Servizi a rete 3 maggio giugno 2015

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numero 3 • maggio-giugno 2015

L’intervista del mese

Alessandro Ramazzotti - Abbanoa

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2015

Utilitalia nasce dalla fusione di Federutility e Federambiente Giovanni Valotti, Presidente Federutility

La presentazione della nascita di Utilitalia, avvenuta lo scorso 16 giugno a Roma alla presenza, tra gli altri, del Ministro della Funzione pubblica Marianna Madia e del Presidente dell’Aeegsi Guido Bortoni segna un passo decisivo per il settore della distribuzione e dei servizi pubblici. “Questa non è semplicemente un’aggregazione di due federazioni ma è un cambio di passo nel nostro disegno”, ha affermato il Presidente Giovanni Valotti. “Vogliamo che Utilitalia si caratterizzi non come luogo di difesa di posizioni acquisite, ma come luogo di proposta”, ha continuato Valotti davanti alla platea delle Associate, di Istituzioni e stakeholder. “Noi - ha proseguito - vorremmo caratterizzarci nel panorama nazionale ed anche in quello europeo come un soggetto capace di mettere sul tavolo dei decisori delle proposte concrete per migliorare il sistema dei servizi, la qualità delle imprese, i costi a carico dei cittadini oltre che gli standard di qualità’’. Tra gli obiettivi principali, Valotti ha citato “lo sviluppo industriale, su tutto il territorio nazionale, dei servizi pubblici a rilevanza economica nei settori energetici (come gas ed elettricità) e ambientali (ovvero acqua e rifiuti)” così come “superare i

differenziali territoriali tra Nord e Sud e tra città e aree rurali”. Tutto questo senza dimenticare l’attivazione di “politiche di integrazione delle aree metropolitane e regionali costruendo moderne ed efficienti reti di servizi, portandole ai livelli delle più avanzate regioni europee”. Per Valotti, in definitiva, “occorre aggiornare il concetto di impresa pubblica, considerato che, al crescere delle dimensioni, il controllo pubblico è assicurabile con percentuali sempre minori di capitale, mettendo in discussione il tabù della proprietà al 51%”. Significativo è anche il peso delle aziende con patrimonio netto compreso tra 100 milioni e 1 miliardo di euro che rappresentano il 27% del valore della produzione con circa il 28% degli addetti. Sotto ai 100 milioni di patrimonio netto si concentra il 36% del valore della produzione e il 46% degli addetti. Una quota prevalente delle gestioni è rappresentata da aziende mono-servizio (addetti: il 42% del totale). Il settore dei rifiuti, da solo, rappresenta oltre il 66% degli occupati (76 mila), seguito a lunga distanza dal settore idrico con il 24% (28 mila) e dalla distribuzione di gas naturale con appena il 10% (11 mila).

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Sommario

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Complessi interventi strutturali in Sardegna Intervista ad Alessandro Ramazzotti Pag.10

Buone pratiche per la gestione delle perdite idriche Marco Fantozzi Pag.15 numero 3 • maggio-giugno 2015

Al via l’implementazione su larga scala di S.I.M.P.Le.

Scopri Bentley Utilities Designer

Nicola Costantino, Antonio De Leo, Marcello Miraglia, Andrea Cataldo, Egidio De Benedetto, Giuseppe Cannazza, Antonio Masciullo, Nicola Giaquinto

L’intervista del mese

Alessandro Ramazzotti - Abbanoa

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Progettazione e gestione di reti tecnologiche intelligenti

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© 2013 Bentley Systems, Incorporated. Bentley, the “B” Bentley logo, e Bentley Utilities Designer sono marchi registrati di Bentley Systems, Incorporated o di proprie filiali. Tutti gli altri marchi sono proprietà dei rispettivi proprietari.

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Registrazione del Tribunale di Milano n. 509 del 10/9/01 Casa editrice TECNEDIT S.r.l. - www.tecneditedizioni.it

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Pubblicità e Marketing Via delle Foppette, 6 - Tel. +39 0236517115 Fax +39 0236517116 - 20144 Milano Claudio Frazzetto - c.frazzetto@tecneditedizioni.it Federica Leto - f.leto@tecneditedizioni.it

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Manutenzione sulle tubazioni in cemento-amianto Pag.35

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Anche in Sardegna si parla di No-Dig: esperti a confronto nella terra dei nuraghi

Coordinamento di redazione Anna Schwarz - redazione@tecneditedizioni.it Progetto grafico impaginazione e fotolito Grafteam - Brescia

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Il depuratore di EmiliAmbiente ottiene il marchio CE

Smart meters ed efficientamento energetico del SII Paolo Andrea Lombardi Pag.59

L’esperienza GIS di MM nella città di Milano Stefano Tani, Giovanni Meroni


SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2015

A questo numero hanno collaborato

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Smart metering gas, normativa uso intelligente Emilio Consonni Pag.69

Sperimentazione multifornitura 169 MHz Silvia Tonoli Pag.73

Smart metering gas: le competenze necessarie Intervista a Diego Gajani Pag.75

2i Rete Gas nuovi contatori nelle case Pag.76

Modena sperimenta i nuovi contatori 2.0 A cura del Gruppo Hera Pag.79

Impianto pilota di Metropolitana Milanese Intervista a Davide Segalini Pag.80

Vetrina Pag.87

Dal 1° ottobre il codice europeo di bilanciamento del gas naturale Giovanni Malanchini Pag.89

Odorizzazione gas

Intervista a Alessandro Cornati e Leonardo Piccinini

Alessandro Ramazzotti - Abbanoa Marco Fantozzi - Studio Marco Fantozzi Nicola Costantino, Antonio De Leo, Marcello Miraglia Acquedotto Pugliese S.p.A. Andrea Cataldo, Egidio De Benedetto, Giuseppe Cannazza, Antonio Masciullo - Università del Salento Nicola Giaquinto - Politecnico di Bari Adriano Paolo Bacchetta - Studio Consulenze Industriali Paolo Andrea Lombardi - Ufficio d’Ambito della Provincia di Sondrio Stefano Tani, Giovanni Meroni - Metropolitana Milanese S.p.A. Emilio Consonni - Commissione Misura Distribuzione C.I.G. Silvia Tonoli - A2A Servizi alla Distribuzione Diego Gajani - Associazione ANIE - GS2M Davide Segalini - Metropolitana Milanese S.p.A. Giovanni Malanchini - Studio Legale Renna Alessandro Cornati, Leonardo Piccinini - 2i Rete Gas Paolo Colla - A.I.M. Vicenza S.p.A. Comitato scientifico: Baldassare Bacchi - Centro Studi Idraulica Urbana (CSDU) Lorenzo Bardelli - Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEGSI) Marcello Benedini - Associazione Idrotecnica Italiana (AII) Ilaria Bottio - Associazione Italiana Riscaldamento Urbano (AIRU) Francesco Castorina - Comitato Italiano Gas (CIG) Pierluigi Claps - Politecnico di Torino - Gruppo Italiano di Idraulica (GII) Mauro Fasano - Regione Lombardia Roberto Frassine - Politecnico di Milano/Dip. Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” Paola Garrone - Politecnico di Milano/Dip. di Ingegneria Gestionale Alberto Grossi - Autorità per l’Energia Elettrica e il gas (AEEGSI) Franco Guzzetti - Politecnico di Milano Michele Ronchi - Comitato Italiano Gas (CIG) Alessandro Soresina - A2A Bruno Tani - Anigas Rita Ugarelli - NTNU “The Noverwegian Technical University” e SINTEF, Trondheim Andrea Zelioli - ATO Città di Milano Francesco Albasser Danilo Tassan Mazzocco Chirs Bleach Luca Guffanti Fausto Pella Stefano Saglia Federico Testa Comitato tecnico: Aldo Coccolo - ASPI Marco Fantozzi - Studio Marco Fantozzi Mauro Salvemini - AM FM GIS Italia Paolo Trombetti - IATT

Pag.92

Vetrina Pag.94

In Veneto la prima rete di imprese pubbliche del settore rifiuti Paolo Colla

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Complessi interventi strutturali in Sardegna Intervista ad Alessandro Ramazzotti, Amministratore Unico di Abbanoa

Abbanoa è il gestore unico del servizio idrico integrato per l’intera Sardegna. Quali problematiche comporta la gestione del servizio su un territorio così ampio? Abbanoa nasce da una formidabile intuizione dei sardi che capirono, tra i primi in Italia, come il sistema idrico per essere economicamente sostenibile avesse bisogno di una gestione su larga scala. Le aggregazioni che oggi sono all’ordine del giorno in tutta Italia, in Sardegna sono iniziate ben prima, con la fusione delle numerose gestioni che operavano nell’Isola. L’unione dei diversi soggetti gestori ha fatto emergere alcune criticità che, ancora oggi, ci portiamo appresso. Il vero problema però non è dato dalle dimensioni dell’Isola, tutto sommato gestibili, ma dal servizio negli insediamenti costieri relativamente recenti, nati e cresciuti in fretta nel periodo del boom degli anni Ottanta, con poca attenzione rispetto alla realizzazione ottimale dei sottoservizi. Oggi, con il passare del tempo, il problema sta emergendo in modo prepotente ma stiamo approntando le misure necessarie per efficientare reti e condotte.

L’azienda contra tra i suoi soci circa 350 comuni. Come si riesce a conciliare le esigenze delle varie realtà? Abbanoa è l’azienda dei Comuni e ognuno dei Comuni della Sardegna deve sentire l’azienda come propria, prescindendo dalle quote societarie possedute o dalle dimensioni della città. Ogni Sindaco sa che Abbanoa – dal vertice agli impiegati - offre la massima disponibilità per venire incontro alle diverse esigenze delle realtà locali. Le istanze delle realtà locali hanno una loro casistica relativamente comune, e i problemi principali dei Sindaci, nello scorso periodo, hanno riguardato la fatturazione pluriennale degli arretrati, fonte di malcontento dei cittadini del quale il Sindaco è il primo interlocutore. Attivando occasioni di ascolto e di incontro, dando maggior impulso agli strumenti della conciliazione e della rateizzazione, siamo riusciti a trovare accordi soddisfacenti con le comunità locali il cui “garante” è sempre il sindaco. È solo un esempio di un modo di affrontare i problemi insieme alle comunità e non in contrasto con esse. I problemi più rilevanti riguardano gli interventi di riparazione delle perdite. Su questo c’è ancora da migliorare anche perché perdite non rilevanti

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dal punto di vista economico possono avere un grande impatto per quanto riguarda l’immagine della azienda, del Sindaco e il rapporto con l’opinione pubblica. Anche in questo settore stiamo trovando una sintonia con i Sindaci per valutare insieme alle Amministrazioni comunali le priorità e le urgenze. Infine abbiamo attivato dei protocolli di service: il Comune realizza direttamente l’opera finanziata da Abbanoa senza che questa incida nelle casse comunali e sul patto di stabilità.

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In base a quali strategie è stato definito il programma degli interventi? Prima di tutto è necessaria una premessa: la Regione Sardegna ha effettuato una profonda revisione dell’organismo di controllo del gestore del sistema idrico. Dopo anni di commissariamento dell’Ente d’Ambito, si è finalmente giunti recentissimamente, alla nomina dell’Egas, organismo composto dai sindaci su nomina regionale, che ha davanti a sé l’importantissimo compito di redigere e approvare il piano d’ambito, la “guida” degli investimenti della Sardegna. C’è un dato importante però: in Sardegna ci sono pronti da spendere oltre 500 milioni di euro per interventi già determinati in tutta l’Isola, capaci di risolvere moltissime criticità. La sfida – accolta dalla Regione con entusiasmo - è quella di accelerare la realizzazione delle opere tagliando i tempi burocratici in modo da poter arrivare alla realizzazione degli interventi nel più breve tempo possibile. Oltre a poter risolvere moltissimi problemi, si immetterebbero ingenti risorse nel sistema economico della Sardegna. Quali sono i progetti più significativi? Possiamo descriverne qualcuno nello specifico? Stiamo aggredendo il problema delle perdite idriche in tutta la Sardegna con l’obbiettivo di ridurle sensibilmente e posizionarci intorno alle medie italiane. Al momento siamo intorno al 53 per cento di acqua dispersa. Bisogna tener presente che la Sardegna non ha risorse proprie e deve potabilizzare l’85 per cento dell’acqua immessa in rete. Questo ha dei costi che rendono la dispersione ancora più gravosa per l’azienda. Abbiamo individuato nei grossi centri i punti nevralgici sui quali intervenire e con il “Piano Sassari”, il “Piano Cagliari”, “il Piano

Bosa”: interventi strutturali complessi capaci di ridurre le perdite in modo sensibile. Una delle principali voci di costo per i gestori del servizio sono i consumi di energia? Sì, ed è un problema serio. Un quarto del bilancio di Abbanoa - circa 50 milioni di euro l’anno – sono destinati a coprire i costi dell’energia. È un problema legato anche alla situazione particolare della Sardegna dove il costo dell’energia è più elevato rispetto al resto d’Italia. Stiamo cercando di muoverci all’interno del mercato per ottenere le migliori condizioni possibili in modo da tagliare una voce di costo importante che, come detto, incide pesantemente sui bilanci. La mancanza di acqua potabile e la necessità di doverla potabilizzare, implica inoltre un ingente dispendio in termini energetici molto superiore a quello di aziende che operano in territori la cui presenza di fonti e falde è molto superiore rispetto alla Sardegna. Stiamo lavorando per la dismissione di impianti obsoleti, energivori e il cui servizio possa essere accorpato in un’unica struttura, come è nel caso della costa di Quartu dove stiamo dismettendo dieci piccoli depuratori per far confluire i reflui in quello di Is Arenas Le tecnologie di automazione, telegestione e telecontrollo sono fondamentali per garantire una migliore gestione della risorsa acqua. Cosa si è fatto e cosa si sta facendo su questo fronte? A Carloforte, una piccola isola nel sud della Sardegna con circa 5000 utenze, stiamo sperimentando i contatori con telelettura: siamo in grado di leggere e fatturare i consumi in tempo reale e di avvisare i clienti di eventuali anomalie. Nel resto della Sardegna i nostri letturisti sono dotati di palmare che permette loro di caricare i dati direttamente nel sistema informatico, con notevole risparmio di tempi e costi. La sperimentazione di Carloforte e il servizio di telelettura stanno dando ottimi risultati. Anche sul fronte dei servizi ai clienti stiamo introducendo importanti innovazioni: dopo la messa in regime della domiciliazione delle fatture sui conti correnti, ora stiamo avviando il servizio di pagamento delle bollette direttamente dai cellulari tramite un’apposita applicazione.



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Buone pratiche per la gestione delle perdite idriche La Direzione Ambiente della Commissione Europea ha pubblicato nel gennaio 2015 il documento Buone pratiche per la gestione delle perdite idriche: un riferimento tecnico e normativo aggiornato per la gestione delle perdite per tutti i gestori ed i regolatori europei. Ecco i punti salienti del documento e le indicazioni utili alla partecipazione alle future attività di disseminazione previste a livello europeo.

“La gestione delle perdite idriche è spesso vista come l’implementazione di soluzioni tecnologiche per affrontare un problema nascosto. In realtà ciò rappresenta solo una parte della soluzione, che consiste principalmente nel mettere il personale nelle condizioni di gestire al meglio il problema mediante assunzione di responsabilità, adeguata formazione, disponibilità di strumenti pratici e tecniche collaudate ed ispirandoli a credere di poter fare la differenza”. La dichiarazione, tratta dalle conclusioni del caso di studio di IREN Emilia ed inserita dalla Direzione Ambiente della Commissione Europea nell’introduzione del documento: Buone pratiche per la gestione delle perdite idriche, evidenzia l’importanza di un approccio olistico alla gestione delle perdite. Infatti le perdite sono un problema molto complesso da gestire, che per essere affrontato in modo efficace ed economico, richiede l’adozione di un insieme continuo di azioni appropriate e coordinate. La maggior parte delle perdite fisiche rimangono nascoste nel sottosuolo e non appaiono in superficie. Il volume delle perdite fisiche è una funzione del numero di perdite nella rete, della loro portata, e della loro vita, dall’insorgere della perdita alla riparazione. Gestire le perdite fisiche comporta il controllo di queste tre componenti. La gestione sostenibile del livello di perdita richiede una conoscenza approfondita delle interazioni tra i molti fattori tecnici che influenzano il volume annuale di perdite, nonché di tutti i fattori chiave per ridurre con successo le perdite. Infatti la sequenza più adeguata delle attività di gestione delle perdite deve essere definita in modo specifico per ogni singola situazione in quanto non esiste una soluzione per tutti i casi. Vi sono, tuttavia, alcune raccomandazioni generali basate

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di Marco Fantozzi Studio Marco Fantozzi

sull’evidenza valide sia per i “policy makers” ed i regolatori economici e ambientali che per i gestori di reti idriche. Queste raccomandazioni consentono di comprendere le principali dinamiche di fondo delle perdite e costituiscono la base per affrontare con successo la gestione delle perdite e la misura delle performance. Mentre l’efficace implementazione della gestione delle perdite richiede azioni specifiche e mirate da definire caso per caso in base alle suddette raccomandazioni.

Background e contesto Il piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee (Blueprint to Safeguard Europe’s Water Resources, 2012) è lo strumento per l’applicazione pratica delle attuali politiche della UE (ad esempio, le direttive quadro sulle acque e sui cibi) e per lo sviluppo di misure per far fronte, in particolare, alla disponibilità di acqua. L’obiettivo è garantire la buona qualità dell’acqua in quantità sufficienti per tutti gli usi legittimi nel 2020. In risposta alla Blueprint, e nell’ambito del programma di lavoro 2013-2015 della Common Implementation Strategy (CIS) della Water Framework Directive and the Floods Directive, è stato chiesto al Working Group Programme of Measures (WG PoM) di lavorare con l’industria dell’acqua europea per accelerare e diffondere le buone pratiche in materia di gestione delle perdite. L’obiettivo è stato aumentare l’attenzione al problema delle perdite e di migliorare la conoscenza e, quindi, consentire agli Stati membri di stabilire se sono necessarie azioni migliorative, e in caso affermativo, fornire indicazioni e linee guida per un intervento efficace. Uno specifico gruppo di lavoro del Working Group Programme of Measures (WG PoM), composto da responsabili politici, economisti, esperti ambientali, ed


esperti internazionali sul tema della gestione dell’acqua non fatturata (NRW), tra cui membri della IWA Water Loss Specialist Group, ha predisposto, nel corso del 2014, il documento di riferimento denominato: EU Reference document “Good Practices on Leakage Management” (Buone pratiche per la gestione delle perdite idriche), che è stato sottoposto a discussioni interne, peer review ed input da vari stakeholder, tra cui EurEau, fino alla sua adozione ufficiale da parte della Commissione Europea nel gennaio del 2015.

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Il Report Il Report Buone pratiche per la gestione delle perdite idriche si compone complessivamente dei tre documenti ufficiali di seguito descritti che sono liberamente scaricabili ai seguenti riferimenti: https://circabc.europa.eu; http://bit. ly/16dzx9f e http://bit.ly/1K6K8BK. • il Report principale: Buone pratiche per la gestione delle perdite idriche (114 pagine). Le raccomandazioni, il cui recepimento da parte dei singoli stati membri non è peraltro obbligatorio, riconoscono che la gestione sostenibile delle perdite richiede una profonda comprensione delle complesse interazioni tra i molti fattori tecnici che le influenzano, unitamente alla considerazione dei fattori politici, economici, sociali, tecnologici ed ambientali. Non esiste quindi una soluzione univoca per tutte le situazioni. Il report comprende i seguenti punti principali: Introduzione alla gestione delle perdite; Raccomandazioni politiche; Approccio olistico alla gestione delle perdite; Criteri per la comprensione e gestione delle perdite; Buone pratiche in materia di gestione delle perdite da parte delle utility; Metodologie pratiche per iniziare; Allegati vari. • il documento sui Casi di Studio (161 pagine) che comprende: la presentazione di 16 Casi di Studio di successo da 14 paesi europei (Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Inghilterra, Francia, Germania, Italia, Malta, Portogallo, Scozia e Serbia) con evidenziate le lezioni imparate e indicazioni su come applicare le metodologie a casi simili e con in allegato la presentazione di alcuni strumenti innovativi. Inoltre le presentazioni di sei dei Casi di Studio, ed altre presentazioni associate con i Documenti Europei, possono essere scaricate al sito: http://www.leakssuite. com/eu-good-practice-on-leakage-management/. Copie del software standard EURWB&PICalcs, creato da Allan Lambert e utilizzato da tutti i casi di studio del report per il calcolo del Bilancio Idrico e degli indicatori di performance, sono disponibili per le utility. • il documento sul Piano di Disseminazione a livello europeo della metodologia che descrive la strategia di disseminazione dei contenuti dei documenti in modo da supportare il recepimento nei vari stati europei sia da parte dei regolatori che delle utility. Vengono di seguito presentate alcune delle pratiche, raccomandazioni e metodi chiave che vengono ampiamente descritte nel Report.

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Benefici della gestione della pressione (Fonte: A. Lambert, M. Fantozzi: EU Report: Good Practices on Leakage Management)

Pratiche avanzate per la gestione delle perdite (dalle sezioni 4 e 5 del Report principale) Al successo dei Casi di Studio descritti nel documento Buone pratiche per la gestione delle perdite idriche hanno contribuito i concetti, metodi e tecnologie riportati di seguito che sono stati sviluppati nel corso degli ultimi 20 anni e che sono stati recepiti dalle raccomandazioni riportate nel Report principale. E precisamente: • la terminologia, i migliori indicatori di performance ed il Bilancio Idrico standard IWA • la comprensione di come la pressione sia responsabile della frequenza delle rotture di tubazioni e prese e di come la pressione influenzi le portate di diversi tipi di perdite • le tecnologie innovative di controllo della pressione che consentono di modulare e stabilizzare la pressione • l’analisi delle componenti delle perdite di sottofondo, delle perdite segnalate e non segnalate • l’adozione della distrettualizzazione (District Metered Areas) per meglio identificare dove e quando si verificano le perdite

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Divisione della rete in distretti (Fonte: EU Report: Good Practices on Leakage Management)

• le migliori tecnologie per il rilevamento e la localizzazione delle perdite • gli enormi miglioramenti nella facilità e velocità di raccolta e trasferimento in loco di dati • l’applicazione dei concetti di intervento economico del controllo attivo delle perdite, con o senza la gestione della pressione.

Metodologie pratiche per iniziare (dalla sezione 6 del Report principale) La sezione “Getting Started” del Report principale fornisce i riferimenti per sviluppare un approccio corretto alla stima ed alla gestione delle perdite idriche, qualsiasi sia la dimensione del gestore: • stima iniziale del livello di perdita in base al bilancio idrico IWA o all’analisi delle portate notturne • utilizzo di valori massimi di default per i consumi non autorizzati e le perdite apparenti • selezione di indicatori di performance appropriati (compresa la pressione) in funzione degli obiettivi • esprimere le perdite come ILI o ILI Istantaneo (Snapshot ILI) per la stima rapida del livello di perdita e delle priorità di intervento • analisi e revisione dei valori di ILI, pressione e frequenza delle rotture mediante approcci pratici • applicazione di approcci semplificati per piccoli sistemi (inferiori a 30.000 prese) • classificazione dei sistemi idrici per dimensione e mediante una serie di indicatori di performance e di contesto • stima iniziale dei punti di forza e di debolezza dei singoli sistemi idrici, delle carenze di dati ed informazioni e delle priorità di intervento • suddivisione dei grandi sistemi in zone più piccole per facilitare l’applicazione dell’approccio, tenendo in considerazione i target strategici e le necessità del gestore.


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Il Report principale, anche in base all’analisi dei risultati ottenuti dai casi di studio, evidenzia alcune lezioni e apprendimenti fondamentali per una buona gestione delle perdite idriche e precisamente: • una significativa e sostenibile riduzione delle perdite può essere raggiunta con un semplice approccio per zone sia per le molte migliaia di piccoli sistemi europei che per i grandi sistemi, utilizzando combinazioni personalizzate di metodi pratici. Vengono forniti metodi di classificazione e indicatori per la stima iniziale dei punti di forza e di debolezza dei singoli sistemi idrici, delle carenze di dati ed informazioni e delle priorità di intervento. • L’importanza di considerare gli aspetti politici, economici, sociali, tecnici, giuridici ed ambientali nella definizione degli obiettivi di riduzione delle perdite. • L’importanza di utilizzare indicatori di performance delle perdite, classificati dalle raccomandazioni europee come “adatti allo scopo” per diversi obiettivi quali: la definizione ed il raggiungimento di obiettivi prestazionali, la misura ed il monitoraggio dei progressi di un singolo sistema idrico o il confronto tecnico tra diversi sistemi. L’utilizzo dell’indicatore di perdita in % del volume di ingresso al sistema (per quanto sia facilmente calcolabile) non viene raccomandato in quanto lo stesso è un indicatore a somma zero, incapace di rappresentare allo stesso tempo le variazioni delle perdite e dei consumi; • La gestione della pressione è il fondamento di una gestione efficace delle perdite e influenza sia la necessità che l’entità e la sequenza economica ottimale delle altre attività di gestione delle perdite.

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Apprendimenti

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La famiglia di misuratori di portata a batteria ML255 – Versatilità ed Espandibilità

Conclusioni La pubblicazione dei Report sulle Buone pratiche per la gestione delle perdite idriche rappresenta un momento fondamentale per il miglioramento dell’efficienza della gestione delle reti idriche in Europa. In particolare, anche a fronte dei significativi possibili margini di miglioramento nella gestione delle reti idriche italiane, ci si augura che il regolatore Italiano, che si è già dimostrato sensibile alle metodologie best practice internazionali, ed i gestori Italiani possano, per quanto di specifica competenza, adottare i suggerimenti delle raccomandazioni europee ed applicare praticamente i metodi e le buone pratiche per la gestione delle perdite idriche. Ciò anche a fronte dei grandi benefici tecnici, ambientali ed economici ottenuti nei 16 casi di studio del report, tra cui il caso di Reggio Emilia, descritto in dettaglio sul numero di settembre 2014 di Servizi a Rete.

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Le soluzioni che contano



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Al via l’implementazione su larga scala di S.I.M.P.Le. S.I.M.P.Le., il nuovo sistema per la localizzazione delle perdite in rete che si basa su una tecnica di misura a microonde, è un esempio di collaborazione sinergica tra il mondo dell’industria, start up ed università. Nicola Costantino, Antonio De Leo, Marcello Miraglia - Acquedotto Pugliese S.p.A. Andrea Cataldo, Egidio De Benedetto, Giuseppe Cannazza, Antonio Masciullo - Università del Salento, Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione Nicola Giaquinto - Politecnico di Bari, Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell`Informazione Al fine di rendere sempre più efficiente la gestione delle risorse idriche, AQP ha avviato negli ultimi anni numerose iniziative di monitoraggio e controllo della rete, grazie all’apporto delle più moderne tecnologie (digitali ed informatiche) e avvalendosi della collaborazione di importanti Enti di Ricerca e aziende innovative, comprese l’Università del Salento e la sua azienda spin off MoniTech S.r.l.. Si è rivelato di particolare successo la sperimentazione (prima) e l’implementazione finale (poi) di S.I.M.P.Le. (System for Identifying and Monitoring Pipe Leaks), un innovativo sistema per la ricerca perdite in condotte idriche e fognarie interrate, brevettato da MoniTech. Il sistema S.I.M.P.Le., che si basa su una tecnica di misura a microonde (la riflettometria nel dominio del tempo, TDR), consente di localizzare velocemente ed efficacemente le perdite su tratti di condotta interrata, lunghi anche diverse centinaia di metri. Lo scorso gennaio, Acquedotto Pugliese ha inaugurato la prima implementazione su larga scala di S.I.M.P.Le. che è stato installato su una nuova rete idrica a Lecce, per un’estensione di circa 10 km.

Perché S.I.M.P.LE. I mezzi d’indagine che vengono adoperati tradizionalmente per la ricerca perdite in condotte interrate si basano, prevalentemente, su metodi elettro-acustici. Tuttavia, tali

metodi, per il principio stesso di funzionamento, presentano delle caratteristiche che ne limitano l’efficacia. Ad esempio, sussistono delle problematiche per ciò che concerne la corretta interpretazione dei dati di misura, la difficoltà o impossibilità di impiegarli in presenza di rumori acustici ambientali, la scarsa applicabilità in impianti realizzati in materiale plastico e, soprattutto, i limiti d’impiego in condizioni di bassa pressione media di esercizio in rete. Proprio i suddetti limiti applicativi hanno motivato l’interesse di AQP verso la ricerca e lo sviluppo di sistemi ricerca-perdite alternativi, in grado di rendere più efficienti le campagne di ricerca-perdite. S.I.M.P.Le. è più efficace, preciso, affidabile, economico, permette di ridurre i tempi di ispezione ed è utilizzabile in qualunque condizione di esercizio della rete. Non risente di limitazioni derivanti dal tipo di materiale di cui è fatta la condotta o dai diametri, né della profondità di posa l’implementazione, né di limitazioni derivanti dalla destinazione d’uso della condotta (infatti è utilizzabile per tronchi di rete urbana o suburbana, impianti domestici, reti di adduzione primaria, ecc.). Tale tecnologia è implementabile sia su condutture in pressione che per gravità. L’elevata facilità di installazione e di impiego di questo sistema, oltre ai costi di implementazione molto contenuti, sono aspetti che lo rendono una soluzione attraente per gli operatori del settore.

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Come funziona S.I.M.P.Le. sfrutta la propagazione di un segnale elettromagnetico, che viene fatto “viaggiare” attraverso “elementi sensibili” opportunamente predisposti sulle condotte durante la fase di realizzazione della rete. Il principio di funzionamento si basa sulla possibilità di rivelare e localizzare i cambiamenti del segnale elettromagnetico provocati dalla presenza di acqua libera fuoriuscita dalla conduttura in seguito ad un guasto o rottura, individuando il punto esatto in cui avviene la perdita, così da rendere l’intervento di riparazione molto più rapido ed economico. Per predisporre in via permanente gli impianti (sia idrici, sia fognari) per tale metodologia diagnostica, le condutture vengono dotate in fase di posa in opera di elementi sensibili passivi (che non richiedono né alimentazione, né manutenzione) e che rimangono permanentemente interrati con le condotte. La figura 1 mostra una schematizzazione di una condotta predisposta con l’elemento sensibile. Come si evince dalla figura, l’elemento sensibile interrato (che può essere lungo fino a 300 m e segue la topologia della condotta) rimane accessibile dall’esterno, grazie ad un apposito elemento di connessione integrato all’elemento sensibile e alloggiato in un pozzetto. Una volta che la condotta è predisposta con un elemento sensibile, in qualunque momento occorrerà effettuare un controllo sulla presenza di perdite, basterà collegare lo strumento di misura portatile all’elemento di connessione e procedere con la misura: il sistema fornirà, in tempo reale, la posizione della perdita in termini di distanza lineare dal pozzetto in cui è alloggiato l’elemento di connessione cui ci si è collegati.

Fasi dell’implementazione su larga scala L’implementazione su larga scala del sistema S.I.M.P.Le. ha previsto quattro fasi principali: progettazione; installazione; georeferenziazione e inizializzazione del sistema e test funzionali. A valle di queste fasi, il sistema risulta pronto per essere impiegato per la localizzazione delle eventuali future perdite che si possono verificare in rete. Progettazione In questa fase, nelle planimetrie progettuali dell’intervento di installazione delle tubazioni, sono stati stabiliti il posizionamento ottimale, la segmentazione ed il dimensionamento dei vari tratti di elemento sensibile da interrare lungo le tubazioni, oltre al posizionamento ottimale dei vari pozzetti di accesso. La figura 2 riporta uno stralcio della planimetria, con l’indicazione dei pozzetti (triangoli verdi) e della lunghezza deli elementi sensibili afferenti ad ogni pozzetto (linea spessa, di colore viola). Questa pianificazione progettuale che costituisce un ulteriore punto di forza del sistema, oltre ad agevolare significativamente le future operazioni di controllo da parte del personale tecnico preposto, permette di predisporre gli elementi sensibili già avvolti in matasse, tagliati a misura, opportunamente assemblati con gli tutti gli accessori a corredo, in modo da agevolare quanto più possibile l’installazione. Per l’allestimento dei singoli tratti di elemento sensibile, sono state previste lunghezze variabili da circa 100 m a 300 m,

1 - Schematizzazione dell’apparato di misura

2 - Stralcio della planimetria di progetto 3 - Rocchetti di elemento sensibile, fornito su misura per ciascuna condotta su cui viene installato

4 - Esecuzione di una misura attraverso il sistema portatile S.I.M.P.Le.

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a seconda della topologia dell’impianto. Nell’intervento eseguito, sono stati previsti un totale di 50 pozzetti di alloggiamento (cui afferivano altrettanti elementi sensibili), in cemento, delle dimensioni di 30 cm x 30 cm x 30 cm di profondità. Installazione degli elementi sensibili La posa in opera “a scavo aperto” degli elementi del S.I.M.P.Le. è, in pratica, concomitante con lo posa in opera dei tratti di conduttura stessa; ne segue lo stesso percorso e non influenza le tempistiche né la fasi di lavorazione. La figura 3 mostra due rocchetti su cui sono stati avvolti gli elementi sensibili, pronti per l’installazione. Gli elementi sensibili sono già predisposti ed assemblati con il relativo elemento di connessione per il conseguente alloggiamento nel pozzetto di riferimento di ciascun tratto. Nella fase di posa in opera, gli elementi sensibili sono “srotolati” lungo la tubazione e fissati (esternamente alla tubazione), durante la posa in opera della stessa. Dalla figura 3 si nota la presenza di due contenitori in plastica per ciascun elemento sensibile. Il contenitore più grande, che a fine installazione è alloggiato nel pozzetto e resta accessibile all’operatore, contiene i connettori per la connessione allo strumento di misura. Il contenitore più piccolo (che, invece, viene interrato con la condotta) ospita un chip elettronico preposto al riconoscimento automatico ed alla localizzazione GPS, che permette la georeferenziazione del sistema di monitoraggio. Sebbene interrato (per protezione), le informazioni associate al chip identificativo rimangono accessibili all’operatore attraverso un cavo collegato al chip, che viene fatto afferire alla “scatola in plastica grande”. I dati geo-referenziati associati al chip sono stati inclusi nell’applicativo software di gestione, in modo da poter dotare il sistema di opzioni automatiche di localizzazione ed identificazione immediata, sfruttando applicazioni quali ad esempio Google Earth. Attraverso il chip identificativo, collegando lo strumento di misura ai connettori contenuti nella “scatole in plastica grande”, si ottengono un riconoscimento automatico col software di gestione e varie informazioni associate al tratto di condotta che si sta ispezionando, quali ubicazione ed identificazione del pozzetto, relative coordinate GPS, lunghezza dello specifico tratto, localizzazione del punto finale, ecc.

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5 - Esempio della schermata del software di S.I.M.P.Le.

Georeferenziazione A valle dell’installazione degli elementi sensibili, si è provveduto al rilievo delle coordinate GPS dei punti di inizio e fine di ciascun tratto di elemento sensibile installato. Tali dati geo-referenziati sono poi stati inclusi nell’applicativo software di gestione, in modo da poter dotare il sistema di opzioni automatiche di localizzazione ed identificazione immediata, sfruttando applicazioni quali ad esempio Google Earth. Inizializzazione del sistema e test funzionali A valle dell’installazione, si è proceduto con l’inizializzazione del sistema, che è consistita nell’acquisizione e memorizzazione del codice ID di ogni pozzetto e dei dati del corrispondente elemento sensibile. I dati memorizzati sono propedeutici e funzionali alle successive ispezioni per la ricerca perdite. In questo modo, ogni volta che l’operatore effettuerà le operazioni di controllo, collegandosi ai connettori ospitati nella scatolo in plastica grande ospitata nel pozzetto (fig.4), sulla schermata dello strumento di ricerca perdite di cui sarà dotato, comparirà il codice corrispondente al punto di connessione e le relative informazioni (inclusi i dati relativi a precedenti ispezioni).

Cenni sulle modalità di utilizzo L’intervento descritto è stato funzionale a predisporre le condotte per le future attività di ricerca perdite. Quando si vorrà controllare l’eventuale presenza di perdite nelle condotte dotate del sistema S.I.M.P.Le., basterà collegare lo strumento di misura all’elemento di connessione ospitato nel pozzetto (fig.4). Il software presente nello strumento permette: • l’acquisizione del codice identificativo che permette il riconoscimento automatico dell’elemento sensibile associato allo specifico pozzetto di connessione e la relativa visualizzazione di una serie di informazioni, come dettagliato precedentemente • l’avvio della procedura di misura col metodo S.I.M.P.Le. per il controllo e l’eventuale localizzazione della perdite (fig.5)


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• la visualizzazione e localizzazione tramite le immagini satellitari di Google Earth dell’ubicazione del tratto di elemento sensibile, pozzetto di connessione e dei possibili punti di perdita (fig.6). L’ispezione di un tratto di condotta richiede approssimativamente 10 minuti.

Conclusioni Lo sviluppo e l’implementazione pratica del sistema S.I.M.P.Le. effettuata da AQP su 10 km di rete, oltre a costituire un’esperienza di innovazione unica, in quanto per la prima volta ed attraverso l’uso di una tecnica non convenzionale, si è dotata una rete idrica di un sistema integrato per il monitoraggio delle perdite, costituisce un esempio concreto di collaborazione sinergica fra mondo dell’industria, start up ed università.

Gli autori Nicola Costantino - n.costantino@aqp.it Professore Ordinario di Ingegneria Economico-Gestionale presso il Politecnico di Bari, di cui è stato Rettore da ottobre 2009 a settembre 2013. Dal 2014 è Amministratore Unico di Acquedotto Pugliese S.p.A.

6 - Immagine Google Earth, con l’indicazione del punto in cui è stata localizzata la perdita dal software di cui è dotato S.I.M.P.Le.

Andrea Cataldo - andrea.cataldo@unisalento.it Professore associato di misure elettriche ed elettroniche presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento. Egidio De Benedetto - egidio.debenedetto@unisalento.it Giuseppe Cannazza - giuseppe.cannazza@unisalento.it

Antonio De Leo - a.deleo@aqp.it

Antonio Masciullo - antonio.masciullo@unisalento.it

Marcello Miraglia - m.miraglia@aqp.it

Nicola Giaquinto - giaquinto@misure.poliba.it Professore associato di misure elettriche ed elettroniche presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione del Politecnico di Bari.


VENTITREESIMO PREMIO COMPASSO D’ORO ADI

AZIENDA:

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Giulio Iacchetti, Matteo Ragni

Giuria Anders Byriel, Presidente - Vivian Cheng - Stefan Diez - Giorgio De Ferrari - Mario Gagnon - Defne Koz - Paolo Lomazzi - Laura Traldi


Individuazione e localizzazione delle dispersioni d’acqua sulle condotte

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TECNOMB

TecnoMB è una società di servizi specializzati rivolti alle aziende che gestiscono il servizio idrico integrato. Grazie alla lunga esperienza e al supporto di operatori qualificati, l’azienda vanta ottimi risultati nelle fasi di ricerca sistematica delle perdite occulte con sistemi non invasivi ed è impegnata a definire metodologie e procedure per individuare tecnologie per il monitoraggio delle reti idriche. Nell’ultimo quadriennio ha eseguito monitoraggi su circa 10.000 km di reti idriche, per conto di società quali, ad esempio, Gruppo Hera SpA, Amiacque, EmiliAmbiente. Nel 2015, è impegnata con due società importanti di cui Hera SpA e MM SpA per il servizio di ricerca e localizzazione delle perdite occulte sulla rete idrica dell’acquedotto per le zone della Romagna e della città di Milano. L’attività di monitoraggio idrico è determinante per attivare una procedura specifica nelle zone in cui si opera. Per la fase relativa all’individuazione delle perdite occulte, un primo step è definito di macro localizzazione con dei sistemi “noise logger” posizionati a contatto su organi di manovra, valvole e allacci lungo la rete idrica. Il sistema di noise logger consente di registrare una serie di dati nelle ore notturne, in condizioni favorevoli: i consumi sono minimi e non vi sono rumori di fondo causati dal traffico che disturbano le attività di registrazione. Tutti i dati vengono poi scaricati attraverso un software e analizzati. I risultati consentono di avere una prima visione d’insieme e di individuare le zone che presentano possibili criticità. Nello specifico vengono esaminate le differenze di rumorosità a partire dai decibel alla verifica delle frequenze. Il secondo step prevede la “pre-localizzazione” con i sistemi acustici per l’accertamento e riscontro dei punti individuati come possibili criticità, utilizzando i geofoni come strumentazione. Terzo ed ultimo step è la localizzazione della criticità, intesa come una condizione sulla rete idrica derivante da perdite causate da rotture, trafilamenti, questi generati da mancata tenuta tra i vari elementi che compongono la condotta e ostruzioni interne delle condotte. L’insieme dei valori raccolti viene riconosciuto con l’ausilio di correlatori, i quali attraverso un software elaborano e analizzano le informazioni, definendo i possibili livelli di criticità. La possibile distanza della criticità verrà confermata con un’ulteriore analisi acustica in superficie tramite geofoni. Le attività svolte fino ad oggi dalle squadre specializzate di ricerca fughe acqua di TecnoMB hanno messo in evidenza con la localizzazione delle perdite, un rapporto medio di una ogni 8 km, con una percentuale di precisione del 98% (entro un metro).

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PUBBLIREDAZIONALE

BRANDES

Sistemi di monitoraggio per tubi preisolati Per il monitoraggio di tubi compositi termoisolati sono noti su come il filo deve scorrere nel tubo. La documentazione tre diversi sistemi di monitoraggio. Il sistema NiCr-Brandes del circuito richiede una precisa registrazione di come sta consiste di un filo sensore e uno di ritorno, collegati in modo venendo posato l’impianto così come le estensioni e le tale da formare un circuito di misurazione, con il quale si modifiche apportate alla rete esistente. monitorizza in modo preciso l’isolamento della tubazione. In questo settore ci sono numerosi offerenti di La realizzazione del circuito viene predeterminata con apparecchiature per il monitoraggio e la localizzazione estrema precisione dal produttore del sistema, in modo che anomalie, a causa di ciò il profitto ricavato dal sistema tutti i sistemi Brandes siano realizzati con lo stesso principio. nordico può variare notevolmente. La funzionalità del La funzionalità del circuito di misurazione si può misurare circuito di misurazione si può misurare immediatamente. immediatamente. Attraverso la misura della resistenza Attraverso la misura della resistenza elettrica fra il circuito elettrica fra il filo sensore e il tubo mediano possono essere di rame e il tubo mediano possono essere riconosciute riconosciute formazioni di umidità. La localizzazione di una formazioni di umidità. La localizzazione di una umidità umidità ravvisata nella schiuma coibentante può avvenire nella schiuma isolante avviene tramite la tecnica secondo il metodo della comparazione della resistenza in dell’impulso riflesso, non appena insorge la penetrazione modo preciso. Predominante è la localizzazione con largo dell’umidità. La capacità di localizzare un’umidità si riduce anticipo di umidità anche di lieve entità, prima della loro con l’aumento della distanza, dato che gli impulsi di misura espansione all’interno della tubazione indipendentemente ad alta frequenza vengono smorzati e ritardati nel tempo. dalla loro distanza dal punto in cui si esegue la misura. Come terza soluzione è noto il Sistema-HDW, che però è Per questo sistema il costruttore offre una vasta gamma limitato solo al monitoraggio delle muffole. Nei tratti delle di apparecchiature così come un software molto efficiente tubazioni si trovano fili di misura completamente isolati, per il controllo del sistema e per il collegamento in rete, ai quali sono collegati indicatori di umidità e deviatori che alleggerisce da faticose attività manuali il personale elettronici a T nei punti in cui è presente una diramazione utilizzatore. Tutti i costruttori di tubi forniscono il sistema con stacchi a T. La diffusione di Sistemi-HDW, a causa della originale Brandes. Nello stesso tempo vengono offerti i loro ridotta capacità, è piuttosto limitata. cosiddetti “sistemi nordici”, prodotti con fili di rame puro Le prove sui circuiti avvengono prevalentemente in non isolato. La maggioranza dei produttori di tubi fornisce modo decentrato attraverso misurazioni manuali. un filo di rame puro e uno di rame stagnato per differenziarli, Il riconoscimento degli indicatori umidi viene rilevato che altrimenti sarebbero tecnicamente identici. Per la dall’apparecchiatura centrale, la localizzazione avviene fabbricazione a T si sviluppano diversi manualmente per mezzo di un riflettometro a impulsi. RETEdegli DIstacchi DISTRIBUZIONE DIprincipi, CALORE DI UNA CITTÀ

Dispositivo centrale

MONITORAGGIO DELLE PERDITE

Unità periferica BS 12XX

Comunicazione tra dispositivo centrale e unità periferiche tramite cavo secondario, rete o fibra ottica

Unità periferica Unità periferica

Unità periferica

Unità periferica Sensori BRANDES

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Le reti di teleriscaldamento sono esposte ad elevate sollecitazioni meccaniche e termiche. L’insufficiente monitoraggio delle perdite porta molto spesso a scoprire i danni troppo in ritardo con conseguenti alti costi per le riparazioni ed alti costi risultanti. L’ esperienza pluriennale della ditta BRANDES offre supporto tecnologico durante la costruzione e messa in funzione dell’impianto con una vasta gamma di prodotti che armonizzano vicendevolmente in modo perfetto e servizi dedicati come: • • • •

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Nuove funzioni di registrazione e trasferimento dati di misura

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Il misuratore di portata elettromagnetico ad inserimento HydrINS 2 è stato ampliato con nuove funzionalità per una maggiore flessibilità operativa. Già noto per facilità d’impiego, ampio campo d’applicazione, alta precisione di misura anche per portate basse (a partire da 0,02 m/sec.) o molto variabili ed alimentazione autonoma a batterie tra di loro indipendenti, HydrINS 2 si rinnova offrendo come accessorio opzionale un’unità display esterna (in varie versioni) per un’immediata lettura di numerosi dati di misura, come ad esempio velocità media tubo, velocità puntuale, volume negativo/ positivo/totalizzato, vari tipi di allarmi, nonché per la raccolta dei dati di misura via SMS o GPRS (solo nella versione con datalogger). Tutti i modelli hanno in comune il display LCD retroilluminato comandato da pulsante, la costruzione leggera in policarbonato e ABS, un alto grado di protezione (IP 68) e una grande facilità d’installazione e di configurazione mediante il software WinFluid HYDREKA (RS232). Sono disponibili le seguenti versioni: Modello A. Viene fornito con due uscite a contatto per la gestione di allarmi basati sul superamento di valori limite o l’uscita dal campo di valori consentiti. Questa unità display è autoalimentata (grazie a batterie interne al litio con autonomia da 4 a 10 anni), ma può essere anche collegata ad una fonte di alimentazione esterna (20-28 V c.c.). Modello C. Impiegabile solo con una fonte di alimentazione esterna (20-28 V c.c.). Oltre alle 2 uscite a contatto, è dotata anche di 2 uscite da 4-20 mA e 4 uscite ad impulsi. Modello Logger-GPRS. Dotato di data logger e modem integrati, questo modello offre tre funzionalità: visualizzazione, registrazione e trasferimento dati di misura via SMS o GPRS. È inoltre disponibile un collegamento Bluetooth opzionale. Alimentato con batterie interne al litio, offre un’autonomia di 5 anni (impostazione standard con misurazione ogni 15 minuti ed invio di un SMS al giorno) che può raggiungere anche i 10 anni cambiando le impostazioni standard.

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Metodologia ed esperienza Da più di 30 anni, Acqua Suolo Aria ASA S.r.l. è impegnata nelle attività di ricerca delle perdite d’acqua per le maggiori aziende acquedottistiche presenti sul territorio nazionale, alcune delle quali si trovano a dover far fronte a percentuali di perdite medie del 30% con punte che toccano anche il 50%. L’azienda è in grado di svolgere attività di ricerca, fra le quali la localizzazione e individuazione delle condotte, che prevede l’utilizzo di una metodologia che si avvale delle attrezzature tecnologicamente qualificate di Fuji Tecom, azienda giapponese di cui ASA è agente di vendita esclusivo per il territorio nazionale. Questa metodologia, unita alla pluriennale esperienza, ha permesso all’azienda di ottenere risultati significativi: 15.500 perdite localizzate, con una media di 0,19 l/s cad. realizzando un recupero pari a circa 254 milioni litri/giorno di acqua in quasi 95.000 Km di rete idrica controllata. Merito, principalmente, delle aziende sensibili al contenimento delle perdite acqua lungo la rete idrica. La metodologia di ricerca dell’azienda si è sempre caratterizzata da una primaria fase di preascolto, determinante in quanto eseguita non in maniera esclusivamente strumentale ma attraverso un’attenta interpretazione dei rumori in rete effettuata dall’esperienza dei suoi operatori tramite strumenti di analisi del rumore stesso. Solo successivamente viene dato seguito alla fase di localizzazione tramite geofono e/o correlatore. Questo permette di individuare anche le perdite più difficili. Nel corso degli anni, ASA ha localizzato diversi tipi di perdite, su condotte metalliche e non, su diametri anche oltre i 500 mm e su adduttrici.

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È dal 1986 che operiamo nel settore del risanamento delle condotte fognarie, dell’acqua e del gas. In tutti questi anni abbiamo maturato un’efficace metodologia d’intervento, sperimentando con successo soluzioni mirate e tecnologie non distruttive sempre più evolute, come quelle recentemente utilizzate a Trieste. Nel capoluogo giuliano per l’ispezione e la profilatura del collettore fognario abbiamo adottato un nuovo sistema anfibio tecnologicamente avanzato, che in un solo passaggio di 2,6 km ha consentito di ottenere tutte le informazioni tecniche necessarie. > TIPOLOGIA: ISPEZIONE IN ESERCIZIO SUL COLLETTORE FOGNARIO MASSIMO DI TRIESTE > TRATTO: “ZONA ALTA”, DA PONADARES AL DEPURATORE DI TRIESTE (ACEGAS) > CONDOTTA: LUNGHEZZA 2600 m / DIAMETRO DN 2100-2300 mm > TECNOLOGIA: TELECAMERE CCTV / PROFILATURA LASER / PROFILATURA SONAR > RILEVAZIONI: LIVELLO MEDIO DELL’ACQUA, 715 mm DETRITI PRESENTI SUL FONDO, 189 m3 / CORROSIONE MEDIA PARETI, 38,5 mm

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2015

Il depuratore di EmiliAmbiente ottiene il marchio CE Sul depuratore di Ronco Campo Canneto (frazione di SissaTrecasali, provincia di Parma) campeggia da oggi il marchio CE: EmiliAmbiente SpA, gestore del servizio idrico integrato del Comune, ha ufficialmente rilasciato la dichiarazione di conformità CE dell’impianto ai sensi della Direttiva Europea 2006/42/CE (detta “Direttiva Macchine”). Si tratta di un’importante garanzia, ancora scarsamente diffusa in Italia, a tutela della sicurezza e della salute dei cittadini serviti dall’impianto. La Direttiva Macchine è infatti un insieme di regole - definite dall’Unione europea ed entrate in vigore nel 2009 - che si prefigge di stabilire i requisiti essenziali per la salute e la sicurezza relativi alla progettazione e alla costruzione delle macchine, per migliorare la sicurezza dei prodotti immessi sul mercato europeo. Il riconoscimento arriva a coronamento di un consistente intervento di potenziamento e ammodernamento dell’impianto, fortemente voluto dal Comune di SissaTrecasali e realizzato da EmiliAmbiente SpA. In passato, infatti, l’area a sud del Comune di Trecasali era dotata di due depuratori: uno, a servizio della frazione di Viarolo, scaricava le acque trattate nel canale Lornetto e quindi nel Lorno, nel cuore dei “Fontanili di Viarolo” (un’area naturalistica considerata di importanza comunitaria); l’altro raccoglieva gli scarichi di Ronco Campo Canneto e dell’area artigianale di San Quirico, immettendo poi le acque trattate nel canale Dugara di Mezzo. Nel 2012, in accordo con il Comune, EmiliAmbiente ha appaltato i lavori per la realizzazione di un collegamento fognario tra i due impianti (in parte in pressione e in parte in gravità) e per il potenziamento del depuratore di Ronco Campo Canneto, la cui capacità è così passata da 750 a 3000 abitanti equivalenti. L’intervento, elaborato dall’Ufficio Progettazione di

Il comparto ossidativo

EmiliAmbiente a firma del Geom.Adolfo Cardinale e dell’Ing. Alessio Rossi e conclusosi nel 2014 con un investimento complessivo di circa 700.000 euro, ha consentito di dismettere l’impianto di Viarolo, centralizzando il trattamento degli scarichi delle due frazioni e ottimizzando consumi, controlli e gestione. La direzione lavori è stata svolta internamente allo stesso Ufficio dal geom. Andrea Chiari che ci illustra l’intervento.

La nuova condotta fognaria In passato i reflui di Viarolo venivano raccolti da una rete di acque prevalentemente nere e convogliate all’impianto di depurazione dell’abitato con una condotta in PVC De315. Il progetto ha previsto di intercettare tale condotta prima dell’ingresso al depuratore e per mezzo di un sollevamento da realizzare all’interno dello stesso impianto, convogliarli per mezzo di una condotta in pressione di PE ad De160 PN10 di circa 950 m, la quale poi sfociando in un pozzetto di linea avrebbe convogliato i reflui attraverso una tubazione a gravità in PVC di diametro De315 (2120 ml) al depuratore di Ronco Campo Canneto. Il dimensionamento del sollevamento e dei diametri delle condotte ha tenuto conto dell’attuale portata e delle immissioni di acqua nera provenienti dalle future aree di espansione previste. L’intero tragitto ha una lunghezza complessiva di circa 3.070 m.

Il sollevamento di Viarolo Il sollevamento realizzato solleva l’intera portata dell’abitato di Viarolo e la immette nella condotta a gravità posta a circa 950 m dallo stesso. Per il dimensionamento delle pompe si è considerata la portata nera degli abitanti equivalenti attuali e futuri triplicata in considerazione delle possibili connessioni tra le reti nere con le reti bianche. In

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tal modo, anche in caso di pioggia l’impianto sarà in grado di sollevare la portata complessiva fino al raggiungimento della soglia di legge per l’eventuale sfioro in caso di pioggia.

Il nuovo depuratore di Ronco Campo Canneto L’impianto preesistente - dimensionato per 750 A.E - era di tipo biologico tradizionale composto dai seguenti comparti: sollevamento, grigliatura fine (rotostaccio), ossidazione (65,0 m3; sistema con diffusori d’aria cilindrici), sedimentazione e letti di essiccamento fanghi. L’impianto era anche dotato di generatore di corrente per le emergenze. Il progetto ha previsto il dimensionamento, considerando i futuri sviluppi sia della frazione di Viarolo che quelli di Ronco Campo Canneto, per 3.000 A.E. di un impianto biologico completo di comparto di denitrificazione-nitrificazione e di linea fanghi dotata di apposito ispessimento. Ecco i tratti salienti dell’intervento di potenziamento.

Il sollevamento

La vasca di denitrificazione/nitrificazione Particolare dei pannelli “Acqua Strip” montati su telaio estraibile

Sollevamento Presso la vasca di ricezione – cui afferiscono i rifiuti liquidi provenienti dalla rete fognaria - operano 3 pompe di sollevamento, di cui una ciclicamente in azione su comando di sonda di livello, la seconda a supporto e la terza interviene in condizioni di emergenza. Le pompe sono agganciate ad un’apposita catenella che ne permette il recupero dall’esterno dalla vasca con opportuno dispositivo di sollevamento meccanico. Grigliatura fine I reflui passano quindi per la macchina per sgrigliatura (rotostaccio) che rimuove i corpi solidi intrappolati nel dispositivo di cattura avente luce di filtrazione di 1.5 mm. Il materiale solido separato viene convogliato in un contenitore di raccolta per essere successivamente conferito al ciclo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Dissabbiatura La vecchia vasca di ossidazione è stata trasformata in dissabbiatura. la rimozione sabbie avviene per eliminare le particelle solide (con diametro non inferiore a 0.03 mm) che possono essere entrate nella rete fognaria, in particolare durante eventi meteorici con forte dilavamento del suolo. La rimozione avviene per sedimentazione indotta da un flusso di aria compressa per repentino calo dell’energia cinetica ed in particolare quando la velocità scende a circa 0.3 m/s. Nella vasca di dissabbiatura è presente il dispositivo Air Lift che raccoglie una miscela di sabbia e liquido che è immessa, mediante pompa pneumatica, nella macchina “classificatore sabbie”. La macchina procede quindi alla separazione delle sabbie dai reflui liquidi. I reflui sono immessi nuovamente nel ciclo di depurazione e le sabbie, opportunamente pulite da residui di materiale organico, sono raccolte in un contenitore per il successivo prelievo da parte di autocarri attrezzati.

Sedimentazione

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Denitrificazione/nitrificazione È stata posata una nuova vasca rettangolare in cemento armato prefabbricato, suddivisa da apposito setto divisorio,


in modo da realizzare un comparto di denitrificazione mt. 6,00 x 9,00 x h.4.50 dotato di mixer ed una sezione di nitrificazione (ossidazione) mt. 14,00 x 9,00 x h.4,50 completa di sistema di diffusione aria a bolle fini realizzato con pannelli rettangolari a membrana (acqua-strip) sostenuti da intelaiatura in profilati inox con possibilità di estrazione dall’alto. L’immissione di aria in pressione è garantita da 2 compressori comandati da Inverter. Il trattamento di denitrificazione avviene ad opera di batteri eterotrofi che riducono l’azoto dei nitrati in N2 ossidando i composti organici del carbonio in CO2. I due gas si liberano in atmosfera. Il trattamento avviene nella camera destra della vasca biologica prefabbricata. I liquami sono miscelati da un mixer. Nitrificazione/Ossidazione Il trattamento di nitrificazione/ossidazione avviene ad opera di batteri autotrofi che ossidano i composti azotati quali NH3 e NH4+ in ioni NO2- e NO3-. Il trattamento avviene nella camera sinistra della medesima vasca biologica prefabbricata. Per fornire il necessario apporto di O2 viene insufflata aria compressa attraverso pannelli aeratori di posti sul fondo della vasca e alimentati da soffianti. I pannelli sono agganciati ad appositi telai estraibili operando dall’esterno della vasca. Per denitrificare i nitrati prodotti in questa vasca ed eliminare N2, parte dei liquami viene reimmessa nella precedente vasca mediante pompa di ricircolo (Mixer liquor). Sedimentatore Presso la vasca di sedimentazione avviene la separazione dei fiocchi di fanghi attivi e di altro materiale solido particellare provenienti dalla vasca di ossidazione biologica. Qui opera un carro ponte che, mediante un raschiatore rotante, rimuove il fango depositato sul fondo e le schiume in sospensione sulla superficie. I fanghi vengono raccolti nel fondo della vasca da dove sono convogliati verso il pozzetto di ricircolo fanghi. Le schiume sono drenate al di fuori della vasca attraverso lo scum box e convogliate verso il pozzetto di raccolta. L’acqua chiarificata fuoriesce dal bordo di sfioro perimetrale e viene inviata alla vasca di controllo e disinfezione. Ricircolo fanghi e raccolta schiume In prossimità del sedimentatore è stato realizzato un apposito pozzetto per la raccolta ed il ricircolo dei fanghi e in adiacenza il pozzetto per la raccolta delle schiume con pompa di estrazione. Ispessimento fanghi Nella vecchia vasca di sedimentazione mt. 3,50 x 3,50 x h.3,50 è stato realizzato l’ispessitore fanghi, mentre sono stati e demoliti i letti che risultavano di difficile gestione. Clorazione È stata realizzata una vasca di contatto, in adiacenza al pozzetto di prelievo, che verrà utilizzata in caso di emergenza con impianto di dosaggio di acido peracetico trasportabile.

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Manutenzione sulle tubazioni in cemento-amianto di Adriano Paolo Bacchetta - Studio Consulenze Industriali La presenza di amianto nella rete idrica nazionale è legata all’ampio utilizzo in edilizia e idraulica sino al 1986 (promulgazione dell’ordinanza del Ministero della Sanità 26/6/86 che, in recepimento della direttiva europea 83/478, limita l’immissione nel mercato e l’uso della crocidolite). Con il DPR 215 del 1998 fu esteso il campo delle restrizioni a tutti i tipi di amianto impiegati in alcune specifiche tipologie di prodotti e ne fu vietata l’applicazione a spruzzo definendo anche le disposizioni per l’etichettatura dei prodotti contenenti amianto. Solo nel 1992 con la legge n. 257 furono messi al bando tutti i prodotti contenenti amianto. Tuttavia questa legge rimandava alla successiva emanazione di una lunga serie di dispositivi attuativi che, per la loro complessità e il ritardo con cui sono stati emanati, sono stati causa d’incertezze nell’attuazione delle disposizioni previste per disciplinare il problema. Nel DM 6 settembre 1994 sono presenti i principi per la valutazione del rischio, la sicurezza durante gli interventi di bonifica, le metodologie per le indagini di laboratorio. I materiali contenenti amianto sono distinti in friabili (sbriciolabili con la semplice pressione manuale) e compatti (sbriciolabili solo con l’impiego di attrezzi meccanici). La valutazione del rischio si basa principalmente sull’ispezione visiva dei materiali contenenti amianto, classificabili come: • integri non suscettibili di danneggiamento, per i quali non è necessaria la bonifica, ma l’attivazione di un programma di controllo e manutenzione • integri suscettibili di danneggiamento, per i quali occorrono provvedimenti stabiliti nell’ambito del programma di controllo e manutenzione, con l’eventualità di una bonifica a medio termine, in caso d’impossibilità di ridurre il pericolo di danneggiamento • danneggiati, per i quali sono necessari interventi specifici da attuare in tempi brevi quali il restauro dei materiali in sede o la bonifica. La prima cosa che si nota analizzando il contesto legislativo,

è uno specifico orientamento verso tipologie di manufatti che nulla hanno a che fare con le tubazioni di cemento amianto (CA), caratterizzabili come materiali compatti, integri e non suscettibili di danneggiamento, almeno fino a quando restano interrati. Considerata l’ampia estensione delle reti di raccolta degli scarichi e distribuzione di acqua potabile realizzate con tubazioni in CA, circa 125.000 chilometri censiti a tutto il 1983, molte aziende del settore idrico integrato si trovano a dover intervenire sulle reti, soprattutto per interventi di manutenzione conservativa delle tubazioni interrate, anche in considerazione della specifica situazione di crisi economica che ha eroso i fondi disponibili per investimenti di bonifica.

Il convegno Lo scorso aprile presso l’Università dell’Insubria a Varese si è tenuto il convegno La manutenzione delle reti idriche in cemento-amianto e le attività in ambienti sospetti di inquinamento o confinati D.P.R. 177/2011. Nel corso dei lavori, sono state riportate esperienze di chi è chiamato alla tutela dei lavoratori per la potenziale esposizione alle fibre di amianto ma, e questo è il problema, seguendo regole e disciplinari che sono stati pensati per manufatti diversi dalle tubazioni interrate e che, inoltre, trovano applicazioni diverse e non omogenee a livello nazionale. Nel corso del suo intervento, oltre a illustrare le ragioni storiche della scelta delle tubazioni in CA, il Prof. Iannelli – Professore emerito dell’Università di Pavia - ha fatto riferimento anche al problema ambientale che verrebbe a generarsi nel caso s’ipotizzasse la rimozione di tutto il materiale interrato, tenuto conto della necessità di stoccare il materiale in modo controllato e che si tratta di materiali difficilmente distruggibili. Attualmente esiste una carenza d’impianti che trattano i Rifiuti Contenenti Amianto (RCA), prodotti dalle attività di bonifica in essere, con il tradizionale smaltimento in discarica. Sebbene esistano diverse tecniche d’inertizzazione, il ritardo nell’attuazione di

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una strategia complessiva di gestione del problema, anche a causa dell’opposizione dell’opinione pubblica, sia per dubbi sull’efficacia dei trattamenti, sia le importanti condizioni al contorno, quali la gestione dei RCA dalla ricezione alla fase di trattamento e il controllo delle emissioni in atmosfera di tipo diffuso, non ne hanno consentito lo sviluppo. Il Dott. Lucio Calderini dell’ASL di Varese ha quindi illustrato i meccanismi e i tempi di latenza con i quali si sviluppano le patologie da amianto nelle diverse sedi corporee. Ha inoltre trattato il tema concernente la qualità e sicurezza nel consumo dell’acqua potabile condotta attraverso tubazioni in CA. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, tenuto conto degli studi internazionali su popolazioni esposte, nell’anno 1994 ha pubblicato il documento “Direttive di qualità per l’acqua potabile” che nel Volume 1 Raccomandazioni riporta che: Non esiste dunque alcuna prova seria che l’ingestione di amianto sia pericolosa per la salute, non è stato ritenuto utile, pertanto, stabilire un valore guida fondato su delle considerazioni di natura sanitaria, per la presenza di questa sostanza nell’acqua potabile. Il rilascio di fibre da tubazioni o cassoni in cemento-amianto dipende dalla solubilizzazione della matrice cementizia, dovuta alla sottrazione di ioni calcio: le fibre possono essere liberate e cedute all’acqua. Il loro rilascio è causato dalla natura dell’acqua condottata e dalla sua aggressività; inoltre è influenzato dalla temperatura, l’ossigeno disciolto, il contenuto di solidi sospesi, la turbolenza e la velocità dell’acqua. Nella Circolare del Ministero della Sanità n. 42 dell’1.8.86 pubblicata sulla G.U. n. 157 del 9.7.1986 è suggerito un indice di aggressività dell’acqua da usare come riferimento per l’individuazione delle situazioni in cui potrebbe aversi rilascio in acqua di fibre dalle tubazioni in cemento-amianto. Per la sicurezza degli addetti alle attività di manutenzione, nei casi di sostituzione sia parziale che totale dei manufatti, i criteri di valutazione e di bonifica da considerare sono quelli indicati al punto 2 del D.M. 6.9.94, adattandoli alle particolari tipologie dei manufatti presi in esame. L’Ing. Sergio Clarelli, Presidente di Assoamianto, ha illustrato gli aspetti della normativa applicabile alle attività di manutenzione che coinvolgono tubazioni in CA e le relative difficoltà, anche con riferimento al previsto confinamento, tipico delle attività indoor su materiale friabile. Le modalità operative, in caso d’interventi su tubazioni interrate in CA, sono riassumibili in (elenco indicativo e non esaustivo): • aree temporaneamente delimitate e segnalate • opere provvisionali per protezione rischio di caduta • bagnatura delle tubazioni o trattamento della superficie • le tubazioni devono essere rimosse evitando rotture • le tubazioni non devono essere riutilizzate • limitazione del numero dei lavoratori esposti • evitare eccessiva polverosità • protezione: Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) respiratori, indumenti protettivi e calzature • efficace pulitura degli attrezzi utilizzati • scrupolosa pulizia delle parti esposte • uso corretto dei mezzi di protezione • divieto di consumo di pasti o bevande e di fumare • rispetto norme di cui al Testo Unico Sicurezza (D.Lgs. n. 81/2008 - D.Lgs. n. 106/2009)

• confezionamento delle tubazioni con teli di polietilene • minimo tempo di stoccaggio in loco. Per l’impiego dei DPI, oggetto della relazione del Dott. Alberto Spasciani, Presidente di Assosistema Safety, il D.Lgs. 81/08 fissa in 0,1 fibre per centimetro cubo di aria, misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore, il valore limite di esposizione per l’amianto; i Datori di lavoro devono provvedere affinché nessun lavoratore sia esposto a una concentrazione di amianto nell’aria superiore. Se l’esposizione non può essere ridotta e per rispettare il valore limite, è necessario l’uso di un dispositivo di protezione individuale delle vie respiratorie con fattore di protezione operativo adeguato alla concentrazione di amianto nell’aria, tale da garantire all’utilizzatore che l’aria filtrata presente all’interno del DPI sia non superiore a un decimo del valore limite ovvero 0,01 fibre per centimetro cubo di aria. Poiché il valore del Fattore di Protezione Operativo dei DPI respiratori è 4, 10, 30 a seconda che si tratti di facciale filtrante o semimaschera rispettivamente di classe P1, P2, P3, è evidente l’importanza della conoscenza del valore di fibre di amianto in aria per scegliere la classe di protezione adeguata e il DPI idoneo. I problemi applicativi del DPR 177/2011 e le attività legate agli interventi sulle tubazioni in CA sono stati oggetto dell’intervento dell’Ing. Adriano Paolo Bacchetta, coordinatore di www.spazioconfinato.it, che ha ribadito come all’origine degli incidenti nelle attività negli ambienti sospetti d’inquinamento o confinati, si evidenzia quasi sempre una strutturale grave mancanza delle più elementari regole di sicurezza e consapevolezza dei rischi. Sono indispensabili un’adeguata attività d’informazione/ formazione e l’addestramento di tutto il personale. Ciò detto, è però fondamentale poter definire strumenti concettuali e operativi adeguati per eseguire un’approfondita e corretta valutazione dei rischi, identificare un percorso di training efficace, prevedere l’impiego di attrezzature idonee e svolgere una corretta programmazione di tutte le fasi operative codificando le operazioni da porre in essere anche in condizioni di emergenza. La pianificazione degli scenari di emergenza è molto importante, tenuto conto che nel caso di alcuni casi tragici (depuratore Mineo, Truck Center, ecc.) la successione degli interventi ha portato l’incidente iniziale a concatenare una serie d’impossibili azioni di soccorso che si sono tradotte in un incremento del numero delle vittime. Assume rilevanza anche la diversa modalità operativa con la quale differenti ASL sul territorio nazionale applicano la normativa vigente in tema di attività in presenza di manufatti interrati in CA. Questo comporta il disorientamento delle aziende che, in caso di struttura diffusa e ubicazione pluriregionale, si trovano a non poter definire una modalità operativa/procedurale univoca a livello di gruppo. Alcune grandi aziende hanno svolto specifiche ricerche e definito procedure d’intervento standard che hanno dimostrato, mediante specifici campionamenti d’area, l’assenza di aerodispersione di fibre di amianto durante gli interventi di semplice manutenzione o anche di sostituzione d’intere tratte di tubazioni. Questo patrimonio di conoscenza, purtroppo non condiviso, è vanificato dalla posizione di alcuni Enti di vigilanza che chiedono l’applicazione rigida e integrale del protocollo amianto, rifiutando sia l’applicabilità delle modalità


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operative consentite in ambito ESEDI, sia l’applicazione delle procedure operative aziendali sviluppate secondo le modalità sopra descritte. Sempre in tema di applicazione del DPR 177/2011, l’intervento dell’Avv. Irene Visconti ha delineato il ruolo di una nuova figura introdotta dal Decreto: il Rappresentante del Datore di lavoro committente. Questo nuovo soggetto deve essere a conoscenza dei rischi presenti nei luoghi in cui si svolgono le attività lavorative e deve vigilare sulle attività svolte dai dipendenti dell’appaltatore o dai lavoratori autonomi, per limitare il rischio da interferenza delle lavorazioni che si svolgono contestualmente o che si susseguono senza soluzione di continuità le une con le altre nel medesimo ambiente di lavoro. L’Avv. Gianluca Paglia ha illustrato gli orientamenti giurisprudenziali in tema di attività in presenza di MCA e portando ad esempio alcune sentenze. Il Geom. Carolina Noielli di ASMare e l’Ing. Valeria Dal Borgo di AIMAG, testimonial di aziende del settore idrico integrato, hanno illustrato le rispettive esperienze in tema di gestione delle attività di manutenzione sulle condotte in CA e le procedure operative aziendali predisposte per tutelare la sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente. Entrambe hanno anche evidenziato il problema della gestione delle attività con il ricorso a imprese terze: questo comporta la verifica del possesso sia dei requisiti tecnico- professionali, sia dei requisiti di qualificazione a operare in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (DPR 177/2011 art. 2 C1), inoltre l’azienda dev’essere in possesso di adeguata abilitazione mediante iscrizione all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali

nella categoria 10° e nella categoria 5° per i soggetti che eseguono l’attività di raccolta e trasporto rifiuti pericolosi. Il Dott. Alessandro Vedani di Vedani Italsae, ha quindi posto l’accento sulle misure e attrezzature tecniche di contenimento disponibili per attività in presenza di MCA. Al termine delle relazioni e in corso di dibattito con il pubblico, è stato annunciato l’avvio di un tavolo di lavoro che, grazie alla collaborazione dei rappresentanti delle aziende del settore idrico integrato, sia in grado di sviluppare una procedura operativa condivisa che specifichi quali siano le misure di sicurezza necessarie per garantire la salute e sicurezza degli operatori e la tutela dell’ambiente. Tale attività, sarà finalizzata all’elaborazione di una prassi di riferimento in ambito UNI e/o una buona prassi identificata, ai sensi dell’articolo 6 D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. come soluzione coerente con la normativa vigente e con le norme di buona tecnica, che potrà essere validata dalla Commissione Consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro. L’autore Adriano Paolo Bacchetta Laureato in Ingegneria Chimica al Politecnico di Milano, ha maturato esperienza operando per importanti aziende multinazionali. Svolge la sua attività di Management Consultant come titolare dello Studio Consulenze Industriali. È Presidente dell’European Applied Interdisciplinary Research Center for Safety Parma e coordinatore del sito www. spazioconfinato.it.


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La gestione di Eau de Paris L’acqua pubblica di Parigi è definita nelle campagne di comunicazione “Ouvrez un grand cru” che, alla moda parigina, è un invito ad aprire una bottiglia di una buona annata. Con 3 milioni di consumatori di cui 94 mila utenti e un tasso di soddisfazione del 94%, Eau de Paris, azienda in house che gestisce la distribuzione dell’acqua di rete nella capitale francese, ha partecipato all’incontro organizzato dal Gruppo CAP e da altre sei aziende idriche pubbliche lombarde (BrianzAcque, Uniacque, Padania Acque, Lario Reti Holding, SAL – Società Acqua Lodigiana, e Pavia Acque) per lanciare la nascita della joint venture Water Alliance. Eau de Paris, ritornata ad una gestione pubblica dopo un periodo in cui il servizio idrico a Parigi è stato in mano ai privati, rappresenta un esempio virtuoso di società in house. Per capire meglio di cosa stiamo parlando è giusto fornire qualche dato.

Régine Engström Direttore Generale di Eau de Paris

Produzione

478 000 m3j di acqua potabile erogati quotidianamente 6 impianti di trattamento dell’acqua potabile 200.000 m3j di acqua non potabile erogati quotidianamente 12 serbatoi 1.200 punti di distribuzione pubblica di acqua potabile a Parigi 62 criteri di analisi di potabilità 1.000.000 di misure di controllo qualità.

Patrimonio

470 km di rete di acquedotto 2.100 km di canalizzazione dell’acqua potabile 1.900 km di canalizzazioni di acqua non potabile.

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La

storia della distribuzione dell’acqua a

lontano, si veda l’acquedotto

Parigi parte da Medicis del 1613 e quello della

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Per Eau de Paris due punti sono essenziali: l’acqua è un bene universale e vitale e per questo è il pubblico che deve gestirla, al fine di offrire l’acqua migliore al miglior costo possibile. Per assicurare ciò risulta quindi imprescindibile una gestione rigorosa attraverso un servizio tecnico performante. Così come è necessario un alto livello di investimenti per continuare ad offrire una rete efficiente di cui i beneficiari sono i parigini.

La corte dei conti ha rilevato un crescente divario tra le previsioni di rinnovamento e i lavori effettivamente eseguiti. Oltre a un aumento costante del prezzo dell’acqua fatturata per ogni utente.

2008/2009 riorganizzazione 2008-2009 : Une réorganisation menée dans un temps contraint

L’osservatorio parigino dell’acqua Si tratta di una vera e propria democrazia partecipativa creata nella città di Parigi. Raggruppa i rappresentanti eletti dagli utenti della città, quelli istituzionali oltre a imprenditori, sindaci, universitari, ricercatori e vari altri esperti del settore. Un luogo di informazione, incontro e dibattito.

Organizzazione a Parigi fino al 2008

Comparazione del ciclo/unico operatore

La gestion de l’eau à Paris de 1985 à 2008

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L’ensemble de la chaine du cycle de l’eau confié à un opérateur unique

• Contrôle de la collectivité faible • Eclatement des compétences • Emiettement des responsabilités • Organisation illisible pour l’usager

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Dal 1985 al 2008 una gestione poco chiara affidata ai privati Un resoconto presentato dai delegati dell’audit finanziario nel 2001 ha rilevato un costo superiore del 25/30% rispetto al rapporto del costo totale per ogni utente.

Eau de Paris ha ritenuto che le competenze fossero la chiave per il successo aziendale. Per questo fine ha scelto di riunire le professionalità che prima della riforma erano distribuite tra i vari soggetti. In questo modo, attraverso una gestione e un controllo trasparenti, è stato siglato un contratto tra il Consiglio di Parigi e la Governance che ha fissato una serie di obiettivi da raggiungere.

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• Vocazione ecologica Acqua ed energia, protezione della risorsa e biodiversità, adattamento ai cambiamenti climatici, sviluppo di utilizzo della risorsa acqua non potabile. • Mantenimento di un prezzo equo Attraverso la fusione di questi valori: servizio pubblico di solidarietà acqua, responsabilità, gestione sostenibile, alte prestazioni.

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In primo piano il controllo del prezzo dell’acqua e una garanzia di qualità nel servizio fissata su punti precisi come: • Una ingegneria forte che assicuri prestazioni della rete e delle sue strutture attraverso un programma pluriennale di politica di investimenti e innovazione • Accesso all’acqua delle famiglie in difficoltà • Attraverso la sperimentazione di tariffe sociali

France Eau Publique Include l’autorità dei trasporti, tra cui servizi idrici e igienico sanitari che sono sotto la gestione pubblica. È composta da 37 membri per circa 9,5 milioni di abitanti.

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Aqua Publica Europea è l’associazione internazionale delle aziende pubbliche dei servizi idrici. Fondata nel 2009, è partecipata da 50 membri, (operatori + 4 associazioni nazionali) per un totale di 8 Paesi diversi e circa 80 milioni di cittadini. Oltre a promuovere l’alto livello della gestione pubblica dell’acqua, si offre come piattaforma di confronto fra tutti gli operatori che possono mettere a patrimonio comune le proprie esperienze.

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Monitoraggio attivo degli scolmatori di Prato e Pistoia Publiacqua Spa è nata nel 2002 attraverso la fusione di 2 gestori pre-esistenti e di 23 comuni che gestivano direttamente il servizio idrico. Nel 2003 è stata acquisita la Divisione Acqua di Fiorentinagas (gruppo Eni). Il territorio servito comprende 49 comuni all’interno delle province di Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo e conta oltre 1.200.000 abitanti. Da tempo la società si è posta questi obiettivi: • miglioramento degli strumenti di conoscenza della rete fognaria attraverso i quali è possibile intervenire in maniera articolata nel territorio anche ai fini di ridurre il rischio idrogeologico per le popolazioni, gli insediamenti e le infrastrutture. • Gestione ottimizzata del personale operativo formato per luoghi confinati tramite il progetto WFM. • Monitoraggio continuo degli scolmatori, sia con tempo secco (senza piogge) che con tempo piovoso ai fini del rispetto della normativa D.Lgs. 152/06, degli accordi definiti in sede locale e delle autorizzazioni rilasciate dagli organismi provinciali. Si tratta di nuova applicazione: prima non esisteva nessun sistema di monitoraggio degli scolmatori e gli eventi erano segnalati dal numero verde oppure dall’autorità competenti al controllo. Questa nuova attività ha consentito un monitoraggio continuo con tracciabilità degli eventi negli scolmatori di piena in una rete fognaria di tipo misto, consentendo una più approfondita conoscenza della stessa e la salvaguardia dell’ambiente; mentre l’allarme istantaneo in caso di passaggio allo stato attivo dell’evento consente il monitoraggio in tempo reale dell’andamento all’insorgere dello scolmo. Il posizionamento sotto il livello stradale e l’alimentazione a batteria al litio potevano rappresentare delle criticità nell’applicazione: tali problematiche sono state risolte grazie alla customizzazione di ogni sito.

Il sistema installato Tra il 2013 ed il 2014 sono stati installati 82 data loggers SOFREL LT sia con sensore CNPA, sia con sensore ad ultrasuoni. Viene così monitorato il livello del refluo nello scolmatore di piena, utilizzando le soglie di allarme. È prevista l’installazione di ulteriori 20 data loggers nel 2015 con comunicazione via GPRS e dati gestiti dallo SCADA Wonderware InTouch via OPC Server.

Il funzionamento del sistema Il data logger è stato programmato per avere un risveglio giornaliero; al momento del risveglio vengono inviati i dati archiviati a bordo del data logger (archiviazione ogni 5 minuti) allo SCADA. I dati ricevuti vengono gestiti per monitorare l’andamento dello scolmatore. Al superamento della soglia di livello, il data logger genera un allarme che viene gestito dal centro di supervisione e invia un avviso/ ordine SAP al responsabile operativo che valuta il da farsi. L’utilizzo della funzione “Deroga” del data logger abbassa l’archiviazione dai 5 minuti standard a 1 minuto per avere informazioni più dettagliate al momento che si attiva la condizione di allarme.

Risultati

È possibile il monitoraggio continuo, con tracciabilità degli eventi negli scolmatori di piena, in una rete fognaria di tipo misto che consente l’approfondita conoscenza della stessa e la salvaguardia dell’ambiente. Allarme istantaneo in caso di passaggio allo stato attivo dell’evento (scolmazione). L’apparato IP68, in grado di essere installato con estrema semplicità, è di facile manutenzione. A due anni dalla messa in esercizio dei primi data loggers nelle 82 installazioni ad oggi presenti nel territorio non sono state rilevate criticità.

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Tre innovative soluzioni Supporta la pianificazione dei progetti e la ricerca di informazioni specifiche sui prodotti. Il software aiuta a trovare la valvola giusta per l’impiego previsto, per determinare idonei diametri nominali per portate specifiche e progettare sistemi senza cavitazione. Oltre al miglioramento e completamento di sezioni già presenti - la sezione multimediale è stata integrata con i nuovi disegni 3D - è possibile trovare sezioni completamente nuove.

Nuova app VAG DigiFlange

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È ora disponibile gratuitamente su App Store e Play Store. L’applicazione permette di calcolare in modo facile e veloce le dimensioni delle flange, lo scartamento delle valvole e le dimensioni delle condotte. Utilizzando la rotellina di scorrimento, sarà ora possibile selezionare il materiale desiderato ed i valori nominali di diametro e pressione. Si

possono usare i tre tasti sopra i valori mostrati per scegliere le connessioni delle flange, la lunghezza della valvola e le dimensioni della condotta, e impostarle. Per ottenere una figura esplicativa, basta toccare un campo dei risultati.

Applicazione VAG FlowCalculator L’applicazione è disponibile anche per dispositivi Android. FlowCalculator permette di calcolare la portata in riferimento ai diametri nominali delle tubazioni o della velocità, in modo semplice e veloce. È possibile gestire i valori nelle rappresentazioni grafiche a tre dimensioni cambiando numericamente i valori. Inoltre, nell’applicazione è integrato un convertitore di unità di misura, come ad esempio aree, dimensioni, lunghezze, temperature, frequenze, pressioni. FlowCalculator è disponibile in tedesco ed inglese per smartphone e tablet su Google Play Store e App Store.

RACI

Regolatore elettronico per volumi dei serbatoi Una gestione avanzata dei volumi accumulati nei serbatoi richiede la possibilità di modularli in armonia e in funzione delle variabili dell’intero sistema di distribuzione d’acqua. Con questo obiettivo Raci propone le idrovalvole con regolatore elettronico D22 come strumenti per realizzare le potenzialità dei moderni sistemi di monitoraggio e controllo degli impianti. La variazione delle scorte idriche in funzione dell’andamento temporale della richiesta costituisce un obiettivo da raggiungere con i tradizionali sistemi che utilizzano piloti idraulici o galleggianti meccanici. Le idrovalvole con gestione elettronica prodotte da ClaVal si rivelano un’evoluzione della valvola automatica perché ne espande la flessibilità conservando immutate le tradizionali caratteristiche e prestazioni. Il regolatore elettronico di ultima generazione D22 è un’apparecchiatura che esegue predefinite ValvApps™ (l’equivalente delle applicazioni per i tablets) la cui peculiarità è quella di essere un centro di controllo racchiuso in un piccolo box a tenuta stagna. Un aspetto innovativo del regolatore D22 è costituito dal sistema versatile di comunicazione a distanza che gli permette di acquisire o trasmettere informazioni e dati con, o da, località remote attraverso altri regolatori o direttamente con i server del gestore. Il D22 comanda la valvola di regolazione per mezzo di elettrovalvole o di un attuatore variandone l’efflusso in funzione della variazione del livello nel serbatoio. Permette anche di variare la portata d’acqua addotta in funzione dell’orario, del calendario o di altri eventi. I parametri di regolazione e quelli misurati dai sensori ad esso collegati (livello, portata, dosaggi, ecc) sono visualizzati tramite un display a colori. Le diverse impostazioni possono essere facilmente configurate dall’utente tramite una pulsantiera elementare. Tramite il regolatore D22 le valvole automatiche ClaVal possono modulare gli invasi ed interagire con l’intero sistema idraulico di cui fanno parte.

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Chi può intercettare gasdotti in assoluta affidabilità? fornire valvole efficienti per condotte a bassa pressione? trasformare le conoscenze pratiche in innovazione?

Noi possiamo. Da molti anni, le valvole VAG soddisfano requisiti rilevanti per la sicurezza in gasdotti a lungo raggio, tubazioni industriali e reti di fornitura gas. Abbiamo esperienza e progetti realizzabili nel vostro settore. www.vag-group.com · we move water

Gas



Nuova gamma di attuatori

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GRUPPO AUMA

TASCO

Tubi, raccordi e valvole per trasporto fluidi

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Lo scorso maggio in occasione della prima edizione di IVS - Industrial Valve Summit 2015, manifestazione dedicata alla filiera delle valvole industriali, il Gruppo AUMA ha presentato una nuova serie di attuatori a marchio SIPOS Aktorik. La serie SIPOS 7 presenta innovazioni rivoluzionarie, che consentono di migliorare la flessibilità e la funzionalità delle tecnologie di azionamento: • display a colori di grandi dimensioni di SIPOS 7 è una novità per gli attuatori elettrici. Progettato per facilitare la lettura, tutte le informazioni essenziali sono visibili e configurabili dall’utente in differenti lingue. Le istruzioni per la configurazione e il comando dell’attuatore sono fornite step-by-step e supportate da semplici animazioni. • Controllo totale: il Drive Controller consente di azionare l’attuatore in maniera facile ed intuitiva. I comandi sono gestiti da un singolo “joystick” multifunzionale e non intrusivo. Il Drive Controller facilita l’utilizzo dell’attuatore in qualsiasi operazione, mentre le password di accesso multilivello assicurano un funzionamento a prova di manomissioni. • Interfaccia USB: con il nuovo SIPOS 7 le procedure di configurazione possono essere effettuate senza collegamento ad una rete elettrica, utilizzando una batteria portatile o USB. Set-up e gestione dei file di log sono inoltre semplificati tramite la porta USB di interfaccia. La gamma di prodotti SIPOS 7 include i modelli Ecotron, Profitron e l’attuatore di regolazione HiMod. La nuova serie SIPOS 7 rappresenta per il brand SIPOS AKTORIK - dal 1999 di proprietà del Gruppo AUMA - AUMA - un importante sviluppo per la rinomata gamma di prodotti SIPOS, da sempre caratterizzata dall’innovativo utilizzo di inverter integrati nell’elettronica dell’attuatore. Costruita secondo i migliori standard tedeschi in termini di qualità, robustezza e ingegneria, la linea SIPOS 7 sarà in grado di attirare l’attenzione del comparto internazionale dei sistemi di controllo per valvole, in particolare per quanto riguarda il mercato dell’energia e tutte le applicazioni di regolazione. I nuovi attuatori SIPOS 7 saranno disponibili a partire dall’estate 2015. L’attuatore elettrico SIPOS 5 ed i pezzi di ricambio per SIPOS 5 continueranno ad essere disponibili.

TASCO S.r.l. con sede a Carasco (GE) è un’azienda commerciale e di servizi che, dal 1991, commercializza raccordi, valvole e tubi per acquedottistica, agricoltura, industria, edilizia, piscine ed irrigazione residenziale con distribuzione autorizzata RAIN BIRD e FIBERPOOL. L’azienda dispone di tre magazzini di stoccaggio merce per una superficie coperta di circa 2000 m2 e offre assistenza tecnica e un servizio di consegne 24 ore su 24. L’attività di TASCO è rivolta sia all’estero che sul mercato nazionale, con consegne in Europa, Africa, Medio Oriente ed America Latina, ricercando le soluzioni di trasporto più rapide e convenienti in base alle esigenze del cliente. Tra i prodotti più innovativi, l’azienda distribuisce il sistema NETVITC SYSTEM® che permette il collegamento immediato di componenti differenti in materiale plastico, sfruttando un unico sistema di giunzione. Questo si traduce in un risparmio di tempo e in una riduzione del peso dovuta all’estrema leggerezza dei suoi componenti rispetto a quelli tradizionali. La polivalenza del sistema NETVITC SYSTEM® permette di risolvere innumerevoli problematiche di assemblaggio dei componenti ridotti nel numero, a vantaggio di una maggiore rapidità di installazione. Prodotti di punta sono la valvola a farfalla con attacchi in PVC o PE - a scelta - e la valvola di ritegno con visore trasparente che permette di tenere sotto controllo il flusso e la funzionalità dell’impianto. I collari di presa per grandi diametri BISAGRA sono stati progettati per venire incontro alle esigenze dell’installatore: nella realizzazione di collettori di maggiore snellezza, il montaggio del collare sulle tubazioni avviene rapidamente e in modo sicuro direttamente in loco. TASCO dispone anche di un’ampia gamma di prodotti, quali valvole a sfera, valvole di ritegno di svariate tipologie per tutte le esigenze, valvole automatiche in PVC e metallo, giunti multi diametro in ghisa sferoidale, tubi semirigidi rinforzati di diametro esterno fino a 125 mm e una vasta gamma di accessori e collanti.

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Sistema a doppia parete per la salvaguardia ambientale

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NUPIGECO

ELOSMART è un sistema di tubi e raccordi elettrosaldabili doppia parete in PEAD (Polietilene ad Alta Densità) per applicazioni industriali, dove la semplicità della tecnologia a elettrofusione ELOFIT si applica ai sistemi doppia parete per la prevenzione degli sversamenti inquinanti accidentali per rottura o cattiva giunzione. Il sistema presenta una gamma completa fino alla massima dimensione della tubazione primaria 160 mm. I tubi e raccordi ELOSMART permettono un’installazione sicura, offrendo la possibilità di monitorare l’intercapedine per la rilevazione delle perdite tramite valvole di prova presenti sul raccordo. Il sistema è conforme alla norma EN ISO 15494 che regolamenta i requisiti dei materiali plastici per le applicazioni industriali. La caratteristica principale del sistema ELOSMART è l’elevata qua­lità e affidabilità della saldatura, ottenuta grazie alla tecnologia di unione per elettrofusione. La tecnologia funziona grazie alla presenza di resistenze elettriche incorporate all’interno dei raccordi e collegate ai capicorda esterni. Al passaggio di ener­gia elettrica, queste resistenze generano il calore necessario alla fusione del polietilene. L’energia è trasmessa in maniera diret­ta limitatamente alle superfici di contatto del raccordo con il tubo, determinandone la termofusione. A raffreddamento avvenuto, si ottiene un collegamento omo­geneo, robusto, sicuro e affi­dabile. I raccordi ELOSMART sono ottenuti per stampaggio ad iniezione e hanno quindi ottime proprietà di: resistenza alla corrosione, alle correnti vaganti, agli urti, agli agenti chimici, all’abrasione, ai microrganismi; affidabilità nel tempo superiore a 50 anni e atossicità. Il sistema ELOSMART è stato utilizzato per una rete di adduzione di scarichi con residui di medicinali radioterapici nel reparto oncologico dell’Ospedale Civico di Palermo. Considerata la tipologia dei reflui da smaltire, caratterizzati dalla presenza di residui di medicinali radioterapici, era necessario l’utilizzo di un particolare scarico a doppia parete incamiciato che potesse consentire lo smaltimento in sicurezza. ELOSMART, grazie alle sue caratteristiche costruttive e alla tecnologia “tubo-in-tubo” che, in caso di rottura della tubazione interna attraversata dai reflui contaminati, evita il percolamento degli stessi, si è rivelato il sistema più adatto per questo tipo di installazione. Il sistema ELOSMART è prodotto da NUPIGECO S.p.A., un’azienda con oltre 30 anni di esperienza nello sviluppo e nella produzione di sistemi di tubi e raccordi nei più moderni materiali termoplastici per i settori idrosanitario, industriale, gas, irrigazione, riscaldamento e di sistemi polimerici specificatamente dedicati ai settori petrolifero, chimico e petrolchimico.

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ERE WIRELESS

Dispositivi radio industriali per la trasmissione di dati ERE Wireless fondata nel 1969 produce in Italia apparati radio VHF/ UHF, operanti sia nelle bande europee ISM di libero uso sia in quelle di concessione governativa ed orientati alla trasmissione dati per telecontrollo. I vantaggi di una rete radio proprietaria sono: indipendenza da operatori esterni, nessun canone, piena operatività anche in zone non servite dalla telefonia cellulare. Le bande di frequenza utilizzabili sono: • bande ISM: bande di frequenza di libero uso in Europa, senza canone, offrono ottime possibilità di comunicazione con potenze sino a 0,5W e tratte radio fino a 10 Km in sicurezza. • banda 436 Mhz: disponibile in Italia per trasmissione dati con costi di autorizzazione molto contenuti. Offre maggior sicurezza di comunicazione essendo l’uso vincolato da una notifica al Ministero e da un canone di poche decine di Euro/anno. • bande in concessione governativa VHF e UHF: potenze sino a 10 W, tratte possibili di diverse decine di chilometri, elevata sicurezza nelle comunicazioni e costi di concessione in funzione della distanza e del numero di radio. ERE Wireless offre apparati e soluzioni per tutte le bande indicate con prodotti di qualità in versioni da interno con protezione IP44, da esterno con protezione IP65, IP66 e IP68 e antideflagranti con certificazione Atex e IECex adatti per essere installati in aree classificate a rischio di esplosione. • serie D3: apparati operativi nelle bande ISM (preferibilmente 169,4 e 868 Mhz) con interfaccia RS232 e RS485 (Ethernet quando necessario utilizzando semplici convertitori) organizzati in housing di Al estruso e muniti di I/O digitale. Disponibili anche con housing stagne in Inox o Al pressofuso, protezione IP66/IP68 e antideflagrante. • serie D4 (Radiant): radiomodem da esterno con protezione IP65, operante in banda ISM 868 Mhz con antenna incorporata, che elimina perdite nella connessione radio/antenna. La connessione all’applicazione in RS485 ed all’alimentatore avviene tramite unico cavo multipolare con lunghezza possibile di oltre 150 mt. • Serie D5: radiomodem/RTU disponibili con protezione IP44, IP66/68 e antideflagrante, operanti in banda 169,4 e 868 Mhz muniti di I/O analogici e digitali, ottimizzati per impiego a batteria e dotati di ampie funzionalità tali da essere la soluzione ideale nella maggior parte delle applicazioni. Maggiori funzionalità tramite moduli supplementari connessi all’interfaccia RS485. • serie D1 (RMO): radiomodem di alta efficienza, interfaccia RS232 e RS485, bande 169,4 e 436 Mhz, norme EN 300 296 e EN 300 220. • serie D2: radiomodem di alta efficienza per impiego in bande VHF/ UHF di concessione governativa con potenza di 10W, distanze coperte di diverse decine di chilometri, I/O digitale. Norme EN 300 113. I prodotti sono configurabili mediante SW in libero uso con funzionalità di: punto-punto, punto multipunto, broadcasting o modalità indirizzi, indirizzi memorizzati in configurazione o da DTE, modo digipeater, uso degli indirizzi ricevuti per la risposta, funzione ECHO. ERE Wireless offre all’utilizzatore garanzia di qualità e di servizio pre e post vendita con supporto per razionalizzare gli impianti, rapidi interventi di adeguamento SW, eventuali riparazioni a costi contenuti ed un rapporto di fiducia e competenza fruibile nel tempo.

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2015

Anche in Sardegna si parla di No-Dig: esperti a confronto nella terra dei nuraghi Si è svolto il 20 maggio a Cagliari il 1° seminario regionale sulle reti interrate: la gestione degli interventi e le tecniche di rinnovamento senza scavo. di Liliana Pedercini

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Con il titolo “Buone pratiche e nuove tecnologie” si è svolto a Cagliari il primo seminario regionale dedicato alle reti interrate. Centrato sul tema della gestione degli interventi sul territorio e le tecniche di rinnovamento senza scavo, il seminario ha registrato una grande adesione da parte dei numerosi studi di progettazione e direttori tecnici che ne hanno preso parte e hanno dato il via, a fine lavori, ad un interessante dibattito di confronto. IATT, che ha promosso il seminario, ha manifestato l’intenzione di offrire al territorio informazioni tecniche riguardo alle innovative tecnologie senza scavo, focalizzando l’attenzione del pubblico sull’efficacia, l’economicità e la eco-sostenibilità del “trenchless”. Interessante la presenza e l’intervento di Alessandro Ramazzotti, Amministratore Unico di Abbanoa, che facendo il punto sulla situazione delle reti in Sardegna

ha sottolineato l’importanza di trovare con aziende e professionisti locali le sinergie per costruire un percorso di collaborazione, che caratterizzi sempre di più Abbanoa nell’Azienda dei sardi, al servizio della Sardegna. Daniela Sitzia, vice direttore di ANCI Sardegna, ha condiviso insieme a Gaetano Attilio Nastasi, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Cagliari, l’importanza dell’utilizzo di tecnologie favorevoli alla riduzione dell’impatto ambientale e di conseguenza prendendo l’impegno di trasferire ed applicare anche in Sardegna il protocollo di intesa tra Anci e IATT che sarà indirizzato verso la formazione ed il trasferimento di una nuova cultura di rispetto ambientale sugli interventi nelle opere pubbliche. Particolarmente gradite dal pubblico di esperti che affollava la sala, le best practices presentate rispettivamente da Stefano Tani di Metropolitana Milanese e Carlo Torre di


SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2015

Da sinistra: Franco Scarabelli, Paolo Cossu e Carlo Torre

Paolo Trombetti

Saster Pipe – Iren Acqua e Gas. In entrambe le relazioni i due esperti hanno illustrato alcune delle esecuzioni in cui il risanamento delle reti sarebbe stato praticamente impossibile senza queste tecnologie. Casi emblematici ed esecuzioni di successo che hanno fornito un’economicità di tempo e di denaro, oltre a realizzazioni di risanamento che si prospettano durature per un periodo molto più lungo rispetto ad ogni aspettativa. In particolare Carlo Torre si è soffermato sui vantaggi economici che derivano non solamente dall’utilizzo delle tecnologie trenchless, ma anche dagli effetti positivi che risultano dopo, cioè il calo drastico degli interventi di manutenzione della rete, voce che pare abbia un peso rilevante anche in Sardegna. Al termine dei lavori un esempio interessante del funzionamento della tecnologia è stato illustrato dalla azienda SAPI, associato IATT che, attraverso una

Alessandro Ramazzotti e Daniela Sitzia

dimostrazione pratica, ha dimostrato in maniera empirica la facilità di esecuzione ed il funzionamento della tecnologia. Presente anche la principale emittente TV regionale “Videolina” che ha messo in onda nel programma della domenica l’intervista a Paolo Cossu di SAPI che in qualità di imprenditore ed esperto in materia ha risposto a varie domande. A testimonianza di come sia forte l’interesse della Sardegna rispetto alla corretta gestione del sottosuolo, anche una pubblicazione sul quotidiano “L’Unione Sarda” ha offerto una panoramica ai propri lettori, ossia ai cittadini che ogni giorno hanno a che fare con i disagi dei numerosi cantieri, su come sia possibile ovviare a questi attraverso una programmazione di risanamento con tecnologie innovative come quelle trenchless, cioè con sistemi di risanamento senza scavo.

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2015

Smart meters ed efficientamento energetico del SII

UFFICIO D'AMBITO DELLA PROVINCIA DI SONDRIO

Con il passaggio alla gestione unica del servizio idrico, è stato necessario attuare interventi idonei per garantire una corretta razionalizzazione del sistema idrico nella Provincia di Sondrio. di Paolo Andrea Lombardi – Direttore dell’Ufficio d’Ambito della Provincia di Sondrio La gestione del Servizio Idrico Integrato dell’ATO di Sondrio ha avuto inizio il primo luglio 2014 con l’affidamento a S.Ec.Am. S.p.a, società in house degli stessi EE.LL (nota 1). Il passaggio dalle gestioni comunali, tipicamente in economia diretta, ad una gestione di stampo industriale rappresenta un cambiamento culturale prima ancora che operativo. Infatti il framework dominante oggi è la visione, a livello provinciale, delle problematiche e del reperimento delle risorse per superare tali criticità, andando oltre le logiche, spontanee ma controproducenti, di tipo campanilistico. Esso diventa ancor più importante alla luce degli investimenti infrastrutturali necessari per uscire dalle procedure di infrazione comunitaria alla Direttiva 91/271/CEE (nota 2).

Necessità di monitorare i flussi idrici Poiché nell’attuale contesto storico i contributi pubblici sono ridotti ai minimi termini, la principale fonte di finanziamento degli investimenti infrastrutturali è rappresentata dalla tariffa del Servizio Idrico Integrato; poiché questa è strettamente legata al volume di acqua complessivamente distribuita all’utenza, appare chiaro come la conoscenza dei flussi circolanti in rete assuma un’importanza capitale per il mantenimento dell’equilibrio economico della gestione. Nell’ambito territoriale della Provincia di Sondrio è apparsa fin dal

principio la necessità di monitorare i flussi idrici in quanto è stata ereditata una situazione che vedeva quasi la metà dei Comuni sprovvisti di contatore all’utenza e, di questi, la quasi totalità senza misuratore neppure ai serbatoi di accumulo (nota 3). Per tale motivazione al gestore d’ambito è richiesta un’attività di monitoraggio per rispondere a tre obiettivi fondamentali. In primo luogo è necessaria per una buona gestione in senso stretto. Nell’ottica di un gestore di dimensioni almeno provinciali è prassi alimentare l’acquedotto del Comune X in carenza idrica con prelievo dall’acquedotto del limitrofo Comune Y che ne abbia disponibilità. Per fare questo però è necessario, oltre all’infrastruttura di collegamento, sapere quantificare il disagio dell’uno e l’avanzo dell’altro. In secondo luogo per avere maggiore contezza dei volumi erogati all’utenza, al fine di una corretta imputazione della quantità di risorsa consumata. Da ultimo per effettuare previsioni realistiche dell’andamento tariffario negli anni.

Implementazione del sistema smart Per avere una gestione operativa semplificata, il gestore d’ambito sta implementando uno standard unico applicabile indistintamente alle reti di acquedotto, di fognatura e agli impianti di depurazione. L’operazione è in continua evoluzione dato che le gestioni operative dei

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Unità centrale di controllo di S.Ec.Am. S.p.A.

Comuni sono state trasferite a S.Ec.Am. S.p.A. nell’arco di 8 mesi successivi alla data di inizio della gestione d’ambito, e quindi fino al 1° marzo 2015. Tuttavia allo stato attuale il sistema è riassumibile in: • un’unità centrale di controllo installata presso la sede del gestore, la quale riceve i dati rilevati dalle periferiche installate sulle diverse infrastrutture; • 130 periferiche RTU (Remote Terminal Unit) e LS42, installate sulle infrastrutture di acquedotto (serbatoi) fognatura (stazioni di sollevamento) e depurazione (impianti di depurazione), comunicanti mediante il protocollo GPRS con l’unità centrale di controllo; • una serie di strumentazioni di campo da collegare alle periferiche. Le stazioni remote costituiscono una soluzione industriale completa e performante in quanto sono di facile installazione e gestione, infatti si basano sull’uso di strumenti standard come il browser Internet e sono

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Vista interna di una sorgente

in grado di comunicare tramite molteplici standard di trasmissione: GSM/GPRS, radio, Ethernet, ecc. Essendo dotate di comando a distanza, le periferiche permettono di ottimizzare la gestione delle infrastrutture, in particolar modo serbatoi di accumulo, stazioni di sollevamento reflui e impianti di depurazione in genere, mediante monitoraggio continuo dei parametri rilevati. Inoltre consentono di avvisare tempestivamente il personale preposto in caso di problemi e rendono possibile l’automatizzazione dei processi e il comando in remoto degli impianti. Il personale preposto è raggiungibile dal sistema di allarmi mediante SMS in qualsiasi momento e luogo. Attraverso uno smartphone o un computer, il tecnico è in condizione di valutare l’anomalia e, se necessario, agire direttamente mediante telecontrollo. In caso contrario riferirà al Responsabile d’area che organizzerà una squadra per un intervento in sito. L’allarme viene trasmesso anche al centro di supervisione e visualizzato nei vari quadri sinottici. La rete di monitoraggio in corso di strutturazione è completamente modulare in termini di ingressi/uscite e di comunicazione, adattandosi ad ogni uso. Anche per quanto riguarda i dati di output è possibile programmare quali informazioni sistematizzare in funzione delle esigenze specifiche della singola installazione. Un network strumentale così strutturato consente al gestore, ad esempio, di ridurre i tempi di risposta alle emergenze di carenza idrica, ma soprattutto di mantenere il controllo del sistema entro il perimetro delle professionalità interne all’azienda. Si sta rivelando infatti un elemento vincente la possibilità di installare, programmare e analizzare la rete autonomamente con proprio personale, senza necessità di interventi da parte di personale esterno. Ad oggi la parte più consistente delle installazioni ha riguardato i serbatoi di accumulo. In tale contesto le


ACQUASUOLO ARIA s.r.l.

Posa in opera di una condotta forzata

funzioni da monitorare sono la portata, il battente idrico, la pressione e gli accessi del personale. Per la misura della portata in ingresso e/o in uscita si utilizzano dei misuratori di tipo elettromagnetico. Questi al passaggio dell’acqua trasmettono un segnale in corrente elettrica (4-20 mA) proporzionale alla portata istantanea; il segnale viene “letto” dalla periferica RTU, trasformato in un valore numerico, e archiviato nella memoria interna della stessa. Le sonde di livello utilizzate sono ad immersione, collocate all’interno della vasca da monitorare; in base all’altezza dell’acqua emettono un segnale in corrente (4-20 mA) che varia al variare dell’altezza dell’acqua nella vasca; l’informazione letta dalla periferica RTU viene trasformata in dato numerico e archiviato. Le sonde di pressione sono installate sulle tubazioni e in base alla pressione, analogamente agli altri strumenti da campo, emettono un segnale in corrente (4-20mA); il dato è archiviato come valore numerico dalla RTU. Infine sulle porte di accesso ai siti oggetto del monitoraggio sono installati dei contatti magnetici ONOFF; ogni qualvolta la porta viene aperta si attivata la modifica dello stato del contatto e il dato viene archiviato dalla RTU. I dati memorizzati nelle periferiche RTU sono trasmessi all’unità centrale di controllo con frequenza impostabile a seconda delle esigenze gestionali.

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Efficientamento energetico Una peculiarità del servizio acquedotto in un territorio interamente montano come quello dell’ATO di Sondrio consiste nell’avere adduttrici che prelevano le acque da sorgenti in alta montagna e le convogliano in serbatoi posti appena al di sopra dei centri abitati. I dislivelli da superare sono a volte così importanti che nel corso degli ultimi anni diversi gestori (finora quasi esclusivamente Comuni) hanno scelto di investire trasformando vetuste adduttrici in condotte forzate dotate

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ACQUEDOTTO DEL COMUNE DI Berbenno di Valtellina Grosotto Grosotto Sondalo San Giacomo Filippo Vervio Villa di Chiavenna Bianzone Montagna in Valtellina Caspoggio Lanzada Tirano Mazzo di V.na e Grosotto Fusine Grosio Buglio in Monte Cercino Lovero Valdidentro Forcola Pedrotti Adele (Chiesa V.co) Mello Berbenno di Valtellina Pedrotti Adele (Torre S.M.) Tovo di S.Agata

PORTATA MEDIA DI CONCESSIONE [l/s] 40 18,5 13,5 45 28 8 15 7,5 12,3 7 6 19 25 6 34 9 24 nd nd 15 nd nd 10 nd 4

POTENZA NOMINALE DI CONCESSIONE [kW] 379 143 102 95 53 33 80 54 142 32 24 56 262 40 219 19 40 nd nd 47 nd nd 63 nd 37

STATO DELL’ARTE realizzata realizzata realizzata realizzata realizzata realizzata realizzata realizzata realizzazione in corso realizzata realizzata realizzata realizzazione in corso realizzazione in corso realizzazione in corso realizzata realizzazione in corso concessione in istruttoria concessione in istruttoria realizzazione in corso concessione in istruttoria concessione in istruttoria realizzazione in corso concessione in istruttoria realizzazione in corso

Tabella 1

di gruppo turbina; grazie ai generosi incentivi concessi per lo sviluppo di energia da fonte rinnovabile, questa tipologia di investimento ha permesso agli EE.LL. di tamponare il cronico sbilancio tra costi e ricavi del SII. È tuttavia opportuno precisare che tale attività risulta estranea a quelle oggetto di affidamento ex lege al Gestore d’ambito (nota 4), rimanendo in capo al titolare della concessione alla derivazione d’acqua ad uso plurimo (potabile ed idroelettrico). Lo stato di fatto delle centraline installate in Provincia di Sondrio (nota 5) è riassunto nella tabella 1.

Oggi che la gestione dei servizi idrici è a cura di un unico gestore, la possibilità di installare turbine per la produzione di energia elettrica sui rami di acquedotto potrà essere percorsa al fine di ottenere utili di esercizio da destinare al contenimento della tariffa. In attesa di una regolamentazione da parte degli Enti preposti (nota 6) che contemperi adeguatamente tale attività con quelle del SII, i Comuni della Provincia di Sondrio continuano autonomamente a perseguire questa buona pratica. Nota 1. Fonte: deliberazione del Consiglio provinciale di Sondrio n.12 del 04.04.2014. Nota 2. L’ATO di Sondrio presentava 5 agglomerati in procedura 2009/2034, oggi usciti; con procedura 2014/2059 sono stati inclusi altri 2 agglomerati per i quali sono in corso interventi risolutivi. Nota 3. Fonte: Piano d’Ambito dell’ATO di Sondrio, disponibile all’indirizzo http://www.atosondrio.it/documenti/ Nota 4. Il D.Lgs. 152/06 all’art.141 comma 2 recita: “Il servizio idrico integrato è costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazione delle acque reflue [...]”. Nota 5. Fonte: Servizio Acque ed Energia della Provincia di Sondrio.

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Turbina Pelton impiegata nel mini idroelettrico

Nota 6. Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI) per quanto riguarda l’aspetto tariffario d’ambito; Gestore Servizi Energetici (GSE) per quanto concerne la tariffa incentivante riconosciuta per la produzione di energia da fonte rinnovabile.


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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2015

L’esperienza GIS di MM nella città di Milano Il GIS MM, sviluppato in ambiente Client-Server ArcGIS e disponibile in ambiente web con Geocortex, comprende le reti e gli impianti del Servizio Idrico Integrato (SII) di Milano e le linee metropolitane progettate da MM. Si configura come multipiattaforma integrata di supporto territoriale a software e banche dati aziendali per la manutenzione asset del SII, la bollettazione utenze, la modellazione idraulica delle reti, gli interventi MM sul territorio.

Il progetto GIS delle reti e degli impianti Il progetto GIS MM si sviluppa perseguendo diversi obiettivi quali avviare una rapida archiviazione in un moderno ambiente GIS dell’intero patrimonio degli asset del SII della città di Milano, realizzare una piattaforma di supporto alle diverse attività e funzioni aziendali (gestione asset, pianificazione, programmazione e gestione interventi, modellazione idraulica, gestione clienti, interventi sul territorio) e quindi fornire uno strumento di consultazione WEBGIS e MOBILE ai propri operatori e agli Enti Terzi. Al progetto, lo scorso aprile in Roma nell’ambito della Conferenza Esri Italia 2015, è stato assegnato il premio “Smart Utility 2015”. Il SII della Città di Milano La rete acquedottistica si estende per circa 2.200 km; l’acqua viene prelevata attraverso un sistema di 587 pozzi, suddivisi in “campi pozzi” che fanno capo a 31 centrali acquedottistiche. Si contano più di 550 fontanelle, più di 15.300 idranti e 37.200 valvole, circa 50.000 utenze. La rete fognaria di Milano raggiunge circa 1.550 km di condotti, di cui il 97% di rete mista, e serve una superficie urbanizzata di circa 180 km² garantendo completa copertura del fabbisogno depurativo milanese per l’agglomerato urbano. Si contano più di 48.150 pozzetti e più di 160 sifoni, circa 50.000 utenze. Il sistema depurativo serve complessivamente 2.550.000 A.E. ed è articolato in tre poli: Milano Nosedo (bacino centro-orientale della città), Milano San Rocco (bacino occidentale della città e del Comune di Settimo Milanese), direttamente gestito da MM, e la seconda linea di depurazione di Peschiera Borromeo (che serve i quartieri orientali di Milano).

Stefano Tani e Giovanni Meroni Metropolitana Milanese SpA

Caratteristiche principali del progetto Partendo dalle informazioni cartografiche esistenti in differenti formati e di diversa provenienza e qualità (in gran parte su supporti cartacei) sono stati definiti gli elementi essenziali del progetto. Dapprima si è scelta la piattaforma informativa ESRI in coerenza con i GIS del Comune di Milano, della Città Metropolitana e della Regione Lombardia. Successivamente è stato selezionato il partner tecnologico attraverso una gara pubblica per la fornitura di servizi e di prodotti GIS (individuato in GeoGraphics); si è infine definito il modello dati logico e fisico per organizzare la struttura informativa delle reti e degli impianti. È opportuno evidenziare che il modello dati è coerente con l’apparato normativo lombardo, considerato riferimento nazionale di eccellenza (Legge regionale n. 26 del 12 dicembre 2003, Delibera della Giunta Regionale n. 8/5900 21 novembre 2007, Regolamento Regionale n. 6 del 15 febbraio 2010, Decreto del Direttore Generale n. 3095 del 10 aprile 2014). Per altrettanta importanza è d’uopo segnalare che la base di riferimento GIS è il DB Topografico del Comune di Milano (scala 1:1000). Si è poi definito il team di progetto così da procedere alla formazione specialistica di personale interno e parallelamente procedere alla successiva attività di acquisizione massiva dei dati attraverso gara pubblica, vinta da I Public. Il caricamento dati massivo, in presenza di dati raster, dati dwg, dati shape non strutturati, si è sviluppato attraverso la digitalizzazione mediante tecnica di lucidatura con certificazione dei dati geografici, mediante la ricostruzione geometrica con compilazione degli attributi e la certificazione dei dati geografici, attraverso la revisione, la rettifica e il collegamento alla rete circostante dei dati cartografici preesistenti con certificazione dei dati geografici.

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1 - GIS MM: il portale web

La fase conclusiva di collaudo automatico e assistito, strutturata con apposite specifiche tecniche e declinata in relative procedure, si è sviluppata attraverso la verifica e certificazione dei dati conseguente un’analisi geometrica, una verifica topologica, e il controllo della corretta compilazione dei campi. Metropolitana Milanese Il GIS MM presenta oggi piattaforma ArcGIS 10.2, con licenze ArcGIS Desktop Basic e Standard con Web basato su applicativo Geocortex e dedicato server in ArcGIS e SQL Server. Con lo scopo di garantire un’ottimale consultazione del GIS da parte dei tecnici e degli operatori, è stato necessario conservare e integrare le tipologie di rappresentazione “note” mediante un elevato numero di elementi descrittivi: si è proceduto ad un importante lavoro di vestizione così da consentire un’immediata lettura dei dati caratteristici delle reti (versi di scorrimento, quote piano campagna, estradosso tubazioni, quote fondo dei collettori, materiali, pendenze e sezioni). Il modello dati definito non è limitato ai campi obbligatori stabiliti dalle disposizioni normative ma è stato implementato con tutti gli attributi di dettaglio necessari per rispondere alle necessità gestionali operative del SII: attraverso appositi collegamenti si trovano quindi ulteriori unità di dettaglio quali report, immagini, documenti e disegni. La gestione del GIS del SII è in carico alla Direzione Strategia e Pianificazione del SII, nelle sue funzioni Cartografia SII e Pianificazione e Progetti Speciali, per le attività di manutenzione, aggiornamento dati, sviluppo ed evoluzione mentre il supporto hardware & software viene garantito dall’Information Technology MM (sia sul

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lato Client che Server). Il partner tecnologico GeoGraphics garantisce supporto in termini di manutenzione evolutiva del sistema.

Dal progetto al sistema GIS in multipiattaforma In area intranet MM è stato creato il Portale Cartografico del SII che consente agli operatori di accedere dalla propria postazione alle informazioni cartografiche e di dettaglio attraverso l’utilizzo di semplici operazioni (ad esempio: pan, zoom, info, misure, stampe, ecc.). Oggi è in corso di sviluppo un nuovo portale WEB (fig.1) tramite l’applicativo Geocortex (GeoGraphics e Latitude GeoGraphics). In tale portale confluiranno e verranno gestite, con immediata visione “mobile”, le diverse applicazioni e i diversi ambiti di utilizzo del GIS MM. Gli interventi manutentivi sugli asset del SII Per importare nel GIS MM le informazioni dagli elaborati “as-built” (usualmente redatti in cad dagli Appaltatori di MM) è stata predisposta una apposita specifica tecnica confluita nei Capitolati Speciali d’Appalto MM ovvero è stato riportato in ambiente autocad il modello dati (linee e blocchi dinamici o oggetti puntuali che confluiscono in GIS in archi e nodi). La stessa è stata recepita nelle Specifiche Tecniche per l’esecuzione di OO.PP. del Comune di Milano ovvero nelle norme tecniche in allegato al Listino Prezzi (Direzione Centrale Tecnica del Comune di Milano) così da estendere la procedura di importazione agli Operatori che eseguono opere di urbanizzazione primaria (PII, PRU, ecc. ecc.) nel territorio cittadino. Il GIS MM funge inoltre da piattaforma di interfaccia con il sistema MAXIMO: sistema in uso MM per la gestione degli interventi di manutenzione ordinaria (dalla programmata



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2 - GIS MM: la gestione clienti e le analisi territoriali

alla predittiva) e straordinaria in interfaccia con i sistemi di gestione operativa del SII (attività su ordini di lavoro per interventi sulle reti e gli impianti dell’acquedotto e della fognatura). Modellazione idraulica dei sistemi acquedotto e fognatura Secondo le più attuali indicazioni dell’International Water Association (IWA) MM persegue interventi gestionali sul sistema acquedottistico (innovative metodologie di ricerca perdite, distrettualizzazione della rete distributiva, gestione delle pressioni e del regime piezometrico) che mirano all’ottimizzazione del Servizio. Il GIS MM è base conoscitiva e piattaforma di supporto per il modello matematico (Innovyze Infoworks) di analisi, calcolo e simulazione: attraverso approfonditi studi del funzionamento idraulico ed energetico del servizio acquedottistico milanese vengono infatti perseguiti gli obbiettivi di efficientamento energetico del sistema. Disporre di reti informatizzate è elemento indispensabile e necessaria base informativa anche per la rete fognaria: oltre che per lo sviluppo di modello idraulico di supporto (Innovyze Infoworks) per le attività di monitoraggio e controllo “on line” del sistema fognario con i precipui scopi di ridurre le portate in ingresso, controllare la qualità dei reflui e incrementare la capacità di deflusso della rete. Un efficace ed efficiente collettamento verso la depurazione di tutti i reflui cittadini comporta la minimizzazione della raccolta e del drenaggio delle acque bianche (cosiddette parassite) attraverso il controllo e il distoglimento degli scarichi di acque di falda o del reticolo idrico superficiale ovvero il monitoraggio degli scarichi produttivi per garantire buona qualità agli effluenti: sono quindi state implementate in GIS fondamentali basi informative georeferenziate quali le derivazioni di falda per gli impianti a pompa di calore (potenziali punti di

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scarico non autorizzato in fognatura) nonché censiti e georeferenziati tutti gli scarichi produttivi cittadini (con link ai Data Base gestionali MM degli stessi). Oltre alle reti e agli impianti del SII sono stati inseriti in GIS, sempre nell’ottica di creare una multipiattaforma di supporto a politiche, programmi e azioni di efficientamento e miglior qualità del SII, i dati descrittivi il Reticolo Idrico Superficiale Minore (la cui campagna di rilevamento è stata eseguita da MM), nonché il livello piezometrico della falda acquifera (ricordata la gestione MM dei piezometri ubicati nel territorio comunale). La gestione clienti Con la georeferenziazione dei contatori utenza è stato realizzato il collegamento biunivoco tra il GIS MM e il software gestionale Clienti (Esperta – Data Management Utility) con link di consultazione dei dati anagrafici e di bollettazione delle utenze del SII. I dati di consumo e fatturazione possono quindi essere declinati sul territorio per analisi di differente scala (ad esempio secondo i Nuclei d’Identità Locale definiti nel PGT del Comune di Milano) ovvero, attraverso il nuovo applicativo Geocortex, con possibilità di selezione (civico, via, NIL o multipla) ed analisi (anche comparata) di utenze o gruppi di utenze (fig.2) per consumi, fatturati, pagamenti avvenuti o meno (morosità). Va da sé che i dati di consumo possono essere di immediata utilità per le modellazioni idrauliche di cui sopra: si segnala che l’aggiuntivo dato importato dei residenti cittadini fornisce ulteriore valore aggiunto alle possibili analisi territoriali. Gli interventi sul territorio e i lavori stradali Gli interventi realizzati da MM vengono visualizzati sul territorio consentendo agevole e moderno monitoraggio, ed esaustiva descrizione, con visualizzazione


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3 - GIS MM: oltre il Servizio Idrico Integrato, le linee metropolitane

dei dati salienti (anagrafica del cantiere, tempistiche, fasi, impatti sulla viabilità, ecc.) e archiviazione di documenti descrittivi. Gli interventi, dalla pianificazione alla realizzazione, sono visualizzati sul territorio per fasi (progettazione, gara d’appalto, realizzazione, collaudo). Il portale WEB consente condivisione, scambio informativo e aggiornamento delle informazioni. Per la quota parte relativa ai lavori stradali, con inevitabili impatti viabilistici, ambientali e sociali, gli interventi previsti da MM comportanti manomissione di suolo pubblico, come previsto dall’Amministrazione Comunale, vengono autorizzati con prescrizioni viabilistiche, cronoprogrammi e progetti di cantierizzazione consultabili dai diversi stakeholders. Nel GIS confluiranno a breve in modalità sistematica le informazioni connesse alle autorizzazioni degli interventi gestite da MM con DB dedicato (C.S.S. di ACR Progetti). Archivio di documentazione storica È in corso d’opera un progetto, in collaborazione con il Politecnico di Milano - Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, per l’implementazione in GIS delle informazioni e dei dati storici delle reti e degli impianti di acquedotto e fognatura. I principali obiettivi sono una efficiente gestione del patrimonio storico, una più approfondita conoscenza degli asset e, attraverso la datazione degli asset, la definizione di strategie operative di intervento con conseguente efficace pianificazione degli investimenti. Attraverso la datazione dell’età delle reti e degli impianti vengono implementati in GIS i dati storici degli asset sulle cartografie storiche del Comune di Milano (CTC 1884, Toponomastica 1914, CTC 1930, CTC, 1956, CTC 1965, CTC 1972, ecc.) per così validare urbanisticamente le informazioni censite.

Le linee metropolitane Obiettivo del progetto è l’implementazione delle linee metropolitane (M1, M2, M3 e realizzande M4 e M5) nel GIS MM finalizzata alla loro rappresentazione bi/ tridimensionale (gallerie, stazioni, manufatti tecnologici). Il lavoro ha previsto la definizione di un modello dati (derivato dall’elevata competenza ingegneristica propria della struttura di progettazione MM), di cui si segnala l’unicità a livello nazionale, l’importazione delle linee “storiche” in formato raster e autocad nonché, ad oggi, il completo caricamento in GIS della linea M3. L’obiettivo è dotare MM di uno strumento informativo completo e di immediata fruizione, in ambiente WEB e MOBILE (fig.3), per l’emissione di pareri tecnici di competenza rispetto ad interventi di Enti Terzi sul territorio cittadino (gestiti dalla Direzione Strategia e Pianificazione MM) nonché, per la Direzione Tecnica MM e per la Direzione Progettazione Sistemi per la Mobilità MM di gestire l’importante archivio documentale e avere moderno supporto per redazione di studi preliminari e/o di fattibilità.

Gli autori Stefano Tani s.tani@metropolitanamilanese.it Ingegnere per l’Ambiente e il Territorio lavora in MM dal 2004, oggi Responsabile Pianificazione/ Progetti Speciali e Gestione Autorizzazioni presso la Direzione Strategia e Pianificazione del SII. Giovanni Meroni g.meroni@metropolitanamilanese.it Geometra, prima tecnico del Comune di Milano, lavora in MM dal 2003, oggi Responsabile Cartografia SII presso la Direzione Strategia e Pianificazione del SII.

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Smart metering gas, normativa uso intelligente Con la prossima pubblicazione della Norma UNI/TS 11291116 si conclude un lungo ciclo di lavori dedicato alla normativa relativa allo smart metering gas. Sarà presto disponibile l’ultimo tassello mancante per una piena attuazione del mandato, risalente al lontano 2008, che richiede l’adeguamento dei misuratori gas e dei sistemi di raccolta dati, coinvolgendo tutti gli attori della filiera, inclusi gli utenti finali. Con la delibera ARG/gas 155/08 l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas (poi AEEGSI) definiva, a valle della diffusione degli smart meters per l’energia elettrica, il piano di installazione di nuovi contatori elettronici anche per il gas “a garanzia di una migliore qualità della misurazione e del servizio”. Con tale delibera, oltre che il ben noto piano di installazione, si definivano i requisiti minimi funzionali per i misuratori, diversificati a seconda della fascia di utilizzo, dall’industriale al residenziale, ed il fondamentale requisito per lo sviluppo di protocolli standard ed interoperabili. Si dava pertanto mandato al Comitato Italiano Gas per le necessarie “attività di normazione funzionali alla diffusione della telegestione e della telelettura dei gruppi di misura del gas” comprendenti i requisiti funzionali, i protocolli di comunicazione e quant’altro necessario dal punto di vista normativo alla piena realizzazione di un tale progetto. Mediante successivi aggiornamenti, la delibera sopra citata è stata sostituita dalla recente 651/2014/R/GAS pur lasciando immutati i requisiti tecnici.

Un “corpus” normativo di tutto rispetto L’insieme delle norme prodotte è costituito da sedici documenti di cui le prime dieci parti comprendono requisiti generali e di interoperabilità, suddivisi per tipologia di apparato, mentre l’undicesima, suddivisa a sua volta in sei sotto-parti, riguarda i dispositivi ed i sistemi per il mercato residenziale, fornendo il modello dati, i protocolli ed i casi d’uso relativi al contatore domestico che comunica su reti radio. Tra le prime dieci parti possiamo citare a titolo di esempio le seguenti:

di Emilio Consonni Commissione Misura Distribuzione C.I.G.

• UNI/TS 11291-1 Sistemi di misurazione del gas - Dispositivi di misurazione del gas su base oraria Parte 1: Caratteristiche generali del sistema di telegestione o telelettura • UNI/TS 11291-6: Sistemi di misurazione del gas - Dispositivi di misurazione del gas su base oraria Parte 6: Requisiti per GdM con portata minore di 10 m3/h • UNI/TS 11291-7: Sistemi di misurazione del gas - Dispositivi di misurazione del gas su base oraria Parte 7: Sistemi di telegestione dei misuratori gas • UNI/TS 11291-10: Sistemi di misurazione del gas - Dispositivi di misurazione del gas su base oraria Parte 10: Sicurezza. Le diverse parti sono state messe a disposizione in tempi diversi, in parallelo con la realizzazione delle attività di sostituzione massiva dei contatori, partite dai sistemi di misura finalizzati ad attività industriali e commerciali, e che si avvicinano alla conclusione, fino ad arrivare al mercato residenziale, per cui si applica la appena conclusa “suite”: • UNI/TS 11291-11-x Sistemi di misurazione del gas Dispositivi di misurazione del gas su base oraria Parte 11: Intercambiabilità dei gruppi di misura (<G10) e degli apparati costituenti le reti punto-multipunto. Declinata nelle sei parti: • Parte 1: architettura e casi d’uso • Parte 2: modello dati

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• Parte 3: profilo di comunicazione su porta locale • Parte 4: profilo di comunicazione PM1 (rete radio) • Parte 5: profilo di comunicazione PP3 (collegamento tra concentratore e sistema centrale) • Parte 6: specifiche di prova per la valutazione di conformità. Nessun aspetto è trascurato, ed in particolare è stabilito un sistema di prove atte a garantire in linea di principio che sistemi e dispositivi di diversi fabbricanti siano interoperabili e, per quanto riguarda il mercato residenziale, anche intercambiabili.

Interoperabilità ed intercambiabilità Sono da chiarire due concetti fondamentali, ed a tale proposito ci viene in aiuto la normativa europea che nel documento CEN/CLC/ETSI/TR 50572 “Functional reference architecture for communications in smart metering systems”, evidenzia questa importante differenza: • Interoperabilità: capacità di un sistema di scambiare dati con altri sistemi di differenti tipi e/o provenienti da differenti fabbricanti • intercambiabilità: capacità di sostituire un dispositivo con un altro senza ridurre le funzionalità originali e senza malfunzionamenti o perdita di efficienza del sistema complessivo. Non deve essere confuso con interoperabilità. Mentre per il mercato industriale è ritenuta sufficiente

l’interoperabilità, per i contatori di tipo residenziale si è ritenuto opportuno andare oltre, considerate le particolari caratteristiche della rete di comunicazione. In estrema sintesi occorreva garantire che contatori residenziali di diversi fabbricanti potessero funzionare allo stesso modo sotto una medesima rete radio fissa, quale quella utilizzata per la telegestione domestica. Nel mercato industriale, la problematica è invece mitigata dal fatto che la rete di comunicazione utilizzata è quella mobile (GPRS) ed il dispositivo di misura risulta direttamente in comunicazione con il sistema di acquisizione centrale tramite una rete già intercambiabile per se stessa, come dimostrano ad esempio i nostri smart phone dei più disparati modelli.

Ce lo chiede l’Europa Non sorprende che la delibera 155/08 sia stata seguita a breve distanza da un mandato europeo nel campo dello smart metering (M441 del 12 Marzo 2009). Con tale documento la Commissione Europea dava incarico alle organizzazioni normative europee CEN, CENELEC ed ETSI, per lo sviluppo di un’architettura aperta per contatori, che includesse i protocolli di comunicazione (bi-direzionali), in modo da consentire l’interoperabilità ed il trattamento dell’informazione con tecniche avanzate ai fini di gestione e controllo da parte dei consumatori e di fornitori.

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Gli obiettivi e requisiti fondamentali erano e rimangono: • creare norme europee per l’interoperabilità dei contatori (elettricità, gas, acqua, calore) • consentire soluzioni sia totalmente integrate, che modulari o costituite da parti multiple • rendere disponibile un’architettura scalabile e adattabile a tecnologie di comunicazione future • garantire uno scambio dati sicuro. In breve tempo le organizzazioni normative europee hanno messo a disposizione un documento di architettura (il già citato TR 50572). In tale documento si delinea il contesto del lavoro complessivo di standardizzazione intrapreso in risposta al mandato M/441, si impostano gli sviluppi normativi necessari e le relative necessità di coordinamento tra i diversi gruppi di lavoro, si elencano le norme di riferimento (open standards) già disponibili e le necessità di ulteriori sviluppi, si trattano gli aspetti relativi alla sicurezza ed alla privacy, ed infine si evidenziano le responsabilità per i test di conformità. È quasi superfluo ricordare che le norme della serie UNI/ TS 11291, ed in particolare la serie 11, vista la particolare natura della materia, si inseriscono perfettamente nel solco del mandato tramite: • un approccio basato su Open Standards, ed in particolare della serie EN 62056 e serie EN 13757, rintracciabile nel TR 50572 • una personalizzazione dei relativi elementi, ai fini

di soddisfare i requisiti della 155/08 in coerenza con le regole fissate da tali Open Standards, ed in particolare della serie EN 62056 • un’architettura conforme a quanto stabilito dalla CEN/CLC/ETSI/TR50572 • un approccio allo sviluppo coerente con le indicazioni del TR 50572, mediante lo sviluppo preliminare di casi d’uso, intesi come funzioni di base da realizzare nell’ambito di sistemi di smart metering. Il tutto realizzato inoltre nella massima trasparenza mediante le obbligatorie procedure di informazione pubblica.

Esiste la soluzione perfetta? Tutto è perfettibile, e come tale anche le norme prodotte. Lungi dal giustificare ulteriori ritardi realizzativi, questa “umana imperfezione” dovrebbe invece sollecitare una veloce traduzione nella pratica, al fine di sperimentare ciò che si è disegnato sulla carta e contribuire a miglioramenti e, perché no, alla correzione di eventuali errori. Tutto ciò è da attuarsi sempre nella massima trasparenza, utilizzando i percorsi già messi a disposizione in ambito normativo che soli garantiscono il rispetto degli interessi di tutte le parti coinvolte. In tal senso l’esperienza fatta con le prime norme prodotte, relative al mercato industriale, alcune delle quali giunte alla quarta revisione, ha evidenziato come questo percorso sia possibile ed anzi auspicabile.

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Sicurezza e privacy Sicurezza e privacy sono sempre in primo piano quando si parla di smart metering, e sia l’AEEGSI che la Commissione Europea hanno evidenziato la necessità che questi importanti aspetti siano adeguatamente trattati. Non si può negare che questi fattori siano ricorrenti nelle discussioni a favore ed in quelle contrarie allo smart metering e che, in almeno un’occasione, all’estero siano state fattore determinante per un ripensamento delle norme e dei tempi di realizzazione di un progetto di installazione massiva. In particolare la sicurezza della comunicazione risulta indispensabile per garantire che, da una parte, la stabilità della rete e la continuità del servizio non siano messe in pericolo e, dall’altra, che il dato di lettura non sia alterato nel suo tragitto dal misuratore al centro di telelettura. Deve essere inoltre garantito che le informazioni trasmesse, che forniscono indicazioni sullo stato del sistema e sulle abitudini di consumo dell’utente finale, non siano intercettabili da terzi e che non possano essere utilizzate per scopi diversi da quelli previsti. Le norme prodotte forniscono anche una risposta in tal senso, e mai come in questo caso è indispensabile aderire strettamente a standard di mercato e resistere alla tentazione di realizzare soluzioni “creative”: non ci si improvvisa esperti di sicurezza. Nella soluzione italiana, la stretta applicazione delle norme internazionali fornisce garanzie in tal senso. Da questo punto di vista, quanto più la soluzione è pubblica, conosciuta ed applicata, tanto più sarà analizzata nei suoi eventuali rischi e di conseguenza irrobustita. È opportuno precisare che la sicurezza è inoltre garantita da un sistema che vede la partecipazione di tutti gli attori, quindi va ben oltre lo scopo delle norme citate. Certamente, le norme garantiscono in questo caso sicurezza di funzionamento, resilienza del sistema agli attacchi esterni e una comunicazione privata e sicura. Perché il tutto funzioni, occorre tuttavia che tutti gli attori del mercato realizzino opportune protezioni a tutti i livelli, anche quelli non coperti dalle norme, ad esempio nella non divulgazione delle chiavi o nella conservazione dei dati nel sistema centrale. Una falla, una distrazione anche piccola, vanificherebbero la sicurezza di tutto il sistema.

Forma o contenuto? Abbiamo visto già un importante serie di sviluppi (nel campo della misura industriale) e siamo agli inizi di un progetto le cui dimensioni sono di ordine di grandezza superiore, e che riguarderà tutti noi, utenti finali, in quanto tutti riceviamo una bolletta da pagare!

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Abbiamo visto come le norme garantiscano la costruzione di una rete di telelettura affidabile e sicura e come si possa rendere sicuro tutto il sistema, ma non stiamo forse confondendo il contenitore con il contenuto? Oggi tendiamo tutti a dare per scontato che la connettività e la rapidità della comunicazione siano garanzia del contenuto di tale comunicazione. Siamo tutti connessi in tempo reale, ma veramente ci scambiamo informazioni? Le novità rimbalzano in pochi secondi ed in modo sicuro da un capo all’altro del pianeta, ma quante di queste sono informazioni vere, e non vengono magari smentite di lì a poco, a volte anche quando provengano da fonti autorevoli? Qual è allora il contenuto che desideriamo autentico, per il cui trasporto sicuro abbiamo normato e stiamo costruendo una complessa rete di telelettura? In una parola, questo contenuto è la misura. È bene preoccuparsi del perfetto funzionamento della rete, della sicurezza e della privacy, ma non va dimenticato, ed il mandato 441 lo richiama continuamente con espresso riferimento alla Direttiva sugli strementi di misura (MID), che lo scopo primario è di trasmettere informazioni accurate sui consumi. È forse necessario allora riscoprire concetti come quello dell’affidabilità della misura sul quale forse ancora poco si è fatto nella pratica, con la lodevole eccezione di quanto realizzato in campo normativo, che mette a disposizione una vasta collezione di rapporti tecnici e standard che aspettano solo di essere utilizzati.

Contatore intelligente chiama utilizzatore intelligente Una volta garantita l’accuratezza della misura generata dal contatore intelligente (smart meter) così come trasportata dalla rete intelligente occorre un utilizzatore intelligente. Come, ancora una volta, richiamato dalle direttive europee e dal citato mandato lo smart metering deve “fornire opportune informazioni agli utenti finali in merito ai propri consumi per consentire risparmi di energia, fornire informazioni sui consumi a tempo, gestire i periodi di fatturazione e dati di consumo in modo da consentire l’orientamento della domanda di energia”. Perché tutto ciò si realizzi compiutamente anche l’utente finale, il consumatore, deve essere intelligente, ovvero messo nella condizione di capire il significato di questi dati. Solo così potrà utilizzarli a proprio beneficio e a beneficio della collettività, mediante l’ottimizzazione dei propri consumi. È questa forse la sfida più difficile, per la cui soluzione non basta semplicemente un insieme di norme. L’Autore Emilio Consonni Emilio.consonni@itron.com Lavora come Marketing Manager Gas per la filiale italiana di Itron, multinazionale nel campo della misura e dell’utilizzo intelligente dell’energia e dell’acqua. Attivo nell’ambiente normativo nazionale ed internazionale sia nel campo dell’elettricità che del gas, ha collaborato alla realizzazione del mandato “Smart metering” ed in ambito nazionale è Coordinatore della Task Force “Intercambiabilità” della Commissione Misura Distribuzione – Comitato Italiano Gas.


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Sperimentazione multifornitura 169MHz Nel 2008 l’AEEGSI ha posto un obbligo al Distributore gas con la richiesta di implementare un’architettura di rete in grado di gestire la moltitudine dei dati. A2A coglie la sfida per trasformarla in un’opportunità per ampliare il proprio business in un’ottica di miglioramento dei servizi offerti al cittadino. di Silvia Tonoli A2A Servizi alla Distribuzione

A partire dalla pubblicazione della Delibera ARG/gas 155/08 e s.m.i. dell’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Servizio Idrico, l’AEEGSI ha introdotto un obbligo per il Distributore gas di adeguare i propri gruppi di misura con l’obiettivo di sviluppare un sistema di mercato del gas naturale, di facilitare e migliorare la qualità del servizio di misura favorendo la consapevolezza dei consumi da parte dei clienti finali. In particolare, i dispositivi devono soddisfare i seguenti requisiti funzionali minimi: • correzione della misura in standard metri cubi: per i calibri industriali >= G10 è richiesta la presenza delle sonde di pressione e temperatura per riportare la misura in standard metri cubi, mentre per i dispositivi domestici (calibri G4, G6) è sufficiente la correzione solo in temperatura, elemento maggiormente influente sulla misura • telelettura: i dispositivi devono essere teleleggibili da remoto comunicando i propri dati con un sistema di telelettura gestito dal Distributore • gestione del misuratore: per i calibri domestici è richiesta la telegestione. Per questo i G4 ed i G6 sono dispositivi dotati di un’elettrovalvola in grado di aprirsi e chiudersi a comando.

La scelta di A2A Con oltre 1.200.000 punti di riconsegna, A2A Reti Gas ha iniziato il processo di sostituzione/adeguamento massivo dei misuratori a partire dal 2011 e ad oggi conta più di 28.000 punti adeguati dei 32.000 calibri industriali totali e sta affrontando la sfida più grande, quella del mass market. Per il Distributore gas, l’implementazione della Delibera si può considerare una vera e propria sfida perché la sostituzione massiva dei contatori con dispositivi smart e soprattutto la loro gestione e manutenzione costituiscono un costo che deve essere contenuto il più

possibile per rimanere all’interno dei riconoscimenti tariffari. L’ottimizzazione della rete parte dalla scelta della tecnologia: se per i dispositivi industriali la scelta di una comunicazione di tipo punto-punto era inevitabile e pertanto ad oggi tutti i dispositivi hanno montato una SIM a bordo, per i contatori domestici è possibile decidere se persistere con la scelta o implementare una rete radio punto-multipunto. Il sistema punto-punto offre degli indubbi vantaggi al Distributore che sceglie di utilizzarlo per la posa massiva. La tecnologia consolidata e il protocollo definito consentono di effettuare le pose massive con procedure standardizzate e già utilizzate dal Distributore per i calibri superiori. Questa tecnologia soffre diversi problemi legati principalmente al problema energetico per cui la maggior parte dei costruttori di contatori domestici punto-punto dichiara che la vita utile della batteria è di 8 anni, mentre la durata del bollo metrico del contatore è di 15. Per questo il Distributore deve farsi carico di effettuare almeno un cambio batteria nella vita del contatore, operazione costosa che comporta l’impiego di un tecnico specializzato. Il Distributore si dovrà organizzare come se fosse una sostituzione del contatore. Si tende poi a sottovalutare l’impatto della gestione delle SIM. L’approvvigionamento e il passaggio di quantità ingenti di schede dalle mani degli operatori telefonici al Distributore e poi al fornitore per il loro montaggio in fabbrica aumenta il rischio di generazione di errori che su grandi numeri possono generare la perdita di dati. Una volta posati, tali apparati sono soggetti a manutenzione: questo significa che le zone che gestiscono la manutenzione devono avere a loro volta una quantità di SIM di scorta per poter intervenire all’occorrenza e, nel caso in cui la manutenzione sia appaltata ad imprese esterne, il numero di SIM in gioco, ma soprattutto il numero degli attori che le utilizzano, è destinato ad aumentare drasticamente e mantenere il tracciamento di ognuna

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SERVIZI A RETE MAGGIO-GIUGNO 2015

Legacy concentratori

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Legacy

Gestore chiavi di crittografia

SAC-T 169MHz Tool di Pianificazione/ Ottimizzazione Rete

Concentratore

SAC-M Gas

Legacy contatori gas

Libreria Tool gestione SIM

169MHz

VODAFONE

GSM

TIM

SGPR

WFM

SW gestione contatori Libreria

di esse è complesso. Inoltre la rete dati non garantisce sempre una qualità della connettività, in special modo quando avvengono fenomeni sociali che implicano la saturazione delle celle territoriali. L’alternativa è quella di posare una rete radio a 169MHz sul territorio e utilizzare contatori radio: in questo modo vengono meno tutti i problemi relativi al consumo energetico, alla gestione delle SIM e ai costi fissi del traffico dati. Per contro, in questa soluzione aumenta il grado di incertezza in fase di posa: anche se la zona interessata gode di una buona copertura radio, non è scontato che il segnale riesca a penetrare tutti gli ostacoli che caratterizzano il luogo di posa del contatore e che la comunicazione avvenga in modo efficace con il concentratore più prossimo. La rete radio offre un ulteriore vantaggio al Distributore che la implementa, dato dalla possibilità di sfruttarla aggiungendo altri apparati di rete, migliorando i servizi sul territorio e ammortizzando i costi di esercizio su più business. Per poter verificare l’efficacia della rete radio a 169MHz ed i costi ad essa associati, A2A ha predisposto una sperimentazione di campo che ha coinvolto la posa di 10.000 oggetti equamente distribuiti nelle città di Brescia e Milano: si tratta di contatori acqua, calore e, per la maggior parte, gas approvvigionati da cinque costruttori differenti. Attualmente la posa dei dispositivi è quasi conclusa per i contatori gas, a Brescia è terminata per i contatori acqua mentre a Milano inizierà a breve con la collaborazione di Metropolitana Milanese che ha aderito al progetto proposto da A2A con l’obiettivo comune di offrire un migliore servizio al cittadino; la posa dei contatori del calore sarà effettuata nei prossimi mesi. Con la creazione

di un’unica rete radio sul territorio della quale possono usufruirne servizi e società differenti è possibile contenere il proliferare delle interferenze che, su larga scala, renderebbero inefficace la comunicazione. La sperimentazione è entrata ora nella fase più viva del progetto e si sta verificando la connettività in campo. I risultati ottenuti ad oggi sono parziali ma soddisfacenti e soprattutto in una seconda fase sono state già individuate delle zone con una copertura inferiore a quella attesa sulle quali si potrà agire inserendo un altro concentratore per aumentare la copertura radio. La forza di questa rete è data dalla flessibilità: utilizzando una frequenza libera ed un protocollo standard quale è il Wireless M-Bus (UNI CEI EN 13757) l’applicazione è facilmente estendibile anche ad altri servizi che A2A offre al territorio, quali ad esempio la nettezza urbana, la gestione del calore o il controllo delle reti di distribuzione attraverso sensori. Un secondo vantaggio è dato dal fatto che la rete è stata realizzata sfruttando al meglio gli asset dell’impresa partendo dalle sedi aziendali, gli impianti sul territorio e, ove possibile i pali dell’illuminazione pubblica.

L’architettura di rete Per poter supportare il progetto, data la volontà di coinvolgere non solo diverse forniture ma anche Società differenti, A2A sta implementando un’architettura di rete modulare e scalabile in modo da far fronte alla complessità della soluzione, garantendo un buon livello di sicurezza nella gestione dei numerosi dati. L’architettura, proposta nell’immagine, è formata da più elementi. Contatori gas, acqua, calore e sensori costituiscono

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gli elementi di campo da governare, direttamente interfacciati con un concentratore multiservizio in grado di acquisire tutti i dati sulla rete a 169MHz. Il concentratore comunica tramite SIM con un unico sistema denominato SAC-T, ovvero Sistema di Accesso Centrale delle Telecomunicazioni che gestisce la rete radio ed i concentratori. Il SAC-T si connette a sua volta a più SAC-M, i sistemi di telelettura dedicati alla gestione commerciale delle forniture ognuno di questi interfacciato con un sistema Legacy per la gestione delle anagrafiche degli apparati. Per la gestione del campo A2A ha realizzato un progetto di Work Flow Management (WFM) per raccogliere tutte le richieste di intervento sui misuratori e farle convogliare su un unico dispositivo di campo e, per sfruttare al meglio l’infrastruttura già presente, A2A sta sviluppando una libreria di comunicazione. La libreria è un software che ha lo scopo di tradurre tutti i protocolli di comunicazione dei diversi apparati (le prime applicazioni di A2A sono nell’ambito elettrico e gas) aumentando la flessibilità della soluzione in quanto essa sarà presente, con gli opportuni driver, sia sul dispositivo di campo che sul SAC-M che condividono lo stesso linguaggio. L’esigenza di introdurre questo elemento è partita dalla gestione del gas poiché, pur essendo normati i protocolli, le scelte dei diversi fornitori hanno creato delle diversità che hanno reso necessaria l’implementazione

di un processo di certificazione degli apparati per ogni modello. Un ulteriore elemento chiave è il data base dedicato alla gestione delle chiavi di crittografia. La cifratura delle comunicazioni è un punto focale per garantire l’accesso ai dispositivi solo a chi è autorizzato a trattare i dati e pertanto A2A ha scelto di implementare un gestore di chiavi multisocietario interfacciato con tutti i sistemi presenti nell’architettura. Per completare e garantire la gestione della rete, verrà implementato un tool per la pianificazione della rete radio a 169MHz per ottimizzare la posa dei concentratori ed uno per la gestione delle SIM in quanto A2A a regime ne avrà oltre 120.000.

L’autore Silvia Tonoli silvia.tonoli@a2a.eu Responsabile “Sistemi di Telelettura Fluidi” A2A Servizi alla Distribuzione. Ha partecipato al gruppo di lavoro CIG per la stesura della norma UNI TS 11291 ed è responsabile della funzione Sistemi di Telelettura Fluidi. Con il suo gruppo segue l’implementazione della Delibera 117/15, la telelettura gas, sperimentazioni multiservizio e l’evoluzione normativa del settore.


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Smart Metering Gas: le competenze necessarie Diego Gajani

Il mondo dei distributori del gas deve affrontare un forte cambiamento, così come è stato per i contatori dell’elettricità. Questo richiede nuove competenze e informazione su quello che significa passare da vecchie a nuove tecnologie di misura ed alla comunicazione dei dati da remoto. Intervista a Diego Gajani, Capogruppo dell’associazione ANIE - GS 2M. Come è nata l’associazione GS2M? Come costruttori di contatori statici ed elettronici ci siamo resi conto della necessità di una maggiore informazione rivolta ai distributori. Bisognava comunicare e porre l’accento sui vantaggi che le nuove tecnologie di misura avrebbero fornito. Avevamo però la convinzione che l’esistente Associazione Nazionale dei costruttori di contatori tradizionali a membrana difficilmente ci avrebbe aiutati in questo processo, che andava contro i loro stessi interessi. Il gruppo GS2M è nato nel 2012 dentro ANIE (Associazione Nazionale Imprese di Elettronica ed Elettrotecnica) riunendo un gruppo di costruttori che utilizzano nuove tecnologie innovative di misura con lo scopo comune di spiegare, illustrare e creare una nuova consapevolezza sui vantaggi che sarebbero derivati dall’uso di contatori statici ed interamente elettronici. L’associazione GS2M, composta dalle seguenti aziende: MeteRSit, Landis+Gyr, Diehl, ConusTech (rappresenta in Italia AEM), si è proposta come una voce autorevole per offrire informazioni di natura tecnica ed applicativa. Nell’associazione GS2M sono rappresentati i costruttori di contatori gas statici. Il Prof. Furio Cascetta della Seconda Università di Napoli supporta le attività di natura tecnica/ scientifica nelle situazioni in cui si rende necessario fornire documenti e articoli.

Contatore del gas ad acqua 5 becchi con particolari in bronzo, 1900

Contatore del gas ad acqua 5 becchi, 1914

Perché tanta resistenza da parte dei costruttori di contatori tradizionali? I costruttori di contatori tradizionali hanno investito in passato molte risorse per ottimizzare la propria produzione, in modo da rendere i tradizionali contatori a membrana disponibili al miglior prezzo possibile. L’alta produttività, ricercata nell’ottica di fornire con grandi volumi molti Paesi, ha preteso risorse ingenti. È comprensibile, dunque, che questi costruttori di contatori “tradizionali” difendano i loro investimenti. Al contrario, è naturale che le nuove realtà industriali siano più favorevoli ad investimenti nelle nuove tecnologie, disponibili da circa 10 anni e in forte espansione. Le aziende nate di recente, che si sono trovate a sfidare i giganti già presenti sul mercato, non hanno avuto vincoli nel proporre qualcosa di innovativo. Esse si sono orientate alle nuove tecnologie, investendo in questo senso. È lecito pensare che chi ha una posizione consolidata nella tecnologia tradizionale impiegherà più tempo a trasformare almeno parte della produzione in questa direzione. È logico ritenere che queste grandi società si stanno preparando ad una transizione progressiva verso le nuove tecnologie, con tempi e modi coerenti a gestire in modo economicamente vantaggioso per loro questa transizione.

A secco, 5 becchi funzionamento a moneta, 1916

2800 litri (20 becchi) caricamento a chiavetta a carico dell’utente, 1956

Contatore a secco, monotubo, 10 becchi, 1956

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Quali sono le principali differenze tra la tecnologia meccanica e quella elettronica? Un prodotto può essere tradizionale o statico in base alla tecnologia di misura che usa e in base alle funzioni che ha. Esistono quindi contatori a membrana simili a quelli che sono stati installati negli ultimi 60 anni, a cui vengono aggiunte funzioni “smart” mediante un dispositivo elettronico aggiuntivo. I contatori statici, invece, hanno tecnologie che misurano mediante sensori elettronici il flusso di gas che passa attraverso il contatore, con integrate alcune funzioni “smart”. Quindi entrambe le tecnologie di misura (membrana o statici) possono essere utilizzate in contatori che hanno funzioni smart, quali opzioni multi-tariffa e registrazione della curva di consumo. La differenza sta nel fatto che se un contatore è completamente elettronico ha un livello di integrazione completo e sinergie costruttive tra misura e gestione elettronica dei dati e dei comandi. In questo momento i volumi maggiori sono ancora per le tecnologie di misura tradizionali, che beneficiano di economie di scala e di ingenti investimenti già ammortizzati. In futuro sarà l’opposto perché l’elettronica è molto più sensibile rispetto ai volumi della meccanica. Con volumi crescenti per i contatori statici i prodotti “ibridi” (meccanica + elettronica) non saranno competitivi rispetto a prodotti solo elettronici. È evidente che maggiori sono le funzioni smart richieste al contatore, più diventa conveniente avere un contatore interamente elettronico. Infatti, quando il contatore diventa molto ricco di funzioni che possono essere erogate solo dall’elettronica, il fatto che parta da una base elettronica è un punto di vantaggio enorme. Viceversa, il contatore tradizionale, partendo da una base meccanica, dove l’elemento di interfaccia si limita a segnalare all’elettronica quanti giri ha fatto un ingranaggio interno, è vantaggioso solo se le funzioni richieste sono basiche. In termini di logica, maggiore è la richiesta di funzioni smart per un contatore, più è vantaggioso che abbia una tecnologia di misura statica, pienamente integrata e sinergica con il microcontrollore che controlla tutta l’elettronica. Si ringrazia l’Archivio del Museo dell’Acqua e del Gas di Fondazione AMGA - Genova

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Quali sono i benefici dello smart metering? Spesso ci dimentichiamo di quali sono gli obiettivi per cui è stato lanciato lo smart metering nel gas. Nato come volontà e raccomandazione della Comunità Europea a tutti i paesi membri, è spiegato benissimo nelle direttive che lo intendono a tutela dei consumatori. I tre grandi obiettivi per la Comunità Europea sono: • trasparenza verso il cliente finale che deve sapere cosa è stato consumato e quando. Fine dunque delle bollette presunte escludendo la stima dei consumi e pagamenti non supportati da dati rilevati. Il cliente deve, come in altri settori, pagare ciò che ha comprato. • Promuovere l’efficienza energetica in modo da avere dati dettagliati sui propri consumi che aiutino a comprendere dove possono essere attivati eventuali risparmi. Se dalla verifica si noterà un consumo anomalo si potrà porre miglioramenti alle proprie attività. Una cosa che con un’unica lettura all’anno di un unico totalizzatore è stato fino ad oggi impensabile. • Liberalizzazione dei mercati. Se ci sono dati storici relativi ai consumi del cliente si potranno effettuare, da parte delle società di vendita, profilazione dei clienti, programmi e offerte mirate favorendo la libera concorrenza. Al contrario, senza informazioni la competizione tra società di vendita viene relegata ad un semplice sconto, di entità marginale. Tutto questo può essere applicato non solo per i grandi consumatori, ma per tutti i cittadini, basti pensare solo a quante case sono utilizzate solo nel week-end. I benefici riguardano quindi tutta la catena: maggiore trasparenza per i clienti, società di vendita che possono competere, distributori che possono gestire meglio le reti. Il problema è che l’investimento è richiesto ad un solo attore: il distributore. In questo modo, mentre i benefici saranno equamente distribuiti, l’onere rimane in capo solamente ad uno dei tre soggetti. Inutile dunque valutare se l’investimento è vantaggioso, sulla base del pay-back per il solo distributore. Occorre invece centrare gli obiettivi di sistema, essenzialmente a vantaggio del cliente finale, e riconoscere al distributore, che bisogna ricordare opera in un mercato regolamentato e non competitivo, un contributo adeguato rispetto a quanto ha investito per “svecchiare” il sistema di misura. Quali sono le posizioni degli altri Paesi? All’estero alcuni Paesi, quali UK e Olanda, hanno richiesto funzioni evolute, altre nazioni invece hanno preferito funzioni di base. Nessuno però discrimina tra tecnologie di misura vecchie o nuove che siano, perché queste competono sulla base del prezzo e del costo industriale, in un mercato aperto, nel rispetto delle funzioni richieste. In altri Paesi sono stati discussi degli studi che affermano che il pay-back per il distributore non è conveniente e dunque si propone di non procedere all’investimento in modo massivo, o di attuarlo selettivamente su alcuni segmenti di clientela, come ad esempio in Germania. Questo è un criterio decisionale sbagliato, penalizzante rispetto agli obiettivi di tutelare il cliente finale. Italia, UK, Olanda e Francia sono partiti in modo determinato.


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2i Rete Gas nuovi contatori gas nelle case Piccola rivoluzione nelle case massesi: arrivano i contatori elettronici per il gas. Da maggio la 2i Rete Gas, operatore nazionale nel settore della distribuzione di energia, ha iniziato la sostituzione dei contatori di gas naturale di tipo tradizionale con nuovi contatori elettronici come impone l’Autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico. La sostituzione riguarda circa 45.000 utenze nel Comune di Massa: un’opera imponente che è stata divisa in tranche. La prima, che prevede 5.000 sostituzioni divise in 10 lotti sarà completata entro quest’anno. L’intero intervento sarà terminato invece entro il 2018. Lo scopo di questa innovazione tecnologica è di favorire una maggiore consapevolezza dei consumi da parte degli utilizzatori e lo sviluppo di un sistema

di mercato del gas naturale avanzato. Con questo ammodernamento saranno introdotte nuove funzionalità, tra cui la telelettura dei dati di prelievo e la telegestione del contatore per la sua diagnostica e per la gestione da remoto dell’utenza. La telelettura dei nuovi contatori gas, dice l’azienda “permetterà una contabilizzazione dei volumi più aderente al loro andamento effettivo nel tempo, riducendo l’impiego di stime per la fatturazione dei consumi e la necessità di conguagli”. In altre parole, il fornitore di gas potrà sapere in ogni momento quanto ha consumato una determinata abitazione e non avrà più bisogno di inviare casa per casa un addetto per la lettura del contatore. La sostituzione è gratuita, non comporta alcuna spesa per il cliente.

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Modena sperimenta i nuovi contatori 2.0 Dal 30 marzo Hera ha iniziato la sostituzione di oltre 13.000 apparecchi per la misurazione dei consumi di acqua, gas e teleriscaldamento, con l’obiettivo di consentire la telelettura e avere bollette sempre basate sui consumi reali. A cura del Gruppo Hera

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Modena sarà una delle prime città in Italia a sperimentare per luce, acqua, gas e teleriscaldamento lo smart metering multiservizio: misuratori dei consumi di nuova generazione che saranno teleletti o telegestiti a distanza da Hera, tramite rete RF a 169 MHz. La fase di deployment del progetto è stata avviata a fine marzo. Il progetto, del valore di circa 3,8 milioni di Euro, si articola su diverse aree del Comune di Modena caratterizzate da differenti caratteristiche urbanistiche, coinvolgendo circa 13.300 utenze di 5 differenti servizi (gas, acqua, energia elettrica, teleriscaldamento e igiene urbana), implementando due diverse frequenze di trasmissione dati (169 MHz e 868 MHz). Il progetto, nato all’interno della direzione Innovazione del Gruppo e seguito nella parte progettuale dalla direzione Ingegneria, si avvale di competenze interne e sfrutta il carattere di “multiutility” del Gruppo, coinvolgendo anche la società di TLC del Gruppo, Acantho S.p.A.: tra i progetti selezionati dall’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico, quello di Hera non prevede partnership esterne. Acantho, società specializzata nella progettazione, implementazione ed integrazione dei sistemi di trasmissione, svolge il ruolo di operatore terzo che realizza e gestisce la rete di comunicazione, previsto dalla delibera 393/13.

Per quanto riguarda le funzionalità previste, sfruttando la infrastruttura di comunicazione RF relativa allo smart metering gas, si prevede di trasportare il dato di lettura di 8.715 misuratori gas, 3.857 misuratori di acqua potabile, 500 misuratori di energia elettrica e 111 misuratori di energia termica per teleriscaldamento. Al fine di testare l’intera catena tecnica, le letture ottenute per i diversi servizi saranno quelle effettivamente usate per la fatturazione agli utenti, trasportando i dati su un’interfaccia interrogabile e configurabile/ personalizzabile dall’utente, ad esempio impostando delle soglie di consumo massimo e minimo (queste ultime utili per identificare precocemente delle perdite negli impianti interni o per favorire il contingentamento dei consumi) o delle analisi di utilizzo dei vari servizi. In questo senso il progetto rappresenta un’opportunità per esplorare nuove modalità di rapporto con l’utenza ma anche un campo di prova per valutare con attenzione e su scala reale le complessità tecniche, gli investimenti e i costi operativi legati allo sviluppo di questi nuovi strumenti ad alta tecnologia. Nell’ambito di una visione di “smart city” il progetto prevede di sperimentare nuove modalità di gestione delle reti, acquisendo dati finalizzati a una gestione più


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mirata delle infrastrutture dedicate alla erogazione dei servizi e, in particolare, partendo dalle esperienze già presenti in azienda di smart water grid mira alla verifica dei miglioramenti possibili con i dati ottenuti dagli smart meter applicati sulle reti intelligenti di fluidi. Sono rilasciate nell’ambito di questo progetto le due seguenti funzionalità aggiuntive: • la «Smart Water Grid» prevede la possibilità di comparare, giorno per giorno, i dati di consumo degli utenti con i volumi di acqua immessa nel distretto idrico interessato, consentendo di rilevare le perdite occulte; • la «Smart Heating Grid» consente di segmentare l’energia erogata dalle reti di teleriscaldamento tra la centrale di produzione e le sottocentrali di distribuzione, e da queste eseguire la ripartizione fino alle singole utenze. Il sistema consente di rilevare perdite e situazioni di rendimento sfavorevole del sistema di produzione. Il progetto integra una «Smart Waste Grid», che prevede la possibilità di controllare il grado di riempimento dei cassonetti rifiuti, consentendo, mediante analisi statistiche, di ottimizzare i percorsi di raccolta degli autocompattatori, di ottenere un risparmio energetico e un impatto ambientale positivo con un servizio più attento sul territorio. Dal punto di vista della componentistica tecnica, saranno testati meter di numerosi tipi e costruttori (implementanti sia principi di misura dinamici che statici) e sono previsti test in laboratorio per caratterizzarne le capacità di resistenza al gelo, il comportamento tecnico/metrologico in ragione delle diverse condizioni di installazione e la risposta dell’apparato in caso di tentativo di manomissione/frode.

Obiettivo ulteriore del progetto è testare sul campo le modalità operative della sostituzione dei contatori, in particolare nel servizio gas, ambito in cui nei prossimi anni l’azienda sarà chiamata, assieme a tutti gli altri distributori del settore, a confrontarsi con la sostituzione massiva di circa 1.000.000 di contatori mass market. Non è da trascurare l’importante tema del «change management» in relazione alle competenze richieste agli operatori di campo, che, all’atto dell’attivazione del punto gas, oltre all’installazione idraulica del meter dovranno effettuare tutte le attività tecniche finalizzate alla messa a punto della catena di comunicazione degli apparati con i sistemi centrali. È necessario accompagnare il personale interno ed esterno in un processo di riconversione tecnica. Le future attività richiederanno competenze decisamente differenti rispetto alla formazione, prettamente idraulica, caratteristica degli operatori che storicamente hanno effettuato questa attività. In questo senso è da osservare che nel gas il distacco sarà assai più rilevante rispetto a quanto già vissuto in ambito distribuzione energia elettrica per la sostituzione massiva dei misuratori EE. L’evoluzione del metering verso una soluzione “smart” (sia per la distribuzione gas che di altri servizi) apre certamente a nuove ed interessanti prospettive ma presenta anche incognite a cui è opportuno che il regolatore nazionale riservi adeguata attenzione. Appare necessario percorrere una processo di graduale adeguamento dei punti di riconsegna gas congruente con la maturazione tecnica dei prodotti, sia a livello quantitativo che a livello qualitativo e senza effettuare forzature che, oltre a mettere in difficoltà sia i costruttori di meter che i distributori gas, generino ricadute sulla credibilità del processo di lettura.

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Impianto pilota di Metropolitana Milanese A colloquio con l’ing. Davide Segalini Oltre 200 dispositivi di telelettura funzionanti su frequenza radio 169 Mhz che si collegano ad un centro di telelettura e analisi dei dati. Questo è quanto è previsto per l’impianto pilota che Metropolitana Milanese sta sperimentando con Watertech inserito nel progetto PROACTIVE (PROtezione del territorio con infrAstrutture iCT avanzate, cIttadinanza attiVa e rEti sociali). Il risultato che si otterrà è quello di trasformare i contatori d’acqua in veri smart meters in grado di fornire l’acquisizione automatica di dati: Consumi contabilizzati Eventuali reflussi Informazioni utili per individuare le perdite Allarmi/anomalie

Abbiamo posto alcune domande ad un esperto di Metropolitana Milanese che si sta occupando direttamente del progetto, l’Ing. Davide Segalini. Il progetto ProActive si articola su 4 temi specifici, in particolare la sezione AMR è quella che più direttamente vi ha visti coinvolti, di cosa si tratta? AMR sta per Automatic Meter Reading ovvero contatori letti automaticamente. Nello specifico in questi contatori dislocati in un quartiere della zona sud di Milano sarà possibile effettuare letture dei consumi di utenza senza accedere dal contatore, ma direttamente, stando in strada mediante palmare che comunica in radiofrequenza con i contatori. Sappiamo che è in corso l’installazione di 200 dispositivi di telelettura: quali sono le caratteristiche di questi dispositivi? Le installazioni saranno circa 250. Ciò comporta l’installazione di contatori MID predisposti per uscita impulso OPTO a cui verrà accoppiata una radio che trasmette con frequenza 169 Mhz con protocollo libero wireless M-bus. La lettura di tali contatori inizialmente avverrà in modalità “walk-by”, ovvero tramite palmare direttamente stando in strada e senza bisogno di accesso al locale contatore, rendendo il processo di lettura più rapido ed efficiente. Tali radio sono riprogrammabili in loco con la possibilità di convertirle nel prossimo futuro in “fixed-network” ovvero i dati potranno essere acquisiti da un concentratore e

successivamente trasferiti al sistema centrale utilizzando rete mobile (GPRS) o eventualmente fibra. Questi apparecchi si collegano ad un centro di telelettura e analisi dei dati, quali dati verranno acquisiti automaticamente? Inizialmente i dati acquisibili saranno il dato di consumo al momento della lettura, il dato di consumo l’ultimo giorno del mese, la minima e massima portata ed eventuali reflussi ed allarmi di frode. Passando alla rete fissa sarà possibile avere i dati di consumi giornalieri e notturni con l’idea di aumentare il numero di letture nella stessa giornata. È corretto dire che questi dispositivi associati ai contatori acqua li trasformano in smart meters? Certamente i contatori così fatti sono definibili Smart meters ovvero “contatori intelligenti” che permettono un efficace monitoraggio dei consumi e una migliore qualità del servizio offerto agli utenti. Queste apparecchiature sono state pensate per un installazione in ambienti “difficili” simile a quello dove spesso sono stati collocati i contatori d’acqua, ce ne spiega le caratteristiche? I contatori acqua potabile di MM sono dislocati in 3 tipologie installative, pozzetti (spesso in situazioni critiche), nicchie e locali/vani contatori che sono il più delle volte difficilmente raggiungibili ed anguste. Attraverso l’utilizzo di questi apparecchi ci saranno vantaggi immediati ed anche a lungo termine, quali? A regime sarà possibile monitorare l’utenza senza dover accedere al contatore (con le difficoltà che questo comporta per l’operatore e il disturbo per il cliente) ed avere giornalmente sotto controllo i dati di consumo dell’utenza. Sarà quindi possibile una fatturazione reale e non più frutto di letture presunte. Inoltre sarà possibile avvisare con tempestività l’utente nel caso di perdite sempre nell’ottica di una maggiore qualità del servizio. A lungo termine aumentando il numero di letture al giorno si potranno effettuare bilanci idrici, utili per una migliore gestione della rete acquedottistica.

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PUBBLIREDAZIONALE

SENSUS

Smart Water Networks best practices Una società di impianti idraulici francese e due gestori di reti idriche spiegano in che modo iPERL abbia rappresentato un’ottima scelta di business, consentendo loro di recuperare dalla rete i dati più rilevanti.

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Fondata a Parigi 50 anni fa, Gereco, gestisce e mantiene impianti per reti idriche e di distribuzione verso migliaia di utenze domestiche. L’azienda acquista da anni i prodotti Sensus per ottimizzare le soluzioni e i servizi di gestione idrica. Questa collaborazione, che ha visto l’adozione da parte di Gereco del Sensus 620C, il primo contatore idrico ecocompatibile in materiale composito introdotto sul mercato nel 2005, continua tutt’oggi, con l’inserimento di iPERL, il contatore smart di Sensus nonché componente fondamentale delle soluzioni intelligenti per la misurazione sviluppate recentemente dall’azienda. Il principio di misurazione di iPERL si basa sulla tecnologia elettromagnetica ed è quindi privo di parti in movimento. Il contatore è contenuto all’interno di un corpo in materiale composito e le sue modalità di comunicazione integrate sono compatibili con i protocolli più diffusi. A partire dalla sua installazione, che può avvenire in qualsiasi posizione senza alcun impatto sulla precisione di misurazione, iPERL si adatta alla configurazione della rete. La direzione del flusso è rilevata automaticamente; all’installatore viene chiesto solo di stabilire il modo più idoneo di leggere i dati sul grande display digitale iPERL. L’utente finale può leggere immediatamente i propri consumi e rilevare potenziali eventi anomali sulla rete privata grazie agli allarmi in tempo reale inviati anche al gestore della rete per consentirgli di agire rapidamente con interventi di manutenzione o riparazione. La portata iniziale misurata da iPERL è talmente bassa (ca. 1 l/h – DN15) da consentire al consumatore e all’utility di rilevare la presenza di dispersioni. Tale grado di precisione si mantiene costante per tutto il campo di misura di iPERL e per tutti i suoi 15 anni di vita operativa, offrendo un enorme contributo alla conservazione della risorsa idrica. “Più che un contatore idrico, iPERL è un potente strumento gestionale che consente di effettuare diagnosi, monitorare e mantenere gli impianti in tempo reale e con la massima precisione”, afferma Lionel Viaud, direttore commerciale di Gereco, aggiungendo “iPERL misura anche portate molto basse, permettendo di ottimizzare il rilevamento di fughe e dispersioni, migliorare la conservazione dell’acqua e aiutare gli utenti finali a ridurre i propri consumi del 5-10%”. Gereco ha dotato quattro condomini nell’area parigina di cento contatori iPERL e ha in previsione altri progetti finalizzati alla messa in opera di un migliaio di contatori smart iPERL entro la fine dell’anno. Sensus iPERL è stato scelto anche da Syndicat des Eaux de Basse-Vigneulles et Faulquemont (SEBVF), utility che eroga acqua potabile a un’utenza complessiva di 41.500 unità in un’area rurale nel nord-est della Francia comprendente 84 municipalità. È prevista l’implementazione di 8.000 contatori iPERL che, una volta installati, consentiranno di passare da 400 a 2.000 letture al giorno. Il rinnovo del parco contatori per adeguarsi

ai nuovi requisiti di legge, che prevedono la sostituzione di tali dispositivi ogni 15 anni senza taratura, è stato il volano che ha spinto l’azienda a considerare una nuova tecnologia. SEBVF ha scelto la soluzione iPERL di Sensus perché permette di misurare portate bassissime, assicurare il rilevamento delle dispersioni, avvisando gli utenti finali e prevenendo così le perdite idriche e i costi relativi. Inoltre perché iPERL è capace di aumentare la velocità di lettura dei contatori grazie a una tecnologia wireless e a opzioni di comunicazione avanzate integrate nell’endpoint, per conseguire significativi risparmi di tempo e portare il numero di letture giornaliere via radio dalle attuali 400 a 2000. “Con iPERL, una volta ottimizzato il percorso drive-by, si potranno leggere fino a 3.000 endpoint al giorno” afferma Pierre Blanchard, Presidente di SEBVF. “La firma di questa prima commessa per un distretto francese apre la strada allo sviluppo delle reti di contatori smart nel nostro paese” commenta Michel Jacquet, direttore commerciale di Sensus France. iPERL ha ottenuto l’avallo della Société du Canal de Provence (SCP), un vero opinion leader in Francia. Costituita nel lontano 1957, SCP eroga un servizio pubblico di irrigazione e fornitura di acqua per usi domestici, agricoli e industriali a tre autorità locali, i dipartimenti di Var e di Bouches-duRhône e la città di Marsiglia. Su concessione, SCP costruisce, gestisce e mantiene tutti gli impianti del canale della Provenza. Con una rete idrica lunga quasi 5.500 km e parco contatori di circa 60.000 unità, ha esigenze complesse, in termini di volumi e affidabilità, poiché la società gestisce il trasporto di acqua grezza, non trattata, con potenziale torbidità. SCP ha redatto una procedura di approvazione molto rigida per individuare quei contatori idrici che risultino idonei all’uso in tali difficili condizioni. La procedura di approvazione, obbligatoria per qualsiasi fornitore, prevede numerose fasi: test di resistenza e taratura sui banchi di prova del laboratorio interno SCP. La complessità della procedura di approvazione, il costo e la durata ne hanno sancito il titolo di procedura di riferimento sul mercato per le reti di irrigazione. Dopo un anno di test, iPERL ha dimostrato di essere all’altezza dei requisiti di SCP, dando anche prova di una considerevole qualità metrologica, con la classe R800, un livello metrologico alto che garantisce un’ottima precisione anche alle basse portate. La sua struttura, priva di parti in movimento, lo rende ideale per le reti sottoposte a forti carichi poiché assicura il massimo grado di resistenza a usura e abrasione. iPERL può essere adottato sia nell’ambito di un programma di lettura mobile dei contatori con modalità radio a bassa potenza walk-by/ drive-by, sia nel caso di reti fisse con rete mesh SensusRF oppure può essere integrato con il sistema radio Sensus a lungo raggio noto come FlexNet. iPERL è compatibile sia con il protocollo SensusRF sia con il protocollo aperto Wireless M-Bus ed è quindi in grado di supportare soluzioni standard aperte sviluppate da terzi.


Un’unica soluzione “aperta” per la contabilizzazione

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B METERS

B METERS Srl si è affermata, nel corso degli ultimi 20 anni, come una delle principali aziende europee produttrici di contatori per acqua, contatori di calore e ripartitori dei costi di calore conformi alla normativa 2004/22/CE MID, EN834 ed UNI 10200.

SE.DI.COM.

Uno smart planning per lo smart metering Lo sviluppo delle reti per il gas metering rappresenta una delle sfide più interessanti per il settore relativo alla pianificazione delle reti tecnologiche. Lo scambio di informazioni tra il concentratore e i contatori limitrofi ad esso collegati avviene con protocolli di comunicazione standard a basso consumo, in particolare quello scelto per applicazioni di metering è la soluzione Wireless Mbus @ 169 MHz. La frequenza 169MHz permette caratteristiche di propagazione e di copertura elevate anche in ambienti urbani. Il modo N utilizzato è stato sviluppato per comunicazioni a maggior distanza. L’obiettivo del planning è realizzare una infrastruttura di telegestione degli smart-meters che consenta di minimizzare il numero di concentratori (gateway) che raccolgono i dati dei gruppi di misura (GdM) mantenendo un livello di servizio adeguato, considerando tutti gli aspetti rilevanti come il posizionamento dei concentratori (siti alti su BTS esistenti, tetti, ecc. o bassi come i pali della luce) o l’alloggiamento dei contatori (nicchie). Fin dai primi studi effettuati da SE.DI.COM è emersa la necessità di dotare il proprio tool WinRPT di funzionalità ad hoc relative allo studio dello scenario simulativo e di propagazione, cioè non basate sull’approccio classico all’analisi della copertura (per area o punto-multipunto generico) tipico dei tool di planning. Il tool, tramite funzionalità dedicate, permette di assistere il tecnico durante le varie fasi di progettazione, a partire dalla ricerca dei siti migliori per il posizionamento dei concentratori, passando per la determinazione dell’area di copertura di un gateway ed evidenziando in modo chiaro le zone servite dal concentratore stesso, fino ad arrivare all’ottimizzazione della rete nel suo complesso. Tutto questo viene corredato da una reportistica specifica che consente di “misurare” le analisi effettuate. La soluzione di SE.DI.COM si basa sull’individuazione delle zone utili al calcolo (potenziale presenza dei contatori), partendo dai modelli 3D del territorio, e relativa “discretizzazione” a più livelli (piani). WinRPT è in grado di assistere le attività di pianificazione nei vari ambienti: urbano (con diverse caratteristiche), rurale e misto. L’evidente concentrazione dei contatori nelle aree urbanizzate comporta la necessità di poter disporre, nella grande maggioranza dei casi, di modelli del territorio 3D ad alta risoluzione (1 o 2 metri) con caratterizzazione degli edifici che, da una parte individuano la localizzazione dei contatori, mentre dall’altra rappresentano il principale ostacolo alla propagazione del segnale. La suite WinRPT consente di descrivere la tecnologia Wireless Mbus @ 169 MHz tramite la specifica DLL e di utilizzare modelli di propagazione deterministici, con modello di pathloss appositamente adattato per diversi ambienti 3D. La soluzione di SE.DI.COM ha come obiettivo il raggiungimento di un planning efficace per valutare con attenzione lo sviluppo della rete basandosi su efficacia dell’analisi, rapidità di calcolo e affidabilità dei risultati.

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Lo sviluppo del proprio sistema di trasmissione e ricezione dati, basato sul protocollo M-BUS wireless EN13757, consente la gestione di contatori per acqua, calore e ripartitori dei costi di calore con un unico software di contabilizzazione, innovativo e di utilizzo estremamente semplice, denominato HYDROLINK. HYDROLINK consente ad un operatore, dotato di un comune PC portatile oppure un semplice SMARTPHONE, di ottenere l’automatico rilevamento dei dati di consumo ed eventuali allarmi operativi trasmessi dai dispositivi installati nelle vicinanze. L’offerta wireless di B METERS si completa con la possibilità di utilizzare un concentratore dati il quale, ad intervalli predefiniti dall’utilizzatore, raccoglie i dati trasmessi dai vari dispositivi e li ritrasmette, tramite scheda GPRS, fino a cinque diversi indirizzi di posta elettronica selezionati dall’utente. In alternativa alla soluzione wireless B METERS propone i propri contatori per acqua e calore, equipaggiati con moduli M-Bus per la trasmissione dei dati via cavo. I moduli integrati M-BUS con uscita via cavo permettono il collegamento diretto dei contatori alla rete M-BUS eliminando l’utilizzo dei vecchi dispositivi lancia impulsi e dei convertitori in segnale M-BUS. Il punto di forza del sistema HYDROLINK si evidenzia in fase di fatturazione. La facilità dell’esportazione dati in formato Excel o CSV consente all’utente finale di gestire i parametri di lettura con qualsiasi software di fatturazione disponibile sul mercato non essendo, quindi, costretto e limitato all’utilizzo di un programma di fatturazione specifico e rimanendo così libero di scegliere quello più adatto alle proprie esigenze. Questa è la ragione per cui HYDROLINK di B METERS è definito “sistema aperto” che, in un’unica soluzione, consente la contabilizzazione dei costi per il consumo di acqua, calore e ripartizione dei costi di calore.

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RIMIFLU s.r.l. Via Magellano 5/b, 20090 CESANO BOSCONE (MI) tel. 02-45862368 fax. 02-45865483 e-mail: info@rimiflu.it

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Misuratore di portata a ultrasuoni certificato MID

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ISOIL INDUSTRIA

RIMIFLU

Un interlocutore affidabile nella misura del gas Da oltre 20 anni Rimiflu offre diversi servizi quali: verifica metrologica, riparazione e ricondizionamento dei misuratori di gas per uso civile ed industriale, e dei dispositivi di conversione, verificazione periodica secondo il DM 75/2012 e la normativa UNI 17020. Rimiflu, nata nel 1996 da un reparto di Schlumberger Industries, inizia la sua attività come riparatore di misuratori industriali nello stabilimento di Cusago (MI) e successivamente, assorbendo Ormagas, la estende anche al settore domestico. Nel 2004 si trasferisce a Cesano Boscone (MI), rinnovando parte delle attrezzature e dotandosi di un nuovo laboratorio climatizzato per la calibratura e legalizzazione dei contatori. Nel 2014 ha attivato all’interno della propria struttura organizzativa un Organismo di Ispezione di tipo C in grado di eseguire le verificazioni periodiche sui contatori e sui dispositivi di conversione di volume di gas in conformità al DM 75/2012 ottenendo la certificazione Accredia per i dispositivi di conversione del volume di gas e dall’aprile 2015 l’autorizzazione di Unioncamere alla verificazione periodica dei contatori gas fino a 160 m3/h in via di completamento per le portate superiori entro il 2015. Rimiflu si avvale di operatori metrologici in grado di intervenire su gran parte dei modelli di dispositivi di conversione operanti sugli impianti e di svolgere il servizio di verificazione periodica in tutto il Nord fino al Centro Italia. L’azienda dispone di 2 rampe completamente automatizzate per la taratura di misuratori a turbina e pistoni e 5 rampe con campane gasometriche per i misuratori a membrana. È dotata di officina meccanica e attrezzature per le prove di tenuta in acqua ed in aria, anche in alta pressione, come previsto dalle norme e, in caso di guasto, può fornire un contatore di pari calibro in sostituzione temporanea. Rimiflu è in grado di fornire al distributore gas: • un rapporto qualificato e imparziale sui contatori di nuova tecnologia sia prima dell’installazione che durante il periodo di servizio del contatore • un servizio di banca dati per sopperire alle necessità previste dalle norme • una completa supervisione degli impianti di misura per la loro manutenzione programmata. Fornisce i suoi servizi a tutto il sistema gas in Italia e vanta tra i suoi clienti non solo i grandi ed i piccoli distributori di gas, ma anche singole industrie proprietarie di misuratori di gas.

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I misuratori di portata Isoflux sono realizzati da ISOIL Industria per la misura dei fluidi in particolare di quelli a bassa conducibilità. A completamento della gamma è stato recentemente sviluppato il misuratore di portata IFX-C a batteria, destinato all’impiego con acqua potabile e consigliato in sostituzione dei tradizionali misuratori meccanici di tipo Woltman. L’apparecchiatura, certificata MID MI001 e OIML R49, è disponibile da diametro DN32 a DN 200, con precisione di misura in classe 2 in conformità con lo standard EN 14154. Prevede un sensore di portata collegato a un’unità elettronica per la comunicazione delle informazioni ai sistemi dedicati all’elaborazione dei dati. Isoflux IFX-C misura istantaneamente la portata dell’acqua in entrambe le direzioni, i consumi idrici e la pressione. I valori misurati e memorizzati su datalogger possono essere scaricati tramite interfaccia ottica e software fornito su richiesta. Lo strumento è disponibile con singolo o doppio raggio, con uscite in corrente 420 mA e/o uscite impulsive. Le connessioni sono di tipo flangiato. La mancanza di parti in movimento garantisce la costante affidabilità nel tempo unitamente alla ridotta perdita di carico. Le batterie possono durare fino a 8 anni nelle applicazioni convenzionali assicurando una lunga durata delle applicazioni. Isoflux IFX-C è realizzato con grado di protezione IP68. Su richiesta è disponibile il rivestimento per parti a contatto in Rylsan certificato WRAS.

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DIGICOM

Gateway per reti wireless

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Digicom S.p.A. opera in vari settori industriali sviluppando e proponendo prodotti/soluzioni per i mercati emergenti come Smart Gas Metering e M2M-IoT. Nell’ambito delle soluzioni per Smart Gas Metering, propone il prodotto denominato Meter Gate 500, un gateway innovativo necessario per realizzare reti wireless 169 MHz per la lettura di contatori residenziali, adatto anche per soluzioni multi-utility. Il prodotto, sviluppato interamente nei laboratori R&D dell’azienda, utilizza le più recenti tecnologie ed è compatibile con la normativa UNI TS 112917 e regolamentazione italiana 155/08; dispone di un kit specifico per installazione a palo, completo

di speciale antenna omnidirezionale ed è fornibile con alimentazione da pannelli solari, Power over Ethernet o rete 220Vca. Il modello a pannello solare offre notevoli vantaggi in termini di rapidità e semplicità di installazione, non necessitando di connessioni o cablaggi accessori al suo funzionamento. Sviluppato su piattaforma a microprocessori di ultima generazione a bassissimo consumo, offre svariate dotazioni per la connettività verso la rete includendo 2G, 3G, LAN, porta ottica e Bluetooth Low Energy. Meter Gate 500 è già utilizzato dai più importanti fornitori di SAC e contatori residenziali e sono possibili varie personalizzazioni a richiesta.

DIEHL METERING

Risparmiare in fattura con i contatori volumetrici e statici Diehl Metering costruisce contatori da più di 150 anni con una grande attenzione all’accuratezza della misura e alla sua stabilità. Di seguito due sue famiglie di contatori in linea con questi principi. Il contatore ALTAIR Il contatore con principio di misura volumetrico è il migliore contatore di tipo meccanico, con una curva dell’errore stabile nel tempo. Il contatore ALTAIR, disponibile da DN15 a DN40, ha un range dinamico che può arrivare fino a R800, e una bassissima portata di avviamento. È predisposto per la telelettura per mezzo di un modulo radio senza fili che si aggancia sul quadrante lasciando visibili i rulli e le iscrizioni ed ha una durata della batteria fino 12 anni. L’utilizzo di cuscinetti ammortizzanti e di nuovi materiali per cassa e pistone permette di ridurre il rumore dei corpi in movimento (circa 50 dB a Q3). Il problema del blocco del contatore è stato superato con l’utilizzo di scanalature orizzontali sulle superfici interne in contatto. Le impurità sono convogliate all’interno della scanalatura e successivamente evacuate attraverso il condotto di uscita. Il contatore HYDRUS I contatori statici, contatori elettronici senza parti in movimento, hanno una notevole stabilità nel tempo, anche in condizioni difficili, tanto che la legislazione italiana gli consente di rimanere in rete, prima della

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verifica periodica, ben tre anni in più di un contatore meccanico. Il contatore ultrasonico HYDRUS (da DN15 a DN50) oltre alle qualità tipiche dei contatori statici è insensibile ai sedimenti nell’acqua, non misura l’aria, consente di individuare e segnalare le perdite e vari tipi di allarme. Le informazioni sul display sono configurabili e mostrano: volumi, portata istantanea, temperatura, allarmi, durata batteria e altro. Non richiede diametri a monte e a valle e le prestazioni sono superiori alla classe D. Le possibilità di lettura sono molteplici e sempre conformi agli standard europei MBUS e OMS. È possibile leggere il proprio contatore in modalità wireless sia walk-by/drive-by sia con dei concentratori con una durata della batteria fino 16 anni. Entrambi questi contatori, con una portata di avviamento intorno al litro/ora (0,5 per l’ALTAIR DN15), non lasciano sfuggire neanche una goccia e consentono di recuperare in fattura fino al 10% di consumo all’anno. I contatori volumetrici sono di gran lunga i più utilizzati e i contatori statici cominciano a prender piede specie dove si apprezzano i benefici della telelettura.


Dalla telemetria del GPL alle soluzioni multiservizio

Software di Network Supervisor che permette, ad un eventuale operatore TLC o alla multiutility, l’esercizio e la manutenzione della rete multiservizio, tramite la visualizzazione e la gestione di allarmi o eventi provenienti dai dispositivi in rete. La piattaforma Urmet è in grado di interfacciarsi con tutti i principali fornitori di Meter e sensori ed è orientata principalmente al mercato diretto (utility) ed al mercato degli operatori di telecomunicazioni (TELCO). Per quanto riguarda la soluzione per le utility, Urmet fornisce una soluzione endto end che parte dalla raccolta del dato e finisce con la messa a disposizione tramite applicativi Web o tramite lo sviluppo di interfacce opportune con i sistemi proprietari dei clienti.

ZENNER

La telelettura intelligente e affidabile dei contatori Il gruppo internazionale Minol Zenner GmbH, con sede a Stoccarda in Germania, consta di ben 20 filiali in tutto il mondo - quella italiana è dislocata in provincia di Bologna - e offre un’ampia gamma di prodotti per la contabilizzazione di acqua e calore. L’azienda ha sviluppato un sistema di telelettura “walk by” di grande affidabilità e precisione. Il sistema può essere utile per ogni tipologia di attività connessa con la gestione della contabilizzazione e prevede l’applicazione di un modulo radio installato sull’orologeria del contatore; a completamento, viene fornito un pacchetto composto da un tablet con antenna ricevente e software. Questo pacchetto può essere acquisito una sola volta e utilizzato per migliaia di contatori. Il funzionamento è semplice: una volta installato il contatore con modulo radio in appartamento o pozzetto o nicchia, si passa vicino al punto dove è installato, senza dover entrare nell’appartamento o dover sollevare grate o tombini e, tramite l’antenna ricevente, viene riportata la lettura del consumo del contatore sul tablet. Il software sarà già predisposto a riconoscere lo stabile di riferimento e le matricole dei contatori oggetto di misurazione, senza rischio di inficiare la misurazione con ostacoli o altri contatori di stabili vicini. Le diverse prove effettuate in campo hanno dimostrato l’affidabilità di questo sistema che, mediante diverse funzioni smart, agevola l’utente o il letturista a riscontrare le possibili problematiche tecniche che possono verificarsi. La caratteristica più significativa di questo sistema è che si possono effettuare le letture quando si vuole, riuscendo a capire in tempo reale se si verificano problematiche e a intervenire il più velocemente possibile. Il modulo radio installato sul contatore possiede una batteria di lunga durata. Quando è prossima all’esaurimento, il sistema fornisce un preavviso di 3 mesi, dando la possibilità di intervenire tempestivamente per effettuare la sostituzione. Il sistema è in grado di riconoscere eventuali perdite, inversioni di flusso determinate da un montaggio errato o manomissioni grazie al triplo magnete interno, riconoscere il fermo del contatore o il sovradimensionamento e il sottodimensionamento dello stesso. Il modulo radio con protezione IP68 gli permette di lavorare anche in condizioni ambientali molto difficili.

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La Urmet Tlc, società italiana presente da anni nel mondo delle telecomunicazioni, con l’avvento di nuove tecnologie nel mondo wireless si è dedicata negli ultimi anni alla progettazione e sviluppo di apparati e sistemi di telemetria e telecontrollo dando vita ad una serie di realizzazioni finalizzate al mondo delle utility e dei servizi in generale. In modo particolare in ambito della distribuzione del GPL ha realizzato ed implementato un’importante rete a livello europeo per il rilevamento dei consumi dei contatori e dei livelli dei serbatoi, sfruttando tecnologia wireless in modalità point to point o in modalità multipoint to point. Nel 2011, sulla base dell’esperienza acquisita in ambito GPL e a fronte delle nuove normative definite dalla delibera ARG 155 in ambito gas metano la Urmet ha progettato e sviluppato una piattaforma di rete che permette di raccogliere i dati degli smart meter tramite concentratori installabili su rete fissa e mobile. Dalla soluzione inizialmente realizzata solo per il metano, si è passati ad un contesto più ampio in cui il concentratore diventa elemento portante per un’infrastruttura di rete multiservizio capace di raccogliere i dati provenienti, oltre che dai dispositivi di misurazione del gas, anche da altri tipi di misuratori (acqua, calore, energia elettrica), da apparati domestici (home automation) ed eventuali altri sensori (parking, vending, rifiuti urbani, illuminazione stradale, ecc.) per convogliarli nelle rete di telecomunicazioni pubbliche e renderli disponibili ai gestori dei servizi ed agli utilizzatori finali. La piattaforma Urmet, oltre che dai concentratori multiservizio, è composta dal

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URMET TELECOMUNICAZIONI

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TESTO

Lo strumento universale per le prove su gas e acqua Le verifiche della tenuta degli impianti gas devono essere eseguite sia nelle fasi preliminari che successive all’installazione del contatore. Sia l’impiantista che realizza l’impianto, sia l’azienda che installa il contatore hanno responsabilità penali e civili in caso di incidente e devono considerare come prioritario l’aspetto della sicurezza. Norme e leggi specifiche riportano le procedure e i parametri di prova che dipendono dalla componentistica utilizzata, dalla potenza degli apparecchi installati e dal tipo di installazione. Con testo 324 è possibile eseguire tutte le misure per verificare le tubazioni gas. Si tratta di uno strumento preciso, grazie al sensore di portata massica integrato e alla compensazione automatica della pressione barometrica. Grazie al semplice menù di navigazione, lo strumento si spiega da sé e l’operatività è intuitiva. L’utente viene guidato attraverso la fase di misurazione passo per passo: in soli 5 passi si raggiunge la prova desiderata. I vantaggi più importanti della prova tenuta impianti testo 324 sono: • certezza assoluta durante la valutazione dell’impianto: grazie all’elevata accuratezza dei sensori, le misure sono precise • funzionamento semplice: grazie al collegamento con singolo tubo, testo 324 può essere collegato velocemente alla tubazione da verificare impedendo errori di connessione • esecuzione semplice e sicura della prova: grazie all’unità di riempimento gas che consente la pressurizzazione con il gas collegandosi in parallelo all’impianto • operatività intuitiva senza leggere il manuale: grazie ai menù intuitivi, alle preimpostazioni e alle indicazioni “step by step” • risparmio di tempo e grande efficacia: grazie alla pompa integrata per generare la pressione di prova fino a 300 mbar per eseguire in automatico le prove UNI 7129, UNI 11137:2012 e il calcolo del volume dell’impianto • analisi veloce e panoramica completa: grazie al display a colori e alla presentazione grafica delle misure. Prova di tenuta sulle tubazioni del gas (prova di tenuta e di carico) Gli impianti devono essere collaudati prima e dopo la loro messa in servizio e la posa del contatore del gas. Normative tecniche definiscono procedure, pressioni e tempi di prova in funzione della componentistica utilizzata, della potenza degli apparecchi collegati e del tipo di installazione. In particolare le seguenti ispezioni sono importanti per la presente applicazione: Prova di carico (resistenza meccanica) La prova deve essere eseguita quando viene utilizzata componentistica speciale quali: tubi multistrato, giunti a pressare, CSST. Durante la prova viene testata la stabilità del materiale e la tenuta dei raccordi; ciò avviene prima dell’intonacatura o della copertura delle tubazioni del gas. Durante la prova di carico, il tubo appena installato, senza raccordi o alimentazione di gas, viene messo sotto pressione a 5 bar (la pressione da applicare può dipendere dallo specifico componente utilizzato). Il mezzo di prova è l’aria o il gas inerte. Durante la prova, che dura 2 ore (il tempo di prova può dipendere dallo specifico componente utilizzato), non deve verificarsi alcuna caduta di pressione. Prova di tenuta Questa prova, che dipende dalla potenza degli apparecchi installati, serve a controllare la presenza di perdite nelle tubazioni, senza raccordi e alimentazione di gas. Durante il periodo di prova, lo strumento di misura non deve registrare alcuna caduta di pressione. Periodo e pressione di prova dipendono dalla specifica norma applicata. Le norme di riferimento sono UNI 7129, per impianti <35 Kw, e UNI 11528 (ex. D.M. 12/04/96) per le potenze maggiori.

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Messa in servizio Questa prova serve a verificare eventuali microperdite degli impianti con portata termica minore di 35 Kw. Viene eseguita dopo l’installazione degli apparecchi e con l’alimentazione gas. Anche in questo caso si deve far riferimento alle procedure descritte dalla norma UNI 11137.


Dal 1° ottobre il codice europeo di bilanciamento del gas naturale di Giovanni Malanchini

L’Osservatorio sulla regolazione amministrativa della Cattolica prepara la giornata di studio annuale del prossimo 15 luglio dedicata al regolatore europeo Acer, con un seminario, svoltosi recentemente, sull’incidenza del nuovo codice di bilanciamento europeo del gas naturale. L’incontro di studio si è tenuto sotto la consueta direzione scientifica di Enzo Pontarollo, si è incentrato sull’analisi del regolamento UE 715/2009 sugli scambi transfrontalieri di gas naturale, che costituisce la base giuridica del codice, e sul regolamento UE 312/2014 del 26 marzo 2014, che istituisce il codice europeo relativo al bilanciamento del gas nelle reti di trasporto. Le direttrici economiche del regolamento UE 715/2009 sono messe in evidenza da Sergio Ascari di Ref-e. L’impianto normativo si fonda su due coordinate spaziotemporali: “Il bilanciamento è giornaliero, salvo alcuni tetti e tolleranze, e deve avvenire tra immissioni e prelievi nella rete”; non è adottato il modello italiano, “che prevede il ricorso prioritario allo stoccaggio, perché tale soluzione non è generalizzabile”. Tuttavia, “dal punto di vista dell’analisi economica del diritto, sorge il dubbio che il sistema di bilanciamento a breve termine favorisca gli attori più forti, i quali possono creare sbilanci che essi stessi correggono, trattenendo il profitto dell’operazione”. In ogni caso, osserva Ascari, “non ha senso richiedere il bilanciamento fisico di ogni shipper, perché un simile obiettivo non tiene conto dei benefici della legge dei grandi numeri; gli shipper dovrebbero essere sanzionati solo a due condizioni: se il loro sbilanciamento crea problemi al sistema e se hanno informazioni tempestive e complete sulla situazione dei prelievi”. In particolare, la questione dell’informazione degli shipper “sulla quale l’Italia registra uno storico ritardo” è centrale, “dato che il fattore principale di sbilanciamento è rappresentato dalle forniture ai piccoli clienti”. Conclude l’economista con una notazione: “il bilanciamento è uno degli aspetti più problematici di qualsiasi scelta di liberalizzazione di un mercato energetico; la realizzazione di un hub del gas può sicuramente portare dei benefici, ma la loro entità è da valutare attentamente”. In sostanza, “non si tratta né di un aspetto essenziale al funzionamento del mercato, né di uno strumento estremamente vantaggioso”. Licia Aversano di Snam, in secondment presso Entso-G, delinea i concetti chiave del nuovo codice europeo di bilanciamento: “Il principio su cui si fonda l’impianto

normativo è l’attribuzione, all’utente, della responsabilità del bilanciamento, salva la necessità di ricorrere alle necessarie risorse di bilanciamento; ciò attraverso un sistema che richiede l’equilibrio della posizione dell’operatore in entrata e in uscita”. Un equilibrio che, tuttavia, “postula necessariamente un mercato sufficientemente liquido e di dimensione transnazionale”. Secondo Daniele Gamba, direttore Sviluppo, Commerciale e Rapporti con l’Autorità di Snam, ai fini della creazione di un mercato unico europeo occorre tenere in considerazione sia gli aspetti infrastrutturali (componenti hardware), sia quelli funzionali (componenti software). Nell’ambito dei corridoi energetici individuati a livello europeo tre coinvolgono l’Italia. Nel Ten Year Network Development Plan predisposto da Entso-g, in base al regolamento 2009/715, sono infatti in corso di realizzazione infrastrutture per assicurare il reverse-flow degli scambi energetici di gas nel Nord Italia (presso i punti di interconnessione di Passo Gries e Tarvisio). Al Sud è in previsione il potenziamento delle linee di import (Tap o Poseidon). “Accanto a questi interventi sulla rete hardware dei gasdotti, si inseriscono le due componenti software del mercato del bilanciamento”, ossia - prosegue Gamba - “il mercato dell’accesso alla rete e il mercato del bilanciamento in senso proprio”. “Per quanto riguarda il mercato di accesso alla rete, la piattaforma europea Prisma - cui partecipano 14 Paesi, 34 gestori di infrastrutture e 427 shipper - ha già assicurato un fortissimo allineamento tra le capacità prenotate e l’effettivo utilizzo delle linee di trasporto”, con un conseguente incremento del livello di efficienza del sistema di trasporto; “questo anche grazie alla possibilità di procedere alla prenotazione di capacità mediante prodotti di breve termine, che Snam ha consentito in anticipo rispetto alla normativa”. Il sistema, sottolinea Gamba, “si fonda su processi di nomina più frequenti e su un maggiore grado di informazione, con conseguente trasferimento della responsabilità del bilanciamento in capo all’utente; profili oggetto del procedimento di consultazione avviato dall’AEEGSI con il DCO 187/2015/R/Gas, per il recepimento dei vincoli europei mediante modifica dei codici di rete nazionali”. Dalla prospettiva del regolatore, Elena Quadri, consigliere giuridico dell’ AEEGSI, sottolinea come il corollario del nuovo modello di responsabilità, in capo allo shipper, è

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“la minimizzazione dei costi delle azioni per correggere gli sbilanciamenti; tuttavia nel regolamento UE 312/2014, nel prevedere uno small adjustment fino al 10% del costo dell’azione di sbilanciamento in favore del gestore di rete, rischia di alterare le stesse finalità del codice (…). “In ogni caso, è ora attribuita all’operatore di rete una maggiore libertà nella scelta delle risorse di bilanciamento”, secondo Quadri, con conseguente istituzione di un sistema di incentivi “a breve previsti dall’ AEEGSI a seguito di una consultazione, in modo da rispettare la data di entrata in vigore del codice il prossimo 1° ottobre”. Dal punto di vista dell’utente, il direttore della Business Unit Gas di Edison Claudio Bisbiglia pone l’accento sul nuovo contesto di contrazione del mercato del gas naturale nazionale, in cui il codice europeo s’inserisce, “che ha visto una contrazione dei consumi da 83 miliardi di mc nel 2010 a 61 nel 2014, e un cambiamento della geografia delle fonti di approvvigionamento (…). “La nuova liquidità di cui gode il sistema dovrà, dunque, potersi trasferire sulla piattaforma P-Gas gestita dal GME, affinché sia possibile la concreta attuazione del regolamento”; ciò – rimarca Bisbiglia “richiede particolare attenzione ad una serie di aspetti tecnici, come l’entità effettiva dei flussi giornalieri di materia prima”. Nel concludere il seminario, con riguardo ai profili giuridici, Tommaso Salonicco di Freshfields Bruckhaus Deringer

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sottolinea che “il codice europeo di bilanciamento ha una genesi maggiormente amministrata, per effetto dei principi dettati dall’Acer e delle competenze della Commissione, rispetto al modello di adozione dei codici italiani (…). “Ciò che differenzia maggiormente, sul piano giuridico, il codice europeo dai codici interni è soprattutto il sistema di enforcement, che nel secondo caso si avvale si una serie di strumenti – sanzioni, reclami, arbitrati – mentre nel primo non dispone di dispositivi di tutela specifici”.

L’autore Giovanni Malanchini giovanni.malanchini@studiolegalerenna.it Avvocato presso lo studio legale costituito con il Prof. Avv.to Mauro Renna, ordinario di diritto amministrativo all’Università Cattolica di Milano. Si occupa prevalentemente di questioni energetiche, servizi pubblici, diritto dell’ambiente, appalti pubblici e diritto urbanistico. Membro del comitato scientifico e direttivo dell’Osservatorio sulla regolazione amministrativa dell’Università Cattolica di Milano, e dottorando di ricerca in diritto amministrativo presso l’Università Statale di Milano.


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Odorizzazione gas L’Autorità ha prestato da sempre grande attenzione all’odorizzazione del gas distribuito, molte delle inosservanze delle Utility si rilevano su questa questione. Alessandro Cornati

Intervista agli esperti di 2i Rete Gas

Leonardo Piccinini

L’odorizzazione è uno degli aspetti importanti che devono gestire i distributori nel rispetto della norma UNI 7133. L’evoluzione degli impianti di odorizzazione, che ha avuto inizio alcuni decenni fa, quando gli strumenti erano meno evoluti e necessitavano di una frequente manutenzione, è sempre stato seguito con attenzione dai molti tecnici che hanno segnalato puntualmente le situazioni particolari in cui ci si trovava riguardo la gestione della distribuzione del gas. Con il progresso della tecnologia e con la collaborazione tra distributori ed aziende produttrici si sono ottenuti via via strumenti sempre più evoluti ed economicamente vantaggiosi, anche in questo campo. L’attenzione ed i controlli che l’Autorità predispone nei confronti dei distributori è certamente utile, tuttavia riteniamo che ci sia anche da parte delle utility la preoccupazione di perseguire la corretta gestione dell’odorizzazione per un fluido come il gas che sappiamo essere inodore e potrebbe risultare pericoloso. Garantire il grado di odorizzazione necessario dipende da vari fattori tra i quali: dosaggio iniziale, velocità di spostamento del gas all’interno delle condotte, condizioni di portata, materiale delle condotte e loro vetustà. Nei periodi estivi, durante i quali il consumo del gas è limitato, la velocità di distribuzione è ridotta, ne consegue una maggiore difficoltà nella gestione degli impianti a lambimento (che ancora oggi risultano essere la tipologia impiantistica più diffusa) per garantire la corretta diffusione ed il mantenimento dell’odorizzante sino ai punti terminali della rete. Un valido aiuto è stato apportato dall’utilizzo di impianti ad iniezione, i quali riescono automaticamente a variare il loro funzionamento in relazione alle diverse condizioni di esercizio della rete garantendo una ottimale odorizzazione.

regolarmente all’interno delle cabine di regolazione e misura, a seconda della stagionalità e della portata. Con gli impianti di nuova generazione questa attività si è fortemente ridotta, con conseguente riduzione dei costi. Nonostante ciò 2i Rete Gas, ritenendo comunque necessario anche un presidio visivo degli impianti, dispone di personale che si reca periodicamente nelle cabine di regolazione e misura per le attività di sorveglianza, manutenzione e controllo di vari parametri, compresi quelli dell’odorizzazione.

Avete registrato anche un’economia dall’utilizzo di questo sistema? Come detto, il tradizionale metodo a lambimento necessita di una regolazione manuale, che deve essere effettuata

Il monitoraggio continuo può essere esteso anche per altri sistemi? Questa è una scelta che compete ad ogni singolo costruttore di software di sistema di odorizzazione.

Si è parlato a volte di eccesso di odorizzazione Il metodo tradizionale a lambimento è meno “fine” nella regolazione rispetto agli impianti ad iniezione in quanto insegue la variabilità di portata anziché adeguarsi istantaneamente ad ogni variazione. La comprensione di un avvenuto cambiamento del fabbisogno nella rete è sempre successiva all’insorgere della necessità ed è per questo motivo che la regolazione avviene a posteriori. Per evitare un eccessivo abbassamento del grado di odorizzazione, in alcuni casi, si deve aumentare la quantità di odorizzante in rete per garantire che, anche in situazioni di bassa portata, ci sia sempre una sufficiente odorabilità. Inevitabile che un’elevata odorizzazione, comporta un uso eccessivo di prodotto odorizzante con maggiori costi. L’impianto ad iniezione permette di operare con maggiore regolarità, efficacia ed efficienza evitando gli eccessi. Si può parlare a tal proposito di impianto smart? L’aspetto più importante di ciò che possiamo definire smart è che con i nuovi apparecchi, l’iniezione può essere gestita da remoto. In questo modo si ha sempre sotto controllo sia lo stoccaggio del prodotto nei serbatoi, sia il livello di odorizzazione (informazioni che non potevano essere ottenute con il metodo classico a lambimento).

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Impianto tradizionale di odorizzazione a lambimento.

Le norme impongono che l’odorizzazione del gas avvenga con l’inserimento in rete di prodotto odorizzante per garantire un sufficiente e adeguato livello di odorizzazione dalla immissione in rete fino ai punti terminali della stessa. L’obiettivo del distributore è che sia garantito un livello di odorabilità adeguato anche con una quantità di gas limitata ed inferiore a quella del limite di esplosività. Per queste ragioni il sistema di iniezione in cabina consente di ottenere precisione e sicurezza. Per rendere questi sistemi più smart si potrebbe creare una rete intelligente che sia in grado di informarci dove e quando il livello di odorizzazione varia. Sicurezza La filosofia di 2i Rete Gas, è quella di garantire una maggiore sicurezza anche attraverso l’odorizzazione. L’odorizzazione a iniezione, porta con sé molti vantaggi ed anche alcuni problemi dovuti alla manutenzione, alla cura e al controllo di cui questi impianti necessitano. Da questo punto di vista l’odorizzazione a lambimento è molto più semplice ed economica non avendo parti in movimento e soggette ad usura. Ciò nonostante 2i Rete Gas ha scelto di compiere questo passo con decisione pur nella consapevolezza che esso comporta dei costi di gestione aggiuntivi. C’è da aggiungere che anche l’incentivo messo a disposizione dall’Autorità, grazie alla nuova delibera 574-13, compensa in parte i maggiori costi.

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Il controllo da remoto si traduce in un vantaggio anche economico? Recarsi nelle cabine di regolazione misura, rimane necessario. In tal senso, un passo in avanti era stato già svolto attraverso le attività di adeguamento delle capacità dei serbatoi. Si consideri un impianto costruito 20-30 anni fa, destinato a un certo bacino d’utenza, che nel corso degli

Impianto automatico di iniezione dell’odorizzante (cd. “ammodernato”): il sistema in foto permette, oltre al corretto dosaggio del liquido in qualsiasi condizione operativa, il controllo delle principali funzionalità da remoto, la verifica in tempo reale della quantità di liquido residua in massa e volume e l’invio di allarmi in caso di qualsiasi malfunzionamento.

anni ha subito un’evoluzione. E l’impianto, che 20 anni fa risultava ottimale, adesso può risultare sottodimensionato quindi, invece di ricaricare il serbatoio più volte all’anno, si è deciso di aumentarne la capacità. Queste scelte sono dettate dalla ricerca della maggior sicurezza e della tutela dell’utilizzatore, piuttosto che da una convenienza economica. 2i Rete Gas effettua anche l’ispezione della rete per ricerca di eventuali dispersioni superiori a quelle imposte dall’Autorità. Nonostante si tratti di un costo aggiuntivo l’azienda è decisa a sostenerlo per maggior sicurezza e tutela della collettività. Questa nostra politica aziendale, che accomuna molti distributori, va ad inserirsi in un sistema dove si ritiene che lavorare in sicurezza, offrendo sicurezza, sia il modo migliore per gestire la distribuzione del gas.

2i Rete Gas SpA è controllata dai Fondi infrastrutturali F2i sgr ed ARDIAN. Nel settore della distribuzione del gas naturale è il primo operatore per numero di concessioni e rete gestita e secondo per clienti finali serviti. Grazie ai 2000 dipendenti gestisce 3,8 milioni di clienti finali, in circa 2000 Comuni utilizzando 57.000 Km di rete. Negli ultimi sei anni ha investito oltre un miliardo di Euro.



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In Veneto la prima rete di imprese pubbliche del settore rifiuti Il tema delle aggregazioni nel settore dei Servizi Pubblici Locali impone agli operatori e alle proprietà di assumere decisioni strategiche. I processi aggregativi tra multiutilities costituiscono un indirizzo utile, in quanto consentono al settore dei Servizi Pubblici Locali (SPL) di conseguire importanti obiettivi economici: consentono di ottenere economie di scala negli approvvigionamenti, sinergie nella produzione dei servizi e nelle spese generali, accesso a dimensioni di investimento superiori. L’attuale normativa e le sue evoluzioni tendono senza dubbio alla riduzione del numero delle aziende erogatrici di Servizi Pubblici Locali partecipate dagli enti locali. La Legge di Stabilità per il 2015 contiene misure orientate in tale direzione, e sullo stesso solco si collocheranno i decreti delegati di cui alla riforma della Pubblica Amministrazione recentemente approvata dal Senato. È evidente che il tema delle aggregazioni deve essere sviluppato in coerenza con le finalità istituzionali dei Servizi Pubblici Locali come definite dall’art. 14 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (promozione della coesione sociale e territoriale), dall’art. 36 della Carta dei Diritti fondamentali e dal D. Lgs.vo 267/2000 (Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali), che fissano i principi che devono regolare il settore: qualità, sicurezza e accessibilità economica, parità di trattamento e promozione dell’accesso universale e dei diritti dell’utente. Dando per acquisito il rispetto di tali principi, presenteremo la modalità di aggregazione della Rete di Imprese attuata in Veneto per iniziativa di alcuni gestori del servizio di Igiene Urbana e del ciclo integrato dei rifiuti. Alla base dell’aggregazione sono stati posti i seguenti criteri:

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Discarica di Grumolo delle Abbadesse

di Paolo Colla A.I.M. Vicenza S.p.A

• contiguità territoriale, per rendere congrua con l’istituzione degli ambiti territoriali (resi obbligatori dal comma 609 della Legge di Stabilità) l’operatività del nuovo soggetto e conseguire nel contempo le sinergie di ordine logistico ed operativo. • Congruità settoriale, cioè condivisione di uno (nel caso di partecipate monoutility) o più settori merceologici (nel caso di multiutility), trattandosi di aggregazione industriale e non meramente finanziaria. Il processo aggregativo deve poggiare su concreti piani industriali che realizzino l’integrazione delle strutture, programmino il conseguimento delle sinergie industriali, organizzative e di mercato conseguibili, definiscano una comune mission delle strutture prima separate. Le integrazioni di sistemi complessi, quali sono le multiutilities, sono processi critici, esposti al rischio dello snaturamento dei servizi erogati, dell’entropia del sistema connessa all’inerzia dei campanilismi, della somma delle inefficienze e delle rendite di posizione, della moltiplicazione delle spese generali, dell’elefantiasi delle strutture, della paralisi decisionale. Quando le aggregazioni siano il frutto di decisioni meramente politiche, avulse dalle realtà industriali e di mercato, e non poggino su piani industriali concreti sono, come i matrimoni combinati, esposte al rischio di separazioni traumatiche. • Controllo pubblico, al fine di garantire la condivisione, da parte delle partecipate, della gerarchia di valori che pone in vetta alla scala il fine istituzionale dei SPL (le esigenze della comunità servita), e considera


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strumentali gli obiettivi di carattere economico e finanziario. • Solidità patrimoniale e redditività attiva, al fine di garantire il contributo positivo di ogni partecipante e l’affidabilità del nuovo soggetto.

Rete Ambiente Veneto Nel rispetto di questi criteri lo scorso anno è stata costituita “Rete Ambiente Veneto”, la prima rete di imprese pubbliche del settore rifiuti. Il contratto di rete è stato sottoscritto dalle società AIM Vicenza S.p.A, Alto Vicentino Ambiente s.r.l., Contarina s.r.l. (Treviso) ed Ecoambiente s.r.l. (Rovigo). La rete sancisce la collaborazione tra società che operano nel settore del ciclo integrato dei rifiuti in 192 Comuni del Veneto (il 33% dei 581 Comuni della regione), con 1.489.795 abitanti (il 30,5% dei 4.881.756 abitanti della regione), e raccolgono 587.026 tonnellate di rifiuti urbani (il 26,5% delle 2.213.653 tonnellate prodotte dalla regione). Il quinto promotore della nuova rete di imprese, ETRA S.p.A. (Nord del Padovano e Nordest vicentino), ha recentemente rinnovato la propria governance, che si prevede delibererà a breve la sottoscrizione del contratto, ma ha partecipato con la propria struttura e con il proprio vertice a tutto il processo di definizione del nuovo soggetto. Per questo i “retisti” hanno deciso di riservare ad ETRA il ruolo di socio fondatore, con pari dignità e poteri attribuiti ai

quattro sottoscrittori iniziali del contratto. Con l’ingresso di ETRA le dimensioni del bacino di influenza della rete aumenteranno ulteriormente: i Comuni aumenteranno a 210, gli abitanti a 1,8 milioni (pari al 36,9% del Veneto). L’insieme dei ricavi dei cinque promotori, che si avvicina a 300 milioni di euro nel settore del ciclo integrato dei rifiuti (con EBITDA del 19%), porta la rete ad essere il primo operatore del settore nel Veneto, e il quarto in Italia.

Obiettivi e struttura della rete La costituzione del nuovo soggetto è il risultato di un’approfondita e rigorosa istruttoria, durata quasi due anni, effettuata dalle strutture operative e gestionali delle società, che hanno messo in comune le informazioni sugli andamenti dei rispettivi business, le proiezioni sull’evoluzione del settore, le prospettive di sviluppo. L’approccio condiviso dai promotori ha percorso un indirizzo di carattere industriale e di mercato, attento alle evoluzioni della normativa e agli indirizzi (non sempre coerenti) della politica, e apre un percorso di possibili ulteriori approfondimenti della collaborazione e dell’integrazione tra le società. L’obiettivo dei costituenti è di accrescere, individualmente e collettivamente, la capacità gestionale, innovativa e la competitività sui mercati. In particolare, il contratto individua i seguenti obiettivi specifici:

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• ottimizzare la gestione dei cicli delle diverse tipologie dei rifiuti, risultanti dall’attività di raccolta dei “retisti” nonché dei soggetti ad essi collegati, volta alla migliore economicità degli impianti di smaltimento e/o trattamento presenti e futuri facenti capo agli stessi costituenti, nel rispetto dei principi di autosufficienza e di prossimità affermati dall’art. 9 del D.Lgs.vo 205/2010 “Decreto Legislativo che recepisce la direttiva UE 2008/98/CE in materia di rifiuti”, nonché del perseguimento della massima sostenibilità dello sviluppo del settore nel bacino comune; • aumentare il potere contrattuale nel mercato degli approvvigionamenti e della distribuzione, con conseguente riduzione dei costi da trasferire sulle tariffe applicate agli utenti dei servizi; • condividere i programmi di gestione, investimento e/o disinvestimento relativi agli impianti di smaltimento/trattamento esistenti, con riferimento alla capacità produttiva, all’adeguamento alle evoluzioni tecnologiche e normative, alle opportunità di mercato, nonché dei programmi di investimento in nuovi impianti di trattamento e/o smaltimento e/o risparmio energetico e/o produzione di energia dai rifiuti, per minimizzare il costo di gestione dei rifiuti nell’ambito geografico di riferimento; • sviluppare iniziative congiunte negli ambiti di ricerca, comunicazione, produzione, sfruttando le best practices e le eccellenze proprie di ciascun partecipante; • condividere lo sviluppo e la diffusione di innovazione tecnologica e di processo nel settore della gestione dei rifiuti, del riciclo e della produzione energetica; • accrescere le opportunità di reperimento di risorse finanziarie. La struttura della governance contempla un Organo di Governo, costituito dai Presidenti/Legali Rappresentanti delle Imprese Aderenti, dotato di un Presidente e un Vicepresidente, nominati a maggioranza assoluta, dalle Imprese Aderenti. La durata delle cariche è di dodici mesi ed è previsto l’istituto della rotazione delle cariche di Presidente e di Vicepresidente, in rappresentanza delle Imprese Aderenti. L’organo di Governo ha nominato all’unanimità Presidente il dott. Diego Bardelli, Presidente di A.V.A., e Vicepresidente il dott. Franco Zanata, Presidente di Contarina. All’Organo di Governo, cui è delegata la definizione del “Programma di Rete”, è affiancato il Comitato di Gestione, composto dai Direttori Generali, al quale è affidato l’incarico di realizzare operativamente il programma, dando vita a specifici progetti, con responsabilità di budget, obiettivi e rispetto dei tempi.

I benefici della rete

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Nei primi mesi del 2015 la rete ha cominciato ad operare dando attuazione al percorso di armonizzazione delle funzioni aziendali unificabili, iniziando dalla condivisione del portafoglio fornitori, dell’anagrafica articoli, ed emettendo i primi bandi di acquisto dei materiali

condivisi, per quantità ben superiori agli usuali acquisti delle singole imprese aderenti. Si tratta di un primo effetto dell’aggregazione in grado di produrre benefici economici ai retisti: la possibilità di porre a base d’asta il minor costo storico d’acquisto sostenuto dalle singole imprese produce un risparmio diretto alle consorelle con performance storiche meno efficienti. Lo stesso processo di unificazione sinergica procede, da parte del Comitato di Gestione, sulle altre funzioni accorpabili, e soprattutto sulle politiche di investimento. È infatti, sugli investimenti che la portata innovativa della rete potrà produrre grandi effetti positivi nel territorio, nelle aziende, nei bilanci degli enti proprietari. La Rete consente di porre alla base delle scelte di investimento un’area vasta, determinata dalla sommatoria dei bacini propri di ciascun aderente. Ciò influisce sul numero, sulla dimensione e sulla localizzazione degli impianti: l’aumento delle utenze consente di considerare scale di produzione maggiori, con l’apertura delle relative economie, riducendo la polverizzazione in piccoli asset distribuiti nel territorio, e modificando la posizione baricentrica rispetto al bacino servito. Questo effetto si esplica non solo riguardo ai nuovi investimenti (che possono riguardare integrazioni a valle della raccolta differenziata e della selezione dei rifiuti urbani, vista l’autosufficienza del segmento Residui), ma anche alle ristrutturazioni degli impianti esistenti, nati su fabbisogni locali e divenuti oggetto di una domanda potenziale (quella della Rete) notevolmente maggiore. Il sistema impiantistico risultante avrà i requisiti prescritti dal D.Lgs.vo 205/2010: sarà autosufficiente, sicuro e flessibile. Il nuovo scenario sta modificando le opportunità di finanziamento: numerose istituzioni finanziarie hanno espresso l’interesse a partecipare alle scelte di investimento sopra definite, alla luce delle prevedibili conseguenze positive sui business plan dei singoli impianti. Nei primi mesi del 2015 altri due operatori pubblici del territorio hanno formalizzato la domanda di ingresso nella Rete (già approvata dall’Organo di Governo), dimostrando la capacità aggregativa del nuovo soggetto e consentendo la completa copertura del territorio della Rete. Il metodo seguito di anteporre alla costituzione formale l’istruttoria industriale e commerciale attuata dalle strutture aziendali, che hanno preventivamente verificato la reciproca convenienza all’aggregazione, ha consentito di scoprire insieme le ragioni del superamento di localismi ed egoismi, di sperimentare in concreto le ragioni dell’aggregazione e di creare le condizioni operative e relazionali potenzialmente foriere di un’integrazione più spinta. L’autore Paolo Colla paolo.colla@aimvicenza.it Dal settembre 2011 è Amministratore Unico di A.I.M. Vicenza S.p.A, holding del Gruppo A.I.M., la multiutility di proprietà del Comune di Vicenza. Laureato in Economia Aziendale all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha ricoperto numerosi incarichi in aziende private nei settori della meccanica, dei servizi e del food.


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