizi dinanzi di interventi In primo luogo l’elevato numero di operatori conoccasione meno di 100.000di urbanizzazione clienti, oltreprimaria l’80%, al TAR Lazio ed al Consiglio di Stato proposti dai gestori. • la semplificazione dei meccanismi di accorpamento dei dimostra mancata risposta disomogeneità e per frammentazione Tale posizione diuna un gestore pubblico, controllatoalla dal MISE gestori la partecipazione alledelle gare. quote di mercato che Depositi costituiscono un ostacolo e l’assenza di adeguamento allaserie attraverso la Cassa e Prestiti, contesta la validità all’efficienza A fronte delle difficoltà emerse si sta ipotizzando una di nuova punti qualificanti dell’impianto normativo che presiede di proposte che potrebbero aggiustare il tiro: ne citiamo disciplina degli ambiti territoriali. Inoltre quasi la metà degli operatori fornisce allo svolgimento delle gare. alcune. servizi meno di 10.000 clienti, dimensione non sufficiente a raggiungere economie di Sarebbe unaasconfitta su tutti i fronti far infrangere un processo portatapunto sugli scogli di contenziosi leSovraffollamento bandidell’aggregazione di gara in contemporanea A questo è ancora più evidente la funzione ideale tra scala50di.questa gali: come nelle previgenti gare per la definizione degli Appare ragionevole la proposta di rivedere le scadenze per “piccoli”. In questo senso particolarmente interessante è la storia della fusione tra Asm e ATO del sistema idrico italiano, tali contenziosi non hanno la pubblicazione dei bandi, ripristinando una scansione Aem, alcun due beneficio ex municipalizzate lombarde dato vita aed A2A, tra le diprime apportato di fronte agli sperati obiettivi di che hanno temporale coerente, evitandooggi il concentrarsi un numeliberalizzazione richiamati dalla Legge Galli. ro eccessivo di gare in periodi ridotti. Tale intervento potrebbe essere attuato ridistribuendo al50 “Le gare nel settore della distribuzione del gas naturale: pronte le norme”, di I. PANICCIA Problematiche e sviluppi meno 40 ATEM, prevalentemente quelli di ultima scadenza, Gli accadimenti degli ultimi due anni hanno evidenziato suddivisi in due raggruppamenti, nel primo semestre 2018. difficoltà che potrebbero rischiare di inficiare gli obiettivi iniziali, quali: Acquisizione dati gestionali necessari alla gara 28 • la sovrapposizione dei procedimenti temporali delPare condivisa l’idea di rafforzare la posizione degli enti locali le gare a seguito dei vari provvedimenti di proroga concedenti nei confronti dei gestori nella fase di acquisizione emessi dal MISE delle informazioni e dei dati, individuati nel Regolamento • le difficoltà temporali da parte degli enti locali di acgare, prevedendo specifiche sanzioni per i ritardi nella messa quisire dai gestori i dati necessari per le gare e il a disposizione dei dati. rischio di inserire un database incompleto nel bando di gara VIR-RAB • le incertezze normative sulla valutazione metodologica Da un confronto con le gestioni tariffarie è emerso che i delle reti con gli scostamenti tra valutazioni VIR (Valore valori di RAB dei gestori pubblici erano spesso sottostimati Industriale Residuo) e RAB (Regulatory Asset Base) delrispetto a quelli di gestori privati. le reti relative rispettivamente al criterio di valutazione Una soluzione potrebbe essere la semplificazione dell’iter industriale e a quello legato a quanto riconosciuto dal di analisi degli scostamenti VIR-RAB da parte dell’Autorità, metodo tariffario mediante l’identificazione di percorsi accelerati per i casi in

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

cui le stazioni appaltanti possano certificare l’applicazione delle Linee guida per il calcolo del VIR. Lo scostamento VIR-RAB non dovrebbe risultare superiore ad una soglia predeterminata (6%-8% secondo l’Autorità). Analisi bandi di gara La sovrapposizione temporale di uscita dei bandi sta provocando una serie di difficoltà nell’analisi da parte del Regolatore. Da qui l’idea di semplificare l’iter di analisi dei bandi di gara, dando mandato all’Autorità di adottare provvedimenti che consentano di definire corsie preferenziali per i bandi redatti nel rispetto del bando di gara e del disciplinare tipo, limitando l’analisi alla valutazione della congruità fra costi-benefici e delle condizioni minime di sviluppo. Qualora tali condizioni non fossero rispettate, sarebbe opportuno prevedere, nell’ambito delle osservazioni che l’Autorità rende alla stazione appaltante, dei limiti ai futuri riconoscimenti tariffari. In altri termini le osservazioni dell’Autorità sarebbero limitate agli aspetti che possono impattare sullo sviluppo efficiente del servizio. Tempistiche I disincentivi sinora introdotti sulle tempistiche e riconducibili al commissariamento della Stazione Appaltante individuata nel capofila dell’ATEM non hanno portato a risultati sperati ancorchè alcune Regioni, quale quella Lombarda, abbiano istituito un’organizzazione ad hoc. Per questo, secondo AEEGSI, introdurre disincentivi economici, eventualmente nella forma di sanzioni, potrebbe indurre al rispetto delle tempistiche previste e dell’iter procedimentale previsto dalla legge e dal Regolamento gare. Tali incentivi devono essere proporzionali rispetto ai temi delle tempistiche e dell’iter. Valutazione In merito alle incertezze sulla determinazione dei criteri di valutazione degli oneri di rimborso, si deve constatare che l’attuale situazione appare paradossale: infatti se la norma fa riferimento al VIR i gestori, sfruttando una discussa FAQ del MISE, hanno tentato di prendere a riferimento il valore di RAB. Ora appare insostenibile che un valore di rimborso possa essere diversamente valutato a seconda di chi è il percipiente. Elementi questi su cui il MISE ha l’obbligo di intervenire rapidamente. Lottizzazioni urbane Per quanto riguarda le lottizzazioni urbane autorizzate da enti locali a scomputo d’oneri appare priva di fondamento l’ipotesi avanzata dalla maggior parte dei gestori di non riconoscere il titolo di pertinenza di tali reti, sopratutto a fronte di contratti di concessione regolarmente stipulati dai Comuni con i lottizzanti. Consorzi ordinari Quanto ai raggruppamenti di gara, sarebbe auspicabile una formula che consenta la presenza di consorzi ordinari allentando il vincolo relativo al possesso individuale di requisiti specifici che impediscono la partecipazione ai raggruppa-

menti e ai consorzi a soggetti che non operano nel settore della distribuzione del gas. Tutto ciò fermo restando, da un lato l’obbligo previsto nel Regolamento gare a costituire, entro un mese dall’aggiudicazione medesima, un soggetto giuridico unitario avente la forma di società di capitali, dall’altro il rispetto del vincolo di destinazione all’uso pubblico per le infrastrutture di rete, quali beni patrimoniali indisponibili.

Gli aspetti di contesto critici All’interno dei bandi non sono stati inseriti aspetti che risultano connessi sia con l’analisi da effettuare in fase di preparazione della gara per la valorizzazione delle reti di distribuzione sia nel Piano di Sviluppo, quando si propongono una serie di priorità per il futuro delle reti. Tra questi la problematica dei Comuni non metanizzati si presenta spesso nell’analisi dei vari ATEM o dei singoli Comuni come “buco nero” da colmare o con una serie di situazioni di forniture energetiche alternative che, nell’ottica dell’implementazione di un servizio territorialmente completo, acquisiscono un’importanza non marginale. Ci si riferisce alle gestioni a GPL, un vettore energetico che consente di servire zone remote dalle dorsali di approvvigionamento di metano, con sistemi di accumulo in pressione che rispondono a logiche di mercato di nicchia. La distribuzione del GPL non è regolata da tariffe come nel caso del metano e ciò comporta che le tariffe sono determinate dal gestore in relazione ai costi di struttura: il risultato sul campo è per il cliente retail finale un incremento del costo unitario del combustibile (mediamente il doppio di quello del metano), anche tenendo conto del diverso potere calorifico del GPL. È indubbio che la prima aspettativa delle nuove gare sia di cogliere tali opportunità, equiparando sia il servizio che i costi di gestione dei medesimi, onde poter garantire condizioni di “par condicio” ai clienti finali del territorio. Oltre a questo anche l’uso di biometano, prodotto da fonte rinnovabile e regolato dal D.M. 5 dicembre 2013 per l’incentivazione sull’immissione in rete, non risulta particolarmente incentivato dalle schede dei bandi tipo. Analogamente, l’aver trascurato e non codificato il ricorso al GNL (Gas Naturale Liquefatto) costituisce una lacuna abbastanza evidente, soprattutto in prospettiva di far diventare l’Italia un hub per il trasporto e la distribuzione di gas a livello europeo e internazionale.

Gli obiettivi da affidare alle gare L’ultimo provvedimento di proroga dei termini di gara, dettato dal Milleproroghe del marzo 2016, ha stabilito una tempistica di esecuzione delle gare difficilmente eludibile. Per un’analisi preliminare sono stati raccolti gli obiettivi definiti nel processo di liberalizzazione del settore gas: abolizione dei monopoli nazionali, sviluppo delle concorrenza, piena liberalizzazione ed integrazione dei mercati nazionali in un unico mercato europeo, completa liberalizzazione del mercato unico europeo. La tabella 3 riassume i più importanti provvedimenti emessi dalla normativa italiana ed europea, classificando in funzione dei drivers di riferimento gli obiettivi apportati dal singolo provvedimento.

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

OBIETTIVO

UNBUNDLING

ACCESSO AL SISTEMA

SCELTA DEL FORNITORE

Dir. 98/30

Abolizione dei monopoli nazionali

Separazione contabile delle attività infrastrutturali

Negoziato e/o regolato

Clienti idonei almeno gli impianti a gas per la produzione di energia elettrica e i clienti finali con consumo annuo superiore a 25 Mm3

D. Lgs 164/2000

Sviluppo della concorrenza

Separazione societaria delle attività infrastrutturali

Regolato e con tariffe regolate dall’AEEG

Dal 1° gennaio 2003 tutti i clienti finali sono idonei

Dir. 2003/55

Piena liberalizzazione, integrazione dei mercati nazionali in un mercato unico europeo

Separazione funzionale e giuridica attività di trasporto e di distribuzione

Trasporto regolato

Clienti idonei: dal 1° luglio 2004 tutti i clienti non civili; dal 1° luglio 2007 tutti i clienti

Obblighi di servizio pubblico e tutela dei consumatori; Autorità di Regolamentazione nazionale; Possibile esenzione dall’accesso dei terzi per le nuove reti transfrontaliere, GNL e stoccaggio

Completa liberalizzazione con effettivo mercato unico europeo

Separazione proprietaria o ISO o ITO per le reti di trasporto; separazione funzionale e giuridica per le reti di distribuzione

Regolato

Per tutti i clienti

Aumento delle competenze e dell’indipendenza dei Regolatori; Agenzia internazionale per la cooperazione dei Regolatori; Regole sul possesso delle reti da parte di operatori esterni alla UE; Codici di rete definiti da organizzazione dei gestori di rete

Modello ITO per impresa maggiore di trasporto

Regolato

Per tutti i clienti

Estensione ambito tutela clienti finali; Nuove regole priorità conferimento stoccaggio modulazione e obblighi di strategico; piano decennale di sviluppo delle infrastrutture

Dir. 2009/73

D. Lgs 93/2011

Stoccaggio negoziato e/o regolato

ULTERIORI PREVISIONI

Tabella 3: Normativa sulla liberalizzazione gas. Fonte: tesi di Laurea “La liberalizzazione del settore del gas” di Domenico Di Rito

Gli obiettivi citati sono stati fatti propri dal Decreto Letta e sono stati confrontati con quelli deducibili dalla tabella dei punteggi dal bando di gara tipo per confermare che il percorso di gara può diventare virtuoso se, in parallelo alla concentrazione e alla definizione di Ambiti ottimali di distribuzione, i gestori saranno in grado di perseguire gli obiettivi che in primis il processo di liberalizzazione delle energie attivato nel 2000 si era posto. Sono stati sintetizzati gli obiettivi della procedura per l’individuazione dei gestori di ATEM: • uniformare la distribuzione del vettore energetico gas sul territorio dell’ATEM estendendo in modo capillare la disponibilità del servizio • uniformare il livello tariffario sull’ATEM di competenza, garantendo performances competitive rispetto ai livello di tariffa • efficientare il servizio sia attraverso performances economiche da riversare in tariffa sia tramite il miglioramento degli standard di servizio. Obiettivo primario risulta uniformare le condizioni di svi-

luppo e distribuzione del vettore energetico sul territorio dell’ATEM raggiungendo anche quei siti che, per esser posti in situazioni di lontananza dalle dorsali o di vincoli geografici, non sono stati serviti. Le nicchie non servite o servite con vettori diversi e più onerosi sono tutt’altro che trascurabili in termini dimensionali e aprono uno scenario di sviluppo interessante per i gestori: obiettivo che dovrà essere evidenziato nei Piani di Sviluppo. Questo sembra recepito nella parte C della tabella 4 sia nella forma sia nel punteggio dal Piano Sviluppo impianti. L’uniformità delle tariffe è un percorso fermo a bacini tariffari comunali: questa è una sfida che non sarà facile nè implementare né portare a compimento, dovendosi compensare sul territorio costi di natura disomogenea, pur di offrire al cliente finale una situazione flat. Tale obiettivo è declinato nei bandi gara nella parte A come sconto-riduzione delle tariffe previste dall’AEEGSI su quel territorio: è il primo passo verso la determinazione di una tariffa d’Ambito. Un terzo obiettivo è efficientare il sistema di distribuzione attraverso l’uso di tecnologie divenute nel tempo disponibili ed economi-

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

camente accessibili: esso, pur non essendo direttamente connesso con i parametri della parte B, ne è collegato in termini più generali, quali standard di servizio connessi con lo svolgimento del servizio. Il processo è legato alla filosofia dello smart metering in grado di rendere facilmente e rapidamente accessibile il mondo di milioni di contatori interconnessi consentendo risparmi consistenti nella gestione e garantendo standard di servizio. Tale programma con la delibera AEEGSI 575 del 2012 ha subito una ridefinizione sulla tempistica, che prevede entro il 2018 il completamento del quadro di riferimento. La manovra citata comporta un quadro di economics stimabile in 4,5 miliardi distribuiti su 5 anni, con investimenti dei gestori coperti da tariffa pro quota. Il quadro di riferimento finale dettato dalla Delibera 575/2012 è riportato nella figura 2 dove sono richiamate, in relazione alla classe e calibro dei contatori, le scadenze temporali che prevedono per i singoli PDR (punti di consegna) l’installazione del numero minimo di meters: in tal caso si dovrebbe evitare ai gestori il pagamento di penali con l’erogazione del contributo, nei limiti imposti, dal metodo tariffario. Sulla base dei tre obiettivi enunciati ed ammettendo che abbiano eguale priorità e peso, si nota che solo sull’ultimo la Regolazione ha pesantemente lavorato da parecchi anni, essendo peraltro un fattore ineludibile per garantire non solo competizione tra competitors, ma anche un veicolo di pianificazione del controllo dei costi. Vero che sugli altri due obiettivi gli effetti si vedranno solo a gara conclusa, ma almeno sul primo - omogeneizzazione del vettore energetico - non risulta che ci sia stata una sensibilizzazione o che ci siano incentivi nei bandi: la sensazione è che tale elemento sia stato trascurato, forse anche per la mancata conoscenza del fenomeno, nonostante le lobbies dei vettori energetici non gas abbiano esercitato il loro peso. Solo fra qualche mese scopriremo se il processo di individuazione di nuovi gestori di ATEM avrà imboccato la strada più volte stabilita dalle normative di settore.

Figura 3.1: Criteri di aggiudicazione delle offerte e punteggi assegnati in base al Regolamento sui criteri di gara REQUISITO Condizioni economiche (A) Sconto tariffario rispetto alle tariffe previste dall’Autorità Sconto sui corrispettivi e/o metri di rete per cliente da realizzare Canone annuale Investimenti in efficienza energetica Totale parziale criterio A Criteri di sicurezza e qualità (B) Scostamenti migliorativi sui parametri di sicurezza AEEG (es. % rete media e alta pressione sottoposta a ispezione) Scostamenti migliorativi da indicatori qualità AEEG (es. tempo di risposta ai reclami) Totale parziale criterio B Piano sviluppo impianti (C) Adeguatezza dell’analisi dell’assetto di rete, valutazione degli interventi di estensione e potenziamento; valutazione degli interventi per mantenimento in efficienza della rete e degli impianti; innovazione tecnologica

PESO 13 5 5 5 28 22 5 27 45

Negli ambiti in cui la metanizzazione è in via di sviluppo, il punteggio maggiore è attribuito alla valutazione delle estensioni e dei potenziamenti, mentre negli ambiti con un grado di metanizzazione già maturo alla valutazione del mantenimento in efficienza degli impianti. Totale parziale criterio C 45 TOTALE 100 Fonte: “Le gare nel settore della distribuzione del gas naturale: pronte le norme”, I. Tabella 4: Requisiti da bando tipo di gara per ATEM. PANICCIA Fonte: tesi di Laurea “La liberalizzazione del settore del gas” di Domenico Di Rito

Albasser InFrancesco controtendenza rispetto alle gare esperite fino a quel momento, il legislatore francesco.albasser@gmail.com sostituisce al valore del canone di concessione un altro fattore preponderante: il piano di Laurea in Ingegneria Meccanica presso il Politecnico di Milano sviluppo il cui peso è di quasi il 50%. Tale piano deve essere in ogni caso corredato da e Master in Ingegneria per la Gestione d’Impresa (MIP). Ha un’analisi benefici perdirettore verificarne gli effettivi vantaggi in termini di efficienza. lavorato incosti AEM; è stato generale di AUSM e ACSM, Infatti, il fine ultimo è di valorizzare le infrastrutture attraverso interventi di estensione, poi del CAP di Milano, settore idrico integrato e nei trasporti, presso l’Azienda Verbania, sempre Direttore. manutenzione e dipotenziamento anchecona funzioni secondadi del grado di metanizzazione È consulenteinper le utilities Milano,servizi anche di su distribuzione temi energetici. dell’ambito definitiva perin offrire rispettosi dei criteri di qualità e sicurezza fissati dall’AEEG a prezzi allineati ai costi e alle fonti succedanee

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Figura 2: Sintesi degli impegni dettati dalla Delibera AEEG 575/2012 per la sostituzione di contatori dotati di telemisure con compensazione di temperatura ed elettrovalvola e predisposizione per compensazione da pressione (fonte CIG)


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Rifornimento di GPL in modalità self-service Salvatore Piccolo – Assogasliquidi/Federchimica

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L'automatizzazione degli impianti stradali di distribuzione carburanti è un processo che ha avuto un impulso industriale notevole negli ultimi anni, interessando tutti i carburanti, tradizionali ed alternativi. Ciò ha prodotto, di riflesso, un dibattito politico molto acceso che è sfociato in molteplici modifiche normative, nate soprattutto da una forte spinta alla liberalizzazione delle modalità di esercizio dei punti vendita stradali. Anche la possibilità di rifornire il GPL in modalità selfservice all’interno di impianti non presidiati è il risultato di questo recente processo industriale e normativo. Non a caso la previsione legislativa che ha richiesto la modifica della disciplina di prevenzione incendi degli impianti di distribuzione del GPL per l’introduzione del self-service è contenuta in un provvedimento in materia di concorrenza, sviluppo delle infrastrutture e competitività (Decreto Legge n. 1/2012, articolo 17, comma 10). Con il decreto del Ministero dell’Interno del 31 marzo 2014 sono state, quindi, dettate le specifiche tecniche per la costruzione e l’esercizio degli impianti stradali che erogano il GPL in modalità self-service in assenza di personale addetto. Il decreto stabilisce, in sintesi, le misure di prevenzione e protezione volte a compensare il maggior rischio derivante dall’assenza del personale addetto all’interno del piazzale dell’impianto rispetto al caso di impianti fai-da-te con presenza del personale, già concesso con il decreto del 3 aprile 2007. In questo disegno si collocano anche le disposizioni tecniche finalizzate ad impedire il riempimento abusivo delle bombole ad uso domestico, fenomeno che avrebbe potuto amplificarsi negli impianti non presidiati in assenza di un’opportuna regolamentazione. In proposito, il decreto ministeriale prevede che l'erogazione del gas sia automaticamente interdetta da un apposito sistema nel caso in cui la pistola di erogazione sia collegata ad una bombola ad uso diverso da quello autotrazione. Per prevenire i rischi provenienti dall'utilizzo, anche involontario, di sistemi non interoperabili e di permettere ad ogni veicolo circolante di rifornirsi presso qualsiasi stazione autorizzata all’erogazione in fai-da-te, il decreto ha demandato all’UNI-CIG la predisposizione di una norma tecnica volta ad armonizzare le caratteristiche tecniche e funzionali di tali sistemi. Il CIG, Ente Federato UNI, ha quindi costituito un gruppo di lavoro composto da esperti di tutta la filiera: titolari

degli impianti carburanti, costruttori di colonnine di distribuzione e fabbricanti di apparecchiature di alimentazione a gas. Il gruppo ha esaminato una serie di tecnologie che potessero essere adatte allo scopo, prendendo soprattutto spunto dai sistemi antifrode utilizzati negli impianti a servizio delle flotte aziendali. Sono stati individuati alcuni criteri di selezione, relativi principalmente alla sicurezza, alla semplicità d’utilizzo e all’efficacia, intesa soprattutto come capacità di antielusione del sistema. In relazione a questo ultimo aspetto, è stato posto come obiettivo la certezza del riempimento del serbatoio del veicolo abilitato al rifornimento self, e non di altro recipiente. Fatta un’attenta valutazione delle possibili soluzioni, la scelta è ricaduta su un sistema piuttosto innovativo rispetto a quelli attualmente in uso in campi applicativi simili. Il progetto di norma, che sarà inviato in inchiesta pubblica entro il I semestre 2016, richiede, quindi, l’applicazione di un microchip installato sul veicolo, recante i dati del veicolo e degli utenti abilitati al rifornimento self, collegato al sensore di livello del serbatoio dell’auto e capace di dialogare con il sistema di gestione della stazione. La comunicazione tra veicolo e stazione, così come standardizzata dalla norma, assicura non solo il riconoscimento del veicolo e degli automobilisti abilitati ma anche che l’erogazione del carburante sia diretta esclusivamente al serbatoio dell’auto, avvalendosi appunto della lettura del sensore di livello del serbatoio. L’uso di pratiche scorrette determina la disattivazione del dispositivo veicolare, nei primi casi ripristinabile ed infine permanente. Nei prossimi mesi saranno raccolte le osservazioni che perverranno durante l’inchiesta pubblica UNI. Risolti i commenti, la norma sarà pubblicata ed andrà a completare il quadro normativo a supporto della legislazione vigente, permettendo in conclusione l’erogazione in fai-da-te del GPL anche senza la presenza del personale presso il piazzale dell’impianto.

L’autore Salvatore Piccolo S.Piccolo@federchimica.it Ingegnere, laureato presso l'Università Federico II di Napoli. Attualmente ricopre la carica di responsabile del settore autotrazione di Assogasliquidi/Federchimica.


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Pronti per la UNI/TR 11631 Alessandro Boi – Neutel srl

Lo scorso Aprile le aziende di distribuzione sono state interessate dall’uscita ufficiale del Rapporto Tecnico UNI/TR 11631, che definisce i criteri per l’individuazione dei punti di rilevamento e le modalità di acquisizione ed elaborazione dei dati per le reti di distribuzione del gas naturale in bassa pressione (VII specie); fatta eccezione per le reti di bassa pressione con pressione stabilizzata per la totalità delle utenze, purché dotate di verifiche di rete. Il rapporto tecnico prevede che vengano individuati punti di rilevazione rappresentativi della rete. Questi devono essere rappresentati cartograficamente, gli apparati devono essere installati in punti facilmente accessibili e dovranno registrare, trasmettere ed analizzare i dati raccolti. Ad oggi, attraverso la T/R 11631:2016 sono chiari e si comprendono bene i criteri per l’individuazione dei punti di rilevamento e le modalità di acquisizione ed elaborazione dei dati raccolti, pur rimanendo in attesa di un aggiornamento della delibera 574/2013/R/GAS che ne definisca i tempi di attuazione.

Esempio di installazione del dispositivo XS presso terminale di rete in bassa pressione

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Neutel, già detentrice dal 2011 di un sistema per il rilevamento delle pressioni di esercizio presso GRF con sensoristica wireless, ha esteso l’applicazione di tale monitoraggio anche ai “fondi rete”. Analizzando la norma si è notato che le prescrizioni in termini di precisione, risoluzione, campo di applicazione, tempo di campionamento, frequenza di disponibilità del dato, sono parametri ampiamente soddisfatti dall’azienda. Linea Distribuzione, una tra le principali aziende distributrici di gas naturale nei territori del Nord Italia, già nel corso del 2015, anticipando sia deliberazione che norma, ha optato per l’apertura di una commessa con Neutel per la fornitura ed il servizio di tecnologia orientata specificatamente alle misurazioni, attraverso telemetria, di pressione presso fondi rete. In altre parole, l’azienda non ha atteso termini di legge perentori, ma ha voluto condurre e controllare un’esperienza preventiva alle disposizioni di legge. Tale decisione non è poi così scontata: infatti, negli ultimi anni, ciò che le aziende di fornitura e servizio normalmente osservano è che le disponibilità per gli investimenti si ottengono quasi solamente a valle di incentivazione da parte degli organi competenti, e poche sono oggi le aziende così visionarie da precorrere norme ed incentivi; e proprio qui la differenza. Ciò che sembra emergere è che i migliori modelli di gestione si possano applicare solo dopo aver fatto “esperienza” con una tecnologia che sarà destinata ad essere utilizzata nei processi di verifica e rendicontazione di un Distributore, grazie appunto a norme, delibere, e ad incentivi. Chi, come Linea Distribuzione, investe in maniera attenta, ma anche preventiva a tali regolamentazioni, ha la possibilità di verificare per tempo come impatta il proprio modello gestionale interno in relazione ad una specifica e nuova tecnologia, ed in base alle proprie risorse, richiedere, al momento opportuno, il più adeguato modello di applicazione e servizio. La fornitura, se pur corrispondente ad una percentuale minima rispetto ai punti finali soggetti alla UNI/TR 11631, è stata gestita da Linea Distribuzione applicando alla tecnologia e al servizio il corretto set di KPI (Key Performance Indicator) utile, se non indispensabile, alla misurazione sia dell’affidabilità che della qualità del sistema, e verificando l’aderenza degli SLA (Service Level


Agreement), dettati dalla condivisione di un contratto contenente le “Condizioni generali di fornitura e assistenza” del servizio denominato “PRESSURE”. La soluzione PRESSURE si caratterizza per: • dispositivi univocamente identificati, calibrati e verificati periodicamente, associati ad un contratto di garanzia e assistenza integrale • soluzione brevettata • nessun cablaggio • dispositivi alimentati a batteria con un’autonomia di almeno 48 mesi • tempo per l’installazione, messa in marcia del dispositivo e verifica della corretta acquisizione dati per un fondo rete inferiore a 3 minuti • sensoristica a sicurezza intrinseca classificata per installazioni in zona ‘0’ • accuratezza della misura di pressione: maggiore dello 0,05% • accuratezza della misura di temperatura: maggiore dell’1%. Con tali parametri oggi il Distributore riceve dati coerenti e aderenti al comportamento della rete.

Prodotti e servizi di telemetria e telecontrollo

Conclusioni Oggi le aziende subordinano sempre più spesso i propri investimenti all’incentivazione da parte del legislatore; modelli di gestione virtuosi possono tuttavia essere generati a prescindere da tali incentivi. Come sempre più spesso accade, la tecnologia italiana in questo settore si distingue nell’applicazione specifica; e aziende come Neutel, che fanno della ricerca e della qualità di un sistema una ragione e filosofia aziendale, perseguono i propri obiettivi migliorando giorno dopo giorno le attività di verifica e controllo dei propri clienti.

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La modellazione delle reti gas di media e bassa pressione in ASA Marco Ruggiero – Responsabile della Progettazione ASA SpA Livorno Vincenzo Bonvicini – Staff Direzione ASA SpA Livorno Angelo Borzì – Direttore Tecnico Idragest Srl Catania Il processo di radicale trasformazione, che ha interessato negli ultimi anni le aziende che gestiscono il servizio idrico integrato in particolare e, più in generale, tutte quelle che si occupano di servizi di pubblica utilità, ha comportato un incremento della complessità da ricercare nella crescita di estensione dei comprensori territoriali interessati da una gestione coordinata che necessita, quindi, di un’adeguata base di conoscenza e di una forte integrazione accompagnata dalla condivisione di obiettivi e risorse. In questo contesto opera l’azienda ASA Spa, gestore del servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura e depurazione) in un bacino d’utenza di circa 373.000 abitanti suddivisi in 33 Comuni appartenenti a 3 province (Livorno, Pisa e Siena), nel territorio in cui vigila l'Autorità Idrica Toscana - Conferenza Territoriale N°5 "Toscana Costa" (ex AATO 5). ASA opera anche nella distribuzione gas in 5 Comuni della provincia di Livorno con un bacino servito di circa 225.000 abitanti. In questo scenario è facile immaginare la gran quantità di dati che vengono gestiti, spesso in sottosistemi informatici in differenti campi applicativi, e la complessità che ne deriva per correlarli, normalizzarli e rappresentarli in forma aggregata per un utilizzo diverso da quello puramente gestionale. Partendo dalla conoscenza del territorio (fisica e sociale) e delle proprie infrastrutture, ASA ha sviluppato un sistema di modellazione idraulica del territorio estesa fino alle singole utenze per una gestione efficace ed efficiente di servizi di grande rilevanza per la comunità. Di seguito riportiamo la metodologia di approccio alla interconnessione tra differenti sistemi di gestione operativa (GIS, Gestionale Utenze e Modellazione Matematica) finalizzata all’ottimizzazione fluodinamica delle reti gas e, successivamente, estesa all’analisi ed ottimizzazione delle reti idriche, ed i principali risultati ottenuti attraverso la presentazione di alcuni casi studio.

La metodologia Affrontare le problematiche esposte con un approccio finalizzato all’integrazione tra banche dati gestionali, quindi caratterizzate dalla presenza esclusiva di dati alfanumerici (archivio utenze, gestione manutenzione, etc.), e banche dati geografiche (sistema informativo territoriale,

etc.) ha rappresentato una sfida impegnativa condotta negli ultimi anni da ASA SpA che ha fornito importanti risultati soprattutto nel supporto alla verifica delle reti. In questa attività l’azienda si è avvalsa della collaborazione della Idragest S.r.l., azienda che da anni si occupa della realizzazione di piattaforme di integrazione tra sistemi informativi di differente natura e di supportare le utilities nell’ottimizzazione delle reti gestite. L’approccio proposto ha richiesto un processo per fasi, concretizzato attraverso l’analisi e l’adattamento delle banche dati interessate dall’operazione di integrazione ed il successivo sviluppo di procedure software di integrazione automatizzata. Fase 1 - Normalizzazione degli indirizzi e geocodifica La prima fase del progetto ha avuto come obiettivo l’analisi e l’adattamento delle banche dati oggetto di integrazione. Considerato che le informazioni di tipo gestionale di fondamentale importanza per la creazione di un modello idraulico sono date dalle utenze e dai relativi consumi, e che il modo più efficace di rappresentare tali informazioni sul territorio è per mezzo del loro indirizzo, (comune + via + numero civico) è stato necessario eseguire dapprima un processo di normalizzazione ed allineamento degli indirizzi tra le diverse banche dati gestionali. Successivamente, attraverso processi di tipo automatizzato si è proceduto alla georeferenziazione degli indirizzi (API di Google, DB Sistema Informativo Regionale Ambientale, TeleAtlas, etc.). Fase 2 - Attribuzione dei consumi al grafo di rete Effettuato il posizionamento geografico degli indirizzi disponibili, è stato possibile effettuare l’associazione delle utenze, e dei dati di consumo gas ad esse associate, a tali civici. In tal modo è stato possibile ottenere una distribuzione delle utenze, e quindi dei consumi, sul territorio molto vicina alla situazione reale. L’attribuzione dei consumi ai nodi del grafo della rete avviene attraverso la creazione automatica di un oggetto allaccio, costituito da un segmento fittizio che collega il civico, alla tubazione più vicina individuata attraverso una analisi di prossimità effettuata a partire dal civico stesso. L’eventuale presenza di più condotte sulla stessa via viene gestita attraverso

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

Figura 1: Risultato dell’associazione degli indirizzi alle tubazioni della rete sul SIT

la scelta della condotta di diametro più piccolo (nel caso della distribuzione idrica) o di bassa pressione (nel caso di reti gas). Fase 3 - Utilizzo dei dati per la modellazione idraulica Una volta creata l’associazione tra le utenze e le condotte della rete è stato possibile effettuare la preparazione dei dati e la successiva esportazione degli stessi per l’utilizzo all’interno del software di modellazione matematica. Dato che un elemento fondamentale per la corretta costruzione di un modello matematico è costituito dalla precisa attribuzione delle erogazioni ai nodi della rete stessa, appare chiaro come assume particolare importanza la corretta distribuzione delle utenze (e quindi dei consumi) ai vari nodi della rete in quanto consente già di ridurre le incertezze, semplificando così la successiva fase di calibrazione vera e propria.

Applicazione della metodologia L’applicazione della metodologia sviluppata alle piattaforme suddette ha consentito di ottenere direttamente, a partire da Sistema Informativo Territoriale, il modello idraulico della rete da analizzare con una distribuzione accurata dei consumi delle utenze. A valle della fase di importazione dei dati all’interno del software di modellazione matematica è stato possibile analizzare, in maniera dettagliata, la distri-

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Figura 2: Modellazione delle interazioni tra i sistemi considerati

buzione delle pressioni e delle portate sulla rete confrontandole con le misure provenienti dal campo per ottenere una corretta calibrazione del modello. Tale confronto ha consentito di evidenziare le anomalie presenti sulla rete sia in termini di associazione delle utenze, sia per la presenza di colli di bottiglia, criticità di portata, e di pressione, distribuzione dei carichi sulle cabine di trasformazione non ottimale, chiusura di determinati tratti, etc. L’individuazione chiara e puntuale delle anomalie presenti ha consentito non solo di calibrare il modello matematico della rete, rendendolo così aderente alla realtà, ma anche, cosa ben più importante, di studiare ed analizzare una serie di scenari di ottimizzazione tra loro cooperanti o concorrenti per la risoluzione delle anomalie presenti, l’ottimizzazione ed il potenziamento della rete esistente e quindi, in ultima analisi, il corretto e miglior funzionamento al servizio delle utenze alle diverse condizioni di esercizio prevedibili nella dinamica delle reti. Il confronto di tali differenti scenari ha consentito, ad esempio, di valutare due possibili soluzioni alternative per il potenziamento della rete di media pressione di Livorno mediante la differente ubicazione di una nuova cabina REMI, ambedue di impatto consistente in termini di investimento economico, al fine di valutare quale potesse fornire il miglior rapporto costi-benefici. Utilizzando il medesimo approccio è stato possibile analizzare e risolvere le problematiche relative alla pressione riguardanti la rete di bassa pressione del quartiere San

Figura 3: Alcuni degli scenari realizzati per l’analisi delle possibili ottimizzazioni della rete di MP studiata


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Figura 4: Riduzione dell’area con pressioni basse (in rosso) ottenuti con l’ottimizzazione della rete di BP

Jacopo nel centro di Livorno. In questo caso, infatti, è stato possibile valutare tra differenti soluzioni (nuove cabine, sostituzione tubazioni, potenziamento delle cabine esistenti) e trovare la soluzione che consentisse di risolvere il problema ai cittadini.

Conclusioni L’approccio mirato all’integrazione tra differenti piattaforme software a supporto delle attività operative di gestione delle reti di fluidi (acqua, gas e fognature) è finalizzato a fornire delle informazioni necessarie per l’analisi dei sistemi mirata all’individuazione di eventuali anomalie e/o criticità nonché allo studio delle migliori strategie da attuare per la loro risoluzione e l’ottimizzazione dei sistemi stessi nell’ottica del Problem Solving.

Il sistema così realizzato sulla rete gas di bassa pressione di Livorno genera una base di informazioni affidabile ed estesa alle singole utenze per la realizzazione di un modello matematico delle reti gestite, consentendo analisi costi/ benefici accurate per la valutazione di diverse tipologie di investimento mirate ad una pianificazione consapevole delle risorse. Il sistema di integrazione presentato si presta a fornire un valido strumento di analisi sulla distribuzione territoriale dei consumi delle utenze, utile base di conoscenza per analisi atte a valutare gli investimenti necessari o, per le reti di distribuzione idrica, al calcolo di bilanci idrici per la determinazione delle perdite sulle reti o su distretti specifici; quindi tale strumento permette delle elaborazioni di proiezione per uno sviluppo armonico e bilanciato delle reti gestite dalle aziende del settore.



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Dalla Conferenza Esri Italia 2016

Cartesio, la piattaforma di consultazione cartografica del gruppo Snam Roberto Iacchini – Project Manager dell’area Applicativi Operations di Snam

Cartesio Web è il sistema di consultazione della Rete di Traporto in uso presso Snam Rete Gas dal dicembre 2014. Uno strumento all’avanguardia concepito per mettere a disposizione dei tecnici, in tempo reale e in modo intuitivo, una grande mole di informazioni sulla rete di trasporto del gas naturale gestita dalla società, che si estende su tutto il territorio nazionale per più di 32 mila chilometri. Il progetto Cartesio, che è stato poi esteso anche a Italgas, società attiva nella distribuzione cittadina, è stato presentato quest’anno alla ESRI Conference 2016 a Roma, valendo al Gruppo Snam la conquista del premio “Smart Utility 2016”. L’applicativo, nato per soddisfare nuove esigenze di lavoro, è dotato di funzionalità innovative e ha sostituito un prodotto realizzato nel 2008, la cui piattaforma tecnologica necessitava di un aggiornamento in funzione dei processi di business. In fase di progettazione, i requisiti erano i seguenti: • disponibilità di uno strumento tecnologicamente più avanzato in grado di sfruttare anche servizi disponibili dal web • facilità di utilizzo • profilazione delle utenze • possibilità di posizionare annotazioni o semplici disegni in prossimità di punti da monitorare, facendo circolare rapidamente queste informazioni tra colleghi, attraverso la condivisione di bookmark • integrazione con Google StreetView • disponibilità di vari sfondi cartografici (ortofoto, stradari, CTR, etc) • rappresentazione della rete con vista georiferita/schematica e consultazione degli attributi. La realizzazione si è svolta in due fasi, la prima delle quali ha portato al raggiungimento degli obiettivi menzionati. Durante lo stesso anno, quindi, si è sviluppata una app per utilizzare lo strumento su iPad Air 2, la cui diffusione tra i tecnici Snam Rete Gas è stata completata a ottobre 2015. Al momento del rilascio sono state create 4 tipologie di profilo, ciascuna con sue specifiche caratteristiche e abilitata a visualizzare i rispettivi dati di pertinenza:

• visualizzatore (profilo prevalente) • validatore (assegnato a responsabili di distretto e di centro per autorizzare la pubblicazione di nuove informazioni e immagini) • super utente coordinatore (assegnato a personale di sede) • AM (per la manutenzione del sistema). La diffusione di Cartesio ha visto l’abilitazione di circa 1.640 utenti sulla parte web e di circa 680 tecnici (di sede, dispacciamento, distretto e centro) nell’ambiente mobile. Una volta raggiunti gli obiettivi iniziali del progetto, si sono poste le basi per alcune importanti evoluzioni. In particolare, grazie al fatto che le condotte di Snam Rete Gas sono georiferite sul territorio, si è proceduto a dotare i tecnici Snam Rete Gas, sul medesimo tablet, di una app aggiuntiva denominata Realtà Aumentata (Cartesio AR+) permettendo di visualizzare sul territorio, attraverso puntamento della cam del tablet, l’estensione e la dislocazione della condotta, nonché informazioni puntuali legate alla componente meccanica ed elettrica della rete. Successivamente è stata realizzata una app per gestire la rete in modalità off-line: grazie allo scaricamento preventivo sul tablet di una porzione territoriale di interesse, i dati sono consultabili anche in assenza di una connessione di rete. Cartesio Web è stato inoltre arricchito di nuove funzioni

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Visualizzazione realtà aumentata con Cartesio Mobile AR+

e nuovi profili per la consultazione di informazioni specifiche, quali la visualizzazione di informazioni (grafiche ed alfanumeriche) provenienti dal Geoportale del Ministero dell’Ambiente (Profilo Geologo) e la possibilità di caricare e visualizzare i dati di georeferenziazione rete provenienti dalle attività di topografia (Profilo Verifica Reti). È di prossimo rilascio, inoltre, la visualizzazione della componente TELCAV (Tele Cavi) sul territorio. Successivamente all’entrata in produzione di Cartesio Web per la società operativa Snam Rete Gas, la funzione ICT di Snam ha proposto e condiviso con Italgas la possibilità

di cogliere un’ulteriore opportunità tecnologica. Il primo obiettivo è stato aggiornare tecnologicamente la piattaforma web di Italgas realizzata nel 2011, rendendo disponibili gli stessi contenuti applicativi implementati nella precedente piattaforma sulla nuova. Il secondo traguardo è stato realizzare un pannello cartografico unico e omogeneo, con accesso regolamentato da “cono dati” con infrastruttura unica e trasversale alle società del Gruppo Snam. I due moduli Italgas sono entrati in esercizio alla fine del 2015, abilitando 495 utenti per il web e 850 tecnici per la componente mobile.

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Dalla Conferenza Esri Italia 2016

Il Sistema Informativo del SII della Regione Emilia-Romagna Catia Godoli, Lucia Faccenda, Francesco Tornatore – Regione Emilia-Romagna Cristina Bizzarri – Semenda La Regione Emilia–Romagna, con la legge regionale L.R. 23/2011, ha previsto la costituzione di una banca dati cartografica delle reti acquedottistiche, fognarie e degli impianti del servizio idrico integrato a livello regionale. La realizzazione di un unico sistema informativo geografico (GIS) del servizio idrico integrato è nata dall’esigenza di dotarsi di uno strumento a supporto della formulazione, implementazione, monitoraggio e valutazione dell’efficacia degli strumenti di pianificazione vigenti e delle politiche regionali in materia ambientale e di servizi pubblici locali, che fornisca una conoscenza esatta, accurata, completa ed aggiornata delle reti e degli impianti del servizio presenti sul territorio regionale. La Regione ha, quindi, emanato una specifica direttiva (DGR 2087/2015) che definisce i dati ed i metadati del sistema informativo e le relative modalità di trasmissione. Sono state, quindi, individuate una serie di informazioni di carattere descrittivo e qualitativo per i singoli servizi di acquedotto, fognatura e depurazione (ad es. relativi a tratte acquedottistiche, punti di prelievo dell’acqua, serbatoi, impianti di potabilizzazione, tratte fognarie, scarichi, impianti di sollevamento, impianti di depurazione).

L’architettura del sistema Il Sistema Informativo è articolato in componenti che consentono l’upload dei dati da parte dei gestori e la relativa verifica, la trasmissione formale e l’integrazione nel GIS regionale. Un’applicazione web accessibile da utenti qualificati consente ai gestori l’upload di dati congruenti con il formato di scambio definito in direttiva. Solo in caso di esito positivo dei controlli automatizzati che il sistema realizza, è consentito l’inoltro formale dei dati, che si prevede di integrare con il protocollo regionale. Per prevenire criticità correlate all’interazione con il sistema di protocollazione, è prevista la registrazione sul sistema di data ed ora di invio formale dei dati: questo garantisce al gestore l’evidenza del rispetto delle tempistiche previste in norma ed il ripristino degli eventi. L’applicazione è implementata sui sistemi della Regione Emilia-Romagna: dati e metadati inviati formalmente vengono inseriti nella banca dati cartografica dell’infrastruttura regionale, conforme alla direttiva INSPIRE, e resi

Gestore servizio idrico integrato Consegna dati del gestore nel formato di scambio

Infrastruttura informatica della Regione Emilia-Romagna Upload cartografie e dati

Sistema web per l’upload dei dati nel formato di scambio ed il controllo della correttezza formale

Errori formali riscontrati

Nessun errore formale riscontrato Protocollo e validazione della consegna

Consegna 1 validata cartificata

Consegna 2 validata

Consegna n .. validata

Modulo conferimento dati validati nella banca dati regionale del servizio idrico integrato

Banca dati regionale del servizio idrico integrato

Applicazione Moka web per la consultazione della banca dati regionale del servizio idrico integrato

Fig.1: Schema del sistema informativo

disponibili per operazioni quali ricerca, posizionamento, misurazione. La banca dati è dotata di profondità storica per consentire analisi di trend ed approfondimenti sull’evoluzione delle infrastrutture. Nel GIS sono state configurate le cartografie regionali di contesto significative, quali CTR, confini comunali, reticolo idrografico, bacini idrografici, agglomerati. Il sistema, implementato sulla piattaforma regionale MOKA CMS, si avvale del map server ArcGis for Server, del DBMS Oracle e Geodatabase ARCGIS, con interfacce applicative sviluppate in Java.

Dati obbligatori e opzionali I dati previsti in direttiva regionale, articolati in obbligatori ed opzionali, su cui si effettuano i controlli automatizzati sono forniti dai gestori nei formati shape e txt. Ogni anno si richiede il quadro completo ed aggiornato delle infrastrutture del Servizio Idrico Integrato, riferito al 31 dicembre dell’anno precedente. La Regione verifica la completezza, la correttezza e la qualità dei dati trasmessi formalmente dai gestori e li

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Fig.2: Esempio di rappresentazione in ambiente GIS del sistema informativo

conferisce nella banca dati regionale tramite lo specifico modulo applicativo. È previsto nel tempo un progressivo affinamento della strutturazione della banca dati, sulla base dell’esperienza in corso.

Conclusioni La realizzazione del sistema informativo regionale delle reti e degli impianti del servizio idrico integrato permette alla Regione di dotarsi di una banca dati cartografica

completa, organica ed omogenea delle informazioni relative alle infrastrutture del servizio. Tale banca dati consente alla Regione di ampliare notevolmente la qualità e la quantità delle informazioni a sua disposizione e di renderle strutturate, superando così le precedenti carenze e la loro frammentazione. L’implementazione del sistema comporta ulteriori effetti positivi, in particolare il fatto che tutti i gestori dei servizi idrici del territorio regionale si dotino di adeguati sistemi informativi al fine di fornire gli elementi infrastrutturali richiesti.

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Servizio idrico integrato ATO 4 Marche Mappatura prese idriche, contatori e servizi erogati

Sergio Paolucci, Direttore Generale e Matteo Chiurchiù, Operatore GIS di Tennacola SpA

Tennacola spa gestisce il Servizio Idrico Integrato (SII) nel territorio dell’ATO 4 delle Marche composto da 27 Comuni nelle Province di Macerata e Fermo per una superficie di 660 Kmq. Costituita nel 1903 sotto forma di Consorzio per la fornitura ai Comuni di acqua all’ingrosso, oggi è una società di capitali interamente pubblica con sede legale e amministrativa in Sant’Elpidio a Mare. L’azienda gestisce il ciclo integrato delle acque, ovvero l’insieme dei sistemi per l’approvvigionamento idrico da sorgenti e pozzi, la distribuzione dell’acqua potabile, la raccolta delle acque di scarico, la loro depurazione e la successiva reimmissione nei corpi idrici superficiali. Serve 60.000 utenti e una popolazione di 120.000 abitanti.

Esigenze e obiettivi La conoscenza delle infrastrutture al momento dell’attivazione del SII, anno 2005, era differenziato: più sviluppato, ma comunque carente, quello idrico; ignoto

Fig.1: Estratto mappa rete fognaria con foto e scheda tecnica manufatto

quello fognario e depurativo. È emersa quindi la necessità di dotarsi di un archivio in grado di documentare scientificamente la consistenza e la localizzazione delle infrastrutture idriche, fognarie e depurative. Oltre all’acquisizione delle informazioni tecniche per la mappatura delle reti idriche e fognarie l’obiettivo era acquisire anche dati di tipo “amministrativo”: • era necessario individuare gli utenti del servizio idrico che non usufruivano del servizio fognario e/o depurativo per verificare ed aggiornare gli addebiti applicati in fattura • era necessario acquisire o verificare i dati catastali delle utenze in essere che in molti casi risultavano assenti, inesatti o incompleti • era indispensabile localizzare il punto di presa stradale, il gruppo contatori e il pozzetto di scarico, ove esistente, per integrare tra loro il data base della rete infrastrutturale con quello degli utenti del servizio commerciale.

Fig.2: Estratto mappa con vista tridimensionale e scheda tecnica utente

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Interventi Nella prima fase si è proceduto alla rielaborazione di tutti i file in possesso dell’azienda in formato CAD. Successivamente è stata introdotta un’applicazione GIS sulla quale sono state migrate le basi cartografiche da ambiente CAD e trasposti i dati relativi a tracciati, diametri, materiali, sorgenti, infrastrutture ed impianti. Per individuare i servizi acquedotto, fognatura, depurazione resi agli utenti in una prima fase sono stati incrociati i dati catastali di ogni singolo utente in possesso dell’azienda con le basi catastali dell’Agenzia del Territorio: è stato creato un codice ed eseguita una intersezione dei due archivi dal cui risultato è emersa la localizzazione catastale dell’utente e di conseguenza i servizi acquedotto, fognatura, depurazione ad esso resi. In questa fase, a causa della incompletezza dei dati disponibili, solo un 50% degli utenti è stato verificato e classificato. Per completare la ricerca si è proceduto con il rilievo topografico in sito con GPS registrando: • per la rete idrica posizione e caratteristiche di contatori, prese idriche e apparecchiature idrauliche stradali • per la rete fognaria i pozzetti di scarico, di linea, impianti di sollevamento e gli scarichi finali (fig.1). A ogni punto di derivazione dell’allaccio idrico stradale è stato assegnato un codice PDC (Punto di Consegna), che è stato associato al gruppo contatori e al data base degli utenti del servizio commerciale. Tutte le rilevazioni sono state sincronizzate con il database GIS riscontrando i servizi resi ad ogni utente con quelli inseriti in fattura. Per rendere i dati accessibili al personale non specializzato è stato creato un file KMZ, gestibile con Google Earth, contenente la mappatura dei nostri utenti. Con una semplice ricerca l’operatore è in grado di verificare le informazioni riguardanti l’utente e svolgere tutte le operazioni di front office (fig.2).

Risultati Il risultato finale è la conoscenza scientifica della rete impiantistica, degli utenti e dei servizi ad essi singolarmente resi. L’implementazione del sistema migliorerà la conoscenza e la gestione della rete acquedottistica e fognaria e permetterà di monitorare gli standard di qualità prescritti dall’AEEGSI. Inoltre sarà possibile: • addebitare agli utenti con certezza i servizi ad essi resi e recuperare l’evasione ancora presente in alcune fasce • eliminare o ridurre i sopralluoghi sul campo • prevenire errori ed omissioni, riducendo i contenziosi • aggiornare la mappatura della rete per una efficiente gestione del servizio idrico, fognario e depurativo.


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Ravetti: dicono di noi... Due casi particolari in cui la scelta è ricaduta sulle tecnologie messe in campo da Ravetti che, da anni, promuove soluzioni che hanno come caratteristica principale quella di poter intervenire sulle condotte in esercizio. L’elemento distintivo di questi sistemi è anche la possibilità di essere utilizzati in ogni tipo di distribuzione e in condizioni particolarmente difficili. Abbiamo chiesto a Roberto Ravetti patron dell’azienda di Frassineto Po in provincia di Alessandria, quale fosse il segreto di tutto questo successo. “Nessun segreto – ci ha risposto – diciamo che si tratta di una tecnologia particolarmente utile ed interessante che risolve i problemi dei nostri clienti in maniera così semplice e veloce da risultare imbattibile. Oltre a questo c’è da dire che la nostra azienda e i nostri operatori, che formiamo direttamente, hanno maturato nel tempo una grande professionalità, al punto che gli automatismi maturati sul campo rendono il lavoro rapido e preciso”. Visto che il successo è dato dai risultati, ci piace che siano direttamente gli operatori che hanno utilizzato

queste tecnologie a testimoniarne la validità. Ecco due esempi che non hanno bisogno di ulteriori commenti. Sulla rete di teleriscaldamento del Comune di Settimo Torinese, gestita da Riesco srl, è stato eseguito un intervento con doppia presa in carica DN 250 su DN 600, con posa di condotte DN 250 per collegamento di centrale a cippato. Nello specifico, è stata adottata la soluzione classica di presa in carica con attrezzatura Ravetti®. Il geometra Claudio Favilli, Direttore Lavori di Riesco, ha motivato in questo modo la scelta: “Non è stato possibile inserire T branch di derivazione in quanto la condotta sulla quale siamo intervenuti è una condotta principale DN 600 in esercizio, a servizio della città di Settimo Torinese. Abbiamo scelto questo sistema perché offriva la garanzia di un lavoro preciso e pulito con il vantaggio di un minor spreco di energie, soprattutto in termini di tempo. Il tutto – conclude Claudio Favilli – nel rispetto degli standard di qualità e del raggiungimento dei risultati”.

In alto e in basso: i lavori sulla rete di teleriscaldamento a Settimo Torinese

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L’intervento nel Comune di Rosignano, Alessandria

PUBBLIREDAZIONALE

La scena dei lavori si sposta nel Comune di Rosignano, in provincia di Alessandria, sulla Strada Comunale Sciancagarino: qui è stato realizzato uno stacco DN 150 da una condotta idrica esistente in acciaio DN 600, in carico con circa 18 atmosfere. Il geometra Riccardo Leporati, Direttore Lavori Opere Acquedottistiche del Consorzio Comuni Acquedotto Monferrato, ci ha riassunto i punti salienti dell’esecuzione dei lavori: “La soluzione scelta è stata quella che offriva il migliore ri-

sultato, in quanto la ditta Ravetti, realizzando una foratura della tubazione in carico, ha permesso di evitare tutte le manovre necessarie sulla rete per svuotare la condotta su cui effettuare l’allaccio. In precedenza, la ditta appaltatrice del progetto per l’estensione della nuova condotta ha effettuato lo scavo necessario, messo in sicurezza e saldato il manicotto con una saracinesca DN 150, necessaria all’attacco della macchina foratubi, con un ottimo riscontro finale”.

VONROLLHYDRO

Localizzare le perdite idriche tramite rilevamento acustico LEAKPEN di vonRollhydro è un prodotto Svizzero fornito con dichiarazione di conformità CE. Costruito nel rispetto delle norme DIN EN (61326-1, 300328, 61010-1) e delle direttive (EMC 2004/108/ CE, R&TTE 1999/5/CE). È uno strumento portatile e leggero dal peso di soli 240 g, semplice da utilizzare che, basato su rilevamenti acustici, consente di effettuare con estrema facilità, indagini di prelocalizzazione mirata, di perdite idriche eventualmente presenti in condotte in pressione. Posizionato su saracinesche, idranti, contatori, raccorderie varie ed utenze domestiche permette una verifica semplice, affidabile e veloce. È composto sostanzialmente da: • un misuratore munito di LED con sensore acustico (vibrofono) integrato con raggio d’azione di 150 - 200 mt che, posto a contatto con le valvole di sezionamento presenti in condotta tramite adattatore magnetico corto o lungo, capta il rumore visualizzando immediatamente il risultato con valore numerico sul display del misuratore alimentato da batterie • una coppia di cuffie digitali bluetooth (in uso anche con collegamento via cavo) alle quali, tramite connessione radio Bluetooth con protezione antidisturbo (classe II), vengono restituiti acusticamente i risultati di misurazione visualizzati sul display • un adattatore magnetico e asta di prolunga per estensione supporto vibrofono per raggiungere facilmente punti d’ascolto anche a diverse profondità dal piano stradale. In prossimità del punto in cui il misuratore registra il maggior valore di rumorosità ha sede la perdita ricercata e nel caso in cui tale livello di emissione acustica per motivi di natura metrologica, ad esempio quando il misuratore si trova all’interno di un pozzetto, non possa essere letto sul display, il LED integrato nel misuratore stesso ne fornisce indicazione ottica, mediante tre diversi stati (LED spento, LED lampeggiante o LED acceso permanente, a seconda del valore rilevato). I rumori di fondo ad alta o bassa frequenza, di disturbo durante l’indagine di ricerca perdite, si possono escludere dal misuratore mediante l’attivazione di appositi filtri passa-alto e passa-basso. Al fine di proteggere l’udito da rumori intensi, il misuratore dispone di una funzione di protezione udito. Conveniente e di alta qualità, LEAKPEN fa parte dell’equipaggiamento base degli specialisti del settore acqua.

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Il metodo tariffario idrico 2016-2019 A cura della Direzione Sistemi idrici e della Direzione Relazioni Esterne e Istituzionali di AEEGSI

Dare certezza e stabilità all’impianto regolatorio introducendo nel contempo importanti novità strumentali al raggiungimento degli obiettivi strategici del settore: questa la linea dell’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico nella definizione del nuovo metodo tariffario idrico (c.d. MTI-2) approvato con delibera 664/2015/R/idr. Il provvedimento, entrato in vigore il 1° gennaio 2016, definisce le regole per il riconoscimento in tariffa dei costi del Servizio Idrico Integrato per il secondo periodo regolatorio, di durata quadriennale (periodo 20162019), con la previsione di un aggiornamento biennale di alcune componenti di costo, ovvero di una revisione infra-periodo della predisposizione tariffaria al verificarsi di circostanze eccezionali, tali da pregiudicare l’equilibrio economico-finanziario della gestione. Con la definizione dell’MTI-2 l’Autorità ha integrato e aggiornato il sistema di regole individuate con l’MTI per gli anni 2014 e 2015, mantenendo e affinando l’impostazione asimmetrica e innovativa introdotta attraverso l’adozione della matrice di schemi regolatori che, sulla base delle necessità espresse dal territorio, individua le regole più efficaci al raggiungimento degli specifici obiettivi fissati dai soggetti competenti a livello locale (Enti di governo d’Ambito) e promuove contemporaneamente una progressiva convergenza verso una situazione maggiormente uniforme sul territorio nazionale. Il meccanismo tariffario si fonda, pertanto, sulla responsabilizzazione dei decisori locali, ai quali viene richiesto di selezionare, tra i sei Schemi della matrice di schemi regolatori, quello più appropriato alle specifiche esigenze del proprio territorio in ragione del fabbisogno di investimenti e dei costi operativi associati agli specifici obiettivi. Il fabbisogno di investimenti è valutato sulla base del rapporto tra il valore totale degli investimenti che il decisore locale ritiene necessario siano realizzati nell’arco dei quattro anni di riferimento del metodo (2016-2019) e il valore delle infrastrutture esistenti, ovvero la Regulatory Asset Base della gestione. Si individuano così tre schemi caratterizzati da esigenze di investimento contenute rispetto al passato (Schemi I, II e III) e tre schemi caratterizzati da necessità di investimento rilevanti, oggettive e indifferibili, tali da rendere necessario il ricorso a misure potenziate per garantire la sostenibilità degli stessi (Schemi IV, V e VI).

Per quanto riguarda invece la valutazione dei costi operativi associati agli obiettivi specifici si individuano tre fattispecie: • le prime due per i casi che non richiedono oneri aggiuntivi conseguenti a variazioni degli obiettivi o delle attività del gestore e che sono caratterizzate, rispettivamente, la prima da costi operativi per abitante servito inferiori al valore medio del settore (OPM) riferito al 2014 - stimato in 109 euro/abitante - (Schemi I e IV), la seconda da costi operativi per abitante servito inefficienti ovvero superiori al suddetto OPM (Schemi II e V); • la terza fattispecie si riferisce alle gestioni nelle quali sono previste variazioni dei costi dovute a modifiche degli obiettivi o delle attività del gestore, determinate da processi di aggregazione delle gestioni o dalla previsione di rilevanti miglioramenti qualitativi dei servizi erogati (Schemi III e VI). Il sistema di regole impostato sul framework descritto consente da un lato di incentivare i processi di razionalizzazione delle gestioni (attualmente si contano circa 2.500 operatori), in linea con il quadro normativo di riferimento recentemente rafforzato dal c.d. Decreto Sblocca Italia (decreto legge n. 133/2014), dall’altro di fornire un incentivo all’efficienza e alla sostenibilità delle tariffe all’utenza. In particolare, per ogni Schema della matrice, l’MTI-2 identifica il valore massimo dell’incremento annuale applicabile alle quote fisse e variabili della struttura tariffaria. Tale valore varia dal 5,5% - per gestioni con costi operativi meno efficienti e con basso fabbisogno di investimenti - al 9% - per gestioni caratterizzate da un alto fabbisogno di investimenti e interessate da aggregazioni o variazioni negli obiettivi e nelle attività. In aggiunta ai sei schemi regolatori, sempre al fine di supportare i processi di integrazione tra operatori, è stato previsto uno schema regolatorio virtuale, destinato ai casi in cui l'Ente di governo d'Ambito, in fase di aggregazione di gestioni, non disponga di un corredo informativo per oltre la metà della popolazione servita dal nuovo gestore unico d'Ambito. Lo schema regolatorio virtuale si caratterizza per i medesimi criteri tariffari rinvenibili nella matrice di schemi regolatori, ma tiene conto della necessità di adottare specifiche assunzioni nella valorizzazione delle componenti di costo iniziali per le quali si procede a una ricostruzione parametrica.

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Nell’ambito della regolazione tariffaria applicabile nel secondo periodo regolatorio sono, inoltre, contemplate le condizioni specifiche di regolazione, a carattere individuale, che potranno essere declinate solo nei casi di accoglimento di istanze di accesso alla perequazione, e avranno durata limitata e predefinita. Come nel primo periodo regolatorio, per gli anni 20162019 è confermata la previsione di una riduzione del 10% delle tariffe applicate nei casi di mancato invio degli dati e degli atti all’Autorità. Sono poi ampliate le casistiche di esclusione dall'aggiornamento tariffario, ovvero le situazioni al verificarsi delle quali le gestioni non sono autorizzate ad applicare incrementi alle tariffe. In particolare, analogamente a quanto previsto per il periodo 2012-2015, sono escluse le gestioni che non hanno adottato la Carta dei Servizi o che continuano a fatturare il consumo minimo impegnato agli utenti domestici, e quelle che non hanno consegnato gli impianti al gestore d'Ambito o il cui titolo ad esercire il servizio è stato dichiarato invalido o su cui pende un contenzioso giurisdizionale. In aggiunta alle citate categorie di esclusione, il nuovo metodo prevede che non possono accedere all’aggiornamento tariffario: • i soggetti gestori diversi dai gestori d'Ambito, cessati ex lege, che eserciscono il servizio in assenza di un titolo giuridico conforme alla disciplina pro tempore vigente; • le gestioni che non risultano adempiere agli obblighi di verifica della qualità dell'acqua destinata al consumo umano; • le gestioni che non abbiano provveduto al versamento alla Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA) delle componenti tariffarie specificamente istituite. Vengono confermate, in un’ottica di stabilità e certezza regolatoria, oltre all’impostazione generale della struttura del Vincolo dei Ricavi del Gestore (VRG), e al descritto vincolo alla crescita annuale del moltiplicatore tariffario, le misure di sostegno alla spesa per investimenti. In particolare è stata mantenuta la previsione del Fondo Nuovi Investimenti (FoNI) per il finanziamento anticipato dei nuovi investimenti, nonché la possibilità dell’utilizzo dell’ammortamento finanziario per le gestioni soggette a underinvestment per un lungo periodo di tempo e caratterizzate da un basso valore della Regulatory Asset Base. Relativamente ai costi operativi, l’MTI-2 mantiene la distinzione tra costi operativi endogeni – non aggiornabili e soggetti a efficientamento - e costi operativi aggiornabili. Viene ampliata la tipologia di oneri da poter esplicitare tra i costi ambientali e della risorsa (ERC), confermando l’inclusione degli oneri locali rappresentati dai canoni di derivazione idrica e sottensione idrica e dai contributi alle Comunità Montane, e prevedendo la graduale valorizzazione di alcuni costi operativi afferenti la depurazione, la riduzione di perdite di rete, il telecontrollo e la potabilizzazione.

Al fine di incentivare l'adozione di meccanismi per una gestione efficiente del credito, viene poi ammessa al riconoscimento tariffario anche una quota degli oneri di morosità, considerando la diversa incidenza del fenomeno sul territorio nazionale. Il valore dei costi di morosità riconosciuti, valutati sulla base dell’unpaid ratio a 24 mesi, è quindi determinato dall’Ente di governo d’Ambito sulla base di parametri definiti dall’Autorità, pari al 2,1% del fatturato per i gestori del Nord d’Italia, al 3,8% per i gestori del Centro e al 7,1% per quelli del Mezzogiorno. Tra le più importanti novità del nuovo metodo tariffario, l’Autorità ha introdotto meccanismi incentivanti per il miglioramento della qualità contrattuale e tecnica del servizio, finalizzati a rafforzare la tutela dei consumatori. In particolare è stato istituito un meccanismo di premialità volto a promuovere – identificando e valorizzando le best practices – la crescita dei livelli di qualità contrattuale rispetto ai parametri definiti dalla delibera 655/2015/R/idr che ha approvato la “Regolazione della qualità contrattuale del servizio idrico integrato ovvero di ciascuno dei singoli servizi che lo compongono” (RQSII). Il funzionamento del meccanismo di premialità è alimentato da una specifica componente tariffaria, obbligatoria per tutti i gestori e destinata ad uno specifico fondo per la qualità, e le premialità riconosciute al gestore sono escluse dall’applicazione del limite di crescita del moltiplicatore tariffario. Parallelamente, in ragione dell’obiettivo di garantire agli utenti i previsti livelli minimi di qualità delle prestazioni, è stato introdotto un sistema di penali, indennizzi e sanzioni la cui applicazione comporta la decurtazione del relativo importo al totale dei costi riconosciuti al gestore. Infine, con riferimento all’articolazione tariffaria applicata agli utenti finali, la delibera 664/2015/R/idr dell’Autorità rimanda agli Enti di governo d'Ambito la possibilità di modificarne la struttura, nel rispetto di alcune regole stabilite dalla stessa delibera, tra cui quella di non variare il gettito tariffario di ciascuna categoria di utenza di oltre il 10%, in aumento o in diminuzione. L’MTI-2, attraverso le sue previsioni, integra e completa il quadro regolatorio, interessato nel 2015 da altri interventi chiave per la regolazione del settore idrico - tra i quali la definizione dello schema di convenzione tipo e della citata regolazione della qualità contrattuale - a cui sono seguite, nei primi mesi del 2016, altre importanti decisioni, quali la definizione delle regole di unbundling contabile e le recenti disposizioni sul servizio di misura. Questi ultimi strumenti consentiranno di completare il processo di definizione di costi standard per la gestione dei servizi, nonché di affinare ulteriormente il riordino della struttura delle tariffe applicate all’utente, favorendo la cost reflectivity delle voci tariffarie dei singoli servizi che compongono il servizio idrico integrato e una più puntuale esplicitazione dei costi ambientali e della risorsa, in attuazione del principio “chi inquina paga”.



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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

Investimenti nel servizio idrico integrato Emanuela Cartoni – Direttore Area Acqua di UTILITALIA Marco Gatta - Tecnico Area Acqua di UTILITALIA Laura Del Greco - Ex Tecnico Area Acqua di UTILITALIA Il livello di qualità del Servizio Idrico Integrato è strettamente legato alla disponibilità di infrastrutture efficienti, per questo il livello degli investimenti è un indicatore fondamentale. In particolare assume rilievo il confronto tra gli investimenti realizzati ed il reale fabbisogno. Da uno studio effettuato da Utilitalia risulta che gli investimenti realizzati nell’anno 2014 in Italia per il Servizio Idrico Integrato sono pari a 1,8 miliardi di euro corrispondenti a 34 €/abitante/anno. Dalla figura 1 e tabella 1 si rileva un incremento degli investimenti realizzati rispetto al precedente anno. Tuttavia persiste l’indicazione di una loro disomogenea distribuzione a livello di macro-area per cui, a fronte di valori di 36 e di 42 €/abitante/anno rispettivamente per il nord ed il centro Italia, emerge il valore assai contenuto di 22 €/abitante/anno per il sud. Lo studio di Utilitalia è stato effettuato su un campione consistente di gestori del Servizio Idrico Integrato che, in termini di popolazione servita dall’acquedotto, copre il 50% della popolazione residente in Italia. L’estensione a livello nazionale tiene conto di una riduzione dovuta alla presenza di gestioni in economia, non rientranti nel campione analizzato. Il fabbisogno di investimenti in percentuale del PIL è stato stimato da OECD per i paesi più industrializzati (High Income Countries, es. UK e USA) in un range che varia tra 0,35% e 1,2%. I valori più bassi del range sono associabili all’Italia e coincidono con le stime che individuano il fabbisogno per l’Italia pari a valori superiori a 80 €/abitante/anno che significa un ammontare di investimenti annui superiore a 5 miliardi €/anno. Ciò significa che ogni anno, qualora nei prossimi anni venissero confermati i livelli di investimenti realizzati per l’anno 2014, il gap infrastrutturale continuerebbe ad amplificarsi con un ritmo superiore a 3 miliardi di euro l’anno, con gravi ripercussioni sul livello di qualità del servizio. È quindi necessaria una forte accelerazione per gli investimenti. Del resto questo è già evidente dall’analisi della

Fig. 1

Investimenti pro-capite [€/abit] ANNO

2014

Nord

36

Centro

42

Sud

22

Italia

34

Fig. 2

Perdite idriche anni 2008-2012 (espresse in perdite %). Fonte ISTAT 2014 45 40 35

32,1

37,4

30 25 20 Fig. 3

2008

2012

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

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Fig. 4

Fig. 5

situazione infrastrutturale attuale che deriva da insufficienti investimenti nel passato. Nel settore fognario depurativo la carenza/assenza di infrastrutture ha dato luogo a procedure di infrazione che stanno per trasformarsi in sanzioni effettive. Gli Italiani, direttamente o indirettamente, potrebbero pagare un importo annuo superiore al 10% degli investimenti, senza avere un servizio corrispondente in cambio. Inoltre da un’indagine ISTAT del 2014 sull’anno 2012 emerge che gli impianti di depurazione esistenti presentano un’estrema frammentazione con prevalenza di impianti di piccola dimensione (più di 18.000 impianti di cui il 92% di dimensioni inferiori a 10.000 AE). Il che comporterebbe ulteriori investimenti per una loro razionalizzazione. Anche gli acquedotti presentano un’elevata frammentazione da un punto di vista dimensionale. Inoltre l’età di queste opere è molto elevata. Ma il dato che dovrebbe destare l’attenzione è il trend di crescita dell’età di questi impianti. I dati ISTAT 2014 sulle perdite idriche presentano valori in crescita tra il 2008 e il 2012 che passano dal 32% al 37% come riportato in figura 2. Il dato ISTAT va valutato con attenzione, si tratta di perdite percentuali rispetto al volume immesso in rete. Per prima cosa è da sottolineare che nel corso del tempo si è registrato un sempre maggiore affinamento della misura delle perdite di rete sia da parte degli operatori che da parte dei sistemi di rilevamento. Inoltre nel dato sono comprese le perdite apparenti, che potrebbero essere rilevate con metodi di stima differenti. Infine le perdite aumentano con la riduzione del consumo (che ha presentato un trend medio di calo negli ultimi anni) e questo influisce in particolare sull’indicatore delle perdite percentuali rispetto al volume immesso in rete.

Ciò nonostante, considerando tutte le cautele del caso, il trend crescente delle perdite di rete è molto evidente e da questo se ne deduce un forte invecchiamento delle opere. Se da una parte va tributato il giusto riconoscimento all’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico per il determinante contributo alla stabilità, che ha permesso di rafforzare la sicurezza del quadro regolatorio di settore in un’ottica di condizioni favorevoli agli investimenti, dall’altra è necessario rilevare che la metodologia tariffaria attuale sembra insufficiente per poter impartire quella brusca accelerazione necessaria a portare il livello di investimenti dal valore attuale a quello del suo fabbisogno a regime. A ciò si aggiunga che anche il valore a regime del fabbisogno indicato da OECD potrebbe rivelarsi insufficiente se si volessero considerare gli ulteriori investimenti, attualmente non chiaramente inclusi nel SII, come ad esempio quelli legati alla gestione delle acque meteoriche, nello specifico la gestione delle caditoie e delle fognature bianche. Alcune aziende idriche, che hanno già fatto una stima dei costi di questa tipologia di investimento, segnalano che, se si dovessero anche includere gli ulteriori interventi legati al deflusso superficiale urbano, gli attuali investimenti a carico del servizio idrico quantomeno raddoppierebbero. A riprova di questo una recente indagine di ANEA conferma che, allo stato attuale, i servizi di gestione delle acque bianche e di gestione delle caditoie sono finanziati rispettivamente solo per il 17% e per il 12% dei casi con la tariffa del Servizio Idrico Integrato come risulta dalle figure 3 e 4. Per quanto detto si rende improcrastinabile una serie di modifiche essenziali della metodologia tariffaria che possano imprimere una svolta al settore idrico. In primo luogo è fondamentale valorizzare gli oneri fi-


nanziari in modo tale che il settore idrico, nonostante la sua intrinseca rischiosità, possa attrarre i finanziamenti necessari agli investimenti almeno al pari degli altri settori dei servizi pubblici locali come ad esempio il settore energia. Inoltre è di primaria rilevanza l’eliminazione del tetto all’incremento tariffario per alcune tipologie di spesa, in particolare quelle per specifiche categorie di investimento e quelle legate ai conguagli tariffari. Tutta una serie di investimenti andrebbero privilegiati ed accelerati per modernizzare il settore, tra questi si ricordano gli investimenti nel settore fognario depurativo per il superamento delle procedure di infrazione comunitarie, gli investimenti legati all’efficienza energetica, all’innovazione tecnologica e per la riduzione delle perdite idriche. Per quanto riguarda i conguagli si deve rimarcare che questi si riferiscono prevalentemente a errori previsionali nella scelta dei volumi (generalmente dovuto al calo che si registra nei consumi) o a ritardate approvazioni tariffarie, che hanno solo rimandato al futuro un insieme di costi, già validati e dovuti, gravando ulteriormente il confronto con il tetto massimo degli anni successivi. Questi conguagli non fanno altro che accumularsi negli anni saturando l’incremento massimo annuale. Infine ulteriori risorse potrebbero derivare dall’introduzione di un sistema di incentivazione della qualità tecnica che si potrebbe collegare alle componenti perequative (UI2) recentemente introdotte con il metodo tariffario idrico per il secondo periodo regolatorio. Chiaramente questo sarebbe possibile solo con l’avvio di uno stretto dialogo tra l’Autorità e gli operatori del settore finalizzato all’individuazione univoca delle grandezze tecniche, delle procedure per la loro misura e del sistema di incentivazione, elementi essenziali per confronti omogenei tra gestori. Sicuramente le modifiche alla metodologia tariffaria proposte avrebbero un impatto in tariffa, tuttavia questo dovrebbe essere mediamente più che sostenibile considerando il livello delle attuali tariffe idriche in Italia. È chiaro che le fasce deboli della popolazione, già attualmente in difficoltà, potrebbero risentirne, ma questi effetti potrebbero essere completamente compensati con l’attuazione di una politica di rimodulazione delle tariffe in funzione del reddito (tariffe sociali), applicando metodi analoghi a quelli già messi in pratica nel settore dell’energia (bonus gas, bonus elettrico…). In conclusione la scelta di prendere questi provvedimenti è cruciale per evitare di rimandare alle generazioni future il carico dei conguagli e delle spese che non si vuole sostenere ora. Viceversa rimandare significherebbe ripetere gli stessi errori fatti nel passato, che hanno creato l’attuale deficit infrastrutturale, con la differenza che, sommando a questo ulteriori costi di nostra competenza, renderemo assai più gravoso il compito per le generazioni future.

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Il Progetto eAqua a Padova e Trieste Il progetto eAqua, implementato da AcegasApsAmga, rappresenta una delle eccellenze dell’ingegneria idraulica oggi in Italia. Attraverso l’utilizzo di tecnologie molto sofisticate, la raccolta e la creazione di basi dati di notevolissime dimensioni e modelli previsionali, il progetto sta realizzando un governo intelligente dell’intero ciclo idrico integrato delle città di Padova e Trieste, con riferimento a distribuzione acqua potabile (acquedotto), fognatura e depurazione. Sia nell'area di Padova che in quella di Trieste, AcegasApsAmga gestisce il ciclo idrico integrato, la distribuzione del gas naturale e l'illuminazione pubblica. Nell'area di Trieste sono in gestione anche le reti elettriche. Per tutte queste interferenze, i lavori e le progettazioni vengono effettuati attraverso procedure interne. Per le altre infrastrutture (reti telefoniche, trasporto gas alta pressione, fibre ottiche, ecc), esistono delle procedure predefinite grazie alle quali è possibile far domanda agli enti gestori, evitando qualsiasi interferenza. Inoltre, nell’attuazione del progetto sono state riscontrate alcune problematiche relative al reperimento dei dati non di competenza di AcegasApsAmga, che sono state risolte grazie al coordinamento con altri enti (Consorzio di Bonifica, Genio Civile, ecc…) e alla costituzione di task force.

Obiettivi generali del progetto eAqua • Distribuzione acqua potabile (acquedotto): ridurre le perdite di rete, abbattere la pressione e risparmiare energia • Fognatura: prevenire gli allagamenti e finalizzare al meglio gli investimenti • Depurazione: governo delle acque reflue per ottimizzare il funzionamento degli impianti e risparmiare energia.

Modellazione acquedotto Trieste Il progetto si è sviluppato fra 2014 e 2015. La prima fase del lavoro ha riguardato la distrettualizzazione della rete acquedotto. Le reti idriche di Trieste, San Dorligo, Duino-Aurisina e Muggia sono state suddivise virtualmente in 78 distretti, dove sono stati installati misuratori di pressione e portata idrica in entrata e in uscita, in grado di comunicare in tempo reale il consumo di acqua di un’area molto localizzata. In generale, nell'area triestina, la presenza dei fenomeni di carsismo ha influenze dal punto di vista della trasmissività all'interno dell'acquifero, e, di conseguenza, della propagazione, a grande distanza e con modalità praticamente istantanee, di perturbazioni di pressione, e quindi di carico idraulico. La presenza di un carso trasmissivo comporta dunque una velocità di deflusso delle acque più spinta

rispetto a quella dei terreni che costituiscono la pianura alluvionale dell'area di Padova. Nel caso di eventi meteorici importanti, dunque, i misuratori di portata presenti, ad esempio, all'ingresso del depuratore, registrano notevoli picchi all'ingresso, in quanto il tempo di corrivazione dell'acqua risulta molto basso. Padova Il progetto si è sviluppato nel corso del 2015 e proseguirà per tutto il 2016. Le reti idriche di Padova, Abano e Saccisica sono state suddivise virtualmente in 16 distretti e 89 sottodistretti. In entrambe le città, i dati affluiscono su un software che li rappresenta su cartografia e li elabora confrontandoli con il consumo medio notturno di ciascun distretto. Se, rispetto a tale indicatore, vengono rilevati consumi superiori, significa la presenza di una probabile perdita che può essere individuata con l’utilizzo dei geofoni. I risultati del primo anno di attività hanno superato le attese. In precedenza, il tradizionale monitoraggio delle perdite di

LA RETE IDRICA DI PADOVA Acquedotto • Lunghezza: 2.000 km • Stazioni sollevamento: 7 • Torrini piezometrici: 3 • Serbatoi: 15 • Abitanti serviti: 290.000 • Acqua immessa: 45 milioni mc/anno Fognature-depuratori 6 impianti di depurazione 1.000 km di rete 364 impianti di sollevamento

LA RETE IDRICA DI TRIESTE Acquedotto • Lunghezza: 1.100 km • Stazioni sollevamento: 16 • Serbatoi: 30 • Abitanti serviti: 228.000 • Acqua immessa: 50 milioni mc/anno • Pressioni medie rete: 7-11 bar Fognature-depuratori 9 impianti di depurazione 800 km di rete 56 impianti di sollevamento

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

rete avveniva attraverso dei controlli preventivi annuali nelle zone che l’esperienza portava a ritenere più critiche.

I risultati della modellazione acquedotto Trieste Nel 2014 nella rete della città sono stati dispersi ogni giorno 60 mc d’acqua per ogni km di condotte. Nel 2015 si è scesi a 45 mc. Moltiplicando tale valore per i giorni dell’anno e i 1.100 km di rete cittadina, si arriva alla cifra di oltre 6 miliardi di litri d’acqua risparmiati in un anno. Le perdite di rete sono diminuite dal 45,7 % al 42,3 %. Grazie al monitoraggio garantito dai distretti si riesce anche a conoscere esattamente il “giro dell’acqua” all’interno delle tubazioni e a diminuire di conseguenza le pressioni di rete (assai alte a Trieste, per la conformazione del territorio). In questo modo, oltre a stressare meno le condotte, riducendo il rischio di rotture, si riesce a conseguire anche un apprezzabile risparmio energetico. A gennaio 2016 si sono consumati circa 2.544.000 Kwh, circa il 3% in meno rispetto allo stesso mese del 2015, con un risparmio stimato di oltre 130.000 €/anno e minori emissioni per 1600 ton di CO2/anno. Padova Nel 2014, per ogni km di condotte sono stati dispersi in rete 18,6 mc al giorno, scesi a 15,6 mc nel 2015. In un anno sono stati risparmiati 2,2 miliardi di litri d’acqua. Le perdite sono scese al 32%.

A gennaio 2016 si sono consumati circa 700.000 Kwh, oltre il 6% in meno rispetto allo stesso mese del 2015, con un risparmio stimato di circa 100.000 €/anno e minori emissioni per 320 ton di CO2. La maggiore efficienza energetica del ciclo idrico triestino e padovano è stata, per AcegasApsAmga, uno degli elementi decisivi per l’ottenimento, a fine 2015, della certificazione energetica ISO 50001.

Modellazione fognatura Trieste Il progetto è cominciato nel 2015 e terminerà nel 2016. La città è stata suddivisa in 16 bacini (distretti): sono già stati realizzati i bacini del Chiave, del centro storico e del Posar. È allo studio il bacino della zona cimitero. Dopo l’estate si lavorerà anche sugli altri bacini. La prima fase del lavoro riguarda la conoscenza dettagliata della rete fognaria (circa 800 km). Su un apposito software si stanno raccogliendo tutti i dati utili (circa 2,2 milioni di parametri), sottoposti poi a verifica attraverso un incrocio con le informazioni provenienti da rilievi aerei a infrarossi (rilievo Lidar, Light Detection and Ranging). Successivamente si caricheranno nel sistema i dati relativi alla piovosità sul territorio, provenienti dai pluviometri AcegasApsAmga ed Arpa FVG, e si farà “girare” il modello, in modo da identificare i punti maggiormente a rischio alla-

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gamenti, individuare le misure immediate per fronteggiare le criticità e finalizzare gli investimenti. La modellazione del sistema fognario sarà anche utile a separare le acque chiare dai reflui veri e propri e a destinare ai depuratori solo le acque effettivamente nere. La presenza di acqua pulita, oltre a determinare un notevole consumo di energia, peggiora la qualità del trattamento e aumenta lo stress degli impianti. Padova Il progetto si è sviluppato nel corso del 2015 e i primi mesi del 2016. Sul software sono stati rappresentati circa 3,5 milioni di parametri e sono stati simulati sulla rete virtuale i diversi scenari di piovosità, in modo da identificare i punti a rischio allagamento. Le aree in cui prioritariamente si andrà ad investire sono quelle della zona di via Ippodromo - via Venezian, nelle quali, in collaborazione con il Comune di Padova, sono stati sviluppati dei progetti di vasche di laminazione. Questa parte del progetto, sviluppata da AcegasApsAmga, nasce nell’ambito della Task Force anti-allagamenti coordinata dal Comune di Padova, che vede nel gruppo di lavoro, oltre ad AcegasApsAmga, anche Genio Civile, Consorzio di Bonifica Bacchiglione Brenta e Autorità di Bacino. I progetti relativi alle vasche di laminazione sono nati sulla base del principio secondo il quale le acque meteoriche che cadono al suolo durante un evento di pioggia dovrebbero essere raccolte e restituite al loro ciclo naturale, evitando il loro convogliamento nelle reti fognarie e favorendo il loro naturale deflusso verso fiumi o canali. A causa dell’eccessiva urbanizzazione e del consumo di suolo incontrollato, i terreni si sono impermeabilizzati, provocando un aumento frequente delle esondazioni. In questi casi, le acque dovrebbero essere scaricate nei riceventi, siano essi corsi d’acqua superficiali o tubazioni interrate. In tali situazioni si rende necessario prevedere la realizzazione di vasche di laminazione. Queste opere sono in grado di fungere da ammortizzatore idraulico durante gli eventi pluviometrici di particolare intensità e durata, trattenendo temporaneamente la portata intercettata dalle superfici impermeabili ed evitando pericolosi sovraccarichi per i riceventi finali. In generale, i bacini di laminazione hanno la mansione di affrontare efficacemente gli aspetti di quantità delle acque, tagliando i picchi di portata che si verificano nelle reti di drenaggio e riducendoli, come immissione, a valori compatibili con i corpi recettori ubicati a valle. Oltre a ciò, opere di questo tipo risultano molto convenienti da un punto di vista economico: a fronte di una spesa di modesta entità, in genere dovuta solamente agli espropri e ai costi dello scavo di sbancamento, si hanno dei vantaggi notevoli dal punto di vista della prevenzione degli allagamenti. Inoltre, la realizzazione di questi manufatti permetterebbe la pianificazione di futuri interventi di riqualificazione naturalistica attraverso, ad esempio, la costruzione di aree umide con funzioni ecosistemiche. Risulta quindi evidente come questa soluzione sia espletabile al meglio nelle aree periferiche in cui il suolo non risulti urbanizzato. Attraverso queste valutazioni, AcegasApsAmga

ha fornito, attraverso gli studi di modellazione, un supporto al Comune di Padova nella realizzazione di suddetti bacini. Bisogna specificare che il ruolo di AcegasApsAmga è di supporto alla progettazione, in quanto la costruzione di opere di questo tipo sono di competenza di altri enti, poiché non rientrano nella gestione del ciclo idrico integrato.

Modellazione depuratori L’ultimo step del progetto eAqua, si realizzerà fra fine 2016 e primavera 2017 e riguarderà la modellazione dei depuratori di Trieste (Servola in primis) e Padova (Cà Nordio, Abano Terme, Codevigo). Per entrambe le città, sul modello virtuale - con la stessa logica di quanto avviene per le fognature - saranno simulati diversi scenari di esercizio, ad esempio considerando un maggior quantitativo di pioggia in ingresso (quindi una maggior diluizione), o la regolazione dei macchinari per un'aerazione intermittente, ecc. Variando il valore dei parametri e delle condizioni operative, si può analizzare e verificare il raggiungimento di condizioni ottimali per: • qualità della depurazione • contenimento costi • livello consumi energetici.

Lo sviluppo dello smart metering La porzione di progetto eAqua dedicata alla rete acquedotto trova il naturale completamento con l’installazione dei nuovi contatori intelligenti in corso su circa 2.000 utenze di San Dorligo e Monte Calvo (Trieste). A Padova le utenze interessate saranno circa 2.000 nella zona di Ponte di Brenta. Si tratta di telecontatori che lavorano con canale radio su frequenze di 868MHz.

Telecontrollo e telegestione Da alcuni mesi gli impianti acquedotto e fognatura/depurazione di Padova e Trieste sono telecontrollati dal polo di telecontrollo di Forlì, un’eccellenza del Gruppo Hera. Il Centro ha la funzione di supervisione su tutti gli impianti e le reti acqua, gas e teleriscaldamento gestiti dal Gruppo sul territorio e di call center tecnico a supporto del Pronto Intervento. Sono monitorati circa 340.000 punti sul campo in tempo reale, con il lavoro di 66 professionisti 24 ore su 24.

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

Il recupero energetico per la gestione e l’efficientamento delle reti idriche L’uso di tecniche di calibrazione per il posizionamento all’interno dei sistemi idrici di microturbine o PAT ai fini della produzione di energia elettrica.

Francesco Costanzo, Attilio Fiorini Morosini e Olga Caruso – Dipartimento di Ingegneria Civile, UNICAL

La gestione integrata delle reti di distribuzione idrica deve essere sempre più finalizzata all’uso sostenibile delle risorse, all’ottimizzazione delle condizioni di servizio, al monitoraggio e controllo del sistema. Inoltre, la gestione delle reti deve considerare il tema dei consumi energetici legati all’uso della risorsa idrica; in questo senso, maggiori sforzi devono essere finalizzati all’ottimizzazione energetica, assicurando non solo qualità, continuità ed efficienza del servizio con il contemporaneo contenimento dei costi, ma anche una riduzione dell’impatto ambientale, conseguente ad una gestione più efficace delle risorse e alla riduzione delle perdite idriche, degli oneri energetici. Ulteriori problematiche derivano dalle condizioni dei sistemi idrici, che risultano in molti casi obsoleti così che gli enti gestori devono effettuare con continuità interventi di manutenzione e di ricerca delle perdite al fine di sia prevenire la possibilità di ulteriori rotture, sia di contenere l’entità dei volumi d’acqua persi. Per quanto concerne le problematiche specifiche di gestione, in letteratura sono disponibili numerosi modelli matematici di supporto: • per la simulazione quali-quantitativa • per la gestione delle risorse idriche superficiali • per la simulazione di un sistema acquedottistico complesso. In molti casi, però, i modelli utilizzati non forniscono risultati aderenti all’effettivo funzionamento a causa dell’indeterminatezza dei parametri in input e vanno pertanto applicate ad essi tecniche di calibrazione. Per quanto concerne il problema dell’efficienza del sistema sono state proposte varie soluzioni legate alla sostituzione delle condotte ovvero alla massimizzazione dell’affidabilità con modelli singolo o multi-obiettivo. Ulteriori modelli riguardano l’ottimizzazione per il posizionamento e la regolazione di valvole riduttrici di pressione per minimizzare le perdite idriche [1,2] ad esempio attraverso il controllo attivo delle pressioni che può essere utilmente integrato dal recupero energetico: possono essere utilizzate turbine a reazione o pompe “inverse” (PAT - Pumps As Turbines) al posto di semplici valvole di riduzione della pressione (PRV - Pressure Reducing Valves) [3,4].

In questo articolo si propone una metodologia basata su tecniche di calibrazione per scegliere il posizionamento ottimale delle PAT all’interno di reti di distribuzione. Un’applicazione ad un caso di studio completa la memoria.

La calibrazione e la metodologia proposta La metodologia di calibrazione utilizzata per stimare i parametri si basa su un approccio di tipo statistico-bayesiano: secondo tale approccio [5] la probabilità è definita come il grado di fiducia che si ha che un certo evento si verifichi considerando i parametri delle distribuzioni come variabili casuali. La calibrazione delle portate erogate è stata condotta utilizzando il modello UNINET [6] (fig.1), implementato presso il Dipartimento di Difesa del Suolo dell’Università della Calabria. Esso consta di un algoritmo di ottimizzazione (SCEM-UA) e di un modello di simulazione della rete del tipo Pressure Driven Analysis, PDA, denominato INetPDA. La scelta del numero e del posizionamento delle pompe inverse viene effettuato attraverso un’analisi dei costi e dei ricavi derivante dalla loro installazione. Si devono considerare il costo dei macchinari elettrici ed idraulici, quello delle opere civili necessarie, nonché i costi di manutenzione e di esercizio dell’impianto. I ricavi previsti durante la vita utile dell’opera vengono calcolati a partire dall’energia prodotta. Il carico da dissipare per ogni

Figura 1: Algoritmo del modello UNINET

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

macchina è stimato a partire dall’analisi della rete in PDA, in particolare a partire dall’equazione (1).    

 =       

 

Dove

 è la portata calibrata erogata nel nodo i-esimo

  è la portata massima erogabile nel nodo i-esimo  è il carico nel nodo i-esimo 

  è il carico minimo per avere erogazione nel nodo i-esimo

  è il carico per avere la massima erogazione nel nodo i-esimo

 nota la portata calibrata  . 

Si ricava il carico

Il massimo carico possibile da dissipare è ottenuto come differenza tra il carico ottenuto dalla relazione del moto in pressione ipotizzando nota la portata calibrata erogata e il carico   necessario per avere la massima erogazione (2).

 −   ∆ ∗ = 

Infine è calcolata la potenza massima di installazione con la classica formula della potenza:

 =  ∆ ∗  

Caso di studio

La metodologia proposta è stata applicata alla rete teorica proposta da Greco e Di Cristo [7] ipotizzando per l’analisi economica il costo delle macchine di 1500 €/kW di potenza installata. La rete è costituita da quattro maglie chiuse elementari, due nodi di alimentazione, undici nodi

Risultati La calibrazione delle portate erogate, relativa al caso di studio, è stata effettuata tramite il modello di calibrazione UNINET. Per tale fase si è ipotizzato di conoscere cinque misure note di pressione in nodi della rete scelti utilizzando il metodo delle matrici di sensitività [8]. I risultati sono riportati nella tabella 2. I valori di ΔH* rappresentano il massimo carico da dissipare ottenibile. Le differenze relative ai carichi ottenuti hanno permesso di calcolare le potenze degli impianti di installare e conseguentemente di poter stimare i costi di impianto e di manutenzione. Dall’analisi economica effettuata è emerso che per il caso di studio ipotizzato è possibile installare quattro impianti nei nodi 4, 5, 8 e 9 di potenza 1, 3, 6 e 4 KW rispettivamente, per complessivi 14 KW prodotti dall’intera rete e con guadagni di circa 18.000 €.

Conclusioni È stata illustrata una metodologia di posizionamento degli impianti di produzione di energia elettrica utilizzando le PAT. È stata effettuata sia la calibrazione delle portate erogate ai nodi per la conseguente stima dei carichi disponibili, sia la valutazione economica dell’intervento. Tale metodo di analisi può essere adottato a fini gestionali consentendo una rapida caratterizzazione delle prestazioni della rete mediante il recupero energetico con la produzione elettrica. I risultati ottenuti suggeriscono promettenti sviluppi rivolti ad un’ottimizzazione delle reti anche nell’ottica del risparmio energetico e dei costi di gestione. Questo lavoro è stato presentato nell'ambito del Sesto Seminario "Efficienza e Risparmio Energetico dei Sistemi Idrici" organizzato a Trento (8-9 luglio 2015) dal Centro Studi Sistemi Idrici (CSSI).

Nodo

12 1

1

6

9

5

6

2

7

4

3

13

10

12

14

3

11

15

7

4

2

16

8

5

8

11

9

10 13

Figura 2: Schema della rete proposta da Greco e Di Cristo (1999)

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di erogazione e sedici condotte. La quota piezometrica al nodo di alimentazione numero 12 è di 123 m, quella al nodo di alimentazione numero 13 invece è di 112 m. Nella tabella 1 sono indicati i valori delle portate erogate ai nodi e il carico ai nodi della rete tenendo conto che la quota geometrica di tutti i nodi è zero.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

Z 88,00 66,00 65,00 63,00 64,00 66,00 63,00 83,00 72,00 63,00 61,00

H 107,95 87,55 86,69 86,66 89,63 86,77 86,70 107,26 97,90 88,13 86,73

P Q erog 19,95 55,00 21,55 20,00 21,69 10,00 23,66 20,00 25,63 25,00 20,77 25,00 23,70 40,00 24,26 45,00 25,90 25,00 25,13 10,00 25,73 20,00

Tabella 1: Carichi e portate erogate per la rete proposta da Greco e Di Cristo


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THE SOLUTION

La famiglia di misuratori di portata a batteria

Gli autori Francesco Costanzo - francesco.costanzo@unical.it PhD Ingegneria Idraulica per l’Ambiente e il Territorio- Dipartimento di Ingegneria Civile, UNICAL. Attilio Fiorini Morosini - attilio.fiorinimorosini@unical.it Ricercatore - Dipartimento di Ingegneria Civile, UNICAL. Olga Caruso - olga.caruso@unical.it Dottoranda - Dipartimento di Ingegneria Civile, UNICAL.

Nodo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

Qerog 55,00 20,00 10,00 20,00 25,00 25,00 40,00 45,00 25,00 10,00 20,00

Qcal 34,69 23,64 12,62 25,20 36,36 12,07 29,52 63,65 36,92 11,72 17,53

Tabella 2: Risultati ottenuti

  95,96 93,94 96,84 94,75 106,31 70,66 73,89 123,01 115,61 90,47 76,36

∆∗ -14,23 6,24 9,89 7,82 16,59 -16,91 -13,58 17,73 21,18 2,36 -11,11

®

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Bibliografia [1] Jowitt, P. W., & Xu, C. (1990). Optimal valve control in water-distribution networks. Journal of Water Resources Planning and Management, 116(4), 455-472. [2] Reis, L. F. R., Porto, R. M., & Chaudhry, F. H. (1997). Optimal location of control valves in pipe networks by genetic algorithm. Journal of Water Resources Planning and Management, 123(6), 317-326. [3] Artina, S., Naldi, G., Marchi, A., Bragalli, C., Lenzi, C., & Liserra, T. (2008). Dal controllo della pressione al recupero energetico nei sistemi di distribuzione idrica. In Proceedings of the XXXI Italian National Hydraulic Congress, Perugia (Italy). [4] Fontana, N., Giugni, M., & Portolano, D. (2011). Losses reduction and energy production in water-distribution networks. Journal of Water Resources Planning and Management, 138(3), 237-244. [5] Veltri P., Fiorini Morosini A., Orlando F., (2010), “La calibrazione delle scabrezze delle reti idriche: un approccio di tipo probabilistico basato su un modello PDA di risoluzione della rete”, IV Seminary on "La ricerca delle perdite e la gestione delle reti di condotte", Aversa, September 2009, L’Acqua, n°2 (March/April). [6] Orlando, F. (2010). Simulazione delle reti idriche in pressione a fini gestionali (Doctoral dissertation, Tesi dottorato di ricerca in ingegneria idraulica per l’Ambiente e il Territorio). [7] Greco M., Di Cristo C., (1999). “Calibration for Hydraulic Network Simulation”, International Water Resources Engineering Conference, A.S.C.E., Seattle. [8] Fiorini Morosini A., Costanzo F., Veltri P., Savic‘ D., (2014), “Identification of Measurement Points for Calibration of Water Distribution Network Models”, WDSA 2014, Bari, 14-17 July 2014.

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La linea di misuratori Tidalflux è sul mercato da più di 16 anni. Tidalflux 2300 F è progettato per fornire una misura della portata affidabile per le misure di flussi tra il 10 e il 100% del diametro del tubo. Tidalflux 2300 F non richiede taratura in campo, perché viene eseguita presso lo stabilimento in un confronto diretto con volumi misurati e certificati. In molte applicazioni su acque reflue, in presenza di alte concentrazioni di H2S, il nuovo Tidalflux 2300 F offre la certificazione ATEX per zona 1. Il misuratore di portata in linea è una soluzione di misura chiusa che garantisce un ambiente di lavoro sicuro e pulito, in sostituzione di misure su canali aperti. Oltre a creare un’atmosfera tossica ed esplosiva l’H2S presenta un altro problema, soprattutto per i misuratori di portata elettromagnetici: i loro elettrodi possono avere una durata molto breve a causa del contatto con l’H2S che risulta fortemente corrosivo, perché gli elettrodi potrebbero risultare esposti con tubi parzialmente invasi. Gli elettrodi di Tidalflux 2300 F sono montati ad un’altezza del 10% dal fondo del tubo, in modo da essere sempre bagnati ed evitare la corrosione, mentre i sensori di livello capacitivi sono integrati nel rivestimento e non hanno nessun contatto con il liquido, non sono influenzati dall’H2S e da eventuali residui che potrebbero galleggiare sulla superficie dell'acqua (grasso, olio, ecc). Sebbene il trasporto di acque reflue civili o industriali sia la sua principale area di applicazione, Tidalflux 2300 F può anche essere usato per la misura in applicazioni derivanti dal dragaggio, estrazione o/e iniezione di acqua marina. L’elemento primario ha diametri che variano da DN200 a DN1600. Il tubo di misura di Tidalflux 2300 F è dotato di un rivestimento di poliuretano resistente all'abrasione che può essere causata da particelle come sabbia e materiale sospeso. Dispone inoltre di un’elevata resistenza chimica e riduce al minimo la necessità di pulizia, perché la sua

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superficie liscia impedisce l'accumulo di grasso e altri depositi. Tidalflux 2300 F è disponibile con convertitore remoto in custodia da campo IFC 300 F (PF). Questo significa che le funzioni diagnostiche estese dell’elettronica top di gamma Krohne IFC 300 ora sono ora disponibili anche per Tidalflux. Per l'installazione nel sottosuolo o applicazioni in aree che possono essere parzialmente allagate, Tidalflux 2300 F può essere ordinato con una versione che garantisce un grado di protezione IP68 in aggiunta ad un rivestimento speciale.

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Il misuratore elettromagnetico per acqua Waterflux è stato appositamente sviluppato per applicazioni nel settore idrico e nei trattamenti acque reflue. Consente di misurare in maniera affidabile ampi campi di misura ed è molto affidabile alle basse portate, garantendo stabilità e ripetibilità nel lungo periodo. Fra gli altri vantaggi: non sono richiesti tratti rettilinei a monte e a valle, il tubo di misura non è soggetto a usura e può essere installato anche interrato. Waterflux definisce nuovi standard, diventando una reale alternativa ai tradizionali contatori volumetrici nel processo di misura dell’acqua. Waterflux permette di misurare la portata senza diametri a monte e a valle grazie al tubo di misura che garantisce un profilo di flusso ottimizzato, senza parti in movimento. Waterflux non richiede filtri o raddrizzatori, con il conseguente vantaggio di limitatissime perdite di carico che possono essere considerate come trascurabili. La portata può essere misurata in modo bidirezionale per una puntuale contabilizzazione. Sotto il punto di vista della flessibilità, lo strumento è prodotto in diverse versioni che prevedono: alimentazione 110-240 VAC, 24 V e la versione a batteria con durate che variano dai cinque ai venti anni, oltre a diverse risoluzioni hardware: IP 67, IP68 e IP 68 interrabile.

Waterflux

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T.A.E.

Geofono stand-alone per localizzare le perdite La T.A.E Trentina Applicazioni Elettroniche con sede a Rovereto (TN) oltre ad una struttura servizi che vanta una lunga esperienza nel campo della localizzazione delle perdite idriche, mappatura reti interrate e monitoraggio, da oltre 50 anni progetta sviluppa e produce nei propri laboratori una serie di apparecchiature il cui utilizzo è indispensabile per tutte le attività di localizzazione perdite idriche e sottoservizi interrati. In quest’ultimo anno alla gamma di prodotti commercializzati con il marchio Hydroskop si è aggiunta una nuova serie di apparecchiature Bluetooth sempre più performanti che fanno della praticità e facilità d’uso una caratteristica fondamentale. Il nuovo geofono denominato Hydroskop DRX100 ultimo nato della famiglia, è uno strumento innovativo grazie all’integrazione dell’elettronica direttamente nel corpo campana ed utilizzabile dall’operatore mediante una maniglia multifunzione. L’assenza di un ricevitore a tracolla garantisce la massima portabilità e praticità d’uso. L’ascolto può avvenire tramite cuffie bluetooth o tradizionali, la visualizzazione del rumore e tutte le altre funzioni impostate avviene su un display transflettivo posto direttamente sul corpo geofono. La sua caratteristica funzione di scomposizione del segnale mediante FFT, la possibilità di utilizzo di filtri a bande pre-impostate, di memorizzare e comparare gli ultimi 4 ascolti per una migliore localizzazione della perdita, unita ad una particolare resa acustica con minime interferenze da rumori esterni, garantiscono una migliore efficacia nella localizzazione di perdite anche in situazioni di rumori ambientali elevati.


Riduttore di pressione Made in Italy

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OFFICINE RIGAMONTI

Twist è il un nuovo riduttore di pressione di Officine Rigamonti, azienda da più di 60 anni nella produzione di valvole e componentistica idrotermosanitaria. Presentato in anteprima a marzo in occasione della quarantesima edizione di MCE presenta le seguenti caratteristiche: volantino di regolazione esterno con presa ergonomica, cartuccia estraibile e sostituibile e una pratica scala di taratura ripetuta 3 volte per essere visibile da ogni angolazione. Con questa valvola Officine Rigamonti aggiunge un importante prodotto al suo catalogo, andando a completare la sua gamma e collocandosi da subito in modo competitivo sul mercato.

INTERAPP ITALIANA

Ampia gamma di prodotti AVK nasce nel 1941 con la produzione di apparecchiature idrosanitarie e scambiatori per refrigerazione industriale. Nel 1969 introduce la valvola a saracinesca con cuneo gommato invece che metallico. Da allora l’attenzione del gruppo è rivolta allo sviluppo di prodotti qualitativi per garantire l’uso delle valvole installate per decenni. Il Gruppo AVK nel tempo ha acquisito importanti aziende produttrici (come ad esempio Glenfield Ltd. in Scozia, la quale opera nel settore dalla metà del 1800, Mittelman Armaturen in Germania, Wouter Witzel Eurovalve in Olanda, InterApp in Svizzera, Cyl ed Orbinox in Spagna) e aperto importanti unità di produzione negli Stati Uniti d’America, in Brasile, in Australia, in Arabia Saudita ed in Cina. Questa evoluzione permette ad AVK International di offrire sul mercato una vasta gamma di prodotti con giunti universali, giunti antisfilamento per tubi in PE/PVC, giunti universali antisfilamento SUPA MAXI; collari di presa; valvole di ritegno e valvole a saracinesca con cuneo totalmente gommato fino al DN800, valvole a farfalla di tutte le tipologie Valvola a farfalla a doppio fino ed oltre il DN2000, valvole a ghigliottina oltre il DN1000 per acquedotti, fognature, impianti di eccentrico AVK, serie 756 depurazione, irrigui e industriali di ogni tipo; ampia anche la gamma antincendio che comprende idranti, valvole e accessori. Tutte le apparecchiature idrauliche sono prodotte secondo le più importanti norme mondiali, come ISO, CEN, DIN, NF, BS, AWWA, JWWA, SABS, AS, e GOST (A&C). AVK è operante nel mercato italiano da oltre 30 anni e, grazie all’acquisizione del Gruppo InterApp, nell’ottobre 2015 agisce sul mercato nazionale come InterApp Italiana S.r.l..

AUMA

Riduttori angolari I riduttori angolari AUMA - serie GS giocano un ruolo chiave nell'automazione di valvole a farfalla e valvole a sfera: la gamma sviluppata dal Gruppo è in grado di coprire un range di coppia compreso tra 500 e 675.000 Nm. I progressi tecnici e la costante attenzione che AUMA investe nell’ottimizzazione del prodotto hanno permesso di rendere ancora più flessibile la gamma di riduttori angolari serie GS, senza rinunciare all’efficienza che da sempre li contraddistingue. La revisione completa del prodotto che AUMA ha effettuato riguarda diversi aspetti quali, ad esempio, la protezione anticorrosione, la verniciatura delle superfici metalliche e l'introduzione di nuove tecniche di lubrificazione volte a migliorare le proprietà meccaniche dei riduttori ed estendere le coppie erogabili. Gli aspetti principali del rinnovamento riguardano la possibilità di avere più flange disponibili per un’unica taglia di riduttore e l'introduzione di tre diverse classi di servizio (Classe 1, Classe 2 e Classe 3). Poiché non esistono standard vincolanti per i riduttori, AUMA garantisce la conformità alla norma EN 15714-2, che definisce degli standard di durata molto elevati per gli attuatori. La norma EN 157142, con un determinato profilo di carico, arriva a determinare una durata attesa fino a 10.000 cicli di lavoro, a seconda della coppia richiesta al riduttore. I risultati dei test hanno confermato che i riduttori in Classe 1 soddisfano, e addirittura eccedono, tali requisiti. Per applicazioni in cui tali prestazioni non sono un requisito fondamentale (ad esempio se sono previste operazioni poco frequenti) è possibile utilizzare riduttori in Classe 2. Il ciclo vita si riduce in questo caso a 1.000 cicli di lavoro ma le coppie di trasmissione possibili aumentano del 25%. In questo modo è possibile optare per riduttori di dimensioni più piccole, in grado comunque di soddisfare pienamente le esigenze di lavoro. I riduttori in Classe 3, infine, sono progettati per manovre manuali e consentono livelli di coppia ancora più elevati dato il ridotto numero di operazione richieste.

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SERVITECNO

La piattaforma per l’Industrial Mobility ACP (Automation Control Products), innovativa azienda americana con sede ad Atlanta, in Georgia, distribuita e supportata in Italia da ServiTecno, ha rilasciato la release 9.0 di ThinManager, piattaforma dedicata all’Industrial Mobility. Grazie a ThinManager 9 gli operatori possono lasciare la control room e ricevere sul campo le informazioni di loro interesse. Il sistema infatti è in grado di riconoscere la location e la tipologia di operatore e creare sul suo client mobile una vista personalizzata che gli offre tutti (e solo) i contenuti e le applicazioni necessari per il compito da svolgere. In tal modo l’intelligenza centralizzata viene “distribuita” sui client in maniera produttiva ed efficace, consentendo inoltre alle aziende un significativo risparmio di costi. La versione 9.0 è una “major release”, un aggiornamento importante della piattaforma ThinManager e rende disponibili una lunga serie di nuove funzionalità. Fra queste merita un cenno la funzione Virtual Screens, uno degli strumenti più potenti per fornire una visualizzazione personalizzata. Virtual Screens consente agli amministratori di creare diverse aree di visualizzazione su un unico display. Grazie allo scaling automatico, non occorre ricodificare un’applicazione per farla rientrare nell’area di schermo assegnatale. ThinManager inoltre supporta la risoluzione 4K: in tal modo è possibile utilizzare un unico monitor diviso in più schermate di grande dimensione, con evidenti risparmi sui costi e riduzione delle risorse necessarie per cablaggio e montaggio. Oltre a Virtual Screens, la release 9.0 di ThinManager offre le seguenti funzioni: • supporto di telecamere USB per creare interfacce con video proprio come accade con le telecamere di rete • single port TFTP che migliora il tempo di avvio di terminali il cui server è dietro firewall • email autenticate per inviare messaggi email senza un proxy server • virtual screens per creare diverse zone di visualizzazione su un unico display • scaling di sessione per adattare automaticamente i display client ai layout di schermi personalizzati • Terminal Server Grouping per creare gruppi di server che possono essere assegnati con un semplice click • supporto di SMS in aggiunta alle email • funzionalità VNC per effettuare lo shadowing delle applicazioni Panel View (o qualunque altra sorgente VNC) e distribuirle a qualunque device mobile configurato con ThinManager Relevance. ACP ha inoltre aggiornato iTMC, client di Apple iOS, così come WinTMC, client per PC, che consente ora di utilizzare Relevance anche sui tablet Windows Surface Pro.

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

Si apre il primo cantiere REDTOP Dopo la presentazione ufficiale avvenuta a Mestre nella sede di Veritas S.p.a., la novità in ghisa sferoidale proposta da Saint-Gobain Pam, il tubo REDTOP, studiato per le reti fognarie in pressione, vede la sua prima applicazione al cantiere di Lonato in provincia di Brescia. Lo scorso 18 marzo Saint-Gobain Pam Italia ha organizzato, in collaborazione con Veritas S.p.a, Ordine Ingegneri della Provincia di Venezia e Federazione Ingegneri Veneziani, un convegno dedicato alle Linee Guida per la realizzazione di fognature in ghisa sferoidale. Un’occasione interessante a cui hanno partecipato numerose realtà locali. In particolare, durante il convegno, gli ingegneri di Saint-Gobain Pam Italia, Alessandro Giusto e Gino Serafini del Servizio Tecnico Commerciale, hanno colto l’opportunità per presentare l’ultimo nato in casa Saint-Gobain Pam: il REDTOP. La tubazione, nata da una specifica esigenza del mercato per le reti fognarie in pressione, si affianca all’ormai ampiamente sperimentato BLUTOP, utilizzato nelle reti idriche. Ora, a poco più di un mese dalla sua presentazione ufficiale, il tubo REDTOP viene applicato in cantiere ed esattamente a Lonato in provincia di Brescia dove Garda Uno S.p.A. ha deciso di utilizzarlo. Siamo andati a seguire la prima apertura dei lavori intervistando l’Ing. Gianfranco Sinatra, direttore lavori dell’Unità pianificazione e sviluppo di Garda Uno, che ha creduto nel nuovo prodotto e lo ha voluto per la realizzazione di questo cantiere. “Il progetto è un collegamento fognario che riunisce la frazione di Bettola e la rete fognaria del centro di Lonato che poi confluisce nel depuratore Campagna. Si tratta di una condotta in pressione per cui era stata prevista la posa di un tubo in ghisa sferoidale. Una volta passati all’aggiudicazione dei lavori ed individuata l’azienda Saint-Gobain Pam con la quale abbiamo già avuto numerose ottime esperienze per altri tubi simili utilizzati per l’acquedotto, ci è piaciuto aderire alla proposta del REDTOP: un prodotto innovativo che, pur mantenendo costanti le tradizionali garanzie, propone delle performance interessanti. Dopo un’attenta valutazione tecnica è stata ritenuta una valida possibilità per l’esecuzione del lavoro in corso. Concordata questa scelta sia con l’impresa sia con la nostra Direzione Lavori e, ottenuto il benestare di tutti i componenti, abbiamo dato il via ai lavori. Questa è una

possibilità di utilizzo che, se risponderà alle nostre aspettative, potrà essere riproposta anche nei prossimi progetti futuri. Mentre il BLUTOP, destinato al settore acquedottistico, è stato ampiamente usato e sperimentato sia da noi che da molte altre realtà con cui collaboriamo, il REDTOP viene utilizzato per la prima volta in Italia in questo cantiere. Le caratteristiche comuni che ci sono state illustrate e che oggi verifichiamo sono sostanzialmente: la facilità di posa che offre una migliore produttività in cantiere e un conseguente vantaggio economico, perché concludere i lavori in tempi più brevi non significa solamente meno giornate di lavoro, ma anche minor impatto ambientale e sociale, soprattutto quando i cantieri si trovano almeno in parte in una zona centrale a denso traffico. Se a tutto questo si aggiungono l’impiego di un materiale di pregio, come la ghisa sferoidale, e le garanzie offerte da tanti anni di utilizzo, si può parlare di una valida scelta”. Alcuni dati tecnici ci sono stati forniti dall’Ing. Agostino Librandi della Direzione Tecnica di Garda Uno . “Si tratta di una tubazione in pressione di 1200 metri sotto strada asfaltata di cui metà da posarsi in aperta campagna e metà in centro abitato. La velocità di posa e la produzione giornaliera sono i primi elementi che ho potuto constatare. La cadenza di posa è di circa 100/110 metri lineari al giorno. Questo è certamente un vantaggio visto che la caratteristica del REDTOP è consentire una posa manuale, mentre i mezzi meccanici sono stati utilizzati solamente nella fase di scavo. La posa avvenuta manualmente si è resa possibile grazie alla leggerezza delle tubazioni che sono facili da movimentare. Già in questa prima fase possiamo definirci soddisfatti. Ci aspettiamo un rallentamento quando entreremo con il cantiere nel centro abitato: non perché cambiano le caratteristiche della condotta, ma a causa della prevedibile presenza di altri sottoservizi. A fine lavori, dopo il collaudo, avremo la prova che il REDTOP è esattamente quello che ci aspettavamo”.

Sopra a sinistra: Liliana Pedercini, Agostino Librandi e Gianfranco Sinatra

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2016

Tubazioni in PE rinforzato con acciaio: le tecniche innovative L’ingegnere Massimo Mariconda, esperto nella progettazione e direzione dei lavori di reti fognarie, illustra le nuove tecnologie di produzione di tubazioni composite, e in particolare la tecnologia Paladex, le sue principali caratteristiche e i possibili campi di impiego.

Il tubo Paladex, conforme alla norma UNI 11434:2012, viene prodotto in Italia dalla ditta Paladeri S.p.A., con stabilimento a Villadose (RO). Tale tubazione, idonea per fognature, scarichi interrati non in pressione, acque piovane e condotte di ventilazione, la cui gamma di produzione attuale varia dal DN 300 al DN 3000, è realizzato mediante un processo di avvolgimento continuo a elica del polietilene e dell’acciaio, opportunamente sagomato con profilo ad omega. L’idea innovativa alla base di tale produzione consiste nell’abbinare le caratteristiche tipiche del polietilene - resistenza all’abrasione, leggerezza, coefficiente di scabrezza minimo, inerzia alle sostanze chimiche, versatilità e facilita di posa - alle caratteristiche dell’acciaio che presenta un modulo elastico 200 volte più elevato del polietilene. L’abbinamento dei due materiali, unitamente alla scelta del profilo ad omega, conferiscono al tubo Paladex caratteristiche e performance nettamente superiori ai tubi strutturati in materiale termoplastico, rendendole sempre più competitive, specie in presenza di grandi diametri ove il peso della condotta assume importanza sempre più rilevante in termini di costo del materiale e di posa, rispetto alle altre

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condotte presenti sul mercato con le medesime destinazioni d’uso (vetroresina, calcestruzzo, ghisa, gres, ecc.). Si tratta, per le loro caratteristiche, di tubazioni flessibili (spiralate in polietilene rinforzate con anima di acciaio) che trovano sempre più largo impiego nella riorganizzazione dei sistemi di drenaggio (sia per acque bianche che miste) in relazione alla loro capacità di coniugare i vantaggi del polietilene (resistenza all’abrasione, alla corrosione, bassa scabrezza ed elevata leggerezza) e quelli dell’acciaio (duttilità e resistenza meccanica). La presenza di anima in acciaio, solidarizzata alle pareti in polietilene in maniera continua tramite fissaggio chimico, consente di ottenere deformazioni residue sotto carico costante (creep) - non riscontrate in laboratorio per le altre tubazioni flessibili con il vantaggio di garantire, durante l’intera vita nominale dell’opera, valori delle caratteristiche meccaniche iniziali ben superiori a quelle delle altre tipologie di tubazioni. La solidarizzazione continua dei due elementi (polietilene ed acciaio) è continua, così da evitare possibili distacchi e processi ossidativi dell’acciaio per contatto con l’aria o fluido. L’elevata rigidità anulare di tali tubazioni anche per grandi diametri - con conseguente contenimento delle


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deformazioni diametrali registrate nelle più svariate condizioni di posa e di esercizio - l’ampia gamma di pezzi speciali disponibili, l’elevata garanzia a tenuta idraulica dei giunti a bicchiere - assicurata dall’elevata rigidità anulare dovuta alla sovrapposizione di due elementi a parete strutturata - nonché la facilità di movimentazione e posa in opera rispetto alle altre tipologie di tubazioni - per effetto del loro peso contenuto - rendono questa tipologia di tubazione di particolare interesse nell’implementazione ed efficientamento di sistemi di drenaggio. Questa tubazione è in grado di garantire vantaggi in termini di rapidità di posa, sicurezza ed economicità, oltre che capacità di deflusso ben superiori rispetto a quelle in CLS, usualmente impiegate per analoghi diametri la cui scabrezza risulta decisamente superiore. Al riguardo, fermo restando le caratteristiche delle tubazioni rigide caratterizzate da elevata resistenza a rottura, peraltro mai attinta nelle usuali condizioni di esercizio, l’elevata leggerezza e flessibilità di posa di tali tubazioni rispetto alle tubazioni rigide (vedi gres e calcestruzzo), unitamente all’elevata rigidità anulare - ben superiori rispetto a quelle flessibili di pari diametro - rendono queste tubazioni particolarmente versatili, risultando particolarmente adatte e spesso preferibili ad altre tipologie di tubazioni specie in ambito urbano, ove gli elevati pesi delle tubazioni rendono necessaria, per la loro movimentazione, l’impiego di mezzi d’opera ingombranti e spesso impattivi sulle strutture esistenti. Inoltre la resistenza agli agenti chimici ed all’abrasione, dovuta al materiale plastico di cui si compone la superficie interna della tubazione a contatto con i reflui, ne consentono l’impiego in ogni condizione di esercizio, rendendola di gran lunga preferibile per i sistemi fognari misti ove risulta sempre più necessario l’impiego di tubazioni di

grande diametro (DN >800). Per quanto concerne i possibili campi di impiego, al di là di quelli tradizionali connessi alla realizzazione di nuovi sistemi di drenaggio o rifunzionalizzazione di quelli esistenti, si evidenzia l’impiego di tali tubazioni di grande diametro per il controllo dei notevoli volumi di pioggia che si riversano nel reticolo idrografico, integrando i tradizionali sistemi di laminazione delle portate (vasche volano). È noto che i cambiamenti climatici connessi all’inquinamento determinano, sempre più spesso, precipitazioni di intensità elevata con portate di picco non sempre compatibili con la capacità di smaltimento del sistema di drenaggio esistente, con conseguenti fenomeni di esondazioni e danni nei centri abitati. In tali circostanze, appare sempre più preferibile l’impiego di nuove condotte e/o sostituzioni di quelle esistenti, prevedendo l’impiego di tubazioni sovradimensionate rispetto a quelle di progetto. Tali scelte riducono la probabilità di insufficienza idraulica dei sistemi fognari bianchi e/o misti connessa a precipitazioni di intensità superiori rispetto a quelle di progetto. Si sta sempre più affermando, in ambito progettuale delle reti di drenaggio urbano, la realizzazione di sistemi di controllo delle portate di colmo attraverso la realizzazione di volumi di accumulo in linea o fuori linea (vasche volano, condotte sovradimensionate). In tal caso la condotta può costituire un vero e proprio sistema duale di drenaggio ovvero un sistema di puntuale accumulo delle portate afferenti a sub bacini (spesso afferenti ad aree di nuova urbanizzazione), consentendo il rilascio graduale delle corrispondenti portate meteoriche nella pubblica fogna solo quando il sistema principale di drenaggio (rete fognaria e canali ricettori) sia in grado di smaltire le portate immesse.

Intervento tenuto il 9 giugno al Seminario Deriplast/Paladeri presso la Fondazione degli Ingegneri di Padova “Tecniche innovative per la produzione di tubi spiralati in polietilene rinforzato con acciaio”.

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Convegno sul ruolo del GSE nel mercato elettrico Giovanni Malanchini

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Presso l’Università Cattolica di Milano si è svolto recentemente un incontro di riflessione sul ruolo del GSE – Gestore Servizi Energetici - nel mercato elettrico, che fa seguito a precedenti seminari dell’Osservatorio sulla regolazione amministrativa, diretto da Enzo Pontarollo, già dedicati agli attori pubblici dei settori energetici. L’incontro ha consentito di fare il punto sulla funzione fondamentale che il GSE va assumendo, a seguito del progressivo incremento delle attività e compiti che gli sono stati conferiti, nell’ambito di un mercato elettrico che si evolve verso prospettive ormai innovative rispetto al disegno normativo originario del decreto Bersani. La relazione introduttiva di taglio tecnico-giuridico, affidata a Marcello Clarich, ordinario di diritto amministrativo alla Luiss di Roma, coglie “la doppia anima del GSE, che vede la prevalenza della logica pubblicistica delle attività di diritto amministrativo di gestione dei regimi d’incentivazione, rispetto all’anima strettamente commerciale, pur esistente”. E allora, se nel GSE si configura un classico schema di “delega di funzioni ad un soggetto formalmente privato, o concessione ex lege”, anche qui come in altri casi analoghi sorge secondo Clarich un interrogativo: “perché la forma societaria, e non altre forme pubblicistiche?”. Lo studioso propone una possibile lettura: “il decreto Bersani, che impiegò lo strumento societario anche per altre funzioni, lo fece in un’epoca in cui sembrava che tale soluzione consentisse di attenuare l’applicazione di vincoli pubblicistici”; tuttavia “dal ‘99 in poi il settore delle società pubbliche ha visto una serie numerosa d’interventi normativi, che a seguito della legge Madia potrebbero essere messi a sistema”, volti a riportare le società pubbliche ad una disciplina di diritto amministrativo. Tuttavia, rileva ancora Clarich, “si è così arrivati ad un punto di non ritorno e si è forse ecceduto, appesantendo l’attività delle società pubbliche”, tanto da portare a chiedersi “quanto queste regole abbiano stravolto il modello societario, nel quale sono gli amministratori a calare l’organizzazione nelle esigenze dell’attività tipica”. Con specifico riferimento al GSE, occorre dunque capire “in che direzione, sul piano istituzionale, si sta andando” conclude Clarich, “e se c’è bisogno di una riorganizzazione dei testi normativi” che di volta in volta hanno definito ed ampliato i compiti del gestore. Massimo Beccarello, associato di Economia industriale all’Università di Milano Bicocca, propone un’analisi economica del funzionamento del GSE, confrontandolo con il sistema europeo di scambio dei diritti di emissione di gas climalteranti (ETS), che ha

caratteristiche comparabili. Emergono dall’analisi di Beccarello “livelli di efficienza estremamente elevati” nell’attività del GSE, il quale “registra un costo di gestione pari a circa lo 0,6% nel 2014 su un turn over di oltre 16 miliardi di Euro, a fronte di un costo di gestione fino a 10-12 volte più elevato nel sistema ETS”. L’economista pone l’attenzione, in un’ottica prospettiva, sul ruolo del GSE rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale che saranno fissati a febbraio 2017 dall’Unione Europea con la direttiva ETS, da attuare entro il 2030: il raggiungimento di questi obiettivi prevede “costi totali a carico del sistema energetico pari a oltre 2 miliardi di Euro a livello europeo”. È chiaro che tali investimenti dovranno passare attraverso “due driver fondamentali: rinnovabili e efficienza energetica; un frame work regolatorio stabile è una pre-condizione per non sprecare risorse”. “Già diversi seminari dell’Osservatorio della Cattolica si sono soffermati sulle esigenze di riforma del mercato elettrico”, osserva Beccarello, “nato secondo criteri di concorrenza nel mercato tra operatori, deve essere adeguato per gestire secondo criteri di merito economico fonti sussidiate dal punto di vista amministrativo”, in un contesto in cui sono a confronto fonti convenzionali e rinnovabili cioè “tra sistemi di kilowattora gestiti con criteri profondamente diversi”. Allora, secondo l’economista “per analizzare il ruolo del GSE, dobbiamo capire che tipo di mercato elettrico vogliamo: un modello di generazione distribuita con responsabilizzazione diffusa, o un modello di procurement centralizzato. Va fatta una scelta, perché sia assegnato un ruolo al GSE”. Per quanto riguarda l’efficienza energetica, la direttiva ETS pone “obiettivi estremamente elevati”, che potranno comportare costi per 800 milioni di Euro all’anno a carico del settore manifatturiero. Per realizzare le necessarie innovazioni di processo, se si vuol mantenere il livello di produzione industriale attuale, “ il modello dei certificati bianchi è sicuramente il più efficiente”. “In quest’ambito il ruolo del GSE diventa straordinariamente importante, perché su questo si gioca la partita dell’innovazione industriale”, conclude Beccarello. Dando voce agli operatori, l’amministratore delegato di Edison Trading Massimo Quaglini ricorda come le attività del GSE sui mercati energetici portino ormai a considerarlo per certi versi “come un concorrente”. Tuttavia, in un mercato che vede ormai una forte complementarietà tra fonti energetiche tradizionali e rinnovabili, sorge “la necessità di segregazione di diversi macro-rischi” (regolatorio, operativo, finanziario, di mercato), come ha



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dimostrato l’operazione “E2i” tra Edison e F2i. È proprio la complessità di un simile sistema a generare la necessità di soggetti “aggregatori”, che mettano in contatto domanda ed offerta, e a questo proposito “ci si può interrogare sul quale ruolo possa rivestire il GSE”. Sempre dalla prospettiva degli operatori di mercato, secondo Sandro Libratti, responsabile Generation and Energy Management di Enel, “il sistema elettrico ha quatto obiettivi principali: adeguatezza, sicurezza, decarbonizzazione ed economicità”, per il cui perseguimento il GSE rimane uno strumento fondamentale, assicurando “uno sviluppo controllato e integrato delle fonti rinnovabili”. Federico Luiso dell’Aeegsi rimarca come “i circa 40 TWh ceduti dal GSE sul mercato nel 2015 derivano da quattro regimi di agevolazione: Cip 6, tariffe omnicomprensive, scambio sul posto e soprattutto ritiro dedicato,”, chiedendosi se “ci sono margini di evoluzione in questo contesto, ad esempio riducendo la soglia di capacità per l’accesso al ritiro dedicato”, che oggi conta per il 44% dell’energia elettrica oggetto di intermediazione da parte del GSE (circa 18 TWh nel 2015). La chiusura del seminario è affidata al presidente e amministratore delegato del GSE Francesco Sperandini, che rivendica “lo svolgimento da parte del GSE del proprio ruolo, nell’ambito delle indicazioni del proprio azionista”, e cioè del Governo. Il GSE vede con favore l’applicazione della normativa pubblicistica alla propria organizzazione societaria, anche se lascia perplessi il tetto di spesa per le attività di controllo sulla erogazione degli incentivi, dato che

“le verifiche riguardano lo 0,5% degli impianti, e un impianto su 5 non risulta a norma”; “poiché l’esigenza è che le risorse siano destinate in modo selettivo e meritocratico, la capacità di gestire risorse limitate è nel DNA del modello societario”, osserva Sperandini. Secondo il suo presidente, il ruolo del GSE consiste nella “gestione ottimale delle risorse nella prospettiva della sostenibilità ambientale”, perché “è necessario un soggetto che assicuri il raggiungimento di una prospettiva di lungo termine, che spesso potrebbe essere incompatibile con la durata del mandato del Governo che ha un orizzonte temporale limitato”. La forma di società pubblica del GSE garantisce “un momento tecnico, di lungo respiro, che vada al di là del momento puramente politico”, ferma restando la responsabilità dei vertici societari rispetto all’indirizzo governativo.

L’autore Giovanni Malanchini Avvocato in Milano, si occupa prevalentemente di questioni energetiche, servizi pubblici, diritto dell’ambiente, appalti pubblici e diritto urbanistico. Membro del comitato scientifico e direttivo dell’Osservatorio sulla regolazione amministrativa dell’Università Cattolica di Milano, e dottorando di ricerca in diritto amministrativo presso l’Università Statale di Milano.

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H20 2016: con H20-Industry una nuova visione strategica del settore idrico

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