ALL’ A
RREMBAGGIO!
RREMBAGGIO! A L ’ L A
ABBY HANLON
Titolo originale: Dory Fantasmagory. Tiny Tough © 2019 Abby Hanlon All rights reserved including the right of reproduction in whole or in part in any form. This edition published by arrangement with Dial Books for Young Readers, an imprint of Penguin Young Readers Group, a division of Penguin Random House LLC. © 2019 Cart’Armata edizioni Srl Terre di mezzo Editore via Calatafimi 10, 20122 Milano Tel. 02-83.24.24.26 e-mail editore@terre.it terre.it acchiappastorie.it Direzione editoriale: Miriam Giovanzana Coordinamento editoriale: Davide Musso Traduzione: Sara Ragusa Lettering: Santiago Villa Prima edizione italiana: ottobre 2019 Società Editoriale Grafiche AZ Srl, San Martino Buon Albergo (VR) Questo libro è stampato su carte dotate di certificazione FSC®, che garantisce la provenienza della materia prima da foreste gestite in maniera responsabile e da altre fonti controllate.
CAPITOLO 1
Un meraviglioso giocattolo da bagno Il mio nome è Dory, ma tutti mi chiamano Birba. Ho una sorella maggiore che si chia-
ma Viola, e un fratello, più grande anche lui, Luca. Loro ricevono tutte le attenzioni, e a me
niente! A parte quando hanno da fare dopo
la scuola. Allora ho la mamma tutta per me, perché io non ho mai nulla da fare. Mamma
ha detto che oggi andiamo in biblioteca. “Evviva!” ho risposto. “Così guardo i libri nuovi!” 1
“Adoro i nostri pomeriggi insieme”, dice la mamma. “Sei la mia piccola socia.”
“Questo vuol dire che sono la tua preferita, vero?” chiedo.
Lei mi fa l’occhiolino e dice: “No”. In biblioteca vado dritta al bancone e chiedo: “Ha presente quel libro che parla di una famiglia che fa colazione sotto la doccia e la mamma indossa un vestito fatto di galline vive?”.
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“E il bambino mangia con i piedi e poi salta la luce
e pensano che sono morti, ma poi il cane e il gatto
riattaccano l’elettricità.” “Birba, te lo stai
inventando?” chiede la mamma.
“No! È un libro vero!
Poi pensano che sono
in paradiso, ma in realtà sono in salotto!
È divertentissimo! Ce l’ha il libro?”
“Mi dispiace, ma questo
non lo conosco”, risponde la bibliotecaria.
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“Ma questa serie potrebbe piacerti, si intitola La piccola fattoria felice.”
“Fa niente, grazie lo stesso”, dice la mamma. “Smettila di ringhiare”, sussurra, e mi porta via dal bancone.
La mamma trova dei libri che piacciono a lei
e li legge ad alta voce. Dopo il settimo, dice: “Birba, vado in bagno. Stai tranquilla a leggere mentre sono via, ok?”.
“Non sono capace di leggere.” 4
“Certo che sei capace”, dice lei. “Torno subito.” Una bambina bassissima con una coda da di-
nosauro inizia a parlarmi. E parla in modo strano. “Leggi pev me”, dice indicando il libro che ha in mano.
“Non sono brava a leggere”, bisbiglio.
“Vovvei davvevo che me lo leggi”, dice. “Chiedi a qualcun altro.” 5
“Leggimelo”, dice la bambina.
“Forse posso raccontarti una storia, invece…” propongo.
“Ne voglio una che fa pauva.”
“Facilissimo… c’era una volta…” sussurro, “be’, in realtà c’è ancora adesso, una ladra che si chiama signora Arraffagracchi”. “Signova Avvaffagvacchi?”
“Sì… è molto subdola… vive in una caverna e
ha 507 anni e un grande mantello… e… e… ha
unghie davvero lunghissime e le ZANNE così… E mi sta cercando da tantissimo tempo. Sono
in grandissimo pericolo! Vuole trascinarmi nella
sua caverna e fingere che sono la sua neonata.” “Voglio esseve anch’io in gvandissimo pevicolo!” dice la bambina.
“Anche io”, dice un altro. 6
“Hai paura?” chiede
un terzo
bambino.
“Certo che ho paura! Ma ho un mostro e una
fata madrina che mi aiutano a combattere con-
tro la signora Arraffagracchi. Il mio mostro si chiama Mary e dorme sotto al mio letto. È la
mia migliore amica. La mia fata madrina si 7
chiama signor Bocconcino e sa fare le magie. Vive sugli alberi e ha dei grandi baffi, e una
volta, parecchio tempo fa, si era trasformato in una gallina. Se c’è un’emergenza, posso chiamarlo per chiedergli aiuto. Gli telefono con una banana.”
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Mi fanno un sacco di domande.
“Shhhhh!!! Fate tutti silenzio! La signova Av-
vaffagvacchi si è svegliata dietvo al divano!” esclama la bambina con la coda da dinosauro. “Ma cosa stai dicendo? Dorme nella sua caverna!” dico io. “Ed è molto lontana.” 9
“Vuole fave colazione!”
“Veloci, dobbiamo prepararla!” aggiunge un altro bambino.
Quindi si mettono tutti a preparare la colazione senza darmi più retta.
“Se non vi sbrigate,
ci tirerà addosso delle ossa”, dice un bambino. “Ho visto un osso volante!” dice un altro. “Sta arrivando!”
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“Oh no!” esclama un altro, e si tuffa nel divano.
“Be’, spero che abbiate del caffè”, li metto in
guardia. “Di mattina la signora Arraffagracchi beve un sacco di caffè.”
“NO! Beve la salsa! Non il caffè!” dice un bambino piccolo. “Salsa di ossa!” aggiunge
il bambino
dentro il divano. 11
Poi tutti si nascondono dalla signora Arraffagracchi.
Oh oh. Vedo la mamma che torna dal bagno. Prendo un libro e faccio finta di leggere tranquilla.
“Come va?� chiede.
Il bambino salta fuori dal divano.
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“Dory... saluta
che ce ne andiamo”, dice la mamma.
“Ma non ho ancora guardato i libri!” rispondo. “Lo so, ma ti avevo chiesto di leggere tran-
quilla, e invece hai creato dei piccoli selvaggi.” 13
“Che cos’è un selvaggio?” chiedo. La mamma non risponde, si limita a camminare veloce ver-
so la porta. “Per caso c’entrano i pirati?” chiedo. “Mi dispiace per il caos”, la mamma si scusa con la bibliotecaria.
Mentre torniamo a casa, la mamma dice: “Birba, stavo pensando, hai presente che suc-
cede che diventi troppo grande per certe cose, come le scarpe, ad esempio, e non le metti più?
Ecco, magari potresti considerare di essere
troppo grande anche per altre cose... come il gioco della signora Arraffagracchi”.
“Non sono io che divento grande, sono le scarpe che si restringono.”
“No, non è vero”, dice la mamma. “E invece sì.”
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