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Acciuffare tutti gli attori sociali influenti
alle quali i ragazzi possono assicurare sostegno, servizio ed esperienza: anziani, disabili, senza fissa dimora ecc.) Alla fine del censimento va preparata una mappa molto precisa in base alla quale poi si potranno costruire percorsi, flussi, costellazioni di esperienze che costituiranno il canovaccio della programmazione delle attività.
Uno dei pilastri dell’educazione gaia e diffusa è che non sia solo una rivoluzione scolastica che riguardi esclusivamente i ragazzi, ma un vero e proprio sommovimento sociale che riguardi tutti i soggetti che vivono in un determinato territorio. La partecipazione, il coinvolgimento, il consenso devono essere i più larghi possibili. Quindi non si tratta di assicurarsi solo la collaborazione degli attori scolastici o educativi della zona, ma di tutti i soggetti “molestabili”: anzitutto certamente quelli pubblici, municipio, enti sanitari, biblioteche, musei, ludoteche, teatri ecc. Ma anche i soggetti privati disponibili e generosi, cui chiedere magari piccole e saltuarie offerte di esperienza: dai bar alle botteghe, dalle officine ai mercati, dalle panetterie alle falegnamerie, con particolare attenzione per le attività artigianali e i maestri di mestiere, ma anche palestre, corsi di danza e di recitazione, attività circensi, laboratori di trattamenti corporei o di cura. Infine, non si deve sottovalutare il contributo che cittadini singoli possono offrire decidendo di mettere a disposizione una parte del loro tempo per stare con i ragazzi, condividere particolari esperienze o capacità, o anche semplicemente per accompagnare, vigilare, partecipare. Si tratta di risvegliare un intero tessuto sociale intorno alla formazione dei più piccoli, ciascuno per quel-