Finis Terrae
Rivista Mensile del Progetto “Finis Terrae�
Marzo 2013 - VI
Differenze di genere In questo numero: La doppia presenza delle donne Intervista a Giuliana Laspada del CNA Sul rapporto tra donne e salute, il punto di vista della LILT Speciale ARENA GIARDINO PROJECT
Editoriale di Vitandrea Marzano
FINIS TERRAE Rivista mensile del Progetto “Finis Terrae”
Autorizzazione del Tribunale di Bari n. 2131/2012 del 24.09.2012
Direttore Responsabile: Vitandrea Marzano Vicedirettore Responsabile don Giuseppe Ruppi Coordinatrice di Redazione Alessandra Rizzi Gruppo di Redazione: Aron Pacucci Mariapia Locaputo Simona Gelao
Hanno collaborato in questo numero Michele Lucarelli Rossana Mazzeo Giuseppe Cifarelli
Editing e ufficio grafico don Andrea Tripaldi
La doppia esistenza delle donne Pochi giorni fa, commentando l’avvio ormai prossimo della sperimentazione della doppia preferenza in politica - un voto al maschile e uno al femminile – il mio interlocutore, genuinamente perplesso, pur adeguandosi con fiducia alla nuova vulgata, ha esclamato: “ (...) che poi, io non ho ancora capito perché prima li chiamavamo sessi e adesso dobbiamo dire generi”. Ammetto di aver sorriso di fronte all’ingenuità del suo interrogativo, ma allo stesso tempo mi ha fatto riflettere su come serva a poco introdurre novità culturali e legislative, senza fornire gli adeguati strumenti di comprensione di senso e di finalità ai cittadini. E quanto sia rischioso altresì che, certi passaggi culturali importanti, siano semplicemente letti dalle cittadinanze come leziosi stratagemmi lessicali progressisti e al contrario non se ne comprenda la portata storica e politica. La mancata comprensione di un fenomeno nuovo genera sempre diffidenza o peggio rifiuto sociale quando non è accompagnato da un’idonea informazione e sensibilizzazione. E nonostante possa sembrare ridondante nel 3° Millennio argomentare ancora su questi temi, probabilmente l’esercizio non è mai sufficiente. Per rispondere in primis al mio interlocutore, direi che il sesso costituisce un corredo genetico, un insieme di caratteri biologici, fisici e anatomici che producono un binarismo maschio/femmina, il genere rappresenta una costruzione culturale, la rappresentazione, definizione e incentivazione di comportamenti che rivestono il corredo biologico e danno vita allo status di uomo/donna. Uno status che evidentemente non ha ancora conseguito alcun tipo di eguaglianza, sia sotto il profilo sostanziale che della rappresentanza. Come sosteneva il filosofo Pierre Bourdieu nel suo celebre saggio ‘Il dominio maschile’, “la divisione dei sessi trae la sua forza dal sembrare naturale, nell’ordine delle cose, dall’apparire così ovvia da non dover essere giustificata (….) e alla radice di tali schemi, invece, c’è il rapporto sociale di dominio che si è affermato storicamente e che si mantiene a costo di un incessante lavoro di riproduzione delle strutture sociali e delle attività produttive e riproduttive organizzate secondo la divisione sessuale del lavoro”. La differenziazione dei generi - maschile e femminile - è quindi, secondo il filosofo, una costruzione sociale arbitraria, perseguita costantemente attraverso la riproduzione di schemi di pensiero che oppongono maschile e femminile in modo strumentale, alimentando il senso di minorità del femminile, attraverso apparati simbolici e di comunicazione organizzati e pervasivi. E per
riscontrare quanto ancor oggi, nella cd. società moderna, alcun mutamento sostanziale sia intervenuto in materia di eguaglianza, basta semplicemente sfogliare i giornali e leggere quale tipo di protagonismo abbia l’universo femminile nella cronaca e nella rappresentazione culturale: donne strumento del potere politico, donne icone di marketing e promozione, donne attrici assoggettate nella sfera familiare, donne oggetto di violenza domestica, donne come corpi da trasferire e vendere lungo i confini dei paesi e delle città. In Italia ci sono 14 milioni di donne che sono state oggetto di violenza, quasi il 90 per cento delle donne non ha il coraggio di denunciare il proprio patner violento, un milione e 400 mila ragazzine ha subito uno stupro prima dei 16 anni, una donna su 5 al Sud è disoccupata e la percentuale aumenta considerando la fascia d’età 15-24 anni: in questo caso il tasso di disoccupazione femminile sale al 49,9% al Sud (nella VIII Circoscrizione raggiunge il 60%). Sebbene il livello di istruzione sia addirittura superiore a quello degli uomini, una donna su quattro è costretta ad abbandonare il lavoro dopo la nascita dei figli e, ancora oggi, solo il 9% delle posizioni di management è occupato da donne. Le statistiche del World Economic Forum pongono l’Italia al 74° posto su 134 paesi in termini di ‘Gender Gap’ ossia la differenza di genere misurata in vari segmenti della vita sociale (partecipazione e opportunità economica, accesso all’educazione, salute e aspettative di vita, accesso al potere politico). Dati allarmanti che indicano non solo una sottorappresentazione dell’universo femminile sotto il profilo della sfera culturale e simbolica, ma evidenziano una vera e propria emergenza sociale a cui porre rimedio in tempi brevi e affrontare in modo scientifico e selettivo. Perché altrimenti si rischia di promuovere un’immagine di differenza – come direbbero i canadesi le minoranze devono essere visibili in Parlamento – senza interiorizzare realmente l’importanza e il senso delle differenze. A livello sociale è necessario testimoniare continuamente la propria appartenenza di genere attraverso il comportamento, il linguaggio, il ruolo sociale. E capire che le differenze sono categorie dinamiche che devono essere storicizzate, contestualizzate e promosse. Ma soprattutto condivise socialmente, attraverso una difficile e spesso conflittuale dialettica democratica finalizzata al reciproco riconoscimento. E che passa anche attraverso la Politica.
Linee, Attori e Risorse di Alessandra Rizzi
Il Diritto delle donne al lavoro Intervista a Giuliana Laspada
1. CNA. Chi è e cosa fa? La CNA è l’associazione di rappresentanza dell’artigianato, della piccola e media impresa ed industria. Opera attraverso un rapporto diretto con le imprese attraverso la diffusa rete territoriale delle sedi regionali e provinciali, ognuna delle quali sviluppa strutture autonome di servizi e consulenze specifiche a misura delle imprese. Rappresenta e tute la gli interessi degli associati, con le istituzioni pubbliche e private, con le organizzazioni politiche, sindacali, sociali ed economiche. Partecipa come attore protagonista alla determinazione delle politiche per lo sviluppo della competitività del sistema economico e civile della società regionale e nazionale.
2. Quali sono i servizi che la CNA offre nel territorio? La CNA si rivolge a tutti coloro che pensano di avere un’idea valida e vorrebbero trasformarla in un’attività imprenditoriale ma hanno bisogno di orientamento e accompagnamento, informazioni di tipo burocratico e amministrativo, consulenza specifica finalizzata allo sviluppo del piano di impresa, alla consulenza giuridica, alle fonti di finanziamento esistenti. Inoltre, lavora al fianco del cittadino attraverso i servizi di CAF e Patronato, CNA Pensionati, CNA World per l’assistenza ai cittadini immigrati,
CNA Impresa Sensibile per tutte le forme di fragilità. A questi si aggiungono altri servizi di consulenza per le imprese e l’attività formativa destinata ai lavoratori, ai giovani e a tutti coloro che hanno voglia e bisogno di aggiornarsi.
sociali, deve essere quello di agire puntando su logiche di diritto di cittadinanza per tutti. Occorre creare relazioni tra le istituzioni, i cittadini del territorio, le organizzazioni di riferimento (religiose, economiche, ecc.), per prendere consapevolezza che la diversità, 3. L’VIII Circoscrizione è la più po- nelle sue tante forme è sempre una polosa, la più giovane e la più mul- ricchezza e non un pericolo o un tietnica della città. È un punto di problema da scongiurare. forza o di debolezza? L’VIII Circoscrizione è si- 4. Cosa fa CNA nel progetto Finis curamente una risorsa ed un cen- Terrae? tro di grandi opportunità, La CNA nel progetto ha attivato uno Sportello stabile di orientamento al lavoro ed affiancamento per la creazione d’impresa. Gli operatori forniscono consulenza di tipo tecnico specialistico per lo sviluppo di idee imprenditoriali e per l’individuazione degli strumenti finanziari necessari all’avvio d’impresa. Organizza seminari informativi sull’auto imprenditorialità, per orientare e far emergere la reale attitudine al lavoro autonoper i suoi abitanti e per le organiz- mo, le competenze necessarie ed il zazioni, come la CNA, che vi ope- percorso formativo e formale per rano. Essere in tanti e di diversa la creazione di un’impresa. Inoltre, nazionalità apre a differenti forme sviluppa percorsi di qualificazione di dialogo e di conoscenza. In que- professionale per assistenti familiasti anni abbiamo visto l’emergere di ri, il cui scopo è non solo certificafenomeni economici e sociali che re le competenze di coloro che già possono determinare la crescita lavorano nell’assistenza alle persodelle disuguaglianze e dei fenome- ne fragili, ma anche far emergere ni di disagio e di marginalità. quelle forme di lavoro irregolare L’obiettivo a cui tendere, nell’af- così largamente diffuse in questo frontare queste nuove dinamiche settore.
L’intervista di Michele Lucarelli e Rossana Mazzeo
La gratuità del sociale al femminile Incontro con alcuni volontari dell’Oratorio
Passeggiando per il cortile dell’Oratorio abbiamo intervistato alcune mamme, papà, persone che volontariamente e gratuitamente sono al servizio dei ragazzi dell’oratorio Vito, 50 anni, papà, svolge quotidianamente il suo servizio a favore dei ragazzi e giovani. 1. Vito in che cosa consiste il tuo impegno in Oratorio? Il mio servizio è di accogliere i ragazzi nel Bar dell’Oratorio. Il bar è una stazione di vita abbastanza presente nella vita dei ragazzi. Il modo di accogliere e di servire i ragazzi esprime il nostro intento educativo per il ragazzo e l’Oratorio: ascoltare i ragazzi, intervenire per correggere qualche parolaccia, accogliere con un sorriso e con gentilezza... sono piccoli gesti, semplici, ordinari, che educano. 2. Svolgi il tuo servizio da solo? Assolutamente no. Insie-
me ci sono altre mamme e perso- che aiutano Vito ed Anna, volonne con le quali cerchiamo di ren- taria storica del Redentore e condere straordinario l’ordinario. sacrata dal 2003 nell’Ordo Virginum. Le chiediamo di descrivere 3. Cioè? Puoi essere più chiaro? il loro servizio con tre aggettivi. La normalità, la quotidia- Anna ci spiega: nità vissuta in semplicità è una lezione di vita che dura sempre. E’ difficile riassumere con 3 aggettivi il servizio che svolgo in OraLe risposte di Vito ci incuriosi- torio da tanto tempo. Da quando scono e andando un po’ più in là, mi sono consacrata cerco di esertroviamo delle mamme, intente citare il mio stare al Bar, l’essere a preparare degli ottimi panini. catechista, cercando di fare inconCon una certa disinvoltura chie- trare Cristo con la mia vita perchè diamo: Ma chi vi paga? credo che l’evangelizzazione si fa appunto con la propria vita. Sono Pagare? Siamo cresciuti con il in oratorio non perchè ho tempo motto di don Bosco: la nostra da perdere o perchè non ho nienpaga è il Paradiso. Costruire un te da fare: l’Oratorio,la comunità piccolo pezzo di Paradiso nell’in- del Redentore è la “vigna” a cui ferno di tante famiglie è già un mi ha destinato il Signore per domiracolo. Non crede? nare la mia vita al servizio degli altri. I 3 aggettivi che scelgo per Ci sorprende la risposta di questa qualificare il servizio in Oratorio mamma. Li vediamo indaffarate sono: pronto, disponibile, attento. e ritorniamo al Bar dell’oratorio. Incontriamo altre due mamme
Contributi
di Anna Mastropasqua,Responsabile della Sezione Provinciale della LILT di Bari
Sul rapporto tra donne e salute Il punto di vista della LILT
Alla domanda: “quanto si parla dell’universo femminile?”, risponderemmo: “Tantissimo”. Ma se poi ci chiedessimo: “Quanta attenzione concreta viene riservata alle problematiche delle donne?” , la risposta non sarebbe dello stesso tono. E lo sanno le donne lavoratrici che devono affrontare la maternità tra mille problematiche: gravidanza, allattamento, primi anni di vita del bambino. A chi si rivolgono? Alle Istituzioni? No, ad altre donne: Mamma, Suocera, Sorella. Infatti, nonostante le donne siano sempre state numericamente superiori agli uomini, bisogna ammettere che l’impostazione della società è stata prevalentemente androcentrica. E questo è avvenuto anche in Medicina: gli studi in ambito clinico e farmacologico sono sempre stati compiuti considerando quasi esclusivamente, soggetti maschi e adattando successivamente i risultati alla donna, senza valutare che la biologia femminile può inf lu e n z are, talvolta in modo determinante, lo sviluppo e la progressione della malattia. Ecco perché da qualche anno a questa parte, si parla di Medicina di Genere che tiene conto
anche di altri vari fattori che influenzano negativamente la salute della donna: il doppio impegno (famiglia e lavoro), la scarsità di potere economico personale, e, soprattutto, la propensione ad occuparsi prima dei bisogni altrui che dei propri. Questo atteggiamento, si accentua maggiormente in momenti di crisi economica quando sempre più donne, si trovano costrette a risparmiare sulle cure e la prevenzione in favore della famiglia e dei figli. E questa tendenza sta portando ad un aumento dell’incidenza di tutte le maggiori patologie di genere (dai tumori ai disturbi psichici, fino alla malattia cardiovascolare). Le Istituzioni sanitarie hanno compreso come la tutela e la promozione della salute delle donne, sono da considerarsi un importantissimo investimento anche per il miglioramento dello stato di salute del Paese, e stanno lavorando su questo fronte, ma, di-
ciamolo francamente, la strada è ancora lunga. Per questo bisogna sollecitare sempre di più le donne ad essere più attente alla cura della propria salute. Sul fronte della prevenzione dei tumori tipicamente femminili (utero e seno) le donne hanno già da tempo raggiunto un buon livello di consapevolezza e sensibilità che ha portato ad un calo della mortalità per tali patologie, nonostante l’incidenza della malattia sia sempre alta. E’, infatti, sempre più alto il numero di donne che si sottopongono ai controlli assicurandosi, così, una tempestiva individuazione della patologia oncologica e, di conseguenza, una possibilità altissima di vittoria sulla malattia. Lo stesso atteggiamento positivo deve essere mutuato anche negli altri ambiti della tutela della propria salute. Le donne sanno che il loro comportamento sarà vissuto come primo modello da imitare da parte dei loro figli, perché sono e continueranno ad essere il timoniere della loro famiglia. Mi piace concludere con una frase del libro “L’origine femminile dell’umanità”. Per ripensare l’idea, il concetto stesso di specie umana, la strada più utile, la via maestra, è quella che ripartedalgenere femminile.
Etica sociale
di don Francesco Preite, Responsabile Oratorio Centro Giovanile Redentore Salesiani Bari
Mission , Governance , Vision
La differenza cristiana di un progetto educativo
Le periferie contano qualcosa nelle grandi metropoli urbane della nostra esistenza? I gesti di bontà e di tenerezza servono ad un mondo concentrato sul proprio tornaconto e sullo spread? Il più forte vincerà sempre nella selezione naturale di una società sempre più esclusiva e sempre meno inclusiva? In poco meno di un mese, queste domande hanno trovato un’unica risposta da un’istituzione al centro di scandali che l’hanno turbata ma non vinta, da una comunità antica ma sempre giovane con una capacità innata di rinascita e di riscatto. La risposta è stata: Papa Francesco. Un vescovo scelto dalla periferia del mondo per presiedere nella carità, il centro del mondo. E nella prima omelia, il vescovo di Roma ha lanciato il suo progetto in tre punti, anzi in tre movimenti. Ogni educatore sa che per permettere la crescita di un ragazzo ha bisogno di proporre dei passaggi, dei movimenti. In tal senso il progetto è educativo: movimenti e non punti, perché il movimento indica dinamismo e non immobilismo. Il progetto educativo di Papa Francesco insiste su tre movimenti semplici e chiari per l’agenda mondiale della Chiesa e dei credenti. Il primo movimento è camminare. “Cam-
minare è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo”. Camminare indica la missione da portare a termine. Ogni cammino è ricco di insidie che non devono imbrigliare o fermare una comunità che vuole giungere insieme alla meta. Camminare con il passo dell’ultimo e non del primo: è il segreto del non fermarsi ed è la mission dei credenti che voglio rendere un servizio alla persona e alla società. Il secondo movimento è edificare. Edificare è voler consolidare il cammino fatto costruendo la comunità pietra su pietra. Costruire richiede la forza di verificare il cammino (mission) prendendo decisioni rispettose della comunità ma perentorie per non compromettere il cammino svolto costruendo palazzi di sabbia, deboli di consistenza. La capacità di governo, la governance è il secondo movimento che il pastore di Roma chiede ai cristiani di rendere operativo. E avverte: “Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno dei palazzi di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza”. La governance richiede la capacità di ben progettare, terzo movimento. La visione progettuale o vision illumina gli altri due movimenti dando senso e significato. Senza visione progettuale non ha senso
né camminare, né edificare: “Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va”. Confessare Gesù Cristo (vision), significa proporre la croce come unica via (mission) per servire la persona edificando la comunità (goverance). Tradire la vision è tradire l’identità del cristiano: “Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, ma non discepoli del Signore”. La differenza cristiana sta tutta qui! Una differenza che pone l’ultimo al centro, che non discrimina ma che edifica una comunità sempre più giusta ed inclusiva come l’amore di Dio manifestato sulla croce per tutti. Difficile da credere? Gesù Cristo ha iniziato con dodici apostoli... E Papa Francesco, successore di Pietro del gruppo dei dodici, già sta attuando il progetto. Alcuni segni parlano chiaro: la croce pettorale di ferro, il condividere il tragitto sul bus con gli altri confratelli cardinali, la riduzione della scorta, il celebrare la Messa del Giovedì Santo nel carcere minorile di Roma... Gesti semplici che esprimono una verità difficilmente contestabile: l’unico potere del cristiano è il servizio.
Speciale
Arena Giardino Ballerina Project Differenze e periferia l Collettivo BUA (Bari Urban Action) sceglie l’VIII Circoscrizione per il proprio Progetto ‘Arena Giardino Ballerina Project’: un progetto socio-fotografico indipendente che focalizza l’attenzione dell’opinione pubblica e dell’Amministrazione su luoghi in abbandono e contesti degradati attraverso la fotografia e la danza. L’azione AGBP ha scelto l’Arena Giardino, l’ex cinema del Quartiere Libertà chiuso ed in stato di abbandono da più di quindici anni, “preludio” della Manifattura dei Tabac-
chi, altro spazio storico ed incantevole contenitore urbano in altrettanto stato di degrado ed indifferenza. Il Progetto, liberamente ispirato all’iniziativa internazionale ‘Bellerina Project’ è stato curato da Elisabetta de Robertis (aka Jeanne Duval) e Olga Diasparro nel concept e nella fotografia. L’azione urbana ha visto coinvolti 8 ballerini, Andrea, Bassi, Alessia Carbone, Francesco Colonna, Erika Guastamacchia, Giorgia Martinelli, Serena Servadio, Serena Pantaleo, Marianna Vitucci, dell’ Acca-
demia dello spettacolo UniKa e della Compagnia Altradanza che hanno fatto rivivere le macerie di un luogo che in un passato recente è stato un elemento di aggregazione sociale e culturale in uno dei quartieri più problematici della città.
“La differenza acquisisce valore quando diviene soggettività”
Julia Kristeva