Sally Gardner
LA GARA DEI CAVALLUCCI Betsy e Mr. Tigre, un’avventura sottomarina
illustrato da
Nick Maland traduzione di
Giuseppe Iacobaci
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N
oi,
l’alfabeto,
siamo
una
fa-
miglia di lettere. Una famiglia piuttosto numerosa, è vero. Ma
ce la caviamo senza problemi. Ci piace considerarci fattucchiere di parole: scagliamo sortilegi, inventiamo storie, fabbrichiamo frottole, tessiamo trame da fibre di fiaba. Veniamo da un’isola che è stata dimenticata dalle mappe del mondo. È qui che abbiamo incontrato per la prima volta Mr. Tigre, tanto tempo fa, quando c’era la luna blu. Gli abbiamo
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chiesto se avesse voglia di scrivere questi libri, e abbiamo chiesto anche a Betsy K. Glory. Hanno detto tutti e due di no: erano troppo impegnati a vivere avventure. Mr. Tigre ci ha fatto uno dei suoi discorsi; tenere discorsi è la sua specialità. Ha detto che saremmo riuscite benissimo da sole a raccontare, a modo nostro, le storie di Mr. Tigre e Betsy. E così ci siamo lavate il faccino, ci siamo allacciate le scarpe, abbiamo messo il vestito della domenica e ora, con la nostra valigia piena di “c’era una volta” e “vissero felici e contenti”, siamo pronte. Cominciamo dall’inizio.
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C
ome
ormai
dovreste
sapere,
Betsy K. Glory vive con il suo papà,
Alfonso
Glory.
Lui
è
il
migliore gelataio dentro e fuori dalla mappa
del
mondo.
Padre
e
figlia
vivono insieme in una casa alta e ariosa, proprio davanti al porto. Al pianterreno c’è il caffè del signor Glory, con le cucine, e al piano di sopra c’è l’appartamento. Da lì i due possono affacciarsi e guardare dalle finestre i moli affollati, dove le barche ondeggiano sul mare blu. Betsy ha i
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capelli di un bel viola acceso, occhi verdi
vispi
un
e
brillanti
dolcissimo
e
visino
lentigginoso. La mamma, Myrtle, è una sirena, e poiché non si possono avere sia i piedi che una coda di pesce,
vive
per
la
gran parte del tempo in fondo al mare. Il papà e Betsy, che i piedi ce li hanno, vivono quasi sempre sulla terraferma, ma Myrtle ha tessuto a
maglia una tuta da sirena per la sua bambina, che così può nuotare e respirare sott’acqua. Dunque per Betsy K. Glory tutto è bello come il più bello dei mercoledì. E adesso è tempo di presentare Mr. Tigre e i suoi acrobati Gongalunghi. Un rullo di tamburi per favore. Mr. Tigre indossa un bel cappottone di pelliccia, un cappello a cilindro ed elegantissime scarpe a punta. Ha un orologio da taschino magico, molto utile per le avventure, e una bussola che lo aiuta a non smarrirsi mai. Ma la cosa più sorprendente è che dirige un circo di acrobati, è capitano di una nave
a
strisce bianche
e blu e di recente ha progettato un sommergibile e l’ha fatto costruire. La sua squadra di acrobati proviene dall’isola Gongalunga, dove regna la principessa
Albee,
buona
amica
di
Betsy e di Mr. Tigre. I Gongalunghi non di
sono
un
alti
comune
nemmeno essere
un
quarto
umano,
sono
delicati come tazzine di porcellana e robusti come il cemento. E, come se non bastasse, sono anche tanto saltellosi e non soffrono per niente di
vertigini.
hanno
avuto
E
meno
bisogno
male, di
una
perché scala
altissima per salire sulla luna, dove hanno tenuto uno spettacolo circense davvero spaziale. Ma ora tuffiamoci in questa storia.
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D
opo l’ultima avventura di Mr. Tigre e Betsy, quando il piccolo drago marino fu salvato dai pi-
rati e gli isolani ricevettero in premio le mele d’oro, la principessa Albee e il sindaco avevano promesso di inviare una squadra di operai all’alta casa ariosa della famiglia Glory, così da renderla più accessibile alla mamma. Il sindaco aveva dichiarato che i lavori sarebbero
partiti
“domani”.
Ma
spesso i domani tendono
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a perdersi nell’oggi. La principessa Albee e il suo fidanzato, il pasticcere Septimus Plank, erano tornati in nave fino all’isola Gongalunga per preparare le nozze. Li aveva scortati la nave di Mr. Tigre, perché anche gli acrobati dovevano tornare a casa. Senza il giusto cibo, che si trovava solo sull’isola Gongalunga, avrebbero perso la saltellosità, e senza quella... be’, non sarebbero stati acrobati.
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Dopo la partenza il sindaco aveva sbirciato nelle casse del Comune e aveva capito che l’idea di sobbarcarsi il costo dei lavori della casa di Alfonso era stata forse un po’ avventata. Soprattutto alla luce di tutte le spese fatte per il Festival del Drago Marino. E le nozze della principessa Albee comportarono Mancava
solo
un un
ulteriore mese
al
ritardo. grande
giorno, e al papà era stato chiesto di preparare la farcitura per la torta gelato nuziale.
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Alfonso era preoccupato. Aveva
sempre
tendenza ma un
a
questa motivo
preparare dei
avuto
la
preoccuparsi, volta
c’era
valido.
Come
il
gelato
muratori
con
all’opera
in cucina? Per tagliare la testa al toro, decise che i lavori potevano aspettare.
Le
torte
nuziali
sono
importantissime, e gelati e cemento non si sposano bene. Per non parlare dello scompiglio, dei costi... e poi
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dove avrebbero abitato lui e Betsy nel frattempo? “Potrei stare dalla mamma”, aveva proposto Betsy. “Ricordi? Ho la mia tuta da sirena, e mi piacerebbe vedere casa sua.” Al papà era sembrata una buona idea: se pure i lavori fossero stati conclusi tra mille mai, Betsy avrebbe dovuto
partire.
Dopotutto,
c’erano
tanti parenti dal lato della mamma che non aveva mai incontrato. E così Betsy si preparò a tuffarsi in mare.
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