Pacchetto La Via Francigena in Toscana + Credenziale

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altopascio ➜ san miniato 2.9

San Donato Fiu

Fucecchio

le Botteghe

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Santa Croce sull’Arno

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Ponte Buggianese

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Villa Campanile

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Chiesina Uzzanese

Altopascio

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altopascio ➜ san miniato

Ponte a Elsa m e Elsa

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San Miniato

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Ponte a Cappiano 2.7

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Cinelli

Pinete

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Da Altopascio a San Miniato

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SAN MINIATO

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SAN MINIATO BASSO

FUCECCHIO

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VILLA CAMPANILE

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PONTE A CAPPIANO

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LUNGHEZZA: 29 km DISLIVELLO IN SALITA: 250 m DISLIVELLO IN DISCESA: 115 m DIFFICOLTÀ: impegnativa

Mezzi pubblici Stazioni Fs ad Altopascio, linea ViareggioFirenze; a San Miniato-Fucecchio, linea Pisa-Firenze; autobus Autolinee Toscane, linea 20 Altopascio-Fucecchio, 4 corse al giorno, fermate a Galleno e Ponte a Cappiano, www.at-bus.it.

Servizi Bar e alimentari a Villa Campanile, bar a Galleno; bar, negozi e ristoranti a Ponte a Cappiano e a Fucecchio; bar e alimentari a Ontraino; a San Miniato Basso, in via Parini, punto di ristoro offerto da privati per i pellegrini di passaggio; bar, negozi e ristoranti a San Miniato Basso nel centro storico.

Dove dormire PONTE A CAPPIANO: Ostello di Ponte

de’ Medici, viale Colombo 308, ha sede nel bellissimo ponte mediceo, tel. 393-75.36.575, ostellopontedeimedici@ gmail.com, 12 posti, 20 €, apertura annuale, uso cucina. Casa del Pellegrino, viale Colombo 235, tel. 371-30.71.333, 4 posti, 25 €,

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uso cucina, apertura annuale. FUCECCHIO: Affittacamere Il poggio, viale Bruno Buozzi 14, tel. 346-69.64.368, affittacamereilpoggio@gmail.com, www.affittacamereilpoggio.it, 9 posti, 25 € con credenziale, senza colazione, uso cucina, servizio di lavanderia, apertura annuale. Casetta sul Lago, via della Querciola 28, tel. 371-30.71.333, 3 posti, 30 €, uso cucina, apertura annuale. Antica Sosta, via Castruccio 4, tel. 371-30.71.333, 3 posti, 25 €, uso cucina, lavanderia, apertura annuale. PONTE BUGGIANESE: Ostello Dogana del Capannone, via Capannone 252. Attualmente chiuso: gestione in affidamento. SAN MINIATO: L’hospitale del pellegrino, via Gargozzi 34, tel. 393-49.95.126, lhospitaledelpellegrino@gmail.com, 11 posti, 18-20 €, aperto dalla settimana Santa a fine ottobre. Convento San Francesco, piazza San Francesco 1, tel. 0571-43.051, sanminiato@nuoviorizzonti.org, 80 posti, estivo: 35 € mezza pensione, 20 € pernottamento + 5 € colazione, 10 € in meno con proprio sacco lenzuolo; invernale: 40 € mezza pensione, 30 € pernottamento e colazione, 25 € solo pernottamento, 15 € in meno con proprio sacco lenzuolo, apertura annuale. Ostello San Miniato, piazza Mazzini 1,


altopascio ➜ san miniato

tel. 338-79.97.004, ostellosanminiato@ gmail.com, www.ostellosanminiato.com, 13 posti, 20-25 €, apertura annuale, uso cucina, lavanderia.

Affittacamere Il Viandante, via Conti 21, tel. 393-75.36.575, 12 posti, 25 €, uso cucina, lavanderia. Nel centro storico altre strutture ricettive.

Il passaggio di fiumi e paludi rendeva il cammino rischioso e incerto ai pellegrini medievali. Non così per noi viandanti moderni, che guardiamo dall’alto dei ponti e degli argini i corsi d’acqua domati e regimentati. Anche se gli ambienti attraversati sono oggi molto più domestici, i boschi delle Cerbaie, sulle alture spartiacque tra il bacino del Serchio e dell’Arno, sono tuttavia luoghi inaspettatamente selvaggi e solitari. D’improvviso si è di nuovo in pianura, tra geometrie regolari di campi e rogge. Due città arroccate si guardano sui due versanti del Valdarno Inferiore: la fiorentina Fucecchio e la pisana San Miniato, che sono state per secoli capisaldi a controllo della Via Francigena.

Dalla porta dei Vettori si attraversa la piazza e si continua su via Roma, seguendo le indicazioni per Fucecchio sulla via Romana-Lucchese, che si segue per 1,5 km, fino a una rotonda [2.1]. Qui si imbocca a destra il percorso protetto, seguendo in senso orario gli attraversamenti pedonali della rotonda. Il percorso sterrato che si tiene inizialmente parallelo alla tangenziale, poi si inoltra nel bosco, ben segnato ai vari bivi. In 1,6 km si raggiunge Villa Campanile [2.2]. Alla piazzetta con parcheggio (fontana), si va a sinistra, quindi a destra fino all’incrocio. Da qui si va a sinistra per 270 m, e s’imbocca a sinistra la sterrata che poco oltre piega a destra. Sempre dritto per 1,5 km in direzione sud-est. Qui il percorso piega a sinistra e con 1 km di sterrato ritorna alla via RomanaLucchese [2.3]. Si va a destra e si lascia la provinciale circa 150 m più avanti del bivio per Galleno [2.4]. Si va a destra (tabella illustrativa Via Francigena) su strada inizialmente sterrata e inerbita, poi selciata: è un tratto dismesso della via Romana, erede diretta della via Francigena medievale. Si passa accanto a casa Greppi, un casale che fu sede di ospitale e osteria in epoca medievale. La via selciata passa con un ponte un fosso e sale a Galleno, località ricordata da Filippo Augusto re di Francia nel 1191. Sbucati sulla strada asfaltata, si prosegue dritto sulla via Romana-Lucchese (SP 15, con marciapiede per un tratto) per 1,2 km, e poco oltre una rotatoria si va a destra, su sterrata [2.5]. Oltrepassata una casa, si sta a sinistra sulla pista inerbita, che si inoltra nel bosco delle Cerbaie. Il percorso è molto articolato, ma ben indicato da segnavia ai numerosi bivi nel labirinto di piste forestali che attraversano il bosco, dove bisogna mantenere sempre la direzione sud-est. Si costeggiano un galoppatoio e vari recinti per cavalli; ci si affaccia su uno stagno e, con vari saliscendi, si ritorna sull’asfalto in via Poggio Adorno [2.6], che si segue a destra sul percorso pedonale protetto (a sinistra della sede stradale); al bivio successivo si va a sinistra in discesa per 250 m, 37

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per imboccare di nuovo a sinistra una ripida carrareccia. Il sentiero intercetta una strada rurale, su cui si prosegue. Si attraversa la SP 11 e si continua dritto. Al successivo bivio poco oltre, si prosegue ancora dritto sulla pista ciclopedonale per raggiungere in breve il centro abi�tato di PONTE A CAPPIANO [2.7] raccolto intorno a una piazza. A destra la strada imbocca il Ponte Mediceo (ostello). Varcato il ponte si scende a sinistra nel parcheggio, dal quale si imbocca la pista inerbita che si tiene sull’alzaia del canale Usciana emissario del Padule di Fucecchio. Si segue l’argine per 1,6 km, poi a destra su sterrata, in direzione di un visibile ponticello [2.8] su un altro canale, che si oltrepassa, per proseguire a sinistra. Poco meno di 1 km più avanti, all’incrocio con una strada, si attraversa e si continua sull’argine, fino a sbucare sulla circonvallazione di FUCECCHIO. Si attraversa e si prosegue dritto su via Ponte del Rio. Si sbuca su viale Bonaparte, si attraversa e si prosegue su via Sotto La Valle, poi a destra sulla scalinata che sale al centro storico (via Franco Bracci). Il piazzale a cui si arriva [2.9] è molto panoramico, affacciato sul Valdarno. Si scende la via Castruccio Castracani, quindi alla piazzetta si va a destra per l’abbazia di San Salvatore, da cui si scende a sinistra per la collegiata di San Giovanni Battista, dalla facciata incompiuta. Con via Donateschi si scende alla vasta piazza Montanelli. Si prosegue dritto su via Nelli, poi su via Roma e su via Gramsci, che porta al ponte sull’Arno. Un percorso protetto scende nell’area verde a destra della strada e risale in prossimità dell’imbocco del ponte [2.10], passato il quale si va subito a sinistra sulla strada che costeggia il fiume, in località San Pierino. Si lascia la strada poco oltre (via Navalestro) per salire a sinistra sull’argine inerbito, che raggiunge la superstrada. Si

Napoleone a San Miniato Piazze, palazzi e locali pubblici a San Miniato portano il nome dall’illustre generale còrso. Un motivo per indagare sui legami di Napoleone con la città toscana. Le prime notizie certe sulla famiglia dei Bonaparte risalgono al XIII secolo, quando Bonaparte di Gianfaldo era notaio a Sarzana, città dove la famiglia rimase a lungo, ricoprendo incarichi di prestigio nell’amministrazione della cosa pubblica. Nel XVI secolo i Bonaparte si trasferirono in Corsica che, come Sarzana, faceva parte della Repubblica di Genova, ma non interruppero i legami con la terra di origine. Un ramo della famiglia si era nel frattempo stabilito a San Miniato, nel granducato di Toscana, ed è proprio qui che nel 1778 Napoleone adolescente accompagna il padre alla ricerca degli attestati di nobiltà della famiglia, necessari per la sua ammissione al collegio militare di Brienne. A San Miniato Napoleone farà ritorno il 2 luglio del 1796, da generale, durante l’assedio di Livorno, per visitare l’anziano zio, il canonico Filippo Buonaparte. Ne dà notizia in quei giorni il giornale locale, la Gazzetta Toscana, e l’evento è ricordato anche nel quadro di Egisto Sarri, conservato a Palazzo Formichini, antica dimora di uno dei due rami dei Bonaparte di San Miniato e oggi sede della locale cassa di risparmio: Napoleone entra su un cavallo bianco a San Miniato, sventolando la feluca in segno di saluto allo zio. Sullo sfondo svetta la torre fatta costruire da un altro imperatore, Federico II.

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PONTE A CAPPIANO. Il Ponte Mediceo; nella torretta si trova l’ostello.

passa sotto il cavalcavia sullo sterrato, che piega a destra e porta a una rotonda. Il percorso prosegue prima della rotonda, salendo a sinistra sull’argine maestro, che in un primo tratto corre parallelo alla via Sanminiatese. Poco prima di una curva a 90° dell’argine, si scende a sinistra sulla sterrata che prosegue tra i campi in direzione est. Si sbuca su una strada asfaltata, dove si va a sinistra. Si segue la via per 500 m, attraversando la frazione di Ontraino [2.11], per andare a destra su via Candiano, ancora su asfalto per 500 m. Oltre una casa, si prende a destra la strada bianca, che dapprima serpeggia tra i campi della piana dell’Arno, poi, con un lungo rettilineo, porta al sottopasso della linea ferroviaria e, poco oltre, a quello dell’autostrada. Si prosegue sempre dritto nell’abitato di San Miniato Basso, su via Parini, da cui si sale alla rotonda. Si segue quindi via Marconi. Al crocevia (semaforo) [2.12], si va a sinistra sulla SS 67 per circa 130 m: si imbocca a destra una stradina che sale su un arginello alle spalle del complesso della Misericordia. Si sbuca su via Pozzo, che si prende a destra, in salita per circa 300 m, fino a un tornante. Qui si procede dritto sul sentiero a fianco di una casa, che sale panoramico verso il centro storico di San Miniato. Si ritorna all’asfalto, su via Fontevivo, e si sale ripidamente all’abitato e a un incrocio. Andando a destra (corso Garibaldi), la strada aggira il punto più alto del paese e sbuca su via Conti, nel centro di SAN MINIATO.

Variante per il Padule di Fucecchio (25 km) Tra Altopascio e

Fucecchio un percorso alternativo consente la conoscenza di una delle aree umide più importanti in Italia e la più estesa dell’entroterra, con 1.800 ettari di superficie. Il Padule di Fucecchio - in passato un lago navigabile esteso su tutta la bassa Valdinievole - fu parzialmente bo39

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Morir di fame all’Altopascio Il più elementare cibo dei pellegrini medievali non doveva essere molto diverso da quello prodotto ora, secondo il disciplinare della Camera di commercio di Lucca, con grano proveniente in gran parte dalla Toscana e con procedimenti antichi. Il celebre pane di Altopascio, oggi come allora, viene fatto lievitare con la pasta madre, o “sconcia”, come la chiamano i locali. Le forme sono piuttosto grandi: bozze (rettangolari) o filoni che vanno dai 500 g ai 2 kg, dalla crosta croccante e dalla pasta molto lievitata. Il sapore è “sciocco”, insipido perché completamente privo di sale. Sicuramente ad Altopascio non di solo pane campavano i pellegrini, ma anche di saporito companatico, che ben si sposa col pane sciocco. Sarà per questo che ‘come morir di fame all’Altopascio’ è diventato un detto diffuso in Toscana, per definire un evento del tutto improbabile.

nificato tra il XVIII e il XIX secolo, per ricavare terre coltivabili. Conserva tuttavia ambienti umidi tutelati da due aree protette distinte, istituite rispettivamente dalle Province di Firenze e Pistoia. Il territorio alterna zone palustri a canneto, stagni dalla superficie ricoperta di ninfee, boschi tipici delle aree umide (ontaneti), incolti e campi coltivati. Grazie a questa grande varietà di ambienti, il Padule è habitat per numerose specie di uccelli stanziali e migranti, e dunque paradiso del birdwatching. Questo lo scenario proposto dalla variante, che muove dalla porta dei Vettori ad Altopascio, per piegare in direzione nord-est, lungo via Gavinana, poi su via delle Cerbaie. Prima di un’area industriale il percorso prende a destra lungo l’argine inerbito di un canale, costeggiando i capannoni per poi inoltrarsi in aperta campagna. Alla strada asfaltata si gira a sinistra, in direzione nord, e alla rotonda si imbocca via dei Ferranti. Si giunge così al confine della Riserva naturale del lago di Sibolla, uno specchio d’acqua alimentato in prevalenza da risorgive, esteso su 12 ettari, che ha conservato un mosaico di ambienti rari. Vi si trovano, infatti, specie vegetali di origine glaciale tipiche delle tundre nordiche (sfagni) e anche più antiche, antecedenti alle glaciazioni. Ospita inoltre una garzaia, con varie specie di aironi. Il passaggio sul percorso all’interno della riserva va concordato preventivamente con l’ente gestore (per informazioni: Comune di Altopascio, tel. 0583-21.64.55). Un tracciato alternativo costeggia il perimetro recintato della riserva. L’itinerario prosegue lungo il fosso di Sibolla fino a via Gremignaio, dove si va a nord, con una lunga digressione nel territorio del Padule di Fucecchio, intensamente coltivato, toccando le case sparse di Vione. Quindi seguendo via Colmate del Cerro fino al Ponte alle Pietre, si procede nuovamente verso sud, attraversando l’abitato di Anchione. Da qui, imboccando via Capannone si raggiunge l’ospitale Dogana del Capannone. Una dogana è documentata dal XVI secolo sul confine tra Firenze e Lucca, controllata dai Medici e luogo di stoccaggio di derrate a servizio del porto di Capannone. Oggi ospita un ostello e un Centro di documentazione sull’eccidio del Pa40


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SAN MINIATO. Il borgo si sviluppa lungo un crinale.

dule di Fucecchio dell’agosto 1944, quando 174 persone, di cui 32 a Ponte Buggianese, furono trucidate dalle truppe naziste. Oltrepassato l’ostello, al tabernacolo dedicato a Pellegrino e Rocco Cardelli, che furono tra le vittime, il percorso piega a sud-ovest su campestri, per raggiungere e passare il torrente Pescia di Collodi, quindi il fosso Sibolla. Una strada asfaltata, via Salanova Massarella, costeggia, in direzione sud-est, le pendici delle Cerbaie, in ambiente più boscoso, e anche con qualche modesta salita. Con via Porto allo Stillo si scende nuovamente verso il Padule e il Casotto del Sordo, antico porto lungo il canale Usciana e oggi luogo di aggregazione sociale e punto di partenza per la visita al Padule sui tradizionali barchini. In parte su asfalto e in parte su campestri, la tappa prosegue, in salita, alla frazione di Massarella, con vista panoramica sul Padule. Si scende poi con via Porto Cavallaia alla frazione omonima, oltre la quale si imbocca l’alzaia del canale Usciana in direzione di Ponte a Cappiano. Circa 1,5 km prima del Ponte Mediceo si trovano i segnavia del percorso principale diretto a Fucecchio e San Miniato.

Da vedere Le Cerbaie Il comprensorio collinare delle Cerbaie divide il bacino

idrografico del Serchio da quello dell’Arno, ed è compreso tra il padule di Bientina e il padule di Fucecchio. Formatesi nel Pleistocene medio (500mila anni fa) grazie alla deposizione di limi e sabbie dalla Garfagnana, si estendono per 120 km² con un’altezza massima di 177 m. Soprattutto nella parte settentrionale, verso Lucca, digradano dolcemente e sono solcate da numerosi “vallini”, ricchi di stagni e torbiere. I suoi boschi furono a lungo sfruttati dai cantieri navali pisani. 41

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Oggi le Cerbaie fanno parte delle Rete Natura 2000 per gli habitat che conservano. La Via Francigena le attraversa su piste forestali, nel bosco misto di querce, ontani neri, pini marittimi. Negli stagni non è raro ammirare la fioritura del nanufaro, una bellissima ninfea dal fiore giallo.

Ponte a Cappiano La strada del pellegrino era in un certo senso

obbligata, attraverso i rilievi collinari delle Cerbaie e i ponti documentati già in epoca altomedievale: il primo era a Ponte a Cappiano sull’Usciana, che Sigerico chiama Aqua nigra o “Arno Nero”, evidentemente per il colore delle acque. Il Ponte Mediceo fu fatto costruire nel 1550 da Cosimo I, e sostituiva un ponte fortificato medievale del XIV secolo. La struttura medicea era molto complessa e comprendeva il forte, il mulino, una ferriera, una pescaia, il centro amministrativo di una grande fattoria, e naturalmente anche l’osteria. Oggi in una delle torri ha sede un ostello.

Fucecchio Il paese fu fondato intorno al X secolo dai conti Cadolingi

a controllo del guado dell’Arno e della Via Francigena. Della fortezza cadolingia resta la Torre Grossa, che domina il parco Corsini e le altre fortificazioni della rocca, costruite dai fiorentini nel XIV secolo. Il percorso sale all’abbazia di San Salvatore, di aspetto rinascimentale, con il portico del XVI secolo. Vi è annesso un convento di suore francescane. Si scende la scalinata sulla piazza Vittorio Veneto: da notare la facciata incompiuta della collegiata di San Giovanni e l’affresco raffigurante san Cristoforo, protettore dei passaggi fluviali. Il ponte sull’Arno - l’Arne Blanca di Sigerico, o “Arno Bianco” - era in un luogo diverso da quello attuale, per il divagare dei meandri del fiume nel corso dei secoli.

San Miniato Il lungo borgo lineare è disposto sul crinale di tre poggi

affacciati sulla valle dell’Arno. Sorse intorno a una chiesa fondata nell’VIII secolo come sede dei vicari imperiali, con giurisdizione su tutta la Toscana. Il castello era strategico al controllo di ben tre vie: la Francigena, la via Pisana e il corso dell’Arno. Da non perdere la salita alla torre di Federico II, l’imperatore che fece costruire la rocca e che soggiornò a San Miniato: incantevole la vista sulla valle dell’Arno e sulla tappa odierna. Ai piedi della torre si trova il duomo del XIII secolo, titolato a Santa Maria Assunta e San Genesio. La torre campanaria è ricavata dalla Torre di Matilde, appartenente all’antica fortificazione medievale, uno dei presunti luoghi di nascita della Grancontessa Matilde di Canossa, figlia del vicario imperiale Bonifacio. Il convento e la chiesa di San Francesco (XIII secolo e successivi) sorsero sul sito della primitiva chiesa di San Miniato.

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Le Misericordie: il Medioevo tra noi Le Misericordie sono state da sempre impegnate in vari ambiti: da quello delle pratiche devozionali e penitenziali, con cui i laici potevano avere un ruolo attivo nella liturgia, alle confraternite, legate a uno specifico mestiere e al culto di un santo protettore; oppure potevano avere come scopo l’assistenza agli infermi, agli orfani e ai pellegrini, che esercitavano grazie al lavoro volontario dei confratelli e delle consorelle, e grazie a lasciti e donazioni. Alcune Misericordie possedevano patrimoni consistenti, e il loro operato fu a più riprese ostacolato dai potenti di turno, con soppressioni e confische di beni e attrezzature. Nonostante i molti tentativi di controllo, riuscirono a mantenere la propria autonomia anche nei periodi più bui, non ultimo, durante il ventennio fascista, quando il regime mirava ad accentrare le attività assistenziali nelle mani dello Stato. Nel secolo scorso furono proprio le Misericordie a formare le prime compagnie di pompieri e a svolgere le mansioni di primo soccorso durante le catastrofi naturali oggi delegate alla protezione civile. Le loro attività attuali spaziano dal servizio di trasporto in ambulanza, in convenzione con il servizio sanitario nazionale, all’assistenza agli anziani e alle persone con disabilità, e alle attività di onoranze funebri. A San Miniato Basso la sede della locale Misericordia è un moderno complesso assistenziale costruito tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila, con ambulatori, pronto soccorso, rimessa per le ambulanze e punto di atterraggio per l’elisoccorso, oltre a una grandiosa chiesa. C’è anche un piccolo ospitale per i pellegrini, utilissimo per chi arriva a fine tappa troppo stanco per affrontare la salita a San Miniato. La Misericordia di San Miniato Basso non è tra le più antiche (fu fondata nel 1911 come Misericordia al Pinocchio, dal vecchio nome del paese, Ponte al Pinocchio), ma è, come altre attive soprattutto in Toscana, erede di una tradizione medievale. La prima confraternita di cui si ha notizia si costituì a Firenze nel 1244, ed è tutt’ora attiva. Nel XIII e XIV secolo si diffusero in tutta Europa, in ambito urbano e per iniziativa di laici. Era infatti un modo per la società civile di ritagliarsi spazi di intervento autonomi rispetto alle gerarchie ecclesiastiche e agli ordini monastici. In tempi turbolenti offrivano servizi essenziali alla popolazione e avevano un peso politico nelle comunità in cui operavano. Proseguendo lungo la Via Francigena, a Buonconvento si trova l’oratorio di San Sebastiano, sede dell’Arciconfraternita della Misericordia, fondata nel 1595. All’interno la sala espositiva “Patrimonio e testimonianza”, dove sono raccolte interessanti memorie della confraternita dalla nascita a oggi: lettighe e portantine, strumenti chirurgici e arredi di farmacia, stendardi e paramenti, tra cui un copricassa finemente decorato, per dare un dignitoso funerale anche a chi non poteva permettersi una bara lussuosa. Per concordare l’apertura, tel. 348-69.82.592. 43


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