Éric Puybaret
Per Camille, Anselme e Héloïse. E. P.
Titolo originale: Les fabuleux navires du capitaine Squid © 2016 Éditions Margot © 2017 Cart’Armata edizioni Srl Terre di mezzo Editore via Calatafimi 10, 20122 Milano Tel. 02-83.24.24.26 e-mail editore@terre.it libri.terre.it acchiappastorie.it Direzione editoriale: Miriam Giovanzana Coordinamento editoriale: Davide Musso Traduzione: Rita Dalla Rosa Prima edizione italiana: giugno 2017 Grafica Veneta S.p.a., Trebaseleghe (PD) Questo libro è stampato su carte dotate di certificazione FSC®, che garantisce la provenienza della materia prima da fonti gestite in maniera responsabile.
Il mare è calmo. La Prestige Calamar beccheggia dolcemente. Ci sono poche nuvole. Discreta, appare qualche stella. Tutto l’equipaggio è riunito nella cabina di Capitan Squid, che è molto vecchio e se ne sta sdraiato con la pipa puntata verso il cielo. Qualche briciola di tabacco bruciacchiato cade sulla folta barba scompigliata dalle tempeste. All’improvviso, volge gli occhi ai suoi uomini e grida: “Gabbieri! Giovani mozzi! Cuoco di bordo! Ufficiali! Amici miei, fratelli dell’oceano... Sono arrivato alla fine del viaggio. E... … Oooh! Le mie navi, le mie golette, i miei mercantili, i miei trimarani... Vi vedo! Siete là, mie care bagnarole, miei vascelli meravigliosi!” Il medico di bordo gli si avvicina: “Respiri con calma, capitano, con il naso” dice, togliendogli un groviglio di barba incastrato in una narice. Il vecchio riprende fiato. “Amici miei, levo l’àncora per l’ultima volta, ma non siate tristi. La mia vita è stata come una favola. E prima di andarmene voglio raccontarvi... … le mie navi.”
Il
gigantic Ho deciso di diventare capitano, un giorno, su una spiaggia, quando vidi passare il Gigantic. Sento ancora i mugugni dei bagnanti: l’ombra del transatlantico* coprì il sole per una buona mezz’ora. 683.000 cabine, 24 ponti, 227 scialuppe, 962 maniche a vento e... un capitano. * Piroscafo che assicura la traversata regolare tra l’Europa e l’America.
il capitano
turbina Il capitano Vassili Turbina, un russo. Sotto di lui mossi i primi passi come marinaio. Se ne stava diritto a scrutare senza sosta l’orizzonte con i suoi occhi grigi da vecchio lupo di mare. Impartiva gli ordini con un gesto, come fosse muto, alle ballerine ipertoniche che formavano il suo equipaggio. Una volta sola udii la sua voce che diceva:
“La mia nave è incredibile! Ma io sogno un bastimento mille volte più bello, e so che esiste. È là, da qualche parte, arenato su un’isola”. Poi ha puntato un piede verso un gamellino appoggiato sulla cassa delle mappe. Voleva del caviale.
l’ISLANdese
VOLANTe
A 17 anni venni assunto a Paimpol per pescare il merluzzo a bordo dell’Islandese Volante. Una goletta* stupefacente, con un albero alto come un faro. Col vento in poppa, le sue immense vele si gonfiavano e la barca si sollevava lentamente per poi planare come un favoloso gabbiano fatto di tela. Partimmo per una lunga battuta di pesca in Antartide. Passavo ore intere a guardare la goletta dalla banchisa. * Nave leggera a due alberi, con vele triangolari o a forma di quadrilatero irregolare.