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Setacciare e rastrellare il territorio

re, ma tutto questo lo si deve fare insieme, fianco a fianco, culo e camicia, con il dirigente didattico. È lui, o lei, il nostro uomo, o la nostra donna. Circuiamolo, seduciamolo, incantiamolo. Una volta ottenuta la carta vincente molti ostacoli possono essere superati agevolmente. Se poi c’è già un gruppo di insegnanti gai e una bella quota di genitori alla ricerca di bellezza, gioia e apprendimento autentico per i loro figli, allora siamo in una botte di ferro. Dirigente scolastico, tu sei la nostra pietra e su questa pietra edificheremo la nostra gaiezza e diffusione!

La prima manovra (dopo essersi assicurati una base sicura, cioè il dirigente con la sua scuola, possibilmente) sta nello scoprire tut-

to ciò che può essere opportunità di esperienza nel territorio circostante. Facile dire che può essere tutto. Vero, secondo il catechismo dell’educazione incidentale; però in prima battuta occorre avere luoghi sicuri, accessibili, relativamente non pericolosi, in cui soprattutto esista la possibilità di vivere esperienze intense e coinvolgenti. Quindi: edifici smessi ma agibili e praticabili, terreni liberi e utilizzabili, parchi, campi, giardini pubblici o privati (accordandosi con eventuali proprietari), presenza di iniziative sociali da parte di associazioni, cooperative o altro, fattorie, officine, laboratori, botteghe, negozi, musei, biblioteche, ludoteche, atelier, teatri, oratori, tutti posti dove contattare i responsabili, spiegare, negoziare, fissare modalità di accesso e tipi di esperienze che si possano fare, prevalentemente cercando di ottenere opportunità di autentica esperienza, non solo di visita e osservazione che sono poco motivanti e poco formative, tranne in rari casi; bene anche assistere a prove teatrali, affiancare artigiani o altri operatori per imparare ecc. Il territorio deve divenire un paesaggio che possa ospitare in mille modi bambini e ragazzi, individuando tutte le possibili occasioni, anche transitorie, che vi possono essere coltivate. Facendo riferimento alla tavola orientativa delle aree di esperienza che seguiranno nel capitolo sulla programmazione, occorre immaginare con disinibizione tutto ciò che si può prestare, compresi individui privati che vogliano offrire le loro competenze per seminari, laboratori, attività anche volanti in posti di fortuna (casa loro per esempio, una volta assicuratisi che non siano serial killer o satanisti o pervertiti patologici). L’opera di ricerca è continua e recluta continuamente nuove risorse man mano che l’iniziativa assume visibilità e l’offerta di esperienza si amplia e si articola (nei due sensi: persone che si offrono per far fare esperienze ma anche persone

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