Finis Terrae
Rivista Mensile del Progetto “Finis Terrae�
Novembre 2012 - II
Cantieri Aperti In questo numero: Finis Terrae: un cantiere sociale aperto Intervista ai responsabili della Cooperativa CAPS Il contributo di Pietro Petruzzelli Speciale Conferenza Stampa
Editoriale di Vitandrea Marzano
FINIS TERRAE Rivista mensile del Progetto “Finis Terrae”
Autorizzazione del Tribunale di Bari n. 2131/2012 del 24.09.2012
Direttore Responsabile: Vitandrea Marzano Vicedirettore Responsabile don Giuseppe Ruppi Coordinatrice di Redazione Alessandra Rizzi Gruppo di Redazione: Aron Pacucci Mariapia Locaputo Simona Gelao
Hanno collaborato in questo numero Michele Lucarelli Rossana Mazzeo Giuseppe Cifarelli
Editing e ufficio grafico don Andrea Tripaldi
Il senso delle periferie e il neo -comunitarismo etico
La concezione gerarchica delle Città, basata sulla supremazia del centro rispetto alla periferia, è manifestamente insufficiente a descrivere la complessità dei rapporti spaziali che attraversano i territori urbani. E l’attenzione che si dedica alle periferie urbane rischia sempre di essere presbite, cioè incapace di vederne le particolarità, oppure miope, cioè incapace di cogliere i legami tra le grandi trasformazioni globali di cui sono oggetto le città e l’emergere di un rinnovato senso di appartenenza ai luoghi. Partendo da questa premessa, oggi è possibile rileggere il significato spaziale, culturale e sociale dei tessuti periferici urbani, solo incrociando la riflessione urbana più generale alla pratica sociale locale, cercando di contestualizzare ‘il senso delle periferie’ entro un movimento più ampio della Città. Storicamente, le periferie e le semiperiferie delle grandi Città, e tra queste la VIII Circoscrizione di Bari, sono state definite come i luoghi distanti dal centro, al limite della città, la cui identità è bassa o inesistente e al cui interno gli abitanti costituiscono gruppi sociali vulnerabili. Un’immagine che nel tempo ha prodotto una corrispondenza tra perifericità geografica (fisico-spaziale) e perifericità assoluta (economica, sociale, culturale), generando una sorta di profezia che si auto-avvera, un destino che si compie. Ma la Città cambia, così come nel nuovo soggetto urbano i tradizionali rapporti tra spazi abitativi e forme organizzative si trasformano velocemente: città diffusa, infinita, città regione, città post-it, sono solo alcune delle definizioni maturate all’interno della riflessione urbanistica degli ultimi anni e orientata alla descrizione di un territorio ormai policentrico, sempre più caratterizzato da attraversamenti, incontri e fusioni. Nel momento in cui la Città si diffonde, infatti, saltano gli schemi netti e gerarchici di separazione e le periferie urbane e territoriali non accettano più di essere territori marginali di servizio, di stoccaggio, di attraversamento e anelano a recuperare una propria funzione, simbolica e culturale. L’approccio relazionale della nuova pratica socio-urbanistica, fondato sulla negazione della logica lineare geometrica della pianificazione
tradizionale, riabilita non a caso l’istanza comunicativa e la dimensione reticolare dei luoghi, ricercando connessioni perdute, nuovi linguaggi e nuove pratiche di sperimentazione. E così nascono nuove grammatiche e nuovi criteri attraverso cui definire e orientare la Città: concertazione territoriale, progettazione partecipata, sviluppo di comunità, incremento del capitale sociale. L’idea è quella di un approccio alla riqualificazione urbana capace di costruire non solo infrastrutture, ma comunità consapevoli, attente al proprio territorio ma aperte al mondo, coscienti della propria storia e identità, ma proiettate verso il futuro. Una (ri)costruzione di senso la cui efficacia si misura in base all’aumento della capacità di autogoverno di una comunità, all’aumento dei suoi spazi riacquisiti e degli strumenti di autodeterminazione. Alcune correnti della nuova urbanistica propongono la categoria di ‘neo-comunitarismo etico’ per definire questa rinnovata consapevolezza sociale, in opposizione ad un movimento (molto diffuso) che privilegia l’inserimento posticcio, di segni architettonici per dare una forma al cambiamento, specie nelle periferie. Una strada sicuramente interessante, ma da percorrere con la cautela di chi ricorda il monito di Robert Putnam circa il duplice potere inclusivo/esclusivo delle comunità: capaci di costruire ponti verso l’esterno (brinding) ma anche di elevare mura altissime verso l’altro (bonding). Il Progetto Finis Terrae ha avviato un cantiere sociale molto intenso ed ambizioso, consapevole delle ambizioni che vi sono contenute e delle contraddizioni che possono maturare: lavorare con le Comunità sul senso di Comunità e al tempo stesso mantenere un profilo di apertura, di dialogo e di contaminazione con la Città tutta. Il rischio, altrimenti, è quello di un ingenuo ripiegamento in un’autarchia identitaria per definizione esclusiva e immobile.
Linee, Attori e Risorse di Alessandra Rizzi
Finis Terrae: un cantiere sociale aperto 15 partner, 3 adesioni istituzionali, 63.000 residenti, 500.000 euro in 2 anni: questi i numeri di Finis Terrae, il progetto finanziato da Fondazione con il Sud che si propone la riqualificazione socio-culturale dell’VIII Circoscrizione di Bari (quartieri Libertà, Marconi, San Girolamo, Fesca), la più giovane, popolosa e multietnica dell’intera città. Un’opportunità per riproporre all’attenzione dell’intera cittadinanza, delle Istituzioni e di tutta la società civile un territorio spesso dimenticato e derubricato come estrema periferia, quando periferia non lo è affatto. Ma anche un’opportunità per rilanciare e discutere, declinandoli in realizzazione concreta di servizi, temi quali intercultura, inclusione sociale, educazione, formazione, imprenditoria giovanile, partecipazione, pedagogia del teatro, dell’arte e dello sport, legalità. Le iniziative, tante e diverse nei prossimi due anni, hanno avuto inizio il 16 giugno 2012 con l’Estate Ragazzi, organizzata dall’Oratorio Redentore: quattro settimane di sport, laboratori, divertimento, ma soprattutto un’importante occasione di educazione e crescita nel rispetto e nella condivisione dei valori comuni per oltre 300 ragazzi tra i 7 e 14 anni che, finita la scuola, rischiano sensibilmente fenomeni di marginalità, disagio e devianza. L’Estate Ragazzi, inaugurata con lo spettacolo A Pulcinella del Granteatrino di Paolo Comentale, ha visto la partecipazione di altri enti e associazioni che hanno in modi diversi contribuito a diversificare l’offerta formativa proponendo spunti di riflessione su temi quali legalità (con Libera), ambiente (con Legambiente), solidarietà (con Emergency), sport (con Coni e Fidal).
ni avviato, nello spazio del Centro diurno Area 51, Diritti e rovesci, uno sportello di consulenza legale e psico-sociale per migranti. Dare informazioni sulla normativa italiana, intermediare tra stranieri e istituzioni, fornire consulenza legale, prevenire il disagio e l’esclusione sociale con supporto psicologico favorendo così l’integrazione, sono dei servizi ormai di fondamentale importanza in una circoscrizione dove la percentuale di immigrati è una delle più rilevanti dell’intera città di Bari. Infine, hanno avviato attività laboratoriali con alcune scuole elementari e medie (Duse, Collodi Levi, Garibaldi, Melo-San Giovanni Bosco) Teatri di Pace (per la realizzazione di uno spettacolo teatrale), Legambiente (per la costruzione della scenografia dello stesso spettacolo con materiale riciclato) e Asem Volley (per l’organizzazione di tornei sportivi). Finis Terrae è un cantiere appena aperto, ma già in crescita e evoluzione.
Estate Ragazzi di Aron Pacucci
L’Oratorio Centro Giovanile di Bari, durante il periodo estivo, offre la possibilità a tanti ragazzi e giovani tra i 7 e i 14 anni di partecipare all’Estate Ragazzi, un appuntamento diventato ormai importantissimo per tanti di noi. Dopo un lungo periodo nel quale in media aderivano 100/140 ragazzi, quest’anno hanno partecipato oltre 300 (non avveniva dal 2004!). Grazie alla sua allegria e al suo “savoir faire” don Francesco, direttore dell’oratorio di Bari, ha arricchito il mese dei giochi con alcuni appuntamenti fuori porta- la passeggiata ecologica in bicicletta per le strade di Bari, la gita all’Acqualand di Vasto e al mare di Torre Canne ma soprattutto con le feste tematiche, come la festa della legalità (in collaborazione con Libera), la festa della natura (con Legambiente Puglia), la festa dei popoli (con Emergency) e la festa dello sport (con Coni e Fidal). A mio parere, questo è un percorso che ha bisogno di continuità per poter sempre dare la possibilità ai ragazzi di conoscersi, divertirsi e anche imparare ad essere educati con tutti.
L’intervista di Michele Lucarelli e Rossanna Mazzeo
La Cooperativa CAPS e l’impegno sul territorio minori stranieri, in un bene confiscato, e l’alloggio sociale SoleLuna nato per l’accoglienza di persone in povertà estrema, ma che attualmente si occupa del reinserimento socio-lavorativo dei propri ospiti, soprattutto di neo maggiorenni. Infine, il pronto intervento sociale, un vero 118 sociale, attivo 24h tutto l’anno, che interviene su ogni tipo di problema cittadino. 3. L’VIII Circoscrizione è la più popolosa, la più giovane e la più multietnica della città. È un punto di forza o di debolezza? In generale la multietnicità è una risorsa, il problema è come ci si relaziona con essa poiché qualunque energia se trascurata, si sviluppa in modo non controllato e può essere fonte di problemi. Teoricamente la convivenza con persone provenienti da altri paesi portano una apertura degli orizzonti e offre risorse lavorative non indifferenti, ma nel momento in cui non si 1. Cooperativa Caps. Chi è e cosa fa? lavora per l’integrazione di queste La cooperativa sociale Caps nasce persone non si fa altro che emarginel 1991, inizialmente intervenen- nare questa diversità. do sulle tossicodipendenze con una Unità di Strada e Comunità 4. Cosa fa la coop.Caps nel progetto nel quartiere S.Paolo, e nel tempo Finis Terrae? ha affinato le proprie competenze La cooperativa si occupa di una anche su altre tipologie di proble- serie di azioni abbastanza diversimatiche, specializzandosi sul piano ficate. Diritti e rovesci rappresendelle povertà estreme, vittime di ta un potenziamento delle attività tratta, violenze e minori. già svolte all’interno di Area 51, che prevede un intervento anche 2. Quali sono i servizi sociali che la in termini legali, psicologici e sacoop. Caps gestisce nel territorio? nitari. Poi c’è la Scuola dei colori, Con Area 51 noi forniamo un servi- una serie di iniziative rivolte alle zio rivolto ai senza dimora baresi e scuole medie primarie e secondaimmigrati. Nel 2007 abbiamo aper- rie dell’VIII circoscrizione, con to, in convenzione con il comune l’obiettivo di favorire l’intercultura di Bari, anche un dormitorio per e l’integrazione dei ragazzi strasenza dimora baresi ed immigrati. nieri. Un’altra azione è la gestione Gestiamo inoltre una comunità per di una bottega-pub-caffetteria in Marcello e Christian Signorile
tuata all’esterno della circoscrizione, avrà un’influenza sui giovani grazie alla vicinanza e alle attività culturali che si svolgeranno al suo interno. 5. Se foste al posto del sindaco di Bari, cosa fareste per migliorare il quartiere Libertà, Marconi, S.Girolamo e Fesca? Non pensiamo che il sindaco abbia gli strumenti per poter riqualificare personalmente il territorio. La riqualificazione dovrebbe partire da chi ci vive e soprattutto dalla nuova generazione. Chi c’era ha fatto quello che doveva fare, nel bene o nel male, ora tocca ai giovani fare dei giusti interventi, un lavoro che sia dei giovani per i giovani. Un primo passo potrebbe essere proprio il progetto Finis Terrae.
Contributi di Pietro Petruzzelli, Consigliere Comunale del Comune di Bari
Pietro Petruzzelli e la nuova visione della Città La possibile riqualificazione del quartiere Libertà deve ruotare intorno alla Manifattura dei Tabacchi. La struttura, se recuperata e riutilizzata, potrebbe rappresentare il motore della trasformazione del quartiere. Infatti in un territorio compatto, senza spazi e con dei contorni molto definiti (da un lato il mare, dall’altro la ferrovia), la riqualificazione e il riuso della Manifattura dei Tabacchi innescherebbe un effetto domino capace di rigenerare tutto il Libertà, di creare indotto, di dare una scossa che smuova l’economia del quartiere e il senso di appartenenza dei suoi cittadini. Il quartiere Libertà è quello in cui si percepisce meno l’intervento dell’amministrazione comunale. Segnali positivi ci sono: la bonifica dell’ex gasometro, che presto diventerà un parco urbano; la piazzetta che si sta realizzando alle spalle del Redentore in via Don Bosco; il rifacimento di piazza Risorgimento. Ma sono interventi sconnessi, che
mancano di una loro organicità e sono privi di una visione d’insieme del quartiere. Questo è quello che manca: una visione, un pensiero chiaro e lungimirante che governi i diversi interventi delle Istituzioni. Un progetto che sappia disegnare il nuovo volto del quartiere Libertà perché il volto di oggi parla di esclusione sociale, di nuove povertà, di emergenza abitativa, di controllo sistematico di intere zone da parte della criminalità organizzata.
Ma il quartiere Libertà non è solo questo: ci sono tantissimi giovani, donne e uomini che vorrebbero impegnarsi per il loro territorio, ci sono parrocchie attive che spesso offrono i loro spazi per compensare l’assenza di spazi pubblici, ci sono organizzazioni di volontariato e del privato sociale impegnati ogni giorno nel difficile lavoro di integrazione dei migranti, ci sono istituzioni scolastiche, ci sono diversi consiglieri comunali e assessori del Comune di Bari che sono nati e che nel quartiere Libertà vivono. Uniamo tutte queste energie e proviamo a mettere in piedi una sana lobby territoriale, un gruppo di pressione che incalzi le Istituzioni, che provi a mettere al centro dell’agenda politica il quartiere Libertà con l’obiettivo di migliorarne le condizioni urbanistiche, abitative, socio-economiche, ambientali e culturali. Dobbiamo essere noi, in prima persona, attori del cambiamento del nostro quartiere.
Speciale conferenza stampa di Maria Pia Locaputo
Un futuro diverso per VIII Circoscrizione
Cambiare si può, cambiare si deve! Immaginare un futuro diverso per noi, per le future generazioni e per i cittadini della nostra città e più in particolare dell’VIII circoscrizione è possibile e doveroso e rappresenta per noi un impegno civico e morale! Mercoledì 7 novembre presso la sala Consiliare del Comune di Bari è stato presentato alle istituzioni e alla cittadinanza di Bari FINIS TERRAE, progetto di sviluppo locale promosso e finanziato dalla Fondazione con il Sud, un ente non profit privato nato dall’alleanza tra le fondazioni di origine bancaria e il mondo del terzo settore e del volontariato per promuovere l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno, ovvero favorire percorsi di coesione sociale per lo sviluppo. Animato da ben 15 attori locali significativi e operanti nel territorio di riferimento il progetto si pone come luogo plurale di costruzione di cambiamento. La Conferenza stampa, animata dalla scrivente, direttrice operativa
del progetto, è stata introdotta dalla presentazione del nostro spot di progetto che invita a immaginare, appunto, un futuro diverso (e migliore) per VIII Circoscrizione e dalla presentazione dei suoi contenuti ad opera di Vitandrea Marzano. Fabrizio Minnella, responsabile delle comunicazioni di Fondazione con il Sud ha sottolineato come lo sviluppo di una collettività e di un territorio parta dal territorio stesso, “la crescita del capitale sociale costituisce precondizione per un autonomo e innovativo processo di sviluppo”. Solo dando vita a una autentica cultura della responsabilità diffusa si genera cambiamento e si favorisce la coesione sociale. L’assessore al welfare della Provincia di Bari, Giuseppe Quarto, ha ribadito la piena adesione dell’istituzione provinciale al percorso progettuale, offrendo il proprio personale sostegno alla realizzazione di interventi che abbiamo come destinatari minori disabili e in situazione di disagio, al fine di
favorirne l’inclusione sociale e l’avviamento al lavoro anche attraverso la Formazione Professionale. Don Mario Sangiovanni, direttore dell’Istituto Salesiano “Redentore”, capofila del progetto, ha evidenziato la visione profetica che anima l’azione di Finis Terrae e l’importanza dei partners e della rete sociale che la caratterizza sottolineandone le competenze e le professionalità di ognuno a servizio di tutti. Infine, Pietro Petruzzelli, consigliere comunale delegato dal sindaco Michele Emiliano (intervenuto solo in chiusura per un breve ma amichevole e informale saluto) ha messo in rilievo le ambizioni del progetto lanciando la sfida a porre in essere percorsi di progettazione partecipata capaci di stimolare e aiutare le istituzioni comunali a intervenire concretamente nella riqualificazione del territorio non solo dal punto di vista sociale, ma anche più specificamente strutturale. Il saluto conclusivo del presidente dell’VIII circoscrizione, Leonardo Tartarino, ha chiuso questo momento di presentazione che ha visto la presenza di numerosi partners di progetto e dei mezzi di comunicazione che hanno dato rilievo mediatico all’evento e al percorso intrapreso. Finis Terrae vuole essere luogo di incontro e di confronto, un luogo di riflessione ma anche e soprattutto di azione, dove l’“agire” sia coniugato al plurale, e la competenza di ognuno si sposi e si integri con la competenza dell’altro in una dimensione solidale a servizio delle persone.
Etica sociale di don Giuseppe Ruppi
Premesse per un’ educazione alla cittadinanza
Una delle domande più frequenti quando si parla di etica, è quale sia la differenza tra etica e morale. In accordo con la definizione della nostra rubrica “Etica sociale” e con l’orientamento e l’animazione culturale del magazine possiamo spiegare la differenza come segue. Innanzitutto bisogna dire che i due termini possono essere usati come sinonimi.Tuttavia, specialmente negli ambienti intellettuali e scientifici, i due termini sono normalmente usati con accezioni diverse, intendendo per “morale” l’insieme delle consuetudini sociali legate ad una certa tradizione culturale o gruppo sociale o individuo particolare, e per “etica” lo studio filosofico universale del bene e del male e quindi della morale. In tal modo, “etica” ha un livello di astrazione più alto rispetto a “morale”.In questa rubrica, dunque, “etica” viene usato sia come sinonimo di “morale” (nel senso delle consuetudini sociali) sia come “studio della morale”, e non dovrebbe essere difficile al lettore capire di volta in volta, in base al contesto, il significato
applicabile. LA NECESSITÀ DI EDUCARE ALLA CITTADINANZA RESPONSABILE Per il credente l’essere cittadino, il comportarsi da cittadino sulla terra, nasce e trovale sue radici dall’essere cittadino del cielo, e che, viceversa, l’essere cittadininella polis terrena non può assolutamente prescindere dal comportarsi comecittadini che “si nutrono di pensieri di cielo”.Essere cittadini del cielo, quindi, non significa che il cristiano possiedenell’oggi della propria vita la pienezza dei doni del Regno, né che la comunitàcristiana cui appartiene sia già una comunità arrivata, ma che il desideriodi Regno, il desiderio di una comunione piena con Dio e la speranza di unAmore che non finisce lo portano ad anticipare (in modo ancora imperfetto)qui e ora, con il proprio comportamento, ciò che spera e che gli è stato promesso. Pertanto, tale cittadinanza va vissuta in maniera profetica, memori che la veracittadinanza dei cristiani è nei cieli (Fil 3,20). Lo stesso impegno e la stessa caricaprofetica
sono chiesti a noi oggi nella nostra attiva presenza nel contesto culturalee sociale, soprattutto nell’ambito della cultura, della mentalità, degli stili. Si tratta di guadare al mondo con immensa simpatia. “Se il mondo si senteestraneo al cristianesimo, il cristianesimo non si sente estraneo al mondo”,affermava Paolo VI. I cristiani devono dunque avere “un bel comportamento”(1Pt 2,12) nella compagnia degli uomini e non devono porsi quali avversaridi nessuno; al contrario, essi sono chiamati a nutrire simpatia per l’umanitàintera, per tutti gli uomini. I cristiani sono cittadini come tutti gli altri e, come afferma la Lettera a Diogneto, vivono la quotidianità della comune esistenza, consapevoli, però, diessere l’anima del mondo. Nasce da questa consapevolezza la necessità dieducare alla cittadinanza responsabile, come affermano i Vescovi italiani neldocumento pastorale per il prossimo decennio (2010-2020) Educare alla vitabuona del Vangelo. 54.
““L’ESEMPIO DELLE AZIONI VIRTUOSE, VALE ASSAI PIU’ DI UN ELEGANTE DISCORSO”” S. Giovanni Bosco