Il cammino di s ignazio

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IL CAMMINO DI

SANT’IGNAZIO 660 km a piedi in Spagna da Loyola a Manresa José Luis Iriberri SJ Chris Lowney

LOYOLA

MANRESA


Arte, storia, spiritualità Dai Paesi Baschi ai santuari mariani della Catalogna, lungo un cammino che cambiò radicalmente la vita del santo e segnò la storia della cristianità. Un’occasione per scoprire un territorio ricco di luoghi sacri e meraviglie architettoniche, memorie di una storia millenaria.

Santuario di Loyola   Ad Azpeitia, nei Paesi Baschi, sorge il magnifico complesso del Santuario di Loyola, costruito attorno alla casa natale di sant’Ignazio. Qui ha inizio il nostro Cammino.

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  Logroño

  Verso Araia

Capoluogo della Rioja, ospita bellissime chiese, come Santa María de la Redonda, coi suoi campanili gemelli in stile barocco.

Si cammina nel Parco naturale di Aizkorri-Aratz, tra boschi e immensi prati punteggiati da rocce bianche e animali al pascolo.

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INTRODUZIONE

  Tudela

Un particolare scultoreo della Porta del Giudizio, sul retro della cattedrale. Tudela, graziosa cittadina della Navarra, fu fondata dagli arabi nell’802. Al posto della cattedrale, fino all’XI secolo, sorgeva una grande moschea.

  Alfaro

  Saragozza

Il paese è conosciuto come il “paradiso delle cicogne”: in alcuni periodi dell’anno è frequente vederle in cima a chiese e palazzi.

Tra le meraviglie della città, spicca la basilica del Pilar, in stile gotico-mudéjar. È il centro di culto mariano più antico della cristianità.

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INTRODUZIONE

  Montserrat

Il monastero benedettino di Santa María de Montserrat, che ospita la statua della Vergine “Moreneta” (dal colore scuro della carnagione). Qui Ignazio trascorse una notte di preghiera e abbandonò le armi e i vecchi abiti, simbolo della sua vita passata.   Verso San Jaume

de Castellbell

La vista migliore del Montserrat si gode sulla strada per Manresa, che si snoda in mezzo ai campi.

 Manresa

Il culmine del Cammino, dove Ignazio visse una vera e propria illuminazione e iniziò a scrivere gli “Esercizi Spirituali”.

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Telleriarte

1

loyola ➜ zumarraga

Itsaso-Alegia

Gabiria Legazpi

Santa Lutzi-Anduaga Itsaso 32

-6

GI

Ezkio

Zumarraga Urretxu

San Martín de Tours

Loyola Azpeitia

Azkoitia

Chiesa di Santa María la Real


Da Loyola a Zumarraga

1

ZUMARRAGA

600 500

AIZPURUTXO

400

100

AZKOITIA

200

LOYOLA

300

0m 0 km

5

10

17,6 km 1.086 m DISLIVELLO IN DISCESA: 823 m BICICLETTE: facile

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20

AIZPURUTXO:

DISLIVELLO IN SALITA:

AZPEITIA:

Pensión Juana Elgarresta, c/ Ipeñarrieta 2-6 B, tel. 943-722.250. Albergue di Urretxu A poco più di 4 km dal paese, salendo sul versante della montagna, presso l’oratorio di Santa Barbara, 56 posti e prezzi modici, tel. 943-723.387. Altre info ospitalità presso Municipio, tel. 943-038.080. Ristoranti, farmacie, supermercati e banche. URRETXU:

30

Bar lungo la strada. Taxi, tel. 943-811.384, 943-

LUNGHEZZA:

Ospitalità e servizi

25

393.848. Hotel Etxeberri, c/ Etxeberri senza numero, all’entrata del paese, tel. 943-721.211. Pensión Balentiña, c/ Urola 6-8, tel. 943-725.041. Pensión Urola, c/ Antonino Oraá 2, tel. 943-533.008 / 679-525.259. Pensión Zelai, c/ Legazpi 5, tel. 670-264.922. Altre info ospitalità presso Municipio, tel. 943-729.022. Taxi, tel. 943-720.307, 620-511.533. Ristoranti, farmacie, supermercati e banche. ZUMARRAGA:

“L’uomo che comincia col desiderio di migliorare gli altri perde tempo, a meno che non inizi con se stesso.” “Il Signore tuo Dio ci indichi la via per la quale dobbiamo andare e che cosa dobbiamo fare.” (Ger 42,3) GUIDA AL CAMMINO INTERIORE: PAGINA 200

Nella provincia basca di Guipúzcoa, il Cammino ignaziano coincide con alcuni tratti del GR-120 (Gran Ruta), che a Loyola è segnalato in bianco e rosso. Se il pellegrino preferisce il sentiero di montagna al tracciato lungo il fiume Urola, da qui a Zumarraga c’è un dislivello di 700 m in salita e 300 m in discesa, però la tappa si accorcia (solo 15,5 km) e passa vicino alla bella chiesetta di Santa María de Zumarraga (o La Antigua). Nel percorso lungo il fiume Urola, ad Azkoitia c’è una fontana ottocentesca vicino alla chiesa dove possiamo ricevere il timbro per la credenziale e ammirare una scultura di san Francesco d’Assisi circondato da gesuiti. 39


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loyola ➜ zumarraga

Dopo Azkoitia, il Cammino attraversa alcune gallerie dell’antica ferrovia, ben restaurate e illuminate, ma occorre ugualmente fare attenzione ai ciclisti. Il percorso che da Loyola ci porta a Zumarraga non ha difficoltà. In questa cittadina la polizia locale ha un timbro speciale per i pellegrini del Cammino ignaziano.

Il percorso Lasciamo alle nostre spalle il Santuario e la casa di sant’Ignazio, e seguiamo il percorso asfaltato che inizia vicino al parcheggio del Santuario e che corre parallelo al fiume Urola, in direzione di Azkoitia. Costeggiamo il muro dei giardini del Santuario, che rimangono alla nostra sinistra. Proseguendo, arriviamo ad AZKOITIA (km 3,2) ed entriamo nella alameda del Ferrocarril in direzione del fiume. Giunti al fiume Urola non lo attraversiamo, ma lo costeggiamo mantenendolo a destra. Sempre diritto, la strada si unisce a una pista ciclabile che porta di nuovo vicino al fiume. Proseguiamo con l’Urola sempre a destra fino a raggiungere una stazione di servizio e alcune fabbriche. Vediamo un ponte davanti a noi: gli passiamo sotto e proseguiamo. Oltre il ponte prendiamo una strada a sinistra, lasciando a destra la fabbrica Ibarmia. Proseguiamo sempre diritto per lo stesso cammino. La strada fa una curva a destra di 90 gradi, ma noi continuiamo diritto su una pista secondaria che passa sotto un ponte. Il percorso ci porta ad attraversare con un ponte sia il fiume sia la strada GI-631. Proseguiamo diritto, e dopo 800 m incrociamo di nuovo la strada. Troviamo le prime gallerie, saranno molte! Proseguendo sul percorso asfaltato parallelo alla strada, arriviamo a un nuovo ponte che l’attraversa due volte. A pochi metri di distanza, un nuovo ponte sulla GI-631. Si continua a seguire lo stesso percorso che incrocia di nuovo la strada. Superiamo il villaggio di case sparse di Aizpurutxo (9,8 km) che si trova a destra. Sempre dritto, il nostro sentiero ne incontra un altro che risale dalla strada. Proseguiamo prendendo i sentieri paralleli alla strada, un poco sopraelevati rispetto a questa e al fiume. Ci aspettano più avanti altri ponti e altri tunnel. Continuando diritto, superiamo una cava alla nostra destra. Il Cammino si biforca, giriamo a destra per restare in parallelo alla strada e al fiume Urola, troviamo un nuovo tunnel e ci avviciniamo ad alcune case sulla sinistra. Dopo un’ulteriore galleria, il nostro percorso sbuca sulla strada GI-631, che prendiamo a sinistra, lungo il sentiero parallelo, per avvicinarci al comune di Urretxu. Seguendo sempre il sentiero parallelo alla strada, superiamo un depuratore delle acque ed entriamo a URRETXU e ZUMARRAGA (17,6 km), dopo avere attraversato il fiume Urola, che segna il confine tra le due località.

Da vedere Azkoitia Presso la piazza del municipio si trova l’imponente chiesa di Santa María la Real. Ci sono inoltre alcune case-torri medievali, come 40


loyola ➜ zumarraga

DOPO AZKOITIA.

Il Cammino lungo l’antica ferrovia.

quella della famiglia di Ignazio. La torre di Idiakez o Etxe Beltza ha un aspetto nerastro, conseguenza di un incendio scoppiato durante la seconda guerra carlista (metà Ottocento). Questa cittadina è soprannominata “culla della pelota basca” (palla basca).

Urretxu In calle Iparraguirre si trovano delle case di campagna del XVI secolo ben conservate. Merita di essere citata la chiesa di San Martín de Tours, un edificio austero in pietra e legno che coniuga elementi gotici, rinascimentali e barocchi. Il municipio si trova in un’antica casa-palazzo del XVII secolo. Urretxu è stata dichiarata zona archeologica protetta.

Zumarraga Ottenne il titolo di città, diventando indipendente, solo

nel 1660. Nel XVI secolo iniziarono a costruire la magnifica chiesa di Nuestra Señora de la Asunción, un edificio in stile gotico basco con portali, torre e retablo (pala d’altare) maggiore barocchi. In plaza Euskadi, al centro della quale si trova la statua del colonizzatore delle Filippine Miguel López de Legazpi, c’è il municipio, con l’Urola alle spalle. Da non perdere l’enorme pietra che uomini e donne trascinano nelle gare di forza. Una visita interessante per i pellegrini ignaziani è la chiesa di Santa María la Antigua. Questa pittoresca cappella si trova su una collina al di fuori del paese, al termine di una ripida salita di due chilometri. Ignazio pregò qui all’inizio del suo pellegrinaggio? Non lo sappiamo. La chiesa ha un portale romanico del XIV secolo, una statua gotica della Vergine e un calvario del XV secolo, realizzato durante l’ampliamento portato a compimento in quell’epoca: per questo motivo risulta facile immaginare qui Ignazio. Impressionante il lavoro di falegnameria dell’interno e del tetto, con travi, balaustre e l’incisione di disegni geometrici. 41

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loyola ➜ zumarraga

Pista ignaziana Ignazio, giunto a Loyola da Pamplona, è guarito esteriormente e per grazia di Dio ha ottenuto anche una guarigione interiore insperata che non può nascondere. Tornato fisicamente in forma, è arrivato il momento di uscire, di allontanarsi dalla casa natale e iniziare una nuova vita. “… sentendosi ormai con un po’ di forze, decise che era tempo di partire, e disse a suo fratello: ‘Signore, come sapete, il duca di Najera sa già che sto bene. Sarà conveniente che io mi rechi a Navarrete’ (là si trovava in quel momento il duca). Il fratello lo condusse in una camera e poi in un’altra, e, con segni di molto stupore, cominciò a pregarlo di non buttarsi a perdere e di considerare quanta speranza riponeva in lui la gente e quanto potesse egli valere; aggiungeva altri argomenti del genere, tutti orientati a distoglierlo dal buon proposito che aveva concepito. Ma la sua risposta fu tale che, senza allontanarsi dalla verità, perché di essa si faceva ormai gran scrupolo, egli riuscì a liberarsi dal fratello. Il fratello e alcune persone di casa sospettavano che egli volesse attuare qualche grande cambiamento.”

Era in corso un grande mutamento, sconosciuto anche allo stesso Ignazio, che lo spingeva a uscire dalla propria “zona di comfort” e ad avventurarsi verso l’incerta novità che Dio gli offriva. In questo ci sono grande generosità e libertà, unita alla speranza della Vita in Dio. Gerusalemme è il prossimo obiettivo. Cogliamo l’opportunità di questo cammino per cercare anche noi questa libertà e grande generosità che ci possono aiutare a uscire dalle nostre zone conosciute, dagli ambienti già consolidati e a volte troppo ristretti per un cuore che desideriamo non smetta di crescere. Ogni pellegrino porta dentro di sé tutto ciò che ama. Ignazio lascia la sua casa, ma porta nel cuore gonfio tutta la sua famiglia, insieme a tutti i dispiaceri e le gioie. Anche noi portiamo dentro quelli che amiamo, e con loro ci mettiamo in cammino.

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Zumarraga ➜ Arantzazu

2

Zegama

Arantzazu

Brinkola Berezao Olabarrieta

Telleriarte

Lezesarri

Oñati

Legazpi

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-6 GI

Zumarraga Urretxu

Chiesa di San Martín de Tours

Antzuola

Bergara



Sulle orme degli Esercizi Spirituali Come anticipato all’inizio della guida, questa terza parte si allaccia, giorno per giorno, alla seconda. A coloro che non conoscono la dinamica degli Esercizi Spirituali ignaziani, consiglio di consultare nella pagina web del Cammino di sant’Ignazio (www.caminoignaciano.org) le relative spiegazioni, che possono aiutare a comprendere la profondità e il senso della proposta di sant’Ignazio. Nella scheda online intitolata “Pellegrinaggio” ci sono consigli utili per il percorso spirituale qui proposto. Consultali nella tua preparazione preliminare. Come vedrai, ogni giorno ha una meditazione, che va accompagnata da brani del Nuovo Testamento e da alcuni dell’Antico Testamento. Si possono poi ampliare le letture suggerite, con la libertà di ognuno, e arrivare ad altri brani. Non si sa mai dove Dio può sorprenderci con un’ispirazione necessaria in un nostro momento fondamentale. Ai pellegrini che non compiono l’intero Cammino di sant’Ignazio e che desiderano spezzettarlo in più viaggi, si raccomanda di seguire la struttura di quattro settimane che Ignazio introdusse nella sua esperienza e, ogni anno, realizzare una settimana completa. In questo modo gli Esercizi acquistano tutto il loro senso e i pellegrini sperimentano il legame che le meditazioni creano con il Cammino. Se si pensa di fare solo un pellegrinaggio breve, si possono adeguare le meditazioni alla propria esperienza. Un ultimo rapido contributo per comprendere meglio il vocabolario ignaziano: le annotazioni (note) sono istruzioni molto brevi, che aiutano a disporsi in un clima di preghiera; le petizioni (preghiere) sono ciò che si desidera raggiungere, come dirà Ignazio, quello che desidero ottenere come frutto della preghiera; le riflessioni vogliono facilitare a disporsi nel tema del giorno; i brani (testi) sono il corpo reale della meditazione; e il colloquio finale è come la conclusione del tempo di preghiera, il momento in cui l’anima si lascia andare al contatto finale con il Creatore. Nulla più, e che il Signore si faccia pellegrino vicino a noi.

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Prima settimana TAPPA 1 DA LOYOLA A ZUMARRAGA

Iniziamo il nostro cammino in modo lieve, ma entrando già nel vivo. Conviene davvero dedicare un po’ di tempo alla preghiera preparatoria: chiedere che tutto ciò che farò in questo tempo, tutte le mie intenzioni e azioni siano puramente indirizzate al servizio e alla lode di Dio. Se, nel corso della preghiera, si trova “spunto” in una parola o in qualche momento, è meglio non andare oltre, ma rimanere in questo stesso luogo spirituale, lasciando che la sua profondità ci parli. Ignazio ci dice che “sentire e gustare le cose interiormente” è più importante dell’abbondanza di sapere. PREGHIERA Signore, concedimi la grazia di sentire dentro di me il tuo amore nella mia vita, con profonda riconoscenza. RIFLESSIONI La spiritualità è stata definita come “compiere un viaggio attraverso la vita, rendendolo un cammino verso Dio”. Allo stesso modo, speriamo di rendere il nostro viaggio nella Spagna un viaggio spirituale. Iniziamo con la contemplazione di ciò che ci circonda, in questi bei luoghi vicino a Loyola. Camminiamo con calma, coscienti del dono che rappresenta potere dedicare un tempo della nostra vita a questo incontro con Dio, il mondo e noi stessi. È un privilegio potere fare questi “esercizi”! Il nostro cuore esulta di gratitudine nell’intraprendere il pellegrinaggio. Colui che ci ama fin dalla nostra origine e ci guida nella vita è colui che ci ha condotto fino a qui. Ci mettiamo in marcia con questa profonda convinzione. Dio Padre/Madre si trova in tutto ciò che vediamo e la sua presenza ci riempie di gratitudine. NOTE

TESTI

Is 55,1-11: Dio, nel suo amore per me, mi invita ad avvicinarmi a lui.

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Sal 63: Rispondo a Dio, esprimendo il mio desiderio di incontrarlo. COLLOQUIO FINALE Cerco di riassumere quanto meditato nel tempo della preghiera, parlando a Gesù come un amico fa con un altro e confidandogli i punti salienti di questo tratto di Cammino percorso. TAPPA 2 DA ZUMARRAGA AD ARANTZAZU

Insistiamo sulla preghiera preparatoria, obiettivo fondamentale del nostro pellegrinaggio interiore. Ricordiamo che se si trova “spunto” in qualche parola o in qualche momento, è meglio non andare oltre, ma fermarsi in quel luogo spirituale, lasciando che la sua profondità ci parli. Oggi, arrivati al santuario di Arantzazu, raccomandiamo di trascorrere un lungo tempo in preghiera, come fece Ignazio. Pregare con riconoscenza per tutta la nostra vita, per i doni che abbiamo ricevuto fino a oggi, senza dimenticare l’ultimo, che non è poco: essere qui! PREGHIERA Signore, concedimi la grazia di sentire dentro di me il tuo amore nella mia vita, con profonda riconoscenza. RIFLESSIONI Mentre ci avviciniamo al santuario della Madonna di Arantzazu, dedichiamo un secondo giorno ad approfondire, tramite la preghiera, la nostra storia di felicità. Camminando e pregando, ricordiamo i momenti della nostra storia di grazia e di bontà, soprattutto quelli che ora vediamo come punti di svolta. Ci sono stati momenti in cui abbiamo preso una decisione importante alla presenza di Dio o momenti di grande difficoltà superati insieme a lui? Ci sono stati momenti in cui abbiamo sentito che Dio era assente? Momenti in cui non riuscivamo a credere che Dio potesse essere presente? Ma egli NOTE


GUIDA AL CAMMINO INTERIORE

è sempre stato presente, come il migliore amico, come un padre sicuro, come una tenera madre. Conserviamo nel cuore tutti questi momenti e sentiamo di essere colmi di gratitudine verso le persone e gli avvenimenti del nostro passato: Dio è sempre presente, e agisce intorno a noi. Perché non presentare a Dio questi momenti e tutte queste persone e ringraziare tutti per essere le sue mani e le sue braccia? TESTI

Lc 1,46-55: L’anima mia magnifica il Signore. Lc 12,22-34: Tu, Signore, conosci le mie necessità. Non devo preoccuparmi. COLLOQUIO FINALE Cerco di riassumere quanto meditato nel tempo della preghiera, parlando con Maria come un figlio o una figlia con la propria madre. Ora che sono giunto al suo santuario, le confido i punti salienti di questo tratto di cammino compiuto. TAPPA 3 DA ARANTZAZU AD ARAIA

Dedichiamo ancora un tempo significativo alla preghiera preparatoria. Ricordiamo ciò che dice Ignazio: “sentire e gustare interiormente” è più importante dell’abbondanza di sapere, perciò non dobbiamo avere fretta. Oggi affrontiamo la considerazione del nostro Principio e Fondamento, la considerazione del fine per cui siamo stati creati. Non possiamo prescindere da una visione globale, per potere entrare successivamente nello specifico. PREGHIERA Signore, concedimi la grazia di sentire dentro di me il tuo amore nella mia vita, con profonda riconoscenza. Aiutami, Signore, a scoprire il fondamento della mia vita secondo il tuo desiderio. RIFLESSIONI Iniziamo ricordando che tutta la nostra vita è stata un viaggio spirituale. Nel Cammino dedichiamo del tempo a ricordare di nuovo NOTE

la nostra storia personale, lasciamo che la nostra mente vaghi nella preghiera. Ricordiamo e lasciamo che Dio ci mostri i momenti chiave del nostro passato, un album con fotografie di tutti i tipi, alcune dolorose, altre allegre: è la storia che ci ha portato a questo istante presente della nostra vita. Chi sono? Come sono arrivato a questo punto? Quali persone, luoghi o momenti occupano un posto speciale e hanno contribuito a formare la persona che sono oggi? Queste immagini che affiorano in superficie ci accompagnino, insieme ai sentimenti di gratitudine o di dolore. Certamente, in contrasto con quelli belli, ci sono momenti, persone o aspetti della vita che comportano sentimenti di vergogna, che desideriamo rinnegare. Non riusciamo a immaginare che certi momenti possano essere accettati da Dio. Presentiamoli a lui, chiedendo di crescere nell’accettazione di noi stessi. Non dobbiamo sentire la necessità di ritrovarci completamente riconciliati o di “risolvere” tutto oggi: le persone, i momenti o i sentimenti che oggi emergono possono diventare un seme per il nostro cammino con Dio, a mano a mano che avanziamo nel nostro pellegrinaggio. Stiamo vivendo il processo di “presentare tutta la nostra vita a Dio” che ci riempie di gioia e gratitudine, e può anche colmarci di pentimento o vergogna. I frutti che cerchiamo saranno la gratitudine, la comprensione e l’accettazione di noi stessi, inoltre comprenderemo che siamo accettati da Dio. Pensiamo a noi come se stessimo “lavando oro”, setacciando la nostra vita attraverso l’infinità di idee che ci giungono, fino a che non restiamo solo con l’“oro”, scoprendo anche gli aspetti della vita in cui possiamo imparare di più o crescere, situazioni a cui Dio ci conduce per riflettere. TESTI

Os 11,1-9: Il suo amore per me è un amore pieno di tenerezza. Sal 139,1-14.17-18: Con timore e rive-

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GUIDA AL CAMMINO INTERIORE

renza ricordo come Dio si sia preso cura di me nei momenti di gioia e di dolore, nel tempo del successo e del fallimento, nella fedeltà e anche nell’infedeltà. Esercizi Spirituali [5]: Giova molto a chi riceve gli esercizi entrare in essi con magnanimità e liberalità verso il suo Creatore e Signore, offrendogli tutto il proprio volere e libertà, perché sua divina maestà si serva, tanto di lui quanto di tutto quello che possiede, secondo la sua santissima volontà. COLLOQUIO FINALE Riassumo quanto meditato nel tempo della preghiera, parlando con Gesù come un amico fa con un altro, confidandogli i punti salienti di questo tratto di Cammino compiuto. TAPPA 4 DA ARAIA AD ALDA

Dedichiamo ancora un tempo significativo alla preghiera preparatoria. Ricordiamo ciò che dice Ignazio: “sentire e gustare interiormente” è più importante dell’abbondanza di sapere, perciò non dobbiamo avere fretta. Oggi affrontiamo la considerazione del nostro Principio e Fondamento. PREGHIERA Fa’, Signore, che tutte le mie azioni siano ispirate da te e portate a termine con l’aiuto della tua grazia. Che tutte le mie intenzioni e attività abbiano sempre in te un inizio e una felice conclusione. RIFLESSIONI Le meditazioni precedenti ci hanno ricordato dove Dio è stato, che cosa è stato e che cosa sarà: una presenza fedele nel cammino della nostra vita. Oggi la nostra attenzione si sposta sul panorama generale, un quadro più grande ed esteso, sul senso del “cammino della vita” dell’umanità: qual è il piano di Dio per noi, esseri umani? Qual è lo scopo del nostro pellegrinaggio in questo mondo? Negli Esercizi Spirituali, Ignazio dà una risposta elemenNOTE

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tare, ma profonda: Dio ci ha creati per lodare, riverire e servire Dio, e raggiungere in questo modo la salvezza. La altre realtà del mondo sono create per l’uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato. Questa affermazione è semplice, ma profonda. Dio ci ha creati per unirci a lui (“raggiungere la salvezza”, come dice Ignazio). In questa vita terrena ci avviciniamo a Dio con la lode e la gratitudine per le meraviglie di questo pianeta, con la riverenza che mostriamo nel profondo rispetto verso l’umanità e i doni che ha creato, e con il servizio a Dio lavorando per i nostri simili. Possiedo la vera libertà spirituale quando sono completamente catturato dall’amore di Dio, al punto tale che tutti i desideri del mio cuore e ogni azione, sentimento, pensiero e decisione che derivano da essi si rivolgono solamente a Dio, Padre/Madre, al suo servizio e lode. Iniziamo a riflettere su noi stessi: sappiamo a che cosa serve una macchina per il caffè, ma a che cosa servono gli esseri umani? TESTI

Sal 104: Il Dio che mi chiama è il Dio che mi ha creato e ha fatto gli altri, poiché mi ha amato. Gn 22,1-18: Il testo della fede di Abramo mette in discussione la libertà della mia fede e la mia stessa libertà. Mc 12,28-34: Mio Principio e Fondamento è l’amore di Dio. COLLOQUIO FINALE Riassumo quanto meditato nel tempo della preghiera, parlando con Gesù come un amico fa con un altro, confidandogli i punti salienti di questo tratto di Cammino compiuto. TAPPA 5 DA ALDA A GENEVILLA

Sappiamo ormai che è molto importante la preghiera preparatoria. Ricordiamoci anche che non NOTE


GUIDA AL CAMMINO INTERIORE

dobbiamo avere fretta mentre meditiamo. Oggi intendiamo prendere in considerazione tutti i “mezzi” che Dio impiega per comunicarci il suo amore e l’uso che si deve fare di questi “mezzi”. PREGHIERA Fa’, Signore, che tutte le mie azioni siano ispirate da te e portate a termine con l’aiuto della tua grazia. Che tutte le mie intenzioni e attività abbiano sempre in te un inizio e una felice conclusione. RIFLESSIONI Oggi meditiamo sullo scopo della vita umana, attraverso una riflessione più profonda su questa frase di Ignazio negli Esercizi: “le altre cose sulla faccia della terra sono create per l’uomo, e perché lo aiutino a conseguire il fine per cui è creato”. Ignazio stesso ci chiarisce alcune difficili implicazioni di questa frase: “Ne segue che l’uomo tanto deve usare di esse, quanto lo aiutano per il suo fine, e tanto deve liberarsene, quanto glielo impediscono. È perciò necessario renderci liberi e rispetto a tutte le cose create [...], in modo che, da parte nostra, non vogliamo più salute che malattia, ricchezza che povertà, onore che disonore, vita lunga che breve, e così via in tutto il resto; solamente desiderando e scegliendo quello che più ci conduce al fine per cui siamo creati”. “Indifferenti” è il termine che usa Ignazio per dire “liberi”: dobbiamo sentirci liberi da legami, dipendenze, schiavitù o attaccamenti per qualcosa di semplicemente “creato” o umano, che tante volte si interpone sulla strada che percorriamo verso il nostro vero fine. Essere indifferenti significa, cioè, non volere essere ossessionati da una bella vita, in modo che la nostra vita si trasformi in un servizio a noi stessi e non al progetto di Dio. Vogliamo essere indifferenti dinanzi a qualsiasi cosa che ci impedisca di essere liberi per il nostro autentico scopo. Vogliamo mettere l’amore di Dio al di sopra di qualsiasi semplice attaccamento umano. Dobbiamo vi-

vere una vita equilibrata, disposta alla vita; in altre parole, una relazione adeguata con le altre persone, con i soldi e le cose, per non diventare schiavi e vivere attaccati al mondo. Se, da un lato, le cose terrene possono aiutarci e raggiungere il nostro scopo, dall’altro possono distrarci dall’obiettivo se viviamo concentrati su di esse più che sul nostro fine principale. Non dobbiamo confondere le cose create con lo scopo della vita, né farle diventare il nostro Dio. Possiamo stilare un elenco di persone che ammiriamo per questo aspetto. Che cosa ammiriamo di più in loro? Possiamo forse pensare a persone che nel passato si sono contraddistinte per la loro santità o a persone che conosciamo ora e che sembrano avere questo stile di vita sano, equilibrato e libero. Adesso non è il momento di giudicarci e prendere coscienza dei nostri errori. Per il momento cerchiamo di sviluppare un senso chiaro del nostro Principio e Fondamento e degli ideali cui aspiriamo nella nostra vita. TESTI

Sal 8: Che cos’è un fragile essere umano perché mai tu te ne curi? Rm 8,5-6.12-18: Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. Quelli che vivono secondo lo Spirito pensano alle cose dello Spirito. Fil 1,21-26; 3,7-16; 4,10-13: Qui e ora, in che modo posso identificarmi con l’atteggiamento di san Paolo? COLLOQUIO FINALE Riassumo ciò che ho meditato nel tempo della preghiera, parlando con Gesù come un amico fa con un altro, confidandogli i punti salienti di questo tratto di Cammino compiuto. TAPPA 6 DA GENEVILLA A LAGUARDIA

Oggi riflettiamo sulla presenza del male nella nostra vita. Siamo chiamati a sentire il dolore del noNOTE

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GUIDA AL CAMMINO INTERIORE

stro modo di agire peccaminoso. Si tratta di sperimentare un “giorno triste” scoprendo questa realtà nel nostro mondo. Ignazio ci invita ad avere questo umore afflitto durante la meditazione, nel nostro Cammino, durante il giorno, per aiutarci a entrare meglio in questa considerazione del male. Il peccato non ci è estraneo. I gesuiti lo definirono così: “Che cosa vuol dire essere gesuita? Vuol dire riconoscersi peccatore, ma chiamato da Dio a essere compagno di Gesù, come lo fu Ignazio. […] Che cosa vuol dire essere compagno di Gesù oggi? Vuol dire impegnarsi, sotto il vessillo della croce, nella battaglia cruciale del nostro tempo: la battaglia per la fede, e la lotta, che essa include, per la giustizia” (32ª Congregazione Generale [11-12]). PREGHIERA Rendimi consapevole del fine per cui sono stato creato e della vocazione alla quale Dio mi chiama. Ti prego, Signore Gesù, fammi comprendere in profondità la presenza in me del peccato e delle tendenze disordinate della mia vita, perché, provando vergogna e confusione, io possa così ottenere la guarigione e il perdono. RIFLESSIONI Abbiamo riflettuto sul piano di Dio per l’umanità, l’armonia che si realizza quando le nostre relazioni con gli altri e con il mondo sono buone. Oggi riflettiamo sulla realtà del peccato, cioè sul grave disordine del nostro mondo. Il peccato non è la stessa cosa di un incidente o un errore. Il peccato è piuttosto la scelta consapevole che l’uomo compie di provocare il disordine e il caos nella vita degli altri (e nella propria), mosso dai propri desideri che sono orientati verso il vero scopo: il venditore che inganna i clienti per arricchirsi, lo sfruttatore che vende i bambini per la schiavitù sessuale, il funzionario del governo che ruba denaro e fa vivere i cittadini nella miseria, il coniuge i cui figli non ricevono l’amore che meritano. Oggi meditiamo non tanto sulla no-

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stra storia personale di peccatori (che sarà il tema di domani), ma sulla dura e crudele realtà del peccato nel mondo e sul disordine, il dolore e il caos che provoca. Il peccato ha conseguenze. Meditiamo anche sull’immagine di Cristo inchiodato alla croce, un’immagine che ci troviamo di fronte ogni volta che entriamo in una chiesa. Cristo è entrato nella storia e ha sofferto anche le conseguenze del peccato umano. Cristo scelse di redimere l’umanità e trasformare la nostra via del male in una via del bene. Meditiamo su ciò che, forse, al giorno d’oggi la nostra cultura ha smarrito: la coscienza della realtà del peccato. Proponiamo di scorrere le immagini della sofferenza del mondo, causata dall’ingiustizia che si costruisce attraverso scambi globali, ripassare le immagini della crisi economica mondiale, delle rivoluzioni fallite e delle loro cause, ripercorrere le situazioni che ci mostrano le radici del peccato e dell’egoismo. Camminando in questo mondo sofferente, preghiamo per avere una visione chiara del peccato che agisce senza nessuna vergogna nella nostra vita. Preghiamo di poter provare vergogna di tanto disordine dentro di noi. TESTI

Ger 18,1-10: Il vaso d’argilla che modellava è stato guastato nelle mani del vasaio e lo rimodellò in un altro vaso. 1Gv 1,5-2,2: Se diciamo “Siamo liberi dalla colpa del peccato”, ci inganniamo e la verità non è in noi. Ma se confessiamo i nostri peccati, possiamo confidare in colui che è il Giusto per perdonare i nostri peccati e purificarci da ogni iniquità. COLLOQUIO FINALE “Immaginando Cristo nostro Signore davanti a me e posto in croce, fare un colloquio: come da Creatore è venuto a farsi uomo, e da vita eterna a morte temporale, e così a morire per i miei peccati. Alla stessa maniera guardare a me stesso: che cosa ho fatto per Cristo,


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cosa faccio per Cristo, cosa devo fare per Cristo. Vedendolo poi in quello stato, così appeso alla croce, discorrere dei pensieri che nascono. Il colloquio si fa parlando davvero, così come un amico parla a un altro o un servo al suo padrone; ora chiedendo qualche grazia, ora incolpandosi di qualche malefatta, ora comunicando le proprie cose e chiedendo consiglio su di esse; e dire un Padre nostro”. TAPPA 7 DA LAGUARDIA A NAVARRETE

Continuiamo a considerare la presenza del male nella nostra vita, ma in una maniera più personale. Cerchiamo nuovamente di prendere coscienza dei nostri errori e Ignazio ci consiglia un’altra volta di sperimentare un “giorno triste”, per la scoperta di questa realtà di peccato nella nostra vita. Durante la meditazione conserviamo questo umore afflitto, perché ci aiuti a entrare meglio in questa considerazione del male. PREGHIERA Rendimi consapevole del fine per cui sono stato creato e della vocazione alla quale Dio mi chiama. Ti prego, Signore Gesù, fammi comprendere in profondità la presenza in me del peccato e delle tendenze disordinate della mia vita, perché, provando vergogna e confusione, io possa così ottenere la guarigione e il perdono. RIFLESSIONI Ieri pregavamo per comprendere in modo più profondo la realtà di un mondo peccatore. Oggi meditiamo sulla nostra realtà imbarazzante e scomoda: il mio peccato. Essere peccatori è una realtà che non riguarda solo i criminali più reprobi, ma anche ciascuno di noi, a partire dal papa fino ad arrivare ai poveri disgraziati che occupano le pagine di cronaca dei quotidiani. Ciascuno di noi ha schemi abituali di ribellione al piano di Dio: qual è il mio? Il salmo proclama: “Il Signore ascolta il grido del povero”. Che cosa dire di noi? Ci NOTE

sono atteggiamenti con cui abbiamo dimostrato di essere abitualmente sordi ai “bisognosi” che incontriamo: i poveri, gli anziani, gli “amici” poco popolari, gli emarginati eccetera? Esistono in noi atteggiamenti con cui usiamo e abusiamo di altre persone o situazioni per soddisfare le nostre necessità: per richiamare l’attenzione, ottenere denaro sporco, godere del sesso illecitamente, comprare l’approvazione, cercare egoisticamente la comodità, l’abbandono, il non coinvolgimento? Oggi chiediamo la grazia di comprendere la nostra peccaminosità. Troppo spesso la nostra cultura ci “anestetizza” perché non ci assumiamo la responsabilità del nostro male. In passato Aristotele disse che “una vita non presa in esame non merita di essere vissuta”. Ci riferiamo qui alla necessità di esaminare oggi i nostri difetti ed errori abituali, quegli angoli oscuri della nostra vita, compresi i difetti già diventati una “normale” abitudine, che ci trascinano in basso e ci impediscono di risalire e di vivere in una relazione corretta con Dio, gli altri e il mondo di Dio. Possiamo chiedere a Dio di darci il coraggio di affrontare noi stessi e i nostri peccati, i nostri punti ciechi, per poterli scoprire e detestare. Assicuriamoci di parlare con Dio e con Gesù. Sentirci abbandonati al nostro peccato è esattamente il contrario della grazia che cerchiamo per questo giorno. La consapevolezza dei nostri peccati non ci deve lasciare rotolare nell’autocommiserazione o nella depressione, ma chiediamo la grazia contraria: un sentimento di ammirazione e gratitudine verso colui che “ci ha amato essendo peccatori”, verso il Dio che ha creduto che valeva la pena dare il suo unico Figlio. Gesù ci amò in un modo tale che, pur sapendo che siamo peccatori, il suo desiderio di collaborare con la volontà del Padre fu totale. Ignazio ci invita a provare una vergogna autentica per il nostro peccato, in-

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sieme al grande stupore perché siamo ancora qui vivi: la meraviglia di sentirsi peccatori, amati e redenti. Cerchiamo la guarigione interiore, sapendo che siamo peccatori amati. TESTI

Lc 15,1-7: Gesù è l’uomo che riceve i peccatori e mangia con loro. Lc 5,1-11: Io dico a Gesù: “Signore, allontanati da me, che sono un peccatore”. 2Cor 12,8-10: Quando sono debole, è allora che sono forte. COLLOQUIO FINALE “Immaginando Cristo nostro Signore davanti a me e posto in croce, fare un colloquio: come da Creatore è venuto a farsi uomo, e da vita eterna a morte temporale, e così a morire per i miei peccati. Alla stessa maniera guardare a me stesso: che cosa ho fatto per Cristo, cosa faccio per Cristo, cosa devo fare per Cristo. Vedendolo poi in quello stato, così appeso alla croce, discorrere dei pensieri che nascono. Il colloquio si fa parlando davvero, così come un amico parla a un altro o un servo al suo padrone; ora chiedendo qualche grazia, ora incolpandosi di qualche malefatta, ora comunicando le proprie cose e chiedendo consiglio su di esse; e dire un Padre nostro”. TAPPA 8 DA NAVARRETE A LOGROÑO

Continuiamo a considerare la presenza del male nella nostra vita, ma in un modo completamente diverso: oggi ci apriamo alla misericordia del nostro Padre. Ignazio ci invita a sperimentare la sorpresa di incontrarci davanti alla misericordia infinita di Dio nella nostra realtà di peccato. Il nostro atteggiamento odierno nel Cammino è quello del peccatore pentito, ma soprattutto quello del peccatore immensamente amato. PREGHIERA Caro Padre, ti chiedo il dono di essere consapevole del mio peccato in modo da potere sperimenNOTE

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tare il tuo amore profondo, il desiderio crescente di conversione e un entusiasmo rinnovato per seguire Gesù. RIFLESSIONI Abbiamo riflettuto sulla realtà del peccato degli uomini e sul nostro peccato personale. Oggi riflettiamo sull’incredibile presenza della misericordia di Dio: siamo amati e del tutto perdonati. “Pentitevi e credete nella buona notizia”. Le due cose vanno insieme, nel senso che prima dobbiamo accettare la realtà del nostro peccato, pentirci veramente di avere introdotto la discordia e il disordine nella nostra vita e nel mondo e poi ricevere la buona notizia: Dio è misericordioso, lo è sempre stato e sempre lo sarà. Ciò che conta non è la nostra fedeltà a Dio (nessuno di noi è capace di essere pienamente fedele), ma la fedeltà di Dio per noi. È lo stesso Dio che ci accompagna: nei momenti di maggiore orgoglio, quando tutti ci applaudono, e nei momenti di maggiore vergogna, quando sappiamo che tutti hanno ragione nel rimproverarci. Non possiamo vincere l’amore di Dio, e non dobbiamo farlo! L’amore di Dio si dà liberamente, così liberamente che sembra impossibile! Il padre della parabola, pur avendo tutte le ragioni per essere arrabbiato, non nutre alcun rancore: il figlio ha offeso il padre, ha sperperato ciò che egli aveva accumulato con il duro lavoro. È quasi impossibile per noi, essere umani, accettare questa sua accoglienza. Infatti, il figlio maggiore non può accettare la bontà del padre. Nella nostra vita di peccato non siamo soli. Siamo perdonati. Siamo amati. Questo porta al pentimento, alla volontà di correggerci, ma dobbiamo chiedere la grazia di Dio per proporci le correzioni adeguate: non si tratta di scegliere da soli il modo giusto di agire. Chiediamo a Gesù. Preghiamo chiedendo di accettare pienamente ciò che Dio ci offre con tanta libertà: il perdono. Molti di noi trascorrono la vita oppressi da sensi di colpa che paralizzano. Dio ci chiede di camminare


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nel suo amore e di sperimentare la libertà che ci offre. TESTI

Lc 15,11-32: Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. Lc 5,17-26: Gesù veduta la loro fede disse: “Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi”. Gv 8,2-11: E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno. Va’ e d’ora in poi non peccare più”. Rm 5,1-8: Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Parlando con Gesù come un amico fa con un altro, provo una grande meraviglia di essere vivo in questo momento, di sentirmi vivo in un mondo chiamato a salvarsi nell’amore di Dio. Nel contemplare la creazione e la storia, dopo avere meditato sulla distruzione del peccato, parlo con Gesù della grazia del perdono ricevuto. È un colloquio di misericordia in cui ragiono e rendo grazie a Dio nostro Signore perché mi ha finora dato vita, e con il proposito per l’avvenire di emendarmi con la sua grazia. Termino con un sincero Padre nostro. COLLOQUIO FINALE

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