I.C. «FOSCOLO – GABELLI» - A.S. 2018/2019 TECNOLOGIA – prof. Mario PAOLETTI
CLASSI 2^A – 2^B – 2^C
LE FIBRE TESSILI
Si chiamano FIBRE TESSILI quei prodotti di origine naturale o artificiale dai quali è possibile ricavare un FILATO. Il filato è un insieme di fibre tessili unite e ritorte in modo da formare un filo continuo, che può poi essere usato per confezionare i TESSUTI.
CLASSIFICAZIONE Le fibre tessili possono essere classificate secondo la loro ORIGINE.
Sostanze filabili esistenti in natura
Sostanze prodotte dall’uomo mediante trattamenti chimici
CARATTERISTICHE E PROPRIETÀ Numerose sono le varietà di fibre tessili, per cui esistono tra loro notevoli differenze di caratteristiche e proprietà. In generale, possiamo affermare che tutte le fibre possiedono buone proprietà meccaniche e tecnologiche. CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE 1. Densità Corrisponde al peso specifico 2. Igroscopicità capacità di assorbire l’umidità 3. Finezza spessore medio delle fibre espresso in micron 4. Resistenza ad acidi e muffe Acidi e muffe agiscono sulla fibra danneggiandola, fino a farla sciogliere. 5. Lunghezza delle fibre può variare da pochi millimetri a parecchi centimetri.
PROPRIETÀ MECCANICHE
PROPRIETÀ TECNOLOGICHE
1. Resistenza all’allungamento Indica quanto la fibra può allungarsi fino a spezzarsi; 2. Resistenza alla rottura capacità della fibra di resistere alle sollecitazioni senza rompersi; 3. Resistenza al calore indica la temperatura che la fibra è in grado di sopportare senza rovinarsi.
1. Lavorabilità capacità della fibra di essere sottoposta alle diverse lavorazioni manuali o meccaniche 2. Attitudine alla tintura capacità della fibra di assorbire il colore durante il processo di tintura
FIBRE NATURALI Il cotone è la fibra tessile più importante, costituita dai peli che ne rivestono i semi. Il frutto del cotone ha la forma di una capsula che contiene i semi ricoperti da peli: quando giunge a maturazione, si apre lasciando uscire il bioccolo del cotone. Con i peli più lunghi si confezionano filati, quelli più corti (linters) sono impiegati nella fabbricazione del rayon, della celluloide e di alcuni tipi di carta. La fibra del cotone è costituita da cellulosa quasi pura (95%). Il valore di un cotone è tanto maggiore quanto più lunghe sono le fibre (fino a 4 cm): ad una maggiore lunghezza si accompagnano altre proprietà come la lucentezza, la finezza, la resistenza.
FIBRE NATURALI IL CICLO PRODUTTIVO DEL COTONE La raccolta del cotone si compie, a mano o a macchina, quando le capsule si aprono. La raccolta manuale è il metodo migliore, perché si possono scartare le capsule immature e le materie estranee. La maturazione dei frutti avviene gradualmente, pertanto la raccolta si effettua in più riprese. Il cotone sgranato, compresso e imballato, pronto per la spedizione è genericamente chiamato cotone sodo.
FIBRE NATURALI IL COTONE MERCERIZZATO La mercerizzazione del cotone è uno dei trattamenti chimici più comuni che si pratica allo scopo di migliorarne le caratteristiche naturali. Si ottiene trattando la fibra, tenuta in trazione per evitarne l’accorciamento, con soluzioni con soda caustica a cui si fa seguire un accurato lavaggio e, per ultima, l’essiccazione. Il filato assume così un aspetto brillante e risponde meglio alla tintura. La preparazione del cotone mercerizzato
FIBRE NATURALI
Il lino è la fibra derivata dal fusto di una pianta annuale, alta fino a un metro, con fiore azzurro o bianco, foglie strette e appuntite. Il lino non è formato, come il cotone, quasi esclusivamente da cellulosa, ma contiene anche lignina, grassi e cere. I filamenti sono lunghi in media 50-60 cm e sono formati da fibre elementari lunghe 2-4 cm, saldate tra loro da sostanze collose. I filati di lino vengono impiegati per la confezione di tessuti fini, per biancheria da letto, tovaglie, abbigliamento e arredamento, per tele pregiate e resistenti (tela batista). Ăˆ un migliore conduttore di calore rispetto al cotone e dĂ una sensazione di fresco.
FIBRE NATURALI IL CICLO PRODUTTIVO DEL LINO Le pianticelle estirpate essiccare al sole.
vengono
fatte
Segue la battitura o sgranellatura degli steli per separarne le capsule e le foglie. Con la macerazione si procede a liberare le fibre dalle sostanze gommose che le tengono riunite in fasci e dalla parte legnosa della pianta. La macerazione può essere naturale, per esposizione sul prato all’azione della rugiada e del sole, oppure per immersione in acqua; la macerazione artificiale o biologica viene condotta con bagni di acqua nei quali vengono innestati particolari bacilli
FIBRE NATURALI
La lana è la fibra che si ottiene dal vello degli ovini, caprini e camelidi. Le migliori lane sono quelle delle pecore Merinos; tra le nostrane, pregiata è la lana della Gentile di Puglia. Fra le qualità della lana ricordiamo: • la finezza: è la più importante, perché influisce sulla grossezza del filato, e in base ad essa si classificano le lane in fini, medie e grosse; • l’arricciatura: rende la lana soffice, morbida e leggera; inoltre le conferisce un ottimo potere isolante; • il colore: quello della lana sudicia è giallastro, dopo il lavaggio è bianco avorio; • l’elasticità: è la più elevata fra tutte le fibre naturali, mentre la resistenza alla trazione è scarsa; • l‘igroscopicità, cioè di assorbire facilmente l’umidità. Per effetto del calore, dell’umidità e della compressione, la lana si trasforma in una massa compatta chiamata feltro, nella quale le fibre s’intrecciano così saldamente tra loro che non è più possibile separarle.
FIBRE NATURALI IL CICLO PRODUTTIVO DELLA LANA
Dopo la tosatura la lana è lavata utilizzando acqua e sapone o appositi solventi. Dai residui delle acque di lavaggio si ricava la lanolina, impiegata nell’industria dei saponi.
FIBRE NATURALI LANE SPECIALI Il cashmere è la fi bra prodotta da una capra che vive sulle montagne dell’Himalaya e del Tibet e sugli altopiani della Mongolia.
Il mohair è la fibra prodotta dalla capra d’angora originaria della Turchia, oggi allevata anche negli Stati Uniti e in Sud Africa. Il cammello ha un manto setoloso, lungo e folto, e un sottopelo più morbido e lanoso, che in primavera cade e viene raccolto;
FIBRE NATURALI La seta è un filamento tessile che si ricava dai bozzoli di un insetto chiamato baco da seta. Le due ghiandole della seta contengono principalmente due sostanze: la fibroina e la sericina; quest’ultima è gommosa e tiene uniti i filamenti. Il baco tesse il suo bozzolo in 3 o 4 giorni: in media, la lunghezza del filo è compresa tra i 500 e 1500 metri. Dopo 15 giorni circa la crisalide si trasforma in farfalla e, dopo averlo forato, esce dal bozzolo. Negli allevamenti, però, i bozzoli vengono raccolti dopo una sola settimana, per impedire che la crisalide trasformata in farfalla fori il bozzolo. Le particolari qualità della seta ne hanno sempre fatto un prodotto di grande pregio. È molto resistente: il suo carico di rottura è pari infatti a quello di un acciaio ordinario; è tenace ed elastica ed ha un’ottima resistenza alla piegatura; infine ha un buon potere termico isolante. La seta è utilizzata per biancheria e abbigliamento femminile di gran pregio, per camiceria, cravatte e foulard.
FIBRE NATURALI IL CICLO PRODUTTIVO DELLA SETA I bozzoli raccolti vengono messi in una stufa a 70°C, e in questo modo le crisalidi muoiono. Dopo viene fatta una scelta in base a grandezza, forma e il colore, e si separano gli scarti.
A questo punto i bozzoli sono pronti per la trattura.
FIBRE NATURALI DAL BOZZOLO AL FILATO La trattura della seta consiste nell’immergere i bozzoli in acqua calda: la sericina si rammollisce e si separano le prime bave di seta che vengono riunite in un certo numero e attaccate ad uno strumento che serve per avvolgervi il filo, detto aspo. Così il bozzolo è dipanato e si ottengono delle matasse di seta cruda o greggia. Da 100 kg di bozzoli si ottengono circa 25 kg di seta greggia. La seta greggia non è adatta ad essere tessuta. Prima deve subire altre operazioni che rendono il filo più resistente ed elastico. Con la torcitura si riuniscono due o più fili tra loro. Con la sgommatura la seta è sottoposta ad un lavaggio in acqua calda con soluzioni saponose per eliminare la sericina che la rende ruvida e poco adatta ad essere tinta. Si ottiene la seta cotta o sgommata, che è morbida, liscia e di colore bianco brillante.
FIBRE NATURALI UN MARCHIO PER OGNI FIBRA I capi in fibre al 100%, non mescolate con altre fibre, devono riportare un marchio di garanzia. Ad esempio, il termine pura lana vergine indica prodotti e confezioni operati con materia prima, la lana, non riusata o rigenerata. Il marchio della “pura lana vergine” ne indica e ne garantisce l’autenticità. Allo stesso modo esistono, oltre a quello della lana, i marchi che si riferiscono a lino, seta e cotone.
FIBRE MINERALI LE FIBRE DI AMIANTO L’amianto è un minerale costituito principalmente da silicati di magnesio. Le fibre sono ottenute per sfibratura meccanica del minerale.
Le fibre di amianto sono leggere, resistenti al calore e alla fiamma. Sono state impiegate nel passato nella fabbricazione di materiali isolanti e refrattari, tute e indumenti antincendio, manufatti di cemento e amianto (eternit). La sua resistenza al calore e la sua struttura fibrosa lo rendono adatto come materiale per indumenti e tessuti da arredamento a prova di fuoco, ma la sua ormai accertata nocività per la salute (provoca l’asbestosi e tumori all’apparato respiratorio) ne ha vietato l’uso in molti Paesi: in Italia è fuori legge dal 1992.
FIBRE MINERALI LE FIBRE DI VETRO Dal vetro si possono tirare delle fibre tessili mediante fusione e colatura attraverso i piccolissimi fori di una filiera. I filamenti vengono accoppiati e avvolti su un tamburo.
I principali impieghi delle fibre di vetro tessile si hanno nell’industria delle materie plastiche rinforzate, per parti di imbarcazioni, aerei e automobili, elettrodomestici, piscine: le fibre di vetro conferiscono notevole tenacità alla struttura. Le fibre feltrate servono per la fabbricazione di feltri e pannelli di isolamento acustico e termico. Rete in fibra di vetro
Tappeto isolante
FIBRE ARTIFICIALI Sono definite artificiali tutte quelle fibre preparate partendo da materie prime in cui sono già presenti macromolecole naturali, come ad esempio la cellulosa e alcune proteine. Tali materie prime, a causa della scarsa lunghezza della loro fibra o per la loro irregolarità, non possono essere filate così come si trovano in natura, ma devono essere sottoposte a un processo chimico. In base all’origine, le fibre artificiali si distinguono in: • vegetali, ottenute dalla cellulosa, estratta dal legno delle conifere (pino, abete) e di alcune latifoglie (betulla, eucaliptus), a cui appartengono il rayon alla viscosa, il rayon all’acetato; • animali, ottenute dalla caseina del latte, fra cui troviamo il lanital; • minerali, come il vetro tessile. Rispetto a quelle naturali, le fibre artificiali vegetali presentano una maggiore resistenza alle tarme e alle muffe e sono più facili da colorare. Rispetto al cotone, possiedono però una minore resistenza meccanica, una maggiore deformabilità e una minore resistenza all’usura.
FIBRE SINTETICHE Le fibre sintetiche sono ottenute partendo da molecole elementari dette monòmeri che, per polimerizzazione, vengono riuniti in macromolecole, a formare una fibra. Partendo da materie prime come il petrolio o il carbone, l’industria chimica ha prodotto fibre che hanno numerosi pregi: • la resistenza meccanica all’uso e allo strappo, la leggerezza, l’elasticità, la resistenza alla luce, agli acidi sono superiori alle fibre naturali; • sono indeformabili e irrestringibili, inattaccabili da tarme e muffe; • è possibile fabbricare grandi quantità di fibre in tempi brevi e a costi contenuti. Le fibre chimiche hanno, però, anche alcuni aspetti negativi: • sono impermeabili e non lasciano traspirare il corpo; il problema è stato parzialmente risolto con le microfibre, filamenti molto fini e porosi, che consentono la traspirazione; • causano l’accumulo d’energia elettrostatica sulla pelle, che può causare disturbi e allergie.
FIBRE SINTETICHE Fibre poliestere (PL) Il pile è un tessuto a maglia, prodotto con fili continui o fiocco in poliestere, felpato di solito da entrambi i lati. La felpatura aumenta il volume d’aria trattenuto all’interno del tessuto e ne migliora l’isolamento termico. Fibre poliammidiche (PA) Il nylon è stata la prima fibra sintetica prodotta commercialmente. Ha un’elevatissima resistenza alla rottura, superiore a quella di un acciaio dolce. Fibre poliacriliche (PC) Sono fra le fibre tessili più leggere e si adattano perciò in modo eccellente ad articoli di maglieria. Elastan (EA) È una fibra artificiale assai elastica, impiegata con il nylon per la produzione di calze e collant. Ha la proprietà di aumentare da 5 a 7 volte la lunghezza originale, per ritornare alla posizione originaria senza grosse deformazioni.
FIBRE SINTETICHE Microfibre Sono fibre “hi-tech”, cioè ad alta tecnologia. Composte di poliestere o di poliammide, sono sottilissime, di diametro pari a un terzo di quello della lana e metà di quello della seta. Queste dimensioni si ottengono colando la materia prima allo stato liquido attraverso un foro microscopico fatto con il laser. Le microfibre sono superleggere, mantengono all’asciutto e garantiscono il comfort totale. Alla funzione protettiva da pioggia e vento uniscono infatti quella di termoregolazione. Grazie a una membrana microporosa (1,4 miliardi di micropori per 2 centimetri) i capi in microfibra favoriscono la traspirazione evitando la condensazione del sudore.
LE ETICHETTE Ogni indumento di qualsiasi tessuto deve essere munito di etichetta che ne indica la composizione e ne suggerisce i metodi di lavaggio, con indicazioni di candeggio e stiratura. L’etichetta presenta 5 simboli che informano sulle modalità di lavaggio e cura generale di ogni capo. Lavare bene un indumento è quindi fondamentale per non rovinarlo.
LE TAGLIE Le taglie dei capi di abbigliamento si indicano o con numeri pari progrsssivi, o con lettere (sistema americano): S = short, M = medium, L = large, X = extra, definite in base alla lunghezza delle varie parti del corpo. Le taglie piccole si ottengono aggiungendo una o piĂš X alla lettera S, mentre le taglie grandi si ottengono aggiungendo una o piĂš X alla lettera L. In ordine abbiamo: XXXS XXS XS S M L XL XXL XXXL e cosĂŹ via