Arte come rivelazione
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Arte come rivelazione Intervista di Marino Faggella a Teri Volini
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Nota biografica
Teri Volini, artista impegnata in una ricerca che attualmente perdura, ha esposto in pittura dalla metà degli anni ‟80 le magiche suggestioni de La Montagna Stregata, ispirata alla sua terra di origine, la Basilicata e le Dolomiti lucane di Castelmezzano-Pietrapertosa, seguita da altri importanti cicli di opere, presenti in oltre 90 mostre personali in sedi regionali, nazionali (tra cui Milano, dove ha uno studio d‟arte e un‟esposizione permanente delle sue opere), ed estere, con notevoli riscontri di critica e di pubblico. Studiosa di culture, lingue e letterature straniere ha soggiornato a lungo in Francia, a Grenoble, Lione e Parigi, dove ha seguito corsi di civiltà, arte e teatro alla università Sorbonne, laureandosi successivamente con una tesi sul teatro di Jean Anouilh.
Dalla fine degli anni ‟90, utilizzando diversi linguaggi espressivi (pittura, scultura, poesia, manifesti d‟artista, ricerche, e conferenze e incontri con i giovani), con opere capaci di instaurare un nuovo rapporto con la Natura e l‟Umanità, l‟artista si è consacrata maggiormente all‟impegno civile e ambientale, proponendosi di attivare un nuovo rispetto per il pianeta, percepito non più come un oggetto da sfruttare e contaminare, ma come Terra Madre, nutrice di tutti i viventi. In stretta connessione con la filosofia di Josef Beuys, Teri ha fiducia in un’arte estesa a tutti gli aspetti fondamentali della vita e che dia all‟impegno nella società un posto importante, un‟arte che, partendo dalla difesa della natura e preconizzando un tempo in cui arte e vita siano coincidenti, e nel quale sia possibile riconquistare l‟incanto gioioso di 3
ronte alla bellezza e il mistero della vita sulla terra, sia capace di compiere “operazioni ecologiche, spirituali, autenticamente umane”. A tal proposito, sottolineando la necessità di una maggiore responsabilità sociale dell‟artista contemporaneo/a , in linea con le più avanzate concezioni dell‟Avanguardia, Teri parla, nei suoi scritti, di arte coinvolgente, in modo che il pubblico non sia solo spettatore e fruitore ma anche - insieme all‟artista- collaboratore e coprotagonista, e contemporaneamente, anticipando alcune fondamentali novità estetiche attualmente
operanti
nel
3°
millennio,
di
“ridefinizione”
o
“riconversione dell’arte”. Quanto al ruolo di operatrice culturale svolto, si dirà che Teri Volini e il Centro d’Arte e Cultura Delta da lei diretto, per favorire la pratica dei valori che attengono al vivere civile e alla “sostenibilità” sociale e ambientale in ambito locale e planetario, si sono fatti promotori di un’impresa morale e culturale definita “Operare la pace”, il cui scopo è di attivare, insieme alla coscienza e pratica della Pace, il rispetto reciproco delle pratiche religiose e culturali di tutti i popoli della terra. L‟intervista parte da quella a me rilasciata dall‟artista in occasione di una sua mostra intitolata RiVelazione, allestita nel 2004 a Potenza, nella Cappella dei Celestini, che conserva a parer mio un preciso valore di attualità, perché serve a testimoniare i cambiamenti avvenuti nella sua visione dell‟arte così sostanziali da farci pensare ad un‟autentica svolta già in corso nell‟arte di Teri a quella data e che si sostanzia di preziose, reciproche riflessioni d‟arte e vita in un continuo, pressante contrappasso tra intervistatore e intervistata.
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É stato d‟obbligo per me aggiornarla - seppure parzialmente - data la mole e la significanza delle realizzazioni che Teri ha concretizzato negli ultimi 10 anni, per illustrare le quali occorrerebbe più di un„intervista … Dell‟aggiornamento fa parte l‟immissione di link attivi, come oggi usa nei documenti ipertestuali, che possono essere aperti e consultati dal lettore ampliando la conoscenza sostanziale e visiva degli argomenti trattati . Marino Faggella
Giardini di mare e di terra
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Marino Faggella
Marino Faggella, autore e saggista, laureato in lettere classiche presso l‟Università “Federico II” di Napoli, vive e lavora a Potenza. Prof. Emerito di Italiano e Latino nei licei, ha per più di dieci anni svolto attività di docenza presso la Scuola di Specializzazione dell‟Università della Basilicata. La sua lunga esperienza professionale è testimoniata dall‟attività di aggiornamento in qualità di realizzatore di progetti, di ricerca e innovazione didattica (Latina didaxis, aggiornamenti sulla didattica del latino nella scuola liceale), di coordinatore e docente relatore in corsi e seminari svolti “intra moenia” e all‟esterno con partecipazione di enti quali UNIVERSITÀ, IRRE, CIRMES,USB, UNILABOR. Si è occupato di studi storici, classici e moderni, pubblicando su Orazio diversi articoli e saggi. I suoi interessi di studioso sono stati rivolti, inoltre, a temi di linguistica e critica letteraria (Genesi e caratteri dello strutturalismo dal formalismo russo alla semiotica; La critica militante di L. Sinisgalli; Manzoni tragico; L. Pirandello, dalla narrativa al teatro; Leopardi-Proust, la ricerca del Intervista a Teri Volini, artista biofila tempo e il procedimento della memoria involontaria; G.Leopardi, natura e ragione e il reagente della religione); e alla storia e alla cultura del Sud e della Lucania. Ha svolto consistenti studi su Sinisgalli, apparsi su riviste e periodici. Ha pubblicato i volumi: L. Sinisgalli, un poeta nella civiltà delle macchine (1996, saggistica), Il nulla nominato, studi sul pensiero e sull‟opera di G. Leopardi (2002-05, saggistica), Sulla Via Appia ad incontrar le Muse, lucanità di Orazio ed altri saggi (2005, saggistica), Il 600 (2006, ipertesto), Ai piedi del Cristo. Maratea tra memoria storica e vocazione turistica (2007, saggistica). Collabora a diversi periodici ed è direttore e caporedattore della rivista on line “Il Capricorno”
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Il sogno di Fanny dal ciclo “La Montagna Stregata�
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Intervista
Marino Faggella: Più che aspettarsi inizialmente una domanda da parte dell‟intervistatore, come solitamente accade in ogni intervista, l‟intervistata ha inteso subito ribaltare il procedimento, volgendomi essa stessa per prima provocatoriamente la seguente domanda: Teri Volini: Non so se tu conosci tutte le opere che io ho prodotto di recente e anche nel passato…
M.F. Devo riconoscere che la mia memoria riguardante la tua attività di pittrice si ferma a metà degli anni ‟80, per cui devo ammettere di avere un vuoto che per essere colmato richiede una breve ricostruzione storica. Innanzitutto vorrei sapere quando è avvenuto il tuo trasferimento a Milano.
T.V. Ho compiuto questo passo negli anni ‟90. In realtà non si è trattato di un vero e proprio trasferimento, ma, come io la definisco, di una “transumanza”. Ho effettuato dei passaggi cadenzati nel tempo anche per ragioni affettive dovuti alla presenza a Potenza della mia anziana mamma, che ora purtroppo non c‟è più. Così ho dovuto organizzare una vita “doppia”, con periodica residenza in Basilicata e in Lombardia, fermandomi alcuni mesi 8
nell‟una e poi nell‟altra, con lunghi periodi anche in altre regioni come il Lazio, la Toscana, il Molise e soprattutto la Calabria, dove trascorrevo spesso i primi mesi autunnali per attività di studio e riflessione, oltre che per preziose esperienze di vita comunitaria e creativa con gruppi di persone speciali provenienti da tutta Italia. Sulla costa tirrenica, a Capo Vaticano, fra Tropea e Santa Maria di Ricadi sono state concepite e/o realizzate molte delle mie opere performative tra cui il Documento di pietra, e diverse ricerche e poemi. http://www.terivolini.it/html/performances19.htm
Milano è stata una miniera di esperienze artistiche, lavorative, creative, umane e di conoscenza … Le mie opere hanno avuto dei riscontri talmente positivi, che la loro esposizione è stata ripetutamente richiesta da gallerie, centri culturali e pubbliche istituzioni …
M.F. Vorrei soffermarmi ancora su questo incontro con la grande città di Milano. Non mancano esempi di artisti nostri che hanno lasciato la loro terra di origine per ricercare altrove la loro fortuna. L‟elenco sarebbe lungo: basti pensare a Sinisgalli, il quale in qualche modo ha avuto a che fare con la pittura, se non proprio direttamente, ma certamente egli ha avuto un rapporto storico con gli artisti nella Milano degli anni ‟30. Quest‟ultima è sempre stata all‟avanguardia e punto di riferimento non solo per l‟arte e gli artisti ma anche per gli scrittori meridionali, pensiamo ad esempio a Giuseppe Marotta, il quale fu accolto anche lui nel cosiddetto “ricovero di via Rugabella”, dove molti artisti del Sud hanno avuto modo di risiedere e confrontarsi. Sinisgalli, Quasimodo, Cantatore oltre al già ricordato 9
Marotta hanno indicato in Milano una città fondamentale per avere un rapporto positivo e di modernità con le arti.
T.V. Beh, cosa dire, se non “altri tempi”! Personalmente non ho frequentato più di tanto gli ambienti “lucani”, a Milano se non all‟inizio, essendone fra l‟altro oltremodo delusa …
Da sempre sono stata propensa all‟ampliamento della mente e dei confini di ogni tipo, e devo dire che i corregionali presenti anche associativamente in quella città non mi sono stati di alcun aiuto, anzi mi sono sembrati ancor più provinciali di certi provinciali “locali” … Potrei raccontare diversi aneddoti al proposito, ma ciò porterebbe inutilmente via del tempo, e non ne vale la pena …
Preferisco ricordare come quella città così viva, potentemente energetica - dove non ho cercato né il successo ad ogni costo, né l‟arricchimento tramite l‟arte, cosa che mi ha sempre riempita di sgomento - soddisfacesse sopratutto la mia esigenza di esperire e di conoscere, di avere uno sguardo più allargato possibile sul mondo; esigenza in me da sempre presente, e che avevo già sperimentato in Francia ed in particolare a Parigi, mia 1a città di elezione, dove avevo risieduto per i miei studi linguistici alla Sorbona, e che però si era interrotta troppo presto, quando - tornata a casa per laurearmi in lingue e letterature straniere - avevo poi deciso di iniziare l‟insegnamento e di avere una famiglia ( ho due figli, ora grandi!). In seguito – primi anni 90 - decisi di risiedere a Milano e lavorarvi per diversi mesi all'anno, in un mio studio personale e con una
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esposizione permanente, il tutto però senza abbandonare i miei luoghi d'origine, le mie radici, la famiglia, gli amici e gli estimatori…
Il Duomo di Milano fa da quinta alla mostra delle opere pittoriche
Tornare metodicamente in una città come Milano era una forma di “recupero” dal punto di vista culturale ed esperienziale… Il singolare “pendolarismo” cui mi sono sottoposta per quasi quattro lustri, e con grandi sacrifici, è stato tuttavia molto positivo, sia dal lato culturale - per gli importanti stimoli e quella città offre - sia da quello relazionale. Confrontarsi con realtà e modi di pensare diversi, è un'esperienza che arricchisce davvero. Dal punto di vista lavorativo e creativo poi, è essenziale uscire dal proprio ambiente - anche se vi si è comunque conosciuti e stimati - e "rischiare" in luoghi in cui la frequentazione 11
culturale rende il giudizio più severo ma maggiormente obiettivo e appagante ed i risultati danno "onore al merito”. M.F. Devo riconoscere di avere intorno allo sviluppo della tua arte un certo vuoto che mi auguro tu riesca a colmare. Non intendo tuttavia chiamarti ad una lunga ricostruzione del tuo iter trascorso, anche se essa potrebbe fornirci più di un dato per indicare con chiarezza l‟itinerario artistico che ti ha guidato fin qua. La tua pittura mi ha sempre attratto, e credo che ciò sia la dimostrazione di un valore positivo.
T.V. Nessun problema Marino! Sono disposta a ricostruire il mio percorso.. Inoltre, conoscendoti come persona che non sempre si sbilancia in giudizi positivi sugli artisti, la tua affermazione di stima vale per me più di un riconoscimento di valore. Vorrei, pertanto, che tu mi facessi conoscere in sintesi le tue considerazioni, dopo esserti soffermato sul significato essenziale della mia arte.
M.F. Per un critico non è sempre facile esprimere un giudizio riassuntivo su un artista, vedrò tuttavia di farlo con la tua arte. Risulta evidente che la tua espressione pittorica, anche se non ricorre totalmente al figurativo, diciamo che si ferma a mezza strada in alcuni casi, in quanto ogni tanto recuperi l‟immagine associandola all‟informale. Mi pare che a te piaccia in effetti coniugare la tradizione con l‟innovazione, non fosse altro per il tratto che esegui e la finezza dei colori.. Sarei curioso di vedere il tuo lavoro più da vicino, confesso
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che mi piacerebbe entrare nella tua officina per scoprire come tu ti servi delle tecniche mescolandole fra di loro.
T.V.
Anche se non sempre gli artisti, in particolare chi dipinge,
sono disposti a rivelare ad un osservatore i segreti tecnici della loro arte, vedrò di fare un‟eccezione con te, ammettendoti nell‟antro segreto del mio atelier. A patto che tu poi riconosca che non di mescolare si tratta, ma piuttosto di aver inventato e sperimentato una tecnica del tutto originale!! Difatti, una delle maggiori soddisfazioni che la mia pittura mi offre è il suo essere riconosciuta immediatamente da chi ha veduto anche solo una volta una mia mostra o un‟opera, o anche una sua riproduzione, e questo grazie alla particolarità della tecnica utilizzata, che “serve” egregiamente l‟espressione del mio mondo poetico.
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Una tecnica tanto inusuale, mi dicono unica, immediatamente riconoscibile, non mi è stata insegnata da nessun “maestro”, né io ho frequentato scuole artistiche specifiche; lo ritengo un Dono naturale, o forse una lontana eredità avita, o forse ancora una qualità già esperita in una vita precedente, ammesso che ciò esista; in tutti i casi sono grata alla Musa, da cui sono stata privilegiata … A tale proposito, mi viene oggi da sorridere pensando a come – sin dall‟‟inizio della mia carriera espositiva ufficiale - io sia stata bistrattata dai “colleghi” ed anche oggetto di rudi tentativi di boicottaggio da artisti o pseudo tali che – facendosi forti dei loro titoli scolastici, di uno smisurato ego e di una grande invidia per il mio crescente riconoscimento - si accanivano a denigrarmi
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gratuitamente e ridicolmente, accaniti nel non prendere in considerazione il mio talento. Così ho sperimentato la loro grettezza e visione piccina del mondo, delle persone e delle cose, ma non me ne sono fatta contaminare! Quando poi ho prodotto opere meravigliose, con una tecnica innovativa, efficace nel presentare un mondo denso e pieno di colore, si sono accaniti – senza successo – accompagnati in questo da alcuni sedicenti critici, a cercare il segreto di quella modalità pittorica così originale rodendosi letteralmente dall‟invidia dinnanzi alla bellezza evidente, al successo che sempre più corrispondeva loro, portandomi in mostre importanti e non convenzionali in tutto il mondo. E la cosa speciale era che tutto ciò avvenisse senza compromessi, manovre o ammanigliamenti di vario genere – collegati alla ricerca sfrenata di fama, successo, danaro, così frequenti nel mondo della cosiddetta arte e ai quali non ho mai voluto aderire. Per me l‟arte è tutt‟altra cosa! Anche i miei critici sono innanzitutto dei sinceri estimatori, e tu ne sei un gradito esempio..
M.F. Ti ringrazio per la tua gentilezza. Ma, a parte ciò, mi pare opportuno a questo punto soprattutto sottolineare un fatto: l‟ottima disposizione che l‟osservatore comune, anch‟io mi pongo fra essi, ha nei riguardi della tua pittura, che è un‟arte che parla immediatamente al suo fruitore, una maniera artistica che, anche quando potrebbe rivelare una certa drammaticità interiore, fa pensare all‟ottimismo, cioè ad una gioia di vivere che si traduce in una resa pittorica nella 15
quale tutti gli elementi sono portati a unità. E questo è musica. Questa disposizione all‟armonia rivela senza dubbio un animo romantico.
T.V. Questa tua osservazione è certamente interessante. Mi piace la lettura della mia arte come ricerca dell‟armonia, cosa che ha anche un sostrato romantico. Sono stati i romantici in particolare a sottolineare questa importanza della musica come “sovrarte “, cioè come un‟arte che le risolve tutte.
M.F. Tutto ciò mi induce a ritenere che quando un‟arte si avvicina alla musica è un‟arte con la A maiuscola. Queste considerazioni, che il più delle volte si fanno in generale per le espressioni artistiche che si “distinguono”, ritengo si possano anche riferire alla tua pittura: un‟arte che non di rado è capace di ottenere risultati molto elevati.
T.V. Ti sono grata per un apprezzamento così lusinghiero! Confesso che prima d‟ora non avevo approfondito l„ accostamento della mia pittura alla concezione romantica della musica.
M.F. A questo punto debbo riconoscere di provare una specie d‟invidia per i pittori, come in un certo momento sostiene anche Palazzeschi, sottolineando la differenza che c‟è fra chi è dedito alle arti belle e uno scrittore (anch‟io modestamente, forse esagerando un po‟, mi annovero in questa schiera): gli scrittori hanno sempre invidiato un po‟ i pittori, non fosse altro perché gli scrittori lavorano al chiuso, diciamo nella muffa del loro studio, mentre i pittori hanno 16
modo di vivere frequentemente en plein air, come dicono i francesi, per osservare la natura per poi riprodurla.
T.V. Ti rassicuro dicendoti che il mio procedimento pittorico non prevede di lavorare all‟esterno, bensì in studio, anche sulla base di schizzi preparatori, ma la semplice frequentazione ed esplorazione della natura, l‟‟amore e l‟apprezzamento della sua bellezza, l‟ascolto dei suoi ritmi, sono basilari per l‟ispirazione. Al momento della realizzazione prevalgono le sensazioni, il ricordo di momenti e situazioni che hanno reso quel paesaggio vivido e indelebile, miscelandosi poi con la fantasia, il mito e quant‟altro …
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Balcone, della serie La Montagna Stregata
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Nei miei quadri ci sono dei forti riferimenti paesaggistici, come in quello dietro le tue spalle, dove è possibile notare allusioni molto precise anche al panorama lucano, con le sue ginestre, i papaveri, le rose di macchia etc. con sopra un immenso cielo stellato… Tuttavia, in questi dipinti apparentemente naturalistici, gli elementi non sono stati realizzati con procedimento riproduttivo, ma riaffiorano filtrati dalla memoria, componendo dei “paesaggi dell‟anima”…
pia
E
E Mizar si sdoppia, dittico, parte sinistra
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La stanza dell’oleandro, - della serie La Montagna Stregata http://www.terivolini.it/html/opere1.htm
M.F. Vorrei, a tal proposito, far riferimento ai dipinti che tu hai realizzato a metà degli anni ‟80, che insistono sulle Dolomiti lucane che, secondo me, hanno segnato un importante momento nello sviluppo della tua arte. T.V. Quella è stata la Montagna Stregata”, l‟opera ufficiale che ha segnato l‟inizio di un lungo itinerario. Devo dire che essa mi ha portato a prendere consapevolezza del potere che la pittura, quindi l‟immagine e il colore, possono avere nel comunicare in sostanza il mondo interiore, i ricordi dell‟ artista, le sue sensazioni, i sentimenti … Animandosi, questi si traducono in una riscoperta che non è mai semplicemente riproduttiva.
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C‟è da dire, a questo proposito, che oggi anche la stessa fotografia non riproduce più semplicemente la realtà, ma la reinterpreta, quindi immaginiamoci la pittura. Pertanto la mia rappresentazione della realtà non è assolutamente mimetica o realistica; quando dipingo, recupero i miei ricordi, i sogni, il mio rapporto con la natura, in questo caso con la “Montagna stregata” da me rivissuta. Si instaura tra me e gli oggetti del ricordo un rapporto profondamente onirico che nella mia pittura si comunica spiegabilmente con forza e bellezza. TERI VOLINI – OPERE PITTORICHE Cicli principali e prime presentazioni – ebook interattivo http://issuu.com/terivolini/docs/opere_pittoriche_di_teri_volini_-_e_041002171fb120
DOSSIER TESTI CRITICI POETICI ESTIMATIVI - 2013 http://issuu.com/andypower/docs/dossier_testi_critici_e_poetici
M.F. Non a sproposito tu richiami il recupero del paesaggio naturale, in quanto sei nata a Castelmezzano, per cui la Montagna, le sue erbe e fiori, le “presenze” fantastiche e magiche si collegano, in virtù della tua capacità di recuperare attraverso - io dico - una memoria lirica, delle Immagini che poi “appaiono” nei tuoi quadri, talvolta anche senza un tuo intervento cosciente. Quasi esse si lasciassero trasportare nel quadro da te in maniera subliminale. Quasi tu fossi il mezzo con cui una realtà “invisibile” si manifesta nelle opere. Che si tratti di ricordi, di sogni, o di comunicazioni da mondi altri…
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Si potrebbe pensare anche alla tua pittura come al risultato di una forma di sinestesia, cioè di mescolanza delle arti. Se abbiamo precedentemente ricordato la musica, a questo punto occorre anche richiamare la poesia, la quale quando è lirica è fatta di ricordi, di una ripresa di motivi che rampollano quando scattano certi meccanismi psichici come quelli che accadono in occasione del ritorno.
T.V. In effetti, esperisco più realtà, ad iniziare da quella quotidiana, concreta; ma è da me sempre più ricercata l‟immersione nella dimensione
artistica,
intellettuale,
onirica,
spirituale
…
senza
dimenticare quella poetica, che è il substrato di tutta la mia opera e che solo recentemente ho deciso di rendere pubblica con la realizzazione di una raccolta dei testi poetici da me preferiti ..
M.F. Probabilmente anche per questo in uno dei tuoi quadri qui esposti, proponendo una sinergia tra la pittura e la poesia, richiami l‟opera di Sinisgalli?
T.V. Il quadro da te indicato (E Mizar si sdoppia), ha come sua nota distintiva un verso di Sinisgalli che così recita:” Ricordo un gregge lontanissimo che bruca sui monti della luna”, Vega scoppia come un braciere al vento/ e Mizar si sdoppia” ; il poeta nomina effettivamente la stella doppia, l‟astro di Sirio come luogo dei suoi ricordi di infanzia. Io sono molto vicina a questa percezione delle cose. Come, del resto, potrebbe essere diversamente! L‟arte è un mondo che – almeno inizialmente, nell‟atto creativo 22
- appartiene all‟artista,
compresa la poesia, che nutre ogni aspetto della nostra vita … A patto , naturalmente, che ci si connetta con essa ! M.F. Quando hai avuto l‟occasione di incontrare culturalmente Sinisgalli e in quale luogo?
T.V. In occasione di una mia bella mostra presentata a Milano nel ‟90, mi fu chiesto di realizzare un evento di alto profilo; furono i curatori di un importante centro culturale a chiedermi di creare una sinergia tra le mie opere e la poesia. Così – con l‟ardore che mi contraddistingue quando faccio ciò che amo per alcuni mesi mi dedicai a preparare la mostra e il dossier Il Ritmo del nardo e della stella, ad una ricerca tra i miei poeti preferiti, e tra essi il nostro illustre conterraneo di cui scelsi quei versi quale cifra significativa del quadro sopra indicato.
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E Mizar si sdoppia, dittico, parte destra
Gli altri poeti da me scelti furono Neruda, Apollinaire, Trakle ... La mostra fu molto apprezzata a Milano, ne scrissero tutti i media, e molti furono gli estimatori sinceri. Poi accadde una cosa straordinaria. Gli editori di una rivista diffusa a livello nazionale, Primavera Mondo Giovane - in vista della realizzazione di una puntata dedicata a “lezioni di poesia“ ai giovani, con il poeta Alessandro Villa, mi chiesero le immagini delle opere accompagnate dal mio commento e da mie riflessioni, per il sostanzioso dossier centrale della rivista stessa.
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I precedenti dossier erano dedicati alla danza, Carla Fracci, al Papa Giovanni Paolo, ai Beatles etc.. Una bella esperienza e un grande riconoscimento del mio lavoro. Link all’ebook I GIOVANI INCONTRANO LA POESIA – DOSSIER PRIMAVERA MONDO GIOVANEhttp://issuu.com/terivolini/docs/i_giovani_incontrano_la_poesia
Ritmo del fiore azzurro e fanciulla notte da “Il Ritmo del Nardo e della Stella
M.F. Si è parlato, secondo me giustamente, di una duplice dimensione della tua arte, da una parte abbastanza naturale e spontanea, ma dall‟altra molto originale, d‟altra ancora fondata sulla disponibilità a 25
cogliere dei collegamenti con altre forme di arte certamente celebri, come ad esempio quella post-impressionista, particolarmente Van Gogh come iniziatore di una maniera artistica nuova. Poi le tue concezioni sono andate innanzi fino ad incontrare certi atteggiamenti del linguaggio espressionista, soprattutto germanico, anche se con decise differenze: l‟Espressionismo tedesco rivela un‟energia
in eccesso tipica di
quell‟ethos, mentre la tua pittura conserva il tocco leggero e la sensibilità che, a mio modo di vedere, è tipicamente femminile.
T.V. Un tempo probabilmente mi avrebbe dato molto fastidio questo riferimento al femminile, in quanto in realtà mi evidenziava una certa supponenza e sottovalutazione da parte della nostra cultura ancora di tipo patriarcale nei riguardi della donna, soprattutto nell‟arte, un campo di cui gli uomini avevano a lungo tenuta l‟esclusiva. Per tutto il tempo storico - di cui non ho grande stima - le donne artiste erano rare e appena tollerate … Si attuavano sistemi discriminatori – di ogni tipo, tra cui distinzioni tra arte al maschile arte al femminile, come se ciò potesse essere possibile.. L‟arte è arte e ciò che si può sottolineare è semmai una sensibilità più definita in consonanza con il carattere femminile. Ma il punto è un altro, e attiene a un cambiamento sostanziale di parametri: la valutazione del femminile come valore fondante, di cui il maschile non evoluto ha sempre minimizzato l‟importanza. Ciò ha permesso di sminuire culturalmente tutto ciò che era proprio dell‟essenza del femminile e della donna, e, in ambito artistico, di relegarlo nel campo del dilettantismo, anche quando, grazie alla
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possibilità di accedere alla cultura e al sociale, essa riusciva a realizzare cose degne, ma questo in tutti campi. Oggi la situazione sembra essere diversa, ma ancora tanti sono i tentativi più o meno evidenti di sminuire tale preziosa sensibilità; solo che sono più maliziosamente sottili, e si dirigono come frecce verso quelle donne che non si adeguano alla cultura ufficiale ma si esprimono reclamando libertà e dignità di pensiero e di azione … Come avviene anche in altri ambiti della società, il sistema ufficiale, per dare l‟impressione che tutto sia in regola, premia e sostiene le donne: ma, a ben guardare, si tratta di coloro che corrispondono ai modelli stabiliti; per chi non lo fa, ecco pronta la minimizzazione tramite silenzio e mancanza di adeguati sostegni e riconoscimenti. Un tempo io stessa, formatami in una cultura determinata dal maschile”, e sebbene sempre “scalpitante”, prima di comprendere bene tutto ciò, mi definivo “artista pittore”, per timore, forse di essere in qualche modo svalutata come portatrice di una sensibilità “al femminile”, i cui valori sono percepiti come meno importanti dalla cultura in cui viviamo e da cui siamo in- formati . E dalle stesse donne. purtroppo, che, per essere “considerate”, si adeguano ai parametri della società al maschile, perdendo così la loro vera essenza, ed ancor peggio, scendendo a compromessi, pur di avere un posto in quella …
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Il Risveglio della Dea, part. del dittico 200 x 80 ca
Bisogna invece fare il contrario: risvegliare la dea che è in noi, cioè non solo essere consapevoli del valore femminile, in sè portatore di vita, amore, sostegno, solidarietà, etc. , ma operare per sviluppare quei valori nell‟attuale società... Come donna e come artista ne ho preso consapevolezza e ne sono fiera; mi definisco “pittora” o “artista biofila”, cioè portatrice di valori attinenti la vita e la bellezza, della donna e della terra, e allo stesso principio vitale e positivo sono improntate tutte le altre opere realizzate e non solo in pittura ...
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M.F. Mi pare di aver capito che tu, pur accogliendo alcune suggestioni culturali esterne, hai cercato fondamentalmente di procedere nell‟ originalità, secondo gli impulsi che la Dea ispiratrice dell‟armonia ti concedeva. E, mentre non sempre a ciascun artista corrisponde una modalità espressiva originale, tu hai creato una cifra stilistica tutta tua, che non derivando da altri, qualifica innanzitutto la tua arte, insieme ad una disposizione lirico-poetica che potrebbe far pensare a Saffo. Ma voglio subito chiarire che quest‟ultimo accostamento viene da me suggerito non tanto per sottolineare il dato del femminismo per specularvi sopra, né tantomeno per sottolineare il diritto del maschio nella storia, ma per riconoscere la tua capacità di osservare la natura, di cogliere gli aspetti della realtà, di recuperarli liricamente a distanza facendoli divenire poi oggetto di una rappresentazione. T.V. Ritengo particolarmente interessante questa tua considerazione, in quanto sottolinea che nel mio cammino artistico non mi sono adeguata a dei modelli culturali predefiniti, accettando i quali avrei avuto maggiori possibilità di riconoscimento - come avviene ahimè in molti casi di donne artiste compiacenti il sistema - ma ho tenuto ferma la possibilità di ricercare e contattare direttamente l’Armonia che mi veniva dal profondo. Sono dunque , da questo punto di vista, pienamente in linea con quella sensibilità romantica che mi riconoscevi, e per quanto essa sembri essere
fuori
moda
-
mentre
prevale
un
iper-razionalismo
intellettualistico che spesso confina con l‟assurdo - la sensibilità romantica vive ancora nella nostra anima.
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Volto di donna da “Il Colore delle donne”
M.F. Adesso, senza escludere o superare il fatto lirico di eredità romantica, vorrei cogliere nella tua pittura un aspetto di più recente modernità, per chiarire come avviene la lettura del mondo da parte di un‟ artista legata al „900, che non si ferma solo al recupero memoriale i, ma assegna ad essi un valore simbolico. 30
Ci soccorre per questo lo studio della vicenda di Sinisgalli il quale si preoccupava di esprimere un significato che andava oltre il segno, gli oggetti poetici, per andare alla ricerca dell‟assoluto attraverso la rappresentazione letteraria delle sue memorie: la terra madre, il padre, la madre, l‟infanzia, il paese. Dando per certo che ciò si verifica anche nella tua arte, data la premessa, vorrei sapere da te se questa ricerca del significato è un fatto voluto, o la tua pittura fa pensare ad un simbolismo anche di difficile decifrazione?
T.V. Ti ringrazio per gli stimoli che mi stai offrendo perché aiutano anche me a sintetizzare, a ricordare e riconoscere che noi abbiamo nella vita sempre un percorso a spirale. Ritornare indietro è molto importante in quanto si possono recuperare tutte quelle sensazioni, memorie, suggestioni che magari ho trascurato in passato. Per questo ti sono grata anche per il viaggio a ritroso, che tuttavia permette di procedere essendo sii arricchiti di esperienze.. E ricordiamo che il percorso a spirale si amplia man mano che procede nel suo giro particolare! Vorrei comunque dire qualcosa che, per quanto non propriamente collegato a quanto tu mi chiedi, mi offre tuttavia la possibilità di risponderti meglio. M.F. Ti concedo questa diversione a condizione che non ci porti molto lontano dal tema centrale del nostro discorso.
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T.V.
Se c‟è una cosa che io riconosco importante nella mia opera, è
proprio questa capacità che attribuivi a Sinisgalli di rispettare tutto quello che concerne la sfera personale: mi riferisco innanzitutto a certe immagini che hanno a che fare con la memoria delle proprie origini. Tutto questo è presente interamente nella mia pittura: ci sono i ricordi di quando avevo tre – quattro anni, allorché giocavo con la creta di un torrente,
costruendo delle figurine d‟argilla: ci sono le ombre
dell‟albero attraverso le cui foglie passa il sole, che io ho trasposto interamente in un mio dipinto. Però, allo stesso tempo, c‟è un senso di universalità, e questo lo hanno espresso per iscritto gli osservatori delle mie opere di diverse nazioni del mondo, nel corso delle varie mostre Quando certe sensazioni sono espresse in forma di appassionate affermazioni, addirittura scritte come commenti o dediche, alcune persino in forma poetica, e condivise non solo dai tuoi amici ed estimatori ma da visitatori di altri paesi e culture, come è successo ad Amalfi, in Svizzera, in Francia, negli Stati Uniti etc., c‟è un valore aggiunto, per la maggiore libertà nella loro “redazione”, e per la eccezionalità della condivisione di sentimenti in consonanza o in sinergia … Tutto ciò che quei visitatori percepivano, apparteneva anche al loro mondo, ed essi lo dichiaravano sinceramente, e con emozione, nella loro lingua, senza conoscermi di persona ma solo “leggendomi” nei quadri e riconoscendosi in essi. C’era nelle opere “qualcosa” che attivava il ricordo della loro infanzia o adolescenza, come se io avessi recuperato non solo la mia
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ma anche la loro, riattivando un archetipo potentissimo ed universale. La mia Montagna cessava di essere “solo” mia, quella lucana , ma diveniva la Montagna del Mondo, andando oltre il nome e il sito specifico, e poteva agevolmente “personificare” tanto ai luoghi di un irlandese quanto a quelli di un americano o di un tedesco o di uno spagnolo ... Queste sono state le conferme più autentiche, d‟importanza equiparabile ai pur bellissimi ed importanti testi critici e poetici che ho ricevuto in sincera e colta abbondanza…
link : http://issuu.com/andypower/docs/dossier_testi_critici_e_poetici
M.F. Visto che me ne fornisci l‟occasione, vorrei ora sottolineare la presenza del sogno, la dimensione onirica che è una componente importante della tua pittura. Innanzitutto c‟è da dire a questo proposito, se ho ben capito, che il “tuo” sogno non è quello di Freud in quanto rivelazione delle fratture dell‟anima, ma induce al recupero di certi aspetti comunque positivi della nostra esistenza comuni a tutta l‟umanità, alla quale appartiene anche una dimensione che le è molto vicina, quella del magico. Vogliamo parlarne?
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Notturno da “La Montagna Stregata”
T.V. Faccio spesso riferimento a questo aspetto misterioso che compare moltissimo nei miei quadri, nei quali molte volte ci sono immagini, che io non ho disegnato, ma, come trasportate dall‟artista, vengono fuori dalle ombre o dall‟incontro/scontro dei profìli e del colore. Una naturale magia è presente in questo mio sentire e fare, anche perché fa parte della mia cultura. La nostra è una terra che - a seguito dell‟imperante impulso alla modernizzazione, spesso selvaggia, rinnega un po‟ troppo l‟aspetto magico ed esoterico, che invece fa parte della sua tradizione, e di quella delle popolazioni più antiche del modo intero. 34
Forse per questo esso è presente nelle mie tele, come se io tirassi fuori tutto un mondo popolato di creature antiche, archetipiche, fantastiche , favolistiche; folletti, gnomi e fate, un mondo che, pur strutturatosi anche nei ricordi e nei racconti ascoltati nelle sere d‟estate della mia infanzia, è un patrimonio comune, seppure in parte rimosso dall‟esclusività del razionalismo spinto della cultura ufficiale .
M.F. Quanto tu dici mi fa pensare agli anni ‟50, a Sud e magia di De Martino o anche a tutto ciò che è nato in seguito all‟influenza di Carlo Levi in Lucania. Quel filone di realismo che parte di lì è secondo me un fenomeno un po‟ in ritardo rispetto al Neorealismo, per cui anche l‟arte di Scotellaro, che ha costituito un caso letterario in quel periodo, oggi a distanza di anni viene rimessa in discussione. Pertanto, quando tu parli di recupero di motivi magici, che si trovano elencati nei diari di De Martino, ma che sono anche presenti in tutta la nostra pittura di influenza leviana, fai riferimento - forse senza volerlo - a tutta una materia di studi dei quali nessuno nega l‟importanza. C‟è però da dire che il levismo ha fatto bene alla Lucania, ma ha fatto anche tanto male, in particolare alle arti con la sua disposizione troppo analitica della realtà.
T.V. Sono lontana da questa linea - pur conoscendola molto bene, date le mie ricerche sul territorio e sulle tradizioni riversate in particolare in un‟intervista pluriennale a mia madre, che ha vissuto 90 anni –nella modalità espressiva e nella diversa considerazione di quella tradizione, per cui io ho recuperato una propensione al magico sicuramente positiva, personale certo, ma con una dimensione universale. 35
Prima del risveglio da “La Montagna Stregata”
Nelle opere, ciò si manifesta con una disposizione sovratemporale e transpaziale, come si può evincere dalla raffigurazione di immagini che fanno capolino nei miei quadri, che potrebbero essere delle creature magiche della Lituania, piuttosto che delle fate celtiche, o forse le mie più ancestrali antenate o le persone care che non ci sono più Posso affermare questo, perché, ad esempio, in uno dei quadri a me più cari, Prima del risveglio, esposto a Pré saint Dider e acquistato da un estimatore di Roma lì in vacanza, appare un volto, mimetizzato nel tendaggio ..
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Ma questo me lo comunicò, tempo dopo, quella persona, un medico psicoanalista,
che
aveva
fatto
dell‟opera
l‟oggetto
di
lunghe
osservazioni, una volta appeso sulla parete di casa sua … Scoprii così, dopo anni dalla realizzazione, che nel quadro c‟era il volto di mio padre, scomparso negli anni „80… http://www.terivolini.it/html/opere.htm
M.F. Veniamo con un salto “spaziale” alla tua ultima esperienza di una ricerca che si serve di forme che oggi sono ritenute artisticamente valide, come ad esempio quella della fotografia che, in ogni caso, molti in passato hanno combattuto come un oggetto tipico nel mondo della riproducibilità. I “veri”artisti, hanno sostenuto alcuni critici, non dovrebbero accettare l‟immagine fotografica come oggetto estetico. Mentre tu a questo punto hai fatto una scelta anche coraggiosa, non voltando le spalle alla pittura (me lo voglio augurare, questo sarebbe secondo me un tradimento e l‟interruzione di un‟esperienza artistica che per i suoi risultati è certamente
degna
di
nota),
ma
effettuando
di
recente
una
sperimentazione che è rivolta a forme d‟arte molto diverse dalla pittura, per realizzare una ricerca che – come nel caso di Rivelazione, si propone di entrare nel cuore di culture diverse, servendosi nel caso specifico di un tòpos, cioè di un‟immagine-segno che è il Velo.
T.V. Ti dirò innanzitutto che non ho l‟intenzione di mettere completamente da parte le mie precedenti esperienze artistiche, che del resto mi hanno procurato tanti riconoscimenti sia in Italia che all‟estero. Non posso tuttavia negare di trovarmi a questo punto in un 37
momento nodale del mio percorso che costituisce anche un passaggio dal significato così importante da meritare di essere attentamente spiegato, come mostrava la presentazione di “Ri Vel Azione”.
Ri Vel Azione, dal 2001, work in progress Rivelazione: http://www.terivolini.it/html/performancs20.htm
M.F. Ho assistito alla presentazione della Mostra Rivelazione, nella quale – oltre a presentare il tuo percorso performativo, illustrare la tua personale concezione del Velo e anticipare la ricerca originale relativa sottolineavi il fatto che l’arte ha cessato di essere un oggetto fermo, assumendo di conseguenza un carattere dinamico. 38
Tutto ciò mi fa pensare innanzitutto al padre dei futuristi, Marinetti, che - come si può leggere nei suoi manifesti- fa una guerra senza quartiere all‟arte tradizionale: tutto quello che è arte e che storicamente si è anche costituito come tale meriterebbe di essere abbattuto. Parlando di Venezia, egli arriva a definirla “il più grande museo del mondo”, ma anche “la più vecchia ruffiana della storia” che meriterebbe per questo di essere distrutta per edificare una nuova e moderna città. Questa idea forte dell’arte che si costituisce come fattore dirompente, che rinuncia alla sua costituzione statica ponendosi come dinamismo perenne, io personalmente la vedo più come una provocazione che un autentico manifesto estetico. Secondo me l‟artista deve pur sempre riuscire a fermare l‟oggetto che ha creato. Vorrei avere da te qualche spiegazione a proposito. T.V. Nella Presentazione Marinetti viene citato in particolare quando scrive: “La poesia non rispetta un ordine rigido del mondo … la poesia è convulsione, come un terremoto … Denuncia le apparenze, smaschera le falsità e mette in discussione ogni convenzionalismo” - (Marinetti: la poesia è azione , citato da Alexandro Iodorowsky, Psicomagìa, UEF, pag. 24 e 28.) Nel mio caso, io mi sento molto vicina a questa disposizione dirompente dell‟arte, che le permette di essere fattore ristrutturante della società, cosa di cui quest‟ultima ha estremo bisogno. In “RiVelazione”, L‟Azione Simbolica realizzata non era una trovata, né un pretesto escogitato per stupire, né per mettermi in mostra: era, al contrario, un atto autentico, un vero e proprio Atto Poetico, dove per Poesia s‟intende qualcosa di ancora più grande del “solo” scrivere versi… 39
Cito anche Fiedler “L'artista si trova nella stessa posizione del pensatore rivoluzionario, che si oppone all'opinione dei contemporanei e annuncia una nuova verità”.. A proposito del mio cambiamento stilistico, che vedo in senso evolutivo, cito Iodorowsky : “Chi non ha acquisito la capacità di trovare, non conosce quel fiotto spontaneo che scaturisce dal profondo; ma chi è in contatto con la propria fonte creativa la lascia fluire, semplicemente” ( Iodorowsky, op. cit). Ho condiviso queste affermazioni realizzando la mia Performance RiVelazione, un work in progress che si protrae nel tempo, indossando il velo per strada e in diversi luoghi, asserendo di esser “io stessa l’opera d’arte”.
Azione Simbolica Ri Vel Azione, work in progress dal 2001 Rivelazione: http://www.terivolini.it/html/performancs20.htm
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In seguito ho espresso anche concettualmente tale “azione simbolica” come Body art, cioè utilizzare il proprio stesso corpo come strumento espressivo, creando un‟Opera d‟arte che vive, respira, parla, si muove.. Opera figlia: Estrapolazioni d‟Identità http://www.terivolini.it/html/estrapolazione_id.html
Tuttavia, la mia sensibilità, la creatività e il mio stesso intelletto sono sempre in cammino, e di conseguenza il mio percorso artistico, per cui non
mi
limito
alla
radicalità
di
Marinetti;
attendo
alla
documentazione testimoniale di quanto ho realizzato, e mi servo di mezzi che ritengo più opportuni, come foto, video e reportage, scritti in cartaceo e pubblicazioni in web, tra cui i recenti book interattivi, per poter comunicare l‟epifania della mia arte anche a coloro che non hanno potuto assistere ad essa, alla - come io la chiamo - Performance o Installazione- come d‟altronde è buona norma nella forma artistica che oggi prediligo, la Land art..
Mi occupo di fermare in qualche modo l‟atto poetico per non renderlo evanescente. Infatti, è tutto un fiorire di immagini e mostre fotografiche, pannelli, video d‟ arte, etc, con cui aderisco a nuove forma d‟arte, o le inauguro io stessa.
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M.F. Tutto questo mi fa pensare alla nuova arte dei giorni nostri che va alla ricerca di nuovi mezzi e strumenti espressivi che poco sembrano aver a che fare con il concetto tradizionale della creazione estetica. T.V. È così solo in apparenza, la realtà è che i differenti linguaggi sono solo la forma esterna di comunicazione attiva che l‟artista intende attuare. L‟importante è che ci sia coerenza. Nel caso delle mie opere, si deve solo prendere visione di una loro “panoramica“ per riconoscere che essa esiste, ed è - a mio avviso – assoluta: una coerenza sotterranea, globale, che si traduce in continuità artistica. Una volta compresa e accettata con ampiezza di vedute la chiave di lettura - l‟osservatore può notare che le opere tutte sono collegate da un 42
filo rosso che corrisponde a dei precisi valori e agli ideali in cui io credo, per difendere i quali utilizzo il potente linguaggio dell‟arte, che non ne viene affatto sminuita, anzi ne acquista in nobiltà e qualità. Ma di ciò parlo ampiamente nel dossier The Social Sculpture, basato sul mio riconoscermi nella visione di Josef Beuys, “incontrato” dopo aver compiuto le prime “Imprese”, del cui valore ho avuto ulteriore conferma, dato che egli - già negli anni 70, esprimendo profeticamente un concetto rivoluzionario, parlava di un'arte che formasse la cultura e la vita: un concetto di “arte come sistema che trasformi tutto l'organismo sociale in un'opera d'arte”. Ne parlo diffusamente in http://issuu.com/terivolini/docs/social_sculpture_-_e_book
Qui posso solo accennare alle opere realizzate - sia ante che post litteram- secondo tale visione e all‟evoluzione dem io pensiero in proposito, anche se ciò mi spiace, ma per illustrarne compiutamente ci vorrebbe, caro Marino, un‟altra intervista!!! M.F. Essendo io abituato ad una tua espressione artistica pittorica, che definirei classica per la scelta dei colori, per la loro armonizzazione, per la capacità di comunicare artisticamente ciò che tu senti, che ha sempre costituito per me un grande fascino ed interesse ora vorrei sentire da te se la presente sperimentazione vale solo per sé o ha il significato di una svolta che prepara a diverse rappresentazioni. Mi piacerebbe sentire direttamente dalla tua voce cosa ti aspetti da essa ..
T.V. Premetto che nella fase attuale la creatività è veramente molto intensa, e - a completamento di quanto detto prima - ne sottolineo la coerenza con la fase pittorica precedente: tutto proviene dalla ricerca di 43
una rinnovata armonia, dall'impegno teorico e pratico per contribuire ad un modo di vivere rispettoso di tutti gli esseri e della natura. Un sentire da sempre alla base della mia opera, ed inizia appunto – forse anche inconsapevolmente – con le Opere Pittoriche, nelle quali in definitiva celebravo la bellezza e il mistero della vita sulla terra … e,
implicitamente, i valori collegati alla sua
preservazione In seguito, sotto il potente influsso del desiderio di difendere più attivamente il pianeta, ho inteso praticare un'arte diretta al risveglio della coscienza, entrando così in quella che presento nel dossier http://issuu.com/andypower/docs/social_sculpture_yes__x____book_su_
attivandomi con pubblicazioni,
ricerche, azioni simboliche single e condivise,
articoli,
performances,
video
e
installazioni
in
Performing Art, Land Art – Earth Art, Sharing Art, Pubblic Art, Body Art, Textile Art, Fiber Art, Urban Art,Video Art, Writing Art … Puoi ora intravvedere in cosa consista questo passaggio; esso è un Percorso oltremodo complesso, in cui è evidente il Collegamento tra le opere pittoriche e le successive opere performative e installazioni di cui la prima - oltre ad un‟anteprima della Ragnatela a Matera nel 1997- è stata nel 1999, Il Ritmo Del Fuoco, l‟Omaggio alla Terra nel luogo delle primordiali alchimie, l‟Etna http://www.terivolini.it/html/performances2.htm
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Il Ritmo del Fuoco – Sicilia – Etna – 1999
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Il Reale Invisibile – La Ragnatela - Grande Installazione sulle Piccole Dolomiti Lucane - 1999
continuando poi con la dichiarazione di essere una cosa sola con la natura e con tutti gli esseri, con la tessitura della gigantesca Ragnatela di filo rosso tesa tra due picchi delle “dolomiti” di Castelmezzano nel 1999- (Il Reale Invisibile – La Ragnatela); http://www.terivolini.it/html/performances3.htm
È seguita la promessa di realizzare una reale sintonia con il pianeta inviandogli messaggi (Message in the Bottle, Calabria 2002, Rionero in Vulture, Basilicata - 2005), e il richiamo allarmato alla nostra insensibilità, (Invasioni Tentacolari, Potenza, 2007): http://www.terivolini.it/html/invasionitentacolari.htm,
fino a La Bella Terra, espansione della nostra personale coscienza (2009-2011) , e ai Manifesti d‟Artista personali e le Opere Collettive, con 40, 50, 80, fino a 520 partecipanti nazionali e internazionali, e infinite altre, visibili sul mio sito web. SCHERMATA : http://www.terivolini.it/html/manifesti_artista.htm
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M.F. Una richiesta per i più “resistenti” tra i tuoi estimatori in pittura: puoi offrire qualche dato in più sul passaggio dalle opere pittoriche alle altre modalità espressive? T.V. Voglio dire che tutto quel mondo, che io mi sono sforzata di esprimere nelle mie precedenti opere pittoriche: la ricerca di armonia, il bisogno di comunicazione, non solo intellettuale ma anche dei ricordi, dei sogni, dei simboli, tutti gli archetipi che affollavano la mia mente non sono affatto spariti, anzi sono sempre attuali e presenti; con la particolarità che l‟artista, invece di usare il pennello per rappresentare in maniera classica l‟intero suo universo si serve ora di altre modalità per esprimerlo…. Sinceramente non mi sento molto lontana da un mio quadro nel fare una ragnatela fra due montagne, l‟unica distinzione consiste nel fatto che invece di rappresentare quest‟immagine sulla tela lo faccio sul/nel cielo, in modo tale che l‟opera abbia come sfondo non un supporto pittorico ma l‟universo intero. D‟altra parte non è che si debba scegliere tra le diverse modalità, non c‟è dicotomia, poiché esse non si escludono a vicenda, ma al contrario si potènziano per un valore aggiunto di idealità e di consapevolezza che arricchisce
oltre
misura
la
mia
arte
e
la
mia
persona.
I più “puristi” tra i miei estimatori dovrebbero notare e apprezzare il salto di qualità che qualifica il mio lavoro in generale , e cioè il passaggio da un intento in definitiva egocentrico (dipingere, fare mostre, vendere le opere, avere fama, successo etc.) e - rinunciando o comunque ridimensionando tutto questo “modello normale” “, elevarsi
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ad una forma d‟arte “superiore”, con un intento ultra personam, attento alla comune evoluzione, un concettosi qualcosa di portata planetaria, in cui l‟artista diventa strumento o catalizzatore di un cambiamento!
E sinceramente auspico che ce ne siano tanti/e altri/e a farlo, visto lo stato miserando in cui versa il pianeta e l‟assetto sociale e culturale odierno! I più affezionati estimatori – che ringrazio e infinitamente e a cui riservo le mie opere più belle, debbono comprendere che questo lavoro diventa una vera e propria mission, senza presunzione in me, ma solo con il desiderio ardente di attuarla e di essere d‟esempio ad altri/e.
Mudra, performance Parco Sempione, Milano 2003 Mudra schermata : http://www.terivolini.it/html/mudraHome.htm
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Mi auguro che a seguito di queste riflessioni chiaritrici e sentite, i miei estimatori capiscano la bellezza e il valore di questo impegno, che porta a ciò che definisco “La Pacificazione con la Terra e con l'Umanità”, concetto basilare per la sopravvivenza del pianeta e nostra, che ho concretizzato con un lavoro immenso e con pochissimi sostegni economici, quasi la cosa fosse poco importante, o molto probabilmente perché - come artista e intellettuale, e come persona dignitosa e libera - non corrispondo al modello culturale “normale“ di compiacenze e ammaniglia menti, come prima accennato… Comunque sto scrivendo la mia biografia, sono circa 900 pagine, e la introdurrò con questa frase che mi ha molto colpìto: Tutto ciò che facciamo viene trascritto nel grande libro dell’Universo…
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La Carezza della Dea. S.Maria di Ricadi. Calabria 2000 http://www.terivolini.it/performances4.htm
È stata realizzata in questi anni tutta una serie di opere in cui s‟ invita a far pace con la Terra, praticando attivamente la Land Art http://www.terivolini.it/html/land_art.htm,
intesa come arte in favore del pianeta: non la sovrapposizione dell'opera umana al paesaggio naturale - data per scontata dalle multinazionali dell'arte e dagli operatori inconsapevoli ad essa collegati - ma sinergia con esso; rispetto per i luoghi, poesia dell'intervento artistico e impermanenza delle opere, o comunque un impatto leggero, eco-compatibile, in linea con quell'anèlito all'armonia e all' equilibrio, a quel sentirsi uno con il tutto che sempre più persone percepiscono ed attuano. 53
Contemporaneamente, ci si attiva a favore della Pace sulla terra, fra tutti i popoli e nei nostri cuori, sia con le opere che partecipando attivamente o organizzando pubbliche manifestazioni coinvolgenti la societĂ tutta. http://www.terivolini.it/html/seminare_la_pace.htm
Cerimonia delle Bandiere . Rocca di Orino. Varese. 2005
M.F. Questa tua scelta io la vedo innanzitutto come un approdo, un bisogno interiore che diventa anche esemplare rinuncia, in virtÚ di una ricerca effettuata innanzitutto per poter soddisfare lo spirito. E questo è secondo me qualcosa di estremamente coraggioso e degno di rispetto.. Tuttavia, vorrei chiederti e se sei soddisfatta di quello fai, non 54
solo dal punto di visto artistico ma anche da quello economico. Credo che molti artisti, sia quelli della storia passata sia quelli bravi come te, hanno vissuto questa “contraddizione” tra l‟atto della creazione poetica e la necessità di dover in qualche modo sostenere la propria arte. Vorrei sapere se tu hai vissuto o vivi questo problema?
T.V. Sicuramente si, ma in modo inusuale. Tu sai che i miei quadri piacciono e hanno anche un loro valore economico. Può sembrare strano alla mentalità comune, tuttavia, proprio nel momento in cui io avrei potuto “approfittare” della mia notorietà e di tutto quello che mi serviva per realizzarmi anche dal punto di vista economico, è iniziato questo cambiamento di cui stiamo parlando. Io sono andata innanzi ipotizzando e realizzando una forma d‟arte per quale io più che altro spendo piuttosto che guadagnare. Anche se si tratta di opere nel sociale, le Istituzioni il più delle volte mi ignorano, ed io sostengo le spese, oltre a non avere il riconoscimento e sostegno per il lavoro intellettuale, creativo, educativo etc.
Per farti un esempio, non sono ancora riuscita a pubblicare un catalogo di tutta la mia opera – anche perché è in continua espansione - né le mie numerose ricerche, né la raccolta delle mie poesie - beh, devo dire anche per mancanza di tempo. Ciononostante io sono fiera e felice di ciò che sto facendo, una condizione che deriva anche dalla soddisfazione di avere operato delle scelte che altri si guardano bene dal fare, perché non redditizie economicamente: come se questa fosse una priorità assoluta nella vita!
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La Casa del Vento, Grande Installazione, Milano 2006
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D‟altra parte, io ho intenzione di tener fede ai miei ideali, praticando e diffondendo un’ arte etica. Anche se non fosse sufficiente la mia intenzione personale a rendere imprescindibile tale intento, ebbene, la forza stessa, , l‟energia, la “categoricità” con cui le opere si presentano a me, m‟impediscono di fare altrimenti. Talvolta dico scherzando, ma non troppo, che questo Nastro Rosso si è presentato come il mezzo assoluto con cui l‟Ispirazione mi ha afferrata, Non sono stata più sola a gestire le Imprese, a concretizzare l‟ invenzione creativa nelle sue varie trasformazioni, ma Lei a guidarmi, a volte a ordinarmi di fare ciò che intende mostrare Allora mi rimane la convinzione di avere il Compito di seguire la sue direttive, peraltro di altissimo livello, dunque … no problem !
Ricevendo l’Ispirazione, Piccole Dolomiti lucane, 1999
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In ogni caso, dal momento che a nessuno piace andare in rovina, e visto l’incredibile ignoramento delle Istituzioni, mi auguro di trovare un grande mecenate o uno sponsor generoso che sostenga le mie attività mentre si espandono meravigliosamente e oltre misura. M.F. Certamente tutto ciò rivela, un grande coraggio , che è tipico di un grande artista, il quale generalmente non è disposto a fermarsi ad un dato definitivo ma, seguendo il suo temperamento, concepisce l‟attività artistica e intellettuale come ricerca inesausta da cui si attende diversi ed importanti risultati. Sono certo che la tua arte conoscerà altri approdi e i riconoscimenti che meriti. T.V. Ti ringrazio molto e accetto volentieri il tuo sincero auspicio Rivolgendomi a quella che definisco la mia Dea ispiratrice non manco di esprimerle ogni giorno la mia gratitudine perché non cessa di farmi sentire la sua presenza, anzi gli stimoli che da essa mi vengono sono veramente intensi e spesso grandiosi. Non è escluso che questa abbondanza di ispirazione crei , come tu dici, dei problemi di dispersività, se io non avessi in mano il Filo Rosso che, come nel caso di Arianna - seppure in un contesto e con un significato meno patriarcale - mi aiuta a fare delle scelte, guidandomi durante il mio difficile, complesso , meraviglioso percorso d‟arte e vita.
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La Grotta sottomarina (part)
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Link
Percorsi d’arte e vita . Una lettura delle Opere di Teri Volini Video- animazione e testi di Lello Romano Musiche: Peter Gabriel, Wallflower (versione strumentale) da New Blood http://www.youtube.com/watch?v=5dn7o2y4LG8 Pubblicato sul sito Alliance Basilicata 2012 http://www.afpotenza.it/culture/teriromano.html Link attivi di aggiornamento:
OPERE PITTORICHE
SCHERMATA http://www.terivolini.it/html/opere.htm LA MONTAGNA STREGATA http://www.terivolini.it/html/opere1.htm NATA SOTTO IL SEGNO DEI PESCI
http://www.terivolini.it/html/opere3.htm IL COLORE DELLE DONNE http://www.terivolini.it/html/opere4.htm
http://www.terivolini.it/html/opere2.htm IL RISVEGLIO DELLA DEA http://www.terivolini.it/html/opere6.htm LA DANZA DELLA CORDA http://www.terivolini.it/html/opere7.htm
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VIDEO SCHERMATA http://www.terivolini.it/index.html?clip=video
VIDEO PRESENTAZIONE TERI VOLINI DA INTERVISTA SIMONETTA RONCONI
http://vimeo.com/simonettaronconi/review/69250140/548c52d378
Ebook THE SOCIAL SCULPTURE: DOSSIER DIGITALE IPERTESTUALE pp. 102 con immagini - 1° vers. – http://issuu.com/andypower/docs/social_sculpture_yes__x____book_su_
TESTI CRITICI, POETICI, ESTIMATIVI con immagini opere pittoriche e picto-calligrammi pp. 90. DOSSIER DIGITALE -
http://issuu.com/andypower/docs/dossier_testi_critici_e_poetici
GALLERIA VIRTUALE: LA PACIFICAZIONE CON LA TERRA E CON L’UMANITA’
http://www.terivolini.it/gallerie3d/pacificazione_terra/index.html
BOOK IPERTESTUALE, “IL REALE INVISIBILE -LA RAGNATELA”, DISPONIBILE IN WEB
http://issuu.com/andypower/docs/teri_volini__50_pp__ilreale_invisib/0
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SITO WEB HOMEPAGE http://www.terivolini.it/homepage.htm PERFORMANCES SCHERMATA –
http://www.terivolini.it/html/performances.htm
ARTE TESSILE
http://www.terivolini.it/artetessile.htm
LAND ART SCHERMATA http://www.terivolini.it/html/land_art.htm
OPERE DI PACIFICAZIONE CON L'UMANITÀ-INTERCONNESSIONE – ONENESS
Schermata http://www.terivolini.it/html/seminare_la_pace.htm
http://www.terivolini.it/html/articoli.htm
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