5
Altamura ➜ Gravina in Puglia
4.8
Staz.e di Altamura
M. Calvario
Altamura
5.1
2
Parco di Celio
4
Serra Porcaro 5.2
Masseria S. Chiara 6
Masseria Santoro
Serra di Mele 5.3
8 10
Gravina in Puglia
Altamura
5
Serra di Mele
6
Altamura ➜ Gravina in Puglia
5.3
8
Masseria S. Chiara
Masseria Santoro 10
12
5.4
14
5.5
16
Parcone S. Sofia
M. Cucu
18
5.6
Gravina in Puglia 6.1
Sidion
Serra Carvotta Serra Pendino
Da Altamura a Gravina in Puglia
5
CAVA DI TUFO ABBANDONATA
GRAVINA IN PUGLIA
SP 27
QUERCIA SECOLARE
200
PONTE DELLA FERROVIA
400
ALTAMURA
600
0m 0 km
5
10
20 km 145 m DISCESA 272 m DIFFICOLTÀ: facile FONDO: 60% STERRATO 40% ASFALTO LUNGHEZZA:
DISLIVELLO: SALITA
Servizi Infopoint Gravina in Puglia, piazza Benedetto XIII, tel. 080-32.69.065, info@iatgravina.it. Lun-sab 9-13 e 16-20, dom 9-13 e 15-19. s Murgia Lab, via Matteotti 4, tel. 080-32.69.717 / 348-38.12.083, info@ murgiaturismo.it. Museo della Fondazione Pomarici Santomasi, via Museo 20, tel. 080-32.51.021, info@ fondazionesantomasi.it. Mar-dom 9-13 e 16-20. Comitato Cammino Materano Gravina in Puglia, referente di tappa Leonardo Picciallo, gravina.camminomaterano@gmail.com.
GRAVINA IN PUGLIA:
Dove dormire B&B Opera, via Gioacchino Belli 52, tel. 080-32.66.071 / 368-75.01.522, 25 posti, SGL 25 €, DBL 40 €, TPL e QDB 54 €, piccola colazione. B&B Duca Orsini, via Santa Sofia 21, tel. 080-32.24.322 / 339-79.43.395, info@ ducaorsini.it, 10 posti, SGL 30 €, DBL 50 €, TPL 60 €, QDB 80 €. c (piccola/media taglia). s B&B Stanze Orsini, piazza della Repubblica 29, tel. 373-72.58.664, 12 posti, SGL 36 €,
GRAVINA IN PUGLIA:
15
20
25
30
DBL 54 €, TPL 72 €, QDB 90 €. B&B Casa Murgiana, via Saverio Mercadante 3, tel. 080-32.64.965 / 366-13.44.310, 8 posti, SGL 25 €, DBL 40 €, no colazione. c (piccola/media taglia). s Agri Biologica delle Murge, contrada Dolcecanto, a 10 km da Gravina in direzione Poggiorsini, tel. 080-32.69.717 / 348-38.12.083, michelecapone@murgia.it, piazzola tenda 6 €, posto letto con sacco a pelo 10 €, camera SGL 30 €, DBL 40 €. Possibilità di colazione a 5 € e cena a 15 €.
Dove mangiare Osteria Sant’Agostino, corso Vittorio Emanuele 12, tel. 080-96.98.809 / 339-18.54.418. Chiuso il mercoledì, cucina locale, menu del pellegrino a 15 €. Osteria Radici, via Fontana la Stella 37-39, tel 080-90.24.603. Cucina locale a km 0, €€.
GRAVINA IN PUGLIA:
Sagre e Feste Fiera di San Giorgio, 18-25 aprile. Raduno internazionale dei cortei storici medievali, terza settimana di settembre. Festa patronale San Michele Arcangelo, 29 settembre. Sagra del fungo cardoncello e del vino novello, 22-23 novembre.
GRAVINA IN PUGLIA:
67
5
Altamura ➜ Gravina in Puglia
Tappa semplice, non troppo lunga e con pochi dislivelli. Dalla cattedrale di Santa Maria Assunta attraversiamo l’incantevole centro storico di Altamura in compagnia del profumo di pane caldo. Il paesaggio si estende su campi coltivati a grano e legumi (lupini e cicerchie). Si arriva a Gravina in Puglia attraversando un bosco e percorrendo un’antica strada lastricata. Si ricorda di portare con sé acqua a sufficienza: l’intera tappa è sprovvista di fontane per fare rifornimento.
La tappa ha inizio dalla cattedrale di Santa Maria Assunta; con la chiesa alle spalle ci incamminiamo verso destra su corso Federico II di Svevia che taglia l’intero centro storico e sfocia, dopo l’arco, in piazza della Resistenza. Svoltiamo subito a destra in via Giuseppe Garibaldi e continuiamo dritto attraversando via Dei Mille per poi imboccare, subito a destra, via San Martino; proseguiamo in discesa costeggiando la villa comunale e, da via Quintino Sella, prendiamo via Selva che percorriamo per 400 m fino al bivio dove proseguiamo a destra su via Lago Passarello. Continuiamo per 600 m fino a un piccolo tunnel [5.1 - km 1,5] che consente di passare al di sotto della SS 96 (nel caso in cui il tunnel dovesse essere impraticabile a causa della pioggia si dovrà attraversare la statale prestando molta attenzione). Superato il tunnel giriamo a destra sulla strada sterrata e all’incrocio immediatamente successivo procediamo dritto su via Parco del Vecchio Bovio. Dopo 1 km la strada continua in discesa e compie una curva a destra al termine della quale svoltiamo a sinistra sotto il ponte della ferrovia. Dopo circa 150 m imbocchiamo il sentiero sterrato a sinistra che si inoltra tra distese di campi coltivati; proseguendo incrociamo due bivi a breve distanza: al primo andiamo a sinistra mentre scegliamo la destra al successivo. Il sentiero procede dritto tra muretti a secco e campi di grano: è un tratto molto suggestivo lungo il quale è possibile osservare bellissime poiane in volo. Continuiamo per 1 km e, oltrepassata una masseria, incrociamo la SS 27 [5.2 - km 4,7] che attraversiamo per imboccare la strada asfaltata che si snoda tra campi di grano. Superato un canale proseguiamo sempre dritto sulla stessa strada asfaltata per poco più di 1 km, quindi, dopo una leggera curva a destra, al bivio [5.3 - km 7,2] prendiamo il sentiero sterrato in salita a sinistra. Da qui, distogliendo per un attimo lo sguardo dal cammino, possiamo osservare alle nostre spalle il profilo della città di Altamura. Superiamo due bivi andando dritto e arriviamo a un piccolo uliveto e a un’alta quercia secolare che, in giornate particolarmente calde, costituisce un utile riparo dal sole. Il cammino prosegue per il sentiero a destra, verso un’altra grande quercia solitaria: qui il paesaggio si apre su ampie colline e campi coltivati. Continuando lungo il sentiero per 1,2 km incontriamo sulla destra un grande impianto fotovoltaico che costeggiamo fino a un bivio dove teniamo la sinistra. 68
Altamura ➜ Gravina in Puglia
ALTAMURA.
In cammino verso Gravina in Puglia tra i campi di grano.
Superiamo un secondo impianto a pannelli solari e procediamo sempre dritto per 2 km fino a incrociare la SS 27 [5.4 - km 11,7] che attraversiamo andando dritto in contrada Confine del Rosario. Oltrepassato un piccolo uliveto, al primo bivio svoltiamo a sinistra e proseguiamo dritto tra campicelli di ulivi; percorriamo altri 900 m e al termine del sentiero giriamo a sinistra per immetterci sulla SP 27, che percorriamo per 200 m facendo molta attenzione alle auto, fino a imboccare la prima strada asfaltata a destra. Pochi metri e la via diventa subito sterrata, proseguendo dritta attraverso piccoli appezzamenti di ulivi, mandorli, vigneti e orti. Dopo 1,3 km il sentiero compie una svolta a destra e si immette sulla SP 201 (a scorrimento veloce) che percorriamo verso destra per 50 m prima di svoltare alla prima deviazione a sinistra (contrada Coluni). Continuiamo su questa strada per 350 m e in corrispondenza di un campo di ulivi giriamo a destra; proseguiamo dritto e prendiamo la terza strada a destra [5.5 - km 16,2] che incrociamo dopo circa 600 m. Il cammino prosegue in salita e, all’incrocio con una stradina sterrata, svoltiamo a sinistra. Alla nostra destra comincia a delinearsi la città di Gravina in Puglia. Dopo 150 m, alla prima svolta che incontriamo, giriamo a destra su una sterrata in discesa che, dopo una curva, si biforca: un cartello indica che occorre prendere il sentiero a destra e proseguire in discesa mantenendo la sinistra. Ci inoltriamo in una fitta vegetazione di rovi, biancospini e querce: una piccola ma splendida macchia di bosco alle porte di Gravina. Proseguiamo tra ulivi giunchi e canneti, quindi in prossimità di un pino domestico (sulla destra) e di un cartello con freccia (sulla sinistra), svoltiamo a destra in discesa per una stradina lastricata, testimonianza di un’antica via che conduceva in città. 69
5
5
Altamura ➜ Gravina in Puglia
Le origini pagane della grotta della Madonna della Stella Sullo spalto opposto al centro storico di Gravina sorge la grotta della Madonna della Stella, una chiesa rupestre così chiamata dopo il ritrovamento dell’affresco di una Vergine con bambino con una stella sulla fronte. L’impiego della grotta per culti pagani, risalente a età precristiana, si è tramandata fino a epoche più recenti tanto che, ancora in un documento del 1693 conservato nell’Archivio diocesano di Gravina, si impone che: “tutte le chiese siano chiuse al calar della notte, e soprattutto quella che, detta della Stella, è consacrata a nostra Signora Vergine Madre di Dio, nel giorno proprio della sua festa, affinché l’accesso sia precluso agli abusi antichi ma non sufficientemente superati, poiché uomini e donne promiscuamente vi si recano in ore notturne in una baldoria di suoni e canti ritmati”. Secondo una leggenda legata al complesso ipogeo infatti, la grotta era dedicata al culto ancestrale della fertilità e anche le donne sterili avrebbero potuto procreare in seguito a riti orgiastici. Ancora fino a metà del novecento gli abitanti di Gravina erano soliti festeggiare un buon raccolto nel pianoro antistante la chiesa con i cosiddetti “bilanci”, grandi libagioni la cui origine risale agli antichi misteri eleusini.
Al termine della discesa al bivio [5.6 - km 17,6] giriamo a sinistra in strada Vicinale dei Pigni e proseguiamo dritto in leggera salita per circa 600 m. Superato un sottopasso iniziamo a scorgere le prime case e poco dopo, sulla destra, una cava di tufo abbandonata dove ora crescono rigogliosi ulivi, mandorli e fichi. Continuiamo su questa via alberata e, al termine della strada, all’incrocio con via Picciano e via Aspromonte, proseguiamo dritto per 600 m su via San Sebastiano (sulla destra si trovano l’omonima chiesa e il convento) fino a piazza Giuseppe Pellicciari. Da qui proseguiamo fin sotto l’arco in fondo a sinistra che immette nel centro storico di GRAVINA IN PUGLIA. Continuiamo dritto fino a piazza Notar Domenico dove svoltiamo a sinistra passando tra la chiesa di Santa Maria del Suffragio (detta anche del Purgatorio) e la biblioteca Finya. Attraversiamo piazza Benedetto XIII e, superato il palazzo vescovile e la statua del pontefice nativo di Gravina, giungiamo alla basilica concattedrale di Santa Maria Assunta e all’attigua balconata, da cui si gode la vista sul sottostante habitat rupestre.
Da vedere Gravina in Puglia Si estende sulle sponde di un profondo crepaccio scavato nella roccia calcarea dal torrente omonimo nel corso dei millenni; e millenaria è la storia della città, tanto che i rinvenimenti archeologici, conservati presso il MUSEO DELLA FONDAZIONE ETTORE POMARICI SANTOMASI, ne datano le origini al Neolitico. Certo è che, a partire dall’età del ferro (X secolo a.C.), è già attiva sulla collina di Botromagno, Sidion, uno dei maggiori centri della Peucezia. Con la conquista romana avvenuta nel 305 a.C., la città assume il nome Silvium dive70
Altamura ➜ Gravina in Puglia
GRAVINA IN PUGLIA.
Vista del complesso rupestre delle Sette Camere.
nendo un importante centro lungo la Via Appia. La distruzione della città da parte dei vandali di Genserico nel 456 d.C. induce gli abitanti a trasferirsi nelle cavità naturali che si aprono lungo la gravina; le grotte vengono ampliate e adattate alle più diverse funzioni abitative, produttive (stalle, magazzini, cisterne, cantine, frantoi e palmenti) e di culto. Numerose sono le chiese rupestri visitabili: SAN MICHELE DELLE GROTTE, MADONNA DELLA STELLA , SANTA MARIA DEGLI ANGELI , SAN BASILIO , SANTA SOFIA. Nel 1069 la città diventa feudo dei Normanni, che danno il via alla costruzione della BASILICA CONCATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA. Federico II di Svevia definisce Gravina “giardino di delizie” e vi fa erigere un castello, del quale restano oggi dei ruderi. Il suo amore per la città è riportato persino sul gonfalone cittadino dove campeggia la scritta “Grana dat et vina” (offre grano e vino), motto attribuito allo stesso Stupor Mundi. Sotto gli Angioini la città vive un periodo di grande sviluppo economico: nel 1294 viene istituita la Fiera di San Giorgio, tra le più antiche d’Italia, che continua a svolgersi ogni anno. Con gli Aragonesi si inaugura un lungo periodo di notevole vitalità economica e culturale: la città si arricchisce di molti monumenti, tra cui l’imperdibile PONTE ACQUEDOTTO MADONNA DELLA STELLA. Nel 1650 Gravina dà i natali a Pietro Francesco Orsini che sarà elevato al soglio pontificio con il nome di papa Benedetto XIII. Prima di rimettersi in cammino, meritano una visita le CANTINE DI CAVATO SAN MARCO, una casa rupestre su tre livelli; il BASTIONE MEDIEVALE con terrazza panoramica sulla gravina e la BIBLIOTECA FINYA, una delle più antiche della Puglia, ricca di un patrimonio librario di oltre 11 mila volumi. 71
5
Uno spumante a Gravina In questo nostro cammino non può mancare qualche buon vino locale. Dai grappoli della Verdeca, un vitigno autoctono bianco con acini di colore verdognolo (da cui il nome) coltivato esclusivamente nelle campagne di Gravina in Puglia, combinati con altre uve bianche (varietà locali, Greco, Malvasia e Bianco di Alessano), si ottiene un vino frizzante, leggermente amabile, fresco e fruttato. Questi vitigni, coltivati sul terreno calcareo e sabbioso della gravina, conferiscono alla Verdeca una grande intensità di profumi, ricco di sentori agrumati e note di erbe mediterranee. In un tomo datato 1871, oggi custodito nel museo della Fondazione Pomarici Santomasi, si racconta delle qualità di questo vino, che nulla aveva da invidiare ai più rinomati prodotti del tempo. Veniva spumantizzato in maniera quasi inconsapevole, mediante la rifermentazione in contenitori sigillati, e in virtù delle basse temperature delle cantine ipogee scavate nel tufo manteneva un buon residuo zuccherino risultando mosso e delicatamente piacevole al palato. Per ottenere una buona Verdeca è necessario, secondo la tradizione, rispettare precisi tempi e procedimenti: si pigia l’uva piano piano con le mani, si filtra il mosto che cola (la lacrima) con un setaccio, quindi si lascia posare in un tino per due giorni e una notte. Poi si filtra ancora per due volte attraverso una stoffa di cotone resistente a trama fitta, dopodiché lo si versa in damigiane che vengono lasciate aperte e all’interno delle quali ha inizio la prima fermentazione. A fermentazione ultimata, tradizionalmente il giorno di san Martino, si tappano le damigiane e si lascia riposare il vino, che sarà travasato prima di Natale, nel periodo della luna calante. Quando la luna di marzo è nell’ultimo quarto, la Verdeca è già dolce e frizzante ed è pronta per essere imbottigliata. Ottima per accompagnare pesce e formaggi, la Verdeca dà però il meglio se accompagnata con i dolci tipici della tradizione, come i sassanelli. Si tratta di un dolcetto rustico, ma tra i più raffinati e ricchi della cultura tradizionale. Questi biscotti scuri e saporiti venivano preparati in occasione del giorno dei defunti, a Natale e ai matrimoni; dei sassi hanno soltanto il nome e l’aspetto, poiché si presentano soffici e gradevolissimi al palato per la presenza di cannella, chiodi di garofano, bucce di arancia e limone grattugiato che arricchiscono di profumi un impasto a base di farina, zucchero, vincotto (sciroppo di fichi) e cacao amaro. Talvolta la superficie viene decorata con delle mandorle.
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