Ti ricordi ancora

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Zoran Drvenkar e Jutta Bauer

Ti ricordi ancora


Ti ricordi quando siamo partiti, e la strada sembrava non voler finire mai? Le colline ci venivano incontro una dopo l’altra e abbiamo pensato di esserci persi. Allora abbiamo cercato un bastone, e un uccello ci si è posato sopra e così abbiamo capito che era il bastone giusto. Poi ci siamo arrotolati un po’ i pantaloni e abbiamo continuato a camminare mano nella mano. Nella mia giacca c’era un pezzo di pane a cui avevo dato appena un morso, e nella tua giacca c’era una mela, che era lì già da un po’ ed era così avvizzita da piacere ormai soltanto alle capre, perché le capre non sono molto schizzinose. Sapevamo quindi che non saremmo morti di fame. E non avevamo paura di nulla, anche se dietro ogni angolo ci aspettava un’avventura. Perché chi ha paura delle avventure può restarsene a casa.



Ti ricordi quando lo gnomo è arrivato in bicicletta e aveva in testa un cappello ricoperto di tappi di sughero? E i tappi brillavano e luccicavano come un cielo stellato che si fosse calato giù con una lunga corda per accomodarsi sul suo cappello. E lo gnomo ci ha chiesto: Ver Hokt Froi Ming Ploing? E noi abbiamo indicato la strada in discesa. E lo gnomo ci ha chiesto: Moss Dring Dring Cnochel? E noi gli abbiamo mostrato la mela e il pane e un fiorellino che avevamo trovato. Al che lo gnomo ha detto: Fing Clum Foing Bloi? Allora abbiamo fatto una verticale cantando una canzone che lo gnomo non aveva mai sentito. Gli è piaciuta così tanto che ha suonato quattro volte il campanello della sua bicicletta, poi è ripartito. E noi vedevamo tutto all’incontrario ed è stata la più lunga verticale che sia mai stata fatta.



Ti ricordi come le tre capre saltavano sulle rocce, quasi fossero dei gradini storti e la montagna una scala sbilenca che porta alle nuvole? Volevamo vedere a tutti i costi cosa succedeva lassù in cielo e quindi abbiamo seguito le capre. Per monti e per valli. Ma non è stato tanto facile, perché poco prima della vetta il sole ci è stato d’intralcio e abbiamo dovuto spostarlo con grande fatica. Poi siamo arrivati in cima e lì c’erano le tre capre, sedute a giocare a carte. Una capra fumava la pipa, la seconda capra beveva una tazza di tè indiano con il mignolo alzato e la terza capra si lamentava perché aveva fame. Le abbiamo offerto la mela, ma lei ha solo storto il muso e scosso la barbetta, perché la mela le sembrava troppo avvizzita. E questo dimostra che in realtà le capre sanno essere ben schizzinose.



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