Nome in codice Mac B. Il mistero dei corvi scomparsi

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di Mac Barnett Illustrato da Mike Lowery Traduzione di Sara

Ragusa



Da bambino abitavo in California (e ci abito ancora). La California si trova praticamente al confine degli Stati Uniti d’America. Sono cresciuto in una casetta con mia mamma e due conigli. Questo qua sotto sono io da piccolo.

Ero il ragazzino piĂš basso della classe, anche considerando le femmine. Ora sono piĂš alto. 9


Questa è la mia mamma.

Lei è ancora alta più o meno uguale. In questa foto ho in braccio i miei conigli, Maurice e Taylor.

Non posso dire quanto siano alti oggi Maurice e Taylor, perché non ci sono più. I conigli domestici vivono circa dieci anni (è vero, puoi controllare), e 10


questa storia è successa un sacco di tempo fa, nei lontani anni Ottanta. Ok: Era sabato. Mi ero svegliato presto. Di solito il sabato mattina Craig, il fidanzato di mia mamma, se ne stava piazzato davanti alla tv a vedere WrestleFest. Ma siccome Craig e la mamma avevano litigato, potevo guardare i cartoni animati. Tenevo il volume al minimo, per non svegliare la mamma. Dovevo stare parecchio vicino per sentire.

Mi mangiai una scodella di Trix... guardando la pubblicitĂ dei Trix!

A mezzogiorno, quando in tv davano solo programmi sportivi o repliche, salii in camera mia. 11


Mi annoiavo. Di solito mi annoiavo il sabato pomeriggio. Sembrava durare sempre troppo. La mamma si sedeva al bancone della cucina a fare i conti per pagare le bollette e a scrivere delle liste. Si infastidiva se la distraevo. Così stavo di sopra nella mia stanza a giocare con il Game Boy, finché mi stufavo del Game Boy e passavo ai libri, finché mi stufavo di leggere e passavo ai modellini, poi ai peluche, poi alle macchinine della Matchbox, quindi alle Micro Machines (che sembravano delle Matchbox ma minuscole), e alla fine tornavo al Game Boy.

Quando, in punta di piedi, andai a controllare l’ora sul display del microonde, erano passati solo quarantacinque minuti!

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“Cosa stai facendo?” mi chiese la mamma senza alzare gli occhi dalla calcolatrice. “Perché ti aggiri silenzioso?” “Sono in punta di piedi”, sussurrai, “per non distrarti”. “Perché sussurri?” “Per non distrarti.” “Ma mi stai distraendo.” Tornai in camera mia. Mi sdraiai per terra con attorno i giocattoli, gli animali di peluche, i libri, il Game Boy, e fissai il soffitto. Mi annoiavo così tanto che urlai. “Aaaaah!”

“Va tutto bene?” chiese la mamma dalla cucina. “Sì!” dissi. “Mi stai distraendo.” “Ahhhh!” urlai molto piano, per non distrarre la mamma. E poi suonò il telefono. Saltai in piedi. 13


Al giorno d’oggi, mentre scrivo questo libro, i telefoni sono come questo:

Se leggerai questo libro tra dieci anni, chissĂ come saranno. Probabilmente cosĂŹ:

Ma negli anni Ottanta avevano questo aspetto:

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Ogni volta che suonava il telefono, spettava a me correre in salotto a rispondere. Corsi veloce, pieno di speranza. Se avete già letto gli altri libri di questa serie, sapete il perché. Da bambino capitava che all’improvviso mi chiamasse la regina d’Inghilterra, e mi spedisse in un’avventura. Un’avventura pericolosa e misteriosa. Un’avventura di spie. Alzai la cornetta. “Pronto?” dissi. Non era la regina d’Inghilterra.

Era Craig.

“Julie? Ehi, tesoro”, disse Craig. (Julie era il nome di mia madre. E lo è ancora.) 15


“Ehm, sono Mac”, risposi. “Ah! Mac! Ciao ragazzo! Credevo fosse tua madre!” “Già”, dissi. “Al telefono avete quasi la stessa voce.” “Ok”, dissi. “Forse perché hai la voce acuta.” “Ok.” “Perché sei solo un ragazzino.” “Ok.” “Be’, senti amico, c’è tua madre da quelle parti?” “No”, dissi. Mia mamma era da quelle parti. Per la precisione in cucina, con la calcolatrice. Ma lei e Craig avevano litigato, e parte del mio compito di risponditore era di “selezionare le telefonate”. Selezionare le telefonate significava non passarle Craig quando avevano litigato. “Tua mamma non è da quelle parti?” “No.” “Non è in casa.” “No.” “Dov’è andata?” Dissi il primo posto che mi venne in mente. “Al negozio di ciambelle.” “Al negozio di ciambelle.” “Esatto. Da Rudy.” 16


(Se mai dovessi passare da Castro Valley, in California, ti consiglio di andare da Rudy, in Castro Valley Boulevard. È tutto buono, ma in particolare la ciambella alla cannella a forma di farfalla. Insieme al latte è meravigliosa, vendono anche quello da Rudy.) “Tua madre è andata da Rudy”, disse Craig, “e ti ha lasciato a casa da solo”. “Sì.” “Non mi sembra da lei.” Craig aveva ragione, non era da lei. “C’è stata un’emergenza”, dissi. “Un’emergenza di ciambelle?” “Sì.” Craig sospirò. “Ok amico. Ehi, visto che siamo al telefono, pensavo che potremmo passare un po’ di tempo insieme, per legare.” 17


“Mmm”, dissi. Avevo la sensazione che fosse mia madre a volere che io e Craig passassimo del tempo insieme per legare. “Che ne dici se mi procuro due biglietti per WrestleFest?” propose Craig. “Sta per arrivare in città. Joe Brawn metterà al tappeto Il Dittatore!”


“Ehm”, dissi. “Tu adori WrestleFest!” disse Craig. “Tu adori WrestleFest!” risposi. “A te non piace?” “Il wrestling è una farsa”, dissi. “No, è tutto vero!” disse Craig. “No, loro dicono che è vero, ma è una farsa.” “Non credo che tu abbia ragione su questo”, disse Craig. “Ok”, risposi. “Be’, pensaci. E di’ a tua mamma che ti ho invitato. E dille che l’ho cercata. E dille che mi spiace tantissimo, con tutto il cuore. E dille che l’amo, e che può chiamarmi quando vuole, io sono alla caserma dei pompieri.” “Ok.” Craig appese. “Chi era?” chiese mia madre. “Craig!” Non se ne parlava che le riferissi anche il resto del messaggio. “Mmm”, disse la mamma. Posai la cornetta, e il telefono suonò di nuovo immediatamente. Era la regina d’Inghilterra.

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