Il Cammino nelle Terre Mutate

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IL CAMMINO: PERCORSO ISTRUZIONI PER L’USO


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fabriano ➜ matelica

Brosciano

Trigo Borgo

C.se Portole

C.se Bruciate

Fabriano

C.le Villano

F. G ian

o

C.se Spina C.se Cerchiano M. Civita

Burano Basso

1.1

Ceresola

SS76 2

Vetralla Colle Paganello M. Camiletto

Le Callarelle C.le Scruccola

4

M. Fierentino

F.

Attiggio

1.2

M. Linatro

Castiglione Acquatina

Eremo San Silvestro

C.le Cataldo

M. Fano 6

1.3

Paterno 8

Fabriano

Matelica

M. Alto 10

M. Puro

M. Vernale M. Grilli 1.4

La Caprareccia

12 14

C.ma di Moi

1.5

M. Nardo

S. Angelo

o

nan

rgig

iA so d

Cesi


fabriano ➜ matelica

10

M. Alto

1.4

12

C.le Cataldo C.ma di Moi

Paterno

M. Grilli M. Vernale

S. Angelo 1.5

C.se Avenale

14

C.se Giorgetti M. Nardo

Le Fornaci

La Caprareccia

Collamato

C.se Colloio M. Santoporo

M. Corsegno

18

no

natoglia

C.se Costa Falcotto

F.so Esa

C.se Mattone

F. Es i

C.se Aialta

16

Pagliano C.se Sanguinete

Esanatoglia C.le Mare

F. E

C. Cime Alte

sin

1.6

Capriglia

o

C. Pagliano

20

1.7 1.8

C. Cantalupo

Geglia

M. S. Vito

22

Terricoli C. Serre Alte Cecca

C.se Rosse

1.9

24

M. Pulischio

C.se di M. Pulischio

Matelica 1.10

26

Boschetto 2.1

M. Gallo 2.2

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1

Da Fabriano a Matelica

1.000

200

TERRICOLI

CAPRIGLIA

ESANATOGLIA

MATELICA

400

EREMO DI SAN SILVESTRO

600

FABRIANO

800

0m 0 km

5

10

26,4 km 678 m DISCESA 650 m DIFFICOLTÀ: media FONDO: 70% STERRATO, 30% ASFALTO LUNGHEZZA:

DISLIVELLO: SALITA

Servizi Centro Iat di Fabriano, piazza Giovanni Paolo II, tel. 0732-62.50.67, iat.fabriano@ regione.marche.it, www.fabrianoturismo.it. Per informazioni e accoglienza in città. Associazione Proto Matelica, via Cuoio 17, tel. 0737-85.671, info@promatelica.it, www. promatelica.it. Per storia e servizi. Wwf Marche, Jacopo Angelini, tel. 33859.84.638. Sentieri e ambiente. Fabriano e Matelica sono centri grandi, dove sono presenti esercizi commerciali, ristoranti, farmacie, posta e bancomat.

Assistenza biciclette Stracco c/o Ag. viaggi Aleste, viale Scala 137, tel. 329-92.85.229 (Rubens), mtbpedalestracco@gmail.com, www.pedalestracco.it. Misterbici, via Gigli 15, tel. 0732-22.060, info@ misterbicifabriano.it, www.misterbicifabriano.it. Aassistenza e noleggio bici. ESANATOGLIA: Esatrail, tel. 347-49.22.305 (Leopoldo), www.esatrail.it. FABRIANO: Pedale

Dove dormire FABRIANO: Monastero San Luca, via Saffi 36,

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30

tel. 0732-21.762, foresteria@ monasterosanluca.it, www.monasterosanluca. it, 20 posti, BB 30 € in camera doppia, aperto da maggio a settembre. B&B Il rifugio del pittore, via Felice Cavallotti 6, tel. 347-48.95.517 (Carla), info@ ilrifugiodelpittore.it, www.ilrifugiodelpittore.it, 11 posti, DBL 50 € con colazione. B&B Antica loggia, via Serraloggia 188 (1 km fuori percorso), tel. 388-47.22.214, nuovaloggia@gmail.com, www.bblelogge.it, DBL 40 € con colazione. B&B Da Bibi, via Gentile da Fabriano 11 (150 m fuori percorso), tel. 328-61.54.655 / 347-58.10.926, www.bbdabibi.it, DBL 40 € con colazione. Rimessa chiusa per le biciclette. B&B La filigrana, piazzale XX Settembre 2a (1,2 km fuori percorso, adiacente la stazione ferroviaria), tel. 339-35.10.370, info@ bblafiligrana.it, www.bblafiligrana.it, DBL 55 € con colazione. Rimessa chiusa per le biciclette. B&B La portella, via Damiano Chiesa 16, tel. 0732-49.83 / 348-51.24.372, info@ beblaportella.it, www.beblaportella.it, DBL 54 € con colazione. Rimessa chiusa per le biciclette. B&B L’armonia, via Serraloggia 186, tel. 388-47.22.214, bblarmonia@gmail.com, DBL 40 € con colazione. LOC. SAN CASSIANO: Tenuta San Cassiano (fuori percorso, a 9,3 km da Fabriano, attivo servizio navetta), tel. 334-22.96.692, info@ tenutasancassiano.it, www.


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FABRIANO.

La piazza del Comune con la fontana Sturinalto.

tenutasancassiano.it, 60 posti, BB 20 €, MP 40 €. Ex monastero del 1100, adatto ai gruppi, con area tende. ESANATOGLIA: Affittacamere La Pieve, corso Vittorio Emanuele 90, tel. 0737-88.92.60, info@ristorantegrillcross.it, www. lapieveaffittacamere.it, 12 posti, DBL 50 € con colazione. MATELICA: Agriturismo Casa Deimar, loc. Cecca 248 (lungo il percorso, a 2,5 km da Matelica), tel. 335-72.65.070 (Maria

Cristina) / 338-21.10.151 (Aurelio), info@ casadeimar.it, www.casadeimar.it, 15 posti, DBL 50 € con colazione, possibilità di cena. Chiuso da novembre a febbraio. Hotel Fioriti, piazza Garibaldi 12, tel. 0737-85.350, hotelfioriti@alice.it, www. hotelfioriti.it, 30 posti, DBL 60 € con colazione, possibilità di cena. Hotel Della Loggia, via Santa Maria 3, tel. 0737-86.319, laloggiamatelica@gmail. com, 25 posti, DBL 50 € con colazione.

È Fabriano il punto di partenza del Cammino nelle Terre mutate, una città scelta non a caso visto che rappresenta il punto più a nord del cratere dei sismi che hanno colpito Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo negli ultimi venti anni. Ricca di storia, famosa per le cartiere e la cucina, vi consigliamo di arrivare qui un giorno prima per visitarla. La tappa è di media difficoltà, con salite costanti e senza strappi, ottima per allenare le gambe. Ma notevoli sono anche i paesaggi che attraversiamo e i luoghi che ci accolgono, come il monastero benedettino di San Silvestro o il borgo di Esanatoglia. Ad attenderci, la piazza di Matelica con i suoi palazzi rinascimentali.

Il nostro Cammino ha inizio nella bella piazza del Comune di FABRIANO: con le spalle rivolte alla fontana Sturinalto e di fronte l’arco di corso della Repubblica, procediamo a sinistra prendendo in leggera salita largo Bartolo da Sassoferrato. Raggiunto il piazzale, imbocchiamo a si39

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nistra della fontana via Fogliardi, che percorriamo per intero fino a immetterci su via Balbo. Arriviamo a piazza Quintino Sella dove, tenendo ancora una volta la sinistra, ci incamminiamo lungo via del Chiavelli e all’incrocio con viale Zobicco continuiamo dritti, nel parco Regina Margherita. Attraversiamo quindi i giardini seguendo una pista che, in diagonale, sulla destra, ci permette di uscire in prossimità della rotonda. Da qui, prendiamo a sinistra viale XXIV Maggio fino a incontrare dopo 300 m via Fagioli, che imbocchiamo a destra. Al termine della strada [1.1 - km 1,2], procediamo sul sentiero ben evidente che si inoltra, in leggera salita, tra le querce secolari davanti a noi; si tratta del percorso naturalistico delle Querce e coincide con il sentiero 100 del Cai. La traccia ci conduce fuori dalla città di Fabriano per terminare dopo poco più di un 1 km su via Collepaganello, nell’omonima località. Proseguiamo in salita per 150 m e continuiamo poi sulla sterrata, fino a sbucare, dopo 230 m, di nuovo su una via asfaltata. Teniamo la destra e, fatti pochi metri, riprendiamo sempre a destra la strada bianca, che porta a una grande area di sosta. Attraversiamo l’intera area di sosta tenendoci sulla sinistra ed entriamo nel bosco dove seguiamo i segni bianco-rossi, fino ad arrivare su via San Silvestro Abate. Procediamo sempre in salita; dopo 300 m, attraversiamo la strada e imbocchiamo il piccolo sentiero sulla destra [1.2 - km 3,9] che prosegue parallelo alla strada asfaltata e ci consente di tagliare il tornante. Una volta superata la curva, incrociamo di nuovo l’asfaltata che attraversiamo per prendere, poco più avanti sulla destra, la via che conduce all’eremo di San Silvestro, come indicato dal cartello stradale; proseguiamo poi su asfalto per 750 m nella quiete del bosco. Arrivati al piazzale del monastero, tiriamo il fiato e concediamoci il tempo di ammirare la statua di san Silvestro in compagnia del lupo e di visitare le spoglie del santo benedettino custodite all’interno della chiesa. Uscite dal cancello principale, le mountain bike seguono la strada asfaltata per 1,3 km e girano a destra sulla strada sterrata che, con tornanti in discesa, si ricongiunge al percorso a piedi. Riprendiamo il cammino e superiamo il cancello dell’eremo restando sulla strada asfaltata dritta davanti a noi. Dopo aver percorso 200 m in piano, imbocchiamo il sentiero a destra indicato da segni bianco-rossi [1.3 - km 5,8]; una breve ma ripida discesa ci porta così su un’ampia carrareccia che prendiamo verso sinistra (attenzione: non si tratta del sentiero che scende ripido nella valle). Da qui possiamo godere del panorama circostante che abbraccia la Valleremita con il suggestivo eremo francescano di Santa Maria di Valdisasso. Procediamo sulla sterrata verso sinistra, con pendenza più dolce per 700 m, fino a incontrare un incrocio a T. Qui, giriamo a destra e seguiamo la strada sterrata che, in leggera salita, piega verso destra e ci conduce dopo 800 m alla forcella Sant’Angelo [1.4 - km 10,5], dove troveremo un trivio. Se desideriamo fare una sosta, prendendo la sterrata che scende a destra, dopo 50 m, troveremo un piccolo bivacco. 40


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VALLEREMITA.

L’eremo francescano di Santa Maria di Valdisasso.

Dalla forcella proseguiamo lungo la strada bianca che scende verso sinistra e, dopo diverse curve, porta nella verdeggiante valle Toiano. Arrivati al fondovalle, percorriamo circa 650 m in rettilineo poi, facendo attenzione all’indicazione a terra, imbocchiamo sulla sponda sinistra del torrente di fosso Sant’Angelo il sentiero River Trail [1.5 km 12,9] che procede parallelo al piccolo torrente. Lo seguiamo per 600 m, fino a incontrare una carrareccia che prendiamo a sinistra. Dopo 500 m raggiungiamo la SP 29 che, con un lungo rettilineo, ci conduce al borgo di ESANATOGLIA, dove vale la pena fermarsi per una sosta. Accediamo a destra nel centro storico passando sotto la torre d’ingresso e percorriamo i vicoli fino a raggiungere la medievale Fonte di San Martino, con acqua potabile. Proseguiamo in salita su corso Vittorio Emanuele, usciamo da Porta Panicale e prendiamo a sinistra il ponte sul fiume Esino. Seguiamo il percorso ciclopedonale che passa accanto alla storica chiesetta del Crocifisso. All’incrocio seguiamo a sinistra e dopo pochi metri svoltiamo sullo sterrato di sinistra. Al primo bivio restiamo sulla sinistra, attraversiamo delle case rurali e in discesa raggiungiamo la provinciale prendendo a destra fino al crocevia [1.6 - km 19,7]. Qui, seguendo l’indicazione per Capriglia, proseguiamo dritti, tra i campi coltivati e le case di campagna. Giunti al paesino, dopo un gruppo di abitazioni, lasciamo la via principale per girare sulla strada asfaltata che scende a sinistra [1.7 - km 20,2]; procediamo poi senza deviazioni fino al torrente Fosso di Palazzo che oltrepassiamo prima di affrontare la successiva salita. Seguiamo la strada e 50 m dopo la curva, in prossimità di alcuni affioramenti rocciosi, prendiamo il sentiero poco evidente sulla destra [1.8 - km 20,7]. La pista si inerpica tra i campi, passando accanto a una quercia isolata, e una volta arrivati in cima alla collina incrocia uno 41

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sterrato che imbocchiamo verso sinistra; raggiunti i ruderi di alcuni casali, giriamo quindi a destra tra gli edifici. Il panorama che si apre di fronte a noi è incantevole: la distesa di campi coltivati e i colori della natura, che variano a seconda della stagione, riempiono gli occhi. Percorriamo la carrareccia in discesa per circa 400 m, fino all’incrocio a T, dove svoltiamo a sinistra su via Terricoli. Proseguiamo per un buon tratto sulla strada asfaltata che si snoda tra le aziende agricole e costeggia sulla sinistra la cappella di Maria santissima del Divino soccorso, prima di sbucare sulla SP 71. A 50 metri dalla provinciale, sulla sinistra, troviamo anche l’agriturismo Deimar, una delle strutture ricettive consigliate, con il suo giardino-labirinto di erbe aromatiche. Arrivati all’incrocio con la SP 71 [1.9 - 23,7 km], giriamo a destra e continuiamo per 900 m, facendo attenzione sia agli automezzi che procedono a velocità sostenuta sia alla curva cieca. Siamo alla periferia di MATELICA. Superata la rotonda svoltiamo nella prima traversa a sinistra, dove incontriamo la chiesa del Crocifisso [1.10 - 24,7 km]. Attraversiamo la piazza e proseguiamo a destra su via Lucemoni; giunti vicino al parchetto, imbocchiamo la sterrata che costeggia l’area giochi sulla sinistra e ci conduce fino al sottopasso per via Fermi. Qui, teniamo la sinistra e continuiamo su via Marconi che prosegue anche oltre la rotonda. Fatti pochi metri, entriamo nei giardini di Matelica che attraversiamo in diagonale per raggiungere lo spiazzo Beata Mattia. Ci dirigiamo ancora a sinistra e all’incrocio prendiamo, di fronte a noi, corso Vittorio Emanuele, la via principale della città. Mentre camminiamo vale la pena fermarsi all’altezza dell’hotel Fioriti per ammirare i mosaici di una domus romana. Al termine della strada, ad accoglierci, la grande piazza dedicata a Enrico Mattei, con la fontana dei Delfini e il Palazzo del Comune, meta finale di questa tappa. PERCORSO CICLOTURISTICO (LUNGHEZZA 22,2 KM, DISLIVELLO +520 M)

Dalla piazza del Comune, con le spalle rivolte all’arco, seguiamo corso della Repubblica e via della Vittoria. Alla rotonda prendiamo la terza uscita su via Serraloggia, che diventa strada provinciale di Genga SP 15, dapprima in salita e poi in discesa. Imbocchiamo a destra la deviazione per Attigio (km 4,8) e prendiamo subito a sinistra di fronte alla chiesa. Proseguiamo sempre dritto in saliscendi fino a immetterci sulla strada per Paterno (km 6,3). Dopo 600 m andiamo a sinistra per Collamato. Prendiamo il successivo bivio a sinistra. Finita la ripida salita voltiamo a destra sulla SP 15 per Genga (km 8,7). Giungiamo in paese, dove vale la pena fermarsi per visitare il borgo fortificato. Riprendiamo la strada che diventa SP 29 e, prima in discesa, poi in piano, raggiungiamo Esanatoglia. Svoltiamo a sinistra in via Borgo San Giovanni e di nuovo a sinistra in via Roma. Alla rotatoria prendiamo la seconda uscita, in salita (km 15,4). Superiamo la località Pagliano; da qui, prima in piano e poi con una lunga discesa tra gli alberi, raggiungiamo la strada Vocabolo San Venanzio che prendiamo a destra (km 21,5). 42


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La strada prosegue in pianura costeggiando i campi. All’incrocio successivo, prendiamo a sinistra (km 22,7) e procediamo fino a via Circonvallazione che imbocchiamo svoltando nettamente a sinistra (km 22,4). Giriamo a destra su via della Porta Vecchia; continuiamo su via Boldrini e corso Vittorio Emanuele fino a piazza Enrico Mattei (km 24,4).

Da vedere Fabriano La città della carta, così è conosciuta in tutto il mondo. Inventata in Cina e portata dagli arabi in Occidente, la lavorazione della carta ha avuto a Fabriano il suo maggior sviluppo in Europa (www. museodellacarta.com). Ma di questa città colpiscono anche le viuzze strette e silenziose e i tanti tesori che vi sono custoditi. Tra questi, la scenografica piazza del Comune con la fontana Sturinalto (1285) e il Palazzo del Podestà, in stile gotico. Da non perdere il Museo del Pianoforte storico e del suono, che propone delle suggestive visite concerto (www.accademiadeimusici.it).

Esanatoglia Posta sul pendio di un colle, con il suo castello e il borgo medievale, vigila silenziosa la valle dove scorre il fiume Esino. La sua storia è legata a due santi: Anatolia, patrona della città, e Cataldo, compatrono acquisito, che la leggenda vuole abbia salvato l’abitato fermando con tre dita un grosso masso staccatosi dalla sommità del monte Consegno, sul quale si erge l’eremo a lui dedicato. In diverse case di epoca medievale è possibile osservare le famose “tre porte”: l’ingresso dell’abitazione, l’ingresso della vita o degli sposi e, infine, la porta del morto che veniva aperta solo per i defunti. Matelica Nata come Municipium nel I secolo d.C., Matelica ha rivestito un ruolo importante nel territorio fin dall’epoca romana. Tra il XIII e il XIV secolo, sotto la Signoria degli Ottoni, la città contava ben 110 lanifici. Proprio l’industria tessile, insieme a quella calzaturiera, è stata al centro di un rilancio voluto alla metà del ’900 da un suo illustre cittadino, Enrico Mattei, presidente dell’Agip e fondatore dell’Eni. Da vedere, lo storico Teatro Piermarini e il Globo di Matelica, una sfera di marmo del diametro di 30 cm con incise linee, archi, lettere dell’alfabeto greco che indicano le ore del giorno, il calendario e le costellazioni dello zodiaco. Ritrovato nel 1985, il Globo è conservato nel Museo archeologico.

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In viaggio tra terra e cielo Come un viandante, con lo zaino in spalla, per più di dieci anni ho girato l’Italia inseguendo la via degli antichi contastorie. Ho attraversato regioni, città, paesi minuscoli e campagne desolate. Mi sono perso tra i monti e ritrovato nelle valli. Anno dopo anno, stagione dopo stagione, in un nomadismo continuo. Ad accogliermi i luoghi e le persone più disparate. Sono un attore, e lo considero una fortuna. Perché mi ha permesso, e mi permette ancora adesso, di incontrare quasi a ogni passo storie preziose. E dietro le storie, sempre si nasconde un’umanità ancor più preziosa. Va però cercata. Con tutto questo bagaglio nell’animo, infreddolito e stanco, nell’inverno del 2015 ho cercato rifugio in un ex monastero benedettino, vicino a Fabriano. Lì ho trovato Michele che, in nome di un’antica amicizia, mi ha dato un riparo, e da subito ha condiviso lo spirito della mia ricerca. Davanti alla fiamma del camino di Tenuta San Cassiano, ai piedi del monte Cucco, ho iniziato così a tracciare una mappa. La mappa di un nuovo progetto artistico che ha al centro l’uomo e l’appartenenza alla terra. Mi è bastato unire i puntini, come si fa da bambini con La settimana enigmistica e camminando tra i frassini e i lecci, grazie ai silenzi di questa abbazia del 1100 e alla voce del torrente che vi scorre accanto, ho trovato il filo che stavo inseguendo. Nei giorni che passavano ho riportato alla mente i racconti ascoltati e le esperienze fatte, ho annotato i nomi e i cognomi di contadini, allevatori, artigiani, incontrati nel mio peregrinare, uomini e donne dai saperi millenari, e ho immaginato di farli dialogare con medici, poeti, professori universitari, autori del passato. Quando è arrivata la primavera, come per magia, il senso profondo del mio progetto è spuntato come le gemme sui ciliegi selvatici. Ancora oggi, in tutta Italia, ci sono persone che onorano i territori in cui vivono e al contempo ne traggono profitto, lavorando in modo rispettoso e sostenibile. Come sta facendo da anni Michele che, con la cooperativa Evodinamica, gestisce a San Cassiano uno spazio fatto di accoglienza e attenzione alla terra, un vero e proprio laboratorio agri-culturale in un luogo altrimenti dimenticato. Con la brezza di maggio, sono ripartito, ma stavolta non ero più solo, con me c’era una piccola armata Brancaleone grazie alla quale è stato possibile realizzare un sogno ambizioso. L’ho chiamato “Viaggio tra Terra e Cielo” e di strada ne abbiamo percorsa: oltre 4.000 km che hanno fatto nascere uno spettacolo teatrale, un film documentario e un gruppo di lavoro, “Radici nel cielo”, che non può dimenticare quanto deve a questa terra, smarrita tra gli Appennini marchigiani. E ogni volta che può, ci ritorna. Andrea Pierdicca 44


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