Elezioni Amministrative 15/16 Maggio 2011
PROGRAMMA DEL PARTITO DEMOCRATICO
di Terracina
CANDIDATO A SINDACO DOMENICO ZAPPONE
Premessa Dopo 10 anni di governo del centrodestra Terracina sembra essere avviata verso un’inarrestabile declino. La città si presenta oggi minacciata dal degrado in molti settori, più povera dal punto di vista economico e sociale, smarrita sulle prospettive di futuro. In questi anni l’assenza di un’idea di sviluppo e la concezione del potere perpetrata dal centrodestra hanno acuito, o peggio creato, fratture territoriali, sociali, economiche, generazionali, culturali. Tutto ciò ha avuto come causa ed effetto la devastazione del modello di coesione sociale e del senso di comunità su cui ancora in anni recenti si erano raggiunti importanti nel rispetto del sistema di regole e con la piena affermazione di diritti di cittadinanza. Terracina con il suo corpo sociale appare oggi più fragile e insicura. A tutto questo non ci si deve rassegnare quasi fosse ineluttabile! Non saranno le ricette distribuite a piene mani da vecchi e nuovi uomini della provvidenza a consentire il recupero della situazione in cui la città si trova. È di nuovo il tempo di impegnarsi tutti insieme in un progetto che accanto all’urgente azione di risanamento ponga rapidamente le basi di un rilancio ed una rinascita in ogni campo. Legalità, nuova etica pubblica, trasparenza, partecipazione, sicurezza, pari opportunità dovranno essere i capisaldi di un’azione di governo evidentemente alternativa a quella affermatasi nel decennio trascorso. Questa è la sfida per ricominciare insieme e costruire: Una città moderna e vivibile · Considerare la cultura e la formazione come risorse mirando allo sviluppo e potenziamento dei servizi culturali di base e ad un diverso raccordo con gli istituti scolastici · Avvalersi concretamente della presenza di facoltà universitarie per ridare ruolo al presidio ospedaliero e sostenere progetti di sviluppo economico · Puntare su piani di recupero e valorizzazione delle ricchezze ambientali, archeologiche e culturali · Tornare a concepire la diffusa pratica sportiva come possibilità di elevato valore sociale Una città solidale · in cui le azioni e gli sforzi dell’Ente locale e dei tanti soggetti del privato sociale tornino ad essere indirizzati da logiche non esclusivamente assistenziali, bensì tesi alla prevenzione ed affermazione delle pari opportunità Una città sistema · superare fratture territoriali e sociali · uscire dalla contrapposizione centro-periferia · affermare l’idea della città multipolare, non più frazioni, periferie, bensì quartieri della stessa città con servizi diffusi, con recupero delle zone degradate, con la valorizzazione delle specificità territoriali in una visione di insieme, sostenibile, di sistema. Un nuovo modello urbanistico · Trasformazione, riqualificazione, recupero dell’esistente · Ricongiunzione della frattura e delle distanze storicamente determinate tra centro e periferia · Miglioramento della qualità urbana intesa come fattore strategico(sistema del verde, viabilità, mobilità, servizi..) · Superamento della condizioni di incertezza di diversi settori economici sulla base di modelli di integrazione tra gli stessi
SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE COME RISORSA: DALLA TUTELA ALLA VALORIZZAZIONE Paesaggio, sistema del verde, qualità della vita Terracina presenta sul proprio territorio numerose aree di pregio da un punto di vista ambientale: Monte Sant’Angelo, Campo Soriano, Monte Leano. Da poco inseriti all’interno del neonato parco degli Ausoni sono tutti siti che hanno richiamato l’attenzione della Regione, della Soprintendenza e della stessa Comunità Europea per il rilevante pregio archeologico e naturalistico e nonostante ciò sono in completo stato di abbandono. Ad esse vanno aggiunti altri siti non meno interessanti completamente trascurati in questi anni quali:
• Piazza Palatina ed il percorso dell’Appia Consolare; • Fonte di Feronia in località "Le Mole"; • Fonte Santo Stefano; • Canali ed impianti della Bonificazione Pontina; • Alberature di strade e canali; • Giardini pubblici. I giardini pubblici rappresentano un capitolo a parte. Lo stato di abbandono di tali strutture, durante questi nove anni di amministrazione Nardi ha determinato un grave danno per l’immagine della nostra città. In alcuni casi la chiusura forzata, dovuta all’assenza di personale da adibire alla sorveglianza e custodia, oltre che per l’assoluta mancanza di manutenzione ordinaria, ha comportato un deterioramento della stessa proposta turistica. I Giardini Pubblici in area urbana sono:
• Villa Tomassini ( la cui apertura, chiusura e sorveglianza avviene grazie al contributo dei volontari);
• Area Ghezzi (chiusa al pubblico con radicale trasformazione in acquitrino del pregevole stagno interno);
• Montuno (chiuso al pubblico, parzialmente disboscato, ha rischiato di essere trasformato in parcheggio sotterraneo);
• Parco della Rimembranza (tenuto in vita grazie al WWF); • Centro sportivo del molo (ad oggi adibito al rimessaggio barche, privato della sua originaria vocazione di impianto sportivo e centro turistico polivalente);
• Pinetina Via A.Vespucci (ripulita grazie ai volontari); • Giardino di Via Marconi, presso Porta Napoletana (abbandonato e sporco, la storica fontana è stata ripristinata per iniziativa esclusiva dei pensionati);
•Giardinetto di Levante , vicino all’Hotel Palace (abbandonato e sporco); •I parchi di quartiere e le strutture pubbliche come scuole, pretura, ospedale, sono divenute in questi anni vere e proprie discariche;
• Giardini di Via Bachelet; • Parco delle Città Gemellate (situato nel quartiere "Arene 2"); • Parco di Via Firenze (Case popolari vicino Stazione ferroviaria); • Area a verde dell’Ospedale A. Fiorini; • Piazze alberate (piazza Mazzini e piazza Garibaldi). Per tutto questo si rende necessario l’adozione di un Piano regolatore del Verde Pubblico. Complessivamente le aree a verde coprono a Terracina una superficie molto vicina ai 40 ettari, portando il rapporto verde pubblico/abitante a 10 metri quadri. Compresa la drammaticità di questo dato, uno dei nostri obiettivi primari diventa la realizzazione di un vero e proprio PARCO URBANO, in grado di fungere da raccordo tra i due insediamenti urbani più importanti del nostro territorio: Borgo Hermada e Terracina. E’ inoltre necessario ripensare ad una più corretta riqualificazione dell’area di "Sotto Susto" lavorando alla sistemazione dell’area archeologico-naturalistica compresa tra "Le Scalette" e Via dei Volsci.
Energia Sulla strada dello sviluppo dell’autonomia energetica riteniamo sia doveroso favorire la nascita di una nuova filiera basata sullo sfruttamento delle energie rinnovabili insieme e a fianco alla creazione di una rete di micro-generazione fatta di piccoli impianti, armonizzati sul territorio che vedano la responsabilizzazione e il favore delle comunità locali. In particolare le azioni saranno orientate al: · diversificazione delle fonti di energia; · rilancio della produzione di energia pulita; · promozione ed incentivazione della diffusione di energia prodotta da privati mediante · piccoli-medi impianti alimentati da fonti rinnovabili; · promozione della produzione congiunta di energia elettrica e calore nei singoli edifici; · trasformazione dei rifiuti da problema a risorsa mediante la costruzione di dissociatori molecolari. · diffusione e semplificazione degli incentivi per l’impiego delle fonti rinnovabili; · semplificazione della normativa vigente e riordino delle competenze in materia di energia; · promozione dell’innovazione tecnologica e dell’efficienza energetica volta alla riduzione complessiva del costo dell’energia;
Raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani · governare il servizio verso un sistema integrato di raccolta e smaltimento dei rifiuti attuando seriamente la raccolta differenziata · riconvertire l’impianto di Morelle per la produzione di compost verde · valutare concretamente il superamento anche in ragione di norme di legge della S.p.a. “Terracina Ambiente” Un Nuovo modello urbanistico Definita la mappa strutturale, la crescita ordinata della città può realizzatesi partendo da una visione dinamica dello sviluppo, si opererà gradualmente, ma con decisione su alcuni punti: Proponiamo ai cittadini, alle forze economiche e sociali- nei tempi della predisposizione di un nuovo piano regolatore generale – di “lavorare” insieme all’individuazione di linee e di indirizzi per la definizione e realizzazione di uno schema di sviluppo strategico quale strumento per collocare razionalmente – all’interno dei programmi sovraordinati attinenti alla difesa della costa, ai porti, alle infrastrutture di mobilità, alle reti tecnologiche e di servizi e che incidono sull’assetto del territorio comunale – le iniziative ed i programmi locali secondo una logica sostenibile e compatibile con le scelte di sviluppo concordate. Lo schema sarà utile, inoltre, per rielaborare strumenti urbanistici esecutivi adeguando e correggendo quelli recentemente adottati laddove confliggessero con gli obiettivi strategici. Riteniamo importante arrivare alla definizione dello schema di sviluppo strategico nel primo anno di amministrazione. In sostanza, la nuova pianificazione urbanistica indicherà: · Alcune invarianti progettuali delle reti ecologiche, infrastrutturali, tecnologiche e delle aree degli insediamenti produttivi · Le destinazioni d’uso incompatibili in alcuni ambiti · Le modalità per la più equa possibile distribuzione dei diritti edificatori e dei contributi per la realizzazione di spazi e opere di uso collettivo. Non più piani urbanistici rigidi e criptici, tutt’al più utili per gestire, più che per governare, il mercato delle aree fabbricabili, ma strumenti effettivamente finalizzati alla corretta e sostenibile trasformazione della città e del suo territorio, capaci di instaurare una dimensione collaborativa e non coercitiva nei rapporti tra pubblico e privato, in costante ricerca del giusto concorso di tutti. Dunque, una pianificazione urbanistica finalmente concepita come strumento principe per l’esercizio della partecipazione democratica attraverso cui, in stretta relazione con le più generali politiche di bilancio e di reperimento delle risorse finanziarie, concertare le regole
e le priorità dei più nobili obiettivi di sviluppo possibile, mirando in primo luogo: · Alla riqualificazione e recupero dell’esistente(centro storico – quartieri degradati…) · Alla ricongiunzione delle fratture e delle distanze, storicamente determinate, tra centro e realtà periferiche · Al miglioramento della qualità urbana intesa come fattore strategico( sistema del verde, viabilità, mobilità, servizi…).
Sistema portuale Nel piano di coordinamento dei Porti del Lazio si delinea un sistema portuale incentrato sul Sisto, su Porto Badino e su Porto Canale. Un sistema fondato su funzioni differenziate e su “specializzazioni”. Nel rispetto delle indicazioni del Piano e degli strumenti urbanistici approvati in variante si opererà per precostituire condizioni favorevoli per una rapida realizzazione delle previsioni indicate anche in un rinnovato rapporto pubblico-privato. Ciò sarà possibile: · Con la risoluzione dell’annosa questione delle concessioni sul “Sisto” · Con l’avvenuta ricostruzione, in convenzione con la Regione, del ponte di Badino per adeguarlo alle esigenze di detto approdo Sarà inoltre possibile, in riferimento alle procedure stabilite dal D.P.R: 02 dicembre 1997, n. 509, valutare proposte di privati che rispettose delle previsioni di ampliamento dell’offerta di posti barca per la nautica da diporto contenute nel Piano di coordinamento regionale per quanto riguarda il Porto di Terracina, mirando, nel contempo, alla riqualificazione delle funzioni che attualmente coesistono( pesca, collegamento con le isole) Lavoreremo per progetti, che nel rispetto del DPR 509, siano adeguati allo sviluppo e nello stesso tempo improntati a rigorose valutazioni degli impatti possibili sulla costa (fenomeni erosivi) e sulla parte di città interessata(Borgo Pio) in relazione alla viabilità, a parcheggi, al paesaggio.
Il Centro storico alto Terracina Alta è stata una vittima sacrificale dell’espansione disordinata della città. Dimenticata da tutti ha subito un degrado dell’ambiente sociale e del patrimonio abitativo e storico che ha provocato l’espulsione di gran parte degli abitanti. Il Comune, con l’amministrazione di centrosinistra aveva approvato il Piano Particolareggiato esecutivo e avviato interventi tesi a migliorare i servizi, l’arredo, le condizioni generali di vivibilità, è stato sistemato il selciato di Via Posterla, di Piazza Cancelli e di una parte di Corso Anita Garibaldi. In questi tratti è stata sostituita la rete idrica e fognante sono state sistemate in uniche tubazioni le reti elettriche e telefoniche, in modo da consentire l’eliminazione di fili volanti. Quelle opere e gli interventi realizzati consentono di indicare nuovi obiettivi per la rinascita del Centro Storico: · Collegamento tra Città bassa e Città alta attraverso idonei mezzi elettrici e la realizzazione di un sistema di risalita meccanica · Creazione delle condizioni per l’apertura di attività commerciali e di servizio · Incentivazione del recupero abitativo · Realizzazione di aree parcheggio
Piano della Mobilità Urbana Il PUT, Piano Urbano del Traffico è lo strumento che nelle città regola e gestisce la mobilità. Ed è un piano tecnico-amministrativo di breve o medio periodo che va elaborato tenendo in conto molteplici fattori: miglioramento delle condizioni della circolazione e della sicurezza stradale, riduzione dell’inquinamento atmosferico ed acustico, nonché risparmio
energetico, il tutto in una ottica di una sinergia con il piano dei trasporti e gli strumenti urbanistici. La progressiva valorizzazione del concetto di sostenibilità ha indotto le politiche locali a un sostanziale ripensamento delle strategie della mobilità, focalizzando l’attenzione sulle cause “a monte”. Particolare attenzione sarà posta allo studio e realizzazione di una mobilità ciclabile integrata. Occorre, allora, elaborare strumenti e strategie atte a disincentivare l’utilizzo del mezzo privato a favore del trasporto collettivo, ma soprattutto, favorire la condivisione da parte dei cittadini delle decisioni adottate dalle istituzioni per garantire la vivibilità nelle aree urbane. In questa ottica sarà necessario rielaborare strumenti recentemente adottati. Una politica di maggior coinvolgimento nei confronti della società civile ed una concreta offerta alternativa di mobilità, possono essere i punti di forza di un efficace Piano della Mobilità Urbana. La rete viaria Urbana ed Extraurbana Rilevante sarà l’impegno per la riorganizzazione della viabilità su scala sia comprensoriale che locale. Dopo l’adeguamento e messa in sicurezza della strada statale Pontina occorrerà reperire finanziamenti per la “bretella” di ricongiungimento con l’Appia e la superstrada per Frosinone il completamento della Stazione Mare si potranno finalmente risolvere grandi ed antichi problemi di collegamento con la Stazione ferroviaria e l’Ospedale. Allo stesso tempo grazie alla variante e ad un più generale programma di riqualificazione del settore Nord-Ovest della città, sarà possibile eliminare tutti i problemi di congestione che gravano su questa zona urbana importantissima, ove si trovano il cosiddetto “Polo del Trasporto”, l’Ospedale, il Tribunale, i quartieri residenziali già realizzati e quelli in costruzione. Trasporti Il sistema dei trasporti può essere considerato elemento fondamentale dello sviluppo economico e sociale di una città. Il treno è sicuramente un mezzo essenziale nell’ambito di tale sistema. Ci sembra opportuno ri-appropriarci della risorsa TRENO e di sfruttarla al meglio secondo le necessità espresse dalla moderna società. PARTECIPAZIONE E SVILUPPO SOSTENIBILE IN UNA CITTÀ APERTA, SICURA E SOLIDALE La Città siCura dei Cittadini La sicurezza della città ci appare oggi come un bene oltremodo desiderato dai cittadini e come parte integrante della così detta “qualità della vita”, come un nuovo, complessivo,
“diritto di cittadinanza”. Una città siCura richiama benessere sociale, attrae risorse dall’esterno e accresce la sensibilità sociale verso le forme e i segni di inciviltà. Compito dell’amministrazione sarà allora alimentare questo meccanismo virtuoso producendo sicurezza secondo un modello si sviluppo sostenibile della comunità. Un cittadino che agisce e non subisce: È sul concetto di soddisfazione dei bisogni sociali, di affrancamento dal disagio e dalla debolezza sociale che la sicurezza può trovare legittimazione all’interno del cerchio della sostenibilità. Il metodo della sostenibilità invita a rifuggire sistemi statici e verticistici e a rivolgersi ad azioni di Governance della sicurezza. Tratto peculiare di tali azioni è la ricerca e lo sviluppo di quel civismo consapevole che orienta la comunità verso la ricerca di rinnovate dimensioni del benessere e della sicurezza. Sicurezza/Economia: Attraverso la sicurezza e la percezione della sicurezza un sito geografico capitalizza un’immagine di sé spendibile nel mercato globale. Se si compare l’indice sulla qualità della vita delle province italiane con gli indici provinciali
sulla criminalità diffusa e organizzata, è facile constatare che la sicurezza è maggiormente garantita laddove lo sviluppo è ampio. La loro coniugazione è inscindibile e ad essa concorrono diversi soggetti sociali, poiché sicurezza significa equilibrio fra i vari sistemi. È indispensabile, dunque, una politica generale di integrazione secondo precise modalità di interazione. Sicurezza percepita e sicurezza reale: Sulla differenza tra sicurezza percepita e sicurezza reale si sono spesi fiumi di inchiostro ed interi convegni, la prima è un fenomeno che si autoalimenta, nel senso che la sensazione di insicurezza fa crescere la domanda di sicurezza reale, di interventi, di azioni, di polizia preventive e repressive, abbassando contestualmente la soglia della sopportazione del disagio, del degrado, del disordine. In questo quadro, a volte esasperato dai media, di fronte ad una domanda in crescita costante, le aspettative sono sempre più alte e, spesso, destinate a generare insoddisfazione. Da qualche tempo, sono repentinamente cambiati gli interlocutori del sistema, tradizionalmente identificati nelle forze della polizia di stato e ora, al contrario, spesso individuati nel Sindaco e nel corpo di Polizia Locale. La risposta: Il nostro impegno è teso a realizzare un progetto “Città Sicura” che promuova il miglioramento delle condizioni di sicurezza oggettiva e percepita dai cittadini, mediante la realizzazione di un sistema integrato di interventi di rafforzamento della prevenzione sociale e territoriale e che valorizzi il momento della partecipazione della comunità anch’essa nelle sue varie componenti sociali e territoriali. Un progetto pensato per favorire l’integrazione dell’attività di controllo e di contrasto ai fenomeni di microcriminalità, con azioni ed interventi di: · Educazione alla legalità · Prevenzione e mediazione dei conflitti sociali e culturali · Riqualificazione ed animazione degli spazi urbani · Sicurezza stradale · Tutela del decoro urbano
Un Nuovo Welfare Un ruolo fondamentale oggi, quando si parla di sviluppo in termini globali, lo riveste la capacità delle singole realtà amministrative di assicurare le più adeguate condizioni di vita a tutti i cittadini. Questa ottica pone al centro la persona come soggetto di diritti e doveri, ossia come cittadino inserito in una rete di relazioni sociali e di responsabilità individuali e collettive. Per questo i livelli essenziali delle prestazioni, nel governare le risorse, nel disegnare le regole e garantire gli interventi in modo da includere nel sistema tutti i cittadini, deve valorizzare le energie presenti nella società civile, dalle relazioni di comunità alle capacità di iniziativa dei soggetti del terzo settore, dal volontariato all’impresa sociale, dal ruolo fondamentale della famiglia come luogo di relazioni affettive, formative e solidali, al più ampio contesto di relazioni sociali in cui le persone interagiscono. Per un’amministrazione, collocare il cittadino al centro del sistema di sostegno sociale significa promuovere l’uguaglianza delle opportunità per tutte le persone; realizzare politiche volte ad incoraggiare la capacità di autodeterminazione dei cittadini, divenire, come Ente, soggetto attivo nell’individuazione dei bisogni che, se sommersi, non consentono la piena realizzazione individuale. L’obiettivo è quello di realizzare la costruzione di un benessere sociale che parli ai giovani, alle donne, agli anziani, ai migranti perché un Welfare universale e delle pari opportunità si occupa di tutte le persone che vivono sul territorio promuovendone nei tempi e nei modi necessari l’accesso alla cittadinanza. In questo contesto è necessario sottolineare come le molteplici funzioni di politica sociale richiedono l’intervento attivo e integrato dell’Ente Locale e della società civile ed includere nel sistema di welfare tutti i cittadini. Questa competenza è stata fortemente disattesa dall’amministrazione uscente. La promulgazione della Legge 328 del 2000 che avrebbe dovuto inaugurare la gestione delle politiche sociali secondo quanto deciso nel Piano
Regolatore Sociale e quindi avrebbe dovuto segnare l’avvio di una politica sociale integrata e distrettuale, di fatto, nel nostro territorio no ha comportato alcun miglioramento nella diffusione dei servizi, né nella loro reale capacità di rispondere alle richieste della comunità. Quanto è accaduto dipende in larga misura da problematiche di tipo organizzativo, gestionale e politico. Attualmente, nella nostra città, assistiamo alla quasi completa distruzione dei servizi sociali faticosamente creati ed implementati durante le amministrazioni di centro-sinistra. L’avvio progettuale delle politiche sociali a Terracina non può prescindere dall’analisi di quanto accaduto nell’ultimo decennio che ha determinato L’istituzione dell’Azienda diretta a fini speciali per le politiche sociali e la contemporanea abolizione di quasi tutti i servizi per la famiglia, gli anziani, i diversamente abili, i minori, gli stranieri. In un decennio si è passati da una politica che programmava e gestiva reti di servizi integrati ad una politica delle emergenze, priva di progettazione, in grado solo di chiudere qualche falla divenuta insostenibile. Anche dal punto di vista organizzativo e di prestigio all’interno del territorio distrettuale l’attuale amministrazione ha collezionato fallimenti, basta pensare al ruolo leader di comune capofila del distretto mai riconosciuto alla nostra città e sempre attribuito alla città di Fondi. Tale perdita di prestigio della città tra i Comuni del Distretto Socio Sanitario non è coincisa con la crescita politica, amministrativa e gestionale di altre realtà, ma con un generale impoverimento della politica sociale distrettuale. Ci poniamo dunque l’obiettivo di condurre un’attenta verifica del reale funzionamento dell’Azienda Speciale al fine di ottimizzarne, eventualmente, gli elementi di forza e superarne le disfunzionalità e gli sprechi. Nello specifico della proposta operativa si prospettano: · Servizi per la famiglia in grado di sostenere attraverso gli strumenti economici e psico-sociali, i nuclei di nuova e vecchia costituzione in difficoltà · Servizi per gli anziani a partire dall’assistenza domiciliare sociale e d integrata in grado di garantire dignità e qualità della vita di cittadini anziani non autonomi · Servizi per il contrasto alla povertà, fenomeno in preoccupante aumento, attraverso facilitazioni nell’ingresso o reingresso nel mondo del lavoro per giovani, uomini e donne che hanno perso il lavoro e non hanno raggiunto l’età pensionabile · Il livello di avanzamento di una comunità è direttamente proporzionale alla capacità di protezione delle giovani generazioni a partire dalla garanzia di asili nido adeguati, di servizi per i disabili, di centri di aggregazione per i giovani a rischio sociale Salute vs Sanità, verso un welfare di comunità Utilizzare il termine salute al posto di sanità in un programma politico non è un mero esercizio retorico, ma ha il pregio di rimettere al centro la persona non solo nei percorsi di cura ma anche e soprattutto nei processi di educazione, prevenzione e mantenimento della salute. Salute vista in quest’ottica come bene primario di una comunità in cui la tutela e la preservazione dell’ambiente naturale costituisce un elemento concreto e fondante per la sua piena realizzazione. Il raggiungimento dell’obiettivo salute si declina quindi, in forme concrete che prevedono la preservazione, la tutela ed il potenziamento degli standard di offerta sanitaria espressi attualmente dal nostro Polo Ospedaliero e dai servizi territoriali. Va consolidata in quest’ottica la partnership con la Facoltà di Medicina dell’università degli Studi Sapienza di Roma, capace negli ultimi cinque anni di far crescere in modo esponenziale, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo, con la presenza di numerose specialistiche, le offerte alla domanda di salute della cittadinanza e dell’intero comprensorio provinciale, contrastando l’increscioso fenomeno della mobilità passiva e dei viaggi della speranza che, da sempre, hanno connotato le nostre comunità. In quest’ottica il ruolo dell’Ente Locale non è quello di elaborare politiche di indirizzo che sotto il profilo normativo e statutario vanno tracciate dalla Regione e dalla Ausl, ma di esigere la piena realizzazione nell’Ospedale A. Fiorini di Terracina del Polo dell’emergenza-urgenza e del poli trauma, come sancito dai più recenti piani sanitari regionali visto che per ubicazione, tecnologie, know-how la nostra struttura è dotata di tale vocazione e caratteristiche. Quella che invece va osteggiata politicamente, è l’elaborazione del piano delle Macro Aree da cui scaturirebbe l’inevitabile trasferimento dei centri di “governance” dalle Provincie
verso Roma, assecondando logiche di ancellarità gestionale ed operativa. Particolare attenzione nella tutela della salute va poi rivolta alle politiche territoriali e quindi alla gestione delle cronicità, delle forme di diversa abilità e di disagio sociale, nelle quali è fondamentale l’integrazione tra la componente sanitaria, in tutte le sue forme ed articolazioni, ed il segretariato sociale del Comune attraverso l’utilizzo degli strumenti previsti dal piano di zona, d.gl. n. 328/2000. È fondamentale in questa prospettiva adoperarsi per la piena attuazione della: · Cura e dell’assistenza domiciliare, secondo un modello di presa in carico personalizzata ed integrata che si struttura nella stesura del P.A.I. (Piano di assistenza individualizzato), non più seguendo modelli di tipo prestazionale; · Consultorio materno infantile attualmente in sofferenza per carenza di spazi, mezzi e risorse umane indispensabile per la tutela della maternità consapevole, agendo soprattutto anche se non in modo esclusivo sulle fasce socialmente deboli della popolazione; · Cura delle persone affette da forme di dipendenza: droghe, alcool, gioco etc… Vanno inoltre sollecitate per rispondere a queste istanze tutte le forme tra ospedale e territorio di cui i percorsi di continuità assistenziale e di presa in carico, e le altre molteplici forme di collaborazione costituiscono un elemento foriero di interessanti sviluppi ed evoluzioni. Il Welfare di comunità diviene quindi la strategia con la quale educare, promuovere e mantenere i livelli essenziali di salute. La medicina di base ed il modello organizzativo dell’ambulatorio diventano una nuova modalità con cui affrontare le nuove problematiche della salute, orientare e governare l’attuale domanda di salute. L’infermieristica di comunità e l’infermiere di quartiere rappresentano la modalità operativa con la quale rispondere alle istanze di cronicità che connotano, anche nel nostro territorio,fornendo concrete opportunità occupazionali agli studenti di infermieristica che si sono e si stanno formando presso la nostra città. Si può inoltre esigere dalla Regione la dislocazione sul nostro territorio comunale di una parte cospicua degli ottocento posti letto di residenza sanitaria assistenziale per anziani previsti per la nostra provincia vista la salubrità del clima, la presenza di alcune strutture alberghiere riconvertibili e di professionalità a naturale vocazione assistenziale: infermieri, operatori socio-sanitari, assistenti domiciliari. Università scuola e politiche dell’Educazione Passare da una visione che veda la scuola come luogo deputato esclusivamente all’Istruzione ad una visione della scuola a contesto deputato oltre che all’acquisizione di competenze e conoscenze anche e soprattutto alla crescita della coscienza civica e dello spirito critico e creativo dello studente e pertanto ad un sistema integrato dell’educazione. Tale impostazione deve partire necessariamente dall’analisi degli indicatori negativi che stigmatizzano le prospettive educazionali del nostro territorio comunale: · Alto tasso di abbandono scolastico · Numero percentuale di diplomati e laureati abbondantemente al di sotto della media regionale e nazionale. Per la scuola dell’obbligo è necessario attuare programmi di recupero architettonico e garanzia di manutenzione ordinaria di tutti gli istituti deputati all’istruzione primaria. A tal proposito le encomiabili iniziative di gruppi spontanei di genitori costretti dalle condizioni di degrado degli ambienti ad intervenire in prima persona per la tinteggiatura dei locali o per l’acquisto di tendaggi, è da questo punto di vista emblematico dello stato di abbandono nel quale la scuola pubblica è caduta in questi anni. Quindi particolare attenzione va posta al rispetto degli standard di sicurezza ed alla cura degli ambienti ed arredi dove e con i quali i bambini dell’asilo, delle elementari e della scuola media vivono le prime esperienze di educazione e formazione. Vanno invece ulteriormente incentivate e sostenuti gli istituti di formazione superiore, i quali in virtù dello spirito di iniziativa dei loro dirigenti hanno ampliamente dilatato in questi ultimi anni l’offerta formativa per i nostri giovani. Anche se di competenza della provincia le loro iniziative e progetti vanno suffragate da un’azione politica attiva da parte dell’Ente locale, il quale ha l’onere di mettere a sistema l’interessante articolazione di aule magne, biblioteche, laboratori e sale multimediali di cui
essi dispongono. Si deve inoltre puntare all’autosufficienza energetica in primis degli Istituti scolastici e progressivamente di tutti gli edifici pubblici, ricorrendo all’installazione su di essi di impianti fotovoltaici e nella ristrutturazione ed edificazione dei nuovi alla bioedilizia. È inoltre non più procrastinabile l’esigenza di trovare definitiva collocazione all’Istituto professionale di stato “Filosi” e del suo interessante polo alberghiero, nel territorio del quartiere di Borgo Hermada, operazione questa in grado di concorrere a costruire quel sistema a rete, tra centro e periferia, su cui questo intero programma è fondato. Per ciò che attiene invece la presenza dell’Università con le sue tre attuali articolazioni: la Facoltà di Economia dell’Università di Cassino, la prima Facoltà di Medicina della Sapienza di Roma e l’Università Popolare pur nella consapevolezza della grave difficoltà nelle quali la scuola e le politiche di decentramento sono state messe da tagli indiscriminati operati dall’attuale governo, si ritiene fondamentale tale presenza sul nostro territorio per la valorizzazione, la formazione e lo sviluppo dei giovani e della sua comunità. Per caratteristiche la città di Terracina si presta ed emulare, anche se in forme originali, modelli quali l’Università di Macerata e di Urbino. Tale prospettiva per realizzarsi concretamente e per concorrere allo sviluppo del nostro territorio, in tutte le sue forme e complessità, ha la necessità di individuare spazi, sedi, ambienti ed aree in cui radicare una popolazione studentesca che diventi stanziale. Si pensi a tale proposito alla vocazione che sotto questo profilo può essere ricoperta dal nostro centro storico, anche attraverso il recupero di edifici storici secondo quanto previsto dal piano regionale di “housing sociale”. I circa 500 studenti della Prima Facoltà di Medicina tra corsi di laurea delle professioni sanitarie e corso di laurea in medicina e sue specializzazioni, di cui un 30% fuori sede, ci interrogano in tal senso. L’impegno e il coinvolgimento diretto sia dell’Università che dell’Ente Locale per realizzare questi obiettivi potrebbero inoltre consentire un più proficuo rapporto di collaborazione con le realtà imprenditoriali locali. Il mondo dell’impresa non va tenuto ai margini, ma direttamente coinvolto in un percorso di questo tipo, qualche esperienza in questo ambito è stata prodotta in modo estremamente proficuo. In quest’ottica è pertanto auspicabile il recupero di un terreno di comune collaborazione che purtroppo non è stato particolarmente praticato in questi anni con la Facoltà di Economia nella valorizzazione e nella promozione dei prodotti tipici locali in grado anche attraverso l’elaborazione di percorsi enogastronomici di saltare i prodotti tipici, valorizzando le tradizioni, elementi in grado di fungere da volano economico per lo sviluppo e le attività produttive del nostro territorio. Territorio nel quale coesistono l’ambiente marino, lacustre ed un’interessante reste di parchi regionali e nazionali. Un ambiente salubre e variegato cui vanno ad aggiungersi ricchezze, tesori artistici ed archeologici capaci di conferire a pieno titolo al nostro territorio comunale il ruolo e la sede per un turismo convegni stico scientifico capace di concorrere al sostentamento dell’economia alberghiera e della ristorazione anche durante i periodi dell’anno economicamente depressi.
La politica per la cultura: le strutture, i servizi, le attività. Nella nostra città, considerando l’imponenza e la vastità del nostro patrimonio culturale, è necessario definire ambiti territoriali e storici, per un loro programma di recupero e di valorizzazione che, seppure realizzato gradualmente, faccia riferimento ad un unico disegno. Nell’ambito di questo programma si renderà necessaria una revisione e rafforzamento degli uffici preposti. Le direttrici generali degli interventi di riqualificazione interesseranno: · L’Appia antica, con tutti i suoi monumenti adiacenti, da Monte Leano a Piazza Palatina, fino all’incrocio con l’Appia Traianea · La Valle, con l’impianto d3ella centuriazione romana del IV secolo a.c. e tutti monumenti antichi e medievali e settecenteschi, comprese le Mura e le due antiche acropoli, sotto il Castello Frangipane e nella collina di S. Francesco · Il complesso monumentale e naturalistico di Monte S. Angelo, con la cinta muraria
e le sue torri. · Il centro storico basso con le sue emergenze antiche, ed il Borgo Pio. All’interno di questi ambiti bisogna in ogni caso portate a compimento le iniziative ed i lavori avviati: · Il Palazzo della Bonifica · Il Castello Frangipane · La chiesa ed il convento di San Domenico Operando , con finanziamenti certi, per fasi progettuali rispettose delle leggi vigenti, proseguiranno le iniziative tese al recupero ed alla valorizzazione: · del lastricato e delle sostruzioni del Foro Emiliano · delle Favisse del Capitolium e del Tempio Maggiore · dell’antico Teatro romano La città deve acquisire una maggiore consapevolezza di essere una città storica, ed una maggior conoscenza del proprio patrimonio culturale e naturale. La consapevolezza che questi beni non sono riproducibili: chi non ce l’ha, non può darseli. È perciò necessaria una sistematica e rigorosa catalogazione di tali beni, da diffondere capillarmente nella città, in particolare nelle scuole. Il vasto patrimonio culturale posseduto quindi va considerato come una risorsa da tutelare e da valorizzare, che bisogna non solo conoscere, ma di cui è necessario promuovere una gestione finalizzata alla fruizione ed al godimento pubblico. Una risorsa anche economica, che può contribuire ad un nuovo sviluppo, promuovendo un’offerta e un nuovo modello d’industria turistica, che incentivi e risponda alla domanda crescente del turismo culturale. Saranno potenziati ed ampliate le strutture, i servizi e le attività. Il nuovo ruolo assunto dalla Biblioteca “A. Olivetti” impone l’esigenza di lavorare per un decentramento su territorio programmando la realizzazione di un sistema di biblioteche periferiche e nel contempo di progettare una nuova struttura a carattere multimediale e una “casa per la cultura”, tra cui il completamento dell’Auditorium ex novo dei documenti del ‘900, consentirà l’avvio di un’adeguata fase di fruizione e di valorizzazione dell’archivio storico. Il Museo civico Pio comunale di centro sinistra nell’ambito delle moderne strutture per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico e archeologico locale. L’ulteriore qualificazione dello stesso ne farà uno degli elementi propulsivi di un vasto progetto per l’educazione permanente dei cittadini e di promozione dei beni storici. Sport e tempo libero Lo sport ha una importantissima funzione sociale: è un momento di aggregazione, di formazione ed educazione dei giovani. Attraverso le attività sportive i giovani incanalano le loro energie e le loro pulsioni in maniera corretta , creativa e positiva. Ci proponiamo : · di valutare la possibilità e di impegnarci fattivamente per la realizzazione di una piscina comunale · di realizzare un nuovo spogliatoio sotto la tribuna del campo sportivo e di ristrutturare la tribuna stessa,sia in termini di efficienza che di sicurezza; · di prendere in considerazione, e conseguentemente studiarne i modi e tempi, di realizzare un nuovo campo sportivo; · di collaborare in maniera fattiva e costante con tutte le società sportive legalmente riconosciute presenti nel territorio; · di reperire e mettere a disposizione strutture idonee affinché le suddette società sportive possano svolgere dignitosamente le loro attività; · di offrire, per quanto possibile, un sostegno economico a tutte le società praticanti qualsiasi sport e di patrocinare le varie iniziative alle quali le suddette vorranno partecipare; · di curare la manutenzione straordinaria delle strutture sportive
Nuove generazioni: una risorsa Daremo voce ai giovani, ai loro progetti, alle loro richieste. Ci impegneremo per superare gli stereotipi che condannano le giovani generazioni ad essere catalogate sotto il titolo del
“disagio”, che mette a fuoco l’obiettivo sulla ricchezza dell’individuo che sa sfuggire all’individualismo sfrenato che si appella alla speranza e al coraggio del fare. Il nostro impegno sarà volto alla possibilità di garantire: · Autonomia, impegno politico e sociale; · Investimenti sull’educazione e sulla formazione; · Centralità del lavoro e del diritto all’abitazione; · Lo sviluppo dei gruppi di acquisto solidale; · Il miglioramento dell’offerta universitaria; · Un numero maggiore di stage e tirocini e scambi colturali con l’Europa e i paesi gemellati; · Maggiori sostegni al precariato; · Micro-credito per soggetti “non bancabili”; · Sostegno a forme ecologiche di mobilità; · istituire un fondo di rotazione a sostegno dell’autonomia dei giovani. I giovani non sono il problema, ma la risposta ai problemi della nostra società. Se un giovane perde il lavoro o fatica a trovarlo e presenta un progetto per investire su se stesso e sul suo territorio il Comune dovrà sostenerlo, per scommettere sul proprio futuro e su quello delle giovani generazioni. Favorire l’autonomia dei giovani, la promozione di chi si impegna per se stesso e per gli altri, puntare sulla fiducia, sul coraggio individuale. Terracina deve riprendere a crederci, a correre, per consegnare in corsa il testimone alle nuove generazioni. Dobbiamo ricostruire i rapporti di fiducia facendo le cose insieme, solo così possiamo far crescere una società coesa, plurale e solidale.
Integrazione Terracina è da sempre terra di migranti. Una terra che ha saputo accogliere, nelle diverse fasi storiche che l’hanno caratterizzata, popoli e culture che si sono insediate nella nostra città. Meta per cittadini comunitari ed extracomunitari che hanno scelto il nostro territorio per costruirsi un futuro migliore per loro stessi e per le loro famiglie. A dimostrazione di quanto detto negli ultimissimi anni è cresciuta in maniera esponenziale la presenza di immigrati extracomunitari: si è passati dalle 1.339 presenze regolari del 1 gennaio 2008 alle 2663 del 1 gennaio 2010 registrando, così, una crescita totale del 49,6% che rappresenta l’incremento percentuale più rilevante di tutta la Provincia di Latina. Senza contare la presenza degli immigrati irregolari che, si stima, siano circa 2500, con la consapevolezza che si tratta di un dato approssimativo difficilmente verificabile, a causa dello stato di clandestinità in cui tali immigrati vivono. Come ci dimostrano i dati, l’immigrazione è, dunque, un dato di fatto importante e strutturale del nostro comune che non può essere ignorato, o solamente denunciato, ma che va necessariamente governato ed indirizzato. Ci impegneremo affinché ci sia: · un immigrazione controllata e condizionata alla disponibilità di lavoro, abitazione e regolarizzazione fiscale; · previsione di una effettiva e celere espulsione degli stranieri autori di reati; · applicazione del reato di riduzione in schiavitù nei confronti di chi sfrutta gli immigrati; · diritto di voto amministrativo per i residenti; · assegnazione degli alloggi e nella scuola di ogni ordine e grado, a partire dagli asili nido e dalla scuola materna; · repressione di coloro che, per profitto, affittino illegalmente appartamenti o diano lavoro ad extracomunitari irregolari; · istituzione del Consiglio delle Etnie; · crediamo in una politica che consideri il cittadino immigrato residente nel nostro territorio alla pari di tutti gli altri, non solo nei diritti, ma anche e soprattutto nei
doveri. Politiche del lavoro, nuove prospettive In quasi tutti i settori produttivi, oggi - nella nostra Repubblica fondata sul lavoro - possono esistere aziende importanti con pochissimi lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato e una enorme massa di lavoratori di serie B, C e D. Ai lavoratori precari, in particolare giovani, non basta rivolgersi con proposte di ordinaria manutenzione del nostro diritto del lavoro, magari accompagnate da un immediato, forte aumento dei contributi previdenziali. Ci impegneremo perché ci sia un “diritto unico del lavoro”, che possa applicarsi a tutti senza compromettere la competitività delle nostre imprese. Si tratta di offrire a tutti quelli che si affacciano oggi al mercato del lavoro un sistema di tutele che il regime di “apartheid” attuale non offre loro oggi. Attraverso: · Un sistema di incentivi all’assunzione di lavoratori con contratti a tempo indeterminato e di disincentivi all’assunzione a tempo determinato; · Un sistema di previsione della tutela previdenziale riservata non solo alle tradizionali categorie protette, ma estendendola anche ai lavoratori atipici; · La detraibilità delle spese sostenute dall’impresa per l’adeguamento alla normativa sulla sicurezza; · Un sistema di incentivi a sostegno dell’occupazione giovanile e femminile; · Il sistema della cooperazione. ll settore ittico Il settore ittico non ha avuto, negli anni, il giusto ruolo ed interesse da parte degli Organi a ciò predisposti. Questo settore deve ricominciare ad avere un ruolo “primario” sotto il profilo economico, di tutela del territorio marino e dell’ecosistema. Proponiamo, quindi: · Incentivi (anche a fondo perduto) e sgravi fiscali per i giovani che intendano intraprendere tale attività in proprio; · Incentivi e sgravi fiscali per le ristrutturazioni e l’ammodernamento delle imbarcazioni; · Rilettura (di concerto con le Associazioni di categoria) della legge quadro 14/07/1965 n. 963 (Legge sulla pesca marittima); · Tutela del mercato locale; · Agevolazioni e sgravi fiscali per il periodo del “fermo biologico”; · L’applicazione della multi-funzionalità anche in campo ittico (pesca turismo); · Interventi di carattere ordinario di escavo della foce e del canale; · Interventi finalizzati alla realizzazione di nuovi magazzini e depositi. Il comparto agricolo E’ necessario restituire all’agricoltura il ruolo di settore “primario” sotto il profilo economico di difesa del territorio e di incremento delle produzioni di qualità. Attraverso: · Approvazione di programma di rivalutazione e rilancio dei prodotti locali. · No agli OGM. · La possibilità di garantire il giusto equilibrio tra i diversi sistemi produttivi e la stabilità delle norme, delle condizioni di mercato e degli strumenti di sostegno; · Recupero della competitività favorendo l’aumento delle dimensioni aziendali, il marketing di filiera, la concentrazione dell’offerta di prodotti e l’innovazione tecnologica; · Favorire la multi-funzionalità in agricoltura attraverso una legislazione capace di dare agli agricoltori più concrete possibilità di integrazione al proprio reddito agricolo. · Riduzione dell’Iva sul turismo ambientale al fine di incentivarne lo sviluppo tanto sul mercato interno quanto nella capacità di attrarre · Incentivi e sgravi fiscali per le Aziende che si dedichino alla Bio-agricoltura; Le piccole e medie imprese Le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano il 99% delle imprese e il 57% del valore aggiunto dell'economia locale.
Per favorire le PMI ad adottare modi di produzione e pratiche commerciali sostenibili bisogna: · Realizzare una grande area artigianale · Istituire un programma di assistenza che mira a rafforzare il rispetto della normativa ambientale da parte delle PMI, riducendo nel contempo i costi di conformità, l'ecoefficienza delle PMI nonché la loro competitività e l'ecoinnovazione. · Migliorare la legislazione, l'adeguamento degli strumenti di gestione ambientale, il sostegno finanziario alle PMI, lo sviluppo delle competenze locali e della comunicazione e dell'informazione. · Facilitare l’accesso ai programmi comunitari LIFE al PROGRAMMA QUADRO PER L’INNOVAZIONE E LA COMPETITIVITA’ e ai nuovi strumenti della politica di coesione 2007-2013 come il FESR, Fondo di coesione e Fondo sociale europeo. · Valorizzare le competenze locali organizzando dei seminari di formazione incentrati sulle fonti di informazione, le prescrizioni di legge e i vantaggi connessi al miglioramento della gestione a livello ambientale delle imprese. · Migliorare la comunicazione e fornire informazioni più mirate attraverso la realizzazione di un sito web comunale, multi-lingue ed in grado di mettere in rete le PMI locali, con il resto dell’Europa, fornendo loro una serie di informazioni in materia di sviluppo sostenibile e capacità di impresa, strumenti di gestione e possibilità di finanziamento.
Il turismo, dalla promozione al rilancio Il turismo riveste una importanza strategica per lo sviluppo della nostra economia sia come sistema paese, sia come singola e specifica realtà locale. Esso coinvolge una serie di interessi del panorama istituzionale, associativo, imprenditoriale, infrastrutturale, accademico e finanziario, e non ultimo, nuove importanti risorse comunitarie a valere sulla programmazione dei fondi strutturali 2007-2013. Per questo partiamo da recenti dati che collocano il Lazio tra le regioni d’Italia con maggior numero di turisti e al primo posto per arrivo di turisti stranieri. Dall’analisi della composizione turistica nazionale per tipologia di località visitata è risultato che i turisti sono attirati principalmente dal prodotto culturale e da quello balneare. In tal contesto si inserisce una nuova visione del turismo non inteso in senso stretto ma inteso come economia turistica dove si inseriscono tutte le attività dei fornitori legati quali: · servizi finanziari, · gestione dei trasporti, · promozione turistica, · fornitura di alimenti e bevande, · stampa, editoria, etc. Oltre a quelli strettamente connessi: · alloggi, alberghi · ristorazione, · intrattenimento, · attività ricreative, · trasporti. Dalle analisi fatte emerge, che la nostra economia turistica sia una potenziale “ miniera” che la città dovrebbe sfruttare meglio, al meglio. Su questo occorre riflettere in modo accurato e attento con tutti gli attori del comparto che chiameremo a fare sistema per consentire al turismo di essere uno dei principali motori di crescita e sviluppo socio economico del nostro territorio. A maggior ragione visto che cultura e balneazione , le due caratteristiche prioritarie prese in considerazione dai turisti al momento della meta di viaggio, la nostra città le possiede entrambe, quindi a pieno titolo potrebbe ricoprire una centralità nella intera provincia, ma solo se oggetto di un rinnovato approccio di programmazione. Bisogna cominciare a pensare in termini di nuove politiche strategiche nello sviluppo territoriale improntate alla rapida realizzazione, alla innovazione tecnologica e gestionale. Parlare di infrastrutture immateriali e materiali, organizzate tra soggetti privati ed istituzionali che favoriscono l’accessibilità dei turisti. Pertanto si deve pensare a strategie di valorizzazione del patrimonio culturale che in qualche modo ci distinguono dal
resto del mondo proprio per la straordinaria presenza di beni culturali. In sostanza, penso ad un modello di offerta turistica della nostra città che sia calibrata ad acquisire nuova utenza di diversa categoria turistica che serva a destagionalizzare. In conclusione parliamo di economia turistica integrata declinata in diversi filoni: · eco-turismo, · turismo acquatico, · turismo culturale, · turismo eno-gastronomico, · turismo religioso. Fondamentale sarà il contatto diretto con i nostri rappresentanti europei che ci permetteranno una più proficua ricerca dei programmi dei fondi europei più consoni allo sviluppo turistico, come il programma LEADER + ed il programma EDEN.
RISANAMENTO ECONOMICO E IPOTESI DI SVILUPPO Premessa La situazione di Terracina è a dir poco drammatica e potrà modificarsi esclusivamente mediante l'impegno di tutti, amministratori, dipendenti comunali, cittadini, categorie economiche. Il risultato di una politica fallimentare è sotto gli occhi di tutti; emblematico è lo stato di degrado in cui versa la città, dove l'istituzione comunale ha perso il prestigio istituzionale e viene percepita dai cittadini come un nemico invece che come una fonte di risposta ai propri bisogni. Occorre uno scatto d'orgoglio civile in modo che tutti gli attori citati vadano nella stessa direzione. Modalità di attuazione
Punto 1 Bisognerà selezionare la spesa operando tagli e redistribuendo risorse all'interno delle varie voci di bilancio che hanno un diretto impatto sociale: la strada maestra deve essere la tutela dei settori più svantaggiati e non come fatto finora “massacrando i più bisognosi” sull'altare del risparmio(l'azzeramento del terzo settore per esempio) continuano a sperperare altrove. Laddove esistono fondi di scopo di altri enti, come ad esempio il contributo regionale sugli affitti per gli indigenti, occorrerà erogarli in tempi brevi a coloro che hanno diritto, evitando di distrarli, come fatto sinora per far fronte alle quotidiane emergenze di liquidità del Comune. Compatibilmente con gli equilibri di bilancio, le disponibilità di risorse aggiuntive, derivanti dai risparmi o da maggiori entrate, dovranno essere indirizzate alla spesa sociale ed al rilancio dello sviluppo economico della città. Le attività economiche che vivono un momento di crisi dovuta ad una congiuntura economico-finanziaria aggravata dalla situazione locale, dovranno essere il più possibile esonerate da inutili balzelli imposti per il solo scopo di “fare cassa”. In tale contesto è inutile promettere opere mirabolanti rispondenti il più delle volte a delle logiche clientelari a vantaggio esclusivo di pochi senza spiegare concretamente come far fronte al finanziamento e alla realizzazione delle stesse. Una cosa è il libro dei sogni, un'altra è la concreta realizzazione dell'umanamente possibile. Occorre quindi programmare interventi prioritari e possibili, dettati da un chiaro progetto di risanamento e ripresa. Non è più rinviabile il censimento del patrimonio immobiliare del Comune necessario per sfruttarne le potenzialità evitando le dismissioni dettate da esigenze di cassa. Dal punto di vista delle entrate, considerati i livelli di tassazione che gravano sui terracinesi, (emblematica è la tabella 1 alla fine del documento sulle aliquote dell'addizionale comunale nel 2009 applicata dai Comuni della nostra provincia, anche alla luce dell'ulteriore aumento deliberato per la tassa sui rifiuti), ulteriori aumenti del carico tributario non sono assolutamente possibili. Le risorse aggiuntive potranno essere esclusivamente recuperate attraverso un recupero dell'evasione delle tasse comunali al fine di garantire un trattamento più equo e giusto che porti ad un riequilibrio del carico tributario. La piaga dell'evasione a tutti i livelli, oltre ad essere “una vera e propria macelleria sociale”
secondo la definizione usata da Mario Draghi, comporta la negazione del principio di legalità ed una delle cause principali degli squilibri sociali che sono progressivamente aumentati negli ultimi anni. In vista delle costanti riduzioni di trasferimenti di fondi da parte degli altri Enti, Stato e Regioni in particolar modo, in attuazione del processo di federalismo fiscale il nostro comune vista la situazione in cui versa più di altri dovrà necessariamente attrezzarsi per recuperare risorse che dovranno sopperire alla mancanza di tali fondi. Esiste nel nostro ordinamento, inoltre una norma statale che molti comuni già applicano prevedendo la partecipazione degli Enti all'accertamento fiscale. L'applicazione della norma implica il coinvolgimento fattivo degli uffici comunali preposti a particolari settori come ad esempio l'urbanistica, le attività produttive, la polizia locale. Inoltre, applicare una tale norma comporterebbe l'aumento del controllo del territorio da parte degli organi preposti e consente di intercettare sul nascere situazioni anomale: cessioni di attività commerciali a prezzi fuori mercato, appalti eseguiti da ditte poco raccomandabili, questi alcuni esempi. Occorre dal punto di vista economico stringere un patto forte con le realtà produttive della zona agevolando il loro sviluppo all'interno di regole ben condivise. Si dovrà evitare in modo assoluto la distrazione dei trasferimenti operati da Stato e Regioni verso capitoli di spesa diversi da quelli per i quali erano stati destinati ed intercettare, attraverso un proficuo rapporto di collaborazione con gli istituti europei di riferimento, i fondi strutturali europei (FSE) finalizzati alla valorizzazione del territorio, dei percorsi storico-artistico-religiosi, della promozione della tipicità dei prodotti e dei percorsi eno-gastronomici, andando ad inserire Terracina all'interno di un circuito nazionale e sovranazionale di cui quello della Via Francigena del Sud costituisce un evidente e valido esempio.
Punto 2 La trasparenza amministrativa ed il rispetto della legalità devono caratterizzare l'azione quotidiana degli organi comunali divenendo la stella polare della prossima amministrazione: gli atti approvati, comprensivi dei relativi impatti finanziari, dovranno essere resi disponibili a tutti mediante la pubblicazione sul sito Internet dell'Ente. Punto 3 Se da un lato la spesa per il personale risulta sostanzialmente incomprimibile, bisogna tuttavia valorizzare le professionalità esistenti all'interno del Comune al fine di limitare se non eliminare, ad esempio, le consulenze esterne. Occorre trasformare la macchina amministrativa in un organo moderno ed efficiente in grado di divenire non un ostacolo, ma un volano per lo sviluppo della città. Con i suoi circa 280 dipendenti il Comune per numero di dipendenti è forse la più grande azienda della città.
L'ORGANIZZAZIONE COMUNALE Organizzazione e costi della macchina comunale La visione più moderna dell'Ente Comune è quella di un'azienda di servizi. Certamente con finalità sociali e senza scopi di lucro, ma pur sempre un'azienda che come tale va gestita e della cui gestione bisogna renderne conto alla cittadinanza. La gestione di questi ultimi anni ha visto l'Ente allontanarsi sempre di più da questa ottica con costi di gestione in crescita, peraltro non rapportati al valore dei servizi offerti che hanno portato a difficoltà finanziarie che paralizzano molti settori e ad un'organizzazione interna non orientata all'efficacia e alla economicità della gestione. Questo andamento va ribaltato assumendo come linea guida la norma fondamentale del diritto della pubblica amministrazione che vuole la separazione netta e totale tra compiti di gestione e compiti di indirizzo politico. Le problematiche: · la struttura comunale è disegnata e le competenze sono suddivise non sempre in modo adeguato
· la gestione del personale è stata in questi anni di tipo paternalistico. I dipendenti da tempo non sono valutati più per il loro valore e i risultati ottenuti. É in primo luogo nella gestione del personale che viene infranta la norma fondamentale del diritto della pubblica amministrazione che vuole la separazione netta e totale tra compiti di gestione e di indirizzo politico. · I costi di gestione sono spesso incontrollabili. Come il peggior dei padri di famiglia, il Comune, in molti casi, non sa quanto spende per il suo funzionamento interno e per l'erogazione dei servizi alla cittadinanza; non sa quanto costa il singolo servizio, la gestione di una scuola, di una struttura sportiva, non conosce i costi dei servizi interni né realmente e nello loro interezza, quello dei servizi esternalizzati. In questa situazione aggravata dall'irrazionalità della struttura organizzativa, dalla mancanza di coordinamento e dalla gestione del personale che abbiamo descritto fioriscono gli sprechi e le spese clientelari, gli uni e gli altri causati dall'incapacità o dalla scarsa volontà, se non quando del puro clientelismo. La nostra proposta: · Separazione netta tra funzione politica e funzione gestionale che deve essere la linea guida fondamentale dell'azione amministrativa. Da parte degli amministratori vi dovrà essere la capacità e la responsabilità di fornire alla dirigenza gli obiettivi politici e gli strumenti per realizzarli, nessuna ingerenza politica sarà ammessa da parte della dirigenza, si richiederà capacità di gestione, autonomia e assunzione di responsabilità. · PEG e sistema di controllo di gestione che dovranno essere gli strumenti principali attraverso i quali si realizzano, da un lato, l'assegnazione e la responsabilizzazione della dirigenza sugli obiettivi politici dell'amministrazione; dall'altro il controllo della spesa e della realizzazione degli obiettivi. Dovrà essere adottata una precisa procedura per ogni decisione di spesa che dovrà garantire il costo minimo rispetto ai beni o servizi richiesti. Il servizio interno di controllo di gestione vigilerà sul rispetto di tale procedura. Il Piano economico di gestione (PEG) rappresenta la concretizzazione in obiettivi gestionali degli indirizzi politici e la sua redazione è possibile solo in presenza di una conoscenza dettagliata dei costi. Il Peg dovrà essere impostato fin dagli ultimi mesi dell'anno precedente a quello finanziario relativo con il coinvolgimento della dirigenza, le proposte relative all'ipotesi di PEG andranno a formare il bilancio preventivo. · Potenziamento delle strutture comunali critiche in particolare di quelle destinate a fornire il supporto tecnologico e organizzativo, delle strutture di controllo interno e delle strutture che si occupano delle entrate tributarie. · Valorizzazione delle risorse umane e delle figure professionali non adeguatamente riconosciute Rapporto con i cittadini Il disordine e l'inefficienza della macchina comunale rappresentano un costo per la cittadinanza in termini di imposte per ripianare i bilanci e di mancanza di servizi di qualità. In aggiunta ad una gestione inefficiente, il governo di centro destra ha, in questi anni, tentato di produrre un grave regresso nell'applicazione e persino nella concezione di diritti della cittadinanza rispetto all'amministrazione comunale. Nei cittadini si è insinuato il sospetto, in molti casi giustificato, che tutto si possa con l'opportuno appoggio politico e che, al contrario, i propri diritti si siano trasformati in concessioni da garantirsi con la raccomandazione. É necessario quindi operare, anche in questo campo, un ribaltamento di prospettiva rimettendo al centro del sistema il cittadino con i suoi diritti. Le problematiche: · Mancanza di chiarezza sui servizi offerti e sulle loro caratteristiche. In molti casi, l'offerta dei servizi al cittadino è presentata non secondo la logica delle sue necessità, ma secondo la logica spesso irrazionale della struttura interna comunale. · Scarsa trasparenza per i cittadini e mancata informazione sui diritti, su tempi e modi di conclusione dei procedimenti. Quando poi si tratta di servizi esternalizzati, come la riscossione dei tributi, il Comune sembra disinteressarsi completamente
dei diritti, ad esempio ad una corretta informazione dei cittadini. · Mancato riconoscimento dei diritti di cittadinanza che, come abbiamo detto, fa sì che i cittadini si sentano privi di garanzie se non sono “protetti”. · Estraneità dei cittadini alla politica comunale dovuta proprio al fatto che essi non sentono di poter avere un ruolo come cittadini, ma solo come portatori di interessi particolari. Non vi è stato alcuno sforzo di coinvolgimento della cittadinanza sulle linee programmatiche che il governo cittadino legittimamente persegue. La nostra proposta: · Redazione di carte di servizi, sul genere di quelle predisposte da pubbliche amministrazioni e aziende private. In tali documenti saranno elencati i servizi offerti dal Comune, descritti in dettaglio i procedimenti relativi indicati i responsabili, i tempi e i modi di conclusione, i diritti degli interessati. Le carte dei servizi dovranno essere pubblicate sul sito web comunale e andranno a costituire un primo fondamento per arrivare, almeno in alcuni settori, a un vero e proprio sistema di assicurazione di qualità. Tanto anche al fine di ottenere un “prodotto” certificato. · Potenziamento delle interfacce di comunicazione con la cittadinanza. Ci riferiamo, in particolare, agli sportelli unici che rappresentano un'esperienza positiva che va rafforzata superando anche in questo caso steccati organizzati interni che non hanno ragione di esistere per le esigenze dei cittadini. Per cui proponiamo di: 1. unificare gli sportelli unici edilizia e attività produttive 2. potenziare l'ufficio relazione con il pubblico trasformandolo in un front office unico per tutti i servizi comunali in grado di rispondere a tutte le richieste di informazioni dei cittadini; non solo informazioni dettagliate sulle pratiche e sui procedimenti in corso. 3. Creare, attraverso strumenti informatici, in particolare attraverso il sito web comunale, degli sportelli virtuali in tutto simili agli sportelli reali, almeno per quanto riguarda le informazioni ottenibili dei cittadini sulle proprie pratiche. Pubblicazione del bilancio comunale. La fase più importante della formazione della politica comunale che è la redazione del bilancio e del piano delle opere pubbliche deve essere pubblica, non solo formalmente, ma sostanzialmente attraverso la pubblicazione nel sito web comunale. Progressivamente andranno studiati i modi per la partecipazione dei cittadini anche nella fase di formazione del bilancio. La partecipazione Il Comune dovrà promuovere e garantire la partecipazione dei cittadini al miglioramento dell'efficienza ed efficacia dell'attività amministrativa. Dovrà favorire lo sviluppo delle libere forme associative anche su base territoriale. Dovranno essere istituiti gli organi di partecipazione come le consulte di settore. Si dovranno istituire osservatori presso i competenti settori organizzativi dell'amministrazione. Si dovranno inoltre promuovere appositi forum.