Tekneco #5

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TEKNECO EDILIZIA SOSTENIBILE - TECNOLOGIA ECOLOGICA

www.tekneco.it Trimestrale di edilizia e architettura sostenibili, energie rinnovabili e innovazioni applicate all’ambiente

5 | 2011

ARCHITETTURA L’edilizia prova a ripartire puntando

sulla sobrietà — Torri sempre più alte, all’insegna dell’high tech / PROGETTI Edifici ad alta efficienza energetica — Nuova sede degli uffici della Provincia di Parma — Agrirelays Della Rocca — Scuola materna di San Vito al Tagliamento — Abitazione unifamiliare ad Altamura — Headquarter di Benetton a Teheran — Casa 21. Progetto Pilota per l’housing sostenibile / AMBIENTE Reati a rischio manette / BIOEDILIZIA Edilizia sostenible alla prova mercato / AREA AZIENDE Soleg ·— Energia&Ambiente — EoSolare / ENERGIA Un posto al sole... tutto da decifrare — Piccoli Comuni italiani crescono nell’uso delle energie rinnovabili — Ascoli la Stoccolma del Sud / NORMATIVA Gli incentivi a una svolta? — Quarto conto energia e la tutela degli operatori / SPECIALE UNIVERSITÀ Il ruolo preminente della strada urbana — La pianificazione urbana e i sistemi di trasporto

4,90 EURO


350 kWp FV 600 kWt GEO anno di realizzazione 2010 potenza FV installata 350 kWp produzione annua 309.000,00 kWp tipologia moduli alta efficienza numero moduli 1598 potenza GEO installata

600 kWt

integrazione architettonica sistema brevettato per l’impermeabilizzazione sistema brevettato di montaggio delle strutture

Rainbow: la casa delle Winx è green! Alta efficienza, basso impatto, massima redditività: Energy Resources ha studiato per Rainbow, l’azienda di animazione creatrice delle famose fatine Winx, un impianto fotovoltaico integrato da 350 kWp abbinato ad un impianto geotermico da 600 kwt per la nuova sede di Loreto. Energy Resources, leader tra i system integrator, assicura quindi la gestione completa del processo di riqualificazione, integrando l’aspetto architettonico ed energetico, in un vero e proprio servizio chiavi in mano.

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Tekneco Numero 05 | 2011

Editoriale

di Luigi Dell’Olio

Il mercato prova a farcela da solo. In un periodo in cui molti comparti economici reclamano sostegni alle istituzioni per affrontare la congiuntura negativa, il business della sostenibilità scopre di poter contare quasi solo sulle proprie forze. Le realtà che operano nelle energie rinnovabili già da tempo avevano cominciato a fare i conti con i tagli agli incentivi pubblici, ma probabilmente nessuno si sarebbe aspettato un’accelerazione così brusca di questo processo. Lo stesso potrebbe accadere presto al comparto dell’edilizia sostenibile, che finirà sotto il peso dei tagli lineari se la maggioranza non riuscirà a tagliare altre voci di spesa. È chiaro che un business a lungo assistito va contro le logiche del mercato, ma è pur vero che appare difficile da comprendere la decisione di penalizzare uno dei pochi settori in crescita in questo periodo. Ma, più di tutto pesa la confusione provocata dal susseguirsi di provvedimenti normativi che tendono a contraddire quanto stabilito pochi mesi prima. Per fortuna l’innovazione tecnologica in questo settore avanza: oggi è possibile acquistare prodotti con un’impronta green a prezzi marginalmente superiori rispetto a quelli ideati con tecniche tradizionali. Questo apre nuovi spazi, che potranno crescere ulteriormente se tra i consumatori crescerà la propensione verso le soluzioni a basso impatto ambientale. La crisi, con la necessità di mettere sul piatto della bilancia tutte le voci di costo (comprese quelle di gestione) potrebbe allora rivelarsi il volano per il definitivo decollo del settore.


9 -12 Novembre 2011 Rimini Fiera 15a Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile www.ecomondo.com

organizzata da:

in contemporanea con:

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Tekneco Numero 05 | 2011

Sommario

Architettura 6

PRIMO PIANO

L’edilizia prova a ripartire puntando sulla sobrietà di Luigi Dell’Olio

12

Ecosostenibilità da vertigine. Torri sempre più alte, all’insegna dell’high tech di Luisa Pianzola

Ambiente 32 35

Reati ambientali a rischio manette di Anna Simone Mr Green di Luca Conti

Bioedilizia

Progetti 16

18 20

38

Edilizia sostenibile alla prova mercato di Sergio Ferraris

Energia

22 24 26

51 54

58

TEKNECO EDILIZIA SOSTENIBILE - TECNOLOGIA ECOLOGICA

www.tekneco.it Trimestrale di edilizia e architettura sostenibili, energie rinnovabili e innovazioni applicate all’ambiente

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ARCHITETTURA L’edilizia prova a ripartire puntando sulla sobrietà — Ecosostenibilità da vertigine. Torri sempre più alte, all’insegna dell’high tech / AMBIENTE Reati ambientali a rischio manette / BIOEDILIZIA Edilizia Green alla prova del mercato / ENERGIA Un posto al Sole... tutto da decifrare — Piccoli comuni italiani crescono nell’uso delle energie rinnovabili — Ascoli la Stoccolma del Sud / NORMATIVA Gli incentivi a una svolta? — Quarto conto energia e la tutela degli operatori / PROGETTI Edifici ad alta efficienza energetica. Ancora qualcosa da dire a cominciare dal risparmio — Nuova sede degli uffici della Provincia di Parma — Agrirelays Della Rocca — Scuola materna di San Vito al Tagliamento — Abitazione unifamiliare ad Altamura — Headquarter di Benetton a Teheran — Casa 21. Progetto Pilota per l’housing sostenibile / AREE AZIENDE Soleg ·— Energia&Ambiente — EoSolare / SPECIALE UNIVERSITÀ Il ruolo della strada urbana — La pianificazione urbana e i sistemi di trasporto

Normativa

28

Area Aziende 44 46 48

60 62 4,90 EURO

63

In copertina: Rethinking Happiness un progetto di Aldo Cibic (Foto: © CibicWorkshop, Flickr)

Un posto al Sole.‥ tutto da decifrare di Sergio Ferraris Piccoli comuni italiani crescono nell’uso delle energie rinnovabili di M. Cristina Ceresa Ascoli, la Stoccolma del Sud di Liliana Bossi

Gli incentivi a una svolta? di Paola Pianzola Quarto conto energia e tutela degli operatori di Nicola Cosentino e Fabio Solimene Aziende a caccia di project manager di Stefano Giorgetti — Kelly Services

Edifici ad alta efficienza energetica Introduzione ai progetti di Gianfranco Marino Nuova sede degli uffici della Provincia di Parma Studio Archest Agrirelays Della Rocca Pla-net Studio Scuola materna di San Vito al Tagliamento Arch. Domenico Pepe Abitazione unifamiliare ad Altamura Studio Rinaldi e Fiore Headquarter di Benetton a Teheran B+P Architetti Casa 21. Progetto pilota per l’housing sostenibile Studio Pigreco

Soleg SunEye™ 210 Energia&Ambiente Impianto fotovoltaico EoSolare Eos Ibrido

Libri 67

Proposte di lettura a cura di Anna Simone

Brevi dal web

Speciale Università

14 36 42 60

70

Architettura Ambiente Bioedliliza Energia

75

Il ruolo preminente della strada urbana di Alfonso Annunziata La pianificaziona urbana e i sistemi di trasporto di Martina Rizzo


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Informazioni

Staff TEKNECO 5 | 2011

Edilizia sostenibile - Tecnologia ecologica ottobre / novembre / dicembre 2011

EDIRE S.r.l. Sede: via E. Estrafallaces 16, 73100 Lecce Tel. e fax 0832 396996 Società editrice iscritta al ROC con n. 14747 DIRETTORE RESPONSABILE Luigi Dell’Olio (direttore@tekneco.it)

COME TROVARCI Redazione Tekneco c/o EDIRE srl via E. Estrafallaces 16 73100 Lecce

Tekneco è una testata giornalistica trimestrale registrata presso il Tribunale di Lecce con n. 1061 del 9 Giugno 2010

INFORMAZIONI:

Tel: 0832 396996 mail: redazione@tekneco.it sito-mail: info@tekneco.it editore: editore@tekneco.it

COMITATO SCIENTIFICO Pasquale Colonna (presidente), Enzo Siviero, Lorenzo Attolico, Maria Antonietta Aiello, Luciano Catalano, Michele Dassisti, Francesco Ruggiero Il Comitato scientifico esprime la sua approvazione unicamente agli articoli pubblicati all’interno della “sezione Università”. COLLABORATORI Andrea Ballocchi, Liliana Bossi, Luca Conti, Sergio Ferraris, Gianfranco Marino, Luisa Pianzola, Paola Pianzola, Anna Simone

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DIRETTORE EDITORIALE M. Cristina Ceresa (cristina.ceresa@tekneco.it)

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PROGETTO GRAFICO Matteo Astolfi e Pietro Buffa STAMPA Arti Grafiche Boccia, Salerno TIRATURA 40.000 copie DISTRIBUZIONE 25.000 copie postalizzate ingegneri/ architetti / geometri / studi di progettazione nazionali / aziende di settore / richieste di abbonamento dirette; 15.000 copie distribuite all’interno di fiere nazionali di settore Per entrare in contatto con la redazione di Tekneco: via Estrafallaces 16 73100 Lecce Telefono 0832 396996 e-mail: redazione@tekneco.it Pubblicità: EDIRE srl - 0832 396996


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Tekneco Numero 05 | 2011

Agenda OTTOBRE

LE PROSSIME FIERE

5

Tekneco sarà distribuito alle seguenti fiere: Saie (Press Corner), Made Expo (Pad. 10 - Stand S.T. D05), Klimahouse Umbria (Pad. 9 - stand J18) e a Ecomondo (Pad. 1D - Corsia 4 Stand 133)

Giunta alla quarta edizione, la manifestazione sull’edilizia e l’architettura punta a intercettare i primi, timidi segnali di ripresa che arrivano dal mercato per trasformarli in occasioni di discussione sul futuro a medio termine del settore. Tra le novità di questa edizione figura Components&Contract, salone dei componenti, materiali, tecnologie e macchine per il design, il contract e la decorazione d’interni. In programma ci sono anche gli Stati generali delle Costruzioni e focus sul social housing e la bioedilizia. OTTOBRE

5—8 LE FIERE PASSATE

Tekneco è presente alle principali manifestazioni fieristiche dedicate ai temi della sostenibilità nelle sue varie accezioni con un proprio stand e un team di giornalisti e operatori che, durante i giorni dell’evento, realizza interviste e focus tematici. Le partecipazioni a Saie, ExpoEdilizia e Klimahouse hanno prodotto altrettanti focus disponibili su www.tekneco.it/eventi

Made (Milano Architettura Design Edilizia) expo Milano, 5 ottobre www.madeexpo.it

OTTOBRE

21—23

Saie Bologna, 5-8 ottobre www.saie.bolognafiere.it

Quattro giorni di esposizioni, incontri e tavole rotonde sui temi caldi dell’architettura. La rassegna bolognese è suddivisa in tre sezioni, dedicate rispettivamente all’energia rinnovabile, alle attrezzature, macchine e servizi per il cantiere, ai servizi e sistemi informatici per le costruzioni. Klimahouse Umbria Bastia Umbra (Pg), 21-23 ottobre www.klimahouse-umbria.it

Appuntamento umbro per la fiera specializzata nell’efficienza energetica e nella sostenibilità edilizia. Gli organizzatori sono da tempo usciti dai confini dell’Alto Adige - dove la manifestazione è stata concepita e dove continua a ospitare l’appuntamento annuale - per presidiare altri territori della Penisola. L’evento è aperto agli imprenditori edili, architetti, ingegneri, geometri, enti pubblici nelle giornate di venerdì 21 e sabato 22, mentre domenica 23 ottobre offre l’accesso anche ai privati. Tra le iniziative da citare, nella giornata di apertura (ore 14) la Sala Congressi 1 ospiterà un convegno organizzato in collaborazione con l’Agenzia CasaClima sull’architettura, l’abitare e l’ambiente nell’era solare. NOVEMBRE

9—12

Ecomondo Rimini, 9-12 novembre www.ecomondo.com

Quindicesima edizione per la manifestazione riminese dedicata al recupero di materia ed energia e allo sviluppo sostenibile. Ecomondo 2011 si aprirà con la seconda edizione del Forum internazionale ambiente ed energia, promosso da Conai, Legacoop, Legambiente, Regione Emilia-Romagna e Rimini Fiera e organizzato da The European House-Ambrosetti. A seguire, focus specifici messi in risalto dal Premio Sviluppo sostenibile 2011, a cura dell´omonima Fondazione presieduta da Edo Ronchi. Tra i temi caldi di quest’anno figurano approfondimenti sul riutilizzo dei rifiuti nelle varie industrie, sulle bioraffinerie, sulla qualità dell’aria, sulle smart city e sui flussi di commercio dei materiali. In contemporanea con Ecomondo si svolge Key Energy, quinta edizione della manifestazione per l’energia e la mobilità sostenibili.


Architettura Architettura


Tekneco Numero 05 | 2011

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L’edilizia prova a ripartire puntando sulla sobrietà di Luigi Dell’Olio

La crisi economica, che ha preso il via proprio dal settore immobiliare, non accenna a terminare e si prospetta il rischio di una ricaduta in recessione. Così le costruzioni cercano nuove strade, rifiutando gli eccessi delle archistar tanto di moda fino a poco tempo fa


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Architettura

A

lla ricerca di nuove strade per ripartire. Il mercato dell’edilizia prova a scrollarsi di dosso quattro anni di crisi e lo fa sperimentando soluzioni in grado di tenere insieme esigenze di rinnovamento sul fronte dell’architettura e della sostenibilità ambientale, oltre a prestare attenzione alle emergenze congiunturali, dai costi di costruzione a quelli di gestione degli immobili.

IN FIERA

L’appuntamento fieristico

_

Le tematiche emergenti nel mercato e le prospettive di rilancio del settore agiranno da assi portanti di Made Expo 2011 (l’acronimo sta per Milano Architettura Design Edilizia), in programma a Fiera Milano-Rho dal 5 all’8 ottobre. Una collocazione anticipata di qualche mese rispetto alle precedenti edizioni, che quest’anno dedica approfondimenti tematici all’housing sociale e alle ristrutturazioni dei borghi antichi. Un’altra novità è il Salone dei componenti, materiali, tecnologie e macchine per il design, e la decorazione d’interni. L’obiettivo è ambizioso: raggiungere le 300mila presenze, con una robusta crescita rispetto alle 242mila (di cui il 10% dall’estero) registrate nel 2010.

Mercato ancora debole La ricerca di nuovi motori di crescita è indispensabile alla luce di un mercato che continua a mostrare segnali di debolezza, continuando così a smentire – di semestre in semestre – le voci di una ripresa ormai prossima. L’ultimo rapporto stilato da Nomisma sulle 13 principali città italiane indica nel primo semestre 2011 una leggera contrazione dei prezzi per abitazioni (-0,7% rispetto a dodici mesi prima), uffici (-0,9%) e negozi (-0,7%), a fronte di compravendite che restano deboli: quelle relative alle abitazioni cedono il 3,7% nel confronto anno su anno (portando la contrazione negli ultimi quattro anni a quota 250mila unità, un quarto del totale), gli uffici perdono il 4,4% e i negozi l’8,9%. Segno che l’offerta continua a essere in eccesso rispetto alla domanda e che la liquidità resta carente sui mercati. Uno scenario che trova conferma nella parole di Paolo Buzzetti, presidente di Federcostruzioni: «La crisi attanaglia ancora il mercato e l’industria italiana delle costruzioni. Lo scenario economico che caratterizza il nostro paese è ancora sostanzialmente recessivo. All’interno di questo scenario cresce solo chi riesce ad intercettare la ripresa a livello internazionale, mentre chi vive di mercato interno rischia invece di scomparire». Parole nette, che non lasciano grandi speranze per il breve termine. Le prospettive per il 2012, per Buzzetti, «devono fare i conti con le grandi incertezze connesse alle scelte di politica economica, all’inefficienza e alla burocratizzazione insostenibile della gestione degli apparati pubblici, alle criticità del debito pubblico, del patto di stabilità, delle inefficienze croniche di un sistema che non riesce a riformarsi». La carta della sostenibilità Ma non è il caso di abbandonarsi al pessimismo. La stessa Federcostruzioni, nel corso dell’ultima assemblea annuale, ha fatto il punto sulle leve necessarie per far svoltare il mercato, individuando tre filoni: sviluppo, sostenibilità e semplificazione. Iniziando dal primo, l’associazione di settore aderente a Confindustria auspica di concentrare le risorse sulle infrastrutture in un coerente mix tra poche opere strategiche rispondenti a precise scelte di priorità e una serie di piccole opere in grado di ridare vigore al sistema delle imprese, agendo sul

territorio e garantendo servizi e qualità della vita. Il tema della sostenibilità non è nuovo, e anzi si ritrova in tutte le analisi più recenti anche a livello internazionale. Che non si tratti di una moda, ma di un cambiamento epocale per il mercato lo dimostrano gli ingenti investimenti effettuati nel settore. Segno che le risorse non mancano nemmeno in periodi difficili come quello attuale se si individua in un capitolo di spesa un potenziale ritorno strutturale. Cosa che la sostenibilità riesce a garantire, rispondendo al tempo stesso alla crescente sensibilità dei consumatori verso le tematiche ambientali (mossi in questa direzione anche dalle normative più recenti) e l’esigenza di risparmiare in bolletta. La vera novità degli ultimi tempi è costituita da quella che gli addetti ai lavori definiscono “ecosostenibilità diffusa”, a indicare che la progettazione


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Tekneco Numero 05 | 2011

www.federcostruzioni.it Il sito della Federazione che riunisce le categorie produttive più significative di tutto il mercato edile e infrastrutturale

-0,7%

Calo annuo dei prezzi nel mercato del residenziale

Rethinking Happiness, un progetto di Aldo Cibic sul social housing — La Biennale di Venezia, 12° Mostra Internazionale di Architettura

ITALIA

Social housing in rampa di lancio

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In molti paesi europei è una realtà consolidata, mentre in Italia il tema è tornato d’attualità negli ultimi mesi come possibile soluzione all’emergenza abitativa (il Certet Bocconi stima in 7 milioni il numero di giovani tra i 18 e i 35 anni che ancora vive in famiglia) emersa con la crisi. Il social housing è uno dei temi dominanti nel dibattito che riguarda il mercato delle costruzioni, soprattutto dopo il recente via libera del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) al primo finanziamento pubblico per gli alloggi sociali. I 300 milioni di euro messi in campo a livello statale dovrebbero agire da impulso per investimenti complessivi per oltre 2,7 miliardi (sufficienti a realizzare all’incirca 15mila alloggi), in gran parte sostenuti dalle amministrazioni regionali e dagli investitori privati. Destinatarie delle somme messe a disposizione dal Cipe, le Regioni che hanno presentato i progetti di social housing, vale a dire tutte tranne Lazio, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Abruzzo e Valle d’Aosta. Altre iniziative sono già in corso in tutta la Penisola (con prevalenza in Lombardia), sempre con la tecnica che tiene insieme investimenti privati e pubblici o istituzionali, con le fondazioni bancarie in prima fila.


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Architettura

www.nomisma.it L’ultimo rapporto sul mercato immobiliare

aggiuntivi, cambiamenti, stop and go”, è l’appello di Federcostruzioni. Qualcosa si è mosso in questa direzione con l’approvazione del nuovo Piano Casa, che prova a superare i limiti che hanno decretato il fallimento dell’edizione precedente puntando proprio sulla flessibilità e sulla semplificazione. Il “Decreto Sviluppo” (decreto legge n.70/2011) introduce, tra le altre cose, una premialità di almeno il 20% sul volume dell’edificio, se a destinazione residenziale, e del 10% per gli edifici a uso diverso. Come nelle prime versioni dei Piani Casa, restano fuori dal perimetro di intervento gli immobili abusivi o situati nei centri storici, ma non quelli che hanno ottenuto il titolo abilitativo in sanatoria. Il provvedimento consentiva poi alle Regioni di derogare a questi principi generali emanando proprie normative di riferimento entro quattro mesi. Un termine scaduto il 13 settembre, con pochi interventi. Il Veneto ha prorogato al 30 novembre 2013 il termine per la presentazione delle domande di ampliamento, demolizione e ricostruzione, introducendo la novità dello sconto sul contributo di costruzione per gli interventi effettuati su edifici destinati a prima abitazione e consentendo i lavori anche nei centri storici, a patto che lo strumento urbanistico non ponga vincoli di tutela e preveda la possibilità di ristrutturazione edilizia e urbanistica, nonché di demolizione e ricostruzione. La Toscana ha ridotto a due i titoli edilizi (Scia e permesso di costruire) dai tre della normativa nazionale (che prevede anche la superDia) con l’obiettivo di limitare la burocrazia e facilitare il via libera ai lavori. Nel nuovo Piano Casa

edilizia basata su elementi naturali e innovazioni tecnologiche a basso impatto ambientale non è più una prerogativa per residenze di lusso, ma anche per villette e condomini comuni. Merito anche della progressiva riduzione dei prezzi, che oggi consentono di costruire in classe A con un esborso intorno al 10% superiore rispetto all’impiego di tecniche tradizionali, un surplus che si ripaga in pochi anni di utilizzo.Anche se il proliferare di offerte abitative in classi elevate apre talvolta le porte ai falsi costruttori che promettono metodi e materiali bio, senza in realtà farvi ricorso, contando sugli scarsi controlli esistenti. La normativa punta sulla semplificazione Anche il tema della semplificazione non nasce certo oggi, anche se si ripropone con forza in un momento difficile per il mercato. Il tema è declinato dagli operatori del settore nella richiesta di un reciproco rispetto tra imprese e amministrazioni pubbliche, che passa nella richiesta di maggiore consapevolezza da parte dei funzionari pubblici che La vera novità degli ultimi tempi sostenere le imprese e garantire è costituita da quella che loro una efficiente possibilità di azione è di interesse della colgli addetti ai lavori definiscono lettività e quindi del pubblico. “ecosostenibilità diffusa” “Chiediamo al Parlamento e alle istituzioni di riportare al centro dell’attenzione meccanismi di selezione e di gestione delle gare e della realizzazione delle opere, dando certezza di qualità agli operatori, perché soltanto in questo modo sarà possibile evitare costi

Il rapporto sul mercato immobiliare Andamento delle compravendite residenziali in Italia (unità) MIGLIAIA 850

Tempi medi di vendita e di locazione (mesi) 2010

2011 Vendita

2010

2011 Locazione

845.051 8,5

760

7,7

7,1

6,2 6,4

670

6,0 5,3

590.600 580 590.600

7,6

5,1

3,4 3,3

490 400

465.373

‘90 ‘91 ‘92 ‘93 ‘94 ‘95 ‘96 ‘97 ‘98 ‘99 ‘00 ‘01 ‘02 ‘03 ‘04 ‘05 ‘06 ‘07 ‘08 ‘09 ‘10 ‘11

ABITAZIONI

UFFICI

NEGOZI

5,7


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Tekneco Numero 05 | 2011

è dedicato un capitolo agli obiettivi di rigenerazione urbana, che hanno maglie più ampie di intervento. In Puglia il nuovo quadro normativo del settore è già in vigore da agosto: tra le novità, sparisce il limite dei mille metri cubi per le volumetrie preesistenti. L’incremento volumetrico può raggiungere i 350 metri cubi a condizione che l’intero edificio, in seguito all’ampliamento, raggiunga un punteggio minimo nei criteri di sostenibilità fissati dalla normativa regionale. Per gli interventi di demolizione e ricostruzione è confermato il limite del 35% di aumento di volumetria, ma viene meno l’obbligo di coinvolgere nell’intervento almeno il 75% del volume complessivo. Infine il Lazio apre le porte agli interventi nelle zone agricole e in quelle più urbanizzate delle aree naturali protette. Restano esclusi gli insediamenti urbani storici, come individuati dal Piano territoriale paesistico regionale, le aree di rischio idrogeologico molto elevato, i casali e i complessi rurali realizzati in epoca anteriore al 1930, gli edifici costruiti nelle aree del demanio marittimo. Per gli ampliamenti di edifici esistenti è prevista la possibilità di monetizzare il mancato rispetto degli standard urbanistici nel caso sia impossibile realizzare le opere di urbanizzazione secondaria necessarie. ◆

Puoi commentare questo articolo sul sito di Tekneco all'indirizzo www.tekneco.it/0501

Una casa in legno di Rubner. Combinazione di consolidate tecniche costruttive con più moderni standard di efficienza energetica

BIOARCHITETTURA

Legno protagonista del mercato

_

La semplificazione del mercato passa anche per nuove forme e materiali del costruire. Lo si vede nelle grandi opere di architettura, così come negli edifici a uso abitativo, con il prevalere della sobrietà rispetto agli eccessi in voga fino a pochi anni fa. In questo senso un contributo importante arriva dalla crescita della bioedilizia, che necessita di forme semplici per massimizzare l’impatto delle fonti di illuminazione e riscaldamento naturali. Il boom del costruire sostenibile vede nel legno il re dei materiali. Presente in tutta la filiera della costruzione, il materiale naturale può arrivare in alcuni casi a costituire le vere e proprie fondamenta edilizie: lo scorso anno in Italia sono state costruite circa 6.000 case in legno contro le mille del 2005. Così prende corpo nel mercato anche l’industria del legno, che oggi è concentrata per la quasi totalità nel Nord Est d’Italia, con una propaggine in Lombardia. Spesso si tratta di aziende giovani e di piccole dimensioni, che proprio dalla crescita della domanda potranno trarre un impulso decisivo per lo sviluppo.

Come si muoveranno le famiglie italiane (%) Sì

No

Milano 5,2

intenzione di acquisto nei prossimi 12 mesi

Roma

media

2011

2010

ABITAZIONI

3,3 8,7

13,9

0

2010

2011

UFFICI 2010 -0,2

NEGOZI 2011

80,9

88

48,3

23,1

1,5

-0,4 -0,6

75,4

-1,0 -1,2

2011

-0,4

-0,4 -0,5 -0,7

-0,7

-0,6 -0,7

-0,8

-0,8

50,6

2010 -0,3

-0,2

1,1

volontà ad accendere un mutuo

Variazioni semestrali dei prezzi 2010 — 2011 (percentuale)

Non so

-0,8 -0,8 -0,9

-1

-0,8 -0,9 -1

-1,2

Fonte: Nomisma, 2011


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Architettura

FOTO: SMITH + GILL ARCHITECTURE ©

Dimenticate i vecchi grattacieli: i nuovi edifici high rise sono avveniristici frammenti di città verticali che sfidano il vento nel segno dell’architettura più avanzata e della sostenibilità. Come l’eco-torre Wuhan Greenland Center, terzo edificio più alto della Cina e quarto del mondo

di Luisa Pianzola

U

Ecosostenibilità da vertigine Torri sempre più alte, all’insegna dell’high tech

na delle sfide costruttive più avveniristiche e spettacolari del terzo millennio è senza dubbio rappresentata dagli edifici high rise, torri elevatissime e supertecnologiche che bucano lo skyline urbano in una verticalità che sembra non avere limiti, nuovi landmark che segnano il territorio soprattutto in Paesi emergenti come Cina o Emirati Arabi. Simboli di una cultura occidentale tesa verso la performance estrema, questi edifici sorgono in aree urbane di nuova edificazione, new town la cui costruzione rappresenta un’occasione golosa,per progettisti di tutto il mondo, per tradurre in realtà progetti di grandissimo respiro improntati ai criteri abitativi, urbanistici ed energetici più avanzati e nel segno di uno sviluppo ecosostenibile. E non è che la tragedia dell’11 settembre abbia intaccato più di tanto la voglia della gente di salire in alto, obbligando se mai i progettisti a incrementare elementi come la presenza di scale e di sistemi di sicurezza attorno agli edifici.Tra gli specifici problemi costruttivi posti da queste strutture altissime, solitamente a uso misto, il maggiore è senza dubbio la resistenza alla forte azione del vento. Ma un tema fondamentale è anche la ecocompatibilità, che se ormai è un must in ogni tipo di progetto, in queste avanzate tipologie edilizie lo diventa all’ennesima potenza. Resistenza al vento e sostenibilità, uniti alla qualità architettonica, sono i punti di forza di un nuovo progetto di edificio super tall con il quale lo studio Adrian Smith+Gordon Gill Architecture di Chicago ha vinto a giugno un concorso internazionale e che sarà realizzato entro il 2016 a Wuhan, Cina.


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606

METRI L’altezza dell’edificio

Wuhan Greenland Center Simulazione dell’impatto che il vento ha sul grattacielo (a sinistra). Un particolare della facciata (a destra) IL QUARTO EDIFICIO PIÙ ALTO AL MONDO

Il Wuhan Greenland Center, commissionato da Greenland Group, società leader nello sviluppo immobiliare in Cina con sede a Shanghai, è una eco-torre che con i suoi 606 metri di altezza sarà il terzo edificio più alto della Cina e il quarto del mondo. Attualmente in costruzione, con i suoi 119 piani comprenderà 300.000 metri quadri di superficie di cui circa 200.000 destinati a spazi per uffici, 50.000 ad appartamenti di lusso e condomini, 45.000 a hotel cinque stelle e 5.000 a club privati al piano attico. Se la firma dello studio Smith+Gill Architecture è una garanzia per quanto riguarda le problematiche legate alle torri molto alte (Adrian Smith con il suo primo studio Skidmore, Owings & Merrill ha al suo attivo il grattacielo più alto del mondo Burj Khalifa a Dubai, 828 metri – che a breve verrà superato dalla Kingdom Tower, oltre mille metri, in corso di realizzazione da Adrian Smith+Gordon Gill Architecture a Jeddah, Arabia Saudita –, il Trump International Hotel&Tower di Chicago, 423 metri e la Jin Mao Tower, Shanghai, 421 metri), lo è anche per l’eccellenza in fatto di sostenibilità. Un aspetto da sempre tenuto in grande considerazione dallo studio (il cui approccio di design olistico e integrato esplora le relazio-

ni simbiotiche tra edificio e intorno) e per il quale, in questo progetto, si avvale della collaborazione delle società americane di ingegnerizzazione e consulenza per l’ottimizzazione energetica e la riduzione del carbonio Thornton Tomasetti e PositivEnergy Practice. «Siamo entusiasti di lavorare di nuovo con Greenland Group – affermano Adrian Smith e Gordon Gill, che per Greenland hanno già realizzato la Zifeng Tower a Nanchino, 450 metri – perché con loro siamo sicuri di poter sviluppare le tematiche progettuali legate agli edifici super-tall facendo un’architettura di qualità e attenta ai problemi ambientali». LINEE FLUIDE A PROVA DI VENTO

Il corpo aerodinamico e affusolato della torre che, con tre angoli arrotondati, si assottiglia verso l’alto per culminare in una punta ad arco sopra la cupola, è stato progettato per ridurre la resistenza al vento e l’azione di vortice che si accumula attorno agli edifici altissimi. Un accorgimento che permetterà di ridurre al minimo la quantità di materiale strutturale e l’impiego di carbonio. La struttura di rivestimento racchiude un nucleo in cemento con telaio in acciaio in contrasto con gli angoli dell’edificio, che saranno realizzati in vetro curvato liscio. Per ridurre ulteriormente la pressione eolica, aperture a intervalli regolari, attraversabili dal vento, saranno poste all’interno della copertura. Per quanto riguarda gli interni, essi richiamano, sia nelle forme avvolgenti che nei colori grigio-azzurro, le superfici fluide e riflettenti degli esterni.

ECOSOSTENIBILITÀ IN QUATTRO PUNTI

Studiato per ridurre al minimo i consumi energetici e le emissioni di carbonio, il Wuhan Greenland Center sarà in grado di recuperare l’energia tramite un impianto termodinamico entalpico (basato cioè sullo scambio di energia con l’ambiente), integrato nel sistema di ventilazione, che permette di riutilizzare l’energia esausta dagli impianti di ventilazione per preriscaldare o preraffreddare l’aria proveniente dall’esterno. Sarà inoltre dotato di un sistema di recupero delle acque grigie che ricicla le acque reflue dalle lavanderie degli hotel, dei lavabi e delle docce riutilizzandole per il funzionamento del sistema di raffreddamento, per evaporazione, dell’edificio; di un sistema di impianti idraulici, con rubinetterie a basso flusso e basato sulla conservazione idrica, in grado di ridurre la quantità totale di acqua potabile necessaria all’edificio nonché quella dell’energia elettrica necessaria al pompaggio idrico; di un sistema intelligente di controllo luminoso, sensibile alla luce naturale, che spegne automaticamente le fonti di illuminazione artificiale, a basso consumo, quando è sufficiente quella diurna. ◆

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L’architettura degli impianti energetici

Architettura

BREVI DAL WEB Selezione delle notizie più lette su Tekneco.it nelle ultime settimane

Paola Pianzola

Come Bnim ha raggiunto il vertice dell’architettura sostenibile

Le strutture ideate per produrre da fonti rinnovabili non presentano generalmente una grande cura per il design. Tuttavia, l’ingresso di diversi grandi progettisti in questo campo e la necessità di rintuzzare le riserve delle comunità locali stanno spingendo il settore verso un profondo rinnovamento. Gli esempi più interessanti in giro per il mondo. Prosegui la lettura www.tekneco.it/0511

Alla scoperta dello studio statunitense di progettazione Bnim, che si è visto riconoscere l’eccellenza raggiunta in campo ambientale trionfando nell’Architecture Firm Award. Gli architetti che hanno reso celebre il marchio e i prossimi progetti in cantiere. Prosegui la lettura www.tekneco.it/0510

L’architettura sostenibile è di casa tra gli astronauti Le ristrettezze che caratterizzano di questi tempi il budget federale hanno messo in forse le future missioni nello spazio, così la Nasa ha pensato bene di progettare sulla Terra una stazione che ricalchi in tutto e per tutto la vita in orbita. Affidando il progetto allo studio di architettura William Donough & partner, riferimento mondiale per i progetti di sviluppo sostenibile. Prosegui la lettura www.tekneco.it/0512

Nuove soluzioni per la climatizzazione

In visita al Klimahaus in Germania

Sono la nuova frontiera del riscaldamento domestico, efficienti e allo stesso tempo gradevoli dal punto di vista estetico. Si tratta dei radiatori di ultimissima generazione, in grado di trasformare le porte di casa in fonti di calore a bassissimo impatto ambientale. Soluzioni che si adattano a tutte le unità immobiliari realizzate negli ultimi 30 anni e non richiedono un esborso eccessivo.

Redazione Web

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Viaggio all’interno del Klimahaus Bremerhaven 8° Ost (nord della Germania), uno dei più grandi poli di edutainment in Europa, vero gioiello di tecnologia ecosostenibile. Un progetto da 70 milioni di euro, curato dallo studio tedesco Klumpp Architects Urban Planners con un approccio olistico che integra soluzioni di impianto e di involucro.

FOTO: ROLF UND JOACHIM SCHEU

Bjarke Ingels (BIG)

Luisa Pianzola


TEKNECO

PROGETTI 5 | 2011 La sostenibilità raccontata attraverso progetti concreti. È lo spirito che ha portato alla nascita di questa sezione che offre una vetrina alle aziende e agli studi di progettazione interessati a presentare le proprie realizzazioni attraverso le schede tecniche, riguardanti le diverse fasi dei lavori, i materiali utilizzati, le collaborazioni. Una panoramica con garanzia di visibilità presso un pubblico di lettori ampio e selezionato per affinità di attività professionale e interessi.

Il materiale di questa sezione è fornito esclusivamente dai progettisti


Progetto / Call for project

Edifici ad alta efficienza energetica Ancora qualcosa da dire, a iniziare dal risparmio di Gianfranco Marino consulente energetico CasaClima e presidente CasaClima Network Puglia

S

pesso le riviste specializzate e non solo pubblicano articoli che affrontano tout court il tema degli edifici a basso consumo. È sempre più diffusa la convinzione che in materia non ci sia più bisogno di aggiungere altro. Nell’immaginario comune, pertanto, anche come conseguenza del contributo di molti di questi articoli, si è diffusa la convinzione che l’espressione “efficienza energetica” equivalga a disporre sulle proprie teste distese di pannelli fotovoltaici e solare termico. Stando così le cose è forse giunto il momento di precisare che la migliore energia è quella che si riesce a risparmiare, pur trattandosi di energie rinnovabili. Per riflettere adeguatamente basterebbero pochi numeri: ogni giorno consumiamo circa 12,5 milioni di tonnellate di carbone, 7,5 miliardi di metri cubi di gas naturale, 85 milioni di barili di petrolio. Per produrre questo quantitativo di petrolio, che corrisponde al consumo mondiale di una sola giornata, la natura impiega ben 500.000 giorni! Quotidianamente abbiamo scaricato in atmosfera 100 milioni di tonnellate di CO2, prodotto 10 miliardi di tonnellate di rifiuti, bruciato 24.000 tonnellate di foreste e portato all’estinzione 150 specie di piante e animali. Sul nostro pianeta, ogni minuto, perdiamo almeno 28 ettari di bosco, equivalenti alla superficie di 38 campi da calcio. Su un totale di 44.837 specie animali, il 38% rischia l’estinzione. Questi numeri devono servire necessariamente a mettere in evidenza e a renderci consapevoli che le fonti di energia fossile non sono illimitate e che ciò, indubbiamente, in futuro porterà a delle conseguenze (Cfr. articolo

Tekneco 4|2011). In Italia i consumi di energia nel settore residenziale coprono circa il 37,7% del fabbisogno complessivo impiegato nei settori agricoltura, terziario, industria e residenziale (fonte Enea 2007). Nel settore dell’edilizia dobbiamo cercare di ottimizzare il risparmio energetico implementando l’efficienza: la casa moderna, pertanto, deve mirare ad avere un fabbisogno energetico molto basso ed essere in grado di autosostenersi, ossia di poter “camminare con le proprie gambe” pur sapendo che, nell’eventualità, esistono altre fonti di energia. Tale obiettivo è perseguibile solo intervenendo sull’involucro edilizio e sull’impiantistica, oltreché su una corretta progettazione e realizzazione degli stessi. Spiace osservare, però, che in Italia risponde ai requisiti di efficienza energetica meno di un edificio su dieci: gli errori più comuni nella realizzazione o nel recupero di un edifico a basso consumo energetico iniziano già nella progettazione dove spesso architetti e ingegneri preoccupati principalmente degli aspetti estetici, si curano degli aspetti legati al risparmio energetico solo in un secondo tempo. Il countdown all’attuazione della direttiva 2010/31/Ue è iniziato e la realizzazione di edifici che abbiano un indice termico 10 kWh/m2a è sempre più pressante e imminente. La migliore risposta si può dare seguendo un percorso di qualità che non passa esclusivamente dalla norma, ma anche dal buon senso. Realizzare edifici ad alta efficienza energetica significa, infatti, seguire un percorso di qualità senza compromessi e ambiguità. È necessario progettare correttamente, isolare bene

l’involucro mediante “cappotto termico”, impiegare infissi ad alte prestazioni termiche, prevedere un impianto di Vmc (Ventilazione meccanica controllata) e risolvere concretamente i ponti termici, senza trascurare, infine, di adottare una corretta posa del “cappotto termico”, degli infissi e degli impianti tecnologici. Fondamentale è, altresì, la scelta dei materiali: non esiste un materiale isolante migliore in assoluto; esiste, al contrario, la migliore scelta di esso in funzione del suo utilizzo e in relazione agli obiettivi da perseguire. A sublimare questa qualità sono necessari controlli durante la fase di progettazione e realizzazione dell’edificio con verifica finale di tenuta all’aria (Blower Door Test) e successiva certificazione energetica rilasciata da un organismo super partes. Qualche precisazione andrebbe fatta anche sul complesso scenario dei diversi protocolli di certificazione energetica: si parla del protocollo Itaca, invece che Cened, di quello CasaClima piuttosto che Leed, o semplicemente dell’applicazione del d. lgs 192/2005 e ss.mm.ii. Ogni Regione ha legiferato in materia di certificazione energetica degli edifici come meglio ha potuto o creduto, spesso adottando criteri di scelta discrezionali. Merita ricordare, a tal proposito, che già nel 2002 la Provincia di Bolzano è stata la prima in Italia ad adottare un sistema di Certificazione Energetica degli Edifici attraverso il protocollo CasaClima, il cui percorso di certificazione è libero. Questo protocollo, tuttavia, impedisce che il soggetto certificatore sia coinvolto nell’attività di progettazione, direzione lavori, fornitura di materiali edili e costruzione: la


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Call for project

COMMITTENTE

PROGETTISTA

garanzia per l’utente finale è quella di ottenere una certificazione rilasciata da un soggetto pubblico, terzo e imparziale. LO SPIRITO DELL’INIZIATIVA Il progetto editoriale Call for Project punta a promuovere la ricerca di soluzioni, anche innovative, nel campo degli edifici ad alta efficienza energetica. La sezione prevede la pubblicazione di progetti che riguardano non solo la realizzazione ex novo di edifici, ma anche il recupero di quelli già esistenti. Riteniamo altresì interessante raccontare come la Pubblica amministrazione si sta avvicinando agli obblighi normativi in materia di efficienza energetica degli edifici. Per cui sarà dato spazio anche a progetti che sono di valenza pubblica (scuole, ospedali, uffici ecc.). Altro distinguo riguarderà la destinazione d’uso degli edifici. Ovvero la necessità di “indagare” soluzioni tecnologiche che riguardino anche gli edifici di carattere commerciale perché particolarmente energivori. Call for Project mira a dare un impulso decisivo alle progettualità favorendo la ricerca di nuove soluzioni, puntando non solo all’innovazione, ma anche all’eccellenza. Auguro a voi una buona lettura con una citazione di Steve Jobs: «Siate affamati, siate folli. Dovete trovare ciò che amate. Quindi, continuate a cercarlo fino a quando non l’avrete trovato. Non fermatevi‥.»

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Scriveteci Tekneco offre una nuova opportunità di visibilità agli studi di progettazione. Inviate alla redazione (progetti@tekneco.it) i progetti sviluppati in tema di architettura sostenibile ed efficienza energetica. Li valuteremo per una pubblicazione sui prossimi numeri di Tekneco e sul sito www.tekneco.it.

Il fac simile della scheda di progetto Dietro al Call for Project del nostro trimestrale c’è una filosofia editoriale molto chiara: dare spazio ai progetti italiani che riteniamo possano fare la differenza. La visibilità che abbiamo intenzione di dare segue quindi due concetti chiari: precisione delle informazioni e novità. Per questo rilanciamo la chiamata ai progetti con la preghiera di compilare la scheda esplicativa che qui alleghiamo e che troverete anche sul sito (www.tekneco.it/callforproject) dove sinteticamente si riassumono i “numeri” che possono fare la differenza tra un buon progetto e un ottimo progetto.

CONSULENTE ENERGETICO

UBICAZIONE

TIPOLOGIA INTERVENTO

DESTINAZIONE D’USO

ANNO DI REALIZZAZIONE

ANNO DI RECUPERO

PRESTAZIONI ENERGETICHE

ANTE OPERAM

Classe energetica Indice termico invernale Indice di emissioni di C02 PRESTAZIONI ENERGETICHE

kWh/mqa kg/mqa POST OPERAM

Classe energetica Indice termico invernale Indice di emissioni di C02 PROTOCOLLO DI CERTIFICAZIONE

kWh/mqa kg/mqa


Progetto / Ex Novo

ANIDRIDE CARBONICA

Efficienza energetica e sostenibilità Nuova sede degli uffici della Provincia di Parma

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EMISSIONI

Studio Archest

Per progettare un edificio che risponda a obiettivi di sostenibilità ed efficienza energetica è necessario che ogni aspetto sia correlato anche con i principi puramente architettonici. Qui, la forma del fabbricato è caratterizzata da una sequenza di tre corpi con struttura modulare in legno (sistema Pres-Lam) che, articolati intorno alla grande corte interna, ospitano gli uffici, sono tenuti assieme da alcuni “elementi speciali” che fungono da cerniere per il sistema edificio e contengono gli elementi di comunicazione verticale (scale e ascensori). Questi blocchi sono disposti in modo tale da creare una configurazione e un rapporto con il sito ottimale dal punto di vista bioclimatico. Infatti, dopo aver analizzato tutti i fattori climatici che influiscono direttamente sul progetto al fine di utilizzare le risorse offerte dall’area, si è optato per una forma che elimina i prospetti rivolti verso nord e verso ovest, creando piuttosto degli orientamenti nord-est e nord-ovest, in modo tale da garantire da un lato il sole e l’illuminazione naturale interna in qualsiasi direzione e dall’altro minimizzare l’impatto o viceversa sfruttare le potenzialità dei venti dominanti. Durante la stagione invernale, i venti freddi provenienti da ovest non impattano quindi direttamente sull’edificio grazie alle facciate inclinate rispetto alla loro direzione che ne favoriscono lo smorzamento, mentre al contrario le brezze estive notturne provenienti da est vengono impiegate per la ventilazione passiva: l’aria viene incanalata all’interno del

grande atrio centrale a tutta altezza e, attraverso l’apertura delle finestre perimetrali nella copertura vetrata, l’interno dell’edificio viene raffrescato portando l’aria calda all’esterno grazie allo sfruttamento del gradiente termico. Attraverso l’interruzione del prospetto nastriforme e la sua apertura verso est, da cui entrano i venti freschi estivi, il bosco di Kyoto previsto nel lotto adiacente e in quelli a sud dell’area d’intervento penetra all’interno della corte interna all’altezza del primo piano, grazie alla realizzazione di un terrapieno che si eleva dalla quota del bosco e forma il basamento verde sui cui sorgono i quattro piani fuori terra dell’edificio, contenenti gli uffici veri e propri, mentre al piano terra sono collocati spazi collettivi quali la sala conferenze con l’area di servizio agli eventi, la mensa, un bar/caffetteria, un micro-nido aziendale, l’area di accoglienza, il front office per i visitatori e infine un’area di ricerca-laboratoriodidattica per i temi della sostenibilità. UN EDIFICIO DI CINQUE PIANI Il complesso risulta caratterizzato da una forma compatta che si sviluppa su cinque piani fuori terra e anche questo aspetto contribuisce fortemente a trovare un giusto equilibrio tra aree libere esterne per il verde e i parcheggi, funzionalità e flessibilità interna dell’edificio, ma soprattutto a ridurre i consumi energetici: minore è la superficie che definisce il volume riscaldato, minore è la superficie di scambio termico (disperdente), minori sono le perdite di calore. Il lato più lungo dell’edificio è il fronte

Immagini del complesso edilizio che si estende su una superficie fondiaria di 15.772 mq

sud, il quale risulta essere permeabile per permettere la connessione tra la corte interna e gli spazi esterni adibiti a giardino; tale condizione risponde a un preciso concetto di interazione tra edificio e ambiente. Inoltre, sono presenti alcune serre bioclimatiche, che illuminano anche l’atrio centrale e si aprono lungo i prospetti. Questi ultimi sono stati valutati dal punto di vista progettuale per bilanciare opportunamente le parti cieche e quelle vetrate: si sono calcolati gli apporti termici e di illuminazione a seconda dei diversi orientamenti e scelti dei sistemi schermanti adatti a eliminare il surriscaldamento, al fine di definire le prestazioni energetiche richieste agli impianti per ottenere il massimo dell’efficienza con il minimo dispendio, garantendo contemporaneamente il comfort visivo, acustico e termico agli utilizzatori dell’edificio. L’andamento nastriforme che caratterizza i fronti permette di mantenere l’unitarietà delle facciate, dosando al contempo i rapporti tra i vuoti e i pieni a seconda delle esigenze illuminotecniche ed energetiche. Nell’ambito del motivo conduttore del nastro è infatti possibile differenziare lo spessore delle pareti esterne per l’ombreggiamento delle finestre e contemporaneamente variare la quantità di parte


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www.provincia.parma.it Il sito dell’istituzione

I dati del progetto

COMMITTENTE

Provincia di Parma Piazza della Pace 1 43100 Parma PROGETTISTI

Archest Via Sclaunicco 7 33050 Pozzuolo del Friuli (UD) info@archest.it www.archest.it UBICAZIONE

Parma SIMULAZIONE

I flussi che interessano il palazzo Ventilazione invernale

Ventilazione estiva

vetrata della facciata. Lungo il prospetto sud, le aperture, di grande dimensione per l’apporto energetico invernale, sono messe in opera con un aggetto che consente l’ombreggiamento nella stagione estiva; a est e ovest l’aggetto si riduce e la dimensione delle vetrate è minore; infine, a nord il serramento è posto a filo facciata. L’andamento a nastro delle parti cieche, che è regolare per la maggior parte del perimetro, subisce consistenti variazioni nelle parti corrispondenti agli “snodi” dell’edificio e cioè alle risalite verticali, evidenziando il filo conduttore del progetto che resta quello della regolarità costruttiva e strutturale con le sole eccezioni date dagli elementi di connessione. L’ingresso principale all’edificio è caratterizzato da una copertura verde. Ma il progetto non finisce qui... www.tekneco.it Sul sito di Tekneco la scheda completa con tutti gli approfondimenti

TIPOLOGIA INTERVENTO

Terza sede uffici: Palazzo dell’Ambiente, dell’Agricoltura e dell’Innovazione SUPERFICIE FONDIARIA

15.772 mq SUPERFICIE UTILE TOTALE

10.000 mq IMPORTO DELL’OPERA

22.000.000 euro ANNO DI REALIZZAZIONE

2009 PRESTAZIONI ENERGETICHE

Indice termico invernale 14,91 kWh/mqa Indice di emissioni di CO2 0 kg/mqa


Progetto / Recupero

3kW

L’arte di vivere con lentezza Agrirelays Della Rocca

tutto da energia solare

Pla-net Studio

II fabbricato si trova nelle campagna marchigiane, protetto da un folto filare alberato che lo nasconde alla vista. II piano terra (superficie lorda circa 370mq) ha destinazione “azienda agricola”, mentre il piano primo (superficie lorda circa 320mq), raggiungibile tramite una scala esterna, è adibito ad “abitazione di tipo economico”. La struttura si presenta come un unico corpo di fabbrica a pianta rettangolare, dotato di 3 accessi, con l’asse longitudinale quasi perfettamente allineato con la direzione est - ovest, ed è coperta da un tetto del tipo a falde. Sul lato nord insiste un volume di servizio anch’esso a pianta rettangolare. L’edificio è stato dichiarato inagibile in conseguenza degli effetti provocati alla struttura da un forte evento simico del gennaio 1972 e dalla lunga serie di scosse telluriche successive, che ne hanno messo a dura prova la stabilità. Non avendo particolari punti di pregio, nè dal punto di vista architettonico nè da quello energetico, l’intervento che si ritiene più adeguato prevede la demolizione e la successiva ricostruzione di un edificio delle stesse dimensioni e nella stessa posizione, destinato a essere una struttura turistico-ricettiva, progettata con il massimo riguardo nei confronti dell’impatto energetico e ambientale. L’intento del progetto è quello di realizzare un edificio bioclimatico a basso consumo energetico, caldo in inverno e fresco in estate, senza che l’aspetto esterno della casa evidenzi troppo il carattere delle soluzioni adottate, ma le celi al suo interno rimanendo ben inserito nel contesto rurale. Forma compatta con un buon rapporto superficie-volume al fine di contenere le superfici disperdenti. La pianta è un rettangolo il cui asse longitudinale è orientato quasi perfetta-

mente lungo l’asse est-ovest. L’orientamento favorevole rende quasi obbligatoria la soluzione progettuale, con una progressione di trasparenza e leggerezza da sud verso nord. Un grande muro spesso protegge la casa a nord, addossato a esso c’è una fascia contenente i locali di servizio e i servizi, che costituisce un ulteriore filtro verso i locali vissuti della casa; calibrate aperture consentono l’illuminazione di questi locali. La parete sud è tutta vetrata, scandita da grandi portali in muratura, che incorniciano le vetrate, arretrate rispetto al filo esterno, per fornire una schermatura nel periodo estivo. Le pareti est e ovest hanno muri a sezione ridotta e calibrate aperture; quelle a est guardando il sorgere del sole, quella a ovest il tramonto. La copertura, la dove non sono presenti i lucernari per illuminazione zenitale, vede la falda a sud coperta quasi interamente da pannelli fotovoltaici e solari, mentre la falda a Nord, rivolta verso la strada provinciale vede la classica copertura in coppi locali, in modo da mantenere un prospetto ben inserito nel contesto locale. Si è provato a reinterpretare tipologia di appartamento su due livelli in modo da poter fornire il più possibile luce naturale agli ambienti vissuti dell’edificio, relegando nella fascia esposta a nord zone notte, servizi e locali tecnici. AI piano terreno un grande spazio comune, cuore del fabbricato definisce l’orga-

nizzazione funzionale dell’edifico. Particolare attenzione si è prestata alla progettazione delle zone filtro, mirando a proteggere le vetrate a Sud dall’esposizione diretta ai raggi solari calcolando l’arretramento dei vetri all’interno delle arcate. Questo al fine di generare zone di accumulo termico di inverno, quando la luce solare raggiunge le superfici vetrate e al tempo stesso, mediante sistemi di apertura controllata delle finestre schermate, la giusta circolazione d’aria nel periodo estivo mediante circolazione naturale dell’aria. La selezione dei materiali deve seguire le esigenze in termini prestazionali di strutture statiche, involucro, finiture, isolanti (dal caldo e dagli sbalzi di temperatura), impermeabilizzazioni. Per le strutture portanti si è scelta la pietra, che oltre a fornire la giusta valenza estetica per la tipologia edilizia, garantisce una massa termica capace di realizzare gli sfasamenti adatti a mantenere il dovuto comfort termico. AI fine di garantire l’estetica esteriore si adotterà la scelta di un isolamento interno in fibra di legno traspirante, così da evitare fastidiosi effetti di condensa e relative muffe. Per la finitura interna, si prevedono intonaci in argilla altamente traspirante, tali da garantire la continuità prestazionale dell’isolamento, in termini di traspirabilità. I solai saranno costituiti nella parte resistente da elementi in legno autoportante. Tra le pro-


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Il rendering con la vista dell’intervento

Due disegni di studio del progetto

Una sezione del progetto

prietà di questa soluzione tecnologica emergono l’assoluta valenza estetica, la notevole sicurezza statica, antisismica e di resistenza al fuoco, la notevole facilità di realizzazione di qualsiasi tipologia architettonica e i tempi di posa notevolmente ridotti rispetto a qualsiasi soluzione latero-cementizia. Le impermeabilizzazioni, ridotte al minimo per favorire la permeabilità del vapore acqueo, verranno realizzate mediante composti argillosi quali la bentonite per gli interventi in fondazione e carte di cellulosa oleosa per quelli sul tetto.

I dati del progetto

COMMITTENTE

Privato PROGETTISTI

Pla-net Studio srl (arch. Marco Giordano, arch. Claudio Montibelli) UBICAZIONE

SISTEMI SOLARI PASSIVI Si prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico connesso alla rete composto da moduli fotovoltaici integrati in copertura, inverter (per la conversione in corrente alternata) e quadro di controllo posti nel locale tecnico. Per un dimensionamento di massima si può prevedere un impianto da 3 kW per unità abitativa. Da considerare la forma di incentivazione data dal conto energia, che trasforma l’utente finale in un vero e proprio produttore di energia, con delle condizioni attualmente vantaggiose.

Campagna anconetana, Marche TIPOLOGIA INTERVENTO

Demolizione e ricostruzione DESTINAZIONE D’USO

Residence PRESTAZIONI ENERGETICHE ANTE OPERAM

Classe energetica G PRESTAZIONI ENERGETICHE POST OPERAM

Classe energetica A www.tekneco.it Sul sito di Tekneco la scheda completa con tutti gli approfondimenti

PROTOCOLLO DI ATTESTAZIONE

Casaclima


Progetto / Ex novo

Più energia prodotta che consumata Scuola materna a San Vito al Tagliamento

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i giorni per la costruzione dell’edificio

Domenico Pepe

È stata inaugurata la nuova scuola materna di San Vito al Tagliamento (Pordenone), certificata CasaClima A con un fabbisogno di 18 kWh/mqa. Non appena verrà completato l’impianto fotovoltaico previsto di 20 kW e 144 mq di superficie (che produrrà circa 21.000 kWhe/a), riceverà la targhetta Classe A+ (il + viene assegnato agli edifici che soddisfano i requisiti di sostenibilità ambientale, che in questo caso verranno raggiunti quanto sarà terminato l’impianto a fonti rinnovabili). La nuova scuola è un edificio in legno di 1568 mq e il volume costruito è di 7.287 mc, riscaldato con un impianto radiante a pavimento con pompa di calore aria-acqua. Ho posto particolare attenzione alla scelta dei materiali; questi sono completamente naturali e privi di emissioni nocive, da un lato per avere un impatto ambientale minimo (il legno ha un consumo di energia primaria bassissimo ed è il materiale da costruzione che emette meno CO2 nel ciclo di produzione) e dall’altro per garantire la massima qualità dell’aria interna (le pitture naturali e i materiali componenti l’involucro sono tutti naturali con bassissime emissioni di Voc): XLam per le strutture, fibre di legno per gli isolamenti termici, cartongesso per alcune partizioni interne, finiture interne in legno, finiture esterne parzialmente con intonaco per cappotto, parte in legno e parte in laterizio faccia a vista. La progettazione passiva è stata effettuata con criterio CasaClima ed è stata fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi energetici: in inverno la protezione dal freddo è assicurata da un pacchetto isolante da 24 cm in parete, 30 cm in copertura e 18 cm solaio verso terra; nelle mezze stagioni è stata prevista l’ottimizzazione della ventilazione naturale e i sistemi di ombreggiamento delle vetrate a sud.

L’ingresso della scuola materna e, sotto, il primo piano della targhetta energetica

L’edificio – realizzato in soli 127 giorni (quattro mesi) - può essere un esempio di risparmio energetico per le famiglie soprattutto in questo periodo nel quale incominciano ad arrivare le prime bollette per il freddo. Grazie al ridotto fabbisogno energetico, i costi per la gestione saranno inferiori di circa l’80% rispetto al limite di legge. È stato calcolato che i costi di gestione a pieno regime saranno di circa 2 euro/mq per riscaldamento, acqua calda sanitaria e illuminazione. È come se un appartamento di 100 mq consumasse 200 euro/anno, mentre di solito per una famiglia media i costi annuali si aggirano intorno ai 1.900 euro. È da considerare che nel momento in cui verrà installato il completo campo fotovoltaico l’edificio produrrà più energia di quella che consuma: l’edificio sarà una piccola centrale energetica e non più un peso per la comunità. A fronte dei futuri risparmi energetici (ed economici), l’importo dei lavori è stato di

Sopra, soluzione del ponte termico dell’attacco tra pilastro e primo solaio. A destra, l’attacco a terra delle pareti in Xlam con l’applicazione di Xps sullo zoccolo e fibra di legno tra i listelli


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pepedomenico.wordpress.com Tutte le informazioni e altri progetti sul sito di Domenico Pepe

I dati del progetto

COMMITTENTE

Comune di San Vito al Tagliamento PROGETTISTA

— Asi del comune di San Vito al Tagliamento per la progettazione architettonica e direzione lavori (direttore Paolo Zampese); — ing. Pasquale Lucia per la progettazione strutturale e computi; — ing. Antonio Del Zotto per il coordinamento progettazione impiantistica; — ing. Rosario Di Maggio per la collaborazione alla progettazione impiantistica. CONSULENTE ENERGETICO

2.400.000 euro quindi con un costo di costruzione di circa 1.240 euro al metro quadro. In qualità di assistenza alla DL ho potuto verificare personalmente le lavorazioni di installazione dell’isolante termico e della tenuta all’aria; quest’ultima mi ha dato una particolare soddisfazione poiché il 9 ottobre dello scorso anno abbiamo effettuato il Blower Door Test alla scuola materna (obbligatorio per ottenere la certificazione CasaClima); test che ha dato il risultato di 0,78 h-1, ampiamente sotto il limite di 1 h-1 imposto da CasaClima. All’inaugurazione era presente anche il direttore dell’Ape Friuli Venezia Giulia, il Dott. Matteo Mazzolini, con il quale abbiamo consegnato nelle mani del sindaco di San Vito Gino Gregoris la targa CasaClima.

Ing. Domenico Pepe UBICAZIONE

San Vito al Tagliamento (Pn) TIPOLOGIA INTERVENTO

Nuova costruzione DESTINAZIONE D’USO

Edilizia pubblica - Scuola dell’Infanzia ANNO DI REALIZZAZIONE

2011 PRESTAZIONI ENERGETICHE

Classe energetica A+ PROTOCOLLO DI CERTIFICAZIONE

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CasaClima


Progetto / Ex novo

La prima CasaClima A realizzata in Puglia Abitazione unifamiliare ad Altamura Studio Rinaldi e Fiore

La prima CasaClima A pugliese è stata realizzata con una particolare attenzioni e a tutti gli elementi di una corretta bioarchitettura. Si tratta di un’abitazione unifamiliare ad Altamura (Ba), sviluppata su quattro livelli di cui uno interrato. Il progetto ha tenuto conto della migliore esposizione delle facciate principali per garantire irraggiamento solare nei mesi invernali a sostegno del riscaldamento e orientamento in direzione dei venti prevalenti per raffrescare con aria naturale durante l’estate. Per favorire la bioclimaticità il giardino è piantumato con piante autoctone. Prodotti naturali anche per le pareti di tamponamento della struttura in cemento armato: favorendo i materiali tipici del luogo, le pareti di tamponamento sono state realizzate in blocchi di tufo. Sulla struttura è stato poi creato un cappotto esterno per il quale sono stati utilizzati i pannelli isolanti Ytong Multipor da 12 cm., scelti per una contiguità fisica e prestazionale con la pietra di tufo: tufo e pannelli in silicato di calcio presentano le stesse caratteristiche meccaniche, fisiche e igrometriche. In più i pannelli Multipor hanno una bassa conduttività termica e una buona capacità di diffusione del vapore che li rende ideali per l’utilizzo a protezione dell’edificio. La struttura microporosa e facilmente lavorabile ha agevolato le operazioni di levigatura e modellazione necessarie per la realizzazione della parete curva dell’abitazione. www.tekneco.it Sul sito di Tekneco la scheda completa con tutti gli approfondimenti


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www.agenziacasaclima.it Tutte le informazioni sulla certificazione

TAMPONATURA

L’impianto dell’edificio 12

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I dati del progetto

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COMMITTENTE

Mariangela Squicciarini PROGETTISTA

Studio Rinaldi e Fiore Domenico Rinaldi e Domenico Fiore www.rinaldiefiore.it info@rinaldiefiore.it CONSULENTE ENERGETICO

Pamela Aversente, Margherita Colonna UBICAZIONE

Altamura (Ba) TIPOLOGIA INTERVENTO

Nuova costruzione DESTINAZIONE D’USO

Residenziale ANNO DI REALIZZAZIONE

2011 PRESTAZIONI ENERGETICHE

Classe energetica A Indice termico invernale 19 kWh/mqa Indice di emissioni di CO2 15 kg/mqa Sopra, alcuni disegni di studio del progetto

PROTOCOLLO DI CERTIFICAZIONE

CasaClima


Progetto / Concorso di idee

DESIGN TEAM Pierluigi Percoco, Alessia Bettazzi, Natalia Leone, Michele Durazzi, Giacomo Orlandi

Il baco di seta sostenibile Headquarter di Benetton a Teheran B+P Architetti

L’idea architettonica viene concepita per valorizzare e far emergere la forza naturale della “luce” utilizzando nuovi linguaggi estetici grazie all’uso di innovative tecnologie informatiche. L’edificio “nastro” appare nel contesto come un baco di seta, quasi fluttuante, ma solido e ricco di materiale, dinamico, trasparente e apparentemente senza peso, in una nuova combinazione tra tecniche tradizionali e una visione del futuro. Luce e ombra sono i codici del progetto che si realizzano attraverso la vibrazione della luce naturale, nuove superfici fotosensibili avvolgono l’edificio, uno scenario reale e surreale allo stesso tempo. La pelle dell’edificio è realizzata con una tela metallica che sostiene un tessuto fotovoltaico, sfruttando le possibilità offerte dalla nanotecnologia Opv (Organic photovoltaics) sotto forma di tessuto per catturare e creare energia dal sole. Il fascino e lo charme della pelle rappresentano l’idea di un abito che, elegante e sinuoso, avvolge l’edificio in un poema drammatico sulla libertà di espressione, non scollegato dalla tradizione locale rispettandone però le regole. Le matrici del modello di calcolo sono il “kite” and “dart”, create dalla composizione basata sulla tela di Penrose. La revisione della sofisticata geometria presente nelle architetture islamiche è utilizzato per studiare un nuovo linguaggio della tradizione

La fontana ispirata all’opera Vortice di Balla

La corte interna vista dai piani superiori


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www.bettazzipercoco.com Altre informazioni sul sito di B+P architetti

LUOGO

Iran

Teheran Arabia Saudita

Oceano Indiano

Strategie per favorire la ventilazione naturale e il controllo dell’irraggiamento durante il periodo estivo

Strategie per favorire il riscaldamento passivo durante il periodo invernale

Facciata principale situata su Vali Asr Avenue, lato Sud Ovest

GEOMETRIE

La tela di Penrose

Le matrici del kite e dart e la composizione della tassellatura

e cultura iraniana. La composizione dell’edificio e la sua relativa forma sono concepiti sfruttando al meglio tutte le caratteristiche ambientali del luogo; si parte da schemi di irraggiamento solare diretto e da shadow pattern così da calibrare al meglio il sistema di riscaldamento passivo. Un sistema di ventilazione naturale sfrutta il vento dominante presente nell’area oggetto di intervento; l’idea di creare una corte che lavori come una torre del vento si basa sul concetto più tradizionale e tipico dell’architettura persiana, utilizzato per molti secoli per ottenere una ventilazione naturale all’interno degli edifici. La costruzione si sviluppa su otto livelli con piano terra commerciale, uffici dal primo piano al sesto e gli ultimi due destinato a penthouse. Il progetto della corte e della relativa sistemazione esterna prende spunto da un dipinto di Giacomo Balla, chiamato Vortice. All’interno gli spazi adibiti ad uffici e commercio sono pensati con partizioni in teli di Pvc, in grado di realizzare un sistema flessibile, dinamico e reversibile, pronto a cambiare e accogliere nuove situazioni ed eventi.

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Progetto / Recupero

Social housing in campagna Progetto nel cuore della Val D’Orcia Studio Pigreco>Progetti

Lo Studio Pigreco>Progetti sta selezionando le migliori aziende per metterle al servizio della clientela, predisponendo una partnership coordinata e fidelizzata, tradotta dall’esperienza statunitense e riunita nel progetto pilota Casa21 a Pienza. L’opportunità, rivolta alle più qualificate imprese e aziende a livello nazionale, è di far parte dell’equipe di eccellenza del made in Italy, che contibuirà alla realizzazione del progetto in previsione dell’Expo 2015. NEL TERRITORIO PATRIMONIO DELL’UNESCO

Il progetto pilota Casa21 viene realizzato in Toscana a Pienza, Comune arancione (assegnato dal Touring Club italiano) posizionato tra Montalcino e Montepulciano, in provincia di Siena, nel cuore della Val D’Orcia, patrimonio mondiale dell’Unesco. IL VALORE IN CASA21

Pigreco>Progetti sta sinergicamente riunendo nel progetto pilota, che costituirà lo showroom permanente di Casa21 in Val D’Orcia, le eccellenze del mondo delle costruzioni e dell’arredamento in un luogo turistico ricettivo permeato dai valori della protezione dell’ambiente e vivo di percorsi culturali ed enogastronomici di incomparabile bellezza. In questo splendido podere, gli ospiti delle stesse aziende costruttrici potranno vivere e toccare con mano i valori sopra descritti, il posto ideale dove poter accogliere i propri potenziali clienti e non solo, coinvolgerli e infine conquistarli attraverso l’interazione “casa ambiente ed emozione”, di una struttura progettata, pensata e realizzata grazie alle sinergie delle migliori aziende leader in ogni settore, in ogni componen-

1730 Anno di costruzione


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www.casa21.it Altre informazioni sul sito dedicato

Il rendering del progetto

I dati del progetto

COMMITTENTE

Casa21 PROGETTISTI

Arch. Simone Seddio e Franco Grassini, Arch. Patrizia Ferrarini con diversi collaboratori dello Studio Pigreco>Progetti CONSULENTE ENERGETICO

Ing. Massimo Vergara, Guido Pittore, H1 Service UBICAZIONE

te e in ogni dettaglio.

Pienza (Si) - Val D’Orcia Patrimonio mondiale dell’Unesco

L’OPPORTUNITÀ IMPRENDITORIALE

A sinistra, la vista del rustico attuale. Sopra, lo splendido contesto ambientale della Val d’Orcia

Il Protocollo Casa21 offre la concreta possibilità di recuperare il patrimonio immobiliare esistente, rispondendo ai quatrro impasse legislativi, in materia di sicurezza 494 s.m.i., risparmio energetico 311 e 192 s.m.i., antisismica Nte 2008 s.m.i. e risponde alle esigenze delle politiche del risparmio del suolo per riuscire a ottenere, in accordo con i piani strutturali di intervento, le Nta. e i Prg vigenti, la demolizione e fedele ricostruzione degli immobili, rendendo gli interventi concreti e misurabili, quindi finanziabili e fattibili, oltre che eticamente remunerativi. Le aziende selezionate collaborano insieme alla realizzazione del progetto unendo sinergicamente le proprie competenze ed eccellenze, valorizzandosi a vicenda in modo da poter competere qualitativamente con i migliori distretti tecnologici del mondo. Lo showroom permanente di Casa21, perfettamente funzionante ed esplicativo, offre il vantaggio di avere una vetrina sul mondo da “vivere”, in grado di coniugare la visita degli ospiti/clienti con un percorso dimostrativo dove far toccare loro con mano le sinergie, i vantaggi, tutte le caratteristiche innovative e tecnologiche, per la funzionalità, l’ergonomia, l’ecosostenibilità e i benefici sulla salute che in poche ore di visita in un’esposizione fieristica temporanea non si sarebbero mai potute cogliere. I VANTAGGI DELLA PARTNERSHIP

In questa realizzazione l’impegno di ogni azienda viene evidenziato e valorizzato, rimanendo tangibile, visibile e “visitabile”

TIPOLOGIA INTERVENTO

Restauro e risanamento conservativo in linea con itaca Agenda 21, con deroga ai piani strutturali di intervento con demolizione e fedele ricostruzione in legno strutturale e rivestimento in pietra originale DESTINAZIONE D’USO

B&B e showroom permanente sul mondo delle nuove tecnologie ANNO DI REALIZZAZIONE

1730 ANNO DI RECUPERO

Completamento previsto per il 2012 PRESTAZIONI ENERGETICHE ANTE OPERAM

Classe energetica G Indice termico invernale 162,25 kWh/mqa Indice di emissioni di C02 1800 kg/mqa PRESTAZIONI ENERGETICHE POST OPERAM

Classe energetica A+ Indice termico invernale 16,25 kWh/mqa Indice di emissioni di CO2 5 kg/mqa PROTOCOLLO DI ATTESTAZIONE

Protocollo Casa21 e Itaca


Progetto / Recupero

Prospetto Sud Ovest

L’attenta integrazione fra struttura e tecnologie ecosostenibili

STRATIGRAFIA

La sezione del muro

-5°C Esterno

+18°C Interno

a servizio del proprio business e del progetto comune. Il piano di comunicazione prevede: — pubblicazioni editoriali su testate nazionali, su riviste tecniche di settore e sui siti internet specializzati; — realizzazione di apposita sezione sul sito Casa21 evidenziando i partner e le loro relative comunicazioni; — predisposizione del documentario sulle fasi evolutive del progetto evidenziando lo stato avanzamento lavori con tecniche “Time Lapse” in grado di rendere l’evoluzione del cantiere nel corso del tempo; — pubblicazione all’interno di un programma televisivo dedicato con Sky Tv; — definizione del calendario eventi tematici all’interno della struttura/showroom coinvolgendo la Pubblica amministrazione, enti, associazioni di categoria e ordini professionali; — piano programmato di spazi riservati ai partner dedicati alla comunicazione diretta dalle aziende; — inaugurazione della struttura alla presenza di tutte le autorità locali, nazionali e internazionali che condividono i nobili principi del progetto e ne hanno permesso la realizzazione. Essere partner di Casa21 nel progetto pilota di Pienza vuol dire partecipare in qualità

di attore protagonista a questa operazione di branding e contribuire a tradurre in realtà l’idea di Casa21: sostenere e salvaguardare l’ambiente per il miglioramento della qualità della vita nelle abitazioni del ventunesimo secolo. LA QUALITÀ DEL PROGETTO CASA21 Il protocollo Casa21, progetto culturale già patrocinato da enti e istituzioni a livello locale, nazionale e internazionale, rielabora i contenuti di Agenda 21, il trattato internazionale che integra il protocollo di Kyoto stilato dalle Nazioni Unite per la salvaguardia dell’ambiente. Condiviso dal The Climate Project di Al Gore, nonché vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il premio mondiale Csr (Corporate social responsability) indetto dalle Nazioni Unite e dal Bbp (Best business plan) come miglior progetto nazionale del 2010, Casa21 riunisce sinergicamente i valori della bioarchitettura, dell’automazione domestica, del design e del feng shui, dosati attentamente tra loro per offrire agli abitanti del ventunesimo secolo una casa sana, intelligente, bella e funzionale, all’interno della quale è garantita un’alta qualità della vita. www.tekneco.it Sul sito di Tekneco la scheda completa con tutti gli approfondimenti



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Ambiente

Reati ambientali a rischio manette L’estensione della responsabilità penale delle imprese anche ai reati che hanno a che fare con il territorio complica la vita alle aziende, senza chiarire del tutto il quadro normativo, che continua a presentare gravi lacune

di Anna Simone

C

rescono le incombenze per le aziende, ma senza che questo porti a un chiarimento definitivo sulla disciplina applicabile. Gli analisti e gli operatori del mercato accolgono con diverse riserve l’estensione ai reati ambientali della responsabilità penale posta a carico delle imprese. Una innovazione arrivata a dieci anni esatti dall’emanazione del d.lgs. n. 231/2001 sulla responsabilità delle persone giuridiche.

LE NOVITÀ NORMATIVE

novità - spiega Francesco Bruno, docente di diritto ambientale presso l’Università degli studi del Molise - è che tra questi reati ora rientrano fattispecie penali ambientali come la violazione della normativa sui rifiuti, sugli scarichi di acque reflue, sulla bonifica dei siti contaminati». Questo muta radicalmente lo scenario perché, rispetto ai reati fin qui compresi nella 231, quelli di natura ambientale costituiscono una categoria molto più ampia e diversificata. Il che richiederà un adeguamento non uniforme, ma da definire caso per caso in base all’ambito di attività e alle peculiarità delle varie aziende.

Il d.lgs. n.121/2011, entrato in vigore a metà agosto, prevede l’incriminazione di comportamenti fortemente pericolosi per l’am- COSA CAMBIA PER LE AZIENDE biente. In particolare, il testo recepisce la Secondo Francesco Bruno, «le aziende doDirettiva 2008/99/Ce sulla tutela penale vranno intensificare i controlli di gestione dell’ambiente e la direttiva ambientale, per far sì che non 2009/123/Ce, introducendo nel vengano commesse violazioCodice penale i nuovi reati di Nella redazione ni che potrebbero danneg“Uccisione, distruzione, cat- del decreto, il ministero giare gli habitat e redigere, tura, prelievo, detenzione di dell’Ambiente se non l’hanno ancora fatesemplari di specie animali o e il Governo in genere to, o implementare, se già lo non hanno inteso vegetali selvatiche protette” ascoltare le associazioni hanno predisposto, il model(art. 727-bis) e di “Distruzione ambientaliste. lo comportamentale previsto o deterioramento di habitat Nessuna audizione, dal decreto 231/2001». Prosegue all’interno di un sito protetto” nessun contatto, spiegando che «solo in questo (art. 733-bis). Apporta inoltre nemmeno informale modo potranno, in caso di dandelle modifiche al Testo unico no all’ambiente, provare all’Auambientale (d.lgs 152 del 2006) ed estende torità giudiziaria di aver posto in essere tutte agli Enti e alle persone giuridiche la respon- le misure necessarie alla preservazione desabilità amministrativa anche per i reati gli ecosistemi. Si tratta di un passaggio deliambientali (d.lgs 231 del 2001). «La principale cato, in quanto molti reati ambientali estesi

Articolo 733-bis: fiore all’occhiello del decreto

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L’articolo 733-bis punisce in caso di distruzione o deterioramento di habitat all’interno di siti protetti. Secondo Fulvio Mamone Capria, «la disposizione colma un grave vuoto che fino a oggi si registrava nella tutela dei siti e degli habitat di interesse comunitario, ovvero delle aree della rete Natura 2000. Per queste aree la protezione, gestione e conservazione erano regolamentate da vari riferimenti normativi, ma non si poteva contare su alcun regime sanzionatorio per le violazioni di quelle misure, se non per via indiretta e solo per alcune tematiche, come per esempio l’attività venatoria».


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Tekneco Numero 05 | 2011

FINO A

375 MILA EURO Multa per chi rovina l’habitat

Colmato il vuoto legislativo per chi deteriora gli habitat protetti (foto: Carla Manincor - Flickr)

al d.lgs. 231/2001 sono contravvenzionali, ossia è tendenzialmente sufficiente l’elemento soggettivo della colpa per integrarne la condotta». Christian Bernieri, amministratore delegato della Bernieri Consulting (azienda

che si occupa di consulenze nel settore ambientale), sottolinea come «la maggior parte delle imprese non ha compreso fino in fondo il quadro normativo e non ha piena consapevolezza di cosa fare».

Tuttavia alcuni nodi restano irrisolti, come sottolinea l’avvocato Maurizio Arena: «Purtroppo nulla si dice sulla rilevanza delle certificazioni ambientali (Iso 14001 in primis) in relazione al contenuto e all’attuazione del modello organizzativo 231. Le aziende con maggiori rischi hanno già messo in piedi un sistema di gestione ambientale, altrimenti dovranno procedere in questa direzione, con qualche ulteriore costo di implementazione. Il modello può partire da lì, ovviamente, ma richiede ben altro: dalla formazione del personale ad appositi audit sulle aree a rischio; dal sistema disciplinare al controllo del sistema da parte dell’Organismo di vigilanza». Giuseppe Onufrio, presidente di Greenpeace Italia, osserva: «Rispetto alla prima stesura, vengono attenuate le sanzioni relative agli obblighi Sistri e vengono eliminati i reati legati alla autorizzazione integrata ambientale. Le modifiche apportate al 231/2001 non introducono, per la classe di reati ambientali legati ai settori produttivi industriali, alcuna sanzione “proporzionale, efficace e dissuasiva”, segno che, ancora una volta, le pressioni della parte industriale hanno avuto la meglio sull’interesse generale». Per Bernieri, «gli unici motivi che rendono più consapevoli e sensibili le imprese

NORMATIVA

Riparte il Sistri. Ultima data di rilancio: 9 febbraio 2012

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Il d.lgs n.121/2011 entrato in vigore lo scorso 16 agosto, recupera la parte del sistema sanzionatorio ancorato al Sistri. L’approvazione dell’emendamento 6.15 sulla non abolizione del Sistri su cui, dopo la Commissione bilancio del Senato, anche lo stesso Senato ha votato sì, reintroduce il sistema di controllo digitale, seppur soppresso il 13 agosto all’interno della Manovra correttiva di Ferragosto (d.lgs 138/2011). Mentre si aspetta la votazione, favorevole, della Camera dei Deputati, il d.lgs 121/2011 apporta importati novità anche in merito al Sistri, vincolate all’entrata in vigore dello stesso sistema, prevista per il 9 febbraio 2012. «Tra le sanzioni connesse alle violazioni degli obblighi derivanti dal sistema di monitoraggio dei rifiuti», spiega l’avvocato

Ilaria Micol Riccio, «vengono introdotti gli istituti del concorso formale e della continuazione, in base ai quali si assiste a una riduzione delle sanzioni qualora un soggetto commetta più violazioni della medesima disposizione, ovvero, nell’intento di raggiungere un determinato fine violi diverse disposizioni, anche a distanza di tempo». Inoltre viene introdotta una nuova disposizione che esonera dall’obbligo di tenuta del registro di carico e scarico gli imprenditori agricoli che raccolgono e trasportano i propri rifiuti speciali non pericolosi e “le imprese e gli enti che, ai sensi dell’art. 212, co. 8, raccolgono e trasportano i propri rifiuti speciali non pericolosi di cui all’art. 184, co. 3, lettera b)”, cioè i rifiuti derivanti dalle attività di scavo, demolizione e costruzione.


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Ambiente

BIO Anna Simone è una sociologa ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede nel luogo in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli

La legge spinge verso un sistema produttivo più responsabile nei confronti dell’ambiente (Foto: Bert van Dijk— Flickr)

FAUNA

Dubbi sulle novità in difesa delle specie protette

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Introdotto nel Codice penale il reato ambientale per l’uccisione, la distruzione, la cattura, il prelievo, la detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette. «È una formulazione che per molti aspetti ci pare discutibile e resta la convinzione che, sotto il profilo della lotta al bracconaggio, questo articolo sia una grande occasione persa. Si poteva fare molto di più e meglio». Questo il commento di Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu (Lega italiana protezione uccelli), secondo il quale «il 727-bis ha generato timori e polemiche perché si è intravisto il rischio che venissero ridotte, anziché aumentate, le pene per i reati di bracconaggio, soprattutto alla luce della parte finale dell’articolo che salva i casi in cui l’atto riguardi una quantità trascurabile di tali esemplari e abbia un impatto trascurabile sullo stato di conservazione della specie».

euro, mentre la sansono i vincoli autorizzativi di ca- La situazione è complessa zione pecuniaria per rattere locale». Lo spostamento del ri- e, al contempo, schio ambientale dalle persone fisiche paradossale. Il Governo, per chi danneggia specie adempiere formalmente e o habitat naturali poa quelle giuridiche avrà effetti rilevanti integralmente agli indirizzi trebbe andare da 37 per Bernieri «poiché i reati ambientali europei, avrebbe dovuto mila a 375.000 euro». collegati al d.lgs. 231/01 verranno con- reinventare il sistema Tuttavia Arena ricortestati e sanzionati dalla magistratura. ordinatorio penale da che tutti questi I veri costi per le aziende saranno sopreati sono stati clasportati da chi incapperà nelle maglie della giustizia, che si troverà a dover pagare sificati come contravvenzioni, che possono un prezzo molto alto, conseguente a una re- essere puniti anche a titolo di colpa (in ipotesi anche lieve): la prevenzione dei nuovi responsabilità sottostimata». ati passerà praticamente per la prevenzione di singoli inadempimenti anche dovuti a neL’INGANNO DELLE CONTRAVVENZIONI Analizzando il combinato disposto tra norme gligenza del personale di una certa azienda». vecchie e nuove, Fulvio Mamone Capria, pre- Dello stesso avviso Giuseppe Onufrio: sidente della Lipu, ritiene che «le violazioni «Questo genere di sanzioni non ha efficacia del 727-bis e del 733-bis, cioè i danni provocati nel funzionare come deterrente dei comda enti o aziende a specie protette o siti e ha- portamenti ambientalmente illegali e, oltre bitat naturali, saranno sanzionati pecunia- a presentare un alto rischio di prescrizione, riamente con quote che vanno da 150 a 250 non consente strumenti di indagine come

le intercettazioni o l’applicazione di misure cautelari per chi è indagato». Il quadro generale di tale approccio normativo, probabilmente involontario da parte del legislatore delegato, avrà effetti positivi per indirizzare il nostro sistema produttivo nazionale verso uno sviluppo sostenibile? Secondo Francesco Bruno, «dobbiamo attendere almeno qualche anno per avere una seppur sommaria risposta, sperando che non vi siano ulteriori incauti interventi legislativi nel settore ambientale». ◆

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Mr. Green

Piattaforma Web per la cittadinanza attiva Ecosistema Urbano, agenzia spagnola nella quale lavorano anche alcuni professionisti italiani, ha messo a punto un’applicazione Web per facilitare la partecipazione alla vita pubblica attraverso proposte per migliorare gli spazi urbani e l’architettura

di Luca Conti

S

pazi urbani, social network, architettura, Internet, relazioni, italiani cittadini d’Europa, considerando il percorso professionale che persone, partecipazione. Tutte queste parole, apparentemen- li tiene felicemente lontani dal nostro Paese da molti anni. Francesco te poco connesse tra loro, sono invece la sintesi di un nuovo Cingolani e Domenico Di Siena, che ho avuto il piacere di conoscere modo di concepire la costruzioni di edifici, spazi pubblici, am- personalmente a Madrid nel corso dell’estate scorsa, sono i protitipi bienti da vivere, promosso da architetti ibridi. Una figura professiona- dell’architetto di domani: curioso di tutto quanto è sperimentazione, le che attinge alle basi dell’architettura, ma con una visione aperta, attivo su Twitter e Facebook, aperto con una visione europea se non pronta a cogliere tutte le opportunità di interazione con il pubblico globale, attento ai nuovi materiali e alle tecnologie innovative, sensiofferte dal Web 2.0 e dagli strumenti di social networking. L’effetto bile alla tematica ambientale, desideroso di coinvolgere i cittadini alla riconquista degli spazi urbani pubblici. In cosa finale è un’opera pensata non soltanto per essi concretizza tutto ciò? sere funzionale o esteticamente appagante, ma Tra gli ultimi progetti di Ecosistema Urbano per essere vissuta, utilizzata, partecipata dalle troviamo lo sviluppo di un’applicazione Web persone che ci vivono, ci lavorano o ci passano I cittadini possono per facilitare la partecipazione dei cittadini alla parte del proprio tempo libero. Il tutto avviene progettazione di spazi pubblici e un costansecondo un percorso articolato, in cui il com- contribuire a definire te filo diretto con l’Europa. La prima è whatif, mittente e i potenziali utenti vengono interro- le caratteristiche principali una piattaforma Web e mobile open source che gati a fondo rispetto alle proprie esigenze, con di piazze, parchi e palazzi consente di pubblicare idee, opinioni e propouna formula che permette loro di esprimere deste sotto forma di brevi messaggi di testo geolosideri, volontà e punti di vista, senza costrizioni pubblici. Tutto via Web calizzati. I cittadini che vogliono dire la loro nel o vincoli, così da mettere l’architetto nelle concorso della definizione di un edificio pubblico dizioni di mettere a frutto il proprio talento e di creare qualcosa di vivo e utile, fin dal primo giorno. Un movimento di o di una piazza possono esprimersi e condividere con il resto della avanguardia, stimolato dalla parte più innovativa della società euro- cittadinanza il proprio punto di vista. Il secondo filo è invece dato da pea, che non dimentica di integrare nel proprio lavoro una ulteriore Urbact, programma dell’Unione europea per promuovere lo sviluppo sensibilità, ovvero la sostenibilità ambientale e la tecnologia pulita. sostenibile su scala urbana, attraverso lo scambio e l’apprendimenVisto dall’Italia di oggi - certamente dinamica in alcuni strati della to di buone pratiche. Esempi concreti di come coniugare architettusocietà e delle professioni come emerge dalle pagine di Tekneco, ma ra, ambiente e qualità della vita sia oggi possibile, con un po’ di buopoco attenta nel suo complesso alle innovazioni - tutto ciò può sem- na volontà, voglia di innovare e l’uso intelligente dei social network. È il momento di agire. ◆ brare utopico, ma non è così. Metodologia, innovazione, sensibilità e applicazione quotidiana di tale sapere sono coniugate in una agenzia spagnola tra le più avanwww.ecosistemaurbano.org zate in questa sperimentazione: Ecosistema Urbano. Oltre al nome, Sul sito della società è possibile conoscere i dettagli del progetto e visionare che non ha bisogno di traduzione, nell’agenzia lavorano anche due una preview delle realizzazioni


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Ambiente

BREVI DAL WEB

Eternit, i lavori in casa sono ad alto rischio. La guida di Anna Simone

Sistri, la prova sul campo

Selezione delle notizie più lette su Tekneco.it nelle ultime settimane

di Anna Simone

I pericoli di una sostanza che continua a essere presente in maniera diffusa nelle abitazioni degli italiani e che comporta un’elevata rischiosità. Come rilevare la sua presenza, come muoversi per non peggiorare le cose. Informazioni pratiche e consigli, anche alla luce della normativa più recente nel settore.

Cronaca del test effettuato sul sistema informatizzato di tracciabilità dei rifiuti. Le rassicurazioni del Ministero sono servite a poco: il picco di accessi ha portato a un blocco del sistema, ipotesi paventata da diversi esperti. I commenti degli analisti e quelli degli operatori del mercato, prima del via libera ministeriale al nuovo rinvio.

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La vip della radio si racconta di Daniela Uva

Federica Gentile, conduttrice di “Brave ragazze” su Radio2, racconta le sue scelte di vita Green, dalla preferenza al car sharing per muoversi in comodità (e con costi ridotti) in città alle lunghe passeggiate in campagna. Con la prospettiva di dotarsi a breve di un sistema domotico per ridurre i consumi in casa. Prosegui la lettura www.tekneco.it/0519

Alla scoperta dei Gaf

Così la persiana si trasforma in un orto

I benefici della filiera bio-etica di Antonio Bertolotto

Realizzare un piccolo giardino sull’uscio della propria casa non è più un’impresa. Ecco qualche semplice tecnica per realizzarlo. Prosegui la lettura www.tekneco.it/0520

Con i gruppi d’acquisto si risparmia… rispettando al contempo l’ambiente. I requisiti per aderire alle associazioni spontanee, ora attive anche nel campo del fotovoltaico.

Il fondatore e amministratore delegato di Marcopolo Engineering guida i lettori in un viaggio in cinque puntate sulle biomasse, un settore finora esplorato solo in piccola parte nel nostro Paese, ma che può contribuire in maniera decisiva a un mix energetico sostenibile.

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Milano Architettura Design Edilizia Fiera Milano, Rho 05_08 Ottobre 2011

Segnali di futuro Prodotti, soluzioni e tecnologie per progettare e costruire i nuovi capolavori dell'edilizia. Incontri ed eventi per un'architettura sostenibile e sicura. Un solo grande appuntamento, MADE expo la piĂš importante fiera internazionale dell'edilizia. www.madeexpo.it MADE expo è un’iniziativa di: MADE eventi srl Federlegno Arredo srl

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Bioedilizia

EDILIZIA SOSTENIBILE ALLA PROVA MERCATO

Il Conservation Center di Beaufort, North Carolina, è classificato nella categoria Gold di Leed

di Sergio Ferraris

L’ESPERIENZA VENETA

Un segnale di questa attenzione, però, lo si può trovare nel Metadistretto della bioediliza del Veneto che, nato nel 2003 con 132 aziende, nel 2005 raggiungeva 220 imprese, mentre a oggi è salito a quota 409. In realtà, per molte aziende del settore edile, specialmente per quanto riguarda la fornitura di materiali, la scommessa sull’ecologia rappresenta una leva di mercato per contrastare la crisi, anche se sono poche quelle che si pongono il problema in maniera sistemica, perché in un settore variegato e complesso come quello dell’edilizia è complicato mettere a punto progetti con i relativi capitolati in assenza di un quadro certo sul fronte delle certificazioni ambientali. Prova ne è il fatto che la maggior parte delle Regioni e dei Comuni su questo fronte va in ordine sparso, cosa che non facilita il lavoro delle aziende produttrici le quali hanno come scenario di riferimento per la maggior parte quello nazionale. Le

novità però ci sono. «Sono 705 i Comuni che hanno modificato i propri regolamenti edilizi per introdurre obiettivi di sostenibilità e l’80% di questi lo ha fatto negli ultimi tre anni – afferma il Terzo rapporto Onre 2010 sull’innovazione energetica in edilizia, realizzato da Cresme Ricerche e Legambiente. Si tratta di un processo che accomuna grandi città e piccoli centri e non si tratta di un’area marginale del Paese, ma di Comuni nei quali complessivamente abitano quasi 19 milioni di persone». E non basta. Il rapporto, infatti, registra il fatto che parecchi Comuni abbiano «alzato l’asticella degli obiettivi e delle prestazioni» dei propri regolamenti edilizi dopo poco tempo, a riprova del fatto che alla verifica delle realtà di mercato quei territori si sono dimostrati pronti per risultati più ambiziosi. «Del resto sono tali e tante le novità impiantistiche e tecnologiche sviluppate negli ultimi anni, come le possibilità di ripensare e integrare soluzioni per risparmiare energia, produrla da fonti rinnovabili, recuperare e riutilizzare le acque, che riuscire ad aiutare l’innovazione e adattare le soluzioni ai diversi contesti e tradizioni locali attraverso i regolamenti edilizi diventa fondamentale» prosegue il Rapporto Onre 2010. E la variegazione del mercato è visibile in maniera netta anche sul fronte della associazioni industriali di categoria.

JAN RATHKE, CORTESIA BREMERHAVEN CLIMATE HOUSE

B

ioedilizia. Una definizione semplice che ha molti risvolti. Già, perché quando si parla di metodi alternativi del costruire in edilizia in teoria si trova un ampio consenso, ma nei fatti è un settore che stenta a decollare se non in una serie di realtà a macchia di leopardo lungo lo Stivale. Anche se qualcosa sta cambiando. Di fronte alle sfide ambientali si potrebbe dire che l’edilizia è di un settore bifronte, nel quale materiali e tecnologie sono disponibili, con le aziende produttrici che hanno individuato da tempo l’ambiente come leva di mercato per far fronte alla crisi, ma con un mercato che ha sbocchi semibloccati.

LE POSIZIONI DELLE ASSOCIAZIONI

Mentre Federcostruzioni nel suo Rapporto 2010 è abbastanza tiepida sul fronte della sostenibilità ambientale che viene citata come driver di crescita solo per quanto riguarda la chimica, la ceramica e i laterizi,

Interno del museo Klimahaus di Bremerhaven (Germania)


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CORTESIA CONSERVATION CENTER

JAN RATHKE, CORTESIA BREMERHAVEN CLIMATE HOUSE

Tekneco Numero 05 | 2011

METADISTRETTO

Il Veneto punta a fare sistema

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Il Metadistretto della bioedilizia in Veneto a oggi conta 409 imprese di riferimento, con 6.298 addetti e ha come ente di riferimento la Cna di Treviso. Nato nel 2003, il Metadistretto è cresciuto negli anni del quasi del 300% ,cosa che ha portato al rinnovo del patto di sviluppo nel 2009. I macrosegmenti nei quali si suddivide il Macrodistretto per la bioedilizia sono: costruttori 38%; fornitori 15%; impiantisti 15%; professionisti del settore e aziende correlate 22%; attività di servizi e istituzioni 10%. La nascita di questa realtà è particolarmente significativa se si pensa al fatto che nasce nel Nord Est, area che rappresenta un terzo del mercato italiano delle costruzioni.

molto più netta è la posizione di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) che pubblicando i risultati dell’Osservatorio, dedica alla sostenibilità del settore delle costruzioni un intero capitolo. Il 2010, secondo Ance, per la sola efficienza energetica nei nuovi edifici è stato un buon anno visto che il 56,6% degli immobili realizzati lo scorso anno sono stati classificati in pole position: il 20% in classe A e il 36,5% in classe B. Per ciò che riguarda la distribuzione geografica degli immobili, in testa continua a esserci il Nord Est con le rispettive imprese, assieme a quelle del Sud che hanno dichiarato di aver realizzato o voler realizzare edifici ad alto rendimento energetico in settori diversi da quello abitativo, come uffici, scuole, industrie e alberghi. Le imprese coinvolte su questo mercato, inoltre, non sono solamente quelle grandi. Dall’indagine di Ance, infatti, emerge anche un forte interessamento delle imprese con fatturato inferiore ai due milioni di euro, segno evidente che queste tematiche stanno penetrando in profondità nel tessuto industriale italiano, cosa ratificata dal fatto che secondo l’Associazione dei costruttori il 2011 e il 2012 vedranno aumentare la quota di edifici in classe A e B. Ciò che spinge le aziende a innovare il prodotto in chiave ecologica è, secondo Ance, in primo luogo la riconoscibilità sul mercato, anche perché gli immobili di classe A e B dimostrano una maggiore tenuta commerciale e garantiscono una maggiore redditività. «Tutto ciò dovrebbe tradursi in una minore rischiosità degli investimenti e quindi in un miglior accesso al credito.

Il museo Klimahaus di Bremerhaven realizzato nel 2009 è interamente passivo.


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Bioedilizia

CORTESIA SIERRA NEVADA COLLEGE

I conti del 55% (miliardi di euro) 11,7

6,8 3,8

Investimento Detrazioni complessivo fiscali

3,3

3,2

Incremento Gettito fiscale Risparmi di reddito aggiuntivo in bolletta

Fonte: Fonte: Enea — Dati parametrati al 2015

CORTESIA PARDEE HOMES

La sede del TCES, in Nevada, che ha raggiunto il Leed Platinum I BENCHMARK

Al contrario dall’indagine emerge che solo una minima parte del campione ha evidenziato che gli investimenti in immobili ad alto rendimento energetico sono stati premiati dalle banche. Questa è una anomalia rispetto agli altri Paesi: in Germania, Francia, Inghilterra già esistono prodotti finanziari mirati ad aziende e consumatori che favoriscono questo mercato» – afferma secco l’Osservatorio che ne ha anche per il Governo. È necessario un quadro delle regole costante, certo e non contraddittorio per trasformare le opportunità in possibilità e sono indispensabili politiche che stimolino o incentivino il cambiamento di atteggiamento e di interesse del consumatore. In tal senso l’Ance richiede una proroga e la rimodulazione (il termine è previsto per il 31 dicembre 2011) delle detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, in modo da “premiare” i soli interventi di riqualificazione che consentano di ottenere un effettivo e significativo risparmio energetico». Una conferma del fatto che la bioedilizia diventa sempre più importante arriva anche dai distributori di materiale edile che nel 2009 hanno visto aumentare il fatturato, seppure di poco, di questo settore, mentre l’edilizia tradizionale cadeva ben oltre le due cifre. Ed è significativo il fatto che la distribuzione ormai riserva il 10% del listino, con punte del 30%, ai materiali ecosostenibili, anche se il traino di ciò lo hanno fatto i prodotti legati all’incentivo del 55% come isolanti termici, infissi e materiali isolanti, che detto per inciso nel triennio 2007-2010 ha pro-

dotto benefici complessivi, fino al 2015, secondo l’Enea, per ben 10,3 miliardi di euro. La strada da fare, però, è ancora lunga. Gli unici settori che si stanno muovendo a oggi per ottenere la classificazione Ecolabel, che tiene conto anche del ciclo di vita dei materiali (Lca), sono quelli delle ceramiche e delle vernici per interni. ◆

Puoi commentare questo articolo sul sito di Tekneco all'indirizzo www.tekneco.it/0523

Una casa passiva realizzata dall’azienda statunitense Pardee Homes, a San Diego


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Bioedilizia

BREVI DAL WEB Selezione delle notizie più lette su Tekneco.it nelle ultime settimane

A Marzabotto il Green building sposa l’impresa Redazione Web di Tekneco

A colloquio con Claudio Tedesco, presidente del primo Borgo ecologico d’Europa e amministratore delegato di Dismeco. Un progetto che, con gli opportuni adattamenti, risulta esportabile ad altre realtà italiane, contribuendo così al rilancio del settore immobiliare, da anni alle prese con i problemi generati dalla crisi economica. Prosegui la lettura www.tekneco.it/0524

La crisi dell’edilizia non frena il boom delle case in legno di Paola Pianzola

Attualmente il settore delle case in legno sconta alcuni pregiudizi di fondo, relative alla durata, alla resistenza ai fenomeni atmosferici e all’estetica. Ma lo scenario è in profonda trasformazione, come mostrano alcuni progetti recenti, che consentono di superare le resistenze culturali e garantiscono un buon rapporto tra costo e resa finale. Prosegui la lettura www.tekneco.it/0525

Prosegui la lettura www.tekneco.it/0526

una serie di requisiti tecnici che è bene conoscere, in modo da scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze. Prosegui la lettura www.tekneco.it/0527

Paola Pianzola

Casa, guida alla scelta sostenibile

I cambiamenti climatici danneggiano l’aria di casa Anche la bioedilizia finisce sotto accusa, ma solo se l’abitazione non è progettata a dovere. Prosegui la lettura www.tekneco.it/0528

Foto: invunche (flickr)

I tagli lineari previsti dalla manovra economica colpiranno in maniera decisa il comparto dei lavori immobiliari. Uno scenario che preoccupa gli operatori.

Foto: Kees Hageman

Colpo mortale Facciate ventilate: per le una soluzione che convince ristrutturazioni di Andrea Ballocco con risparmio Questa soluzione si rivela molto utile per ridurre il peso della bolletta energetica. I costi partono da quota 50 euro al metro quadro, ma le difenergetico ferenze tra le diverse offerte presenti sul mercato sono ampie, legate a

I criteri da seguire per una scelta consapevole e, al tempo stesso, compatibile con il proprio portafoglio. Le nuove tendenze del mercato, le innovazioni tecnologiche e i prezzi nelle principali città italiane. Prosegui la lettura www.tekneco.it/0529


TEKNECO

AREA AZIENDE 5 | 2011 La sostenibilità raccontata attraverso progetti concreti. È lo spirito che ha portato alla nascita di questa sezione che offre una vetrina alle aziende e agli studi di progettazione interessati a presentare le proprie realizzazioni attraverso le schede tecniche, riguardanti le diverse fasi dei lavori, i materiali utilizzati, le collaborazioni. Una vetrina con garanzia di visibilità presso un pubblico di lettori ampio e selezionato per affinità di attività professionale e interessi.

Il materiale di questa sezione è fornito esclusivamente dalle aziende


Area aziende

SunEye™ 210: il sistema di misurazione elettronica per gli impianti fotovoltaici

CONTATTI

Soleg Srl Via del Gavardello, 59/F 52100 Arezzo Tel. 0575 380305 Web: www.soleg-italia.it e-mail: sales@soleg-italia.it

Quando oggetti di varia natura come altri immobili, alberi, comignoli o antenne satellitari gettano la loro ombra sui moduli fotovoltaici non si ha come conseguenza il solo calo di resa del singolo modulo, ma sono le prestazioni di intere stringhe a risentirne negativamente. Se inoltre si considera che l’angolo di incidenza della radiazione solare varia con le stagioni, si potrà produrre una situazione nella quale impianti totalmente liberi in estate risultano completamente oscurati dall’ombra di un oggetto lontano nella stagione invernale. Condizioni di questo genere possono essere rilevate sulla scorta dei dati raccolti durante un’ispezione in loco con l’aiuto di un classico apparecchio indicatore dei percorsi solari e quindi immesse e calcolate in programmi professionali per la progettazione di impianti. In caso di ombreggiamenti complessi, però, questo procedimento comporta diverse ore di trasferimento dati manuale. ANALISI IN LOCO E IN TEMPO REALE

CARATTERISTICHE PRINCIPALI

SunEye™ 210 — Misurazione elettronica dell'inclinazione — Bussola elettronica — Utilizzo confortevole con una sola mano — Design robusto — due anni di garanzia del produttore — Modulo GPS integrato (opzionale) — Analisi live: visualizzazione dei percorsi solari annuali in base alle variazioni di posizione effettuate dall'operatore — Fotocamera digitale con obiettivo grandangolare fish-eye — Funzione di editing degli ostacoli con possibilità di memorizzazione separata

Strumenti di misura elettronici come il SunEye 210 riducono drasticamente il dispendio di tempo, oltre a permettere di visionare i primi risultati delle analisi in tempo reale ancora sul luogo di misurazione. SunEye 210 è la naturale evoluzione del SunEye 110, prodotto dall’azienda americana Solmetric, ed è distribuito in esclusiva da Soleg, fornitore di componenti e sistemi solari, in Germania, Italia e Repubblica Ceca. Dotato di fotocamera digitale da 2 megapixel con obbiettivo grandangolare fish-eye calibrato, sensore elettronico dell’inclinazione e bussola elettronica, questo apparecchio utilizzabile con una sola mano consente di ottenere comodamente risultati precisi per la valutazione di siti destinati agli impianti Fv. L’obbiettivo copre tutto l’orizzonte e indica sia gli ombreggiamenti effettivi che quelli potenziali. Questi ultimi possono essere adattati manualmente, aggiunti e rimossi

e memorizzati singolarmente. In modalità di registrazione Live vengono visualizzati i percorsi solari annuali in tempo reale, sin dall’inizio del sopralluogo. La modalità “Allinea su un punto” consente di effettuare misure precise anche senza l’allineamento a mezzo bussola, un dettaglio particolarmente utile quando si opera su tetti in metallo che possono disturbarne il funzionamento. Altrimenti il SunEye 210 effettua l’allineamento automaticamente, in qualsiasi posizione. Grazie ai dati così raccolti l’apparecchio calcola i valori attesi di irraggiamento solare del sito. Gli stessi dati possono essere trasmessi in un secondo tempo a un Pc ed analizzati per mezzo di un programma di progettazione. SUNEYE EXTENSION KIT

Per determinare il sito idoneo al montaggio di un impianto fotovoltaico è spesso necessario effettuare le misurazioni dell’ombreggiamento anche in punti non accessibili. Per esempio quando il tetto è difficilmente raggiungibile o nel caso in cui non è permesso accedervi. Addirittura può darsi anche il caso in cui il tetto non esiste, dato che si tratta di un edificio in costruzione. In questo frangente i calcoli estrapolativi possono divenire fonte di errore. Con il nuovo SunEye Expansion Kit è possi-


45

5,4

METRI la lunghezza del SunEye™ Extension Kit

SunEye™ 210 Prova pratica del dispositivo

bile effettuare misure esatte anche nelle condizioni più avverse. Si tratta di un supporto per il SunEye 210, leggero, non conduttivo, montato su un tubo telescopico. Lo strumento viene fissato in maniera sicura sulla piastra di raccordo orizzontale posta al termine del tubo telescopico ed è in grado di eseguire misurazioni esatte a un’altezza massima dal suolo di 5,4 m. Semplicemente ruotando il tubo telescopico, SunEye registra l’orizzonte e

conferma la ripresa con un segnale acustico. Grazie al sensore integrato, SunEye corregge automaticamente i valori di allineamento e inclinazione dell’orizzonte registrato. VISUALIZZAZIONE DELLE MISURAZIONI

Soleg offre inoltre ai propri clienti un potente programma per la progettazione degli impianti, anch’esso prodotto da Solmetric, costruttore del SunEye. Il programma gestisce

L’INTERVISTA

Il target di riferimento dell’applicazione

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Intervista con Kristina Jakob, settore Vendite apparecchiature Fv di Soleg GmbH. Chi sono i destinatari dei prodotti SunEye 210 e SunEye Extension Kit? Il SunEye è un prodotto pensato principalmente per gli installatori, che spesso eseguono sopralluoghi sui siti. Rispetto ai metodi tradizionali, con il SunEye si risparmia almeno la metà del tempo nell’esecuzione delle misurazioni degli ombreggiamenti; inoltre l’Extension Kit offre un prezioso aiuto per le misurazioni in punti difficilmente accessibili. Quali altri valori aggiunti offrono i prodotti SunEye? Il SunEye 210 fornisce in loco, presso il sito del cliente, risultati di misurazioni di ottima qualità che possono essere visualizzati sul display anche sotto forma di stima della resa. Le trattative di vendita e tutti i colloqui correlati alla progettazione risultano sensibilmente semplificati grazie al supporto visivo fornito dallo strumento.

qualsiasi forma di tetto e consente di definire aree libere da moduli. I moduli possono essere posizionati sulla superficie del tetto con estrema facilità grazie alla funzione “drag & drop”. L’ampia banca dati contenente tutti i correnti modelli di moduli e inverter consente di dimensionare in maniera estremamente flessibile il proprio impianto fotovoltaico. Eventuali dati climatici di stazioni meteorologiche situate nelle vicinanze forniscono una stima precisa dei valori locali di irraggiamento solare, consentendo una valutazione ancora più precisa del sito. Il programma visualizza i dati raccolti dal SunEye come decorsi di proiezioni degli ombreggiamenti sul modello di tetto creato, consentendo così di dimensionare l’impianto e nel dettaglio le singole stringhe in maniera efficace, ottimizzando l’irraggiamento solare e la produzione di chilowattora. Le immagini generate possono essere visualizzate, fornendo un utile supporto durante le trattative di vendita o per ulteriori progetti con i clienti. I dati del sopralluogo memorizzati nel SunEye 210 possono essere trasferiti a un Pc via cavo Usb utilizzando il programma in dotazione e sono esportabili verso i software di progettazione per impianti fotovoltaici più comunemente reperibili sul mercato. ANALISI DEL SITO ANCORA PIÙ SEMPLICE

I prodotti SunEye e i relativi accessori consentono ai progettisti e agli installatori fotovoltaici di effettuare analisi dell’irraggiamento e dell’ombreggiamento dai risultati rapidi e precisi. In particolare, la semplicissima procedura di esportazione dei dati permette di ridurre il dispendio di tempo nelle successive fasi di progettazione di un impianto fotovoltaico. Con il nuovo SunEye Extension Kit anche le misurazioni in condizioni difficili risultano sensibilmente semplificate, mentre il programma Pv Designer supporta tutte le funzioni dello strumento di misurazione. ◆


Case History I DATI DELL’OPERA Oggetto dell’intervento: Abitazione privata, Palese (Ba) — Opere edili: rimozione lastre di copertura in cemento-amianto, impermeabilizzazione, estese a un’area di 100 mq — Impianto fotovoltaico innovativo in film sottile di silicio amorfo tripla giunzione, di potenza installata pari a 3 kW

Palese (Bari) Abitazione privata, impianto fotovoltaico innovativo

AZIENDA

Energia&Ambiente OPERA

Rimozione lastre di copertura in cementoamianto - Impermeabilizzazione - Impianto fotovoltaico innovativo LUOGO

Palese (Ba) DATA

Gennaio 2011 CONTATTI

Energia&Ambiente — Gruppo Ranieri Via V. Sassanelli, 46/A Bari Tel 080.5026746 fax 080.5621737 e-mail grupporanieri@libero.it Web www.grupporanieri.it

Dalla partnership tra Energia&Ambiente e Nuova PugliAsfalti, del Gruppo Ranieri, e Powerage S.r.l. nasce l’opera realizzata a Palese (Bari), che mette a confronto un coerente intervento migliorativo di un involucro edilizio con un’azione di efficientamento energetico altamente innovativo. ELENCO DELLE LAVORAZIONI — Rimozione e smaltimento impermeabilizzazione preesistente, in lastre di copertura in cemento-amianto — Formazione di strato di imprimitura in bitume ossidato tipo Primer — Barriera al vapore in membrana bituminosa, biadesiva — Isolamento termico mediante l’utilizzo di pannelli in poliuretano espanso — Impermeabilizzazione in teli di Poliolefine termosaldati — Opere murarie e di lattoneria — Impianto fotovoltaico innovativo, integrato, in film sottile di silicio amorfo tripla giunzione L’azienda Energia&Ambiente, per rispondere alle richieste di un settore edile sempre

più esigente, aggiunge all’impegno di Nuova PugliAsfalti nel settore delle impermeabilizzazioni, coibentazioni e bonifica d’amianto, comprovato dalla lunga esperienza e attestata affidabilità, una nuova missione: creare un sistema integrato impermeabilizzazione-fotovoltaico che, oltre a proteggere, catturi il sole per trasformarlo in energia. La ricerca nel settore ha portato all’individuazione di un prodotto rivoluzionario, di brevetto americano: una membrana flessibile in silicio amorfo tripla giunzione in film sottile, atta a produrre energia in condizioni di copertura piana o inclinata, a geometria variabile e curva. Tali pannelli superano le prestazioni di quelli tradizionali in silicio cristallino (a parità di potenza, producono in base annua un 20% in più di energia, grazie a una migliore risposta alla radiazione solare diffusa) e nel contempo evitano alcuni onerosi problemi ricorrenti in una “tradizionale” installazione sui tetti. VIRTÚ DEL FILM SOTTILE — Calpestabile, poiché interamente integrato sulle superfici su cui è installato; — Annullamento effetto vela, in ragione


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3

kilowatt Le tre fasi 1. l’intervento di coibentazione 2. l’impermeabilizzazione 3. la posa in opera del film fotovoltaico

dell’aderenza alle superfici di supporto; — Annullamento danni all’impermeabilizzazione: ordinariamente dovuti alla perforazione per l’ancoraggio dei telai di supporto dei pannelli tradizionali, non necessari per i pannelli in film sottile — Impatto visivo nullo, data la completa integrazione architettonica — Sicurezza: non è soggetto a furti, poiché ancorato al tetto in modo solidale — Applicazione NO FLAME, senza il pericoloso utilizzo di fiamma per la messa in opera dei pannelli e del supporto impermeabile — Sovraccarico nullo sulla struttura di copertura, dovuto al peso trascurabile dei pannelli; — Doppio vantaggio: impermeabilizzazione delle superfici su cui viene istallato, oltre che produzione di energia — Massimo livello incentivi del IV Conto Energia riconosciuto in ragione dell’innovatività del prodotto — Biocompatibile: azzeramento costi di smaltimento, grazie alla possibilità di sovrapporre nuovi strati di film sottile al termine della vita utile degli impianti Versatilità di utilizzo (applicazioni sia per piccoli impianti condominiali di abitazioni civili, sia per grandi impianti su stabilimenti industriali), durevolezza, tolleranza agli ombreggiamenti ed elevate prestazioni anche ad alte temperature fanno di questa tecnologia la scelta strategica di Energia&Ambiente.

SCHEDA

Profilo aziendale

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Il Gruppo Ranieri, opera da sessant’anni in edilizia come riferimento per il Sud Italia, facendo di impermeabilizzazioni e fotovoltaico innovativo i suoi settori di punta.Energia&Ambiente, ultima nata, è specializzata nell’installazione di impianti fotovoltaici architettonicamente integrati. Usando materiali e tecniche innovativi, come il film sottile di silicio amorfo a tripla giunzione, si supera la tecnologia dei vecchi pannelli garantendo impianti fotovoltaici innovativi e perfettamente integrati, che ottengono i massimi incentivi previsti dal IV Conto Energia. Energia&Ambiente sceglie Nuova PugliAsfalti come partner per impermeabilizzazioni, coibentazioni e opere di bonifica d’amianto; affida il lavoro di ricerca e progettazione al team di tecnici della Powerage S.r.l., che valutano la fattibilità economica, ambientale e i risvolti manutentivi del progetto, offrendo al cliente una soluzione completa.


Case History

FACTORY INSPECTION CERTIFICATE TÜV InterCert

AZIENDA

Eosolare OPERA

Eos Ibridi: gamma vetro e vetrocamere fotovoltaiche con integrazione termica LUOGO

Garaguso Scalo CONTATTI

Eosolare srl Zona P.I.P. 75010 Garaguso Scalo (Mt) Tel e fax: 0835 671224 e-mail: info@eosolare.com Web: www.eosolare.com

Come rispondere alle esigenze della moderna architettura di confort e risparmio energetico? I valori ambientali possono coincidere con i vantaggi economici? il fabbisogno energetico di qualsiasi edificio può essere in parte coperto dalla produzione diretta di un mix di energie rinnovabili? Eosolare, azienda lucana specializzata nella produzione di soluzioni fotovoltaiche ad alta efficienza, da alcuni anni cerca di dare risposte concrete a questi interrogativi, sperimentando nuovi progetti e avviando collaborazioni e partnership con aziende e centri di ricerca d’eccellenza presenti, nonostante tutto, sul territorio italiano. La sua ultima novità è la gamma di Eos Ibridi: vetrate e vetrocamere fotovoltaiche con integrazione termica. Si tratta di soluzioni tecnologiche ed estetiche all’avanguardia, pannelli solari trasparenti in silicio in grado di sostituire in modo eccellente alcuni materiali standard utilizzati fino a oggi nelle costruzioni e di ottenere impianti fototermici completamente integrati negli edifici di ultima generazione. Eosolare è riuscita a raggiungere il suo obiettivo: produrre energia elettrica e acqua calda offrendo maggiori vantaggi rispetto al modulo fotovoltaico standard. Novità assoluta nel panorama delle fonti rinnovabili, il sistema applicato a vetri e vetrate fotovoltaiche consente di convertire in energia parte dell’irraggiamento solare captato sul retro un collettore di alluminio, il quale trasferisce il calore generato dal sole e dalla corrente prodotta dalle celle ad alta efficienza a un sistema termico a circuito chiuso di acqua e glicole. Il collettore inoltre riduce lo

stress termico delle celle, garantendo così l’isolamento termico interno e una produttività annuale di circa il 20% di energia rispetto ai moduli standard. Numerosi anche i benefici derivanti dalla riduzione dei costi sui materiali per l’edilizia esterna, per la manutenzione degli impianti (separati come da normativa), per l’installazione rispetto agli impianti fotovoltaici e solari-termici disgiunti e sugli incentivi. La gamma Eos Ibridi può sostituire integralmente le coperture, con una garanzia di oltre 25 anni di durata e resistenza agli agenti at-

Vetrata ibrida (prodotto brevettato) in grado di produrre energia elettrica ed acqua calda


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LA STORIA

Innovazione italiana

_

Fase della lavorazione

mosferici, paragonabile a quella dei tradizionali materiali di copertura. Attraverso questi pannelli, qualsiasi superficie vetrata verticale, orizzontale o inclinata può trasformarsi in un generatore elettrico e termico a energia solare. Il vetro fotovoltaico, oltre a trasformare l’energia solare in elettricità, possiede un effetto schermante nei confronti della luce (10,6 %) e del calore (89,8 %). Garantisce un ottimo ombreggiamento nei periodi estivi, con risparmio nel consumo di energia per il condizionamento, e si comporta da isolante termico durante i periodi invernali. Le vetrate e le vetrocamere fototermiche Eosolare, inoltre, consentono di accedere agli incentivi più alti del Quarto conto energia e alla detrazione fiscale del 55% prevista per il solare termico. «Si tratta di una rivoluzione copernicana nell’ambito del risparmio energetico – commenta Carmine Dimasi, fondatore dell’azienda - soprattutto per le famiglie, che vedrebbero azzerare la bolletta di casa ed avere una copertura del fabbisogno di acqua calda. Un impianto fototermico da 3kw ha un costo medio di

Particolare della vetrata ibrida

19.800 euro, ammortizzabile in poco più di 5 anni. Considerando gli incentivi previsti per il fotovoltaico e per il termico sarà possibile recuperare ogni anno circa 18% dell’investimento totale. Dal sesto anno scattano i guadagni annuali: 2.000 euro dal fotovoltaico, (di cui 1.500 dall’incentivo del GSE e 500 dal risparmio della bolletta dell’energia), 1.000 euro dal risparmio medio sul riscaldamento dell’acqua di una famiglia e in più 500 euro per altri 5 anni (detrazioni Irpef del 55% sul termico)». Eosolare garantisce l’intera gamma di prodotto 5 anni per i difetti di fabbricazione, 12 anni per una produzione pari al 90% e 25 anni per una potenza in uscita pari all’80%. L’intera gamma dei prodotti è stata brevettata ed è stata presentata ufficialmente in occasione della Fiera Pv Rome Zeroemission. Durante la stessa occasione sono state esposte anche le prime pensiline fotovoltaiche realizzate in collaborazione con Faraone, azienda leader nella produzione di facciate continue e scale in acciaio e vetro. Un esempio concreto di come sia possibile fare ancora innovazione in Italia e al Sud.

Scheda tecnica vetro ibrido Caratteristiche tecniche

Dimensioni

1970x1010x24 mm

Peso

57 kg

Tipo celle

Silicio monocristallino da 156 mm di lato

Numero celle

72

Potenza termica

634 Wt

Potenza di picco (+-3%) *

Wp (W) 300

Efficienza *

n (%) 15,08

Cavi di interconnessione

Solare da 4 mmq con connettori IP67

* Valori calcolati in condizioni standard (STC): 1000 W/mq, T=25°C, AM 1.5

Eosolare progetta e realizza, su misura soluzioni fotovoltaiche di altissima qualità in Italia. L’intero ciclo di vita dei suoi moduli, dall’ideazione alla realizzazione, è prodotto in Italia in una fabbrica completamente integrata che autoproduce energia per 200 kW. La specializzazione e l’aggiornamento continuo dei tecnici, la padronanza delle più avanzate tecnologie, l’uso di materiali dagli elevati standard qualitativi, la capacità di diversificare il prodotto per rispondere alle esigenze del cliente, fanno di Eosolare il sinonimo di garanzia, qualità ed efficienza. Fondata nell’ottobre del 1998 in Basilicata da Carmine Dimasi, Eosolare si è imposta in brevissimo tempo come una delle aziende leader in Europa per la produzione di moduli fotovoltaici ad alta efficienza. Lo stabilimento produttivo si trova a nella zona industriale di Garaguso Scalo, in provincia di Matera. È dotata di due linee produttive (l’ultima inaugurata nel 2011) che consentono di raggiungere una potenza produttiva di 50 MW annui. Le soluzioni fotovoltaiche Eosolare godono del marchio Factory Inspection Certificate rilasciato da TÜV Inter Cert e del Pv Cycle, che ne assicura il corretto recupero e lo smaltimento una volta esaurito il ciclo di vita, a conferma che lo sviluppo può essere ecosostenibile.


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Tekneco Numero 05 | 2011

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Energia

Un posto al sole… tutto da decifrare Arriva in sordina il Conto energia per il solare termico. Anche se la sua definizione chiara è ancora distante

di Sergio Ferraris

È

passato in sordina, coperto dall’eco mediatica dei tagli del fotovoltaico ed è stato quasi ignorato dalla stampa. Parliamo del Conto energia per il solare termico, provvedimento che dovrebbe aiutare questa fonte a svilupparsi anche nel nostro Paese, inseguendo quello scenario “Austria” che dagli operatori è visto come il punto d’arrivo, con 0,43 metri quadrati di pannelli solari temici installati per abitante, contro gli 0,04 metri quadrati installati in Italia e gli 0,06 metri quadri della media europea. «Il decreto legislativo possiede il merito di riequilibrare l’attenzione verso il solare termico all’interno di un sistema che era troppo sbilanciato, rendendo sia obbligatoria l’installazione sui nuovi edifici, sia arrivando a un nuovo sistema incentivante i cui costi saranno spalmati sulla bolletta del gas» afferma Valeria Verga, segretario generale di Assolterm, l’associazione che riunisce le aziende attive nel settore del solare termico. Effettivamente il “gigante dormiente” delle rinnovabili – la definizione è dell’Unione europea che da anni punta sulle enormi potenzialità di questa rinnovabile – potrebbe svegliarsi anche nel nostro Paese, anche se qualche segnale, grazie all’incentivazione del 55% per l’efficienza energetica che però potrebbe sparire a fine anno, c’è stato. Si è passati, infatti, dai 350.000 metri quadri di nuovo installato del 2007 ai 500mila del 2010, toccando un fatturato annuo di

500

MILIONI DI EURO Il giro d'affari in Italia


52 www.tekneco.it/0532

Energia

500 milioni di euro, 15.000 addetti diretti e una serie di aziende, come Merloni, che sono entrate convinte nel mercato. Da non sottovalutare, inoltre, la “resa energetica” per euro d’incentivo. Il dato, reso noto durante la Seconda conferenza nazionale sulle rinnovabili termiche, organizzata a Roma dagli Amici della Terra è significativo. L’indicatore di resa d’energia rinnovabile per ogni euro speso in incentivi è otto volte superiore, nel caso del termico, rispetto al fotovoltaico: quattro kg equivalenti di petrolio contro il mezzo kg del fotovoltaico – anche se rimane in pole position l’efficienza energetica con 4,5 kg. L’articolo 28 del decreto per le rinnovabili del 3 marzo scorso, il 28/2011 meglio conosciuto come "decreto Romani", che recepisce la direttiva europea 20-20-20, afferma che potranno beneficiare degli incentivi tutti i sistemi solari termici di piccole dimensioni installati dopo il 31 dicembre 2011, per un periodo non superiore ai dieci anni e che si possono finanziare solo sistemi che non accedano ad altri incentivi statali «fatti salvi fondi di garanzia, fondi di rotazione e contributi in conto interesse». E qui ci fermiamo. Già per-

ché ogni altro approfondimento è demandato a una serie di decreti attuativi che, recita il comma 3 dell’articolo 28: "sono adottati entro sei mesi dall’entrata in vigore del presente decreto". Valori degli incentivi, requisiti tecnici degli impianti e degli interventi, contingenti incentivabili, "eventuali obblighi di monitoraggio a carico del beneficiario", modalità d’erogazione degli incentivi da parte del Gse sono ancora tutte questioni da definire, mentre nell’articolo 28 è già fissata la “road map” della revisione degli incentivi: la prima dopo due anni e successivamente ogni tre. Almeno sul fronte della scansione temporale qualche certezza c’è.

1GW TERMICO potenziale di produzione in Italia

LA PROPOSTA DI ASSOLTERM

Se si vogliono riempire di contenuti le caselle vuote del provvedimento è necessario andare a “vedere le carte” di Assolterm che sono state "calate" durante un convegno all’interno di Solarexpo 2011. Secondo l’associazione di categoria è necessario che l’incentivazione si applichi a tutti gli impianti solari per la produzione di acqua calda sanitaria, di calore di processo, per il riscaldamento e per il raffrescamento, mentre è necessario dividerli in

Gli addetti ai lavori chiedono di incentivare tutti gli impianti solari


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Cumulabilità: si tratta della somma di incentivi provenienti da soggetti diversi, come Stato, Regioni e Comuni. Limiti e tetti servono a evitare fenomeni d'incentivazione "abnormi" che producono un mercato assistito e non competitivo.

Non brilla l'italia per il solare termico installato Dati espressi in migliaia di mq Capacità installata Mercato annuale

2.683

2.193

1.718

1.218 868 668

300

541

443

365

500

475

490

2008

2009

2010

350

54

65

78

98

127

2001

2002

2003

2004

2005

200

2006

2007

Fonte: Elaborazioni Assolterm su dati PWC, 2010

Residenziale

Consumi energetici per funzione d'uso

Acqua calda Usi cucina

5%

9%

18% 68%

Usi elettrici Riscaldamento

Fonte: Enea, 2009

due per il calcolo degli incentivi. Per gli impianti al di sotto dei 35 kWth, ossia 50 metri quadri al massimo, l’incentivo viene calcolato su base tabellare, mentre per quelli da 35 a 1.000 kWth, oltre 1.400 metri quadri al massimo, l’incentivo viene erogato in base all’energia termica effettivamente prodotta, misurata con un contatore di calore, in maniera analoga a ciò che avviene nel fotovoltaico. Si tratta di una distinzione importante con la quale l’associazione vuole da un lato non penalizzare l’utenza domestica con un aggravio tecnico-burocratico aggiuntivo, visto che il monitoraggio della produzione energetica e la trasmissione dei dati non è così immediata come nel fotovoltaico, mentre dall’altro si vuole evitare che siano realizzati “impianti fantasma” o di bassa qualità che non producono l’energia per la quale sono incentivati. L’allargamento all’incentivazione per la produzione di calore di processo, di raffrescamento e di riscaldamento, inoltre, dovrebbe offrire una buona profittabilità degli impianti solari termici anche nel settore dell’artigianato, dell’industria e del terziario, cosa che consentirebbe nell’arco di pochi anni un vero e proprio decollo del settore con una conseguente dinamica dei prezzi delle installazioni che potrà ricalcare quella in atto oggi per il fotovoltaico. Sempre secondo

Assolterm gli incentivi dovrebbero essere cumulabili con quelli pubblici non statali, come i finanziamenti in conto capitale erogati dagli enti locali –, cosa che non è prevista nel decreto Romani - mentre per quanto riguarda la durata dell’incentivo l’Associazione propone cinque o dieci anni per importi differenti. Nel caso dei dieci anni si partirebbe con una tariffa di 0,16 euro per kWh per arrivare nel 2020 a 0,10 euro per kWh, mentre per una durata dell’incentivo di cinque anni la tariffa incentivante sarebbe di 0,27 euro per kWh con un atterraggio al 2020 a 0,17 euro per kWh. Si tratta di una proposta che in un quadro d’incertezze sulle rinnovabili e in piena crisi economica presenta più di un rischio. Potrebbe capitare, infatti, che il legislatore sia tentato, nonostante per lo Stato il provvedimento sia a costo zero, visto che l’incentivo sarebbe spalmato sulla bolletta del gas, di fare un mix mettendo sul periodo più breve la tariffa più bassa, bloccando così di fatto il mercato. E che ci siano incertezza sulle dinamiche del nuovo Conto energia per il solare termico lo hanno dimostrato le risposte di Luciano Barra, del ministero dello Sviluppo economico al convegno organizzato da Assolterm al Gse il 30 giugno scorso. Barra ha affermato, infatti, che uno dei problemi aperti sull’incentivazione è la scelta “politica” se far ricadere il peso degli incentivi sulla fiscalità – ossia sul 55% – o sulla bolletta. E ha aggiunto che a suo giudizio il nuovo Conto energia termico dovrebbe incentivare gli impianti che non ricadono nel 55%. Si creerebbe così un doppio binario per una stessa fonte che avrebbe come risultato quello di disorientare sia gli investitori, sia il mercato, realizzando una giungla normativa nella quale l’utilizzatore finale si troverebbe a dover scegliere quale strada intraprendere senza aver molto spesso il bagaglio di conoscenze necessarie per la scelta migliore. Il decreto Romani fissa quindi un paletto importante, quello dell’incentivazione delle fonti termiche, ma la strada da fare per avere un dispositivo efficace è ancora lunga. ◆

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Energia

PICCOLI COMUNI ITALIANI CRESCONO nell’uso delle energie rinnovabili Non pensano più solo al fotovoltaico o all’eolico, ma implementano progetti ambientali a tutto tondo: sono le amministrazioni locali che danno prova della loro attività partecipando al Klimaenergy Award. Molte le iniziative per ristrutturare l’illuminazione stradale

di M. Cristina Ceresa

N

e stanno facendo di tutti i colori: illuminano con il sole strade difficilmente elettrificabili; costruiscono parcheggi e serre e li coprono con pensiline fotovoltaiche; fortificano torri medievali rendendoli fari moderni per illuminare il paese o sfruttano l’eolico vicino ai campi da calcio per illuminarli e soprattutto sostituiscono il vecchio con il nuovo rendendo, anche, autonomi, dal punto di vista elettrico, palestre, biblioteche, centri di aggregazione sociale. Il tutto con sistemi di telegestione e di telecontrollo che regolano i flussi di disponibilità energetica. Roba da marziani? No, da amministrazioni pubbliche locali. Sono tanti i piccoli Comuni italiani (alcuni dei quali rischiavano di scomparire) che per dimostrare quanto sono “vivi”, stanno sfruttando le nuove energie rinnovabili a più non posso per portare benefici ai cittadini e al proprio territorio. Che ne esce un po’ più sano, pulito ed efficiente. A tutte le latidudini e longitudini. Ne porto testimonianza dopo che da giurato del 4° Klimaenergy Award ho avuto modo di analizzare una sessantina di progetti , tren-

ta dei quali sono pervenuti da Comuni sotto i 20mila abitanti. Creatività e fantasia si sono associati alla volontà di fare bene e meglio e il risultato è stato prorompente. Molti di questi Comuni hanno già aderito al Patto dei Sindaci perché è ben chiaro che l’abbattimento delle emissioni di CO2 deve partire dal locale, senza con ciò "sollevare" dall'occuparsi della faccenda il Nazionale. Ovviamente, non tutti i piccoli Comuni che hanno inviato il progetto hanno avuto l’onore di vincere il premio o la menzione del Klimaenergy Award (la logica della giuria è stata quella di premiare chi riusciva dimostrare quantitativamente dei benefici; vedi anche nome dei vincitori a pagina 57), ma di fatto l’operato di questi Comuni è buona cosa comunque e non solo per i cittadini residenti. E poi, rispetto a quattro anni fa, quando è stato istituito il premio dalla fiera di Bolzano, si è potuto notare un uso sempre più vario delle nuove energie (prima c’era quasi esclusivamente fotovoltaico e qualche progetto di eolico); molta attenzione alla mobilità verde; un coinvolgimento sempre più attivo della popolazione residente e un’azione condivi-

Sopra, panorama di Città della Pieve (Pg); a destra, una vista del comune di Peglio (Pu). Entrambi i Comuni hanno dimostrato di avere idee interessanti in fatto di progetti rinnovabili


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60 FLICKR: PAOLO C.

PROGETTI ANALIZZATI

sa con la scuola locale (istituti secondari per lo più) perché gli alunni familiarizzino e diventino consapevoli delle attività sviluppate sul territorio. Ecco, questa mi sembra la strada giusta da intraprendere dalle amministrazioni locali (anche medie e grandi sulle quali in questo articolo non mi sono concentrata, perché sembrano comunque avere più strumenti per non rimanere indietro nella corsa all'adozione delle energie alternative). Ma, in sessanta piccoli o grandi Comuni non sta l’Italia. E gli altri, allora, che fanno? Tekneco è pronta a ricevere le loro informazioni (avete un buon progetto? Mandatecelo). Ma siamo altresì pronti a dare supporto informativo a tutti quei Comuni che cercano idee, esperti o necessitano di altre informazioni. Basta scrivere alla redazione (redazione@tekneco.it).

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Energia 5 IN EVIDENZA ALCUNI PROGETTI PRESI IN ESAME DA TEKNECO

1

Belle idee rinnovabili nascono qui

4

Dei 30 progetti dei Comuni sotto i 20mila abitanti analizzati dalla giuria di Klimaenergy Award abbiamo dato un'ulteriore vetrina alle cinque iniziative che abbiamo ritenuto degne di nota

a cura di M. Cristina Ceresa

2

3

1

PEGLIO

TO AL PREMIA NERGY E A IM L K 2001 AWARD

Provincia di Pesaro Urbino SUPERFICIE 20,2 km2 ABITANTI 737 PROGETTO

2

CARLOFORTE

NE MENZIO LE SPECIA NERGY KLIMAE 2011 AWARD

Provincia di Carbonia Iglesias

3

CASTELLANA SICULA Provincia di Palermo

SUPERFICIE 50,2 km2 ABITANTI 6.465

SUPERFICIE 72,54 km2 ABITANTI 3.868

Towers

Isola ecologica del Mediterraneo

PROGETTO

PROGETTO

CO2 evitata in totale (kg/anno) 117.248 CO2 evitata per abitante (kg/anno)

CO2 evitata in totale (kg/anno) 1.033.592 CO2 evitata per abitante (kg/anno)

CO2 evitata in totale (kg/anno) 311.482 CO2 evitata per abitante (kg/anno)

Il Comune di Peglio ha organizzato in dieci azioni il progetto di abbattimento della CO2, a iniziare dalla messa a norma dell’impianto di pubblica illuminazione del centro storico; ha poi aderito al mercato libero dell’energia tramite Cev (consorzio di Enti pubblici). Avviati un impianto fotovoltaico per il Centro sportivo ambivalente e uno per il cimitero; il progetto ha previsto anche la sostituzione delle caldaie a gasolio per gli immobili comunali e avviando una gestione di telecontrollo. Tra le azioni anche la costruzione di un impianto solare termico per produrre acqua calda per gli spogliatoi del campo sportivo e un impianto eolico. Interessanti anche i progetti didattici quali l'orto e la mensa biologici.

Gli interventi del progetto Carloforte “Isola ecologica del Mediterraneo", riguardano principalmente la realizzazione di impianti fotovoltaici sulle coperture degli edifici di proprietà del Comune; la realizzazione e ammodernamento degli impianti di illuminazione pubblica attraverso tecnologie ad alta efficienza e risparmio energetico. Intereesante anche l'intervento di riattivazione di un grande impianto fotovoltaico (1 MWp) in località Nasca, di proprietà del Comune, ormai obsoleto e non funzionante. La cittadina sta dimostrando di essere all'avanguardia anche per l'erogazione ai residenti di contributi per la realizzazione di piccoli impianti a energia rinnovabile (fotovoltaico, solare termico, minieolico).

È stato richiesto e ottenuto dal Comune di Castellana Sicula, situato in provincia di Palermo, un mutuo, pari a un milione e duecento mila euro circa, per la realizzazione di 11 impianti fotovoltaici su 12 edifici comunali la cui potenza è calcolabile attorno ai 198,6 kW. Quattro di questi impianti attuano lo scambio sul posto per 76,2 kWp, mentre 122,4 kWp attueranno lo scambio differito alimentando l’illuminazione pubblica. Intanto, è prevista anche la riqualificazione energetica della scuola media passando dalla classe E alla A. Nelle intenzioni degli amministratori del piccolo centro siciliano, un intervento anche sulle caldaie di tutte le scuole.

159,1

159,9

Azioni volte a ridurre il consumo delle materie fossili

80,5


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www.tekneco.it Assisti in diretta all'etour di Klimamobility dove la redazione ha visitato alcuni interessanti Comuni tra Veneto e Trentino per toccare con mano le buone pratiche ambientali ed energetiche

Energia termica prodotta con tecnologie rinnovabili per abitante (kWh/anno)

Energia elettrica prodotta con pannelli solari fotovoltaici per abitante (kWh/anno)

San Felice

San Felice

525,8

508,5

Carloforte

33,3

Carloforte

257,2

Peglio

22,2

Peglio

104,2

Città della Pieve

0,5

Città della Pieve

0,3

Castellana Sicula

N.D.

Castellana Sicula

N.D.

4

5

IL CONCORSO

Gli altri vincitori del Klimaenergy Award 2011

_

Anche quest’anno una giuria qualificata composta da Antonio Lumicisi del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Dominik Matt, professore presso la Libera Universitá di Bolzano, Stefano Dal Savio di Tis Innovation Park di Bolzano, Wolfram Sparber dell’Eurac Research e M.Cristina Ceresa di Tekneco ha analizzato le sempre più interessanti iniziative messe a punto dai Comuni italiani. Ecco i vincitori dei centri urbani mediograndi (per la categoria sotto i 20mila abitanti vedi pagina accanto):

CITTÀ DELLA PIEVE

SAN FELICE

SUPERFICIE 111,37 km2 ABITANTI 7.800

SUPERFICIE 51,51 km2 ABITANTI 11.184

Vicenza

PROGETTO

PROGETTO

Categoria Grandi Centri Amministrativi

CO2 evitata in totale (kg/anno) 12.102 CO2 evitata per abitante (kg/anno)

CO2 evitata in totale (kg/anno) 4.131.755 CO2 evitata per abitante (kg/anno)

Città della Pieve e i comuni limitrofi stanno lavorando per la realizzaione di un Parco Tecnologico per le Energie e la Sostenibilità ambientale con l’obiettivo di diffondere il sapere e la conoscenza delle tecnologie volte a realizzare risparmi di energia. Nel dettaglio il programma prevede la realizzazione di due campi fotovoltaici sia fissi che con inseguitori monoassiali da 1700 kWp. A ciò si aggiungono tre “girasoli” costituiti da tre vele da 12 kWp l’uno e quattro pale micro-eoliche da 10 kWp. Un edificio polifunzionale passivo (in linea con la direttiva 2010/31/Ce) monopiano sarà destinato ad accogliere attività didattiche e formative. Previsto anche l’avviamento e lo sviluppo di imprese green oriented.

Aderendo, ancora nel 2009 al Patto dei Sindaci, l’amministrazione comunale di San Felice sul Panaro (località sita nella provincia di Modena) ha mosso i primi passi sulla strada della “ricostruzione” di un Paese che tende a essere a misura ambientale con particolare attenzioneanche alle buone pratiche di risparmio energetico. Ciò, ha portato alla definizione di un Piano d’Azione sostenibile articolato in 21 azioni tra loro coordinate di cui una rivolta all’utilizzo dell’energia rinnovabile. In questo contesto, è stato intensificato il parco fotovoltaico con 2 impianti da 0,99 MWp ma è da notare che altri 3 siti solari (di uguale potenza) sono in corso di realizzazione.

Provincia di Perugia

Parco tecnologico per le energie e la sostenibilità (in fase di realizzazione)

Provincia di Modena

Piano d'azione in 21 mosse

Categoria Comuni medi

Provincia di Mantova Premi speciali

1,6

369,4

Provincia di Lucca Provincia di Potenza CRITERI DI VALUTAZIONE I progetti sono stati valutati sulla base di criteri qualitativi e quantitativi. I criteri quantitativi riguardano il risparmio di CO2, in termini assoluti e in termini relativi, in base al numero di abitanti. I criteri qualitativi riguardano il valore aggiunto ecologico ed economico, la trasferibilità in altri comuni o provincie, il grado di innovazione, il coinvolgimento e la sensibilizzazione della popolazione. La giuria ha valutato i progetti non solo in base al livello di sensibilità ambientale o al grado di innovazione nelle regioni di riferimento, ma sono stati considerati anche i benefici che il progetto porterà al territorio e le potenzialità dello stesso per lo sviluppo di progetti futuri.


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Energia AREA INTERESSATA

650.000

ASCOLI la Stoccolma del Sud

metri cubi

di Liliana Bossi fotografie di Giampaolo Bruni

Con il progetto Ascoli21 verranno riqualificati oltre 25 ettari di terreno nel centro della città per creare un polo residenziale all’avanguardia (in grado di produrre dai propri rifiuti il 50% del proprio fabbisogno energetico, come il quartiere Akalla di Stoccolma) e un polo tecnologico per sviluppare idee creando una community tra le Pmi e l’Università

A

d Ascoli sta prendendo corpo uno dei maggiori progetti di recupero e rilancio di un’area industriale dismessa in Italia. Il progetto è guidato dalla società Restart, nata nel febbraio 2010 per iniziativa della comunità imprenditoriale ascolana: Genera Scarl (società consortile attiva nella progettazione e realizzazione di grandi opere), Fa.in.plast (attiva nelle materie plastiche), Emmetregi (società immobiliare) e Fondazione Carisap (che persegue scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico del territorio). L’area interessata è quella dell’ex-sito Sgl Carbon – oggi Ascoli21 - che si estende per 250.000 metri quadri in città e si trova a margine del centro storico di Ascoli Piceno: per la sua estensione è paragonabile all’intero centro storico.

L’AREA SIMBOLO

Il sito è stato per generazioni il simbolo dell’industrializzazione della città: il primo impianto per la produzione di materiali di derivazione calcarea risale al 1900. Nel 1992 la società è stata inglobata dall’Sgl Carbon, colosso dell’industria chimica e forniva il 40% della produzione mondiale di silicio metallico. Nei successivi quindici anni l’impianto è entrato in crisi anche a causa di problemi legati alla salute pubblica e ambientale: nel 2007 la chiu-

sura definitiva. Oggi l’area – 650.000 metri cubi fra capannoni e attrezzature industriali – è totalmente abbandonata e ricade nella lista dei Siti di interesse regionale per cui è stato stanziato un fondo per la riconversione produttiva. Riconversione che vede Restart impegnata su tre fronti dopo i lavori di bonifica: un parco verde attrezzato, uno spazio residenziale e, infine, il polo tecnologico. Il progetto è stato presentato nel mese di agosto, prevede lavori di bonifica per circa 30 milioni di euro e, successivamente, l’inizio delle attività di riqualifica dell’area che terranno impegnata l’economia locale per i prossimi dieci anni. La fase di bonifica da inquinanti Ipa verrà fatta con due metodi, il soil washing e il bioscurry. Sono due tecniche che consistono nel far circolare nel suolo acqua con solventi organici per “convertire” una parte dell’inquinante a soluzione o sospensione. In pratica, il terreno subisce un processo di lavaggio, una selezione dei materiali lavati in base alla grandezza delle particelle e, infine, un trattamento chimico-fisico della parte acquosa/fangosa con recupero delle acque di lavaggio. IL PROGETTO CONDIVISO

E le Istituzioni? Non stanno certo a guardare: il progetto è sostenuto dal Comune, la Provincia e la Regione, oltre che dalle Autorità di bacino e da Asur (Azienda sanitaria unica

COMPOSTI PERICOLOSI

Che cosa sono gli Ipa? Ipa è acronimo di Idrocarburi policiclici aromatici. Sono composti persistenti, caratterizzati da un basso grado di idrosolubilità e da una elevata capacità di aderire al materiale organico. Si trovano generalmente nell’atmosfera come prodotto di combustioni incomplete da impianti industriali e di riscaldamento. Alcuni sono altamente cancerogeni e un’esposizione diretta e prolungata può causare neoplasie polmonari, della cute, della laringe, dell’esofago e dello stomaco.


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Tekneco Numero 05 | 2011

Francesco Gaspari, presidente di Restart

RESTART

Il profilo dell’azienda

Fondazione

31,4

Emmetregi

38,6

Genera Scarl

Fa.In.Plast

Compagine societaria (%)

15,7

14,3

Restart nasce nel febbraio 2010 per iniziativa della comunità imprenditoriale ascolana, come società di progetto per la gestione del progetto di bonifica e riqualificazione dell’area Sgl Carbon.

Le architetture oggi abbandonate dell’area oggetto della riqualificazione

Fa.In.Plast Fondata nel 1993 da Battista Faraotti, attuale presidente, l’azienda di Ascoli è oggi una delle realtà tra le più all’avanguardia nel settore delle materie plastiche. Genera SCarl Società consortile formata da quasi 40 imprese locali. Tra le mission: concorrere alle ipotesi di riuso di aree industriali dismesse e progettare interventi per la realizzazione di grandi opere. Nel novembre del 2010 Restart SCarl è confluita nella società Genera SCarl,

regionale) a Arpa (Agenzia ambientale regionale) che hanno sottoscritto con Restart un accordo di programma in grado di garantire il raccordo delle competenze e delle attività delle varie Amministrazioni pubbliche. Un bell’esempio di efficienza pubblica, non proprio usuale di questi tempi in Italia. L’accordo è stato sottoscritto alla fine di maggio 2011, alla fine di luglio il Consiglio comunale di Ascoli ha dichiarato la pubblica utilità del progetto, a testimonianza che, quando ci sono idee utili per la comunità, anche la politica riesce a fare la sua parte. Bisogna dire che Restart sta conducendo le attività di approvazione del progetto di riqualifica in un’ottica di comunicazione e interscambio con tutti i soggetti del territorio interessati. Ha infatti aperto un forum delle associazioni cittadine in riunione permanente perché, come precisa Francesco Gaspari, Presidente di Restart «Lo scopo è quello di avere un progetto condiviso che vada bene alla città e che aiuti l’economia locale già abbastanza provata». «Al momento – prosegue Gaspari – non stiamo incontrando particolari resistenze, segno che tutti capiscono e condividono la necessità della bonifica e della riqualificazione». Ascoli21 sarà quindi una “città nella città”: una “città intelligente” nei consumi, nell’impatto ambientale e nell’uso della tecnologia al servizio della qualità della vita.

il cui presidente è Giancarlo Romanucci. Emmetregi Società immobiliare umbra, cliente e socia da tempo di Fainplast. Opera nel settore delle materie plastiche. Presidente è Lorenzo Sensi. Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno La Fondazione, presieduta da Vincenzo Marini Marini, persegue scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico del territorio dei 38 Comuni di riferimento.

La Smart city verrà progettata sulla base di criteri di bioedilizia avanzati, riducendo l’attuale cementificazione e creando centrali in grado di alimentarsi con i propri rifiuti per l’autosufficienza energetica in tema di riscaldamento, abbassando così anche le emissioni inquinanti. Il Polo Tecnologico, poi, sarà molto articolato: è prevista la creazione di una Scuola di dottorato che raccolga ricercatori di tutto il mondo: la scuola avrà un accreditamento dalle Università del territorio e svolgerà ricerca applicata al servizio delle aziende. Inoltre, saranno realizzati diversi laboratori utilizzabili per i progetti di ricerca sia della Scuola, sia delle aziende che si insedieranno nel centro (su modello dell’area di Sophia Antipolis, sulla Costa Azzurra tra Nizza e Antibes). Infine, la scuola post graduate, che potrà essere sostenuta dalle aziende che si insedieranno nel Polo e coinvolgere giovani studenti in un percorso di formazione e lavoro concreto. Una bella favola, insomma, che speriamo abbia il lieto fine che merita e non si perda, come spesso succede, nei meandri di un’Italia troppo disattenta e distratta. ◆

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Energia

BREVI DAL WEB

Così il gas ruba la scena al petrolio

Il machine to machine si fa strada tra le rinnovabili Machine to Machine è una delle grandi sfide dei prossimi anni. Le potenzialità di sviluppo riguardano anche il mercato delle rinnovabili e in particolare la gestione dei parchi eolici e fotovoltaici, come dimostra il recente accordo in questa direzione stipulato tra Vodafone e Solsonica. A colloquio con Marco Canesi, sales and marketing manager di Vodafone Italia.

Selezione delle notizie più lette su Tekneco.it nelle ultime settimane

Luigi dell’Olio

Dal referendum sul nucleare alla ricerca scientifica, molte cause concorrono ad attirare l’attenzione sul gas, che nei prossimi anni dovrà incrementare la sua incidenza nel mix energetico italiano. Una soluzione sospesa tra costi crescenti, rischi di blocchi negli approvvigionamenti e prospettive tecnologiche che si trovano a fare i conti con alcune resistenza delle comunità locali.

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di Luigi dell’Olio

di Antonio Bertolotto

Un’accelerazione del processo di fusioni e acquisizioni, l’uscita dal mercato degli operatori più speculativi e la ricerca di nuovi spazi nei paesi emergenti. Sono alcune delle linee di tendenza di medio periodo che emergono da uno studio sull’m&a nel comparto delle rinnovabili curato da Merger Market e dallo studio legale e tributario Rödl & Partner.

Le caratteristiche di un progetto in alta montagna. Un’iniziativa italiana, che rappresenta ormai un benchmark a livello internazionale, sia per la comunità scientifica, che per gli operatori.

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Condizionatori, come trovare l’equilibrio tra efficienza e costi Daniela Uva

Godere di aria fresca e secca durante i torridi mesi estivi e allo stesso tempo risparmiare. Tutelando anche l’ambiente. Fino a qualche anno fa sembrava un’impresa impossibile. Ma oggi il quadro è cambiato radicalmente. Prosegui la lettura www.tekneco.it/0540 FOTO: NIALLKENNEDY (FLICKR)

FOTO: S.ALT (FLICKR)

Come cambia lo scenario Le biomasse per il mercato delle rinnovabili da lignosi



62 www.tekneco.it/0541

Normativa

di Paola Pianzola

GLI INCENTIVI A UNA SVOLTA? Cinque anni di detrazioni fiscali hanno portato a una graduale assimilazione da parte degli utenti dei temi del risparmio energetico attraverso interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Oggi, alla luce della manovra finanziaria, il panorama normativo sembra aver perso chiarezza

Il patrimonio immobiliare italia- anni la produzione comincia a no è caratterizzato da un basso li- creare problemi e, in più, seconvello qualitativo, ma cinque anni do Valentini, tutta la normativa di detrazioni fiscali hanno por- di questa materia è gravata da tato una graduale assimilazione una complicazione burocratica dei temi del risparmio energeti- ancora molto elevata della quale co attraverso interventi di riqua- l’utente finale non viene a capo lificazione energetica degli edifi- senza l’aiuto di un consulente. ci (da quelli più semplici, come la sostituzione degli infissi o delle INCOGNITA INCENTIVI caldaie, a quelli più complessi Anche per Patrizia Zanelli, procome i cappotti murari) da parte prietaria di un rustico nella di un sempre maggior numero di provincia di Grosseto di cui ha consumatori finali o progettisti. seguito personalmente la riAnche se, finora, non sono state strutturazione che lo ha trasfortutte rose e fiori. Secondo l’archi- mato in un’abitazione di circa tetto Daniele Valentini, profes- 120 mq su due livelli, il problema sionista con studio a Forlì che si iniziale è stato legato alle diffioccupa di edilizia residenziale e coltà da parte degli enti a portare pubblica, già lo spostamento da avanti le impostazioni di base ricinque a dieci anni guardo le richieste del recupero di par- La spalmatura di incentivi. «Oggi te della spesa ha de- delle detrazioni da – dice Zanelli - le motivato una buo- cinque a dieci anni ha aziende tipo Enel na fetta di utenti, demotivato molti utenti o Sorgenia proponsoprattutto privati, gono impianti pera intraprendere opere edilizie sonalizzati chiavi in mano e le all’insegna del risparmio energe- cose si sono semplificate rispetto tico. Oltretutto, le incognite sul- a due-tre anni fa. Il nostro impela durata delle apparecchiature gno, però, per ora ha dato i suoi dei pannelli solari e del fotovol- frutti. I lavori di ristrutturaziotaico contribuiscono a generare ne e l’installazione dei pannelli scetticismo. Dopo una decina di solari sono rientrati nel 36% di

detrazione. Per l’installazione del solare abbiamo usufruito anche di un finanziamento del 20% a fondo perduto da parte della Regione Toscana. L’impianto fotovoltaico, che ha usufruito della detrazione del 55%, è stato tarato sulla copertura dei nostri fabbisogni in base al consumo negli anni precedenti e alimenta in parte anche l’acqua calda della caldaia a pellet. La casa energicamente vive da sé, noi paghiamo solo la bolletta dell’acqua e i pellet per il riscaldamento». LE REGOLE, PER ORA

Per tutto il 2011, il bonus 55%, cioè la detrazione fiscale per i costi sostenuti per lavori di riqualificazione energetica di edifici esistenti, è stato prorogato. Con nuove regole, però, a partire dalla ripartizione a rate del costo. Nel 2010, infatti, il bonus era fruibile suddividendolo in cinque rate di pari importo, mentre per nel 2011 la ripartizione si è allungata, passando a dieci rate annuali di pari importo. Questa la situazione a tutt’oggi, ma la manovra Finanziaria ha aperto nuove incognite. L’art. 40, comma 1-ter

della legge 111/2011 prevede la riduzione di molte agevolazioni fiscali, alcune delle quali riguardano gli immobili: le detrazioni fiscali del 36% sulla ristrutturazione edilizia e del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica potrebbero subire tagli del 5% nel 2013 e del 20% a partire dal 2014. Al fine di capire quali sono i rischi reali per chi è interessato a queste forme di agevolazione fiscali è necessario fare chiarezza su alcuni punti. Innanzitutto, i tagli si applicheranno solo se entro il 30 settembre 2013 il Governo non varasse una riforma fiscale in grado di produrre un risparmio per lo Stato di almeno 4 miliardi di euro per il 2013 e di 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014; i tagli sono stati infatti introdotti nella manovra soltanto come ipotesi “paracadute” nel caso in cui il Governo non riuscisse entro il 2013 a recuperare con i risparmi sulla spesa queste somme. Il secondo punto riguarda la retroattività con cui verrebbero applicati. Non è ancora chiaro se il taglio dei bonus è da intendersi

756 MILA

I cittadini a rischio riduzione bonus

come una riduzione di nuove forme di incentivo emanate a partire dal 2013 (per esempio su una proroga delle detrazioni del 55% e 36%, in scadenza rispettivamente a fine 2011 e fine 2012) oppure come mancata restituzione sulle


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Tekneco Numero 05 | 2011

BIO Paola Pianzola, giornalista freelance, vive a Milano. Ha curato la realizzazione editoriale di alcuni libri e diretto periodici specializzati nel settore dell’architettura, dell’industrial design e del legno come materia prima; collabora con pubblicazioni rivolte all’utente finale occupandosi di progettazione, materiali e prodotti edilizi ecosostenibili

Ponte Caffaro (Bs) Edificio unifamiliare realizzato con il sistema costruttivo in legno lamellare a telaio Dolomiti Plus di Ille prefabbricati (www.illeprefabbricati.it)

tasse per tutti i contribuenti che attualmente godono delle detrazioni. Nel primo caso, si delineerebbe una semplice diminuzione dell’efficacia delle agevolazioni. Il 36% scenderebbe al 34% per il 2013 e a poco meno del 29% dal 2014, mentre il 55% sulla riqualificazione energetica si ridurrebbe al 52% nel 2013 e al 44% dal 2014. Nella seconda ipotesi, si ridurrebbero invece le quote che lo Stato sta rimborsando a tutti i contribuenti per lavori effettuati negli scorsi anni. UN BILANCIO POSITIVO

Secondo i dati dell’Enea, dal 2007 al 2010, nei primi quattro anni di vigenza del bonus del 55% sono stati realizzati interventi per 11,1 miliardi di euro, sui quali i contribuenti stanno recuperando in cinque anni - 6,1 miliardi di euro (il 55% di 11,1 miliardi). Se a questa cifra si aggiunge la spesa a carico dello Stato per i lavori realizzati nel 2011 e detraibili in dieci anni, che è intorno a un miliardo e 700 milioni, si arriva a un totale di 7,6 miliardi di euro. La riduzione del bonus del 55%, che riguarda oltre 756.000 cittadini,

restituirebbe circa 1.455 euro in meno a testa, per un risparmio in favore dello Stato di oltre un miliardo e 100 milioni di euro. In questo scenario il taglio sulla detrazione del 36%, che interessa 4 milioni e 780mila utenti, farebbe risparmiare allo Stato quasi due miliardi di euro e restituirebbe in media 410,5 euro in meno per ogni contribuente. Dal momento che queste somme si avvicinano alla stima di rientro economico in bilancio, sembrerebbe più plausibile - ma resta comunque un’ipotesi - l’applicazione retroattiva dei tagli. LA PAROLA ALLE ASSOCIAZIONI

Certo che interrompere nel 2012 un sistema di incentivazione fiscale per queste tipologie di interventi significherebbe compromettere il processo di sensibilizzazione della committenza sulle tematiche ambientali, oltre che provocare danni consistenti a un comparto industriale, come osservano Uncsaal (Unione nazionale costruttori serramenti acciaio alluminio e leghe) e FederlegnoArredo che hanno elaborato una proposta di

stabilizzazione degli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici sottoposta ai ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico. Partendo dal presupposto che la manovra Finanziaria non accenna alla cancellazione del 55% e non esclude la riconferma del provvedimento, bensì prevede il taglio lineare del 5% nel 2013 e del 20% nel 2014 di tutti i benefici fiscali e riduce dal 10% al 4% la ritenuta di acconto sugli interventi che beneficiano delle detrazioni fiscali del 36 e 55%, la proposta trae motivazioni concrete dall’analisi del piano d’azione Italiano per l’e fficienza energetica 2011 e dai provvedimenti mirati al raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2014. Incentivare il risparmio energetico nell’edilizia residenziale rappresenta un risparmio di spesa anche per il bilancio dello Stato, un investimento fruttuoso in grado di intercettare e agire sull’economia sommersa e metterci al riparo da infrazioni comunitarie in tema di emissioni nocive e mancato risparmio energetico. Cosa si può fare secondo

Uncsaal e FederlegnoArredo? Confermato il provvedimento legislativo relativo agli incentivi per quattro anni (dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2015), si passerebbe alla rimodulazione:

Presentata ai ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico una proposta di stabilizzazione degli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici. dell’attuale aliquota del 55% al 45% (in armonia con i tagli lineari alle deduzioni, esenzioni e detrazioni contenute nella manovra correttiva); della possibilità di recupero del credito da parte del contribuente che passerebbe dai cinque ai dieci anni e infine anche dei tetti di spesa per tipologia di intervento. ◆


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Normativa

di Nicola Cosentino e Fabio Solimene — Studio Legale Watson, Farley & Williams

QUARTO CONTO ENERGIA QUALE TUTELA PER GLI OPERATORI La nuova disciplina sugli incentivi al fotovoltaico sta creando moltedifficoltà agli operatori. Più di ogni altra cosa, pesa il susseguirsi di novità normative in un tempo ristretto, che crea incertezza nelmercato

Il Quarto Conto Energia (d.m. del 5 maggio 2011) sta provocando non poche difficoltà agli operatori del settore e, in particolar modo, a quelli che hanno avviato le proprie iniziative durante la vigenza del Terzo Conto Energia, che avrebbe dovuto applicarsi fino al 31 dicembre 2013. Da giugno 2011 le tariffe hanno subito mensilmente una riduzione progressiva fino ad arrivare, per gli impianti più grandi, a una riduzione di circa il 30% rispetto a quanto veniva riconosciuto, per lo stesso periodo dal Terzo Conto Energia. Tagli sensibili sono previsti anche per il 2012. Il decalage viene temperato dalla progressività della riduzione e dalla diretta ammissione agli incentivi di tutti gli impianti entrati in esercizio entro il 31 agosto 2011. I grandi impianti (potenza non superiore a 200 kW – se in regime di scambio sul

posto –, impianti su edifici, di potenza superiore a 1 MW, esclusi quelli realizzati su edifici e aree della PA) entrati in esercizio successivamente devono, invece, presentare domanda di ammissione al cosiddetto Registro dei grandi impianti (art. 8 del

Molti operatori stanno promuovendo azioni legali di fronte ai giudici amministrativi e questo potrebbe cambiare nuovamente il quadro degli incentivi Quarto Conto Energia) in periodi determinati. Le tariffe sono riconosciute solo agli ammessi a una graduatoria che tiene conto

dei limiti di potenza e di costo prefissati per ciascun periodo. La prima graduatoria è stata pubblicata dal Gse il 18 luglio, poi ritirata e pubblicata in via definitiva il 29 luglio, escludendo dagli incentivi moltissimi operatori. Questi, già a partire dalla approvazione del Decreto Rinnovabili, che ha abrogato il Terzo Conto Energia, hanno avviato azioni legali finalizzate alla revisione della disciplina, ritenuta penalizzante e lesiva del loro legittimo affidamento sulla stabilità della normativa. È stata, quindi, presentata denuncia alla Commissione Europea e promosso un arbitrato internazionale sulla base dei principi del trattato della Carta dell’Energia. A riguardo si è espresso anche il Commissario Europeo all’Energia, che ha segnalato al ministro Romani, lo scorso 15 aprile, la necessità di mantenere un clima favorevole agli investimenti nel settore, al fine di far sì che l’Italia raggiunga, entro il 2020, il 17% di produzione di energia da fonti rinnovabili. A livello di diritto interno, i maggiori dubbi di legittimità si condensano intorno alle disposizioni del Quarto Conto Energia che hanno mutato le condizioni in base alle quali molti operatori avevano avviato le proprie attività. Il Governo, a pochi mesi dall’entrata in vigore di un meccanismo incentivante, ne ha emanato un altro più sfavorevole, senza tener conto delle iniziative in corso e determinando forti incertezze sul mercato. Ne è seguita una interruzione degli investimenti che ha pregiudicato il finanziamento di molte delle iniziative in corso. Anche l’esclusione dalla graduatoria non è esente da censure, sia per i motivi citati e sia per eventuali illegittimità nella valutazione e ammissione delle domande da parte del Gse. Inoltre, siccome né l’ordinamento interno né quello comunitario consentono

interventi del legislatore lesivi delle legittime aspettative formatesi sulla base di norme esistenti, non è difficile immaginare che vengano sollevate questioni di legittimità costituzionale o che sia richiesta una pronuncia interpretativa alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea sul punto. Molti operatori stanno promuovendo azioni legali di fronte ai giudici amministrativi, e per ora si è pronunciato solo il Tar del Lazio che, con ordinanza caute-

23

FEBBRAIO 2012 Data dell’udienza al Tar del Lazio

lare del 29 luglio 2011, ha sospeso l’operatività dell’art. 14, comma 2 del Quarto Conto Energia che disciplina le condizioni per l’incentivazione delle serre fotovoltaiche, nei confronti di alcune società che avevano già ottenuto le necessarie autorizzazioni in base alla normativa precedente. Secondo i giudici, l’entrata in vigore della nuova disciplina impedisce il finanziamento di iniziative avviate legalmente e sulla base di legittime aspettative di stabilità normativa. Tuttavia, una decisione definitiva sarà presa solo all’udienza di merito del 23 febbraio 2012. Occorrerà attendere, quindi, le pronunce cautelari e di merito che arriveranno nelle prossime settimane sugli altri ricorsi, per avere maggiore chiarezza su una disciplina che, pur nell’intento di tutelare i consumatori, rischia ancora di essere un boomerang per un settore fondamentale per l’intera economia del paese. ◆


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Tekneco Numero 05 | 2011

Mondo del lavoro

Stefano Giorgetti Vice presidente & general manager di Kelly Services Italia

Aziende a caccia di project manager Una professione cruciale per la realizzazione degli impianti energetici da fonti alternative. A svolgerla sono soprattutto i laureati in ingegneria meccanica o elettrica

G

estire e coordinare le risorse coinvolte nei progetti di impianti di energie rinnovabili, solare, fotovoltaico ed eolico. Ma anche supervisionare le attività dei cantieri, controllare gli aspetti economici delle varie fasi di un progetto, assicurare il rispetto dei tempi e dei livelli di qualità attesi. Infine, garantire la rispondenza dei progetti alle normative e regolamenti tecnici, di sicurezza e ambientali. Questi i principali compiti del project manager per le energie rinnovabili. Una figura professionale divenuta centrale nella gestione dei processi operativi e di cambiamento sia nelle Pmi che nelle grandi aziende. Far lavorare insieme le persone assegnando loro obiettivi e risorse, condividendo scopi e motivazioni, significa ottenere risultati di alto livello in qualsiasi tipo di organizzazione. Laureato preferibilmente in Ingegneria, meccanica o elettrica, ancora meglio se in possesso di un master specifico nel settore, conosce perfettamente l’inglese e ha un’età compresa tra i 35 e i 45 anni: giovane come è giovane il settore che, grazie alla nuova coscienza ambientale dimostrata da quasi tutti i Paesi del mondo – secondo l’autorevole “Global Trends in Renewable Energy Investment 2011” curato da Bloomberg New Energy Finance, nel 2010 gli investimenti nelle energie rinnovabili hanno raggiunto i 211 miliardi di dollari -, ha aperto concrete opportunità di crescita industriale, con un conseguenze incremento della richiesta occupazionale. Complici, in tal senso, le tariffe feed-in, messe in atto dai singoli Governi. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, in Italia, le ricer-

che di tali figure si stanno concentrando maggiormente nel Sud e nel Nord Est, con particolare riferimento a Veneto e Friuli Venezia Giulia. Considerando il mercato nazionale, l’autorevole “Dossier Energia e lavoro sostenibile”, pubblicato nel mese di gennaio da Ires (Istituto ricerche economiche sociali), attesta che il settore “verde” occupa attualmente circa 100.000 persone, di cui 10.000 nell’eolico, 5.700 nel fotovoltaico, 25.000 nelle biomasse, mentre le restanti 59.000 circa sono distribuite tra geotermico, solare termico, mini idrico e altre forme minori di produzione di energia da fonte rinnovabile. L’aspetto più interessante che emerge da questo studio riguarda le prospettive di sviluppo del mercato delle rinnovabili che, se tradotte in realtà, porterebbero nel 2020 l’occupazione lorda italiana a 250.000 unità, con una predominanza delle biomasse, del fotovoltaico e dell’eolico. Secondo la nostra esperienza di esperti nell’erogazione di servizi per le risorse umane, confermata dal sopraccitato dossier dell’Ires, oltre al project manager, le figure più richieste nel Green business sono gli ingegneri e i tecnici commerciali, con l’aggiunta di numerose figure trasversali, come: esperti in programmazione delle energie rinnovabili, geometri ambientali o tecnici ecologi, assicuratori ambientali, avvocati ambientali, esperti giuridico-commerciali di energie rinnovabili, esperti in progettazione delle energie rinnovabili, manager della programmazione energetica, ingegneri della Smart grid e operatori della centrale elettrica. ◆



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Tekneco Numero 05 | 2011

Libri

Guarda tutti i nostri libri su Anobii: http://www.anobii. com/tekneco/books

a cura di Anna Simone

❹ ❶

❶ La Geotermia.

L’energia sotto i nostri piedi adele manzella, carlo ungarelli Euro 9,80 - Pagine 128 Edizioni Il Mulino Un’energia di origine antica che in Italia (per anni unico produttore mondiale) è legata all’area geotermica toscana di Larderello. Nonostante la diffusione su scala mondiale, la geotermia occupa un ruolo di nicchia, se confrontata con le altre fonti energetiche rinnovabili come l’eolico o il solare che sono continuamente oggetto di nuove sperimentazioni con tecnologie d’avanguardia. Eppure il calore geotermico, se opportunamente studiato e sfruttato, contribuirebbe a ridurre in maniera significativa la dipendenza dalle fonti fossili con conseguente calo delle emissioni inquinanti. Nel libro gli autori spiegano come impiegarla, che prospettive offre, i costi e quali sono gli effetti sull’ambiente.

❷ Casa tossica. Dalla cucina alla camera da

letto come difendersi dai veleni domestici rita dalla rosa Euro 12 - Pagine 106 Edizioni Terre di Mezzo L’inquinamento è intorno a noi. L’autrice spiega come scoprire e difendersi dai veleni,

domestici o non, che ci circondano nel quotidiano. Se negli anni siamo diventati esperti nel leggere le etichette dei cibi, per gli altri acquisti non siamo a conoscenza delle insidie che nascondono. I detersivi, gli abiti, i mobili di legno, gli elettrodomestici possono rendere pessima la qualità dell’aria indoor. Il libro è una piccola guida pratica, che svela dove si annidano le sostanze inquinanti che, sommate a una serie di fattori, potrebbero provocare effetti dopo molti anni come irritazioni, allergie, patologie cardiache o cancerogene, insonnia e stati d’ansia. L’autrice pone l’accento sugli accorgimenti e le scelte che possiamo fare per eliminare o limitare i rischi.

❸ Nuove terre.

Architetture e paesaggi dello scarto sara marini Euro 20 - Pagine 144 Edizioni Quodlibet Il saggio tratta dello spazio residuo, non progettato e calcolato, risultato dell’accumularsi di più disegni o dell’assenza di significato. L’obiettivo è verificare la possibilità che il progetto possa annettere e considerare lo scarto, invece che escluderlo a priori. Di conseguenza, per progettare con lo scarto – vale a dire con i luoghi marginali, abbandonati,

rifiutati - è essenziale accogliere programmazioni temporanee, con il fine di poter promuovere il concetto di diversificazione che da sempre rappresenta il senso di urbanità e di paesaggio.

❹ La piscina naturale

maurizio vegini, claudio vegini Euro 30 - Pagine 223 Edizioni Sistemi Editoriali Nella piscina naturale, detta anche biopiscina, la depurazione dell’acqua è affidata alle proprietà del terreno e delle piante. Appare come un laghetto dove si forma un vero e proprio ecosistema in cui le piante eliminano gli inquinanti, utilizzandone una parte per la loro crescita. Nel libro corredato di una importante parte grafica, con le fotografie di Dario Fusaro, si approfondiscono le scelte di progettazione, di realizzazione dell’impianto e le tecnologie attualmente esistenti. Oltre alla progettazione gli autori analizzano i materiali utilizzati, le tecniche di manutenzione, nonché quelle di sicurezza, con le relative soluzioni rapportate ai diversi committenti pubblici e privati, e funzionali alle caratteristiche realtà territoriali. Il testo include un cd rom con un capitolato scaricabile e personalizzabile, e un foglio di calcolo per il computo metrico estimativo.


Informazione pubblicitaria

KLIMAHOUSE UMBRIA 2011 Fiera specializzata per l’efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia Bastia Umbra (PG), 21-23 ottobre 2011

Formazione e informazione a Bastia con Klimahouse Umbria Tre giorni di esposizione, congressi, visite guidate e molteplici momenti d’incontro all’insegna dell’edilizia green nel centro-sud Italia. A Bastia Umbra, in provincia di Perugia, torna per la terza volta Klimahouse Umbria dal 21 al 23 ottobre. Venerdì 21 e sabato 22 la fiera è aperta a imprenditori edili, architetti, ingegneri, geometri, enti pubblici mentre domenica 23 ottobre la manifestazione si rivolge anche ai privati. L’edizione 2010 si era chiusa registrando un trend positivo con i suoi 135 espositori e 6.310 visitatori. A fronte degli eccellenti risultati, Fiera Bolzano ha così deciso di rinnovare la sua presenza a Bastia Umbra, piazza ottimale per la manifestazione. Con la terza edizione di Klimahouse Umbria continua il sodalizio ideale tra l’Alto Adige, punta di diamante della sostenibilità edilizia a livello nazionale, e la Regione Umbria che sta scalando le classifiche nazionali in fatto di costruzioni green. Dal 2008, infatti, in Umbria è in vigore un piano di promozione per le certificazioni edilizie ambientali. “L’obiettivo che ci proponiamo - spiega Silvano Rometti Assessore Tutela e valorizzazione ambiente, Infrastrutture, trasporti e mobilità urbana, Politiche abitative ed edilizia pubblica - è quello di incrementare la realizzazione di case ‘ecologiche’, in cui il comfort abitativo si coniuga con il risparmio energetico. Criteri che nel 2011 intendiamo estendere anche a scuole e uffici”. Anche quest’anno l’assetto espositivo della fiera coinciderà con i due comparti chiave dell’edilizia efficiente sul piano energetico. Il primo, la “Costruzione negli edifici”, conterrà i settori delle finestre termoisolanti,

porte e portoni, dell’isolamento termico, della produzione degli elementi per prefabbricati, delle coperture, dei tetti, del risanamento e delle facciate ventilate. La seconda area tematica sarà invece dedicata alla “Tecnologia dell’edificio” e avrà come oggetto il riscaldamento, la ventilazione, il raffreddamento, l’uso delle energie rinnovabili e tutti i sistemi di regolazione e misurazione. L’edilizia sostenibile di qualità, il basso consumo energetico, i materiali naturali e l’elevato livello di comfort stanno diventando uno standard nelle costruzioni umbre e la terza edizione di Klimahouse Umbria rappresenta un’occasione imperdibile per toccare con mano questa tipologia di edifici. A corredo della manifestazione, Fiera Bolzano, infatti, ha messo a punto tre visite guidate sul territorio umbro. Venerdì 21 ottobre 2011, dalle ore 10.00 alle ore 11.30 è possibile visitare l’abitazione civile “Villa Elisabetta” CasaClima (classe B) ad Assisi - Santa Maria degli Angeli (PG) con partenza direttamente dal quartiere fieristico di Bastia. Nel pomeriggio è in programma un doppio tour, dalle ore 13.00 alle ore 16.30, che prevede la visita all’abitazione civile “Villa Elisabetta” e subito dopo a “Elios Residence” (CasaClima classe oro) a Perugia, tour che era stato proposto durante l’edizione 2010 di Klimahouse Umbria quando l’edificio era ancora in fase di cantiere. Sabato 22 ottobre 2011 è possibile visitare, dalle 10.00 alle 13.00, una CasaClima con struttura in legno Xlam (Classe A) a Castello, località Pistrino – Citerna (PG), sempre con partenza direttamente dalla fiera. Il ricco programma collaterale di Klimahouse Umbria è messo a punto da Fiera Bolzano in collaborazione con i suoi partner storici tra cui l’Agenzia CasaClima, Legambiente, ANIT-Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico e Sinergie Moderne Network. Splendida la cornice storica e ambientale dell’evento. La Fiera polifunzionale di Bastia Umbra si trova infatti a pochi chilometri da Assisi e Perugia e costituisce un polo facilmente accessibile da tutto il centro-sud della penisola.

Tutte le informazioni sono disponibili su Internet all’indirizzo www.klimahouse-umbria.it


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Speciale UniversitĂ 5 | 2011 1 Il ruolo della strada urbana alfonso annunziata Dipartimento di Architettura, UniversitĂ degli studi di Cagliari

2 La pianificaziona urbana e i sistemi di trasporto martina rizzo Ingegnere civile, Politecnico di Bari


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speciale università/1

Il ruolo preminente della strada urbana

alfonso annunziata Dipartimento di Architettura, Università degli studi di Cagliari

Ricerca finanziata dalla Regione autonoma della Sardegna, con fondi a valere sul programma Operativo Fse Sardegna 2007-2013 – L. R. n° 7, 7 agosto 2007, promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna

Stato delle strade urbane Non è arduo notare come la strada urbana sia oramai un panorama vuoto, povero, pervaso di un senso di muta apatia. Come nota Koolhas, essa non è che “un residuo, un congegno organizzativo, un mero segmento del piano metropolitano” e “lo spazio aperto della città non è più un teatro collettivo dove qualcosa accade: non resta più nessun qualcosa collettivo”. Un uso esasperato delle auto, e una tesi che ne emana di pensare l’area urbana per le auto, ponendo le sue pretese come spunto e base di un nuovo e povero modo di pensare il panorama urbano sono una causa di una sua crisi estesa. Ancora, una non meno forte causa è la pretesa di pensare l’area urbana come un robot, ponendo una forte enfasi su una piena adesione a severi standard. Tali tesi sono eco e apice di una fede in una utilitas reputata vero e unico senso e statuto del nuovo ordine con cui il pensiero moderno si propone di fondare un suo sano e decoroso habitat. La funzione avoca pertanto a sé un nuovo potere; essa emana da un sapere vasto, preteso sicuro ed esente da mancanze, da cui mutua i suoi standard e un senso di vero che non si può opinare; non meno essa reputa e persuade di poter esaudire le necessità dei suoi utenti; pertanto dona al nuovo ordine che si propone di emanare un senso di status equo, sano, prospero. Due sono i nocivi esiti che emanano da tale modo di pensare. Pensare un area urbana come un robot, presume che le sue parti siano deputate a una data e precipua mansione. La strada è così mero “spazio del movimento”, e perde il suo status di set di un vasto novero di eventi. Non meno, reputare l’area urbana feudo dell’auto e un suo uso via via più esteso causano un acuto aumento del rumore, di gas e polveri,del numero di persone morte o ferite, ma pure un oneroso sperpero di suolo. Tali fenomeni sono la causa di un panorama urbano vuoto e povero, che il pedone reputa non suo e in cui non sosta. Come nota Appleyard un aumento del numero di autovetture è fonte di un forte calo del numero e del tenore di modi d’uso di cui il tessuto urbano è teatro. Da ciò non emana solo un panorama più povero, ma pure una nociva ed estesa erosione del tessuto sociale. Ancora, reputare un parco novero di standards unico spunto su cui fondare il percorso ideativo svuota l’opera di una parte non vana del suo senso, ne censura lo statuto poetico come ornato vacuo e causa ed esaspera, pertanto, l’opaca e mesta anomia che permea il panorama urbano. Un tanto avaro e anemico etos, in più teso a secondare e a promuovere un uso, ove non un abuso, dell’autovettura, pone come suo nocivo esito l’onerosa espansione di vasti e mesti vuoti che svuotano ed erodono la trama urba-

na. Vaste zone per la sosta, boulevard maestosi, ponti, rampe, e le zone-residuo, mute e spente che si estendono tra tali opere o le coronano, evocano cesure ampie e sorde, rompono la coesione del panorama urbano e ne lacerano la trama. Creano brani urbani vasti e radi e rendono più tenui e precarie le unioni tra parti del panorama urbano; provocano la sua esplosione in un mosaico di frantumi, tra cui la sola arida unione è data dal poter muovere tra essi; ovvero, non vi è più l’orma di una vera e sana coesione che emani dal ritmo nitido e posato di una poetica severa, ponderata. Rem Koolhas nota come “l’ascensore, con la sua possibilità di creare collegamenti meccanici anziché architettonici, e il complesso di invenzioni che da esso derivano, annullano e svuotano il repertorio classico dell’architettura. Questioni di composizione, scala metrica, proporzioni, dettaglio sono ormai accademiche”; questo teorema, se viene esteso a una trama urbana sempre più ampia e alle sue vaste e vuote pause, espone e consente di capire le cause dell’anomia che la pervade. Bruno Secchi parla di una opaca “assenza di un’esperienza significativa” del panorama urbano, causata da una sorda e avara povertà semantica di uno “spazio aperto… enormemente dilatatosi” che “sembra essersi polverizzato in un insieme episodico di frammenti da loro collegati da spazi privi di un chiaro statuto”. Il recupero dei vuoti urbani Sanare l’acuta e vasta crisi, l’anomia e la penuria di contenuti dei vuoti urbani è il dovere e il senso da cui un loro colto recupero non si può esimere. Tale dovere, il tenore vario e denso di note e contenuti di un’area urbana e le mancanze di un pensiero moderno, opaco, che non sa più donare un acuto e sano statuto ad aree urbane via via più estese, rade e povere, persuade a maturare un modo di pensare nuovo e di vasta portata, il cui tema e la cui nota sia il paesaggio, nel suo senso più vero di esito del potere formante di uomo e natura, eco e prova di una unione in perpetuo fieri tra un sito e i suoi utenti, e da cui il sito mutua il vasto novero di contenuti, di toni, di fermenti di cui è pervaso. Chris Waldheim, citando Stan Allen, preside della facoltà di Architettura dell’Università di Princeton, nota che “il paesaggio sta emergendo come un modello per l’urbanistica” e, come persuadono a credere le opere di James Corner o di Rem Koolhas, per un vasto e colto recupero di vuoti, di zone-residuo, di scarti di una vorace espansione urbana e di brani del panorama urbano che paiono zone d’ombra, oscure, feudo del caso. Il paesaggio deve avocare a sé la veste di panorama e di senso di un’opera di recupe-


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Speciale Università

ro di una strada urbana; come sfondo esso esorta a reputare una strada come parte di un brano urbano vasto e denso di note, di toni, di contenuti che emanano dal tenore di una mai costante unione con i suoi utenti. Il vero senso di una strada non emana solo dal nesso che essa evoca e pertanto dal numero di auto che si presume o si reputa doveroso ospiti, ma emana dal suo far parte di un panorama urbano avente un suo ego e una storia. Ciò rimanda al senso di un’area urbana come medium e come esito del continuo mutare e maturare di una civitas e del suo vero e puro io. Mutare lo status quo presume pertanto mutare il senso di un brano urbano. Non è arduo notare che un’opera, se sorda al sito, lo prevarica, ne oscura e depaupera l’io, lo rende più povero e vuoto. Un’opera deve invece saper donare al sito un nuovo senso, deve rendere il suo contenuto più vasto e ferace. Pertanto l’uomo deve saper udire la voce del sito e deve reputare tale voce lo spunto su cui fondare un oculato iter ideativo. È bene pensare l’opera come fase di un iter, del mutare di un’area, e pertanto, coerente al suo stato presente. Marot espone tale tesi proponendo la metafora, coniata da Corajoud, del discorso, cui una persona non può prender parte senza tener conto di tesi e pareri altrui, e senza avere come scopo portare un nuovo contenuto, un nuovo spunto, onde far prosperare la conversazione. Ovvero, si deve pensare il progetto come un iter in cui l’autore deve udire la voce del sito e la voce del futuro utente, le sue pretese, i modi d’uso che prevede o propone, e deve mediare tra questi e le tesi e il credo che pervadono la sua poetica. Come si può capire il senso di un sito? Per Girot l’autore deve in primis sentire il sito, esperire una scoperta emotiva ed empatica di un’area, e prendere nota di pensieri e di opinioni in nuce, che così si formano. È uno stadio in cui l’uomo non pensa, non medita; mutua dal sito una nota emotiva, una sensazione; così come nel conoscere una persona è bene maturare una opinione in modo autonomo, così nel conoscere un sito, l’autore non deve esitare a maturare una sua precipua opinione; e come nel conoscere una persona, un peso non secondario è detenuto dal novero di sensazioni scaturite dal primo incontro. A tale fase deve seguire un periodo di esame severo di cause e forze da cui il sito mutua note, toni e statuti del suo io. È questa la fase del grounding, in cui l’autore non deve trascurare né la storia, né l’economia o i fermenti sociali, né il suolo o il clima, né la dote, i tesori, di un sito. Come nota Girot non si deve prender nota solo di cosa si vede ma, pure dei contenuti più ideali e incorporei di un sito, come riti, usi, eventi, fedi e opinioni di cui il sito è o fu scenario.

A tale fase segue la scoperta. La scoperta è esito sia di un evento casuale, che traspare in un senso di stupore, sia è esito di uno studio accurato. La cosa trovata, sia un ente concreto o la memoria di un evento, è la nota, il quid, che dona un senso unico al sito, e che l’autore pone come base del percorso ideativo. Ma scoperta evoca pure il percorso che porta una persona a trovare. È un iter aperto a un vasto novero di esiti, e che l’opera non deve e non può normare. Pertanto se la “cosa trovata” è per l’autore la nota da cui trae spunto l’idea, il senso di scoperta come percorso aperto, è lo status che deve donare alla sua opera, proponendola sia come ente da scoprire, sia come medium per esperire il sito. Capire il vero io di un sito è pertanto lo spunto su cui deve vertere il recupero di un vuoto urbano o in senso più vasto l’atto del fondare; esso evoca la fase in cui l’uomo compone un’idea e le dà corpo, donando al sito una nuova veste e un nuovo statuto o una nuova nota o tono al suo contenuto. Come coniare una nuova parola, o donare a una parola un nuovo senso è parte del mutare di un idioma, ne rende più vasto il contenuto, e ne muta l’uso da parte dei suoi utenti, ove consenta loro di dare voce e forma a una nuova idea, così “fondare” presume una nuova ☛

Figura 1 – il tessuto urbano antico è connotato da una trama urbana densa, in cui i percorsi non ampi evocano un senso di serena e amena quiete


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☛ fase e un nuovo dato nel processo che forma l’io di un’area. In tal senso il paesaggio è pure il senso vero di un’opera. Ciò presume donare a un’opera il senso sospeso di stato temporaneo, in fieri, di percorso aperto e lo status di panorama pervaso di un vasto novero di note e sensi e propenso a dare adito a un non meno vasto novero di opinioni, pareri e in primis di usi. Pensare un’area come set di un vasto novero di usi, in cui l’utente è uso e ama spendere una parte non povera del suo tempo, rende più forte l’unione tra uomo e sito, e dona al sito un nuovo status e un senso più fecondo, ove le persone, se ne sono autori e utenti in vari modi, lo vestono di un ampio novero di nuovi sensi e di nuovi status; ciò persuade l’uomo a reputare il sito come parte e come fonte del vero io della sua comunità. Non meno, pensare una strada come parte di un brano denso di contenuti presume che i modi d’uso che promuove siano esito ed eco del vero status del sito e di usi ed eventi di cui il panorama urbano, le frontiere e la sfera privata, sono alveo. Si deve notare che modi d’uso non consoni al vero io di un’area, oscurano tale io, lo svuotano del suo senso, e rendono povera, vuota, precaria, l’unione tra uomo e sito. Rendono il sito uno sfondo muto e assente, che non prende parte, non dona una nota, un tono, un sentore suoi, ai modi d’uso che ospita, e non trae da essi alcun nuovo contenuto. Ciò presume pensare il sito come un mero e neutro “spazio”, da usare, ma verso cui si reputa di non avere alcun dovere. Se ciò è vero, è doveroso non solo desumere

Figura 2 –Barcellona, Gran Via de les Corts Catalanes. L’opera di Carmen Fiol e Andreu Arriola, persuade a pensare il recupero di un boulevard come occasione per dare un nuovo valore a un panorama urbano; foto di Beat Marugg; da www.e-architect.co.uk

dal vero io del sito il peso che le auto devono avere in seno a una strada, ma pure reputare l’uomo suo utente prioritario, ponendo come base del recupero di essa il teorema che invita a “privare le autovetture dello spazio superfluo e restituirlo ai pedoni”. Contenere il peso che le auto paiono avere in seno al panorama urbano presume censurare modi d’uso da cui un numero contenuto di persone trae un beneficio, ma da cui emana un vasto e acuto onere per un numero ben più ampio di persone, per cui la strada perde lo status di scenario in cui poter stare. È bene pertanto promuovere un più esteso ricorso al trasporto di massa, contenere il numero di auto in sosta su strada ed esonerare taluni percorsi, in zone a forte statuto storico o abitativo, da un oneroso e copioso “traffico di attraversamento”. Non è arduo notare che una strada senza auto è un panorama in cui il pedone non deve temere per sé, in cui non è oberato da un acuto carico sonoro e in cui si può muovere senza penare in percorsi tortuosi o ben poco ampi. La strada deve però recuperare la sua veste di agorà, in cui le persone si muovono a piedi, in cui sono use e amano stare, in cui conversano o si siedono, in cui sostano per una pausa serena, per pensare, per evadere da routine onerose, per perdersi tra le parole di un libro, per udire un suono o captare un aroma, per esperire il panorama urbano, per sondare il vasto novero di toni e note e storie di cui è pervaso; i bambini vi devono poter giocare. L’utente deve poter mutuare dal panorama urbano un senso di stupore, un vasto e sereno novero di note emotive; vi deve star bene. Un panorama denso di persone, vivo, esorta ancor più persone a sostare; l’uomo ama stare dove vi sono numerose persone. Tale fenomeno è spunto per recuperare una forte e pura coesione sociale.Pervenire a tale fausto esito, presume donare a una strada lo status di brano urbano ameno, aperto, luminoso, non precluso a persone menomate, in cui l’utente non deve temere per sé, in cui i suoni siano tenui e non meno tenue e posato sia lo scenario termico. Tale tesi persuade a maturare un nuovo percorso creativo il cui focus siano canoni e cautele che emanano da un esame dei fenomeni che mutano il senso di comfort di un utente e uso a ponderare il peso detenuto dai componenti di un panorama urbano (prati, cortine verdi, arredi, la natura di pareti e suoli che coronano il vuoto) nel mutare lo status di un sito, il comfort, nel donare a esso una pura e posata eufonia. Non avare di spunti sono in tal senso sia la Rambla de la Ronda del Mig di Jordi Heinrich e Olga Tarrasò, sia la Gran Via de les Corts Catalanes di Andreu Arriola e Carmen Fiol.


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Il tema compositivo Non meno la strada deve donare al panorama urbano una nota di venustas, e una ratio severa e forte. La prudenza è doverosa. È bene notare che, nel caso in cui l’area emani un forte genius loci, l’opera deve optare per un tono più cauto e tenue. La strada deve in tal caso promuovere la scoperta di un’area, proponendosi come evento che non ne turba né oscura la ratio, ma le dà voce, e un tono più acuto. Viceversa, nel caso in cui il senso del luogo sia vago, la strada deve evocare una poetica forte, avocando a sé la veste di norma tesa a donare un senso vero e nitido al vuoto urbano. A tale scopo, la poetica che pervade l’opera deve avocare a sé il senso di “progetto di suolo”, di estro che pur proponendo un austero repertorio di severi e poveri fonemi, sa dar vita a forme nuove e mai scontate, sa donare al panorama urbano un tenue pathos, un nuovo senso e una severa ratio, non esente da una tenue e pura nota retorica, sa dare adito ai modi d’uso di cui l’opera è reputata proscenio e sa evocare una vasta rete di nuove unioni. Tale status non deve però dare adito a un vacuo edonismo; è un esame severo, ma non avaro di acume, del particolare e dei vari componenti di un vuoto urbano, sancendo una piena osmosi tra utilitas e venustas, a donare a un’opera una serena eufonia. Vale la pena notare, per esempio, come la sontuosa armonia che pervade la trama urbana senese non sia esito di maestose “mi-

rabili architetture” ma emani da una “costante attenzione alla soluzione di problemi tecnici di dettaglio” il cui apice è l’armonia di Piazza del Campo, il tenue calore evocato dal suo suolo, la sua pendenza e la trama che la orna, in cui soluzioni pensate per lo scolo delle acque sono al contempo segni di raro tenore retorico e da cui l’opera trae una fiera nota scultorea. Il medesimo “sofisticatissimo minimalismo” traspare dalla ratio che pervade il Fossar de les Moreres, e è esito del tono austero che emana dai materiali, della trama che orna il parterre e del suo sinuoso andamento concavo. Non secondario né vano scopo di un nuova poetica è sanare è l’opaco contenuto emotivo che emana dal panorama urbano moderno, ovvero la “assenza di un’esperienza sistematica e significativa dello spazio aperto”. È pertanto buona norma sancire un nesso forte e denso di toni e contenuti tra le varie pause del panorama urbano, pensare i vuoti urbani come note di un unico brano, come snodi di un racconto coeso e coerente che, esito di un verbo poetico che si palesa in forme sempre nuove, enumera una vasta varietà di “trovate”, evocando un panorama urbano vario ma concorde e armonico. Esso dona al tempo che un utente vi spende un tenore e un sapore di scoperta continua, venata di una nota di stupore. In tal senso, un panorama urbano che propone un mosaico di sinuose vie e vuoti più vasti, che propone ora la muta ☛

Figura 3 – Veduta area di Piazza del Campo a Siena. Notare la trama radiale che istoria il parterre; foto: Citypictures.org


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Figura 4 – Particolare del Fossar del les Moreres opera di Carmen Fiol e Andreu Arriola; da “Costruire in laterizio N. 101”, settembre 2004, Casals Lluis, Plaza del Fossar de los Moreres, p.33

☛ e ombrosa pace di strade non ampie, ora il pathos sonoro di più estesi vuoti desta un vario novero di note emotive; ne sono prova le parole di Secchi che, citando il pensiero di Proust, esorta a notare il forte peso emotivo detenuto dalla netta escursione tra la “pressione esercitata dallo spazio ristretto delle calli veneziane e del loro susseguirsi e l’improvviso dilatarsi del campo o della vista sul bacino e la laguna”. La teoria dei frattali Non è vano notare, ancora, come una fonte da cui mutuare una nuova poetica, tesa a sanare l’erosione del panorama urbano, è la teoria dei frattali. Tale tesi propone come nomos del panorama urbano una trama frattale e persuade pertanto a maturare una nuova, severa, feconda, poetica il cui corpus di canoni verta sui temi di Proporzione e Scala; ovvero, tale tesi, presume un coerente e severo mosaico di enti e trame di varia misura, teso a evocare una pacata e armonica osmosi e unione, una serena consecutio, tra la scala del particolare e le scale più ampie. L’idea che pervade un tale nuovo pensiero, pertanto, è che dar forma a una trama urbana densa, scavata da percorsi sinuosi, coronati da fronti erosi da cesure e pause, in cui si pone una nuova e colta enfasi su un severo esama del particolare, promuova una copiosa e non avara osmosi tra parti del tessuto urbano, tra sfera privata e spazio aperto e una sana e ferma unione tra civitas e urbs.Si suppone pertanto che il vasto recupero di una organized complexity restauri il senso evocato dalla città pre-moderna di vero e

ameno habitat dell’uomo. Una trama frattale esuma una remota unione tra uomo e natura, una tenue e sopita memoria atavica, ed evoca la vera e pura natura umana. Non è arduo presumere che un mosaico urbano denso e vario, e non avaro di note e spunti, di sorprese, evita che la mente umana mutui dal contesto un opaco senso di torpore, ove un panorama vuoto e povero può, invece, rendere più arida e povera la mente umana. Ancora, per acuire la coesione tra la persona e il sito, è bene reputare come spunto e input di un’opera l’uomo, la portata dei suoi sensi, il modo in cui si muove, onde mutuare da essi il ritmo e la scansione del panorama urbano. Si noti, per esempio, come un portico in cui il passo tra le colonne sia “a misura d’uomo”, ovvero compreso tra uno e tre metri, desti in un utente un senso e una nota di comfort in quanto costui si sente consonante con il sito, si sente suo padrone e non prova il senso di spaesamento evocato da una cesura, da un acuto salto di scala tra sé e il contesto; tale molesto sentore emana non di rado da scenari urbani vuoti e ampi in cui l’uomo si sente perso o estraneo, che teme e che sente pesare su di sé. Conclusioni Un vuoto urbano, se offre un panorama ameno e pervaso di un senso di posata eufonia, esorta l’utente a sostare, si propone come scenario da cui mutuare un senso di serena pace e di stupore. In tal senso, una nuova poetica, che dona un nuovo peso e un nuovo senso a un esame severo del sito e del tema compositivo, che dona un vasto novero di contenuti al panorama urbano e lo apre a un non meno vasto novero di eventi, non è culto di una vana estetica, o di orme di ere remote, di una vacua memoria, ma è un atto dovuto per restaurare il connettivo urbano come scenario fecondo e vivo, in cui nasce una sana e coesa civitas e in cui matura il suo vero io. Tale opera deve in primis porsi come scopo il recupero di percorsi locali, a forte statuto abitativo o storico, o in cui numerosi siano i caffè, i ristoranti, le boutiques, ove più acuta e urgente è per le persone la necessità di scenari in cui poter stare o muovere, idonei a promuovere e dare adito a un vasto e fecondo novero di occasioni. Non meno un recupero di vasti brani del panorama urbano presume pensare e fondare la mobilità urbana su una estesa rete di trasporti di massa; questa deve servire e saper esaudire una cospicua quota parte della domanda di trasporto, onde persuadere un ampio numero di utenti a optare per un meno oneroso modo di muoversi verso o entro un’area urbana e onde pervenire al non meno auspicato esito di contenere un esasperato e oneroso uso del veicolo privato. ◆


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La pianificaziona urbana e i sistemi di trasporto Caso di studio: Curitiba, Brasile

martina rizzo Ingegnere civile, Politecnico di Bari

Note al testo [I] IBGE, Instituto Brasileiro de Geografia e estatistica, 2010, www.ibge.gov.br, (ultima cons. 09/07/2010) [II] Ragona R. (2010), Città intelligenti: l’esempio di Curitiba, http://smartercity.liquida.it Ippuc, Instituto de Pesquisa e Planejamento Urbano de Curitiba, 2011, Planejamento - Zoneamento e uso do solo, www.ippuc.org.br (ultima cons. 09-07-2011) [III] Ibid. [IV] Ibid. [V] Ippuc, 2008, Plano de mobilidade urbana e transporte integrado, p.22.

1. Introduzione Curitiba è una città del Brasile, capitale dello Stato di Paranà, di 1,8 milioni di abitanti, situata a sud ovest di Sao Paulo, che si estende su 435 kmq di territorio. Ha 26 municipalità, 75 quartieri distribuiti in 9 Amministrazioni Regionali[I]. Curitiba è l’esempio di come si possa progettare una città secondo i criteri di sostenibilità. Viene considerata un laboratorio vivente di progetti[II] in grado non solo di rispecchiare i canoni dell’ecosostenibilità ma anche di rispondere alle esigenze degli abitanti, anche quelli più poveri. La città si è trovata a fronteggiare i problemi derivanti da un’espansione repentina che ha portato la popolazione a più che raddoppiarsi dagli anni ’50 agli anni ’60 e a crescere con elevati tassi anche nei decenni successivi. Il principale fautore di tutte le politiche in atto è l’architetto e urbanista Jaime Lerner, che fu eletto sindaco della città a soli 33 anni e che fu rieletto per altre due decadi.Il percorso non è stato per niente facile, ma attualmente Curitiba è la città con il più elevato tasso di scolarizzazione del Brasile ed è una delle città più “verdi” del mondo con i suoi 51,5 mq di area verde procapite e la sua politica del riciclo. Il motto è Lixo que não é lixo (Trad. it.: Il rifiuto che non è rifiuto). È stato implementato il cosiddetto “cambio verde”, i rifiuti vengono scambiati con biglietti dell’autobus, buoni pasto o libri e materiale scolastico. Nel seguente lavoro si esaminerà l’innovativo approccio con cui è stato implementato il piano urbanistico, ovvero in maniera integrata con il sistema di trasporto collettivo e il controllo dell’uso del suolo.

2. La pianificazione della città La legge 2828/66[III] delineò la zona centrale, limitando la sua espansione. Fissò le modalità di sviluppo dei servizi e delle aree commerciali e definì le zone residenziali e quelle per la futura espansione della città. Con la legge 4199/72[IV] si stabilì che lungo gli assi strutturali si dovesse aumentare la densità di popolazione e si dovessero predisporre infrastrutture che permettessero lo sviluppo di un sistema di trasporto di massa, capace di soddisfare la domanda attuale e futura di trasporto. Furono previsti degli incentivi per i costruttori e gli imprenditori affinché rispettivamente costruissero e localizzassero le loro attività lungo gli assi. Mentre, nello stesso periodo, le altre città del Paese sostenevano l’utilizzo del veicolo privato a sfavore degli altri mezzi di trasporto, costruendo viadotti e autostrade all’interno della città, Curitiba sviluppò la prima rete pedonale del Brasile dando priorità ai pedoni soprattutto nella zona centrale. Con la stessa legge furono definite le zone esclusivamente pedonali, ovvero il centro storico, che fu ristrutturato e rivalutato, e la “Rua XV de Novembro”, la prima strada pedonale di tutto il Brasile. Con la legge 4773/74[V] fu concretizzata, ai margini della città, la Città industriale di Curitiba (Cic). Si rese necessario, al fine di garantire un’adeguata integrazione con la rete viaria urbana, una riorganizzazione di tale rete, tramite una gerarchizzazione delle strade. Ciò avvenne tramite la progettazione di cinque assi strutturali. Tali assi sono costituiti da un sistema di tre strade. La strada centrale, costituita da due corsie a uso esclusivo degli autobus urbani, è ☛

Higher Density (Commerce + Housing) Higher Capacity One Way Streets Direct Bus Routes

Bus Corridor Express Bus

Structural Sector Housing Zone

Figura 1 - Sistema ternario di un asse strutturale. Fonte: Urbs

Decreasing Densities


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Figura 2 - Sezione di un corridoio strutturale. Fonte: Ippuc

Note al testo [VI] Rabinovitch J. - Hoehn J., op.cit., p.19 [VII] Ippuc Planejamento - Zoneamento e uso do solo, cit [VIII] Cinquina A. op. cit., p.16. [IX] Rabinovitch J. - Hoehn J., op.cit., p.15 [X] Ibid., p.15 [XI] Ippuc (2008), Plano de mobilidade urbana e transporte integrado, p.24

☛ fiancheggiata da due strade laterali a traffico lento con direzioni opposte che consentono l’accesso agli esercizi e alle altre attività disposte lungo gli assi. Altre due strade corrono parallele alle prime, ma spostate di un isolato, sono dette vie rapide e sono destinate al flusso continuo dei veicoli[VI]. Nel 1974 furono realizzati i primi due assi, quello Nord e quello Sud. In quegli anni gli autobus trasportavano circa 54.000 passeggeri al giorno. Nel 1982 furono completati tutti e cinque gli assi e integrati con la realizzazione di una struttura gerarchica delle strade e con un efficiente sistema di trasporto, i passeggeri divennero 774.000 al giorno[VII]. Seguendo uno dei principi su cui si basa il Plano Director, ovvero quello di sfruttare le risorse disponibili, per evitare grandi espropri, l’Ippuc decise di realizzare gli assi collettori e le vie di collegamento tra essi tramite la connessione di strade già esistenti. Le vie locali, poiché erano caratterizzate da minor traffico, furono progettate con ampi marciapiedi e alcune furono attrezzate con aree ricreative e piccoli giardini pubblici.

Lo scopo principale degli assi, come già enunciato, era quello di indirizzare la crescita della città fuori dalla zona centrale e di ridistribuire la densità. A tal fine, la legge 5234/75[VIII] limitò l’occupazione e la densità delle zone periferiche e allo stesso tempo incentivò l’occupazione delle aree vicine agli assi strutturali, dove il pian terreno e il primo piano degli edifici dovevano essere riservati al commercio e ai servizi. Si stabilì che il rapporto tra volume e area edificati si dovesse ridurre all’aumentare della distanza dagli assi serviti dal trasporto pubblico. La ridistribuzione della densità ridusse la congestione in modo tale da facilitare gli spostamenti da e verso il centro cittadino, pur mantenendo il numero di passeggeri a livelli abbastanza elevati da consentire al trasporto pubblico di essere finanziariamente autosufficiente. La città, per aumentare il profitto socioeconomico della sua attività di pianificazione, diede priorità al trasporto pubblico e incoraggiò i cittadini a utilizzare gli autobus stabilendo diversi orari di inizio lavoro per le differenti attività, in modo da distribuire la domanda nell’arco della giornata ed evitare la congestione delle linee. Per esempio, i negozi e le industrie dovevano iniziare a lavorare alle 7 del mattino, le scuole alle 8, le banche e le libere professioni alle 9, i servizi pubblici alle 9:30[IX]. Gli edifici non sono visti come “scatole” isolate, ma come elementi che generano spostamenti[X]. Da ciò si può comprendere un altro esempio del ruolo della municipalità: la costruzione di alloggi popolari. Piuttosto che costruire grandi quartieri isolati, monotoni, potenziali centri di degrado sociale, la municipalità cercò di sfruttare l’efficiente trasporto pubblico, acquistando terreni vicini ad alcuni dei corridoi strutturali prima del loro sviluppo. Successivamente sovvenzionò la costruzione di case popolari vicino a queste strade e alla Città industriale (Cic). Furono inoltre localizzati in tutta la città altri edifici di dimensione minore affinché si fondessero con le aree residenziali circostanti. La vicinanza ai corridoi degli edifici suddetti comporta anche una “vicinanza” in termini di tempo e di costi ai luoghi di lavoro e alle altre attività. In tal modo le famiglie a basso reddito che usufruivano delle case popolari furono integrate nell’economia e nella cultura dell’intera città[XI]. 3. Evoluzione del sistema di trasporto Solo nei primi anni Settanta si iniziò a implementare un sistema di trasporto di massa, integrato con la rete stradale e con programmi di controllo del territorio. L’attuazione del nuovo sistema, come già


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detto, ebbe inizio nel 1974, con la creazione dei primi due assi strutturali Nord e Sud e l’implementazione delle linee Espresas e Alimentadoras che verranno descritte in seguito. Il sistema trasportava 54.000 passeggeri al giorno e copriva circa l’8% della domanda. Nel 1977 fu costruito il terzo asse, l’asse Boqueirão, e il sistema passò a coprire il 34% della domanda[XII]. Nel 1979 il sistema incorporò le linee Interbairros e nel 1980, con la costruzione degli ultimi due assi, Ovest ed Est, fu definita la Rede integrada de transporte (Rit). Contemporaneamente, come verrà ampiamente descritto in seguito, fu adottata la tariffa unica, grazie anche all’installazione di fermate con tornelli di accesso. Gli utenti avevano, in tal modo la possibilità di cambiare linea all’interno di adeguati terminal e, perciò, di effettuare diversi percorsi con il pagamento di un unico biglietto. Nel 1991, cercando il continuo perfezionamento, si introdusse la prima linea Directa e si decise di costruire lungo gli assi strutturali, al fine di ridurre i ritardi dovuti alle operazioni di salita e discesa dagli autobus da parte degli utenti e al fine anche di garantire un agevole accesso al servizio da parte di disabili, passeggini e anziani, delle speciali fermate a tubo, che verranno ampiamente descritte in seguito. Nel 1992 furono introdotti autobus articolati di elevata capacità, in grado di trasportare fino a 270 passeggeri. Nel 1996, in accordo con la Comec (Coordenação da região metropolitana de Curitiba), l’Urbs iniziò a controllare i trasporti nell’Area Metropolitana, estendendo i benefici del sistema ai comuni limitrofi[XIII]. 4. Fermate a tubo È questa una delle più significative innovazioni del sistema di trasporto di Curitiba. Le fermate sono costituite da una struttura di alluminio e plexiglass, sollevata rispetto al suolo, in modo tale da consentire le operazioni di salita e discesa dall’autobus, senza superare alcun gradino. Gli utenti possono entrare all’interno della fermata tramite un sistema di tornelli di accesso che si aprono dopo il pagamento della tariffa. Quest’ultima, infatti, non viene pagata, come avveniva precedentemente, sul mezzo, provocando ritardi. È disposto, poi, un piccolo ascensore accanto all’ingresso per consentire l’agevole accesso anche a disabili, passeggini e utenti con valigie o pacchi. Per regolare il flusso in entrata e in uscita, i passeggeri che devono salire su un autobus entrano in una parte della stazione differente da quella da cui escono i passeggeri

che scendono dall’autobus. Il punto di ingresso contiene un pannello con le mappe colorate delle varie linee della rete per cui gli utenti possono verificare immediatamente se sono nella corretta fermata prima di pagare il biglietto ed entrare nella stazione. Queste particolari fermate sono disposte lungo linee che utilizzano autobus adeguatamente predisposti. Il primo tipo di mezzo a essere introdotto fu il “Ligeirinho”. La caratteristica di tale autobus è quella per cui nel momento in cui si allinea alla stazione a tubo, le porte si aprono e si dispiega automaticamente una pedana proprio in corrispondenza della soglia della fermata. Il tutto è assicurato da un sistema di controllo remoto, che non permette l’apertura delle porte se non vi è perfetto allineamento. Le porte dell’autobus, così come le pedane delle stazioni, sono differenziate tra ingresso e uscita. Questo sistema produce il cosiddetto “effetto metro”, operando, infatti, come una e vera proprio metropolitana di superficie su ruote. Facilitando la salita e la discesa dall’autobus si riducono considerevolmente i tempi ☛

Note al testo [XII] Ippuc, Instituto de Pesquisa e Planejamento Urbano de Curitiba (2011), Planejamento – Transporte coletivo www.ippuc.org.br [XIII] Goodman, J. et al. 2005. Curitiba’s Bus System is Model for Rapid Transit, articolo tratto da “Race, Poverty, Envinronment” ed. Winter 2005/2006, pubblicato da Urban Habit Program, California, p.76 Figura 3 - Fermate a tubo lungo la linea Directa Fonte: Urbs


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Figura 4 - Distribuzione della viabilità lungo gli assi strutturali

per la sosta, che adesso generalmente sono compresi tra i 15 e 19 secondi[XIV]. 5. Terminal Occorre specificare che, anche se con la parola “terminal” generalmente si intende la destinazione finale di una linea, nel sistema di trasporto di Curitiba, “terminal” sta ad indicare una stazione di trasferimento, dove avvengono le coincidenze con altri livelli del servizio. Esistono terminal centrali (terminale do meio) e capilinea veri e propri (terminale de ponta). Si tratta di strutture urbane che consentono l’integrazione tra le varie linee che costituiscono la Rete integrata di trasporto (Rit) [XV]. Dopo il 1980 i terminal furono costruiti seguendo lo stesso design di una stazione della metropolitana. Sono caratterizzati da un’architettura vivace arricchita con fiori, alberi, negozi e pareti trasparenti che li rende più piacevoli. Gli utenti sono liberi di passeggiare all’interno, andare per negozi, chiacchierare, effettuare telefonate, acquistare giornali e soprattutto passare da una linea di autobus a un’altra senza dover pagare un ulteriore biglietto. L’ingresso al terminal è regolato da tornelli come le stazioni a tubo. La loro installazione ha sicuramente contribuito allo sviluppo di quartieri grazie alla concentrazione nei dintorni di diversi servizi e attività[XVI].

Note al testo [XIV] Rabinovitch J. - Hoehn J., op.cit., p.21 [XV] Rabinovitch J. - Hoehn J., op.cit., p.21 [XVI] Ibid., pp.45-48 [XVII] Rabinovitch J. - Hoehn J., op.cit., p.26 [XVIII] Rabinovitch J. - Hoehn J., op.cit., p.27

6. Il controllo dell’uso del territorio [XVII] I controlli sull’uso del suolo a Curitiba hanno favorito un modello di insediamento che meglio si integra con il sistema di trasporto metropolitano. Il trasporto è più efficace se le aree più densamente popolate sono più vicine ai percorsi ad alto volume di traffico.

Un trasporto efficiente fornisce ai residenti un accesso più facile ai servizi, ai posti di lavoro, alle relazioni, che sono la ragione fondamentale dell’esistenza dei centri urbani. Il modello di insediamento imposto dal controllo del territorio ha due caratteristiche distintive. In primo luogo, si integra, come già detto con il sistema di trasporto, dato che la città progetta contemporaneamente i trasporti e gli insediamenti. Questo facilita i progettisti, scoraggia gli imprenditori a speculare in aree non sviluppate e riduce il problema di dover raggiungere con il trasporto pubblico aree poco densamente popolate. In secondo luogo, i limiti inferiori e superiori imposti alla densità hanno spinto la crescita fuori dal centro città e lungo gli assi. Questo ha ridotto la congestione della zona centrale. La riduzione della congestione e la bassa densità hanno consentito di realizzare delle zone pedonali opportunamente attrezzate che hanno migliorato la qualità della vita. 7. La struttura gerarchica della rete viaria La rete stradale è composta da un sistema di “tronchi e rami” [XVIII]: i “tronchi” sono rappresentati dalle linee ad alto volume di traffico che costituiscono gli assi strutturali. Ai terminal, tali linee sono connesse con altre strade a più basso volume di traffico, che per così dire “nutrono” il sistema. Queste ultime, infatti, si aprono a ventaglio nei diversi quartieri per dare ai residenti la possibilità di accedere all’intero sistema. In dettaglio, quindi, le strade vengono classificate in funzione delle linee del trasporto urbano da cui sono servite. La rete integrata di trasporto funziona come una vera e propria metropolitana di superficie e offre diversi vantaggi rispetto a una rete convenzionale, non interconnessa. In primo luogo, rispetto a una metropolitana sotterranea, ha costi molto più bassi. Le rotte sono individuate dalle strade ordinarie, non occorrono grandi scavi né costi di manutenzione per i tunnel. In secondo luogo, il sistema integrato offre convenienza in termini economici e di tempo ai passeggeri. Questi ultimi pagano il biglietto una sola volta anche se devono effettuare più viaggi. Il risparmio di tempo incrementa la capacità dell’intero sistema e riduce il congestionamento nelle ore di punta. Un ulteriore vantaggio è dato dal fatto che la città può adeguare la distribuzione degli autobus alla domanda. Vengono utilizzati grandi e capienti autobus sulle strade ad alto volume di traffico e ad elevata densità


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Speciale Università

e autobus più piccoli su strade dove i volumi sono minori. Il sistema lavora con un minimo eccesso di capacità. Questo riduce il numero degli autobus in circolazione che viaggiano vuoti impiegando inutilmente energia, lavoro e capitale e producendo inquinamento. Il risparmio che ne deriva con tale gestione consente, come già detto, al sistema di essere economicamente autosufficiente e di fornire un buon livello di servizio ai passeggeri a un costo ragionevole[XIX]. 8. Conclusioni Il sistema di trasporto di Curitiba è un esempio di efficiente progettazione urbana. Il successo di tale modello è dovuto principalmente ai seguenti motivi: — La politica dei trasporti è stata implementata in concerto con altre politiche urbane. È stato sviluppato un sistema integrato in grado di legare le unità abitative alla rete stradale, allo sviluppo commerciale, alle attività ricreative come parchi e spazi verdi e a quelle culturali[XX]. — È stata data priorità all’utilizzo del trasporto pubblico piuttosto che a quello privato, e ai pedoni piuttosto che ai veicoli[XXI]. Le soluzioni individuate hanno generato un minore utilizzo del mezzo privato da parte degli abitanti della città sempre più attratti dall’efficiente sistema di trasporto. — È stato creato un solo organismo che guidasse i diversi progetti di sviluppo della città (Ippuc), ciò ha fatto sì che non solo i lavori fossero più efficienti in termini di tempi e di risorse e si integrassero meglio gli uni con gli altri[XXII], ma anche che si agisse nel solo interesse della comunità e non perseguendo politiche di speculazione da parte delle imprese private che pur agiscono all’interno del sistema. — Si è scelto di prevenire i problemi piuttosto che porre loro rimedio in situazioni di emergenza[XXIII]. Questo grazie all’implementazione di un adeguato sistema di monitoraggio e controllo. ◆ Bibliografia [1] Cinquina A. (2008), “Sustenaible public urban transport systems: the case of Curitiba, Lund University” [2] “CURITIBA, Prefeitura da Cidade 2011, Història – Fundação e nome da cidade” www.curitiba.pr.gov.br [3] Gnatek T. (Dicembre 2003), “Curitiba’s Urban Experiment” www.pbs.org/frontlineworld/fellows/ brazil1203

[4] Goodman, J. (et al. 2005), “Curitiba’s Bus System is Model for Rapid Transit”, articolo tratto da “Race, Poverty, Envinronment” ed. Winter 2005/2006, pubblicato da Urban Habit Program, California [5] IPPUC, Instituto de Pesquisa e Planejamento Urbano de Curitiba, (2008), “Plano de mobilidade urbana e transporte integrado” [6] IPPUC, Instituto de Pesquisa e Planejamento Urbano de Curitiba (2011), “Planejamento - Zoneamento e uso do solo” www.ippuc.org.br [7] IPPUC, Instituto de Pesquisa e Planejamento Urbano de Curitiba (2011), “Planejamento – Transporte coletivo” www.ippuc.org.br [8] Parasram V. (2003), Efficiente transportation for successful urban planning in Curitiba www.solution-site.org [9] Philips T. (2008), “Quiet Revolution” www.guardia.co.uk/society/2008/ mar/26/communities.regeneration [10] Rabinovitch, J. - Hoehn,J. (1995), “A sustanaible urban trasportation system: the “surface metro” in Curitiba, Brazil”, MUCIA Working Paper [11] Rabinovitch,J - Leitman,J. (1996), “Urban Planning in Curitiba” Scientific American [12] Ragona R. (2010), “Città intelligenti: l’esempio di Curitiba” http://smartercity.liquida.it [13] “URBS, Urbanização de Curitiba, Rede Integrada de Transporte - Gestão e operação do sistema” www.urbs.curitiba.pr.gov.br [14] “URBS, Urbanização de Curitiba, Rede Integrada de Transporte – Historia do transporte coletivo,” www.urbs.curitiba.pr.gov.br Siti Web [15] COMEC, Coordenação da Região Metropolitana de Curitiba www.pr.gov.br/comec [16] CURITIBA, Prefeitura de cidade www.curitiba.org.br [17] IBGE, Instituto Brasilero de Geografie Estatistica www.ibge.gov.br [18] IPPUC, Instituto de Pesquisa e Planejamento Urbano de Curitiba www.ippuc.org.br [19] Linha verde www.linhaverde.curitiba.pr.gov.br [20] URBS, Urbanização de Curitiba www.urbs.curitiba.pr.gov.br

Note al testo [XIX] Ibid., p.51. [XX] Rabinovitch J. - Hoehn J., op.cit., p.53 [XXI] Ragona R., op.cit. [XXII] Parasram V., op.cit.


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Editoriale

Perché ho scelto Tekneco di M. Cristina Ceresa

BIO M. Cristina Ceresa Dopo la laurea in filosofia, inizio l’esperienza in redazione nel 1989 per diventare giornalista professionista nel 91, anno in cui ho vinto anche il Premio giornalistico Smau. Da allora mi sono sempre occupata di giornalismo nel settore delle tecnologie e del teatro. Sul primo fronte ho lavorato per testate quali “Italia Oggi”, “Espansione”, “Linea Edp” e “Computer Dealer&Var”. Fino a dar vita, all’interno de Il Sole24Ore Business Media, al mensile “Energia24”, dove fino allo scorso giugno, ho ricoperto il ruolo di vicedirettore. Per la cronaca e le recensioni teatrali ho lavorato per “Il Manifesto”, per “Il Giornale” (ai tempi del grane direttore Indro Montanelli!) e ancor prima con la testata diretta da Nando Dalla Chiesa “Società civile”. Dai microfoni di “Radio Popolare” nel 1997 ho creato e lanciato “Fata Mata AzzurRra”, un moderno Arlecchino, ancor oggi protagonista dell’esclusivo serial teatrale “SentiCheStoria” in scena al Teatro Arca di Milano. E così dal 2003 firmo testi e regie di spettacoli che vantano anche il patrocinio del Wwf e di Legambiente. Dal 2007 mi occupo di energia e ambiente in ambito B2b. Alla base la convinzione che così come 20 anni fa iniziai a scrivere di Ict perché questa poteva far crescere il Sistema Italia, oggi l’energia e l’ambiente devono diventare temi di business e discussione per le Pmi che non possono più sottovalutare l’ottimizzazione del comparto anche per trarne vantaggi competitivi.

Di call for project, il trimestrale Tekneco sta facendo la propria specializzazione: le “chiamata” ai progettisti, al fine di sollecitarli a far pervenire alla redazione i loro progetti e le loro esperienze per diffondere le buone pratiche, si susseguono con successo. Ed è una vera e propria call for project quella cui mi sono sentita di rispondere all’editore di Tekneco, Pierluigi Fanghella, quando mi ha proposto di ricoprire il ruolo di direttore editoriale. Una call for project per far crescere questo piccolo, ma grande editore. Piccolo, perché non muove i numeri degli editori con cui ho lavorato fino a oggi, ma grande perché ha in animo di dare un servizio ai lettori che non trova eguali sul mercato dell’editoria italiana. Un editore decentrato forse (la sede è a Lecce), ma onnipresente perché meticolosamente organizzato con i migliori sistemi di social networking che abbattono qualsiasi barriera geografica. Così come non ha confini la diffusione di 40.000 copie su tutto il territorio italiano. Una redazione giovane (aiuto, sono la più vecchia!), volenterosa, sguinzagliata alla ricerca di notizie che possono fare la differenza una volta proposte ai lettori che nel Sistema Tekneco (Web e carta) cercano spunti di miglioramento per il proprio business. In ventidue anni di lavoro, di editori ne ho conosciuti molti. Grandi e piccoli. Le “misure” non sempre fanno la differenza. Sono fortemente convinta che ai lettori non interessi che un editore sia quotato in Borsa (a meno che non vogliano investire); che sia internazionale oggi in pieno Web 2.0 stuzzica ancor meno; piuttosto interessa la “bontà” e la sicurezza delle informazioni che le riviste di qualsivoglia casa editrice sono in grado di dare. E quando le riviste sono B2b le informazioni devono essere precise, genuine e di servizio. E questo Tekneco lo fa già. Una garanzia per il lettore. La stessa che mi ha convinta a scegliere di ricoprire il ruolo di direttore editoriale per la casa editrice leccese Edire. E così sono pronta a partire. Da subito con la rubrica sul Web “Fare impresa verde”, appuntamento fisso che racconterà gli sforzi dell’imprenditoria italiana all’insegna del Green business. News, tendenze, commenti e riflessioni non solo della sottoscritta o dei collaboratori di Tekneco, ma anche e soprattutto del lettore. In cantiere, poi, anche una serie di iniziative che allargheranno il raggio di azione del già citato Sistema Tekneco. Da parte mia la volontà di applicare un modello che faccia della community una forza. Che crei link tra i lettori; che accenda lampadine di efficienza energetica. Che sviluppi iniziative e buone pratiche (di business) ecologiche sostenibili. Un contributo per allargare il Sistema Tekneco che nel suo piccolo è già grande.


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