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Anno 2011 V.3.0

Piano di Intervento Culturale

Per la valorizzazione e la tutela

del patrimonio monumentale e archeologico, e lo sviluppo di strutture integrate per la gestione dei Beni Culturali del Comune di Terracina

Salvatore Bernardo Carnevale Terracina Rialzati


2 Piano di Intervento culturale

1. INTRODUZIONE

La necessità di porre in essere una seria e moderna poli‐ tica di gestione del patrimonio ha prodotto, in questi ul‐ timi dieci anni, una riflessione approfondita sullo stato di conservazione e il grado di tutela e valorizzazione delle ricchezze culturali, storiche e ambientali della nostra cit‐ tà. La legislazione nazionale e regionale in materia di Beni e Attività Culturali favorisce oggi la creazione di un indiriz‐ zo politico che sappia ricostruire una serie di regole pre‐ cise per affrontare un piano di intervento per la promo‐ zione di strutture, spazi e attività legate alla cultura. La scelta da effettuare poggia su una gestione controllata, nei suoi aspetti programmatici, dall’amministrazione pubblica, ma su cui si possa innestare, nella fase esclusi‐ vamente gestionale, anche il contributo del soggetto privato. L’interesse comune non dovrà tuttavia essere subordina‐ to alla speculazione privata (che sovente si presenta sot‐ to la facciata persuasiva e ingannatrice delle politiche “socialmente utili”). 1 Sempre più grave appare oggi il declino che affligge im‐ portanti strutture pubbliche, inutilizzate principalmente per gravi lacune organizzative e scarsa partecipazione ci‐ vile. La strategia più efficace è quella che, oltre alla fat‐ tibilità di azioni che mirino alla tutela del patrimonio, impianti una stabile politica di recupero della memoria storica, messa in atto secondo i principi basilari della ce‐ lebrazione di eventi culturali ricorrenti e di manifesta‐ zioni che prevedano la partecipazione della comunità. Il piano vuole suggerire nelle sue linee base un percorso duplice: 1) il recupero e la rivalutazione effettiva dei beni posse‐ duti, per ottenere un utile dal patrimonio, sia come en‐ trate aggiuntive nelle casse comunali, sia come svolta si‐ gnificativa sul fronte dell’occupazione giovanile e della ricerca scientifica dei progetti universitari connessi alla nostra realtà culturale; 2) un rinnovato interesse per la programmazione di e‐ venti culturali, che dovrà favorire la costruzione di nuovi spazi dove poter vivere, collettivamente, straordinarie esperienze artistiche e sociali. 1

Vedi l’atto inopportuno e illegittimo con cui il Comune affiderebbe il piano nobile del Palazzo della Bonifica ad un soggetto privato, disconoscendo il lavoro (e i fondi statali usufruiti) per trasformarlo in museo e biblioteca della “Storia della Bonifica dell’Agro Pontino”.

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Indirizzo politico e gestione pubblica


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2. ANAGRAFE DEI MONUMENTI In previsione di un lavoro di riassetto e riqualifica‐ zione del patrimonio culturale del Comune di Terracina, è imprescindibile un preliminare lavoro di censimento, volto a ricostruire, quanto più organicamente possibile, l’inventario dei beni a disposizione dell’ente. In questo lavoro, non meno trascurabile sarà la registrazione pun‐ tuale anche di quei beni privati che, per vicissitudini sto‐ riche, sono finiti fuori dai confini della gestione pubblica e da anni sono in attesa di una riqualificazione di più ampio respiro. Il primo passo deve prevedere: a. La costituzione di un Registro del patrimonio sto‐ rico di Terracina; b. La verifica dello stato di conservazione dei beni da tutelare; c. La Costituzione del patrimonio comunale (Quan‐ tificazione del patrimonio culturale). d. Una banca dati aggiornata e disponibile in rete dei beni trafugati nel corso degli anni dai luoghi d’interesse, per facilitarne il ritrovamento sul mercato nero delle opere d’arte o nelle sedi pri‐ vate dei collezionisti. Definita la base di partenza sarà possibile procedere con le azioni da intraprendere per la tutela e lo sviluppo del patrimonio, secondo strumenti che permettono una nuova strategia conservativa, favorita attraverso la costi‐ tuzione di un organismo trasversale capace di gestire le risorse e le domande di intervento urgente.

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Anagrafe Verifica Patrimonio


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2. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE E PIANIFICAZIONE DEGLI IN‐ TERVENTI Di seguito l’elenco delle azioni da intraprendere sul terri‐ torio secondo una divisione razionale delle principali a‐ ree di interesse. 3.1. Riqualificazione del prestigioso centro storico alto ‐ Spostamento del Museo “Civico Pio Capponi” in lo‐ cali più idonei (sedi possibili: Palazzo Braschi, Palazzo della Bonifica, Convento di San Francesco) e ripristino del naturale percorso museale, oggi completamente perduto a favore di un’immagine da “vetrina” delle sale espositive, che includa il recupero dei reperti sparsi nella città (es. mosaici di S.S. Quattro o “Il de‐ creto dei Pontefici romani), e l’esposizione delle nuo‐ ve acquisizioni degli scavi del Teatro romano, oggi di‐ slocate in punti inaccessibili del centro storico. Parti‐ colare attenzione va posta al censimento delle opere finite invece nei magazzini del Ministero in attesa di un restauro (es. la tela settecentesca raffigurante la Madonna del Carmelo della Chiesa dell’Annunziata); coronamento del progetto per il nuovo museo, il rien‐ tro della statua dell’”Antonino Pio” (ingiustamente sottratta per carenze museali negli anni ‘50) e del “So‐ focle”, dono della famiglia Antonelli allo Stato Pontifi‐ cio alla fine dell’800, di cui sarebbe auspicabile non tanto la restituzione, ma l’esposizione nei luoghi del ritrovamento. ‐ Completamento scavi del teatro romano e sistema‐ zione dell’ex quartiere Palma in funzione di un recu‐ pero funzionale dell’area; ‐ Recupero sostruzioni del Foro Emiliano: piano puli‐ zia e sistemazione del lastricato della piazza; nuovo piano di occupazione del suolo dell’area lastricata; nei pressi: ‐ Riqualificazione area “Capitolium”; ‐ Recupero Torre di Orazio Migliore; ‐ Pulizia e recupero tempio in vicolo Pertinace; ‐ Recupero e sistemazione dell’area in via S.S. Quat‐ tro Coronati; ‐ Sistemazione delle mura castellane, dei torrioni e delle posterule, recupero funzionale di Rocca Traver‐ sa (Castel Frangipane) e della Casa‐Torre degli Acso;

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Il Museo Civico Pio Capponi

Il Foro Emiliano


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‐ Sistemazione Chiesa del Purgatorio, Chiesa di San Giovanni, Chiesa dell’Annunziata, Chiesa della Ma‐ donna delle Grazie con annesso giardino e tomba cir‐ colare romana; ‐ Recupero dei grandi complessi ‐ Chiesa e convento di San Francesco. Riqualificazio‐ ne del complesso secondo il Progetto di parco Arche‐ ologico‐naturale di Monte Sant’Angelo, di Cervini‐ Giusberti del 1978 su indicazione dell’A.A.S.T. e ap‐ provato dalla Sovrintendenza e dallo stesso Consiglio Comunale di Terracina: valorizzare il sito in funzione del sottostante Parco della Rimembranza, naturale fulcro tra il Centro Storico e la Grande Acropoli, punto di scambio logistico del Parco archeologico‐naturale e base di partenza per itinerari e visite guidate; recupe‐ ro della struttura antica dell’ex‐convento per la siste‐ mazione di un serio impianto museale tematico, un centro di restauro, sale mostre e attività culturali connesse alla conoscenza del patrimonio storico della città; ‐ Chiesa e convento di San Domenico: la struttura, completamente recuperata, diventerebbe un polo tu‐ ristico attrezzato di prima qualità, potendo ospitare, grazie alla sua storica conformazione ricettiva, i più svariati indirizzi ricreativi: dalla musica, per l’acustica rilevante (che permette di ospitare concerti e spetta‐ coli musicali), alle opere di danza e coreografia, agli spettacoli teatrali; la parte conventuale, debitamente recuperata, darebbe posto ad un serie di locali per ospitare turisti, studenti, artisti e operatori del setto‐ re. Resta da prevedere anche il recupero dell’ex chie‐ sa settecentesca del vecchio cimitero e una riqualifica‐ zione generale dell’area (Contrada S. Domenico). ‐ Palazzo Braschi Recupero culturale del palazzo storico, ex residenza papale e possibile sede del nuovo Museo Civico Pio Capponi; valorizzazione della struttura in chiave cultu‐ rale e scientifica: valutare possibilità di creazione di laboratori e sedi universitarie. ‐ Palazzo della Bonifca Portare a termine il piano di recupero e valorizzazio‐ ne, favorito e finanziato dalla regione Lazio con la cre‐ azione del museo archeologico e delle Bonificazioni Pontine, la biblioteca comunale e l’archivio storico dell’ex Bonifica; anche per questa struttura valutare un utilizzo di tipo scientifico accademico con la costi‐ tuzione di laboratori universitari.

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Le chiese

I grandi Palazzi comunali


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3.2. La Via Appia

La Via Appia e i suoi monumenti

‐ Verifica del percorso e dello stato di conservazione della vecchia via (sia nel tratto in pianura che in quello collinare‐montano). ‐ Identificazione del tracciato e realizzazioni di piani di salvaguardia rispetto al progetto di fine ‘800 di Pio Capponi, secondo il quale, partendo da Porta Romana fino al Santuario di Feronia, si sarebbe dovuto costitu‐ ire un Parco Archeologico; ‐ recupero dei numerosi monumenti funebri, arbitra‐ riamente inglobati in strutture private; proposta di gestione pubblico‐privata per il complesso del Santua‐ rio di Feronia (Mulino Cipolla); ‐ restauro e valorizzazione dell’acquedotto del Fico e dei ponti ancora ben conservati nel tratto da “Ponte Alto” a Feronia; valorizzazione del tracciato e dei suoi monumenti con la creazione di percorsi turistico‐ culturali (es. recupero della tradizione del pellegrinag‐ gio religioso lungo la c.d. “Via Francigena”) e segnale‐ tica; ‐ scoprimento dell’esedra in località Barchi e posizio‐ namento targa commemorativa sul ricongiungimento Appia claudia e Appia traianea; ‐ riqualificazione del tratto dell’Appia superiore fino a “Piazza Palatina” e messa in sicurezza dell’area.


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3.3. La Valle ‐ Censire nuovamente i numerosi ruderi sparsi nella zona in previsione di un globale piano di salva‐ guardia e documentare in modo completo la centu‐ riazione (divisione agraria) in cui è ancora spartita questa antica “colonia marittima”, costituita nel 329 a.C. ‐ Preservare la chiesa di S. Silviano e restaurare gli importanti affreschi del ‘200 conservati nella medievale cappella dedicata al santo. ‐ Avviare un piano di salvaguardia e di recupero (dove possibile) delle emergenze archeologiche in‐ dividuate dal Lugli nell’area di attività della cava di Salissano: Acquedotto di San Lorenzo (II sec. d.C. probabilmente distrutto); grande cisterna romana del II sec. d.C.; resti della villa romana di “Salissa‐ no”; Cisterna con torre medievale (probabilmente distrutta); Edicole rupestri dette “Le Finestrelle” (minacciate dall’ipotesi dell’ampliamento della ca‐ va); terrazzamenti in opera poligonale connessi ad un basamento nella stessa tecnica (in parte distrutti nel tratto finale dall’attività della cava). L’attività della cava e il suo ampliamento pregiudi‐ cano gravemente il paesaggio storico, ambientale e monumentale della Valle di Terracina, pertanto se ne prevede l’immediata chiusura. ‐ Scavo grande Villa rustica in località Monticchio; 3.4. Riqualificazione del centro storico basso ‐ Proposta di gestione secondo il piano Cervini‐ Giusberti del complesso monumentale che si tro‐ va all’interno di Villa Salvini, senza ombra di dubbio il luogo più significativo della parte bassa della città (con i suoi consistenti resti romani, c.d. “Terme Nettunie”, la medievale Chiesa della Maddalena e un tratto dell’Appia traianea perfet‐ tamente conservato). ‐ Identificazione e realizzazione di piani di salva‐ guardia per le importanti emergenze a ridosso di Via Marconi fino al Pisco Montano finite anch’esse in proprietà privata e quindi nel dimen‐ ticatoio.

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Villa Salvini e Terme Nettunie


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‐ Sistemazione della Chiesa del S.S. Salvatore e di tutti i palazzi storici del Borgo Pio. Riqualificazio‐ ne di Piazza Garibaldi, secondo il progetto origi‐ nale, riproponendo gli antichi giardini e riposizio‐ nando l’importantissimo monumento ai Caduti di Duilio Cambellotti al centro della piazza; recin‐ tare e pedonalizzare tutta l’aera per restituirla al suo originario ufficio di luogo di incontro e di svago. ‐ Valorizzazione di piazza Fontana Vecchia e i suoi diversi resti inglobati in strutture private, ma dal notevole fascino (ricostruire scientificamente l’area del Foro Severiano effettuando saggi esplo‐ rativi e darne conto con una nuova mappa ar‐ cheologica). ‐ Sistemazione definitiva delle Terme alla Marina e di via due pini (Area Chezzi); creazione di un percorso culturale nella città bassa che includa monumenti in luoghi pubblici e sedi private (Gra‐ naio Antonelli, cisterne e sostruzioni di domus romane); ‐ Scavo della Villa di Manio Sabidio, nei pressi del‐ la scuola “Appio Francesco Monti”; ‐ Riqualificazione dell’area portuale: recinzione del sito e dei giardini annessi; vista guidata con possibilità di accedere su tutta l’area dove insi‐ stono i resti; prevedere la creazione di un museo della “marina”. ‐ Prevedere uno scavo esplorativo completo nei pressi del “Montuno” e riprendere il progetto dei “giardini pubblici” di Zander del 1949. ‐ Valorizzazione del centro storico di Borgo Her‐ mada e costituzione del museo del borgo. 3.5. Parco Archeologico‐naturale di Monte Sant’Angelo (e dintorni) ‐ Riassetto complessivo di tutta l’area del Santua‐ rio di Monte Sant’Angelo (Tempio di Giove xur) e messa in sicurezza del sito; aggiornamento dei percorsi di visita e sistemazione dei servizi gienici; ripristino del Museo del tempio e del

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Parco Archeologico di monte Sant’Angelo


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stico; collocazione in area esterna dei servizi di sosta e ristoro; terminare gli scavi sul lato est del‐ la terrazza superiore; ‐ Restauro della mura sillane e ripristino dei per‐ corsi al santuario; recupero dei monumenti lungo il tratto dell’Appia superiore; ‐ Avviare un serio progetto di recupero della più importante abitazione civile romana sul territo‐ rio, edificata su uno sperone del Monte Croce a m. 183 s.l.m: la villa dell’imperatore romano Servio Sulpico Galba; realizzare una gestione mi‐ sta pubblico‐privato con i proprietari del sito; ‐ Scavare la Villa romana a due piani nei pressi della “Fossata”, parco verde sulla strada panora‐ mica che porta sul tempio; ‐ Recintare e porre sotto custodia il Santuario dei Sylvani, secondo un progetto di recupero propo‐ sta dal Ministero alla fine dell’800 (il sito si trova a poca distanza dalla villa romana su menzionata e quasi certamente è connesso alla struttura maggiore); ‐ Bonifica dell’area del Pisco Montano e costru‐ zione di un’area verde a decoro del monumento in parte naturale (sperone roccioso a strapiombo sul mare) e in parte artificiale (esempio di grande opera di ingegneria dell’antichità che operò un taglio della roccia per permettere il passaggio del tratto urbano dell’Appia);

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La Villa di Servio Sulpicio Galba


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3. GLI STRUMENTI.

‐ Dare attuazione ai principi ed alle norme delle leggi na‐ zionali n.266/1991, n.267/2000 e n.3/2001 (partecipa‐ zione dei cittadini alla gestione dei B.C.) n.42/2004 e n.157/2006 e delle leggi regionali n.42/1997, n.40/1999, n.4/2006 (GAC) e n.17/2007 (promozione e attività cul‐ turali), relative alla tutela, alla promozione, alla valoriz‐ zazione e alla gestione dei beni culturali e paesaggistici ed allo sviluppo dei servizi e delle attività culturali; ‐ Predisporre e attivare l’organizzazione di un Diparti‐ mento Comunale, per l’attuazione delle politiche e dei programmi per i beni e le attività culturali, dotato dell’organico e delle risorse finanziarie adeguate all’importanza del patrimonio posseduto, in funzione all’attuale assetto dei dipartimenti regionali e ministeria‐ li, per evitare lo stallo degli ultimi anni 2 ; ‐ Dar vita ad una Fondazione di partecipazione (F.d.P.) forma di cooperazione senza fini speculativi tra ente pubblico e privati. Il Comune, definito il suo patrimonio (conferito in uso ma non in proprietà), insieme ad altri enti (Provincia, Regione), riunisce sotto la sua guida altri potenziali sostenitori come scuole e università, diocesi, associazioni, aziende private, banche e liberi cittadini. Con una delibera di indirizzo si darà il via ad un progetto culturale di più ampio respiro e con precise finalità capa‐ ce di gestire con regolarità e trasparenza, efficienza ed economicità: 1) i finanziamenti pubblici (UE, Stato o Enti territoriali); 2) le quote dei partecipanti; 3) le libere do‐ nazioni; 4) i proventi derivanti dalla gestione diretta dei beni. ‐ Avviare con urgenza la realizzazione di un Sistema inte‐ grato di: a) istituti culturali (Musei, Archivi, Biblioteche, Teatri, Auditorium ecc.); b) itinerari di valorizzazione cul‐ turale e turistica, per il recupero e lo sviluppo dell’identità culturale della nostra comunità, a sostegno della formazione scolastica e universitaria, e finalizzati alla promozione e alla fruizione di Terracina come “Città d’Arte” (legge regionale n. 33 del 18 novembre 1999). 2 2000‐2010 Bilancio e del Piano Triennale delle Opere Pubbliche relativi al periodo considerato: Numero totale degli interventi pubblici programmatici 31 • Numero degli interventi parzialmente realizzati 4 • Numero degli interventi completamente realizzati 4 (12%) • Numero degli interventi fermi 15 (49%) • Numero degli interventi non avviati 12 (39%) • Importo totale delle opere programmate € 31.000.000 • Importo totale delle opere completamente realizzate € 1.300.000 (4%) • Importo totale delle opere parzialmente realizzate € 6.000.000 (20%) • Importo totale utilizzato € 7.300.000 (24%) In 10 anni gli interventi risultano, per gran parte, o non avviati o fermi, mentre soltanto 4 interventi sono completamente realizzati (quasi un intervento ogni 2 anni), con una improduttività superiore al 90%.

Gestione pubblica e aiuto privato


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4. VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO E MONUMENTALE 5.1 I percorsi (visite guidate) Saranno studiati seguendo itinerari tematici, all’interno della zona alta e bassa della città e nelle aree in cui si concentrano i complessi monumentali: ‐ L’età antica ‐ L’età medievale ‐ L’età moderna ‐ La Valle dei Santi ‐ L’Appia Claudia a Terracina: da Feronia all’Epitaffio ‐ Il complesso monumentale di Monte Sant’Angelo ‐ Il Foro Emiliano e i suoi monumenti 5.2 Le guide Rinnovo dell’apparato informativo istituzionale se‐ condo le nuove acquisizioni e rispetto a nuove sug‐ gestioni culturali. ‐ Centro storico alto

I percorsi Le guide Le pubblicazioni

‐ Centro storico basso ‐ Il Santuario di monte Sant’Angelo ‐ L’Appia antica ‐ La Valle dei Santi ‐ Le chiese di Terracina ‐ La Cattedrale di San Cesareo

5.3.Pubblicazioni storiografiche ufficiali ‐ Da tempo abbiamo bisogno di un’opera storio‐ grafica organica e aggiornata su Terracina e i suoi monumenti: 1) avviare un progetto scientifico, coordi‐ nato da più esperti, per la realizzazione di una nuova “Storia di Terracina”, com‐ pleta di tutte le ultime sco‐ perte e acquisizioni; 2) cura‐ re una nuova edizione, con traduzione in italiano e testo latino a fronte, della prima opera storica sulla città “De Historia Terracinensi Libri Quinque", di D. A. Contato‐ re, che nel 2006 ha celebra‐ to i 300 anni dalla sua prima edizione.


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5. PIANIFICAZIONE DELLA PROMOZIONE CULTURALE CON E‐ VENTI LEGATI ANCHE A FATTI STORICI ACCADUTI “Conoscere per amare, amare per tutelare”. La diffusione della conoscenza del patrimonio cul‐ turale di una città è compito principale di ogni buo‐ na amministrazione: essa favorisce l’integrazione, sviluppa rapporti di cooperazione, di partecipazione sociale, assicura la percezione e la crescita della propria identità comunale. Il nostro piano di intervento, compatibilmente con le risorse e i tempi di un mandato elettorale si propone due obiettivi per veicolare il nostro patri‐ monio attraverso la coscienza pubblica: a. Celebrazione di un evento storico per favorire la ricostruzione dei vincoli culturali della comunità. Introdurre una nuova festa comunale (La festa dell’indipendenza del Comune di Terracina) che ce‐ lebra la rinnovata fiducia del popolo verso le istitu‐ zioni comunali, viste come il baluardo della libertà cittadina, e la definitiva cacciata dei potenti oppres‐ sori di turno. La data scelta è il 18 marzo 3 . La festa, data la consistente eredità della riorganiz‐ zazione urbanistica medievale del centro storico al‐ to, potrebbe prevedere manifestazioni in costume del XIII sec.; una rilettura della città vecchia secondo gli antichi quartieri medievali; la promozione di e‐ venti culturali legati alle antiche tradizioni e ai luo‐ ghi simbolo del potere comunale.

La festa del Comune e il teatro pubblico

b. La costruzione di strutture pubbliche per l’aggregazione sociale. La prestigio culturale di una comunità si misura sulla quantità di strutture in cui è possibile rappresenta‐ re il raggiunto status sociale. Un impegno categorico deve essere la costruzione di un teatro pubblico, luogo principe per lo scambio di idee, il dibattito collettivo e la rappresentazione allegorica della vita. 3

Il 18 marzo 1207, dopo decenni di accesi contrasti, fu stipulato un accordo fra i Terracinesi e la famiglia Frangipane allo scopo di appianare le divergenze che per lungo tempo avevano contrapposto le due parti. I Terracinesi, in cambio del Castello o Rocca Traversa, concedevano alla nobile famiglia il Templum, un quartiere dell’antica città medievale.

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