L’Artista di fronte alla Natura
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Mercoledì 24 maggio 2017 è stato presentato presso il Museo archeologico di Potenza il Convegno “L’artista di fronte alla natura”. Proponente il Centro d’Arte e Cultura Delta di Potenza, su invito e con la collaborazione dell’associazione Convegni culturali Beata Maria Cristina di Savoia, sezione di Potenza. Condivisa da un folto pubblico attento e compartecipe, in maggioranza femminile, la Conferenza di Teri Volini è stata presentata da Silvia Cibarelli, presidente dell’associazione che si occupa di temi culturali divisi in due sezioni: l’approfondimento di problematiche di rilevante interesse nella società e i vari aspetti dell’arte. Dopo averne descritte le caratteristiche e le finalità, descrivendo la personalità e i meriti di Maria Cristina di Savoia cui l’Associazione è dedicata, la prof.ssa Cibarelli è entrata nel merito della comunione d’intenti che ha portato alla collaborazione con l’artista biofila, concludendo con il senso profondo dell’Enciclica del Papa, Laudato si', vero manifesto ambientalista scritto da Francesco come appello a prenderci cura del pianeta, la nostra casa comune. Anche la delegata regionale dell’associazione, Nunzia Volonnino, ha evidenziato nel suo intervento gli intenti comuni e la consonanza stretta con l’artista, di cui ha presentato una colta sintesi biografica, evidenziandone le poliedriche peculiarità e l’instancabile dedizione all’arte, alla natura e alla società. In qualità di amica ed estimatrice, la prof.ssa Volonnino ha rimarcato come l’artista, con vigorosa creatività, attraverso le sue opere non abbia fatto che rispondere all’esigenza in lei da sempre presente, ed intensificatasi nell’arte - dapprima quella pittorica, poi di quella performativa - di esemplificare un vivere più intenso, cosciente e rispettoso di tutti gli esseri della natura, nella percezione di essere UNO con tutto l’esistente.
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Teri Volini, che prima del convegno si era offerta come guida alle sue Opere pittoriche e alle picto-sculture esposte nell’adiacente Pinacoteca provinciale, ha presentato le sue argomentazioni, corredate da numerose immagini a colori e dai due video Aria Fuoco Terra Acqua, e I Can Fly Link attivi video Aria Fuoco Terra Acqua http://www.terivolini.it/video/elementi.html I Can Fly http://www.youtube.com/watch?v=pK2xZMGFvyg
Evento Facebook https://www.facebook.com/events/1890507907903595/permalink/1890513357903050/
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L’artista biofila ha rimarcato come questo Convegno sia testimonianza della gratitudine per l’incommensurabile bellezza del creato; espressione del piacere di realizzare opere in sintonia con la Natura, e innanzitutto della necessità e dell’urgenza di diventarne seriamente custodi e protettori, chiunque noi siamo e qualunque sia il ruolo che abbiamo nella società. A seguire, la relatrice ha sottolineato la consapevolezza dello stato di fragilità del pianeta cui gli umani hanno contribuito enormemente, evidenziando il suo intento, non estemporaneo, di voler dichiararsi - ed essere in tutto - “Paladina della natura”. Una visione maturata in oltre vent’anni di pratica nel quotidiano di tale filosofia e poi di azione artistica sul campo, al fine di focalizzare l’attenzione sul rispetto verso la Terra e sulla improrogabilità della sua preservazione. Teri Volini si prodiga a più livelli per questo: anche scrivendo: in qualità di poeta innanzitutto e di giornalista: oltre che sul suo blog e sui vari social media, cura la redazione - su quotidiani e mensili - di articoli/ricerca informativi, di approfondimento o di denuncia sociale verso situazioni che portano danno al Pianeta.
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L’artista afferma : “C'è un filo conduttore che collega - come in una danza - tutte le opere. Questo filo è uno, e al contempo molteplice. Esprime amore per la natura e per la vita; emozione per la bellezza e il mistero; attenzione per il femminile e la sua sacralità, per il suo risvegliarsi e ricevere ancora autorevolezza e accoglimento, insieme ai valori di cui si fa portatore; è il connubio fecondo tra la donna e la natura, che, con la loro coincidente ciclicità fanno a gara per entrare in una sorellanza protettiva e protettrice - a sua volta - di tutto il genere umano e del pianeta” … (lettura di Stefania Rotondaro) 17
Teri Volini ha spiegato come fin dall’inizio avesse adempito alla innata mission di onorare la Natura tramite le Opere Pittoriche, esaltando in esse la bellezza e la generosità della Terra. La pittura come linguaggio fondamentale segnava il suo rapporto con la natura, contribuendo al rispetto verso il Pianeta e verso tutti gli esseri. L’artista ha dichiarato: Sono stata privilegiata nell‟infanzia dal contatto con una natura speciale, magica, non contaminata, quella delle Piccole Dolomiti lucane, con le sue erbe e i suoi fiori, ma soprattutto con le sue atmosfere, e quelle forme antropomorfe, o teriomorfe che in esse o su di esse si vengono a formare, per poi variare di continuo, a seconda della luce, delle ombre, del tempo e delle stagioni...
Link attivi: LA MONTAGNA STREGATA http://www.terivolini.it/html/opere1.htm
CICLI delle OPERE PITTORICHE di TERI VOLINI - EBOOK ILLUSTRATO pagg. . 73 https://issuu.com/terivolini/docs/cicli_per_solo_issuu_power_point_31
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Un imprinting talmente forte, da definire il suo stile e suggerirle come titolo del 1° ciclo di opere “la Montagna Stregata�, conosciuta non solo in Basilicata ma a livello nazionale ed estero, e caratterizzata - come scrive 21
Bernardo Panella, da una forza di attrazione misteriosa, che tiene l'anima sospesa in uno stato di tensione e che costituisce il filo preciso dell'ispirazione. O, come sottolineava Elio Mercuri, luogo che si fa paesaggio d‟infanzia, memoria d‟una realtà che riemerge dal profondo, racconti, in discreta ma insistente visione poetica..I fiori, le erbe, sono per Teri tracce. Sono segni di stagioni e di tempi della natura in relazione con i percorsi degli astri e le fasi della luna, „i un nostro vivere in connessione con eventi e cicli che oggi abbiamo dimenticato … Un rapporto talmente profondo, quello dell’artista con la natura, capace non solo di definire il suo legame con la terra di Lucania, ma di diventare una “traccia” universale, come i numerosi estimatori stranieri le hanno sempre riconosciuto, riscontrando straordinarie consonanze con i luoghi della “loro” infanzia o adolescenza, facendo loro rivivere ricordi ed emozioni: e si parla di visitatori dei più diversi paesi, che vedevano nella Montagna da lei dipinta la loro Montagna, la Montagna del mondo! La Natura sempre al 1° posto, come sostiene - nell’incanto della sua dedication a Teri - Cecilia Coppola:“ La Montagna mi appariva in tutta la sua bellezza di luci, di colori, di cromatismi, di significati. Un momento di magia, un'evocazione fiabesca in un'atmosfera che invita al sogno. Mi tingevo dei suoi colori e provavo a viaggiare con gli occhi immersi nelle tonalità dei dipinti. Ardevano di fuoco i crepuscoli, i colori secchi dell'autunno incidevano le tele e pareva udire il vento fra il fogliame rompere il silenzio innamorato dei boschi. Anche il canto degli uccelli s‟era fermato nelle tele in un orchestrale impatto di parole e l'azzurro del cielo si attorcigliava alle sue creature d'aria, quasi un manto dove distendere la stanchezza di viaggi lontani. Sembrava che, al sole e all'ombra, Teri avesse tessuto con i suoi colori gridi di luce, le vesti della terra, risalendo dalla danza delle foglie, dall'intrico di foreste al pulsare celeste del cielo”.
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La Casa del Ragno
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Mentre dipingeva, non c’era in Teri alcun intento manifesto, solo la gioia che temperava la fatica della creazione cellulare dei quadri, mentre accettava l’ispirazione: ma dopo aver composto la sinfonia delle opere, i “Cicli” - come li definiva Pasquale Totaro Ziella - si rese conto che esse erano un inno al creato, alla sua sacralità e bellezza. La pittura di Teri è nelle ali di una farfalla: la densità dei blu, la luminosità dei gialli e dei bianchi, la morbidezza dei verdi e dei viola, la forza dei rossi, la durezza dei neri, creano un panno di velluto con riflessi accattivanti, con luccichii evanescenti e insistenti. Teri Volini, una maga che legge nel caleidoscopio della natura. Il mondo è da scandagliare e da vera rabdomante, l'artista sonorizza i fondi marini, gli spazi celesti, le terre fiorite, di una musicalità virginale e armonica. All'opera voliniana dà grande sostegno anche la frequentazione dei poeti, che spesso la ispirano e la sostànziano. Per sostenere tutto questo non sono sufficienti le singole opere, i singoli periodi: la pittrice ha bisogno di muoversi su grandi volte, per grandi spazi, per grandi tempi: per Cicli. I Cicli hanno l'ampiezza del suo respiro e la giustezza della sua espressione Grazie a Pasquale Tòtaro Ziella - Poeta e critico d’arte - L’aurorale creazione del femminile L’artista ha ricordato i titoli principali Cicli pittorici, oltre alla Montagna Stregata: I Giardini di Mare e di Terra; Nata sotto il Segno dei Pesci; Il Ritmo del Nardo e della Stella; Il Colore delle Donne; Il Risveglio della Dea; La Danza della Corda, riconosciuti e apprezzati dappertutto, soprattutto a Milano, sua 2° città d’adozione. link attivo : CICLI delle OPERE PITTORICHE di TERI VOLINI - EBOOK ILLUSTRATO pagg. 73 Grazie a Pasquale Tòtaro
Ziella - Poeta e critico d’arte - L’aurorale creazione del femminile https://issuu.com/terivolini/docs/cicli_per_solo_issuu_power_point_31
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L’artista - ape Ma ad un certo punto l’esigenza di essere in pieno “Paladina della natura” è diventata più forte, e Teri ha sentito l’esigenza a necessità di attivarsi in modo più diretto. Questo è accaduto in qualche modo col sacrificio delle opere pittoriche, e l’apertura a nuovi linguaggi espressivi. L’artista ha ricordato che non tutti gli estimatori della sua arte pittorica hanno apprezzato questo passaggio, perciò ha voluto ribadire che dal punto di vista creativo c’è stato uno spostamento, un cambiamento nel linguaggio, ma non una diminuzione di valore … Nelle sue stesse parole: “Percorsi d‟arte è il titolo della doppia mostra presentata nella Pinacoteca e nel Museo archeologioco, ed è rispondendo a una precisa richiesta di alcuni estimatori, che vorrei illustrare in breve come sia avvenuto quel “passaggio” dalla forma espressiva pittorica - per la quale avevo ricevuto tanti apprezzamenti - alle performances e installazioni. A un certo punto - ho emulato il fare delle api, che, proprio nel momento in cui l‟alveare è al suo massimo, pieno di cibo e di soddisfatti ronzii , decidono di seguire la regina esploratrice e di volare via, per andare a costruire un altro alveare, portando con sé solo l‟indispensabile (un fagottino di propoli e di miele), per giunta mettendo a rischio anche se stesse, andando alla ventura. Ho sempre trovato ammirevole la loro scelta, il loro coraggio e la perseveranza con cui si spingono nell‟ignoto per il bene comune e nuovi destini. Tutto questo non l‟ho pensato allora, ma tanto tempo dopo aver iniziato il nuovo percorso”
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E ancora: … “Quando si risponde alla chiamata della Musa, e c‟è verità in ciò che fai, è quella la via giusta. Se la fonte ispiratrice è certa, se si vuole fare arte nobile, allora la sua potente energia può espandersi a raggiera in diversi ambiti. Ciò che conta è che l‟intera mia opera sia permeata da un unico soffio creativo: quel che si modifica è “solo”la forma in cui il talento si esprime. Vi chiederete però come sia avvenuto quel “passaggio” dalla forma espressiva pittorica - per la quale avevo ricevuto tanti apprezzamenti - alle performances e installazioni. Lo dico in breve: il varco s‟era aperto verso la metà degli anni „90, ricevendo paradossalmente un forte input proprio da un‟opera pittorica, LA DANZA DELLA CORDA, tramite la quale si è verificato uno straordinario “ movimento” di energia creativa, e uno degli elementi iscritti nell‟opera stessa, una sottile striscia rossa, uscendo virtualmente dal quadro, aveva iniziato un vero e proprio Viaggio, portandomi a snodarlo realmente in forme e dimensioni e luoghi di volta in volta diverse, a cominciare dalla forma germinativa di gomitoloseme, per arrivare poi alle grandi performances e installazioni Il Ritmo del Fuoco sull‟Etna, maggio 1999, e La Grande Ragnatela sulla montagna lucana, nel settembre 1999 e di là poi a tutte le infinite altre fino ad oggi”. Link attivi: LAND ART SCHERMATA http://www.terivolini.it/html/land_art.htm IL RITMO DEL FUOCO http://www.terivolini.it/html/performances2.htm IL REALE INVISIBILE, LA RAGNATELA http://www.terivolini.it/html/performances3.htm
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La Danza della Corda
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Una volta iniziato il nuovo percorso, mi resi conto che veniva definito Land Art quel modo di operare in natura: tuttavia ero perplessa, in quanto c‟era qualcosa che proprio non quadrava, non mi sembrava appropriato il modo il cui la maggior parte degli artisti si poneva di fronte alla natura. La mia presentazione verte perciò su due punti: da una parte la situazione come si è finora presentata nell‟arte, rispecchiante la cattiva impostazione di una società incosciente e distruttiva e dall‟altra la possibilità di imparare a differenziarsi da qualsiasi comportamento non virtuoso, servendosi dell‟arte stessa per aiutare la natura, e in definitiva, l‟essere umano. Il mio concetto di Land Art, è chiarissimo, e parte dal non considerare la terra come un oggetto da dominare e sfruttare, ma come il luogo sacro dove ci è dato risiedere, il posto privilegiato di cui siamo ospiti e tramite il quale respiriamo, ci dissetiamo, ci nutriamo: in una parola, viviamo. LAND ART Cosa s‟intende convenzionalmente per Land Art e qual è l‟atteggiamento dell‟artista convenzionale di fronte alla natura? Se traduciamo alla lettera il termine Land art, il risultato è arte del territorio, ed è forse questo il motivo per cui viene definita anche arte ecologica … Tuttavia, se osserviamo con attenzione i vari interventi di Land Art di diversi artisti, ci rendiamo conto che non sono coerenti con la precedente definizione, se per ecologico intendiamo tutto ciò che concerne, preserva, difende e valorizza l‟ambiente stesso. E‟ stato questo tipo di riflessioni a spingermi a studiare meglio una forma d‟arte così particolare ed affascinante, risalendo alle sue origini ufficiali e osservandone alcune delle opere realizzate … Iniziai un attento studio differenziato, notando che i testi scritti sull‟argomento parlavano di Land Art senza operare alcuna distinzione tra le varie modalità di realizzazione delle opere stesse, quando invece c‟è una 31
notevole differenza, ad esempio, tra l‟opera di un Walter De Maria, che tracciò con polvere di gesso un‟enorme croce di 400 metri sullo Jenny Kake nel Nevada, e quella di Robert Smithson, che costruì un‟enorme spirale di 450 metri sul lago Great Sant nell‟Utah, intervenendo pesantemente sull‟ambiente. A mio avviso, nel 1° caso l‟efficacia dell‟Azione si coniuga perfettamente con la poesia dell‟opera e non va a discapito della Natura, grazie ai materiali usati e alla voluta impermanenza dell‟opera. Nel secondo caso, anche se il risultato estetico è notevole, l‟impatto ambientale non risulta esserlo altrettanto.
In Italia un intervento assai pesante è il Cretto di Burri, in Sicilia, che pure è stato ed è tanto celebrato come grande opera. Costruito per evidenziare la distruzione operata dal terremoto, ed esprimere il lutto da questo derivato, consiste in un‟enorme massa di cemento con cui sono state ricoperte le rovine del paese di Gibellina. Certo l‟idea è grandiosa e l‟opera è 32
significativa: indubbiamente passare tra gli alti muri grigi comunica la grande angoscia vissuta dagli abitanti e riporta al dolore universale… tuttavia, immaginiamo di fare la stessa cosa con le rovine di Pompei o altri luoghi- storici e non funestati da catastrofi. Non hanno forse già in sé stesse la forza evocativa del dramma che le ha sconvolte?I ricordi e le sensazioni sarebbero forse emersi altrettanto potentemente se al posto del cemento, le rovine fossero state lasciate alla Madre Terra, che le avrebbe con il tempo rivestite di un pietoso, inestricabile, spinoso manto di rovi…In alternativa, l‟intervento dell‟artista non invasivo avrebbe potuto prevedere di seminare una selva di ortiche e arbusti spinosi - o magari un enorme roseto - e quella sarebbe stata l‟Opera grandiosa e piena di autentica pietas nei confronti dell‟umana sofferenza e per di più un memento alla umana caducità .
Un artista che agisce nel pieno rispetto della Natura e con infinita poesia, audacia ed ineguagliabile originalità è il bulgaro Christo, delle cui opere basti vedere una delle sue significative immagini.
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Un altro artista notevole dal mio punto di vista è Richard Long, vero poeta della Land Art, che realizza capolavori in perfetta sintonia con la Natura, con pietre soprattutto, e spesso riporta delle opere in misura ridotta ma altrettanto affascinanti anche in luoghi chiusi.
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Il fascino della Land Art Il grande fascino della Land Art deriva dal fatto che si inserisce nel flusso di energia della Terra evidenziandone la potenza … Operare su di essa, in grandi dimensioni, su monti, prati, deserti, laghi, fiumi, cielo… suscita un rinnovato interesse per la natura e diffonde la coscienza dei valori trascurati del nostro habitat. Questo risultato però si ottiene solo se l‟artista di Land Art opera in modo alternativo, facendosi esponente di un‟esperienza di vita improntata sul rispetto degli altri esseri e dell‟ambiente. In caso contrario, la Natura viene usata senza preoccuparsi della sua preservazione, anzi senza alcun ritegno, operando delle modificazioni in perfetta linea con ciò che accade negli altri campi della cultura convenzionale. L‟artista conformista agisce senza scrupoli, semplicemente in base al suo progetto, in cui conta solo l‟acquisizione di fama, il suo personale interesse, intellettuale, economico che sia, e altri simili disvalori. Usa la Terra da padrone. In questo caso l‟arte, invece di contribuire ad illuminare la cultura, si adegua ad essa, e non fa che confermare la pretesa superiorità dell‟uomo sulla Natura, per cui ci si arroga il diritto di dominarla, usarla e ab-usarne a piacimento, con i tragici risultati che conosciamo. Ciò corrisponde alla visione antropo-centrica, cioè centrata sull‟essere umano, tipica di chi è immerso in una visione in cui la Natura stessa è a lui inferiore, e di cui si arroga il diritto di fare ciò che vuole. Questo tipo di artista, che io definisco patriarcale, invece di usare il suo carisma e il privilegio - che l‟arte gli offre- di superare il conformismo e di trasmettere idee rivoluzionarie, tramite il codice prioritario di grande efficacia che possiede; invece di lottare contro una cultura annientatrice, abusa anch‟egli della Madre Terra 36
che percepisce come puro oggetto, e preferisce nutrire il suo narcisismo costruendo la sua opera sulla natura, a discapito dell‟ambiente stesso. Si potrebbe pensare che, al giorno d‟oggi, considerati i gravi problemi ecologici di cui soffre Gaia, la Terra, a causa della sconsideratezza umana, dovrebbe ormai esserci una grande acquisizione di consapevolezza e l‟artista in particolare - se è vero che vede ciò che all‟occhio comune spesso sfugge - dovrebbe comunicarne l‟urgenza. Invece così non è, e si assiste al reiterarsi di grandiose affermazioni di delirio andro e antropo-centrate: non bastando le orribili sculture con le facce dei presidenti d‟America con cui sono state deturpate le Rocky Mountains negli Stati Uniti,
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anche i Nativi, da sempre noti per il rispetto che tributavano alla Terra, hanno tentato unâ€&#x;impresa simile, quasi un risarcimento dei danni da essi subiti, ma in realtĂ adeguandosi a un modo di vedere arrogante e invasivo, realizzando con enormi sforzi economici, nel Sud Dakota, il volto del capo indiano Crazy Horse
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Un artista greco, certo Tassos Papadopoulus, progettò un monumento gigantesco di Alessandro Magno: il suo volto colossale inciso sull‟intera montagna … Lo scaltro Tassos - che nel frattempo divenne famoso per le discussioni sollevate dal progetto - lavorò ad esso per diversi anni, raccogliendo i soldi e i permessi relativi…
L‟intero monte Kerdilio, nella Macedonia greca, di fronte al monte Athos, rischiò di essere sacrificato e trasformato nell‟orrendo faccione kitch del condottiero, che forse sarebbe stato il primo a non volere una tale mostruosità: infatti, con grande saggezza, ai suoi tempi, quando gli fu proposta una sua statua colossale sul monte Athos, rifiutò e preferì costruire la città di Alessandria.. 39
Anche in Basilicata ci sono esempi di questo “fare arte”, che non fa altro che adeguarsi alla moda dominante, per confermare che noi siamo i padroni della terra. Porto ad esempio la giostra di Holler piazzata sul Pollino qualche tempo fa cui dedicai un articolo intitolato “C’era una volta la natura” , esprimendo il mio parere discordante e ben motivato al proposito.
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La Land Art per Teri Volini Da parte mia, io desidero realizzare opere d‟arte con e per la natura, in un‟azione empatica e sinergica con essa. Ritenendo la Terra un corpo vivente, che ci nutre e ci ospita, desidero realizzare oltre ad azioni simboliche, happening e performances, delle opere di Land Art nel senso letterale di terr-arte, o arte per la terra, in forma di performances e/o installazioni che non s‟impongano con arroganza sull‟ambiente naturale. Il mio desiderio è di realizzare delle opere che, coniugando la grandiosità e la bellezza con il profondo significato, siano anche gioco e rito; che siano coinvolgenti, realizzate con il concorso gioioso di molti altri., e la cui eventuale impermanenza non sia considerata in senso diminutivo,ma come aventi in questo un valore educativo aggiunto link IL RITMO DEL FUOCO http://www.terivolini.it/html/performances2.htm
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La Ragnatela , sperimentazione a Matera, 1997
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La Ragnatela a Castelmezzano1999
http://issuu.com/terivolini/docs/il_reale_invisibile_-_la_ragnatela_
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La Ragnatela a Castelmezzano1999 http://issuu.com/terivolini/docs/il_reale_invisibile_-_la_ragnatela_
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Piemonte - RAGNATELA BIELLA per Passaggi a nord ovest – Fondazione Pistoletto - 2000http://www.terivolini.it/html/performances9.htm
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O L‟Apertura del Cuore a Livigno, in Lombardia 2003… link L’APERTURA DEL CUORE - LIVIGNO- Lombardia – luglio http://www.terivolini.it/html/apertura_del_cuore.htm
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Delle opere in cui l‟imponenza non risponda ad un‟esigenza di auto-esaltazione ma semplicemente ad una maggiore, immediata visibilità, e in cui lo stupore, e la stessa curiosità, non siano delle sensazioni fini a se stesse, ma mezzi privilegiati di comunicazione; portatrici attive di messaggi fondamentali in difesa del Pianeta, stimoli vivi di riflessione, indispensabili per mutare gli atteggiamenti usuali, e di contribuire al cambiamento di rotta nei confronti della natura. Desidero con le mie opere simboleggiare il piacere e la necessità di quella ricerca di armonia e di equilibrio con la Madre Terra che gli esseri umani sembrano aver dimenticato, ma a cui nel loro stesso interesse dovranno ridare grande importanza. In una parola: BISOGNA FAR PACE CON LA NATURA, E L‟ARTE DEVE COLLABORARE IN QUESTO. La naturale conseguenza del primo intento - FAR PACE CON LA TERRA E CON L‟UMANITÀ è diventato il titolo stesso della mostra di oltre 70 pannelli allestita nel Museo archeologico provinciale, tenendo conto che ciascun pannello esposto è la punta dell‟iceberg di numerose complesse manifestazioni, happening, azioni simboliche, performances realizzate nel tempo e in diversi luoghi in Italia: oltre alla Basilicata privilegiando Lombardia, Calabria, Sicilia, Piemonte, Lazio, Valle d‟Aosta etc.
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Di seguito, l’artista biofila, presidente del Centro d’Arte e Cultura Delta, ha accompagnato i presenti alla 2a visita guidata, nel Museo archeologico di Potenza, dove era allestita la mostra “ Far pace con la terra e con l’umanità”, anch’essa facente parte dei Percorsi d’arte in bilocazione, frutto di una vita dedicata all’arte e all’impegno ambientale e sociale. Pubblichiamo le immagini di alcune opere e manifestazioni attive nella difesa e preservazione della Natura Teri Volini Land-artista, ricercatrice, operatrice culturale Presidente del Centro d’Arte e Cultura Delta di Potenza CATALOGO LA VI(T)A CREATIVA illustrato, parte prima Land art - pagg. 141 https://issuu.com/terivolini/docs/catalogo_ebook BIOGRAFIA ARTISTICA - la prima parte - fino al 1999 - pagg.. 434 https://issuu.com/terivolini/docs/biografia__artistica__di_teri_volin BIOGRAFIA ARTISTICA - la seconda parte - pagg. 444 - dal 2000 al 2010 http://issuu.com/terivolini/docs/biografia_artistica_di__teri_volini?workerAddress=ec2-54-172-135-196.compute-1.amazonaws.com LELLO ROMANO, PRESENTAZIONE DEL PERCORSO ARTISTICO di TERI VOLINI - pagg.17 https://issuu.com/terivolini/docs/lello_romano_presentaz_animata_per_ TESTI CRITICI E POETICI DEDICATI ALL'ARTE PITTORICA di TERI VOLINI pagg . 90 https://issuu.com/terivolini/docs/testi_critici_e_poetici_-_27-11-15
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Le Invasioni Tentacolari 2007
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SITO WEB HOMEPAGE http://www.terivolini.it/homepage.htm PERFORMANCES SCHERMATA – http://www.terivolini.it/html/performances.htm
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