Pagine da a santiago lungo ic portoghese 160p

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36,3 km 276,6 km

Lunghezza: Da fare:

Informazioni utili Voluntários, av. 5 Outubro 197 (accanto alla Igreja Matriz), tel. 351-25.68.22.902 / 91.60.90.538, geral@bombeirosarrifana.com (la caserma non è sempre aperta, chiamare). Escapães, Malaposta, Ferrada: Bar. Lourosa: Bombeiros Voluntários, av. Principal 4030, fuori dal Cammino (al (03) girare a sinistra), tel. 351-22.74.43.189. Bar, alimentari. Vergada: Bar. Grijó: Bar, alimentari. Perosinho: Alimentari. Vila Nova de Gaia: Bar, ristoranti, alimentari, pensioni. Porto: Bombeiros Voluntários, rua de Rodrigues Sampaio 145 (tra praça da Liberdade e praça de Dom João I), tel. 351-22.20.55.845 (accolgono dopo le ore 21). Downtown Hostel (privato), praça Guilherme Gomes Fernandes 66 (vicino ai Jardim da Cordoaria), 37 posti, 15 €, tel. 351-22.20.18.094, portodowntownhostel@gmail.com. The Poet Inn (privato), rua dos Caldeireiros 261 (J. da Cordoaria), 24 posti, 15/18 €, tel. 351-22.33.24.204 / 93.20.15.758, info@thepoetinn.com. Gallery Hostel (privato), rua Miguel Bombarda 222 (J. da Cordoaria), 40 posti, 20 €, tel. 351-22.49.64.313, info@gallery-hostel.com. Tattva Design Hostel (privato), rua do Cativo 26-28 (dietro la stazione São Bento), 116 posti, 15 €, tel. 351-22.09.44.622 / 93.98.87.070, tattvadesignhostel@gmail.com (prenotare). Spot Hostel (privato), rua Gonçalo Cristóvão 12 (fermato metro TRINDADE), 42 posti, 17 €, tel. 351-22.40.85.205, portospothostel@gmail.com. ARRIFANA: Bombeiros

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Da São João da Madeira a Porto

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Andarilho Hostel (privato), rua da Firmeza (fermate metro TRINDADE, BOLHAO), 40 posti, 15 €, tel. 351-22.20.12.073, andarilhoportohostel@gmail.com. Antas Ville (privato), rua da Vigorosa 736 (nei pressi dello stadio Dragon), 30 posti, 13 €, tel. 351-22.50.20.414, antasville@gmail.com. Refugio de Peregrinos (privato), rua Vasco Santana 264 (fermata metro Senhora da Hora), 20 posti, donativo, aperto da aprile a settembre tel. 351-96.02.27.134, viaportuscale@gmail.com (prenotazione obbligatoria).

Pousada da Juventude, rua Paulo da Gama 551 (5 km dal centro), 148 posti, 16/37 e camerata/ doppia, tel. 351-22.61.77.257, porto@ movijovem.pt. Come arrivare: autobus 200 verso Castelo do Queijo; 207 verso Foz Mercado: su questa linea la fermata è davanti alla pousada. Entrambi si possono prendere in praça de Dom João I. Pensioni (zona praça da Libertade), bar, ristoranti, alimentari. Ufficio informazioni, praça Dom João I, tel. 351-92.74.11.817, ptcentro@hotmail.com.

Il Cammino oggi abbandona ogni possibilità di percorrere sentieri nei boschi, a eccezione della Serra de Negrelos, e ci riserva una delle tappe più urbane e labirintiche di tutta la pellegrinazione: è l’arrivo a Porto, meravigliosa città sull’oceano che segna un ipotetico giro di boa verso Compostela. Fortunatamente l’abbondanza di frecce gialle segnate dagli amici portoghesi del Cammino di Santiago ci permette di districarci in una selva di strade che altrimenti renderebbero difficoltosa l’entrata in città. Lasciamo la Beira Litoral per entrare nella valle del Douro, terra di vigneti e vini rinomati in tutto il mondo.

Il percorso 0 km - SÃO JOÃO DA MADEIRA (Rotonda/fontana) La città è grande e può sembrare che ci si possa perdere facilmente. In realtà uscire da São João non è difficile: alla rotonda prendiamo per rua Padre António Maria Pinho, la terza uscita. Il Cammino ci porta a visitare la piccola Igreja Matriz e praça Luís Ribeiro. La piazza colpisce non per la bellezza, ma per l’alto obelisco nel suo centro che ricorda le ciminiere delle vecchie fabbriche dei dintorni. Attraversiamo la piazza e proseguiamo sempre dritto in rua Oliveira Junior e, poco dopo il Museu da Chapelaria (la città è famosa per la storica produzione di cappelli), giriamo a sinistra. Passiamo per una zona che qualche decennio fa doveva essere la periferia industriale della città: ciminiere in mattoni e fabbriche dismesse dai tetti aguzzi. Raggiungiamo subito Arrifana, una località appendice di São João da Madeira. Superiamo la bellissima Igreja Matriz dalla facciata completamente ricoperta di azulejos e iniziamo pian piano a scendere. Stiamo attenti perché il Cammino, un chilometro dopo la chiesa, non prosegue per rua do Outeiro, ma vira bruscamente a destra su per delle scale (01), proseguendo in un tranquillo quartiere periferico e correndo per un tratto di fianco alla nazionale che, poco dopo, attraversiamo (siamo nella località di Escapães). 100


antica strada romana nella Serra de Negrelos

Da qui inizia una lunga e inesorabile salita che ci porta su un altro tratto di nazionale; giriamo a sinistra e proseguiamo per circa 2,5 km sulla corsia di emergenza e sui pochi tratti di marciapiede. Attenzione a non fare deviazioni in questo tratto di nazionale, se non dopo un cartello che ci informa dell’arrivo a Malaposta. Giriamo a destra nel centro abitato in prossimità dell’Hotel Bela e di un rivenditore di automobili (02) e percorriamo Estrada Real che diventa poi rua da Estrada Romana, nome che ci rivela che stiamo percorrendo un’antica calzata romana, ben conservata in alcuni tratti e un po’ dissestata in altri. Ritrovato l’asfalto, proseguiamo dritto e sfioriamo una zona industriale dopo la quale raggiungiamo il paese di Ferrada che si attraversa lungo l’Estrada Real (che prosegue concettualmente il tratto da Malaposta) fino a Lourosa.

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13 km - LOUROSA Qui l’Estrada Real si immette nell’avenida Principal (04), poco prima di un grande supermercato: le due vie fino a qui corrono quasi parallele. A Lourosa i pompieri accolgono i pellegrini, ma la caserma non è sul Cammino, bensì in avenida Principal a circa due chilometri dal supermercato in direzione opposta a quella che dobbiamo percorrere (04). Chi volesse fermarsi a Lourosa può raggiungere la caserma in questo modo: 1 km dopo Ferrada girare a sinistra in rua Feira dos Dez (03); girare alla prima a destra, poi a sinistra e superare la colorata Igreja da Feira di Lourosa; in av. Principal ancora a sinistra: dietro l’angolo ci sono i pompieri. Il ritorno al Cammino è semplice: basta percorrere l’avenida Principal nel senso opposto a quello d’arrivo fino al supermercato e poi ancora dritto. Ora, però, superiamo Lourosa proseguendo sulla nazionale ed 101


Porto: praça da Libertade

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entriamo nel centro di Vergada. Poco prima della fine del paese giriamo a sinistra in rua Joaquim Porto (05) e, attraversando la nazionale, ci immettiamo in una strada secondaria che scende conducendoci a Grijó. La strada è interamente lastricata e sembra accompagnarci, come un tappeto rosso, verso il bellissimo monastero São Salvador di Grijó e poi fino al centro del paese. Il lastricato prosegue, a tratti interrotto dall’asfalto, e ci porta fino a Perosinho.

24,4 km - PEROSINHO In questo paese seguiamo i piccoli cartelli blu con conchiglia gialla che ci guidano fino all’entrata di un bosco, la Serra de Negrelos (06), attraversato da una larga strada romana: iniziamo a salire. Sarebbe molto bello se all’uscita del bosco vedessimo Porto dall’alto, ma sfortunatamente dobbiamo camminare ancora un po’ e in cima al colle sbuchiamo nei pressi di Canelas, una località alla periferia di Vila Nova de Gaia. Attraversiamo zigzagando i moderni e un po’ grigi quartieri fino a un ponte autostradale. 31,4 km - VILA NOVA DE GAIA Da qui fino a Porto attraversiamo una ininterrotta area urbana chiassosa e caotica. È Vila Nova, una grande città, considerata da tutti il prolungamento di Porto “al di là del Douro”. Sebbene abbiamo la possibilità di fermarci e pernottare, continuiamo a percorrere l’ultima manciata di chilometri: dopo una giornata faticosa, la soddisfazione di arrivare finalmente a Porto è impagabile. Attraversiamo dunque la città andando sempre dritto senza deviazioni; alla rotonda che interrompe avenida da Republica, proseguiamo per rua Soares dos Reis, passiamo di fianco agli omonimi giardini e, più avanti, alla rotonda di largo dos Aviadores proseguiamo per rua Francisco Sá Carneiro (seconda uscita). La strada scende fino a incrociare 102


36,3 km - PORTO L’emozione è tanta e cresce sempre di più, così come la voglia di fermarsi per una meritatissima pausa sulla Ribeira dall’altra parte del Douro. Per un momento non vediamo più le frecce e diamo per scontato che si debba attraversare il ponte dall’alto, ma dopo una breve perlustrazione scorgiamo una piccola freccia gialla (alla destra del ponte) che timidamente ci indica un’altra direzione. Dobbiamo infatti scendere per una stretta via in lastricato che passa proprio ai piedi del monastero e che ci porta al “piano terra” dove con grande soddisfazione possiamo finalmente attraversare il ponte Dom Luis I, alla fine del quale giriamo a sinistra sulla Ribeira (la freccia è nascosta dal palo di un cartello di divieto di accesso). Giunti in praça da Ribeira possiamo vedere due singolari fontane: la fonte di San Giovanni Battista sopra la quale, in una nicchia, c’è una moderna rappresentazione del santo, a opera dello scultore João Cutileiro; e una fonte del XVII secolo, ora detta “O Cubo”, che accoglie la statua dell’artista José Rodrigues. Da qui il Cammino, che si snoda tra i vicoli di Porto, è ben segnalato e sale su per rua de São João, gira a sinistra in largo de Santo Domingo, entra a destra in rua das Flores e passa di fronte alla Igreja da Misericordia dove, più avanti, si divide: dritto, per il Cammino dell’interno che passa per Braga; a sinistra, per il Cammino centrale (il nostro) nella direzione di Barcelos. Noi ovviamente proseguiamo per Barcelos e risaliamo per la stretta rua do Ferraz, giriamo a destra in un tratto di rua da Vitória e a sinistra, ancora in salita, per rua dos Caldeireiros. Lo spazio si allarga quando siamo in praça da Cordoaria: di fronte, gli omonimi giardini e, alla nostra destra, la bellissima Torre dos Clérigos. La tappa oggi finisce qui e lasciamo al pellegrino la scelta del luogo dove pernottare. Purtroppo, sebbene la maggior parte dei pellegrini parta da questa meravigliosa città, non ci sono strutture ufficiali per l’accoglienza.

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la linea ferroviaria: dal cavalcavia la vista, seppur parziale, di Porto ci emoziona. Scendiamo in rua de Jau e giriamo a destra, poi subito a sinistra. Ora siamo veramente a pochi passi e percorriamo velocemente il tratto dell’avenida da Republica su cui passano le linee della rete ferroviaria suburbana che proseguono sul ponte. Alla nostra sinistra ci sono i Jardim do Morro e alla nostra destra ci guarda dall’alto il monastero di Serra do Pilar. Di fronte a noi, Porto in tutto il suo splendore.

Da vedere Porto  è, secondo Saramago, “un’armonia fra il granito e i colori della terra che il granito accetta, a eccezione dell’azzurro se col bianco trova un equilibrio nell’azulejo”. Molto diversa dalla bianca e morbida Lisbona, l’austera Porto è senz’ombra di dubbio una delle nostre città preferite, che col sole o con la sua nebbia sottile, frequente e fitta, mantiene sempre un fascino che ruba l’anima. Allora il nostro consiglio è, se 103


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avete tempo, di fermarvi un giorno in più e andare alla scoperta della città verace e autentica, che non è quella dei ristoranti per turisti lungo la pur splendida Ribeira, e che si mostra un poco alla volta, discreta e riservata, nei luoghi dove scorre la vita quotidiana, come al mercado do Bolhão, una costruzione in ferro battuto del XIX secolo che ogni giorno ospita bancarelle di pesce, fiori, frutta e verdura. La Ribeira (letteralmente “lungofiume”) resta comunque il posto ideale per una passeggiata lungo il fiume, specialmente al tramonto, quando si anima di gente e le luci si accendono sul pendio, i gabbiani garriscono alla ricerca di cibo e l’aria si riempie di mille odori diversi, fra cui quello di pesce alla griglia e salsedine, e la notte comincia a calare su “questa città congiunta con un fiume che chiamano Douro”. Estação de São Bento, edificio dei primi del Novecento: nell’atrio conserva begli azulejos che rappresentano scene di vita popolare, una ministoria dei trasporti prima della ferrovia e alcuni grandi avvenimenti del passato come l’ingresso a Porto di João I e la presa di Ceuta. Igreja dos Clérigos, barocca del XVIII secolo, dal cui campanile, il più alto del Portogallo, si gode di una vista così bella da ferire gli occhi sopra i tetti della città che sembrano accalcarsi in fila verso il ponte Dom Luis I, quasi volessero attraversarlo. Anche la Sé di Porto (XII secolo) ha l’aspetto di una fortezza, con le sue alte torri merlate che arrivano fino all’altezza superiore del rosone. Il portale è opera di Nicola Nazzoni, cresciuto fra maestri di un’altra lingua e di un altro modo di pensare, che venne qui ad ascoltare la lingua che si parlava profondamente nel Nord portoghese e la trasferì alla pietra. Visitate il chiostro, del 1385, piccolo e geometricamente perfetto, decorato di azulejos che narrano episodi delle Metamorfosi di Ovidio e del Cantico dei Cantici. Igreja de São Francisco, XIII/XIV secolo, mostra una contaminazione di stili: romanico il portale, gotico il rosone della facciata e l’abside e infine barocco all’interno, con un tripudio un po’ eccessivo di decorazioni di legno dorato. Al lato della chiesa, si trova il neoclassico e imponente Palácio da Bolsa (palazzo della Borsa), che conserva all’interno una splendida sala neoaraba. La libreria Lello & Irmão, in rua das Carmelitas (su cui si affaccia anche la graziosa chiesa barocca do Carmo), aperta nel 1906, conserva ancora i suoi interni ed esterni originali, in stile neogotico; un tempo era anche una casa editrice. Nel 1996 il quotidiano El País le ha attribuito il titolo di “libreria più bella del mondo”.


Porto, un po’ di storia 13 In epoca romana, due insediamenti si fronteggiavano da una riva all’altra del Douro: Portus e Cale. I collegamenti fra i due avvenivano solamente via acqua e, infatti, qui approdavano navi fenice e greche e, in seguito, le flotte arabe che si scontrarono però con la resistenza del Nord del Paese. Da qui infatti partirà poi la riconquista della nazione, cioè, in nuce, di quel territorio di Portus e Cale che la figlia di re Afonso VI portò in dote a Enrico di Borgogna: la contea di Portuale. Quarant’anni più tardi, nel 1139, quel nome indicava il nuovo regno di cui Afonso Henriques si dichiarò re. Nel XIV secolo Porto era già un importante centro commerciale con quella vocazione marina che si precisò dando i natali a Enrico il Navigatore, nel 1394. Fu totale l’impegno per allestire le flotte che salparono alla conquista del mondo. Tuttavia la città non trarrà mai dalle scoperte i benefici di Lisbona e, se il manuelino è lo stile della capitale, è invece il barocco a caratterizzare Porto, segno di quello che fu il suo vero secolo d’oro, il Settecento. Il trattato commerciale con l’Inghilterra, nel 1703, fece la fortuna delle esportazioni di vino della regione di Porto: la città divenne in un certo senso un feudo britannico e molte proprietà vinicole furono acquistate dagli inglesi - questo spiega i nomi britannici della maggior parte dei produttori di Porto, ancora oggi. Il monopolio inglese non era, però, sentito dai viticoltori come un giogo da cui liberarsi, dato che gli era garantito ugualmente un certo sviluppo, al punto tale che quando il marchese di Pombal nel 1757 cercò di limitare i privilegi britannici creando la Companhia do Alto Douro, il malcontento dei produttori sfociò in una rivolta che è passata alla storia col nome di rivolta dos borrachos, “degli ubriachi”. Aumentano le entrate col commercio di vino, cresce anche la voglia di arricchirsi d’opere d’arte. Re João V chiamò artisti da tutta Europa, e fra questi ricordiamo l’italiano Nicola Nazzoni col suo barocco particolare che unisce le tradizioni e il temperamento portoghesi ai canoni di Bernini e Borromini. Nell’Ottocento Porto fu la culla del liberalismo che diede origine alla rivolta contro l’ormai decaduta monarchia. Oggi rimane una città industriale e commerciale che fornisce più di un terzo del prodotto della pesca del Portogallo.

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