Il signor Carbonara chiama il numero 2.
“Io ho il numero 527”, legge Cane Puzzone sul biglietto del guardaroba, “il numero 4 deve essere la gallina, da qui non vedo niente”.
“Oh no, ancora la tigre!” protesta il barboncino con la frangia.
“Se almeno avesse un cappotto leo pardato”, grugnisce il basset hound.
Ma dal folto pubblico salgono un terribile “Hii!” e un orribile “Haa!”, seguiti da un “Guardate lassù!”.
Perché sotto le luci dei riflettori, la piccola Spago è salita su una corda e tre ma tutta nel suo costume.
“Se riesco a percorrerla tutta, mia madre tornerà a vivere con mio padre”, pensa.
Povera piccola Spago, non ha nem meno una rete di protezione o un’asta per tenersi in equilibrio.
Il signor Carbonara, da bravo showman, motiva la sua tigre.
“Se cade, mordila! Capito numero 2?”
“Se non lo faccio, rischio di essere re trocessa numero 3 o peggio, numero 4”, pensa la tigre.
“Finalmente un po’ d’azione”, com menta felice il barboncino con la frangia.
“Sono sicuro che è fatto apposta. È tutto finto”, sentenzia il basset hound.
“La corda è un po’ grossa, in effetti”, conferma la mamma del barboncino. Invece la filiforme Spago sembra così sottile là sopra.
“Cane Puzzone, bisogna fare qualco sa!” interviene Spiaccigatto.
“Da mangiare?” chiede Cane Puzzone. Spago tentenna, è a un pelo di gatto dal rompersi la gamba, le costole o peg gio, dal cadere vicino alla tigre.
“Tienimi la stella fluo Spiaccigatto, torno subito.”
Come un cigno in mezzo al lago, un’anguilla in mezzo a un fiume e una sega in mezzo a un albero, Cane Puzzo ne attraversa la folla e corre nell’arena.
“Mamma, Mosto Bidoni tonato!” esclama il bimbo.
“Non avere paura, non ti mangia mica”, lo rassicura la madre.
“Io no paua, io contento.”
“Cosa ci fanno lì quei buffoni!” gri da il signor Carbonara arrabbiato. “Non avete il diritto di stare sulla mia pista. È mia! Numero 2, mangia quel cane!”
“Impossibile, puzza troppo di sardina”, pensa la tigre.
“A queste condizioni, pretendo di es sere promosso numero 1!” protesta.
“Gli animali ammaestrati non det tano legge”, ribatte Carbonara. “Sarà il leone a prendere il tuo posto, lui almeno sa come comportarsi! Su, vieni, numero non so più quale!”
Ma il leone non è d’accordo e, davanti al pubblico stupefatto, difende la causa animale.
“Noi non siamo numeri, siamo ani mali!”
“Meno male che non protestano spes so perché a contratti stiamo messi male”, bisbiglia Spiaccigatto.
Ma se c’è una cosa che il pubblico
non sopporta sono i maltrattamenti e gli spettatori cominciano a fischiare il signor Carbonara. La loro protesta produce un suono, il suono provoca delle vibrazioni, la corda di Spago comincia a traballare e si consuma il dramma. Spago cade! Stavolta è la fine.
“Ohh!” esclamano i bambini.
“Ahh!” fanno i genitori.
“Uh, dove?” chiede il Mostro dei Bi doni, accecato dai riflettori, con le zampe protese in avanti.
“Lo zerbino ammortizzerà la caduta”, dice una signora.
“Questo spettacolo zoppica”, commentano tre anatre con la luna storta.
“Urrà!” fa il resto del pubblico che si gode la scena e applaude il salvataggio.
“Evviva! Zebino savato Spago!” esulta il piccolo.
“Evviva Cane Puzzone!” urla un signore.
“Evviva Spiaccigatto!” dice una si gnora che preferisce i gatti.
Ma per la piccola Spago le disgrazie
non sono finite. “Sono caduta e questo significa che il papà e la mamma non tor neranno mai a vivere insieme”, si dispera.