Si prega di citare nella risposta il N. 27122010
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Al Signor Sindaco della Città di Terracina • Al Presidente del Consiglio • Alla stampa
Oggetto. Osservazioni al Piano Urbano del Traffico, adottato con deliberazione di Giunta Comunale n. 695 del 05/11/2010. Ci sentiamo in dovere di inoltrare anche alla Commissione che dovrà approvare in via definitiva il Piano Urbano del Traffico la bozza relativa al Piano d’azione sulla mobilità urbana elaborato dal tavolo B e fatto proprio dai rappresentanti dei tavoli stessi nella riunione del giorno 15 marzo 2010 di Agenda 21 Locale (vedi allegato). Sebbene sia trascorso molto tempo da quando il Parlamento Europeo ha adottato la risoluzione sulla mobilità urbana nel suo libro verde (9 luglio 2008) e da quando il Comitato delle Regioni ha fatto proprio il parere del Parlamento Europeo (21 aprile 2009), non ci sembra che l’Amministrazione abbia inserito tra le sue priorità un Piano sulla Mobilità Urbana a Terracina. Non crediamo che qualcuno confonda il Piano del Traffico Urbano con il Piano della Mobilità Urbana. Quest’ultimo è cosa ben diversa, di più ampio respiro, basato sulla sostenibilità, mirante alla riduzione del traffico veicolare privato, oltre ad essere l’unico ad aprire l’accesso a finanziamenti provinciali, regionali, ministeriali ed europei. L’ottemperanza del Comune nel presentare il Piano Urbano del Traffico, a nostro avviso, non può essere soddisfatta appieno trascurando quelle che sono le direttive del Piano d’Azione di Agenda 21 Locale. Ove si comparino i due progetti, non si può fare a meno di rilevare non poche incongruenze, a scapito di future scelte mirate ad una mobilità sostenibile e al miglioramento della qualità della vita. Non solo. Ma anche alcune scelte presenti nello stesso Piano del Traffico Urbano suscitano perplessità, ad esempio: 1) Lo stazionamento degli autobus dei capolinea posti a ridosso dell’area dell’Ospedale civile non tiene presente il progetto del Polo dei Trasposti, per altro ubicato nell’area dismessa delle Ferrovie dello Stato. Si rammenta, tra l’altro, che il cambio di destinazione d’uso operato dal Comune non fa decadere i vincoli archeologici esistenti nell’area a ridosso dell’Ospedale stesso.
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