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➜ C HIARAVALLE

Il DUOMO * (entrata dal museo), cuore pulsante e simbolo della città meneghina, fu iniziato nel 1386, ma completato solo dopo ben sei secoli. La lunga durata della costruzione della chiesa, dedicata a santa Maria Nascente, fece nascere l’espressione milanese Longh cume la fabbrica del domm (lungo come la fabbrica del duomo). Alto oltre 100 metri e lungo quasi 160, decorato esternamente da più di 2.300 statue (tra le quali la Madonnina, altro simbolo della città), il duomo vanta il primato di chiesa più grande d’Italia (San Pietro appartiene alla Città del Vaticano) e ha visto al suo interno l’incoronazione di Napoleone Bonaparte come re d’Italia. Se siete fortunati e avete raggiunto Milano in una giornata di cielo terso, salendo sul tetto del duomo potrete ammirare l’arco alpino innevato.

Uno dei simboli del lusso milanese è la GALLERIA VITTORIO EMANUELE II *, un passaggio coperto in ferro e vetro che collega il duomo e il teatro alla Scala. La prima pietra venne posata nel 1865, dopo che il Comune di Milano decise di indire un concorso internazionale tra architetti che venne vinto da Giuseppe Mengoni. Tra i mosaici che ornano la pavimentazione dell’ottagono centrale (noterete alcuni i turisti in fila) si trova il toro, simbolo di Torino, sui cui attributi la tradizione meneghina vuole che si debba girare tre volte con il tacco se si vuole avere fortuna.

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Tra le chiese più antiche di Milano, la bellissima BASILICA DI SANT’AM -

BROGIO * è stata edificata tra il 379 e il 386 per volere dello stesso vescovo Ambrogio, santo patrono e protettore della città. Consigliamo una visita alla paleocristiana cappella di San Vittore in Ciel d’Oro dove, tra i mosaici che la adornano, è conservato il più antico ritratto di sant’Ambrogio. Nella navata centrale è possibile ammirare, su una colonna di granito, un serpente in bronzo, che secondo la leggenda sarebbe stato forgiato da Mosè, a cui la devozione popolare attribuiva il potere di guarire dai morsi di serpente, dalle malattie intestinali e dai vermi. Nella piazza, a sinistra del cancello d’ingresso alla basilica, si trova la cosiddetta colonna del Diavolo, di epoca romana, dove sono visibili due buchi, secondo la leggenda causati dal demonio che, durante una lotta con sant’Ambrogio, vi conficcò le corna (gli scettici sostengono invece che si tratti semplicemente della sede di un cancello).

Altro simbolo della città, il CASTELLO SFORZESCO * venne eretto come fortezza nel 1368, e successivamente trasformato in uno splendido palazzo ducale dalla famiglia Sforza, che ne fece una delle più belle corti d’Italia. All’ingresso principale si trova la torre del Filarete, elegante ricostruzione dell’originale quattrocentesco (andato distrutto nel 1521) a opera di Luca Beltrami, mentre ai due lati sono visibili due grandi torrioni: il torrione dei Carmini, che fu per alcuni anni adibito a serbatoio dell’acqua potabile, e il torrione di Santo Spirito. Dall’ingresso principale si accede alla piazza delle Armi, il primo dei due quadrilateri da cui è composto il castello, caratterizzato dalla presenza di una torre a pianta quadrata chiamata torre di Bona di Savoia. Il fossato che vedete alla sua base, un tempo corrispondeva con quello presente intorno alle mura di Milano. Proseguendo dritto si raggiunge il secondo quadrilatero suddiviso a sua volta in due parti: sul lato destro troviamo la corte Ducale, dove erano situati gli appartamenti dei duchi, mentre a sinistra c’è il cortile della Rocchetta, progettato come luogo in cui rifugiarsi in caso di assedio. Il complesso è oggi sede di diverse istituzioni museali tra cui la Pinacoteca, il Museo degli Strumenti musicali e il Museo Pietà Rondanini dove si può ammirare l’omonima scultura di Michelangelo. Alle spalle del castello è possibile fare due passi nel bellissimo Parco Sempione, alla ricerca delle tartarughe nascoste tra i laghetti o di relax sui grandi prati, oppure ci si può fermare a bere un bicchiere di vino e degustare prodotti del territorio alla Cascina Nascosta: come indicato dal nome, è letteralmente nascosta in un bellissimo angolo del parco che si raggiunge superata la torre Branca (realizzata su progetto di Giò Ponti nel 1930 e su cui si può salire in ascensore): se si arriva dal castello, sulla sinistra si trova una stradina acciottolata che conduce alla cascina.

Infine non si può non citare il CENACOLO *, la celebre Ultima Cena realizzata tra il 1494 e il 1497 da Leonardo da Vinci in quello che un tempo era il refettorio di Santa Maria delle Grazie, su commissione del signore di Milano Ludovico il Moro. Leonardo decise di non affidarsi alla tradizionale tecnica dell’affresco, ma volle sperimentare un metodo che permettesse di lavorare sull’intonaco asciutto, e quindi di tornare più volte sull’opera curandone i minimi dettagli. Questa scelta purtroppo si rivelò sbagliata e a causa del deterioramento si resero necessari continui lavori di restauro, di cui l’ultimo e più importante durato vent’anni, tra il 1978 e il 1999. L’opera, patrimonio dell’umanità Unesco, fa parte oggi del visitatissimo Museo del Cenacolo (prenotazione obbligatoria).

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