Etgar Keret e Aviel Basil
L'incredibile
AVVENTURA DI UN
BIMBOGATTO Traduzione di Alessandra Shomroni
A Lev, il bimbogatto più amato al mondo. Da papà
Alla mia famiglia, a Mio e ai bimbigatto ovunque essi siano. Aviel
Mio papà è un uomo molto impegnato e quand’ero piccolo non mi vedeva proprio. Qualche tempo fa, però, mamma gli ha detto che doveva passare più tempo insieme a me, altrimenti quando fossi cresciuto se ne sarebbe pentito. Da allora lui si sforza di farlo, ma non sempre ci riesce.
Martedì scorso, per esempio, mentre eravamo allo zoo gli hanno telefonato per dirgli che in ufficio c’era un giapponese basso che voleva comprare con urgenza due aerei e un palazzo. Papà ha detto che era l’affare della vita e che i giapponesi sono un popolo speciale e non comprano roba da chiunque. Mi ha lasciato una banconota rossa per prendere un taxi, ha controllato due volte per sicurezza che mi ricordassi il nostro indirizzo e poi mi ha spiegato cosa dovevo dire a mamma perché si arrabbiasse con lui il meno possibile nel vedermi tornare a casa da solo.
Dopo essersi accertato che era tutto a posto e che poteva fidarsi di me, ha guardato l’ora sul suo cellulare, mi ha dato un bacio sul naso, proprio davanti alla gabbia del rinoceronte, e ha detto: “Promettimi che ti divertirai anche da solo”. E se n’è andato.
Io ho cercato davvero di divertirmi come gli avevo promesso, però non sapevo esattamente come ci si diverte da soli. Ho passeggiato davanti alle gabbie e ho letto le scritte sui cartelli: cosa mangia quell’animale, chi lo mangia, cose gli piace fare e dove vive in natura. Nessun cartello, però, diceva che agli animali piace stare in gabbia, anche se allo zoo lo facevano tutti. Forse per questo avevano un’aria un po’ triste.
Quando ho cominciato a sentire fame ho comprato un hot dog al chiosco. Volevo anche una barretta di cioccolato perché l’hot dog non si sentisse solo nella pancia, ma avevo promesso a papà di non mangiare dolci: già così avrebbe avuto abbastanza guai con mamma. Allora ho comprato un altro hot dog. Dopo tutti questi hot dog mi sentivo molto stanco, mi facevano male le gambe e ho cercato un posto dove sedermi. Tutte le panchine erano occupate da famiglie. Alcune erano grasse, altre magre, alcune parlavano sottovoce e altre gridavano. Tutte però sembravano molto felici.