FILIPPO MANASSERO
SUMI-E IL QUINTO TESORO
Scopri l’antica pittura giapponese e il suo potere liberante
C
on questo libro impariamo a rendere omaggio alla natura: la contempliamo per creare poi immagini simboliche. Evochiamo, con pochi segni precisi, concetti, immagini e principi che sono la chiave e la potenza della natura stessa. Ricordare di essere parte del mondo naturale ci aiuta a sintonizzarci sulla leggerezza. L’armonia del mondo vegetale e animale è presente nel nostro profondo, per riscoprirla dobbiamo imparare a non lasciare il comando delle nostre azioni solo alla mente. Praticare il sumi-e significa portare nella nostra vita spunti di riflessione molto più profondi rispetto a quelli che si possono avere seguendo una qualsiasi tecnica pittorica. Il sumi-e, inoltre, all’inizio si rivela più facile per chi non ha mai dipinto. Troviamo così un modo concreto per sperimentare, attraverso il corpo, concetti e intuizioni sul nostro modo di rispondere agli eventi. Entriamo profondamente in contatto con noi stessi attraverso una tecnica artistica che si rivela utile a ingannare la mente, e a convincerla a farsi da parte. Attraverso il sumi-e, impariamo a riconoscere il potere della nostra mente, e mettiamo a fuoco quanto può complicarci le azioni quotidiane nella realizzazione della pratica. E anche l’esistenza in generale. Praticando il sumi-e, abbandoniamo il bisogno di ottenere un risultato, entriamo in una dimensione di calma e concentrazione che ci permette di fare esperienza del vuoto e sintonizzarci sempre meglio con il movimento, l’intenzione e la fiducia. Ci liberiamo dal bisogno di un risultato, ma questo non significa non gioire quando si palesa. Impariamo, invece, a riconoscerlo
in un’immagine che non deriva dal nostro processo mentale. Se restiamo nella mente durante la pratica (come nella vita di tutti i giorni), le diamo il potere di farci provare soddisfazione o insoddisfazione. Visto che la mente, per sua natura, vuole controllare gli eventi, pretende di sapere come deve essere un risultato per potersi chiamare tale. Confeziona un ideale a partire da parametri e criteri, e se ciò che creiamo non vi corrisponde, lo giudica un fallimento. Il valore di un risultato, però, sta nel processo che lo ha portato in essere. Quando nel sumi-e arriviamo a creare un’opera che “risuona”, l’emozione nel contemplarla è fugace come un lampo. Quel che resta sarà la consapevolezza del processo che abbiamo saputo attraversare lasciando andare le cose, non opponendo resistenze. In natura il brutto non esiste, è solo nella nostra mente. Trasportare l’esperienza del sumi-e nel resto della nostra vita vuol dire metterci a servizio degli eventi: diventare co-creatori e co-creatrici, abdicando al ruolo di vittime. Il sumi-e è una tecnica semplice: pochi segni, nessun manierismo, un unico colore. Ma non è una pratica facile, proprio perché non vi è alcun tecnicismo a cui la mente può appigliarsi per sentirsi sicura. Nel sumi-e la mente è obbligata a dissolversi e questo la spaventa, pertanto cercherà in tutti i modi di convincerci che non ne siamo all’altezza. È sempre opportuno lasciare aperta la porta dell’intuizione, accogliere i suoi sussurri, senza averne paura e senza opporre resistenza. È con questo tipo di intenzione, delicata e leggera, che vorrei ti immergessi nel sumi-e.
ASPETTI BASE DELLA TECNICA La pratica del sumi-e è un riflesso di noi stessi come parte dell’universo. Impugnare il pennello è partire per un viaggio introspettivo. Esprimersi con creatività ci aiuta a trasformare il modo in cui affrontiamo gli eventi nella nostra vita. Impariamo a rilassarci, concentrarci e svuotarci. È semplice, ma non è immediato. Occorre affinare il nostro sentire attraverso la ripetizione e l’esercizio. Siediti, rilassati e immagina di richiamare tutta l’energia dell’universo nel tuo corpo fino alla zona sotto l’ombelico dove si trova il ki. Immagina e senti il pennello come fosse una parte del tuo corpo. A ogni tratto, scivola dentro al movimento e fluisci con la suggestione di arrivare a toccare la carta come se fosse la pelle del tuo o della tua partner, per dare una carezza dolcissima, per offrire e avvertire piacere. Dimentica concetti di giusto o sbagliato, bello o brutto. La cosa più importante è che tu ti diverta e che trovi una posizione comoda in questa creazione. Concentrati su ogni segno e accogli i tuoi errori: prova piacere nell’esprimerti.
LE TONALITÀ DI COLORE Utilizzeremo la china pura o diluita con acqua, al fine di dare all’opera gradazioni e sfumature. Inizialmente può essere utile separare le tonalità in piccoli contenitori, ma una volta che avrai fatto un po’ di pratica, potrai anche usare un piattino a mo’ di tavolozza. 12
I nomi giapponesi dei toni di china sono: – tono chiarissimo goku tamboku – tono chiaro tamboku – tono medio chubokuˉ – nero puro noˉboku I diversi toni possono servire per sfumare le tinte laddove necessario. Utilizzando i toni più scuri per i primi piani e quelli più chiari per gli elementi sul retro, darai più profondità all’opera.
LE POSIZIONI Esploriamo ora insieme alcune posture del corpo e prese del pennello che possiamo utilizzare praticando il sumi-e.
Prese del pennello Soukou hou: pollice, indice e medio davanti e le altre dita sulla parte posteriore. Questa presa ci consente di fare movimenti grandi e lunghi. Tankou hou: pollice e indice davanti e le altre dita sulla parte posteriore. Questa presa ci consente di fare piccoli movimenti.
Soukou hou.
Tankou hou.
Le quattro tonalità di colore.
Kenwan hou.
Posture
Choku hitsu.
Soku hitsu.
Kenwan hou: è la postura che più si utilizza con la presa soukou hou. Rilassa la spalla, il braccio e le dita. Nel palmo della mano si creerà uno spazio al cui interno puoi immaginare di avere una piccola pallina da ping-pong. Mantieni il braccio a un’altezza media, né troppo alta e né troppo bassa. Teiwan hou: è la postura che più si utilizza con la presa tankou hou. In questa postura puoi appoggiare il polso sulla carta, o anche appoggiare l’altra mano sulla carta e poi sopra il polso della mano che disegna, per aiutarti a mantenere la pressione. Per semplificare l’uso del manuale, nelle schede relative a ogni soggetto non ritroveremo i nomi specifici per le prese e posizioni, ma unicamente indicazioni della posizione del pennello (verticale, inclinato ecc.) e della pressione.
EFFETTI BASE Wari fude.
Vediamo tre modalità tecniche con cui tracciare i segni di costruzione dei soggetti.
Teiwan hou.
Choku hitsu: pennello verticale, presa soukou, postura kenwan, segno diritto verticale e orizzontale senza oscillazioni e variazioni di pressione. Soku hitsu: pennello inclinato, presa soukou, postura kenwan, segno diritto orizzontale senza oscillazioni e variazioni di pressione. Wari fude: pennello verticale e/o inclinato, presa soukou, postura kenwan, setola del pennello scaricata da inchiostro su carta assorbente o piatto, segno diritto verticale e orizzontale con oscillazioni, variazioni di pressione e continui piccoli arresti.
METODI ESPRESSIVI Quando avrete preso confidenza con tutti i progetti di questo libro, potrete provare i seguenti accorgimenti per utilizzare diverse tonalità di inchiostro in forma distinta ma non separata, al fine di realizzare sfumature attraverso singole pennellate che portano al loro interno differenti rapporti cromatici. 13
Kata guma.
Naka guma.
Kata guma: immergi il pennello in un tono chiaro, scaricalo appena sul bordo del contenitore e poi con le dita appiattiscilo in modo da eliminare la punta (vedi foto). Scegli un lato del pennello e quindi bagnalo nel nero. Traccia il segno sul foglio per ottenere un effetto sfumato da un solo lato. Puoi anche scegliere di bagnare entrambi i lati nel nero per ottenere un effetto sfumato simmetrico. Naka guma: immergi il pennello in un tono chiaro, scaricalo appena sul bordo del contenitore e poi con le dita appiattiscilo in modo da eliminare la punta. Appoggia la parte centrale del pennello sulla pietra in modo da caricarlo di nero non alle estremità. Puoi semplificare l’operazione utilizzando un pennello più piccolo intinto nel nero per spennellare il centro della setola con l’inchiostro (vedi foto). Otterrai quindi un segno con un effetto sfumato dal centro verso l’esterno.
riscaldarsi. Gli esercizi che propongo di seguito non vanno intesi nel modo ordinario: non vogliamo realizzare linee perfette come se utilizzassimo un righello, come pure delle spirali o dei cerchi come se ci aiutassimo con il compasso. Quello che importa è la nostra connessione con gli altri quattro tesori. La fluidità del movimento, la nostra presenza, quasi come se le setole del pennello fossero il nostro polpastrello attraverso il quale riusciamo a percepire la superficie della carta. La concentrazione ci deve portare a sentirci fluire nell’energia che dal nostro corpo si trasmette al pennello lasciando con l’inchiostro il segno sulla carta. Ogni segno che realizziamo deve restituirci la qualità del nostro fluire e non una qualità tecnica come la mente ordinaria sarà tentata di andare a ricercare.
ESERCIZI PROPEDEUTICI
Traccia delle sottili linee nere utilizzando la punta del pennello, senza appoggiare il gomito. Cerca di mantenere la stessa larghezza. In questo modo inizi a imparare a governare la pressione del pennello sul foglio. Non limitarti a fare le linee solo in un
Linee verticali e orizzontali POSIZIONE PENNELLO: VERTICALE PRESSIONE: STABILE
Come per ogni attività che comporta concentrazione e utilizzo del corpo, è utile 14
Linee verticali e orizzontali.
Zig zag e coccardine.
Segno continuo parallelo ai bordi del foglio.
Spirale.
Linee in progressione.
senso: realizzale in orizzontale e in verticale, dall’alto verso il basso e viceversa.
Linee in progressione POSIZIONE PENNELLO: VERTICALE PRESSIONE: MODULATA
Disegna delle linee in progressione, da sottile a spessa, aumentando via via la pressione del pennello.
Zig zag e coccardine POSIZIONE PENNELLO: VERTICALE PRESSIONE: STABILE
Disegna una linea a zig zag utilizzando la punta del pennello. Mantieni sempre la stessa pressione e non interrompere mai il tratto: traccia un segmento, arresta il movimento un istante e cambia direzione in continuità. Procedi allo stesso modo per le coccardine: trascina la punta del pennello in un movimento fluido e continuo.
Segno continuo parallelo ai bordi del foglio
arrestare il movimento per un istante e continuare nel lato del foglio successivo. Non importa se il segno cambia: il pennello inizierà a scaricarsi e pertanto le setole si apriranno. Continua focalizzandoti sulla pressione e sulla fluidità, e accogli qualsiasi variazione estetica che emergerà nel segno.
Spirale POSIZIONE PENNELLO: VERTICALE PRESSIONE: STABILE
Posiziona il pennello al centro del foglio e inizia a trascinare la punta del pennello cercando di mantenere la stessa pressione, e quindi la larghezza. Avanza in maniera circolare, con un andamento lento e fluido, senza far ruotare il pennello tra le dita. Non preoccuparti se il segno subirà delle variazioni: il movimento circolare farà allargare o assottigliare il tratto. Il tuo obiettivo non è realizzare dei cerchi perfetti, ma fluidi.
POSIZIONE PENNELLO: VERTICALE PRESSIONE: STABILE
Traccia una linea continua e uniforme che segue i quattro lati del foglio senza mai staccare la punta del pennello dalla carta. Come per lo zig zag, all’angolo dovrai solo 15
BAMBÙ Luna fredda: tra gli alberi spogli tre bambù. Yosa Buson
L’
ineguagliabile slancio del bambù verso il cielo e il suo vuoto tra i nodi sono interpretati dal buddista, e anche dal taoista, come un’analogia del percorso interiore. Il gambo intervallato dai nodi è associato alle numerose tappe che portano all’illuminazione. Ed è il fruscio delle sue foglie che ha fatto capire ad alcuni maestri di averla raggiunta. Questa pianta simboleggia inoltre il saggio dal cuore vuoto, si dice infatti “essere vuoti come un bambù”, ossia colmi di solo amore.
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Il bambù nel sumi-e La varietà di bambù più spesso rappresentata nel sumi-e è il Phyllostachys humilis. Sebbene provenga dalla Cina, il robusto bambù è molto amato in Giappone, dove viene chiamato hime-hachiku. Quando sono completamente cresciuti, i segmenti della canna (culmi) misurano fino a 25 mm di diametro. Ogni foglia, simile a una lancia, è di un verde intenso sfumato sulla parte superiore, mentre nella parte inferiore assume in genere un colore bluastro.
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1 Per prendere confidenza con il soggetto e i suoi “segni”, propongo sempre di separare gli elementi e iniziare dalle foglie, per poi passare ai rami, alle canne e ai nodi.
Una volta appresi i singoli soggetti, quando andremo a dipingere il bambù nella sua totalità, cominceremo sempre dalle canne medie e sottili (1), continuando con i rami teneri che spuntano dai nodi (2), per finire con le foglie (3). 19
FOGLIE POSIZIONE PENNELLO: VERTICALE PRESSIONE: MODULATA
Le foglie di bambù sono lanceolate, né molto dritte né curve. Ogni pennellata deve esprimere leggerezza e libertà, senza perdere il contatto con la sensazione del movimento.
Dopo aver caricato il pennello con un tono di inchiostro o con la china pura, tamponalo su un fazzoletto di carta per eliminare l’umidità in eccesso e posizionalo in verticale nel punto da cui inizierai il tratto. Comincia il movimento con una leggera pressione e aumentala mentre procedi, fino a raggiungere la larghezza della foglia che vuoi ottenere. Prosegui a trascinare il pennello riducendo la pressione in modo che il tratto si assottigli, fino ad arrivare all’estremità della foglia con la punta completamente sollevata, che scompare dalla carta.
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Esempi di gruppi di foglie.
Quando vedi che le tue foglie hanno il gusto e le caratteristiche desiderate, vai avanti e continua a ripeterle sentendo il movimento che le ha prodotte, senza perdere la sintonia con esso, al fine di registrarlo.
Per realizzare le foglie su piani diversi e dare profondità al disegno, traccia quelle in primo piano con il nero assoluto e usa dei toni di grigio per il secondo piano, attendendo che le prime siano ben asciutte.
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RAMI POSIZIONE PENNELLO: VERTICALE PRESSIONE: VARIABILE MOVIMENTO: ALTERNATO, LINEA SPEZZATA, ZIG ZAG
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Gli esili rami del bambù contribuiscono ad abbellire e armonizzare la composizione. Puoi utilizzare la sola punta del pennello mantenendo una pressione minima, oppure un pennello finissimo.
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Inizia a dipingere i rami facendo attenzione a realizzarli esili e leggeri.
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Come per le foglie, puoi cominciare a fare solo piccoli tratti in diverse direzioni per prendere confidenza con la pressione giusta del pennello.
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CANNA POSIZIONE PENNELLO: VERTICALE OD OBLIQUA PRESSIONE: INTENSA E STABILE MOVIMENTO: RETTO E A SEGMENTI INTERVALLATI DA VUOTO
Spazi vuoti tra i segmenti. Le canne del bambù sono costituite da segmenti uniti dai nodi. Quando le dipingiamo, dobbiamo immaginarle nella loro interezza. La pennellata che crea ogni segmento deve essere percepita come il prolungamento di quella precedente e di quella successiva, che insieme daranno forma all’intero stelo. Invece di fare una pennellata lunga quanto l’intera canna, spezza la traiettoria lasciando un piccolo spazio vuoto tra i segmenti, dove poi realizzerai il nodo. Attenzione: non decollare!
L’errore più frequente è appoggiare il pennello sul foglio, tracciare il segmento, e alzare il pennello verso l’alto. Il pennello, invece, dovrà poggiarsi sul foglio e disegnare il primo segmento restando aderente al foglio fino al suo arresto. Dopo aver lasciato un piccolo spazio, si appoggerà nuovamente sul foglio per realizzare il segmento successivo.
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Come per tutti i soggetti precedenti, esercitati nell’esecuzione della canna: realizzane a ripetizione, sempre con calma e concentrazione, per acquisire sicurezza nel dipingere i segmenti in fila. Tra un segmento e l’altro, ricordati di caricare il pennello. Bagnalo con un tono medio di grigio, o anche molto chiaro (a tuo gusto), tamponalo e poi immergi solo la punta nel nero, affinché si crei una sfumatura lungo tutta la pennellata.
Utilizzo di tutta la setola a contatto con la carta.
Anche se il segno delle opere di sumi-e sembra veloce, in realtà è dipinto e costruito molto lentamente. È la carta di riso a offrire gli affascinanti effetti graffiati che fanno pensare a gesti fulminei. Verifica sempre anche sulla carta di riso la resa del segno. Il sumi-e è calma, concentrazione e non-desiderio di un risultato. Sulla carta normale, da esercizio, è difficile ottenere lo stesso effetto.
NODI POSIZIONE PENNELLO: VERTICALE PRESSIONE: LEGGERA E SENZA VARIAZIONI
Le linee che disegnano i nodi sono formate da un unico gesto con angolazioni differenti. Ricorda: i nodi sono sempre più larghi della misura della canna. Il classico segno di nodo aiuta ad amplificare la percezione tondeggiante della canna e unisce i segmenti della stessa.
Nodo. Con la ripetizione e l’esercizio arriverai presto a ottenere un segno dal gusto calligrafico. Immagina di comporre una lettera H, inizialmente sarà rigida e insicura, ma col tempo scioglierai il gesto e gli darai la tua personale impronta.
Immagina di tracciare una lettera H molto allargata e con un gusto calligrafico. 1 3 2
Canna con nodi e rami. 25