Rivista Mensile del Progetto “Finis Terrae�
Agosto 2013 - XI
Finis Terrae
A Sud In questo numero: Speciale AMANI Intervista a Don Pasquale Cristiani, Ispettore Salesiani Italia Meridionale Estate Rosa 2013
FINIS TERRAE Rivista mensile del Progetto “Finis Terrae” Autorizzazione del Tribunale di Bari n. 2131/2012 del 24.09.2012
Direttore Responsabile:
Vitandrea Marzano Vicedirettore Responsabile
don Giuseppe Ruppi Coordinatrice di Redazione
Alessandra Rizzi Gruppo di Redazione:
Michele Lucarelli Mariapia Locaputo Rossana Mazzeo Hanno collaborato in questo numero
Michele Lucarelli Rossana Mazzeo Giuseppe Cifarelli Angela Cifarelli Editing e ufficio grafico
Sig. Andrea Tripaldi
Editoriale di Vitandrea Marzano
Il microcosmo sociale di Panama e le sfide della differenza Un gruppo di ricercatori della Zoologi- il mondo attraverso la lente delle prassi cal Society of London si è recentemen- umane, ossia attraverso ciò che gli uote recato a Panama per studiare la vita mini comunemente conoscono e sanno sociale delle vespe locali, usando tec- fare. “Siamo autorizzati a supporre” nologie all’avanguardia per tracciare e – afferma il sociologo polacco – “che monitorare, in un arco di oltre 6.000 se nessuno sforzo è stato profuso per ore, i movimenti di 422 vespe di 33 co- verificare la veridicità del buon senso lonie differenti. E le scoperte effettuate ricevuto, non è stato per mancanza di da questi ricercatori sono state utili a strumenti di ricerca, ma perché un sicancellare stereotipi vecchi di secoli mile test non era giudicato necessario sulle abitudini degli insetti sociali circa e si presumeva che la questione fosse la possibilità che qualche ape o vespa già risolta una volta per tutte; anzi, che operaia varcasse i confini che divido- non fosse mai stata, o non fosse più una no una colonia dall’altra abbandonan- questione da risolvere”. do un’idea definita finora ‘incongrua’ La conclusione che si ricava da questa dall’intera comunità scientifica etolo- scoperta scientifica è che gli alveari gica poiché posta sui confini della ‘dif- sono normalmente ‘popolazioni miste’, ferenza’. con vespe native e vespe immigrate che L’interrogativo che vivono e lavorano aveva intrigato per insieme, divenendo, anni i ricercatori almeno per gli osera come gli insetservatori umani, inti riuscissero a gedistinguibili le une stire con successo dalle altre se non con un compito che gli l’ausilio degli identiesseri umani, con ficatori elettronici. sofisticate armi Uno sbalorditivo e strumentazioni rovesciamento di culturali, riuscivaprospettiva che dino a svolgere solo mostra che lo ‘stato parzialmente: mantenere ermetica- di natura’ non è nient’altro che una mente chiusi i confini della «comunità» proiezione di prassi fin troppo umae conservare efficacemente la separa- ne degli studiosi e che la fluidità delle zione fra «noi» e «loro». Ipotesi rive- appartenenze e il costante mescolarsi latasi scientificamente fallace rappre- delle popolazioni sono la ‘norma’ ansentandosi come metafora di grande che tra gli insetti sociali. Una differeninteresse. za tra ‘mappe cognitive’ che distingue In un breve quanto intrigante saggio gli entomologi di vecchia generazione intitolato per l’appunto le Vespe di Pa- dai nuovi ricercatori e che riflette il nama, l’intellettuale polacco Zygmunt passaggio dalla ‘modernità solida’ delBauman, uno dei più attrezzati letto- la sovranità esclusiva e indivisibile, alla ri della ‘modernità liquida’, utilizza il ‘modernità liquida’, con le sue linee di pretesto della ricerca etologica per ar- confine sfocate e altamente permeabili. ricchire il suo già noto bagaglio di sug- “Il culto della diversità che subentra al gestioni circa il rapporto identità/ri- valore delle identità di massa induce a conoscimento nelle società complesse, ripensare il ruolo del soggetto e alle sue denunciando la (ideo)logica e il senso capacità all’interno delle dinamiche di comune della comunità scientifica, riconoscimento”. come strumenti identitari destinati a Non è più in gioco dunque la forma da mutamenti così controversi da decre- dare al mondo, ma la possibilità di estarne il dissolvimento. ser parte del mondo laddove non è più ‘Convinzioni prassomorfiche’ - le defi- il fine dell’azione che aggrega, ma il nisce Bauman - che inducono a leggere suo movimento.
Linee, Attori e Risorse di Angela Cifarelli
L’Estate Ragazzi ed Estate Giovani 2013 al Redentore di Bari
Già da giugno una grande macchina si è messa in moto per organizzare l’ “Estate in Libertà 2013” un iniziativa che quest’anno ha accolto circa 170 minori la mattina con vari laboratori e 260 bambini ogni pomeriggio e tanti volontari che con un progetto dal titolo “dona il tuo tempo ai più piccoli” ne ha visti impegnati circa 70 tra i 15 - 17 provenienti dalle varie scuole di secondo grado. Il tema conduttore dell’ER 2013, è stata la storia di Aladdin, ragazzo furbo dal cuore tenero che riesce a cambiare non solo la sua vita in meglio ma addirittura una legge che impediva di sposare la bella principessa Jasmine, figlia del sultano. Una metafora dell’Oratorio che riesce non solo ad attrarre centinaia di ragazzi spesso in contesti sociali “a rischio”, ma anche ad educare a valori alti della vita in attesa che una legge regionale gli riconosca il giusto peso della sua funzione sociale ed educativa che svolge con numeri e risorse notevoli. Belle e coinvolgenti sono state le uscite settimanali, ma personalmente la più bella è stata quella a Miragica dove c’è stato il raduno di tutti gli Oratori di Puglia, quel giorno eravamo circa 1500 un miscuglio di colori e suoni; non di meno sono state le uscite il sabato dove l’Oratorio si trasferiva nelle piazze di Bari. In piazza il programma prevedeva il primo momento dedicato ai gioco di squadra e il secondo momento il più importante era la celebrazione eucaristica, molto suggestiva è stata la messa celebra sul fortino di Bari, dove si poteva ammirare un orizzonte: immenso, libero, infinito. Anche i giovani dai 16 anni in su sono stati coinvolti nell’estate giovani, per loro il tema conduttore è stata la storia di Don Pino Puglisi con la visone del film “alla luce del sole” che ha l’intento di promuovere una cultura della legalità, della non violenza e della cittadinanza attiva. Alla fine dell’estate ragazzi sono state organizzate tante altre iniziative che hanno coinvolto tutta la comunità: 14 luglio, è stato organizzato l’evento sportivo “un pugno alla violenza” per educare alla sport educativo, mentre il 18 luglio si è tenuta la manifestazione “Un Calcio all’ignoranza”, una partita di calcio tra le Vecchie glorie dell’A.S. BARI ed i giovani dell’Oratorio REDENTORE. La manifestazione ha coinvolto alcuni giocatori “vecchie glorie” del Bari, quali Loseto e Di Gennaro, che hanno
sfidato in una partita amichevole i ragazzi del Redentore, vinta per 5 a 1 da quest’ultimi. La manifestazione ha visto l’intervento del presidente della Provincia dott. Francesco Schittulli per sostenere il progetto del doposcuola per i ragazzi dell’Oratorio. Ma non ci siamo fatti mancare proprio niente, dopo questi due eventi sportivi è stata la volta della visione del medio metraggio “L’anima attesa”, in collaborazione con Pax Christi, sulla figura di don Tonino Bello a vent’anni dalla sua scomparsa. È intervenuto anche l’attore Franco Ferrante. Abbiamo pensato anche ai più piccoli che sono la parte più importante del nostro ambiente infatti per loro e non solo, in collaborazione con l’Oratorio salesiano di Santeramo e l’Oratorio di Foggia, sono andati in scena le migliori produzioni musicali degli oratori salesiani pugliesi: “Peter Pan - solo chi sogna può volare” a cura dei giovani dell’Oratorio di Santeramo, e “Alice, il musical delle meraviglie” dell’Aps “Sacro Cuore” Dopo queste iniziative è iniziato il momento della formazione dal 5 - 11 agosto si è svolto il campo scuola che ha visto impegnati presso il Santuario di santa Maria di Leuca i ragazzi della fascia di età tra i 16 - 20 anni con momenti di preghiera, confronto, formazione e serate allegre. Tra le tante cose fatte al campo non è mancato il pellegrinaggio ad Alessano, sulla tomba di Don Tonino Bello. Ancora attuale risuona il suo invito ad essere “contemplattivi”: contemplativi nell’azione. Bella e interessante è stato il confronto Nazionale MGS “testimoni della Gioia” che si è svolto a Torino dal 10 al 16 agosto che ha visto coinvolti circa 1200 giovani provenienti da tutta l’Italia. Anche qui non sono mancati i momenti di preghiera, di confronto con altre realtà, le lectio e i momenti di spettacolo, insomma a Torino non è mancato proprio niente. E’ stato bello vivere questi momenti in prima persona, bello poter camminare sulla strada che il piccolo Giovanni Bosco faceva ogni giorno e pensare che faceva tutto questo per noi giovani. Concludo con le parole del Rettor Maggiore che dice: “Don Bosco è un pastore, una guida, un formatore di anime giovanili preoccupato di salvare, istruire, coinvolgere e orientare alla pratica cristiana e alla vita virtuosa. Andiamo incontro a Cristo accompagnati e guidati da Don Bosco e troveremo, come lui, la GIOIA del servire il Signore.
L’intervista di Giuseppe Cifarelli
Intervista a don Pasquale Cristiani Ispettore Salesiani Italia Meridionale
1) Don Pasquale, in questo convegno di PG alla vigilia del passaggio dell’ urna di don Bosco dal sud Italia che messaggio vuole lanciare ai noi tutti dell’ispettoria? Tornare a don Bosco! Tornare nel senso di viverlo. Far vivere don Bosco nella nostra vita personale, nelle nostre comunità, perché lui è il carisma, lui è l’intuizione dello Spirito per i giovani. A ciascuno di noi, il compito di rispondere alla chiamata dello Spirito che ci chiede di rendere attuale e concreto don Bosco oggi. 2) Siamo alla vigilia del capitolo generale dei Salesiani cosa si aspetta da questo evento di grazia? Il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chavez, si aspetta che i salesiani siano “mistici, servi e profeti”. Quando parla di “mistici”, vuole indicare uomini dello Spirito, capaci di incarnare realmente il carisma. La gente che si avvicina dovrebbe respirare il profumo e la freschezza del carisma salesiano. Quando dice “servi”, vuole evidenziare il mettersi a disposizione della gente e dei giovani, non con autorità ma con autorevolezza. Ciò ci rende credibili, ci rende padri, guide capaci di accompagnare. Quando dice “profeta” vuole sottolineare l’audacia nel cogliere le intuizioni del mondo giovanile di oggi. I giovani ci “pro-vocano”, cioè risvegliano la nostra vocazione; il profeta la coglie, l’approfondisce e la porta a maturazione attraverso percorsi educativi capaci di formare giovani con una fede cristiana autentica. 3) Quali sono i sogni e le attese per il futuro il Sud dei Salesiani? Cercare di non perdere altro tempo ed altre opportunità per essere incisivi ed efficaci nel territorio, soprattutto attraverso gli oratori, i centri di for-
mazione professionale, le scuole e la parrocchie. La parrocchia non deve essere solo celebrativa, ma deve essere comunità che vive il territorio, accogliendo le problematiche degli ultimi e stando al servizio specialmente delle famiglie e dei giovani. L’Oratorio C. Giovanile continui a fare proposte per i ragazzi ma osi nel fare proposte ai giovani che non siano solo gli animatori o quelli della “cerchia” ponendosi in rete con il sociale, con il territorio. Le scuole siano “alternative”, “appetibili” cogliendo le sfide nuove dei giovani per far passare dal dovere al gusto della cultura, dello studio. Ed in fine le Scuole professionali siano rilanciate anche lì dove la Regione si ritira, servono a togliere i giovani dalla strada, dalla microcriminalità dando l’opportunità di un mestiere. Attiviamo volontariato, Famiglia Salesiana e quanti si dicono amici. Il nostro carisma educativo può e deve essere ancora oggi capace di sognare, di progettare, di far crescere il territorio nel quale opera. 4)Attese e sogni per il Redentore di Bari? L’attesa per la comunità del Redentore di Bari è molto grande! Molto grande perché puntiamo su Bari. Vogliamo che diventi un centro culturale di animazione e di progettazione, partendo da ciò che già esiste: la scuola professionale, un oratorio anche ben avviato, una parrocchia inserita in un quartiere così popolare e difficile. La buona animazione dell’opera di Bari, con percorsi anche innovativi, porterà la comunità ad essere riferimento per le altre comunità salesiane della Regione Puglia e dell’intera Ispettoria. 5) Il Redentore di Bari da due anni sta portando avanti il progetto Finis Terrae, che ne pensa di questo progetto? La mia opinione è che il progetto Finis Terrae è un’esperienza bellissima. La regia dell’Oratorio nel progetto è il punto di forza anche perché dice concretamente un nuovo modo di fare Oratorio. La mia paura è che però rimanga un’esperienza isolata. Infatti, uno dei motivi per cui ho nominato don Francesco Preite, attuale responsabile dell’Oratorio Redentore, anche coordinatore della Pastorale Giovanile salesiana della Puglia è perché riconosco la sua capacità di mettersi in rete. La mia speranza è che possa mettere in rete gli altri oratori: far convogliare queste strategie, queste metodologie proprio partendo dal Redentore di Bari.
Contributi di Alessandra Rizzi
Estate Rosa 2013: una prospettiva di genere
In un momento di forte crisi sociale e economica come quella che stiamo attraversando è ancor più evidente il contributo che le donne hanno nel conciliare il ruolo socio-economico-lavorativo con il ruolo socio-affettivo-familiare. Sono le donne che si fanno maggiormente carico, e su più fronti, di situazioni che spesso non lasciano molte possibilità di scelta. Sicuramente in tema di pari opportunità e di politiche di genere molto si è fatto negli ultimi tempi e rispetto a qualche anno fa si è attribuito un riconoscimento sostanziale e non più solo formale al ruolo che le donne hanno nella vita privata e nella pubblica. Sicuramente si è fatto tanto, ma molto c’è ancora da fare. E penso alle politiche di conciliazione vita-lavoro che in molti casi non riescono assolutamente a soddisfare le reali esigenze di affermazione nella vita professionale con la necessità di essere sempre e quasi fisiologicamente fulcro trainante della famiglia. In realtà, tutti i temi, le forme e le scelte della politica dovrebbero essere orientate da una prospettiva di genere. Ma non sempre ciò accade. In un’ottica di costruire una cultura che sappia declinarsi al plurale dando voce ai talenti e alle idee delle donne, l’Assessorato al Welfare della Regione Puglia e la Consigliera Regionale di Pari opportunità hanno organizzato l’Estate Rosa 2013, manifestazione itinerante di espressioni
rigorosamente al femminile ed eccellenti in cultura, arte, musica, scienza, giornalismo. L’Estate rosa, che è iniziata a Otranto il 19 luglio e terminerà a Foggia il 21 settembre, arriverà a Bari il 17 e 18 settembre con due workshop organizzati in Fiera del Levante sui temi “ L’orizzonte europeo nel quadro degli interventi per la conciliazione vita-lavoro” e “L’impegno della Regione Puglia, della Consigliera Regionale di parità e delle imprese a supporto della parità”. Momento clou della manifestazione sarà la notte rosa, il 17 sera in piazza Ferrarese e sala Murat: una serata dedicata alle donne e animata dai servizi welfare del Comune di Bari e dalle associazioni che da sempre si battono per la tutela e l’affermazione del ruolo femminile: i centri famiglia e i centri diurni cittadini, il centro interculturale Cacciatori di aquiloni, il centro anti violenza La luna nel pozzo, la Biblioteca Ragazzi/e, e poi Arabe Fenici, Auser, Banca del tempo, CPO Avvocati di Bari, Cuscus arte, Dalila, Giraffa, Junior Dance company, Maschile plurale, Persone libro, Santeramo antica. Una notte animata da reading, performance, laboratori e dalla mostra fotografica a cura dell’Associazione Fotografi di strada “Lavoro e donna tra necessità e virtù”. Ma soprattutto, una notte animata dalle voci, dalle idee, dai sogni e dalle ambizioni di tante donne che quotidianamente operano per una città plurale che sia anche una città “di genere”.
Speciale Amani
di di Antonio Spera | Referente Amani per il sud Italia
Cosa significa combattere le povertà e le disuguaglianze? E farlo in Kenya , Zambia e Sud Sudan? Seppur con le differenze culturali e di contesto che ciascun luogo nel mondo merita per essere pienamente compreso, la risposta a questi due quesiti rimane la stessa: costruire e offrire opportunità. Perché che tu sia bianco o nero, disabile o normodotato, o povero la vera piaga è il numero di persone che rimangono escluse dalle opportunità e dalle possibilità: di studio, di lavoro, di cure mediche, di infanzia piena, di godere dei diritti inalienabili delle persone ad avere una vita piena. In una sola espressione potremmo chiamarla “la possibilità di scegliere”. E’ alle donne e gli uomini, alle bambine e ai bambini privati di questa possibilità che l’ONG Amani guarda con i sui diversi progetti sociali. Nata nel 1995 da un gruppo di volontari già coinvolti nel sociale, Amani ha costruito nel corso degli anni una forte relazione con le comunità locali, reali attori di ogni forma di cambiamento possibile. Koinonia Community, presente in Kenya e in Zambia, diventa così più di un partner privilegiato. Amani diventa così una realtà nazionale costantemente impegnata per l’affermazione del diritto dei bambini e dei giovani ad avere un’identità, una casa protetta, cibo, istruzione, salute, istituitendo case di accoglienza, centri educativi, scolastici e professionali in Kenya, Zambia e Sudan. Da allora offriamo ogni giorno opportunità e alternative concrete a migliaia di bambini e bambine costretti a vivere sulla strada nelle grandi metropoli, nelle zone rurali e di guerra. L’impegno e il lavoro con le comunità africane non sarebbe possibile se non ci fosse in Italia una fitta rete di volontari che animano i propri territori (Lombardia, Piemonte, Emilia e Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Basilicata) con iniziative e incontri culturali, di informazione e approfondimento. Abbiamo fatto dello scambio, del viaggio e della conoscenza di un’Africa vera e senza filtri, con un punto di vista privilegiato perché dall’interno delle comunità, un asse portante del nostro ragionamento. Ogni anno offriamo la possibilità di partecipare a campi di incontro in Kenya e in Zambia a gruppi organizzati, giovani volontari e famiglie che desiderano conoscere in prima persona la realtà africana e vivere un periodo di condivisione con la comunità locale. Lo scenario sociale ed economico di Kenya,
Zambia e Sudan, per quanto diverso nelle sua intimità, è caratterizzato da diseguaglianze e iniquità. Il livello di povertà elevato, il tasso di urbanizzazione e l’aumento demografico crescenti e fuori dal controllo delle istituzioni, spesso assenti e corrotte, sono tutti elementi che hanno determinato la nascita e l’acuirsi del fenomeno dei bambini e ragazzi di strada. La povertà estrema tende a causare conflitti familiari, che possono degenerare in abusi, dipendenze da alcol e stupefacenti, violenza. Gli educatori lavorano per le strade di Nairobi cercando di avvicinare questi bambini e ragazzi, conquistare la loro fiducia, indirizzarli nella scelta libera e consapevole di entrare a far parte di un programma di accoglienza e riabilitazione. E’ l’inizio di un percorso insieme. Quel percorso si chiamerà Kivuli Center, Anita’s Home, Mdugu Ndogo, Kivuli Ndogo, se sei un bambino o una bambina di strada, Riruta Health Project se necessiti di cure, o uno delle tante attività generatrici di reddito sei un giovane lavoratore o lavoratrice. Perché non c’è futuro senza la sostenibilità dei progetti. E non ci sono progetti se non guardiamo al cambiamento. Quel cambiamento che parte da noi. Ogni giorno.
Info: www.amaniforafrica.it
Speciale don Bosco a Bari Aspettando l’Urna di don Bosco a Bari 22 Settembre 2013
In preparazione al bicentenario della nascita di don Bosco (16 Agosto 2015), il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chavez Villanueva, ha ideato una peregrinazione mondiale dell’urna contenente la reliquia di San Giovanni Bosco. Reduce da 130 Paesi dei cinque continenti nei quali operano i Salesiani, l’urna sarà presente a Bari presso l’opera salesiana Redentore, Domenica 22 Settembre 2013 dalle ore 07.00 al mattino del giorno seguente.
Don Bosco, padre e maestro dei giovani, ideatore dell’Oratorio come luogo e stile educativo e del sistema educativo preventivo, ha speso la sua vita per l’educazione dei giovani, specialmente i più poveri. Oggi, i Salesiani di Don Bosco operano quotidianamente nelle scuole, nei centri di formazione professionale, negli oratori, in centri di aggregazione giovanile, nell’accoglienza e reintegrazione di ragazzi di strada, di bambini soldato, di ragazzi in misure alternative al carcere in 130 paesi del mondo, in favore di 15 milioni di ragazzi e ragazze. A Bari, i Salesiani operano nel quartiere Libertà di Bari attraverso l’opera salesiana Redentore, fondata nel 1905 dal Beato Michele Rua, primo successore di don Bosco. L’accoglienza dell’urna sarà presentata in occasione di una conferenza stampa che si terrà il 18 settembre nella sala Giunta del Comune di Bari alla presenza di don Mario Sangiovanni, Direttore-Parroco dei “Salesiani Redentore” di Bari, Michele Emiliano, Sindaco di Bari, Francesco Schittulli, Presidente della Provincia di Bari, Onofrio Intron, Presidente del Consiglio Regionale, mons. Domenico Ciavarella, Vicario generale della Arcidiocesi di Bari-Bitonto, don Roberto Spataro, Professore di Letteratura Cristiana Antica Greca dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, don Francesco Preite, Responsabile dell’Oratorio Centro Giovanile Redentore. Modera l’incontro don Giuseppe Ruppi.
“C’è la bellezza e ci sono gli umiliati. Qualunque difficoltà presenti l’impresa, non vorrei mai essere infedele né ai secondi né alla prima.” Claude Lévi-Strauss