IL CAMMINO DI OROPA DELLA SERRA Da Santhià a Oropa
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LUNGHEZZA: 16,5 km
DISLIVELLO: SALITA 230 m DISCESA 100 m
DIFFICOLTÀ: facile
FONDO: 40% STERRATO 60% ASFALTO
SANTHIÀ: Stazione Fs linea Milano-Torino.
ROPPOLO E VIVERONE: Bus Atap linea 390 Biella-Anzasco, fermate a Cavaglià, Roppolo e Viverone, 3 corse al giorno da/per Biella. Info: tel. 800-91.27.16, www.atapspa.it.
SANTHIÀ: Bar, ristoranti, supermarket, farmacia.
CAVAGLIÀ: Bar, ristoranti, supermarket, farmacia.
ROPPOLO: Ristorante, farmacia, minimarket.
VIVERONE: Bar, ristoranti, supermarket, farmacia, bancomat.
SANTHIÀ: Ostello degli Amici della Via Francigena, corso Nuova Italia 134, tel. 38863.33.865, info@santhiasullaviafrancigena.it, www.santhiasullaviafrancigena.it, 24 posti, a donativo (consigliamo 15 €). Apertura annuale.
Hotel Vittoria, piazza Verdi 1, tel. 016194.702, hotelvittoriasanthia1@gmail.com, www.hotelristorantevittoria.com, 70 posti, 35-50 € colazione inclusa. Apertura annuale. Ristorante interno all’hotel.
ROPPOLO: Casa del Movimento Lento, via al Castello 8, tel. 0161-98.78.66, casa. movimentolento@gmail.com, www.casa. movimentolento.it, 6 posti, 22-47 €. Apertura marzo-novembre.
VIVERONE: Hotel Royal, via al Lago 19 (2 km dopo l’arrivo), tel. 0161-98.70.38, info@hotelroyal.org, www.hotelroyal.org, 70 posti, 33-55 € colazione inclusa. Apertura annuale.
La prima tappa del Cammino di Oropa della Serra segue “contromano” il percorso della tappa 8 della Via Francigena. Il paesaggio pianeggiante nella prima parte lascia gradualmente il posto alle colline, prima dolci e coltivate, poi più aspre e boscose. Dal belvedere del castello di Roppolo ammiriamo un panorama eccezionale sull’anfiteatro morenico di Ivrea e, nelle belle giornate, lo sguardo si apre su tutto l’arco alpino occidentale. Nella stagione più calda conviene partire di buon matttino perché tra Santhià e Cavaglià il percorso è quasi completamente al sole.
Dalla stazione di Santhià prendiamo prima via Vittoria e poi corso Nuova Italia, che attraversa il centro storico: al numero 134 si trova l’ostello, dove è possibile ritirare le credenziali. Dopo 400 m giriamo a destra su via Roma, passiamo di fronte alla COLLEGIATA DI SANT’AGATA e proseguiamo dritto imboccando via Durando. Da qui seguiamo le indicazioni per uscire dal centro storico su Strada Vecchia di Biella.
Attraversiamo la rotonda di corso 25 Aprile, proseguiamo dritto e dopo circa 100 m giriamo a sinistra in via Monginevro [1.1]. Al primo bivio lasciamo l’asfalto tenendo la destra per imboccare strada Barletta, una sterrata che si inoltra tra i campi. Costeggiamo una fattoria, al bivio successivo teniamo la destra e proseguiamo seguendo i segnavia fino a un incrocio a T, dove proseguiamo a sinistra [1.2]
Camminiamo per 1 km, superando prima il ponte sul canale Depretis e poi il viadotto della linea Tav, fino ad arrivare in prossimità dell’A4 MilanoTorino. Qui giriamo a sinistra su una strada sterrata [1.3], e teniamo la sinistra ai bivi successivi per superare il vicino cavalcavia autostradale.
Arrivati a un incrocio [1.4] giriamo a destra, e proseguiamo lungo la strada principale per 1,5 km. Presso Cascina Maresca, con una deviazione di circa 150 m dal percorso, possiamo raggiungere un’area di sosta con una fontanella. Superiamo il canale della Mandria; ignoriamo un bivio verso la vicina cascina e proseguiamo dritto; dopo la curva a gomito verso sinistra affrontiamo la prima salita del Cammino.
La strada diventa asfaltata e la seguiamo immergendoci in un paesaggio caratterizzato da dolcissime colline in cui si alternano campi coltivati a cereali, prati e piccoli boschi, fino ad arrivare alla SP 143 [1.5], che attraversiamo facendo molta attenzione al traffico. Proseguiamo lungo la strada principale fino al bivio contraddistinto dalla cancellata di un frutteto sulla destra e da un palo in cemento sull’angolo [1.6]. Qui giriamo
Durante dei lavori di restauro nell’Ottocento, dietro un muro del castello di Roppolo vennero ritrovati i resti del corpo di un uomo all’interno di un’armatura. Le ossa furono attribuite a Bernardo di Mazzè, nobile locale che nel 1459 sarebbe stato catturato e murato ancora vivo da Ludovico Valperga di Masino, probabilmente perché suo rivale in amore. Nei vari passaggi di mano del castello l’armatura e buona parte dei resti umani andarono perduti, ma il teschio del cavalier Bernardo è stato conservato nelle segrete.
a destra per imboccare una strada asfaltata che corre tra le villette a destra e un campo sulla sinistra. In corrispondenza di una cascina giriamo a destra su strada vicinale Babilone e, prima di arrivare alla chiesa di Santa Maria di Babilone, svoltiamo a sinistra su via Don Virgilio Albera, attraversando la periferia di Cavaglià. Proseguiamo dritto sulla strada asfaltata che poco dopo diventa sterrata. Ignoriamo un bivio sulla destra [1.7] e camminiamo lungo la carrareccia che sbuca su via Salino. Alla rotonda giriamo a sinistra su via Vercellone e poi a destra su via Mainelli, entrando nel centro storico di Cavaglià.
Costeggiamo la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo e poco dopo troviamo la vetrina dell’infopoint del Cammino di Oropa, gestito da Marcello Vallese, uno dei volontari che si occupano della manutenzione. Qui è possibile ritirare e/o timbrare la credenziale scrivendo per tempo una e-mail a viafrancigenacavaglia@gmail.com.
Al bivio a T giriamo a destra su via Roma e poco dopo a sinistra per via Moriondo, che percorriamo fino a un bivio a Y dove teniamo la destra per prendere poco dopo la carrareccia che costeggia un campo.
Imbocchiamo una strada asfaltata verso sinistra [1.8] e poco dopo la lasciamo girando rapidamente a sinistra e subito a destra per entrare nel bosco lungo una strada sterrata. È il primo “assaggio” della grande foresta della Serra Morenica che attraverseremo nelle prime tre tappe del nostro cammino, ed è il territorio frequentato dall’Elfo Ugo, una misteriosa figura che ha dedicato ai pellegrini diverse installazioni come “il bosco degli Elfi” e alcuni pittogrammi a tema.
L’itinerario diventa particolarmente gradevole, in leggera salita tra boschi di castagno, robinia, prati e campi coltivati, fino a quando sbuchiamo su una strada asfaltata [1.9] che imbocchiamo verso destra, in leggera discesa. Ignoriamo un bivio che svolta a destra su sentiero, e dopo 400 m giriamo a sinistra su una strada sterrata in salita. In cima giriamo a sinistra sulla via acciottolata che scende verso Roppolo Castello; al bivio a T giriamo a sinistra e proseguiamo dritto seguendo le indicazioni per il parcheggio del CASTELLO DI ROPPOLO: al momento il castello non è visitabile, ma consigliamo di salire per ammirare il panorama.
Dal belvedere [1.10], godiamo la vista sul centro storico, sul lago di Viverone e sull’anfiteatro morenico di Ivrea. Nelle belle giornate possiamo scorgere il Monviso, le Alpi Liguri e le colline del Monferrato.
Scendiamo verso Roppolo, imboccando via al Castello per terminare la prima tappa di fronte alla chiesa della Beata Vergine del Rosario.
Se pernottiamo a Viverone dobbiamo imboccare via Massa, la strada principale di Roppolo, quindi prendiamo a destra via Roma e poi a sinistra via al Monte, che seguiamo fra i campi, e poi a destra quando sbuca su un’asfaltata. Arrivati alla rotonda giriamo a destra e prendiamo via Umberto I per arrivare al centro storico del paese.
Collegiata di Sant’Agata Nel 990 l’arcivescovo Sigerico di Canterbury, di ritorno da Roma lungo l’itinerario della Via Francigena, annotò sul suo diario la località Sca Agath, corrispettivo di Sant’Agata. Dalla contrazione del nome sarebbe derivato il toponimo Santhià. Alla santa originaria di Catania venne dedicata una chiesa romanica costruita nel XII secolo, di cui si sono conservate ancora oggi l’originale torre campanaria e la cripta. Le vicende storiche tormentate portarono a varie distruzioni e ricostruzioni della chiesa, che assunse la forma attuale nel 1836 a opera dell’architetto torinese Giuseppe Talucchi. Apertura: mag-set 7.30-12 nei giorni feriali, 17-18.30 nei festivi e prefestivi; ottapr tutti i giorni 7.30-12 / 17-18.30.
Castello di Roppolo Fu costruito in posizione strategica sui resti di un’antica fortificazione risalente al III secolo d.C. Nel XIII secolo passò in mano prima agli Aymone di Cavaglià e poi alla famiglia Bichieri, che diedero splendore all’intero villaggio di Roppolo ampliandone il castello. Passò quindi in mano a diverse famiglie tra cui i Visconti, i Valperga e i Savoia e, da struttura fortificata, fu trasformata in dimora signorile, assumendo l’aspetto attuale. Da poco il castello è stato acquistato da Patrick Saletta, imprenditore francese di origine italiana, appassionato d’arte.