Colleen Rowan Kosinski
Una casa di nuovo I LLU S TR ATO DA
Valeria Docampo
S
istemato ogni mattone e piantato l’ultimo fiore in giardino, ero pronta ad accogliere la mia famiglia. Le mie travi trepidavano nell’attesa.
Poco tempo dopo gioivo per lo scalpiccio dei piedini sul mio pavimento. Andavo in estasi per il dolce profumo del pane che cuoceva nella mia cucina.
Adoravo il suono delle risate che riecheggiavano tra le mie pareti. La mia famiglia mi amava. E io amavo la mia famiglia. Ero più di un posto in cui abitare. Ero una casa, la loro casa.
La mia famiglia cresceva e cresceva. Ogni anno i bambini venivano misurati con delle tacche sullo stipite del salone.
Pochi centimetri alla volta, superarono il metro. Il tenero scalpiccio si tramutò in passi pesanti.
Il trambusto delle faccende quotidiane mi faceva risplendere. Poi un giorno finì. La mia famiglia impacchettò tutte le sue cose e mi diede una pulita. Si fermarono sul vialetto davanti a me e mi salutarono con le lacrime agli occhi, poi salirono in auto e si allontanarono.
Ero confusa. Dovevano tornare per forza.