Dossier Land Art Teri Volini e Istituto d'arte ISA Levi e Ato - 2005

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Progetto Operazione Ready Made

Message in the bottle Messaggio in bottiglia

DOSSIER ESPERIENZA ARTISTICO- DIDATTICA ISTITUTO STATALE D’ARTE “Carlo LEVI” RIONERO 3-31 MAGGIO 2005 ATO1 della Provincia di Potenza


Parte prima

Land Art Il piacere di realizzare un’opera d’arte in sintonia con la Natura

Ricerca-conferenza di Teri Volini

Se traduciamo alla lettera il termine Land art, il risultato è arte del territorio, ed è forse questo il motivo per cui viene definita anche arte ecologica… Tuttavia, se osserviamo con attenzione gli interventi di Land Art di diversi artisti, ci accorgiamo che non tutti sono coerenti con la precedente definizione, se per ecologico intendiamo tutto ciò che concerne, preserva, difende e valorizza l’ambiente stesso. E’ stato questo tipo di riflessioni a spingermi a studiare meglio una forma d’arte così particolare ed affascinante, risalendo alle sue origini ufficiali e osservandone alcune delle opere realizzate. Essendo io stessa un’artista che opera in Natura, il mio interesse e l’esigenza di chiarezza risultano ancor più comprensibili. Si parla ufficialmente di Land Art nel 1967, quando l’artista Michael Heizer di New York opera nel deserto del Nevada uno scavo di mezzo chilometro, profondo 15 metri, largo 10, smovendo 60.000 tonnellate di terra. Si trattava di un esperimento, patrocinato dal re dei taxi di NewYork e abbracciato poi dai galleristi Dwann e Weber, e seguito da altri interventi dello stesso genere, culminati nella rassegna Earth Works, in cui Bob Morris espose un enorme mucchio di rottami, polvere e grasso… A questa inusitata forma d’arte si interessarono presto anche le Università americane, che sovente ne divennero mecenati. Si affaccia a quel momento una nuova d’arte: la video-arte, essenziale per la sua funzionalità, dal momento che gli interventi non sono “trasportabili” e visibili se non in forma di foto e di ripresa o diapo, per essere mostrati altrove, ma che in alcuni artisti diventa opera valida in se stessa essendo curata e trattata al di là della sua forma documentaria. Cortometraggi sulle Azioni di Land Art concernono De Maria, Smithson, Richard Long, Oppenheim, e molti altri. Inizia a questo punto la mia ricerca differenziata. Noto che i testi scritti sull’ argomento parlano di Land Art senza operare alcuna distinzione tra le varie modalità di realizzazione delle opere stesse, quando invece esiste una notevole differenza, ad esempio, tra l’opera di un Walter De Maria, che traccia con polvere di gesso un’enorme croce di 400 metri sullo Jenny Kake nel Nevada, e quella di Robert Smithson, che costruisce un’enorme spirale di 450 metri sul lago Great Sant nell’Utah, intervenendo pesantemente sull’ambiente.

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A mio avviso, nel 1° caso l’efficacia dell’Azione si coniuga perfettamente con la poesia dell’opera e non va a discapito della Natura, grazie ai materiali usati e alla voluta impermanenza dell’opera…. Nel secondo caso, anche se il risultato estetico è notevole, l’impatto ambientale non risulta esserlo altrettanto…

In Italia un intervento- secondo me- assai pesante è il Cretto di Burri, in Sicilia, che pure è stato ed è tanto celebrato come grande opera. Costruito per evidenziare la distruzione operata dal terremoto, ed esprimere il lutto da questo derivato, consiste in un’enorme massa di cemento con cui sono state ricoperte le rovine del paese di Gibellina.

Certo l’idea è grandiosa e l’opera è significativa: indubbiamente passare tra gli alti muri grigi comunica una grande angoscia, però…immaginiamo di fare la stessa cosa con le rovine di Pompei o altri luoghi, storici e non, funestati da catastrofi.. Non hanno forse già in se stesse la forza evocativa del dramma che le ha sconvolte? I ricordi e le sensazioni sarebbero forse emersi altrettanto potentemente se al posto del cemento, le rovine fossero state lasciate alla Madre Terra, che le avrebbe con il tempo rivestite di un pietoso, inestricabile, spinoso manto di rovi… 3


In alternativa, l’intervento dell’artista non invasivo avrebbe potuto prevedere di seminare ad esempio una selva di ortiche e arbusti spinosi-o magari un enorme roseto- e quella sarebbe stata l’Opera grandiosa e piena di autentica pietas nei confronti dell’umana sofferenza e per di più un memento alla umana caducità… Un artista che agisce nel pieno rispetto della Natura e con infinita poesia, audacia ed ineguagliabile originalità è il bulgaro Christo, delle cui opere basti vedere alcune significative immagini:

Valley Curtains, Rifle, Colorado, 1970-1972

Running Fence, Sonoma and Marin Counties, California, 1972-1976

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Christo, Surrounded Islands, Biscayne Bay, Greater Miami, Florida, 1980-1983

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Un altro artista notevole è Richard Long, vero poeta della Land Art, che realizza capolavori in perfetta sintonia con la Natura, con pietre soprattutto, e spesso riporta delle opere in misura ridotta ma altrettanto affascinanti anche in luoghi chiusi.

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Il fascino della Land Art Forse il grande fascino della Land Art deriva dal fatto che si inserisce nel flusso di energia della Madre Terra, evidenziandone la potenza… Disegnare su di essa, in grandi dimensioni,su monti, prati, deserti, laghi, fiumi, cielo…suscita un rinnovato interesse per la natura e diffonde la coscienza dei valori trascurati del nostro habitat. Questo risultato però si ottiene solo se l’artista di Land Art come controcultura, come cultura alternativa, che si fa rappresentante di una vita improntata su valori di costruttività e di pace, interessata alla socializzazione e all’armonia. Nell’altro caso, la Natura viene usata senza preoccuparsi della sua preservazione, operando delle modificazioni in perfetta linea con ciò che accade negli altri campi della cultura consumista… L’artista conformista, aderendo alla cultura dominante, agisce senza scrupoli semplicemente in base al suo progetto, in cui conta solo il suo personale interesse,intellettuale, economico, acquisizione di fama e simili valori… In questo caso l’arte,invece di contrastare la cultura, si adegua ad essa, e non fa che confermare la pretesa superiorità dell’uomo sulla natura, per cui ci si arroga il diritto di dominarla, usarla e abusarla a piacimento, con i tragici risultati che conosciamo. Ciò corrisponde alla visione antropocentrica, cioè centrata sull’essere umano, tipica di chi è immerso in una visione in cui la Natura è a lui inferiore, succuba, e di cui si arroga il diritto di fare ciò che vuole. Questo tipo di artista che io definisco patriarcale, gonfio di delirio megalomane, invece di usare il suo carisma e il privilegio- che l’arte gli offre- di superare il conformismo e di trasmettere idee rivoluzionarie tramite il codice prioritario di grande efficacia che possiede, invece di lottare contro una cultura distruttiva,abusa anch’egli della Madre Terra che percepisce come puro oggetto, e preferisce nutrire il suo narcisismo costruendo la sua opera sulla natura, a discapito dell’ambiente stesso. Questo antropocentrismo è anche androcentrismo, dal momento che a quanto pare questo tipo di artisti è rappresentato da maschi.. Si potrebbe pensare che, al giorno d’oggi,considerati i gravi problemi ecologici di cui soffre Gaia,la terra , a causa della sconsideratezza umana, dovrebbe ormai esserci una grande consapevolezza e l’artista in particolare- se è vero che vede ciò che all’occhio comune spesso sfugge- dovrebbe comunicare con urgenza questa consapevolezza…. Invece così non è: e si assiste al reiterarsi di grandiose affermazioni di delirium andro e atropocentrate… qualche esempio: Non bastando le orribili sculture con le facce dei presidenti d’America con cui sono state deturpate le Rocky Mountains negli Stati Uniti,

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anche i nativi americani stanno facendo la stessa cosa, realizzando con enormi sforzi economici, nel Sud Dakota, il volto del capo indiano Crazy Horse

‌. Ăˆ tragicamente attuale la notizia di un artista greco, certo Tassos Papadopoulus, che vuole scolpire un monumento gigantesco di Alessandro Magno: il suo volto colossale inciso sull’intera montagna.

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Lo scaltro Tassos - che nel frattempo è diventato famoso in tutto il mondo per le discussioni sollevate dal progetto sta lavorando ad esso da anni, raccogliendo soldi e permessi relativi… Se tale follia non fosse impedita, l’intero monte Kerdilio, nella Macedonia greca, di fronte al monte Athos, sarebbe sacrificato e trasformato nell’orrendo faccione kitch del condottiero, che di sicuro sarebbe il primo a non volere una tale mostruosità: infatti, con grande saggezza, ai suoi tempi, quando gli fu proposta una sua statua colossale sul monte Athos, rifiutò e preferì costruire la città di Alessandria..

Nel caso invece prevalesse la follia e il monumento fosse realizzato, si potrebbe magari instaurare la moda del monumento di tal fatta e potremmo prevedere un fiorire di simili opere d’arte: in tutto il mondo: un faccione di Giove al posto dell’Olimpo ad esempio, e chiunque avesse abbastanza potere e soldi potrebbe ordinare il proprio ritratto o quello del suo idolo su qualche monte del vasto mondo…..

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La Land Art per Teri Volini Io, da parte mia, desidero realizzare un’opera d’arte con e per la natura, in un’azione empatica e sinergica con essa. Ritenendo la Terra un corpo vivente, che ci nutre e ci ospita, desidero realizzare azioni simboliche, happening e performances, e opere di Land Art nel senso letterale di terr-arte, o arte per la terra, in forma di installazioni che durino per un certo tempo. Desidero realizzare delle opere che coniugando la grandiosità e la bellezza con il profondo significato, divengano anche gioco e rito ; che siano coinvolgenti, realizzate con il concorso gioioso di molti altri. Desidero realizzare delle opere in cui l’imponenza non risponde ad un’esigenza di auto-esaltazione ma semplicemente ad una maggiore, immediata visibilità, e in cui lo stupore, e la stessa curiosità non siano delle sensazioni fini a se stesse ma mezzi privilegiati di comunicazione, portatrici attive di messaggi fondamentali, stimoli vivi di riflessione, indispensabili per mutare gli atteggiamenti comuni…. Desidero con le mie opere simboleggiare il piacere e la necessità di quella ricerca di armonia e di equilibrio con la natura che gli esseri umani sembrano aver dimenticato ma a cui, nel loro stesso interesse, dovranno ridare grande importanza.. Video, foto e scritti Come abbiamo accennato nella land art è fondamentale la presenza di materiali come video, diapositive, foto e materiali scritti.. in taluni casi mappe progetti, maquettes e quant’altro , perché questi materiali permettono di conoscere l’opera e di partecipare ad essa anche a quanti non l’hanno potuta vedere di persona. Questo è ancora più importante nel caso di opere di land art pura, cioè non permanente: in tal caso la necessaria caducità dell’opera- provvidenziale per la natura e coerente all’opera stessa- prevede l’utilizzo dei mezzi succitati affinchè l’opera sia conosciuta e ricordata nel tempo. Questi materiali diventano preziose fonte d’informazione di comunicazione: come ci ricorda Richard Long: “l’opera che riproduce rappresenta quella precedentemente costruita in natura specie se essa non esiste più, è la traccia l’eco di quella e permette di condividere l’esperienza. Ma al di là del valore documentario, i materiali succitati possono avere un valore proprio, se ciò è previsto dall’artista che ha messo una cura specifica e un intento particolare: in tal caso sia le foto che i video che le diapositive e tutto il resto diventano opere in se stesse, con un loro valore e possono essere numerate e firmate dall’artista.

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Parte seconda Teri Volini: Azioni di Land Art

Il Ritmo del Fuoco Monti Sartorius – Sicilia - Ente Parco dell'Etna- maggio 1999 Performance - azione simbolica in arte coinvolgente: Nastro Rosso di 180 metri portato da 60 persone.

La Performance "Il Ritmo del Fuoco", realizzata sull’Etna nel tempo della Luna Crescente di maggio, rappresenta la prima tappa di un viaggio, reale e spirituale insieme, che, tramite il Nastro Rosso, collegherà tra loro diversi Paesi dell'area mediterranea (Italia, Grecia, Egitto, Turchia, Malta...). Questo Viaggio, iniziato sulla montagna Vulcanica - sede magica di primordiali alchimie - è "La Danza della Corda". II Serpente che il Nastro Rosso ha qui disegnato simboleggia, col suo uscire in superficie dopo un lungo letargo e con il mutare periodicamente la pelle, il Risveglio dell' Energia Vitale assopita e la necessità della trasformazione nella continuità della Vita. Questo "cordone ombelicale", in connessione con il fiume di lava e con l'elemento Fuoco, oltre a propiziare la liberazione e l'espansione della forza vitale, ed essere quindi fonte di illuminazione e di guarigione, ricongiunge l'Artista ed i partecipanti all' Evento al comune, antichissimo passato; ricollega le donne alle loro antenate, perché possano, ri-cordando, ricostituire l' integrità del Femminile; ricongiunge tutti noi alla Madre Terra, alla sua terribile, aspra bellezza, e tramite la presenza della Luna, ai cicli cosmici e all'Universo. 11



Il Reale Invisibile. La Ragnatela Montagna Stregata, Castelmezzano,Piccole Dolomiti Lucane- settembre 1999 Installazione tra i picchi rocciosi, 10.000 metri quadrati. Nastro rosso, corda, chiodi e materiale da alpinismo, elementi specchianti , elementi sonori.

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Nel paesaggio aspro e affascinante della Montagna Lucana è stata tessuta tra due picchi rocciosi una grande Ragnatela di Filo Rosso. Costruita secondo le suggestioni della Land Art - intesa non come sovrapposizione e manipolazione dell'artista nei confronti della Natura, bensì come azione empatica e sinergica con essa - tramite la sua fugace bellezza, simboleggia la ricerca di armonia e di equilibrio con la Madre Terra, e il rinnovarsi di quel rispetto nei suoi riguardi che gli esseri umani sembrano avere dimenticato. In tal modo, l'Artista può catalizzare nuove consapevolezze. La stessa leggerezza e fragilità dell'Opera, la sua inermità di fronte alle forze della Natura, il vento, la pioggia, il sole, la stessa possibitità di essere danneggiata o distrutta da esse, sono significative, dal momento che la caducità è nell'ordine naturale delle cose. Contemporaneamente, quegli stessi elementi sono, insieme all'artista, autori dell'opera d'arte: il Vento, l'ispiratore sonoro, il Sole, l'operatore luminoso, facendo vibrare la Ragnatela di suoni e lampi di luce. Inoltre, la figurazione progettata per questa performance, la Ragnatela appunto, vuol essere metafora del collegamento profondo, sebbene invisibile, che esiste fra gli esseri umani e fra tutte le creature viventi e il Pianeta. Così come in una ragnatela vera ogni pur minima vibrazione viene percepita in tutti gli altri punti, anche i più lontani, tutte le nostre azioni si ripercuotono profondamente su noi stessi e sugli altri, senza che neanche ne siamo consapevoli. Tutto ciò che accade, in qualsiasi luogo del pianeta e dell'Universo, ha influenza su ciascuno di noi. Solo ridivenendo sensibili a questo collegamento potremo migliorare le nostre vite, e percepire le esigenze connesse al tutto di cui siamo parte. Se nella ragnatela vera si crea squilibrio anche in un solo punto, ciò indebolisce l'intera struttura: se non vi si pone rimedio e lo squilibrio aumenta, viene messa in pericolo l' esistenza stessa dell ' insieme. Una Ragnatela di Filo Rosso, "mandala" vivente, stimolandoci alla riflessione, ricordandoci le nostre responsabilità individuali e sociali, può spingerci ad intervenire attivamente , non solo per non provocare ulteriori scompensi ma per ricostruire un mondo nuovo, rispettoso di tutti gli esseri della natura . Un 'opera d'arte coinvolgente,un azione simbolica, per attivare un cambiamento nel reale.

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La Carezza della Dea Scultura erborea realizzata per destrutturazione con gutimo, legno, lana… Capo Vaticano – Calabria- Ottobre-Novembre ‘99

Amo moltissimo quest’opera, apparentemente semplice e praticamente sconosciuta, realizzata con un fascio di “gutimo”, ritrovato “per caso” durante una passeggiata a Santa Maria di Ricadi, presso Tropea, in Calabria. Ho saputo poi che con questa fibra resistentissima si fabbricavano corde … Per un mese, nella magica solitudine di Capo Vaticano, proprio di fronte al profilo pietrificato di Manto, la mitica Profetessa che appare come immersa fino alla testa nelle onde del mare , giorno dopo giorno, rigorosamente a mano, ho sfibrato il gutimo, destrutturandolo fino a ridurlo in sottilissimi fili. Alla fine,il mare verde azzurro traspariva attraverso una tenera, leggerissima , odorosa tendina Non appena terminata, sono arrivate le Dame Verdi, forse gelose di quella capigliatura così morbida e profumata L’ azione poetica è nata così, la fresca cascata d’erba essendo il tramite fra la Madre Terra e i “viventi”.Vicinissimi al mare, nel tepore del novembre che in quei luoghi sa essere così dolce, i partecipanti, stendendosi uno alla volta sul prato, al di sotto dell’opera, hanno potuto ricevere direttamente sulla pelle dorata dal sole autunnale la carezza della Dea…Complici il sole leggero, la speciale luminosità, la quiete del momento e la musica delle onde, tutti i presenti hanno vissuto un’esperienza panica…Con gli occhi chiusi, si sono lasciati sussurrare messaggi dal vento, mentre le Fate aeree comunicavano loro il senso dell’ estatica compenetrazuione con la natura, l’incontro con l’armonia e con la bellezza… Un’opera effimera?Ma è proprio la caducità, che è nell’ordine naturale delle cose, ad insegnarci a godere della vita, qui ed ora…E poi, come ci ricorda Rainer Maria Rilke, forse la vera eternita’ non attiene alle opere, seppure monumentali , dell’uomo ,che sono tutte, anche le più’ grandiose, destinate ad andare in rovina ; la vera eternita’ appartiene alla rosa, che , nonostante la sua estrema fragilita’, sempre e sempre, eternamente rinasce, quelle rovine ricoprendo.E’ forse questo il senso della mia piccola, dolcissima Carezza? 14


La Barca Rossa L’impermanenza è la legge Scoglio della Galea - Santa Maria di Ricadi Tropea, Calabria novembre 2000

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Il Nastro è il Messaggio Mantèion Performance in onore della profetessa Manto per sempre scolpita dal vento del mare sulle rocce del Capo dei vaticini. Capo Vaticano, Tropea, Ottobre 2000

L’Azione Simbolica è dedicata a Manto, la misteriosa profetessa. Essa è legata strettamente al Capo Vaticano, il promontorio roccioso sito nella regione Calabria, a pochi chilometri da Tropea, l’origine del cui nome è vaticinium, vale a dire profezia, ma anche vate, poeta oltre che oracolo, ed esprime bellezza, mistero e divin/azione come del resto il luogo in sé. Capo Vaticano è un luogo sacro e poetico. .. Vi dimorava nei tempi mitici la profetessa, che tuttora lo segna con la sua presenza, con il suo profilo di pietra eternamente stagliato ai piedi del promontorio. Il punto da cui esso si può più chiaramente vedere, immutabile eppure continuamente cangiante a seconda della luce e dei riflessi dell’acqua, è la spiaggia di Santa Maria di Ricadi. Manto, si dice arrivasse da Tebe, figlia del vate Tiresia, il cieco dalle straordinarie capacità divinatorie. Aveva ereditato dal padre la capacita' di predire gli eventi. Si fa derivare da lei il nome della città di Mantova, la città virgiliana; ma ciò che più conta è l’assimilazione di Manto con la Sibilla Cumana: una di quelle veggenti involontarie, in precedenza divinità ancestrali trasformate dalla realtà culturale successiva e dalla religiosità dell’epoca classica ma sempre efficaci come anello di congiunzione tra gli uomini e le potenze ultraterrene…


Il Nastro è il Messaggio Il Nastro su Energia Mediterranea di Antonio Di Palma Azione Simbolica . Performance in Body Art Nastro Rosso in cotone mt. 60 Fiumara d'Arte – Motta d'Affermo Messina – Sicilia Novembre 1999

La trilogia coloristica bianco-rosso-nero, universalmente presente in tutte le culture, anche nei costumi tradizionali dei popoli più diversa, riporta ad innumerevoli considerazioni, tra cui quelli inerenti il ciclo vitale e la creatività femminile. Il rosso simboleggia sia l'energia vitale in generale, sia il sangue che scorre nel corpo degli esseri viventi, ricordando il valore e il rispetto di ogni esistenza.

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Il Nastro è il Messaggio Il Nastro sulla Porta del Labirinto di Arianna di Italo Lanfredini Fiumara d'Arte di Antonio Presti Castel di Tusa – Messina- novembre 2000 Il rosso simboleggia sia l'energia vitale in generale, sia il sangue che scorre nel corpo degli esseri viventi, ricordando il valore e il rispetto di ogni esistenza. Posto significativamente all'ingresso del grande labirinto-utero di Italo Lanfredini – dopo essersi srotolato anche nella grande spirale interna dell'opera monumentale – il Nastro purpureo simboleggia altresì il Sangue della ciclicità femminile, che ancora oggi viene percepito come tabù, non nel senso originario del termine, che equivale a sacro, importante, connesso con la rigenerazione periodica della vita, bensì a qualcosa di scandaloso, di cui è bene non parlare.

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Il Nastro è il Messaggio Message in the Bottle Prima parte- Il ritrovamento - S.Maria dei Ricadi (Vibo Valentia)- Ottobre 2000

Inviamo un messaggio in bottiglia alla Madre Terra e agli umani, ma per ritrovare e condividere il senso perduto del collegamento con tutti gli esseri e con la Natura

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IMAGINIFICA Installazione con ventotto sculture tessili S.Maria di Ricadi-Tropea- ottobre 2000

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La forma è il messaggio Sculture tessili Installazione-performance Prato Purita - S.Maria di Ricadi-Tropea

ottobre 2000

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Il Nastro è il Messaggio Ritessitura della Ragnatela Campo Scuola di Macchia Romana – Potenza- 3-13-giugno 2000 Realizzato con Antheòs

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Il Nastro è il Messaggio Il Reale Invisibile. La Ragnatela installazione per Passaggi a Nord-Ovest, Città di Biella, 16 giugno - 30 luglio 2000. Manifestazione nazionale d’Arte, su invito dell’Assessorato alla Cultura di Biella - Fondazione Michelangelo Pistoletto e manifesto 0. - Azione in arte coinvolgente, Installazione aerea della su una piazza della città, come scultura luminosa e sonora, in collaborazione con Antheòs e i vigili del fuoco del Comune di Biella - Video-proiezione cortometraggio “La Ragnatela”in Basilicata.

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Documento di Pietra

Castel di Lucio - Messina - novembre 2000

Speriment-azione

IO, PIETRA ELEMENTO FONDAMENTALE CUORE DELLA TERRA E TERRA IO STESSA NELLA FORMA PRIMITIVA IN CUI MI HAI SCELTO SONO DENTRO DI TE MATERIA ETERNA. SONO IL LUOGO DEL MITO LA CASA DELLE FATE SONO LA MONTAGNA STREGATA LE OSSA DELLA MADRE TERRA . DIMORA DELLA DIVINITA', DIVINITA' IO STESSA SONO L'OMBELICO DEL MONDO, IL LOTO DELL'UNIVERSO... IO, PIETRA GREZZA NON ANCORA TOCCATA DALLA MANO DELL'UOMO SONO IL SIMBOLO DELL'INTEGRITA'. NON ANCORA SOTTOMESSA DALLA CIVILIZZAZIONE CHE NASCONDE LA MIA INFINITA POTENZA

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STRATIFICATA NEI MILLENNI INCARNO LA LIBERTA' E DI CONSEGUENZA LA LIBERAZIONE DA OGNI CONFORMISMO DALL' IGNORANZA DA TUTTI I PREGIUDIZI. MI CONTIENE IL SILICIO DELLE TUE OSSA IL CHIP DEGLI ORGOGLIOSI COMPUTER LA PIASTRINA CHE E' LA LORO CELLULA VIVENTE.

COMPI E DONA ESPERIENZE NUMINOSE CIO' CHE CONTA E' SENZ'ALTRO LA COSCIENZA DI AVER COMPIUTO L'OPERA IN BELLEZZA.

… COSI' DISSE LA PIETRA ED ERANO LE AVE CHE INSIEME A QUELLA AVEVANO PARLATO.

STESSA MATERIA, SAGGEZZA MINERALE SORRISO E BATTITO DEL PULSANTE UNIVERSO.

Brani tratti da " Nata in un luogo di pietra" testo poetico di Teri Volini

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Documento di Pietra Installazione - Azione Simbolica in Arte Coinvolgente Potenza, Piazza Mario Pagano- 8 - 28 Gennaio 2001

Opera d'Arte Coinvolgente, Azione Simbolica che, nella cocente attualità dei sempre più drammatici eventi mondiali, focalizza l'importanza e l'urgenza di un diverso ordine di valori, basato sulla Vita e non sulla Morte. Realizzando, con il coinvolgimento della gente, una struttura/scultura in pietra, l'Artista si propone di contrastare, mettendola in evidenza, quella normalizzazione dell'orrore che porta gli esseri umani all' indifferenza verso il dolore e il male del mondo. L'Azione Simbolica permette di verificare l'assurdità di questo "dramma nel dramma" costituito dal cronicizzarsi di un tragico stile di vita basato sulla violenza, la sopraffazione, la distruzione... L'Arte può fare molto, risvegliando la consapevolezza in ognuno di noi, facendoci sentire parte di un tutto da cui dipendiamo ed in cui è indispensabile attivarsi per ottenere un cambiamento. L'Arte può aiutarci a riacquistare il senso perduto o attutito di una comune responsabilità, ed a capire come l'insensibilità, l'indifferenza, l'omissione... equivalgano ad una precisa complicità con gli autori di ogni delitto. L'Arte, risvegliando le coscienze, può sottolineare come la leggerezza, la disinformazione e/o una ignoranza ben coltivata, la pigrizia, la rimozione... possano contribuire al perpetuarsi delle modalità mortifere invece che allo sviluppo di quelle basate sulla vita, l'amore, il rispetto e la civile convivenza

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Documento di Pietra Installazione - Azione Simbolica in Arte Coinvolgente -Capo Vaticano Settembre 2001

La concomitanza della performance - installazione con gli eventi del settembre 2001, che sottolineano drammaticamente la fragilità della pace nel mondo, mette in rilievo la forza premonitrice dell'arte… Il 12 settembre è stata inaugurata la performance, la terza dopo quella in Sicilia nel Novembre 2000 e la seconda in Basilicata nel Gennaio 2001.Una montagna di massi in granito, accumulati sul litorale tirrenico del "Capo dei Vaticini" presso Tropea, a simboleggiare la pesantezza e la durezza della modalità mortifera ormai imperante; al di sotto di essa, schiacciato dai massi, il Nastro Rosso, metafora dell'energia vitale compressa, mortificata o pericolosamente in bilico… Protagonisti dell'azione simbolica in arte coinvolgente, oltre all'artista e ai suoi collaboratori, la gente del luogo invitata a partecipare all'evento Presenti anche una quantità di turisti, avvicinatasi incuriositi., tra i quali numerosi quelli provenienti da Francia, Danimarca, Germania: tutti hanno voluto posare una pietra sul "Monumento" in segno di partecipazione, augurio e volontà di pace. Oltre alla fatidica coincidenza con i drammatici eventi mondiali...l'emozione mia e dei partecipanti all'evento e' stata certamente esacerbata da una presenza conturbante: quella della profetessa Manto, il cui incredibile profilo è scolpito naturalmente sul promontorio che da lei prende nome,Capo Vaticano, capo dei vaticini... Questa Sibilla, cui ho dedicato in precedenza una performance e un' installazione,ha partecipato anch’essa all'azione simbolica, e mai come stavolta mi è parso che esprimesse al massimo il senso tragico dell'esistenza, lei che sembra portare sulle sue spalle, tutto il peso del mondo.

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Mudra il suono nello stato di grazia

In linea con le precedenti Azioni Simboliche- in particolare “Il Reale Invisibile.La Ragnatela”, l’Artista dichiara, in maniera diretta e al tempo stesso subliminale, l’appartenenza di ognuno di noi al tutto, la connessione del micro col macrocosmo, l’unione dei viventi con gli altri esseri, umani e non umani, con la terra, con l’ intero universo … La dichiarazione viene espressa con le Mudra: danza delle dita che muovono l’energia che ci sostiene… Le Mudra possiedono un grande potere creativo, diretto e identico a ciò che viene manifestato: la potenza proviene dal fatto che esse sgorgano direttamente da una perenne sorgente universale… Così sono anche gli esseri umani: ma spesso ne sono inconsapevoli, hanno dimenticato, non riescono a vedere , hanno perduto la possibilità di scorgere la suprema manifestazione di sé. Il suono che si accompagna ai gesti è un dono supremo, che riporta alla musica dell’universo.Si percepisce la moltitudine come uno e l’uno diventa la moltitudine…Il gesto e la voce sono la chiave per stabilire la connessione:si ascolta all’unisono la voce dell’universo. E’ l’estasi, cuore che batte nell’eternità priva di tempo, d’inizio e di fine .

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L’apertura del Cuore Alchimia della trasformazione

Installazione per Pietrarte , Livigno, località Campaciol In pietra del luogo , lastre di marmo bianco colore d’oro Dimensioni: circa 60 mq. 12 –19 luglio 2003

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L’opera Cuore è un opera di Land Art e deriva il suo fascino dall’inserirsi nel flusso di energia dalla Madre Terra evidenziandone la potenza e la bellezza, suscitando un rinnovato interesse e diffondendo la coscienza dei valori trascurati del nostro habitat . . . Ritenendo la terra un corpo vivente, che ci nutre e che ci ospita, desidero fare delle opere in cui i suggerimenti, le suggestioni e i materiali usati provengono direttamente da lei .

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Il traboccare della pena per la distruzione operata dagli esseri umani nei confronti della natura viene scritto direttamente sul corpo della Montagna con una parte del suo stesso corpo, realizzando una installazione in totale sintonia con la natura. Quindi l’ azione nel suo insieme assume un valore drammatico, equivalente a un grido….e permette di verificare altresì l'assurdità del cronicizzarsi di un tragico stile di vita basato sulla violenza, la sopraffazione, la distruzione... Sono convinta che L'Arte possa fare molto, risvegliando la consapevolezza in ognuno di noi, facendoci sentire parte di un tutto da cui dipendiamo ed in cui è indispensabile attivarsi per ottenere un cambiamento. L'Arte può aiutarci a riacquistare il senso perduto o attutito di una comune responsabilità, ed a capire come l' insensibilità, l' indifferenza, l'omissione... equivalgano ad una precisa complicità con gli autori di ogni delitto. L'Arte, risvegliando le coscienze, può sottolineare come la leggerezza, la disinformazione e/o una ignoranza ben coltivata, la pigrizia, la rimozione... possano contribuire al perpetuarsi delle modalità mortifere invece che allo sviluppo di quelle basate sulla vita, l'amore, il rispetto e la civile convivenza.

Il Cuore barbaro L’opera coniuga il valore estetico con quello comunicativo, facendosi portatrice di un messaggio proveniente direttamente dalla Madre Terra. Questo messaggio ci riporta alla necessità di un cambiamento, nel senso del rispetto e della preservazione; ci ricorda l’improrogabilità di questa nuova coscienza che si riferisce ad una visione del mondo centrata sulla reverenza per la vita e tutte le sue manifestazioni. 35


La tragicità del non ascolto da parte degli esseri umani e della loro sempre più marcata insensibilità viene espressa e visualizzata con questo enorme Cuore pietrificato: quello dell’essere umano alienato, che ha perduto il contatto profondo con se stesso e con la natura: un essere umano che percepisce la Natura come altro da se, sentendosi superiore ad essa e arrogandosi il diritto di usarla a suo piacimento con i risultati che conosciamo In quest’ opera faccio ricorso ad uno dei più potenti simboli archetipi, forse il più antico e universale. Si tratta infatti di uno di quei media ancestrali che hanno il potere di evocare e trasmettere -senza bisogno di parolequelle idee, emozioni, sensazioni, proprie di ciò che Jung definisce inconscio collettivo e che appartengono sia al singolo individuo che all’umanità tutta, e perciò riescono ad essere portatori in maniera immediata e coinvolgente di forti messaggi… Lo stupore, la poesia, la debanalizzazione L’efficacia comunicativa dell’opera non è disgiunta dalla sua forza poetica. Essendo il simbolo così universale, se ne rischia l’abuso e di conseguenza la banalizzazione: ma tale rischio viene eluso grazie alla consapevolezza dell’Azione e alle modalità con cui l’opera viene realizzata: le grandi dimensioni, l’enfatizzazione del medium, l’uso del simbolo del suo significato contrario La grandiosità dell’opera non risponde ad una esigenza di auto-esaltazione, ma è strettamente funzionale all’intento comunicativo. L’imponenza dell’opera favorisce infatti la visibilità, e attraverso lo stupore focalizza l’attenzione e stimola la ricerca dei significati di cui è portatrice. Così l’enfatizzazione del medium , non essendo nata dal narcisismo dell’artista e non rispondendo al sensazionalismo fine a se stesso, diventa mezzo privilegiato di trasporto di stimoli vivi, indispensabili per il cambiamento degli atteggiamenti automatizzati.

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L’uso del simbolo del suo significato contrario Di solito il Cuore significa Amore. Usando il simbolo nella sua accezione contraria ( il disamore, la durezza del cuore, l’indifferenza, l’ insensibilità), l’attenzione dell’osservatore diviene ancor più viva, perché si usa arbitrariamente una caratteristica normale per la pietra -la durezza - attribuendole un significato negativo. Infatti, il caparbio indurimento dell’animo e della mente, di cui sono compagne la protervia, l’ottusa indifferenza, l'insensibilità e innumerevoli altre simili “virtù’, sono in realtà proprie degli esseri umani. Contemporaneamente, come artista di land art, nata io stessa in un luogo di pietra, realizzo il desiderio e il piacere di attuare un’ Opera in armonia con la natura, passando dalla Montagna Stregata di Castelmezzano (la montagna lucana a cresta di gallo ) a quella vulcanica dell’Etna (i Monti Sartorius durante la grande eruzione del 1999) per realizzare quest’altra grande opera a Livigno, in Trentino. Infine, anche quest’opera pur essendo assolutamente inedita ed originale, fa parte di un percorso reale e metaforico che sto compiendo con la “Danza della Corda”. Il momento del percorso attinente al simbolo “cuore” prevede diversi luoghi e modalità di attuazione, tra cui una mostra fotografica, una serie di installazioni, una mostra di sculture, scritti, azioni in arte coinvolgente e così via. Così l’apparente semplicità in realtà è il concentrato di una miriade di eventi che iniziando ad Aprile si svilupperanno nel tempo.

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Progetto OPERAZIONE READY MADE

parte seconda

Message in the bottle Messaggio in bottiglia

Azione simbolica in arte partecipativa

Un “messaggio in bottiglia” è ciò che inviamo al mondo per riattivare la consapevolezza della rinnovata unione con la natura nell’amore e nel rispetto della madre terra. Teri Volini Ritengo importante stimolare i ragazzi a ricercare l’anima delle cose… perché anche i rifiuti hanno la loro anima. Quanta bellezza emergerebbe! Basta solo un piccolo scarto dell’ovvio, dello stereotipo, del mero apparire. Vincenzo De Polis Preside Istituto d’Arte ISA Levi di Rionero in Vulture

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Alla Madre Terra Un ecomanifesto Sospesi sull'orlo di un' ecocatastrofe, noi troviamo il coraggio di guardare il mondo con occhi nuovi, di mutare abitudini, di trascendere i nostri limiti, di liberarci dalle coercizioni convenzionali, dal modo usuale di concepire ciò che è conoscenza e verità. Tutto quello che tanto desideriamo -il perduto senso dello stupore, il senso del collegamento, l'incanto gioioso di fronte alla bellezza e al mistero della vita sulla terra – tutto questo è ciò che dobbiamo riconquistare. Restituiamo al nostro cuore e alla nostra mente il potere che ci appartiene e consentiamo alla nostra evoluzione culturale di riprendere il corso interrotto. Ricongiungiamoci con le nostre radici spirituali più profonde, in modo da usare la moderna tecnologia non per distruggere, sfruttare e opprimere, ma per liberare quelle capacità che appartengono solo a noi esseri umani: la capacità di amare, di creare e di tornare a vivere in uno stato di parità, e non di dominazione con il nostro miracoloso pianeta la Madre Terra. Riane Eisler La Dea della natura e della spiritualità Autori vari, I nomi della Dea, Ubaldini Editore, Roma

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